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Vincenzo de Maio CONSULENTE EDITORIALE

[email protected] ℡ 329 23 49 060

SEGUE SCHEDA VOLUME

Carlo Alianello L’EREDITÀ DELLA PRIORA

Questo romanzo che comincia ad un tavolino del caffé d’Europa, a Toledo, a Napoli, un mattino di primavera del 1861, “come sulla sponda d’un fiume dove passano tutte le acque”, e termina esattamente un anno dopo al tavolino d’un piccolo caffé di Civitavecchia “dirimpetto al molo a cui stava ormeggiata la goletta Pirgopolinice”; questo romanzo che si apre con la visione di una bella finta polacca che si fa chiamare Katia, mollemente sdraiata cui cuscini di una casa signorilmente equivoca, e finisce con una corsa verso la casa di una bella creola che si chiama Ketty, è il tentativo di raccontare la storia di come fu fatta l’unità del nostro paese, vedendola con gli occhi non dei vincitori, dei “liberati”, dei “piemontesi”, ma dei vinti, dei borbonici, dei “briganti”. E’ anche la storia di come nasce la più grande piaga dell’Italia moderna: la questione meridionale. E per una volta il Risorgimento è visto per quel che fu: leggi speciali, lunga, estenuante, feroce operazione di polizia, qualcosa che ricorda la guerra di sterminio. Le questioni affrontate in questo romanzo, dal quale è stata ricavata una sceneggiatura televisiva, sono dunque attualissime. Pietà per i vinti ? Passione meridionalistica ? Nostalgie borboniche ? Alianello rivendica un solo vanto: d’aver fatto, nelle vesti del romanziere, opera di storico.

“Non una parola, non un fatto sono inventati…”

Carlo Alianello (1901-1981) - Docente, scrittore e sceneggiatore. È considerato il capostipite del revisionismo del Risorgimento e le sue opere sono, ancor oggi, un punto di riferimento per vari revisionisti moderni. Rivisitò la storia della Basilicata e del sud in generale ispirandosi ai ricordi e alla storia di suo padre e, ancor di più, attraverso suo nonno, ex ufficiale borbonico originario di Missanello (PZ) che, per fedeltà alla sua bandiera, rifiutò di prestare giuramento all’esercito piemontese, quando Francesco II fu detronizzato dalle truppe garibaldine e sabaude.

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FORMATO: 15 X 21cm. PAGINE: 110

PREZZO:€ 20,00 Edizioni del Sud

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Gaetano Marabello LA LEGGE PICA

( 1863 -1865 ) I crimini di guerra dell’Italia Unita nel Sud

Dopo l’invasione del 1860-61, i piemontesi compresero che la gente del Sud li stava combattendo con uno slancio così esteso, coraggioso e tenace, da far vacillare le fondamenta del nuovo regime. Come nel 1799, la borghesia parassitaria, prima giacobina e poi liberale, aveva puntato sulle baionette straniere per consolidare, contro la politica dei Borbone, le usurpazioni delle terre ai danni dei contadini e per avere mano libera nelle sue attività antisociali. Scatenò, così, una repressione sanguinaria e brutale, durata fino al 1870, che divenne vera e propria pulizia etnica, affidata a un esercito di almeno centoventimila uomini, oltre a circa ottantamila guardie nazionali. I deputati meridionali al parlamento di Torino non fecero nulla per tutelare i diritti e le legittime istanze delle popolazioni rurali. La Legge Pica, approvata il 15 agosto 1863, fu il tentativo di istituzionalizzare il terrore in atto nel Regno delle Due Sicilie occupato e di dare ad esso un parvenza di legalità. Una mostruosità giuridica che sancisce ufficialmente la clamorosa disparità di trattamento fra sudditi del Centro-Nord per i quali valgono le garanzie dello statuto Albertino, e i sudditi del Mezzogiorno, per i quali esse sono carta straccia.

Gaetano Marabello, giornalista, ricercatore storico, è nato a Messina e vive a Bari. Collabora con la pubblicazione tradizionalista napoletana “L’Alfiere” e con la rivista di studi extraeuropei “Africana”. Ha scritto su “Meridiano Sud”, “Due Sicilie”, “La Fiaccola”, “Brigantaggio”, “Il Carlino”, e il quotidiano “Rinascita”. Ha pubblicato “Briganti e Pellirossa” per i tipi della Capone Editore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INTRODUZIONE DI EDOARDO VITALE

PREFAZIONE DI NICOLA D’ARGENTO

FORMATO: 21 X 15 cm. PAGINE: 198

PREZZO: € 10,00 CONTROCORRENTE

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Enzo Amato LA MUSICA DEL SOLE

