copertine Model (1) - Unione dei Comuni del Medio Brenta ... · RELAZIONE DI CALCOLO ... 2.6.1...
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COSTRUZIONE DELLA NUOVA MENSA SCOLASTICA ASERVIZIO DELLE SCUOLE MATERNA AQUILONE,
ELEMENTARE GIULIO ZANON E MEDIA DON MILANIDI MEJANIGA DI CADONEGHE (PD)
arch. Federico Tassocalle dei calafati - 30031 Dolo (VE)tel. 339 [email protected]
ing. Guido Vielvia dei Re Magi, 931020 Revine Lago (TV)tel. 377 [email protected]
Studio de ZoltPer. Ind. Liviano de Zoltarch. Luana de ZoltVia Guglielmo Marconi, 5335010 Vigodarzere (Padova)tel. 049 8848176fax. 049 [email protected]
Studio Tecnico Zamboninvia Rossi , 3/f35030 Rubano (Padova)tel. 049 8978875fax. 049 [email protected]
ENERGO s.r.l.Per. Ind. Denis ZuinVia Guido Rossa, 2935020 – Ponte San Nicolò (PD)tel. 049 8961072fax. 049 8312079
dott.sa Silvia Ciprianovia Monte Gallo 3635143 Padova
SCALA DATA
FEBBRAIO 2014---
PROGETTO ESECUTIVO
PROGETTO IMPIANTI MECCANICI
FASE:
DESCRIZIONE:
D.1.03
Committente:Unione dei Comuni del Medio Brenta
Viale della Costituzione, 3 - 35010 - Cadoneghe (Pd)Tel 049 8881764 - Fax 049 8881732 - P.I./C.F. 04107300289
[email protected] - [email protected]
Responsabile Unico Procedimentoarch. Vanni Baldisseri
Ufficio LL.PP. - Comune di Cadoneghe (PD)P.zza Insurrezione, 15 - 35010 Cadoneghe (PD)
Tel. 049 [email protected]
PROGETTISTI COMMITTENTE
IMPIANTI MECCANICI
IMPIANTI ELETTRICI
ARCHITETTONICO
STRUTTURE
SICUREZZA
ARCHEOLOGIA
RELAZIONE DI CALCOLOMECCANICI
Progetto impianti meccanici
Relazione di calcolo
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INDICE
1 GENERALITA’ ......................................................................................................... 3
1.1 PREMESSA.............................................................................................................. 3
1.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................ 3
1.2.1 UNI - IMPIANTI RISCALDAMENTO ....................................................................... 5
1.2.2 UNI - SISTEMI DI VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO ................................. 6
1.2.3 UNI - IMPIANTI IDROSANITARI ............................................................................ 8
2 IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE DELL’ARIA .............................................................. 9
2.1 PREMESSA.............................................................................................................. 9
2.2 CRITERI E SCELTE DI PROGETTO RELATIVE AGLI AMBIENTI CLIMATIZZATI ..... 10
2.2.1 CLIMATIZZAZIONE ESTIVA ED INVERNALE EDIFICIO ........................................ 10
2.2.2 SERVIZI IGIENICI .................................................................................................... 11
2.3 PARAMETRI DI PROGETTO .................................................................................. 12
2.4 DISTRIBUZIONE DELL’ARIA ................................................................................... 12
2.4.1 GENERALITÀ .......................................................................................................... 12
2.4.2 DIMENSIONAMENTO CANALIZZAZIONI ............................................................ 12
2.5 DISPOSITIVI DI IMMISSIONE DELL’ARIA ............................................................. 13
2.5.1 DIFFUSORE QUADRATO DI MANDATA .............................................................. 13
2.5.2 DIFFUSORE AD EFFETTO ELICOIDALE DI MANDATA ....................................... 13
2.5.3 BOCCHETTE DI MANDATA AD ALETTE REGOLABILI ......................................... 13
2.5.4 GRIGLIE DI ASPIRAZIONE .................................................................................... 14
2.6 DIMENSIONAMENTO DI ESEMPIO ...................................................................... 15
2.6.1 CALCOLO DEI CARICHI TERMICI ....................................................................... 15
2.6.2 INDIVIDUAZIONE DELLE PORTATE DI MANDATA E DI ESTRAZIONE ............... 15
2.6.3 SCELTA E DIMENSIONAMENTO DEI DISPOSITIVI DI IMMISSIONE
DELL’ARIA .............................................................................................................. 15
2.6.4 DISEGNO DEL PERCORSO DELL’IMPIANTO ...................................................... 16
2.6.5 DIMENSIONAMENTO DEI CANALI ...................................................................... 16
3 RETI DEI FLUIDI TERMOVETTORI ........................................................................... 17
3.1 PREMESSA.............................................................................................................. 17
3.2 CRITERI GENERALI DI PROGETTO PER LE RETI SECONDARIE .......................... 17
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3.3 RETI IDRICO SANITARIE E SCARICHI ................................................................... 18
3.4 PREMESSA.............................................................................................................. 18
3.5 RETI IDRICO SANITARIE ........................................................................................ 18
3.5.1 CRITERI GENERALI DI PROGETTO PER LE RETI IDRICO SANITARIE.................. 18
3.5.2 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI IDRICO SANITARIE ....................................... 19
3.5.2.1 CALCOLO DELLE PORTATE ................................................................................. 19
3.5.2.2 DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI ............................................................ 21
3.5.2.3 CALCOLO DELLA RETE DI RICIRCOLO DELL’ACQUA CALDA. ...................... 23
3.5.2.4 CALCOLO DELLA PRESSIONE DI ESERCIZIO ..................................................... 24
3.5.3 DIMENSIONAMENTO ........................................................................................... 25
3.6 RETI DI SCARICO ACQUE REFLUE ...................................................................... 26
3.6.1 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI DI SCARICO ACQUE REFLUE ..................... 26
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1 GENERALITA’
1.1 PREMESSA
La presente relazione tecnica, fornita a corredo del progetto esecutivo, illustra i
criteri e le modalità di calcolo adottati nella progettazione degli impianti
meccanici al fine di consentirne un’agevole lettura e verificabilità.
