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Violenza domestica Conoscere Capire Condividere

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3C3C3CViolenza

domestica

Conoscere Capire Condividere

A cura di

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Progetto “3C”Conoscere, Capire,

Condividere

Opuscoli informativi rivolti a genitori, ragazzi e operatori

L’educazione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo

Nelson Mandela

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Per ulteriori informazioni rivolgersi a:

Centro Specialistico Multiprofessionale Provinciale “Il Faro”

Poliambulatorio Saragozza, Via S. Isaia n. 94/A, BolognaTel e Fax 051 [email protected]

www.ausl.bologna.it (Sezioni Tematiche, Il Faro)

Associazione L’Isola che c’è - Onlus

via Marsala 31 – 40126 Bolognacell. 3475388748

[email protected]

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Bambini che assistono a violenza domestica

Informazioni per il genitore1

Come genitori potete essere reduci da una storia di maltrattamenti o esserne ancora vittime. Questo opuscolo contiene una serie di consigli per aiutarvi a capire come vostro figlio può reagire alla violenza domestica e come potete aiutarlo a ripristinare la sua sicurezza e ad affrontare al meglio questa avversità così dannosa per il vostro benessere e la vostra relazione.

Inoltre esso intende proporsi come strumento relazionale a disposizione dell’operatore per accompagnarlo ad accrescere le sue competenze arricchendo, potenziando e qualificando in tal modo la relazione professionale di aiuto.

1 Liberamente tratto da Children and Domestic Violence, 2013. The National Child Traumatic Stress Network-www.NCTSN.org. Traduzione di Mariagnese Cheli

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Quali sono le conseguenze della violenza

domestica su mio figlio?

Come parlare a mio figlio del

genitore violento?

Come possiamo superare questa esperienza sfavorevole?

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La violenza domestica è una forma di maltrattamento volto a controllare e dominare il partner, prevalentemente la donna2, attraverso aggressioni verbali, psicologiche, fisiche, sessuali, economiche agite all’interno della famiglia, che possono esitare in stalking3 dopo la separazione.

I bambini4 possono sperimentare la violenza domestica in molti modi:

• Essere presenti fisicamente quando un geni-tore ferisce o provoca lesioni all’altro genitore, distrugge cose o maltratta animali domestici

• Sentire un genitore minacciare o umiliare l’altro

• Crescere con un genitore arrabbiato, impauri-to, traumatizzato o semplicemente triste

Questi bambini vivono con la paura che qualcosa di terribile possa accadere di nuovo, percepiscono il loro mondo come insicuro e minaccioso e sono a

2 Per questo motivo ci riferiamo solo alla madre e non ad entrambi i genitori3 Lo stalking, definito anche “sindrome del molestatore assillante”, consiste in un insieme di comportamenti anomali e fastidiosi verso una persona, costituiti o da comunicazioni intrusive (quali per esempio: telefonate e lettere anonime, sms ed e-mail, ecc) oppure da comportamenti volti a controllare la propria vittima (pedinamenti, appostamenti, sorveglianza sotto casa, violazione di domicilio, minacce di violenza, aggressioni, omicidio o tentato omicidio). Questo tipo di condotta è perseguibile penalmente nel nostro ordinamento (all’articolo 612 bis del Codice penale)4 Per bambino e adolescente intendiamo sia il maschile che il femminile

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rischio di ricevere altre forme di maltrattamento5.

La maggior parte dei bambini esposti a violenza domestica può recuperare e guarire da queste esperienze sfavorevoli.

Uno dei fattori più importanti è la possibilità di sperimentare e avere assicurata una relazione di cura non violenta e protettiva con almeno un genitore.

Voi, come genitori premurosi, potete favorire il recupero di vostro fi glio con interventi volti ad aumentare la sicurezza in famiglia, aiutandolo a ripristinare un senso di fi ducia verso gli adulti, incoraggiandolo a provare nuovamente curiosità e interesse verso la scuola o altre attività ricreative che lo fanno sentire sereno e simile ai suoi coetanei.

