Cooperativa di Robbiano

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Con orgoglio ed entusiasmo miappresto ad annunciare ai Soci ealla comunità i festeggiamentiper il centenario della Coopera-tiva di Consumo di Robbiano.Una Cooperativa che ha saputocon continuità ed impegno af-frontare i problemi, promuovereiniziative, mettere in risalto lapriorità della persona, essereaperta alle esigenze della nostracomunità.Non bisogna dimenticare che laCooperativa muove i suoi primipassi nel 1907, sotto l’impulsodel giovane sacerdote Don Ri-naldo Beretta, che raccogliendointorno a sè un gruppo di giovanicerca di dare una risposta con-creta ai bisogni della nostragente, promuovendo istituzionidi carattere mutualistico e coo-perativistico.Nel 1909 nasce la Cooperativa:una Cooperativa cattolica che halo scopo fondamentale di aiutarele persone economicamente emoralmente.La Cooperativa vuole ancoraoggi tenere salda la sua funzionesociale e l’ispirazione cristiana.Vuole porsi come presenza signi-ficativa all’interno delle realtà lo-cali, per favorire tra le persone lacrescita di relazioni positive, ingrado di sviluppare partecipa-zione, solidarietà e socialità.Con rinnovato entuasiasmo au-guro ai soci di saper conservarelo spirito dei suoi fondatori, cosìche possa essere per i giovani unpunto di riferimento per risco-prire quei valori umani e auten-ticamente cristiani quali la soli-darietà e l’impegno sociale.

Vincenzo TerraneoPresidente

CENTO ANNI DI SOCIALITÀ

Gli auguri del Presidente

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La nascita delle Cooperative è statauna risposta alle particolari condi-zioni di ristrettezza economica cheerano presenti in Brianza agli inizidel '900 e che impedivano al sin-golo di soddisfare i principali biso-gni materiali.Il percorso che porta alla nascitadelle Cooperative è quasi sempre si-mile: Oratorio, Azione Cattolica,questi sono gli spazi in cui ha tro-vato origine l'impegno politico e so-ciale attraverso il quale sono matu-rati quei valori che hanno generatola nascita delle Cooperative, in par-ticolare proprio delle Cooperativedi Consumo.In questa categoria rientra quella diRobbiano, nata nel 1909 su inizia-tiva di Don Rinaldo Beretta e che hapartecipato agli eventi più dramma-tici della storia, mettendo in giocotutte le proprie risorse per ricoprireun ruolo significativo nei momentidi svolta e per offrire soccorso allapopolazione durante i periodi dimaggiore difficoltà.Ma ripercorrere le tappe dello svi-luppo della cooperazione in un de-terminato territorio significa soffer-marsi ad osservare anche gli eventiche hanno determinato la trasfor-mazione della società da agricola adindustriale-artigiana.Oggi, in questo particolare mo-mento socio-economico dove si cer-cano nuovi equilibri, nuovi valori,dove un comportamento etico incampo economico è sempre più au-spicabile, i principi e gli ideali cheguidano l'impegno nella Coopera-zione possono essere riscoperti dav-vero come realtà in grado di svilup-pare partecipazione e solidarietà ein grado di diventare uno strumentonon solo di ordine sociale e cultu-rale ma pure di ordine economico.La Cooperativa va concepita comevicenda costituita da due compo-nenti fondamentali: da una parte viè la dimensione sociale, identificatanei valori della mutualità, della par-tecipazione dei soci e della solida-rietà, dall'altra vi è una dimensione

imprenditoriale ed economica chenon deve assolutamente essere di-menticata. È l’equilibrio tra questidue aspetti a rendere possibile edefficiente l’Impresa Cooperativi-stica.L'auspicio è che il movimento coo-perativo possa dunque riprendereun ruolo di aggregazione che per-metta la partecipazione alla vitadella frazione e della città, che per-metta lo sviluppo delle relazioni.Partecipare significa imparare a ge-stire problemi che non sono solo in-dividuali, bensì collettivi, per af-frontare i quali è indispensabile sa-per comunicare, trovare accordi co-muni, giungere a decisioni condi-vise: in questo senso la Coopdei cit-tadini anche la fondamentale fun-zione di educare alla socialità.

Franco RivaSindaco

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LE TESTIMONIANZE

La Cooperativa educa alla partecipazione e alla socialità

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Celebrare gli anniversari è una co-stante antropologica che si riscontranella vita di ogni popolo e comunitào persona. Ha perfino radici bibli-che. Significa coronare di festa lamemoria di un tratto della propriastoria. Significa fermarsi per fare ilpunto sulla situazione presente, si-gnifica rinverdire gli ideali per af-frontare il futuro.Qui è in gioco un secolo di vita peruna associazione autonoma di vo-lontari intelligenti e audaci che“ispirandosi ai principi della ScuolaSociale Cristiana” hanno interpre-tato i bisogni economici, sociali eculturali dei contadini e operai delloro tempo e hanno inventato la“Cooperativa di Robbiano”: un’or-ganizzazione imprenditoriale “diproprietà comune, controllata de-mocraticamente”. Lo hanno fatto incomunione spirituale con migliaiadi altre simili iniziative che il nuovosecolo aveva fatto pullulare in mol-tissimi paesi dell’Europa latina eanglosassone. La coraggiosa avven-tura, maturata all’ombra del campa-nile, porta i nomi di una piccola pat-tuglia di pionieri, animati da un gio-vane sacerdote, di salute fragile madi grande intuito e passione, donRinaldo Beretta, che per molti de-cenni ha guidato e custodito la “suacreatura”.Personalmente ho incontrato laCooperativa solo da qualche mese,accettando umilmente di diventarnesocio e assistente ecclesiale. Ma giàne ho colto con stupore le ricche va-lenze sociali e cristiane: con timoremi sono misurato con nomi e voltied eventi del suo passato e ho per-cepito così la sorprendente poten-zialità di servizio di questa coope-rativa. Nel territorio, nella città enella comunità cristiana.Tentando ora di entrare nella mentee nel cuore dei suoi fondatori, restofortemente impressionato dalle loromotivazioni, dai loro intenti e dalleloro solidissime convinzioni chehanno salvato la Cooperativa anchenei momenti cruciali delle due

guerre mondiali e del ventennio fa-scista: come la visione cristianadella persona, il diritto alla auto-noma e democratica partecipazionealla vita sociale, la fedele e ostinataricerca del bene comune, la promo-zione della solidarietà verso i piùbisognosi….. Finalità identiche econdivise da tutto il MovimentoCattolico. Tutto questo si è fattosenza suonare la tromba, ma con laricchezza dei poveri: progettualità einnovazione, concretezza e ferialità.Con la logica del piccolo seme e dellavorare in rete.Ora so che la “Cooperativa di Rob-biano”, celebrando i cento anni divita, non si limita a cancellare even-tuali rughe di senilità, né si ripieganarcisisticamente a raccontarsi, mavuole inaugurare l’apertura del suonuovo secolo. Sento che ha vogliadi ripartire. Subito. Risuscitando lospirito profetico degli inizi.

Don Angelo Sala

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Il centenario come memoria e progetto

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Cento anni fa la vostra nascita, nellontano 10 ottobre 1909, con la de-nominazione “Cooperativa di con-sumo fra operai e agricoltori”: giànel nome si sente forte l’orienta-mento sociale della vostra impresavoluta da don Rinaldo Beretta, unuomo che sapeva guardare lontanopur operando in una piccola fra-zione di Giussano.Certamente anche per lui era “dif-ficile immaginare il futuro, ma nelfuturo il suo pensiero è stato!”Il Regno unito d’Italia si era costi-tuito da pochi decenni, ebbene, quia Robbiano come in molti altri cen-tri piccoli e grandi di allora, alcunepersone armate di buona volontà edeterminazione si sono riunite perdar vita a una cooperativa di con-sumo, a una comunità solidale dieguali.I mezzi erano scarsi, manco a dirlo,ma la volontà, il senso comune diappartenenza e il desiderio di ab-battere gli ostacoli economici fecedei soci fondatori di Robbiano de-gli inconsapevoli seguaci dei Probipionieri di Rochdale, quegli uo-mini che mezzo secolo prima, nel1844 in Scozia, durante una gravecrisi, diedero i natali alla prima coo-perativa di consumo della storia.Le cooperative nascevano per darerisposta concreta ai bisogni dei soci

attraverso l’esercizio diretto e de-mocratico di attività economiche enon. E quei soci appartenevano alleclassi subalterne che allora in Italianon potevano neppure votare se nonin minima parte, a classi disagiatesempre più in bilico tra il benefi-ciare anch’esse delle grandi trasfor-mazioni economiche e sociali cheiniziavano a interessare anche il no-stro Paese o cadere nella miseria piùnera con l’unica possibilità di emi-grare.Nei suoi 100 anni la Cooperativa diRobbiano ha superato crisi econo-miche e profonde trasformazionisociali, qualcosa come due guerremondiali e la dittatura che ha cer-cato di soffocare con ogni mezzo,anche violento, l’esperienza coope-rativa per timore che le aggrega-zioni spontanee del Popolo inficias-sero il suo folle progetto.Anche la Cooperativa di Robbiano,con le sue molteplici attività nel so-ciale, dal centro ricreativo al circo-lino, dalle gite sociali all’acco-glienza degli anziani, è riuscita, nelpassato come nel presente, a contri-buire alla crescita sociale e comu-nitaria, in un mondo sempre in mo-vimento e mutamento.Non mancherà nella propria mis-sione neppure nel futuro!Per noi la vera cooperazione è mu-tualità, è sana aggregazione, è at-tenzione ai più deboli e agli ultimi,alle famiglie dei lavoratori: quindinoi cooperatori dobbiamo essere fa-miglia perché la cooperazione è lavera famiglia sociale.Non solo per profonda convinzioneetica, democratica e civile, ma per-ché ce lo insegna la Dottrina So-ciale della Chiesa e la tradizioneevangelica.Senza contare che anche la Costitu-zione della Repubblica italiana,all’articolo 45, assegna alla coope-razione il gravoso e nobile compitodi salvaguardare e difendere la so-lidarietà sociale.I cooperatori del domani sarannonecessariamente i nostri giovani e

apprezzo moltissimo gli sforzi e leiniziative messe in campo dallaCooperativa di Robbiano. I giovanisono senza alcun dubbio più prepa-rati di noi, più competenti; a noi ilcompito di trasmettere valori e pas-sione.I giovani saranno i nuovi protagoni-sti, a patto che sappiamo riservareloro opportunità e concedere lorofiducia.Caro presidente della Cooperativadi Robbiano, ho rivolto questo miocontributo ai soci della tua coope-rativa perchè sono solo i soci il car-burante del motore della coopera-tiva!A te, caro presidente, ai tuoi colla-boratori, a tutti gli amministratoriche si sono seduti sul ponte di co-mando della Cooperativa di Rob-biano, a tutti i soci, compresi quelliche verranno, un caldissimo ringra-ziamento per la vostra capace pre-senza.Noi cooperatori siamo degli umiliseminatori, lasciamo ad altri il rac-colto del nostro lavoro!E ricordiamoci che la vera coopera-zione si giudica e si riconosce dalleopere.

Cav. Aldo SironiPresidente Confcooperative,Milano, Lodi, Monza e Brianza

LE TESTIMONIANZE

La vera cooperazione si riconosce dalle opere

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La provvidenziale intuizione peruna Società quale la Cooperativa diRobbiano, nelle vicissitudini di unastoria annessa alle opere sociali cat-toliche diocesane, sotto lo spiritoaudace e la geniale intraprendenzadi don Rinaldo Beretta, ha suscitatoe accumulato affetti e ricordi.Una presenza sociale allora quasiincredibile idea di socialità e mu-tualità che ha attraversato un se-colo: di generazione in generazioneè giunta a noi, merito della generosadisponibilità dei cooperatori, uo-mini e donne, che, con fedeltà ecorresponsabilità, hanno superato evinto situazioni difficili e soprat-tutto hanno mantenuto validi e vivii loro ideali.Nostro è il compito di sentirci testi-moni della missione morale a prose-guire degnamente e orgogliosamenteimpegni ed esempi.La cooperativa robbianese, comed’altronde tutte le altre della nostrafertile e feconda Brianza, sono egermogliano come un bell’alberorobusto e rifiorente assecondandol’invito bellissimo e fervido del no-stro Cardinale Dionigi Tettamanzi.Nell’attuale sfida della competiti-vità, a difesa di tanti bisognosi e dinumerose diseguaglianze, le ten-sioni più vibranti debbono affidarsial ruolo trascinante e galvanizzantedella nostra cooperazione umana ecristiana.Cari amici di Robbiano: oggi noinon celebriamo l’evento di un fattoqualsiasi, bensì l’avvio di una ini-ziativa storica, nobile, sociale e fra-terna che ha animato stagioni di la-voro e di sacrifici incrollabili, condecisione convinta e consapevo-lezza tenace, anelito ispiratore deinostri predecessori, umili ma cre-denti, nella lotta faticosa allapovertà, al bisogno, talvolta allamiseria.Tutto ciò ad affermazione della di-gnità dell’uomo e della persona.Il motivo della fondazione deve per-severare e progredire a farsi promo-zione per un vicendevole sostegno.

L’esempio che oggi sentitamenteviviamo deve essere anche di do-mani con identica passione e fe-deltà. E che sia un cammino linearelungo felice.

Orsenigo Dante OresteCoordinatore ConfcooperativeMonza e Brianza

Saluto dal decanodella cooperazione brianzolae milanese

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LE TESTIMONIANZE

Cento anni! Ha un secolo di vita ep-pure la Cooperativa si presenta inabiti rinnovati e sgargianti. Ha superato traversie e difficoltà,ha visto momenti gloriosi e belli, haal suo attivo un lungo e infaticabileservizio a favore della comunità edè oggi più viva che mai.Non posso dimenticare il fondatore,don Rinaldo Beretta, che ci hamesso il suo animo e tutto il suocuore appassionato per venire in-contro alla sua gente, che condu-ceva una vita dura, china su unaterra spesso ingrata. Poi via via il Servizio della Coope-rativa ha allargato i suoi orizzonti eha moltiplicato i suoi impegni, pro-movendo i valori umani, quali la so-lidarietà, la bellezza, l’arte, la vita,la famiglia, ecc. Tutto questo allaluce del Vangelo da incarnare nellavita quotidiana. Sono grato per l’aiuto sempre gene-roso e puntuale che essa ha dato allaParrocchia e per l’amore dei diri-genti che l’hanno accompagnata eresa sempre più bella, elegante eaperta ad un servizio decoroso e ac-cessibile a tutti.Mi dico veramente fortunato di averincontrato nei lunghi anni della miapermanenza a Robbiano questa isti-tuzione meravigliosa e provviden-ziale che riflette con luminosa chia-rezza l’opera del divino Sama-ritano. È un bel traguardo quello che laCooperativa festeggia quest’anno espero che sia una piccola tappa diun lungo cammino. Sappiano i gio-vani raccogliere con religioso ri-spetto e amore quest’opera, cheviene consegnata nelle loro mani,arricchendola di nuove iniziativeper un servizio sempre più efficacee fraterno alla comunità di Rob-biano.Grazie di cuore e auguri di lungavita.

Don Virginio Riva

Gratitudine per l’aiuto generoso alla parrocchia

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Raggiungere il centenario dalla fon-dazione della vostra cooperativa èsicuramente un grande traguardonon per tutte; ma nella nostra labo-riosa e benedetta Brianza non è unanniversario singolare: già nel 2002la cooperativa cattolica di Verano ,poi quella di Carate e quest’anno lavostra, insieme a quella di Brughe-rio, sono arrivate caricate di entu-siasmo al centesimo anniversario.La coincidenza ravvicinata delladata di nascita di tante cooperativeubicate sul nostro territorio non ècasuale ma è, al contrario, la con-ferma della contemporanea esi-genza di dare - all’inizio del secoloscorso - una concreta risposta ai bi-sogni della nostra gente in momentidi particolare difficoltà e di miseria.In quegli anni, infatti, solo la chiesae i suoi sacerdoti, di autentica for-mazione cristiana, erano i punti diriferimento e di guida per l’avvio dicosì lodevoli iniziative. Da qui èmaturata la determinazione di darevita alla costituzione di molte coo-perative, fra le quali, appunto,anche la vostra.Oggi vale dunque la pena di riper-correre insieme i tratti salienti diuna storia che è la testimonianza diun bene comune ispirato ai principidel mutuo soccorso, pensato e rea-lizzato quotidianamente per conse-

guire, nell’unità cristiana e nellaconcordia cooperativistica, finalitàdi vera amicizia e solidarietà.La cooperativa nacque, invero,quale associazione finalizzata asoddisfare l’esigenza di migliorarele precarie condizioni alimentari incui versavano gli abitanti della zonacon la creazione di dispensari,prima, e negozi, poi. Anche la vostra cooperativa di Rob-biano di Giussano si è costituita atal scopo; oltre al tradizionale puntodi vendita (negli anni ampliato e ri-strutturato) aveva aggiunto un ulte-riore servizio ai propri soci:l’autobus – market grazie al quale èstato possibile raggiungere i clientipiù lontani con, all’epoca, evidenteapprezzamento di tutti.Certo il percorso non è stato facilee gli ostacoli moltissimi: come nonricordare tra questi il periodo buiodel fascismo nel corso del quale ilmovimento cooperativo subì ag-gressioni e veri e propri atti di de-vastazioni nei propri esercizicommerciali.In epoche più recenti non va dimen-ticata la complessa situazione pro-pria degli anni ottanta, durante iquali le nuove problematiche rende-vano arduo anche solo sperare dipoter raggiungere il traguardo cosìimportante quale quello che oggicelebriamo. Tali difficoltà sono state ben sotto-lineate dal socio Rinaldo Bartesa-ghi, nel discorso pronunciato allacooperativa in occasione del convi-viale incontro (dopo il rilascio dalsequestro) dell’indimenticabileamico Ambrogio Elli, il quale cosìevidenziava…”anzi dobbiamo im-pegnarci a migliorare la soluzionedata alcuni anni fa al problemadella cooperativa, quando si riuscìcon l’accodo ACLI di Milano aconservare la funzionalità dei lo-cali, a garantire un servizio e a man-tenere il possesso dello stabile”.In quei momenti le Acli , preoccu-pate e molto attente alla situazionecritica vissuta dalle cooperative di

consumo della provincia ed in par-ticolare da quelle della Brianza, condiversi e proficui interventi (ricordosolo quali esempi la cooperativa diDesio di Paina e Birone di Gius-sano, di Albiate Brianza) hannocontribuito a risolvere positiva-mente tante situazioni di bisogno oanche solo di disagio. Senza l’intervento provvidenzialedelle Acli in quella situazione diestrema impotenza di fronte a milledifficoltà, dove sembrava non es-serci soluzione alcuna (si ipotizzavaaddirittura di alienare l’immobiledella cooperativa per poter saldaregli ingenti debiti accumulati), sa-remmo sprofondati nello sconfortopiù totale e non sarebbe mai matu-rato in alcuni soci un irresistibiledesiderio di sopravvivenza a tutticosti. Certamente motivati da forti ideali,sono tuttavia bastati pochi a trasci-nare - grazie ad un encomiabile spi-rito di abnegazione e a tantagenerosità – tutti gli altri e a soste-nerli nel non desistere. Supportatidalle Acli hanno incoraggiato chiaveva perso la speranza fino a che,dopo tante vicissitudini ed incer-tezze, la situazione ha finalmenteimboccato la strada verso un gra-duale ricupero che oggi ci vede tuttiassieme meritatamente festeggiarei cent’anni.Se le questioni di pochi anni fa sonostate risolte, lo si deve all’impegnoe all’attenzione di chi ha ritenutonecessario salvaguardare e rinvigo-rire il lavoro, gli sforzi e gli idealidei nostri fondatori per il bene ditutti noi presenti e di chi verrà dopodi noi.Anche per questo è importante oggiricordare: perché ogni bene lasciatoè un bene che va difeso nel rispettodi quello spirito di fratellanza e disolidarietà che costituiscono i valorialla base delle nostre cooperative.

Mario ColomboConsigliere Cooperativa di Consumo di Albiate e Triuggio

Necessità di salvaguardaregli ideali dei fondatori

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PER UNA STORIA

DonRinaldo Beretta

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Il nome di don Rinaldo Beretta è le-gato alla nascita della Cooperativadi Robbiano. Nel 1907 fu costituitoun circolo di ritrovo in un vecchioedificio dietro la Chiesa di cui donRinaldo fu animatore.Nel 1909 fucostituita la Cooperativa . Il coadiu-tore parrocchiale fu eletto assistentespirituale della neo costituita orga-nizzazione. Don Rinaldo Beretta ri-mase sempre attaccato a questa suacreatura, animandone per lungotempo la vita spirituale, sempre pro-digo di consigli anche di caratterepratico e gestionale.Nato a Barzanò il 26 febbraio 1875,fu ordinato sacerdote dal cardinalFerrari il 4 giugno 1898 e destinatocoadiutore a Robbiano.Mentre ilparroco Tanzi si era impegnato aduna miglior sistemazione dellachiesa parrocchiale, il coadiutoreintraprendeva la fondazione e l’or-ganizzazione di un oratorio per i ra-gazzi che poi diresse per molti anni.Nello stesso tempo attendeva a tro-vare modo di sollevare le depressecondizioni della popolazione pres-soché tutta di poveri contadini di-spersi in vecchi cascinali.Pertanto,nel 1904 si eresse una mu-tua per il bestiame bovino sotto il ti-tolo di S.Sebastiano. Quando a uncontadino veniva a mancare lamucca, ch’era allora un sostegnoper la famiglia, era una faccenda se-ria trovare i soldi per rimpiazzarla.Nel 1907 si impiantò una società dimutuo soccorso tra gli stessi conta-dini e operai, unendola a quelladelle parrocchie di Paina e di Gius-sano.Due anni dopo si organizzòuna Cooperativa di Consumo.Alla morte del Tanzi (1938) venneeletto parroco il coadiutore, chenella direzione spirituale della par-rocchia seguì le orme del suo pre-decessore con la parola e conl’esempio. Coltivò la fede e la pietànel suo popolo, mantenendo infiore le pie associazioni (Terz’or-dine di San Francesco d’Assisi, lacompagnia del Sacro Cuore diGesù, la Confraternita del SS.

Sacramento, ecc.).Il periodo delle due guerre deter-minò il cambiamento dell’econo-mia e un aumento della popola-zione. Venne perciò ad imporsi an-che per Robbiano l’acquisto di unterreno per la costruzione di una piùampia chiesa parrocchiale e di unnuovo oratorio maschile conformealle moderne esigenze ed alla piùche decuplicata popolazione. Il par-roco comperò nel 1950 poco menodi una ventina di pertiche milanesidi terreno, che poi donò alla parroc-chia, coll’intenzione di usarne unterzo per la nuova chiesa e la casaparrocchiale, e due terzi per l’ora-torio o casa del giovane.Si è inoltre premurosamente occu-pato presso l’autorità civile affinchèla nostra frazione avesse un capaceedificio comunale per le scuole ele-mentari, ed un nuovo cimiterodando per quest’ultimo gratuita-mente il terreno: le due opere fu-rono ultimate nel 1950.A tempo libero, scrisse articoli emonografie storiche riguardanti per

lo più la nativa Brianza: apprezzatilavori al dire dell’illustre prof.Giampiero Bognetti.Il 24 dicembre 1957 gli veniva con-ferita dall’Amministrazione Provin-ciale di Milano la medaglia d’ar-gento di benemerenza.Data ormai la grave età e gli annessiacciacchi, nel 1956 domandò e ot-tenne che il coadiutore fosse nomi-nato suo vicario. Nel 1960 rinunciava definitiva-mente alla parrocchia, ritirandosiquiescente. Il 27 dicembre il Capodello Stato, Antonio Segni, lo nomi-nava Cavaliere dell’Ordine al Me-rito della Repubblica Italiana.Fondò poi una borsa si studio per unrobbianese chierico studente nei se-minari diocesani.Nel 1975 ebbe modo di festeggiareil secolo di vita circondato dai suoiparrocchiani e dagli estimatori dellesue opere storiche.Di lì a un anno, dopo breve malat-tia, venne chiamato alla casa del Pa-dre, e gli venne data sepoltura nelcimitero di Robbiano.

Il fondatore Gennaio 1962. Foto in occasione della consegna della pergamena di Cavaliere. In primopiano don Rinaldo Beretta con al fianco l’on. Tarcisio Longoni e il Cav. Colombo Mario.