I calcoli esecutivi sono eseguiti con riferimento alle condizioni d’esercizio, alla
destinazione specifica e permettono di valutare le quantità di materiali
necessarie all’ esecuzione dell’opera.
1.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Gli impianti, oggetto dell’appalto, nel loro complesso e nei singoli elementi, sono
stati progettati conformemente alla legislazione e alla normativa vigente al
momento dell’esecuzione dei lavori stessi e dovranno essere resi esecutivi nel
rispetto di tali norme od eventuali successive modificazioni.
In particolare si citano i seguenti riferimenti legislativi:
D.Lgs 29/12/2006, n. 311 - Attuazione della direttiva 16/12/2002, n. 91 relativa al
rendimento energetico nell'edilizia;
Decreto 27/07/2005 - Norma concernente il regolamento d'attuazione della
legge 9 gennaio 1991, n. 10 (articolo 4, commi 1 e 2), recante: «norme per
l'attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di
energia»;
DM 6-04-2004, n. 174 - Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che
possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione
e distribuzione delle acque destinate al consumo umano;
Ordinanza Presidente Consiglio dei Ministri 02/10/2003, n. 3316 - Modifiche ed
integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20
marzo 2003, recante «Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica».
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D.Lgs 12/6/2003, n. 233 - Attuazione della direttiva 1999/92/CE (direttiva ATEX)
relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento dello tutelo della sicurezza
della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive;
D.M. 18/09/2002 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per
la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture pubbliche e private.
(GU n. 227 del 27-9-2002);
DPR 21-12-1999, n. 551 - Regolamento recante norme per la progettazione,
l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai
fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4,
della legge 9-01-1991 n. 10 (modifiche al DPR 412/93);
DPR 24/7/1996, n. 459 (Direttiva Macchine) - Regolamento per l'attuazione delle
direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il
riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relativi alle macchine;
DPR 26-08-1993, n. 412 - Regolamento recante norme per la progettazione,
l’installazione, l’esercizio o la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai
fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4,
della legge 09-01-1991 n. 10;
D.Lgs 15/8/1991, n. 277 - Attuazione delle direttive in materiali protezione dei
lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e
biologici durante il lavoro;
LEGGE 9/01/91, n. 10 - Norme per l’attuazione del Piano Energetico Nazionale in
materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle
fonti rinnovabili di energia;
D. Lgs. 29 dicembre 2006 n. 311 – Disposizioni correttive ed integrative al decreto
19 agosto 2005 n. 192 recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al
rendimento energetico nell’edilizia.
D.Min. 22/01/2008, n. 37 - Regolamento concernente l’attuazione della legge
n.248, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
impianti all’interno dell’edificio.
DM 1/12/75 - Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi in
pressione (in particolare raccolte “R” e “H”);
DPR 22/12/1970, n. 1391 - Regolamento per l'esecuzione della L. 13 luglio 1966, n.
615, recante provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico, limitatamente al
settore degli impianti termici;
Legge 13-07-1966, n. 615 - Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico.
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DPR 19/03/1956 n. 302 - Norme generali per l’igiene sul lavoro;
DPR 7/01/1956 n. 164 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle
costruzioni;
Altre riferimenti legislativi cogenti in ambito regionale e statale.
1.2.1 UNI - IMPIANTI RISCALDAMENTO
− UNI 10200, - 30-09-93 – Impianti di riscaldamento centralizzato. Ripartizione
delle spese di riscaldamento.
− UNI 10202, - 30-09-93 – Impianti di riscaldamento con corpi scaldanti a
convezione naturale. Metodi d’equilibratura.
− UNI 10344, - Riscaldamento degli edifici – Calcolo del fabbisogno d’energia.
− UNI 10345, - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Trasmittanza
termica dei componenti edilizi finestrati – Metodo di calcolo.
− UNI 10348, - Riscaldamento degli edifici – Rendimenti dei sistemi di
riscaldamento – Metodo di calcolo.
− UNI 10376, - Isolamento termico degli impianti di riscaldamento e
raffrescamento degli edifici.
− UNI 10379, - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Procedure per
l’individuazione dei limiti per lo svolgimento delle verifiche per il fabbisogno
energetico convenzionalmente normalizzato.
− UNI 10412, - 31-12-94 – Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Prescrizioni
di sicurezza.
− UNI 5364, - 30-09-76 – Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Regole per
la presentazione dell’offerta e per il collaudo.
− UNI 8061, - 1-12-80 – Impianti di riscaldamento a fluido diatermico a vaso
aperto. Progettazione, costruzione ed esercizio.
− UNI 8061 FA 132-84, - 1-01-84 – Foglio di aggiornamento n.1 alla UNI 8061
(dic.1980). Impianti di riscaldamento a fluido diatermico a vaso aperto.
Progettazione, costruzione ed esercizio.
− UNI 8062, - 31-07-80 – Gruppi di termoventilazione. Caratteristiche e metodo
di prova.
− UNI 8156, - 30-09-81 – Valvole di zona ad uso ripartizione spese di
riscaldamento. Requisiti e metodi di prova.
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− UNI 8199, - 30-11-98 – Acustica – Collaudo acustico degli impianti di
climatizzazione e ventilazione – Linee guida contrattuali e modalità di
misurazione.
