COPIA OMAGGIO Nuovo terziario a Santa Giulia...

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 - tel. 02 45477609 – 3381414800 - e- mail: [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Redazione: Vanda Aleni, Alessia Arcando, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Lidia Cimino, Giulia Costa, Antonella Damiani, Elena Gadeschi, Valentina Geminiani, Giovanni Minici, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Emiliano Rossi, Azzurra Sorbi, Riccardo Tammaro, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Maria Teresa De Angelis, Margherita Maroni, Roberta Pecchi, Carlo Scovino. Tiratura 16.700 copie COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della zona 4 Anno XXII, numero 197, giugno 2018 ATHOS U n nuovo tassello si ag- giunge al progetto Santa Giulia Rogore- do. Anzi, si tratta di due nuovi tasselli, ovvero due nuovi edi- fici che andranno a occupare i due lotti triangolari parzial- mente scavati e che ora con- tengono due “stagni”. Un’area che ormai cinque anni fa sembrava dover ospitare un albergo e che, dopo la rinuncia della catena alberghiera, è ri- masta abbandonata e desolata. Ora la novità, che ci facciamo illustrare da Risanamento nei loro uffici di via Bonfadini 148. I due edifici saranno en- trambi adibiti a uffici e chiu- deranno il blocco sud del nuo- vo quartiere saldandolo con la stazione Rogoredo. Il più gran- de dei due, denominato Spark One, sarà un edificio di nove piani, simile per volume a quelli ora occupati da Sky. È predisposto per avere una pia- stra (piano terra) dedicata ad attività commerciali e i restanti piani da affittarsi a un'unica società. Inoltre l’immobile, co- me previsto dalle normative, avrà due piani interrati di par- cheggi dedicati esclusivamente ai dipendenti; anche se, visto la facile accessibilità, si pre- vede che l’uso dei mezzi pub- blici sarà la forma di trasporto prevalente. Il piano terra sarà dunque occupato da negozi sui due lati che affacciano sulla nuova piazza da poco realizza- ta, contribuendo a vitalizzarla. L’edificio avrà una forma più o meno rettangolare, permet- tendo di lasciare libero dello spazio del lotto per permettere alle attività commerciali di creare spazi aperti con dehors Nuovo terziario a Santa Giulia sud I l CDD (Centro Diurno Di- sabili) di via Anfossi è in dirittura d’arrivo: lo hanno potuto verificare le competenti commissioni comunali e mu- nicipali che lo scorso 22 mag- gio hanno effettuato un sopral- luogo alla presenza dell’asses- sore ai lavori pubblici Gabriele Rabaiotti e dell’assessore ai servizi sociali Pierfrancesco Majorino. La consegna del- l’edificio è fissata per il 7 lu- glio e già dal prossimo settem- bre sarà operativa. Negli anni abbiamo seguito la lenta evoluzione di quest’ope- ra e i vari guai (in primis il fal- limento di più di una impresa e contenziosi vari) che hanno allungato così tanto i tempi di realizzazione, ma adesso i la- vori procedono celermente per rispettare le ultime scadenze. L’edificio è molto ampio, con spazi ben organizzati e molto luminoso, grazie alle ampie vetrate che danno sul cortile/giardino interno. A pia- no terra ospiterà appunto il CDD, in sostituzione di quello obsoleto e inadeguato di viale Puglie 33; gli utenti attuali so- no 8, ma il numero verrà por- tato a 16 offrendo un trasferi- mento a quattro famiglie che attualmente frequentano altri centri e scorrendo le gradua- torie in attesa di altre 4 perso- ne con disabilità. L’offerta co- munque potrà essere ampliata fino a 26/27 presenze. Al primo piano troveranno po- sto servizi sempre destinati a disabili, in via di definizione anche col Tavolo permanente per la disabilità cui partecipa- no gli enti del terzo settore: si parla di spazi per minori con disabilità nel pomeriggio dopo la scuola e adulti che potreb- bero sperimentare nuove atti- vità specifiche invece di fre- quentare i Centri socio ricrea- tivi. Struttura e servizi innovativi dunque, che finalmente po- tranno partire, facendo tirare un sospiro di sollievo a chi in tutti questi anni ha aspettato una risposta ai propri bisogni. Stefania Aleni In via Anfossi in dirittura d'arrivo i lavori per il CDD Nelle pagine interne: Casa Chiaravalle pag. 11 I Centri di Aggregazione Giovanile pag. 13 Il Social corner di via Bessarione pag. 9 Trent’anni di Nocetum pag. 12 Le tre anime di Après coup pag. 11 A bando per attività culturali e sociali spazi del mercato di piazza Ferrara segue a pag. 3 S cade il 18 luglio 2018 il termine di consegna del- le offerte per partecipare al bando di assegnazione di quattro postazioni libere all’in- terno del mercato coperto di piazzale Ferrara per attività culturali, ricreative e sociali. Restiamo intanto in “trepida attesa” di sapere se il Politec- nico di Milano avrà accesso ai fondi ministeriali (tramite ban- do) per la realizzazione della residenza universitaria che alla base avrà il nuovo mercato. Con questo bando aperto ad associazioni, onlus e soggetti privati, l’assessore alle Attività produttive e Commercio, Cri- stina Tajani, vuole affiancare alle 13 attività presenti, nuove realtà capaci di aumentare l’at- trattività commerciale, acco- stando alle azioni di vendita servizi culturali, sociali e di aggregazione utili al quartiere. La concessione sarà di 24 mesi e per il canone di concessione dei posteggi, trattandosi non di attività commerciali ma di realtà senza fini di lucro è pre- vista una riduzione del 70 % rispetto ai normali canoni di mercato. Il bando completo è disponibile sul sito del Comu- ne di Milano.

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 - tel. 02 45477609 – 3381414800 - e-mail: [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO).Direttore responsabile: Stefania Aleni. Redazione: Vanda Aleni, Alessia Arcando, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini,Lidia Cimino, Giulia Costa, Antonella Damiani, Elena Gadeschi, Valentina Geminiani, Giovanni Minici, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Emiliano Rossi, Azzurra Sorbi, RiccardoTammaro, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Maria Teresa De Angelis, Margherita Maroni, Roberta Pecchi, Carlo Scovino. Tiratura 16.700 copie COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della zona 4

Anno XXII, numero 197, giugno 2018

ATHOS

Un nuovo tassello si ag-giunge al progettoSanta Giulia Rogore-

do. Anzi, si tratta di due nuovitasselli, ovvero due nuovi edi-fici che andranno a occuparei due lotti triangolari parzial-mente scavati e che ora con-tengono due “stagni”. Un’area che ormai cinque annifa sembrava dover ospitare unalbergo e che, dopo la rinunciadella catena alberghiera, è ri-masta abbandonata e desolata.Ora la novità, che ci facciamoillustrare da Risanamento neiloro uffici di via Bonfadini

148. I due edifici saranno en-trambi adibiti a uffici e chiu-deranno il blocco sud del nuo-vo quartiere saldandolo con lastazione Rogoredo. Il più gran-de dei due, denominato SparkOne, sarà un edificio di novepiani, simile per volume aquelli ora occupati da Sky. Èpredisposto per avere una pia-stra (piano terra) dedicata adattività commerciali e i restantipiani da affittarsi a un'unicasocietà. Inoltre l’immobile, co-me previsto dalle normative,avrà due piani interrati di par-cheggi dedicati esclusivamente

ai dipendenti; anche se, vistola facile accessibilità, si pre-vede che l’uso dei mezzi pub-blici sarà la forma di trasportoprevalente. Il piano terra saràdunque occupato da negozi suidue lati che affacciano sullanuova piazza da poco realizza-ta, contribuendo a vitalizzarla.L’edificio avrà una forma piùo meno rettangolare, permet-tendo di lasciare libero dellospazio del lotto per permetterealle attività commerciali dicreare spazi aperti con dehors

Nuovo terziario a Santa Giulia sud

Il CDD (Centro Diurno Di-sabili) di via Anfossi è indirittura d’arrivo: lo hanno

potuto verificare le competenticommissioni comunali e mu-nicipali che lo scorso 22 mag-gio hanno effettuato un sopral-luogo alla presenza dell’asses-sore ai lavori pubblici GabrieleRabaiotti e dell’assessore aiservizi sociali PierfrancescoMajorino. La consegna del-l’edificio è fissata per il 7 lu-glio e già dal prossimo settem-bre sarà operativa. Negli anni abbiamo seguito lalenta evoluzione di quest’ope-ra e i vari guai (in primis il fal-limento di più di una impresae contenziosi vari) che hannoallungato così tanto i tempi direalizzazione, ma adesso i la-vori procedono celermente perrispettare le ultime scadenze. L’edificio è molto ampio, conspazi ben organizzati e moltoluminoso, grazie alle ampievetrate che danno sulcortile/giardino interno. A pia-no terra ospiterà appunto ilCDD, in sostituzione di quello

obsoleto e inadeguato di vialePuglie 33; gli utenti attuali so-no 8, ma il numero verrà por-tato a 16 offrendo un trasferi-mento a quattro famiglie cheattualmente frequentano altricentri e scorrendo le gradua-torie in attesa di altre 4 perso-ne con disabilità. L’offerta co-munque potrà essere ampliatafino a 26/27 presenze.Al primo piano troveranno po-sto servizi sempre destinati adisabili, in via di definizioneanche col Tavolo permanenteper la disabilità cui partecipa-

no gli enti del terzo settore: siparla di spazi per minori condisabilità nel pomeriggio dopola scuola e adulti che potreb-bero sperimentare nuove atti-vità specifiche invece di fre-quentare i Centri socio ricrea-tivi.Struttura e servizi innovatividunque, che finalmente po-tranno partire, facendo tirareun sospiro di sollievo a chi intutti questi anni ha aspettatouna risposta ai propri bisogni.

Stefania Aleni

In via Anfossi in dirittura d'arrivo i lavori per il CDD

Nellepagineinterne:

Casa Chiaravalle

pag. 11

I Centri diAggregazioneGiovanile pag. 13

Il Social cornerdi via Bessarione

pag. 9

Trent’anni di Nocetum

pag. 12

Le tre anime diAprès coup

pag. 11

A bando per attività culturali e socialispazi del mercato di piazza Ferrara

segue a pag. 3

Scade il 18 luglio 2018 iltermine di consegna del-le offerte per partecipare

al bando di assegnazione diquattro postazioni libere all’in-terno del mercato coperto dipiazzale Ferrara per attivitàculturali, ricreative e sociali.Restiamo intanto in “trepidaattesa” di sapere se il Politec-nico di Milano avrà accesso aifondi ministeriali (tramite ban-

do) per la realizzazione dellaresidenza universitaria che allabase avrà il nuovo mercato. Con questo bando aperto adassociazioni, onlus e soggettiprivati, l’assessore alle Attivitàproduttive e Commercio, Cri-stina Tajani, vuole affiancarealle 13 attività presenti, nuoverealtà capaci di aumentare l’at-trattività commerciale, acco-stando alle azioni di vendita

servizi culturali, sociali e diaggregazione utili al quartiere. La concessione sarà di 24 mesie per il canone di concessionedei posteggi, trattandosi nondi attività commerciali ma direaltà senza fini di lucro è pre-vista una riduzione del 70 %rispetto ai normali canoni dimercato. Il bando completo èdisponibile sul sito del Comu-ne di Milano.

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2 giugno 2018

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Il sarcofago romanoÈ sempre stato lì, interrato, davanti all’ingresso del magazzino,e a quella striscia di pietra che spuntava dal terreno nessuno fa-ceva caso. Poi la curiosità ha avuto il sopravvento e scavandoecco saltare fuori una tomba presumibilmente di epoca romana,vuota, ma testimone di un antico insediamento o di un posto

che veniva usato perle sepolture. Il luogosi presta, visto chequesta zona, siamo al-la cascina Mancatuttoin via Lombroso an-golo Maspero, era sul-la direttrice di una del-le vie in uscita dallacittà, e proprio qui sitrovava una delle pie-tre miliari che segna-vano il percorso dellavia romana.Le dimensioni del sar-cofago sono di circa 2metri di lunghezza e 1metro di larghezza, èprofondo 45 centime-tri, ma è stato ritrovatoprivo di qualsiasi ma-nufatto al suo interno.

Certi dettagli tecnici, come i fori agli angoli dove veniva fattocolare il piombo come sigillante del coperchio lo indicherebberocome sarcofago. Invece un foro in uno degli angoli interni lasciadubbi. Che potesse essere stato usato come vasca o come ab-beveratoio e dotato di un foro di scarico? La parola agli esperti.Grazie agli amici Gatti che hanno segnalato questo ritrovamento.

S.B.

Una nuova Guardia medica al CorvettoGrazie a un accordo tra Regione Lombardia e Palazzo Marinoè disponibile una nuova Guardia medica, dopo le richieste di

incrementare i presidi sanitari durante la notte. La sede sceltaper questo servizio di continuità assistenziale che copre la fasciaoraria dalle ore 20 alle 8, è presso la Rsa «Casa per Coniugi»di via dei Cinquecento, nel quartiere Corvetto. Nella sala medicai dottori rispondono alle chiamate dei cittadini che arrivano allaCentrale Operativa unica, per poi individuare l’intervento piùappropriato verso le persone. Per informazioni sugli ambulatorichiamare il numero verde 800 193 344.

Una lettera del gruppo scout Milano 4

Caro lettore, se dicessi a qualcuno le parole “case occupate", gli verrebbe inmente illegalità, immigrazione, criminalità.Eppure non è sempre così.La nostra storia inizia con una domanda. Passando di fianco auno stabile occupato in via Oglio ci siamo chiesti: “Ma lì dentrocosa succede?” Nessuno ne sapeva granché. E da qui è nataun'indagine alla scoperta di un mondo tanto vicino spazialmentequanto lontano dalle nostre vite. Un esperto che si occupa di abusivismo e periferie da oltre diecianni ci ha raccontato che a Milano la situazione è più incredibilee complessa di quanto ci si possa aspettare. Case “riscoperte”nei censimenti Aler, appartamenti abbandonati a se stessi perchétroppo piccoli, stabili fatiscenti o mai completati in cui tuttaviala gente vive. Tuttavia il dato più inquietante è quello che ri-guarda la cattiva amministrazione: centinaia di appartamentipronti e mai assegnati e trecento occupati dall'inizio dell'annonella sola Milano. È evidente come il problema sia più complessodi quel che appare e non si può semplicemente puntare il ditocontro chi occupa. Per questo abbiamo deciso di entrare in unostabile e sentire la loro storia. Ci hanno raccontato quello che fanno: accogliere le famiglie inattesa di un alloggio popolare senza lasciarle per strada, in quellostudentato mai entrato in funzione che era diventato un centrodi spaccio. E ci è sembrato ben lontano da quello che di solitosi pensa di una casa occupata. La gente ci raccontava sorridendodi essere stata salvata dalla strada, i bambini giocavano e le ra-gazze ballavano con la musica dal vivo. Quest'incontro ha scalfito almeno un po' il nostro pregiudizio.Abbiamo voluto raccontare questa realtà alla gente del quartiereCorvetto come ora facciamo con te e abbiamo chiesto la loroopinione attraverso un sondaggio. È emerso che l'80% dellepersone intervistate pensa che serva un intervento più efficaceper risolvere l'emergenza abitativa. E se l'87% condanna l'oc-cupazione abusiva, il 72% di quegli stessi pensa che lo Statodebba venire incontro a chi occupa “a fin di bene”.Ora tocca a te, lettore. Il pregiudizio è difficile da distruggere,ma i fatti parlano. La realtà non è tutta come la immaginiamo.

Clan l'Edera, gruppo scout Milano 4

Ultime notizie dall’associazione Luisa Berardi

Siamo ormai alle battute finali di questo anno scolastico e persalutarci prima dell’estate abbiamo scelto alcuni momenti d’in-contro per noi particolarmente significativi.Domenica 3 giugno i bravissimi bambini e ragazzi del progetto“Orfeo suoniamo insieme” hanno offerto un concerto nel cortiledi via degli Etruschi 5, molto apprezzato dagli intervenuti, ge-nitori, volontari, inquilini. Grazie a loro e ai loro insegnanti per

aver voluto condividere anchequest’anno con noi questasplendida esperienza!Giovedì 7 giugno ci sonostate invece le premia-zioni delle “Piccole Bor-se di studio Martina”, al-la presenza di molti do-centi, genitori, volontari.Una bella tradizione chesi rinnova e che aiutaconcretamente e incorag-gia i ragazzi meritevoli se-gnalati dalla scuola media Tito Livio e dal nostro Dopo-scuola. Ma il nostro impegno non si esaurisce con la fine dellascuola: dal 2 luglio, per tre settimane, si svolgerà il Campusestivo “Intreccio di Tracce” che da più di vent’anni realizziamoin quartiere per offrire una bella estate ai ragazzi dai 10 ai 14anni che non vanno in vacanza fuori città. Per giovani e adulti con un po’ di tempo libero, c’è spazio perfare una bella esperienza di volontariato in affiancamento aglieducatori, in particolare per aiutare nei compiti delle vacanze:un piccolo impegno, anche flessibile, ma prezioso. Dateci unamano!Per informazioni: 328 6241767 [email protected]

Bulli anche in biblioteca?

Riceviamo spiacevoli segnalazioni. E spiacevolmente segnalia-mo... e commentiamo. Presso la biblioteca rionale Calvairatealcuni utenti sono stati spettatori di sgradevoli e impensabiliperformances di gruppetti di adolescenti (fascia di età da medieinferiori e primi anni delle superiori) che evidentemente sonosoliti utilizzare la biblioteca in modo improprio, sordi ai richiamidel personale ai quali reagiscono in maniera arrogante e stra-fottente. Rumoreggiano, giocano, mangiano e scorrazzano fragli scaffali; se usano il materiale librario lo fanno spesso inmodo atipico (sic!); il tutto – manco a dirlo – con un linguaggioche non invoglia certo genitori e bambini a frequentare l’areaper piccoli lettori! La biblioteca, insomma, viene scambiata perun’area giochi ove fare i propri comodi. Il personale non è certoin grado di cacciare i giovani barbari con la forza, e chiamarela forza pubblica probabilmente non sortirebbe alcun effetto, senon momentaneo. Che fare allora? Ho sempre ritenuto che nonci siano soluzioni “giuste” a problemi che non dovrebbero nep-pure esistere e francamente non saprei proprio cosa suggerire,se non una sollevazione decisa ed energica di tutti gli utenti“normali” presenti in biblioteca. È sconcertante come il livello di maturità in certi gruppi giovanilistia scendendo così in basso; e parlo di “maturità”, non di “edu-cazione”, proprio perché non mi interessa fare del blando mo-ralismo, ma intendo puntare l’attenzione sulle carenze culturaliche ne conseguono (o che ne stanno alla base). La cronaca cioffre sempre più spesso uno spaccato violento e arrogante dellarealtà giovanile (una realtà, si spera, ancora minoritaria), ma secomportamenti asociali e prevaricatori sono già discutibili estigmatizzabili quando messi in atto per strada o ai giardinetti,figuriamoci in una realtà culturale di servizio alla collettivitàcome una biblioteca! Vuol dire snaturarne la funzione e privaregli utenti del clima adeguato per la sua fruizione. Se la situazionedovesse perdurare sarà opportuno che qualcuno, in qualche mo-do, provveda. Gli utenti della biblioteca Calvairate sono invitatia monitorare e a segnalare.

