CONVEGNO Localismo bancario e sviluppo: un rapporto in ... · early stage (investimenti nelle fasi...
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CONVEGNOLocalismo bancario e sviluppo: un rapporto in
divenire
Faicchio, 26 ottobre 2012Faicchio, 26 ottobre 2012
CONVEGNOLocalismo bancario e sviluppo: un rapporto in
divenire
Faicchio, 26 ottobre 2012Faicchio, 26 ottobre 2012
BANCHE E IMPRESE NELL’ECONOMIA CAMPANABANCHE E IMPRESE NELL’ECONOMIA CAMPANA
Giuseppe BoccuzziDirettore della Sede di Napoli della Banca d’Italia
L’economia italiana si caratterizza per l’elevata presenza diimprese di piccola dimensione, particolarmente dipendenti
dal credito bancarioQuota di valore aggiunto realizzato dale imprese con meno di 50 addetti
nel 2009
39,6
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Portug
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Sweden
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Denmark
Poland
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Austria
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media UE
Italia
Quota di valore aggiunto realizzato dale imprese con meno di 50 addettinel 2009
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media UE
Italia
Fonte: Eurostat
Al Sud e in Campania, l’incidenza delle microimprese è maggiore della media nazionale
Distribuzione%degli occupati per classi dimensionali di impresa
TerritorioMicro
(finoa9addetti)
Piccole(10-49
addetti)
Medie(50-249addetti)
Grandi(250 addetti
epiù)
Totaleimprese
Centro-Nord 48,4 24,5 16,6 10,5 100,0
Mezzogiorno 60,0 21,5 11,3 7,1 100,0
Campania 58,3 21,5 11,7 8,5 100,0
Distribuzione%degli occupati per classi dimensionali di impresa
TerritorioMicro
(finoa9addetti)
Piccole(10-49
addetti)
Medie(50-249addetti)
Grandi(250 addetti
epiù)
Totaleimprese
Centro-Nord 48,4 24,5 16,6 10,5 100,0
Mezzogiorno 60,0 21,5 11,3 7,1 100,0
Campania 58,3 21,5 11,7 8,5 100,0
Fonte: Istat
La scarsissima rilevanza degli interventi di finanza esterna nelcapitale di rischio delle nostre imprese, ne acuisce la dipendenza
dal credito bancario
Investimenti in capitale di rischio in % del PIL. Anno 2007
0,000
0,010
0,020
0,030
0,040
0,050
0,060
early stage (investimenti nelle fasi di seed e start up) expansion e replacement (non sono incluse le operazioni dibuy-out)
Italia Campania
Investimenti in capitale di rischio in % del PIL. Anno 2007
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early stage (investimenti nelle fasi di seed e start up) expansion e replacement (non sono incluse le operazioni dibuy-out)
Italia Campania
Fonte: Istat
Nel 2010 l’indebitamento delle imprese italiane, misurato dal leverage era di oltre 4punti superiore alla media dell’area dell’euro.
