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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO RASSEGNA STAMPA 24 – 30 settembre 2018

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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO

RASSEGNA STAMPA

24 – 30 settembre 2018

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limitarsi a vendere gas e a fareimpianti sarebbe stato impensa-bile. Primo perché il mercato ciha chiamato a trasformarci inrealtà multiutility ma poi ancheperché siamo i candidati naturaliad offrire al territorio tutta unaserie di servizi ad alto contenutoinnovativo, penso ad esempio aiparcheggi intelligenti o allo svi-luppo della mobilità elettrica.

Per quale ragione oggi, più di ieri,

Acsm-Agam è attrezzata a giocare

la sfida dell’innovazione?

C’è tanta carne al fuoco su questoterreno ed è evidente che perprovvedervi occorre una capaci-tà di investimento a cui, soltantoaggregandosi, le nostre aziendehanno potuto fare fronte. Nonsolo, va reso merito ai miei pre-decessori che hanno costruito ilpercorso sulla base della part-nership con A2A. Avere dato vitaalla nuova società frutto dell’ag-gregazione fra utilities di cinqueprovince del nord Lombardiasignifica oggi avere la possibilità

di sedersi allo stesso tavolo deigrandi player in un mercatosempre più competitivo e goderedi un patrimonio di competenzae conoscenza straordinario nelsettore ricerca e sviluppo. Anchein virtù di un partner industrialecosì forte, oggi siamo in grado dicompetere su progetti comples-si, abbiamo la possibilità di guar-dare al futuro e ai nuovi business,accanto al consolidamento delleattività nel settore delle utilitiestradizionali. Sul fronte smart ci-ty c’è un piano di investimenti digrande rilievo, principalmentein capo ad A2A, che ha attivitàconsolidate e know how nel set-tore. I numeri dello sviluppo sa-ranno resi noti con il piano indu-striale ma saranno molto signifi-cativi.

C’è qualche città che spicca nel cam-

po dei servizi smart?

Bergamo è una delle città piùavanzate ma, ripeto, quando par-liamo di smart city è sbagliatoavere come riferimento solo lecittà, anche i piccoli centri pos-sono mettere in campo progettisignificativi per godere di analo-ghi servizi.

In quale modo vi siete riorganizzati

con l’avvio della nuova società?

Con l’aggregazione si è dato se-guito a una razionalizzazioneoperativa che non ha avuto rica-dute sui livelli occupazionali.

Anzi, cresceremo ancora. Abbia-mo messo assieme aziende di-verse senza sacrificare alcunaposizione, piuttosto siamo allaricerca di alcune figure con pro-fessionalità specifiche di cui ab-biamo necessità.

Qual è la mappa della società dal

punto di vista operativo?

La società è impegnata a genera-re valore nei territori in cui ope-ra, siamo attivi anche in alcunicentri del Veneto oltre che nellearee di Como, Varese, Monza,Lecco, Sondrio. Le attività sonoorganizzate in quattro businessunit: reti (che dovrà affrontarele gare di ambito); vendita (chia-mata alla competizione crescen-te nel settore gas e luce); ambien-te (di cui fanno parte i servizi diigiene ambientale di Varese e iltermovalorizzatore di Como); einnovazione (cioè le nuove sfi-de).

È prevedibile che vi sia un’ulteriore

crescita con l’aggregazione di altre

società?

In questi incontri sul territoriostiamo raccontando cosa ci can-didiamo a fare in forza del per-corso di aggregazione alle spalle.Credo che ci siano numerose al-tre realtà, radicate nei territori,potenzialmente interessate alnostro progetto. Ci siamo datidel tempo per guardarci i numerie pensare a come crescere. Fac-

cio mie le parole usate dal presi-dente di A2A, Valotti: “qui c’è unatavola imbandita, se qualcunovuole sedersi siamo pronti alconfronto”. Le singole aziendeex municipalizzate sono del re-sto in una situazione di difficoltànota, rischiano di finire ingoiateda colossi che, diversamente dal-la nostra visione, non hanno al-cun interesse per il territorio.

Lei ha definito Acsm-Agam

un’azienda glocale. Può chiarire

questo concetto?

Ho usato questa espressioneperché vi è in noi il modello diun’azienda capace di coniugarela dimensione globale così comerichiesto dalle dinamiche delmercato con la cura e l’attenzio-ne al locale, al territorio, alle no-stre comunità di riferimento.Grazie al nostro partner indu-striale nonché socio di riferi-mento siamo convinti di riuscirea portare valore e a creare unmodello che sicuramente puòessere vincente e replicabile. La

Paolo Busnelli, imprenditore monzese, è presidente di Acsm-Agam dallo scorso luglio

ENRICO MARLETTA

Sensori per monitorare ladisponibilità dei par-cheggi a app per prenota-re e pagare via smartpho-

ne; lampioni che adattano l’in-tensità alla luminosità dell’am-biente e sistemi di manutenzio-ne predittiva per evitare le stra-de al buio anche solo per qualcheora. E ancora: sensori di riempi-mento per i cestini portarifiutie strumenti per ottimizzare lagestione energetica innanzi tut-to del patrimonio comunale. Possiamo sognare un futuro, nonlontano, in cui le nostre città sa-ranno più smart? Forse sì, adaccompagnare il territorio inquesto terreno dove tecnologiae innovazione incontrano la qua-lità della vita, si candida Acsm-Agam. Sì, la “vecchia” società delgas e dell’acqua che in virtù delpercorso di aggregazione oggi èciò che era e continuerà a esserema è anche molto altro. Una bel-la sfida di cui parla volentieri, ilnuovo presidente, Paolo Busnel-li, in queste settimane impegna-to in un tour di presentazionedella nuova società nei territori.

Qual è l’obiettivo di questi incontri?

Il desiderio è quello di racconta-re chi siamo e come è strutturatala nostra attività, il nostro radi-camento in questi territori è pro-fondo e tale continuerà ad esserein futuro ma se è naturale identi-ficarci con dei macrosettori tra-dizionali e mi riferisco al gas,all’acqua e all’energia elettrica;c’è tutta la parte relativa all’inno-vazione con il mondo enorme, ingran parte da esplorare, dellesmart cities.

Smart city è un concetto che evoca

futuro, in realtà la tecnologia nella

vita delle città è già qui...