− UNI 8465, -30-06-83 – Sistema di ripartizione delle spese di riscaldamento
utilizzante valvola di zona e totalizzatore dei tempi d’inserzione.
− UNI 8631, - 30-11-84 – Totalizzatori dei tempi d’inserzione. Caratteristiche e
prove.
− UNI 9019, - 31-12-87 – Ripartizione delle spese di riscaldamento basata sulla
contabilizzazione di gradi-giorno in impianto a zona. Impiego e prova del
totalizzatore di gradi-giorno.
− UNI 9511-89, - Disegni tecnici - Rappresentazione delle installazioni, segni
grafici per impianti di condizionamento dell’aria, riscaldamento, ventilazione,
idrosanitari, gas per uso domestico.
− UNI EN 1151, - 31-05-99 – Pompe – Pompe rotodinamiche – Pompe di
circolazione di potenza assorbita non maggiore di 200 W per impianti di
riscaldamento e impianti d’acqua calda sanitaria per uso domestico – Requisiti,
prove, marcatura.
− UNI EN 12098-1, - 31-07-98 – Regolazioni per impianti di riscaldamento –
Dispositivi di regolazione in funzione della temperatura esterna per gli impianti di
riscaldamento ad acqua calda.
− UNI EN 442-3, - 28-02-99 – Radiatori e convettori – Valutazione della
conformità.
− UNI EN 834, - 31-12-97 – Ripartitori dei costi di riscaldamento per la
determinazione del consumo dei radiatori. Apparecchiature ad alimentazione
elettrica.
− UNI EN 835, - 30-11-98 – Ripartitori dei costi di riscaldamento per la
determinazione del consumo dei radiatori – Apparecchiature basate sul principio
d’evaporazione, senza l’ausilio d’energia elettrica.
1.2.2 UNI - SISTEMI DI VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO
− UNI 10339, - 30-06-95 – Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità,
classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e
la fornitura.
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− UNI 10346, - 30-11-93 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Scambi
d’energia termica tra terreno e edificio. Metodo di calcolo.
− UNI 10347, - 30-11-93 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Energia
termica scambiata tra una tubazione e l’ambiente circostante. Metodo di
calcolo.
− UNI 10349, - 30-04-94 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati
climatici.
− UNI 10381-1, - 31-5-96 – Impianti aeraulici. Condotte. Classificazione,
progettazione, dimensionamento e posa in opera.
− UNI 10381-2, - 31-05-96 – Impianti aeraulici. Componenti di condotte.
Classificazioni, dimensioni e caratteristiche costruttive.
− UNI 7831, - 31-07-78 – Filtri d’aria per particelle, a secco e ad umido.
Classificazione e dati per l’ordinazione.
− UNI 7832, - 30-09-78 – Filtri d’aria per particelle a media efficienza. Prova in
laboratorio e classificazione.
− UNI 7833, - 31-10-78 – Filtri d’aria per particelle ad alta ed altissima efficienza.
Prova in laboratorio e classificazione.
− UNI 7940-1, - 30-09-79 – Ventilconvettori. Condizioni di prova e caratteristiche.
− UNI 7940-2, - 30-09-79 – Ventilconvettori. Metodi di prova.
− UNI 7940/1 FA 243-88, - 30-04-88 – Foglio di aggiornamento n. 1 alla UNI 7940
parte 1 (set. 1979). Ventilconvettori. Condizioni di prova e caratteristiche.
− UNI 8062, - 31-07-80 – Gruppi di termoventilazione. Caratteristiche e metodo
di prova.
− UNI 8199, - 30-11-98 – Acustica – Collaudo acustico degli impianti di
climatizzazione e ventilazione - Linee guida contrattuali e modalità di
misurazione.
− UNI 8728, - 28-02-88 – Apparecchi per la diffusione dell’aria. Prova di
funzionalità.
− UNI 9953, - 31-03-93 – Recuperatori di calore aria-aria negli impianti di
condizionamento dell’aria. Definizioni, classificazioni, requisiti e prove.
− UNI EN 378-1, - 30-11-96 – Impianti di refrigerazione e pompe di calore.
Requisiti di sicurezza ed ambientali. Requisiti di base.
− UNI EN 779, - 31-03-95 – Filtri d’aria antipolvere per ventilazione generale.
Requisiti, prove, marcatura.
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− UNI EN 810, - 31-01-99 – Deumidificatori con compressore elettrico – Prove
prestazionali, marcatura, requisiti di funzionamento e informazioni tecniche.
− UNI EN 814-1, - 28-02-99 – Condizionatori e pompe di calore con compressore
elettrico – Raffreddamento - Termini, definizioni e designazione.
− UNI EN 814-2, - 28-02-99 – Condizionatori e pompe di calore con compressore
elettrico – Raffreddamento – Prove e requisiti per la marcatura.
− UNI EN 814-3, - 28-02-99 – Condizionatori e pompe di calore con compressore
elettrico – Raffreddamento – Requisiti.
− UNI EN ISO 11820, - 31-01-99 – Acustica – Misurazioni su silenziatori in sito.
− UNI ENV 12097, - 30-04-99 – Ventilazione negli edifici – Rete delle condotte –
Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle
condotte.
− UNI ENV 12102, - 28-02-98 – Condizionatori, pompe di calore e deumidificatori
con compressori azionati elettricamente – Misurazione del rumore aereo –
Determinazione del livello di potenza.
− UNI ENV 328, - 31-10-93 – Scambiatori di calore. Procedure di prova per
stabilire le prestazioni delle batterie di raffreddamento dell’aria d’impianti per la
refrigerazione.
