Appunti Di Teoria Dei Segnali - Formula Rio Per l'Esame Di Teoria Dei Segnali
Consigli per l'esame di italiano
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Consigli per l’esame di Italiano
Verificare la struttura dell’esame
Quanti esercizi ci sono? Come è distribuito il punteggio? Devo scrivere sul foglio dell’esame
oppure ho bisogno di fogli a righe? Ho a disposizione dei fogli per la
brutta copia? Quanto tempo ho a disposizione?
Da dove cominciare?
Sai cosa conosci meglio o cosa ti riesce meglio: inizia da lì.
L’esame è come un gioco in cui devi conquistare dei punti.
I punti si ottengono rispettando le regole del gioco, quindi attenzione alle consegne.
Purtroppo l’esame è anche una gara contro il tempo. Ma il segreto è rimanere calmi.
L’apparenza conta
Il tuo esame verrà letto da uno o più insegnanti che non correggeranno solo il tuo esame, ma anche molti altri.
Una scrittura chiara, l’ inchiostro nero e l’assenza di cancellature facilita la lettura.
Rispetta i margini, salta una riga fra il titolo e il testo, dividi in paragrafi ben spaziati. Chi legge partirà ben disposto nei tuoi confronti.
Scritto e parlato
La lingua della scrittura è diversa da quella orale.
E’ più formale, quindi fra ‘paura’ e ‘fifa’ si deve scegliere ‘paura’
I legami fra le frasi devono essere chiari. Il congiuntivo può essere dimenticato nell’orale, ma nello scritto ci deve essere: voglio che lui faccia, non che lui fa*
Frasi brevi
Un esame non è un concorso letterario. Devi dimostrare di conoscere degli
argomenti e di saperti esprimere in modo chiaro.
Scrivendo con periodi brevi si fanno meno errori.
Soprattutto quando devi raccontare un fatto o un episodio attento a non perderti in subordinate che non riesci a tenere sotto controllo.
Cura l’ortografia
Un accento dimenticato o un apostrofo mal collocato non sono un problema.
Ma chi legge e corregge prova fastidio, questa è la realtà.
Allora perché non sforzarsi un po’? Non si perdono punti e il correttore sarà ben disposto nei tuoi confronti.
Sempre gli stessi errori 1 Po’ vuole l’apostrofo, non l’accento. Gli imperativi dei verbi fare, dire, dare, stare
e andare vanno scritti con l’apostrofo: fa’, di’, da’, sta’ e va’.
All’indicativo presente della terza persona singolare non si mette l’accento: va, fa, sta. Fa eccezione dà per distinguerlo dalla preposizione DA: gli dà una penna ≠ viena da Vienna
Si scrive io do, senza accento, nonostante l’omonimia con la prima nota musicale.
Sempre gli stessi errori 2
Qual è non vuole l’apostrofo, è un troncamento, non un’elisione.
Gli è per il maschile e le per il femminile: non si può scrivere ‘gli dico alla prof’.
Perché e né vogliono l’accento acuto, è vuole l’accento grave.
Sì, nel senso di yes, vuole l’accento, sempre.
Consigli sulla punteggiatura Agli adolescenti piacciono i punti di
sospensione ... Ricorda che i punti sono sempre tre, non due e neanche quattro, cinque o sei.
Il punto e virgola è difficile da usare, evitalo. Non esagerare con i punti esclamativi, se
troppo usati perdono la loro funzione e danno l’impressione che chi scrive si meraviglia di tutto.
Dopo il punto, il punto interrogativo e il punto esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.
Questione di stile
Evita le ripetizioni, chi legge si irrita immediatamente. Usa un sinonimo o cambia la frase.
Evita gli aggettivi quando non sono strettamente necessari.
Siate semplici e asciutti: non scrivete ‘la proposta che ho fatto’, bensì ‘la mia proposta’; invece di scrivere ‘bisogna dire che non è male’ basta ‘Non è male’ e si risparmiano 14 lettere inutili.