F.P.

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giugno 2018 3

e una piccola area verde.Sul retro, verso la stazione,verrà mantenuta la fascia di ri-spetto dal confine della stazio-ne con la definitiva sistemazio-ne della via Pestagalli e la for-mazione di alcuni posti autosempre a servizio del nuovoedificio. Tutta l’area privata in-torno al nuovo edificio saràcompletamente accessibile sen-za la presenza di recinzioni.Oltre all’edificio Spark Oneverrà realizzato, come antici-pato, anche l’edificio dettoSpark Two, che completerà lasequenza di edifici compresitra via Cassinari e via Manzù.Sarà più piccolo del primo eda destinarsi a più società. Il progetto architettonico deidue edifici è stato affidato allostudio Progetto CMR/Massi-mo Roj Architects. Entrambigli edifici saranno certificatisia sotto il profilo ambientalecon la certificazione LeedBuilding Platinum e per quellaLeed for Neighborhood-De-velopement (LEED-ND), ov-

vero il top per quanto riguardail singolo edificio e per interiquartieri. Geotermia, pannellifotovoltaici e teleriscaldamen-to garantiranno il massimodelle prestazioni e il minimodei consumi. Inoltre il palazzoavrà la certificazione WELLper il benessere dei lavoratori,grazie all’uso di spazi interniaperti e accoglienti e alcunidettagli come le scale a vistaper favorirne l’uso al posto de-gli ascensori. Il tutto per un in-vestimento da 120 milioni dieuro per complessivi 120.000metri quadrati di intervento.Tempi? Le società realizzatri-ci, Lendlease e Risanamento,sono pronte ad attrezzare icantieri entro l’estate e iniziarela costruzione di Spark One asettembre e di Spark Two cir-ca due mesi dopo, e comple-tare il tutto in due anni.Qualche notizia anche sul restodel quartiere: in questi giornisono state presentate delle nuo-ve integrazioni al masterplanal fine di accogliere sia leistanze del Comune, sia dellesocietà coinvolte oltre che

quelle presentate dalla cittadi-nanza anche attraverso il Mu-nicipio 4. Ancora nessuna no-vità sulla cascina Palma, nésull’area a lato di via MontePenice, di proprietà comunalee dove è prevista la realizza-zione di una Residenza SocioAssistenziale in sostituzionedel vecchio edificio comunale.Questi due lotti di terreno cu-cirebbero l’antico borgo di Ro-goredo al resto del complessoriunificando definitivamente ilquartiere. Qualche notizia an-che sul previsto tram; confer-mato dal Comune e da ATMcon alcune modifiche. La nuo-va linea sarà predisposta pertram bidirezionali oggetto dellanuova gara di appalto banditada ATM, e avrà come capilineala nuova piazza di Rogoredo ela stazione Quartiere Forlanini,condividendo via Mecenate,via Marco Bruto e via Repetti.Ovviamente nulla potrà essererealizzato fintanto che non saràcostruita l’area nord del pro-getto Santa Giulia.

Giovanni Minici

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Nuovo terziario a Santa Giulia sudsegue da pag. 1

In via dei Cinquecento 7,all’angolo con via Paniga-rola e accanto alla Resi-

denza Sanitaria per AnzianiVirgilio Ferrari, si trova unedificio inutilizzato di proprie-tà comunale ad un piano. Sia-mo nel cuore del quartiereCorvetto e ogni spazio liberopuò essere utilmente adibitoin spazio per attività sociali.Per questo la Giunta comunaleha deciso di mettere a bandoi 165 metri quadrati dello sta-bile perché diventi un puntodi riferimento per il quartiereattraverso l’attivazione di la-boratori, corsi e sportelli il cuitarget di utenza saranno pre-valentemente gli anziani, i mi-nori e le famiglie. L’avvisopubblico verrà lanciato entroun mese e sarà destinato asoggetti del terzo settore comeassociazioni senza scopo di lu-cro, cooperative, imprese so-ciali, fondazioni con finalitàsociali e anche raggruppamen-ti temporanei che, per ottenerela concessione d’uso per sei

anni (non rinnovabile), do-vranno presentare una propo-sta progettuale. La concessio-ne è a titolo oneroso, ma il ca-none base sarà ridotto del 70%qualora l’assegnazione risul-tasse a favore di associazionisenza scopo di lucro.Il soggetto che risulterà asse-

gnatario dovrà farsi carico de-gli interventi di messa in sicu-rezza e riqualificazione dellostabile il cui importo è statostimato in circa 13.000 euro.Un altro intervento dunque ingrado di portare servizi e atti-vità, utile presidio contro ab-bandono e solitudine.

Un nuovo spazio di socialità al Corvetto

Immagine da Google

Via Tacito non è certouna via di passaggio,compresa come è fra

il termine delle vie Colletta eSannio che si ricongiungonoproprio sul retro del nuovo Ni-do, e la via Tertulliano, pocoprima che si interrompa da-vanti al cavalcavia di viale Pu-glie. Il lato destro è occupatoda edifici di terziario, il lato

sinistro da giardini e siepi dicomplessi residenziali ricchidi aree verdi. La via Tacito è però destinataa farsi conoscere per una nuo-va iniziativa residenziale de-nominata “Milano City Villa-ge” che sta avendo molta vi-sibilità per il grande showro-om che occupa la palazzina al-l’angolo fra viale Umbria e viaTertulliano, già sede di uffici

dell’ex stabilimento Lagomar-sino. Si tratta di quasi 1000metri quadrati, in cui sono sta-ti anche riprodotti degli appar-tamenti tipo, arredati di tuttopunto, inaugurati lo scorso 9giugno. L’intervento di via Tacito12/14 verrà realizzato al postodel grande insediamento exTelecom Italia, dismesso da

ormai cinque anni, in un lottodi circa 9.000 metri quadrati,quasi interamente occupatodall’edificio su strada e da unaltro basso sul retro, confinan-te con la ex Plasmon di viaCadolini.L’operazione di demolizionee ricostruzione consente la re-stituzione di circa 5.000 metriquadrati di terreno a verde earredo urbano e la costruzione

di due edifici a L (City Plazae City Garden), con altezzeche variano dai 7 ai 15 piani(le due torri). Il render, forni-toci da Abitare In S.p.A., lasocietà che promuove l’inter-vento, mostra la disposizionedegli edifici e l’inserimentourbanistico. Previsti complessivamente190 appartamenti e box, di di-verse metrature e tipologie,con alti standard energetici emolti servizi condominiali incondivisione. Come servizi pubblici (oltreagli oneri di urbanizzazione,ovviamente) sono previsti, an-tistante la proprietà: un par-cheggio-servizio di bike sha-ring del Comune, postazionidi ricarica auto elettriche ewi-fi pubblico.Un altro tassello dunque perla riqualificazione della zonaintorno a viale Umbria e Ter-tulliano, che tra le altre coseha visto la recentissima ristrut-turazione e rifunzionalizzazio-ne della cascina Graffignanadi via Tertulliano 7 con l’aper-tura di “una design house uni-ca ed innovativa”, con 9 ca-mere e 2 suite, denominata T7,e del ristorante-caffè “L’oppo-sto” a piano terra.Tutti segnali della vitalità dellanostra città da accompagnarecon la riqualificazione deglispazi pubblici.

S.A.

Un City Village a due passi da viale Umbria

Al centro, il render dell’intervento “Milano City Village”

L’edificio ex Telecom

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4 giugno 2018

In giro è pieno di gente or-ribile. Fa parte del fattore“variabilità intraspecifica”,

e per fortuna esistono anche glialtri, quelli degni. Ma; appun-to: ma. “Son scellerato perchéson uomo, e sento il fango ori-ginario in me” sono le paroleche il librettista Arrigo Boitomette sulle labbra di Iagonell’Otello di Giuseppe Verdi.Perché l’uomo è sì capace dibontà, ma non è buono, il peg-gio è dentro lui, sempre prontoa emergere per renderlo lacreatura devastante che la Sto-ria ci dimostra che è stato. Nonbisogna metterlo nelle condi-zioni di tradurre in pratica ilpeggio del suo brunito se stes-so.Quando lo fa a livello indivi-duale, la brunitura origina ilcrimine, che è esecrabile, masocialmente contenibile. Si sfo-cia invece nell’assoluto dellacatastrofe quando sono gli statia cedere al “lato oscuro”, de-cidendo la sorte di numerienormi di esseri umani, di ciòche questi hanno nel tempoedificato e dell’ambiente in cuihanno vissuto. Le guerre sono nella naturadell’uomo, e da uomini vengo-no decise, pochi, e qui sta ilpunto. Basta un solo manigol-do per scatenarne a iosa, que-sto dicono i libri di Storia diieri e questo potrebbe essereargomento dei libri di Storia didomani.Guerra significa togliere uo-mini alla vita usuale, nella pro-spettiva non remota di toglierli

del tutto alla vita.Si lasciano affetti,attività, dinamicheinteriori, e si di-venta carne da ma-cello pronta tutta-via a macellare,dando il peggio

nelle mani di “altri” che hannoil potere di deter-minare ciò: oscuroil fine, raccapric-cianti i mezzi. Ar-rivando a tuttol’Ottocento i fantimarciavano in ran-ghi serrati sotto ilfuoco di cannoni efucileria, nell’orro-re dell’irrazionalità.Nella I GuerraMondiale la cosanon poteva funzio-nare, c’erano le mi-tragliatrici, ma chiaveva nelle manimilioni di vite de-cideva che controle loro raffiche ve-nissero lanciati apasso di corsa uo-mini e uomini finoall’impatto con ireticolati che quellacorsa arrestavano,con il di più chenei primi tempi lacarnezzeria dellastrage imponevache sotto il fuoconemico gli ufficialirimanessero in pie-di, e ce n’è volutaprima che si capis-se che quello era ti-ro a segno allo sta-to puro. La IIGuerra Mondiale èarrivata a dimostra-zione che non se ne aveva ab-bastanza, e se le precedentiavevano avuto come regista ilMale, quest’altra si è data al

Peggio. Non hanno contatosensibilità e cultura e umanitàe il tanto resto, per fare sì chel’uomo rimanesse uomo. Trop-po spesso basta un solo crimi-nale per mettere i popoli nelmirino della sciagura. Hitlernon è piovuto dal cielo, ha vin-to regolari elezioni, e già que-

sto dovrebbe far pensare. I te-deschi l’hanno voluto, uomoforte della provvidenza per ri-scattare un popolo umiliato al

tavolo delle precedenti tratta-tive di pace. È bastato per sca-tenare la catastrofe. L’Italia,poi, ci ha messo del proprio.Mussolini al potere era arrivatocon un quasi comico colpettodi mano, “la marcia su Roma”,cui l’esercito regio avrebbe po-tuto mettere fine senza sparare

un colpo, a suon di calci nelsedere.Ma il re era Vittorio EmanueleIII, irresoluto e intriso di allar-

me verso le istanze popolariormai pressanti, così l’altruidelirio di ridicola onnipotenzal’ha fatto diventare imperatoredi un impero di cartapesta che,finché è durato, non ha fattoche bere sangue. Fino alla tra-gedia estrema, con l’Italia cheattaccava la Francia già occu-

pata dalle armate nazi-ste, e infiammava lecoste del Mediterra-neo. Milioni di uominitolti al quotidiano e di-spersi su ogni possibi-le fronte, quello russopreso di petto con legelide divise di pan-naccio autarchico e gliscarponi con il cartonefra tomaia e suola. Uo-mini che erano statiuomini diventati guer-rieri ora spietati e orapietosi, circondati daldisprezzo del teutoni-co alleato fino all’8settembre, quandoquesti si è trasformatoin irriducibile nemicoe ne ha fatto strage.Un bagno di sanguecontinuo, mentre inpatria i civili pativanociò che la guerra fa pa-tire, dalla miseria allafame ai bombarda-menti alle rappresagliealle violenze, con l’ir-rompere nel CentroItalia delle orde ma-rocchine, regalo dellaFrancia che se l’era le-gata al dito lasciandolelibere di imperversare,donne e uomini vio-lentati a migliaia.Hitler e Mussolini l’han-no pagata, il primo sui-

cidatosi in un alone di sinistrowagnerismo e l’altro, catturatomentre fuggiva, appeso cada-vere alla tettoia di un distribu-

tore di benzina, con la viltà in-giustificabile di appendergliaccanto la giovane amante pri-vata delle mutande, una pieto-sissima mano e una pietosaspilla da balia a limitare alme-no il ludibrio.Che dire. Pochi uomini scelle-rati hanno causato la morte dicinquanta milioni di altri uo-mini, insinuando la velenosacertezza che la Storia è semprepronta a tornare indietro e can-cellare ogni progresso umano.E oggi, appunto, basta guar-darsi intorno per capire che c’èpieno di gente orribile che go-verna popoli, e in un panoramagià reso malsano dalla crudeltàterroristica può da un giornoall’altro scatenare un nuovo in-cubo. È gentaglia che la comu-nità internazionale non sa iso-lare, anzi con la quale intrat-tiene equivoche relazioni, enon è bello pensare che il fu-turo capetto criminale prontoa riempire i libri di Storia pos-sa già essere fra noi, per trarreil peggio da ognuno, novelloIago cui il fango primordialeha impastato senza rimediol’anima. Insomma, vista la Sto-ria che è stato ed è ancora ca-pace di scrivere, davvero bruttabestia da cui guardarsi, l’uo-mo.

Giovanni Chiara

57. IL FANGO ORIGINARIO DENTRO L’ANIMA

storie di storia

ATHOS

Il prossimo numero di

esce il

5 settembre 2018

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La mitologia greca ha sempre in-fluenzato profondamente leprincipali discipline umanisti-

che e artistiche studiate e praticatenell’arco dei secoli fino a oggi. Pos-siamo fare l’esempio della filosofiadi Nietzsche, con la sua contrapposi-zione tra l’apollineo e il dionisiaco,della “Danae” dipinta magistralmenteda Tiziano, raffigurante una delle tanteimprese amorose di Zeus, e ancora diuno dei più celebri sonetti di Ugo Fo-scolo, “A Zacinto”, che descrive lasua isola natale citando niente menoche la dea Afrodite e l’eroe Ulisse.Sarà proprio la mitologia il fulcro de“Il Mito e l’Opera - La mitologia gre-ca messa in musica fra teatro, poesiae letteratura”, il nuovo libro di Gio-

vanni Chiara edito da QUATTRO.Anche se, come scrive GiovanniChiara stesso in questo volume, «Gliantichi Greci non avevano avuto ri-velazioni profetiche. La loro religioneera nata dai culti legati alle forze dellanatura e alle scadenze stagionali cheinfluenzavano agricoltura e pastorizia.Le divinità che si riunivano sull’Olim-po o percorrevano mari e terre nonpotevano essere altro che frutto di unrispecchiarsi acritico delle passioniche caratterizzavano gli uomini, e inloro non esisteva nulla che fosse spi-ritualmente elevato. […] È partendo da questi presupposti chesi possono capire meglio le caratteri-stiche di divinità nate per apparire deltutto simili agli uomini anziché essere

superiori e fonte di esempio.»Un fatto rimane incontestabile: sin daisuoi albori, l’antica religione ellenicaha suscitato un grande e intenso coin-volgimento intellettuale e in questolibro viene raccontata attraverso tuttii miti, le leggende e gli aneddoti chehanno ispirato i protagonisti dell’af-fascinante universo del Teatro del-l’Opera.Facendo riferimento alle parole deigrandi personaggi della letteraturagreca e non, l’autore ripercorre le vi-cende divine, eroiche e umane più ce-lebri della mitologia peloponnesiacain modo scorrevole, ironico e diver-tente, senza però tralasciare quellaprecisione didascalica che caratterizzala sua scrittura, e illustra le composi-

zioni dei grandi operisti che hannodeciso di narrarle - citandole fedel-mente o rielaborandole – al pubblicodelle rispettive epoche. Il risultato è un libro ideale per i cul-tori della musica classica e per chi siinteressa profondamente di mitologiaellenica, ma è, soprattutto, un testo ingrado di appassionare chiunque vogliaimmergersi nel mondo immaginifico,così lontano e, al contempo, così vi-cino, dell’Antica Grecia.

Valentina Geminiani

Giovanni ChiaraIl Mito e l’OperaEd QUATTROPag. 496 - € 22,00

Un viaggio dall’Antica Grecia ai teatri del mondo: “Il Mito e l’Opera” di Giovanni Chiara

Èstata inaugurata sabato 9 giu-gno, presso il Giardino delleCulture di via Morosini, la pri-

ma Free library per i bambini, nuovospazio di socialità e cultura, luogo didivertimento ma anche di didattica,aperto, fruibile e gratuito per tutti.L’idea e la sua realizzazione hannotanti protagonisti: Cinzia D’Alessan-dro, fondatrice della Locomotiva diMomo; Cristina Zeppini, esperta diletteratura per l’infanzia; l’Associa-zione Giardino della Culture che ospi-ta gli arredi in legno e le iniziative pro-grammate; il Municipio 4 che sostieneeconomicamente il calendario mono-settimanale di appuntamenti dedicatiai bambini e ai genitori che diventeràun appuntamento fisso della Free li-brary;. la casa Editrice Babalibri, trale più prestigiose e importanti nelcampo dell’editoria dell’infanzia, che si è im-pegnata a donare una prima fornitura di libri;alcuni sponsor che hanno supportato l’iniziativa. Come funziona dunque? Il regolamento preve-de che i libri possano essere letti sul posto, maanche portati a casa in prestito, a patto che nevenga lasciato un altro in dono. Presente anche

il book crossing, dedicato alla letteratura perl’infanzia. Inoltre un pomeriggio a settimanaalle ore 16, fino a metà luglio, letture animatecon Cristina Zeppini e la Locomotiva di Momo.Bellissima iniziativa che si pensa già di allar-gare ad altre zone: ma la nostra zona è arrivataper prima!