1.2.3 UNI - IMPIANTI IDROSANITARI
− UNI 9182 – 1987 - Edilizia - Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua
fredda e calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione.
− UNI EN 12056-1 - 2001-06-30 - Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno
degli edifici - Requisiti generali e prestazioni.
− UNI EN 12056-2 - 2001-09-30 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno
degli edifici - Impianti per acque reflue, progettazione e calcolo
− UNI EN 12056-3 - 2001-09-30 - Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno
degli edifici - Sistemi per l’evacuazione delle acque meteoriche,
progettazione e calcolo
− UNI EN 12056-5 - 2001-06-30 - Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno
degli edifici - Installazione e prove, istruzioni per l’esercizio, la manutenzione e
l’uso.
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2 IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE DELL’ARIA
2.1 PREMESSA
Il presente capitolo descrive i criteri e le regole di calcolo adottati nella
progettazione esecutiva degli impianti di distribuzione dell’aria.
Le soluzioni tipiche rappresentate descrivono le scelte e le linee guida adottate.
I criteri di progettazione adottati per gli impianti di climatizzazione sono conformi
alle normative attualmente in vigore (gennaio 2007).
In particolare:
- Circolare Ministero dei Lavori Pubblici 22 novembre 1974 n° 13011,
- UNI 10339
- EN 13779
- Linee Guida ISPESL.
Per le situazioni non contemplate, si è fatto riferimento a normative in vigore in
altri paesi europei (in particolare alla norma tedesca DIN 1946) e alla buona
tecnica di progettazione che, in alcuni casi, è più restrittiva delle norme stesse.
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2.2 CRITERI E SCELTE DI PROGETTO RELATIVE AGLI AMBIENTI CLIMATIZZATI
2.2.1 CLIMATIZZAZIONE ESTIVA ED INVERNALE EDIFICIO
Nei locali in genere, ove prevista, la climatizzazione estiva ed invernale sarà
costituita da sistema in pompa di calore ad espansione diretta con refrigerante
R410A. I terminali, a seconde delle esigenze, saranno del tipo a vista, a parete, a
pavimento o canalizzabili da incasso.
Inoltre, l'aria primaria sarà immessa nei locali a temperatura neutra (19/20 °C) in
inverno, ed a temperatura naturale nelle mezze stagioni ed in estate, il tutto
tramite sistemi di recupero di calore localizzati nelle zone di installazione dei
sistemi di aria primaria.
L’aria trattata (tutta esterna) sarà esclusivamente quella commisurata alle
necessità di ventilazione, e quindi una quantità decisamente piccola rispetto a
quella degli altri impianti.
L’aria arriverà mediante i canali di distribuzione in prossimità ai locali e dopo lo
stacco verrà convogliata direttamente nei locali o, se previsto, nei plenum di
ripresa delle apparecchiature di climatizzazione, creando così una miscela di
aria di ricircolo e aria esterna.
I collegamenti alle unità di ventilazione o ai terminali di immissione sarà eseguito
con canale flessibile. La lunghezza del tratto flessibile sarà sempre inferiore a
cinque volte il diametro, essendo di classe di reazione al fuoco superiore rispetto
a zero (come da normativa di prevenzione incendi).
La ripresa dell’aria sarà essenzialmente eseguita direttamente nei locali trattati,
e/o dai servizi igienici.
La distribuzione d’aria in tal modo sarà praticamente di tipo uniforme e non darà
luogo a correnti negli ambienti.
Il controllo della temperatura sarà assicurato, per ciascuno degli ambienti
interessati, dalle unità di ventilazione, controllate singolarmente dalla rispettiva
valvola a solenoide e dal termostato ambiente.
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2.2.2 SERVIZI IGIENICI
In tutti i servizi igienici è prevista la estrazione continua dell'aria viziata dal locale,
in un quantitativo pari ad almeno 8 V/h.
Il riscaldamento sarà effettuato mediante l'impianto a radiatori o scaldasalviette.
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2.3 PARAMETRI DI PROGETTO
Vedi relazione tecnica descrittiva Impianti meccanici.
2.4 DISTRIBUZIONE DELL’ARIA
2.4.1 GENERALITÀ
In generale la distribuzione dell’aria sarà realizzata con canali di mandata e
ripresa costruiti in acciaio zincato di forma rettangolare. Sarà adottata tale
soluzione al fine di ottimizzare lo sfruttamento degli spazi tecnici disponibili nei
controsoffitti. Infatti, un canale rettangolare ingombra meno (a parità di sezione
utile di passaggio) di uno circolare e consente maggiore flessibilità
d’installazione.
2.4.2 DIMENSIONAMENTO CANALIZZAZIONI
Per il calcolo dei canali di distribuzione dell'aria si è utilizzato il metodo della
perdita di carico (distribuita) unitaria costante.
Questo valore è stato generalmente assunto pari a circa 0.6 Pa/m (circa 0.06
mmH2O/m).
Scelte le dimensioni del canale, il valore della perdita di carico unitaria è in
funzione della portata totale d’aria trattata e della massima velocità ammessa.
Pertanto, una volta assunto il valore della perdita unitaria e della portata,
bisogna confrontare la velocità ottenuta con i valori massimi ammessi nei canali.
Per quanto riguarda la massima velocità nei canali sono stati assunti i seguenti
valori:
Tratto canalizzazione Velocità massima [m/s]
Collettori in centrale 10 Colonne montanti 8 Diramazioni principali 7 Diramazioni secondarie 5 Diramazioni terminali 3
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Si fa notare che, con una tale scelta delle velocità, si realizza nel canale un
recupero di pressione statica dovuto alla differenza di velocità fra il tratto iniziale
e quello finale.
