Conosciamoci giocando - Elledici 2011pag24.pdf · I giochi che abbiamo presen-tato sono pensati per...

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Cominciare bene Sia che il vostro gruppo sia fatto di pochi ra- gazzi, sia che ne abbia una dozzina o anche di più, la prima cosa da fare a catechismo è dedica- re sin dal primo incontro un bel po’ di tempo per- ché i ragazzi si conoscano e stiano bene insieme. In questo modo impareranno a fare gruppo, cioè a diventare amici. In un gruppo non tutti i ragazzi sono uguali: ci sono quelli che stanno bene con tutti e che si co- noscono già, ma c’è sempre qualcuno che non conosce nessuno. Comunque il catechista do- vrebbe conoscere bene tutti i suoi ragazzi e aiu- tarli a fare altrettanto. Primi incontri GIANNI FRIGERIO Conosciamoci giocando Alla ripresa del catechismo il primo obiettivo è quello di favorire nei ragazzi la reciproca conoscenza e di aiutarli a fare gruppo. Vi presentiamo qualche gioco per conoscersi in allegria.

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Cominciare bene■ Sia che il vostro gruppo sia fatto di pochi ra-gazzi, sia che ne abbia una dozzina o anche dipiù, la prima cosa da fare a catechismo è dedica-re sin dal primo incontro un bel po’ di tempo per-ché i ragazzi si conoscano e stiano bene insieme.In questo modo impareranno a fare gruppo, cioèa diventare amici.■ In un gruppo non tutti i ragazzi sono uguali: cisono quelli che stanno bene con tutti e che si co-noscono già, ma c’è sempre qualcuno che nonconosce nessuno. Comunque il catechista do-vrebbe conoscere bene tutti i suoi ragazzi e aiu-tarli a fare altrettanto.

Primi incontriGIANNI FRIGERIO

ConosciamocigiocandoAlla ripresa del catechismo il primo obiettivoè quello di favorire nei ragazzi la reciprocaconoscenza e di aiutarli a fare gruppo. Vi presentiamo qualche gioco per conoscersiin allegria.

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Non solo playstationCoinvolgere i ragazzi in un gio-co oggi è un po’ più difficile, per-ché tanti di loro sono perenne-mente incollati alla playstation,e conoscono quasi solo i giochielettronici. I divertimenti sem-plici che si possono fare a cate-chismo lì per lì potrebbero delu-derli e non interessarli. Ma mol-to dipende dall’abilità del cate-chista. Perché la genuinità di ungioco spontaneo potrà facilmen-te catturarli e creare allegria.

Il gioco fa star bene■ Qualunque sia il contesto, gio-care insieme aiuta a superare latimidezza degli uni verso gli al-tri. Quando si lasciano coinvol-gere nel gioco, i ragazzi si mani-festano per quello che sono: rive-lano se stessi e si pongono in mo-do personale di fronte agli altri.■ Attraverso il gioco ognuno di-venta spontaneo e il catechistacapisce meglio che tipo è, quali

sono i suoi gusti. Aiutare i ra-gazzi a fare una più ricca sco-perta degli altri e nello stessotempo conoscere meglio se stes-si è certamente uno degli obiet-tivi della catechesi.■ I giochi che presentiamo favo-riscono l’intesa di gruppo, ilconfronto tra di loro, il rispettoreciproco. Se poi nel gioco di-ventano avversari, quando unoperde, gli si farà capire che sitratta di una semplice partita.

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Il gioco favorisce la vita di gruppo.

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1. Per conoscere i nomiFormate due sot-togruppi ugualie poneteli l’uno di fronte all’al-tro. Il primo ragazzo del primosottogruppo, per esempio Da-niele, si mette davanti a ciascu-no e dice: «Daniele ti saluta conamicizia!». Il giocatore che vie-ne salutato risponde: «Io, Ivana,rispondo al tuo saluto con ami-cizia!». E così di seguito fannotutti i giocatori verso tutti quellidell’altro sottogruppo. Natural-mente le parole possono essereaccompagnate da un gesto disaluto: il braccio alzato, una ri-verenza, una strizzatina d’oc-chio, un saluto con la mano...(Un cappello può rendere piùsolenne il saluto).Una volta che sono passati tutti,si fa un secondo giro, molto piùdifficile, dicendo invece il nomedell’altro. Per esempio, Danieledice: «Io Daniele saluto te, Iva-na!». Non sarà facile ricordare inomi di ogni compagno, alloraci si scusa, si domanda il nomee si riprende il saluto. Questogioco è più funzionale con i piùpiccoli, almeno nella primaparte. Con loro è facile farli sta-re al gioco e fare un po’ di tea-tro, un po’ di cerimonia.

2. Ancora per conoscere i nomiÈ un gioco moltosemplice per conoscere i nomi ditutti. I ragazzi sono in cerchio.Un giocatore è al centro conuna palla. La tira a uno e all’al-tro un po’ a caso. Chi riceve lapalla dice il suo nome e riman-da indietro la palla. In un se-condo tempo, si mettono a tur-no i ragazzi al centro, a tirare lapalla. Quando il catechista diceun nome, lui deve tirare la pallaa chi è stato nominato.