Nasce la prima Free library per bambini

Giovedì 31 maggio, lasecondaria di primogrado "Tito Livio" ha

presentato al teatro Oscar divia Lattanzio il musical "Pi-nocchi, ovvero come cresceresenza farsi troppo male". Il la-boratorio teatrale rientrava inun progetto selezionato dallaCommissione Europea e pre-vedeva la partecipazione traattori, ballerini del laboratoriodi danza, attivo da tempo nel-l'Istituto e pluripremiato, ecantanti, di circa 40 allievi ditutte le classi e le sezioni. Prendendo spunto dalla tra-sformazione di Pinocchio, lospettacolo ha affrontato in mo-do a tratti ironico, a tratti mol-to più serio, il difficile passag-gio dall'infanzia all'adolescen-za, momento delicato che i ra-gazzi hanno descritto con leloro emozioni, le loro paure,le loro aspettative, le loro rab-

bie, i primi sentimenti d'amo-re. Il pubblico ha reagito conapplausi e moltissime lodi aiprotagonisti, diversi genitorihanno ringraziato, perchè at-traverso le parole dei figli sisono avvicinati di più al loromondo, che tuttipensiamo di ca-pire e ricordare,ma che in realtàè sempre unasorpresa. Comeregista e respon-sabile del pro-getto voglio rin-graziare la nostraDirigente, la dot-toressa MilenaSozzi che haavuto il coraggio, o l'inco-scienza, di permetterci di por-tare in teatro lo spettacolo, ilMunicipio 4 e l'Associazionedei Genitori "InGROSSIamo-ci", che ci danno sempre un

grosso aiuto, i docenti Nicosia,D'Aniello, Di Febo e, in par-ticolare, Di Caterina che inmodo diverso mi hanno af-fiancato, la mia splendida tu-tor e addetta alle luci e allemusiche, la maestra Jovine,

tutto il pubblicoche ha reso felici iragazzi della loroperformance e, ap-punto, grazie so-prattutto agli allievidei laboratori diteatro e di danza(un meravigliosogruppo multietni-co) che sono staticapaci di creare sulpalco quella magia

che difficilmente tutti, noi eloro, dimenticheremo.

Roberta Pecchidocente di Materie Letterarie

IC Tommaso Grossi

La Secondaria Tito Livio presenta "Pinocchi" al Teatro Oscar

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Èben visibile da corso Lo-di, ma sono in pochi asapere di che si tratta: al

civico 24 di via Sannio, PianoB è un’agenzia di comunicazio-ne ed eventi attiva da quasitrent’anni in zona, con decinedi clienti di spicco in portafo-glio e una sensibilità particolareper Milano. Da qualche giorno,questo laboratorio creativo haaperto le sue porte al primo vin-citore di uno speciale percorsodi inclusione messo a puntodalla no profit milanese Riscat-ti, di concerto con il Comune.La struttura promuove da tem-po l’integrazione sociale attra-verso la fotografia, studiandoopportunità di ri-scatto per chisoffre, è vittima di particolarifragilità o vive in condizioni diemarginazione. Tra le impresecoinvolte nei risvolti professio-nalizzanti del programma, Pia-no B è l’apripista: beneficiariodi un’esperienza di tirociniopresso questa realtà è infatti ilmigliore allievo del primo deitre corsi di fotogiornalismo pro-mossi annualmente da Riscatti.Anche quest’anno, infatti, l’as-

sociazione organizza lezionisull’ottava arte destinati a per-sone senza fissa dimora o in al-tre situazioni di difficoltà, suinvio dei servizi comunali comela Casa dell’Accoglienza di via-le Ortles o del privato sociale.Oltre alla partecipazione al pro-getto Città Intorno finanziatoda Fondazione Cariplo, con unamostra alle Gallerie d’Italia en-tro la fine dell’anno, per i piùbravi la possibilità è quella diavvicinarsi al mondo del lavorocon un periodo di affiancamen-to professionale all’interno del-le aziende individuate: la retri-buzione delle borse mensili ètotalmente a carico del Comu-ne, con il Centro di Mediazioneal Lavoro (CeLAV) che mettea disposizione la propria espe-rienza in ogni passo del proces-

so. Ecco che il primo selezio-nato sta già avendo modo di in-terfacciarsi al marchio di fab-brica di Piano B, un approcciooriginale alla comunicazione eai suoi dintorni che ne ha fattoun ibrido tra agenzia tradizio-nale, casa di produzione, edito-re e centro media. Un hub po-liedrico e multidisciplinare incui a spiccare è l’ossessione perl’inedito, sempre a caccia dinuovi codici con cui leggere unmondo in continua evoluzione.La storia di un’impresa che og-gi può vantare un’anima dastart up ha inizio nel 1989, pri-ma in via Anfossi e poi in viaResnati. Racconta Stefano Lo-sco, socio fondatore con MarioViscardi e amministratore de-legato della società: «Io e Ma-rio siamo amici da sempre, di-ciamo che dopo il liceo siamodavvero partiti dal basso e cisiamo inventati qualcosa chenon esisteva nel mercato dellapubblicità». In effetti, Piano Bsi è da subito distinto per la suavena spettacolare, superando iconfini dei media d’antan perintegrare mezzi, forme e mo-

delli di business in nome dellamassima contaminazione pos-sibile. Precursori degli eventiin piazza, dello street marke-ting, delle iniziative itinerantiin giro per l’Italia, alla squadradi creativi il potenziale dei fe-stival e degli appuntamenti direspiro divulgativo non potevache apparire come un’ulteriorefonte d’ispirazione. Non solo,dunque, il lavoro con marchi eaziende: «Ci piace cambiare dicontinuo, quello che ci appas-siona dei festival è la loro di-mensione aggregante», aggiun-ge Stefano. Tra le decine di ma-nifestazioni ideate per la cittàcitiamo il Wired Next Festival,sul tema dell’innovazionescientifico-tecnologica, o la piùgiorni sull’amore, una prima as-soluta che lo scorso febbraio ha

registrato l’apprezzamento con-diviso del pubblico. A Piano Bsi devono inoltre MI030, unformat che sul Web ha aperto ildibattito sulla metropoli cheverrà, così come alcune tra lepiù maestose decorazioni nata-lizie che nel periodo festivoconquistano i milanesi. All’at-tivo anche una serie di propostenella nostra zona, tra cui le pri-me edizioni del Festival dellaCreatività al Franco Parenti el’arrivo della Design Week invia Tertulliano nel 2012. «Treanni fa abbiamo inaugurato Pia-no B Square, un loft multifun-zione che si affaccia su corsoLodi (è qui che viene ospitatoil cast di X Factor nei mesi del-la messa in onda, ndr) e quandopossibile cerchiamo di coniu-gare le nostre committenze conun certo impegno sociale» spe-cifica ancora il responsabile,per poi citare la collaborazionepluriennale con Emergency e ilSan Vittore Sing Sing, che peranni ha portato la musica liveall’interno del carcere milanese.E ora si procede con questo ti-rocinio ad alto valore simboli-

co: «La sfida è che la personaa noi affidata diventi una risorsaper tutti: vorremmo potesse rac-contare alcuni dei nostri eventidal suo personale punto di vistae, un po’ come Robert De Nironel film Lo stagista inaspettato,arricchire in una logica di scam-bio tutto il gruppo di lavoro»,conclude Stefano. Certamentead aiutare sarà la familiarità diun ambiente in cui non si av-verte quel cinismo che spessoinquina contesti del genere:d’altronde, come si legge nelmanifesto aziendale, l’obiettivoè di “andare oltre il Piano A”,fuori dagli schemi e lontano daisentieri già battuti. Nel busi-ness, come nella vita, non eraimportante avere proprio unpiano B?

Emiliano Rossi

Quando il Piano B è un’opportunità

L’agenzia creativa di via Sannio tra i primi coinvolti nel progetto sociale di Riscatti

uest’anno il treno dei bambini è partitodalla Monte Velino. La scuola primariadell’IC Grossi è infatti tra le selezionateper l’iniziativa promossa dal Cortile dei

Gentili del Pontificio Consiglio della Culturain collaborazione con Ferrovie dello Stato, cul-minata lo scorso 9 giugno in un incontro desti-nato a rimanere a lungo impresso nelle memoriedi centinaia di bambini. Per l’occasione, infatti,Papa Francesco ha trascorso qualche ora incompagnia deigiovani amba-sciatori in arrivoda Milano e daun paio di istitutidella provincialaziale con unFrecciarossa spe-ciale che li ha ec-cezionalmentecondotti a pochipassi da San Pie-tro. Insieme agliottanta allievi delplesso del quar-tiere Molise-Cal-vairate (tre classiterze e una quar-ta), ad animare lafortunata delega-zione milaneseanche i compa-gni provenientida altri distrettiscolastici. Tema di questasesta edizionedell’udienza conil Pontefice, in-fatti, sono stateproprio le perife-rie, viste attraver-so chi le vive ogni giorno, con l’ambizione diraccogliere spunti e riflessioni che possano fi-nalmente trasformare in realtà il sogno di centriurbani su misura dei più piccoli. È qui che sonoentrati in gioco gli alunni della Monte Velinocon l’obiettivo non solo di raccontare a PapaFrancesco i luoghi in cui stanno crescendo, maanche di presentare idee e proposte di riquali-ficazione. A rompere il ghiaccio svelando tutti i dettaglidi quella che stanno vivendo come una favola,alcuni dei bimbi che hanno partecipato al-l’udienza papale, curatori assieme alle loro in-segnanti di una mostra dedicata all’internodell’edificio scolastico. Sono proprio loro a es-sersi fatti ciceroni per la redazione di QUAT-TRO, in visita “ufficiale”: preparati e sicurinell’esposizione, per ciascuno di queste guidein pectore la missione è stata quella di spiegaremeglio le tante articolazioni di un lavoro av-viato fin dallo scorso marzo. Scorgerli entusiastie fieri del percorso intrapreso è stata una verasorpresa.Si scopre così che per le quattro classi gli ultimimesi sono stati ricchi di attività e appuntamentifinalizzati a una migliore conoscenza del ter-ritorio, con la bozza di una prima proposta dicambiamento che proprio i bambini sono statiincoraggiati a immaginare. Tra visite, intervistee segreti dal passato, si è trattato di un vero eproprio tuffo nel vicinato: com’è cambiato?Come si sta trasformando? Che cosa c’è di bel-lo e di brutto nelle strade attorno alla scuola?

La biblioteca Calvairate, gli orti del parco Ales-sandrini, l’Associazione Luisa Berardi, l’ora-torio di Sant’Eugenio: suddivisi in gruppi diarchitetti, pubblicitari, cittadini e politici inerba, per i bambini è stato tutto un gran daffare.Nonni del circondario da ascoltare, foto in bian-co e nero che fanno sorridere, un invito ai rap-presentanti del Municipio: ricostruire la storialocale è stata un’operazione impegnativa. È difronte ai cartelloni ispirati ai social network

che l’orgoglioper i tanti sforzicompiuti si fa piùtangibile: unmontaggio diistantanee in stileInstagram cele-bra gli angoli piùcaratteristici dellazona, mentre sot-to alle icone diun pollice su e diun pollice verso,ecco disegnati al-cuni dei suoipunti di forza edei suoi proble-mi. «Molto amatigli spazi verdi, learee gioco, iltram 16 che per-mette di esplora-re un’altra Mila-no, - specificanoalcune delle inse-gnanti coinvolte- mentre a colpirein negativo è sta-ta la percezionedi insicurezza, ildegrado, la spor-cizia, l’incuria».

Per l’area confinante con il parco Alessandrinii bambini hanno ipotizzato una serie di inter-venti: in cima alla lista dei desideri spiccanogli spazi per il gioco, lo sport e il tempo libero.Tutto questo ha trovato la sua collocazione inun plastico arrivato nelle mani del Papa: chiarodunque perché l’euforia per questo manufattosia davvero alle stelle. Dal candido stupore suggerito dalle loro espres-sioni c’è da scommettere che per gli scolari del-la Monte Velino uno dei momenti più curiosisia stato scoprire che la fondazione della scuolarisale al 1932: eppure, la confidenza con cuicontestualizzano le tante immagini dell’epoca,snocciolando dati e aneddoti, conferma la ric-chezza di quanto appreso. Per un istituto che ha fatto del multiculturalismola propria sfida vincente, un progetto guidatodai valori universali in nome dell’amicizia tracredenti di ogni religione e atei non poteva chetrovare destinatari migliori. Il tempo vola: tuttiin fila soddisfatti per la stretta di mano con ladirettrice del giornale, in carne ed ossa. Prima,un’ultima divertente confessione: «Questa –esclamano quasi in coro indicando una foto diclasse della fine degli anni Sessanta – è la nostramaestra, quando aveva la nostra età, proprioqui, in una delle nostre aule!» Da aggiungerenell’album lo scatto con Francesco, accantoalla maestra ormai cresciuta e ai bambini di og-gi, con quello sguardo un po’ furbetto che è lostesso da sempre: e la storia continua…

E.R.

Destinazione VaticanoQuattro classi della Monte Velino dal Papa:

al centro dell’incontro il tema “città e periferie”

Q

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giugno 2018 7

Se provassimo ad imma-ginare una contamina-zione tra il mondo dei

mercati agroalimentari e la Ta-pe Art, ovvero l’arte di creareopere con il nastro adesivo, fa-remmo molta fatica a portareavanti il nostro ragionamento.In apparenza non vi sono pun-ti in comune e i due mondi ap-paiono sideralmente distantima grazie a tre soggetti è natoinvece un progetto originale econ enormi margini di svilup-po in futuro. Gli attori sono la

società Sogemi Spa, l’artistaNo Curves e l’esperta di stra-tegia, marketing e comunica-zione Sara Baroni.Sogemi gestisce i mercatiagroalimentari all’ingrosso aMilano e ha a disposizionegrandi spazi nell’area del mer-cato ortofrutticolo, attualmentenon occupati.No Curves è un giovane espo-nente di punta della Tape Arta livello mondiale, unico ita-liano, che solamente con delnastro adesivo realizza incre-dibili opere d’arte in un giocodi linee spezzate e angoli, sen-za alcuna curva dal percorsodolce, “dando vita ad un im-maginario futuristico pop, ametà strada tra la street art el’installazione artistica, cheprende ispirazione dall’univer-so storico dell’arte geometricae dal mondo vettoriale dei vi-deogiochi”.Sara Baroni è un ingegneremeccanico creativo di Bresciache da sempre ha la strategiacomunicativa nel sangue, or-ganizza progetti per privati,aziende ed enti di ogni tipo. Alei si deve la scintilla iniziale,l’idea di utilizzare degli spazidisponibili all’interno dei mer-cati portandoci un artista a la-vorare sul concetto del “saperfare”, valorizzando quindi una

Milano nascosta, sconosciutaai più, che, operando di nottesenza sosta, ha permesso la re-cente esplosione del settore fo-od meneghino, con la garanzia“di freschezza, qualità e sicu-rezza” in tutto il nostro terri-torio.«Conoscevo e apprezzavol’artista No Curves che mi èsubito sembrato adatto a por-tare avanti il progetto Merca-bot (unione dei termini mer-cato e robot) da me ideato,raccontando quindi attraverso

l’arte l’incontro/scontro tra unpassato fatto di mestieri duri,di manualità e sudore e un fu-turo fatto di robotica, di auto-mazione, di alienante ripetiti-vità meccanica. Ho proposto di sviluppare ilprogetto Mercabot a Sogemiche ha mostrato interesse edentusiasmo fin da subito, si-glando un protocollo d’intesaper un comodato di un annodegli spazi, intuendo le poten-zialità di riqualificazione deldistretto agroalimentare e delquartiere più in generale oltrealla valorizzazione del lavorodelle persone al loro interno».L’atelier di No Curves saràoperativo dall’estate e ci saràun’inaugurazione della mostra

da lui realizzata a fine settem-bre con otto opere e alcuni vi-deo con al centro il tema deimestieri e del loro rapportocon la robotica.Sono inoltre previsti eventivari all’interno degli spazi So-gemi, il coinvolgimento di al-tri artisti, con la speranza cheun giorno il tutto diventi an-che un distretto artistico oltreche agroalimentare in un cre-scendo di funzioni ed espe-rienze che oggi pare essere diestrema attualità in ogni me-

tropoli del mondo. Anche ilprogetto stesso vuole esseredi ampio respiro e con ampimargini futuri.Continua Sara: «Mercabotvorrebbe diventare un vero eproprio format, conosciuto ericonoscibile in varie città delmondo. Oggi è a Milano, madomani potrebbe sbarcare aLondra e dopodomani a Bar-cellona con la stessa logica ela stessa filosofia di fondo». Leggere e raccontare il passa-to, nel presente, con un ap-proccio pop e futurista. La sfi-da è quantomeno affascinantee merita di essere esplorata fi-no in fondo.

Alberto Raimondi

In via Lombroso mercato e robot diventa MERCABOT

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

All’apparenza sembra un piccolissimocolibrì che si libra in cielo con battitivelocissimi d’ali. Fotografarlo è prati-

camente impossibile senza qualche trucco. Einvece, sorpresa sorpresa, la sfinge colibrì omacroglossa (Macroglossum stellatarum) è unlepidottero appartenente alla famiglia delleSphingidae. Ovvero una grossa falena. È tozzae robusta ed ha ali anteriori bruno grigiastrecon linee nere, mentre quelle posteriori sonorosso-arancione. Inoltre la si può osservare involo "immobile" su numerose specie di fioriintenta a cercare liquidi zuccherini tramite lalunga spirotromba. Viene chiamata anche sfinge del galio perchéil bruco da cui ha origine si sviluppa su alcunespecie di Galium, una pianta ben specifica, mamolto comune alle nostre latitudini. Diversa-mente da altre falene ha abitudini diurne, o almassimo crepuscolari. Si posa solo per riposarela notte, ben nascosta dalla vegetazione, co-

prendo con le ali anteriori le posteriori e la-sciando scoperto l'addome.Questo insetto è presente lungo un'ampia fasciaboreale del Vecchio mondo, dal Portogallo alGiappone, ma è stanziale solo nelle aree delbacino del Mediterraneo e delle regioni orien-tali. Il suo ambiente di riferimento va da giar-dini, parchi, prati e cespugli, anche cittadini, amacchie seriali ai margini dei boschi, dove cre-scono le piante su cui si alimentano (caprifogli,valeriana rossa e molte altre). Non è difficileosservarle in estate anche sui fiori dei davanzalidi casa… sempre che si senta bene accetta!

L’insetto colibrì. Progetto genetico o elemento naturale?

Lavori tranviari in Cinque GiornateSeconda tranche dei lavori per rinnovare i binarie la pavimentazione di piazza Cinque Giornate ecorso di Porta Vittoria. Una prima parte era statasvolta la scorsa estate. Sulla pagina del sitowww.atm.it ci sono tutti i dettagli delle modificheapportate ai percorsi e l’utilizzo dei bus sostitutiviper la linea 9 (bus sostitutivi fino al 10 luglio); lalinea tranviaria 12 (Percorsi modificati fino al 10luglio e dall’11 luglio al 2 settembre con capolineain centro); la linea 19 con deviazioni fino al 2 set-tembre; la linea 27 con modifiche di percorso finoal 10 luglio e bus sostitutivi fino a Porta Vittoriae Rogoredo M3, percorrendo via Mecenate e vialeUngheria dal’11 luglio al 2 settembre.

Linea 45: modifiche di percorso Da lunedì 11 giugno l'autobus ATM 45 torna in

via Facchinetti, riaperta al traffico dopo l'arretra-mento del cantiere M4. Come richiesto dai cit-tadini percorrerà viale Forlanini e viale Corsicafacendo due fermate di interscambio con la 73 euna con il 27, migliorando così il servizio per icittadini del quartiere Forlanini. Questo il nuovo percorso:Direzione Lambrate FS M2: da San Donato M3e Ponte Lambro, seguono il percorso regolarefino a via Pecorini, proseguono poi in via Cossa,via Facchinetti, via Repetti, viale Corsica, ripren-dono regolarmente.Nuove fermate:Direzione Lambrate: via Cossa prima di via Maz-zucotelli; via Facchinetti dopo via Bellosio; viaFacchinetti (interscambio futura M4); viale Cor-sica 91, prima di via Mezzofanti (interscambiocon linee 27 e 73 per il centro); via Mezzofanti24, dopo via Devoto.Fermate cancellate:Direzione Lambrate: via Dalmazia dopo via Cos-sa; via Decorati al Valor Civile 14; via Decoratial Valor Civile prima di via Repetti; via Mezzo-fanti 8.