5 Si veda Opuscolo Cosa sono i maltrattamenti - Informazioni per i genitori. In www.ausl.bologna.it (Sezioni tematiche, Il Faro) oppure in www.lisolache.it

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Come reagiscono i bambini alla violenza domestica

I bambini esposti a violenza domestica possono reagire in molti modi diversi. Alcuni trovano proprie strategie per affrontare le avversità nell’ambiente di crescita e non mostrano evidenti segni di stress o malessere. Altri manifestano problemi a casa, a scuola e nelle relazioni interpersonali. È possibile osservare cambiamenti nelle emozioni del bambino (quali aumento di paura, rabbia o tristezza) e nel comportamento (quali non volersi staccare dal genitore, mostrare difficoltà nell’addormentamento, manifestare aggressività e/o oppositività). A lungo termine possono insorgere anche problemi di salute e nel rendimento scolastico soprattutto quando la violenza domestica perdura da molto tempo. Possono diventare depressi o ansiosi, rifiutarsi di andare a scuola o essere coinvolti in gruppi a rischio di devianza.

Le loro reazioni dipendono da numerosi fattori, tra i quali:• La gravità e la frequenza della violenza• L’età• La qualità del rapporto con entrambi i genitori• La presenza di altri eventi sfavorevoli nella sua vita• Le risorse presenti nell’ambiente di vita come

ad esempio relazioni positive con altri adulti/fratelli

• Le risorse personali

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La violenza domestica trasforma le relazioni familiari.

I bambini che vivono nella violenza domestica apprendono “lezioni sbagliate” sulle relazioni. I figli possono cercare di proteggere il genitore

vittima della violenza rifiutandosi di lasciarlo solo, assumendo un ruolo attivo in sua difesa con il rischio di ricevere a loro volta violenza fisica, chiedendo aiuto o dirottando l’attenzione su se stessi. Possono sforzarsi di “essere perfetti” per non appesantire il clima familiare, consolare il genitore che subisce la violenza, assumere un comportamento “genitoriale” verso i fratelli più piccoli e/o controllante e ansioso verso l’ambiente domestico e sociale (a scuola e nel tempo libero).

Alcuni bambini si schierano con il genitore abusante e diventano irrispettosi, aggressivi o a loro volta minacciosi e violenti verso il genitore vittima. Questo perché sono sperimentati due soli ruoli possibili nella relazione: quello di vittima o di aggressore; identificarsi con l’aggressore consente ai bambini di difendersi dal senso di impotenza insito nel ruolo di vittima e offre loro l’illusione di poter controllare la situazione.

Mentre alcuni reagiscono diventando passivi e accettando come normalità il fatto di ricevere violenza, altri possono ripetere ciò che hanno appreso in relazioni violente con i loro coetanei o con il partner quando diventeranno adulti. Essi possono imparare che è normale controllare i

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comportamenti o i sentimenti di un’altra persona, usare la violenza per ottenere ciò che vogliono, apprendere che il comportamento off ensivo è un modo di assicurarsi l’aff etto.

Una buona relazione con il genitore non violento è uno dei fattori più importanti per aiutare vostro fi glio a crescere in modo positivo, nonostante l’esperienza traumatica. Il vostro sostegno può evitargli di sentirsi in pericolo e impaurito e fornire una base sicura per il suo benessere.

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Sostenete i punti di forza di vostro figlio

Molti bambini sono in grado di superare le conseguenze della violenza domestica. Rimangono ben equilibrati, possono avere successo a scuola e fare amicizie. Questi bambini sono considerati “resilienti” per la loro capacità di tollerare lo stress e di riprendersi nonostante la violenza.

Uno degli ingredienti più importanti per favorire la resilienza è una relazione sicura tra il bambino e almeno un adulto che lo ama, che crede in lui, lo vede come essere speciale, sostiene i suoi successi.

Valorizzate vostro figlio

Per poter sostenere le risorse di vostro figlio il primo passo è imparare a riconoscerle. Pensate, per esempio, a cosa il vostro bambino sa fare, alle sue risorse e qualità, oppure pensate a ciò che vi piace di lui.

Non è difficile. Ad esempio: “Mio figlio ha un bel sorriso” o “ Mia figlia è sensibile e si preoccupa delle altre persone”. Concedetevi un momento per sentirvi orgogliosi dei suoi punti di forza e condividete il vostro orgoglio con lui.

Aiutatelo a coltivare le proprie abilità, coinvolgendolo in attività sportive, artistiche e/o sociali e a costruire i suoi punti di forza. Può incontrare bambini con interessi simili, adulti

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positivi e importanti opportunità per stare bene e fare ciò che gli piace.