Viaggio attraverso l’insuperabile Scuola Musicale Napoletana del Settecento

Questo libro è frutto di anni di ricerca e nasce dalla passione e dalla voglia di scoprire ed ordinare i tasselli di una storia della musica, anch’essa scritta, fino al oggi, da chi vuole annientare la cultura dei popoli per controllarli, inducendoli a credere alle cose più inverosimili. A pagarne le conseguenze sono stati i musicisti di scuola napoletane, tra cui Domenico Scarlatti, Pasquale Anfossi, Giovanni Paisiello e l’allievo di Gioacchino Cocchi, Andrea Lucesi. Attraverso la confusione, l’occultamento e la deformazione degli eventi, che sono qui analizzati e smontati punto per punto dalla verità e dalla ragione, la storiografia predominante ha mitizzato la Wiener Klassik, di cui Wolfgang Amadeus Mozart è il massimo esponente. Tutto questo in nome della Grande Opera, che non può prodursi se non attraverso uno stato di putrefazione e di dissolvimento: non si può giungere al Nuovo Ordine Mondiale se non attraverso un disordine scientemente organizzato. Enzo Amato è chitarrista, compositore, direttore d’orchestra. Tra i suoi maestri figurano Stefano Aruta, Marialuisa Anido, Leo Brouwer, Argenzio Jorio, Franco Donatoni e Franco Caracciolo. Ha condotto contemporaneamente studi sul Settecento musicale napoletano riportando alla luce innumerevoli capolavori di questa scuola. Direttore stabile dell’Orchestra da Camera di Napoli. Ha diretto il Dipartimento Artistico dell’Università Popolare di Caserta e corsi di aggiornamento riconosciuti dal MIUR in Didattica Strumentale. Tra le sue produzioni discografiche ricordiamo: Sinfonie Napoletane (1998); Insieme (2004); Sinfonie Napoletane (2008). Ha ricevuto il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri 1998 e il Premio Internazionale Domenico Cimarosa 2012.

PREFAZIONE DI VINCENZO DE GREGORIO

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FORMATO: 15 X 21 cm. PAGINE: 312 + 16 di illustr.

PREZZO: € 20,00 . CONTROCORRENTE

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Nadia Verdile LA REGGIA DI CARDITELLO

The Royal Palace of Carditello

Il libro racconta tre secoli di storia della Tenuta reale di Carditello, in provincia di Caserta. Voluta da Carlo di Borbone nella metà del Settecento, divenne luogo di sperimentazione agricola e di fasti durante il regno Ferdinando IV. La piccola reggia fu progettata dal famoso architetto Francesco Collecini, collaboratore di Vanvitelli, affrescata da Hackert, Cammarano, Fischetti. Nell’Ottocento fu protagonista di molti avvenimenti storici. Dopo alterne vicende, a metà Novecento divenne di proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno. Negli ultimi decenni ha subito furti, devastazioni e abbandoni. Nel 2002 fu messa all’asta. Solo dal 9 gennaio 2014 è ritornata di proprietà dello Stato. Il libro comincia con le prestigiose introduzioni di Massimo Bray, già ministro per i Beni Culturali, che ha salvato dall’asta la reggia, Anna Maria Romano, storica dell’arte del Mibact, Aldo Balestra, giornalista, responsabile della sede casertana de “Il Mattino”.

Nadia Verdile è nata a Napoli, vive a Caserta e le sue origini sono molisane. Giornalista, collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Ha quindici libri all’attivo, molti suoi saggi sono stati pubblicati in riviste nazionali ed internazionali. Relatrice in convegni e seminari di studio, come storica, da anni, dedica le sue ricerche alla riscrittura della Storia delle Donne e dei Borbone. Segni particolari: ottimista di natura è intollerante verso stereotipi e pregiudizi.

TRE SECOLI DI

FASTI E FESTE,

FURTI ED ASTE,

ANGELI E REDENTORI.

