CONVITTO CITTA · Spettacolo teatrale di fine anno - Classi quinte Periodico del C.N. di Tivoli p.5...

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C ONVITTO C ITTA Anno VI - N.18 - Periodico del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia di Tivoli Una terrazza su Villa d’Este e Villa Adriana U.N.E.S.C.O. ASSOCIATED SCHOOLS A spasso nel tempo

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Page 1: CONVITTO CITTA · Spettacolo teatrale di fine anno - Classi quinte Periodico del C.N. di Tivoli p.5 Il Sindaco Proietti, le autorità civili e militari assistono allo spettacolo.

CONVITTO CITTA’

Anno VI - N.18 - Periodico del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia di Tivoli

Una terrazza su Villa d’Este e Villa AdrianaU.N.E.S.C.O. ASSOCIATED SCHOOLS

A spasso nel tempo

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Diplomi di merito

N.18 Maggio 2015

Chiuso in redazione il 30 maggio 2015. Stampato da:

Divise scolastiche

Direttore editorialeProf. Rettore Paolo Maria Reale

Direttore responsabileProf. Francesco Alario

Direttore di redazioneProf. Angelo Moreschini

Comitato di redazioneAniello AmbrosinoMario CambiseMara FalchiAnna FradiaconoMirella IannacconeFrancesco LeonardiPaola MorgeseNicoletta PandisciaOnorio Picardi

Grafica e impaginazioneAngelo Moreschini

FotografiaMario CambiseAngelo Moreschini

Hanno collaboratoInsegnanti classi Ie Sc.PrimariaEnrica ArcangeliRosaria BattistiChiara BelluzCarlo BernardiniConcetta CapezzutoJole CapozziM. Antonia CarlucciBruno CensiMargherita DanteElisabetta GiocondiFiorella MarcotulliMario MedagliaSusy NavarraEmanuela PascucciCarlo PierangeliEmanuela PietrociniCristiana PisanelliRita ProcacciantiDaniela RonciGerardo RussoMara SalvatiMiryana ScamollaArnaut VilletteMaria Ziantoni

Questo numero di Convitto Città chiude l’anno scola-stico 2015 – 2015 e racconta nelle sue quarantotto

pagine le attività salienti svolte dalla Scuola Primaria e Se-condaria di I grado. Il titolo che è tratto dallo spettacolodi fine anno organizzato e messo in scena “magistral-mente” dalle insegnanti Fradiacono e Pandiscia - precedutoda un breve ma intenso musical che ha celebrato il primoanno d’insegnamento della lingua cinese - è stato sceltoperché rappresenta assai bene molti servizi riportati all’in-terno dedicati sia ai viaggi di istruzione, come quello sulfronte orientale della Grande Guerra del ’15-’18 di cui ri-corrono i 100 anni proprio in questi giorni, sia al “viaggionella memoria” dedicato alla Festa della Liberazione dalnazifascismo a 70 anni da quel 1945. Ma ci sono anche ser-vizi frutto dei laboratori di storia e cultura locale, comequello che celebra la riapertura al pubblico del Santuariod’Ercole vincitore, o quello dedicato al tesoro di VillaAdriana.Una linea del tempo che muove dai tempi di Enea sino adoggi, dove la tragedia dei migranti ci spinge a riflettere suciò che è stato in passato l’emigrazione e ciò che è in que-sti terribili mesi, con i barconi della disperazione che affon-dano mentre a Milano si celebra la grandiosità dell’Expo ementre a scuola la Pace viene “praticata” attraverso il pro-getto del Peace to peace. Il viaggio fa tappa anche sulla ri-forma della scuola pubblica, con interventi che lungidall’affondare il dito nella polemica ne descrivono alcuniaspetti. A spasso nel tempo è anche dedicato a coloro che ditempo al Convitto ne hanno profuso abbastanza insegnan-doci molto ed oggi lo Stato li richiama in quiescenza: unabbraccio forte forte anche dalla redazione. Il viaggio nel tempo compiuto dal n.18 di Convitto Città èstato possibile solo grazie al grande e meticoloso lavorodella redazione e di tutti i collaboratori, a partire dalle in-segnanti della scuola primaria. A tutti loro, agli amicisponsor qui sotto esposti, ai nostri ragazzi ed alle famiglieva l’augurio di una felice estate.

A spasso nel tempoGli alunni della Scuola

Primaria premiati. Manca pur-troppo la foto di

Flaminia Bonanni della classe IB .1A 1C

1D 2A

2B 2C

3A 3B

3C 4A

4B 4C

5A 5B

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Al termine dello spettacolo teatrale svoltosi nel cortileinterno del Convitto, ospiti, alunni e personale scola-

stico si sono trasferiti a causa dell’atteso temporale, inAula Magna, dove alla presenza del Rettore Reale sonostati consegnati i “Diplomi di merito” ad un’alunna/o diciascuna classe delle due scuole e premiati i vincitori delConcorso Nazionale Pace e solidarietà che avrà il suo epi-logo a settembre prossimo.

Tanto nomini nullum par elogium

A seguire un momento ad alta intensità emotiva: la conse-gna delle targhe ricordo donate da tutto il personale delConvitto di Tivoli a colleghi, figure storiche del Convitto,che andranno dal prossimo agosto in pensione:

Al Vicerettore Maurizio Maschietti, in segno di ringrazia-mento per la professionalità, l’impegno, l’abnegazione, ladiscrezione e le notevoli capacità organizzative e gestio-nali dimostrate in questi lunghi anni di lavoro al Con-vitto. Doti che gli hanno consentito di creare un ambientecollaborativo nel quale tutto il personale della scuola hapotuto lavorare esprimendosi al meglio e di ricevere per illavoro svolto l’apprezzamento sincero di alunni e fami-glie.

All’Ed Onorio Picardi, in segno di ringraziamento perl’impegno profuso in questi anni. Uomo di scuola e di cul-tura ha saputo donare conoscenza e saggezza a genera-zioni di studenti, formando menti e coscienze grazie allasua capacità di critica, professionalità, umanità e coe-renza.

A Pierina Bianchi, colla-boratrice scolastica, cuiva un sincero e doverosoringraziamento per il quo-tidiano servizio di assi-stenza profuso a diversegenerazioni di alunni. Laprofessionalità e il caloreumano di Pierina rappre-sentano l’esempio tangi-bile di un Convitto che hasempre considerato bam-bini e ragazzi come appar-tenenti ad una grandefamiglia, quella del Con-vitto.

I diplomi dimerito delle-medie. A par-tire dalla IA

in alto a sini-stra. Qui

sopra la IICcon la nonnadi FrancescoFulli, malato.

A fianco i Premiati del Con-corso Nazionale Pace, benes-

sere e solidarietà legato alPledge to Peace.

IA IB IC IIA

IIB IIIA IIIB

IIIC

3C 4C

5B IB IIA IIIC

(lat. «a così gran nome nessuna lode è pari»)

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p. 4 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio teatrale della Scuola Primaria

Lo spettacolo si propone di rendere piacevoli e coinvolgenti le materie tradizionaliutilizzando la musica e il teatro. Il tema è un viaggio nella storia diviso in sei parti,

dove i personaggidel passato si con-frontano conquelli del presenteevidenziando re-ciprocamente gliaspetti positivi enegativi. L’inse-gnante Mara Sal-vati ha presentatol’evento.

Il pomeriggio del 26 mag-gio non era azzurro e mi-nacciava pioggia intensa

come previsto da ognimeteo. Nonostante il fatocontrario le due insegnanti,sparso il sale scaramantico,hanno deciso senza indugi:si fa in cortile! Mara Salvatiimpeccabile presentatrice haimbastito egregiamente tuttigli eventi di cui si compo-neva la manifestazione cul-turale, fino all’ammainabandiera conclusivo. Si èpartiti con il saggio di finecorso di lingua e cultura ci-nese. Due balletti eseguitidagli alunni della Primaria eun Coro eseguito dalle classiIIB e IIIC della Secondaria. Ineo studenti di mandarinohanno dimostrato l’efficaciadell’innovativo corso di lin-gua tenuto dalle insegnantiQiao He e Han Jiaojiao (pertutti noi Joy e Lily), seguitocon interesse e curiosità dainostri alunni. Prima dellospettacolo l’Ed. Moreschini,responsabile del progetto diinternazionalizzazione delConvitto, ha presentato alpubblico le due insegnanti,che hanno salutato espri-mendo viva soddisfazioneper come l’esperienza è stata

vissuta dagli alunni. La partemusicale e coreografica èstata curata dalla prof.ssaEmanuela Pietrocini, sullabase di antiche fiabe dellacultura popolare cinese.

Poi il sipario si è apertosull’antica Roma e le inse-gnanti Fradiacono e Pandi-scia, coadiuvate dallamaestra Monia Salvati edalla coreografa Alice Bal-lini, hanno diretto i laroalunni delle classi quintelungo un percorso mitico,dove antichi personaggidella storia incarnati da roseibimbetti hanno mostratouna freschezza ed una deter-minazione sorprendente. Apartire da Enea figlio di An-chise la cui navigazione pre-ordinata da Giove non

Foto e testo Ed.Moreschini. Gli elementi scenografici quali la barca di Enea e la Ferrari sonostati realizzati dal Laboratorio artistico degli educatori, diretto dal prof Onorio Picardi insieme a

Sergio Alfani, Carlo Bernardini, Mario Medaglia, Carlo Pierangeli, Fabbrizio Poggi. A curadegli stessi l’allestimento delle scenografie e delle quinte del palco.

viene meno né sotto le ire diGiunone né per le grazie diDidone. Così Enea giunsesulle coste laziali e …in con-correnza con il parto gemel-lare della Vestale Silviaimportunata dal Dio Marte,

Ed. Angelo Moreschini con leinsegnanti Joy e Lily. A fianco

due momenti del Saggio dilingua cinese.

Le insegnanti Pandiscia e Fradiacono

Dal mito di Roma antica ad oggi

L’Ins. Mara Salvati conduttricee coordinatrice dell’evento.

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 5Spettacolo teatrale di fine anno - Classi quinte

Il Sindaco Proietti, le autoritàcivili e militari assistono allo

spettacolo.

determinò le origini divinedi Roma.Il viaggio compie un saltotemporale collocandosi poinegli ambienti geomorfolo-gici dello stivale più attraentiper il moderno benessere: levacanze romane di una fa-migliola di oggi accompa-gnano lo spettatore allascoperta dei più importantisiti archeologici di Roma, adesempio il Colosseo. Latrama rivela spessore e mul-tidisciplinarietà dei conte-nuti, portando la famiglia invacanza nel Bel Paese a ra-gionare - di fronte a genitorisorpresi quanto inorgogliti -della finitezza ambientaledegli elementi naturali chepermettono la vita, acquaterra e aria, nonché sullacentralità culturale della bel-lezza e del senso esteticodell’arte.La società è figlia del pro-gresso e infatti la forma divita che l’uomo ha scelto daitempi antichi è quella asso-ciata, dove la condivisione diregole e valori, di diritti e do-veri ci ha permesso nel corsodei secoli di abolire la schia-vitù: un imperatore romanone rimarrebbe sconvolto!

E per chiudere con un saluto,la fine del “viaggio neltempo” e dei cinque anni discuola primaria, anche i geni-tori dopo gli alunni attorihanno intonato il canto dellacanzone “che sarà” … dedi-cato alle due insegnanti e alConvitto!

Le mamme in Aula Magna intonano il “che sarà”

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p. 6 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio di Cittadinanza Scuola Secondaria di I grado

A cura della prof.ssa Mirella Iannaccone

Migranti.Migranti.Vecchio e nuovo problema per l'umanitàVecchio e nuovo problema per l'umanità

Il genere umano ha sempreeffettuato le migrazioni. Inepoca preistorica l'espan-

sione dell'uomo verso nuoviterritori, l'esodo biblico delpopolo ebraico dall'Egittoverso la “Terra promessa”, leinvasioni barbariche, la colo-nizzazione delle Americhe edaltri esempi ancora, sono difatto delle migrazioni.L'uomo è sempre emigratoper migliorare la propria vita.Il fenomeno è notevolmenteaumentato negli ultimi anni,o almeno crediamo che siacosì, magari dimenticando imilioni di europei che allafine del XIX secolo e all'iniziodel XX migrarono versol'America.Il Mar Mediterraneo è al cen-tro del nuovo fenomeno: lamigrazione massiccia di po-polazioni africane e medioorientali verso l'Europa.Una sola osservazione: anchegli Stati Uniti d'America af-frontano la migrazione di cit-tadini messicani verso i loroterritori, così pure l'Australiaquello degli abitanti del sud-est dell'Asia, anche questa èglobalizzazione.La novità importante è cheda noi assistiamo all'arrivo diprofughi non più in fuga dallamiseria e dal sottosviluppoma da situazioni di guerra neiloro stati d'origine: Eritrea,Somalia, Siria, Nigeria.Sappiamo dalle informazioniquotidiane del dramma vis-suto da queste persone: attra-versamento di zonedesertiche, vessazioni subite,esborso di somme di denaroper loro ingenti, il tutto ge-stito da trafficanti abietti.Sappiamo inoltre delle condi-zioni in cui vengono ammas-

sati sulla costa mediterraneadell'altrettanto disperata Libiae da ultimo dei naufragi chemolto spesso mettono fine ailoro sogni.“Salvare le vite umane dai nau-fragi” è stata fino ai giorni re-centi la risposta, dell'Europa,con allestimento di campi pro-fughi, identificazione nel primopaese europeo di accoglienza,centri di prima ospitalità e poidi fatto nulla, con mille diffi-coltà successive.L'Italia ha risposto degna-mente impostando il pro-gramma “Mare Nostrum”,seguendo il protocollo di Du-blino che dettava tali proce-dure; le proporzionigigantesche del fenomeno nehanno mostrato tutti i limitianche alla luce degli ultimi

tragici naufragi.L'Europa comunitaria hapreso atto di tale insuffi-cienza, ha trasformato l'origi-nale programma “MareNostrum” in “Triton”, nonpiù solo a carico dell'Italia macon finanziamenti di tutti glistati aderenti, che è stato re-centemente triplicato.Ma non basta: l'attuale rappre-sentante della politica estera perl'Unione Europea, l'italiana Fe-derica Mogherini, è riuscita acoinvolgere gli organismi euro-pei, e ha portato nuove richiesteanche all'ONU, accolte favore-volmente e comunque da veri-ficare nella loro attuazione.Si tratta essenzialmente dell':

aumento del finanzia-•mento alla missione “Tri-ton”, allargata a tutti gli

stati membri che deb-bono anche fornire imezzi logistici di soccorsoomogenea distribuzione•dei migranti negli Statidell'Unioneselezione dei profughi tra•rifugiati politici con di-ritto d'asilo e migrantiopportunisti che migranoin cerca del benessereeconomico.il numero accertato di•questi ultimi sarà sotto-posto a contingenta-mento (numero chiuso)allestimento di campi•profughi gestiti dall'ONUnel Nord-Africalotta serrata ai trafficanti•di uomini, nuovi schiavi-stiminima opzione militare,•se possibile, per distrug-gere nei porti di partenzale navi utilizzateenorme azione politica•per pacificare le aree diconflitto da cui si originaquasi tutto l'esodo.

Come si vede un programmaarduo e dagli esiti non scontati.A conclusione vorrei espri-mere qualche mio suggeri-mento: si parla di circacinque milioni di profughi intotale: io penso che l'Europaunita possa tranquillamenteaccoglierli se omogenea-mente distribuiti e chiara-mente integrati.Penserei ad un “nuovo colo-nialismo” buono, non persfruttare le loro ricchezze comein passato, ma portando neiloro paesi strutture, industrie,servizi, aumentando la loroqualità di vita.Penso che così si potrebbe mo-dulare e rallentare il fenomenodei migranti, ma non si bloc-cherà mai del tutto: l'uomo,come anche gli animali, migraverso dove si sta meglio.

Paolo Marchetti, IIIC

Nel numero scorso abbiamo indagato sulla piaga del terrori-smo internazionale e sui foreign fighetrs. Una delle conse-guenze delle violenze in atto è l’acutizzarsi del fenomenodelle migrazioni, che gli studenti hanno così descritto.

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 7Migrazioni: un caso politico, militare, umanitario, economico...

Cronaca di una tragediaCronaca di una tragediaCirca 900 gli emigrantimorti in una strage che si

segnala per la drammaticitàdella sua dinamica e per l’ele-vato numero di vittime. Se necontano troppe: bambini,donne, uomini intrappolati inquel mare come pesci in unarete. Un breve tratto blu separa laloro Terra dalla nostra Italia. Esono proprio quelle miglia aimpedire il loro arrivo in Sici-lia perché sopraffatti dallamorte, improvvisa, rapida ep-pure così prevedibile, quasiannunciata.E’ un sopravvissuto dei pochia chiarirci questa storia che hacome sfondo il Mediterraneo.Dichiara che il numero di emi-granti si aggira intorno alle950 persone, ammassate abordo, stipate all’inverosimile.Nell’oscurità della notte del 18aprile scorso, un mercantileportoghese, il King Jacob, av-visato dalla Capitaneria, pro-cede all’avvicinamento.Illumina con i propri fari quelbarcone alla deriva, ormai di-menticato da tutti. Le personea bordo, spaventati, si giranodi soprassalto, si spostano tuttiverso lo stesso lato, il destro,quello più vicino al mercantileche li avrebbe potuti salvare.Ed è proprio quel gesto, pu-ramente istintivo, a tradirli,causando lo sbilanciamentodel barcone che, in pochi se-condi si inclina e si ribalta. Nu-merosi gli emigrati chescivolano e cadono in acqua.Ancor più numerosi quelli che

rimangono intrappolati nellachiglia rovesciata. Nei fondalibui del Mediterraneo non vi ènessuna via di fuga che possadare loro la salvezza. I di-ciotto mezzi che la Marina Ita-liana e la Guardia costierahanno tempestivamente in-viato nulla hanno potuto.Troppo tardi. 48 gli emigranti

di Tindara Mastroieni, IIB

salvati, gli altri a galleggiare la-sciando una scia di cadaverispesso senza alcun funerale.Il fenomeno immigratorio èstato da molti sottovalutato, iflussi migratori guardati conindifferenza e gestiti nel peg-

giore dei modi e a benefi-ciarne, sempre loro, i traffi-canti che continuano aguadagnare sulla vita altrui.La Sicilia è sola, dagli altriPaesi arrivano solo vuote pa-

role di lutto e pietà,l’Unione Europea hataciuto per troppotempo, rimanendospesso a guardare e la-sciando impuniti gliscafisti. I centri di ac-coglienza sono saturi,disorganizzati e malgestiti. Vi sono fiumidi immigrati, la Sicilia,al centro tra due con-tinenti, è vittima diquesta piena. In certe

settimane si arrivano a con-tare addirittura esodi di dodi-cimila immigrati.Spero, ma temo vanamente,che questa sia l’ultima tragediaad accadere nelle acque delCanale di Sicilia.

Gli immigrati in Italia:più regolari, più famiglie e più figli

Dagli anni '80, il quadro dell'emigrazione nel nostro paese è cam-biato radicalmente, avvicinandosi sempre di più alla situazioneche caraerizza i grandi paesi europei.

Gli stranieri residenti nel nostro paese sono ormai circa cinque mi-lioni. Più della metà sono donne e circa un milione è costituito daminorenni per i quali Maeo Renzi ha appena annunciato un prov-vedimento per facilitare l'oenimento della ciadinanza italiana.Nel 2013 i visti per soggiorni superiori ai novanta giorni sono stati169.000 di cui solo 25.683 per lavoro subordinato e 1.810 perlavoro autonomo. Sull'aumento della popolazione straniera hannosignificativamente più peso i visti per il ricongiungimento familiaree le nuove nascite, che ammontano a 77.705 a fronte di 5.870decessi. Dunque crescono i "regolari" e diminuiscono gli "irregolari"grazie anche alle "sanatorie" del 2009 e del 2012, che hanno le-galizzato circa 430.000 persone. Ad oggi, data la lunga crisi eco-nomica che stanno affrontando i paesi Europei, i lavoratoriimmigrati sono diminuiti. Di contro sono aumentati gli sbarchi nelnostro paese. Questo perché i flussi immigratori sono sempremeno determinati da ragioni puramente economiche e sempre piùlegate alla necessità di fuggire da paesi in guerra. Solo nel 2014,non a caso, sono sbarcati sulle nostre coste 130 mila persone,mosse da ragioni innanzituo umanitarie; chiedono asilo all'Italia,vogliono giungervi per poi andare altrove: Francia, Germania, Inghil-terra, Nord Europa. In merito agli occupati stranieri in Italia, sono circa 2 milioni e mezzo,la gran parte dei quali svolge un lavoro dipendente. I seori in cui gliimmigrati riescono a trovare con più facilità lavoro sono i servizi (conil 63,6%),l'industria (con il 31,7%) e l'agricoltura (con il 4,7% ).

Francesco Fulli, IIC

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nisia, Libia e Algeria verso lecoste italiane, " Aeneas" per vi-gilare sulle coste pugliesi e ca-labresi. Frontex è un agenzia

europea per la cooperazione fragli Stati membri dell'Unione Eu-ropea. Il suo scopo è favorire as-sistenza nella formazione

"Mare Nostrum" e "Triton"

La tragedia del 18 aprile2015 ha riaperto la di-scussione sul problema di

bloccare gli scafisti e di salvaregli immigrati araverso l'aiutodi Paesi europei ed extra-euro-pei.Numerose sono state le trage-die verificatesi nel Canale di Si-cilia; tra esse già un'altra avevascosso le coscienze. Si verificònella noe tra il 2 e 3 oobre2013 provocando la morte di366 immigrati e 20 dispersi acausa di un incendio sul barconeche era alla deriva vicino all'isoladei conigli; a seguito di tale epi-sodio è stato dato il via all'ope-razione militare e umanitaria di"Mare Nostrum" che consistevanel garantire la salvaguardiadella vita in mare e assicurarealla giustizia coloro che lucranosul traffico illegale di migranti.All'operazione hanno parteci-pato personale, mezzi navali eaerei della Marina Militare, del-l'Aereonautica Militare, dei Ca-rabinieri, della Guardia diFinanza, della Capitaneria diPorto. Sulle navi era presenteanche il personale degli uffici im-migrazione per l'identificazionedei migranti direamente abordo e uno staff medico per icontrolli e gli interventi sanitari.Grazie all'efficace lavoro di"Mare Nostrum" sono stati sal-vati circa 100 mila migranti esono stati arrestati oltre 500scafisti e sequestrate 3 "navimadre"(cioè quelle che traspor-tano i migranti a una distanzaper poi abbandonarli).