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PER UNA STORIA

In questo vecchio,pittoresco cortile lacooperativa di Robbianoiniziò, cento anni fala sua attività.Ospitava l’osteria edil negozio di alimentari,il primo aperto nel paese.In un angolodel grande stanzoneun antico caminocon le pancheed il fuoco accesoera un po’ il simbolodella nuova,grande opera iniziata.

La prima sedeIntervista rilasciata da don Rinaldo Beretta nel 1960e pubblicata nel fascicolo commemorativo del cinquantesimo della Cooperativa.

“In paese non esistevano negozicome li intendiamo noi ora e noncominciarono ad esistere che dopola fondazione della cooperativa, inconcorrenza a questa.Esistevano invece due osterie che,alle famiglie amiche, e solo aquelle, fornivano anche un po’ dizucchero, di caffè, di salsa e di po-chi altri generi di prima necessità.Come dicevo, si trattava però nongià di una vendita organizzata, madi un piacere fatto personalmente adeterminate persone e solo qualchevolta. Tutta la popolazione era per-ciò obbligata a recarsi fino a Gius-sano per rifornirsi di quanto potevanecessitargli.Le stesse osterie esistenti in paeseerano più che altro ritrovo dei pa-renti, organizzate in modo moltofamigliare e con orari di apertura li-mitata e saltuaria. Era quandi ne-cessario che si lanciasse l’ideadella cooperativa di consumo a si-miglianza di quanto era stato at-tuato in quegli stessi anni a Caratee successivamente a Verano.La sistemazione fu più che provvi-soria. In un cortile dietro la Chiesa,

in un locale rustico, sotto un por-tico in terra battuta, trovò sistema-zione sia l’osteria che il magazzenodei generi alimentari. Pochi generi,i più necessari, quelli che le fami-glie allora potevano permettersi dicomprare a integrazione dei pro-dotti ricavati dalla loro terra.L’attrezzatura era rudimentale etalvolta si sopperiva alla mancanzadei sedili coll’usare le panchedell’oratorio.Era però il luogo ove tutti gli uo-mini di Robbiano potevano ritro-varsi per un’ora di svago, per sen-tire le notizie del paese e quelle difuori attraverso il giornale e man-giare ogni tanto la “piccola” annaf-fiata da un “onesto” bicchiere.Quasi subito si pensò però ad unasede propria, più decorosa, nuovaanzi, con l’acquisto dell’area oc-corrente dal capomastro Boffi An-gelo di Giussano. Si costruirono alpiano terreno il locale per gli ali-mentari che sarebbe servito ancheda osteria, la cucina ed un piccolomagazzeno, al piano superiore lostudio e una stanzetta per il gerente.Non si trattava certo dell’attuale

sede della cooperativa così bella,spaziosa e comoda. Erano i primitentativi proporzionati ai mezzi dicui il paese poteva disporre. Si trat-tava di una spesa abbastanza rile-vante per allora. Difatti il terreno ècostato lire 1.330,45 e tutta la co-struzione oltre 17.000 lire.Ricordo benissimo ancora il parti-colare del “Ferragosto” offerto dalcapomastro Boffi nel locale dellavecchia sede provvisoria a tutti glioperai ed ai soci che avevano par-tecipato all’opera e consistente inun fumante risotto cucinato dalBoffi stesso!“Quante cose da allora sono cam-biate! Quanti problemi ha dovuto ri-solvere la cooperativa in 50 anni!Come si è sviluppata e quanto beneha fatto in paese! Eppure tutto è co-minciato da quella piccola fiammaaccesa allora dai nostri vecchi. Po-chi ne sono rimasti: è giusto che aidefunti vada il nostro pensiero rico-noscente e riverente, come è giustoche i viventi li festeggiamo perchéoltre che la festa della cooperativa,questa è la loro festa, il premio allaloro costanza ed ai loro sacrifici”.

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LE ORIGININel primo decennio del nostro se-colo procurarsi generi alimentarinei piccoli paesi non era un’impresada pigliare a gobbo. A Robbiano lecose stavano in questo modo: “Diesercenti non ce n’erano allora -scrisse don Beretta - che due oste-rie, delle quali una con licenza divendere sale e tabacco, e un presti-naio che col pane giallo (ordinarioalimento, con la polenta e la mine-stra di riso con legumi) sfornavagiornalmente una cotta di panebianco che finiva smaltita in partefuori parrocchia”.(1) Parte dei com-mestibili più in uso veniva dallacampagna, ma per altri prodotti,come zucchero, caffè, riso, carni esalumi, e quanto occorreva per lenecessità quotidiane della famigliabisognava spingersi fino a Gius-sano.Nei dintorni, come a Carate, Ve-rano, Albiate, Seregno, durante glianni 1901-1902, si erano fondateCooperative di Consumo, che for-nivano a prezzi onesti ogni sorta digeneri alimentari e altro.A Robbiano nel 1907 fu costituitoun Circolo di Ritrovo in un vecchioedificio dietro la chiesa. In que-st’ambiente un gruppo di uomini,consigliati da don Rinaldo Beretta,dopo lunghe discussioni, deciserodi dar vita a una Cooperativa diConsumo.(2)

La sua genesi fu descritta dallostesso don Rinaldo nel Liber Chro-nicus: “Il giorno 10 giugno 1909 furogato l’atto costitutivo di una So-cietà Anonima denominata Coope-rativa di Consumo fra operai e agri-coltori di Robbiano. Rogò l’atto ilnotaio Antonio Gallavresi residentein Monza, e registrato nella stessacittà il 14 ottobre. La durata dellaCooperativa è stabilita fino al 31 di-

cembre 1959. La nuova istituzionefu annessa alle opere cattoliche so-ciali diocesane. Assistente spiritualefu eletto il coadiutore, per cui me-rito sorse quest’altra opera di benemateriale e spirituale per i cari Rob-bianesi”.Costituita la Cooperativa si dovettepensare alla sede. Nel mese di feb-braio 1910, “comperatisi il fondodal capomastro Angelo Boffi diGiussano, la Cooperativa incomin-ciò la costruzione di un fabbricatonuovo adatto all’esercizio”.Appena tre mesi dopo tutto erapronto. “Nel mese di maggio 1910,ebbe luogo l’inaugurazione delnuovo edificio della Cooperativacon l’intervento dell’onorevole Lo-dovico Taverna deputato del Colle-gio di Desio, di Panizzardi prefettodi Milano, e del Sindaco del Co-mune cav. Adolfo Corbetta”.(3)

IL PERIODODEL FASCISMOLa Cooperativa svolse il suo com-pito tranquillamente per un venten-nio; ma con l’avvento del fascismoessa ebbe vita tormentata.Dopo le elezioni politiche del 15maggio 1921, la situazione preci-pitò: gli scioperi agrari, la marcia suRoma (ottobre 1922), turbano e, inqualche regione (Emilia Romagna,Toscana), sconvolgono il Paese.Nel gennaio dell’anno appressovenne fondata a Giussano una se-zione del Partito Nazionale Fasci-sta: nessuno dei robbianesi diede ilproprio nome.Nel 1924, alla vigilia delle elezionipolitiche s’intensificarono le vio-lenze fasciste. Il 6 aprile si svolserole elezioni con una nuova legge(Acerbo) che permise ai fascisti lamaggioranza assoluta in Parla-mento.Robbiano votò compatto per il Par-tito Popolare (l’odierna DemocraziaCristiana), ad eccezione di solo ottovoti. E come a Robbiano in tutta laBrianza i fascisti uscirono sconfitti.Il loro livore si manifestò in una se-

rie di rappresaglie “con saccheggi,ferimenti e morti”.Continua don Beretta: “Colpite inmodo particolare furono le istitu-zioni economiche-sociali del Mon-zese e della Brianza, in maggio-ranza cattoliche, poichè quelle so-cialiste erano già state in prece-denza distrutte in buona parte.A Monza, per la seconda volta, dan-neggiarono per migliaia e migliaiadi lire la tipografia sociale dove sistampa Il Cittadino, giornale catto-lico della città; la medesima sortesubirono altri circoli e Cooperativedello stesso luogo, compresa la so-cialista camera del lavoro.Circoli familiari, Cooperative,Casse del Popolo subirono devasta-zione e saccheggio... A Giussano (ifascisti) arrivarono improvvisa-mente in pieno giorno su di un ca-mion e, smontati, si diedero sen-z’altro a picchiare botte con nerbidi bue all’impazzata su quanti in-contravano”.Queste spedizioni punitive eranocompiute da squadristi provenientida altri paesi, edotti da fascisti lo-cali.“La Cooperativa di Robbiano, fraquelle dei nostri dintorni, fu laprima ad essere colpita. La notte delgiorno 7, alle ore 23,40, quando or-mai tutti si erano ritirati al riposo enel paese dominava piena quiete, unforte gruppo di fascisti armati (oltreuna cinquantina) giunsero silenziosie si fermarono davanti alla Coope-rativa.Rotta la lampada elettrica esternaonde evitare di essere riconosciuti,una voce chiamò il dispensiere.Questi scese dal letto e si affacciòalla finestra, ma subito dovette riti-rarsi preso da spavento. Rimbomba-rono tosto colpi di moschetto e dirivoltella, mentre una parte degli as-salitori con una grossa mazza fra-cassarono il cancelletto del cortiledonde sfondato l’uscio di legno, pe-netrarono all’interno della Coope-rativa.Gli altri rimasti fuori a fare la guar-

Racconto delle origini della Cooperativa di Consumodalla penna di Mons. Eugenio Cazzani

(1) Rinaldo Beretta, Robbiano Brianza,Notizie Storiche, Monza 1968, p.158

(2) F. Tagliabue, Don Rinaldo e la sua gente,Giussano 1975, p.21

(3) Archivio Parrocchiale di Robbiano(A.P.R.), Liber Chronicus, p.90

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dia continuavano a sparare colpi perintimidire e tener lontano quei delpaese. Infatti, coloro che abitavanola casa prospettante la Cooperativa,nell’udire tanto indiavolamento,vennero alle finestre per vedere diche si trattava, ma dovettero subitoritirarsi sotto la minaccia d’esserecolpiti; e alle donne, che piene dispavento, gridavano e piangevano,una voce levatasi da quella masnadagridò: è inutile piangere; questo loavete meritato con il vostro voto.I fascisti entrati in negozio fracas-sarono i mobili, le bilance, tutte ledamigiane contenenti marsala, olio,ecc., tutte le bottiglie degli sciroppi,le scatole dei biscotti, caramelle,caffè, ecc., un barile quasi pieno diaceto; rovesciarono sul pavimentolardo, burro, i sacchi di riso, lecasse di pasta e di altri commesti-bili, producendo un’orribile miscelaimpregnata di petrolio, olio, aceto eliquori. Asportarono invece granparte del salame crudo e cotto.Dalla bottega passarono in cucinafracassandovi le stoviglie, il rame, imobili, ecc.; rubarono le posate cheerano nuove.Entrati nel salone infransero tuttoquanto serviva per la vendita delvino: misure, bicchieri, calici; spac-carono un barile pieno di marsala eun altro pieno di nebbiolo, allagan-done il pavimento; vi asportaronoinvece tutto il salame crudo chestava appeso per la stagionatura.Tutti questi danni e rubamenti fu-rono compiuti in una quindicina diminuti o poco più, quindi si porta-rono a Verano per fare altrettantoverso quella Cooperativa Catto-lica”.Questa minuta descrizione rendeevidente la conformazione ambien-tale della nostra Cooperativa: nego-zio di generi alimentari, un saloneper la mescita del vino, la cucinadel dispensiere, che aveva nel pianosuperiore le camere da letto.I danni causati da quei vandali-ladri

furono registrati dopo la cronacaappena riferita: “... merce rubata L.6.765; merce distrutta completa-mente L. 6.350; merce orribilmentedevastata, della quale ben poco, pernon dire nulla, commerciabile L.10.389”; il tutto sommante a L.23.513.Una cifra che dice ben poco a chinon visse in quel decennio, ma checostituì un danno economicamenteenorme per la nostra Cooperativa.Osserva ancora don Beretta: “E ciòche rende ancor peggiore la cosa, siè che queste azioni punitive rima-sero impunite negli autori, e nessunrisarcimento di danni ebbero i dan-neggiati”.Oltre il danno anche le beffe.“Dopo aver provocato i sopraddettidisastri i fascisti di Monza e del cir-condario ebbero la sfrontatezza didiffondere fra le nostre popolazioniun foglietto volante che riporto te-stualmente...”.(4)

Non vale la pena di riferirlo; sitratta di uno scritto pieno di livoree d’improperi verso “i comunistibianchi”, coloro che votarono per ilPartito Popolare, che in tutto il cir-condario raggiunsero il 65% deivoti; lasciando alla Lista NazionaleFascista “l’obbrobrioso risultato del16%”.Seguono minacce verso “i sessanta-mila bastardi... ed ai loro perfidiconsiglieri” che avevano osato ne-

gare il voto ai fascisti.Noi oggi non ci meravigliamo diquesti atteggiamenti propri dei re-gimi totalitari: qualche tempo primadei misfatti esposti, i fascisti delFerrarese eliminarono a randellatel’arciprete di Argenta, don Minzoni,eroico e superdecorato cappellanodella prima guerra mondiale; e il 17giugno di quel 1924, uccisero il de-putato socialista onorevole Matte-otti, nativo del Polesine. Entrambiavevano osato alzare la voce controle nefandezze fasciste: dopo pro-cessi-farse, mandanti ed assassinifurono praticamente assolti”.(5)

La Cooperativa lentamente ripresela sua funzione socialmente bene-fica, che continuò indisturbata finoal 1931. In quell’anno, oltre al

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PER UNA STORIA

Frontespiziodello Statuto del 1913della Società di mutuo soccorso,fondata nel 1904.

Un momento di incontro.(4) (A.P.R.), Liber Chronicus, p.129-131

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colpo mancino sferrato control’Azione Cattolica, il fascismo an-nientò, con la Società di MutuoSoccorso anche la nostra Coopera-tiva.“Inquadrata nelle opere fasciste, ri-costruita dopo l’assalto del 7 aprile1924 con l’aiuto di tutta la popola-zione, per contenere le ulterioripressioni che i fascisti facevano neiconfronti della Cooperativa, si do-vette ammettere nel consiglio diamministrazione anche qualcuno diloro” (6); ma ciò non bastò a sal-varla. In quel 1931 essa perse la suaautonomia e la sua fisionomia cat-tolica, che l’aveva qualificata findalla nascita: “Rimase la Coopera-tiva - scrisse don Rinaldo - ma in-quadrata nelle opere economichefasciste” (7).Riebbe la sua autonomia dopo il se-condo conflitto mondiale (1940-45), che eliminò il partito totalitariofascista e diede ampio respiro aglialtri partiti. Lo Statuto Cooperativadi Consumo tra operai ed agricol-tori di Robbiano, 1949, all’articoloquinto del titolo primo, esprime lanatura morale-politica della rinataistituzione: “ La Cooperativa, che siispira ai principi della scuola cri-stiana, aderisce alla organizzazioneche espressamente ispira tali prin-cipi”.Cooperativa di chiaro stampo catto-lico, ma aperta a tutti i Robbianesi,purchè non aderenti “ad associa-zioni anticlericali ed antisociali” (8).Don Rinaldo Beretta che nel 1938,alla morte di don Francesco Tanzi,dopo quarant’anni di coadiutorato,aveva avuto dal card. Alfredo Ilde-fonso Schuster la nomina di par-roco di Robbiano, e nel decenniosuccessivo si era visto premiare conalcuni riconoscimenti civili la suafatica di storico, poteva ritenersisoddisfatto: il fascismo aveva elimi-

nato alcune istituzioni da lui createed amorosamente seguite, ma la suaCooperativa, scampata agli eventi,viveva ancora.

LO STATUTO DEL 1909Dopo novant’anni è bello riandarea leggere lo statuto che il 10 ottobre1909 si diedero i soci fondatori edosservare quante cose sono cam-biate in 50 anni e quante sono statedimenticate.Vediamo ad esempio all’art. 9 l’ob-bligo della cooperazione del socioal benessere ed all’incremento dellasua società, la sottomissione al re-golamento sociale ed il dovere didenunciare, anche all’autorità giu-diziaria, chiunque abusasse delleproprietà sociali.All’art. 12, parlando dell’esclu-sione da socio, tra i motivi che pos-sono portare al provvedimento mi-nacciato troviamo la cessione del li-bretto di credito (che detto tra pa-rantesi, ammetteva uno sconfina-mento solo entro gli importi garan-titi attraverso l’ammontare del capi-tale sociale sottoscritto dal posses-sore del libretto stesso) a personeestranee alla società, l’aver fattofruire delle provviste del magazzinosociale a persone estranee alla so-cietà, (si vede che allora era ben ra-dicato il principio che solo i soci edi loro famigliari dovessero benefi-ciare dei servizi della cooperativa),l’adesione ad associazioni anticle-ricali ed antisociali ed il manteni-mento di una condotta morale of-fensiva dello spirito cristiano infor-mativo della società.Come si vede, anche al riguardo deidiritti e dei doveri dei soci, i nostrinonni avevano le idee ben chiare!Curioso è per lo meno il dispostodell’articolo 24 che riportiamo in-tegralmente: «I contratti di acquistodovranno essere approvati dal Con-siglio e pubblicati nel magazzenosociale; saranno controfirmati dalconsigliere proponente». Venivaperciò prescritta una pubblicità in-solita agli affari della società, sicu-

ramente al fine di non far mormo-rare i soci senza cognizione di causao dietro informazioni che non sem-pre avrebbero potuto corrisponderealla realtà delle cose. Per di più siprescriveva anche che il responsa-bile dell’acquisto non si nascon-desse dietro l’anonimato del consi-glio di amministrazione, ma pren-desse piena responsabilità dei suoiatti di fronte a tutti i soci attraversola sottoscrizione degli impegni fattiassumere alla cooperativa con lesue proposte!Sempre con ogni probabilità per te-nere costantemente informati i socidegli atti sociali e per far sì che nonvenissero fatte congetture ingiustecausate dalla incerta conoscenza deideliberati del consiglio, l’ultimocomma dell’articolo 25 diceva te-stualmente:«Alle sedute del Consiglio possonoassistere tutti i soci senza dirittoperò né al voto né alla parola». Eraquesta una norma che dobbiamodefinire per lo meno coraggiosa!Non ha invece bisogno di alcuncommento il disposto dell’art. 31:«La distribuzione dei generi di re-gola si fa a pronti contanti. Può es-sere accordato un credito sino a cin-que lire per ogni azione liberata. Il

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Primi articolidello Statuto del 1909.

(5) (A.P.R.), Liber Chronicus, p.133(6) F. Tagliabue, op. cit., p.26(7) (A.P.R.), Liber Chronicus, p.143(8) F. Tagliabue, op. cit., p.22

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socio però deve estinguere il debitoalla fine del mese, con facoltà di re-spiro sino ai primi dieci giorni delmese successivo. Trascorso un altromese senza che il socio soddisfi ildebito, viene escluso e e le sueazioni e compartecipazioni si devol-vono a saldo suo debito sino a con-correnza e nel resto al fondo di ri-serva».Interessante era pure l’ultima partedell’art. 30 che determinava la de-stinazione degli avanzi dell’eserci-zio sociale: «dagli avanzi si dedur-ranno tutte le somme necessarie perla pigione, i salari e tutte le spesedella società; il resto si devolve perintero al fondo di riserva». Non eraai fondatori passato nemmeno perla mente che sui soldi versati performare il capitale sociale potesseessere preteso un dividendo od uninteresse!E da ultimo vogliamo richiamaredue norme sulle quali nella letturanon avevamo ritenuto di soffer-marci sembrandoci del tutto logicheed attuali. Pensando però che dallaloro formulazione è passato oltremezzo secolo, dobbiamo ricono-scere che i costruttori avevano pre-corso i tempi.La prima compone l’art. 11 e dicetestualmente: «La società ha un as-sistente ecclesiastico al quale spettala direzione morale della societàstessa».La seconda è contenuta nell’arti-colo 4 ed ammette che della coope-rativa «possono fare parte tutti glioperai ed agricoltori d’ambo i sessiecc., ecc.». Se si pensa che solo nel 1945 siconcessero alle donne i diritti elet-torali, che fino al 1942 esisteva unadifferenziazione di trattamento ci-vile tra l’uomo e la donna e che an-cora oggi qualche consiglio di am-ministrazione non ritiene che socidelle cooperative possono e devonoessere indistintamente sia gli uo-mini che le donne, bisogna ricono-scere la lungimiranza dei fondatoridella cooperativa di Robbiano.

LO STATUTO DEL 1991Lo Statuto regola la vita della Coo-perativa. Nel corso degli anni essoha subito parecchie revisioni: la piùimportante è quella del 1949. Lamodifica più recente risale al 1991quando sono state riviste le finalitàdell’istituzione trasformandola inCooperativa “mista” e non più solodi “consumo”. In tale occasione èstato elevato a L. 10.000 il valoredell’azione sociale, è stata prolun-gata all’anno 2.050 la durata dellasocietà ed è stata prevista di tre annila durata in carica del consiglio diamministrazione.

Riportiamo qui di seguito la nuovaformulazione dell’art. 3, sulle fina-lità della Cooperativa.

Art. 3°La cooperativa si propone di soddi-sfare le esigenze economiche, mo-rali, culturali dei propri soci e delleloro famiglie, tutelandone gli inte-ressi singoli e collettivi, attraversol’esercizio delle seguenti attività:a) il commercio al minuto di beni diconsumo di qualsiasi genere, conpriorità ai generi alimentari, aibeni di uso personale e per la casa,

garantendo, a soci e non soci, laqualità ed i minimi di prezzo;b) la somministrazione di alimentie bevande garantendo, a soci e nonsoci, la qualità ed i minimi di prezzo;c) la gestione di circoli sociali, cul-turali, ricreativi sportivi e turistici,aperti a soci e non soci, con annessiluoghi di convegno, di ricreazioneed in genere adatti all’esplicazionedel tempo libero ed a favorire l’ag-gregazione delle persone con parti-colare attenzione ai giovani, aglianziani e alle famiglie;d) l’acquisto e la costruzione, la lo-cazione da terzi o a terzi e la suc-cessiva gestione di immobili ad usodiverso da abitazione, atti ad ospi-tare gli esercizi commerciali e tuttele iniziative culturali, sociali, ri-creative, sportive e turistiche di cuialle lettere precedenti.Le attività indicate nel commaprecedente potranno essere svoltesia direttamente dalla coopera-tiva, sia in collaborazione con al-tri soggetti, sia mediante gestioneaffidata a terzi.La cooperativa potrà svolgere qua-lunque altra attività connessa od af-fine agli scopi sopraelencati, non-ché compiere tutti gli atti e conclu-

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PER UNA STORIA

1960. Cerimonia di consegna di benemerenze ai soci anziani.

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dere tutte le operazioni contrattualidi natura immobiliare, mobiliare,industriale e finanziaria, necessarieod utili alla realizzazione degliscopi sociali e comunque, sia diret-tamente che indirettamente, atti-nenti ai medesimi.

LO STATUTO DEL 2005L’ultima modifica dello statuto ri-sale al 2005 ed è stata sancita dal-l’atto notarile del dott. Luca Bollini,datato 12 aprile 2005.L’adeguamento è avvenuto peradempiere alle prescrizioni attua-tive della legge 366/2001, con con-testuale aggiornamento del valorenominale dell’azione sociale, por-tato da € 5,16 a € 45,00.La Cooperativa è classificata traquelle a mutualità prevalente e sog-giace alle norme delle società a re-sponsabilità limitata.La modifica statutaria è stata appro-vata da un’assemblea straordinariaalla presenza di 43 soci.Viene conservato il nome originariodella Cooperativa, come pure nel-l’art. 6 vengono mantenuti i principiispiratori. È l’articolo nel quale siesplicita la possibilità di avvalersidi “un assistente ecclesiastico alquale spetta la direzione moraledella Cooperativa”.Dalla fondazione il connubio traCooperativa e sacerdoti della Par-rocchia è stato costante: l’ispira-zione cristiana ha avuto un risvoltodi concretezza attuativa esplicitatodalla presenza dei sacerdoti nei mo-menti più significativi della vitadella Cooperativa.Tutto questo non ha assolutamentecreato un’imbarazzante commi-stione di ruoli, considerato che aisacerdoti è stato riservato l’ambitomorale e il richiamo ai principi.L’altro articolo dello statuto nelquale vi è una preponderanza degliaspetti di indirizzo rispetto alla for-malizzazione giuridica è il n° 5; inesso si enunciano i fini mutualisticidell’ente: “La Cooperativa intendefar partecipare tutti i soci ai bene-

fici della mutualità, applicandone imetodi e ispirandosi nella sua atti-vità, ai principi della libera e spon-tanea cooperazione”.