Il campo è vastissimo, va dai paliintelligenti dell’illuminazionepubblica ai sistemi di video sor-veglianza del territorio ma com-prende soluzioni ancora piùavanzate come ad esempio i chipinseriti nei sacchi per il monito-raggio degli orari di esposizionee del contenuto della raccoltadifferenziata. Le possibili appli-cazioni delle nuove tecnologiesono infinite, in un futuro vicinocambieranno radicalmente lagestione dei principali servizi, lavita stessa dei cittadini, tanto neicentri principali quanto nei pic-coli paesi.L’innovazione è del resto una senon la principale leva che hamesso in moto il progetto di ag-gregazione. Immaginare che Ac-sm a Como piuttosto che Agama Monza, come accadeva nel pas-sato, potessero oggi e domani

nuova dimensione non snature-rà l’identità ereditata dalleaziende del territorio. A Comocome a Lecco e in tutte le altrerealtà continueremo ad essereper i cittadini e le imprese il “for-nitore di casa” con presenza evicinanza ai bisogni.

E, in virtù delle dimensioni raggiun-

te, qual è il peso di Acsm-Agam sul

mercato delle utilities?

Già ora siamo tra i primi diecioperatori nel settore multiutili-ties a livello nazionale. Abbiamoun livello di fatturato importan-te, 850 dipendenti, circa un mi-lione di clienti. Siamo un’azienda molto compe-titiva, di recente, giusto per farequalche esempio, abbiamo vintouna gara a Messina per l’illumi-nazione pubblica della città esiamo fornitori di energia perRai Way, la società del gruppoRai che possiede le infrastruttu-re per la diffusione del segnaleradiotelevisivo.

Con i sindaci di Como, Lecco e Son-

drio ci sono già stati incontri, al di là

delle formalità?

Il rapporto con i sindaci del ter-ritorio è molto intenso e nume-rose sono le ipotesi di lavoro sultavolo. La macchina del gruppoAcsm Agam è a disposizione perrisolvere i problemi, il primo na-turale interlocutore sono gli am-ministratori locali e i cittadini.Mi ha colpito, a un recente in-contro, il caso di un consiglieredi un piccolo paese alle prese conla necessità di implementare unsistema di videocontrollo ma indifficoltà per l’esiguità delle ri-sorse a disposizione, bene noi gliabbiamo indicato una possibilesoluzione per godere del servizioa costi sostenibili dal suo Comu-ne.

Verrà confermata la scelta di inve-

stire sul termovalorizzatore di Co-

mo?

Sì, resterà un’infrastruttura diriferimento su cui si continueràad investire ed è imminente ilrevamping della seconda linea.un punto di riferimento per ilsuo valore ambientale, anche as-sociato alla produzione di ener-gia elettrica e termica che ali-menta la rete del teleriscalda-mento.

Quanto oggi la strategia aziendale

è condizionata dalla politica?

Questo è un progetto industrialea beneficio del territorio, sonostato nominato dal sindaco diMonza, il mio è un ruolo di ga-ranzia per tutti i territori rappre-sentati, di sicuro non mi sentoassociato a una bandiera politicao partitica.

LA SCHEDA

CHI È

Monzese doc, classe ’62, Paolo

Busnelli si è laureato in

economia e commercio

all’Università Bocconi, ha

quindi lavorato nel settore

commerciale e marketing,

ricoprendo ruoli manageriali

per gruppi italiani ed esteri.

Per vent’anni nel settore

marketing di Candy, poi, tra gli

altri, incarichi dirigenziali in

DMail e al Nuovo istituto

italiano di arti grafiche. Da

alcuni anni svolge la

professione di consulente

d’azienda.

Alle spalle nessuna esperienza

politica e nessuna tessera di

partito - «sono stato iscritto alla

Gioventù liberale ma ormai è

un secolo fa» - candidato in una

lista civica che alle ultime

amministrative ha sostenuto la

candidatura del sindaco di

Monza, Dario Allevi.

«In programmaforti investimentinel settorericerca e sviluppo»

«Il nostro modelloè glocaleConiughiamomercato e territorio»

ACSM-AGAM PER COMO E LECCOFUTURO VICINO DA SMART CITYIl presidente del Gruppo Paolo Busnelli e i nuovi servizi per le città: pali della luce intelligenti e sensori per i rifiuti«Siamo tra i primi dieci player nazionali, partnership strategica con A2A: pronti alla sfida dell’innovazione»

«Non c’è buona economia senza buoni imprenditori» papa francesco

LA PROVINCIA

LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2018

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IILA PROVINCIA

LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2018

La dotazione: il primato all’Olanda

L’Italia è a metà classifica tra i paesi dell’Unione europea

cuni collaboratori esterni per aspetti elettronici e di software e negli anni si è costruita una so-lida reputazione che oggi la ren-de leader in Italia per la tecnolo-gia innovativa di settore, azien-da che lui stesso ha fondato nei primi anni Ottanta.

Img non fa dunque i controllima produce e vende tecnologia alle aziende che li realizzano. L’impresa fa ricerca e sviluppo internamente e ha avviato an-che un progetto di collaborazio-

mente a partire da quella sca-denza. E va verificato non solo nelle parti che perdono calci-nacci».

A dirlo è Bruno Gaddi, im-prenditore che di controlli sul calcestruzzo e sui piloni auto-stradali se ne intende visto che da quarant’anni produce tecno-logia per realizzarli ed è alla gui-da, insieme a suo figlio Ema-nuele, della Img Ultrasuoni. L’azienda artigiana di Mandelloopera con 20 dipendenti più al-

Img di MandelloL’impresa (venti dipendenti)

produce strumenti

per l’analisi dei manufatti

e del calcestruzzo

«I controlli? Anche suiponti del Lecchese ci sarebbe tanto da fare. La penso come Renzo Piano: ogni cinquant’an-ni un ponte va controllato com-plessivamente e comunque nonuna tantum, ma sistematica- Bruno Gaddi, Img Ultrasuoni

esclusiva con l’inglese Sonatest,terza società al mondo per la produzione di macchine di con-trollo a ultrasuoni su diversi tipidi materiali, da utilizzare in ab-binamento alle sonde Img.

«Non posso parlare per stati-stiche – precisa Bruno Gaddi –, di cui non dispongo. Tuttavia la mia personale esperienza mi di-ce che è che i controlli nel no-stro Paese dovrebbero essere, in molti casi, realizzati meglio. Ad esempio fa una certa diffe-renza – aggiunge – scoprire cheall’interno di piloni autostrada-li anziché un ferro che era statoprevisto con diametro di 20 centimetri ne è stato inserito uno di 16, e magari anche in quantità inferiore al previsto». M. Del.