"Mare Nostrum" non era l'unicaoperazione presente nel MarMediterraneo: affiancava "Her-mes", aivata dall'UE per pro-

muovere la sicurezza e lagestione dei confini, 'Frontex', ilcui scopo era di contrastarel'immigrazione irregolare da Tu-

professionale delle guardie inservizio, nei controlli, nel pau-gliamento e nella vigilanza.Mee a disposizione personaleper l'intervento in situazioni ur-genti."Mare Nostrum" è stato sosti-tuito da "Triton" dopo 1 anno.Tale operazione è partita il 1novembre 2014. A "Triton"partecipavano 29 paesi ed erafinanziata dall'Unione Europeacon 2,9 milioni di euro al mese."Triton" aveva una differenza no-tevole con "Mare Nostrum":prevedeva il controllo delleacque internazionali fino a 30miglia dalle coste italiane; il suoscopo era il controllo delle fron-tiere e non, a differenza di "MareNostrum", il soccorso in maredelle vite.Dopo la tragedia del mesescorso molti politici come NilsMuiznieks, Laura Boldrini ePaolo Gentiloni sono concordisul fao che l'operazione Tritonsia inadeguata alla portata delfenomeno migratorio e che nonriesca a provvedere al salvatag-gio degli immigrati nonché al-l'identificazione degli scafisti.Insomma, l'immigrazione non èun fao che riguarda solo l'Ita-lia, la Spagna o la Grecia ma è unproblema che riguarda l' UnioneEuropea intera. Ci vuole unosforzo da parte di tui i paesi e,a giudicare dai provvedimentidegli ultimi giorni, tale sforzo,almeno sulla carta, parrebbenon essere più tanto remoto.

p. 8 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio di Cittadinanza Scuola Secondaria di I grado

Ludovica Fubelli, IIC

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 9Scuola pubblica e Costituzione: il personale Ata

Dott.ssa Latini, Lei è connoi dall'a.s. 2012 – 2013quando venne nominatain reggenza da Roma in-sieme al Rettore EmilioFatovic, insieme al qualeha lavorato a Tivoli perdue anni. Dal settembre2014 il rinnovo della suanomina è coincisa conl'arrivo del nuovo Rettore,il prof. Paolo M. Reale.Il CN di Roma dove lei ètitolare ha una comples-sità notevole, quasi due-mila studenti, diversecentinaia di operatori tradocenti educatori e Ata,come è riuscita a ottimiz-zare anche l'andamentoeconomico e amministra-tivo del CN di Tivoli?Quali difficoltà ha tro-vato? E quali risorse?

La risposta sta nell’alta pro-fessionalità e nella serietàdel personale amministra-tivo e ausiliario, sia al Con-vitto di Roma che a Tivoli:una macchina organizzativadi tutto rispetto. Un’unicadifficoltà: il tempo. Dividersitra le due sedi, soprattuttoall’inizio, non è stato sempli-cissimo. L’aiuto di tutto ilpersonale ATA*, prezioso eapprezzatissimo, apparen-temente marginale e, inparticolare, della Sig.raAnna Perlamagna che so-vrintende a tutte le attivitàin mia assenza, è stato fon-damentale.

Negli ultimi tre anni sco-lastici il Convitto di Tivoliha vissuto una serie di tra-sformazioni che lo hannonotevolmente miglioratonella struttura e nell'of-ferta formativa**.Nella costruzione di que-ste iniziative la Segreteriadidattica e amministra-tiva ha lavorato in modoassolutamente perfetto,con una intensità eccezio-nale che ovviamente non

è apparsa sulle locandinee nelle cerimonie susse-guitesi, ma che invecesappiamo essere statafondamentale (come lo èstato ovviamente il lavorodegli educatori dei do-centi). Per questo Le chie-diamo di raccontare gliaspetti salienti di taleesperienza professionale.

Stare al passo da un puntodi vista amministrativo e di-dattico è stata una sfida im-pegnativa ma che ha fornitosoddisfazioni, in particolareper quanto concerne i note-voli lavori di ristruttura-zione del Convitto: lo sforzoè stato enorme ma è impor-tante ricordare l’opera delpersonale ausiliario, specienel periodo estivo che,senza guardare troppol’orologio, ha svolto un pre-gevolissimo e indispensa-bile lavoro di pulizia degliambienti oggetto di inter-vento, compreso lo sposta-mento e il ricollocamentodel mobilio e delle variesuppellettili. La stessa attenzione e preci-sione che ha avuto la segre-teria didattica nelle fasi dicrescita delle scuole in-terne al Convitto: oggi ospi-tiamo circa seicento alunnie a settembre avremo treclassi in più.

Giunta al termine di que-sto terzo anno scolastico aTivoli, anche alla lucedelle difficoltà che in ge-

Intervista a Lucia Latini A cura dell’Ed.Angelo Moreschini

nerale la scuola pubblicasi trova ad affrontare inItalia, come può valutarela situazione economica eamministrativa del nostroConvitto, che, lo ricor-diamo, è una scuola pub-blica e quali sono inprospettiva le potenzialitàdi una Istituzione educa-tiva come quella tibur-tina?

Il Convitto presenta saldicontabili assolutamente po-sitivi, anche grazie ad unarafforzata gestione oculata erispettosa del bene pub-blico. Il problema, comunea tutte le IISS da dieci anni aquesta parte, sono gli orga-nici. Se le dotazioni del per-sonale ATA diminuisconosarà sempre più difficile as-sicurare quel funziona-mento dei servizi che hacaratterizzato così in posi-tivo ed è oggi uno dei fioriall’occhiello di questo Con-vitto.

Nel salutarla, la ringra-ziamo per il suo contri-buto al giornale d’Istitutoe le facciamo tanti auguri

ndr*ATA è l’acronimo diAmministrativo, Tecnico,Ausiliario: l’amministrativoè composto dal personale disegreteria “didattica” e“amministrativa”. In Con-vitto rientrano in questa se-zione anche i Cuochi e iGuardarobieri. I Tecnici, chein genere operano nei labo-ratori, al C.N. di Tivoli nonci sono. Gli Ausiliari sono i“collaboratori scolastici”,che svolgono il lavoro im-portante di manodopera ein Convitto sono impegnatianche nel funzionamentodella mensa scolastica.

ndr**Ricordiamo l'Inaugu-razione dell'Ambiente di-dattico multimediale AdAalla presenza del Ministrodella pubblica IstruzioneProfumo; l'evento culturalededicato a Villa Adriana or-ganizzato insieme all’Uni-versità degli studi IUV diVenezia; il completamentodella ristrutturazione, l'am-modernamento e la messain sicurezza del Convitto; ilprocesso d'internazionaliz-zazione, con l'inserimentodelle insegnanti madrelin-gua inglese e francese, l'Eu-rodesk, l'adesione alla retedelle scuole Unesco, l'inse-gnamento della lingua Ci-nese.

Il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi(DSGA) di una scuola organizza, dirige ed è diretta-mente responsabile dei servizi amministrativi e conta-bili. Un lavoro svolto dietro le quinte ma alla base dellacrescita del Convitto di Tivoli. Tuttavia, i ripetuti taglialle dotazioni del personale della scuola pubblicarendono sempre più difficile assicurare un così altorendimento dei servizi e delle attività educative e for-mative.

Lucia Latini, Dsga del CN di Tivoli.

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p. 10 CONVITTO CITTÀ N. 18 Scuola pubblica e Costituzione: l'offerta formativa

Tra i numerosi corsi diformazioni tenutisi alConvitto Nazionale

Amedeo di Savoia di Tivoliparticolarmente interessante èstato quello sulla valutazionepromosso dal prof. AntonioManna, dirigente scolasticodel Liceo Linguistico e delleScienze Umane "Isabellad'Este" di Tivoli. Il corso èstato l'avvio del Sistema Na-zionale di Valutazione e l'aper-tura della PiattaformaOperativa Unitaria.Il processo di autovalutazione,oltre ad essere una fase essen-ziale per il processo di valuta-zione del sistema di istruzione,permette soprattutto un miglio-ramento di quest'ultimo, attra-verso una riprogettazione delleazioni didattico-educative euna revisione dei processi ge-stionali. Le priorità riguarde-ranno ovviamente gli esitidegli apprendimenti deglialunni.In conformità con la Direttiva11/2014, è attiva dal 30 aprile2015 la Piattaforma OperativaUnitaria nella quale sono di-sponibili tutti i dati utili perpoter confrontare ciascunascuola con istituti della stessatipologia su base provinciale,regionale e nazionale. In talepiattaforma è anche possibilecompilare il Rapporto di Auto-valutazione da parte delle Isti-tuzioni scolastiche statali eparitarie. Tutto questo ha comescopo per l'Istituto il confronto,in modo da poter meglio indi-viduare i proprio punti di forzae debolezza.

- 25 febbraio 2015: Dopo i saluti del Prof. Antonio Manna, Di-rigente Scolastico del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane"Isabella d'Este" di Tivoli (che ha ringraziato il Dott Paolo MariaReale, Rettore del C.N. di Tivoli per aver concesso l'utilizzo de-l'Aula Magna) e del Sindaco di Tivoli, il Prof. Giuseppe Proietti,l'incontro si apre con un intervento su "La cultura della Valuta-zione nella Scuola dell'Autonomia" a cura del Dr. Riccardo Lan-cellotti, Coordinatore del Servizio Ispettivo. Un secondointervento è stato in seguito curato dal Dr. Paolo Mazzoli, Diret-tore Generale Invalsi, il quale intervento verteva sugli "Indica-tori, domande guida e rubriche di valutazione nel Rapporto diAutovalutazione. Come utilizzare efficacemente l'autovaluta-zione per il governo e il miglioramento della propria scuola". Ilprimo incontro, si è chiuso con delle esercitazioni su sezioneRAV.

A livello pratico, ciascun isti-tuto opererà all'interno dellapiattaforma secondo due mo-dalità: in un primo momento,la scuola sarà chiamata adesprimere un giudizio, in mododa poter evidenziare i propripunti di forza e debolezza (talefase costituirà una sintesi di fa-cile lettura, mediante una ta-bella riepilogativa). In unsecondo momento invece, sipotranno rendere disponibili,in base a quello che la scuolariterrà utile riguardo l'analisieffettuata, dati, tabelle e dia-grammi. Ovviamente, la compilazionedel Rapporto di Autovaluta-zione dovrà rispondere a criteridi oggettività e qualità, quali:l'adeguatezza della compila-zione pertinente del docu-mento in ogni sua sezione, lacoerenza, l'attendibilità dei datiresi disponibili sulla piatta-forma, la rilevanza, ovvero lapriorità degli interventi in con-formità alle risultanze dell'ana-lisi effettuata, e infine laconcretezza, per un piano dimiglioramento ben definito,con obiettivi chiari e misura-bili. Oltre alle 36 Istituzioni scola-stiche coinvolte negli incontricon più di 100 partecipanti (trai quali Dirigenti e referentidelle Unità di Autovalutazionedelle singole scuole), in questiincontri vi è stata la partecipa-zione dei seguenti relatoriesterni:- Prof. Antonino Petrolino, giàDirigente Scolastico, già Presi-dente del Consiglio NazionaleANP;

Autovalutazione e qualitàa cura dell'ins.Mara Salvati

Tra i numerosi corsi di formazioni tenutisi al ConvittoNazionale Amedeo di Savoia di Tivoli particolarmenteinteressante è stato quello sulla valutazione promossodal prof. Antonio Manna, dirigente scolastico delLiceo Linguistico e delle Scienze Umane "Isabellad'Este" di Tivoli. Il corso è stato l'avvio del SistemaNazionale di Valutazione e l'apertura della PiattaformaOperativa Unitaria.

I CONTENUTI DEI CINQUE APPUNTAMENTIDEL CORSO FORMATIVO

- 10 marzo 2015: c'è stato l'intervento da parte del Dr. GennaroPalmisciano su "Contesti e Risorse, Esiti". Il Nucleo di Autovalu-tazione del Liceo "Isabella d'Este" ha inoltre previsto una serie diesercitazioni sulle sezioni "Contesti e Risorse, Esiti".

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 11Scuola pubblica e Costituzione: valutazione e aggiornamento

- 17 marzo 2015:la Dott.ssa Maria FilomenaCasale ha curato un inter-vento su "Processi: Praticheeducative e didattiche".Anche questo terzo incontrosi è chiuso con delle esercita-zioni RAV previste dal Nu-cleo di Autovalutazione delLiceo "Isabella d'Este".

- 24 marzo 2015:sono intervenuti i seguenti re-latori: il Dott. Alfonso Rubi-nacci, sugli "Obiettivi eFinalità della Valutazione" eil Dott. Ettore Acerra su"L'Analisi e la Valutazionedelle pratiche gestionali edorganizzative della scuola:sviluppo e valorizzazionedelle risorse umane". il Nu-cleo di Autovalutazione delLiceo "Isabella d'Este" haprevisto, anche in questocaso, delle esercitazioni RAV.

- 14 aprile 2015: tre interventi a cura dei se-guenti relatori: Dott Riccardo Lancellotti,"Pratiche gestionali ed edu-cative"; Dott. Antonino Petrolino,"Analisi della IVa e Va se-zione RAV"; Prof. Aurelio Simone, "LaBuona Scuola: il migliora-mento alla luce dell'AttualeRiforma".

Il seminario, organizzatograzie alla collaborazionefra il nostro istituto e la

casa editrice Mondadori, havisto un’ampia adesione daparte di docenti di scuole diTivoli e dei comuni limitrofi adimostrazione del sentito bi-sogno di approfondimentoverso tale materia che sempremaggiore rilievo attualmenteriveste. Lo staff tecnico-edu-cativo del convitto si è dun-que adoperato per lapianificazione organizzativadi un seminario dal rilevantecontenuto pedagogico. Ilcorso si è infatti sviluppato sudi un duplice piano teorico-pratico. La prima parte dedi-cata all’esposizione deifondamenti neurocognitividei disturbi specifici dell’ap-prendimento ed integrazionedei modelli BES-DSA è statadi carattere divulgativo, e ,nella sua chiarezza espositiva,si è mostrata un valido stru-mento teorico di base per iltraining scolastico dell’intera-zione con alunni speciali. Laseconda parte è risultata poiutilmente incentrata suaspetti maggiormente opera-tivi, quali l’elaborazione dimateriali didattici inclusivisulle problematiche BES-DSA,in particolare nell’applica-zione dei criteri d’analisi,nella pratica di utilizzo deimodelli per la realizzazionedi un Piano Educativo Indivi-

duale (PEI) e nell’esemplifica-zione di casi di gestione di al-lievi con bisogni educativispeciali e disturbi specifici del-l’apprendimento. Si è proce-duto successivamenteall’analisi di casi specifici at-traverso il punto di vistadell’elaborazione del PianoEducativo Individuale, alladefinizione degli ambiti difragilità, all’adozione di stru-menti compensativi e sostitu-tivi, all’applicazione dimetodi di riautomatizzazionedei processi di studio e di lo-gica e all’integrazione traprospettive individuali e diclasse. Il seminario che ha la-sciato ampio spazio alla di-scussione e agli interventi deipresenti, si è concluso raffor-zando negli insegnanti la con-sapevolezza della necessità,sia in fase di progettazioneche durante il percorso didat-tico, di adattare l’insegna-mento alle reali possibilità diapprendimento di ogni stu-dente.

Il prof. Gabriele Zanardi

Insegnare in classi conbisogni educativi speciali

di Aniello Ambrosino

Martedì 21 aprile 2015, per iniziativa della prof.ssa Coc-canari, il Convitto Nazionale di Tivoli ha ospitato il se-minario di aggiornamento “Insegnare in classi conbisogni educativi speciali”, tenuto dal prof. Gabriele Za-nardi, docente dell’Università degli Studi di Pavia edesperto in neuropsicologia.

- Prof. Aurelio Simone, giàProfessore straordinario. Set-tore scientifico-disciplinare:Didattica e pedagogia speciale;- Dott. Alfonso Rubinacci, giàCapo Dipartimento MIUR,Coordinatore Comitato Scien-tifico di Tuttoscuola.Le istituzioni scolastiche, dopoaver programmato autonomeazioni di autovalutazione e dimiglioramento, avranno lapossibilità di semplificare euniformare procedure e stru-menti; potranno, inoltre, avereoccasione di riflessione, di

confronto e di disseminazionedi buone pratiche in contestiprofessionali più ampi. La sfida è aperta...migliorarsi èd'obbligo.

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Progetto U.N.E.S.C.O. Pledge to Peacep. 12 CONVITTO CITTÀ N. 18

Pagine a cura della prof.Margherita Dante e dell’Ins. Enrica Arcangeli

Primo concorso nazionale

Pace, benessere dei cittadini e solidarietà

Il I° Concorso Nazionale“ Pace, benessere dei cittadinie solidarietà” 2014-2015 si avvia alle fasi conclusive.

Il Convitto Nazionale di Tivoli ha partecipato a due tra lesezioni previste: “Disegnare la Pace” per la Scuola Prima-ria, con le classi III e IV dei corsi A-B-C- e le classi V deicorsi A e B; “Scrivere la Pace” per la Scuola Secondaria diI Grado con le classi I-II-III dei corsi A-B-C.La partecipazione al Concorso è stata curata dalle do-centi M. Dante ed E. Arcangeli Referenti del ProgettoUNESCO.La Commissione interna ha selezionato i finalisti perognuna delle sezioni che risultano essere:

Daria Cosi III C Scuola Primaria e Sara Napoleoni IB Scuola Sec. I Grado.

La fase finale del Concorso si terrà a Roma, presso ilConvitto Nazionale Vittorio Emanuele II, il 21 settembre2015, verrà seguita in videoconferenza dall'Aula Magnadel Convitto Nazionale di Tivoli.La Commissione ha disposto altresì di assegnare un rico-noscimento anche ai primi classificati tra le classi III-IV-Vdella Scuola Primaria e tra le classi I-II-III della Scuola Se-condaria di I Grado; gli alunni verranno premiati nel corsodella cerimonia di fine anno, martedì 26 maggio 2015.

In alto Prem Rawat pacifista, leader spirituale indiano, 58anni, ha viaggiato per il mondo per quattro decenni, ispirandola gente a trovare la pace. Sopra il Rettore Reale durante il suo

intervento dall’Auditorium del C.N. di Roma, visto dalloschermo dell’Aula Magna del C.N. di Tivoli.

Sezione Disegnare la Pace (Scuola Primaria)Daria Cosi IIIC (per le classi III)

Federica Resciniti IVC (per le classi IV)Francesco Benedetti VB (per le classi V)

Sezione Scrivere la Pace (Scuola Sec. Sara Napoleoni IB (per le classi I)Arianna Troiani IIA (per le classi II)

Claudia Tornaghi IIIC (per le classi III)

L’evento, al quale erano presenti i Licei del Convitto diRoma e altri Licei ospiti, è stato introdotto da un inter-vento del Rettore prof. Paolo Maria Reale, è stato parti-

colarmente interessante sia perché parlato in inglese dairelatori e tradotto in italiano da studenti ivi presenti, sia ov-viamente per i contenuti legati al tema della pace, attraversoil confronto di idee e stili di vita diversi e sui modi per sensi-bilizzare le nuove generazioni ad un impegno costruttivo diun processo di pace.Prem Rawat ha interloquito con i giovani presenti attraversouna serie di domande alle quali ha risposto in modo brillante

e simpatico utilizzando unaserie di metafore divertenti alcontempo efficaci, che susci-tando ilarità nel giovane pub-blico coglievano la loroattenzione rompendo quelmuro di indifferenza chetroppo spesso ci vede, ragazzi

e adulti, impotenti e disimpegnati verso la costruzione dellapace. E’ nel nostro cuore che ciascuno di noi può contribuirealla costruzione della pace, giorno dopo giorno con i nostricomportamenti quotidiani. A tal riguardo citiamo uno deipassaggi di Rawat, una favola antica:C’era un giardiniere che aveva un bellissimo giardino sullacima di una montagna, ma per andare a prendere l’acqua einnaffiare le piante del giardino doveva recarsi sul fondo dellavalle e prendere l’acqua. Con sé porta due secchi, uno di essiè bucato. Un giorno il secchio bucato piangeva, l’altro secchiogli chiese perché stesse piangendo e il primo rispose dicendoche si sentiva inutile perdendo lungo il percorso molta acqua.A questo punto interviene il giardiniere che rassicura il secchiobucato, affermando che non è mai stato inutile perdere acqualungo il percorso ogni giorno, perché così ha dato la possibi-lità di vivere ai fiori che si trovavano lungo il sentiero.Morale della favola: nessuno si senta inutile!

In classe per la paceIl 18 maggio 2015, ore 11.30 gli studenti delle classi terzedella scuola Sec. e delle Ve della Scuola Primaria hannoassistito attraverso il collegamento streaming con l'Au-ditorium del Convitto Nazionale “V. Emanuele II” diRoma ad un incontro con Prem Rawat, Ambasciatoredel progetto “Pledge to Peace”.

Daria Cosi, disegno selezionato per la fase finale del concorso.

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L'incontro, inserito nel-l'ambito del ProgettoUNESCO 2014-2015,

nasce dall'esigenza di far co-noscere un modello concretodi solidarietà, accoglienza econvivenza civile del territo-rio di appartenenza.Il parroco ha illustrato le atti-vità e l'opera del Villaggio DonBosco, che ospita ragazzi di di-verse nazionalità, contribuiscealla loro educazione e alla lorocrescita intellettiva e spirituale.I ragazzi entusiasti, hannoavuto l'opportunità di sco-prire una realtà che non co-noscevano e si sonoavvicinati ai loro coetanei che

Il Convitto e ilVillaggio Don Bosco

A sinistra Don Benedetto, l’Ins. Enrica Arcangeli e Paolo Ciri-gnano. La prof. Dante introduce l’iniziativa agli studenti medi.

IA, Ins.Novella Santolamazza e Chiara Belluz

IC, Ins. Ruggiero Michela eIrene Frosini

ID, Ins. Alessandra PizzarelliIIA, Ins. Ronci Daniela,Mara Salvati

IIB, Ins Mara Salvati

Il giorno due marzo 2015, nell'Aula Magna del C.N.di Ti-voli, tutte le classi della Scuola Sec. di I Grado hanno incon-trato Don Benedetto Serafini, Responsabile del VillaggioDon Bosco, struttura fondata nel secondo dopoguerra daDon Nello del Raso per aiutare i ragazzi in difficoltà.

vivono situazioni di disagiosocio - economico e affettivo.Questo significativo con-fronto, rimanda a noi educa-tori la necessità e l'importanzadi essere solidi punti di riferi-mento per i bambini e i gio-vani; la testimonianza raccoltaè di insegnamento.L'esperienza è stata ripropostasuccessivamente, con un calen-dario diverso, anche per tuttele classi della Scuola Primaria.

La parola ai ragazzi della IA e della III C della Scuola Secondaria

Caro Don Benedetto…(…) dell'incontro del due marzo mi è rimasta particolar-mente impressa quella lezione di vita. Quando è venuto inAula Magna con il signor Paolo, pensavo che mi sarei an-noiato ma tutt'altro.Secondo me i ragazzi del Villaggio Don Bosco collaborano,grazie alle buone istruzioni che gli avete fornito; anche il si-gnor Paolo mi è rimasto simpatico perché è uno dei pochiadulti che capisce noi bambini (…). Mi congratulo con tuttivoi per gli sforzi che fate, non vedo l'ora di venire a visitareil Villaggio! Stefano Di Lorenzo

( ….) non me l'aspettavoche esistesse questo Villag-gio pronto a fare del benealle persone che ne hannobisogno. Mi piace l'opera diDon Nello perché è anchenel mio carattere aiutare glialtri che si trovano in diffi-coltà. Infatti se nessuno ac-cudisce queste persone,potrebbero morire invecegrazie a Lei si sono salvate.A me piace che que-st'opera vada avanti.