No Curves nel nuovo atelier – Foto di Federico Laddaga, 2018

Numeri e prospettive per l’Ortomercato

Le prospettive per l'Ortomercato di Milano dipendono anchedalle opportunità di sviluppo (import/export, canali di di-stribuzione, logistica) oltre che dalla realizzazione dellanuova struttura mercatale. A questo proposito un interessanteworkshop si è tenuto lo scorso 29 maggio, con la presenta-zione di due ricerche su “Ortofrutta fresca: dimensione etrend emergenti” e un focus su “Ortofrutta in Lombardia.Prospettive per l'Ortomercato di Milano”.Due lavori molto utili che permettono di capire e operareper rilanciare il ruolo del più grande mercato agroalimentareitaliano. Nel numero di settembre vi presenteremo alcuni in-teressanti dati emersi.

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8 giugno 2018

Tra la frenesia della routine che si viveogni giorno e il turbinio di avvenimentiche accadono a ripetizione e che sem-

brano non lasciare nemmeno un minuto perponderare e metabolizzare quanto succede nelmondo, avere del tempo per riflettere, ascoltaree confrontarsi con altri individui, coltivandoquel rapporto umano che proprio nell’era “so-cial” sembra stia scomparendo, è sicuramenteuna ricchezza da non trascurare.«È proprio questo che propone l’AssociazioneCharles Péguy – ci raccontano Federico Man-cosu e Anna Necchi -, che prende il nomedall’omonimo poeta, scrittore e saggista fran-cese vissuto tra la fine dell’Ottocento e l’iniziodel Novecento: questo umanista dal marcatoorientamento socialista si convertì al cristiane-simo nel 1907, assumendo da allora una posi-

zione molto radicale nei confronti della società,del mondo e della stessa religione nella qualecredeva con così tanta passione».Ispirandosi alla posizione del letterato, l’Asso-ciazione Charles Péguy - fondata circa ven-t’anni fa da un gruppo di amici che condividevala stessa fede e gli stessi principi – abbracciaquesto pensiero, ma in modo più libero, rifa-cendosi a una frase tratta da un’opera di questoscrittore: "...E dipende da noi che l'infinito nonmanchi del finito, che il perfetto non manchidell'imperfetto...".Lo scopo primario dell’Associazione è quellodi organizzare incontri per affrontare alcune te-matiche della contemporaneità, in modo da for-nire un momento di confronto e un giudizio dalpunto di vista cristiano sugli avvenimenti chesi verificano quotidianamente. Quest’obiettivo

è perseguito tramite dibattiti il cui fine è cono-scere anche ciò che apparentemente non è insintonia con il “vivere cristiano”, ma che, unavolta compreso appieno, riesce a donare ciòche di bello risiede in esso.I temi trattati sono di carattere scientifico, eco-nomico, sociologico e molto altro e sono decisidurante le riunioni del comitato organizzativo,ma chi partecipa ai vari appuntamenti – per lamaggior parte a ingresso libero (possono par-tecipare soci e non, cristiani e non credenti) -è libero di proporre idee e spunti, tenendo contodel fil rouge che lega le tematiche proposte.Per gli incontri, l’Associazione si avvale sempredi persone qualificate, invitando professori uni-versitari, esperti nei vari rami di competenza eprofessionisti nei settori di appartenenza. L’Associazione propone anche delle iniziative

artistiche, con uscite a tema, e proiezioni cine-matografiche (riservate agli associati), che han-no luogo presso la Parrocchia San VincenzoDe’ Paoli di via Pisacane.Queste e tante altre sono le iniziative dell’As-sociazione Charles Péguy, che mirano a pro-porre valide esperienze a chiunque abbia vogliadi conoscere a fondo e di osservare da un puntodi vista cristiano ciò che accade nel mondo, mache al contempo voglia confrontarsi con visionidella realtà diverse dalla propria. Dare la pos-sibilità di ragionare sulla contemporaneità vuoldire piantare il seme della riflessione in ognimente, che magari rimarrà qualcosa di minutoe discreto, ma potrà almeno mettere radici nellospirito e nell’intelletto.

Valentina Geminani

Il “finito nell’infinito” e “l’imperfetto nel perfetto” dell’Associazione Charles Péguy

Giada Chioso, istruttrice di judo presso la scuola pri-maria di zona "Morosini" col Cief Milano, ha conqui-stato due importanti medaglie di bronzo ai Campionati

Europei di grappling no-gi e grappling-gi con la NazionaleItaliana FIGMMA in Russia (Kaspiisk) il 27 e 28 aprile scorso.Inoltre sabato 19 maggio si è laureata campionessa italianadi judo UISP a Reggio Emilia, sotto la direzione tecnica diRenato Venturini con Judo Club Yama Arashi Milano.

L'atleta azzurra ci tiene a ringraziare in particolare il fitnessclub Accadueò dove ha la possibilità di fare pesi, oltre ovvia-mente all'asd Isao Okano Club 97 - Cinisello Balsamo, dovesi allena regolarmente a judo sotto la direzione di Diego Bram-billa, ex olimpionico, Sinergy Lodi per cui è tesserata inFIGMMA e non per ultimo l'allenatore Renato Venturini (asdJudo Club Yama Arashi) con il quale ha iniziato a fare judo.

Grappling e judo, due medaglie per Giada

Ascoltare i pareri diesperti, riflettere e con-frontarsi sulle esperien-

ze di famiglie ed educatori, so-no valide opportunità che con-tribuiscono ad affrontare ecomprendere meglio i cam-biamenti legati alla crescitadei ragazzi nell'adolescen-za. I molteplici aspetti rela-tivi alla genitorialità e alcompito educativo sono ilfulcro e l'ispirazione dellaserie di eventi organizzatidal Comitato Genitori Ein-stein, con la collaborazionedi Einstein Alumni."Ti vedo ma non ti vedo" è ilfilo conduttore scelto per gli in-contri 2017-18, ispirato alle pa-role del film Avatar, per espri-mere un concetto che rimandaa vedere e riconoscere i giovaninella loro specificità come es-seri umani, oltre al puro affettoche si prova per loro. Relatoredella terza conferenza “L'incon-tro come fondamento della re-lazione”, svoltasi sabato 12

maggio, il professor Wael Fa-rouq, docente presso l'Univer-sità Cattolica del Sacro Cuoredi Milano. L'Assessore ai Ser-vizi educativi del Municipio 4,Laura Schiaffino, ha introdotto

il professore ponendo l'accentosull'importanza degli argomentiaffrontati, per un approccio diattenzione civica e sociale. Wael Farouq ha sottolineato co-me il rapporto con i figli possafunzionare se vi è un dialogosenza stereotipi; l'adulto riescea incontrare l'adolescente quan-do è capace di vivere una man-canza, quando ci sono due cuo-ri che "sentono". Le regole de-vono essere rigenerate nell'in-

contro, anche fra genitori, conla libertà di pensiero, per in-staurare una relazione di qualitàviva, con un significato profon-do. Il primo incontro del ciclo,"Empatia e conflitto" ha avuto

luogo a marzo, con la pro-fessoressa Silvia VegettiFinzi. Nella conferenza èstato evidenziato come ilconflitto sia da considerareun appuntamento di cresci-ta, da rispettare e da coglie-re nella sua valenza evolu-tiva. Da tener presente inol-tre l'importanza di dare ai

ragazzi la possibilità di sbaglia-re, perché non si cresce senzaaffrontare alcuni errori e fru-strazioni."Lo sguardo dell'adolescente,lo sguardo dell'altro" è stato iltema della conferenza di aprile,tenuta dal professor ErnestoCurioni. I ragazzi adolescentioggi fanno più che mai espe-rienza di essere a volte sovrae-sposti, altre completamente in-visibili. Ogni sguardo è un ge-

sto, non del tutto intenzionale.Nello scambio di sguardi si ri-conosce l'altro da sé nella mi-sura in cui non si carica la re-lazione di ansia e si frena lafretta di capire subito che cosastia avvenendo.Altre iniziative organizzate dalComitato Genitori sono stateun corso con l'Aied sul rappor-to genitori-adolescenti e un cor-so di coaching genitoriale.Per il prossimo ciclo 2018-19che avrà inizio a novembre, ilfilo conduttore sarà "I millevolti del cambiamento", intesoin vari ambiti: fisico e psicolo-gico dei ragazzi, delle relazionicon l'esterno (amici, rapporti dicoppia, con la famiglia, con lasocietà).I contributi che questi progettioffrono alle famiglie sono di-mostrazioni di interesse civicoed educativo, per lo sviluppo diun futuro che auspichiamo po-sitivo per i giovani e per tutti.

Antonella Damiani

Al liceo scientifico Einstein il progetto "Aiutarsi ad educare"

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Incuriosite dalla presenzadi una nuova attività ab-biamo visitato in via Bal-

dassare Oltrocchi 5 il Top 8Comics & Games, un negoziodi giochi in scatola, da tavoloe di ruolo dei più svariati ge-neri, miniature da collezione,e fumetti americani e giappo-nesi ordinatamente esposti su-gli scaffali alle pareti. I titolarisono due giovani appassionatidel genere, Andrea, 34 anni,ingegnere del suono, e Robert,32 anni, collaboratore di una

casa di moda, che ci incontrae ci racconta come è nata laloro iniziativa: un incontrofortuito, una comune passione,e l’idea di offrire un assorti-mento che va incontro a ognirichiesta, una grande compe-tenza e un luogo in cui le per-sone si possano incontrare pergiocare a coppie, a grup-pi, o anche da soli. L’interno del negozio èampio e luminoso, l’han-no cercato con cura e ar-redato con tavoli lunghiper poter ospitare anchequaranta o cinquanta gio-catori e il negozio quindisi trasforma in ludoteca. Robert ci spiega che il ra-gazzo, ma anche l‘adulto,cerca nel gioco soprattutto ilconfronto con il proprio av-versario, vuole capire comeagisce e quali strade, tatticheo strategie adotta per vincere.La relazione nasce nel mo-mento in cui i giocatori si os-servano esattamente uno difronte all’altro e mettono aconfronto le proprie capacità.

All’opposto c’è la noia, la ri-petitività e l’isolamento dei vi-deogiochi, e la solitudine dellapropria stanza. E questo valesoprattutto per i ragazzini chemagari al parchetto di zonanon sanno che cosa fare e ven-gono tentati da esperienze danon fare. Tra i numerosi giochi esistentiil più longevo è quello dellecarte collezionabili Magic, poiseguono Monopoli, Risiko,Guerre Stellari, Star Trek, eWarhammer, in edizioni e va-

rianti che nel tempo si sonoarricchite di nuovi temi e nuo-vi personaggi. Dai classici ta-belloni che servono da teatroagli scontri su cui si muovonopedine bandierine o segnalini,si è passati negli anni Ottantaa miniature di soldati, macchi-ne da guerra, personaggi fan-

tasy o fantascientifici cheavanzano all’attacco contro ilnemico su sceneggiaturesplendide, di grande impattoimmaginativo.Le regole base dei giochi sonorelativamente poche, ma sicombinano tra loro i vari fat-tori sul tappeto, le strategie digioco, la competenza e poi la

fortuna che, come si dice, èuna dea bendata. Frequentano dunque il Top 8ragazzini di dieci/undici anni,ragazzi e ragazze, adulti e fa-miglie, e si sentono liberi diritagliarsi del tempo di gioconel pomeriggio (il negozio èaperto dalle 15), senza obbligodi acquisto. Più spesso invecela sera i giocatori si iscrivonoai vari eventi dedicati a giochispecifici. Si organizzano gare o torneidi Magic tutte le sere, Star

Wars il merco-ledì, Warham-mer il giovedì,e inoltre posso-no essere pro-grammati even-ti più impegna-tivi il sabato po-meriggio e ladomenica.È poi a disposi-zione un labora-torio per co-struire e perso-nalizzare colcolore le minia-ture di War-hammer. Quello

che l’appassionato può realiz-zare è un mondo incredibile emolti si avvicinano a questogioco solo per hobby o percollezione. Un ultimo accennoriguarda i fumetti. Americanie giapponesi. Anche in questocaso per gli affezionati che ri-cercano particolari pubblica-

zioni e amano possederele serie complete dei loropersonaggi il Top 8 faservizio di casella e de-posito del fumetto richie-sto. Così possono godersila vacanza e trovarlo alloro ritorno. Nella pagina facebookdel Top 8 i lettori diQUATTRO potranno tro-vare gli orari d’apertura

e tutte le informazioni delleattività in corso, e per meritodi Robert e Andrea si ritrove-ranno in un ambiente facile di-vertente ironico e rilassante,che non esclude nessuno, econtribuisce alla formazionedi una vera Community.

Vanda Aleni

I giochi in scatola che creano community

Da qualche mese è nato,dalla collaborazionetra Chico Mendes Al-

tromercato e Spazio ApertoServizi, uno sportello sociale,un Social Corner appunto, al-l’interno del punto venditaShare in via Bessarione 14. Il Social Corner si presentacome un luogo di incontro eorientamento gestito da ope-ratori specializzati dove sipossono avere informazioniper orientarsi sui servizi esi-stenti sul territorio, sia di of-ferta pubblica sia privata. Pro-pone un’informazione anchesui servizi domiciliari per lacura e il benessere della per-sona: badanti, babysitter, ope-ratori socio-sanitari qualificatiper l’assistenza, educatori. Ila-ria Nutini, operatrice di SpazioAperto Servizi nonché coor-dinatrice del Social Corner, cidescrive il neonato progettocome uno sportello di orien-tamento e ascolto dei bisogniper le persone che frequentanoil negozio ma anche di tutticoloro che abitano nella zonao sono semplicemente biso-gnosi di ri-orientamento ai ser-vizi di condivisione. Spesso i clienti si presentanocon un bisogno personale, chepuò essere più o meno gene-rico, e, con l’aiuto dell’educa-tore, cercano di trovare una ri-sposta e una soluzione. Il Social Corner è attivo all’in-

terno del negozio Share ilmartedì dalle 15.30 alle 17.30e il venerdì dalle 11 alle 13.L’educatrice presente in locospiega che spesso quelle chericeve sono richieste d’ascolto.Il negozio Share è tante voltelo scopo e la meta dell’uscitaper andare a trovare visi co-nosciuti e rassicuranti. Recarsi

lì diventa un momento di ag-gregazione e un modo, permolti, per scambiare duechiacchiere. Laura Alessandro,educatrice e operatrice di Spa-zio Aperto Servizi, descrive ilprogetto come una nuova ebella esperienza dove, oltre al-l’ambiente iper accogliente,ha riscontrato una grande ric-chezza sociale derivante da unlavoro sinergico di associazio-

ni volte al sociale. La zona èrisultata molto reattiva al nuo-vo progetto, infatti si è riscon-trata un’alta partecipazioneche ha coinvolto persone pro-venienti anche da altri quar-tieri della città. La collaborazione tra ChicoMendes Altromercato e Spa-zio Aperto Servizi ha anchepermesso l’approfondimentodi due tematiche di interessesociale: una legata al mondodella scuola e alla problema-tica dei compiti a casa, l’altrarivolta al tema delle fragilitànei giovani adulti e al casemanagement. Gli incontri pro-posti sono nati dall’esperienzache sia Share sia Chico Men-des Altromercato hanno sui te-mi proposti e l’obiettivo eraquello di una riflessione con-divisa tramite la figura di unesperto. Durante l’incontrodello scorso 23 maggio riguar-dante il case management so-no state ad esempio fornite in-formazioni sui servizi a dispo-sizione delle persone con fra-gilità dopo il periodo scolasti-co: grazie agli investimenti diRegione Lombardia sui serviziterritoriali alla persona, questigiovani adulti hanno l’oppor-tunità di costruire un progettotutto personalizzato che li por-terà a soddisfare le proprieaspettative.

Margherita Maroni

Un innovativo luogo di ascolto e risposte: il “Social Corner” in via Bessarione

Il gruppo Teatrale Verri ha messo in scenaquest’anno, sotto l’attenta e fertile regia diFernanda Calati, il lavoro teatrale “EnricoQuarto?” prendendo spunto dalla tematicapirandelliana: le cose non sono quello chesembrano e non si può prevedere il futuro.Quindi: chi siamo davvero? Ci vuole corag-gio per essere sempre se stessi, visto che ab-biamo la costante tendenza a mascherarci,anche senza rendercene conto. Tutti, in fon-do, interpretiamo una parte. Ma chi ingan-niamo? Gli altri o noi stessi?Il tema pirandelliano è rivisitato con fantasiae allegria, affermando la forza del contenutoche denuncia. Il lavoro parte dalla pazzia(vera o finta?) del protagonista, e, in un cre-scendo di scene sempre più divertenti, arriva

alla conclusione che per evitare le mille epiù etichette che gli altri ci “appioppano” èmeglio fingersi pazzi (pazzi o liberi?). Il gruppo di attori ha lavorato con passionee con gioia, facendo proprie, in modo origi-nale e innovativo, le idee del mondo di Pi-randello, ottenendo un notevole successo dipubblico in tutte e tre le rappresentazioni:presso il Teatro Litta (Festival Cactus), doveil gruppo teatrale ha vinto il primo premio(imponendosi su altri otto lavori); al FestivalLAIV (Teatro Elfo Puccini), dove è stato ac-colto da vivissimi applausi, e infine, alla rap-presentazione finale per professori e studentidel Verri.

Maria Teresa De Angelis

Ancora un premio per il Gruppo teatrale Verri

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10 giugno 2018

Fino al 29 luglio presso il Museo del Fu-metto WOW di viale Campania 12, sitiene la grande mostra de "IL VITTO-

RIOSO", il mitico settimanale cattolico "forte,lieto, leale e generoso", nato nell'anno 1937e cessato nel 1966. Per l'evento, è statopredisposto un annullofilatelico speciale (Po-ste Italiane), con possi-bilità di acquistare car-toline "vittoriose" tim-brate con un bollo in-neggiante ai trent'anni.Infatti, l'AssociazioneAmici del Vittorioso,che quest'anno compietrent'anni di vita, ha cu-rato l'allestimento dellagrande mostra, assieme ovviamente ai re-sponsabili del Museo. La mostra è statainaugurata con una bellissima cerimonia sa-bato 2 giugno, con l'intervento di numerosiappassionati, fumettisti, sceneggiatori, editorie antichi lettori del "sempre più bello".