Prima di parlare con vostro figlio ascoltate e riconoscete le vostre emozioni

Può essere difficile spiegare che cosa sta succedendo in famiglia e perché è accaduto. Prima di parlare prendetevi il tempo per riflettere sui vostri pensieri, i sentimenti e le reazioni agli eventi stressanti, perché ciò influenzerà il modo in cui vostro figlio reagirà. Anche un bambino molto piccolo è in grado di comprendere i vostri stati d’animo, di sintonizzarsi con le vostre emozioni, di percepire come vi sentite, anche se non ne parlate.

Interrogatevi su come la violenza domestica vi ha colpite. Siete arrabbiate? Esauste? Depresse? Impaurite? Impotenti? Confuse? Tutti questi sentimenti sono normali per una persona che ha affrontato intensi conflitti con sé stessa, abusi con il partner e radicali cambiamenti nella propria condizione di vita familiare. Riconoscere i propri sentimenti è un passo fondamentale per comprendere come vostro figlio risente della violenza domestica.

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La sicurezza fi sica prima di tutto

Se siete ancora vittime di violenza domestica può essere diffi cile, impossibile o addirittura rischioso parlare in privato con vostro fi glio. Pensate prima alla vostra sicurezza e a chiedere aiuto. Parlate con un avvocato o con un operatore del servizio sociale, con il pediatra, con le forze dell’ordine, con il centro antiviolenza del vostro territorio, con un amico o un parente fi dato per mettere al sicuro voi stesse e vostro fi glio. È importante non fare promesse che poi non siete in grado di mantenere. Sarebbe una grande delusione per vostro fi glio.

Garantite la sicurezza psicologica rispondendo alle sue paure

I bambini che hanno subito violenza domestica possono avvertire paura anche dopo che il pericolo è passato. Possono preoccuparsi per voi o non sentirsi al sicuro anche se il genitore violento non è più in casa o non è più in contatto con la famiglia.

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Ascoltate vostro figlio e parlategli della violenza domestica

Aspettatevi da vostro figlio domande inattese perché ha bisogno di capire e dare senso agli eventi della propria vita. Non potete sempre prevedere e pianificare ogni conversazione. Tuttavia maturare tale consapevolezza vi consentirà di pensare a ciò che vorreste insegnargli riguardo a questa esperienza.

Alcuni suggerimenti prima di parlare con vostro figlio:

• Considerate prioritaria la vostra sicurezza• Riflettete sulle conseguenze che su di voi ha

avuto la violenza domestica• Pensate a quali conseguenze la violenza do-

mestica può aver avuto su vostro figlio• Considerate ciò che volete comunicargli• Riconoscete i vostri punti di forza come per-

sona e come genitore

Quando vi sentite pronte a parlare con vostro figlio ditegli che siete dalla sua parte, che lo amate e che è meritevole della vostra attenzione. A volte questi messaggi sono comunicati senza parole: con un abbraccio, un bacio o semplicemente stando vicini.

In alcune famiglie e culture non c’è l’abitudine di parlare con i bambini dei problemi degli adulti.

Quando i bambini vedono, sentono o sanno che un genitore è violento, possono provare molti

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sentimenti confusi e contrastanti, avere molti pensieri e domande. Un genitore premuroso è la risposta più importante per aiutarlo a dare un significato comprensibile a ciò che accade in famiglia.

Messaggi utili da dare ai bambini sulla violenza domestica

• La violenza è sbagliata• Non è colpa tua• Farò tutto il possibile per proteggerti• Non è tuo compito correggere ciò che è

sbagliato in famiglia• Sono molto interessata a sapere come ti senti• Mi piacerebbe che ti confidassi con me ed io

desidero ascoltarti• È normale avere sentimenti contrastanti verso

il papà o la mamma

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Come parlare, come ascoltare

Le conversazioni con i figli non possono essere sempre programmate, a volte capitano all’improvviso.

Questi suggerimenti vi aiuteranno a sostenere la conversazione con vostro figlio, che sia programmata o spontanea:• Prendete l’iniziativa, sottolineate a vostro fi-

glio che è importante parlarne e non stare da solo con i propri pensieri e preoccupazioni

• Esplorate con vostro figlio ciò che ha visto o sentito e cosa conosce già sulla vostra espe-rienza di violenza domestica

Aspettatevi che vostro figlio sappia più di quanto pensiate sulla violenza a prescindere dalla sua età. A volte gli adulti pensano che i bambini dormano o non prestino attenzione ma in realtà ascoltano tutto. Se sono troppo piccoli per comprendere ciò che accade possono colmare le lacune con la loro immaginazione e finire per preoccuparsi ancora di più.