Elettra Raidomi

(…) le mie impressionisull'incontro del duemarzo, sono state moltopositive ed ho trovatomolto interessante che ilVillaggio si prenda cura dipersone che non sono natein una vera e propria fami-glia per farle crescere se-renamente. Ruben Amici

Vorrei ringraziarla perquello che fa aiutando ibambini in difficoltà. Io am-miro le persone che cer-cano di fare il più possibileper aiutare gli altri e fannoil sacrificio di adottare ibambini che hanno biso-gno, che non hanno lamamma o che sono statiabbandonati. Io condividomolto come la pensa ecredo che tutti possano aiu-tare le persone in difficoltà,anch'io da grande vorreiaiutarle.Grazie per quello che fa, senon ci fosse questo Villag-gio dei bambini avrebberoavuto una vita infelice.

Giulio Shan

(….) nell'incontro del due marzo, le sue parole mi hannofatto capire l'amore che Don Nello provava per i suoi ra-gazzi. Io non credevo che potesse esistere una strutturacosì, che “raccoglie” i ragazzi dalla strada, con genitori indifficoltà. Don Nello amava così tanto i suoi ragazzi da de-dicargli la propria vita, il Villaggio è una casa per tutti ra-gazzi dei quali Lei ora è “il papà”. Emilio Crielesi

DON BENEDETTO

INCONTRA I BAMBINI

DELLA SCUOLA PRIMARIA.DI SEGUITO TUTTE LE FOTO

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p. 14 CONVITTO CITTÀ N. 18 Progetto per la Pace 2014-2015

(…) nell'incontro del duemarzo in Aula Magna, hocapito quanto il Villaggiosia importante per le per-sone disagiate o abbando-nate. Ho capito anche chenon è come un collegio mac'è anche molto svago e di-vertimento, quindi è comeuna grossa famiglia allar-gata e l'ho capito da Paoloche è stato il primo ospitedella struttura. Nonostantesia già grande viene an-cora per collaborare, ionutro molta stima per Lei eper Don Nello perché sietestati capaci di portareavanti questo Villaggioanche tra le difficoltà eco-nomiche, per fortuna cisono state delle personeche hanno contribuito. IlVillaggio oltre che unposto in cui stare, dovepoter studiare e fare amici-zia, dà anche un insegna-mento di vita. Auguri pertutto, contribuirò sempreper far andare avanti la suaopera. Chiara Maiello

A me è piaciuto molto il vo-stro discorso in Aula Magnae la presenza del primoalunno Paolo. Mi ha fatto ri-dere molto il fatto chePaolo voleva insegnare aibambini il toscano ma èsuccesso il contrario che luiha imparato il tiburtino. Ame inizialmente il VillaggioDon Bosco dava l'impres-sione di un collegio con di-vise, persone assillanti,invece dopo avervi incon-trato ho cambiato la miaopinione, mi sembrate unagrande famiglia moltounita e con regole giuste.

Luigi Testi

Noi, alunni del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia diTivoli, frequentanti le classi terze della Scuola Media, ildue marzo 2015 in Aula Magna abbiamo ospitato con pia-cere e gran curiosità il“ Villaggio Don Bosco”. Nel nostro Istituto è venuto DonBenedetto Serafini responsabile della struttura, insieme alui è arrivato anche il primo ragazzo, Paolo, accolto al-l'apertura della “casa famiglia”. Ci hanno raccontato lastoria del Villaggio e del suo fondatore: Don Nello DelRaso e cosa fanno i ragazzi. L'idea di Don Nello era quelladi dare loro una casa che la guerra gli aveva tolto, maquesta non è solo un tetto sotto cui dormire; di giorno iragazzi frequentano le scuole pubbliche normalmente,crescono insieme. I giovani che vivono lì appartengono adiverse nazionalità, il Villaggio è un luogo che dà amoreai ragazzi che ne hanno bisogno e insegna ad aiutaresempre il prossimo. Gli ospiti di ieri, oggi uomini, tornanospesso a salutare Don Benedetto e si incontrano nelgiorno della Festa delle Palme per parlarsi, ricordare epresentare consorti e figli, perché il Villaggio Don Boscosarà per sempre la loro casa. Maria Salvati IIIaC IIIC, Ins. Rosaria Battisti

IVC, Ins. Maria Ziantoni

IIC, Ins. Elisabetta Giocondi e Iori Annalisa

IIIA, Ins. Carlucci Antonia

IIIB, Ins. Rita Procaccianti

IB,Ins. Franca Sbordoni

Io ammiro molto quelloche lei fa per tutte le per-sone in disagio nel suocentro d'accoglienza. Lei èriuscito ad entrare profon-damente nei loro cuoridando loro ospitalità in tuttii sensi sia spirituali chemateriali. Lei ha fatto lascelta giusta, ad esempioaltri non l'avrebbero fatta,Lei ha coltivato l'idea e lecose che Don Nello DelRaso aveva cominciato afare.(....) A Lei non importatanto delle situazioni eco-nomiche ma Le interessasolo trovare la felicità nellealtre persone ed aiutarle,per questo non contaniente l'economia, perchéle buone azioni non hannobisogno di nessun soldo,basta solo la volontà e lasolidarietà.

Lorenzo Tango

(….) mi ha colpito molto la sua storia ed è stato gentile afare tutto quello che ha fatto per i bambini e i ragazzi, sonostate molto interessanti le cose che Lei ci ha detto. Io nonsarei riuscita a fare tutto quello che Lei ha fatto, è statomolto bravo ed è anche molto simpatico! Ho imparato tantecose come quella che bisogna aiutare tutte le persone, perquesto Le voglio dare un grande ringraziamento. E' statabella anche la storia di Paolo, Don Nello lo ha aiutato, gli hadato una casa in cui vivere e lo ha accettato come un fratello.

Ilaria Angelini

Mi ha incuriosito la vostrastruttura di accoglienza peri bambini disagiati. Mi èpiaciuta l'opera di DonNello del Raso e ho capitoche esistono bambini in dif-ficoltà, con problemi in fa-miglia e vedere il primobambino, il signor Paolo,che è stato accolto nel vil-laggio, sapere la sua storiaè stato molto emozionante.La bontà che Don Nello hamesso per curare i bambinicome figli è ammirevole,non aveva soldi per soste-nere la fondazione, ma no-nostante gli alti e bassi nonsi è arreso. Mi ha colpito so-prattutto che molte strutturea diciotto anni mandano viai ragazzi, ma come lei ci haspiegato, al Villaggio siaspetta che siano loro a vo-lersene andare, perché nonè detto che raggiunta lamaggiore età si abbia sem-pre un lavoro a disposi-zione. Complimenti per suolavoro! Rebecca Ciocci

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 15Pladge to Peace of the Unesco’s Associated school

Il due marzo 2015, noi ragazzi delle classi III nell'AulaMagna del Convitto Nazionale di Tivoli abbiamo incon-trato Don Benedetto Serafini, l'attuale Direttore del Villag-gio Don Bosco. L'incontro è iniziato alle ore 10:00 ed èdurato circa due ore durante le quali abbiamo ripercorsola storia del Villaggio, ne abbiamo capito l'importanza eammirato gli obiettivi sociali che si pone all'interno delterritorio tiburtino. Don Nello Del Raso, il fondatore dellastruttura, nacque a Tivoli nel 1908 ma studiò a Torinopresso un seminario salesiano dove apprese lo scopodell'opera iniziata da Don Bosco: costruire dei centri doveaccogliere i ragazzi disagiati e dare anche a loro l'oppor-tunità di studiare e di un futuro migliore. Partecipò allaSeconda guerra mondiale come cappellano militare.Dopo la guerra tornò a Tivoli, qui la popolazione era statagravemente colpita dai bombardamenti e molti ragazziavevano perso la casa e la famiglia, così fondò nel 1945un oratorio, poi grazie alle libere donazioni dei cittadini,nel 1950 fondò in località Cernitola il Villaggio DonBosco. All'inizio accoglieva ragazzi di Tivoli orfani o ab-bandonati dalle famiglie, ma attualmente ne ospita circaquaranta di molte nazionalità e religioni diverse; infattinonostante sia una struttura cattolica accoglie anche moltiadolescenti ortodossi e musulmani. Paolo Marchetti IIIaC

IVA, Ins. Mara Falchi e Pisanelli Cristiana

IVB, Ins.Ippolito Maria Antonietta

VA e VB, Ins. Anna Fradiacono,Nicoletta Pandiscia eEmanuela-Pascucci

Un sentito ringraziamentoa tutti gli alunni e i colle-ghi che hanno contribuitoalla preparazione e realiz-zazione delle attività.

Una storia come tante,una favola divertente e

di senso, con un messaggionascosto che dovremmo cer-care tutti di ricordare. Ilteatro è arrivato in Con-vitto, per due giorni l'aulamagna ha ospitato i nostrigiovani appassionati. Unastoria nella storia, un equi-voco di cui spesso noi adultisiamo le prime vittime. Unextraterrestre viene a tro-varci sulla terra, entusiasta,pieno di ottimi propositi easpettative positive rispettoagli umani. Purtroppo l'acco-glienza sarà molto diversada ciò che sperava. Maltrat-tato, insultato ed emargi-nato l'omino verde non trovail motivo di tanto astio. A ri-fiutarlo sono proprio i per-sonaggi fantastici dellestorie più famose che dasempre raccontiamo ai no-stri figli. Principi e fate uniticontro lo strano visitatore."Ma perchè? Nooo! Non è

Siamo tutti extraterrestriEducatrice Jole Capozzi

giusto! "Continuano ad escla-mare i piccoli spettatori. È laprova dell'animo incontami-nato dei bambini, non sinasce intolleranti, non sinasce razzisti, non si rifiutaa priori una presenza da noidiversa. I bambini assorbonole emozioni e gli umori che licircondano. L'omino è verde,molto diverso da noi maviene in pace, è buono, è di-

vertente e questo a lorobasta. Hanno percepitoun'ingiustizia, hanno cercatodi opporvisi. Dovremmo ri-trovare la loro purezza, lasemplicità di guardarci in-torno e accoglierci a vi-cenda, sentircisemplicemente più umani diciò che siamo diventati. Lorosono tornati in classe sorri-dendo, canticchiando ciò cheavevano ascoltato ma forseproprio quei sorrisi li aiutanoad imparare così tanto, ognigiorno. Siamo i loro genitori,i loro educatori ma...nonsempre siamo noi ad inse-gnare a loro. Foto dell’Ed. Mario Cambise

Il teatro a scuola è uno degli obiettivi del teamdi educatori e docenti che animano le attivitàdella biblioteca del Convitto.

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p. 16 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio di Cittadinanza Scuola Secondaria di I grado

Anche per quest'annoil Progetto DELFSCOLAIRE e Poten-

ziamento di Lingua Fran-cese, attivato dal ConvittoNazionale a partire dalmese di novembre 2014, ar-riva alla sua fase conclusivae sono in corso gli esami deglistudenti della Scuola Secon-daria di I grado, sia per il li-vello DELF A1 sia per il livelloDELF A2. Il giorno 6 maggiosi sono svolte le prove scritteDELF A1 e il giorno 7 maggioquelle DELF A2, mentre leprove orali di entrambi i li-velli avranno luogo il 20maggio. Gli studenti coin-volti negli esami sono 62, 43per il primo livello e 19 per ilsecondo.

Il progetto, portato avanticon lungimiranza dal Con-vitto, è nato con l'obiettivo

di incrementare negli stu-denti la motivazione allo stu-dio della lingua francese,potenziare le loro abilità lin-guistiche per favorire il rag-giungimento degli standardeuropei e sensibilizzarli allaspendibilità delle certifica-zioni delle competenze lin-guistiche nell’ambientescolastico.

In particolare, la prepara-zione al DELF A1 focalizzasulle prime conoscenze ac-quisite, ovvero comprenderee comunicare nelle situazionisemplici della vita quoti-diana, utilizzando termini fa-miliari di uso comune. Lapreparazione al DELF A2 siincentra, invece, sulle compe-tenze elementari ovvero

comprendere espressioni diuso frequente relative adambiti di immediata rile-vanza in modo che lo stu-dente sia in grado diinteragire in situazioni quo-tidiane semplici e di com-prendere ed esprimere deisentimenti, delle opinioni,dei punti di vista.

Questo significa che gli stu-denti potranno utilizzare leeffettive competenze lingui-stico-comunicative anchenella loro vita quotidiana.Sarà per loro sicuramentepiù facile comprendere ipunti chiave di temi fami-liari riguardanti la scuola, lafamiglia e il tempo libero inun percorso graduale; arric-chire il lessico ed ampliare il

En passant le DELF...numero delle strutture lin-guistiche; conversare conmaggiore facilità, esprimererichieste, chiedere e dare in-formazioni.

Gli obiettivi educativi rive-stono in questo progetto unruolo fondamentale. Gli stu-denti hanno la possibilità di

Prof.ssa Concetta Capezzuto Prof. Arnault Villette

Le 6 et le 7 mai nous avons participé àl’épreuve du Delf; ça a été une expérienceinteressante. En effet, affronter un examena été stimulant surtout en prévision del’examen de quatrième.Nos professeurs, Capezzuto et Villette nousont préparé avec attention.Nous les remercions chaleureusement.Les participants du Delf de quatrième

acquisire maggiore sicurezzanelle proprie capacità; diampliare gli orizzonti cultu-rali; di sviluppare l’attitudinealla conversazione; di miglio-rare la consapevolezza dellapropria identità e della di-versità altrui, per arrivare auna convivenza intercultu-rale ed interetnica.

Il corso si è svolto applicandoun modulo tipico del DELFovvero l'abbinamento tra laproduzione e la compren-sione, sia scritte che orali. Perla valutazione, intesa in sensoformativo, si è tenuto contocerto delle verifiche, ma so-prattutto dei progressi com-piuti rispetto alla situazionedi partenza del singolo, delsenso di responsabilità nei

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 17Visita al Parlamento della Repubblica italiana

Il 29 e 30 maggio 2015 si sono svolti nella sede del Convitto gliesami Cambridge di livello starters, movers, flyers, ket e pet chehanno coinvolto gli alunni delle classi quarte e quinte della

scuola primaria e della prima, seconda e terza della scuola seconda-ria. È trascorso in un attimo l'anno scolastico 2014/2015, durante ilquale inconsapevolmente studenti grandi e piccoli hanno miglioratole quattro abilità di listening, reading, writing e speaking. Lavorarein vista della certificazione è doppiamente proficuo per i discenti, iquali portano avanti la programmazione curriculare di lingua inglesecon le insegnanti di classe e contemporaneamente seguono perun'ora settimanale la lezione di potenziamento con la docente ma-drelingua. Lo sforzo degli studenti e la spinta delle insegnanti non època cosa e, sebbene la strada per raggiungere la competenza e lacorrettezza verbale sia lontana, per noi docenti è gratificante con-frontare il livello d'ingresso con quello attuale degli alunni. In questomomento, pur non conoscendo ancora l'esito dell'esame, siamo co-munque consapevoli degli innegabili progressi degli studenti, per-tanto mi sento di ringraziare le colleghe di lingua inglese dei dueordini di scuola, come pure le colleghe non di lingua per la loro di-sponibilità in situazioni di recupero ore, ma soprattutto le due do-centi madrelingua Iren Boyarkina della Scuola Primaria e MichelleCox per la Scuola Secondaria.

confronti del lavoro scola-stico, dell’impegno, dellapartecipazione, del supera-mento di problemi compor-tamentali e di timidezze,della consapevolezza di sé,dell’interazione con i com-pagni di classe.

La collaborazione serena ecostruttiva tra la docentecurriculare, la Prof.ssa Con-cetta Capezzuto, e il Do-cente Esperto madrelingua

Prossima scadenza... la certificazione Cambridge

di Anna Fradiacono

di Lingua Francese, ArnaultVillette, ha permesso aglistudenti di confrontarsi nelloro quotidiano percorso for-mativo con due adulti di ri-ferimento. Questaparticolare esperienza hafatto in modo di moltiplicarel'interesse degli studenti neiconfronti della lingua e dellacultura francese e ha incen-tivato la motivazione all'ap-prendimento.

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p. 18 CONVITTO CITTÀ N. 18 L’evento internazionale del 2015 a Milano

Per un intero semestre,Milano con l’Esposi-zione Universale diven-

terà il luogo centrale per ildibattito e la circolazione delleidee nell’intento di dare una ri-sposta concreta a un'esigenzavitale: realizzare il sogno digarantire cibo sano, sicuro esufficiente ai popoli dellaterra, nell’urgenza di adottaresistemi di produzione innova-tivi e modalità sostenibili daattuare nel rispetto del Pianetae dei suoi equilibri. L’Expo diMilano è stata dunque affron-tata come argomento didatticoal convitto, dove nell’ambitodi una lezione frontale il pro-fessore Ambrosino ha intro-dotto il tema centrale dell’esposizione, "Nutrire il pia-neta, energia per la vita".Durante la lezione in aulasono stati mostrati dei videotratti direttamente dal sitodell’Expo, utili a farsi un’ideadi che cosa vorrà dire parteci-pare all’ Esposizione Univer-sale, in modo da permettereuna consapevole riflessionesui temi dell’alimentazionesostenibile in tutte le sue decli-nazioni e della lotta alla fame.Su questa strada i ragazzihanno compiuto un tour vir-tuale tra i vari padiglioni deinumerosi paesi presenti, assi-stendo ad una suggestiva pre-sentazione in 3D dell’areaespositiva, in particolare delPadiglione Italia che, proget-tato in un’ottica sostenibile econcepito come edificio aenergia quasi zero anche gra-zie al contributo del vetro fo-tovoltaico in copertura,trasporta il visitatore in unviaggio tra installazioni multi-mediali e percorsi sensorialialla scoperta delle eccellenzeagroalimentari del nostroPaese. Ai ragazzi è stato spie-gato che al contributo da darein termini di conoscenze e tec-nica l’Italia potrebbe rispon-dere anche soltanto con la suastoria e le sue tradizioni, ma

anche che nel grand tour delpadiglione verranno presentatele innovazioni, la ricerca, ilmondo delle associazioni edelle aziende che rendonogrande nel mondo il brand delmade in Italy. Tutto questo in

un percorso tra passato e fu-turo, arte e cultura, scienza esviluppo sostenibile, comeconfermano Benedetta e Ales-sandra, che approfondito l’ar-gomento hanno scritto:

A cura del prof. Aniello Ambrosino

Il nostro padiglione, è il padiglione Italia che mette in mostrale eccellenze culturali e culinarie del nostro paese. Il simbolodell'Italia è l'albero della vita, che si innalza per 37 metri, edaffonda le radici nel lake Arena, in un dipinto rinascimentale,ed è uno show di suoni, luci e colori.Questo padiglione mostra l'identità italiana, raccontando le 4"potenze italiane" con l'aiuto di 21 regioni che mettono in mostra:- la potenza del saper fare: la professionalità degli italianinelle imprese, o nei lavori di tutti i giorni;- la potenza della bellezza: i paesaggi italiani, gli scorci, i ca-polavori che raccontano la bellezza dell'Italia;- la potenza del limite: la capacità di esprimere il meglio dinoi nelle situazioni più difficili;- la potenza del futuro: viene raccontata proprio dai simboli delnostro padiglione, cioè il Vivaio e l'Albero della vita.Molti visitatori potranno passare dai babà napoletani ai gian-duiotti piemontesi, oppure dal risotto milanese alla carbonara.Noi pensiamo che il nostro paese abbia tutti gli ingredienti peressere il leader del turismo mondiale: abbiamo la volontà, ab-biamo il cuore e abbiamo la storia!Dobbiamo soltanto crederci ed impegnarci quotidianamentenel rispetto del nostro Bel Paese.

Benedetta Paglia & Alessandra Giuli

EXPOEXPO

Ci si è poi soffermati a dibat-tere su alcuni temi che al-l’Expo troveranno ampiarisonanza e spazio di discus-sione. Quello ad esempio del-l’overfishing, o pescaeccessiva, a causa della qualela quantità di pesce nei nostrimari diminuisce di anno inanno costringendoci ad impor-tarne da altri paesi per circa itre quarti del fabbisogno na-zionale con rischiose ricadutesulla qualità dello stesso. Si èpoi affrontato il problemadella deforestazione indottadall’esigenza di creare pianta-gioni di palma da olio:

A scuola abbiamo parlato dell'EXPO che si terrà a Milano.Non abbiamo solo trattato l'argomento del cibo, ma ab-biamo visto anche dei video su alcune tematiche ad esso con-nesse. Una di queste è il prezzo di un biscotto, ma non i soldinecessari a comprarlo, bensì del costo pagato dalla natura perla produzione di dolciumi vari. Ogni anno intere foreste ven-gono bruciate per far posto a piantagioni di palma da olioper produrre ogni anno 5 milioni di litri di olio di palma impie-gato nella produzione di dolci e biscotti. Le foreste invece diaumentare diminuiscono, a causa dei prodotti che si man-giano ogni giorno. Per me la cosa migliore da fare è diminuireil consumo di questi prodotti che non sono salutari. Lo so è dif-ficile, ma bisogna permettere a queste foreste di ricrescere perdare ossigeno al pianeta. Facendo così si avrà un mondo mi-gliore sia per la terra, sia per l'alimentazione.

Denise Pirazzoli

Si è poi trattato l’aspetto deibiocarburanti, scoprendo cheogni anno, milioni di tonnel-late di derrate alimentari ca-paci di sfamare 400 milioni dipersone, vengono bruciate perricavarne combustibile. In talmodo si evita certo di immet-tere gas serra nell’atmosfera,ma si riduce anche la quantitàdi cibo per i popoli, lasciandopienamente aperta la que-stione sulla loro opportunitàcome riporta Alessio:

Quello che più mi ha interes-sato è stato "Quanto cibobruciamo". Infatti non si puòpensare che l'uomo sia cosiegoista da lasciare morire unaltro uomo solo per usarel'auto. Se si pensasse un po’di più agli altri è vero che ilproblema della fame noncesserebbe, ma forse dimi-nuirebbe. Certo, guardandola cosa da un altro punto divista, quello dell' ambiente, ibiocarburanti prodotti con ilcibo "bruciato" non danneg-giano l'atmosfera, ma dal-l'altro non è giusto checentinaia di persone muo-iano ogni giorno perché sivuole usare l'auto.