L'esposizione comprende gli originali delsettimanale (compreso il mitico n° 1), glialbi e le pubblicazioni d'antan, nonché i pre-ziosi originali dei disegnatori che hanno resocelebre la rivista (Jacovitti, Caesar, Craveri,

Caprioli, De Luca,ecc...).Durante tutto il perio-do di apertura dellamostra, saranno invendita (chicche per icollezionisti), la ri-stampa del secondo se-mestre 1948 de "Il Vit-torioso", gli otto poster"Vola-Hop" di Jacovit-ti, le riviste Informavitte VITT&Dintorni non-ché tutte le pubblica-

zioni e gli albi editi dall'Associazione. Mag-giori e più complete informazioni potrannoessere richieste alla Presidenza dell'Asso-ciazione ([email protected]).Buona visione!

Athos Careghi

Tutti alla mostra su "Il Vittorioso"!

Se si dovesse accostareuna parola all’attività diGiovanni Frassi non ci

sarebbero dubbi: passione.Passione per come ti raccontail suo lavoro, passione che di-mostra nel lavorare per arri-vare al prodotto finale. Passio-ne per cosa? Per costruire fu-stelle, ovvero, come dice il vo-cabolario, «quell’attrezzo chepermette di eseguire un tagliopreciso di un prodotto in fo-glio "tenero"». La fustella è, infatti, quell’og-getto che serve a “costruire”una scatola di scarpe piuttostoche quella di un dentifricio, unespositore di medicine piutto-sto che di biro, un contenitoredi volantini o il pacchetto cheAmazon usa per le spedizionie tanti altri oggetti simili chemolti noi hanno sottomanogiornalmente. Un lavoro nonfacile perché richiede unaestrema precisione nelle di-mensioni, una attenzione no-tevole nell’eseguire tagli, sa-per usare macchinari che purcomandati da un computerhanno sempre, per fortuna, bi-sogno di una presenza umana.La storia di Giovanni Frassi,con laboratorio in via Cadore,inizia negli anni 60 quando si“innamora” di questo lavoro

dopo un periodo in una dittaveronese del settore. Impara,viene attirato sempre più, ciriflette su e decide di mettersiin proprio iniziando in un boxdi via Marcona prima di tra-sferirsi in via Cadore nel 1971.La prima domanda a Giovanniè logicamente: come si fa unafustella? Si parte dal disegno,elaborato al pc, dei contornidell’oggetto e riprodotto conun pantografo su una lastra dilegno. Successivamente con iltraforo si seguono le linee enei solchi si inserisce una la-mina di metallo, con un bordo

tagliente, nella forma esatta esagomata da una macchina ap-posita grazie ai parametri in-seriti da un computer. Infilataa colpi leggeri di martello lalamina viene rivestita su en-trambi i lati con una striscia digomma per evitare che si at-tacchi al materiale che devesagomare. Materiali che vannodalla carta sottile al cartonci-no, dal cartone spesso al cuoiopiuttosto che tessuti, gommee plastiche.Una volta completato il ciclola fustella è fissata e il lavorodi Giovanni è terminato. Saràla ditta produttrice di scatole

o altro ad usare questa sagomametallica in una pressa che ca-lando sul materiale ricaval’oggetto successivamente pie-gato, la macchina segna anchele piegature, e assemblato nel-la sua forma finale. Sempliceo complesso che sia l’oggetto,la precisione e la accuratezzadel taglio sono essenziali perottenere un prodotto finale diqualità. Esistono diversi tipi di lamineper i differenti materiali da ta-gliare, come ci sono particolaripunzoni che danno la giustacurvatura o piegatura che la

macchina non è in grado di fa-re e l’intervento umano è in-dispensabile.Alla domanda di quanto durauna fustella Giovanni rispondeche: «La durata di una fustelladipende dal materiale: se sitratta di cartone robusto siamonell’ordine delle migliaia,mentre se ad esempio si devefare una semplice cartellinaporta documenti o qualcosa dicarta le copie arrivano a nu-meri molto più alti».Il laser non può essere di aiutoin questa attività? Il signorFrasso risponde così: «Il laserviene usato in grandi ditte nel-la fase di traforo della lastradi legno. Io qui non possousarlo non per la dimensionedella macchina, ma per unaquestione di fumi che devonoesser filtrati e puliti prima diessere immessi nell’aria e ol-tretutto per i costi ».Il laser per tagliare i varimateriali non potrebbe tor-nare utile?«Non ancora. Quando si riu-scirà ad usare il laser per ta-gliare il cartone o la carta sen-za bruciarli allora il lavoroavrà un solo passaggio». In ef-fetti sarebbe sufficiente met-tere il materiale sotto un lasere ottenere il numero desideratodi copie di pezzi fustellati;Giovanni è convinto che trauna ventina di anni questa saràla realtà. Per ora va avanti conla sua passione per questostrano e particolare lavoro cheha sicuramente un che di af-fascinante.Quando Giovanni deciderà dismettere e andare in pensione,che succederà della ditta?«Chiuderà» - la disarmante ri-sposta. A meno che nel frat-tempo un altro Giovanni nonsi innamori e si appassioni aquesta interessante attività.

© Sergio Biagini

La fustella questa sconosciuta

Avolte ritornano, si di-ce. E dunque anchenoi torniamo volentie-

ri a scrivere dell’Aeromodel-lismo, l’attività ludica sana edecologica che unisce genera-zioni diverse all’insegna deldivertimento all’aria aperta edella tecnologia. Molti lettorici hanno chiesto maggiori in-formazioni sul tema, soprat-tutto per il concomitante arri-vo della bella stagione cheesalta al massimo le caratteri-stiche e il divertimento del-l’aeromodellismo. Inoltre, solopoco più di due mesi fa, si ètenuta a Verona la più grandefiera nazionale (www.mode-lexpoitaly.it) per l’esposizionedi aeromodelli di ultima gene-razione e innovazioni tecno-logiche; tantissime novità chehanno fatto venire l’acquolinain bocca agli appassionati diquest’attività, sempre più dif-fusa e di tendenza anche inItalia. Forse anche per questaragione uno dei nostri lettori,Luca Tarroni, cresciuto nel do-poguerra a pane e aeromodel-lismo, ha voluto dividere connoi alcune memorie personalilegate alla sua grande passio-ne. «A inizio anni 50 l’area vi-cina a dove ora c’è l’Ortomer-cato era piena di verde, e i ra-gazzi giocavano felici nei mo-di più svariati – ci raccontacon romantico fervore - e ioprovavo sensazioni bellissimesoprattutto quando intravede-vo la sagoma di un aeromo-dello». Bisogna considerare,infatti, che poco distante daquei campi – sull’attuale viaMecenate - si affacciavano glistabilimenti milanesi della exfabbrica di velivoli da guerradell’Aeronautica Caproni, ca-

duta in disgrazia dopo la finedella Seconda Guerra Mondia-le. Poteva succedere, quindi,di veder volare qualche mo-dello ispirato a quelle macchi-ne volanti che tanto avevanoinfervorato le fantasie del Fu-turismo e i sogni di moltibambini. «Il livello tecnologi-co dei radiocomandi usati perquegli aeromodelli era pione-ristico, – ricorda ancora il si-gnor Tarroni - eppure io eroaffascinato dalla maestria deiragazzi che si divertivano conquei piccoli velivoli a motoreDiesel che si mettevano inmoto con dei colpi secchi del-le dita sull’elica». Una tecno-logia molto diversa da quellaattualmente usata dagli aero-modelli moderni, che quasisempre sono realizzati in De-pron leggero o con materialiecologici, a volte anche di ri-ciclo, e talvolta utilizzano mo-tori elettrici per rispettarel’ambiente e non creare emis-sioni inquinanti. Inoltre gli ae-

romodelli di ultima generazio-ne strizzano l’occhio all’uni-verso digitale e alla possibilitàdi condividere immagini on-line, come già fanno molti tipidi droni, “parenti” diversi concui spesso gli aeromodellivengono confusi. «Sono con-vinto che l’Aeromodellismosia un’attività completa, –conclude il signor Tarroni -perché impegna sia la mentesia le mani nella fase costrut-tiva, e perché permette di pas-sare ore all'aperto, scambiandoopinioni, informazioni e con-dividendo il divertimento congli altri appassionati che pos-sono diventare nuove amici-zie». Niente altro da aggiun-gere a parole così, se non ungrazie al nostro lettore che cifa venir voglia di correre su-bito a far volare un aeromo-dello nel parco più vicino nel-la nostra zona. Magari – per-ché no? - proprio al parco diPorto di Mare.

Alberto Tufano

Un lettore ci racconta la sua passione per l’Aeromodellismo

Il Centro Psico Sociale di zona 4 è un pre-sidio socio-assistenziale territoriale, affe-rente all'ASST Fatebenefratelli-Sacco di

Milano, che eroga prestazioni a carattere cli-nico, farmacologico, psicoterapico, sociale, in-fermieristico e riabilitativo a cittadini adultiche presentano una patologia psichiatrica. Ac-canto alle terapie psico-farmacologiche, il CPSpropone diverse iniziative a carattere socio-

riabilitativo in orario tardo pomeridiano,(pre)serale e durante i fine settimana, per pro-muovere pratiche di effettiva inclusione e par-tecipazione quali ad esempio concerti, pizzate,happy hour, spettacoli musicali e teatrali, viag-gi, visite guidate, gite fuori porta, ecc. Dal 15 al 24 giugno un gruppo di utenti, ac-compagnati dagli operatori del CPS, percorreràEl Camino Ingles, l’ultimo tratto del Camminodi Santiago di Compostela. Questo progetto ècondiviso con la Parrocchia di S. Eugenio con

la quale esistono da anni consolidati rapportidi rete, non solo per quanto riguarda l’assisten-za declinata attraverso la Caritas parrocchiale,ma anche attraverso il sostegno spirituale. Questo pellegrinaggio/viaggio è carico di aspet-tative ed emozioni e gli utenti vi parteciperannoanche economicamente (ognuno in base alleproprie risorse economiche). Gli stessi utentisaranno protagonisti attivi nella declinazione

delle varie fasi delprogetto. Lungo lastrada, che abbiamoiniziato a percorrere loscorso giugno, abbia-mo già incontratoamici e sostenitori checi accompagnerannoin questa avventura.Da gennaio, invece,abbiamo iniziato apercorrere itinerarimetropolitani e regio-nali per abituarci acamminare.Il delegato del Capi-tolo Lombardo dellaCongregazione diSantiago de Compo-stela ci ha supportatonella costruzione del

progetto e nel mese di aprile tutti i partenti han-no ricevuto le Credenziali del Cammino nelrispetto di un rito che si ripete ormai da secoli.Mancano ormai pochi giorni e i pellegrini sonosufficientemente carichi di passione e entusia-smo... al nostro rientro vi racconteremo i det-tagli.

Dott. Carlo ScovinoCo - Responsabile

Attività di Riabilitazione DSMDUnità Operativa di Psichiatria n. 55

El Camino Ingles per gli utentidel Centro Psico Sociale

Mens sana in corpore sano

Aeromodello in Depron

Giovanni Frassi al traforo

Punzoni per sagomare a mano le lamine

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Sotto il segno dell’accoglienza e della legalitàdomenica 20 maggio si è tenuta l’inaugurazionedi Casa Chiaravalle, che ha aperto ufficialmente

le sue porte a Milano e ai suoi cittadini. Nota finora solo come il bene più grande confiscatoalla mafia in Lombardia, questa struttura viene re-stituita alla comunità come progetto di accoglienzadiffusa, uno spazio relazionale e sociale pensato perdonne italiane e straniere provenienti da esperienzedi disagio e violenza. Casa Chiaravalle è un plesso dotato di appartamentie altre soluzioni abitative diffuse, in parte già arredaticon letti, armadi e scrivanie, con relativi bagni e ampispazi comuni per i pasti e i momenti di socialità.

Fin dal loro arrivo e per tutto il periodo di permanen-za, gli ospiti saranno assistiti con percorsi di inclu-sione personalizzati e saranno loro garantiti profilassisanitaria di base, alfabetizzazione linguistica, sostegnoeducativo, sociale e legale, formazione e inserimentolavorativo, grazie alla collaborazione con Passepar-tout, una rete di imprese sociali che da tempo operanel territorio metropolitano con un’esperienza ven-tennale in materia di ospitalità e inclusione. Ad oggi quella dell’accoglienza è una sfida che puòessere affrontata in modo efficace solo attraverso ildialogo reciproco, lo scambio quotidiano e la cono-scenza quanto più diretta possibile tra migranti e co-munità locali. Per questo è doveroso ripartire dai bisogni e dalleaspirazioni tanto di chi accoglie quanto di chi è ac-colto, per rispondere in maniera più mirata alle do-mande di inclusione e alle necessità abitative dei di-versi gruppi sociali, quelli autoctoni in primis.Proprio a causa della sempre più piccola e anzianacomunità che vi risiede, il borgo di Chiaravalle rischiainfatti l’estinzione, in questo senso i diversi laboratoridi formazione professionale qui proposti, da quellosartoriale a quello di coltivazione degli orti negliampi terreni agricoli attorno alla struttura, potrebberorappresentare un valido contribuito per rilanciare lazona che - ricordiamolo - con la sua abbazia custo-disce un patrimonio culturale oltre che religioso, chemerita di essere valorizzato.

Elena Gadeschi

Casa Chiaravalle: un modello virtuoso

di accoglienza

Da qualche mese in viadella Braida 5, a pochipassi dal Teatro della

Contraddizione, ha aperto le por-te un nuovo e personalissimospazio artistico-culturale chia-mato Après-Coup e QUATTRO

non poteva mancare visita.All’entrata di quello che fino aqualche anno fa era uno spaziodismesso che ospitava una vec-chia officina ci accoglie oggi Da-vid Ponzecchi, ideatore e fonda-tore di Après-Coup, vero salottoa pochi passi da Porta Romana,come pochi altri in questo perio-do storico. Ponzecchi, ex diret-tore generale di un’azienda chesi occupava della produzione difarmaci per malattie rare, all’albadei 50 anni e a seguito di una se-rie di fortunate opportunità lavo-rative, anziché approfittare di al-tre offerte professionali decidedi cogliere l’occasione di asse-condare la sua originaria passio-ne, l’arte: «Milano è ricca di co-stose gallerie d’arte nate allo sco-po di commerciare e la mia ideaè stata quella di crearne una ar-ricchita da altri ambienti, che difatto ne rappresentano anche ilsostentamento». Il locale inau-gurato lo scorso 6 ottobre 2017nasce nella mente di Ponzecchiqualche anno prima: «La strut-tura che ho trovato prevedeva ununico spazio da cui ho pensatodi ricavare gli attuali tre ambien-ti: un bistrot con proscenio, lagalleria d’arte e Spazio Nur». Merito della moglie di Ponzecchi

invece è il nome del locale: «Mi-caela, psicoterapeuta, quando hasaputo che avrei voluto arredarelo spazio con mobili originali diinizio Novecento in omaggio aquel fermento artistico che ci haregalato il secolo scorso ma ri-

visitato alla luce della contem-poraneità milanese, mi fece no-tare quanto l’idea avesse il sapo-re di un après-coup freudiano,fenomeno psichico che porta arielaborare i ricordi a seguito del-le proprie esperienze per ritra-durli con nuovo signifi-cato. Mi è piaciuto subitoperché calzava bene conil mio tentativo di ripro-porre oggi il clima di spe-rimentazione di una cittàche da allora ha semprecontinuato a crescere ecambiare, rinnovarsi erinnovare». Il mobilio diAprès-Coup è frutto didue anni di ricerca: «Ognipezzo qui in sala, tenden-zialmente in stile decò, hauna sua storia: quello piùantico è il tavolo circolaredi fine Ottocento in legnodi pero intorno al qualesiamo seduti (sorride)».E intorno arredi anni ’20e lampadari originari anni’30: «C’è la ricerca di una pre-cisa identità: il complimento chepiù ci fa piacere ricevere è “sem-bra di essere in un accoglientesalotto di casa”». Altra passione di Ponzecchi è ilteatro, motivo per cui nel bistrot

si trova un proscenio dedicatoprincipalmente a monologhi:«Arianna Scommegna, FedericaFracassi, Valentina Picello eFrancesca Puglisi sono state leprime attrici che hanno privile-giato questo ambiente intimo,

non rigoroso come ilteatro ma neppure trop-po informale come unlocale. Solitamente quisi va in scena una voltaogni 15 giorni ma con laprossima stagione inten-diamo fissare un giornosettimanale». Oltrechéper gli spettacoli il pro-scenio viene utilizzatosoprattutto il fine setti-mana anche per musicadal vivo, «essenzial-mente jazz e swing, an-che se siamo aperti aogni proposta che bensappia sposarsi con que-sta atmosfera: nonescludiamo in futuro an-che stand up comedy,

reading, dibattiti e presentazionidi libri». Concerti, spettacoli o eventi nonsono l’unico motivo per frequen-tare Après-Coup: «Abbiamo unadrink list lontana dalla grande di-stribuzione: la nostra clientela

non viene qui per “bere” ma perdegustare. In abbinamento unacucina anch’essa da degustazio-ne, con piatti ricercati basati suaccostamenti di sapori e materieprime sicuramente non comuni».I quadri e le foto invece appese

alle pareti del bistrot, proprietàdi Après-Coup, sono opere dicontemporanei e preludono allagalleria d’arte a fianco: «Inten-diamo dare spazio ad artisti co-raggiosi in piena fase sperimen-tale: voglio che la galleria diventiun luogo di ricerca e scambio,ispirando altri colleghi ad esporrele proprie opere e soprattuttocreare dibattito. Dopo la mostradi Liana Ghukasyan, fino al 13luglio avremo esposte le tele diEleonora Pozzi che indagano larelazione del rapporto sadoma-so». A completare Après-Coup Spa-zio Nur (“luce” in iraniano), am-biente che Ponzecchi ha propo-sto in gestione alla stilista Tahe-reh Toluian: «In linea alla filo-sofia del locale presentiamo sti-listi che facciano ricerca con ma-teriali nuovi offrendo pochi maraffinati oggetti di moda e designindustriale con una forte impron-ta artigianale». E Spazio Nur nonè un ambiente a sé rispetto aglialtri due: «Après-Coup è formatoda tre anime fuse ma non confu-se» ribadisce Ponzecchi «spaziche non a caso, pur comunicandointernamente, hanno ciascunouna propria entrata indipendente.Interesse di Après-Coup sarà rea-

lizzare eventi a tutto tondo cheriguardino tutto il locale, facendovivere questi tre spazi individual-mente ma sempre con un fortedialogo tra loro».