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Soci durante un’assemblea.

Lo Statuto del 2005.

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PER UNA STORIA

Il primo consiglio di amministrazione

Alcuni membri del primo Consiglio con il fondatore don Rinaldo Beretta negli anni Sessanta.

Colombo Natale voti 82 Presidente

Longoni Paolo fu Giovanni voti 80 Vice presidente

Pozzoli Antonio voti 78 Vice presidente

Villa Francesco voti 77 Consigliere

Brambilla Luigi voti 77 Consigliere

Mauri Ambrogio voti 75 Consigliere

Colombo Carlo voti 74 Consigliere

Masperi Francesco voti 71 Consigliere

Citterio Luigi voti 62 Sindaco

Elli Enrico voti 62 Sindaco

Viganò Giuseppe voti 60 Sindaco

Masperi Fermo voti 51 Supplente

Motta Carlo voti 50 Supplente

Longoni Paolo fu Luigi voti 49 Probiviri

Redaelli voti 47 Probiviri

Parravicini Luigi voti 42 Probiviri

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I libri verbali

Verbale dell’Assembleadel 1911.

Verbale dell’Assembleadel 1924 (stralcio).

Sdruciti, segnati dal passare deltempo, con gli angoli arrotondatidal lungo strofinio sul tavolo del se-gretario e su quelli delle assembleei due “libri verbali” della Coopera-tiva di Robbiano, quello del Consi-glio di Amministrazione e quellodell’Assemblea, hanno già assuntoil carattere, l’inconscia eleganza edil sottile sapore di cose passate, chesono tipici dei documenti su cui glistorici ricostruiscono un’epoca. Esono in realtà un documento diestremo interesse, una cronaca fe-dele ed ininterrotta del costume so-ciale in un paese della Brianza dal1910 sino ai nostri giorni.Lo stile con cui i verbali sono re-datti è di estrema semplicità: ci si li-mita ad esporre i fatti, così comeessi sono, costringendoli nella co-struzione sempre eguale e vinco-lante della procedura regolamen-tare. Gli echi di discussioni ap-passionate, di dolorose rinunce, diiniziative coraggiose non giungonosino a qui. Ormai consegnati allastoria giungono qui soltanto i fattipiù gravi e determinanti. Il verbaledelle assemblee è proprio questo:un appuntamento che si ripete, travecchi amici alla distanza di unanno.Il verbale del consiglio invece èmolto più vivo; qui arrivano persinoi pettegolezzi, la vita quotidiana delpiccolo paese trova in questa sedeechi e commenti. Con la semplicitàcaratteristica degli uomini che lavo-rano alla realizzazione di un mondonuovo sul terreno delle cose con-crete, i grandi principi cui la coope-rativa si ispira trovano in questo vo-lume la loro espressione più natu-rale affiancati a preoccupazioni im-mediate, alle decisioni amministra-tive più ovvie. Non esiste contrad-dizione: la cooperativa, proprio peressere una forza al servizio del po-polo, ma nata nel popolo per gene-razione spontanea, non conosce ledistinzioni sottili tra i principi ac-cettati in sede teorica e la praticaquotidiana della esistenza.

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PER UNA STORIA

Testi tratti dai libri dei verbali con un breve commento

1912La Cooperativa non ha la funzionedi concedere prestiti: lo può faresolo in casi eccezionali in seguito aspecifica autorizzazione del Presi-dente.

1913Per parecchi anni gli avvisi di con-vocazione dell’assemblea venneroaffissi nel magazzino sociale. Suc-cessivamente si procedette anchealla pubblicazione sul giornale il“Resegone” e poi sul bollettino del-l’associazione delle Cooperative.Solo negli ultimi decenni la convo-cazione è stata fatta attraverso co-municazione personale ai soci.Viene evidenziato in questo branola forte ispirazione sociale dellaCooperativa attraverso la quale siindirizzavano i soci verso un com-portamento conforme ai solidiprincipi morali.

Lo sforzo di organizzazione do-veva essere pesantissimo: la coo-perativa era stata la prima bottegain un paese che mancava di tutto,era logico che i soci ed i non soci laprendessero un po’ come casa loroe, pur senza volerlo, se ne approfit-tassero.

1914La Cooperativa è descritta comesocietà dinamica ed efficiente. Vo-tano per l’elezione del Consiglio diamministrazione 111 soci. Il piùvotato è il sig. Citterio Luigi, con109 preferenze. L’attivo di ge-stione per l’anno 1913 è di L.246.91.

1915Attraverso l’assemblea dei socivengono date informazioni e si di-scute di altre forme di organizza-zione economica. L’assistente,don Rinaldo Beretta, è sempre pre-sente con la sua parola e il suo in-coraggiamento. I soci votanti sono84.

“Venuto a cognizione della troppa facilità che ha il cassiere nel fare im-prestiti a terzi senza avere avuto il permesso della presidenza si deliberala sospensione di questi prestiti perchè non è di competenza della Coope-rativa ma bensì delle casse rurali. A tale deliberazione prima di fare unprestito sarà subbordinato dal Presidente”.

“Secondo l’avviso pubblicato nel magazzino sociale... si riuniscono i 95soci di questa Cooperativa sotto la Presidenza del signor Colombo Nataleed assistito dal M.R. Don Rinaldo Beretta...”.

“...il segretario da spiegazioni sui principali doveri che deve avere un so-cio fedele alla sua Coop e cioè di far acquisto di tutti i generi che servonoalla propria famiglia e anche quelli che fossero dagli amministratori ac-quistati male, poi parlò della moralità dei soci, della necessità di aborrirel’ubriachezza, dei danni che ne deriva tanto materialmente quanto moral-mente e infine esorta i soci a amarsi l’un l’altro a sorvegliare l’andamentodella Cooperativa che tutti i soci hanno un diritto di far sì che la Coope-rativa faccia sempre progresso.

“... delibera di proibire a chiunque estraneo al servizio di cucina di pren-dersi la libertà di mescolare e di versarsi il brodo senza pagarlo...”

Dalla relazione dei sindaci sull’amministrazione: “Essa si è mantenutaall’altezza dei tempi nell’introdurre quelle innovazioni e riforme che ri-spondono perfettamente allo scopo di questa Cooperativa...”.

“... ha la parola il signor Giulio Riva propagandista delle Cooperative edelle Casse rurali, rileva l’importanza e il bene che può fare una Coopera-tiva in questi paesi agricoli il bene che possono fare i soci nel cooperare intutte le sue parti col fare acquisto di tutte le merci che occorrono pei bisognidella famiglia e termina col far voto che anche qui abbia a sorgere un Istitutodi Credito e fece conoscere il bene che fa un istituto di credito ben ammini-strato. Da ultimo don Rinaldo Beretta ringrazia l’oratore della sua brillanteparola e confida che la parola dell’oratore abbia a produrre frutti...”.

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1917Anni di guerra, di sacrifici e di pe-nuria di beni necessari a vivere. LaCooperativa continua la sua atti-vità con fatica. I soci presenti al-l’assemblea sono scesi a 56 e com-pare nel bilancio un piccolo pas-sivo di L. 20.10.

1921Anche in ogni buona famiglia pos-sono verificarsi degli screzi: cosìappare dai verbali un forte contra-sto tra il Presidente, Colombo Na-tale, e gli impiegati. Ma la Coope-rativa viaggia a gonfie vele con unutile di L. 633.48. I sindaci sono isignori Mottadelli Giovanni, Co-lombo Giovanni, Citterio Gio-vanni. I soci votanti sono moltonumerosi, 135. Il signor LongoniPaolo prende 129 preferenze, men-tre il Presidente si ferma a 82.

1923È presente all’assemblea un consi-gliere comunale di Giussano. Moltigiovani sono soci della Coopera-tiva, buono è il bilancio e il funzio-namento. Non è così per quella diGiussano.

1924Il 18 maggio 1924, dopo l’assaltofascista, è convocata una Assem-blea generale straordinaria per di-scutere la difficile situazione. Sitratta del momento più drammaticodella storia della Cooperativa. Idanni possono mettere in ginoc-chio la nostra istituzione; la primavalutazione è eccessivamente pes-simistica; nel giro di un paio d’anniil bilancio tornerà in attivo.

“L’anno che abbiamo passato fu un anno tutto di guerra e per questo sisono visti ad alzarsi i prezzi dei generi alimentari a passi da gigante maanche per questo la nostra Cooperativa si limita ad aumentare i prezzitanto che si tiene sempre in concorrenza con gli altri esercizi di eguale ge-nere e per questo il Bilancio che vi presentiamo con una perdita di soloL. 20.10”.

“Siccome esistono delle incompatibilità fra gli impiegati e la Presidenzaè per questo che noi Sindaci abbiamo fatto tutte le verifiche delle fatturee di cassa tutte le sere ed abbiamo sempre trovato la perfetta regolaritànei conti...”.

“Il signor Varenna G. Battista consigliere comunale di Giussano ha la pa-rola a nome del Presidente ed esprime la compiacenza di trovare qui deigiovani e non dei capi famiglia si vede che anche i giovani si interessanofa elogio alla Coop di Robbiano del suo funzionamento e del suo bilanciociò che a Giussano non si può fare e accenna alla smarrita Coop di Gius-sano e ai suoi disordini che lascia essendo lui a capo ed esorta i soci acontinuare sempre di bene in meglio ed essere fedeli alla nostra Coopera-tiva”.

“Aumento dell’imposta delle azioni per riparare i danni subiti dall’inva-sione. Il presidente richiama all’assemblea i fatti a tutti noti e riepilogal’esposizione col proporre che i soci abbiano a prestarsi ad un aumentodel capitale, sottoscrivendo nuove azioni. Il danno subito si aggira sulle20.000 lire, come da denuncia presentata. Ogni socio sottoscrivendo lire100 contribuirebbe a mantenere in essere la Cooperativa, senza turbare ilnormale andamento della stessa. Dopo animata discussione, nella qualesi manifestò il parere contrario di tutti, si conclude che non è ancora ma-turo il tempo per una simile deliberazione e si conviene di tenere in so-speso la cosa fino alla chiusura dell’esercizio in corso, dove anche emer-geranno più precise le perdite. Il Presidente allora, mette alla votazionela sospensione che viene approvata all’unanimità. Il signor Colombo Na-tale propone alla società che si attivi a vendere lo stabile con l’obbligo alnuovo possessore di lasciarlo in affitto per molti anni alla Cooperativa,che corrisponderebbe un canone annuo pari ad un equo interesse del ca-pitale da lui impiegato e ciò per evitare che nel pericolo di nuove violenzene abbia a subire i danni la Cooperativa per le avarie dello stabile. Anchequesta proposta incontra voto sfavorevole dell’Assemblea per cui il Pre-sidente stesso si sente di ritirarla. Tutti esprimono il parere che si abbia amantenere le cose nello stato in cui si trovano”.

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PER UNA STORIA

1925Si tirano i conti conseguenti aidanni dell’anno precedente e gra-zie agli sforzi compiuti ci si fermaa un passivo di lire 6.897.85. Comesempre nella vita delle persone edelle istituzioni, le difficoltà svi-luppano l’impegno e l’attività.

1926Aumenti di tasse e di prezzi. Ci ri-chiamano in questo tempo che, an-cora oggi, viviamo. A fine anno siregistrerà però un utile di lire774.57.

1929La libertà della Cooperativa devefare i conti con il regime che im-pone suoi rappresentanti all’in-terno del consiglio di amministra-zione. Essi ne approfittano peresercitare pressioni di tipo poli-tico ed elettorale.

1937Il regime è ormai consolidato evincente; il duce ha realizzato lasua ambizione di dare un dominiocoloniale all’Italia. Il segretario lo-cale del partito fascista partecipaall’Assemblea ordinaria e inter-viene pronunciando un discorso in-centrato sui valori patriottici.1940Di nuovo la guerra. Sono gli ultimisprazzi di vita del regime, semprepresente con i suoi fiduciari e pro-pagandisti. La vittoria, nel 1940 an-cora sperata, non si realizzerà el’andamento disastroso della guerrasarà fatale per Mussolini. Non sitrovano registrati i verbali relativiagli anni 1941, ’42, ’43. Nel 1944si registrano iscritti 150 soci.

“Il Vice Presidente del Consiglio signor Citterio Giovanni a nome delconsiglio di amministrazione riferisce come l’esercizio 1924 sia stato fu-nestato da una inconsulta devastazione che determinò ingenti perdite.Mette in rilievo come il disavanzo posto a pareggio e chiuso del bilancionon derivi se non da tale impreveduta disgrazia ed illustra tutti gli sforzicompiuti dagli amministratori e dai soci per rimediare alle prime imme-diate conseguenze della devastazione. Da quindi lettura del bilanciodell’esercizio chiuso il 31 dicembre 1924 e che si chiude con le seguentirisultanze:Totale attivo L. 94.520.00Totale passivo L. 101.417.85Disavanzo dell’esercizio L. 6.897.85

“Il segretario riferisce come l’esercizio 1925 sia stato (gravato) da fortispese impreviste, derivate dalle imposte e tasse per essere aumentata latariffa dei dazi sul consumo e di diversi sbalzi dei prezzi della merce, spe-cialmente nei salumi”.

“L’assemblea chiama ad unanimità di voti per alzata di mano a presie-derla il rag. Rosuni Gervasone Arnaldo in rappresentanza del Fiduciariodella Zona di Monza dell’E.N.C.”“... Bilancio... essendo stato fatto in sede della Federazione della Coope-rativa Zona di Monza...”“... il rag. Rosuni presenta quali e quanti sono gli scopi della Federazionedelle Cooperative e gli appoggi che può dare ad esse quando le stessevengano incontro disciplinate e operose.... Chiude l’Assemblea coll’invi-tare tutti i soci delle Cooperativa ad accorrere numerosi alle urne per lavotazione plebiscitaria politica del 24 corr. e di dare il voto di approva-zione alla lista dei 400 deputati segnalati dal Governo Nazionale”

“... il sign (fiduciario dell’E.N.C.)... saluta e ringrazia il Segretario poli-tico, il quale con la sua presenza ha voluto dimostrare ancora una volta ilsuo interessamento (...) parla della cooperazione e del suo importantecompito nel momento attuale della vita economica della nazione, e dopoaver ricordato il valore dei soldati e delle Camicie Nere nella conquistadell’Impero l’assemblea si chiude con il saluto al Duce”.

“... il funzionario dell’Ente, il quale dopo aver ricordato i compiti dellacooperazione nel momento attuale della vita nazionale, raccomanda atutti i soci di essere disciplinati e concordi, di lavorare in silenzio consciognuno del proprio dovere, in attesa della vittoria che arriderà ancorauna volta alle armi fasciste”.

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Il salone del bar negli anni Sessanta.

1948In seguito alla modifica del CodiceCivile e di un Decreto Legislativosulla Cooperazione si rende neces-sari apportare allo Statuto modifi-che radicali. Segue la pratica ilnotaio Todeschini di Milano. Laquota sociale è elevata da L. 5 a L.500. Secondo le disposizioni dilegge si prescrive che, in caso dicessazione della Cooperativa, l’in-tero patrimonio sociale (dedottoesclusivamente il rimborso del ca-pitale effettivamente versato daisoci) deve essere destinato ai fini dipubblica utilità dei quali è compe-tente a giudicare l’Amministrazionefinanziaria.

1955Istituzione della mescita di superal-colici, in seguito alle continue ri-chieste e sollecitazioni dei clienti.Infatti, esisteva in paese una sola li-cenza per superalcolici, ubicata allacascina Serenella, a 700 metri dalcentro giudicata per la distanza “dialcuna utilità per gli abitanti diRobbiano” (Libro dei Verbali).

1960Viene terminato l’ampliamento einaugurata la sede, realizzata cosìcome si presenta ancora oggi. Essafu progettata dallo Studio Tecnico

del geometra Giovanni Bastia e af-fidata, per la realizzazione, all’im-presa di costruzioni LongoniFranco & C., con un contratto diappalto di L. 2.200.000.Nella stessa occasione si ricordanoi 50 anni di fondazione della Coo-perativa. Viene fatta una specialepubblicazione distribuita ai soci;l’on. Tarcisio Longoni, sottosegre-tario al Commercio estero, premia i21 soci più anziani. Presenzianoalla cerimonia i due sacerdoti dellaParrocchia, don Mario Meroni edon Rinaldo Beretta; quest’ultimoinvia ai soci un caloroso e affet-tuoso indirizzo di saluto.

1963Viene acquistato un automezzo, at-trezzato come Spaccio Mobile; sitratta di una importante iniziativa dicarattere innovativo.In un brillante articolo sul “Notizia-rio delle Cooperative” nel 1963vengono tessuti gli elogi alla Coo-perativa di Robbiano per aver ab-bracciato l’idea innovativa diattrezzare uno spaccio mobile alfine di adeguarsi ai nuovi bisognidella clientela.Molti ricorderanno il camioncinocolor verde chiaro e panna con lascritta “Cooperativa di consumotra operai e agricoltori”, che per-correva le vie del paese sostandodavanti alle cascine e ai piccoli nu-clei abitati. Al volante, per parec-chi anni Romano Viganò, Giu-seppe Colombo e Silvio Brenna,che appena l’automezzo si arre-stava, si affacciavano nella parteposteriore per occuparsi dei nume-rosi clienti. Lo spaccio mobilevenne utilizzato fino al 1977.1973Si chiude il circolo per la mescitadel vino, alcolici e superalcolicionde poter disporre l’ampliamentodel negozio di alimentari, con l’ab-battimento della parete divisoria trai due negozi.1976Il negozio di alimentari presentauna situazione di crisi con un caloIl negozio di alimentari con gli addetti al servizio.

Dopo la guerra

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sensibile delle vendite e problemi dicarattere gestionale. Il bilancio sichiude con una perdita netta di eser-cizio di L. 20.000.708.1978Viene avviata un’azione di risana-mento economico; il consiglio diamministrazione delibera un versa-mento pro-quota da parte dei soci inconto copertura perdita per un to-tale di L. 28.238.569.1979Si rinuncia alla gestione diretta delnegozio che viene affittato alleACLI.1980Dopo tanti anni si celebrano nuoveordinazioni sacerdotali a Robbiano.I novelli sacerdoti, don MaurizioMottadelli e don Ottavio Villa, ven-gono festeggiati da parenti e amicinei locali della Cooperativa.1981Ceppi G. Carlo è il nuovo presi-dente della Cooperativa.1984Dopo un lungo periodo di prigionia,viene liberato dai sequestratori ElliAmbrogio, già presidente dellaCooperativa. Parenti e soci gli sistringono attorno in un commo-vente momento di festa. BartesaghiRinaldo, socio anziano, gli rivolgeun appassionato indirizzo di saluto

mentre il Presidente, consegna unatarga ricordo.1987Viene rivisto l’elenco dei soci. Viene aperto il Circolo per i socianziani, gestito da un gruppo di vo-lontari.1991Assemblea straordinaria di soci perla modifica dello Statuto. Nuove di-sposizioni di legge ne richiedonol’aggiornamento anche a seguitodella trasformazione dell’attivitàdella Cooperativa il cui introitoprincipale è il canone d’affitto. Laquota sociale è elevata a L. 10.000.Nello stesso anno per far fronte alpagamento dell’INVIM straordina-ria (L. 10.265.000) si ricorre a unasottoscrizione volontaria e infrutti-fera tra i membri del consiglio diamministrazione e i sindaci.

1992Vengono programmati significativilavori di manutenzione ordinaria estraordinaria dello stabile.

1994Si affitta la cucina e il salone per lamensa degli operai e delle mae-stranze della ditta di confezioni Core.

1997Dopo 17 anni di Presidenza, CeppiG. Carlo, passa il testimone a Ter-raneo Vincenzo, già presente da pa-

recchi anni nel consiglio di ammi-nistrazione.1998Viene rifatto il cortile esterno, conla sistemazione di impianti e fogna-tura. Si colloca anche un nuovocancello d’ingresso per consentirel’accesso ai mezzi pesanti per loscarico delle merci.I lavori edili sono stati affidati alladitta Redaelli Franco e Figlio. Lapavimentazione del cortile è di ce-mento del tipo industriale, rinfor-zato con un’armatura in ferro.Cambia la gestione del negozio dialimentari, che viene completa-mente rinnovato.La nuova società, DUOSERVICE,ha creato un esercizio veramentemoderno e funzionale. La societàinfatti ha sostenuto spese per am-modernare i locali e gli arredi. Con-temporaneamente sono state cedutele attrezzature da banco da partedella Cooperativa alla stessa so-cietà, concordando un adeguatocorrispettivo. Il negozio è riapertocon una simpatica cerimonia inau-gurale alla fine di ottobre.A seguito di richiesta della ChorusBand di uso dei locali per prove dicanto, per un coro di circa 12 per-sone, il consiglio delibera una con-cessione temporanea anche al finedi verificare l’eventuale disturbo ar-recato alle abitazioni vicine.

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PER UNA STORIA

La Cooperativa come si presenta oggi.

Ambrogio Elli con Rinaldo Bartesaghinel maggio 1984.

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I festeggiamenti per il novantesimo

Giornale di CarateMartedì 11 Maggio 1999

Pubblicazione del 90°. Il presidente Terraneo, alla sua sinistra l’on. Orsenigo e il dott. Sergio Cazzaniga.

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PER UNA STORIA

Viene aggiornato l’elenco dei soci.Il consiglio di amministrazione de-libera un contributo straordinarioalla parrocchia di L. 1.000.000.Per ragioni di contenimento dellespese della società, l’amministra-zione passa dall’UNIONCOOPSER-VIZI a uno studio privato diragioneria, gestito dal socio BrunatiAlfonso.

1999Celebrazione della ricorrenza del90° anno di fondazione della Coo-perativa. I primi giorni dell’annomuore all’età di 94 anni il cav. Co-lombo Mario, che fu per tantissimianni legato alla Cooperativa, primacome dipendente e in seguito comeamministratore.

2000Si rinnovano gli arredi del circoloricreativo per gli anziani, con l’ac-quisto di 50 sedie dalla ditta F.lliGalimberti.Il sig. Alberto Ceppi si è impe-gnato per la sistemazione del ribas-samento in legno sopra il bancone.Grazie alle ditte Corti e Citterio,sono stati messi a disposizione 8tavoli con fusto in ferro.L’inaugurazione della sede rinno-vata si è svolta in occasione del-l’assemblea dei soci del 16 aprile.Dopo l’estate si attua una primacollaborazione con la ditta Impe-rial Life, che ha proposto un pro-gramma di promozione dei suoiprodotti, garantendo alla Coopera-tiva un riconoscimento economico.La classe 3^A della scuola mediadi Paina ha visitato la sede incon-trandosi con i frequentatori del cir-colo anziani, con l’obiettivo di ap-profondire la conoscenza della sto-ria della Cooperativa.In ottobre vengono conclusi i la-vori di adeguamento della sede ald.m. 16/07/1996 con la sostitu-zione delle tubature di conduzionedel gas metano. Le stufe del salonesono state sostituite da 4 termocon-vettori. Anche la cucina è stata in-teressata dai lavori con l’apertura

di prese per l’aereazione, l’installa-zione di un boiler e l’adeguamentodell’impianto elettrico. Si imbian-cano salone e veranda.Si avvia una collaborazione con labiblioteca civica per un corso dicucina la cui parte teorica si svolgenella sala comunale “Molteni” e laparte pratica nella cucina dellaCooperativa.Nella riunione del CdA del 13 di-cembre, il Presidente Terraneo, re-lazionando sulle attività svolte nel-l’anno, sottolinea che: “La Coope-rativa continua, nel percorso giàtracciato, a sviluppare attività peranimare la realtà sociale del paese;un supporto fondamentale è fornitodal gruppo Amici della Coopera-tiva; è attivo il circolo di ritrovo pergli anziani; si è intensificata la pre-senza in sede per incontri e confe-renze delle diverse realtà associa-tive del territorio; continua la tradi-zione della gita annuale, con unabuona adesione di soci”. Il Presi-dente prosegue elencando le nume-rose iniziative sviluppate.Il venir meno dell’affitto dei localiproveniente dall’utilizzo deglistessi come mensa della dittaCo.Re. impegna il consiglio nellaricerca di nuove entrate, facendoleva in modo particolare sui contri-buti derivanti dall’utilizzo del sa-lone.Viene deliberato dal Consiglio uncontributo di un milione di Lire peril restauro della Chiesa Parroc-chiale, che verrà dato al Parroco inoccasione della consacrazione delnuovo altare, prevista il 24 dicem-bre con la presenza del Card. CarloMaria Martini.