Alessio Spicciani

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 19Esposizione universale: nutrire il pianeta, energia per la vita

Rilevanza particolare ha as-sunto poi la presa di coscienzache sulla terra circa 98 milionidi bambini vivono in condi-zioni di sfruttamento, malnu-triti e costretti a lavorare neicampi o nelle fabbriche a ritmiinfernali. Esposti a rischi diogni genere, vengono privatidel tutto al diritto all’istru-zione e ad una sana nutrizione.E’ infatti anche dell’urgenza diuno sforzo congiunto da partedelle nazioni nel dare una spe-ranza di istruzione ai più po-veri che si discuterà ad Expo.E forse in un futuro nontroppo lontano da un esercitodi schiavi potranno nasceremedici, ingegneri, ricercatoricapaci di dare un contributoalla lotta alla fame nel mondo.Ecco le opinioni delle alunne:

Il lavoro infantile o minorileè un fenomeno che coin-volge i bambini di età com-presa fra i 5 e i 16 anni intutto il pianeta, ma soprat-tutto nei paesi in via di svi-luppo dell' Asia, dell' Europadell'est, dell'Africa e dell'America del sud.Il fenomeno del lavoro mino-rile riguarda non solo i paesiin via di sviluppo ma anchel'occidente industrializzato.Nell'industria invece i ragazzi,generalmente fra i 7 e i 15anni, vengono impiegati perprodurre oggetti tessili, adesempio tappeti; oppure perfare palloni o scarpe.Per evitare questo fenomenopotremmo, ognuno di noi,adottare un bambino a di-stanza per aiutarlo con soldi,vestiti e cibo per evitare chelo sfruttino perché alcuni ge-nitori essendo poveri devonopagare i loro debiti facendolavorare i figli (come Iqbal,che tesseva i tappeti). Giorgia Tarei e Letizia Irilli

L’Expo è un’esposizione universale di tutti i tipi di cibo e unmodo per conoscere le tradizioni gastronomiche di ogni paese.E’ il centro di confronto di idee sull’alimentazione e nutrizionecol fine di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti ipopoli .Uno dei grandi problemi dell’uomo è infatti la famenel mondo. I paesi come Asia e Africa non hanno uno sviluppotecnologico come il nostro. Io credo che, questi paesi si possanoaiutare non solo dando loro i soldi o cibo, ma costruendo sullaloro terra impianti elettrici, idrici, strade, ferrovie, fabbriche,scuole eccetera in modo tale che possano avere le risorse perfar fronte alla loro alimentazione e avere un’istruzione. Inconclusione dovremmo unire il nostro sviluppo tecnologico allaloro forza lavoro , in cambio di una vita migliore per tutti. Inquesto modo ci sarebbe cibo per tutti perché si andrebbero asfruttare anche le terre più difficili da coltivare grazie alle tec-nologie più avanzate. Giorgia Fiori

Il video che mi ha colpito dipiù, chiamato “L'alimenta-zione della donna e la salutedel bambino”, parla di comela nutrizione di una donnain gravidanza caratterizzi losviluppo e la salute del feto.Per esempio, in Africa , lamalnutrizione della madrerende il figlio più debole, conun cuore poco forte, muscolipoco sviluppati e maggior-mente soggetto ad infarti ediabete. Questo accadevaanche con le donne incintenei campi di concentra-mento, che davano alla lucebambini che in futuro sonostati affetti da diabete ohanno avuto vari infarti.Quindi i bambini così sonostati condannati ad una vitameno longeva di quelli chehanno avuto una buona nu-trizione da parte della madre.Quest'ultimi hanno un cuorepiù forte, muscoli più svilup-pati, maggiore inclinazione al-l'attività fisica e una speranzadi una vita più lunga e sana.

Giuseppe Pitzalis

Infine i ragazzi hanno appresodati significativi circa altriaspetti a cui verrà dato risaltoall’Expo, come l'evoluzione sto-rica dei modi di intendere il cibo,di conservarlo e consumarlo:

… come ad esempio dell'evoluzione del ruolo della patata cheda ortaggio disprezzato, per il fatto di uscire sporco dal terreno,quindi considerato del diavolo, diventerà uno degli ortaggi piùmangiati al mondo per le sue proprietà nutritive.Gli spagnoli arrivati in Sud America non si accorsero che il verogrande tesoro degli Incas non era l'oro o l'argento, ma la patata;infatti per quasi due secoli essa viene data ai cavalli, ai maiali e aiprigionieri. Nemmeno il fatto che produce più del grano e ha unvalore nutritivo maggiore convinse il popolo. Ci riuscì però un pri-gioniero liberto, il cuoco francese Antoine Parmentier, preparandouna cena per Luigi XVI completamente a base di patate, convin-cendo lui e tutta la Francia.Da lì il consumo si diffonderà anche in Europa che ne aumen-terà sempre più il suo consumo. Dalila Calore

Abbiamo imparato che persecoli le persone si sono fidatedella freschezza della carnesolo se l’avevano vista cammi-nare. Mangiare un animaleche non avevano visto da vivoera impensabile; nel giro di ungiorno o due la carne era giàun pericolo per la salute.Fin dal Rinascimento le leggiimponevano che gli animalivenissero fatti sfilare per levie sino a raggiungere i mat-tatoi, situati strategicamentenel centro cittadino, sotto gliocchi di tutti.Poi è arrivato il frigoriferoche ha rivoluzionato il nostrorapporto con la carne e contutto il cibo: possiamo conser-varlo più a lungo, traspor-tarlo per grandi distanze,fidarci della sua freschezzaquando lo troviamo nei ne-gozi. Ha fatto di più il frigori-fero per la sicurezza di quelloche mangiamo, di qualsiasilegge o controllo. Ancoraoggi però, nei paesi più po-veri, un terzo del cibo va amale prima che qualcunopossa mangiarlo.

Benedetta Innocenti

Sfondo: Padiglione Italia.In alto: coltivazioni per bio-

carburanti. Sotto: deforestazione e sfrut-tamento del lavoro minorile.

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p. 20 CONVITTO CITTÀ N. 18 Viaggio d’ìstruzione in Friuli:

Kobane è un silen-zioso paesino pog-giato sulla piana

dell'Isonzo, custode di unastoria dolorosa e alfiere diuna valle che si incunea tragli irti monti messi in filadal padreterno a formareper l’homo bellicum il“fronte orientale” dellaGrande Guerra. Kobaneoggi è in Slovenia mentrel’italica Caporetto resta suilibri di storia, simbolo ne-gativo della scelleratezza edell’inadeguatezza dei co-mandi dell’esercito ita-liano. Centinaia di migliaiadi giovani e uomini, padrie figli strappati alle fami-glie alla terra all’ignoranzae anche all’anonimato ven-nero a morire nelle trinceegelate di questi monti ai cuipiedi Kobane offre un so-lenne ordinato momento dipreghiera e un suggestivoluogo della memoria.E' il plastico all'interno delMuseo a farci capire conprecisione la dislocazionedel paesino, ed è insiemealle due guide slovene cheiniziamo a percepire quel-l'atmosfera particolare, cheritroveremo anche a Triestepercepita tra le parole dellanostra guida. Sono le per-sone che oggi vivono lungoquel fronte orientale, neipaesini come Kobane enelle città come Trieste, cheportano addosso il dolore eil rammarico, le loro paroleancora tradiscono, a buonintenditore, la rabbia per isoprusi e gli strazi subiti dauna popolazione compostada italiani, sloveni, croatisul cui sangue pacifica-mente mischiatosi da sem-pre ha imperversato con ladisgregazione dell’Imperoaustroungarico il funestogrido del nazionalismo, di-pinto di nero o di rosso aseconda delle stagioni.

Re di Puglia rappresentaun enorme sacrario, impo-nente, monumentale, dovesi rimane senza parole aleggere i cognomi incisisulla pietra e dove percor-rendo gli infiniti gradoni sicerca per caso il proprio. Ilgruppo si perde si sfilacciain piccoli drappelli e scorrelentamente fin giù nellagrande piazza difronte al museo, doveci si ritrova …ma unpo’smarriti, con inbocca un gusto amaroche impasta le parolecol silenzio. Intanto sisale sul Monte SanMichele altro luogosacro e amaro, dove letestimonianze dellaGrande Guerra sonoscolpite nella rocciadelle gallerie sotterra-

Traversando ancora il con-fine della Slovenia saliamoin quota e raggiungere unalocalità montuosa copertada fitti boschi, Postumia.Le famosissime omonimegrotte meta turistica sco-perta e inventata dagliAsburgo, restano oggi unpatrimonio geologico fan-

100 ANNI

tastico. L’enorme intrecciodi gallerie alternate aenormi caverne sotterraneesono ottimamente sfruttatee dotate di percorsi pedo-nali da sogno, dove cammi-nando si viene a contattocon l’arte concrezionale dimadre natura che in mi-lioni di anni ha confezio-

La Grande Guerra

Gli alunni delle classi terze accompagnati dai docenti Fiorella Marcotulli, Con-cetta Capezzuto, Erminia Palombi e dagli Educatori Angelo Moreschini e Gian-luca Carlucci hanno visitato tra il 23 ed il 28 marzo scorso le zone di confine delFriuli. Una terra di frontiera che nello scorso secolo è drammaticamente stata alcentro delle vicende storiche delle due guerre mondiali e degli eventi da essedeterminate, che hanno creato profonde ferite nella vita, nella memoria, nellacoscienza dei popoli e non solo del Popolo Italiano.

A cura dell’Ed. Angelo Moreschini

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 21Il fronte orientale, nella memoria dei luoghi e delle persone

La Grande Guerra

nato opere incantevoli. Maper arrivare a vederle sideve percorrere un tratto dicirca due km con un trenospeciale, che in circa dieciminuti incuneandosi trarocce sporgenti e stalattiti apicco offre un’emozioneunica.

Sfondo: carta storica del fronte orientale. Afianco: il Museo di Caporetto e sotto la saladel plastico. Sopra: punto panoramico suCaporetto e la sua valle, a destra croci dei

cimiteri di guerra. Qui sotto il Mausoleo deicaduti nella battaglia del 1917.

Ma anche nelle visceredella terra c’è traccia dellaguerra e infatti, la guidaslava non manca di tra-smettere, con l’ironia delsuo racconto, le improntenegative lasciate nellagrotta dalla gestione fasci-sta durante il periodo ita-

Sotto a scendere: l’entratadelle Grotte di Postumia, conelegante edificio direzionale eresidenziale costruito dagliitaliani; la stalattite più fa-mosa delle grotte; due saledel Museo di Re di Puglia

liano di Postumia, tra ledue guerre, quando perpreparare una futura offen-siva i militi scavarono unnuovo ramo della grotta,per sbucare oltre confine interritorio sloveno. Non c’èniente da fare, da questeparti si vive ancora il“fronte orientale”.

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p. 22 CONVITTO CITTÀ N. 18 Viaggio d’ìstruzione in Friuli:

Trieste racconta dellaGrande Guerra e la sua po-sizione geografica non ledà scampo: da principale efiorente porto austrounga-rico, crocevia di merci e dipopoli, a terra di confinefascista baluardo contro ilnemico comunista e luogodi separazione raziale,dove era vietato parlareuna lingua che non fossel’italiano e un bel pezzo dicittà non lo era, ma ... guaia dirlo!Però a Trieste la storia vaoltre la grande Guerra e di-venta palcoscenico dellaSeconda Guerra, terra diconfine tra nazismo e bol-scevismo e crocevia per iltrasporto nei lagher tede-schi delle anime razziate diebrei, rom e partigiani delnord est italiano e del sudest d’Europa.Questo fu la Risiera di SanSaba, fabbrica dismessa eadibita a centro di raccoltae tortura dedicata agli anti-fascisti prima e in seguitoall’armistizio del 1943 adi-bita anche a campo di ster-minio con la costruzione alsuo interno di un forno cre-matorio. Le testimonianze,raccolte da un collezionista

privato Diego De Henri-quez sulle vicende acca-dute nella Risiera,raccontano in modo detta-gliato l’atrocità nazifasci-sta, descrivono le pene chedonne e uomini patirononelle diverse “Sale” la cuicontiguità faceva sì che iprigionieri sentissero ciòche gli aspettava dalle urlastrazianti di chi veniva tor-

Caporetto, Trieste, Postumia, Palmanova con visita a Padova e Ferrara

Il Castello di Miramare,un tempo residenza del-l’Arciduca Massimilianod’Asburgo, fratello minoredi Francesco Giuseppe edella consorte Carlotta delBelgio. Edificato tra il 1855e il 1860 il Castello è unameravigliosa struttura ada-giata su uno sperone diroccia proprio sul mare.Dotata di un giardinomolto esteso e un tempoassai florido (oggi in asso-luta decadenza per man-canza di fondi), disegnatostudiato e realizzato, cosìcome il palazzo stesso, pro-prio da Massimilianod’Asburgo, uomo dotato dimolte qualità ma anche diuna certa sfortuna. Morìgiovane infatti nel 1867 vit-tima di una insurrezione

dopo aver accettato l’of-ferta di Napoleone III diprendere la Corona delMessico. Amante dei viaggiin mare e della naturaaveva arredato il palazzocon gran gusto, la sua ca-mera era concepita come lacabina di una nave; il giar-dino era ricco di essenzeprovenienti da ogni partedel mondo. Dopo la suamorte il Castello verrà fre-quentato in varie occasionidai familiari, tra cui Fran-cesco Giuseppe e la reginad’Austria Elisabetta (Sissy).Nel marzo del 1914 vi sog-giornerà Francesco Ferdi-nando, l’erede al trono chedue mesi più tardi verrà as-sassinato a Sarajevo, si sa-rebbe parlato di unamaledizione, speciequando la Grande Guerraebbe inizio. Al termine del conflitto ilCastello passò all’Italia,

venneprima tra-sformato inmuseo poichiusoquando ilduca Ame-deo di Sa-voia vipose la suaresidenza,abitandovidal 1931fino al1937.Nel 1943viene occu-pato daiTedeschi

fino al 1945 quando vi si in-sedieranno le truppe neo-zelandesi, poi quelle inglesie da ultime quelle Ameri-cane, che vi rimarranno dal1951 al 1954, anno in cuiTrieste viene restituita al-l’Italia in base al Memoran-dum di Londra. Dopomolti interventi di restauronel 1955 il Parco viene ria-perto al pubblico comemuseo oggi denominato“Museo Storico del Ca-stello di Miramare”.

turato, o dagli spari dellefucilazioni che i tedeschi,malgrado ci provasseroprovocando forti rumorianche con i cani, non pote-rono coprire del tutto.Nell’ascoltare la guida traquelle mura, oggi spettralicome allora, ci attraversaun brivido di paura e unsentimento di pena perquelle sfortunate persone.

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Periodico del C.N. di Tivoli p.23Caporetto, Trieste, Postumia, Palmanova con visita a Padova e Ferrara

Palmanova è una piccola città costruita nel 1593 per difen-dere la Repubblica veneta da un possibile attacco dei Tur-chi. Palmanova fu realizzata sulla base di un rigorosodisegno geometrico: ha tre strade maggiori, chiamate bor-ghi e tre strade secondarie, dette contrade. Sull’esagonalepiazza grande si affaccia il Duomo, dove la guida ci ha sa-lutato al termine del giro intorno alle portentose muraesterne della città, che ad oggi sono a fatica conservate edifese dall’erosione naturale dei secoli. Sarà stata una sen-sazione dovuta al brutto tempo, ma passeggiando lungo iborghi le persone ci sono sembrate chiuse e schive, una di-screzione forse dalle mura indotta nei secoli al caratteredella gente.

A sinistra dall’alto:Piazza Italia a Trieste,

uno scorcio dellapiazza più vasta d’Ita-lia in quella mattina divento e pioggia quasideserta; il Castello diMiramare con una

sala interna, quella dirappresentanza.

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p. 24 CONVITTO CITTÀ N. 18 Viaggio d’ìstruzione delle Classi terze: le città d’arte

Padova: Padova: un salto in cittàun salto in cittàLa Cappella degli Scrove-gni affrescata da Giottodopo le fatiche di Assisi,rappresenta una delleperle artistiche di Pa-dova, una in una città cheabbiamo attraversato infretta e con gli occhigrossi grossi per perce-pire quel che si poteva.Ma un tal Giotto è benvalso una digressione ri-spetto alla dimensionestorica nella quale era-vamo diretti.La famiglia Scrovegni, ap-pellativo derivato dal ter-mine “scrofa” in omaggioall’attività che li rese ric-chi, volle edificare af-fianco e a servizio dellaloro sontuosa dimora sif-fatta Cappella, per fedecerto …ma per politicapure, per ammantarsi diprestigio e riscattarel’origine popolana delproprio sangue. E non sene faceva un segreto al-

l’epoca di dedicare sif-fatta opera ai custodi delparadiso, anzi l’offertasimbolica veniva ben raf-figurata nell’affresco deldipinto maggiore: unavera e propria indul-genza.I giovani studenti delConvitto hanno potutoconstatare, rimanendonecolpiti, la grande atten-zione e l’amorevole curache il museo civico di Pa-dova ripone su questobene artistico, predispo-nendo con scrupolo le vi-site e sottoponendo ifruitori ad un periodo didecontaminazione nellacomoda sala d’attesa peracclimatare i corpi umanicon la temperatura el’umidità presenti nellaCappella. Così da preser-vare l'integrità dei suoiincredibilmente ben con-servati colori.

La guida simpaticamenteci informa sul clima dellacittà: tra i più odiosi d’Ita-lia, freddo e umido in in-verno, appiccicaticciod’estate pertanto è stranoche la città sia stata un fio-rente centro della cultura edell’arte rinascimentale.Attraversiamo il presti-gioso Castello Estense en-trando e uscendo da pontilevatoi aperti sul fossatopieno d’acqua; ci ritro-viamo sotto un’inquietanteSavonarola, ferrarese, difronte alla celeberrimaCattedrale di San Giorgio,costruita a partire dal XIIsec. e con addosso i segnidi tutte le epoche storiche.La facciata a tre cuspidi instile romanico, con il SanGiorgio e le scene delNuovo Testamento sopra laporta centrale risalenti al1135. Sopra la loggia cen-trale in stile gotico ci sononumerose arcate e fine-stroni strombati e un ma-gnifico GiudizioUniversale scolpito sullapietra e non dipinto comeil Giotto di Padova. Sottoun’elegante loggia goticacontenente una statuadella Vergine col Bambino.Poi la Loggia dei Merciaioccupata da negozi fin dalMedioevo e l’imponentecampanile rinascimentalemai completato, colgono lascolaresca sfinita dopocinque giorni di …viaggionel tempo.

La foto di sfondo: il gruppo completo nella Piazza davanti la Cattedrale di San Giorgio. Sopra, due immagini dell’affresco diGiotto: a sinistra il particolare dove il mecenate padovano offre la Cappella ai Santi che lo attendono alle porte del Paradiso. A

fianco, una veduta d’insieme della navata principale della Cappella.

Ferrara: Ferrara: lungo il ritornolungo il ritorno

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 25Uscita didattica delle Classi Ve della Scuola Primaria

Il mio tesoro... Villa Adrianaa cura degli alunni delleclassi VA e VB

La mia classe ed io ab-biamo visitato le bel-

lezze della Villadell’imperatore Adriano,uomo ricco, amante dellacaccia e ottimo tiratored’arco, che fece costruire lasua villa nel 138 d.C, ma

che venne “riscoperta” soloin epoca rinascimentale.Arrivati, abbiamo cono-sciuto la nostra guida,Cristiana, la quale ci haaccompagnato a fare me-renda e successivamente ciha spiegato che la villaera stata costruita perchéAdriano potesse dedicarsialle sue passioni. Fece co-struire la sua villa a Tivoliper una serie di motivi:era stanco della confu-sione della città, voleva ri-posarsi tra il verde dellanatura e si pensa che lìavesse già costruito unacasa sua moglie Sabina.Inoltre, ogni volta chel’imperatore faceva unviaggio, faceva costruirenella sua villa un monu-mento che gli ricordasse ilposto che aveva visitato.Abbiamo scoperto ancheche Villa Adriana erastata costruita sui resti diun’altra villa più antica.Infatti la guida ci ha mo-strato un edificio costruito

anteriormente alla villa,fatto con blocchetti dispostiin maniera irregolare.

Dopo aver mangiato siamoentrati in un parco e da lìsiamo arrivati alla villa.C’era un muro lungo circaduecento metri, lungo ilquale l’imperatoreAdriano faceva lunghepasseggiate dopo i pasti elungo il quale c’erano leterme, che potevano esserefredde (“frigidarium”),tiepide (“tepidarium”) ocalde (“calidarium”). IRomani, ci ha spiegato laguida, prima facevanoginnastica, poi andavanonelle vasche di acquacalda, poi in quelle diacqua tiepida e infine in

quelle di acqua fredda. Leterme calde erano rivolteverso il sole, così da poteressere riscaldate. Siamo ri-masti molto sorpresi dal-l’ingegno degli antichi!Inoltre, le terme si divide-vano in piccole e grandi.Dentro le piccole terme po-tevano accedervi solo la fa-miglia di Adriano e i

generali. Invece, proprioper il senso pratico caratte-ristico dei Romani e per illoro amore per l’igiene, legrandi terme erano a di-sposizione di centinaia diaddetti alla cura dellavilla. Dentro abbiamo vistodelle stanze, le “hospita-lia”, alcune delle quali sisuppone fossero dei soldatiche proteggevano la villa.Sul perimetro della villa esul pavimento c’erano deimosaici bellissimi. Sonoanche rimasti dei resti diuna scala, per questo si pre-suppone che si salisse ad unpiano superiore. Abbiamo

scoperto che tutta la villa èpercorsa da passaggi sot-terranei. Infatti, tutti i la-voratori percorrevano talicunicoli, così che l’impera-tore e i suoi ospiti, passeg-giando in superficie, nonfossero mai disturbati.Prima di costruire gli edi-fici, i quali in genere veni-vano costruiti nell’arco didecenni, avevano dovutorealizzare tutto l’impiantoidrico. La guida ci haanche fatto vedere il Tea-

tro Marit-timo, ilquale nonera unteatro, mauna pic-cola villac i r c o n -data daacqua e ilq u a l eaveva tuttele como-dità chepoteva de-s iderareun so-vrano: ca-mere daletto, unabiblioteca

e un bagno. Infatti, solo ipiù ricchi potevano avereun bagno personale, men-tre i più poveri avevano co-muni latrine. Tra i varimonumenti, abbiamo no-tato un'immensa piazzacolonnata con al centrouna piscina rettangolaredetta “pecile”. Vi era ancheil “canopo”, un grandegiardino al centro delquale c’era una vasca cir-condata da statue e co-lonne.

Secondo noi bisogna conservare queste bellezze, perchésono uniche al mondo e rappresentano una ricchezzaper il nostro paese.

Sopra, la classe VB a sini-stra e la VA a destra.

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p.26 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio di Storia della Scuola Primaria

25 APRILE 1945/201570 ANNI DI LIBERTA’

A cura delle InsegnanteAntonia Carlucci e del-l’Ed. Vincenzo Bucciarelli

“O partigiano portami viao bella ciao, bella ciao, bella ciao,

ciao,ciao…”

I versi di questo canto risuonano in questi giorni con-tinuamente…li sentiamo in tv e sempre ci sono im-magini di guerra e di gioia intorno ai soldatiliberatori. E allora ci siamo chiesti “perché?”.In classe ne abbiamo parlato a lungo: le nostre do-mande accompagnate da molte curiosità ci hannoguidato in un percorso alla ricerca della memoria diquesto evento così importante per conoscere, capiree partecipare.E abbiamo trovato le risposte ai nostri “perché”.