La madre di Giovanni e il partner stavano liti-gando e l’uomo ha iniziato a dare spintoni alla compagna. Giovanni, che ha 12 anni, è interve-nuto per fermarlo. In un momento successivo di calma la madre gli ha detto:“Ti ringrazio per aver cercato di difendermi, però sappi che non è compi-to tuo intervenire nei nostri litigi”

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Giulia, sette anni, era in casa quando il padre, molto arrabbiato, ha minacciato di portarla via. In seguito, la madre ha detto alla bambina: “Il papà era arrabbiato e ha detto una cosa non vera. Sappi che anche quando si è arrabbiati non va bene spaventare gli altri con minacce di questo genere e che la tua mamma sarà sempre con te”

Quindi:

• Fate capire a vostro figlio che va bene fare domande. Spesso le idee dei bambini sui problemi sono diverse da quelle degli adulti. Ascoltare le sue domande vi aiuta a conoscere che cosa pensa

• Parlate con lui in un modo adatto alla sua età. Usate parole comprensibili. Fate attenzione a non usare un linguaggio tipico degli adulti

• Se non siete in grado di rispondere a una doman-da potete dire: “Questa è una domanda molto importante. Ho bisogno di tempo per pensarci e parlarne di nuovo con te”

• Ponete attenzione alle vostre emozioni. Se parlate con calma trasmettete un senso di si-curezza e di fiducia

• Rispettate i tempi di vostro figlio e non an-date oltre la sua capacità di sostenere la con-versazione. I segnali possono essere, ad es-empio, irrequietezza, cambiamenti di umore, disattenzione

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Come confortare i bambini in età prescolare e della scuola primaria

I bambini che hanno convissuto con la violenza domestica di solito non comprendono appieno gli eventi e la tensione che li circondano e al contempo devono fronteggiare le forti emozioni e il senso di pericolo. I bambini più piccoli, che non sono in grado di esprimere i loro sentimenti di sconforto con le parole, possono mostrare il loro disagio attraverso il comportamento.

Che cosa potete fare:

• Stabilite un legame fisico con il vostro bambi-no, come il contatto con gli occhi, i baci e gli abbracci. Ciò lo aiuterà a sentirsi più sicuro e protetto

• Prendetevi cura tutti i giorni delle sue esigen-ze come l’addormentamento, i pasti, la mer-enda, l’igiene personale e il gioco

• Garantite la routine quotidiana come l’orario per dormire e la regolarità dei pasti. Ciò fa sembrare il mondo più prevedibile e sicuro

• Parlate a vostro figlio con tono calmo. Anche se non è in grado di comprendere tutto quello che state dicendo, la vostra voce calma lo ai-uterà a essere tranquillo

• Rassicuratelo sul fatto che voi e gli altri adulti conosciuti garantirete protezione

• Spiegate a vostro figlio con parole adatte alla

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sua età cosa sta accadendo nella vostra fami-glia e quali misure avete attivato per la vostra sicurezza

• Insegnategli a non coinvolgersi attivamente nella violenza tra adulti

• Se il pericolo è passato rassicuratelo. Aiutate-lo a capire che le sue paure sono collegate a eventi spaventosi ora passati

Parlare con i preadolescenti

Il bambino più grande è abbastanza maturo per capire e dovrebbe quindi essere informato sui vostri piani per la sicurezza. Si sentirà meno impaurito se assumerà un ruolo attivo assieme a voi, anche se le decisioni sono le vostre. In età scolare il bambino è in grado di ricevere e comprendere spiegazioni sulla violenza domestica, su che cosa è accaduto e chi ne era responsabile. Potrà avere sentimenti contrastanti su queste informazioni e dovrebbe essere incoraggiato a parlarne. Se si mostra riluttante può essere incoraggiato a disegnare o scrivere sulle sue emozioni.

Che cosa potete fare:

• Sostenete vostro figlio a fare domande che possono essere importanti per dirimere dub-bi, incomprensioni come la convinzione di essere responsabile della violenza domestica o di dover proteggere la famiglia

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• Se la violenza è ancora presente fate in modo che vostro figlio sia informato che state pren-dendo tutte le misure necessarie per aumen-tare la protezione di entrambi e fate seguire i fatti alle parole

• Insegnategli a non coinvolgersi attivamente nella violenza tra adulti

• Se il pericolo è passato, rassicuratelo. Aiutate-lo a capire che le sue paure sono collegate a eventi spaventosi ora passati e che il mondo non è solo violento

• Aiutatelo a non soffermarsi sulle sue preoc-cupazioni e sentimenti angoscianti ma, al contrario, a concentrarsi su pensieri positivi, su un ricordo felice, un animale domestico, o su un’attività che sa fare bene

• Sollecitatelo a rivolgersi a un adulto di sua fiducia, come un insegnante, un operatore dello sportello scolastico, ecc. se ha bisogno di qualcuno con cui parlare.