© Luca Cecchelli

Una galleria d’arte, un bistrot con proscenio e uno spazio d’abbigliamento:

le «tre anime fuse ma non confuse» di Après-Coup

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12 giugno 2018

ORIZZONTALI1. Piazza del Municipio 4 - Via traversa di viale Ar-

gonne2. Gioco enigmistico - La metropolitana di Singa-

pore (sigla) - Iniziali di Salgari3. Noto rapper statunitense - Dicesi di un'indulgenza

ottenuta4. Siena in auto – Iniziali di Pindemonte - Nome

longobardo da cui deriva Ghisolfa5. Via che fa parte della strada per Chiaravalle - Tar-

ga dell'Esercito6. Traversa di corso XXII Marzo7. Iniziali di Manara - Asti in auto - Uno dei procu-

ratori di "Mani pulite" - Roma in auto8. Precede Vegas - Teramo in auto - Simbolo del de-

cilitro - Noto modulo spaziale9. Bagna Amsterdam - Via traversa di viale Molise

- ... di Bruno, via del Municipio 4

VERTICALI1. Via traversa di viale Corsica2. Via traversa di viale Umbria - Via traversa di via Friu-

li3. Iniziali di Branduardi - Simbolo del nanovolt4. Via traversa di via Zama5. Iniziali di Starnone - Dicesi di terreno privo di rilievi6. Iniziali dello scrittore Malagodi - Iniziali di Moro-

sini7. Lavoravano nei mulini8. Via parallela a via Marcona9. Via che si irradia da piazzale Martini10. Immunità concessa ai rifugiati11. Pronome personale - Iniziali della cantautrice Fe-

dele12. Sincero, onesto, fedele - La romana Silvia madre di

Romolo13. Isernia in auto - Via parallela a via Calvi

1961 . SOLUZIONE

1971. PAROLE CROCIATE A SCHEMA LIBERO (Riccardo Tammaro)

ENI4MISTICAA cura della Fondazione Milano Policroma

Una sola parola defini-sce il bilancio di No-cetum a trent’anni dal-

la sua fondazione: positivo.Positivo in tutti i sensi, comeconferma Marta, una delle at-tivissime collaboratrici delcentro, soprattutto guardandoa quanto è stato fatto, si sta fa-cendo, e si farà, per chi ha bi-sogno. Bisogno di tutto: di unacasa, di aiuto a trovare un la-voro, di tutela dei minori. Un’avventura iniziata nel1988 quando la cascina cheoggi ospita quattromamme con settebambini era, sono leparole di Marta, «unluogo abbandonato,assediato dall’incuriae dall’inciviltà diquanti ne facevano lapropria casa». Poi ar-riva suor Ancilla chesi rimbocca le mani-che, fa rimboccare lemaniche a tanti e lacascina riprende vita.Un centro di assistenza, di ac-coglienza con un struttura chepermette a tanti bambini diusufruire di un doposcuola, aindigenti di avere un pacco vi-veri, e tutto questo con unacollaborazione positiva con leistituzioni. Una struttura chea fronte di pochi casi ha vistoi propri ospiti rifarsi una vita,riprendersi la vita. Esempio èl’aiutante cuoca del ristoranteinterno con tanto di chef decuisine, che «arrivata qui chenon parlava una parola di ita-liano adesso sta dando l’esame

per la patente ed è in grado dicucinare piatti incredibili» pre-cisa Marta.Importante è anche la coesio-ne tra le persone di diverse et-nie che qui vivono. Vengonoorganizzati happy hour, quan-do ognuno cucina anche pergli altri piatti del proprio Paeseda condividere.La positività del bilancio diquesti anni è confermata dallanuova avventura che, grazieal Comune di Milano che hadato in concessione il campo

e all’Istituto Europeo di On-cologia che ha contribuito for-nendo il materiale, ha visto lanascita del Boschetto (ovvia-mente non mancano i noci aricordare l’etimologia del luo-go), di un orto ricco di verduree aiuole dove sono state messea dimora piante da bacca. Nuovi spazi che generano ef-fetti positivi in diversi ambiti:si dà modo di inserire personenel mondo del lavoro, si riqua-lifica maggiormente il parcoVettabia, ponendosi come unluogo di attrazione paesaggi-

stica e di didattica ambientale,si favorisce la presenza di im-pollinatori grazie alla varietàdi specie arboree presenti enon ultimo si producono ali-menti sani e di qualità rispet-tando metodologie naturali esostenibili. Il raccolto, oltre adessere distribuito alle famiglieospitate, viene utilizzato nelristorante del centro e il restocontribuisce al sostentamentoeconomico grazie alle confet-ture, al miele e al nocino, uni-co prodotto fatto all’esterno,

prodotto con le nocidel centro. Prodottibuoni, genuini, sicuriche si possono trova-re nel piccolo ma for-nitissimo negozio allespalle della cappellet-ta che racchiude unpezzo di storia, cometestimoniano i resti diuna necropoli del Isecolo d.C. (n. 189 diQUATTRO – ott.2017), trovati qualche

hanno fa sotto la navata e at-torno alle sue mura. Gli scavisono stati sospesi per motivieconomici, ma la professores-sa che ha condotto gli scavi èconvinta che sotto il terrenoattorno alla cascina Nocetumsi possano trovare i resti diuna villa romana.Non resta che rinnovare gliauguri per il traguardo rag-giunto da questa istituzione edarci appuntamento per fe-steggiare i cinquant’anni.

©S.B.

Trent’anni sul territorio:il Centro Nocetum

“State allegri, arrivala Gioconda”: chesarà mai questa gio-

iosa esclamazione in meneghi-no doc che un austero CarloPorta avrebbe potuto tranquil-lamente utilizzare in uno deisuoi innumerevoli e sarcasticisonetti? Un po’ di pazienza epresto si capirà leggendo que-sta storia. Qualche mese fa mi capitò trale mani uno dei tanti romanzidi Sveva Casati Modignani(pseudonimo della scrittriceBice Cairati) dal titolo “Annadagli occhi verdi”. Non ricor-davo, tra i tanti, di averlo an-cora letto e per “saggiarne”l’interesse ho sfogliato un po’di pagine fintantoché non misono imbattuto nel capitolo16. Qui si descrive il funeraledella madre di Cesare Boldra-ni, uno dei tanti milanesi cheavevano fatto grande la città,un ricco e potente imprendi-tore dell’editoria, oltre chepersonaggio del romanzo. Siamo agli inizi del Novecen-to e fin qui niente di eccezio-nale nella trama del libro senon fosse per il fatto che sonodescritti, con dovizia di parti-colari che si lasciano al lettore,il rito delle esequie materneprima nella basilica di San Ba-bila e poi il trasferimento dellasalma alla stazione funebre diPorta Romana, destinazionecimitero per la sua inumazioneal costo calmierato di 30 cen-tesimi. Qui il feretro era cari-cato su un apposito tram, men-tre i dolenti seguivano suun’altra vettura, e trasportatoal nuovo grande cimitero diMusocco, uno dei Comuni au-tonomi dei Corpi Santi, ulti-mato nel 1895 alla periferianord occidentale di Milano.

Il Cimitero Maggiore di Mu-socco, come si cita nel libro,era «… il cimitero dei mortipoveri, mentre quello dei po-veri morti era il Monumenta-le.» Di questo servizio spe-ciale, che il Comune di Mila-no decise di gestire in proprio,ne abbiamo brevemente ac-cennato nel n. 172 di QUAT-TRO – gennaio 2016 e ora c’èl’occasione per dare qualchenotizia in più su questo com-plesso. La stazione funebre diPorta Romana, chiamata an-che “Monte Tabor” in ricordodella trasfigurazione di GesùCristo, ma più nota per glispassosi divertimenti tenutinell’Ottocento, si innestavacon i suoi 6.850 metri quadratinei Bastioni delle Mura Spa-gnole come da disegno ripor-

tato nell’articolo. Approvatoil progetto dell’Ufficio Tecni-co del Comune nel 1906, l’in-frastruttura fu rapidamenterealizzata e inaugurata il 4 ot-tobre 1907, affiancandosi allaesistente e analoga stazione divia Bramante, il cui esercizioera stato affidato il 24 febbraio1894 alla Società Anonima de-gli Omnibus (SAO), iniziatoprima con tram a cavalli, poiproseguito con tram elettrici.La scelta dell’area era ricadutasu Porta Romana poiché go-deva della riservatezza neces-saria, grazie alla presenza del-le Mura che avrebbero celatola palazzina lungo il lato sud-est, e si collocava vicino al se-dime tramviario della esistenteCirconvallazione. All’internodel Bastione furono predispo-

ste due zone: la prima, ri-volta verso Porta Vigen-tina (l’attuale viale Filip-petti) dedicata all’attivitàamministrativa e religio-sa, comprendeva il cortiled’ingresso e la palazzinaliberty ancora oggi esi-stente. La seconda zona,con ingresso indipenden-te alla Piazza, chiamataMedaglie d’Oro, era de-dicata prevalentementealla circolazione e al ri-messamento dei tram conannessa l’area di caricodelle salme. La struttura(B) della tettoia, ad unicacampata larga 31 e lunga130 metri, era costituitada arcate metalliche, daun lato poggianti sul mu-ro perimetrale della pa-lazzina e dall’altro sorret-ti da pilastri in ferro a se-zione tonda alla cui estre-mità superiore era siste-mato un capitello in ferro

battuto stile liberty. La coper-tura era realizzata in lamiera,legno e pannelli di vetro stra-tificato per dare luminositàsottostante. Il tram era costi-tuito da una motrice, con lospazio per le bare posto sottoil pianale, e da una o più vet-ture per i dolenti. Nel caso dipiù defunti si formavano an-che dei convogli con carrozzerimorchiate. Gli arredatori eb-bero un occhio particolare nel-l’allestire queste vetture pre-vedendo comodi sedili in vel-luto, vetri smerigliati neri, ri-scaldate d’inverno e munite diventilatori da usare nei mesipiù caldi. A comporre la flotta dei rota-bili contribuirono le ditte Car-minati-Toselli & C. e le Offi-cine Elettroferroviarie Tallero

(OEFT), che andarono ad ag-giungersi a quelle più datatedella ditta Grondona. I mila-nesi con la loro consueta cini-ca ironia battezzarono questitram “Gioconda”. A proposito, ci stavamo di-menticando di spiegare il si-gnificato di quella simpaticaesclamazione citata all’iniziodell’articolo. La tradizione po-polare meneghina raccontache gli ubriaconi seduti fuoridall’osteria antistante il piaz-zale del cimitero di Musocco,all’arrivo del mesto convoglio,sollevando al cielo il boccaledi vino, gridassero «Sti ale-

gher,… riva la Giücünda!».Non era un gesto dissacrato-rio, né tantomeno una espres-sione irriguardosa nei confron-ti del defunto o dei parenti alseguito, ma semplicemente

volevano irridere la morte, chenon deve far paura neppurenell’Aldilà, perché dopo la di-partita inizia una nuova vita eva iniziata con allegria. Altro-ve addirittura questo momentoviene festeggiato con pranzi,musica e balli. Il servizio funebre fu soppres-so il 1° aprile 1928. Curiosa e beffarda la storia diquesto angolo di Milano, rac-contata a più riprese daQUATTRO. Agli inizi era unacava malsana e malarica ab-bandonata, poi luogo di sfre-nato e libertino divertimento,fu centro di attività sportive di

prim’ordine, stazione di tran-sito dei morti, poi Dopolavoroaziendale con tanto di teatro esala da ballo e oggi sede delleTerme di Milano.

Gianni Pola

Sti alegher, riva la Giücünda

A) Uffici amministrativi e accoglienza - Locali operai e tranvieriB) Stazionamento tram - C) Fascio binari ingresso/uscita - D) Arcodi Porta Romana (piazza Medaglie d’Oro)

Vista, lato piazza Medaglie d’Oro, della zona di staziona-mento dei tram.

Torneo alla bocciofila di via MasperoGli Amatori Bocce di via Maspero hanno svolto un torneofra i loro iscritti nelle giornate di venerdì e sabato 8 e 9 giu-gno. Due giornate intense con aperitivo e premiazione finalee buoni spesa e vino per i premiati. La coppia prima classi-ficata era formata da Vito Ferrante ed Elvisio Manunta, cuivanno i nostri complimenti!

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giugno 2018 13

I Centri di Aggregazione Giovanile della nostra zona: una grande risorsa

Al 18 di via Boncompa-gni è presente, dal1997, il Centro di Ag-

gregazione Giovanile Icaronato all’interno dell’Associa-zione L’Immagine per rispon-dere alle esigenze educativedel quartiere. IntervistiamoRosa Lasalandra, coordinatri-ce del Centro, Carla Salina ealtri educatori e volontari, percomprendere meglio questarealtà così presente e attiva inzona.Che cos’è Icaro e quali sonoi suoi obiettivi? A chi si ri-volge?«Icaro nasce dall’incontro dialcune famiglie del quartiereCorvetto che negli anni hannosempre più avvertito il biso-gno di avere un luogo di vitapositivo per i propri figli, cherispondesse a una serie di bi-sogni individuati dalle fami-glie stesse: un aiuto nello stu-dio, un ambito di gioco, unospazio di amicizia dove i lorofigli potessero essere accolti eaiutati a crescere. Il nomeprende ispirazione dalla mito-logia greca, ma soprattutto dalquadro che Henry Matisse de-dica a Icaro e che lo ritrae nelmomento della caduta dopoessersi avvicinato troppo al so-le. Nonostante l’errore com-

messo, non tutto è ancora per-so. In lui batte ed è vivo il suocuore: quel bisogno di vita, dibellezza e di infinito che ac-comuna da sempre il genereumano e che lo avvicina allestelle al di là dell’esito positi-vo o negativo delle sue scelte.È il cuore dell’uomo che nonsmette di desiderare e anelarel’infinito. Proprio da questo,trae origine il Centro ed il suometodo educativo: partire o ri-partire dal desiderio di chi siha davanti, dalla verità del suocuore. Il Centro Icaro si rivol-ge ai ragazzi dagli 11 ai 18 an-ni dei Municipi 4 e 5, anchese i ragazzi che lo frequentanosono principalmente dellascuola secondaria di primogrado. Attualmente registria-mo una cospicua percentualedi ragazzi stranieri che pro-vengono da più di 15 Paesi ditutto il mondo. Questo ha rap-presentato e rappresenta unaricchezza e una sfida continuasia per noi operatori che per iragazzi stessi che sono accoltie sono chiamati loro stessi per

primi ad accogliere». Quali sono i servizi offerti?«Sono quelli previsti da ogniCentro di aggregazione giova-nile: libera aggregazione, aiutoallo studio, attività laborato-riali. A queste attività si ag-giungono servizi strettamente

legati ai bisogni espressi dairagazzi e ancor di più dalle lo-ro famiglie: spesso si tratta diaccessi ai servizi del territorioe accompagnamento alle pra-tiche online. Un’altra attivitàimportante è l’affiancamentonella scelta delle superiori e

nella comprensione del siste-ma scolastico italiano nonsempre di così facile decodi-fica. I ragazzi inizialmentevengono al Centro per averesostegno nello studio o perl’apprendimento della linguaitaliana, ma la proposta a loro

dedicata è a 360° e non sololegata alla scuola. Icaro vuoleessere un luogo dove cresceree imparare a conoscere se stes-si e la realtà che li circonda,ecco perché si offre loro lapossibilità di scoprire il quar-tiere, di incontrare personalità,

di vivere attività di gioco disquadra, di partecipare a even-ti offerti dal territorio. Per al-cuni di loro poter accedere adIcaro significa anche scoprireper la prima volta la bellezzadella propria città, della mon-tagna o del mare in Italia at-traverso gite o brevi vacanze.I ragazzi e il loro sistema fa-miliare sono immessi anchenel più grande contesto del-l’intera associazione L’Imma-gine attraverso una serie diproposte diversificate: dallacostruzione di eventi aperti al-la città quali musical (il piùimportate è stato “Renzo e Lu-cia: un amore difficile” andatoin scena al Teatro degli Arcim-boldi), al Presepe Vivente perle vie del quartiere o momentidi convivenza con le famigliecome l’annuale tombolata». Chi lavora in Icaro?«Sono presenti una coordina-trice e tre educatori fissi. Aquesti si aggiungono tecnicidi laboratorio per le attivitàproposte. Sono inoltre presentivolontari (ex insegnanti in

pensione o studenti universi-tari). La presenza dei volontariè la possibilità per i ragazzi diessere amici di giovani vicinialla loro età e di conoscerepercorsi di vita e di studio in-teressanti da imitare. Per i ra-gazzi stranieri aver conosciutoun loro connazionale che haintrapreso il percorso univer-sitario è stato motivo di gran-de speranza. Un modello daseguire; una possibilità realee raggiungibile».Quali sono le difficoltà che in-contrate nella quotidianità? «Le principali criticità che in-contriamo sono legate alla pre-senza di gruppi provenienti an-che da altre zone o dalla zonastessa appartenenti a bande oa gruppi che utilizzano la vio-lenza come unica modalità direlazione con gli altri e con larealtà che li circonda. Fin dallasua origine il Centro ha ope-rato in un’ottica di prevenzio-ne volta alla costruzione di unaalleanza con il sistema fami-glia e con le potenzialità deiragazzi ancora non segnati dal-la devianza, testimoniando nel-la pratica quotidiana un mo-dello positivo e alternativo diaccoglienza di sé e dell’altro».

Azzurra Sorbi

CAG IcaroIl Centro di Aggregazione Giovanile di via Boncompagni

ICentri di Aggregazione Giovanile (CAG) sonouno storico servizio offerto dal Comune di Mi-lano, gestiti prevalentemente da enti del privato

sociale attraverso bandi e accreditamenti, per favo-rire lo sviluppo e l'aggregazione di adolescenti, prea-dolescenti e giovani.

Nel Municipio 4 sono attivi i seguenti quattroCentri:• C.A.G. Ponte Lambro, gestito dalla CooperativaLe Macchine Celibi, via Parea, 26;• C.A.G. Tempo e Poi (del Privato Sociale), Coop.La Strada, via Salomone, 23;

• C.A.G. ICARO (del Privato Sociale), AssociazioneL'Immagine, via Boncompagni, 18;• C.A.G. Casa di Sam (del Privato Sociale), Soc.Coop. Solidale Martinengo, via Brizi, 10.Il CAG di Ponte Lambro è da poco gestito dalla nuo-va cooperativa, per cui rimandiamo ai prossimi mesi

un incontro con loro, mentre gli altri tre centri hannouna consolidata gestione alle loro spalle. Data l’im-portanza del servizio che offrono in contesti nonsempre facili, ci è sembrato importante far conosceree aggiornare i lettori sulle attività svolte da questicentri. Ecco i resoconti delle nostre redattrici.