Le nostre riflessioni.Cosa saremmo oggise non ci fosse stato

in Italia il 25 aprile? Nonsappiamo come sarebbestato, ma sappiamo com’è.E non possiamo che rin-graziare mille volte quelliche non si sono fermati da-vanti al sacrificio della lorovita, per far vivere noi in unPaese libero. Questa gior-nata è la Festa della Li-bertà.Bisogna sempre ricordareche la nostra libertà ladobbiamo a tutte quellepersone, uomini, donne ebambini che hanno com-battuto e dato la loro vitaper liberare l’Italia e farnascere una democrazia.Ringraziamo perciò coloroche quel giorno l’hannovissuto ma soprattuttoquelli che a quel giornonon ci sono mai arrivati,perché sono caduti difen-dendo la nostra libertà.

I nonni raccontanoDurante la seconda GuerraMondiale il mio bisnonno èstato aviatore, pilotava aereida caccia. Fu mandato dal Co-mando dell’Aviazione all’Ae-roporto di Guidonia peristruire nuovi piloti militari.Gli aerei venivano impiegatiper bombardare postazioninemiche, purtroppo però fu-rono colpite anche le città efurono distrutte tante case emonumenti antichi. A Tivoli daPiazza Garibaldi a Piazza delPlebiscito furono distruttidalla bombe tanti edifici com-preso il Convitto Nazionale etante persone persero la vitain combattimento e sotto lebombe. Quando la guerra ter-minò nel 1945, in Italia rico-minciò la ricostruzione dellecase e delle fabbriche chetornarono a produrre per lapace e non per la guerra.

Diego Ruggeri 3aA

Io non ho i nonni però papàche mi racconta le cose suc-cesse nella seconda GuerraMondiale. Mi ha raccontato chemio nonno viveva a MarsicoNuovo in provincia di Potenza,in Basilicata, e che non hannovissuto molto la guerra, perchéla loro era una terra dimenti-cata. Mio nonno con i suoi ge-nitori viveva di agricoltura,perché possedevano terreninel quale coltivavano fagioli,patate, ecc.. Il mio bisnonno èstato partigiano e lavoravaanche come capo cantierenella costruzioni delle gallerie.Anche se la mia famiglia èstata fortunata a non subire glieffetti della guerra, ci hannoinsegnato a essere grati a chi èstato meno fortunato.

Antongianni Leoni 3aA

Durante la seconda GuerraMondiale, mio nonno viveva inun paesino in Abruzzo. Miononno aveva dieci anni e mi haraccontato alcuni ricordi del-l’epoca.Una mattina la piazza del suopaese si era popolato di tede-schi che avevano deciso di co-struire proprio in quella piazzail centro di comando dellazona. Tutti i bambini incuriositie sbalorditi si avvicinarono aisoldati che regalarono a tuttitanta cioccolata.Dopo un po' di giorni però en-trarono nelle abitazioni e pre-tesero di avere tutte leprovviste e la roba da man-giare. Tutti gli abitanti delpaese, spaventati dai soldati te-deschi e preoccupati di nonavere abbastanza cibo, comin-ciarono a trovare dei luoghi se-greti per nascondere il cibo.Una notte il padre di miononno con altri parenti fecerocinquanta chilometri a piedi dinascosto per andare presso unmulino ad acqua abbandonatoper macinare il grano.I soldati sono rimasti inAbruzzo circa un anno, fino aquando una mattina nellapiazza del paese non c’era piùnessuno: erano scomparsi im-provvisamente! Tutto il paeseera finalmente libero.

Greta Di Giacomo 3aA

Testi individuali e collettivi acura degli alunni della classe

IIIA Scuola Primaria.

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Periodico del C.N. di Tivoli p.27La Festa della Liberazione dalle testimonianze dei familiari

Durante un giorno d’inverno mio nonno mi raccontò della suaesperienza durante la guerra.Abitava a Roma quando si sentì parlare dei primi bombarda-menti: era convinto che tutto sarebbe finito velocemente, ma nonfu così! Quando mi nonno mi racconta della guerra si commuoveogni volta perché ripensa a quanto è stato brutto e spaventosoquel periodo. Mio nonno e la sua famiglia erano costretti a man-giare sempre pasta e fagioli perché non avevano altro e non ave-vano i soldi per comprare cibo a causa della guerra. Le cittàerano piene di macerie e molto sporche e per questo le personeprendevano le malattie molto facilmente. Mio nonno ogni seradalla finestra della sua camera sentiva gli spari e le grida dellagente.Io sono contento che mio nonno non si sia fatto male durante laguerra e sia ancora in vita.

Pietro Mandraffino 3aA

Mio nonno Giulio mi racconta che quando aveva tredici anni glisuccesse qualcosa di bellissimo.La sua casa e tutta l’azienda agricola della sua famiglia era stataoccupata dai soldati tedeschi, che costringevano la sua mamma apreparare da mangiare per le truppe e a lavorare gratis per loro.In casa tutti avevano il terrore dei soldati che erano prepotenti enessuno aveva il coraggio di affrontarli. Ma la notte del 25 aprile,mio nonno si svegliò per il rumore forte dei camion pieni di sol-dati tedeschi che urlavano e si sbrigavano in gran fretta e se neandavano via.Mio nonno per la paura non si mosse dal letto e si riaddormentòdi nuovo. La mattina dopo si svegliò pensando di aver fatto unsogno, invece scoprì che i tedeschi erano scappati e che al loroposto c’erano tanti soldati americani che insieme ai partigiani, re-galavano cioccolata e cose buone da mangiare. Gli americanidissero a mio nonno che era libero e che insieme alla sua fami-glia poteva ritornare a casa. Mentre mi raccontava questa storiamio nonno si è commosso e tra le lacrime mi ha detto che quelloè stato uno dei giorni più belli della sua vita e che nessun bam-bino dovrebbe mai vivere l’esperienza della guerra.

Alessandro Di Carlo 3aA

• Sig. Mario, lei ha combattuto durante la II^ GuerraMondiale, quale era il suo Reparto e che compitiaveva?All’inizio della guerra svolgevo il servizio militare in To-scana come carrista, insomma guidavo i carri armati.Dopo il 1943 e l’armistizio con gli americani, sono tor-nato a Tivoli. Nel 1944 la mia città è stata bombardata, iomi sono salvato e in seguito, siccome ero ancora un sol-dato, sono stato richiamato in servizio: avevo 20 anni! Nelmio nuovo ruolo facevo parte di un reparto di aiuto allaQuinta armata americana e avevo il compito di traspor-tare cibo, acqua, munizioni, medicinali alle truppe con imuli. Usavo i muli perché le strade erano piene di fangoe perché spesso andavo in montagna dove ci si potevaarrivare solo per ripidi sentieri a piedi o appunto con imuli. A volte mi è capitato di trasportare anche soldaticaduti o feriti.• E’ stato ferito?Sí, sono stato ferito sull’Appennino vicino Bologna nelnovembre del 1944 mentre anche i partigiani cercavanodi liberare l’Italia. Non ero solo, siamo stati avvistati daitedeschi che ci hanno colpito con i mortai. I muli con ilcarico sono morti e io ho avuto ferite al torace, a unbraccio ma soprattutto in una gamba.• Chi le ha prestato soccorso, come si è salvato?Mi hanno salvato i soldati americani che mi hanno cari-cato sul mulo insieme ad altri feriti e mi hanno portatoall’Ospedale Militare di Firenze e poi a Perugia. Doposei mesi di cure molto difficili, sono guarito ma, anche senon ho mai rischiato di morire, potevo perdere la miagamba destra. I medici mi hanno curato bene e nelle mievene scorre anche sangue americano!• Quando è tornato a casa? E che cosa ha trovato?Sono tornato a Tivoli nel maggio del 1945, un mese dopoche la guerra era finita. Tivoli era piena di macerie, lafacciata del Convitto era completamente distrutta. Suipalazzi si vedevano i buchi delle schegge sulle pareti an-cora in piedi.

Adesso vi saluto bambini, il mio racconto è finito, spero diaver risposto a tutte le vostre domande e soddisfatto la vo-stra curiosità. Vi ringrazio per avermi ascoltato e mi rac-comando: festeggiate il 25 aprile perché è la festa dellalibertà!

Mario Bucciarelli (1924-2014)

Intervista impossibile a …un combattente per la libertà

Grazie sig. Mario del suo racconto, lei per noisarà sempre uno dei tanti piccoli eroi da ricordare.Grazie anche ai nostri nonni che con i loro raccontidi vita vissuta ci hanno fatto conoscere qualcosa inpiù e di importante del nostro passato.Grazie infine al maestro Bucciarelli che ci ha por-tato documenti autentici dell’epoca e ci ha raccon-tato, da figlio, l’esperienza di guerra del suopapà.

Foto: marzo 1945, Mario Bucciarelli il secondo in piedi da destra

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p. 28 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio di Storia e tradizioni locali

Lungo la via Tibur-tina-Valeria, sulpendio di un

ameno colle ammantatodi ulivi, alla riva sinistradel fiume Anio, a circa unmiglio dall’antica Tibur, sisnoda una lunga fila dipellegrini, gli uominihanno lunghe chiome,barbe incolte, indossanouna rozza veste con uncappuccio di color verdo-gnolo, le donne indossanouna stretta tunica lungafino ai calcagni e dei cal-zari con la punta rilevata.Le ruote dei carri carichidi mercanzia rotolano ra-pide e rumorose sui beipoligoni del lastricato e lalettiga di un ricco mer-cante, con il suo lungo se-guito di schiavi carichi disacchi di monete e discribi recanti le perga-mene dove si stenderannoi contratti, avanza a fatica.L’antico mercato di be-stiame è affollato di pa-stori dell’entroterraabruzzese, con le lorogreggi di pecore direttiverso le pianure laziali af-facciate sul Tirreno. Attra-verso una porta oscura sientra nella Via Tecta eun’iscrizione ricorda ilnome dei magistrati tibur-tini, Lucio Ottavio e CaioRustio, che l’hanno co-struita. Un tratto di pub-blica strada coperta lungacirca trecento metri, largaalmeno otto, rischiaratasoltanto da due cataratteaperte nella volta. La viapassa sotto imponenti eponderose sostruzioni con

pilastri e archi a doppioordine, realizzati sul pen-dio della collina, dal latodel fiume, con una sa-piente opera d’ingegneria.Ai suoi lati si aprono nu-merose taverne, dove i fo-restieri in transito e ipellegrini possono rifocil-larsi e bere il vino tibur-tino, leggero, ma di buonaqualità tanto che si vendeal medesimo prezzo deivini più famosi d’Italia, ri-tenuto particolarmente sa-lutare per lo stomaco; visono botteghe di ogni ge-

nere e sui banchi sonoesposte uve oleogine everdure, salumi, for-maggi, farro, miele e unasorta di gomma estrattadagli ulivi, rimedio effica-cissimo contro il mal didenti. Si possono acqui-stare dei ricordini e degliex voto, i più ricercatisono vasi e maialini di ce-ramica, impreziositi da in-serti colorati in pastavitrea, realizzati nelle lo-cali figuline, probabil-mente di proprietà ogestite dallo stesso santua-

rio. Pochi i viandanti checontinuano il loro cam-mino, la maggior partesale al piano superiore, at-traverso una scalinata or-nata ai lati da due fontanesulla cui acqua si riflet-tono le effigi di piccolestatue del dio in quelluogo venerato. Appare,allora, una vastissima pla-tea di oltre tremila metriquadrati a forma di U,sorretta da imponenti so-struzioni, contornata sutre lati da ampi portici adue piani, mentre l’ultimolato, lasciato aperto, è ri-volto verso la campagna e,all’orizzonte è possibilescorgere i più alti edificidell’Urbe. La cavea delteatro, un’ampia gradi-nata semicircolare capacedi ospitare oltre tremilaspettatori, è ancora semi-deserta, sulla scena ador-nata da una serie di statuedelle maggiori divinità,provano la loro sacra rap-presentazione gli attoripiù famosi di Roma. Du-rante le Idi di Agosto sierano esibiti i sacerdoti, iSalii, rivestiti di pelli e ar-mati secondo l’antico co-stume, con le tempie cintedi rami di pioppo e fiac-cole nelle mani e divisi indue schiere, dei giovani edegli anziani, i loro cantidi lode a Ercole avevanoriscosso un grande suc-cesso. Un gruppetto difanciulli gioca festante conl’acqua della vasta vascaantistante, rivestita al suointerno con un intonaco didelicato colore azzurro .Una comitiva di eruditi eletterati, dalle lunghe

Educatore Onorio Picardi

I sec. A C. TEMPLUM HERCULIS VICTORISIl complesso archeologico di Ercole Vincitore è unastrepitosa opera dell'ingegneria e dell'architetturaromana, per secoli un importante centro di culto esnodo commerciale. Il prof. Picardi lo racconta conuna ricostruzione dove luoghi, personaggi, situa-zioni sono frutto di accurata indagine storica. Apartire da giugno il Tempio sarà visitabile.

Veduta frontale del Tempio in una ricostruzione del sec. scorso.

Una recente ricostruzione grafica

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 29Curiosità e beni archeologici

barbe candide come leloro tuniche, assidui fre-quentatori della corte im-periale, si dirige a passolento, quasi cadenzato,verso la fornitissima bi-blioteca; i Curatores Faniall’interno delle camereloro riservate, sono impe-gnati nella raccolta delleofferte che vanno a incre-mentare il già ricco tesorodel tempio. Sotto i porticisontuosissimi, dove fannobella mostra di sé nume-rose statue celebrative eonorarie, una piccola folladi curiosi e patrizi, sena-tori e cavalieri, che hannoedificato le loro ville a Ti-voli, luogo di culto, di eru-dizione e di piacere,celebre per la salubritàdella sua aria tale da ren-dere bianchissimo l’avo-

rio, attende impazientel’arrivo del primo impera-tore romano, OttavianoAugusto, accompagnatodall’amico Mecenate, cheterrà una pubblicaudienza e amministrerà lagiustizia. Corre voce cheabbia ricevuto in prestitodai custodi del sacro era-rio un’ingente somma di

denaro, necessaria a soste-nere le immense spese perla guerra civile contro il ri-vale Marco Antonio. Unafolla di pellegrini, dopoaver versato la sua offertain moneta nella appositacassetta di travertino aforma di cilindro, il the-saurus, entra silenziosanell’imponente e mae-stoso sacrario posto alcentro dell’immensapiazza, su un monumen-tale basamento di traver-tino: statue, alte colonne,marmi pregevoli e splen-denti arrivati dalla remotaisola di Paro, fontane,zampilli e giuochi d’acquaalimentati dalle copioseacque dell’Aniene. Sututto domina maestosa lastatua di Ercole, realizzatada un noto scultore prove-niente da una bottegadella Grecia insulare, conla quale i notabili localihanno stretto fiorenti rap-porti commerciali ormai

da tempo. Ercole, la divi-nità greco-romana tute-lare del paese, è veneratoa Tibur con l’epiteto divictor per ricordare unaremota vittoria dei tibur-tini sulla popolazionedegli Equi. E’ una gior-nata qualsiasi della finedel I sec. a.C. del Santua-rio di Ercole Invitto, pro-tettore dei commerci,della transumanza, deitrasporti, delle attivitàproduttive e bancarie, cu-stode dei cancelli del-l’Olimpo, con funzione diportiere dell’Oltretomba.Il sacro complesso monu-mentale tiburtino, luogodestinato non solo al cultoma anche al transito e agliscambi, la cui costruzioneera iniziata circa un secoloprima, in un’area strate-gica prossima all’ingressodella città, dove già pree-sisteva un culto erculeo,grazie alle elargizioni, ladecima parte dei guada-gni, di generali vittoriosi edi facoltosi mercanti ebanchieri Tiburtini pre-senti a Roma e nel Medi-terraneo, aveva ormairaggiunto il massimodella celebrità e magnifi-cenza, tanto che non si fa-ceva nessuna spedizione,militare o commerciale, seprima non lo si era visitatoe ornato di doni.

Sopra, veduta laterale del Tempio.Sotto, veduta odierna dei resti del Tempio dal cielo di Tivoli.

Sopra, tratto del Tempio ristrutturato.Sotto, I resti del Tempio nel 1893

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p. 30 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio scientifico della Scuola Secondaria di I grado

Terremoto in NepalSabato 25 Aprile il Nepal èstato colpito da un terribileterremoto che ha provo-

cato oltre 7.000 morti e circa12.000 feriti. Alcuni villaggisono stati completamente di-strutti, ci sono un milione disenzatetto e oltre 6 milioni dipersone che soffrono grandis-simi disagi a causa della scarsitàdi viveri, luce elettrica e di car-burante. Il Nepal si trova in Asiae confina al nord con la Cina ein particolare con il Tibet e a sudcon l’India. Il suo territorio èprevalentemente montuoso ecomprende la catena dell’Hima-laya. Le condizioni economichee sociali del Nepal sono piutto-sto fragili per la carenza di infra-strutture e per la scarsaindustrializzazione. Il turismo èuna risorsa rilevante per il paese,infatti numerosi sono soprat-tutto i turisti sportivi e avventu-rosi come scalatori edesploratori, data la presenza dielementi naturali ancora in granparte non urbanizzati. Tornandoal terremoto il conto delle vit-time continua ad aumentare inquanto numerosi sono ancora idispersi non identificati. Tra i di-spersi ci sono anche molti turististranieri ancora non rintracciati,a causa della difficoltà di rag-giungere le varie zone del paese.Intanto le scosse di assestamentocontinuano a susseguirsi get-tando la popolazione in un ulte-riore sconforto. Questa tragediaha scosso il mondo intero per laquantità di morti e per l’entitàdelle scosse che hanno raso alsuolo il 70 % delle località abi-tate. Inoltre, alla tragedia sistanno aggiungendo ulterioriproblemi legati alla carenza dicibo e acqua a alla possibilità chesi diffondano epidemie in unPaese già povero di suo. Speroche la comunità internazionalesi adoperi sempre di più per por-tare aiuti alla popolazione col-pita e alle migliaia di bambiniche stanno vivendo questa orri-bile disavventura.

Denise Pirazzoli 3A

Una popolazione impotente contro le smisurate forzedella natura soffre le tremende conseguenze di un eventosismico devastante. Il terremoto che ha messo in ginoc-chio il Nepal è una tragedia immane che ha lasciato ilmondo attonito di fronte alle dimensioni della cata-strofe. Gli alunni delle terza media, impegnati a studiareproprio in queste settimane origini e caratteristiche deglieventi sismici, hanno discusso del fenomeno e delle sueconseguenze con i loro insegnanti, mettendo per iscrittopensieri, paure e riflessioni. Nelle loro parole la descri-zione dell’avvenimento, lo sconforto, il cordoglio e al-cune lucide analisi di fatti ed elementi correlati

Recentemente si è verificato unsisma nella regione del Nepalche ha coinvolto l’intera popo-lazione provocando una stragesenza precedenti che ha aggra-vato ulteriormente le già preca-rie condizioni sociali. Questoevento ha causato la morte dioltre 7.000 persone coinvol-gendo parte dei numerosi turistiche frequentano costantementela catena montuosa dell’Hima-laya considerata uno tra i luoghimontani più suggestivi edestremi al mondo. Tutti ab-biamo assistito a questa cata-strofe le cui proporzioni sonoaumentate giorno dopo giorno,a mano a mano che si scavavaincessantemente tra le macerieper salvare le ultime vite umane.Tutti i sopravvissuti hanno do-vuto affrontare la morte di unfiglio, di un parente, di unamico, nella maggior parte laperdita della casa, subendo uncambia-mento radicale nellapropria vita. La situazione piùdelicata è riservata, come sem-pre, ai bambini, ritrovatisi im-provvisamente senza un puntodi riferimento, quale un geni-tore, un parente, spesso affidatiad assistenti sociali. Gli aiutiumanitari sono stati imponenti,da tutto il mondo, specie dal-l’ONU, ma sono stati sin dal-l’inizio ostacolati con il pretestodei controlli, per permettere adassociazioni criminali di guada-gnare sulla fornitura dei beni diprima necessità, costringendo lapopolazione a sopportare sforzieconomici superiori alle propriecapacità. Questi episodi di incre-dibile slealtà sono comunquepresenti nella maggior parte deidisastri naturali, come del restoabbiamo potuto recentementenotare anche in Italia con il ter-remoto dell’Aquila. Dobbiamoalmeno sperare che le attenzionidedicate a tali calamità nonscompaiano dopo poco tempo eche gli aiuti umanitari conti-nuino a svolgere il proprio la-voro senza ostacoli.

Daria Vescovi 3B

Ogni volta che accadono tragedie di questa portata da una parte c'èchi si ferma a riflettere a ragionare sul valore della vita e da ciò che ildestino riserva a quelle popolazioni che già si trovano in difficoltà,dall'altra parte invece si mette in moto la cosiddetta catena della soli-darietà in cui si mettono in campo varie forze internazionale di vo-lontariato e soccorso. Alla luce di queste mie considerazioni si puòben dire che è ancora valido il vecchio detto “Fatti non parole”. Que-sta gente spesso ha più bisogno di una mano tesa dalle persone umili eservizievoli che popolano il mondo piuttosto di frasi fatte e considera-zioni di tipo politico ed economico che nella risoluzione dei problemiservono davvero a poco.

Sara Agliocchi 3C

A cura del prof. Ambrosino Aniello

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 31Gli eventi sismici e la loro origine

Mentre purtroppo continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime delforte terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile 2015, si sta deline-ando meglio il quadro sismologico di quanto è accaduto. Come è noto i terremoti della fascia dell’Himalaya sono dovuti almovimento della placca indiana verso nord, iniziato decine di milionidi anni fa. Nel momento in cui gli uomini hanno stabilito un legamecon la propria terra, quando si incominciano a conoscere le facce deipropri bambini e degli anziani, la violenza della natura fa conoscere lasua forza distruggendo tutto. L’impegno dei soccorritori e il rimet-tersi al lavoro dopo questa immensa tragedia, accanita su un Paesepovero e isolato alimenta la tenacia di vivere del popolo nepalese equella di uomini fino a pochi giorni fa sconosciuti a restargli accanto.La Caritas italiana sostiene la Caritas del Nepal, che ha avviato unpiano di intervento in favore di ventimila famiglie, con un costo dioltre 2,5 milioni di euro. Le numerose scosse di assestamento che si ripetono e che mettono inginocchio il Nepal sembrano tirarci per la giacca dicendoci, per fa-vore, non dimenticatevi di noi.