Controlli con gli ultrasuoni sui piloni in cemento armato

ne in meccatronica con il Poli-tecnico, e la sua specialità è quella della produzione sia di sonde a ultrasuoni sia di mac-chine per verificare l’integrità della parte in cemento delle strutture, in un sistema che fra l’altro consente di analizzare se quando si fanno le gittate preva-le l’uso di sabbia o se si utilizza cemento sufficiente alla tenuta.

Grazie a una speciale mac-china progettata, sviluppata e commercializzata direttamen-te le verifiche vengono realizza-te in modo non distruttivo, di cui due esemplari sono stati venduti fra l’altro all’ambascia-ta russa di Roma. Una delle principali svolte nel business aziendale è arrivata nel 2011 grazie alla nuova partnership

«Inevitabile la “crisi”delle costruzionirealizzatenegli anni ’50»

«Pochi dati certiDifficile stabilirequanto serve per faremanutenzione»

PONTI, CI TROVIAMONELLA FASE CRITICAMarco di Prisco, docente di Tecnica delle costruzioni al Politecnico«Quelli in pietra dei romani? Praticamente eterni, vi spiego il perché»

MARIA G. DELLA VECCHIA

Conoscere lo stato del-l’esistente, decideredove intervenire per lamessa in sicurezza e

avere i soldi per farlo in temadi ponti e piloni in Italia sem-bra una missione quasi impos-sibile.

Sul numero di ponti non c’ècertezza, se ne stimano 46.000.In Lombardia - lo si apprendedal report inviato al Governoe predisposto sulla base deicontrolli degli enti locali - sono272 ponti a rischio in Lombar-dia, di questi sono 23 quelli inprovincia di Como. Su tuttispicca, nel capoluogo, la situa-zione sconcertante del Pontedei Lavatoi che collega le vieOltrecolle e Canturina, un’ope-ra recente eppure da mesi chiu-sa ai mezzi pesanti a causa del-l’anomala sofferenza di alcunigiunti. Un allarme che nonrientrerà a breve: per la rimo-zione dei divieti occorrerà at-tendere i lavori di manutenzio-ne straordinaria, previsti nel-l’arco del prossimo anno.

Uscendo dal territorio citta-dino allarma la situazione deiponti sulla Milano-Meda, men-tre è fresca la chiusura precau-zionale del ponte sull’Adda aPaderno.

Per il resto c’è una conoscen-za della situazione delle infra-strutture stradali che è ancorarparecchio a macchia di leopar-do, dove ad esempio solo l’Emi-lia Romagna ha una lista, redat-ta dall’Anas, di strade non per-corribili, mentre esiste un

chiaro database dei ponti sulPo e Brescia si è messa adesplorare corridoi possibili peril percorso di mezzi di traspor-to eccezionale.

Fra tanta incertezza, l’unicacosa sicura è «la percezionechiara – ci dice Marco di Prisco,professore ordinario di Tecni-ca delle costruzioni nel pololecchese del Politecnico di Mi-lano - che c’è una serie di criti-cità strutturali in arrivo, per-ché tutti i Paesi industrializzatinei primi anni Cinquanta han-no iniziato a costruire massic-ciamente in infrastrutture cheora hanno superato la sogliadei cinquant’anni. Comunquesia, per una serie di ragioni nonesiste struttura a rischio zero».

Professor di Prisco, cosa si deve

fare quando un ponte raggiunge la

sua fine vita?

limitata, realizzati con pietreche lavorano in compressione.Lo studio di strutture che lavo-rano con pietre in compressio-ne mostra che il loro degradoè lo stesso che si potrebbe avere(a meno di problemi sismici) inuna montagna, la quale è sì de-stinata a diventare collina e poipianura, ma nel corso di mil-lenni. Un ponte romano di 20metri lavora tutto in compres-sione, ha un peso proprio im-pressionante per cui qualsiasimezzo lo percorra incide inpercentuale ridottissima sulsuo peso complessivo. Quelponte seguirà il destino dellamontagna, degradandosi mamolto lentamente.

Quindi ferro e calcestruzzo per i

nuovi ponti lunghi dello sviluppo

economico?

Con l’avvento delle nuove tec-niche e dell’acciaio c’è stata lapossibilità di coprire luci moltopiù lunghe. Per attraversareuna valle molto profonda dimontagna si può fare un pontead arco, che lavora in stato dicompressione e fa arrivare di-rettamente a terra le forze digravità seguendo il percorsodell’arco. Il calcestruzzo, comele pietre e i mattoni, lavora be-ne a compressione e male atrazione. Tutte le volte (pensiamo alponte Morandi, ma non solo)dove non c’è un’altezza moltorilevante ma si deve attraversa-re comunque una distanzamolto lunga serve invertirel’ordine naturale della forza digravità, e lo si fa con cavi d’ac-

ciaio da portare su un’antennalontana, come sosteneva ancheMorandi. A quel punto la forzadi gravità scenderà a terra at-traverso l’antenna. Questo è ilmodo in cui a un certo punto lenuove tecniche hanno mini-mizzato le risorse e aumentatole lunghezze dei ponti nei luo-ghi in cui altrimenti non si sa-rebbe potuto fare un ponte.

Quindi ponti più funzionali alle

nuove esigenze ma di durata limi-

tata e meno sicuri?

Dagli anni Novanta è stato in-trodotto il concetto di vita diservizio. Per il resto, dalleinondazioni al dissesto idroge-ologico, al terremoti, al vento,all’errore, alla durabilità: il

Marco di Prisco, docente

Non c’è nessuna norma in nes-sun ordinamento al mondo chedica cosa fare, per cui ora ci sitrova in difficoltà. Non si sa sesi può estendere la vita di unmanufatto, né quali tipi di con-trolli e adeguamenti fare. Orastiamo lavorando al Codice del2020 nell’ambito della Federa-zione Internazionale per il cal-cestruzzo, la Fib, per tracciarepercorsi che godano di un as-senso della comunità scientifi-ca relativi alla fine della vita.

Cosa comporta per l’Italia il fatto

di non conoscere nemmeno il valo-

re del patrimonio infrastrutturale

di strade e autostrade?