3. Chi è scomparso?Ecco un altro modoper ricordare i com-pagni e i loro nomi. Ogni ra-gazzo ha gli occhi bendati e tut-ti si dispongono lentamente alposto assegnato. Il catechista si-lenziosamente ne sceglie uno elo fa uscire. Al segnale, tutti i ra-gazzi si tolgono la benda e de-vono scoprire chi è che manca.Vince chi dice il suo nome. Sipuò ripetere il gioco più volte.Anche un ragazzo può fare l’a-nimatore del gioco.

4. In casa e fuori casaGioco di puro diver-timento per faregruppo. Come l’«Asino vola». Sidisegna un bel cerchio e ci simette attorno al cerchio. Il cate-chista dice il nome di un ogget-to. Se questo oggetto sta in casasi salta dentro il cerchio, altri-menti si sta fermi. Viene elimi-nato chi salta dentro al nome diun oggetto che non sta in casa.

5. A me non piaccionoGioco conosciutis-simo. Gruppo in cerchio. Il cate-chista dice forte, per esempio:«A me non piacciono quelli chehanno la maglietta celeste (i ca-pelli biondi, gli occhi azzur-ri...)». E tutti quelli che hanno lamaglietta di quel colore devonocambiare di posto. Volendo, siconsidera perdente chi rimanel’ultimo a cambiare di posto.

6. Trovare i 50 centesimiSi fa uscire unragazzo. Si nasconde quindi u -na moneta da 50 centesimi inun angolo della stanza o in uncassetto o sopra un armadio. Alrientro del ragazzo, gli si spiegache deve trovare la moneta eche il gruppo gli farà capire do-v’è cantando. Il gruppo esegueun canto molto conosciuto dairagazzi (per esempio, «JohnBrown», «Azzurro») alzando ilvolume ogni volta che il

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Giochi per misurarsi con se stessi e con gli altri.

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Primi incontri

ragazzo si avvicina ai 50cent, diminuendo il volume o -gni volta che si allontana dallamoneta.

7. Il bastone che scottaIl bastone passa di mano in ma-no a un gruppo di ragazzi sedu-ti e disposti in circolo. Il basto-ne si passa con la destra e lo siriceve con la sinistra. Il bastone«scotta», è «elettrico» e lo si pas-sa velocemente. Voltandosi, pernon vedere chi ha il bastone, ilcatechista (o un ragazzo) fischiae chi si trova tra le mani il ba-stone viene eliminato.

Quali giochi adottare■ Naturalmente il gioco è persua natura divertente e non è fi-nalizzato direttamente a unmessaggio religioso. Per fare ca-techismo giocando ci sono tantealtre tecniche e se ne possono

trovare a centinaia neisussidi specializzati pre-senti in libreria.■ I giochi che si adotta-no con la finalità di co-noscersi e di fare gruppodevono però avere delleregole semplici, facili dacapire per tutti. Atten-zione a non mettere indifficoltà chi è un po’più timido o chi fa piùfatica a comprendere ilgioco. Non abbiate pau -ra di spiegare per beneil gioco, fino a quandonon siete certi che tuttisappiano che cosa sista per fare.■ Ogni gioco può esse-re iniziato con una cer-ta solennità, facendo

un po’ di scena, proprio per con-durli in allegria.

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Il gioco coinvolge e diverte.

Partecipare al gioco■ Come dicevamo all’inizio, fac-ciamo in modo di proporre que-sti giochi divertenti sin dai pri-mi incontri. Potremo così osser-vare le reazioni di ogni ragazzoe notare che posto occupano nelgruppo.■ È bello e importante che an-che il catechista si lasci coinvol-gere nello stesso gioco come unsemplice partecipante un po’più astuto. Così faciliterà lacomprensione del meccanismodel gioco e conoscerà meglioogni ragazzo nel suo rapportoverso gli altri.■ I giochi che abbiamo presen-tato sono pensati per i ragazzi.Ma si potrebbero utilizzare an-che con gli adulti, magari quan-do in una giornata di catechi-smo partecipano anche i lorogenitori.