Emanuela Serra 3B

In questi giorni gli abitanti delNepal stanno combattendo difronte alla devastazione cheha provocato il terremoto. E'difficile pensare alle sofferenzeche stanno attraversando,tutte quelle persone che pian-gono per i loro cari inghiottitivivi dai palazzi. Bambinisotto le macerie, morti o feriti echi di loro si salva spesso rimanesenza famiglia.Purtroppo il terremoto è un fe-nomeno che provoca distru-zione; non riesco a pensare aldolore che stanno provando, leloro case distrutte, i loro benispariti in un attimo, i lorocuori infranti per sempre. Non cisono parole.Penso sarà difficile per tutti i so-pravvissuti ricominciare da zero,ricostruire la propria vita, puravendo gli aiuti umanitari.

Marcella Leo 3B

Voglio essere sincero, prima del 25aprile di quest’anno non mi eromai particolarmente interessato alNepal. Infatti avevo solo immagi-nato questo paese, e nella miamente scorrevano immagini dipaesaggi colmi di panorami verdi aperdita d’occhio, di cime innevate,di colori sgargianti, di strutture ti-piche della cultura asiatica. In-somma un posto meravigliosonella sua semplicità.Dopo questa data il quadro di que-sto paese è profondamente cam-biato nella mia mente. Da laggiùmi giungono solo immagini chepurtroppo rappresentano un am-masso di polvere e rovine che mifanno pensare alle donne agli uo-mini e ai tanti bambini che sonoscomparsi sotto le macerie, aglistranieri, ricercatori e sportivi, ealle famiglie distrutte da questotremendo fenomeno naturale for-temente catastrofico e casual-mente architettato da madrenatura.Ora so che il Nepal è una zonaad alto rischio sismico e la cosapiù sbalorditiva è che ad averlodanneggiato così tanto è stata lasua povertà, case costruite conmateriali di fortuna che non ri-spettano le norme anti-sismiche.Durante il periodo che va dal 25aprile in poi si sono verificate di-verse scosse che hanno provocatoun terremoto di magnitudo 7.8 ele vittime ad oggi hanno rag-giunto il terrificante numero dioltre settemila. Mi immedesimonell’animo dei miei coetanei ne-palesi e spero che questo incubopossa presto finire. I soccorsi, ilpersonale e i macchinari specializ-zati sono ancora insufficienti esolo la solidarietà di tutto ilmondo potrà aiutarlo ad uscire daquesta catastrofe. Tutti si devonoprodigare per risollevare subito lasofferenza del Nepal e per dargliun futuro migliore.

Pierfrancesco Emiliani 3C

In questi cataclismi l’ uomo non ha il tempo di prevenire infattianche se esistono degli strumenti in grado di captare questi movi-menti delle placche, molte volte non sono abbastanza veloci da avvi-sare l’uomo in tempo per prevenirli. Non voglio proprio metterminei panni degli abitanti del Nepal perché se solo penso a tutti ciò chestanno soffrendo mi si gela il sangue nelle vene. In questi momenti ibambini sono coloro che subiscono maggiormente le conseguenze diquesti orribili eventi. Infatti molti perdono i genitori e non sannodove andare a vivere e quale sarà il loro futuro. Molti stati stannosoccorrendo il Nepal ma non è abbastanza infatti tutti dovrebberocollaborare per garantire la salvaguardia di questo stato che ha ur-gente bisogno di aiuto. Micu Emanuele 3C

A mio parere questo è un verodisastro, perché mentre la forzadell'uomo può essere fermata,quella della natura è invincibile enon resta altro da fare che ripa-rare gli enormi danni da essa ar-recati.Maria Vittoria Cocchi 2A

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p. 32 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio scientifico della Scuola Secondaria di I grado

Escursione con esperimentoEscursione con esperimentoIl 6 maggio 2015, noialunni delle classi se-conde, in occasione di

un’uscita didattica, ci siamorecati alle Grotte di Pietra-secca che sono state sco-perte nei pressi di Carsolinel 1984. In essa sono statetrovate ossa di animali, tracui il cervo che è stato tra-sportato dalle acque delmare che si trovava inquelle zone in tempi re-moti. Qui, dopo esserciequipaggiati di casco mu-nito di luce e di un paio diguanti in lattice, siamo scesi

Riproduciamo Stalagmiti e Stalattiti

Materiale occorrente: 2 bicchieri, acqua, pentolino, bicar-bonato di sodio, filo di cotone, piccoli pesi.Tempo impiegato: 3/4 giorniDescrizione: prendiamo un bicchiere e lo riempiamo d’ac-qua. Mettiamo l’acqua in un pentolino e scaldiamola.Riempiamo il secondo di bicarbonato di sodio per ¾ e lomettiamo nell’acqua calda. Versiamo la soluzione nei duebicchieri in parti equivalenti. Leghiamo alle estremità delfilo di cotone i due pesi e immergiamo un’estremità in unbicchiere e l’altra estremità nell’altro. Conclusione: dopo un paio di giorni al centro del filo sisarà formata una piccola stalattite con una piccola stalag-mite, l’acqua sale per capillarità.

Lo speleologo che ci ha accompagnato nella visita allegrotte ci ha infatti spiegato che queste due concrezioni siformano per cristallizzazione, cioè la formazione di cri-stalli. Con il seguente esperimento abbiamo dunque ripro-dotto tale fenomeno.

LA CRISTALLIZZAZIONEMateriale occorrente: recipiente di pyrex, naftalina, trep-piede, fornello, imbuto di vetro, accendino Tempo impiegato: per fare quest’esperimento 20 minuti Descrizione: prendiamo un recipiente di pyrex e po-niamo al suo interno delle palline di naftalina. Ora po-niamo il recipiente sul treppiede e sotto mettiamoci ilfornello. Appoggiamo sul recipiente l’imbuto di vetrocon la punta rivolta verso l’alto. Con l’accendino accen-diamo la fiamma del fornello aspettiamo che la naftalinasublimi e spegniamo il fuoco. Ora dal foro dell’imbutoescono dei fumi e, lentamente, sulle pareti interne si for-mano dei cristalli Conclusione: la naftalina sublima e una parte del vaporeesce dal foro dell’imbuto, ritorna allo stato solido inmodo ordinato, cioè sotto forma di cristallo.

LA CAPILLARITÀInoltre, in laboratorio abbiamo anche osservato il feno-meno di capillarità attraverso una nuova esperienza:

Tempo impiegato: 5 minuti. Materiale occorrente: un bicchiere, brocca d’acqua e stoffadi cotone.Descrizione: riempi d’acqua il bicchiere e dentro ad essoimmergi la stoffa di cotone. Conclusione: dopo qualche minuto la stoffa sarà inzup-pata perché l’acqua è passata per capillarità. L' ultimo esperimento che abbiamo riprodotto ha riguar-dato l' effetto degli acidi su materiale di natura calcarea:Dissolvimento del guscio dell' uovoAbbiamo osservato che immergendo l'uovo nell'aceto perdue giorni si osserva che l'acido acetico ha sciolto il guscio

DISSOLVIMENTO DEL GUSCIO DELL' UOVOL' ultimo esperimento che abbiamo riprodotto ha riguar-dato l' effetto degli acidi su materiale di natura calcarea:

Abbiamo osservato cheimmergendo l'uovo nel-l'aceto per due giornil'acido acetico scioglie ilguscio dell'uovo renden-dolo gommoso. Tale fe-nomeno avviene anchenella profondità dellagrotta.

A cura della prof.ssa Miryana Scamolla

nelle profondità dellagrotta. Abbiamo notatodegli esemplari di stalattiti estalagmiti (concrezioni dinatura calcarea) che conl’aiuto della nostra profes-soressa abbiamo riprodottonel laboratorio di scienzeattraverso un esperimento.

di D.Cervelli, L.Fubelli, I.Parisi, G.Pietrosanti IIC

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 33Laboratorio musicale: l’arte del violino

A scuola col Il giorno 3/03/2015 tuttele classi seconde e la IBdella scuola secondaria di

I grado hanno avuto pressol’Aula Magna del ConvittoNazionale un incontro spe-ciale, con un Maestro Liu-taio: Claudio Rampini,proveniente da Castel Ma-dama. Egli ci ha illustrato lacostituzione del violino, i di-versi metodi di costruzione ela sua storia.Lo strumento nacque nellaseconda metà del ‘500, pre-cisamente nell’epoca del Ri-nascimento. Il primo fucostruito da un famoso liu-taio, Andrea Amati e fu an-cora perfezionato daAntonio Stradivari che nac-que nel 1644 e morì nel1687. Il violino viene consi-derato il “Principe” dell’or-chestra Sinfonica, non c’èorchestra in cui non sia pre-sente. Il Maestro ci ha spie-gato che Il violino è uncordofono, perché costituitoda corde ad arco e suonatocon l’arco. Il Maestro ci haparlato anche degli elementifunzionali ed estetici: i bi-scheri, per accordare, lepunte dei fianchi, aggiuntein seguito come decorazionedelle cavità sui lati, il ponti-cello, che sostiene le corde ela mentoniera, che ai tempiantichi non esisteva ed èusata per poggiare il mento,solo per comodità. Per la costruzione del vio-lino vengono usati principal-mente i legni d’acero ed'abete. Per le proporzionidel violino si utilizza la “se-zione aurea”, un calcolo ma-tematico. Claudio Rampini ci ha de-scritto come nasce un vio-lino: per prima cosa su unatavola si rappresenta la sa-goma di una metà, poi si ri-taglia e si tracciano icontorni sulla vera tavola;dopo aver intagliato anchequesta si procede con l'altrameta che dovrà poi essereincollata per mezzo delle

fasce che contornano lo stru-mento. Queste vengono pie-gate, essendo moltoelastiche, grazie all’acqua ead una temperatura moltoalta. Il violino non vienemai levigato con la carta ve-trata, perché altrimenti illegno perderebbe la sua bel-lezza. Il suono esce dalle“F”, delle fessure sulla cassaarmonica con una forma si-mile alla lettera, che antica-

mente erano a “C”; essevengono rifinite con il col-tello. Le corde dell’arcosono costituite da crini di ca-vallo maschio, sia biancoche nero. Una volta chel’arco è stato passato sullapece è pronto per suonare. Icrini sono di cavallo biancomaschio, proveniente dallaMongolia; i crini vengonopassati sulla resina di larice,che viene ricavata da una

pietra particolare, detta pie-tra greca, la quale ha unodore neutro. Dopo varie ri-finiture, tra cui il riccio, sipassa alla verniciatura conspeciali resine, che si otten-gono fondendo l’ambra,una “gemma” molto parti-colare di colore giallo –bianco; con questa ed altreresine viene realizzata unavernice speciale, la qualeviene spalmata su tutto ilviolino per renderlo più raf-finato e bello perché gli con-ferisce un senso dilucentezza. Lo strumento,dopo circa due mesi di la-voro, è pronto per esserevenduto.Il luogo nel quale lavorano iliutai viene chiamato bot-tega; in bottega è possibileanche insegnare ai ragazzicome viene costruito un vio-lino, facendo sì che diven-tino apprendisti liutai. Iviolini fatti in fabbrica sonodifferenti da quelli fatti amano poiché vengono utiliz-zati dei macchinari specificiche fanno strumenti tuttiuguali, a differenza da quellifatti da liutai in bottega.

Hanno partecipato all’incon-tro anche tre piccoli futuriviolinisti: Maria Luisa Trezzadella IaA Secondaria, Mat-teo Trezza della 4aA Prima-ria; e Nico Fiorentini dellaIaB Primaria, che sembravaun piccolo Giacomo Leo-pardi, che hanno suonatouno degli strumenti portatidal Maestro con bravura.Secondo noi è stata un’espe-rienza sorprendente che nondimenticheremo, che ci haaiutato ad acquisire nuoveconoscenze per accrescere ilnostro bagaglio culturale. Sa-rebbe bello imparare a suo-nare il violino, magariformare una piccola orche-stra qui al Convitto. Chissà,magari un giorno divente-remo due liutaie, tutto èpossibile ...

A cura della prof.ssa Emanuela Pietrocini

Claudio Rampini con i ragazzi del Convitto. Sotto, Nico Fioren-tini e Maria Luisa Trezza si esibiscono in un breve saggio.

Maestro liutaio

di Veronica Genovese eIrene Curcio, IIB

L’iniziativa rientra nell’ambito operativo di “Music Ways”,progetto triennale di sistema per la formazione musicale in-serito nel Piano dell’offerta formativa d’istituto, con il qualesi intende sviluppare una rete di conoscenze ed abilità inambito musicale, attraverso attività caratterizzanti quali laformazione corale e strumentale, con la promozione e lavalorizzazione delle risorse strutturali, ambientali, professio-nali ed umane di una collettività educativa di eccellenzaquale è il Convitto Nazionale di Tivoli.

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p. 34 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio artistico della Scuola Primaria

Ben quattro classi primedi scuola primaria que-

st'anno hanno inaugurato illoro percorso formativotra piccole-grandi ansie,paure, aspettative e gioie.Paura di separarsi dallapropria famiglia in un am-biente sconosciuto, di nonessere all'altezza dei desi-deri di mamma e papà, maanche la gioia di scoprire leproprie capacità, nuoveamicizie e di sentirsi partedel gruppo e magari diaiuto per chi ne ha bisogno.Giorno dopo giorno l'anno è

a cura dell'insegnanteChiara Belluz Insieme per crescere!

Noi insegnanti, istitu-tori, e tutto il perso-nale del Convitto,siamo felici ed orgo-gliosi di aver lavoratocon le nostre piccoleleve, sperando di es-sere stati efficaci nel-l'insegnamento e di supporto nella crescita emotiva edaffettiva, soprattutto ci auguriamo di essere riusciti a tra-smettere la curiosità verso ciò che non si conosce e la gioia discoprire nuove avventure.

Anche per noi vederli cre-scere felici ed appagati è lagioia più grande.

E ora...buone, meritatissime,

vacanze!

Classe IC in aula informatica

volato tra l'alternarsidelle stagioni e delle festi-vità che scandiscono la no-stra vita e checontribuiscono alla forma-zione della nostra identitàculturale in un gruppo so-ciale che si andrà via viaallargando in prospettivadi diventare cittadini delmondo.

Piccoli bambini ePiccoli bambini eun grande lavoro!un grande lavoro!

Classe ID in aula informatica

Classe IB in Libreria

Classe IA in Libreria

IA - Eva Ricupito: ricreazione al Convitto

IB - Claudia Altobelli: giochi sportivi al Convitto

ID - Elena Ummarino: disegno al computerIC - Ginevra Battaglia:

primavera

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 35I lavori degli alunni delle classi prime e seconde

Il giorno 3 marzo glialunni della classe II C

hanno realizzato un piccololaboratorio di scienze inclasse. Ogni bambino haportato un bulbo (gladiolo,tulipano, giacinto, fresia,ecc.). Poi a turno ognuno hapiantato il proprio bulbo inuna vaschetta di terra-cotta che era stata prece-dentemente riempita conun terriccio adatto alla col-tivazione. Qualche bulbo ègià fiorito, altri fiorirannoin seguito. Con la realizza-zione di questo esperi-mento i bambini si sono resiconto personalmente e at-tivamente come nasce unapianta che per crescere habisogno di determinate

Bimbi in fioreBimbi in fioredi Torrenti Marotti Beatrice e Baldassarro Pierluigi

Il grande industriale Giuseppe Segrè, proprietario di una car-tiera, verso la fine del 1800 costituì la Società delle CartiereTiburtine, tra le venti più importanti d'Italia. Le cartiere tibur-tine erano composte da due gruppi di stabilimenti, nei quali lavo-ravano più di 400 operai. La forza motrice di questi stabilimentiera data alle turbine dal fiume Aniene. Quattro macchineenormi erano continuamente in movimento, giorno e notte; dauna parte entrava la materia prima, sotto forma di pasta dilegno o paglia, e dall'altra usciva la carta (di varie qualità) giàconfezionata in enormi rotoli. La carta veniva ricavata dal legnodei pioppi delle regioni circostanti o importate dalla Russia edalla Finlandia. Questi quintali di carta venivano venduti in tuttele zone dell'Italia, dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia.

condizioni cli-matiche edambientali,dell’importanza

a cura dell'insegnante Elisabetta Giocondi

La storia della cartaLa storia della cartaa cura dell'insegnante Daniela Ronci

Le prime iscrizioni furonofatte sulla pietra, sulle

tavolette di argilla o dilegno. Gli Egiziani usavano il mi-dollo del papiro, una piantache cresceva lungo il fiumeNilo, che veniva tagliata instrisce sottili e fatte asciu-gare per formare dei fogli. Più tardi venne sostituitodalla pergamena, ricavatadalla pelle delle pecore.Furono per primi i Cinesiad utilizzare la carta otte-nuta dalle fibre del bambùo della canapa. All'inizio inEuropa la materia primaerano gli stracci e le fibretessili; poi si passò alla pastadi legno e alla cellulosa. Oggi si cerca, quando èpossibile, di usare carta ri-ciclata dai prodotti cartarigià utilizzati per non ta-gliare gli alberi.

dell’acqua e come una diqueste condizioni possamodificare la normale cre-scita della pianta.

Le Cartiere di Tivoli

Questo è il piccolo giardino della classe II C

Le cascate - Tommaso Patrizi IIB Papiri e pergamene - Riccardo Maffei IIB

Papiri e inchiostro, di Carlotta Benedetti IIB

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p. 36 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio artistico della Scuola Primaria

Nel periodo di Carnevale,gli alunni della 3aC

hanno partecipato ad un in-teressante laboratorio di car-tapesta, sotto la guida delprofessore Picardi Onorio,Educatore del nostro Con-vitto ed esperto maestrodella cartapesta nei passaticarnevali di Tivoli. I bambinisi sono messi all'opera conparticolare entusiasmo: èstata davvero un'esperienzaaffascinante per i piccoli"carta pestai" alle prese constrisce di giornali intrise dicolla, pennelli e colori.Hanno spianato con forzausando le dita, cercando di ri-muovere le pieghe e i rigon-fiamenti, ottenere unasuperficie liscia da poter di-

I cartapestai del riciclo creativoa cura dell'insegnanteRosaria Battisti

Il laboratorio di Cartapesta della IIIC è stataun'esperienza entusiasmante!

pingere. Magliettine sporche,banchi schizzati di colla, mani

impiastric-ciate di colladi farina,odore dicarta umida,allegro vo-ciare, visisorridenti esoprattutto

soddisfatti, atmosfera festosae gioiosa: questi sono stati gliumili ingredienti che hannoreso questa attività creativaed entusiasmante!Obiettivo del laboratorio il"riciclo creativo" vecchi gior-nali che possono avere unanuova vita ed essere utilizzatiper realizzare originali manu-fatti, è così che l'alunno hapotuto conoscere mentre

creava e rielaborava "con leproprie mani" la realtà che lo

circondava, ope-rando in strettacollaborazionecon i compagni.Inoltre con que-sto laboratorio siè focalizzata l'at-tenzione nonsolo sulla crea-zione delle ma-schere, ma anchesulla storia delCarnevale di Ti-voli. Inoltre, vi èstata l'occasionedi ricordare, in-sieme al profes-sor Picardi i

passati Carnevali di Tivoli, levarie tecniche di realizza-zione dei Carri Allegorici, riu-tilizzando anche esoprattutto materiali discarto. Dunque un'esperienzanuova, utile, coinvolgente eaffascinante che servirà ai pic-coli "cartapestai" nelle loroesperienze future e che ri-marrà per sempre impressanella loro memoria.

Nel periodo di Carnevale è facile recarsi in qualsiasi ne-gozio per acquistare delle maschere da indossare o at-taccare ai muri!Noi alunni della 3aC invece le abbiamo create da solicon la tecnica della cartapesta e sotto la guida della no-stra bravissima maestra Rosaria. Abbiamo portato inclasse tanti giornali quotidiani e la colla fatta da noi acasa, realizzata seguendo un'antica ricetta: acqua e fa-rina fatta bollire sul fuoco con l'aiuto di un adulto.Il procedimento per realizzare la maschera è questo: ab-biamo preso una vecchia maschera, abbiamo diviso unfoglio di giornale in quattro parti e abbiamo preso 3/4del foglio e lo abbiamo incollato uno sopra all'altro, conl'occasione abbiamo applicato la teoria delle frazioni! Poi abbiamo strappato i fogli a strisce e incollati sullamaschera a strati prima in orizzontale poi in verticalefino a ricoprirla per cinque volte. Che emozione!Abbiamo poi fatto asciugare le maschere, le abbiamo rico-perte con un miscuglio di gesso in polvere, colla vinilica etempera bianca, di nuovo le abbiamo lasciate essiccare...sono apparse delle figure incredibili: il sole, la luna, ilvolto di un indiano... il globo terrestre!

... la parola ai bambini

Il bello di questa avventura è stato realizzare tutti in-sieme questo grande laboratorio della fantasia! La cosapiù divertente è stata quando la maestra ci ha detto chepotevamo colorare le nostre maschere, la bocca, gli occhie il naso. E vai con i pennelli e colori! Per non farci spor-care, la maestra ci ha fatto indossare delle magliettevecchie, "altrimenti le mamme si sarebbero arrabbiatecon noi!". Le nostre maschere hanno gli occhi blu, occhiverdi, e le piume degli indiani sono dipinte di mille co-lori. Che meraviglia e che esplosione di colori e di fanta-sia! E' stata davvero una magnifica esperienza.

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 37I lavori degli alunni delle classi terze, quarte e quinte

Ragazzi in bottegaRagazzi in bottegaMatisse per la mamma

A cura dell’ins.Maria Ziantoni

Il laboratorio artistico “Ra-gazzi in Bottega” per gli al-

lievi delle classi 4B e 4Ccontinua con il pittore franceseHenri Matisse. L’incontro con ilgrande artista è stato estasiante!Con il linguaggio candido del-l’arte e della fantasia, gli alunnisono così entrati “virtualmente “nella “Retrospettiva”(di Ma-tisse) proposta dalle Scuderiedel Quirinale a Roma.Ed ecco che la preziosità, gli ara-beschi orientali, le danze e i co-lori luminosi ma, intensi dei suoiquadri hanno rapito il cuore dei“piccoli critici” e… il cuore hadettato loro l’idea di far gioire leproprie mamme di questa bel-lezza e di questa maestosità...pregiandole di un dipinto …diMatisse disegnato e …"pennel-lato" da loro!Così le due classi nei giorni se-guenti con le insegnanti Falchi,Ippolito, Ziantoni e gli educatoriCambise e Russo si sono recati…“nella Bottega dell’acquerello”.E ...allora con pennelli, tavo-lozza, grembiuli e… schizzi arti-stici tutti all’Opera!

Ed ecco… noi artisti bohémiensdella classe 4 C dalle tinte lu-minose e romantiche , abbiamoscelto di dipingere “la FinestraAperta” con il rosso dei gerani el’azzurro …profondo del mare,perché …dietro una finestra c’èsempre lo sguardo fiero, attentoe amorevole di una bellissimamamma …che ci accompagna!Care mamme, vi adoriamo, pernoi voi siete il sole più lumi-noso… che si tuffa con i suoicristalli nell’immenso mare…dei nostri cuori!È il caso di dire " Matisse monAmour"!