Comporta l’impossibilità di co-noscere qual è, al netto degliinterventi autostradali in cari-co ai concessionari, la cifra dastanziare annualmente per lamanutenzione o l’estensionedella vita delle strutture sustrade comunali o provinciali.Svizzera e Austria ad esempioadeguano regolarmente talestanziamento.

Con il crollo del ponte Morandi a

Genova sentiamo dire da più parti

che dopo cinquant’anni un ponte

va revisionato a fondo. Ma cin-

quant’anni per strutture in ferro

e cemento sono davvero un perio-

do così lungo? In definitiva, un

ponte realizzato a regola d’arte

non dovrebbe dare garanzie di du-

rata molto maggiore, senza tirare

in ballo i ponti romani che durano

da 2000 anni?

Guardi, chiariamo la questionedei ponti romani: si tratta diponti a luce (cioè a lunghezza)

Lecco: le strade, che strazio

DOTAZIONE RETE STRADALE

DOTAZIONE RETE FERROVIARIA

LECCO

COMO

SONDRIO

VARESE

LOMBARDIA

NORD OVEST

LECCO

LOMBARDIA

NORD OVEST

29,6

45,2

29,9

54,5

85,3

115,7

94,2

87,1

96,7

numero indicecon Italia

pari a 100

Nell’Unione europea, l’Italia è a

metà classifica (diciassettesima

su 28) per dotazione infrastrut-

turale. La Commissione europea

riconosce all’Italia un ottimo

piazzamento nella categoria

“diffusione delle automobili a

metano e Gpl”, ma rileva ritardi

nella qualità delle ferrovie, del

trasporto aereo, delle strade e

soprattutto dei porti.

L’Olanda è al primo posto

nell’efficienza portuale e nella

rete aeroportuale. Ed è prima

per la qualità della rete stradale;

terza per la capillarità delle

ferrovie e quinta per rapidità di

trasporto delle merci.

Con questi “parziali” agli

olandesi va la palma di miglior

paese della Ue in fatto di tra-

sporti. Agli ultimi posti, Slove-

nia, Bulgaria, Croazia e Roma-

nia.

Infrastrutture La sicurezza Gli oneri aggiuntivi sul sistema economico

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SEGUE

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IIILA PROVINCIA

LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2018

progettista non è chiamato aconsiderare molte di questecause, perché ancora non si sacome correlare nei calcoli tuttociò in funzione dei rischi dicrolli.

Come si fa a valutare la capacità di

portata di un ponte verso eventi

non previsti?

L’unica possibilità per il pro-gettista sta nel concetto di ro-bustezza strutturale, introdot-to da una norma del 2002, concui si cerca di studiare unastruttura che riesca a propor-zionare l’effetto alla causa.Certo, se arriva uno tsunami ilponte viene giù, ma se si rompeuno strallo, un cavo d’acciaio,il ponte deve restare in piedi.

Ci sono criteri precisi da rispettare

per garantire questa robustezza?

Non sono ancora perfettamen-te dichiarati, tanto che oggi cisono delle linee guida in fieridel Cnr che trattano questoproblema. Nella normativa na-zionale solo tra le righe ci sonoalcune disposizioni che miranoa garantire la robustezza strut-turale.

Quindi si continuerà a rischiare

nell’attraversare ponti?

Il rischio zero non esiste, nonpuò esistere se non si prendonoin causa tutte le possibili azionisu un ponte. E nello stesso tem-po non si saprà mai esattamen-te qual è la probabilità di rovi-na.

IN ITALIA

Fabbisognoannuo stimato

per manutenzionedelle strade

2,5 miliardi

Il costo del non fattoper la mancata

costruzionedi 600 km

di autostrade

23,8 miliardi

Il numero stimatodi ponti e viadottiin Italia, 11.744gestiti dall’Anas

46 mila

Quello che l’Italiaspende in infrastrutture

per il trasportocontro una media

Ue dell’1%

0,5% del Pil

Investimentiinfrastrutturali

non fatti dal 2008al 2013 a causa

della crisi

61,6 miliardi

I chilometridi strade gestiti

dall’Anas

26 mila

Spesaannua stanziata

per manutenzionestrade nel triennio

2017-2019

1,9 miliardi

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10 Economia

LA PROVINCIA

MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE 2018

Il presidente di CdO Como, Marco Mazzone

rico Tagliabue. O Ingo groupcon cinque aziende e 700 di-pendenti. Noi non lavoriamopoi in ambito strettamenteterritoriale, dal Milanese allaValtellina».

Anche per Molinari, dietroquesto importante risultatoc’è un lavoro, che appartienealla struttura e agli stessi im-prenditori, desiderosi di con-frontarsi e di crescere insie-me: «Abbiamo saputo coinvol-gere persone che sono state

poi un volano, come per l’Aca-demy». Anche colui che haun’impresa di successo, vienea condividere, che significa of-frire la propria esperienza co-me pure ascoltare quella al-trui. «E vogliamo diventaresempre più punto di riferi-mento per le aziende – conclu-de il direttore della Cdo di Co-mo – che non trovano tuttolo-gi, ma un gruppo di imprendi-tori che sanno dialogare tra lo-ro». M. Lua.

que persone. Ancora verrà of-ferta anche con questa serata,in cui i nuovi soci potranno in-contrare quelli storici e vice-versa.

«Come dice il Papa – osser-va ancora Mazzone – nessunopuò vivere isolato. C’è un benecomune che ci chiama. E noiabbiamo settori disparati tra inostri associati, ma ciascunopuò vedere in una collabora-zione la possibilità di costrui-re di qualcosa di buono per lasua azienda e non solo. La con-divisione genera creatività eresponsabilità».

«Avevamo chiuso il 2017 –racconta il direttore della Cdocomasca Marco Molinari - con38 nuovi soci, oggi siamo ap-punto già a 65. E di settori edimensioni differenti. Abbia-mo micro imprese e poi realtàcome la Tabu, del cavalier En-

manager per riflettere insie-me sul percorso condiviso e dacondividere.