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FORMATO: 17 X 24 cm. PAGINE: 224

Sintesi in lingua inglese 50 illustr. a colori

PREZZO: € 20,00 Ventrella Edizioni

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Francesco Maurizio Di Giovine

LA DINASTIA BORBONICA La vita politica e amministrativa

nel Regno delle Due Sicilie (1734-1861)

La dinastia borbonica ha origini francesi, più precisamente dell’Alvernia, situata nel centro geografico della Francia. Il primo Borbone ad essere incoronato re di Francia è stato Enrico IV nel 1589, on prima di aver abbracciato, per la seconda volta, durante la sua esistenza, con disinvoltura il cattolicesimo, disinvoltura sintetizzata dalla celebre frase “Parigi val bene una messa !” Il debole e malato Carlo II d’Asburgo nominò, allo scopo di evitare lo smembramento del vasto Impero spagnolo, suo erede universale Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV. Alla morte di Carlo, avvenuto i 1° novembre 1700, Filippo di Borbone divenne re delle Spagne e in quanto tale anche sovrano di Napoli e Sicilia. Dal canto suo il Re Sole sognava di accorpare o possedimenti spagnoli alla Francia, sebbene il nipote accettando la corona spagnola avesse rinunciato a qualsiasi diritto per sé e per i suoi discendenti sul trono francese. Di conseguenza Olanda e Inghilterra, che pure avrebbero gradito spartirsi i possedimenti spagnoli con Luigi XVI, si coalizzarono con l’Austria, la cui famiglia reale aspirava alla successione spagnola, contro Parigi Madrid. L’Europa fu sconvolta da anni di guerre ed instabilità politica che perdureranno fino agli anni ’40 del XVIII secolo. Il sud Italia trovò la sua stabilità con la rifondazione della monarchia nazionale da parte di Carlo di Borbone, figlio di Filippo V. Francesco Maurizio Di Giovine, laureato in Scienze Politiche, vive a Bologna, dove lavora come dirigente di una società assicurativa. Cultore di Storia Patria, più precisamente del Regno delle Due Sicilie, collabora con la rivista “L’Alfiere”. Per l’editoriale Il Giglio ha pubblicato “1799 Rivoluzione contro Napoli” e curato le introduzioni a “La Tragicommedia” di Giacinto de’ Sivo, a “L’Equatore” ed a “La difesa del Regno”. Ha pubblicato “L’età di Re Ferdinando 1830-1859” e curato ed introdotto “L’assedio di Gaeta” di Teodoro Salzillo con Controcorrente.

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FORMATO: 15X 21cm. PAGINE: 213

PREZZO: € 16,00 CASA EDITRICE RIPOSTES

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Gaetano De Felice IL RE ALFONSO DI BORBONE

CONTE DI CASERTA

Alla morte del Re Francesco II circolò tra i napoletani che serbavano un dolce ricordo dell’antica dinastia reale delle Due Sicilie un agile pamphlet dal titolo “Il Re”. Era la biografia di don Alfonso di Borbone, Conte di Caserta, salutato, appunto, Re designato della patria scomparsa. Il pamphlet sparì immediatamente dalla circolazione e di esso non se ne parlò più. Eppure l’Autore del saggio e il Protagonista dello stesso vissero tanto a lungo e con determinato impegno, ognuno nel proprio campo, da meritare un diverso destino. Ma non fu così. A noi l’arduo compito di risvegliare questa memoria. Alfonso Maria Giuseppe, Conte di Caserta, nacque nel Palazzo Reale di Caserta il 28 marzo 1841 dal re Ferdinando II e dalla sua seconda moglie Maria Teresa d’Asburgo-Taschen. Sin da fanciullo fu avviato alla carriera delle armi. Alfiere del 3° reggimento di fanteria di linea dal 9 ottobre 1853, fu promosso secondo tenente il 23 dicembre 1854 e primo tenente l’11 settembre 1857. All’inizio del 1860 faceva parte, assieme a due ufficiali provenienti dal Real Collegio Militare della Nunziatella, Matteo Negri e Vincenzo Afan de Rivera, della Commissione incaricata di studiare l’introduzione nell’esercito regio dei “cannoni rigati”. Nell’estrema difesa militare del regno si scoprì di valore. Presente sul campo di battaglia del Volturno il 1° ottobre 1860, assistette alla morte del suo valoroso compagno d’arme, il generale Matteo Negri, alla fine dello stesso mese, al Garigliano, durante le operazioni di arretramento difensivo del fronte brillantemente condotte dallo stesso Negri, in seguito all’invasione degli Abruzzi da parte dell’esercito piemontese. Alla difesa di Gaeta comandò le artiglierie e, in seguito, nel 1867, partecipò alla battaglia di Mentana tra i volontari pontifici assieme al suo fido aiutante, il colonnello dell’esercito napolitano Gabriele Ussari, uscito dal Real Collegio Militare della Nunziatella.