Sopra: 4C con “la finestra aperta”. Sotto la 4B a lavoro.

Noi bambini di classe quintaabbiamo continuato il no-

stro viaggio iniziato lo scorsoanno tra le tele dei grandi mae-stri da Botticelli a Picasso.Abbiamo potuto notare congrande stupore e ammirazionediversi stili pittorici. Una delleopere più straordinarie è "la ve-nere” di Botticelli dipinta in tuttoil suo splendore di dea.Di tutt'altra fattura è la miste-riosa “Monna Lisa” rappresen-tata da Leonardo da Vinci nellasua semplicità di donna esal-tando la profondità del suosguardo. Uscendo dall'universofemminile, abbiamo ammiratol’opera di Arcimboldo che con ilsuo particolare "surrealismo" harappresentato in maniera esila-rante l'imperatore Rodolfo II.In questa sua particolare rap-presentazione, si è ispirato al“vertumnus”, divinità etruscache rappresentava il mutamento

I bambini della VA e VB

Così come dei piccoli Artistisiamo entrati nell’animo dell’ac-querello …guidati dalle caremaestre d’arte “Bruna ed Emi-lia” Noi, pittori dal tratto deli-cato, della 4B abbiamo scelto didipingere “Un vaso con i fiori”,una vera esplosione di fiori! Essirappresentano la gentilezza e ladolcezza d’animo delle nostremamme.E’ bello immaginare il loro belvolto impreziosito da mille pe-tali... colorati! Care mamme, vivogliamo bene, tanto per noi siete:le rose, i gigli e le violette! Siete ilfiore più bello e più prezioso!

puntiti e slanciati. Noi alunniabbiamo contrapposto l'opera diModigliani ai “ballerini” di Bo-tero, un pittore figurativo nonrealista. A lui non interessaun'arte che sappia copiare ilmondo così come ci appare, desi-dera piuttosto trasformare la re-altà in arte per mezzo delladeformazione e dell'alterazione.Ottiene così una realtà che ap-

partiene ad un mondo fiabescopiuttosto che reale. Le figure chelui dipinge sembrano perdere dipeso, come oggetti in plasticagonfiata, come palloncini. Infineabbiamo cercato di scoprire i se-greti delle tecniche di due altrigrandi pittori moderni, Picasso eKlimt. Il cubismo di Picassoanalizza gli elementi delle im-magini mediante la loro scompo-sizione geometrica in pianisovrapposti, le forme vengonoscomposte e ricomposte sullatela. Questo però rende i soggettidei punti spesso quasi indecifra-bili, come nella “Guernica”. Se-condo l'arte romantica di Klimtinvece la donna occupa un postodecisamente primario come nelquadro “le tre età”.Per finire ...non potevano non ter-minare il nostro viaggio con uncapolavoro di Van Gogh. La suaesplosione di colori nel dipinto “igirasoli” trasmette forti emozionianche in noi bambini.

delle stagioni e la maturazionedei frutti. In seguito siamo an-dati a osservare le tecniche oppo-ste di due grandi maestrimoderni: l’arte inconfondibile diModigliani che nasce dalla re-altà secondo un personale idealedi perfezione come nel dipinto“la zingara con il bambino”. Diogni volto mantiene i principalicaratteri fisiognomici, ma allostesso tempo elabora una visioneidealizzata: i colli si allungano,gli occhi non hanno espressione,le forme di teste e corpi sono ap-

Pennelli, pastelli, tempere e acquerelli per ...un tuffo nei colori!

Alcuni lavori delle V

e

Foto dell’Ed. Mario Cambise.

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p. 38 CONVITTO CITTÀ N. 18 Laboratorio letterario della Scuola Primaria

A cura delle InsegnantiRita Procaccianti Maria Ziantoni e dell’Ed. Bruno Censi

Quando il Linguaggio Letterario incontrala “Geografia Umanistica” gli alunni dellaIII B narrano con il cuore!La narrazione con il suo“Linguaggio” quando in-

contra il Sapere Geograficosi omaggia di una didattica“Eclettica” che solo l’intel-letto candido di un bambinosa cogliere e plasmare!E così i saperi narrativi egeografici e la leggenda delFiume Anio ...conosciutoprima come Parensio e de-cantato dal grande scrittorePlutarco si coniugano con lafantasia e l’Estro Artisticodegli alunni, facendo na-scere: testi di scrittura crea-tiva di grande valore“letterario”, dove le scene sipregiano del vissuto e delSapere di ogni singolo “Scrit-tore in Erba” e creando consapienza artigianale, dettata

Se fossi un fiume ...

Plastico “Il fiume Anio”: di SofiaNardone con la sua classe, foto in

alto nella pagina accanto

dalla didattica del Fare e delmanipolare dei veri Pla-stici… dei veri Design-Artche rappresentano l’animadella leggenda: prende cosìvita la Geografia Umani-stica!Ed ecco che il fiume Parensiopoi …Anio prende Forma eMovimento.I vari personaggi del rac-conto vengono “Presentati”e collocati... nel tempo enello spazio.La geografia racconta con il"design-art": Salea , figlia delRe Anio, rimarrà nei cuoridei nostri alunni.Nasce così l’Arte decò, l’Artedel narrare “creativamente”usando i vari linguaggi!

Se io fossi un fiume vorrei essere il fiume Aniene, così po-trei viaggiare tantissimo e fare tante esperienze.Un giorno sulle mie rive vidi mie un orso che stava be-vendo: dopo incontrai un’ape che stava annegando, al-lora io alzai un’onda che salvò l’ape.Io, il fiume Aniene, incontrai un pescatore; ero contentodi averlo vicino a me a pescare e chiacchierare.Gli uccelli bevevano nelle mie acque, i fiori si sciacqua-vano i petali.Io Aniene, il pescatore, gli uccelli, i fiori, l’ape, l’orso vi-vevamo felici, contenti, tutt’uno con la natura. Che me-

raviglia! Sofia Nardoni

Se io fossi un fiume vorrei essere il fiume Aniene.Mi presento: sono nato a Filettino sul monte Tarino, inprovincia di Frosinone; mentre scorrevo tranquillamente,sul mio tragitto incontrai un orso.Lo dissetai con le mie fresche acque.Un giorno, finalmente, incontrai il fiume Tevere e feciamicizia con lui; gli raccontai tutte le mie esperienze.Un giorno incontrai un cerbiatto e gli chiese: “Che cosafai qui tutto solo? Su vieni a bere le mie acque! Vieni! Co-raggio!”.Così alla fine bevve.Incontrai un albero parlante che mi disse; “Ti ho visto,hai aiutato molti animali, pescatori, sei stato bravis-simo!”.Poi dopo aver sentito e ringraziato per i complimenti ri-cevuti dall’albero, me ne sono andato velocemente versoil bosco delle mele incantate, tra vortici, cascate.Che esperienza! Quante emozioni!Forse, ti ho annoiato amico Tevere.Adesso insieme andiamo a gettarci nelle fresche acquesalate del mare, per nuove avventure! Alexandra Stokeli

Se fossi un fiume vorrei essere il fiume Po. Mi presento:sono un bel fiume lungo, acquoso e molto fresco.Mia madre è un grandissimo ghiacciaio e il mio papà,invece, è un mare salato.Nella mia vita ho visto pesci, pescatori, ma la cosa piùbella è quella che gli animali si rinfrescano con le mieacque, poi mi fanno anche il solletico.Io ho molti amici che sono: Sassino, che è un piccolosasso, Alberone che è un grande albero e infine Melminoche è una piccolissima melma.Intorno a me ho visto spettacoli indimenticabili; c’eranofarfalle, uccelli che facevano il nido sopra gli alberi etante altre cose belle!Però una volta ho visto una cosa molto brutta: i pescatoriinquinavano l’acqua di mio padre, allora mandai su-bito una corrente fortissima su di loro e feci ribaltare laloro barca.E qui finisce la mia storia, e dico anche che è molto belloessere un fiume!! Quante emozioni! Nicholas Livi

Se io fossi un fiume vorrei essere il fiume Po.Nasco da uno dei monti più alti d’Italia, cioè il Monviso.Partirei lievemente essendo un ruscello, scendendo incon-trerei altra acque, e con loro farei amicizia.Poi diventerei più arrabbiato, diventerei un torrente, corre-rei e mi divertirei, sempre in cerca di avventure.Un giorno venne a dissetarsi nelle mie fresche acque un orsoe mi faceva il solletico.Io ridevo a crepapelle.Scesi in pianura, ingrossato da altri torrenti miei amici.Incontrai pescatori, pesci, uccelli che volavano su di me e sispecchiavano nelle mie acque.Arrivai in una grande pianura, la pianura Padana, irri-gando campi coltivati, dando risorse indispensabili perl’uomo: pomodori, insalata, carote, zucchine e tante altrerisorse, perché l’uomo mi sfrutta, e io devo fare il corso.Ho un bellissimo delta che mi butta nel mare Adriatico.Che bello essere un “lungo nastro d’argento!” Sofia Mezzaroma

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 39la geografia umanistica

Se io fossi un fiume vorrei essere il fiume Aniene.Nasco sul monte Tarino, dopo un po’ di tempo divento unruscello; dei piccoli insetti cominciano a succhiare le miefresche acque. Le farfalle si specchiano, i girini e le rane sal-tellano su e giù.Pian piano divento un vero fiume e alzando lo sguardo os-servo il cielo sorridente che si riflette nelle mie acque.I fiori si lavano gli occhi e si dissetano nel mio letto.Nel mio lungo percorso incontro valli, paesi, città.Faccio compagnia a tante persone, animali ed io sono fe-lice di incontrarli e fare esperienze con loro.Il mio percorso termina quando le mie acque confluiscononel biondo Tevere, che vive a Roma.Sono felice di unirmi a Lui, per poi proseguire in un grandemare salato, il mar Tirreno! Alexandru Leontescu

Io mi chiamo Aniene e nasco da duemonti: dal monte Tarino, in provincia diFrosinone e dal monte Autore, in provinciadi Roma.All’inizio sono un piccolo ruscelletto chescorrendo lungo i pendii scendo arrab-biato e impetuoso, mi ingrosso piano pianoe divento un torrente.Nel mio viaggio incontro dei dislivelli,delle cascate e la mia fauna è di trote ebranzini.L’Orso Marsicano, il lupo, i cervi, i caprioli,le volpi vengono a bere le mie frescheacque.Il mio viaggio continua e rallento il mio corso arrivandoin pianura.Insieme ai miei amici torrenti sono un bellissimo nastrod’argento e scorro felice nel mio letto.In pianura ho conosciuto pescatori, turisti che mi hannoscattato foto; mi sono sentito una star!.Alla fine del mio corso mi tuffo nel fiume Tevere, per questomi chiamano Teverone. Infine le mie acque diventano salate, incontrando il marTirreno. C’è un aspetto della mia storia che poca gente co-nosce. Tutti credono che mi sono sempre chiamato Aniene,ma all’epoca il mio nome era Parenzio, il nome di un reche annegò nelle sue acque.Prese il suo posto Anio, il re degli Etruschi che cambiò ilnome da Parenzio in Aniene.Anio aveva una bellissima figlia di nome Salea, a cui eramolto affezionato; un brutto giorno Salea fu rapita da unragazzo di nome Cateto, capitano delle guardie regie.Il padre chiamò le guardie per dare la caccia a Cateto eSalea. Il padre prese un cavallo e si incamminò; all’improv-viso scoppio un violento temporale e sfortunatamente Anio eil cavallo annegarono.L’Amore per la figlia avrebbe superato gli ostacoli che la na-tura gli aveva posto dinanzi.Da allora la leggenda ci racconta che ogni volta che iniziaa piovere si sentono i lamenti di Anio che cerca ancora lasua adorata figlia Salea. Vi è piaciuta questa storia?Spero proprio di sì, sono orgoglioso di essere il fiume Aniene,così ricco di storia! Roberta Rasteanu

Io vorrei essere il fiume Po.Nasco da un’alta montagna, il Monviso.All’inizio sono un piccolo ruscello, poi pian pianino,scendendo dalla montagna divento un torrente.Durante il percorso ho conosciuto altri piccoli torrenti.Insieme abbiamo visto un mondo bellissimo dove c’eranocervi, uccelli e i loro nidi. Mi sono sentito felicissimo, peròun brutto temporale ha fatto scappare tutti gli animali emi sono sentito un po’ triste.Con il mio pensiero buono ho sconfitto i brutti pensieriche avevo. Ho visto tante cose un po’ violente.Finito il temporale gli animali sono tornati e dopo un po’ho incontrato una bellissima cascata; avevo il cuore amille e correvo veloce.Finalmente, dopo tante avventure, sono arrivato in unagrande pianura, la pianura padana.Quanti pesci ho conosciuto! Lentamente sono andato agettarmi in una grande distesa di acqua salata: il mare!Che meraviglia! Girolamo Tarquini

Vorrei essere il Po.Nasco dal Monviso e pian piano tra mille avventure arrivoin pianura, insieme ai miei amici torrenti.Mi piace dissetare gli animali ed è bello quando gli uccellisi tuffano nelle mie acque per rinfrescarsi il becco e, vani-tosi, si specchiano.Quanti contadini ho aiutato per coltivare il riso nelle ri-saie! Insieme a tutti i miei affluenti sfociamo in unagrande distesa di acqua salata: il mare! Che bello!

Dario De Lellis

Se io fossi un fiume vorrei essere il fiume Aniene.Nascerei dalla mia mamma, cioè una sorgente con acquacristallina. Un giorno mia mamma si sentì male e mi par-torì. Ero nato!All’inizio ero un piccolo ruscello, quindi pochi animali ve-nivano a bere da me.Però un giorno un piccolo cerbiatto venne a bere e io glidiedi tutte le mie acque buone: è così che diventammoamici. Continuai il mio percorso; adesso la discesa era unpo’ ripida ed è proprio in quel momento che incontrai altriruscelli. Tutti insieme corremmo, corremmo, sempre insieme.Un brutto giorno incontrammo un gigantesco dislivello,era una cascata! Proseguimmo sempre insieme e arri-vammo in pianura; ci abbracciammo e ci unimmo for-mando un unico fiume; il Tevere.Arrivammo poi in grande distesa di acqua salata; il mare!Ragazzi che avventura meravigliosa! Ginevra Poggi

Vorrei essere il fiume ...

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p. 40 CONVITTO CITTÀ N. 18 Uscite didattiche della Scuola Primaria

a cura dell'insegnanteMara Salvati Le Galline di AdelandiaLe Galline di Adelandia

Nel mese di Maggio 2015gli alunni delle classi 2A e

2B della scuola primaria delConvitto accompagnate dalleinsegnanti Mara Salvati, Da-niela Ronci e dalle educatriciSara Di Micco e Rosaria At-torre hanno visitato un alleva-mento familiare di polliornamentali.La proprietaria, signora Adele,ha trasformato la sua passioneper le galline in una occasionerivolta a bambini ed adulti diconoscere meglio questi pen-nuti, adibendo nella sua villaun allevamento di galline dirazza chiamato “ Adelandia.”Situato a pochi passi dall’areaarcheologica di Villa Adriana,storica residenza dell’impera-tore Adriano, l’allevamentovuole far conoscere unaspetto trascurato dall’epocacontemporanea: avere unagallina per amica.Martina, la figlia della si-gnora Adele, ci ha ricevutomolto gentilmente, ci ha fattiaccomodare sotto un bellis-simo larice e ci ha dato inte-ressanti informazioni suquesti animali.Esistono galline di tante razzediverse: alcune di piccole di-mensioni ed altre che sonodelle vere e proprie giganti. La SUSSEX dalle zampe rosa,la MARANS che fa le “uova dicioccolato” perché sono di co-lore marrone molto scuro.L’AUSTRALORP che ha il re-cord di deposizione di uovain un anno, la gallina MORO-SETA con la pelle nera e lepiume bianchissime, la CO-CINCINA, una piccola galli-nella importata dalla Cinamolti anni fa e regalata a unaguardia del corpo della Re-gina d’Inghilterra.La CHIOCCIA è la gallinaalla quale, in un certo pe-riodo dell’anno, viene la“febbre” a 37.7 gradi, allorasi accovaccia sulle uova e letiene al caldo fino a quando,dopo 21 giorni si schiudonoed escono i pulcini.

Martina ci ha fatto coccolareuna gallinella dalle piumemorbidissime… un bambino

ha esclamato:- Sembra che èstata lavata con un ammorbi-dente!Le galline possono vivere dai5 ai 12 anni, depongono sol-tanto un uovo al giorno enon tutti i giorni.-Cosa mangiano le galline?Hanno chiesto gli alunni. Mar-tina ha risposto che una gal-lina mangia circa 200 kg dirifiuti organici ogni anno(pane secco, bucce di frutta,ecc…) uno smaltimento natu-rale di tutto rispetto!Dopo tutte queste informa-zioni eravamo proprio curiosidi vedere le nostre galline. Eallora via a visitare il pollaio:che meraviglia! C’erano tantegabbie aperte da cui gli ani-mali erano liberi di uscire e“razzolare” fuori ripetendo illoro continuo coccodè e chic-chirichì! A formare un vero eproprio incessante concerto,

che si diffondeva fino in lon-tananza. Particolarmente inte-ressante è stato vedere le

gabbie conluci a raggiinfrarossiche tene-vano alcaldo i pul-cini e l’incu-batrice: unamacchinache “sosti-tuiscemammachioccia” incui si met-tono le

uova e si tengono al caldo fin-ché si schiudono. Ci siamo av-vicinati in silenzio e…meraviglia: abbiamo assistitoin diretta alla nascita di unanuova vita! Un uovo pianopiano si è aperto… ed è uscitoun piccolo pulcino tutto spen-nacchiato. Abbiamo deciso dichiamarlo MAURIZIO… in

onore del nostro vice Rettore!Tra le galline, polli e galli,c’era anche un ospite perma-nente, un meraviglioso pa-vone, che si è presentato a noicon la sua bellissima codamulticolore e che ha suscitatola meraviglia dei bambiniquando ha fatto la ruota.Martina, ad un certo punto,ha diviso i ragazzi in due squa-dre: quella dei galletti, capita-nata dalla maestra Mara equella delle gallinelle, capita-nata dalla maestra Daniela. Ibambini si sono cimentati inun quiz dal titolo: “Chi è ilvero re del pollaio?”. C’eranodelle domande a cui pote-vano rispondere solamentedopo aver ricercato le infor-mazioni disseminate tra legabbie del pollaio. I ragazzihanno partecipato con entu-siasmo, correndo tra le gabbiee “starnazzando” più fortedelle galline. Alla fine hannovinto… tutte e due le squa-dre! Come premio c’era unabuonissima merenda con ilciambellone al cioccolatofatto dalla signora Adele…naturalmente con le uovadelle sue galline.Dopo la merenda, abbiamofatto un laboratorio didatticocolorando con gli acquerellidei “porta-uova” a forma dianimale che poi abbiamo por-tato a casa .Purtroppo il tempo corre ve-loce quando ci si diverte… edera già ora di tornare al Con-vitto. Ci sarebbe piaciuto ri-manere ancora a correre sulprato… tra gabbie, galline,galli, erbe aromatiche e bellis-simi fiori… in una splendidagiornata di primavera!

Le tre classi seconde. Sopra la IIB con l’ins. Salvati e l’Ed.DiMicco. Sotto: la IICdell’ins. Giocondi. In fondo la IIA con

l’ins. Ronci e l’Ed. Attorre.

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Periodico del C.N. di Tivoli p.41Uscite didattiche della Scuola Primaria

Un asino... due asini...tre asini... ma quanti asini! Un asino... due asini...tre asini... ma quanti asini! Questa è una mania. Anzi è asinomania!Questa è una mania. Anzi è asinomania!

A cura dell’InsegnanteCristiana Pisanelli

LL'azienda si propone loscopo di scongiurare

l'estinzione di questo ani-male dalla natura forte erobusta ma allo stessotempo sobria e frugale.Dopo un viaggio di circaun'ora e 30 finalmente l'ar-rivo! Che emozione! Eravamotutti ansiosi di conoscere inostri amici animali! Ci hasubito accolti lo staff degliesperti dell'azienda, in par-ticolare Francesca e Zairache ci hanno condotti daAmbra, uno splendido esem-plare di poiana femmina.Alessandra, l'altra esperta,ce l'ha presentata come"l'amica degli asini".Ambra era magnifica con isuoi occhi neri e profondi, ilbecco ricurvo, gli artigli af-filati e il suo aspetto regale.Ci ha emozionati il volo diAmbra sulle nostre teste: ilnostro cuore batteva forte!Salutata la nostra amica po-iana, finalmente il primo in-contro con i nostri amiciasini.Francesca ci ha presentatoquelli che sarebbero stati inostri compagni di viaggio:la piccola Giulietta dal pelogrigio e con la croce di S.Andrea, Cindy, come la fa-mosa fotomodella così chia-mata per il suo portamento,infine Fiona come la princi-pessa di Shrek e con lemacchie marroni. Ci hanno detto di parlareloro dolcemente e senzagridare perché il loro uditoè molto sviluppato, così noidopo una prima carezza ab-biamo potuto spazzolarle ecoccolarle. Era molto belloprendersi cura di loro.Da qui l'avventura è conti-nuata con una passeggiatanel bosco in loro compagniacondividendo paesaggi,

odori e rumori del luogo.A turno le abbiamo potuteguidare per un lungo sen-tiero in salita fino alla fia-besca "Valle degli Asinelli"una radura nel bosco. Chemeraviglia! Sembrava di vi-vere veramente in unafiaba!Lì un'altra forte emozione!Indovinate? A turno tuttiabbiamo potuto cavalcarlecon l'aiuto delle guide edegli insegnanti, poi le ab-

biamo riac-compagnate inazienda.Eravamo esau-sti dopo tantastrada ma ve-ramente felicidi aver vissutoquesta splen-dida avven-tura.Da qui un'al-tra bella sor-

presa infatti abbiamopotuto preparare delle bellefocaccine che poi ci hannocotto al forno a legna. Comeerano buone: soffici e gu-stose! Infine ancoramolto altro: tanta mu-sica a ritmo di stru-menti vari, canti e balli.Che bello, anche le mae-stre sembravano tor-nate bambine e si sonodivertite insieme a noi!Purtroppo era il mo-mento di salutare i no-

stri dolcissimi amici e un po'tristemente, dopo aver visi-tato il Museo dell'Asino, ac-quistato qualche souvenir esalutato i nostri accompa-gnatori ma soprattutto i te-nerissimi asinelli, un po'tristemente siamo tornatial pullman ...ma è bastatopoco perché ci ritornasse ilsorriso, infatti abbiamopensato di tornarci prestocon le nostre famiglie.Siamo tornati a casa arric-chiti da questa nuova espe-rienza: abbiamo conosciutogli animali più dolci e affet-tuosi del mondo!