In Campania l’indebitamento supera di 2 punti la media italiana.Leverage delle imprese nel 2010
[debiti finanziari/(debiti finanziari + patrimonio netto)]*100
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Totale 1.micro 2.piccole 3.medie 4.grandi
Italia CampaniaIl divario Campania - Italia è dovuto almaggior indebitamento delle medie e
grandi imprese campane, mentre le microe piccole imprese italiane sono più
indebitate di quelle campane
Leverage delle imprese nel 2010[debiti finanziari/(debiti finanziari + patrimonio netto)]*100
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Totale 1.micro 2.piccole 3.medie 4.grandi
Italia Campania
Fonte: Centrale dei Bilanci
Tra le piccole e le micro imprese campane sono infattiassi diffusi i fenomeni di assenza di debiti finanziari
Quota % di imprese senza debiti finanziari
19,421,1
12,8
10,1 10,2
25,827,9
15,2
8,16,7
-
5,0
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20,0
25,0
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Totale 1.micro 2.piccole 3.medie 4.grandi
Italia Campania
Quota % di imprese senza debiti finanziari
19,421,1
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25,827,9
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Totale 1.micro 2.piccole 3.medie 4.grandi
Italia Campania
Nel primo decennio il sistema bancario italiano haassecondato la “dipendenza” delle imprese dalcredito, in Campania in misura anche maggiore
Tassi di crescita cumulati dei prestiti alle imprese tra dicembre 2001 edicembre 2010
(variazioni percentuali)
52,7
70,660,7
108,7
0
20
40
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80
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imprese piccole imprese medio-grandi imprese piccole imprese medio-grandi
Italia Campania
Tassi di crescita cumulati dei prestiti alle imprese tra dicembre 2001 edicembre 2010
(variazioni percentuali)
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imprese piccole imprese medio-grandi imprese piccole imprese medio-grandi
Italia Campania
Fonte: Statistiche di vigilanza
Con la crisi, il tasso di crescita degli impieghi alleimprese si è ridotto fino a diventare negativo
Prestiti alle imprese in Campania e in Italia: tassi di variazione(dati mensili; variazioni percentuali sui 12 mesi; dati corretti per cartolarizzazioni e riclassificazioni)
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2009 2010 2011 2012
Campania Italia
Prestiti alle imprese in Campania e in Italia: tassi di variazione(dati mensili; variazioni percentuali sui 12 mesi; dati corretti per cartolarizzazioni e riclassificazioni)
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2009 2010 2011 2012
Campania Italia
Fonte: Statistiche di vigilanza
il calo dei prestiti riflette anchel’accresciuta rischiosità delle imprese
Esposizioni in sofferenza, incagliate, scadute o ristrutturate in rapporto ai prestiti lordiin Campania (1) (2)(valori percentuali)
PERIODI
Societàfinanziarie e
assicurative
Imprese
Famiglieconsumatrici
Totale
di cui: di cui:
attivitàmanifatturiere
costruzioni servizi
piccole
imprese (3)
piccole
imprese (3)
Dic. 2010 17,6 26,3 31,8 36,5 21,1 34,6 15,1 21,4
Mar. 2011 18,2 26,8 32,5 37,0 21,6 34,4 15,1 21,7
Giu. 2011 18,1 27,6 32,7 39,1 22,3 34,7 15,2 22,2
Set. 2011 18,4 28,1 33,2 40,0 22,8 35,7 15,8 22,8
Dic. 2011 19,0 28,7 33,0 42,5 23,2 35,8 16,0 23,3
Mar. 2012 19,2 30,7 34,3 44,4 25,5 36,9 16,0 24,5
Giu. 2012 19,4 32,8 35,6 45,3 28,4 37,7 16,4 26,1
Fonte: Centrale dei rischi.(1) Dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di operazioni di cartolarizzazione. Il totale include anche le Amministrazioni
pubbliche, le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e le unità non classificabili o non classificate. – (2) Il denominatore del rapportoinclude le sofferenze. – (3) Società in accomandita semplice e in nome collettivo, società semplici, società di fatto e imprese individuali con meno di20 addetti.
Nel corso della crisi le banche hanno gestitol’erogazione del credito con maggiore selettività.
Sia le banche più grandi …Prestiti alle imprese per classe di rischio: primi 5 gruppi
(indici: III trimestre 2008=100)
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basso medio alto totale
Prestiti alle imprese per classe di rischio: primi 5 gruppi(indici: III trimestre 2008=100)
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basso medio alto totaleFonte: Centrale dei Rischi
… sia quelle minori, che peraltro maggiormentehanno sostenuto le imprese
Prestiti alle imprese per classe di rischio: altre banche(indici: III trimestre 2008=100)
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basso medio alto totale
Prestiti alle imprese per classe di rischio: altre banche(indici: III trimestre 2008=100)
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basso medio alto totaleFonte: Centrale dei Rischi
attenzione nella discriminazione del merito di credito: nonbasta l’appartenenza a una classe dimensionale piccola
per determinare un giudizio negativo sulla solvibilitàDistribuzione delle imprese campane per classe dimensionale e grado di rischio nel 2010
42,3 43,4
48,6
28,0
21,719,3
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Imprese "micro" Imprese piccole Imprese medio-grandi
imprese a rischio basso (rating 1, 2, 3, 4) imprese a rischio medio (rating 5, 6) imprese a rischio alto (rating 7, 8, 9)
Distribuzione delle imprese campane per classe dimensionale e grado di rischio nel 2010
42,3 43,4
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Imprese "micro" Imprese piccole Imprese medio-grandi
imprese a rischio basso (rating 1, 2, 3, 4) imprese a rischio medio (rating 5, 6) imprese a rischio alto (rating 7, 8, 9)
Fonte: Centrale dei Bilanci
Come l’Italia fa fronte alla carenza digrandi imprese?