«Il CAG – Centro Ag-gregazione Giovani-le – è un’alternativa

alla strada o alla solitudine chesi cerca di dare a tutti, in que-sta “terra di frontiera”» rac-conta Lisa Ghezzi, responsa-bile della Comunicazione edel Fundraising di TempoePoi,il CAG della Società Coope-rativa Sociale La Strada. Que-sto Centro, attivo dal 1989, or-ganizza e gestisce progetti diaccoglienza, cura e formazio-ne per adolescenti a rischio.«E’ un servizio diprevenzione deldisagio giovanile»aggiunge poi LisaGhezzi: questo èlo scopo primariodel CAG Tempoe-Poi che viene per-seguito tramite di-verse iniziativeeducative. Entran-do nella sede diTempoePoi in viaSalomone 23, sipercepisce subito lo spirito delCentro: fare qualcosa di con-creto e coinvolgente con e peri ragazzi. Le pareti dei corri-doi, dei vari ambienti e persi-no i tavoli di alcune stanze so-no interamente ricoperti dicartelloni di attività, gite edeventi passati, ma anche digraffiti, murales e disegni co-loratissimi, estremamente bellida vedere. Un tripudio di ener-gia esplosiva che travolgechiunque varchi la soglia delCAG e che Massimo Messora– il responsabile del Centro –riesce a veicolare pienamente,mentre racconta delle attivitàdi TempoePoi.«Le proposte educative delnostro Centro – spiega Massi-mo Messora – sono davverotante: vanno dal doposcuola ai

laboratori (come quello di cu-cina, di arte, di musica, ecce-tera), dalla libera aggregazionegiovanile ai corsi/doposcuolaBES e DSA (anche per i geni-tori), fino ad arrivare al centroestivo, al rugby, al volontariatoper aiutare persone anziane, iltutto per una fascia di età com-presa tra i 10/11 anni fino ai18/19 anni».Ognuna di queste attività – ac-cessibili tramite iscrizione, fat-ta eccezione, naturalmente,per la libera aggregazione gio-

vanile - è tenuta da tecniciesperti nei vari settori di com-petenza, per garantire offertedi qualità a chiunque frequentiil Centro e abbia voglia di fa-re… e, nel quartiere di via Sa-lomone, persone di questo tiponon mancano. L’obiettivo pri-mario è la centralità della per-sona, quindi stare con i ragazzie proporre qualcosa di bello,prestando anche orecchio alleloro richieste, alle loro propo-ste e alle loro esigenze.«Grazie alla collaborazionecon Mediafriends, con le scuo-le di quartiere (la Scuola Se-condaria Francesco D’Assisie l’Istituto Comprensivo Sta-tale Madre Teresa di Calcutta)e con il progetto Agorà, senzadimenticare ovviamente leParrocchie di San Nicolao e di

San Galdino, ogni anno parte-cipano alle nostre attività circa200 ragazzi, mentre i ragazziche sono passati almeno unavolta di qui arrivano fino a379, dai 30 ai 40 al giorno cir-ca», spiega ancora MassimoMessora.Tramite il passaparola, il vo-lantinaggio e la presenza on-line, TempoePoi è riuscito adaprirsi al quartiere, arrivandoa creare una rete di collabora-zioni e di contatti che permet-tono di organizzare attività

sempre nuovee stimolantiper i ragazziche frequenta-no la sede divia Salomone. «Il 70% deifondi – precisaLisa Ghezzi –arriva da con-venzioni conenti pubblici,dal Comune diMilano e dai

Servizi Sociali Territoriali,mentre il restante 30% derivadall’attività di progettazione(che può essere, per esempio,la partecipazione a qualchebando), dalla raccolta fondioppure da donatori privati oda aziende».Ciò che gli educatori, i coor-dinatori, i volontari e le altrefigure presenti all’interno diTempoePoi si auspicano è dicontinuare a organizzare pro-poste educative e creative va-lide e durature: nonostante ilquartiere di via Salomone pre-senti alcune problematiche og-gettive, luoghi come questoCAG possono realmente farela differenza, perché “ognipersona è una promessa”.

Valentina Geminiani

Al CAG TempoePoi, “ogni persona, una promessa”

Ci rechiamo a “La Casadi Sam”, punto di so-cialità positiva, soprat-

tutto per quegli adolescentiche provengono da contestidifficili e incontriamo FulviaFerrante, suoradi Carità del-l’Assunzione eresponsabile delcentro di viaBrizzi. La Casadi Sam fa partedella Cooperati-va Martinengo,situata nell’omo-nima via, che sioccupa princi-palmente di assi-stenza domicilia-re a bambini,preadolescenti eadolescenti. Ilcentro nasce nel2007 come cen-tro diurno, ma la grandissimarichiesta ha fatto sì che nel2008 nascesse il Centro di Ag-gregazione Giovanile, in gra-do di offrire più servizi e ac-cogliere un numero maggioredi ragazzi. La Casa di Samcerca di andare incontro ai bi-sogni dei ragazzi garantendoaiuto allo studio, uscite sul ter-ritorio, attività sportive e divolontariato, visite ai musei,gite e molto altro, cercando diaprire nuove prospettive a queiragazzi che, avendo alle spallesituazioni sfavorevoli, tende-rebbero altrimenti a chiudersinella realtà periferica “di stra-da”, legandosi a gruppi pocoraccomandabili senza nessunaprospettiva per il loro futuro.Fulvia Ferrante sottolineal’importanza di far respirarela dimensione cittadina ai ra-gazzi, che, essendo tutti di zo-na Corvetto, tendono a nonguardare oltre il loro quartiere.

A questo scopo La Casa diSam organizza iniziative conmolte altre realtà del territorio,dagli altri centri di aggrega-zione alle scuole e ai teatri, co-me l’organizzazione di un mu-

sical andato in scena al Teatrodegli Arcimboldi e al TeatroNuovo. Le proposte vengonoadeguate all’età dei ragazzi: siorganizzano vacanze separatetra studenti delle medie e dellesuperiori, per andare incontroalle esigenze che le differenzed’età impongono, si pianifica-no laboratori di orientamentoalla scuola superiore per i ra-gazzi di seconda e terza mediae molto altro. Per quanto ri-guarda l’aiuto allo studio, ilcentro può avvalersi di nume-rosi volontari, molti dei qualistudenti universitari o ex in-segnanti che, essendo specia-lizzati in determinati ambiti,possono offrire un sostegnoadeguato. Grazie a dei finanziamenti,quest’anno il centro sarà aper-to anche durante l’estate, fattoche rappresenta un grande in-centivo per i ragazzi, che, gra-zie al passaparola o al soste-

gno delle scuole, sono semprepiù numerosi: una trentina cir-ca frequenta La Casa di Samassiduamente, mentre sonosettanta quelli che partecipanosolo ad alcune attività. Molti

di questi ragazzi, dopo una fa-se di inerzia e diffidenza ini-ziale, rispondono attivamentealle proposte dei volontari, cheriescono ad aprire la mente deigiovani a nuove possibilità,dando loro una visione piùampia e spronandoli a perse-guire i propri interessi e leproprie ambizioni. Fulvia Fer-rante afferma che il cambia-mento non è mai immediato,tuttavia rimane duraturo nellavita dei ragazzi. Molti, dopoaver concluso il percorso allaCasa di Sam, tornano a far vi-sita al Centro grati dell’espe-rienza vissuta, a testimonianzadel fatto che insistere sia ne-cessario per portare un cam-biamento significativo. «Noisiamo convinti che il belloeduchi - dice Fulvia Ferrante,- e secondo questo principioci muoviamo».

Alessia Arcando

La Casa di Sam, punto di socialità positiva

Page 14: COPIA OMAGGIO Nuovo terziario a Santa Giulia sudquattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_197.pdf · 2 giugno 2018 Milano Via Tito Livio, 13 Tel. 02 5518 7960 Pantigliate

14 giugno 2018

Episodio 15: Il ritorno di Sdo.Attraversate finalmente il fiume Sondrio e approdate al bosco diZara, che già dal suo ingresso si preannuncia un luogo oscuro emalvagio. “Oltre questo bosco” spiega Repu B. Blica “c’è la pri-

gione di Maciachini, sorvegliata dal guardiano Dergano: è una creatura mostruosa creatadal dott. Turati, che possiede un occhio per ciascuno dei punti cardinali e uno rivolto pe-rennemente verso l’alto.”Le parole del vostro compagno di viaggio non sono certo confortevoli, ma mentre camminatein quella fosca selva tortuosa, egli aggiunge un’informazione decisiva: “L’unico modo cheabbiamo per aggirarlo è passare letteralmente sotto di lui. E’ una bestia molto alta, una cosadi questo tipo potrebbe essere fattibile, se lavoriamo in sincronia.”Dopo essere scampati a enormi pipistrelli fosforescenti, insetti delle dimensioni di un caneda caccia e piante carnivore, giungete finalmente davanti all’imponente prigione di Ma-ciachini, davanti alla quale si para il gigantesco e mostruoso sorvegliante. “Svelti” esortaRepu B. Blica “al mio tre, corriamo tra le sue gambe. Uno… due… tre!”Veloci come il vento, vi affrettate in direzione di Dergano, ma non appena giungete tra legambe della creatura, una botola si apre sotto i vostri piedi, facendovi precipitare in unasala sotterranea buia e umida. Vi rialzate storditi e vi rendete conto che il vostro compagnodi viaggio non c’è più. Vi guardate attorno e dopo qualche minuto di silenzio tombale eccoriapparire Repu B. Blica accanto a un losco figuro.“Eccoli qui, Affo RiCentro: ora dammi quello che mi spetta e lascia andare mia moglie ei miei figli.” Il misterioso individuo paga l’insospettabile complice con un sacco d’oro euna chiave: “Torna nella foresta di Zara e al centro troverai un albero provvisto di lucchetto,al quale interno ci sono le persone che cerchi” sussurra lo sconosciuto. Repu B. Blica siallontana con il malloppo e il misterioso aguzzino si avvicina a voi.“E così, voi siete quelli che stanno cercando di trovare Sdo: quanta strada inutile, mi dispiaceper voi. Io sono il comandante del grande Affo Ri, detto FN – Furia Nera -, e vi assicuroche niente potrà ostacolare la sua ascesa sulla Via Gialla, nemmeno vo…”, ma il malvagioscagnozzo non fa in tempo a finire la frase che viene avvolto da una frusta dorata moltofamiliare: alle sue spalle, infatti, arriva tempestivamente Miss Ori.Affo RiCentro assume un’espressione di terrore e, dopo essere stato liberato, sparisce nelnulla. Lieti di rivedere la vostra vecchia amica, apprendete che Miss Ori è stata liberata daSdo, sopraggiunto dal nulla. D’un tratto, udite i rumori di una battaglia dall’esterno e viprecipitate fuori dai cunicoli dei sotterranei nei quali vi trovate. Giunti in superficie, final-mente scorgete il grande eroe Sdo combattere contro il perfido FN.Ricordandovi della FS, chiedete a Miss Ori di portarla al paladino della Via Gialla perchérecuperi le forze e sconfigga una volta per tutte Affo Ri. Con un balzo chilometrico, labionda combattente giunge accanto a Sdo e gli porge la Fruttura: in un baleno, l’eroerecupera tutte le forze e sconfigge il perfido FN. Alla vista del loro capo annientato, glistregoni incappucciati e i soldati della fortezza scappano terrorizzati.Finalmente, potete incontrare di persona il grande Sdo, il quale racconta di essere stato im-prigionato tra le gole del crepaccio di Comasina, ma quando aveva saputo che sua sorellaMiss Ori era in pericolo, aveva trovato la forza di liberarsi per andare a salvarla. Felice chetutto sia finito bene, Sdo garantisce che tornerà a difendere la Via Gialla e ringrazia ognunodi voi per aver sempre avuto speranza e senso di giustizia.

Pagina Facebook: Suggestioni (@suggestioni) #LAvventodiSdo Sito Web: www.suggestioni2017.wordpress.com

Valentina Geminiani

L’Avvento di Sdo

L’intensa stagione pri-mavera-estate 2018 diFondazione Prada ha

preso il via durante lo scorsoSalone del Mobile, con l’aper-

tura al pubblico della tanto at-tesa Torre, una delle tre nuovecostruzioni del complesso ar-chitettonico frutto della tra-sformazione di una distilleriadei primi anni del Novecento.Salendo i nove piani dell’ap-pariscente edificio in cementobianco, si possono ammirarele opere ospitate nelle diversesale espositive, e nel contem-po – grazie alle ampie vetrate- spaziare con lo sguardo sul-la città godendo di una vistainedita dei dintorni. Tra il se-sto e il settimo piano, la strut-tura ospita un suggestivo barcon un bancone centrale e unabottigliera sospesa che ha co-me sfondo il cielo e comecontenuto distillati e liquoriinternazionali; e un ampio edelegante ristorante con tavoliall’interno e sull’ampia ter-razza che si affaccia sullo sca-

lo Porta Romana, e un menuispirato alle migliori tradizio-ni regionali. Agli amanti delcinema, la Fondazione mettea disposizione una program-

mazione in lingua originale incui convivono classici, lavorisperimentali, prime visioni,blockbuster, opere d’avan-guardia, pro-dotti televisivi,film rari e altrirestaurati. Iltutto, suddivi-so in quattrosezioni checorrispondonoad altrettantigiorni dellasettimana neiquali avvengo-no le proiezioni: il giovedì,rassegne di film legati alle at-tività espositive della Fonda-zione; il venerdì, opere cine-matografiche scelte da perso-nalità di ambiti diversi invitatia condividere con il pubblicoi loro film preferiti; il sabato,film inediti e prime visioni; la

domenica, film del passato re-staurati e riproposti per la lororilevanza storica e la loro at-tualità. Non manca l’offertamusicale, con eventi musicalia cura di Craig Richards, ilcui intento è esplorare unapluralità di generi e linguaggi:dalla musica elettronica al-l’Ethio-jazz, dalla minimal al-l’Afrobeat. Il prossimo con-certo in programma sarà il 28settembre, con il leggendariobatterista e compositore nige-riano Tony Allen, uno dei pio-nieri dell’Afrobeat; l’artistatechno Monolake Live Sur-round di base berlinese; il po-listrumentista tedesco BurntFriedman e il musicista elet-tronico inglese Joy Orbison.Per chi non l’avesse ancoravista, prosegue fino al 25 giu-gno la mostra “Post ZangTumb Tuuum. Art Life Poli-

tics: Italia 1918–1943″, cheesplora il sistema dell’arte edella cultura in Italia tra ledue guerre mondiali.

Per calendari, orari e informazio-ni: www.fondazioneprada.org

F. A.

Si amplia l’offerta artistica e culturale della Fondazione Prada

Un’ex videoteca in viaMincio 10, uno spaziominimal e ordinato di

35 metri quadrati: è ReadingRoom, una nuova libreria dapoco inaugurata nella nostrazona. Non è pero una libreriacome tutte le altre. Si occupainfatti di editoria indipendenteperiodica, ossia di riviste piùche altro semestrali provenien-

ti da tutto il mondo (Giappo-ne, Libano, Stati Uniti, Coreadel Sud…). Sono quasi tuttein inglese, alcune hanno il te-sto a fronte in italiano, e trat-tano di moltissimi argomenti:sport, moda, architettura, arte,cucina… Qual è la loro parti-colarità? Sono circa 230, frut-to di una grande selezione

operata anche grazie al passa-parola. Ognuna di queste con-tiene materiale molto ricercatoe fotografie d’autore, e di con-seguenza, con il tempo la pub-blicazione non diventa vec-chia, bensì acquisisce il valoredi un pezzo da collezione. La proprietaria, FrancescaSpiller, mi mostra orgogliosaalcune riviste contenenti ser-

vizi fotografici curati in ognidettaglio. Avendo da anniesperienza nel mondo della fo-tografia, ad esempio come cu-ratrice di mostre, ha apertoquesta attività da sola, con ilsupporto morale di tutta la suafamiglia. All’estero realtà delgenere esistono da tempo ehanno successo, mentre in Ita-

lia ancora faticano a trovaresviluppo. Aprire in via Mincioche, pur trovandosi vicino allafondazione Prada, non è pro-prio una via di passaggio, èper lei una scommessa. Sa pe-rò che la sua è una libreriaparticolare, un luogo dove re-carsi di proposito: la clientelatipo è costituita da “addetti ailavori” come fotografi o archi-

tetti, ma anche da cu-riosi che scelgono le ri-viste in base al loro ar-gomento. Confidaquindi che siano cosìdeterminati e volente-rosi, da essere persinodisposti ad attraversarela città per comprareuna rivista unica. Al momento la libreriaè aperta dal giovedì alsabato, dalle 11 alle 19.A settembre probabil-mente cambieranno gliorari, ed è possibileche Francesca Spillerorganizzi incontri conautori e appassionati.Potete trovare informa-zioni sul sito www.rea-dingroom.it oppure

scrivendo a [email protected]. L’editoria indipendente perio-dica è ormai un fenomeno, eora è finalmente approdatoqui, nel Municipio 4, sempredesideroso di trasformarsi edessere al passo coi tempi.

Giulia Costa

Reading room: una nuova scommessa

Viaggiare per scoprire,conoscere, compren-dere i posti più belli e

particolari del mondo, ma sen-za intaccarne l’ambiente né in-terferire con la cultura locale.È ciò che da vent’anni costi-tuisce il cuore dell’attività diKailas, tour operator che ha ipropri uffici in via Simoned’Orsenigo 2, quasi all’angolocon via Cadore. Con una ca-ratteristica che lo distingue daaltri operatori del settore: iviaggi sono sempre accompa-gnati da un esperto che - in ba-se alla meta e al tagliodell’itinerario - può es-sere geologo, vulcanolo-go, naturalista, archeo-logo, laureato in scienzeambientali; e che quindi,grazie al suo sapere e al-la capacità di condivi-derlo, rende l’esperienzapiù interessante, ricca e arric-chente. «Era la fine degli anni Novan-ta, frequentavamo ancoral’università, e abbiamo pensa-to di costituire un’associazioneper andare nelle scuole, com-prese quelle della nostra zona,a raccontare la geologia e aproporre gite ad hoc», spiegaMarco Montecroci, tra i socifondatori di Kailas. Avvicinarea questo mondo i ragazzi eportarli in montagna a vederefossili e ghiacciai è stataun’esperienza sicuramente im-portante per gli studenti, maaltrettanto formativa per quelgruppetto di docenti neo-lau-reati che così ha imparato a‘parlare facile’, a evitare ter-mini troppo tecnici, a renderela propria materia viva e affa-scinate. Esperienza che alcunidi loro – tra i quali appuntoMarco Montecroci - hanno poimesso a frutto a partire dal1998, quando su richiesta di

amici hanno organizzato il lo-ro primo viaggio in Islanda.«È una terra tra le più affasci-nanti dal punto di vista geolo-gico. Ai tempi, era una desti-nazione ancora poco cono-sciuta e non facile, e noi era-vamo gli unici a organizzareviaggi esplorativi con fuori-strada nostri, tende e cucinada campo», ricorda Montecro-ci. A quel primo viaggio ne so-no seguiti altri con la stessadestinazione - nei mesi estivi-, mentre in quelli invernali laprima meta è stata il Marocco.

Essendo solo un’associazione,i primi anni Kailas si è appog-giata a un’agenzia di viaggi inzona. Poi nel 2001, la decisio-ne di prendere la licenza ditour operator e aprire propriuffici. Da quel momento, anno dopoanno – grazie al passaparola ealla presenza nelle fiere di set-tore – la richiesta di ‘viaggicon l’esperto’ è cresciuta, e dipari passo l’offerta: oggi, a di-stanza di 20 anni da quel pri-mo pioneristico viaggio in Is-landa, Kailas offre una cin-quantina di diverse destinazio-ni – dalla Nuova Zelanda al-l’Ecuador, dalla Tanzania allaGroenlandia, dalla Patagoniaal Bhutan - con partenze tuttol’anno e itinerari mediamentedi 8-15 giorni, cui si aggiun-gono viaggi su misura. Il tuttocoordinato – oltre che da unristretto gruppo di soci - da trepersone in ufficio e più di ven-ti guide specializzate.