Le classi 4aA e 4aB della scuola primaria accompa-gnate dalle insegnanti Ippolito, Falchi, Pisanelli eSantolamazza e dagli educatori Cambise e Pierangeli,il giorno 11 maggio hanno partecipato alla visita gui-data presso l'azienda Asinomania che si trova nellaprovincia dell'Aquila a pochi km da Sulmona, cittàd'arte e di storia, e ad Introdacqua, uno dei borghipiù belli d'Italia.

Immagini acura dell’Educatore

Mario Cambise

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p. 42 CONVITTO CITTÀ N. 18 Uscite didattiche della Scuola Primaria

CCome scriveva Johan Hui-zinga “la cultura” altro

non è che il luogo di un gioco!Infatti sin dall’antichità simanifesta come gioco poichéin esso viene rappresentatoin FORME E STATID’ANIMO: è una funzioneche contiene un senso “Edu-cativo”! Se, poi questo “Pensiero Lu-dico” afferma che i cucciolidi animali giocano con “delleregole” per imparare… diver-tendosi… allora lo zoomarinediventa il LUOGO IDEALEper HOMO LUDENS.Infatti il Parco ...si tra-sforma in “Giardino Zoo-logico” dove l’Educazione,la Divulgazione Scienti-fica e la ricerca sono ipunti cardini di una filo-sofia nel far …CRESCEREculturalmente il bambino,facendolo “giocare e di-vertire”. La gioia dei ra-gazzi si unisce al sapere !Se poi… vicini a questo“Giardino” vi è in luogo dovecorre la fantasia epica… perraggiungere un’epopea sto-rica: abbiamo il grande in-contro. Homo Ludensapproda sulle coste laziali…esimpatizza con il grandeEnea dal carattere eroicodel sommo Virgilio. E così,Homo Ludens si mette ingioco, per ricercare e tro-vare “nel luogo” indizi sto-rici, epici eletterari-artistici nati dal-l’istinto virgiliano.Il nostro Homo Ludens… di-vertendosi diventa HomoSapiens.Bravi ragazzi …Virgilio sa-rebbe fiero di voi ... in fondoanche lui …era un’anima fan-tasiosa e fanciullesca.Che divertimento! Che alle-gria! Giovedì 14 ci aspettavail parco divertimento Zoo-marine a Torvajanica, con isuoi attori principali! Il sole,

Acura dell’InsegnanteMaria Ziantoni e dell’Ed. Gerardo Russo

Homo ludens… incontra il grande Enea diVirgilio… allo Zoomarine

Emozioni in giocoEmozioni in gioco

giocava a nascondino con lenuvole e con il suo amicoEolo... voleva così rendersi...simpatico. Con entusiasmosiamo approdati... sulle costelaziali! Questi luoghi cihanno fatto andare indietronel tempo e così...ecco arri-vare l'Eroico Enea e la suasposa, principessa Lavinia!Quanta emozione! Natural-mente il nostro viaggio èstato più breve e sicura-mente più divertente: nonavevamo le tempeste terri-bili di Giunone ...contro! Chesollievo! Il viaggio così conti-nuava : " ed ecco" si era aperto davanti ai no-stri occhi...uno spazio im-menso! La natura erarigogliosa e sembrava la"Primavera" delBotticelli...quindi non è statauna "birichinata" correre diqua e di là: "il verde selvag-

gio ...ci chiamava"! Gli inse-gnanti, ci guardavano ...atto-niti: sicuramentedesideravano ancheloro...tornare fanciulli e cor-rere con noi! Poi, pian piano ipercorsi tematici di zoologiaprendevano vita! Entrati nelcuore del parco...come primaesplorazione siamo andati

alla Piana dei Rapaci: e cosìla velocità del falco ci ha im-pressionato, e l'eleganza conl'apertura alare dell'aquilareale ci aveva ...incantato.Successivamente siamo arri-vati alla foresta dei pappa-galli TROPICALI! Piumaggidai colori vivaci! Sembravache li avessero presi da unquadro di Picasso. Il tourcontinuava...e la Baia dei Pin-nipedi ci attendeva e cosìsiamo subito entrati in em-patia con le foche e...i leonimarini! Il maschio...che fi-sico bestiale! subito dopo...in spiaggia con i pinguini...senza il costume, solocome visita di cortesia! Ma ilmomento "Magico" è statol'incontro con i Delfini! Liavevamo già conosciuti conlo studio e i lavori di ricerca!Quanto entusiasmo nel ve-derli giocare, saltare e faredelle piroette acrobatichecon grazia e armonia! Ma,quello che è stato più belloera vederli scherzare tra diloro come facciamo noi bam-bini monelli! Poi, poi, poi...come un piccoloPrincipe è stato presentatoun cucciolo di delfino chia-mato ...sapere come? Ene-aaa! Non poteva esserealtrimenti! Con il cuore l'ab-biamo nominatomascotte...della IVC! Il solestava tramontando...c'era ildesiderio di continuare ilviaggio verso...altri lidi con...L'Eroico Enea. Ma essendo"piccoli" l'amore per il portosicuro ci...richiamava!In quel momento ci siamosentiti come Ulisse che ri-tornò nella sua amata Itaca!Enea, nostro capostipite cicapirà...! Tibur Superbum ci...aspettava!

Eccomi!

disegno di Lavinia Brocchi

Alessandro dov’eri?

Ora… “Emozioni in gioco” …poiché come ricorda Pla-tone “Si deve vivere…giocando!”

La classe IVC

Il cucciolo Enea

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 43Laboratorio di arti magiche al Convitto

SSogno o realtà, ragione o fan-tasia, scienza o religione, sensopratico o di meraviglia. Sono tuttitermini questi sempre separatidalla lettera “o”, quasi a sottoli-neare il fatto che possano coesi-stere tra loro solo in rapporto diantitesi ed esclusione.Il grande Einstein diceva che:“la mente intuitiva è un donosacro mentre quella razionale èun fedele servo; e noi abbiamocreato una società che onora ilservo e dimentica il dono”.C'era una volta ...quante volteabbiamo ascoltato queste pa-role da piccoli? Poi crescendo ciinsegnano a non credere alle fa-vole e ad affrontare la vita consenso pratico; ma a volte unafavola può cambiare la vita.Spesso nei miei spettacoli rap-presento la favola che raccon-tava sempre un anzianosignore al suo nipotino. La fa-vola narra di un ragazzo cheattraversando un ponte si im-batté in una gattina con lazampetta spezzata, il giovaneimpietositosi la raccolse, laportò a casa con sé, la curò ein breve tempo divennero in-separabili. Passò altro tempofinché un triste mattino la gat-tina sparì nel nulla e non se neebbe più traccia; vano fu ognitentativo di ritrovarla.Qualche tempo dopo il ra-gazzo ormai rassegnatosi ri-trovò per caso ad attraversarelo stesso ponte ...e mentre lofaceva intravide da lontanoun'anziana signora avvolta inun mantello venirgli incontro,man mano che si avvicinava ilragazzo sentiva una strana sen-sazione attanargliarli il cuore.Giunti vicino l'una all'altro ladonna si rivelò alzando il man-tello e mostrando il braccio fa-sciato. Guardando il ragazzonegli occhi disse: “le apparenzepossono aver ingannato i tuoiocchi ma non il tuo cuore, soche mi hai riconosciuta ...mihai raccolta proprio qui, suquesto ponte. Sei stato buonocon me e per questo tu saraiprotetto dalle stelle per sette

Onora ...il donoOnora ...il donoEducatore Carlo Pierangeli

generazioni. Accetta questodono! Ti porterà fortuna...”L'anziana donna mise nellemani del giovane un mazzo dicarte consumato dal tempo enello stesso istante svanì. Stor-dito da quanto accaduto il ra-gazzo tornò a casa in preda asensazioni contrastanti: erastato vittima di una burla? O

aveva assistito ad un eventodavvero magico e speciale? Perqualche tempo cercò di di-menticare l'accaduto ma poi glicapitò di leggere per caso unlibro in cui si attribuivano lefortune in battaglia del grandeNapoleone Bonaparte ad unmazzo di carte regalategli daun'anziana signora e nello

stesso tempo si faceva riferi-mento ad un suo precedenteincontro con una gattina dallazampetta spezzata!Quel libro fu una vera e pro-pria illuminazione perché dalpreciso istante in cui lo lesse lavita del giovane cambiò. Egliiniziò a vedere tutto con fidu-cia, ottimismo e senso di me-raviglia. Ogni suo progettofiniva per realizzarsi come letessere di un mosaico che an-davano tutte magicamente aloro posto. Ora, la domandaè: quel mazzo di carte avevadavvero qiualcosa di magico oera stato solo il tramite per ac-cendere un potere già vivo masepolto dentro di lui?E quel potere non è forse lostesso potere insito nelle con-vinzioni e nell'ottimismo di cia-scuno di noi? Forse i nostripensieri hanno davvero una ca-rica di magia e di vita e noisiamo creatori inconsapevolidella nostra realtà! La veritànon ci è dato conoscerla, ma lafavola che l'anziano signore rac-contò al nipotino finì davveroper ...cambiarmi la vita... per-ché quel bambino ero io e l'an-ziano signore era mio nonno!In conclusione mi chiedoquanti di noi stanno ancoracercando quel libro... ehanno dimenticato il donoper onorare il fedele servo...e allora sì... facciamo sem-pre che la ragione ci aiuti a“sopravvivere” ma lasciamoche sia il cuore ad insegnarcia “vivere”, non smettiamomai di sognare e lasciamo cheil sogno sia sempre un'ombrache preceda il nostro passo.

La storia di un libro, il fascino di un nonno, misteriose abilità.L’educatore fa sognare i bambini e accende in loro la scintilladella curiosità. Sembra solo un gioco, ma è proprio così?

L’Ed. Carlo Pierangeli in alcuni dei suoi giochi di prestigio du-rante l’ultimo spettacolo realizzato per i bambini della Scuola

Primaria del Convitto in Aula Magna.

Dall’alto in basso i seguentinumeri: il fakiro, le corde,

streamer, il tavolo e il pupazzo.

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p. 44 CONVITTO CITTÀ N. 18 IX Edizione delle Convittiadi - Bibione

Le Convittiadi 2015 a Bibionesono state una vera sorpresa,lo stare sempre in compagniaci ha permesso di conoscercimeglio, aiutarci l'un l'altro, didarci coraggio nonostante i ri-sultati degli incontri.Le nostre giornate sono statemolto impegnative e diver-tenti: ci svegliavamo presto etra le 7,30 e le 8 facevamo co-lazione; subito dopo comincia-vano incontri e gare di ognitipo: volley, calcio, beach vol-ley, scacchi, ping-pong ...allequali tutti i nostri compagnipartecipavano con tutta laloro passione. Raggiunge-vamo i campi di gara ancheall'esterno del villaggio condei bus navetta, entrando incontatto anche con ragazze eragazzi di altri convitti.Intorno alle 12,30 affamatiandavamo a pranzo e poinelle nostre camere per ripo-sarci, ma molti di noi preferi-vano stare insieme perparlare e giocare.Nel pomeriggio seguivamo lealtre gare che terminavanointorno alle 19 e, subito in ca-mera per una doccia salutareed eravamo pronti per lacena. La sera i prof ci permet-tevano di rimanere fuori inveranda davanti ai nostri ca-ravan, con i nostri compagni eragazzi e ragazze di altri con-vitti che volentieri invitavamoa stare con noi. Più tardi glieducatori suonavano la riti-rata in camera e spesso siamorestati comunque svegli achiacchierare.Il divertimento è stato moltoma c'è stata anche un po' didelusione perché siamo tor-nati a mani vuote.Abbiamo dato sempre il mas-simo nelle nostre prestazionisportive e anche se non ab-

biamo portato a casa nessunamedaglia, siamo convinti ditornare il prossimo anno piùbattaglieri e determinati.Le sconfitte però ci hanno re-galato un'opportunità: cisiamo potuti sdraiare sullaspiaggia a prendere il primosole della stagione, e alcunihanno potuto fare il bagnonella piscina riscaldata delmeraviglioso villaggio che ciha ospitato. Infatti il beltempo ha accompagnatotutti i giorni della nostra espe-rienza.Ringraziamo tutti gli educa-

tori, gli allenatori, la sig.raRita e l'autista del pullmanFranco che ci hanno accom-pagnato in questa irripetibileesperienza di vita insieme.Al nostro ritorno abbiamoriabbracciato felici le nostrefamiglie, con la certezza diavere nella mente e nel cuoreun ricordo fantastico!

A cura dell’Ed. Francesco Leonardi Con le mani e ...col cuore

Sopra, il gruppo degli atleti alcompleto.

Sotto, gli scacchisti e i marcia-tori.

Pagina a fianco, in alto lasquadra di calcio con i cuginidi Roma, insieme al RettorePaolo Reale. A fianco, i due

nuotatori. Sotto, la squadra dicalcio di spalle; la squadra di

volley e quella di Beach volley.

Siamo partiti assonnati, emozionati ed agitati, sa-remmo arrivati dopo otto ore a Bibione (VE), per par-tecipare alla IX edizione delle Convittiadi 2015.Viaggio lungo, ma tranquillo grazie anche all'espe-rienza dell'autista Franco che ci ha portato davanti al-l'ingresso del Villaggio Turistico Internazionale, dovelo staff della società “RaduniSportivi” ci ha accolto gui-dandoci all'interno di questo organizzatissimo quantoesteso villaggio.

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 45Ospitate dal C.N. Foscarini di Venezia dall’11 al 18 aprile 2015

C.N. Tivoli – C.N. RomaIl primo tempo ci ha visto con-durre l'incontro per due reti azero, ma purtroppo la squa-dra avversaria ha realizzatoin poco tempo tre reti, por-tandosi in vantaggio.Durante il secondo tempo inostri avversari hanno realiz-zato altre quattro reti e lapartita è terminata con il ri-sultato di 3 - 7. Abbiamo chie-sto al mister unaconsiderazione sull'incontro eha dichiarato che l'impegnodei nostri ragazzi è stato mas-simo, ma le notevoli diffe-renze fisiche hanno fatto ladifferenza favorendo la vitto-ria dei cugini romani.

M. Ferro

Calcio a cinque

C.N. Tivoli - C.N. BariPer la seconda partita di cal-cio ci siamo trasferiti in uncampo presso un centro spor-tivo nei pressi di Bibione. Lapartita in programma eracontro gli alunni del convittodi Bari. Primo tempo allagrande, due a zero: è stato ungran primo tempo, allagrande, andavamo al riposodue a zero !Nel secondo tempo i giovanibaresi hanno recuperato losvantaggio e la partita è ter-minata 2 – 2.Partita bella, ma temiamo dinon riuscire a qualificarci, ma inostri ragazzi resteranno sem-pre i migliori. Forza Tivoli,facci sognare!

L. Marianelli

C.N. Tivoli – C.N. MilanoIl nostro primo incontro si èsvolto domenica 12 aprile. Du-rante il primo set ci siamo tro-vate in vantaggio per 17 – 9,ma poi è iniziato il recuperodei milanesi fino a vincere ilprimo set.Noi speravamo nel secondovisto la buona prestazione, male nostre atlete prese dall'ansiae dalla paura hanno persoanche il secondo set 13 – 25. Ci è dispiaciuto moltissimo,ma non ci arrendiamo perchéci hanno insegnato ad andareavanti qualunque cosa ac-cada. Forza Tivoli !

L. Marianelli

Volley

C.N. Tivoli – C.N. VeronaEccoci ad assistere all'incontrodi beach volley della nostrasquadra contro la squadradell'Educandato di Verona. Cisiamo lanciati determinati suogni pallone, finendo spessosulla sabbia. Non c'è stata sto-ria, abbiamo vinto il primo, ilsecondo e il terzo set, nono-stante l'impegno dei nostri av-versari.

C. Maiello

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p. 46 CONVITTO CITTÀ N. 18 Attività sportive e integrative nel Semiconvitto

Anche quest'anno lanostra scuola ha par-tecipato ai GSS, aperti

soltanto alla categoria Ca-detti/e (anni di nascita2001/2002). Le specialità par-tecipate sono state: Atleticaleggera su pista, Corsa cam-pestre, Pallavolo e Badmin-ton.Il primo impegno è stato il 18febbraio presso la città mili-tare della Cecchignola (Rm),con gli atleti GianmarcoClissa, Giuseppe Iebba, Da-vide Ricci e Nicolò Passini (M),Lucrezia Colacresi, Giulia Gri-gnani, AriannaTroiani e Fede-rica Napoleone (F) nelle garedi Corsa campestre.I primi giorni di marzo hannoesordito le squadre maschile efemminile di pallavolo, in untorneo provinciale che havisto la partecipazione di 72scuole, quindi con un livelloqualitativo molto alto e perquesto motivo ci soddisfa il ri-sultato raggiunto dalla squa-dra femminile del Convitto diTivoli, semifinale disputatasipresso il Centro sportivo diSan Paolo (Rm) collocandositra le migliori 8 squadre dellaProvincia di Roma. La squa-dra femminile era compostadalle seguenti atlete:Gaia Naplone, Sveva For-tuna, Giorgia Tarei, Alice Sa-batini, Valeria Palazzini,Letizia Irilli, Alessandra Giuli,Benedetta Paglia, Claudia

Tornaghi, Denise Pirazzoli.Il 30 aprile le squadre di atle-tica leggera maschile e fem-minile hanno partecipato allefasi provinciali di atletica supista svoltesi allo stadio di Ca-racalla e gli “Atleti Dir” Fa-tima Mennella, Chiara Miceli,Rebecca Motta e EdoardoGallinari hanno proseguito illoro cammino sportivo ilgiorno 11 maggio presso lo sta-dio P. Rosi di Roma e il 18maggio (fase regionale)presso lo stadio Guidobaldi diRieti. Bravissimi!Per gli studenti delle classiprime delle scuole secondariedi primo grado, che nonhanno potuto prendere parteai GSS, grazie ad un accordotra le scuole del Comune di Ti-voli si sono organizzate garedi Corsa campestre e Atleticaleggera su pista, in cui i ra-gazzi hanno dimostratobuone qualità atletiche ed unimmancabile entusiasmo.

prof. Susy Navarra

Le classi prime della ScuolaSec. di I grado hanno presoparte al progetto del Miur“Classi in gioco” che preve-deva la partecipazione deglialunni nati nel 2003 e appar-tenenti alle scuole del territo-rio a gare e incontri sportivinon competitivi, nello spiritoevidenziato dal titolo del pro-getto.Si è quindi organizzato con icolleghi della S.M.S Baccelli ela S.M.S Segré sia la corsacampestre, che si è tenuta il 12marzo scorso presso campo

Ripoli, sia legare di Atleticaleggera su pista,giovedì 21 mag-gio. Alcuni ra-gazzi e ragazzedella scuolahanno dimo-strato in en-trambi gliincontri di pos-sedere eccellenticapacità.

Classi in gioco

Giochi Sportivi Studenteschi

Sopra, il gruppo della campe-stre; a scendere la prof. Na-

varra con le atlete DIR Fatima,Chiara e Rebecca; i ragazzi

della campestre, le squadre divolley maschile e femminile.In basso, Classi in gioco, a

Campo Ripoli.

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Periodico del C.N. di Tivoli p. 47Attività sportive e integrative nel Semiconvitto

Grazie al progetto delCONI-Lazio, “I Gio-vani incontrano i

Campioni”, mercoledì 4marzo sono venuti a farci vi-sita presso la nostra scuola,due testimonial d’eccezionedel mondo dello sport, unacoppia di ballerini apparte-nenti alla Federazione Ita-liana danza sportiva(FIDS),Tiziano Caleffi e Valen-tina Barcellona, vincitori e fi-nalisti di molte competizioninazionali ed internazionali.

Questi ballerini sono venuti aparlarci in generale di culturasportiva e a renderci partecipidelle gioie della loro espe-rienza di atleti.Nella stupenda ed attentis-sima aula magna del ConvittoNazionale di Tivoli, Tiziano eValentina ci hanno dapprimaparlato dell’approccio alla lorodisciplina ed infine deliziatocon una dimostrazione del loro

talento, scatenandosi nelle fi-gure e nei passi di ballo che lihanno resi famosi.Valentina aveva iniziato dabambina a frequentare corsi didanza classica, ma a seguito diun problema alla schiena si ètrovata costretta ad abbando-nare questo sport.Il trasporto per la musica eper il ballo l’ha fatta avvici-nare al mondo caraibico, fa-cendole scoprire le danze

latino-americane, salsa, ba-chata e merengue. Lo stessointeresse aveva attratto Ti-ziano, dopo anni di scuola cal-cio e si sono incontrati.Il ballo è per loro una grandepassione; hanno conquistatomolti importanti podi in variecittà italiane, danzano in-sieme da un anno e sono risul-tati trionfatori ai campionatiassoluti di Rimini del 2014.Nel corso dell’incontro ci

Silvia De Marco IIC I Giovani incontrano i Campioni hanno illustrato, poi, le poten-zialità dello sport, la sua ca-pacità di stimolare buonisentimenti, forti emozioni,grandi passioni, ma ancheperseveranza d’impegno,leale competizione e perfinogiocosa serenità.Inoltre, è stata sottolineata lanecessità della costanza nellapratica dell’attività fisica enello stile di vita fatto di saneabitudini, per una crescita re-golare del nostro fisico e di unbuono stato di salute quandosaremo adulti.Quest’incontro è stato vera-mente coinvolgente ed ap-passionante perché ci ha fattocomprendere il grande valoredello sport e delle opportunitàche esso può offrire, per la so-cializzazione, lontano da cel-lulari, computer e playstation, e per gli insegnamentiche impartisce, come saperascoltare, osservare le regole,controllare emozioni e, so-prattutto, avere rispetto per ilprossimo.

Tornei sportivi interni

Le finali sono appena con-cluse e possiamo così dare

conto dell’esito dei seguentitornei della Scuola Sec. di Igrado:TORNEO BIGLIARDINO MASCHILE: 1° Clissa Gianmarco/Iebba2° Moreschini Tommaso/

Federico Pellegrini3° Cantucci/PigliacelliTORNEO BIGLIARDINO FEMMINILE:1° Curcio/Tindara Mastroieni2° Letizia Irilli/Giorgia Tarei3° Proietti/SegnaTORNEO DI PING PONG MASCHILE:1° Lorenzo Masuccio2° Leonardo Lamagna3° Iovenitti

Spirito di competizione e solidarietà sportiva insieme alla sacralità del gioco sono allabase dei tornei interni che anche quest’anno hanno accompagnato studenti e alunni delConvitto nei lunghi mesi di scuola.

TORNEO PING PONG FEMMINILE: 1° Federica Napoleoni2° Marta Simon3° S. NapoleoniTORNEO DI CALCIO: 1° classificata 3aC2° classificata 2aC1° classificata 1aC2° classificata 1aATORNEO DI PALLAVOLO: 1° classificata 3aC2° classificata 3aA1° classificata 1aC2° classificata 1aCb

Ed. Carlo Bernardini eMario Medaglia

Page 48: CONVITTO CITTA · Spettacolo teatrale di fine anno - Classi quinte Periodico del C.N. di Tivoli p.5 Il Sindaco Proietti, le autorità civili e militari assistono allo spettacolo.

CITTÀCONVITTO