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Dedicate tempo a vostro figlio

Può essere difficile trovare spazio quando si è intrappolate in un rapporto violento, tuttavia, trascorrere tempo con vostro figlio è prezioso per molte ragioni. Il tempo che gli dedicate anche solo svolgendo alcune semplici attività è una risorsa preziosa e insostituibile per sostenere la sua capacità di recupero e ripristinare il necessario senso di sicurezza personale!

Il gioco è una parte essenziale dell’infanzia e una componente salutare per la crescita. A volte pensiamo di giocare solo con i bambini più piccoli ma anche gli adolescenti “giocano” in altre forme come fare sport, navigare in rete o semplicemente uscire con il genitore. I bambini e gli adolescenti imparano a costruire relazioni attraverso il gioco.

Utilizzate al meglio le occasioni offerte dal gioco

Cercate di trascorrere un po’ di tempo ogni giorno per giocare con vostro figlio senza distrazioni come, ad esempio, fare o ricevere telefonate.

Quando giocate prestate attenzione non solo alle attività a portata di mano, ma anche all’ascolto e sostenete la sua partecipazione e il suo coinvolgimento. Ecco alcuni suggerimenti per rendere il gioco un momento speciale con i bambini di età diverse. È possibile giocare se si è a casa propria, in una casa rifugio o in una comunità di accoglienza.

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Bambini in età prescolare

Cosa potete fare

Scegliete attività che potete svolgere assieme

Esempi

Giocate con i blocchi, leggete un libro, assemblate un puzzle, colorate o fate altre attività come ascoltare musica e ballare

Ascoltatelo e dimostrategli la vostra attenzione

Ripetete le sue vocalizzazioni (ad esempio, “vroom vroom” se giocate con le automobiline), raccontate o inventate una favola, cantate una canzone mentre giocate. Sicuramente ve ne ricordate una che vi piaceva quando eravate bambini

Elogiatelo per quello che riesce a fare

“Sei proprio bravo con quei blocchi”, oppure “Hai scelto bellissimi colori per il tuo disegno”

Prestate attenzione a ciò che fa accompagnando le attività con commenti positivi

“Vedo che stai disegnando un cane” o “Hai messo la tua bambola a letto” o “Hai condiviso i tuoi giocattoli con me”

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Bambini della Scuola Elementare

Cosa potete fare

Lasciate a vostro figlio la possibilità di scegliere le attività da svolgere assieme

Esempi

Giochi da tavolo, con il computer, lettura di un libro, cucinare

Programmate un’attività fisica o un interesse comune

Giocare a pallone, andare in bici, prendersi cura di un animale

Pianificate un progetto comune

Disegnare, scrivere storie, costruire con i lego o con il meccano, fare una gita

Pre-adolescenti e Adolescenti

Cosa potete fare

Mostrate interesse per ciò che accade nella sua vita

Esempi

Chiedete della scuola, degli amici, delle sue attività

Programmate un’attività fisica o un interesse comune

Camminare, correre, andare in bici, prendersi cura di un animale

Guardate assieme la TV, andate al cinema o a teatro, ascoltate musica

Parlate di ciò che state vedendo e ascoltando, mostrate interesse per le sue opinioni

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Giocare non farà dimenticare a vostro fi glio le esperienze di violenza, ma può aiutarlo a rimanere in contatto con se stesso quando la vita è instabile e imprevedibile.

Fornire attenzione, tempo e incoraggiamento durante il gioco lo aiuterà a sentirsi importante e speciale. Questi sentimenti aumenteranno il suo senso di sicurezza.

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Come gestire i comportamenti problematici dei bambini

esposti a violenza domestica

I bambini e gli adolescenti che convivono con la violenza domestica spesso reagiscono con cambiamenti nel loro comportamento. Possono avere difficoltà a controllare i loro impulsi, agire in modo tale da rendere la vita in famiglia ancora più difficile. Le conseguenze più comuni sono i capricci persistenti6, il comportamento aggressivo e i problemi del sonno. Alcuni bambini mimano nel gioco le scene di violenza viste in casa.