2.5 DISPOSITIVI DI IMMISSIONE DELL’ARIA
Allo scopo di standardizzare le scelte dei dispositivi di immissione dell’aria, è stato
effettuato un pre-dimensionamento di tali componenti, tenendo conto dei limiti
relativi alla velocità dell’aria e dei livelli di rumorosità ambientali previsti (par. 2).
Tale pre-dimensionamento, ha permesso di associare ad ogni taglia del
dispositivo, un campo di portate d’aria per una facile guida alla scelta del
dispositivo stesso.
I risultati di questo pre-dimensionamento, per i dispositivi principali, sono riportati
nelle tabelle seguenti.
2.5.1 DIFFUSORE QUADRATO DI MANDATA
Taglia [mm x mm]
Campo portate aria
[m3/h]
∆p [Pa]
Taratura LwA [dB(A)]
295x295 Fino a 250 40 x 1,2 <30 370x370 250 500 35 x 1,2 <30 445x445 500 800 30 x 1,2 <30 595x595 800 1000 25 x 1,2 <30
2.5.2 DIFFUSORE AD EFFETTO ELICOIDALE DI MANDATA
Taglia [mm]
Campo portate aria [m3/h]
∆p [Pa]
Taratura LwA [dB(A)]
300 Fino a 180 25 x 1,2 <30 400 180 230 25 x 1,2 <30 500 230 450 15 x 1,2 <30 600 450 550 20 x 1,2 <30
2.5.3 BOCCHETTE DI MANDATA AD ALETTE REGOLABILI
Taglia Campo portate aria [m3/h]
LwA [dB(A)] Base
[mm] Altezza [mm]
200 100
100 150 <30 300 150 200 <30 400 200 300 <30
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500 300 400 <30 300
120
250 300 <30 400 300 350 <30 500 350 500 <30 600 500 800 <30 300
160
350 400 <30 400 400 500 <30 500 500 600 <30 600 600 1000 <30 800 1000 1200 <30 400 200 500 700 <30 500 700 1000 <30 600
300 1000 1400 <30
800 1400 2000 <30 1000 2000 3000 <30 600
400 1400 2000 <30
800 2000 2500 <30 1000 2500 3000 <30
2.5.4 GRIGLIE DI ASPIRAZIONE
Taglia Campo portate aria [m3/h]
LwA [dB(A)] Base
[mm] Altezza [mm]
200 100
100 150 <30 300 150 200 <30 400 200 300 <30 500 300 400 <30 200 150 150 200 <30 300 200 300 <30 200
200
200 250 <30 300 250 350 <30 400 350 450 <30 500 450 550 <30 600 550 700 <30 800 700 900 <30 1000 900 1100 <30
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2.6 DIMENSIONAMENTO DI ESEMPIO
Il dimensionamento di un impianto di distribuzione dell’aria è un processo che
avviene a tappe successive cioè in maniera interattiva, per le continue
verifiche intermedie tese all’ottimizzazione del risultato. Semplificando tale
processo, si possono individuare le seguenti tappe fondamentali:
- calcolo dei carichi termici relativi ad ogni ambiente
- individuazione delle portate di mandata e d’estrazione dei singoli
ambienti;
- scelta e dimensionamento dei dispositivi d’ immissione dell’aria;
- disegno del percorso dell’impianto individuando tutti i nodi (curve,
derivazioni, ecc.) attribuendo ad ogni tratto la portata;
- dimensionamento dei canali.
2.6.1 CALCOLO DEI CARICHI TERMICI
Il calcolo dei carichi termici è stato ottenuto in base al modello di calcolo
ASHRAE 1996, implementato su un modello dell’ospedale creato con il
programma di calcolo EC700. Tale calcolo ha permesso di ottenere, per ogni
ambiente, il carico termico massimo sia in regime di funzionamento estivo che
invernale.
Si rimanda al relativo documento per i dettagli sulle ipotesi ed i risultati di tale
calcolo.
2.6.2 INDIVIDUAZIONE DELLE PORTATE DI MANDATA E DI ESTRAZIONE
Nel caso di impianti misti aria-acqua, l’aria primaria tutta esterna, è stata
individuata considerando quanto segue:
- esigenze di rinnovo e ventilazione del locale;
2.6.3 SCELTA E DIMENSIONAMENTO DEI DISPOSITIVI DI IMMISSIONE DELL’ARIA
Nelle caso delle sale mensa, avendo optato per una climatizzazione del tipo
con apparecchiature di ricircolo e aria primaria, la scelta ed il dimensionamento
dei dispositivi di immissione dell’aria, risulta immediata sulla base dei risultati del
pre-dimensionamento riportato nel par. 2.5.
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2.6.4 DISEGNO DEL PERCORSO DELL’IMPIANTO
Il percorso dei canali è stato tracciato tenendo sempre presente gli spazi tecnici
a disposizione e compatibilmente alle seguenti esigenze:
- semplificazione del tracciato, riducendo il più possibile la lunghezza
ed il numero di pezzi speciali;
- facilità d’ accesso, per necessità di manutenzione alla rete dei canali
ed ai suoi componenti.
2.6.5 DIMENSIONAMENTO DEI CANALI
Le dimensioni dei canali sono state scelte, in prima battuta, tendo conto dei
risultati del calcolo del programma.
Successivamente, il dimensionamento è stato affinato con un ulteriore
programma sempre basato sul metodo della perdita di carico (distribuita)
unitaria costante.
Il programma prevede la divisione della pressione statica disponibile con la
lunghezza complessiva equivalente della canalizzazione.