• filiere industriali (“distretti” o di altreforme di aggregazioni territoriali diimprese), capaci di compensare il deficitdimensionale grazie alla generazione dieconomie di agglomerazione.
• oltre un terzo degli addettimanifatturieri in Italia sia localizzato inagglomerazioni industriali (12% inGermania e 3% in Francia)
• filiere industriali (“distretti” o di altreforme di aggregazioni territoriali diimprese), capaci di compensare il deficitdimensionale grazie alla generazione dieconomie di agglomerazione.
• oltre un terzo degli addettimanifatturieri in Italia sia localizzato inagglomerazioni industriali (12% inGermania e 3% in Francia)
Le agglomerazioni industriali sono molto meno diffuse,ma non del tutto assenti, al Sud e in Campania
Numerose ricerche condotte in Banca d’Italia mostranoche il vantaggio dell’appartenenza a un distretto si è
affievolito negli anni duemila
Per reggere il confronto internazionale ènecessario che imprese e distretti, realizzino unsalto dimensionale, tecnologico, organizzativo
migliorare lecondizioni di accesso
al credito
Risorsefinanziarie
1. maggiore capitalizzazione delle imprese conmezzi finanziari della proprietà
2. razionalizzazione e potenziamento del sistemaregionale dei CONFIDI o di altre forme digaranzia
3. sviluppo delle reti d’impresa
per il rilancio dell’economia e persostenere le imprese ad uscire dalla crisi
Sistema bancario robustoun adeguato livello di patrimonializzazionepermette di assorbire le perdite dell’attivitàcreditizia
Miglior rapporto banca impresa perfacilitare la relazione nella fase di crisi
Un sistema bancario robusto• le banche italiane hanno risentito meno della prima fase
della crisi, anche in virtù di un modello diintermediazione sostanzialmente sano:– raccolta retail– erogazione credito a favore di PMI e famiglie– bassa esposizione ai prodotti della finanza strutturata– leva finanziaria contenuta– sufficiente livello (medio) di patrimonializzazione– regole e controlli di vigilanza volti a evitare
l’assunzione di rischi eccessivi• le banche italiane risentono ora di:
– tensioni sul debito sovrano e sui mercati finanziariche determinano difficoltà di raccolta
– negativo andamento della congiuntura, che hadeterminato un forte peggioramento della qualità delcredito
• le banche italiane hanno risentito meno della prima fasedella crisi, anche in virtù di un modello diintermediazione sostanzialmente sano:– raccolta retail– erogazione credito a favore di PMI e famiglie– bassa esposizione ai prodotti della finanza strutturata– leva finanziaria contenuta– sufficiente livello (medio) di patrimonializzazione– regole e controlli di vigilanza volti a evitare
l’assunzione di rischi eccessivi• le banche italiane risentono ora di:
– tensioni sul debito sovrano e sui mercati finanziariche determinano difficoltà di raccolta
– negativo andamento della congiuntura, che hadeterminato un forte peggioramento della qualità delcredito
• le banche devono osservare un rispettosostanziale delle regole di trasparenza ecorrettezza• sia nella fase di fisiologia del rapporto• sia nella fase di patologia del rapporto
• l’impresa deve fornire alla banca leinformazioni necessarie ad esprimere ungiudizio fondato sulle sue reali condizioni e,soprattutto, sulle sue prospettive
Migliorare il rapporto banca impresa perfacilitare la relazione nella fase di crisi
Correttezza nelle relazionie trasparenza reciproca
• le banche devono osservare un rispettosostanziale delle regole di trasparenza ecorrettezza• sia nella fase di fisiologia del rapporto• sia nella fase di patologia del rapporto
• l’impresa deve fornire alla banca leinformazioni necessarie ad esprimere ungiudizio fondato sulle sue reali condizioni e,soprattutto, sulle sue prospettive
1. Elementi oggettivi / quantitativi opportunamenteelaborati:
• dati impresa• dati interni (andamentali)• sistemi di rating, scoring, modelli gestionali, ecc.