Che cosa potete fare:

• Riflettete attentamente su quali comporta-menti si potrebbero tranquillamente ignorare e quali sono inaccettabili. Quelli ignorati di solito diminuiscono nel tempo

• Non cercate di ragionare a tutti i costi con lui nel bel mezzo di un’accesa discussione

• Spiegate che è compito del genitore dare limiti e prendere decisioni

• Mantenetevi coerenti nel dire e nel fare• Se vostro figlio imita la violenza domestica

nel gioco parlate con lui delle sue emozioni e preoccupazioni. Ad esempio, potete dirgli:

6 Si veda l’opuscolo Educazione positiva e non violenta - Informazioni per i genitori. In www.ausl.bologna.it (sezioni tematiche, Il Faro) e in www.lisolache.it

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“sembra che stai pensando a quello che è suc-cesso tra la mamma e il papà”

Disturbi del sonno

A volte i bambini hanno difficoltà ad addormentarsi o a dormire da soli soprattutto se sono spaventati e angosciati. Possono avere incubi o pensieri spaventosi, svegliarsi anche più volte durante la notte ed essere preoccupati che accadrà qualcosa di terribile durante il sonno.

Che cosa potete fare:

• Prestate attenzione ai riti che precedono l’addormentamento, ad esempio leggete o svolgete un gioco tranquillo, preparategli un bagno caldo o una doccia per favorire il rilas-samento prima di andare a dormire

• Calmatelo se è sconvolto abbracciandolo, ac-carezzandolo o respirando lentamente con lui

• Incoraggiatelo a parlare delle sue paure e rassicuratelo. Se ha un motivo reale di avere paura per sé o per voi adottate tutte le misure per aumentare la sicurezza in casa e tenetelo informato di ciò che state facendo per assicu-rarla

• Cercate di mantenere la calma. La vostra tranquillità è la sua migliore rassicurazione

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A chi potete rivolgervi se siete preoccupate per vostro figlio

Se il disagio persiste anche quando siete al sicuro e siete preoccupate sappiate che ci sono persone e luoghi cui potete rivolgervi per chiedere consigli e aiuto.

Quando chiedere aiuto a un professionista:• I cambiamenti nel comportamento di vostro

figlio persistono o peggiorano• È insolitamente triste, arrabbiato o ritirato• Avete la preoccupazione che possa danneggiare

se stesso o gli altri• Vi sentite impotenti e/o sopraffatte dal suo

comportamento• La violenza domestica è stata estrema

A chi rivolgersi se subisci violenza domestica

Un buon punto di partenza è quello di contattare il 1522, il numero verde gratuito del Dipartimento delle Pari Opportunità, che vi indicherà il Centro Antiviolenza più vicino alla vostra zona di residenza. Al centro antiviolenza troverete ascolto, accoglienza, supporto e possibilità di ospitalità. Sarete informate su come mettervi in contatto con la rete territoriale di riferimento (avvocati, operatori sociali e sanitari, forze dell’ordine) e avrete uno spazio per costruire insieme un piano di sicurezza

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per la vostra protezione. Il pediatra di vostro figlio può essere una buona

fonte di consigli.

Molte persone si rivolgono a Internet per avere informazioni. Se avete bisogno di un computer, sappiate che potete trovarlo gratuitamente nelle biblioteche pubbliche. Se utilizzate un computer a casa e vivete ancora in una situazione di violenza usate la massima cautela e cancellate la cronologia della navigazione. Provate a guardare solo i siti web che siano sicuri e affidabili. Ecco alcuni siti ben noti su cui potete fare affidamento per avere informazioni utili:

http://www.casadonne.ithttp://www.direcontrolaviolenza.ithttp://www.centriantiviolenzaer.ithttp://comecitrovi.women.ithttp://www.tramaditerre.org

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Come aiutare vostro figlio a gestire la relazione con il genitore violento

Un bambino che ha convissuto con la violenza domestica probabilmente nutre pensieri e sentimenti confusi e contrastanti verso il genitore violento. Mantenere i contatti con entrambi i genitori può essere di beneficio, ma solo se tutti sono al sicuro.

Uno dei passi più impegnativi dal punto di vista emotivo è proprio quello di aiutarlo a gestire il suo rapporto con il genitore violento.