Ne deriva non orgoglio,bensì riconoscenza, precisa aquesto proposito il presidenteMarco Mazzone: «L’arrivo deinuovi soci riempie di gratitu-dine rispetto al lavoro svolto.Da una parte per la struttura enel contatto con i soci, dall’al-tra per gli imprenditori che sisono messi al servizio di que-st’opera per un senso di re-sponsabilità». Questo è statoun anno di forte collaborazio-ne, anche con altre Cdo: «Dal-la Toscana alle Marche, poiPiemonte e Lombardia Est,ognuno ha preso un dettaglio el’ha sviluppato, con la Compa-gnia nazionale che ci sta soste-nendo». Il filo conduttore èproprio la condivisione: tra as-sociazioni e tra aziende e dun-

Associazioni

Soddisfazione al vertice

di Compagnia delle Opere

Tra gli ingressi

Tabu di Cantù e Ingo Group

Un direttivo aperto,per far incontrare gli impren-ditori della Compagnia delleOpere di Como. Che quest’an-no sono cresciuti in modo par-ticolarmente significativo: 65nuovi soci nei primi nove me-si, il che significa che l’associa-zione ora ne conta circa cin-quecento.

Ma non è questione di solinumeri. Anzi, nella sede Auto-vittani di via Asiago 30 a Comola serata organizzata domaniper far conoscere i nuovi arri-vati e non solo vuole essere unmomento di conoscenza econfronto tra imprenditori e

CdO, direttivo aperto65 nuovi soci in 9 mesi

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27LA PROVINCIA

MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE 2018

Focus Casa Il mercato immobiliare sostenibile

COMO

SIMONE CASIRAGHI

La casa green, più soste-nibile, con meno consumi e costie a trazione con energie da fontirinnovabili non solo ha un appealin più rispetto a immobili più ve-tusti e meno efficiente energeti-camente, ma sta creando un mer-cato parallelo all’interno di unastessa città. Una casa di classe energetica A (o di categoria anco-ra più alta) rischia di valere di piùnel quartiere di Lora, di Monte Olimpino o di Rebbio rispetto aun immobile con le stesse carat-teristiche green, ma con vista suvia Vittorio Emanuele o su via Dante Alighieri.

Sembra un paradosso, ma lafotografia emersa dall’ultimo stu-dio di Scenari Immobiliari appe-na pubblicato non sembra lascia-re spazio a equivoci. La sintesi èche nel nuovo mercato immobi-liare residenziale del dopo crisi,e in una fase di ripartenza lentama costante (e a prezzi ancora

inferiori a dieci anni fa) nelle cittàmedio e grandi, e nei capoluoghidi provincia, le differenze di prez-zo tra edifici in classe A e quelli diclassi inferiori sono più evidentinelle zone periferiche: nella pri-ma e seconda cintura dei centricittadini, il valore degli immobilipiù sostenibili energeticamenteè più alto in media del 30%.

La differenza è nel green

Questo nuovo elemento, la quali-tà green dell’edificio, può avere unimpatto considerevole anche nel-l’orientare le scelte di chi intendecomprare casa ed è in cerca di

soluzioni con un rapporto parti-colarmente vantaggioso tra qua-lità e prezzo.

Di contro, nelle zone centralisi osserva invece un maggiore ap-piattimento delle quotazioni: +20% tra classe A rispetto a un’abitazione di classe di efficien-za energetica E, F e G (le più vetu-ste sul mercato, e quindi anche meno efficienti nei consumi), ri-conducibile al ruolo preponde-rante della localizzazione nella determinazione del prezzo di vendita.

I dati del secondo Osservatoriosulla sostenibilità e sulla sicurez-

za, di Scenari Immobiliari non sisono limitati a rilevare solo que-sta differenziazione fra centro eperiferie sui valori d’acquisto, maha esteso la sua analisi anche agliaffitti. Lungo questa dimensionedel mercato immobiliare, per i canoni di locazione si osserva in-vece un ribaltamento: il valore aggiunto della classe energeticaA (o più elevata) si attesta in me-dia al +26% nelle zone centrali, contro il +15% rilevato nelle zoneperiferiche. Questa differenza può essere ricondotta alla mag-giore difficoltà di imporre canonipiù elevati in zone periferiche acausa della ridotta disponibilitàeconomica di un tipo di domanda,famiglie meno abbienti o, in molticasi, senza una disponibilità fi-nanziaria sufficiente per investi-re nell’acquisto di una abitazione.

Due velocità per gli affitti

Fin qui il residenziale. La fotogra-fia ha esteso ulteriormente il suoobiettivo anche sul comparto commerciale, in cui invece l’in-cremento dei valori immobiliarilegato al crescere della classe energetica risulta più lineare.

Prezzi e canoni, in parallelo,risultano in crescita con l’avvici-narsi del centro città. Anche se con due velocità differenti: i valo-ri del residenziale risentono mag-giormente di questo avvicinarsial centro, con incrementi maggio-ri, in media +50%, mentre nel caso dei canoni la crescita si fer-ma a un +34%.Con riferimento almercato immobiliare Italiano emerge, sempre dall’Osservato-rio di Scenari Immobiliari, comegreen building, smart building esmart city scontano ancora un certo ritardo.

«Nonostante la ricerca abbiaconfermato un rapporto diretta-mente proporzionale tra la classeenergetica di appartenenza e le

quotazioni immobiliari – ha spie-gato Francesca Zirnstein, diretto-re generale di Scenari Immobilia-ri - uno sguardo più attento alledinamiche interne ai principalicentri urbani suggeriscono unasostanziale indifferenza rispettoallo “sconto” derivante da minorispese per le forniture energeti-che. Con l’eccezione del mercatoresidenziale, sia canoni che prez-zi di immobili in classe A risulta-no più elevati non tanto dove i risparmi energetici possano ave-re un impatto considerevole sullariduzione delle spese vive degli occupanti, quanto dove il conse-guimento di buone performanceenergetiche è conseguenza di in-terventi eseguiti con elevati stan-dard qualitativi».

Il valore delle innovazioni

L’efficienza energetica diventa così, e sempre di più, uno dei pa-rametri principali nella definizio-ne della qualità di un edificio, inquanto in grado di rispecchiare anche la qualità della progetta-zione. Lo sviluppo di nuove cultu-re progettuali che hanno messoal primo posto lo studio e il conse-guimento di una efficace mitiga-zione degli effetti sugli ambientiinterni ed esterni dell’edificato,hanno così massimizzato comfort e sicurezza ed efficienta-to i consumi energetici.