Lo spirito invece è ancora ilmedesimo del primo viaggiodel 1998: vedere e rispettare.«Oggi in poco tempo di pos-sono raggiungere posti lontanie speciali, ma spesso delica-tissimi – spiega Montecroci –.Un esempio è la Groenlandiaest: in sei ore di volo si è ca-tapultati lì, con il rischio dinon rendersi conto che si trattadi luogo dall’equilibrio moltofragile, sia dal punto di vistadella natura sia della popola-zione. Noi puntiamo a viaggiche permettano di compren-

dere al meglio i luoghidove andiamo, di entrarein contatto con chi ci vi-ve, e di dare il nostrocontributo per conser-varli». Questo spiega an-che il logo Kailas, sceltofin dall’inizio per unmotivo ben preciso: do-

po aver conquistato tutti gli8000 del mondo, Messner eb-be dal governo cinese il per-messo di scalare anche il mon-te Kailash; ma lui, per rispettodi quella montagna sacra pertibetani e induisti, non lo fecemai, invitando tutti a non far-lo. «Ci colpì molto quella scel-ta: significava avere rispettoper qualche cosa anche quan-do si ha la possibilità di rag-giungerla. Così, quel nome –senza h finale – e quella filo-sofia sono diventati il simbolodel nostro lavoro, ovvero por-tare le persone in posti magici,selvaggi e mistici, con l’impe-gno di rispettare ambiente,persone, civiltà e cultura». Im-pegno che continua a com-prendere la divulgazione:spesso infatti Kailas organizzain zona serate con foto e rac-conti delle diverse mete in ca-talogo.

Fiorenza Auriemma

I 20 anni di Kailas

Page 15: COPIA OMAGGIO Nuovo terziario a Santa Giulia sudquattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_197.pdf · 2 giugno 2018 Milano Via Tito Livio, 13 Tel. 02 5518 7960 Pantigliate

giugno 2018 15

progetto “Disabili-Abili”, con tanti momentimusicali fino a tarda sera.

A.P.S. [email protected]

19 giugno dalle 19 alle 21COMUNICART & PAROLEINASCOLTOPresso Parcolorato delle mani e delle idee, viaLomellina 62Giochi e laboratori con aperitivo. Ingresso a of-ferta libera.

EQUI.LIBRI IN CORVETTOpresso Libreria Punta alla Luna

via Marochetti 27 – tel. 02 84563555

23 giugno ore 10UNA RAGAZZA IN CIMAdi Francesca Brunetti. Ultimo appuntamentocon “Evviva, si legge!”. Per bambini dai 6 ai 10anni; partecipazione gratuita. Per informazionie iscrizioni: [email protected].

ELETTRAUTOCADOREVia Cadore angolo via Pinaroli

Giovedì 21 giugno dalle 18 alle 22.30In occasione della Festa Europea della musicaElettrautocadore festeggia il suo 12 anno diapertura con una serata musicale con il Vale Fi-noli quintet, la Frigia's Band, il Bar Fly Bande il Glam Acustic Duo. Partecipano i ballerinidella scuola Araña Tango.

LA CASA DI VETROVia Sanfelice 3 – tel. 02 55019565

Fino al 23 giugnoI HAVE A DREAMLa lotta civile degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther KingIn mostra 200 immagini, a stampa e a video,provenienti dagli Archivi di Stato statunitensi,tra cui una serie di rarità e le opere di alcunidei più grandi fotoreporter dell’epoca.

LICEO SCIENTIFICO “EINSTEIN”

Via Einstein 3 – tel. 02 5413161

12 luglio ore 19.30APERITIVO BIANCOPer festeggiare i neo-diplomati del 2018 congli ex alunni e gli amici della scuola.

FM CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA

presso Frigoriferi Milanesi, via Piranesi 10 tel. 02 73981

Fino al 15 luglioTHE SZECHWAN TALEChina, Theatre and HistoryMostra a cura di Marco Scotini.

INTERFACE HUB/ARTVia Passo Pordoi 7/3

Fino al 15 luglioVIRTUS DORMITIVAdi Alfred Ramirez, a cura di Giuseppe Frangi

WOW SPAZIO FUMETTOViale Campania 12 – tel. 02 49524744

Fino al 30 settembreALIENIDa Superman ad Alien gli extraterrestri più fa-mosi in mostra tra fumetto, letteratura, illustra-zione, cinema e televisione. Dal martedì al venerdì ore 15-19; sabato e do-menica ore 15-20. Chiuso in agosto.

C.R.A.L. COMUNE DI MILANOVia Bezzecca 24 – tel. 025456123

Al C.R.A.L. si apre la vendita degli abbona-menti teatrali 2018-2019. Un ricco programma

BIBLIOTECA OGLIOVia Oglio 18 – tel. 02 88462971

Tutti i venerdì fino al 29 giugno dalle 16.30alle 17.30Venerdì… da favolaStorie, poesie e filastrocche in compagnia dellebibliotecarie. Info e prenotazioni 02 88462971

VICINARTEVia Tito Livio 29 – tel. 349 1625263

Serate LupusGioco di ruolo dove si dovrà aguzzare l'inge-gno e usare l'astuzia per capire chi mente e nonfar scoprire chi si è. Prossima serata il 15 giu-gno ore 21.

ASSOCIAZIONE DHYANALOMBARDIAVia Comelico 44

cell. 339 2176232, 329 7789545

15 e 22 giugno dalle 19 alle 21ANCHE LE MIE ANSIE HANNO L’ANSIASeminari condotti dalla dottoressa Miggianosul tema dell’ansia e dei suoi rimedi.

21 giugno dalle 13 alle 20GIORNATA MONDIALE DELLO YOGAClassi aperte per adulti e bambini, gratuite pertutti.

ASS. CULTURALE ANIMALI E SOCIETÀ

Via Fabio Massimo 25 – cell. 348 [email protected]

Nei mesi di giugno, luglio e settembre l’asso-ciazione presenta il progetto G.E.C.O. (Genti-lezza, Empatia, Cooperazione, Ospitalità)articolato in un ciclo di appuntamenti rivolti abambini e over 65 organizzati nel giardinodella Trattoria Casottel di via Fabio Massimo25, con la partecipazione di psicologhe,un’educatrice cinofila e pet therapist con il suocane Charlie e una veterinaria.LABORATORIO DI GIOCOAttività all’aperto per bambini dagli 8 agli 11anni. Primo appuntamento il 15 giugno dalle17.30 alle 19.30.APERITIVO CON CHARLIEAperitivi con conferenza per over 65. Primoappuntamento il 30 giugno dalle 10.30 alle 12.

GUARDIE ECOLOGICHEVOLONTARIE

16 giugno dalle 10 alle 12MERAVIGLIE E TESORI NASCOSTI NEI PARCHIDI MILANOVisite guidate al Parco Formentano

PARCOLORATO DELLE MANI E DELLE IDEE

Via Lomellina 62 – Cortile Bellomi cell. 338 5412098

16 giugno dalle 10 alle 11.30COCCOLE E COLORISignor Rosso incontra signor Giallo… ed esplode l’estate!Per bambini dai 2 ai 6 anni. Prenotazione ob-bligatoria a [email protected].

COMITATO SAN LUIGI17 giugno FESTA DI SAN LUIGIIn piazza e nelle vie limitrofe, con negoziaperti, bancarelle, spettacoli e animazione perbambini.

C.A.M. PAREAVia Parea 26 – tel. 02 88447455, 02 88447456

17 giugno a partire dalle ore 17MUSIC CONTESTGiornata dedicata all’inclusione sociale nel

di spettacoli e rassegne che vanno dalla prosaclassica alle commedie brillanti; dai baby-show ai musical e agli spettacoli comici. Inoltre visite culturali di gruppo, nei siti più ca-ratteristici di Milano e al Cenacolo Vinciano,con una guida esperta. Il CRAL propone anchepacchetti di soggiorni mare, montagna; tours,crociere, gite giornaliere e parchi divertimentoper tutta la famiglia. Tutte le informazioni sulsito www.cralcomunemilano.it. Per informa-zioni e prenotazioni tel. 02 5456123.

SPAZIO AVIREX TERTULLIANO

Via Tertulliano 68 - tel. 02 49472369

21 giugno ore 21

LE NOTTI BIANCHE

Elaborazione drammaturgica di GiuseppeScordio, regia di Francesco Leschiera

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

Fino al 17 giugno

LA BUONA EDUCAZIONE

Piccola Compagnia Dammacco

27 giugno – 31 luglio

WHO IS THE KING

Progetto ispirato a William Shakespeare, divisoin due episodi. A cura di Lino Musella, AndreaBaracco, Paolo Mazzarelli. Previste 14 repli-che e prove generali aperte al pubblico.

Fino al 17 giugno

MAMMA A CARICO

Mia figlia ha novant’anni

Di e con Gianna Coletti

CINEMA TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli - tel. 333 5730340

20 – 23 giugno

TUTTI SUL PALCO

Festival del teatro sociale

I Centri Diurni per Disabili e i Centri socio-ri-creativi presentano i loro spettacoli. Il 20 giugnopreviste quattro rappresentazioni differenti, apartire dalle 10.30 fino alle 21. Si continua il 22giugno, con due appuntamenti alle 10.30 e alle16.30, per concludere il 23 giugno con una recitaalle 15.30. Costo massimo degli ingressi € 3.

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544

Fino al 17 giugno

IL RE ANARCHICO E I FUORILEGGE

DI VERSAILLES

Scritto e diretto da Paolo Rossi

CINEMA TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli - tel. 333 5730340

Cinema all’aperto16 giugno ore 21

COCO

di Lee Unkrich e Adrian Molina

23 giugno ore 21

COME UN GATTO IN TANGENZIALE

di Riccardo Milani

IL CINEMINOVia Seneca, 6 – tel. 02 35948722

Per la programmazione quotidiana consultareil sito www.ilcinemino.it

FONDAZIONE PRADALargo Isarco 2 – tel. 02 56662611

Proiezione speciale24 giugno ore 19

ULTIMO TANGO A PARIGIdi Bernardo Bertolucci

PALAZZINA LIBERTYIN MUSICA

Largo Marinai d’Italia 1 - Tel. 02 88462320

14-16 giugno

MiAmOr Music FestivalMilano Amateurs & OrchestraAndrea Vizzini direttore artisticoOrari e prenotazioni: www.pianolink.it

17 giugno ore 15,30

Centro Musicale Suzuki MilanoOMAGGIO A LOLA TAVORCon gli allievi delle scuole Suzuki in ItaliaMusiche di J.S. Bach, E. Grieg, L. van Beethoven,R. Schumann, F. ChopinIngresso libero fino a esaurimento posti.

21 giugno ore 20,30

Festival LiederìadiFESTA DEL SOLSTIZIO D’ESTATERecital Alti & Bassi

23 giugno ore 17

Compagnia del BelCantoNOTE D’ESTATEConcerto-spettacolo con le più celebri aried’operetta italianeGiuseppina Russo sopranoAnnalisa Carbonara sopranoAlessandro Mundula tenoreAlessandra D’Apice e Virginia Buccellato danzatriciPresenta Roberto Biffi

Elia Tagliavia pianoforte e concertatoreIngresso libero fino a esaurimento posti.

8 luglio ore 17

Compagnia del BelCantoCONCERTO FINALEcon la presentazione dei vincitori del V Con-corso Lirico Internazionale “A Ruoli d’Opera”e “Invito all’Opera / MilanoLiberty”.Ingresso libero fino a esaurimento posti.

TTEEAATTRRII

CCIINNEEMMAA

EEVVEENNTTII

MMUUSSIICCAA

Il comitato soci coop PiazzaLodi Rogoredopropone:

SABATO 23 GIUGNO GITA A MODENAProgramma: partenza ore 7.00 davanti Iper-coop di viale Umbria – ore 7.10 via Rogo-redo ang. Feltrinelli

Arrivo a Modena e inizio visita guidata delcentro storico e di Palazzo Ducale. Il Duo-mo, la Torre Civica e la Piazza Grande dellacittà sono inserite dal 1997 nella lista deisiti italiani patrimonio dell'umanità dal-l'UNESCO. Pranzo al Ristorante Il Fantino Pomeriggio visita a una acetaia con degu-stazione finale. Rientro in serata

QUOTA DI PARTECIPAZIONE SOCI

COOP ATL € 55,00 (da versare alla pre-

notazione) Minimo 45 partecipanti Le prenotazioni si ricevono presso Ufficiosoci Ipercoo tel 02.54045325 – Ufficio sociVia Freikofel 7

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

Page 16: COPIA OMAGGIO Nuovo terziario a Santa Giulia sudquattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_197.pdf · 2 giugno 2018 Milano Via Tito Livio, 13 Tel. 02 5518 7960 Pantigliate

16 giugno 2018

Il 27 agosto del 1930, Luigi Amo-deo fonda la ADA “Amministra-zioni Diverse Anonima” con lo

scopo di amministrare per conto terzipatrimoni, aziende e immobili. Un’at-tività lontana dalla definitiva specia-lizzazione che assunse l’azienda, ov-vero il ricovero e lo stoccaggio dimerci deperibili nei magazzini refri-gerati che avviene nel 1958.Una storia industriale che non è stato

facile ricostruire; impossibile trovaretestimonianze dirette di qualcuno chevi abbia lavorato, ma dai documenticonservati presso la Camera di com-mercio, nell’agosto ‘57 la ragione so-ciale da ADA viene cambiata in Ada-frigor Spa Rogoredo e l’anno succes-sivo la sede viene trasferita in viaBoncompagni 101. Nel 1960 Adafri-gor assume la sua definitiva specia-lizzazione industriale. Diventa sede

di “magazzino generaleper il deposito di mercivarie nazionali, nazio-nalizzate ed estere”,mentre i magazzini fri-goriferi erano utilizzatiper la “conservazione diformaggi, carni e surge-lati”. Una curiosità tro-vata in rete è un volu-metto in tedesco dovevengono spiegati detta-gliatamente i macchina-ri con tavole relative alloro impianto elettrico.Sempre nel ‘69 c’èl’ampliamento della su-perficie utile per lo stoc-caggio delle merci di6500 metri quadri, la

costruzione di un raccordo fer-roviario con la stazione di Ro-goredo, oltre alla possibilità ditenere in deposito merci volumi-nose, in due piazzali, recintati,posti all’interno dello stesso ma-gazzino rispettivamente di 1420e 580 metri quadrati.L’attività dell’azienda proseguefino al giugno del 1984 quandole perdite ammontano a 425mi-lioni di lire, segnale che la ge-stione o il mercato minano le ba-si dell’azienda. Quattro anni do-po, per sistemare le finanze av-viene la fusione con Crio srl chenon migliora la situazione: leperdite aumentano e né la tra-sformazione in srl né l’incorpo-razione della Bilancia 91 srl rie-scono a sanare la situazione.Il 1994 corrisponde anche alla defi-nitiva chiusura dell’attività dell’Ada-frigor che lascia lo stabilimento divia Boncompagni. Da allora il fab-bricato viene abbandonato all’incuriadel tempo, al vandalismo. Nel 2003in un documento comunale si parladi un intervento da parte di privatiper la inclusione dello stabile nel pia-no Rogoredo-Montecity, ma senza

alcun esito. Il solo intervento che vie-ne effettuato è la demolizione delleparti interne dell’edificio da parte diuna ditta del Torinese che lascia sololo scheletro.Unico momento di “vita” dello sta-bile nell’ottobre del 2006, un happe-ning estemporaneo, riportato anchedai quotidiani, dove oltre cento artistiesposero le loro creazioni. Dopo que-sto nulla, nessuno è più entrato nel-

l’edificio diventato regno diuna colonia di gatti e volieraper i piccioni di zona.Poi quest’anno la svolta…È infatti in corso la demolizio-ne dello “scheletro” per far po-sto a un albergo di una catenagiapponese, con caratteristicheminimal, pensato per una uten-za d’affari e brevi soggiorni,vista la vicinanza con la stazio-ne di Rogoredo. L’edificio sisvilupperà in altezza per 10piani e ospiterà circa 430 stan-ze. Previsti una serie di inter-venti pubblici: la realizzazionedi un parcheggio in parte as-servito ad uso pubblico, la ri-qualificazione del marciapiededi via Boncompagni antistante

l’area, una pista ciclabile di collega-mento fra l’area di intervento e la sta-zione ferroviaria di Rogoredo attra-verso aree di proprietà RFI.Nel prossimo numero saremo in gra-do di mostrare un render dell’inter-vento, ora pubblichiamo una fotod’epoca e lo stato attuale. Comunque è una bella soddisfazionevederlo abbattere!

©Sergio Biagini

Lo stabilimento del freddoLa storia dell’Adafrigor di via Boncompagni. Dopo la demolizione nascerà un albergo

La Adafrigor nel 1959

Della Cascina Mancatut-to si pensava di saperetutto invece… Invece

tra le sue mura è vissuto unpittore ritenuto da esperti unpunto fermo nella sto-ria dell’arte del secolotrascorso. Si tratta diFranco Gatti, il padredegli attuali proprie-tari della Cascina, na-to nel 1904 e la cui vi-ta è stata caratterizza-ta dal disegno e dallapittura, ottenendo im-portanti riconosci-menti. Franco muorenel 1966 e a 52 anni edalla sua scomparsa ifigli hanno voluto,con la collaborazionedi Wanna Allievi cheha curato l’ultima suamostra, farlo conosce-re al grande pubblico.Il suo percorso artisti-co inizia con gli studi di dise-gnatore alla Feltrinelli e con-tinua con la scuola di disegnodel Castello Sforzesco, fre-quentando successivamente lostudio di Enrico Felisari comeallievo e poi amico per anni.Fondamentalmente FrancoGatti è stato un paesaggista conbelle vedute di Milano o angoli

di paesi e città, con l’uso di va-rie tecniche; particolarmenteinteressanti le sue nature mortecon delicate pennellate ad ac-querello; non mancano i nudi

di donna dove utilizza la san-guigna su carta ottenendo il ri-sultato di una quasi tridimen-sionalità del disegno. Un capi-tolo della mostra, tenuta loscorso aprile nella BibliotecaUmanistica della chiesa dell’In-coronata in corso Garibaldi, èdedicato ai disegni e bozzettipubblicitari mai arrivati alla

stampa, che denotano una voltadi più il suo background tecni-co. Il percorso pittorico diFranco Gatti ha visto importan-ti affermazioni e riconoscimenti

e molte delle sue opere, salvoquelle gelosamente conservatedai figli Paolo e Giuseppe, fan-no parte di collezioni pubblichee private in Italia e anche al-l’estero.Torneremo ancora nella casci-na che non finisce mai di ri-servarci sorprese!

© S. B.

Franco Gatti il pittoredella Mancatutto

16-25 giugno 1918 /16-25 giugno 2018presso il Centro commerciale PiazzaLodi,

una mostra storica su

10 giorni di guerra raccontati con le pagine originali del CORRIERE DELLA SERA di 100 anni fa

Introduzione storica di Giovanni Chiara

Un progetto realizzato da QUATTRO in collaborazione con il Comitato soci coop PiazzaLodi-Rogoredo

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In fase di demolizione