2001Il CdA nella seduta del 24 settem-bre ricorda la recente scomparsadel socio e membro del collegiosindacale Mottadelli Ettore. LaCooperativa ha espresso la sua par-tecipazione attraverso la stampa diannunci funebri e la sfilata con labandiera durante le esequie.

La partecipazione della popola-zione ai funerali è stata notevoleanche per la dedizione del defuntoalle diverse iniziative sociali delpaese.Egli viene temporaneamente sosti-tuito nella funzione di sindaco daVilla Giuseppe.Il 15 ottobre viene inaugurata unafiliale della Banca Popolare diMonza e Brianza con sede in viaCesare Battisti; per l’occasioneviene organizzata una cena promo-zionale, con spese a carico del-l’istituto di credito, con l’invitoesteso ai consiglieri della Coopera-tiva ed ai rappresentanti di enti edassociazioni locali, commercianti,artigiani ed industriali. È l’occa-sione per il ripristino a livello lo-cale di un servizio certamente utileper la popolazione.

2002In occasione dell’assemblea an-nuale per l’approvazione del bilan-cio vengono festeggiati i 40 anni disacerdozio del Parroco don Virgi-nio Riva, assistente spirituale dellaCooperativa. Il CdA decide di faredono di un viaggio in Turchia orga-nizzato dalla Diocesi di Milano peril mese di giugno.Ai soci vengono proposte 2 nuoveiniziative: un corso di cucina sulpranzo di Natale e un corso di balloin collaborazione con i maestriGalli Rinaldo e Clara.

2003Durante l’assemblea annuale si rin-nova il CdA che durante la suaprima seduta conferma TerraneoVincenzo alla Presidenza e CeppiGiancarlo come Vicepresidente.Terraneo fa presente la necessitàimpellente di rinnovamento.Consonni Carlo è indicato comepresidente del collegio dei probi-viri.È ormai urgente il rifacimento deiservizi igienici: si affida pertantoal geom. Mandruzzato la stesuradel relativo progetto. Per la realiz-

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zazione vi è stato un notevole con-tributo di forze volontarie chehanno eseguito una parte di lavori;anche alcune ditte hanno fornitomezzi e materiali. Peraltro, onde sostenere la spesa, siè reso necessario ricorrere ad unasottoscrizione straordinaria deisoci, con un contributo di € 50,00per ciascuno, raccogliendo lasomma complessiva di € 5.600,00. I risultati dei lavori sono sotto gliocchi di tutti: spazi funzionali edaccoglienti, che danno un’imma-gine completamente rinnovatadell’area di ingresso al salone. L’impegno finanziario è stato no-tevole, ma, è il caso di dire, quantorealizzato è veramente apprezza-bile ed entra a far parte del patri-monio comune.

Per l’anno successivo viene appro-vata la seguente programmazionedi corsi:

- Corso di ballo a partire da gen-naio;- Corso di portamento, estetica etrucco, rivolto a ragazze e signore;- Corso di cucina in collaborazionecon la Biblioteca Civica;- Due serate per il Pranzo di Na-tale.

2004L’inizio dell’anno 2004 porta consé, oltre ad un fitto programmad’iniziative, le difficoltà gestionalinelle quali si va dibattendo il nego-zio di alimentari gestito dalla so-cietà Duoservice. Il CdA, costante-mente aggiornato sulla situazionedal Presidente, gli affida il compitodei contatti e della verifica dellostato di fatto.Si rende necessario ritoccare gliimporti relativi all’utilizzo del Sa-lone, e quelli delle consumazionipresso il circolo ricreativo.Nelle more del fallimento Co.Re.viene accettata la transazione pro-

posta dal curatore fallimentare ren-dendo la somma di € 1.500,00 perchiudere definitivamente il conten-zioso. Il CdA ritiene che questa siala soluzione che arreca minordanno alla Cooperativa, evitandoun contenzioso il cui esito non èper nulla certo.Nel corso dell’anno il salone èstato affittato per 50 occasionimentre l’anno precedente lo erastato per 33. Si tratta di un notevoleincremento.

2005Il 23 marzo si tiene l’assembleastraordinaria dei soci per l’adegua-

Il Prof. Celata con alcune “allieve” al Corso di Cucina.

Il Presidente Terraneo, il Vice Colombo e il Rag. Brunati.

Augusto Celata, Maestro di CucinaPer quanti hanno partecipato in questi anni ai corsi di cucina, e sonomolti, il professor Celata è una figura nota ma soprattutto apprezzataper le sue non comuni capacità di trasmettere la passione per la prepa-razione dei cibi. Insegnante per molti anni in un Istituto Alberghiero,cuoco provetto, è quasi “gemellato” con la città di Giussano, perché peroltre 20 anni, a più riprese, è stato chiamato per tenere i corsi di cucinaorganizzati dalla Biblioteca Civica; considerato poi, che questi corsi sitengono in collaborazione con la Cooperativa di Robbiano, utilizzan-done la cucina, Celata è assai famigliare nell’ambiente. Persona digrande comunicativa, esperto e competente, si avvale della sua notevoleesperienza didattica e va ben oltre il semplice insegnamento di ricette eaccorgimenti per migliorare le capacità culinarie degli apprendisti cuo-chi. La Cooperativa ha fatto diventare tradizione anche il mini corso perla preparazione del pranzo natalizio, riproposto sempre con successo dadiversi anni. Nell’occasione del centenario il prof. Celata potrà diven-tare un amico “ad honorem” della Cooperativa!

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mento dello Satuto sociale, in con-formità ai d.lgs. attuativi dellalegge 366/2001 e contestuale ade-guamento del valore nominaledelle quote di partecipazione.È stata organizzata la visita ai mer-catini natalizi di Bolzano con unapartecipazione di 86 persone.Viene deliberato un contributo di€ 200,00 per il restauro dellaCappella dell’ospedale di Gius-sano, inaugurata l’8 dicembre dalVescovo Ausiliario Mons. Masche-roni.

2006A seguito dell’assemblea ordinariasvoltasi il 9 aprile, viene rinnovatoil CdA, composto da 11 membri eda 3 supplenti. Il CdA indica comepresidente Vincenzo Terraneo; i Vi-cepresidenti sono Colombo Angeloe Galimberti Maurizio, mentre i se-gretari sono Galbiati Flavio eCeppi Enrica.La gita sociale ha come meta ilLago Maggiore, con sosta allagrande statua di S. Carlo ad Arona.Nel mese di dicembre viene effet-tuata una gita ai Mercatini di Na-tale a Merano.A seguito delle verifiche contabilifatte dal commercialista, si è accer-tata la necessità di una revisionestraordinaria del Bilancio, finaliz-zata al passaggio della Cooperativafra quelle a mutualità non preva-lente. Viene fatta una perizia peraccertare il valore dell’immobile,sede della Cooperativa, affidata adun tecnico competente.Nel mese di dicembre viene convo-cata apposita assemblea straordina-ria dei soci.

2007Si rivedono le quote di affitto dellasala bar e del salone, mantenendocomunque cifre inferiore a valuta-zioni di mercato, tenuto conto de-gli scopi sociali della Cooperativa.Si ribadisce la necessità di servizioalla comunità della stessa. La sedericreativa degli anziani viene do-

tata di un nuovo televisore, dato inomaggio con il relativo impianto.Il CdA programma l’esecuzionedei seguenti lavori:- Rifacimento del tetto del portico;- Sostituzione dei serramenti delsalone;- Eliminazione della parete diviso-ria;- Lucidatura del pavimento, sosti-tuzione tende.A lavori eseguiti, il salone si pre-senta veramente bene: ampio e ac-cogliente, con il pavimento che hariacquistato lo splendore origina-rio! È un altro significativo passoin avanti per abbellire la struttura.Nel frattempo, venuta meno la ge-stione del negozio di alimentari daparte del sig. Enrico Gnoatto, dopoparecchi mesi di crisi nei quali laqualità del servizio era decisa-mente scaduta, evidenziata dallascarsità di prodotti sugli scaffali, sicreano le condizioni per una nuovafase gestionale. Il negozio passa dimano ad una nuova gestione fami-liare, di Roberto Redaelli, nel mesedi ottobre, con un breve periodo dichiusura nel quale vengono ese-guiti i lavori per migliorare la fun-zionalità dell’ingresso: le spesesono a carico della Cooperativa.L’obiettivo di mantenere il serviziodi alimentari per il paese è rag-giunto: il nuovo gestore dimostranei fatti una volontà di rilancio eduna maggior professionalità.

2008La nuova gestione del negozio dialimentari, alla prova dei fatti,sembra avere tutte le credenzialiper garantire un servizio efficientee conveniente per la popolazione.Da parte dei gestori vi è una parti-colare cura per l’ordine e per assi-curare prodotti di banco ben pre-sentati.Il 17 maggio è stato inaugurato uf-ficialmente il negozio rinnovatocon l’avvio della partnerschip conItalcoop che ha garantito il sup-porto attraverso i suoi operatori.

Presenti il Sindaco, il Parroco donVirginio ed i membri del CdA, si èsvolta una simpatica cerimoniainaugurale accompagnata da unrinfresco e da un omaggio desti-nato a tutti i clienti.Il CdA nel mese di settembre hadeliberato di farsi carico dell’orga-nizzazione della Camminata Rob-bianese, che in precedenza facevacapo al gruppo podisti. E’ statafatta l’iscrizione dell’ente alla Fe-derazione Internazionale Sport Po-polari ed è stato avviato il com-plesso processo di organizzazionedella manifestazione, che ha vistiimpegnati in prima persona i duevicepresidenti, Angelo Colombo eMaurizio Galimberti.Uno degli aspetti più importantiper la riuscita dell’iniziativa è statal’individuazione di un gruppo disponsor, che hanno assicurato il fi-nanziamento di base; inoltre è statonecessario reperire un gruppo diuna cinquantina di volontari perpresidiare le diverse funzioni ilgiorno della manifestazione.Il CdA nel mese di settembre hadelineato alcune idee di pro-gramma per il centenario di fonda-zione con l’intento di creare l’oc-casione per riaffermare i principiispiratori, ripercorrere le tappe fon-damentali della storia ed, al tempostesso, creare i presupposti per ilrinnovamento e un nuovo impegno.Il 1 dicembre il CdA ha incontratodon Angelo Sala appena insedia-tosi a Robbiano ed il parroco dellanuova Comunità Pastorale, donSilvano Caccia: è l’occasione perdare il benvenuto e per una primaconoscenza.Da subito i sacerdoti dimostrano diessere in sintonia con i principi so-lidaristici e di mutualità propridella Cooperativa.Don Angelo propone di aprirel’anno del centenario con una se-rata dedicata all’analisi dei principiche sono alla base della coopera-zione: si fissa la data del 27 gen-naio.

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PER UNA STORIA

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Colombo Nataledal 1909 al 1930Elli Alessandro dal 1930 al 1934Brunati Giuseppe dal 1934 al 1945Colombo Angelo dal 1945 al 1946Longoni Francesco dal 1946 al 1964Elli Giovanni dal 1964 al 1969Colombo Mario dal 1969 al 1974Motta Angelo dal 1974 al 1979Elli Ambrogio dal 1979 al 1981Ceppi Giancarlo dal 1981 al 1997Terraneo Vincenzo dal 1997

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I PRESIDENTI

Natale Colombo Alessandro Elli

Angelo Colombo Francesco Longoni

Mario ColomboGiovanni Elli Angelo Motta

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I PRESIDENTI

È sicuramente la persona che più diogni altro rappresenta la Coopera-tiva, tant’è che veniva chiamato,“Mario della Cooperativa”.Scomparso all’età di 94 anni, Co-lombo Mario è stato prima dipen-dente, poi direttore responsabile ePresidente della Cooperativa. Èproprio il caso di dire una vita pere nella Cooperativa.Ne fu Presidente dal 1969 al 1974e per l’opera in essa prestata rice-vette nel 1960 l’onorificenza diCavaliere del Lavoro, dopo avermeritato una medaglia di bronzoper operosa anzianità da parte dellaConfederazione Cooperative Ita-liane. Rimangono nell’archiviodella Cooperativa le foto della ceri-monia del 14 gennaio 1962 nellaquale, alla presenza dei soci, gliviene consegnata ufficialmente

dall’onorevole Tarcisio Longoni, lapergamena che accompagna laCroce di Cavaliere del Lavoro.È curioso che nel 1924, per il ven-tenne dispensiere Mario, il Consi-glio di amministrazione assuma laseguente delibera:«seduta 4 maggio 1924 - la sera deldetto giorno si raccolse in adu-nanza il consiglio per deliberare ilseguente Ordine del giorno:1) chi dovrà sostituire il posto deldispensiere Mario Colombo chia-mato alle armi;2) per dare un premio al suddettodispensiere per il servizio prestato.Venne deliberato di prendere inservizio la Colombo Agnese. Edare lire 100 al Colombo Mario pergratificazione del suo ben servire.Letto, confermato e sottoscrittoecc....».

Mario della Cooperativacon la mogliee l’on. Tarcisio Longoniil giorno della nominaa Cavaliere del Lavoro.

Mario Colombouna vita per la Cooperativa

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Ambrogio Elliimprenditore lungimirante legato alla città

Sono trascorsi quasi 25 anni dallascomparsa di Ambrogio Elli che fupresidente della Cooperativa dal1979 al 1981. Uomo di notevolepersonalità e levatura, imprenditoredi successo, ha creato con il fratelloEgidio la ditta FEG, una delle indu-strie del mobile tra le più cono-sciute in Italia.Nonostante gli impegni aziendali ela sua passione per lo sport che loportò a sostenere le attività del Rob-biano Calcio e della Società VisNova di Giussano, non mancò di in-teressarsi alle attività della Coope-rativa, negli anni in cui una terribilecrisi gestionale fece temere lo scio-glimento della Società. Grazie aiconsigli di Ambrogio Elli ed al suoimpegno in prima persona, si sanòla situazione debitoria, ponendo lepremesse per la rinascita.Elli Ambrogio, uomo dal tratto si-gnorile e portato a rapporti umanifranchi e cordiali, ebbe la sventuradi cadere nelle mani della malavitaorganizzata, a seguito di un rapi-mento che segnò in modo tragico lasua esistenza.Benchè i lunghi mesi della prigio-nia avessero debilitato gravementeil suo organismo, al suo ritorno trai familiari riprese con coraggio egrinta il mestiere di imprenditore.Dopo la sua liberazione venne ac-colto festosamente anche dai socidella Cooperativa che a maggio del1984 si strinsero intorno a lui pro-fondamente commossi.Elli Ambrogio era un uomo vera-mente cordiale e alla mano cheamava la sua Robbiano: sostenevain modo fattivo e concreto opere so-ciali ed iniziative locali, interve-nendo con liberalità solidale.La sua morte ha causato un vuotonon solo nella realtà socio-econo-mica locale e brianzola, ma anchenell’animo di quanti ne avevano ap-prezzato le doti e avevano avutomodo di collaborare con lui.

Ambrogio Elli con alcunicomponenti del Consiglio

La consegna della targaad Ambrogio Elli

da parte del PresidenteGiancarlo Ceppi.

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I PRESIDENTI

Giancarlo CeppiPresidente dalla crisialla rinascita

Possiamo annoverarlo tra il gruppodella seconda generazione: laprima generazione è da conside-rarsi quella che ha avuto il testi-mone dai fondatori, vivendo il pe-riodo della seconda guerra mon-diale, quello della ricostruzione epoi quello del boom economico,quando la Cooperativa si è svilu-pata come impresa, con propri di-pendenti ed un rilevante volumed’affari.Giancarlo è da considerarsi un’au-tentica colonna degli ultimi 40 annidi vita della Cooperativa, insiemeall’attuale Presidente, Terraneo.Ancor oggi è nel Consiglio d’Am-ministrazione e, solo da poco, haaffidato la cura della gestione am-ministrativa al Vicepresidente, Co-lombo Angelo.Giancarlo è un assiduo frequenta-tore sia come volontario militanteche come fruitore affezionato, delCircolo Ricreativo.Continua ad essere un attivissimoanimatore del gruppo cucina, cheha contribuito a far nascere.Riportiamo quanto scritto nel 1999a testimonianza del suo lungo pe-riodo di Presidenza.

Tipico figlio della Brianza ope-rosa, Ceppi Giancarlo ha semprevissuto con disagio i momenti didifficoltà, preferendo di gran lungaservire con dedizione e impegno laCooperativa attraverso le mille in-combenze che di giorno in giornosi presentavano: 16 anni di corse,di scadenze da ottemperare, di pic-coli e grandi problemi da risolvere. Come in quell’ormai lontano 1991quando si è presentato davanti aimembri del consiglio con la comu-nicazione del pagamento dell’IN-VIM straordinaria, per la qualenon c’erano soldi in cassa; quasipersonalmente mortificato di nonpoter far fronte alla spesa. Ma ap-pena all’interno del consiglio si èprofilata la possibilità di un pre-stito volontario da parte deglistessi consiglieri, ci ricordiamo di

un Presidente improvvisamente ri-sollevato ed entusiasta.In questi anni non sono mancatimomenti di intensa commozione. Anche il progressivo ritorno deisoci alla partecipazione, è daascrivere a merito di Giancarlo edei suoi collaboratori: sia all’an-nuale appuntamento dell’assem-blea sociale, sia alle più recentiiniziative turistico-culturali.Va ricordato il suo legame di ami-cizia con Ambrogio Elli, il quale inGiancarlo riponeva la massima fi-ducia. Egli ha saputo concretizzareil desiderio espresso da molti dicreare un “circolo” per gli an-ziani, riuscendo con pazienza e de-dizione a formare un gruppo di vo-lontari per la gestione.Giancarlo ha rappresentato negliultimi anni gli aspetti miglioridella cooperazione: volontariato,gratuità, socialità, operosità per lacomunità. Senza il suo sacrificio eil suo impegno, anche nelle incom-benze più ingrate, difficilmenteoggi avremmo potuto festeggiare

lietamente i novant’anni dellaCooperativa! Grazie ancora Giancarlo, anche sete lo abbiamo detto in bella ma-niera quando abbiamo ricordato ituoi dieci anni di Presidenza.

Attestato di riconoscenzadei 10 anni di presidenza

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Per alcuni è Vincenzo, per altri Ter-raneo: per il paese di Robbiano èuna istituzione. Una personalitàstraordinaria, totalmente dedita albene della comunità, per la quale haspeso le energie dell’intera esi-stenza. Senza mai risparmiarsi!Uomo fatto per le relazioni, ha con-tatti a 360 gradi: dai ragazzi del-l’Oratorio, agli anziani, alle realtàsportive, all’ambito politico e aquello culturale. Non vi sono limitialla sua generosa dedizione e nep-pure alla sua capacità di coinvolgi-mento delle persone.Alla Cooperativa ha dedicato parti-colare cura, soprattutto a partire dal1997, quando ne è diventato Presi-dente. La maggiore responsabilitàgestionale si è tradotta in un supple-mento di servizio, giacché tutte leattività della Cooperativa sono so-stenute da un impegno esclusiva-mente volontario.Terraneo ha perseguito con tenacial’obiettivo di ammodernamentodella sede, di forte consolidamentodei legami tra i componenti delgruppo cucina, di intensificazionedelle attività promosse nei localidella Cooperativa e di coinvolgi-mento del Consiglio di Amministra-zione nelle problematiche gestio-nali.Quando è stato necessario, ha sa-puto fronteggiare in modo risolu-tivo e puntuale problematiche ge-stionali complesse e delicate: cam-bio della gestione amministrativadella società finalizzata a maggiorfunzionalità e all’abbassamento deicosti; modifiche statutarie richiestedal mutamento legislativo; passag-gio di conduzione del negozio dialimentari; fallimento Core con re-lativa insolvenza della ditta e, inpiù, necessità di restituzione diparte dell’affitto già percepito.L’ordinarietà della conduzione,sempre precisa e fatta con puntiglio,non lasciando nulla al caso, ha as-sorbito moltissime energie. Gli ap-puntamenti assembleari annuali, irinnovi delle cariche, i momenti

di contatto con la re-altà associativa pro-vinciale e regionale,sempre sono statipresidiati con en-tusiasmo e compe-tenza.Nell’impegno gestio-nale di Terraneo vi èstata una felice sin-tesi tra l’attenzioneai principi e ai valorie la riproposizioneconcreta degli stessinelle problematicheattinenti la gestioneordinaria e straordi-naria: questo è certa-mente il contributopiù significativo della PresidenzaTerraneo, che ha mantenuto il radi-camento della Cooperativa nelle in-tuizioni originarie del fondatoredon Rinaldo Beretta. Egli è stato il“trait-d’union” tra passato e pre-sente, unendo al senso vivo dellastoria e della tradizione la sapientecapacità di avviare la Cooperativasu percorsi nuovi.È riuscito, infatti, e si sta consoli-dando il passaggio di testimone ge-nerazionale, con l’affidamento dicompiti e responsabilità ad alcunigiovani.La finalità delle origini della Coo-perativa, quella cioè di garantire lafornitura di generi alimentari indi-spensabili alla sussistenza delle fa-miglie dell’inizio del secolo scorsoè stata mantenuta, seppur in formediverse: l’impegno di Terraneo pergarantire la conservazione di unpunto vendita nella sede di viaDante è stato costante; quando lagestione diretta della distribuzionealimentare è stata sopraffatta dallanuova organizzazione del commer-cio, ha profuso molti sforzi permantenere, in centro paese, un ne-gozio di alimentari gestito da terzi.Non possiamo dimenticare l’orga-nizzazione ed il coordinamento ditante iniziative, dai corsi di cucinaa quelli di ballo, tutti impegni volti

ad attuare gli scopi sociali dellaCooperativa oltre che utile ad assi-curare piccole entrate indispensabiliper sostenere le spese ordinarie equelle straordinarie.Il capitolo dei lavori di ammoder-namento meriterebbe una lungaelencazione: a noi preme, in questasede, mettere in luce il risultato cheè veramente eccellente soprattuttocon gli ultimi lavori all’ingresso delsalone e quelli di abbellimentodello stesso salone reso accogliente,spazioso e funzionale.La tradizione delle gite sociali, cheuniscono aspetti enogastronomici aquelli turistico culturali, è statamantenuta con eccellenti risultati dipartecipazione e di gradimento.Vogliamo citare in ultimo lo straor-dinario impegno per la ricorrenzadel centenario: Terraneo ha propo-sto al Consiglio di Amministrazioneun fittissimo e significativo pro-gramma che vede in elenco mo-menti di approfondimento sui prin-cipi e sui valori della cooperazione,a momenti di aggregazione festosa,oltre a quelli prettamente celebratividella ricorrenza.La miglior conclusione di questanota è un grazie che, a nome di tuttii soci, si vuole esprimere al Presi-dente Terraneo per quanto ha fattoper la “nostra” Cooperativa.

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Vincenzo TerraneoVerso nuovi traguardi ma fedeli ai valori della tradizione

Un momento dell’Assemblea dei soci.

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Troviamo il Presidente TerraneoVincenzo nella sede della Coopera-tiva di via Dante, dove spesso èchiamato ad adempiere alle diverseincombenze derivanti dalla sua fun-zione. Entrato tra i soci della Coo-perativa fin dall’età giovanile ne èstato un sostenitore tenace, operosoe appassionato. Interprete fattivodei valori e degli ideali della coope-razione, è da sempre in prima fila apromuovere iniziative, risolvereproblemi e a affrontare ogni generedi questione che quotidianamente sipresenta.Artefice del nutrito programma checaratterizzerà la ricorrenza del cen-tenario che ha elaborato in collabo-razione con il Consiglio di ammini-strazione, si è prestato volentierialla conversazione di cui riportiamoi contenuti.

Cento anni e li dimostra! Pos-siamo usare questa espressione?Mi sembra proprio pertinente. Dacento anni gli abitanti di Robbianotrovano servizi ed iniziative sociali:insomma la Cooperativa è stata uncostante punto di riferimento.

Un’eredità di don Rinaldo Be-retta?Di don Rinaldo, lungimirante fon-datore, e di tanti altri che negli annihanno collaborato affinché la Coo-perativa si radicasse nel paese. DonRinaldo conservò sempre affettoper questa sua creatura e rimasesempre vicino a coloro che ne reg-gevano la responsabilità. Pensandoalla Cooperativa comprendiamomeglio anche la figura di don Ri-naldo Beretta: esimio studioso cer-tamente, ma anche attento alle pro-blematiche sociali ed economiche,ed alla buona sorte della sua gente.