In più le innovazioni tecnolo-giche degli ultimi anni hanno consentito di ottenere ulteriori margini di efficientamento me-diante l’evoluzione delle “compo-nenti attive” dell’edificio. Il livellodi consapevolezza di un edificio– spiegano gli analisti di ScenariImmobiliari - nei confronti delleattività svolte al proprio internoe delle condizioni ambientali esterne è diventato determinanteper consentire all’immobile di operare in piena efficienza.

i valori del green

Il prezzo della casa AIn periferia il prezzo sù del 30%

In periferia valore degli immobili

più sostenibili energeticamente è

più alto in media del 30%. Di con-

tro, nelle zone centrali si osserva

invece un maggiore appiattimen-

to delle quotazioni: +20% tra clas-

se A e classe energetica E, F e G.

Affitti più velocitàLa corsa dei canoni è parallela

Incremento “simile” ma parallelo

per i canoni di locazione per i quali

però si osserva un ribaltamento: il

valore aggiunto della classe ener-

getica A si attesta con un affitto

più caro del 26% nelle zone centra-

li, contro il +15% in periferia.

Gli investimenti in greenCercansi risorse per 80 mliardi

Gli investimenti necessari ad ese-

guire interventi di riqualificazio-

ne energetica sull’intero patrimo-

nio immobiliare dei tre principali

comparti richiederebbero circa

80 miliardi di euro nei prossimi

vent’anni.

La casa di classe Avale di piùse è in periferiaI nuovi scenari. L’edificio green e più efficienteNei consumi energetici presenta un valore e un prezzodi mercato superiori anche del 30% se fuori dal centro

+20%L’APPIATTIMENTO IN CENTRO

Il valore di una casa green in centropuò valereun po’ «meno»

+26%IL CANONE GUARDA IL GREEN

Corsa meno forteper gli affittinelle cittàper abitazioni verdi

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LA PROVINCIA

GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE 2018

Como

Paolo Soldani e i responsabili delle business unit Tecnologia e innovazione approfondiranno le proposte su smart city e smarttechnology. Questo durante un dibattito moderato dal giornali-sta Enrico Marletta, de La Pro-vincia. Ad aprire l’incontro il sindaco Mario Landriscina, poi il presidente di Acsm Agam Paolo Busnelli, il vice Marco Rezzonico, il presidente di An-ce Como Francesco Molteni. La partecipazione è aperta a tut-ti, fino all’esaurimento dei posti nella sala convegni.

L’incontro

La Multiutility del Nord si presenta in città e mo-stra il suo volto a partire dalla smart technology. Mercoledì 3 ottobre alle 17 nella sede Ance divia Briantea si svolgerà un in-contro aperto alle amministra-zioni pubbliche e alle associa-zioni di categoria. Sarà l’occasio-ne per mettere a fuoco le siner-gie del territorio con la nuova so-cietà in cui sono confluitele uti-lity di cinque province lombar-de. L’amministratore delegato

Acsm Agam si presentaE pensa alla smart city

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10 EconomiaLA PROVINCIA

VENERDÌ 28 SETTEMBRE 2018

lore del territorio». Proprio in nome dell’importanza delle persone, ha dato la parola a due collaboratori, che hanno assisti-to e partecipato alla crescita, da una sede a quattro in Lombar-dia. «E oggi – ha sottolineato Perfetto – il core business non più vendere solo auto, ma la sod-disfazione del cliente».

Ma la parola poi non potevaandare che ai nuovi. Con una precisazione del direttore Moli-nari: «Noi non siamo un’asso-ciazione di categoria, né territo-riale. Vedrete che c’è un’azienda di Reggio Emilia nei nuovi iscrit-ti. Perché noi siamo fatti di rap-porti, di incontri». La condivi-sione, che si è mostrata fin dalla presentazione dei soci entrati ufficialmente ieri sera, uniti dal-lo sguardo al bene comune, co-me ha avuto modo di ribadire il presidente Mazzone.

Dalla meccanica alla scuola,dal legno alla consulenza, dal golf all’edilizia che sa anche esplorare nuove strade. Come il Lido di Cernobbio, di cui ha par-lato Mauro Meraviglia: il lago è un’eccellenza che invita il setto-re anche a cambiare pelle e af-frontare nuove sfide. M. Lua.

ze e fare un pezzo di strada». An-cora, Sonia Bianchi, presidente del Banco di solidarietà di Co-mo: ha ricordato anche il bellis-simo momento della Eldor che ha aperto le porte accogliendo un centinaio di persone assisti-te. E Pino Sorbini di Enervit: «Lamia azienda – ha commentato – è stata fondata dal babbo un bel po’ di anni fa. Io consiglio, faccia-mo lavorare i nostri ragazzi dellaCdo, hanno una famiglia oriz-zontale meravigliosa. Impren-ditori che hanno vissuto le stes-se necessità e si mettono in con-tatto». Ancora, Patrizio Tambi-ni, presidente della cooperativa San Giuseppe, cresciuta in 25 anni fino a 300 dipendenti e 400assistiti. Ha chiuso l’avvocato Antonello Piras, che ha sottoli-neato come ogni giorno sia una ripartenza e vadano trovate le motivazioni per operare.

L’ultimo intervento in realtàè stato ancora di Perfetto, che prima ha ricordato a sua volta il percorso di Autovittani: «Noi siamo nati nel 1962, c’è stato il passaggio generazionale. Lavo-riamo con una multinazionale, Renault, ma non perdiamo mai il contatto con le persone e il va-

AssociazioniCon i 65 nuovi gli iscritti

hanno superato quota 500

Sorbini (Enervit):

«Una grande famiglia»

Settori diversi e pro-blemi simili ma con una convin-zione: se vengono condivisi, si lavora meglio e si cresce. Questolo spirito che ha caratterizzato ildirettivo aperto della Compa-gnia delle Opere di Como ieri se-ra nella sede Autovittani di via Asiago, organizzato per dare il benvenuto ai nuovi soci: 65, che fanno superare la quota dei 500 iscritti. Il presidente Marco Mazzone e il direttore Marco Molinari, accanto al padrone di casa, il brand manager Fernan-do Perfetto, hanno dato la parolaprima a coloro che storicamentefanno parte della Cdo comasca. Ha rotto il ghiaccio Attilio Bric-cola della Bric’s, il suo lavoro chesi è specchiato in questi ultimi vent’anni con l’impegno dell’as-sociazione. Poi Giorgio Brivio e Simona Frigerio che ha incitato a valorizzare le eccellenze del territorio, «a mettersi insieme alle persone con le stesse esigen-

Direttivo. Il benvenuto ieri nella sede di Autovittani«Al centro del nostro lavoro ci sono rapporti, incontri»

Il direttore Marco Molinari e il presidente Marco Mazzone

MultiutilityRaggiunta la soglia

al termine

della riapertura

dell’Opa

A2A e Lario Reti Hol-ding hanno raggiunto il 95,18%del capitale di Acsm-Agam altermine della riapertura del-l’Opa, pari a 187.838.612 azioniordinarie.