Le emozioni ambivalenti di vostro figlio

La maggior parte dei bambini ha sentimenti complessi verso il genitore violento e a volte anche verso il genitore vittima. Possono avvertire paura, rabbia o tristezza per quello che è successo in casa, sentirsi confusi perché il genitore violento è stato anche amorevole e divertente in altri momenti. Molti bambini si addossano la responsabilità della violenza e non la attribuiscono al loro genitore, si sentono imprigionati in un conflitto di lealtà e temono di tradire un genitore se provano sentimenti di affetto verso l’altro.

Non aspettatevi che vostro figlio abbia i vostri stessi sentimenti verso il genitore violento. Ascoltate e accettate i suoi sentimenti. Fategli sapere che va bene se ve ne parla, che non sarete arrabbiate se vi dice che vuole bene all’altro genitore e che ha

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paura di perderlo. Se avete un rapporto di fi ducia con vostro fi glio nel corso del tempo lo aiuterete a capire e ad accettare la realtà sulla persona che vi ha fatto del male.

Proteggete vostro fi glio dalla violenza

Tenere i bambini fuori dal cuore della violenza domestica signifi ca aiutarli a non coinvolgersi nei litigi tra i genitori ed evitare il confl itto di lealtà.

Se voi e il vostro partner vi siete separati non dovreste “interrogare” vostro fi glio sull’altro genitore dopo le visite o assegnargli il ruolo di “messaggero”.

Se l’ex partner dice a vostro fi glio che siete una cattiva madre o che è colpa vostra se la famiglia non vive più insieme, rammentate a vostro fi glio che la responsabilità è del comportamento violento dell’altro genitore e non vostra. Non accettate la colpa e non rispondete criticando l’altro genitore.

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Se ritenete che l’altro genitore faccia pressioni sul figlio o lo esponga a pericoli contattate un legale esperto o un servizio competente per chiedere aiuto.

Sara, 9 anni, tornata da una visita a suo padre dice alla mamma: “Mi manca papà. Voglio vi-vere con voi tutti”. La madre risponde: “Lo so che ti manca. Ma non possiamo vivere insieme. Il papà non riesce a controllare il suo comporta-mento. Siamo andate via perché non eravamo al sicuro”

Come gestire i contatti con il genitore violento

Se vostro figlio frequenta il genitore che è stato un partner violento cercate di non discutere davanti a lui anche se l’altro genitore lo fa. In questi casi prendete in considerazione i seguenti passaggi:• Contattate il vostro avvocato, se ne avete uno• Cercate la collaborazione di un’altra persona

(ad esempio un parente non schierato) che possa accompagnare e riprendere il bambino

• Contattate il servizio sociale per supervision-are le visite e per garantire al figlio gli incon-tri in un luogo neutro

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Prendetevi cura di voi

Vivere in condizioni di stress persistente, in particolare di violenza, può incidere sulla salute e sul benessere. A volte è difficile ripristinare una condizione di calma, si possono presentare difficoltà nel sonno, irritabilità o diminuzione della memoria. Nel tempo lo stress cronico può portare a malattie cardiache, aumento di peso, indebolimento del sistema immunitario e comportamenti non salutari come abusare di fumo o alcool.

Prendersi cura di sé è possibile solo se ci si sente al sicuro sia fisicamente che emotivamente.

Come mi sento? Come sta il mio corpo oggi? Ho un problema che potrebbe essere legato allo stress?Sono diventata più irascibile o irritabile del solito?Mi sento spesso stanca o esausta?Ho problemi di concentrazione?Mangio troppo o troppo poco? Mangio cibo di cattiva qualità?Sto fumando o bevendo troppo?

Un piano efficace: scoprite i vostri punti di forza

Ci sono molti metodi efficaci per alleviare lo stress e prendersi cura di sé. Pensate a come avete affrontato la violenza domestica e altri eventi stressanti nel

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passato. Cercate di ricordare cosa vi ha aiutate di più: ascoltare musica, fare esercizio fisico, pregare, parlare con una persona fidata, ecc.

Prendersi cura del proprio corpo è anche curare la propria salute emotiva.

Alcuni consigli per alleviare lo stress:• Frequentate altre persone• Ascoltate musica• Ricordate ciò di cui siete soddisfatte• Passeggiate• Fate un bagno caldo o una doccia• Guardate un bel film• Esercitatevi a respirare profondamente e len-

tamente• Partecipate a un gruppo di sostegno

Ricordate che ognuno di noi è diverso. Ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Chiedetevi quali attività potrebbero aiutarvi a sentirvi più forti e più concentrate anche se avete solo pochi minuti da dedicare a voi stesse.