Nel determinare tale lunghezza si prende in esame quella della canalizzazione
relativa al distributore più lontano o a quello più sfavorito (a parità di lunghezza
quello con più curve).
Si determina così la perdita di carico ammissibile per metro lineare di canale;
perdita che verrà mantenuta costante per tutto il sistema.
Con il valore di questa perdita e quello della portata il programma determina
automaticamente la sezione del canale e la velocità dell’aria nello stesso.
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3 RETI DEI FLUIDI TERMOVETTORI
3.1 PREMESSA
Il presente capitolo descrive i criteri e le modalità di calcolo adottati nella
progettazione degli impianti di distribuzione dei fluidi termovettori.
La rete di distribuzione dei fluidi termovettori si può suddividere in “rete primaria”
(all’interno delle centrali tecnologiche) e in “rete secondaria” (dalle centrali ai
terminali).
In questo capitolo ci si limiterà al calcolo della sola rete secondaria.
3.2 CRITERI GENERALI DI PROGETTO PER LE RETI SECONDARIE
Le reti secondarie dei fluidi termovettori, distribuite a partire dalle centrali
tecnologiche collocate normalmente al livello copertura dei diversi edifici, o nel
caso dell’Albergo “A”, sia in copertura che al piano terra, sono riportate nella
seguente tabella con le relative temperature di mandata/ritorno.
Circuito acqua calda
Temperatura mandata °C
Temperatura ritorno °C
Salto termico °C
Radiatori 70 60 10 Batterie calde UTA 55 45 10 Acs 55 45 10
Circuito acqua refrigerata
Temperatura mandata °C
Temperatura ritorno °C
Salto termico °C
Batterie fredde UTA 7 12 5
Dalle centrali, ai vari livelli, tali circuiti saranno dotati di montanti principali diretti
all’alimentazione delle UTA.
Dai montanti principali saranno derivati anche gli eventuali tratti di distribuzione
ai piani. Le cui tubazioni saranno distribuite ai vari livelli dell’edificio in orizzontale
con percorso in controsoffitto fino ai singoli terminali di scambio.
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3.3 RETI IDRICO SANITARIE E SCARICHI
3.4 PREMESSA
Il presente capitolo descrive i criteri e le regole di calcolo adottate nella
progettazione degli impianti idrico sanitarie e scarichi.
3.5 RETI IDRICO SANITARIE
3.5.1 CRITERI GENERALI DI PROGETTO PER LE RETI IDRICO SANITARIE
La distribuzione d’acqua fredda sanitaria è stata realizzata con una rete
principale generale, con partenza dal punto di consegna indicato in
planimetria.
La rete idrico sanitaria calda, sarà realizzata con una singola apparecchiatura
destinata ad uso esclusivo. La distribuzione dell’acqua calda sanitaria, che
prevede anche una rete di ricircolo:
- garantirà che l’acqua calda sanitaria sia erogata alle utenze a 48°C
(± 2°C) ;
- conterrà la quantità di acqua fuoriuscente dai rubinetti entro 1,5 litri,
prima che l’acqua calda venga erogata alle condizioni precedenti
come raccomanda la norma UNI 9182.
La rete di distribuzione sarà alimentata con acqua calda proveniente dal
sistema di produzione, localizzati nell’antibagno del corpo centrale servizi, con
acqua a 45 °C circa ed è coibentata con guaina elastomerica negli spessori
previsti dalla legge (DPR 412 –’93), in modo da ridurre la dispersione del calore e
contenere il salto termico massimo entro 2 °C tra il punto di produzione e
l’utenza.
Da un punto di vista costruttivo, la distribuzione idrica calda/fredda e di ricircolo
è realizzata in acciaio zincato giuntato meccanicamente e/o in multistrato. A
valle dei rubinetti d'arresto, la distribuzione è invece esclusivamente in tubo
multistrato a controsoffitto con staffaggi ogni 0.6 metri max.
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3.5.2 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI IDRICO SANITARIE
Il dimensionamento della rete idrico sanitaria è stato effettuato
seguendo per quanto possibile i criteri forniti dalla UNI 9182 – 1987 - Edilizia -
Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Criteri di
progettazione, collaudo e gestione.
3.5.2.1 CALCOLO DELLE PORTATE
Alle utenze sanitarie sono garantite le seguenti portate nominali, pressioni e
dimensioni degli attacchi (sia in erogazione fredda che eventualmente calda).
Apparecchio Portata acqua
Pressione minima
Diametro alimentazione
l/s kPa in. Lavabi 0,10 50 ½” Bidet 0,10 50 ½” Vasi a cassetta 0,10 50 ½” Vasi passo rapido 1,50 150 ¾” Vasi flussometro 1,50 150 ¾” Vasca da bagno 0,20 50 ½” Vasca idromassaggio 0,40 100 ¾” Doccia 0,15 50 ½” Lavello da cucina 0,20 50 ½” Lavabiancheria 0,10 50 ½” Orinatoio 0,10 50 ½” Vuotatolo a cassetta 0,15 50 ½” Idratino 1” 0,80 100 1”
Il dimensionamento della rete si effettua nelle condizioni d’esercizio più gravose
e si basa sul calcolo della portata d’acqua massima contemporanea.
Per tale calcolo si è preferito ricorrere al diagramma di Figura 1, tratto dalle
“Norme idrosanitarie italiane” a cura della ASSISTAL (Associazione Nazionale
Installatori) ed è equivalente (sebbene leggermente più cautelativo) al metodo
delle unità di carico della norma UNI 9182.