2. Elementi qualitativi:• qualità e capacità dell’imprenditore• correttezza nelle relazioni d’affari• validità dei progetti imprenditoriali• prospettive di sviluppo di medio lungo periodo
La valutazione del merito creditizio deveassegnare il giusto peso agli aspetti
quantitativi senza non perdere di vista glielementi qualitativi
1. Elementi oggettivi / quantitativi opportunamenteelaborati:
• dati impresa• dati interni (andamentali)• sistemi di rating, scoring, modelli gestionali, ecc.
2. Elementi qualitativi:• qualità e capacità dell’imprenditore• correttezza nelle relazioni d’affari• validità dei progetti imprenditoriali• prospettive di sviluppo di medio lungo periodo
Nel corso delle crisi, le banche hanno attivatoiniziative volte al supporto alla clientela e al
contenimento del costo del rischio:1. strumenti, processi e strutture di “early warning”
della crisi (di singole controparti o distrettiterritoriali/industriali)
2. gestione proattiva e tempestiva dei clienti chepresentano i primi sintomi di deterioramento,mediante la rimodulazione dell’esposizione creditiziavolta a riequilibrare la struttura finanziaria del cliente
3. figure specializzate nella gestione delle posizionicaratterizzate da maggior rischio di credito, conskills professionali adeguate all’obiettivo di individuarele migliori soluzioni per il risanamento dell’impresaaffidata
1. strumenti, processi e strutture di “early warning”della crisi (di singole controparti o distrettiterritoriali/industriali)
2. gestione proattiva e tempestiva dei clienti chepresentano i primi sintomi di deterioramento,mediante la rimodulazione dell’esposizione creditiziavolta a riequilibrare la struttura finanziaria del cliente
3. figure specializzate nella gestione delle posizionicaratterizzate da maggior rischio di credito, conskills professionali adeguate all’obiettivo di individuarele migliori soluzioni per il risanamento dell’impresaaffidata
Crisi d’impresa e ruolo delle banche• la banca può facilitare la presa di coscienza della crisi
sin dai primi segnali e quindi favorire l’avvio degliinterventi finalizzati alla preservazione dell’impresa– la decisione del ricorso ad una procedura (concorsuale)
di crisi è comunque rimessa all’imprenditore• la banca può accompagnare nel modo migliore
l’impresa nel suo percorso di risanamento finanziario– consolidamento esposizione a b/t, riarticolazione fidi per
forma tecnica, proroga o sospensione quota capitale,accodamento rate, allungamento piano d’ammortamento
– erogazione di nuova finanza– conversione di crediti in capitale
• nelle situazioni che presentano difficoltà strutturali, latempestiva evidenziazione della crisi può facilitareinterventi di rientro bonario con piani personalizzati aseconda delle reali capacità di rimborso del cliente
• la banca può facilitare la presa di coscienza della crisisin dai primi segnali e quindi favorire l’avvio degliinterventi finalizzati alla preservazione dell’impresa– la decisione del ricorso ad una procedura (concorsuale)
di crisi è comunque rimessa all’imprenditore• la banca può accompagnare nel modo migliore
l’impresa nel suo percorso di risanamento finanziario– consolidamento esposizione a b/t, riarticolazione fidi per
forma tecnica, proroga o sospensione quota capitale,accodamento rate, allungamento piano d’ammortamento
– erogazione di nuova finanza– conversione di crediti in capitale
• nelle situazioni che presentano difficoltà strutturali, latempestiva evidenziazione della crisi può facilitareinterventi di rientro bonario con piani personalizzati aseconda delle reali capacità di rimborso del cliente
La capacità di prevenire o quanto meno attutire icontraccolpi dell’andamento negativo dei mercati
finanziari è stata maggiore laddove il board ha saputomantenere il controllo dei rischi, ha evidenziato visione
strategica, ha dimostrato autorevolezza e trasparenza nelrapporto con il mercato (I.Visco, 25.9.2012)
la crisi finanziaria ha posto in evidenza il valorestrategico di un buon management e di un
sistema dei controlli efficiente al fine di rafforzarela solidità dei mercati e degli intermediari...