Dovesse dare una brevissima de-finizione della sua Cooperativa,cosa direbbe?L’abbiamo riassunto nello sloganusato per il centenario; 100 anni disocialità:servizio alla comunità, ri-

trovo per gli anziani e spazio apertoalle associazioni”.

Quali sono le novità più recenti?Nel mese di novembre il Consigliodi amministrazione ha deliberato unindirizzo innovativo apprendo l’in-gresso tra i soci a quanti, membri diun’associazione del paese, sono in-teressati. Fino ad ora l’adesione eracircoscritta ai familiari dei soci ori-ginari. Il gruppo dei soci, comun-que, è una realtà abbastanza estesa,costituita da 110 persone.

Il centenario vi impegnerà in di-versi momenti ed iniziative.Si, il programma è abbastanza in-tenso. Il nostro vicario parrocchiale,Mons. Angelo Sala, ha voluto dareil suo apporto: inizieremo dunque il27 gennaio con un serata sul temadei valori e dei principi alla basedella cooperazione. Stiamo prepa-rando anche una specifica pubblica-zione che raccoglie la documenta-zione sulle iniziative portate avantiin questi anni e sulla vita economicagiussanese del secondo dopoguerra.

Quali sono le principali realizza-zioni che vanta la sua Presidenza?

Tenga presente che ho sempre ope-rato coadiuvato da alcuni membridel consiglio di amministrazione,condividendo le scelte con l’interoConsiglio. Non posso dimenticarel’indispensabile aiuto di CeppiGiancarlo, mio predecessore allaPresidente e a lungo vicepresi-dente.Abbiamo effettuato impor-tanti lavori di manutenzione allasede, culminati con la ristruttura-zione degli ingressi, dei bagni e delsalone, divenuto veramente acco-gliente e funzionale. Sono aumen-tati anche i corsi e gli incontri effet-tuati, attivando parecchie collabora-zioni con l’Amministrazione Co-munale.Vorrei ricordare in modo particolarel’ingresso tra i soci di molti giovanie di alcuni di essi nel Consiglio diAmministrazione: ci stiamo prepa-rando a nuove fasi della gestione.

Un bilancio positivo, insomma?Direi di si! Sia dal punto di vista con-tabile che sul versante dell’anda-mento della società. Non dimentiche-rei il clima di simpatia che si è creatonei confronti della nostra realtà e dicui siamo particolarmente fieri.

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I PRESIDENTI

Cooperativa di Consumo tra Operai e Agricoltori di RobbianoA colloquio con Terranno Vincenzo, Presidente appassionato e operoso

Don Virginio Riva e alcuni soci.

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LA FAMIGLIA DEI SOCI

Elenco dei Soci al 30.03.2009

Bartesaghi Marco, BartesaghiCarlo, Barzaghi Alessandro, Bel-lotti Maria, Bestetti Giovanna,Boffi Angelo, Bonaventura Gio-vanni, Borgonovo Tarcisio, BraidaFabio, Brambilla Francesco, Bru-nati Alfonso Mario, Brunati Mario,Buzzi Giacomo, Camesasca Clau-dio, Canzi Luciano, Canzi Massi-miliano, Cappellin Pietro, CattaneoAnselmo, Cattaneo Giovanni,Ceppi Alessandro, Ceppi Andrea,Ceppi Enrica, Ceppi Enrico Al-berto, Ceppi Giancarlo, Ceppi Gior-gio, Ceppi Pietro, Citterio Angelo,Citterio Claudio, Citterio Gian-carlo, Citterio Maria Regina, Ciuf-freda Giovanni, Colombo Angelo,Colombo Aldo, Colombo Anto-nella, Colombo Antonio, ColomboDaniele, Colombo Ermenegildo,Colombo Flavio, Colombo Gian-carlo, Colombo Giovanni, ColomboGiuliano, Colombo Leonardo, Co-lombo Marco, Colombo Marco,

Colombo Mario, Colombo Pierino,Colombo Piero, Colombo Pietro,Colombo Silvio, Consonni Carlo,Corbetta Carlo, Corbetta Oreste,Corti Ambrogio, De Maron Silvio,Elli Alessandro, Elli Antonio, ElliCarlo, Elli Carlo, Elli Emanuele,Elli Enrico, Elli Giancarlo, Elli Giu-seppe, Elli Luca, Elli Stefano, ElliVincenzo, Frigerio Renato, Fuma-galli Enrico, Galbiati Alberto, Gal-biati Flavio, Galimberti Maurizio,Longoni Fabrizio, Longoni Gian-carlo, Longoni Giovanni, LongoniGiuseppe, Longoni Giuseppe,Mambretti Antonio, MarsiglioBruna, Masperi Angelo, MasperiFranco, Mauri Rodolfo, MazzolaErnesto, Mazzola Giovanni, Mol-teni Tiziano, Mondella Pasquale,Motta Danilo, Mottadelli Alfonso,Mottadelli Vittorio, Nespoli Emilio,Nespoli Roberto, Pallavicini Mau-rizio, Parravicini Enrico, Parravi-cini Ernesto, Parravicini Luciano,

Pellizzoni Jose’, Perego Angelo,Pozzi Angelo, Pozzoli Alberto, Poz-zoli Giovanni, Radaelli Gianfranco,Radaelli Giovanni, Radaelli Giu-seppe, Radaelli Mario, RedaelliFranco, Redaelli Roberto, RestelliAngelo, Riva Leonardo, Rosa Er-cole, Rossi Luigi, Sala Adele, SalaGiuseppe, Somaschini Erminio,Spinelli Alessandro, Spinelli Pietro,Terraneo Alessandro, Terraneo Ce-sare, Terraneo Emilio, Terraneo En-rico, Terraneo Vincenzo, TerruzziMarco, Turati Fermo, Turati Gian-carlo, Turati Mario Luigi, ValtortaMario, Valtorta Quirico, VarennaEdoardo, Vigano’ Enrica, Vigano’Davide, Vigano’ Giuseppe, Vigano’Giuseppe, Vigano’ Luigi, Vigano’Rodolfo, Vigano’ Rodolfo, Vigano’Vincenzo, Villa Andrea, Villa Ful-vio, Villa Giuseppe, Villa Gualtiero,Villa Maurizio, Villa Natale, VillaVittorio, Villa Vittorio, Zorloni Ro-berto, Sala Don Angelo.

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Terranno Vincenzo Presidente

Colombo Angelo Vicepresidente

Galimberti Maurizio Vicepresidente

Ceppi Enrica Segretario

Galbiati FlavioSegretario

Vigano Vincenzo

Ceppi G.Carlo

Masperi Angelo

Vigano Rodolfo

Ceppi Alessandro

Consonni Carlo

Villa Natale

Villa Fulvio

Longoni Giuseppe

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OGGI SIAMO COSÌ

Il Consiglio di Amministrazione2006-2009

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Il gruppo Cucina“Amici della Cooperativa”

Bordessa Oriana, BorgonovoAdriana, Ceppi Alessandro, CeppiGiancarlo, Citterio Gabriella, Cit-terio Stefania, Elli Giulio, Marsi-glio Bruna, Nozza Virginia, Per-rini Daniela, Pozzi Giuliana,Radaelli Paola, Riboldi Cecilia,Riva Rosangela, Rossi Luigi, SalaEnzo, Spinelli Pietro, TerraneoVincenzo, Turati Fermo, ViganòCarla, Viganò Giuseppe, ViganòRodolfo.

Nel 2007 il Presidente Terraneo haavuto la bella idea di festeggiare i25 anni del gruppo cucina, asse-gnando un riconoscimento a cia-scuno dei componenti. Un segno digratitudine doveroso da parte delConsiglio ma, al tempo stesso occa-sione di festa per chi, di solito pre-sta servizio per le feste altrui.Venticinque anni danno una dimen-sione di tradizione consolidata, diimpegno non effimero, e sono dun-que chiara espressione di forti le-gami di amicizia e di profondo se-gno solidaristico.Mantiene intatto il suo valorequanto si scriveva nel 1999 che ri-portiamo di seguito.

«È l’espressione vivente e tangibiledello spirito solidaristico dellaCooperativa. Da parecchi anni ge-stiscono la “cucina” della Coopera-tiva permettendo lo svolgimento dipranzi e rinfreschi, a supporto deimomenti conviviali di gruppi e as-sociazioni locali. Essi sono di va-lido aiuto nell’organizzazione dellefeste e delle iniziative parrocchiali;consentono di radunare gli anzianie i gruppi d’oratorio. Se un tempoil salone poteva ospitare i pranzi deimatrimoni, oggi, mutati i tempi, sicontinua con un’attività culinaria aservizio dei diversi gruppi.Il gruppo non potrebbe esisteresenza tre persone: il cuoco, CeppiAlessandro, appassionato e capace,istancabile è in grado di far gustarecibi raffinati e genuini sempreadatti alla circostanza; l’animatoree coordinatore è Ceppi Giancarlo:

per molti anni è stato Presidente,ma soprattutto “innamorato” dellaCooperativa. Terraneo Vincenzo, inultimo ma non l’ultimo, ora Presi-dente, che non si sottrae maiquando c’è un bisogno sia di carat-tere organizzativo che pratico.Nel gruppo regna amicizia e colla-borazione e, grazie alla sua attività,arrivano entrate indispensabili, datoil modesto bilancio, alla sopravvi-venza della società.Ecco perché esso da parecchiotempo è da considerarsi l’autentica“anima” della Cooperativa e meritail grato riconoscimento di tutti isoci e di tutti i robbianesi».

Ceppi AlessandroIl cuocoUn applauso per il cuoco! Quantevolte si è ripetuto questo rito nei 25anni di servizio “militante” delGruppo Cucina! Si tratta di unapura formalità? Rispondiamo, deci-samente no.L’applauso indirizzato a Ceppi San-dro è una calda e convinta espres-sione di riconoscenza per la profes-sionalità, l’abnegazione ed il volon-tario e spassionato impegno per lacomunità. Siamo di fronte ad unagrande passione, quella per la cu-cina, unita, come rarissimamente

Alcuni amici del Gruppo Cucina.Sotto: i cuochi al lavoro.

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accade, ad un servizio lieto, sentitoe gratuito a favore degli altri.Lieto perché dispensato in compa-gnia di un gruppo veramente affia-tato e gioioso; sentito perché se cosìnon fosse, non sarebbe durato pertanto tempo; gratuito perché conce-pito per gli altri, senza alcun inte-resse proprio, secondo i valori re-spirati in famiglia.Sandro, figlio di Serafino, è espres-sione fedele della cordiale e serenabonomia paterna, anche se spesso ilculto per le cose fatte bene e conl’obiettivo del miglior risultato, glifa interpretare il ruolo di severo di-rettore d’orchestra nel team dellacucina. Ogni menù deve essere cu-rato nei minimi particolari, adattoalle circostanze e, quando possibile,essere completato da un tocco cheonori anche le esigenze di bella pre-sentazione. Solitamente i bravi cuo-chi non si abbassano a cucinarenelle feste popolari o nei campeggidei ragazzi; a meno che non sianogenerosi come Sandro Ceppi che,alla gratificazione personale, ante-pone la dedizione per gli altri. Perquesta ragione ha voluto dare il suocontributo alla Cooperativa ancheattraverso la presenza nel Consigliodi Amministrazione.Ma torniamo ai fornelli, intorno aiquali Sandro ha trasmesso la suapassione anche agli altri. Non ci

sono solo le circostanze sopramen-zionate, nelle quali la cucina si devemisurare con i grandi numeri. Ac-cade a settembre, in occasione delconcorso di pittura, che la giuriacomposta per lo più da esperti difuori paese, concluda i suoi lavoricon una cena alla Cooperativa; alpiccolo gruppo di persone viene ser-vito un menù con un tocco partico-lare di tradizione e con una propostaa tema. Naturalmente, poi, i compli-menti fioccano, superata la stupe-fatta meraviglia per ciascun piatto:gli ospiti lasciano così Robbianolieti per la piacevole conversazionee per aver vissuto un felice connubiodi arte pittorica e arte culinaria.

Enrica SpinelliA ricordo di una delle colonne della Cooperativascomparsa nel 2004

Riportiamo l’articolo del Cittadinodella Brianza del 4 settembre 2004nel quale si ricordava Enrica ed ilsaluto degli amici della Cooperativa.

All’età di 68 anni è venuta a man-care a seguito di una lunga malattiaEnrica Viganò in Spinelli. La comu-nità di Robbiano si è stretta nume-rosa con calore e partecipazioneattorno ai familiari. Enrica, stimata

in paese per la generosità e l’impe-gno negli ambiti del volontariato,non ha mancato di testimoniare finoall’ultimo la profonda fede che l’haaccompagnata in un coraggiosoviaggio di speranza a Lourdes.Aveva l’animo esercitato a condivi-dere la sofferenza degli ammalati ela solitudine degli anziani,semprepronta ad offrire parole e gesti diconsolazione. Per molti anni ha par-tecipato agli impegni del gruppo de-dito alla gestione delle iniziativedella Cooperativa di Consumo, il cuipresidente, Vincenzo Terraneo, du-rante la liturgia funebre, ha ricordatocon viva partecipazione la dedizionee la generosità di Enrica.Cara Enrica, noi amici della Coo-perativa, vogliamo ringraziare il Si-gnore per il grande dono che ci haconcesso di percorrere un tratto distrada insieme, scoprendo con te ilvero valore dell’amicizia.A te Enrica vogliamo dire grazie peril tuo impegno in Cooperativa peroltre 20 anni nel quale ti sei contrad-distinta per la tua generosità, com-prensione e disponibilità.Grazie per l’impegno di volonta-riato, espressione di solidarietà egratuità, che hai svolto nel nostrogruppo, nella Commissione Anzianie nell’Unitalsi. Grazie per l’esempiodi persona semplice che ci hai dato,piena di bontà e di amore, deditaalla famiglia,senza tralasciare l’im-pegno nel sociale. Grazie per il tuoultimo pellegrinaggio a Lourdesdove hai mostrato fede e coraggio.La grande testimonianza che ci haidato ci accompagnerà per sempre.Il Signore ti ha voluta con sé, edora che seitra le sueb r a c c i aprega per ituoi cari eper noi checont inue-remo a vo-lerti bene.Grazie Enrica.

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OGGI SIAMO COSÌ

Grazie Sandro!

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Sono diventate una tradizione dellaCooperativa, accolta con vivo ap-prezzamento dai soci. Esse contri-buiscono a mantenere vivi i rapportidi familiarità e di amicizia tra i soci,senza tralasciare le piacevoli oppor-tunità di carattere culturale, turi-stico e gastronomico che esse of-frono.Va ricordato a riguardo che, purusufruendo di un pacchetto turisticogià confezionato dalla agenzie diviaggio, non manca l’intervento or-ganizzativo del consiglio che con-tribuisce ad arricchire gli itinerari.

1993 Parma1994 Pavia e l’Oltrepò Pavese1995 Mantova, con itinerario nelcentro storico1996 Genova, con visita all’acqua-rio e all’entroterra, e sosta a Caliz-zano1997 Lago d’Iseo e Montisola consosta in una cantina sociale dellaFranciacorta1998 Tirano, Passo del Bernina, Li-vigno, con sosta in una cantina so-ciale1999 Marostica, Bassano delGrappa, con sosta sul Lago diGarda2000 Asti, con pellegrinaggio giu-bilare alla Madonna di Crea. Pranzoin località Castagnole Lanza e visita

ad una cantina con esposizione diprodotti tipici2001 Bergamo e dintorni2002 Lago di Garda e Lago diTenno2003 Bologna, con visita al museodella Ferrari di Maranello2004 Padova, con visita alla Cap-pella degli Scrovegni e pranzo in unagriturismo a S. Bonifacio2005 Ferrara e le Valli di Comac-chio2006 Lago Maggiore - Isole Borro-meo, con sosta ad Arona2007 Torino, Reggia di Racconigi eColle Don Bosco2008 Castell’Arquato

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Le gite sociali

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È uno dei fiori all’occhiello dellaCooperativa di Robbiano. Costi-tuito nel 1987, è un servizio rivoltoa tutti gli anziani del paese che vitrovano un luogo di aggregazioneaccogliente e funzionale. I prezzidelle consumazioni sono conve-nienti, senza alcun vincolo di con-sumo, onde favorire anche il sem-plice ritrovarsi tra amici. Da segna-lare la modalità di gestione, affi-data ad alcuni anziani volonari chene garantiscono l’apertura tutti igiorni, compresi i festivi, dalle 14alle 18.Il salone è ampio e ben arredato, epuò ospitare un buon gruppo disoci e non soci: esso viene utiliz-zato anche per corsi e riunioni se-rali, ed è diventato punto di riferi-mento per numerose associazioni.Gli anziani di Robbiano hanno cosìa disposizione un servizio funzio-nale e ben organizzato che ri-sponde ottimamente all’esigenzadi avere uno spazio tutto per loro.Possono seguire alla televisionemanifestazioni sportive e trasmis-sioni di loro interesse, hanno a di-sposizione alcune copie dellastampa locale, ed hanno la possibi-lità naturalmente di commentaretra loro fatti e vicende del paese.Per gli anziani, nella sede dellaCooperativa, vengono anche orga-nizzati alcuni appuntamenti dive-nuti tradizionali come la tombolatae la castagnata, che sono curatidalla Commissione Anziani.Il bar e la cura della sala è gestitadai volontari:Berera UgoColombo LeonardoCorbetta OresteGalbiati GinoMottadelli AttilioPerego GinoViganò Rodolfo

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OGGI SIAMO COSÌ

Sala Ricreativa“Ambrogio Elli”

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Page 40: Cooperativa di Robbiano

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La Cooperativa è nata per mettere adisposizione dei soci generi di con-sumo a prezzi convenienti, soppe-rendo così alle carenze della societàcontadina di inizio secolo: le condi-zioni della popolazione di Rob-biano erano assai modeste, la fruga-lità era la dimensione normale delconsumo in un contesto sociale nelquale per la famiglia non era faciletirare avanti. Come enunciato nelprimo Statuto, lo scopo della so-cietà era “l’acquisto all’ingrosso digeneri di commestibili e quanto èpiù necessario al consumo dome-stico e all’agricoltura, ed il venderlitra i soci nel magazzino sociale aprezzo calmierato”.Dunque questo è il fine primario,molto concreto, che si è mantenutoper un secolo, pur essendo eserci-tato in forme diverse. Accanto aquesto, nei locali della Cooperativasi è sempre offerta ai soci una pos-sibilità di ritrovo, seduti a un tavolocon la possibilità di bere un bic-chiere di buon vino o altro.Ecco allora negli anni differenziarsila vendita di alimentari dai prodottispecificamente da bar, tanto che nel1955 si istituisce una mescita di su-peralcolici dato che in paese vi erasolo un esercizio a ciò deputato,presso la cascina Serenella.Per qualche decennio la vendita digeneri alimentari viene gestita diret-tamente con personale proprio, apartire dal giovane Colombo Mario,la cui esistenza è stata un tuttunocon la Cooperativa. Colombo, gio-vane dispensiere, aveva anche la di-mora presso i locali della Coopera-tiva.Essa raggiunse il traguardo dei 7 di-pendenti, necessari nel periodo dimaggior prosperità, a gestire il bar,il negozio di alimentari e lo spacciomobile che, quotidianamente, fa-ceva tappa nei diversi angoli delpaese. Il mutamento sociale e quellodell’assetto economico, negli ultimiquarant’anni hanno determinato latrasformazione delle forme di ge-stione. Fino alla situazione attuale.

Il passaggio fondamentale avvienenel 1979 con la rinuncia alla ge-stione diretta, dopo un periodo digrave crisi e di situazione debitoria,con l’affidamento alle ACLI.Un primo segnale che derivavadalla concorrenza di esercizi com-merciali competitivi, di non piccoladimensione, che cominciavano adassorbire buona parte della do-manda dei consumatori. Subitodopo sarà la grande distribuzione aesercitare una fortissima concor-renza e a condizionare le abitudinidel consumatore medio letteral-mente calamitato dai grossi centricommerciali.Il Consiglio di Amministrazionedella Cooperativa ha avuto semprelo stesso obiettivo: assicurare l’esi-stenza, al centro del paese, di unpunto vendita di alimentari a servi-zio della popolazione, soprattutto lefasce sociali vincolate nella possi-bilità di movimento autonomo.La gestione ACLI di lì a qualcheanno passerà il testimone a Lom-bardini; nel 1998 entrerà in azioneuna nuova società, la DUOSER-VICE che crea un punto vendita ve-ramente moderno e funzionale.Dopo 10 anni vi è un ulteriore cam-biamento, con un avvicendamentoe la introduzione del marchio “Ital-

coop”, catena di distribuzione ali-mentari delle cooperative milanesi.L’inaugurazione del nuovo negozioè avvenuta nel maggio 2008 allapresenza del Presidente TerraneoVincenzo, del parroco don VirginioRiva, che ha impartito la benedi-zione e il direttore di Asco, Gian-battista Consonni, che ha dichia-rato: “Al nostro consorzio aderi-scono piccoli negozi di quartiere,ma anche spazi commerciali impor-tanti, di ottocento, mille metri qua-drati.Un’organizzazione in rete, nellaquale si è inserito con tutti i van-taggi del caso anche il negozio rob-bianese, che resta comunque in ge-stione alla “RB market” di RobertoRedaelli, che l’aveva rilevato l’au-tunno scorso.Il presidente Terraneo Vincenzo hadetto: “Questa svolta ci permette didare continuità ad un servizio im-portante per tutta la comunità rob-bianese, per i soci e gli anziani. Ilrinnovamento, poi, recupera a que-sto negozio il nome originario dicooperativa, nel quale è custodito lospirito di questo servizio”.Il negozio di alimentari dunquecompie, a suo modo, i 100 anni diesistenza avendo avviato una nuovae promettente fase gestionale.

100 anni di alimentariLa vendita di generi di consumonel DNA della cooperativa

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Ceppi Enricala nostra segretariaÈ entrata in punta di piedi nella fa-miglia dei soci raccogliendo il testi-mone del marito Giulio. Con lei edaltre donne ammesse tra i soci, èstata inaugurata la stagione rosadella Cooperativa, che fino a quelmomento era costituita solo da uo-mini.Enrica in seguito è stata eletta nelConsiglio d’Amministrazione dive-nendone segretaria. Precisa e dispo-nibile, ha condiviso tutte le scelteoperate negli ultimi anni.

Viganò Vincenzoinsostituibile collaboratoreÈ da elencare tra quanti sono sem-pre in prima fila nell’impegno edassicurano un’insostituibile e fat-tivo contributo allo svolgersi delleiniziative; e magari si sottraggonocon discrezione quando è il mo-mento dei riconoscimenti.

Membro da parecchi anni del Con-siglio d’Amministrazione, impe-gnato nel gruppo cucina, sempre afianco dei presidenti Ceppi Gian-carlo e Terraneo Vincenzo per ogninecessità e nei momenti di contattoe partecipazione alle iniziative de-gli organismi centrali della coope-razione.Sempre prodigo di utili consigli,capace ed operativo per le mille in-combenze necessarie alla gestioneed alla manutenzione dello stabile.Vincenzo è da annoverare tra gliamici più stretti della Cooperativa,fiero dei risultati raggiunti, orgo-glioso dei servizi forniti.Ha un occhio particolare per la curaorganizzativa delle manifestazioni;ha sempre dato un supporto in oc-casione dell’assemblea annuale deisoci.Perché non citare anche la consorteLina che lo affianca in moltissimedelle circostanze sopra menzio-nate? Va ricordato che questo di-scorso vale per molti dei collabora-tori della Cooperativa, in partico-lare per quelli del gruppo cucina.L’impegno dei mariti è condivisodalle rispettive consorti, in pienasintonia con i valori solidaristici ecomunitari della cooperazione.

Colombo Nataleesempio di gestione prudente e oculataNegli ultimi due decenni è statopunto di riferimento nel Consiglioallargato della Cooperativa; primacome Presidente del Collegio Sinda-cale e poi del collegio dei Probiviri,ha dato un contributo con compe-tenza, equilibrio e saggezza sulle di-verse problematiche affrontate.Nel 2006 gli è stata consegnata unatarga di riconoscenza per quanto so-pramenzionato. Per la sua parte, hafatto sì che la Cooperativa conser-vasse il suo radicamento in paese emantenesse i legami con il propriopassato. Sensibile ad una forma digestione, prudente, ordinata e ocu-lata, ha sempre sostenuto la necessitàdi fare scelte compatibili con le ri-sorse a disposizione. Durante le riu-nioni è sempre stato disponibile aduna interlocuzione puntuale e apertaall’apporto di tutti, che coinvolgessetutti gli interlocutori in gioco: cre-deva nel dialogo e nel confronto diidee, non sottraendosi a enunciare isuoi punti di vista. Ha sempre vistocon favore l’introduzione di elementidi innovazione e l’apertura dellaCooperativa ai giovani.