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A chi potete rivolgervi

• Forze dell’Ordine 113 - 112 • Rete Nazionale Antiviolenza 1522• http://comecitrovi.women.it/• Il Centro Antiviolenza della tua città: http://

www.centriantiviolenzaer.it/• Per Bologna: Casa delle donne per non

subire violenza: 051-333173 - Via dell’Oro 3, [email protected]

Inoltre, è possibile rivolgersi al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Emilia-Romagna (LR n. 9, 2005 modificata con LR n.13,2011) le cui principali funzioni sono di promuovere, tutelare gli interessi e i diritti dei cittadini in crescita, di rappresentarli presso tutte le istituzioni.

Tel. 051 5275 713/860 [email protected]

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Questa guida è stata realizzata grazie al contributo di:

Mariagnese Cheli, psicologa responsabile Centro specialistico “Il Faro”, Dipar-timento di Cure Primarie - Azienda USL di Bologna, socia fondatrice L’Isola che c’è - OnlusLuca Degiorgis, educatore prof. le Dipartimento Salute Mentale - Azienda USL di Bologna, consulente de “Il Faro”, presidente L’Isola che c’è - OnlusClede Maria Garavini, psicologa, giudice onorario presso il Tribunale per i Mino-renni dell’Emilia-Romagna, socia fondatrice L’Isola che c’è - Onlus Cristina Caravita, avvocato, responsabile UOC Servizio Legale e Assicurativo - Policlinico S. Orsola-Malpighi, consulente giuridico de “Il Faro”Maria Pia Mancini, psicologa, consulente de “Il Faro”Chiara Manzini, psicologa Consultorio Familiare, Dipartimento di Cure Primarie - Azienda USL di Bologna, consulente de “Il Faro”Massimo Masi, pediatra, Università di Bologna, coordinatore gruppo di lavoro “Linee di indirizzo regionali per l’accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento/abuso” Regione Emilia-Romagna, consulente scienti-fico L’Isola che c’è - Onlus Luciana Nicoli, pediatra UOS Pediatria Territoriale, Dipartimento di Cure Pri-marie - Azienda USL di Bologna, consulente de “Il Faro”, socia fondatrice L’Isola che c’è - OnlusFrancesca Pincanelli, assistente sociale de “Il Faro”Cosimo Ricciutello, neuropsichiatra infantile, Direttore UOC Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza - Azienda USL di Imola, consulente de “Il Faro”, socio fondatore L’Isola che c’è - OnlusMirella Valdiserra, esperto giuridico, socia fondatrice L’Isola che c’è - Onlus

Hanno inoltre contribuito alla revisione del testo:

Silvia Carboni, psicologa, Casa delle Donne per non subire violenza di BolognaAnnalisa Faccini, responsabile Minori, Famiglie, Tutele e Protezioni – Settore Servizi Sociali – Dipartimento Benessere di Comunità, Comune di BolognaLuigi Fadiga, Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Assemblea Legi-slativa, Regione Emilia-Romagna

alla bibliografia:

Laura D’Aniello, psicologa volontaria associazione L’Isola che c’è - Onlus

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Pubblicazioni correlate:

• Il comportamento sessuale nei bambini – Informazioni per i genitori• Che cosa sono i maltrattamenti? Informazioni per i genitori• Conoscere la violenza sessuale – Informazioni per le ragazze• Genitori con storie traumatiche nei servizi – Raccomandazioni per

famiglie di origine e accoglienti, operatori, giudici, avvocati• Rendere testimonianza in tribunale – Raccomandazioni per operatori• Educazione positiva e non violenta – Informazioni per i genitori

Altre pubblicazioni:

• E dopo cosa succede? Manuale per ragazzi• E dopo cosa succede? Consigli per i genitori • E dopo cosa succede? Consigli per gli operatori • Se piango … ascoltami (e non scuotermi mai)

reperibili in www.ausl.bologna.it (Sezioni tematiche, Il Faro) www.lisolache.it

Progetto grafi co: RAM design | www.ramdesign.itIllustrazioni: Vanna Vinci

Progetto realizzato nell’ambito del programma provinciale a sostegno delle politiche sociali - Interventi per il contrasto dell’abuso e del

maltrattamento - Fondi anno 2014

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