Sull’asse delle ascisse di questo diagramma è riportata il numero N di apparecchi
che non sia dotato di rubinetto a passo rapido od a flussometro o che non sia ad
erogazione continua, cioè la somma delle utenze che chiameremo normali. Il
diagramma fornisce in ordinata la percentuale di contemporaneità d’uso in
base a due curve. La curva 1 si riferisce ad edifici ad uso di abitazione con bassa
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contemporaneità d’uso, la curva 2 si riferisce ad edifici per comunità aventi alta
contemporaneità d’uso.
Figura 1 Curve di contemporaneità.
Il diagramma quindi fornisce le percentuali di contemporaneità di esercizio in
rapporto al numero N di delle utenze normali servite, cioè la percentuale degli
apparecchi contemporaneamente in funzione sul totale degli apparecchi
installati.
La portata contemporanea d’acqua fredda e d’acqua calda delle utenze
normali è data ovviamente dal prodotto della portata al 100% moltiplicata per la
percentuale di contemporaneità.
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3.5.2.2 DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI
Una volta calcolato la portata massima contemporanea d’acqua fredda e di
acqua calda per ogni tratto è possibile calcolare i diametri delle tubazioni
corrispondenti ricorrendo al diagramma di Figura 2. La curva 1 di tale
diagramma si utilizza quando sono disponibili basse pressioni di rete e si vogliono
ottenere basse cadute di pressione; viceversa la curva 2 si utilizza quando sono
disponibili pressioni rilevanti in rete e si possono avere cadute di pressione più
elevate. Il diagramma fornisce il valore del diametro della tubazione in pollici. Si
può allora convertire il diametro in millimetri, più consono alla designazione dei
tubi in acciaio inox, tramite la seguente tabella.
∅ in pollici ∅ in mm ½" 18,0 ¾" 22,0 1" 28,0
1"¼ 35,0 1"½ 42,0 2" 54,0
2"½ 76,1 3" 88,9 4" 108,0
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Figura 2 Diagramma per il calcolo rapido del diametro delle tubazioni.
Con tale dimensionamento delle tubazioni la velocità dell’acqua nei tubi
normalmente rientra nei valori massimi di riferimento riportati nella seguente
tabella.
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Diametro Tratto Velocità massima Pollici [m/s]
½" 0.7 ¾" 0.9 1" 1.2
1"¼ 1.5 1"½ 1.7 2" 2
2"½ 2.3 3" 2.4 4" 2.5
Oltre 4" 2.5
Per le tubazioni passanti in ambienti occupati, per contenere i problemi di
rumore nelle tubazioni, è buona norma non superare la velocità massima di 1,0
m/s
3.5.2.3 CALCOLO DELLA RETE DI RICIRCOLO DELL’ACQUA CALDA.
Come si è già detto, lo scopo della rete di ricircolo è quella di mantenere
l’erogazione dell’acqua calda costantemente alla temperatura di progetto e di
consentire che l’erogazione della stessa avvenga prima di una fuoriuscita
massima di 1.5 litri.
Infatti, l’acqua è utilizzata in modo discontinuo e, se non si prevedesse una rete
di ricircolo, l’acqua stagnerebbe nelle tubazioni e si raffredderebbe
eccessivamente.
La procedura di calcolo completa per il dimensionamento della rete di ricircolo
deve tener conto dei seguenti fattori:
§ perdita di carico della rete;
§ dispersione di calore;
§ eventuali temperature di esercizio differenti.
Il calcolo della dispersione di calore può essere reso più agevole facendo alcune
ipotesi semplificative.
In primo luogo è conveniente assumere un valore fisso per il flusso di calore che
passa dal tubo all’ambiente sia nell’ipotesi di tubo non isolato ed
indipendentemente dalle dimensioni del tubo, dalla portata e da tutti gli altri
parametri che influenzano questo valore. Come valore di riferimento per flusso
termico specifico si è assunto il valore di 12 W/(m2 °C).
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È inoltre possibile valutare l’effetto dell’isolamento termico del tubo (in genere
2÷3 cm di materiale con ottime proprietà isolanti secondo le disposizioni di
legge) come un abbattimento, in percentuale, della dispersione del tubo non
isolato. Una buona approssimazione del reale contributo dell’isolante si ottiene
valutando l’abbattimento pari all’85 %.
Infine è molto vantaggioso in termini di semplicità di calcolo, nonché poco
influente in termini di risultato finale, ipotizzare che la temperatura dell’acqua
all’interno della tubazione sia costante in tutta la rete e pari a quella in partenza
dalla sottocentrale.
Con queste ipotesi semplificative il calore disperso nelle tubazioni è:
( )esternoalesottocentrtubodisperso ttS.q −⋅⋅= 15012 (W)
dove:
Stubo = superficie esterna del tubo senza isolamento (m2);
tsottocentrale = temperatura dell’acqua all’uscita della sottocentrale (°C);
tambiente = temperatura dell’ambiente esterno (°C); si è soliti considerare 20
°C per i tubi incassati nelle murature e 10°C per i tubi correnti in vista nei
cantinati.
Assunta la differenza ammessa di temperatura ∆t dell’acqua fra la partenza in
sottocentrale e l’utenza più sfavorita si può determinare la portata di ricircolo
con la seguente:
tcq
GOH
dispersoricircolo ∆
=2
(l/s)
dove:
cH2O = calore specifico dell’acqua (cH2O = 4187 J/kgK).
Il dimensionano delle tubazioni della rete di ricircolo avviene con i metodi
illustrati in precedenza.
3.5.2.4 CALCOLO DELLA PRESSIONE DI ESERCIZIO
La pressione d’esercizio è sempre compresa fra due valori limite: la pressione di
esercizio minima e la pressione d’ esercizio massima.
La pressione d’esercizio minima è la pressione che assicura a tutte le utenze le
portate massime contemporanee di progetto. Si calcola utilizzando la seguente
formula:
pmin = ∆hmax + putente + ∆pcont.+local.