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OGGI SIAMO COSÌ

Natale ColomboViganò Vincenzo

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Villa Giulioimprenditore, assessoreconsigliere comunale Scomparso prematuramente nel1997, è stato partecipe delle attivitàdella Cooperativa per diversi anni.Lo si ricorda per i tangibili contri-buti attraverso la sua attività profes-sionale di geometra e imprenditoreedile, per l’impegno civico in qua-lità di Consigliere Comunale primae di Assessore allo Sport e ai Ser-vizi Sociali per un intero quinquen-nio, per la sua passione per le atti-vità sportive concretizzata con lafondazione del Gruppo Pescatori.Nel contempo aveva seguito tutte leiniziative del Circolo Culturale donRinaldo Beretta, apprezzando e so-stenendo tutto quanto veniva fattoper la sua Robbiano. Attaccamentoalla gente ed al paese anche con unpizzico di campanilismo, anni famolto diffuso, sempre rispettosodelle altrui ragioni ed esigenze.Se ne ricorda l’equilibrio e la mo-derazione, l’attaccamento ai valoridella famiglia e del territorio, mairifuggendo dall’impegno in primapersona.Negli anni in cui cominciava a pro-filarsi la centralità della condizione

dell’anziano e il problema del be-nessere, in qualità di Assessore aiServizi Sociali ha speso energie perdotare la città di Giussano di servizie di una residenza di riposo conce-pita secondo moderni criteri ed altempo stesso adatta a risponderealle mutate esigenze della gente.Sia nella professione che nell’impe-gno amministrativo, si accostava aiproblemi con una viva sensibilitàumanistica, lontano da personalismie faziosità.Nelle situazioni problematiche cer-cava un momento di sintesi e pro-poneva di individuare soluzionicondivise per poter riconoscere leragioni di ciascuno. Aveva un ap-proccio pragmatico alle questioniamministrative prediligendo la ri-cerca di ciò che unisce e lasciandoda parte gli elementi di divisione.

Mottadelli EttoreLa passione per RobbianoEttore è un amico che ci ha lascitoprematuramente, rimpianto da mol-tissimi perché alla comunità robbia-nese si era dedicato con amorevolepassione, contribuendo a far sorgerenuove iniziative. Uomo semplice che alla Coopera-

tiva si era avvicinato discretamentecome era nel suo carattere; al tempostesso desiderava portare il suo con-tributo, e per questo, entrò nel Con-siglio d’Amministrazione. Aveva acuore la Cooperativa, come tutte lerealtà che contribuivano a dare unaspecifica caratterizzazione al paese.Di Ettore colpiva la determinazionecon la quale perseguiva anche lepiccole realizzazioni, disposto a sa-crificare tempo ed energia per rag-giungere lo scopo. Per questo sem-brava un uomo d’altri tempi a cuistavano a cuore le tradizioni, chevoleva trascinarsi dietro nel tempopresente, avaro di antiche identità.Gli ultimi anni della sua vita, ben-ché segnati da un terribile male in-curabile, sono stati anni di dedi-zione alla comunità, nello stile chegli era proprio ed inconfondibile. Il suo animo schiettamente reli-gioso si identificava appieno nellareligiosità popolare.Certo il suo cuore batteva in primisper il gruppo Robby, nato anchegrazie al suo apporto: chissà comelo avrebbe reso contento il fatto diritrovarsi, grazie all’apertura delleCooperativa a nuovi soci, in questacircondato dagli amici del suoamato gruppo.

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Primo da destra: Ettore MottadelliVilla Giulio

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Non poteva iniziare meglio la cele-brazione del centenario della Coo-perativa tra Operai ed Agricoltori(questo il nome originario che siconserva ancora oggi): una serata diriflessioni e confronto a partiredalla bella e intensa relazione svoltada don Angelo, alla presenza delnostro Parroco e del Presidente Ter-raneo, che ha introdotto i lavori.Don Silvano non ha voluto mancaredi cogliere e segnalare gli impor-tanti spunti che si possono trarre dauna esperienza di socialità che af-fonda le sue radici nelle vicende delmondo cattolico lombardo dellafine dell’ottocento: la storia ha evi-denziato l’esistenza a Robbiano diun ambito formativo, nel quale si èintrecciata la collaborazione trapreti e laici, ed è stato possibileconservare una sana e robusta espe-rienza di fede.Don Angelo ha presentato con pas-sione e puntualità i principi chesono alla base dello spirito coope-rativistico. Dalla definizione dellaCooperativa come associazione au-tonoma di persone nata per soddi-sfare le proprie esigenze sociali,umane ed economiche, il relatore èpassato ad illustrare alcuni passaggistorici essenziali. La chiesa catto-lica ha dato un contributo fonda-mentale partendo dall’enciclica Re-rum Novarum del 1891, nella qualevengono esplicitati alcuni elementidi base della questione sociale.Centralità della persona umana chesi esprime attraverso il lavoro; col-laborazione e non conflitto, tra leclassi, e sottolineatura del concettodi bene comune.Nascono così numerosissime, inEuropa e in Italia, Cooperative diConsumo, Banche di Credito Coo-perativo e Società di Mutuo Soc-corso, espressione della feconditàdelle opere sociali generate da prin-cipi religiosi.Si forma conseguentemente unaDottrina Sociale Cristiana i cui car-dini sono costituiti dal valore dellapersona, dal bene comune, dalla

sussidiarietà e dalla solidarietà.Questi concetti sono stati illustratida don Angelo con esempi e signi-ficative attualizzazioni. La solida-rietà è generata dalla carità; di essasi trovano ampie suggestioni nellaPacem in Terris. L’aiuto del pros-simo attraverso l’elemosina è unaforma preziosa di azione, la solida-rietà però ha una dimensione ed unrespiro più ampio perché richiedeuna progettualità sociale.

Dunque, è stato lo stimolo conclu-sivo di don Angelo, è necessario de-clinare nella storia di oggi questiprincipi sempre validi; bisognaavere il coraggio di nuove idee e diripensare la solidarietà secondo i bi-sogni degli uomini del nostrotempo.La conclusione della serata ha vistol’apporto di diversi intervenuti, chehanno espreso quesiti e proprie con-siderazioni.

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IL CENTENARIO

Recuperare la freschezza dei fondatori

Nella foto: il presidente Vincenzo Terraneo premia Natale Colombo.

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Il desiderio è quello di lasciare im-presso anche nel metallo il ricordodel centenario. Per questo sono statiavviati contatti con la professoressaGabriella Dell’Orto dell’IstitutoStatale d’Arte di Giussano ed èstato concordato un piano di lavoroche vede coinvolta una classequarta Liceo Artistico, impegnatanei prossimi mesi a sviluppare ibozzetti preparatori.Il Consiglio d’Amministrazione èben lieto di una simile collabora-zione, occasione di trasmettere aigiovani la conoscenza di una realtàche a livello locale ha tradotto inpratica importanti principi e valori.La classe svilupperà un iniziale la-voro di approccio conoscitivo allastoria e alle vicende della coopera-zione. Ciascun alunno si misureràpoi con il tema e produrrà un boz-zetto modellato.I lavori prodotti saranno sottopostial giudizio di un gruppo costituitoda insegnanti e rappresentanti delConsiglio d’Amministrazione, perl’individuazione del modello di cuifare la riproduzione.Il lavoro degli studenti, sia i bozzettidi grafica che di modellato, ver-ranno esposti nel mese di Settembrein occasione del convegno sullacooperazione che si svolgerà a Rob-biano.

Bando del Concorso• Il concorso è rivolto alle classidell’Istituto Statale d’Arte di Gius-sano• Periodo di svolgimento: marzo-giugno 2009• Referente: prof.ssa Dell’Orto

Temi e simboliSarà necessario trarre spunto daivalori solidaristici, di socialità ecooperazione alla base dell’espe-rienza del Movimento Cooperativo.Inoltre si terrà presente la signifi-catività dell’opera sociale per l’am-

bito territoriale locale ed in parti-colare per il paese di Robbiano,luogo di genesi e di sviluppo dellaCooperativa che tuttora ha la suasede nei locali di via dante.

La cooperativa nacque dall’impe-gno del sacerdote e storico dellaBrianza don Rinaldo Beretta.

Essa alle sue origini doveva soddi-sfare le esigenze di reperimento aprezzi convenienti dei principaligeneri alimentari della poveramensa contadina.

Settembre 2009Selezione e premiazione dei lavoriche presentano una riuscita sintesitra proposta grafica e contenutisimbolici;Esposizione dei bozzetti realizzati;Realizzazione di esemplari del-l’opera scelta dalla giuria

Giuria - composizionePresidente della Cooperativa2 docenti dell’Istituto Statale d’ArteAltri componenti esperti

Robbiano, febbraio 2009

Alcuni momenti di lavoro della classe 4ªM del Liceo Artistico di Giussano.

Concorso per la realizzazione di un bozzetto per conio di medaglione / targa commemorativa in occasione del centenario della cooperativa di consumo tra operai e agricoltori

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Nota di presentazioneAlle origini della Cooperativa diRobbiano vi è l’ispirazione e l’in-coraggiamento di Don Rinaldo Be-retta che in occasione del cinquan-tesimo di fondazione così scriveva:“Quante cose sono da allora cam-biate! Quanti problemi ha dovuto ri-solvere la Cooperativa in 50 anni!Come si è sviluppata e quanto beneha fatto in paese! Eppure tutto è co-minciato da quella piccola fiammaaccesa allora dai nostri vecchi.”. La Cooperativa è stata istituita conatto del 10 giugno 1909 e subito fuannessa alle opere cattoliche socialidella diocesi di Milano.Essa nacque a somiglianza diquanto era stato attuato in queglistessi anni a Carate e successiva-mente a Verano.Era il luogo dove tutti gli uomini diRobbiano potevano ritrovarsi perun’ora di svago, per sentire le noti-zie del paese e quelle di fuori attra-verso il giornale.Lo scopo originario della Coopera-tiva era di carattere socio-econo-mico e mirava ad assicurare ai socii generi necessari al consumo do-mestico e all’agricoltura a prezzicontenuti.Essa ha accompagnato il paese diRobbiano attraverso le due disa-strose guerre mondiali ed il periododel fascismo, quando vi fu un deva-stante assalto della sede con sac-cheggio e distruzione. La Coopera-tiva seppe superare i momenti diffi-cili grazie alla volontà dei soci, con-servando la propria autonomia eportando avanti gli scopi statutari.Il secondo dopoguerra porterànuovo dinamismo e l’ampliamentodelle attività: viene ingrandita lasede, aperto il bar e acquistato unautomezzo attrezzato come spacciomobile. L’attività di vendita deiprodotti alimentari si allinea allenuove regole commerciali e la Coo-perativa agisce con propri dipen-denti che arrivano al numero di cin-que. Con l’avvento della concor-renza della grande distribuzione la

gestione diretta della vendita dovràessere sostituita da un affidamentoa terzi.L’impegno del consiglio di ammi-nistrazione, superata la fase dellacrisi, si rivolge con maggior puntua-lità alla riorganizzazione interna edalla manutenzione dello stabile,dando impulso alle iniziative di tiposociale.Tuttora le finalità sociali e di aggre-gazione mediante il servizio alla co-munità di Robbiano, e non solo,sono preminenti.La sede è uno spazio a disposizionedelle realtà associative per incontri,feste e momenti conviviali. Il centroricreativo - bar per gli anziani infunzione dal 1987, gestito da volon-tari, costituisce un punto di ritrovoaccogliente nel quale consumare aprezzi convenienti, e permette aglianziani di passare serenamente e traamici il pomeriggio. La sede è an-che uno spazio di corsi di vario ge-nere: alcuni di questi si svolgono incollaborazione con l’Amministra-zione Comunale.L’attività di aggregazione e di pro-mozione si attua anche attraversol’organizzazione di gite a sfondoculturale.Negli ultimi anni la Cooperativa haadeguato in più circostanze il pro-prio statuto cosi come previsto dallenuove normative vigenti. L’assem-blea dei soci, inoltre, ha recente-mente approvato l’apertura di ac-cesso a nuovi soci per i componentidelle associazioni che operano inRobbiano.Quanto sopra esposto indica una vi-talità propositiva per la città diGiussano che intreccia le diverse di-mensioni: sociale, economica e cul-turale. Si ritiene pertanto di proporre l’as-segnazione della benemerenza ci-vica alla Cooperativo di Consumotra Operai e Agricoltori di Rob-biano. I consiglieri comunaliBartesaghi Marco e Villa DarioRobbiano 15 dicembre 2008

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IL CENTENARIO

Proposta di assegnazione di Benemerenza Civica alla Cooperativadi Consumo tra Operai e Agricoltori di Robbiano in occasione della ricorrenza del centenario di fondazioneAl Sindaco di Giussano Riva Franco

Marco Bartesaghi

Dario Villa

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La Camminata non competitivaideata dal Gruppo Podisti Rob-biano è stata organizzata, per laprima volta, dalla Cooperativa incollaborazione con l’Oratorio.Benchè il tempo non sia stato deipiù favorevoli, la manifestazione haavuto un ottimo esito sia per nu-mero di partecipanti che per gliaspetti tecnico-organizzativi. LaCamminata robbianese è una dellepiù apprezzate dagli appassionati

dato che il percorso si snoda per laquasi totalità all’interno del Parcodella Valle del Lambro, attraversan-done angoli assai suggestivi. Gli or-ganizzatori hanno fatto del loro me-glio: sono stati impegnati oltre 50collaboratori con l’aggiunta di al-cune associazioni e gruppi sportiviche hanno dato una mano.Va sottolineato che i referenti dellamanifestazione, dal responsabileMaurizio Galimberti ai suoi stretti

collaboratori, hanno curato ogniaspetto con estrema competenza: lapubblicizzazione, lo studio del per-corso e la sua segnalazione, i puntiristoro e tutti gli altri aspetti indi-spensabili.Il valore dell’iniziativa è fuori di-scussione; alle finalità sportive e diaggregazione si aggiunge una posi-tiva ricaduta per il paese che diventameta di oltre un migliaio di appas-sionati provenienti da un bacinoabitativo molto esteso.

27ª Camminata a RobbianoTra le manifestazioni del Centenariosi è svolta il 1° Febbraio

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IL CENTENARIO

A seguito di delibera del Consigliodi Amministrazione con la qualesono state accolte le richieste diadesione, la “famiglia” dei socidella Cooperativa di Robbiano si al-larga con l’aggiunta di 28 unità.Si tratta di una svolta storica decisadurante l’Assemblea Ordinaria del2008, quando si è ammessa la pos-sibilità di ingresso di nuovi soci conl’unico vincolo che si tratti di per-sone appartenenti alle realtà asso-ciative del paese o che comunquesiano impegnate in attività a favoredella comunità robbianese.Nell’incontro, svoltosi nella sede divia Dante, lunedì 16 marzo, è stataperfezionata l’adesione dei nuovisoci, dopo l’illustrazione da partedel Presidente Terraneo e del com-mercialista Brunati, degli articolidello statuto che indicano fini escopi societari, ed elencano l’ob-bligo dei soci.I nuovi soci costituiscono un’ampiarappresentanza della realtà associa-tiva del paese e la loro adesioneconferma ed amplifica gli scopi disocialità che sono alla base dellaCooperativa. Tale rappresentativitàfavorirà certamente un collega-mento più stretto all’interno del tes-suto associativo robbianese.

Certamente vi sarà un fermento po-sitivo: da un lato l’entusiasmo deineofiti e dall’altro soddisfazione daparte del Presidente e del Consigliodi Amministrazione, che era pre-sente alla serata quasi al completo.Ai nuovi soci è stato consegnato ilprogramma dei festeggiamenti peril prossimo 25 e 26 di aprile.

La famiglia dei soci si allarga16 marzo 2009: incontro per illustrare lo statuto

Manifestazioni del Centenario27 GennaioSerata sui principi ispiratoridella Cooperativacon Mons. Angelo Sala

1 Febbraio27ª camminata a Robbiano

25 AprileFesta del centenario

26 AprileAnimazione e spettacolo perfamiglie in oratorio

Dal 23 al 30 MaggioCrociera alle isole greche

20 GiugnoGita sociale in Val d’Aosta

26-27 SettembreMostra documentariaConvegno sulla cooperazione

Terraneo presenta i contenuti dello Statuto.

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ECONOMIA, LAVORO E SOCIETÀ

Robbianonel secondo dopoguerra

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ECONOMIA

Dopo aver parlato di Cooperativa inlungo e in largo, come è doverosoin una pubblicazione che narra imomenti significativi della sua sto-ria, ma soprattutto mette in luce ilcontributo fattivo di tante personeche si sono distinte negli anni peruna generosa dedizione, è sorta im-pellente l’esigenza di aggiungerequalche cosa di più sulle trasforma-zioni sociali ed economiche delpaese di Robbiano nel secondo do-poguerra.Si tratta di una raccolta di testimo-nianze e di documentazione libera-mente offerta da alcune ditte e daesercenti e commercianti.Elementi preziosi che aiutano a ri-costruire lo slancio, la creatività e ladeterminazione di tanti robbianesi,che hanno messo in piedi o svilup-pato attività economiche per lo piùdi dimensione familiare.Abbiamo raccolto solo alcune vocidi un coro ben più grande, proiet-tato nella dimensione locale ed al

tempo stesso generatore di un dina-mismo che spesso ha fatto si che leattività si sviluppassero interes-sando il mercato nazionale, o addi-rittura quello internazionale. Que-sto certamente vale in modo parti-

colare per le imprese a carattere in-dustriale, i cui fondatori hanno sa-puto, con coraggio e lungimiranza,misurarsi con il mercato, diven-tando realtà in grado di competereai massimi livelli.

Introduzione

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Ancora durante la seconda guerramondiale l’agricoltura, che pur nonera esclusiva fonte di sussistenzadella popolazione robbianese, fu lapossibilità per molte famiglie diaver garantito sulla tavola il minimoindispensabile per sopravvivere, in-tegrando le fonti di guadagno pro-venienti, per alcuni capofamiglia,da attività artigianali o da lavoro di-pendente.Fu il dopoguerra a generare il pro-liferare di attività artigianali pronte,alcune di queste, a trasformarsi e in-grandirsi rapidamente negli annicinquanta. Centrale è il compartodel legno, all’interno del quale sonosorte importanti e note ditte. Ma viè anche rilievo per il settore edili-zio, meccanico e tessile.A questo riguardo così scriveva donRinaldo Beretta: “fu dopo la se-conda guerra mondiale del 1940 -1945 che si ebbe l’avvio ad una pro-fonda evoluzione di tutti i settori, etuttora in corso, verso un continuomiglior benessere. Sorsero via via nei nostri paesigrandi complessi industriali per ilmobilio, la meccanica, la tessitura,ecc. con forte aumento di popola-zione immigrata dal Veneto e dalMeridione. L’agricoltura passò insecond’ordine: il lavoratore preferìla sicura busta paga all’onerosa eincerta fatica dei campi”. C’era garanzia di piena occupa-zione della popolazione che benefi-ciava dei frutti dello sviluppo eco-nomico, accresciuto dal senso di ot-timismo diffuso in tutti gli ambitidella società: alla guerra cruenta edevastante succedeva un periodo incui l’uomo si sentiva in grado diraggiungere attraverso il progressotecnico e scientifico risultati untempo inimmaginabili.Tale doppio ”regime” non durò alungo, trasformandosi ben presto, da-gli anni sessanta, in attività quasielettiva: si comincerà ad un certopunto, a parlare esclusivamente di la-voro nell’orto e nel giardino di casa.Le aziende agricole da quegli anni si

conteranno sulle dita di una mano.Dunque di Robbiano, organica-mente inserito nella struttura econo-mica di Giussano, si può dire che ilsuo sviluppo è perfettamente in li-nea con il progresso dei tempi.Per meglio comprendere tale strut-tura valga un importante rilievo: losviluppo delle attività produttive lo-cali è stato prevalentemente voluto

ed attuato dalla gente del luogo.A differenza di molti altri centriGiussano non ha mai potuto con-tare, salvi rari casi peraltro trascu-rabili, sull’appoggio di capitali ve-nuti da fuori. Le sue industrie per laquasi totalità, sono sorte, dirette e sisono sviluppate per opera della suagente dimostrandone l’iniziativa,l’operosità e la costanza.

Artigianato e industriasostituiscono l’agricoltura

Don Rinaldo con l’On. Tarcisio Longoni.

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Ovviamente parlare di Robbiano eGiussano significa parlare diBrianza dove il fattore umano rap-presenta da sempre uno degli ele-menti chiave del successo. In essa èpresente e radicata una solida cul-tura del lavoro, unita a indubbie ca-pacità imprenditoriali della classedirigente locale, che hanno fattodella Brianza fin dall’immediatodopoguerra, una delle aree più ric-che e avanzate dell’Italia.L’imprenditorialità locale è da in-tendersi in un senso abbastanza am-pio, spaziando dalla capacità di or-ganizzare il lavoro e la produzione,fino alle notevoli doti creative e in-ventive che da sempre caratteriz-zano l’imprenditore brianzolo.La crescita demografica ha avuto lasua parte nel condizionare le pro-blematiche di tipo occupazionale,garantendo comunque manodoperaal bisogno, in molti casi di espe-rienza e professionalità; senza tra-scurare il prezioso apporto derivatodall’ondata migratoria provenienteprima dal Veneto e, poi, dal sud Ita-lia. Il processo d’integrazione neipaesi della Brianza è stato moltopiù facile e rapido, rispetto al capo-luogo di provincia. La prospettiva del benessere condi-viso, del riscatto da una condizioneculturale e sociale penalizzante, hacontagiosamente risolto anche inodi problematici insiti in un pro-cesso di apertura sociale e di evo-luzione di un’identità sociale chia-mata a confrontarsi con modelli di-versi da quelli esistenti.Il senso del lavoro, l’attaccamentoalla casa e alla famiglia, pur diver-samente intesi, sono stati gli ele-menti generatori di una sintesiequilibrata di ceppi regionali nu-merosi, risucchiati in Brianzadall’espandersi dell’attività eco-nomica.Indubbiamente, uno dei fattori chehanno maggiormente contribuitonel tempo a rendere vincente il“modello Brianza” è rappresentatodalla dimensione del suo tessuto

produttivo, ancora oggi costituito inprevalenza da una miriade di pic-cole e medie imprese, interamenteflessibili e vitali.È vero che nella nostra Robbiano,non certo a smentire questo as-sioma, ma in certa misura a ridi-mensionarlo, vi è una presenzaimportante di ditte, soprattuttodel comparto del legno, la cui di-

mensione è certamente ragguar-devole.Si tratta di unità produttive che, neltempo, hanno assorbito manodo-pera e maestranza di provenienzaprevalentemente locale, tanto da fardichiarare che, non solo la loro ori-gine, ma anche la loro ragioned’essere, è legata al tessuto socialedel posto.

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ECONOMIA

Un pezzo del modello Brianza

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La mostra del mobile, nata su im-pulso del sacerdote don Mario Me-roni, ha accompagnato negli anni50, lo sviluppo delle principali dittelegate alla lavorazione del legno. La presenza del sacerdote non vienericordata qui in modo estempora-neo, bensì va collegata in modoesplicito e sostanziale alla suaazione di incoraggiamento a intra-prendere, rivolto ai giovani impren-ditori locali. Pertanto le radici nella comunità lo-cale di quasi tutte le imprese econo-miche, sono un fatto reale: comedon Rinaldo Beretta non avevasvolto un ministero esclusivamentereligioso, traducendo il suo servizio

anche nella promozione dell’ambitosociale ed economico, così don Me-roni fu a fianco dei pionieri che die-dero vita allo sviluppo economicorobbianese. Tale merito non è stato ancoraascritto al sacerdote con suffi-ciente enfasi e appare doveroso at-tribuirglielo in queste pagine retro-spettive.In quegli anni appariva anche natu-rale una sintonia della realtà catto-lica con esponenti politici dellaDemocrazia Cristiana: l’onorevoleTarcisio Longoni si interessò inmodo significativo all’iniziativadella Mostra del Mobile.Nulla a che vedere con quanto i no-

stri occhi, negli ultimi decenni, sisono abituati a vedere.Non si parlava di design, nemmenodi materiali e lavorazioni sofisti-cate, ma di avvio della produzioneseriale e dell’ inizio di commercia-lizzazione organizzata dei prodotti.Naturalmente la Mostra del Mobileaveva il primo sostegno delle auto-rità cittadine. Essa si svolgeva nell’edificio dellaScuola Elementare dove, alcuneaule e i corridoi costituivano glispazi di esposizione di alcuni pro-totipi di creazione locale. Esposi-zione di prodotti da far conoscereagli acquirenti locali ma, anche, aquelli dei paesi circonvicini.