Sulla base dei risultati defi-nitivi in esito alla riaperturadei termini, infatti, risultanoportate in adesione all’offerta2.537.851 azioni dell’emitten-te, pari a circa il 9,66% delleazioni oggetto dell’offerta e acirca l’1,28% del capitale socia-le dell’emittente, per un con-trovalore di circa 6.268.491 eu-ro.

In esito alla riapertura ri-sultano pertanto portate inadesione all’offerta complessi-vamente 16.759.692 azionidell’emittente, pari a circal’8,493% del capitale socialedell’emittente, per un contro-valore complessivo di circa41.396.439 euro.

Dall’1 ottobre, e fino al 19 ot-tobre, scatta ora l’obbligo di ac-quisto delle azioni residue, pa-ri a 9,5 milioni di azioni, sem-pre al prezzo di Opa di 2,47 eu-ro per azione. Al termine gli of-ferenti procederanno in ognicaso al ripristino del flottante.

Nuovi soci di CdO Como«Impresa è condividere»

Lario Reticon A2AQuota 95%di Acsm-Agam

L’incontro di ieri a Como con gli imprenditori

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Olgiate e Bassa Comasca 45LA PROVINCIA

VENERDÌ 28 SETTEMBRE 2018

LOMAZZO

GIANLUIGI SAIBENE

E’ stata firmata la con-venzione con Como Next per ilnuovo parco attorno all’area fe-ste, i cui lavori inizieranno entrola fine dell’anno e dovrebberoessere terminati entro la prima-vera del 2019.

Grazie al nuovo parcheggiopubblico che sarà messo prossi-mamente a disposizione di Co-mo Next, quest’ultima investiràcirca 250 mila euro per realizza-re un’imponente riqualificazio-ne dei terreni di proprietà co-munale attorno allo spazio ag-gregativo, attualmente inutiliz-zati o che erano in parte a desti-nazione agricola; Como Next sioccuperà anche delle necessariemanutenzioni per i prossimi 10anni.

Parcheggio pubblico

Al di là del muro che delimital’area feste, in un appezzamentoche era già destinato a funzionidi servizio, sarà realizzato unparcheggio pubblico. Nella zo-na, a fianco delle ex-stalle, tro-veranno spazio 130- 160 auto edè prossimamente prevista an-che la realizzazione de percorsiad hoc per rendere il parcheggiopiù agevolmente raggiungibile.L’area sosta avrà un fondo dre-nante e alberature con specieautoctone. L’ operazione com-plessiva è stata studiata dall’ar-

Uno scorcio dall’alto dell’area che sarà interessata al progetto di riqualificazione

Il progetto. L’accordo prevede la riqualificazione dei terreni attorno allo spazio espositivoUn parco di 27 mila metri quadrati con giardini per i bimbi e una microserra prefabbricata

chitetto paesaggista Mattia Ro-mani assieme all’architetto Fa-bio Lopez e agli altri responsa-bili del Parco Lura.

Sarà resa accessibile unagrande area parco di circa 27mila metri quadri, con uno spa-zio spettacoli, dove allestireconcerti e manifestazioni, di-rettamente comunicante con iltendone già esistente. Verrà an-che individuato un parco giardi-no per le famiglie ed i bimbi, conuna “green egg”, una microserraprefabbricata, per avvicinare ibimbi al mondo dell’agricoltura.Vi saranno dei tunnel verdi e deipergolati con spazi per la risto-razione o altri intrattenimentio per esposizioni.

«Siamo orgoglioso»

«Siamo molto orgogliosi diquello che riteniamo sia un im-portante risultato per tutta lacittà – sottolinea il sindaco Va-leria Benzoni - ottenuto dopodue anni di trattative, inizial-mente Como Next era infattisoltanto interessata a realizzareun parcheggio».

L’iniziativa non è però pia-ciuta affatto alla minoranza, se-condo cui la collocazione delnuovo posteggio non è funzio-nale all’area feste, ad essere con-testata anche la decisione di in-dividuare il nuovo parcheggiosu suolo pubblico. «E’ una pole-mica del tutto ingiustificata –

lamenta il primo cittadino – senon avessimo agito in questomodo non avremmo mai potutocontare sulla collaborazione diComo Next, per realizzare il fu-turo parco urbano. Il preceden-te progetto prevedeva la possi-bilità di realizzare il posteggiosui terreni privati, i proprietarisarebbero stati quindi gli uniciad averne dei benefici, mentrecon il nostro progetto ad ottene-

re dei benefici sarà tutta la co-munità: in ogni caso Como Nextnon era disponibile a portareavanti la passata progettazione.Siamo comunque pronti a con-frontarci con associazioni, cit-tadini e anche con le minoranze- nell’auspicio che non si arrivisempre a dire no a tutto, chepensiamo sia ormai un vecchiomodo di far politica - per discu-tere di possibili aggiustamenti».

n Investimentodi 250 mila euro:il cantiere apriràentro fine annoe finirà nel 2019

Firmata la convenzione con Como NextLomazzo avrà una maxi area per le feste

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10 EconomiaLA PROVINCIA

SABATO 29 SETTEMBRE 2018

MultiutilitiesMercoledì pomeriggio

nella sede di Ance Como

un incontro focalizzato

sulle smart cities

Mercoledì 3 ottobre al-le 17 nella sala convegni di Ance,in via Briantea a Como, sarà pre-sentata la cosiddetta Multiutili-ty del Nord a Como.