Il brucoCon questo gioco i ragazzi scoprono che si puòcomunicare l’un l’altro anche senza parlare. È ungioco che sfida il gruppo, perché si basa su una grande soli-darietà. Materiale necessario: un foulard per gruppo e qual-che foglia d’insalata. Si può giocare al chiuso o all’aperto.I ragazzi si uniscono a gruppi di cinque e si mettono in filaindiana. I gruppi si sistemano in modo da avere un bel po’ dispazio davanti. Ognuno posa le mani sulle spalle di chi hadavanti. Il giocatore che fa da testa ha gli occhi bendati. L’ul-timo della coda ha il compito di mandare avanti il bruco,che deve raggiungere la foglia d’insalata ricevendo degli or-dini senza parlare. Prima di cominciare a giocare, ci si met-te d’accordo sul modo di trasmettere gli ordini: per es. picco-li colpi sulla testa vuol dire avanti; sulla schiena, vuol direindietro, un solo colpo sulla testa significa fermarsi, un colposulla spalla destra o della sinistra, indica la direzione daprendere. Ogni segno viene trasmesso da ogni giocatore aquello che gli sta davanti, fino a quando l’ordine non arrivaalla testa del bruco. Il gioco finisce quando il bruco raggiun-ge la foglia d’insalata, collocata dal catechista non troppolontano quando tutti i gruppi sono ben sistemati. Garantiterisate. Volendo si possono mettere in gara i gruppi a uno auno, cronometrando i tempi.

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ELISA CATTANEO

La proposta

SvolgimentoIl don è il primo a entrare in scenae si mette al centro.Don: Ragazzi, ci siamo! Inizia ilcount down!Inizia il conto alla rovescia, cheesegue chiedendo la partecipazio-ne dei ragazzi e mimando.Don: Dieci, nove, otto, sette, sei,cinque, quattro, tre, due, uno...via!I catechisti partecipanti entrano inscena avvicinandosi al don.Cate/1: Arriviamo!Cate/2: Siamo pronti!Cate/3: Inizia un nuovo anno!Cate/4: Siamo in tanti!Cate/5: (rivolgendosi ai ragazzi)E voi siete pronti?I ragazzi dovrebbero interagire coni catechisti rispondendo in massaalle domande che vengono loro ri-volte.Cate/5: Non ho sentito bene,siete pronti? (attende risposta deiragazzi, poi...)Don: Allora partiamo!Il don avvia un cd musicale. Trova-re la base musicale giusta, sullaquale i catechisti e il don stesso,

seguendo uno stile rap, raccontanodei fatti e fanno delle domande airagazzi.Cate/1: Quest’anno parleremodi tanti argomenti.Cate/2: L’amicizia, l’amore, lavita, il dolore.Cate/3: La gioia, la serenità,l’impegno per la comunità.Cate/4: Sapremo che dove dueo più sono riuniti nel Suo no-me...Cate/5: allora li c’è Gesù...Don: (rivolto ai ragazzi) E voi loconoscete un tizio di nome Ge-sù? (attende risposta).Cate/1: Sfoglieremo le pagine diun libro importante.Cate/2: E sentiremo parlare diBetlemme, Nazaret e Gerusa-lemme.Cate/3: Incontreremo personespeciali.Cate/4: Riceveremo doni spe-ciali.Cate/5: Ragazzi, questo è tuttoper voi!Don: (rivolto ai ragazzi) Sietecontenti? (attende risposta) Convoi ci saremo anche noi!

Poi mentre la musica di sottofon-do sfuma fino a finire, tutti i cate-chisti – ai quali poi si unisce ancheil don – invitano i ragazzi a uncanto finale tutti assieme. Lo stileè quello dei ban: il coro dei cate-chisti, al quale risponde per primoil coro dei ragazzi, poi quello delleragazze, poi tutti assieme; ognigruppo ripete la stessa melodia ele stesse parole presentate, sullamusica di «oh alele, alele ci chetonga...» (cercate alla voce: «Ohalele» in YouTube).Cate: Oh, ci siamo!Ragazzi: Oh, ci siamo!Cate: Ci siamo e siamo tanti!Ragazzi: Ci siamo e siamo tanti!Cate: Che bello stare insieme!Ragazzi: Che bello stare insie-me!Don: Ora le ragazze...Cate: Oh, ci siamo!Ragazze: Oh, ci siamo!Cate: Ci siamo e siamo tanti!Ragazze: Ci siamo e siamo tan-ti!Cate: Che bello stare insieme!Ragazze: Che bello stare insie-me!Don: E ora tutti insieme! Forza!Cate: Oh, ci siamo!Tutti: Oh, ci siamo!Cate: Ci siamo e siamo tanti!Tutti: Ci siamo e siamo tanti!Cate: Che bello stare insieme!Tutti: Che bello stare insieme!Don: (in tono soddisfatto!) Bellis-simo, bravissimi! Un applauso!Tutti applaudono.

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Iniziamo a suon di musicaUn modo semplice, originale, fuori dalle righe, per i ragazzi e i catechisti, di dare inizio all’anno catechistico.

Ragazzi lombardi e i loro animatori a Merate.

• La proposta è di cominciare l’anno catechistico con tutti i ragazzi, i ca-techisti e il «don» in modo originale, sorprendente, molto giovanile.• Naturalmente può cominciare il catechismo in parrocchia così solochi se la sente e può contare sulle persone giuste per farlo.• I catechisti e il don saranno su un palco (o qualcosa di simile) perrappresentare i dialoghi e coinvolgere in diversi modi i ragazzi.• Meglio se al centro della scena c’è un tavolo da deejay, agghindatoda fili, cd, casse...

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