La capacità di prevenire o quanto meno attutire icontraccolpi dell’andamento negativo dei mercati
finanziari è stata maggiore laddove il board ha saputomantenere il controllo dei rischi, ha evidenziato visione
strategica, ha dimostrato autorevolezza e trasparenza nelrapporto con il mercato (I.Visco, 25.9.2012)
alcune banche, pur in presenza di operatività e tipologiadi indebitamento analoghi a quelli medi del settore,
sono state in grado di evitare o limitare fortemente le perditegrazie alla efficacia e alla prontezza con le quali hanno affrontato
il momento di difficoltà del mercato
Coinvolti in modo integronella gestione della banca
consapevoli delle specifichetipologie di rischi insiti
nell’operatività prescelta
per garantire un’efficace governo dei rischi
adeguata composizione e professionalità organi aziendalidistinzione di ruoli all’interno dell’aziendaforte valorizzazione delle funzioni di controllo
vertici aziendali
consapevoli delle specifichetipologie di rischi insiti
nell’operatività prescelta
interpretano il proprio ruoloin modo attivo e propositivo
flussi informativicompleti, tempestivi e
direttamente rivolti agli organidi amministrazione e controllo
sistema deicontrolli interni
articolato in funzioni autorevoli,indipendenti e “al passo”
con l’evolversi dell’operativitàdell’azienda
solo in pochi casi l’autovalutazione dei Consiglidi amministrazione è apparsa genuina e
sostanziale e ha fatto emergere bisogni dimiglioramento della compagine o delle prassi
operative
l’organo di controllo deve essere più proattivonella sua azione, anche di prevenzione di
anomalie, disfunzioni e irregolarità; esso si poneal vertice dell’intero sistema dei controlli interni e
deve garantirne l’efficacia; è un importanteinterlocutore per la Vigilanza
Aspetti di miglioramento della governance
l’organo di controllo deve essere più proattivonella sua azione, anche di prevenzione di
anomalie, disfunzioni e irregolarità; esso si poneal vertice dell’intero sistema dei controlli interni e
deve garantirne l’efficacia; è un importanteinterlocutore per la Vigilanza
Le relazioni banche imprese dopo la crisi• la crisi aumenta la selezione delle imprese, ma
anche delle banche• le imprese devono risolvere i nodi strutturali della
ridotta dimensione e degli scarsi investimenti inricerca e sviluppo
• il rapporto banca – impresa va ripensato in unavisione di lungo periodo: le banche devonoaccompagnare le imprese nel percorso verso unastruttura finanziaria più robusta ed equilibrata,oggi ancora troppo poco patrimonializzata eorientata al debito bancario a b/t
• un corretto sostegno finanziario può favorire lacrescita delle PMI e la loro capacità di innovare edi operare su mercati sempre più globali
• la crisi aumenta la selezione delle imprese, maanche delle banche
• le imprese devono risolvere i nodi strutturali dellaridotta dimensione e degli scarsi investimenti inricerca e sviluppo
• il rapporto banca – impresa va ripensato in unavisione di lungo periodo: le banche devonoaccompagnare le imprese nel percorso verso unastruttura finanziaria più robusta ed equilibrata,oggi ancora troppo poco patrimonializzata eorientata al debito bancario a b/t
• un corretto sostegno finanziario può favorire lacrescita delle PMI e la loro capacità di innovare edi operare su mercati sempre più globali