La Mostra del Mobile e l’impulso di don Mario Meroni

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ECONOMIA

Viene ordinato sacerdote il 4 giu-gno 1939 e destinato come coadiu-tore alla Parrocchia di Robbiano,affiancando nel lavoro pastorale ilParroco don Rinaldo Beretta.Si dedica alla formazione dei gio-vani nell’ambito dell’oratorio, dovesi dimostra un instancabile organiz-zatore e un sacerdote di comunica-tiva semplice ed efficace. Promuovela costituzione dei gruppi di AzioneCattolica; nel 1950 sollecita la for-mazione della Gioventù Femminileed in seguito la creazione di un nu-meroso gruppo di donne di AzioneCattolica. Convinto del valore edu-cativo dell’attività teatrale e spor-tiva, ne promuove la diffusionenella Parrocchia.Nel 1960 diventa Parroco di Rob-biano.Negli anni ’50 è promotore e soste-nitore della Mostra del Mobile, te-nuta nei locali della scuola elemen-tare, iniziativa tanto utile allo svi-luppo economico del paese e tra leprime a sorgere in Brianza.Dedica le sue migliori energie allacostruzione della nuova Casa delGiovane, completata nel 1964.

Nel 1975 è arteficedel rifacimento dellafacciata della ChiesaParrocchiale e del-l’aggiunta del pro-nao.Don Meroni è il ti-pico pastore dellaChiesa Ambrosianadel secolo scorso, di-namico interprete deibisogni della sua co-munità, punto di rife-rimento autorevole eamato, con una vi-sione integrale delsuo compito pasto-rale: uguale dunque èil suo impegno nellaevangel izzazioneunito a quello di ade-guamento di servizi estrutture della Par-rocchia.Il dinamismo della società diquell’epoca è stato fatto proprio dalsacerdote: egli non indulgeva aduna visione puramente intimisticadel fatto religioso che deve incar-narsi nel concreto della vita quoti-

diana. Dunque, per Don Meroni, ildialogo e la collaborazione con lerealtà più vivaci del comune, eraaperto; insieme ad un costruttivoconfronto con le autorità pubbliche.Muore improvvisamente il 7 luglio1982 a 74 anni, dopo 43 anni di de-dizione alla sua gente. Viene se-polto nel cimitero di Robbiano.

Don Mario Meroni

1959. Posa della prima pietra dell’Oratorio Maschile.

Inaugurazione della Mostra del Mobile.Da sinistra: il Presidente della Mostra Elli Egidio, don Mario Meroni e l’On. Tarcisio Longoni.

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Dire Serafìn a Robbiano ha sempresignificato e indicato una sola per-sona, Ceppi Serafino; conosciuto,amato… un po’ il modello del com-merciante di un tempo: più deside-roso di soddisfare il cliente, piccoloo grande che fosse, che di venderela sua merce! Il figlio Sandro lo ri-corda così:

Aveva ricevuto in eredità il forno alegna e faceva due volte la setti-mana il pane giallo; prima che ilforno raffreddasse, ne approfittavaper cuocere qualche torta.Purtroppo nel 1952, dopo non po-che sofferenze, viene a mancare lasua dolce e cara moglie.Uomo di grande e profonda fede,pazienza e umiltà, si rimbocca lemaniche per portare avanti il suonegozietto “Bazar”, che contenevadi tutto: i primi medicinali, cerotti,riviste, chincaglieria, tessuti, lam-padari, oggetti da cartoleria, etc.Ma…doveva anche provvedere apreparare il cibo per i figli; occa-sione per la quale nasce la voca-zione a cucinare; la passione pianopiano lo prende e la esercita cuci-

nando modeste e frugali cene in ca-nonica, in occasione delle festeparrocchiali.La vera palestra è la Cooperativa diConsumo tra Operai e Agricoltoripresso la quale si tenevano i pranzidei matrimoni. Essi all’inizio sisvolgevano nel salone adiacente alnegozia di generi alimentari; piùtardi, vennero effettuati al primopiano, nel bellissimo salone ancoraoggi funzionante.Il giorno del matrimonio, al pranzoseguiva anche una cena! Menùbase: antipasto brianzolo con sot-taceti, risotto giallo, galline-fa-

raone- anatre-oche,portate dai geni-tori degli sposi; la sera ravioli inbrodo; formaggi e torta nuziale. La chiusura, con quattro salti in ter-razzo.Una considerazione: la gioia perquesto semplice ed umile Serafino,era di preparare pranzi come se sidovesse sposare un figlio. Ce lametteva tutta per la perfetta riuscitadel pranzo. Ricordo che, poiché ilburro era un prodotto ricercato e co-stoso, faceva di tutto per procurarneun pezzo da 250 grammi, anche pervie traverse, e così si garantiva unrisultato migliore dei piatti.

Serafìn

Il matrimonio della figlia Maria.

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ECONOMIA

Ceppi ArredamentiArredare con cortesia

GiussanoViale Monza, 64www.ceppi.com

Alla fine della seconda guerra mon-diale i tre fratelli Carlo, Sebastianoe Francesco Ceppi cominciano acostruire mobili in una piccola bot-tega di Robbiano. Ben presto,un’abilità non comune unita adun’instancabile dedizione al lavoroconsentono ai fratelli Ceppi di do-tarsi di un attrezzato laboratorio ar-tigianale che si occupa di realizzarearredamenti destinati alle innume-revoli case che si stavano edifi-cando in quegli anni. La svolta av-viene negli anni ’60, quando i trefratelli costruirono, a fianco del la-boratorio, un locale preposto al-l’esposizione.

La Ceppi Arredamenti è arrivata or-mai alla terza generazione che benpromette per il proseguimento del-l’attività, dal 1999; l’azienda èiscritta all’Albo d’Onore del co-mune di Giussano, attualmente stariscuotendo notevole successo inCosta Azzurra con arredi di ville eresidenze di prestigio.L’azienda conta su maestranze lo-cali ed occupa una dozzina di di-pendenti altamente specializzati.Dei tre fratelli è rimasto solo Carloche qualche “scappatina” in aziendacontinua a farla nonostante la vene-randa età di 95 anni e, a sentirlo, haben vivo il ricordo dei primi anni’50 con la Mostra del Mobile che siteneva nelle aule delle scuole ele-mentari, ed è da lì che Robbiano esuoi artigiani iniziarono a scalare ilsuccesso conquistando un posto in-discusso nel settore del mobile.

Oggi la Ceppi Arredamenti èun’azienda moderna, ma che restainscindibilmente legata all’amoreper il legno e all’antica tradizionedell’artigianato brianzolo, mostran-dosi al contempo aperta a soluzioniartistiche ispirate ad altre culture, ilpassa parola è sempre stato il pernotrainante del nostro lavoro cosa che,in momenti congiunturali, si è di-mostrata un’arma vincente.

Carlo CeppiÈ bene rendere omaggio ad uno deicapostipiti delle aziende robbianesi,tuttora vivente e giunto alla rag-guardevole età di 95 anni; CarloCeppi ha svolto il suo servizio at-tivo fino a pochissimo tempo fa peroltre settanta anni, svolgendo conpassione il proprio lavoro, con spi-rito di sacrificio e profondo sensodella famiglia. Anche quando hacominciato a dedicarsi a tempopieno all’orto di casa, sempre me-ravigliosamente fornito, ed al suoallevamento domestico, ha conser-vato il gusto della puntatina nel ca-pannone di lavoro.Con i fratelli Sebastiano e France-sco ha dato l’impronta all’aziendacaratterizzata anche da una cordia-lità di gestione e divendita, che negli anniha favorito la fideliz-zazione della clien-tela. Difficile distin-guere, in alcuni casi, ilrapporto commercialeda quello amicale.Nell’azienda Ceppi,dunque, si ritrova unrapporto di familiaritàanche con la clientela.

L’incontro con Carlo, ancora oggi,ha il sapore dell’esperienza semprepiù rara, di accostamento ad unapersona saggia, che ha vissuto inmaniera integra, con grande sere-nità ed equilibrio, gustando simul-taneamente il proprio lavoro, leamicizie ed i legami familiari.Si respira insomma una boccata diquella Brianza popolare di cui sonoandati smarriti parecchi spezzoni;soprattutto ci si ricorda che la storiadella Brianza è stata fatta da uo-mini che hanno operato una sintesimirabile tra casa, chiesa e fabbrica.La vita di Carlo, poi, è stata un tut-tuno con quella di Ernestina, la caramoglie: oltre 70 anni di condivi-sione, di mutuo aiuto, di semplice esolidissimo affetto.

L’esposizione nel 2009

Il Fondatore Carlo Ceppi, 95 anni

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Via Nobili Bianchi 9Robbiano di GiussanoTel. 0362 355091

RossiDiffusione Pelle

Gli articoli in pelle sono semprestati considerati uno status-symbol,misto di ricercata eleganza e vogliadi distinguersi.La Diffusione Pelletteria Rossi è unnegozio di pelletteria nato per sod-disfare le esigenze di una raffinataclientela.Inaugurato il 29 marzo 1992 daifratelli Rossi, il negozio può con-tare sulla lunga e fortunata espe-rienza dei titolari come venditoriambulanti.Esperienza iniziata dal padre Erne-sto Rossi che ancora giovanissimolascia la Toscana, dove è nato nel1916, e incomincia a vendere pas-sando da un cortile all’altro con unabicicletta.Il signor Ernesto lavora all’inizioper conto terzi, poi grazie alla suasimpatia e competenza e dopo tantisacrifici può finalmente mettersi inproprio.Sposatasi nel 1946 con la signoraRuggeri Mafalda, anche lei toscana,inizia a fare l’ambulante su piazzefisse. I 4 figli, una volta cresciuti,decidono a loro volta di continuarela tradizione rimanendo a lavorarecon i genitori. Con il loro validoaiuto l’attività si ingrandisce alpunto che nel ’92 essi decidono diaprire il negozio di pelletteria in viaBianchi 9 a Robbiano, con la spe-

ranza di ottenere successo come perl’altra attività.La Diffusione Pelletteria Rossi,azienda a conduzione familiare, èun elegante negozio di 200 mq chesi rivolge ai gusti di una clientelamedio-alta e tratta la vendita di ar-ticoli in pelle anche delle migliorimarche.Valigie e borse Delsey, Samsonite,Roncato, Marino Orlandi, Coveri,Versace, Zenith, The Bridge, Nan-nini, Mazzini, Marzia, ecc. inoltreombrelli, piccola pelletteria e cin-ture Versace, Enrico Coveri ecc.sono alcuni degli articoli che da soli

garantiscono la qualità e la serietàdelle proposte dei fratelli Rossi.La loro cortesia e esperienza, la va-sta scelta di modelli e marche e laconvenienza sono alcune tra le cre-denziali che la Pelletteria Rossi of-fre per conquistare una nuova, raf-finata e esigente clientela.Oltre al negozio di Giussano l’atti-vità si è allargata ad altri punti ven-dita: a Monza in via Italia, nelCentro Commerciale Il Globo diBusnago, nel nuovo Centro di Cini-sello in via Panfilo Castaldi, einfine nel Centro CommercialeCarrefour di Giussano.

Rossipelletteria

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ECONOMIA

Elli F.lli MobiliMezzo secolo di storia1957 – 2007

La Elli F.lli di Luigi s.a.s. nacquecome attività artigianale e società difatto tra i tre fratelli Tarcisio Al-fredo ed Enrico negli anni 50, conprima forma societaria ufficiale nel1957. La famiglia aveva già tradi-zione ed esperienza nella lavora-zione del legno: il padre, Luigi erafalegname esperto in porte, finestree contenitori in legno. Prima ancorail nonno Enrico Elli costruiva ma-stelli in legno, ed attrezzi in legno(ad esempio utensili per costruirescarpe, ed anche una geniale semi-natrice automatica, sempre in le-gno). Già tra i fondatori della Coo-perativa di Robbiano, il nonno En-rico fu sempre in cordiali e stimatirapporti con Don Rinaldo Beretta eDon Mario Meroni. I tre fratelli iniziarono a lavorare ar-tigianalmente dapprima “nella cu-cina” e quindi nella “stalla” dellaloro abitazione alla Cascina Biancadi Robbiano e col passare deglianni ampliarono sempre più l’atti-vità dopo averla trasferita in viaPrealpi 14 ove tutt’ora è la sede;oggi la società è condotta dalla se-conda generazione: Gabriele, Pan-crazio, Luigi, Marco, Raffaele eDavide. Agli albori dell’attività Don MarioMeroni spronò i tre fratelli Elli apartecipare alla mostra dei mobiliartigiani che si tenne per diversi

anni presso le scuole di Robbiano. L’occasione concreta fu uno standvuoto che il parroco, don Mario,spinse i tre fratelli ad arredare, no-nostante non avessero ancora unaloro attività in proprio. I fratelli Elliparteciparono cimentandosi in unacamera con armadio fatti appostaper l’occasione: si procurarono illegname, e li realizzarono manual-mente alla sera, nel dopo lavoro. Inquegli anni la mostra “ed i mobili”ebbero ottimo successo; portaronoa Robbiano clienti da tutti i comunilimitrofi. Questo evento spinse ifratelli ad impegnarsi con passioneed a produrre i primi mobili perclienti brianzoli con alcuni dei qualiavrebbero lavorato a lungo e fino ad

oggi. La mostra rappresentava almeglio la situazione dell’epoca: lavoglia di costruire di molti artigianie nuove aziende che nascevano con-tinuamente in un fermento inarre-stabile tipico di tutta la Brianza. Gliartigiani si costruivano da soli gliattrezzi : pialle a mano, banchi emorse. I primi mezzi di trasportoerano le carriole, carretti, le primebiciclette e moto per i più fortunati… Si trasportavano listelli e semi-lavorati anche in modo spericolato:sedie infilate e legate su una moto(anche la Brianza era un po’ comeoggi è la Cina!).Inoltre c’era l’uso di andare a pren-dere in “affitto” l’uso delle primemacchine, che i proprietari davanoa “noleggio a minuti” agli artigianiche ancora non le avevano. E si do-veva lavorare bene e velocemente,con le inevitabili piccole discus-sioni e polemiche: “Mi sforzatetroppo la macchina” - “No, è la tuamacchina che è mal attrezzata esforza a causa del tuo utensile nonaffilato!” - “Mi hai cronometratoqualche minuto in più”… Questierano i “mitici” anni ‘50 e ‘60! La Elli F.lli è sempre stata in ottimee preferenziali relazioni col territo-rio di Robbiano (collaborando conle varie attività della Parrocchia,dell’oratorio e le iniziative di asso-ciazioni culturali del luogo oltre chedi tutta l’area comunale) in partico-

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lare anche per avere sempre avutotra i suoi amici, collaboratori, di-pendenti, fornitori e clienti moltepersone e società del posto. Oltre ai legami di amicizia e fami-gliari, all’apporto di maestranze epersonale dipendente del posto lafamiglia Elli si sente legata anche aquelle caratteristiche che hannosempre contraddistinto la vita dellacomunità robbianese e giussanese:caparbietà, laboriosità, impegno,senso pratico ed inventiva, parteci-pazione anche campanilistica aglieventi. Tutte caratteristiche chehanno permesso ai cittadini del po-sto di passare da una realtà storicasostanzialmente rurale piena distenti e fatiche, alla società attualecaratterizzata da comfort, benesserediffuso, comodità consolidate ed or-mai indispensabili. Tra i fattori che favorirono lo svi-luppo della società possiamo segna-lare la particolare cura del prodottotamburato e massellato e l’inventivadei soci nell’applicare con solerziale tecniche più avanzate; particolaresviluppo negli anni ‘70 con l’esten-sione generalizzata della qualitàtamburata e con l’introduzione de-gli impianti automatici capaci didiminuire la fatica fisica e di au-mentare la produttività. Non menoimportanti i passi successivi che vi-dero l’applicazione estesa dell’elet-tronica agli impianti, negli anni 80e 90, con risultati di sempre mag-gior qualità. La conduzione aziendale di tipo fa-miliare ha sempre permesso una ge-stione societaria snella con la ne-cessarie agilità e reattività ed effi-cacia nel prendere veloci decisioni,utili per evitare ed allontanare mo-menti di crisi o di incertezze econo-miche. L’attuale situazione socio econo-mica, momento inevitabile di asse-stamento nell’ambito della semprepiù elevata globalizzazione, in unmondo sempre più caratterizzato dasocietà di servizi e personalizza-zioni più spinte, porta l’azienda ad

insistere sulla sua capacità di svilup-parsi secondo propri principi parti-colari, che han sempre coniugatoaspetti solo apparentemente opposti. Ad esempio sapendo rivalutare la-vorazioni tradizionali impiegandocomunque macchinari modernis-simi, oppure conservando controlli,finiture manuali di una volta purimpiegando impianti, tecnologie e“know how” avanzati che conside-rano sempre anzitutto aspetti come

qualità, ecologia e design. O anchepuntando su ottime sinergie di pro-duzione industriale ma tenendo an-che particolarità da “specialista deltaglio a misura” con lavorazioniparticolari ed a elevato contenuto dipersonalizzazioni fuori serie.L’azienda ha un sito web, voluta-mente poco utilizzato, e sul quale perora non intende puntare, per concen-trare impegno e sforzi in altri canalie con altre priorità di sviluppo.

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I tre fratelli Elli in occasione del trentesimo anniversario di fondazione dell’azienda.Sotto: vecchio banco di lavoro.

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ECONOMIA

L’Azienda è stata fondata da Egidioe Ambrogio Elli nel 1948 come la-boratorio artigianale: la prima sedeè in alcuni locali dietro la chiesaparrocchiale, con un successivo tra-sferimento in un capannone in vialeMonza e, poi, nella nuova sede divia Furlanelli.Negli anni ’60 assume una dimen-sione industriale per la produzionedi mobili in serie. Successivamenteallarga l'attività anche alla lavora-zione di tronchi per la produzionedi tranciati, riuscendo così ad otte-nere un ciclo produttivo completoall'interno dell'azienda.Sono le intuizioni ed il dinamismoimprenditoriale dei due fratelli acollocare l’azienda in primo piano,sullo scenario produttivo brianteo.Dal 1990 FEG estende la propriaattenzione a coprire tutte le tipolo-gie dell'arredo casa, inizia la colla-borazione con famosi designer econsolida il suo posizionamento dimercato sulla fascia medio-alta.Una tecnologia tra le più avanzate,l'attenzione all'ambiente con l'uti-lizzo di sostanze non nocive, la ri-cerca della qualità, della funziona-lità, della sicurezza e la perspica-cia nel percepire i mutamenti delmercato, determinano il successodell'azienda, che nel 1996 acqui-

sisce SALVARANI. Lo spazio produttivo di via Furla-nelli nel frattempo viene significa-tivamente ampliato per accogliere ilnuovo ciclo di produzione.SALVARANI, fondata nel 1939 e ilcui marchio è sinonimo di cucinaitaliana, è l'azienda di fama interna-zionale che ha introdotto, negli anni'60, la cucina componibile rivestitain laminato plastico, e più tardi, ilTop Firon brevettato in tutto ilmondo.Dal 1990 FEG inizia la collabora-zione con prestigiosi designer edestende la produzione fino a copriretutte le tipologie dell'arredo casa:programmi componibili per la zonagiorno, armadi, camere, comple-menti e la linea imbottiti. Nel 1999il GRUPPO FEG inaugura ilprimo dei punti vendita COMPA-GNIA del MOBILE, denomina-zione assunta dalla divisione fran-chising del gruppo, che conta ormaipiù di 50 affiliati.Allo storico nome FEG, FratelliElli Giussano, viene aggiunta dun-que la dicitura COMPAGNIA delMOBILE: felice espressione, cheracchiude insieme il mondo umanodei venditori e degli acquirenti el’oggetto principale della produ-zione e commercializzazione.

La filosofia aziendaleNel Gruppo Feg 200 persone lavo-rano motivate a raggiungere ungrande risultato: migliorare la di-mora dell'uomo per consentirgli divivere in uno spazio funzionale epiacevole.La sua filosofia è riassunta perfet-tamente da un’aforisma di FrancisBacon: “le case sono fatte per vi-verci e non per essere guardate”.Questo obiettivo passa attraversomolti accorgimenti e scelte che ca-ratterizzano e differenziano l’azienda.Garantire una rigorosa selezionedei materiali, lavorazioni accurated'ebanisteria e di sartoria del legnoe una tecnologia avanzata, è solo ilprimo passo verso la qualità. A ciòsi aggiunge uno studio approfonditodel prodotto e la progettazione diambienti confortevoli e pratici, checonsentano a tutti di vivere con si-curezza ed eleganza la propria di-mensione domestica ed il proprioambiente familiare.L'azienda pone inoltre particolareattenzione alla crescente richiesta disalvaguardia ambientale, produ-cendo mobili rispettosi delle regoledell'ecosostenibilità.Il GRUPPO FEG è stato tra i primia scegliere di promuovere la traspa-

Gruppo FEGeccellenza nel campodel mobile

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creo
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renza a tutela del consumatore: ognisuo prodotto è corredato da unascheda nella quale vengono de-scritti minuziosamente i materialiimpiegati per la costruzione e leprocedure di produzione adottate.Nella gerarchia aziendale di FEG ilprimo posto è riservato al consuma-tore, alle sue esigenze, nonchè alsuo desiderio di chiarezza.Ecco perché per l’azienda la parolaPERSONA ha un significato parti-colare e sintetizza la necessità dimettere al primo posto l’esigenzadella qualità abitativa del cliente.

Elli EgidioCon il fratello Ambrogio, da un la-boratorio artigianale del legno hacreato una delle aziende del mobiletra le più competitive in Italia. Untandem perfetto, quello dei due fra-telli, capaci di completarsi nellefunzioni aziendali. Egidio più por-tato alla gestione, Ambrogio piùorientato ai rapporti esterni al-l’azienda: inventiva, coraggio, ca-pacità di relazione, determinazione,mai paghi dei risultati raggiunti.Egidio ha servito il suo paese oltreche come imprenditore, come pub-blico amministratore rivestendol’incarico di consigliere comunale.I legami nella comunità negli annidel dopoguerra erano molto solidi:Egidio era spesso al fianco di don

Mario Meroni, che teneva comepunto di riferimento. D’altro cantoil sacerdote nel caso servissero con-sigli o, ancora, vi fossero necessitàdi sostegno per le opere parroc-chiali, sapeva di poter contare sullaliberalità di Egidio e del fratello.Egidio era riconoscente al sacerdoteoltre che per la formazione umanae religiosa, anche per la meravi-gliosa opera che fu la Mostra delMobile, alla base del primo fioriredell’azienda, passata ben prestodalla struttura artigianale a quellaindustriale.Egidio, nonostante gli enormi passifatti e lo status sociale raggiunto,conserva uno stile di comporta-mento semplice e alla mano, apertonei rapporti con la gente.

La sua concezione aziendale era diuna realtà perfettamente inserita nelterritorio, da cui provenivano operaie maestranze. Equilibrio e buonsenso caratterizzavano i suoi com-portamenti, sia in ambito pubblicoche famigliare. La perdita del figlio Alessandro,durante una rapina a mano armato,segnò profondamente la famiglia.L’intera comunità di Robbiano e diGiussano e moltissimi del circonda-rio, parteciparono al tremendo luttoperché la ditta e la famiglia eranoapprezzate.Egidio fu segnato di lì a pochi annidal rapimento del fratello che patìlunghi mesi di prigionia; la libera-zione rasserenò tutti e portò sollievo.Intanto nell’azienda avveniva il pas-saggio generazionale con l’assun-zione di un ruolo di primo piano daparte della figlia Grazia.Nel giro di breve tempo un male in-curabile causò la perdita prematuradi Ambrogio; lo stesso Egidio nelfrattempo, a causa di problemi disalute, dovette ridurre il suo impe-gno nell’azienda e nel 1991 morì.Per Robbiano e per l’intera Brianza,la scomparsa in pochi anni dei duefratelli, fu una perdita notevole. Lapreziosa eredità imprenditoriale deaziendale veniva affidata alla ge-stione, ormai sicura, dei figli: MariaGrazia prima con l’affiancamento,poi, di Rosella e Giuseppe.