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dove:
∆hmax = pressione corrispondente alla differenza di quota tra l’utenza
situata nel punto più alto e l’alimentazione;
putente = pressione minima da garantire all’utenza;
∆pcont.+local.= caduta di pressione nella rete, dovuta alle perdite di carico
sia continue che accidentali (in corrispondenza dell’erogazione della
portata massima contemporanea).
La pressione d’ esercizio massima è il valore massimo della pressione per evitare
di danneggiare le rubinetterie. Si calcola utilizzando la seguente formula:
pmax = ∆hmin + prub.
dove:
∆hmin = pressione corrispondente alla differenza di quota tra l’utenza più
vicina all’alimentazione e l’alimentazione stessa;
prub. = pressione massima ammissibile nei rubinetti (450÷500 kPa).
Il valore della pressione di esercizio massima è in genere il valore delle pressione
a monte dell’utenza situata alla quota geometrica più bassa.
3.5.3 DIMENSIONAMENTO
Per il calcolo della portata d’acqua contemporanea si è utilizzata in genere la
curva 2 del diagramma di Figura 1, essendo gli edifici prevalenti destinati ad
ristorativa ecc., cioè strutture con una notevole contemporaneità d’uso.
Per il dimensionamento delle tubazioni si è fatto riferimento, in via cautelativa,
alla curva 1 del diagramma di Figura 2.
Così operando si è effettuato un dimensionamento in favore di sicurezza, in
particolare per la rete d’ acqua calda.
Si noti che per i diametri non si è scesi in genere al di sotto dei 18 mm (equivalenti
a ½’’ per le tubazioni); tale valore viene assegnato (senza procedere a
particolari calcoli) a tutte le tubazioni che costituiscono diramazioni interne a
servizio di una sola utenza.
Per il dimensionamento della rete di ricircolo, nel calcolo del flusso termico
disperso dalla rete è stato comunque considerato un coefficiente di sicurezza in
modo da tener conto degli eventuali difetti di isolamento della tubazione che
poi inevitabilmente ci sono. La differenza di temperatura ∆t dell’acqua fra la
partenza e l’utenza più sfavorita è stata assunta pari a 2 °C.
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3.6 RETI DI SCARICO ACQUE REFLUE
Da un punto di vista morfologico, la rete è costituita da colonne di scarico in
materiale plastico e ventilate in testa o con ventilazione secondaria, a cui
pervengono le diramazioni di scarico. Le colonne sono convogliate nel pozzetto
dal collettore di scarico a livello quota 0,00.
3.6.1 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI DI SCARICO ACQUE REFLUE
Il dimensionamento è stato eseguito in accordo alla norma UNI EN 12056-2:2001
(Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Impianti per
acque reflue, progettazione e calcolo).
Tuttavia, dato il tipo di fabbricato in cui verranno realizzati gli impianti, i valori
determinati con la norma citata sono stati opportunamente incrementati per
tener conto di situazioni impreviste, come ad esempio, asciugamani o altro
materiale che viene inserito accidentalmente negli impianti. Per tale motivo e
per non avere un numero eccessivo di diametri di tubazioni, normalmente non si
è scesi al di sotto del DN 50.
Con riferimento al Sistema II della norma UNI EN 12056-2:2001 (Sistema di scarico
con colonna di scarico unica e diramazioni di scarico di piccolo diametro), la
rete di scarico è in grado di garantire lo smaltimento alle utenze sanitarie le
seguenti portate espresse come Unità di Scarico [DU]:
Apparecchio Unità di scarico [DU] [l/s]
Diametro Scarico
[DN] Lavabo, bidè 0.3 50 Doccia senza tappo 0.4 50 Doccia con tappo 0.5 50 Orinatoio con cassetta 0.5 50 Orinatoio con valvola di cacciata 0.5 50 Orinatoio a parete 0.2* 50 Vasca da bagno 0.6 50 Lavello da cucina 0.6 50 Lavapadelle 0.6 50 Lavatrice, carico max. 6 kg 0.6 50 Lavatrice, carico max. 12 kg 1.2 50
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WC, capacità cassetta 6,0 l 1.8 110 WC, capacità cassetta 9,0 l 2.0 110 Vuotatolo a cassetta 2.0 110 Pozzetto (piletta) a terra DN 50 0.9 50 Pozzetto (piletta) a terra DN 75 0.9 75 Pozzetto (piletta) a terra DN 110 1.2 110 * Per persona.
Il valore della portata d’acque reflue Qww prevista per l’impianto di scarico, in
parte e nell’intero sistema, è calcolata con:
∑= DUKQww
dove:
Qww è la portata acque reflue (l/s);
K è il coefficiente di frequenza (assunto generalmente pari a 0.5);
ΣDU è la somma delle unità di scarico
Il diametro delle diramazioni di scarico garantiscono l’allaccio di un numero
massimo di utenze, in modo da rispettare la portata massima (determinata
come valore maggiore, tra portata di acque reflue Qww e la portata
dell’apparecchio con l’unità di scarico più grande) in funzione del diametro
della tubazione, come precisato nella seguente tabella:
Tubazione Diametro nominale
[DN]
Portata massima
[l/s]
50 0.8 63 1.00 75 1.50 90 2.25
110 2.50
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La capacità dei collettori di scarico è invece calcolata tramite la relazione di
Colebrook –White riportata nella seguente tabella (con pendenza minima 0.5 %,
grado di riempimento 70%):
Tubazione Diametro nominale
[DN]
Portata massima
[l/s]
110 2.9 125 4.8 160 9.0 200 16.7 250 31.6