Al centro dell’incontro - aper-to ad amministrazioni pubbli-che, associazioni di categoria, cittadini - saranno le possibili si-nergie del territorio con la nuo-va società in cui sono confluite leutilities di cinque province lom-barde, fra cui quelle storicamen-te attive nel Comasco. Il Gruppo- uno dei primi dieci operatori nazionali, con A2A partner in-dustriale e azionista di riferi-mento - attraverso l’integrazio-ne delle aziende di cinque pro-vince lombarde ha ampliato il perimetro delle attività, sia in ambito territoriale sia dal puntodi vista industriale. L’attività è organizzata in quattro Business Unit che operano nella vendita di gas e energia elettrica; nella distribuzione di gas, acqua e energia elettrica; nella raccolta etermovalorizzazione dei rifiuti; nello sviluppo tecnologico e in-novazione.

L’ad di Acsm-Agam, PaoloSoldani, e i responsabili della Business Unit Tecnologia e In-novazione, illustreranno i le proposte nel campo delle smart cities e delle smart technologies a beneficio dei territori con lo sviluppo in particolare della smart city, dell’efficientamento energetico, dell’illuminazione pubblica, della mobilità sosteni-bile. Ad aprire la conferenza sa-ranno i saluti del sindaco di Co-mo Mario Landriscina, del pre-sidente di Acsm Agam Paolo Bu-snelli e del vicepresidente Mar-co Rezzonico.

Acsm-AgamPresentazionepubblicaal territorio

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Olgiate e Bassa Comasca 39LA PROVINCIA

SABATO 29 SETTEMBRE 2018

Il tracciato

Corso Roma

Via Repubblica

Via NuovaVaresina

Via MonteBianco

Pra’da Gera

Beregazzo

SP23

SP23

SS342

OlgiateComasco

Il nuovotratto

ditangenziale

«La tangenziale si faràC’è il progetto esecutivoe lavori al via nel 2019»

OLGIATE COMASCO

Ultimato il progettoesecutivo della tangenziale diOlgiate, l’avvio del cantiere nel2019.

È la tempistica di massimaindicata in consiglio comunaledal presidente della Provinciae assessore all’urbanistica,Maria Rita Livio, in rispostaall’interpellanza presentatadal consigliere di minoranzaIgor Castelli (Lega Nord) perconoscere lo stato di avanza-mento del primo lotto della va-

Olgiate Comasco. La conferma l’altra sera in consiglioMa la minoranza incalza: «Siamo in netto ritardoSperiamo perlomeno che questa sia la volta buona»

riante alla statale Briantea. Ag-giornamento richiesto da Ca-stelli alla luce del superamentodel termine del 30 aprile per laconsegna ad Anas della proget-tazione esecutiva, che era statoindicato dalla stessa Livio amarzo in consiglio comunale.

«Il progetto esecutivo è fini-to – ha dichiarato Livio nellaseduta consiliare di martedìsera, in cui è stato anche pro-iettato il tracciato – La Provin-cia consegnerà tutti gli elabo-rati ad Anas, dopodiché Anasdovrà indire la gara d’appalto.Siccome Anas ci ha assicuratoche la variante alla statale 342è l’intervento nuovo numerouno nelle loro priorità di can-tieri, contiamo sul fatto chefaccia presto quanto le compe-te, ossia la preparazione dellagara d’appalto e l’indizionedella gara».

La questione dei tempi

Incalzata da Castelli sui tempi,Livio ha risposto: «Non possodare una data, spetta ad Anas.Anche nell’ultima riunione aMilano, il direttore generale diAnas Lombardia e Veneto ci hadetto che la tangenziale di Ol-

giate è la prima opera e che ilcantiere sarà già operativo nel2019. E’ presumibile che i tem-pi di costruzione di una stradadi questo tipo possano durareun anno e mezzo. Non dovreb-be essere un’opera complicata,ma non doveva esserlo nean-che l’iter amministrativo inve-ce è stato lunghissimo e com-plicatissimo».

Insoddisfatto Castelli: «Nonè stato comunicato quando laProvincia consegnerà la docu-mentazione, né chiariti indica-tivamente i tempi della proce-dura d’appalto e, di riflesso, inche periodo del 2019 potrebbe-ro partire i lavori. Dopo duemandati da sindaco e due inProvincia, l’assessore Livionon è riuscita a portare l’operatanto attesa sul territorio».

Delusa anche DanielaCammarata (Noi con Voi perOlgiate): «Ci aspettavamo unafase più avanzata, di conosceretempi precisi e avere confer-me, non vedere ancora solo ilprogetto, dati i grandi proclamifatti sia nell’ultima campagnaelettorale che nella preceden-te. I termini sono scaduti piùvolte. Forse per questo non so-

no state indicate date, perchéalmeno non saranno disatteseancora una volta. Speriamo siala volta buona per eliminare iltraffico, sveltire gli sposta-menti, diminuire l’inquina-mento e la pericolosità di alcu-ne strade».

Le lamentele

Il consigliere Marco Berna-sconi (Liberali): «A più ripresel’iter amministrativo della pra-tica doveva andare avanti e poiabbiamo avuto parecchi stop.Una volta gli uccelli migratori,un’altra volta l’antisismica,adesso Anas teoricamente nondovrebbe più tirare fuori nulladal cappello a cilindro perbloccare di nuovo l’iter». M. Cle.

La nuova strada

Collegamentoalla LomazzoBizzarone

La tangenziale di Olgiate, primo

lotto della variante alla statale

342, interessa il tratto dalla roton-

da di via Repubblica alla Lomazzo-

Bizzarone. «La rotatoria esistente

sulla Lomazzo-Bizzarone, all’altez-

za della quale sbucherà il nuovo

tratto di strada, verrà solo legger-

mente riadattata – ha spiegato

l’assessore Maria Rita Livio in

consiglio comunale – In un primo

tempo Anas aveva indicato la

costruzione di una rotatoria del

tutto nuova, poi si è optato per una

ristrutturazione dell’esistente. E’

previsto un peduncolo di raccordo

con la strada di Beregazzo già

esistente che sale alla Cappelletta

di Beregazzo, richiesto dal Comune

di Beregazzo. Sul lato sinistro ci

sono gli ingressi alle attività eco-

nomiche. Questo tratto non sarà

più attraversabile. Se non inter-

verranno da parte dei privati

innesti nuovi (sottopasso in zona

Bennet, ndr), bisognerà andare da

rotonda a rotonda per cambiare la

direzione». Sono stati rivisti

l’accesso e l’uscita su via Torino,

seguendo le richieste degli artigia-

ni. M. CLE.

n «La Provinciaconsegneràgli elaboratiad AnasPoi ci sarà la gara»

n L’interventodovrebbe riuscirea togliereparecchio trafficodal centro

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