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Elli Egidio, secondo da sinistra, con l’On. Longoni e Pietro Colombo assessore ai lavoripubblici negli anni Sessanta.

Incontro in Cooperativa.

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Come e quando è nata la suaazienda?Gruppo Confalonieri nasce con ilnome societario di Umberto Confa-lonieri & C. nel 1950. Nome dellostesso fondatore, una figura che benrappresenta le doti di caparbietà eingegnosità tipiche del territoriobrianzolo.

Quale fu la sua prima sede?La prima sede fu sita in via GabrioPiola a Giussano

Quante generazioni si sono succe-dute nella conduzione?Siamo ora alla terza generazione: idue figli maschi di Umberto, Lu-ciano e Giancarlo, hanno sviluppatol’azienda facendola crescere pertutto il secolo scorso, poi la dire-zione è stata presa dai 4 cugini lorofigli, rispettivamente Paola e Elena,Roberto e Massimo. Oggi Paola

Confalonieri è il di-rettore generale eamministratore dele-gato, Massimo Con-falonieri il responsa-bile di produzione,Elena Confalonieri ilresponsabile ammi-nistrativo, RobertoConfalonieri il re-sponsabile sistemi in-formatici e affari ge-nerali.

Quali fattori hannofavorito lo sviluppodella sua attività?L’azienda inizial-mente operava contoterzi nel settore delleminuterie metalliche,lavorando senza unaspec i a l i zzaz ioneunica, ma con unapredominanza sugliaccessori per mobile.Gli anni a cavallo traSessanta e Settanta,vedono la trasforma-zione della tradizio-

nale impresa artigianale brianzolain industria, grazie soprattutto al-l’espansione del mercato del mo-bile. Confalonieri intraprende que-sto passaggio allargando la propriaspecializzazione su più fronti e cre-ando un’offerta tanto vasta quanto

profonda nella sua gamma. L’inve-stimento in nuove tecnologie pro-duttive come la pressofusione dellazama e lo stampaggio ad iniezionedelle materie plastiche, portal’azienda all’avanguardia nella pro-posta estetica e tecnica. I suoi pro-dotti diventano l’espressione del de-sign moderno che caratterizza sulmercato il prodotto a marchio Con-falonieri.

Quale momento della vita azien-dale ricorda in modo particolare?Di cosa andate fieri?I momenti importanti nella vitaaziendale sono stati molti, dallafondazione ad oggi. Alcuni tra letappe più significative sono sicura-mente l’introduzione della presso-fusione di zama (1964); il primoprodotto nato dall’incontro tra l’esi-genza dell’industriale e l’idea trac-ciata dalla matita del designer (iportabiti e reggi mensola BACO,design Carlo Bartoli) (1965); se-gnalazione del reggi mensolaMS01220 al Compasso d’oro(2001); la ricerca di mercato che ri-conosce a Confalonieri la leader-ship nel mercato della rivendita perla produzione di pomoli e maniglieper mobile e di complementid’arredo (2003); la fusione delle tresocietà (di cui 2 risultanti da acqui-sizioni) in Gruppo Confalonieri(2006).

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ECONOMIA

Gruppo Confalonieri

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La vostra attività è cresciuta an-che grazie all’apporto di mae-stranze e personale dipendenteGruppo Confalonieri annovera ca.100 dipendenti, sicuramente parteimportante della crescita aziendale.Tra questi sono molti gli inseri-menti “esterni” alla famiglia pro-prietaria che ricoprono ruoli di re-sponsabilità in diversi reparti.

Vi sono stati momenti di crisi edifficoltà? Come vede l’attuale si-tuazione socio-economica?Si sa, l’economia si esprime in an-damenti ciclici in cui i “bassi” e gli“alti” possono registrare acuti im-portanti in entrambe le direzioni. Afronte di questi momenti l’aziendasi è sempre mostrata solida, capacedi adattarsi con velocità ai cambia-menti richiesti dal mercato e si èsempre rilanciata in modo positivo.L’attuale congiuntura è sicuramentemolto provante, ma Gruppo Confa-lonieri sta agendo e reagendo comegià accaduto nel passato.

L’azienda ha un sito web? Le èutile?www.gruppoconfalonieri.it è il por-tale aziendale per i siti dei relativi 3marchi. Internet rappresenta oggi uno deicanali fondamentali della comuni-cazione ed è indispensabile presi-diarlo nel migliore dei modi.

Anni 60-70. Gli anni del consolidamentodell’aziendaÈ la prima impresa in Italia a pro-durre piedini per mobili, raggiun-gendo la considerevole cifra di oltre1000 pezzi finiti al giorno. È diquegli anni l’ideazione di una tipo-logia di cerniera per cristallo desti-nata a rivoluzionare i criteri di pro-gettazione delle ante. La cerniera èancora oggi in produzione: il suonome è “CF0305P”.Abbandono della raffinata ma ina-deguata fusione in terra e adozionedella pressofusione.

Focus progettuale e produttivo con-centrato su maniglie e accessori peril mobile.Alla fine degli anni ’60 l’azienda èmatura per compiere un altro passosignificativo: la scelta del design,fatto testimoniato dalla produzionee commercializzazione di unanuova categoria di prodotto: laprima maniglia per porta concepitain stile moderno.Un’iniziativa il cui successo è testi-moniato dalla fabbricazione di cen-tinaia di migliaia di pezzi all’annorealizzati in due sole varianti di mo-dello! Se non si conosce il signifi-cato del termine design basta guar-dare con attenzione l’immagine-simbolo qui a fianco: il reggimen-sola Baco, l’oggetto che ha resopossibile - e quindi “inventato”l’adozione della forma più semplicee più economica di libreria almondo. Baco, e con lui migliaia dialtri prodotti, è il frutto della rivo-luzione di quegli anni.Confalonieri abbandona definitiva-mente la produzione in stile e -prima impresa di settore in Italia -si dedica al moderno.Una scelta che ovviamente coincidecon l’inizio della collaborazionecon molti dei più importanti desi-gner industriali.

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Umberto Confalonieri, secondo da sinistra,in occasione del centesimo compleannodi Don Rinaldo Beretta.

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La Radaelli & Villa nasce nel 1950come società di fatto dall’unione diquattro “muratori” di Robbiano le-gati anche da vincoli di parentelapiù o meno stretti: Radaelli Attilio,Radaelli Giuseppe, RadaelliPaolo e Villa Luigi, che decidonodi mettere insieme le loro forze eabilità e fondano l’impresa conprima sede presso la storica “Ca-scina Costaiola”.Lo sviluppo della società è stato fa-vorito inizialmente dalla ricostru-zione del dopoguerra, poi il “boomeconomico” degli anni ’60 ha incre-mentato notevolmente la costru-zione di insediamenti industriali -soprattutto mobilifici.Nel 1974 l’impresa prende semprepiù piede diventando una s.a.s. (so-cietà in accomandita semplice) ar-rivando ad avere alle proprie dipen-denze circa ottanta lavoratori attintiper lo più nell’ambito del comune eaddirittura in Robbiano; si trovano

facilmente all’interno dell’aziendapadri e figli.Nei primi anni ’80 le prime diffi-coltà legate ad una contrazione dilavoro che costringono i soci ad unasofferta riduzione del personale.

All’inizio deglianni ’90, vistal’avanzare dell’etàe delle malattie, ivecchi soci deci-dono di passare “leredini” ai proprifigli che suben-trano in ditta: VillaGiulio, RadaelliGiovanni, Radael-li Luigi, RadaelliAlessandro.Nel Maggio del ’97la prematura scom-parsa di Giulio Villascuote drammatica-mente la compaginedella società, su-bentra al suo postoil fratello Franco.Ultima modificasocietaria è avve-nuta nel 2005 conla trasformazionein s.r.l. società aresponsabilità li-mitata.

I soci della Radaelli & Villa sonosempre stati molto vicini a Rob-biano, in particolare forti legamicon la parrocchia, l’oratorio (neha effettuato la costruzione), laCooperativa.I soci si sono anche interessati allavita pubblica nel Comune in parti-colare Attilio Radaelli, Assessore,Consigliere comunale ed Ammini-stratore dell’Ospedale Borella, Giu-lio Villa, assessore.Si ricordano anche gli interventicon mezzi e maestranze nella rico-struzione dei terremoti del Friuli1976 ed Irpinia 1980/81.Sostiene inoltre progetti di solida-rietà in collaborazione con i volon-tari di Giussano.

Attualmente la società si occupaprevalentemente della costruzionein conto proprio di edifici residen-ziali, privilegiando piccole palaz-zine signorili di alta qualità.Nonostante la crisi socio economicaattuale, grazie all’esperienza, all’af-fidabilità, alla competenza che i no-stri soci si sono costruiti in questianni superando tutte le difficoltà in-terne ed esterne e grazie alla dispo-nibilità verso le esigenze dei clientila Radaelli&Villa continua per lasua strada verso il traguardo dei 60anni di attività il prossimo anno.

ECONOMIA

Radaelli & Villa s.r.l.Costruire con competenzae qualità

Radaelli Attilio con Don Agostino e l’ing. Sironi.

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Radaelli AttilioIl suo impegnonella società civile,patrimonio di tutti

Tra i fondatori delle ditte Radaelli eVilla, è morto nel 1993 a 70 annidopo un’intera esistenza impegnatanell’attività di imprenditore e nelservizio alle istituzioni. Riportiamoil testo apparso sul Cittadino dellaBrianza il 1 maggio 1993.

Se ne è andato ad una età nellaquale molti cominciano a essereveramente anziani, soprattutto sehanno prolungato la loro attivitàlavorativa oltre l’età pensionabile.Solo da qualche anno Attilio Reda-elli aveva ceduto il timone dell’im-presa edile: ad essa aveva dedicatol’impegno di tutta la vita e questacreatura, negli anni 60 e 70 era di-ventata una delle più solide realtàimprenditoriali giussanesi. AttilioRadaelli, aiutato dai soci, avevacompiuto scelte oculate impo-stando un’attività edilizia di cuimolti hanno potuto apprezzare lerealizzazioni.La comunità civile non può dimen-ticare l’impegno di Attilio Radaellicome consigliere comunale e as-sessore negli anni 1960 – 1964, nelpieno del boom economico, quandol’Amministrazione Comunale diGiussano stava avviando un ampioprogramma sulla città. Per alcuni anni egli fu anche con-sigliere di amministrazione del-l’ospedale Borella; nel frattempo,socio della Cooperativa di con-sumo e consigliere della stessa, nedivenne presidente del collegio sin-dacale.La Democrazia Cristiana lo ebbecome iscritto per parecchi anni epiù di una volta egli venne chia-mato a far parte del direttivo sezio-nale di Robbiano. Anche la comunità parrocchiale loebbe come attivo e discreto colla-boratore: vicino al parroco don

Mario Meroni, anche grazie allasua esperienza nel campo lavora-tivo, sostenne e promosse diverseiniziative parrocchiali. Negli anni sessanta fu parte attivanell’edificazione del nuovo orato-

rio maschile; collaborò poi ai di-versi interventi di restauro sullachiesa parrocchiale e all’appronta-mento della nuova abitazione delsacerdote coadiutore.In ultimo ebbe anche parole diplauso per l’apertura del circoloAcli presso l’oratorio maschile eper la conseguente opera di rias-setto della struttura oratoriana,con un bar più accogliente e conmaggiori possibilità di ritrovo e didiscussione. Di lui ricordiamo anche la paca-tezza e l’equilibrio maturati in lun-ghi anni di impegno e di presenzanella società civile; si tratta di unpatrimonio non esclusivo di un in-dividuo ma proprio di un’intera ge-nerazione che si è misurata con lapenuria e gli stenti della guerra esi è gettata con entusiasmo e capa-cità ad affrontare la ricostruzionee il rilancio del nostro paese a par-tire dell’immediato dopoguerra.

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Villa Giulio, nella foto con il Sindaco Barzaghi Erminio, dopo la morte di Attilio prende la guida della società.

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Alle origini dell’azienda c’è lascelta di Oreste Terraneo, classe1908, di mettersi in proprio, dopouna lunga esperienza presso il mo-biliere Somaschini di Carugo.È il 1949: la bottega artigiana ènello stabile di via Furlanelli 31, an-cora oggi sede della Ditta Terraneo;nel tempo molti sono stati i lavori diampliamento ed anche oggi,l’azienda sviluppa parte della suaproduzione in uno stabile in viaFurlanelli 96.

Grazie all’ingegno ed alla determi-nazione del fondatore ed al succes-sivo impegno dei figli Vittorio e Ce-sare, l’azienda ha consolidato la suaposizione nel mercato, sfruttando lacapacità di innovazione messa incampo ed anche l’assunzione nellaproduzione di quanto poteva rispon-dere alle esigenze del mercato.Della seconda generazione è parteanche la sorella Angela; oggi laconduzione dell’azienda è stata al-largata ai nipoti Angelo, Elisabetta,Alberto e Giorgio.La partecipazione per due anni allaMostra del Mobile di Robbiano hapermesso di fare la conoscenza deipiccoli commercianti della Brianza,che arrivavano dai paesi circonvi-cini, Seregno, Lissone, Cesano eCantù, e attraverso di loro far cono-scere il proprio prodotto.

A quell’epoca venivano prodottesale da pranzo e camere da letto:come altri artigiani del paese, ab-biamo avuto la possibilità di fare unsalto notevole, soprattutto per lemaggiori richieste di forniture chesono conseguite.Sia per l’impostazione originariache per le scelte aziendali succes-sive, si sono mantenuti legamimolto stretti con Robbiano. Inprimo luogo l’azienda ha offerto airobbianesi la possibilità di lavorareed è stata parte di molte iniziativebenefiche organizzate localmente.Inoltre è stata sempre privilegiatal’assunzione di persone provenienti

dal paese o dal circondario, e questovale ancora oggi.Nei passaggi gestionali è stata man-tenuta la sensibilità del fondatore,che considerava importante mante-nere un legame stretto con il tessutosociale ed economico del paese.

La produzione aziendaleCosì come si ricava dalla narrazionedei responsabili dell’azienda.

Dal 1948 agli inizi degli anni 70Non avendo macchinari si andava alavorare da altri artigiani utiliz-zando le loro macchine e pagando

ECONOMIA

TERRANEO MobiliDalla produzione artigianale alla partnership con la grande distribuzione

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al minuto; gli scarti della lavora-zione prodotta si portavano a casaper accendere il camino.Uno dei problemi più grossi eraquello di avere la corrente, nono-stante il paese fosse pieno di arti-giani; la linea d’impianto iniziale sipagava.Le prime consegne si facevano conil triciclo (prestato da conoscenti) ocon l’asino; a Seregno, Bovisio, Ce-sano e Cantù si trasportavano i mo-bili con il carretto.Le prime macchine per la lavora-zione del legno, la sega a nastro (re-sega) e la toupie, sono state acqui-state con prestiti ipotecari bancari.

Vi era unione tra gli artigiani; ci siaiutava l’un l’altro; ci si recava inbanca a fare prestiti con l’aiuto diun altro artigiano. Aiuti reciproci,quindi, e collaborazione.Si lavorava tutti i giorni dalle settedel mattino al calare del sole; d’in-verno senza riscaldamento, con glizoccoli, la domenica si lavoravafino a mezzogiorno.Il prodotto di successo di queglianni erano le sale da pranzo in pa-lissandro lucido intarsiato; succes-sivamente si lavorava con prodottisu misura per privati.Per scaricare le assi di faggio70x100, ci si avvaleva dei cavallantiche venivano da Cabiate.

Anni 80Nel 1973 si iniziò la produzione dicamere da letto moderne primo mo-dello magic 73.Nel 1976 partecipazione al primosalone del mobile, arrivo dei primiclienti arabi e grande successo dellecamere da letto Magic e Lila, e ditutti i mercati extraeuropei.Adattandosi alle richieste dei clientiesteri c’è stata una continua evolu-zione delle camere laccato lucido.La produzione avveniva grazie adun impianto per la verniciatura a lu-cido diretto.Per tutti gli anni ottanta grande suc-cesso dei mercati extraeuropei,paesi Arabi (tutta l’area del golfo)

Libiano, Stati Uniti, Canada, Au-stralia e Africa.

Anni 90Anno 1989 Guerra del Golfo, crollodei mercati inizio produzione mo-bili per il televisore per il mercatoamericano: clienti JVC e conse-guente espansione nel mercato ita-liano, prima con i grossisti e poi conla grande distribuzione.

Attualmente siamo presenti su tuttoil mercato italiano e alcune cateneeuropee della grande distribuzioneorganizzata con complementi d’ar-redo quali scarpiere, mobili portaTv, cassettiere.

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ECONOMIA

La ditta artigianale F.LLI CANZIha sede in via Monte San Michele,115 fin dalla sua fondazione avve-nuta nel 1952 ad opera di CanziFrancesco e Angelo; la prima sedeera costituita da due locali sistematiin una abitazione costruita nel 1950.Dopo qualche anno vi fu un amplia-mento della gestione aziendale ed aifondatori si aggiunsero altri tre fra-telli, Gino, Aurelio e Luigi. Si trat-tava dunque di una ditta pretta-mente familiare e così si conserverànegli anni.La partecipazione alla 1ª edizionedella Mostra del Mobile di Rob-biano fu motivo di incoraggiamentoa proseguire l’attività sviluppandoproduzione e clientela.A quegli anni risale la lavorazionedi prodotti per una ditta franceseche assicurava stabilità produttiva.Nel 1969 avviene l’apertura di unpunto vendita di mobili nel paese diVeduggio, che permette di svilup-pare un mercato di mobili su mi-sura.La ditta è attualmente costituita daCanzi Luigi, Elisabetta, Massimo,Marino e Massimiliano.

Via Monte S. Michele 115Robbiano di Giussano (Mi)Tel. 0362 851093

Fratelli Canzi

Canzi Luigi nella sua bottega.

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Carlo e Maria Luigia Ceppi gesti-scono, ormai da molti anni, il pa-nificio Ceppi nel centro di Rob-biano.Le origini del panificio risalgonoai primi anni del 1900, quandoGiuseppe Ceppi, insieme ai figliCherubino e Serafino avviò l’atti-vità producendo pane e prodotti daforno.Con il passare degli anni la ge-stione del panificio è stata tra-smessa alle generazioni succes-sive: Angelo Ceppi e poi agli at-tuali gestori Carlo e Maria Luigia.Nel corso di un secolo ci sono statimolti cambiamenti soprattuttonelle esigenze dei consumatori chehanno portato ad una gradualeespansione della merce venduta. Partendo dai soli prodotti daforno, sono stati poi introdotti altrigeneri alimentari (pasta, dolci,ecc) fino ad arrivare ai prodottiper la casa e la cura della persona,anche se l’obiettivo principale re-sta sempre la produzione artigia-nale del pane.La passione per questo lavoro hacoinvolto mogli e figli, che hannosempre contribuito ad una ge-stione familiare attiva e produ-cente. Tutto questo è stato anchefrutto della passione e capacità deicollaboratori che si sono succedutinegli anni, alcuni per breve tempo,ed altri per tutta la loro carriera la-vorativa (come per esempio Terra-neo Luigi e Viganò Rodolfo).Anche grazie alla creatività degliultimi collaboratori, nuove tipolo-gie di pane si sono aggiunte allepiù tradizionali, fino ad aggirarsiora intorno alle trenta differentivarietà.Soddisfare le richieste e le neces-sità della clientela è l’obiettivoprincipale che si è sempre postochi ha lavorato nel PanificioCeppi.Attualmente il personale è compo-sto dai gestori Carlo e Maria Lui-gia, e da Fiorella (moglie diCarlo), Gigi e Roberto.

Panificio F.lli Ceppi

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ECONOMIA

L’attività commerciale della So-cietà F.lli Boffi di Giuseppe e Gian-carlo snc, per quanto risulti dai do-cumenti rintracciati, risale già allafine del 1800, allorché il bisnonnoBoffi Fortunato Venceslao eserci-tava la professione di “oste” e la tra-manda al figlio Boffi Luigi 1876-1944 coniugato con Lanzi Maria1881-1940. Dal 1940 i figli di Boffi Luigi, Er-melinda, Rosa, Angelina e Fortu-

nato subentrano nellaconduzione dell’attivitàe nell’immediato dopo-guerra la ampliano in:Osteria-TrattoriaPosteria-TabaccheriaMacelleriaNel 1956 Boffi Fortu-nato coniugato con Gal-biati Giulia, da unanuova impronta alla suaattività, intraprendendoil commercio di be-stiame con relativa ma-cellazione in proprio. Nel 1960 lo stesso apre un altroesercizio di macelleria nella fra-zione di San Giovanni. Nel 1976 tutte queste attività ven-gono raggruppate in un’unica re-altà, in conseguenza dell’esigenzadi mercato, dando origine a:Bar TabaccheriaMarket di generi alimentariNel 1979 Boffi Fortunato viene in-signito del titolo di maestro del la-voro e nel 1990 viene premiato dal-l’Associazione Commercianti con

la consegna dell’Aquila di Dia-mante per la dedizione al com-mercio. Dallo stesso anno l’attività viene ri-levata dai figli Giuseppe e Gian-carlo che adeguandosi alle nuove ri-chieste del mercato, ampliano e tra-sferiscono il punto vendita in unanuova e più grande struttura in viaBattisti 1 ang. V.le Monza, mante-nendo comunque come da tradi-zione la vendita di carni di macel-lazione propria. Attività trentennaletuttora operativa.

Bofficommercio e alimentari dall’Ottocento

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20034 Giussano (MB) - Viale Monza, 51Tel. 0362.851.354 - 0362.852.172 Fax 0362.853.827Cartoleria: Piazza San Carlo, 4Tel. [email protected] - [email protected]

BOFFI

EDIZIONI

Concessionaria

in Viale Monza, 51 per l’ufficio

in Piazza S. Carlo, 4per la cartoleria e la libreria

Quattro fratelli e una sorella man-dano avanti un’azienda all’avan-guardia nel settore della stampa edella cartoleria. È stato il padre Al-bino a fondare negli anni ’20 la dittache originariamente si trovava nellacentralissima piazzetta San Carlo.Oggi le Grafiche Boffi trovano spa-zio in un ampio capannone dove la-vorano oltre venti maestranze.Una famiglia “vecchio stampo” cheha saputo guardare con lungimi-ranza al futuro portando una seriedi innovazioni tecnologiche estre-mamente indispensabili per esserecompetitivi sul mercato. Producono principalmente catalo-ghi pubblicitari alle numerose e pre-stigiose aziende mobiliere che ope-rano in Brianza.

Anche i rapporti con la clientelasono condotti con uno stile tipico dipersone dedite totalmente al lavoro:rapporti diretti, personali, senza an-

ticamera, improntati anche allacomprensione delle esigenze piùimmediate per soddisfarle con to-tale dedizione.

I due punti venditadi cartoleria

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L’appuntamento del centenariodella Cooperativa è stato l’occa-sione per mettere mano al materialevario archiviato: fotografie, docu-menti, articoli di giornale, verbali etutto quanto conserva tracce di ini-ziative, decisioni, passaggi crucialinelle vicende di questo secolo.Una selezione si impone ogni voltache, dagli eventi, si deve trarrequanto ritenuto significativo; tuttoquesto non ci ha impedito di indu-giare su immagini, scritti o altro dacui riecheggiavano particolari chepoi si è deciso di tralasciare.Già in precedenza erano state recu-perate le principali notizie storicheche, in questa pubblicazione, ven-gono presentate immutate. La rivi-sitazione ha permesso di dare spa-zio alle persone ed al loro contri-buto per la costruzione di nuovetrame solidaristiche. La Coopera-tiva è l’insieme di questi volti che,soprattutto negli ultimi decenni, nesono stata l’espressione.Il volumetto consta anche di una se-conda parte: attraverso la testimo-nianza diretta, abbiamo voluto do-cumentare parte delle vicende eco-nomiche della nostra Robbiano nelsecondo dopoguerra. È la presenta-zione di alcune ditte ed attivitàcommerciali, sorte grazie all’impe-gno ed alla creatività di imprendi-tori e commercianti che esprimonoil dinamismo di questa piccola por-zione di Brianza.Come è avvenuto in altre circo-stanze, abbiamo lavorato in team,ognuno portando del suo.

Alberto CeppiFlavio GalbiatiVincenzo TerraneoPiero Villa

Nota dei redattori

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Finito di stamparenel mese di Aprile 2009

dalle Grafiche Boffidi Giussano

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