Giuseppe Catenacci - Francesco Maurizio Di Giovine

FORMATO: 17 X 24 cm. PAGINE: 111

PREZZO: € 10,00 D’AMICO EDITORE

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Fulvio Izzo MARIA SOFIA

REGINA DEI BRIGANTI Dall’assedio di Gaeta all’attentato a Umberto I

L’immagine di Maria Sofia di Borbone consegnata dalla storia al mito è quella di una giovane Regina che rincuora i combattenti e i feriti sugli spalti di Gaeta mentre infuriano i bombardamenti degli invasori piemontesi. Nessuno incarna l’ansia di riscossa contro l’ingiustizia e l’arroganza dei prepotenti meglio di questa intrepida giovane, che oppose alla violenza e alle subdole manovre dell’aggressore l’impeto ribelle dei suoi diciannove anni. Fragore, polvere e grida: da lì è rinata la dignità del Sud, ferita da tradimenti e indecisioni. Il suo spirito combattivo, che induce Gabriele D’Annunzio a coniare per lei l’appellativo i “acquiletta bavara”, non viene meno negli anni successivi alla caduta del Regno delle Due Sicilie. Pur di minare la stabilità del nuovo stato sabaudo e di ritornare sul trono di Napoli, dall’esilio e per un lunghissimo arco di tempo, Maria Sofia traccia e realizza alleanze con anarchici, sinistra radicale e comunque con qualsiasi forza politica nemica del suo nemico.

Fulvio Izzo è nato a Salerno nel 1948. Vive con la famiglia ad Ascoli Piceno e lavora come Provveditore degli Studi delle Marche ad Ancona. Nel 1999 ha pubblicato con Controcorrente “I Lager dei Savoia - Storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per i meridionali” e nel 2002 “I Guerriglieri di Dio - Vandeani, Legittimisti, Briganti”. Per Maroni editore, nel 1994 pubblicato il volume “L’attentato del fermato Giuseppe Monti alla caserma Serristori nella insurrezione romana del 1867”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PREFAZIONE DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO

FORMATO: 15 X 21 cm. PAGINE: 478

PREZZO: € 30,00 CONTROCORRENTE

Lucio Barone Antonio Ciano

Antonio Pagano Alessandro Romano

BRIGANTI & PARTIGIANI

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Lucio Barone Antonio Ciano Antonio Pagano Alessandro Romano BRIGANTI & PARTIGIANI

PREFAZIONE I “Briganti” furono soprattutto espressione politica e guerrigliera di una borghesia medio piccola e grande malcontenta dell’unità così come era stata fatta e comunque “non ancora contenta e placata dal nuovo stato di cose”. Essi erano aiutati, foraggiati, incoraggiati, protetti dal clero basso e alto, dai reazionari, dai borbonici, dalla media e alta borghesia agraria e cittadina e da parte della nobiltà che non si era venduta agli invasori e dai militi dell’esercito dell’ex Regno delle Due Sicilie. Essi erano aiutati, foraggiati, incoraggiati dai contadini, dalla gente comune, da tutti i giovani disertori che per non sparare sui loro fratelli si erano dati in 50.000 alla macchia e non avevano accettato la coscrizione obbligatoria imposta dal Regno Sabaudo. Erano stati ingannati da un falso mito, da un falso plebiscito da una idea che pur bella avevano immaginato come una sorta di unione che rispettasse le autonomie dei vari Stati e quindi le leggi, i costumi, le usanze, le libertà delle popolazioni meridionali; si ritroveranno invece con una annessione al Regno di Sardegna, con un plebiscito di poche migliaia di elettori, fatto pro forma ed in pochi Comuni e con poche migliaia di voti. Persero “le loro istituzioni, le tradizioni che in molti casi erano di gran lunga migliori e superiori di quelle del Regno Sardo e ricevendo in cambio una condizione di soggetti e di sfruttati” (Alberto Consiglio). Tutto un popolo allo sbando: soldati, funzionari pubblici, popolo. Senza soldi e senza onore e con un mucchio di tasse in cambio delle quattro che imponeva la distrutta nazione meridionale. Lucio Barone

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FORMATO: 30 X 21 cm. PAGINE: 103

PREZZO: € 10,00 CAMPANIA BELLA

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Fulvio D’Amore MICHELINA DI CESARE

GUERRIGLIERA PER AMORE Le gesta eroiche della brigantessa

tra Campania, Lazio, Abruzzo e Molise (1862-1868)

Tra i numerosi contributi storiografici degli ultimi decenni sulle vicende del brigantaggio postunitario, questo volume occupa senz’altro un posto importante per l’impiego dl fonti inedite. Un rigoroso approccio critico alla documentazione d’archivio consente all’autore di analizzare la complessa e problematica situazione socio-economica-politica generatasi tra il 1860 e il 1870 nel Meridione, per tracciare il profilo della giovane ribelle e poi brigantessa Michelina Di Cesare di Caspoli ennesimo esempio per le nuove generazioni del Sud che vuole lottare.

Per Amore della sua terra, del suo popolo, del suo uomo. Fulvio D’amore è nato ad Avezzano (AQ) nel 1948. Ricercatore, scrittore e saggista abruzzese, ha al suo attivo numerose pubblicazioni specialistiche di studi storici dall’età moderna fino all’età contempo-ranea. Impegnato da tempo nella revisione di documenti inediti, porge anche questa volta al lettore appassionato di storia, nuovi contributi per capire meglio ed in maniera più approfondita, periodi trascurati dalla storiografia ufficiale. Per Controcorrente ha già pubblicato “Vita e morte del brigante Bernardino Viola (1838-1906). Le imprese memorabili in terra d’Abruzzo e nel Lazio” (Premio Speciale Giuria, 2004); “Viva Francesco II morte a Vittorio Emanuele ! Insorgenze popolari e briganti in Abruzzo, Lazio e Molise durante la conquista dl Sud (1860-1861) e Uccidete José Borjés ! L’ordine dei piemontesi durante la conquista del Sud. Il racconto i un’infamia (1860-1862). © RIPRODUZIONE RISERVATA

FORMATO: 13,5 X 21 cm. PAGINE: 344 + 18 di illustr.

PREZZO: € 20,00 CONTROCORRENTE

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ETTORE VENTRELLA ROBERTA VENTRELLA

REALI DELIZIE Itinerario Storico-artistico in Campania Felix

Lo studio su un’antica masseria in abbandono nella campagna di Caserta, condotto con il ritrovamento di atti notarili, documenti originale e mappe storiche, ha consentito di ricostruire il suo passato, finora sconosciuto, inserendosi come un piccolo tassello tra le vicende di re, principi, illustri personaggio e soprattutto di uomini comuni, protagonisti degli ultimi quattrocento anni di storia. Osservando i particolari della Masseria Monti, e cercando delle risposte agli interrogativi che ci si pone al suo cospetto, gli autori hanno intrapreso un incredibile viaggio che, accompagnato dalla rigorosa ricostruzione storica, s’imbatte in una terra che incantava per la bellezza del suo paesaggio e la fertilità del suolo, tanto da venire raffigurata dai viaggiatori del ‘700 e decantata dai poeti quali Plinio il Vecchio, Goethe e Pasolini. Un viaggio che va a ritroso nel tempo, nel territorio oggi devastato dagli abusi che hanno trasformato Terra di Lavoro nella “terra dei capannoni”, rivisitando quei manufatti che ci riportano all’antico splendore della Campania Felix. Storie e percorsi raccontati attraverso l’esperienza personale degli autori, impegnati a portare il lettore ad acquistare coscienza e conoscenza di un territorio che racchiude un valore storico e paesaggistico che non possiamo più ignorare. Un’eredità lasciataci dai nostri avi che è nostro dovere proteggere e conservare perché in ognuno di questi manufatti c’è un parte di noi stessi.

QUESTO È POSSIBILE

SOLO GUARDANDO QUESTA TERRA

CON OCCHI DI CHI NE CONOSCE LA STORIA.

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FORMATO: 24 X 17 cm. PAGINE 501 (di cui 300 illustrate a colori)

PREZZO: € 28,00 VENTRELLA EDIZIONI

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Charles Garnier L’ASSEDIO DI GAETA tradotto in lingua napoletana da don Saverio

e le Notizie de Gajeta in “Lo Corpo de Napole e lo Sebbeto”

L’assedio di Gaeta del giornalista francese Charles Garnier, uscito a puntate sul giornale napoletano “Lo

Corpo de Napole e lo Sebbeto” dal 19 novembre 1867 al 18 agosto 1868 a cura di un non meglio identificato don Saverio.

“Lo Corpo de Napole e lo Sebbeto” fu uno dei tanti giornali napoletani

che si opposero al nuovo regime.

Di espressione cattolica e di stampo borbonico, il suo primo numero risale al 15 gennaio 1866,

con un programma sintetizzato dalla direzione del periodico con quattro parole : « religione, diritto, legittimità, verità »

Fino al dicembre del 1870 fu redatto esclusivamente in napoletano,

dal 1871 al 1877 (ultimo anno di pubblicazione) in italiano…

ESTRATTO DALL’INTRODUZIONE di Giuseppe Catenacci - Francesco Maurizio Di Giovine

© RIPRODUZIONE VIETATA

FORMATO: 17 X 24 cm. PAGINE: 143

PREZZO: € 10,00 D’AMICO EDITORE

PER INFORMAZIONI: Vincenzo de Maio CONSULENTE EDITORIALE ℡ 329 23 49 060 - [email protected]