Conoscere Il tessuto miofasciale

download Conoscere Il tessuto miofasciale

of 13

Transcript of Conoscere Il tessuto miofasciale

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    1/13

    Conoscere il tessuto miofasciale

    I modelli culturali che dominano nella civilt moderna si aggiungono agli

    stress gi a carico delle strutture fondamentali del corpo umano, imponendo

    unattivit sempre pi specializzata e limitata. Le spalle curve del depresso, il

    petto in fuori della persona arrogante o pi semplicemente la difficolt di

    reimparare a camminare normalmente per chi abbia portato uningessatura a

    un arto inferiore, anche solo per poche settimane (classico esempio di

    retrazione post-traumatica derivata da una limitazione funzionale da trauma),

    sono tutti esempi di come fattori psico-sociali determinino alterazioni

    funzionali della biomeccanica delle articolazioni.

    I muscoli che sono impegnati in queste articolazioni diventano perci

    ipertonici e/o accorciati comportando una serie di adattamenti compensatori

    da parte di tutti gli altri muscoli coinvolti nella meccanica dellarticolazione in

    questione, sinergici e antagonisti.

    E necessario creare delle influenze che compensino questa situazione in

    modo da raggiungere una funzione ottimale nelle condizioni imposte dal

    nostro stile di vita.

    Negli adulti lincidenza di difetti posturali legata, intimamente, a modelli di

    attivit altamente specializzata e ripetitiva. La correzione di queste condizioni

    dipende dalla comprensione delle influenze che ne sono la causa e

    nellattuazione di un programma di misure di prevenzione ed informazione.

    Tutto ci richiede la conoscenza della meccanica del corpo e della sua

    risposta agli stress e agli sforzi a cui sottoposto.

    Inerenti al concetto di una buona meccanica del corpo sono le qualit,

    indivisibili, dellallineamento e dellequilibrio muscolare.

    Le procedure di trattamento sono indirizzate verso il recupero e la

    conservazione di una buona meccanica del corpo sia in situazione statica chedinamica.

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    2/13

    Gli esercizi per il rafforzamento dei muscoli deboli e, ancor di pi,

    lallungamento di quelli contratti costituiscono il metodo principale per il

    ripristino dellequilibrio muscolare.

    Una buona meccanica del corpo necessita di un range di movimento

    adeguato, ma non esagerato. La flessibilit normale una qualit, non si pu

    dire lo stesso per la flessibilit eccessiva e a ragion del vero ne la

    dimostrazione il grafico tensione/lunghezza (fig. 1) che in unottica fisiologica,

    dimostra praticamente come solo ad una data lunghezza i ponti tra actina e

    miosina (filamenti contrattili) permettono una tensione ottimale derivata dalla

    realizzazione di un adeguato numero di ponti.

    Fig. 1

    Il principio fondamentale dei movimenti articolari stabilisce che ad una

    maggiore flessibilit corrisponde una minore stabilit, e viceversa.

    Il problema palese per tutte quelle attivit sportive in cui lesasperazione

    della performance richiede contemporaneamente una flessibilit e una

    lunghezza muscolare superiore alla norma. Sebbene si consideri e si

    sempre considerato che di pi meglio per il miglioramento delle

    prestazioni (professionistiche e dilettantistiche), ci pu ripercuotersi

    negativamente sulla salute del soggetto.

    Questa convinzione dominante negli ultimi decenni, stata alla base anche

    della ricercata muscolazione da parte di unenorme mole di utenti (praticanti

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    3/13

    fitness) allinterno di palestre/club o per atleti di sport di squadra (calcio,

    pallavolo, ecc) presso societ sportive. Bisogna avere (preferibilmente in

    quantit elevata) muscoli grossi e/o forti che possano tradurre il massimo

    della forma e lattitudine agli sforzi sportivi.

    Anche in ambito medico si sentito spesso raccomandare lo sviluppo

    muscolare, ne rappresenta un importante esempio la zona del dorso.

    Lo scopo sarebbe stato ridurre le deformazioni vertebrali nel caso degli

    adolescenti e dolori/reumatismi nel caso degli adulti. Malauguratamente

    questi potenziamenti non sono mai riusciti veramente ad arrivare allo scopo

    dei problemi incontrati, sia in ambito rieducativo che funzionale.

    Da qui nasce lesigenza di una valutazione che tenga conto anche di altre

    linee di pensiero del funzionamento muscolo-scheletrico.

    Una prima osservazione da fare riguarda il tessuto connettivo che

    rappresenta il 70% di tutti i nostri tessuti e indipendentemente dalla sua

    funzione presenta sempre la medesima struttura di base (tra un osso e

    unaponeurosi non c differenza fondamentale, la loro distinzione nasce dalladiversa cementazione degli elementi costituenti operata dalla mucina di

    legame).

    Al tessuto connettivo da sempre riconosciuto un grande valore meccanico,

    ma allo stesso modo presenta altre caratteristiche che ricoprono un posto di

    estrema importanza nella fisiologia generale.

    Embriologicamente origina dal mesoderma. Si pu distinguere in due

    categorie: a funzione trofica (sangue, linfa, endotelio, adiposo, ecc) e a

    funzione meccanica (fibroso, cartilagineo, osseo).

    In questa sede ci occuperemo di quella parte del tessuto connettivo detto

    fibroso (tessuto di sostegno molto denso, capace di resistere alla rottura con

    fasci connettivi serrati e cementati da una proteina del gruppo mucinico) che

    comprende: tendini, legamenti, aponeurosi, pareti vascolari, fasce muscolari,

    guaine nervose e linsieme del sostegno della pelle e dei visceri.

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    4/13

    Questinsieme di strutture connettivali in Osteopatia definita fascia, la

    quale permette la connessione tra le diverse parti del corpo e svolge inoltre,

    un ruolo importante nel metabolismo nutrizionale e nei fenomeni di osmosi.

    Il tessuto connettivo fibroso formato da diversi tipi di cellule, le principali

    sono i fibroblasti che a loro volta producono due proteine: lelastina e il

    collagene.

    Lelastina si organizza in fibre elastiche di colore giallastro, sottili, con un

    elevato coefficiente di elasticit e scarsamente rigenerabili nelladulto, mentre

    il collagene organizzato in fibre di colore bianco, raggruppate in fasci

    connettivi spessi, che si modificano continuamente e che sono caratterizzati

    da una grande resistenza alla rottura (600 Kg/cmq). Attualmente non si

    conosce cosa attivi la secrezione dellelastina, mentre si sa che le tensioni

    tissutali favoriscono la secrezione di collagene (Tipo 2).

    E stato infatti osservato che tensioni prolungate e continue favoriscono la

    produzione di fibre collagene in serie, con allungamento dei fasci connettivali,

    mentre le tensioni brevi e ripetute o linattivit (vita sedentaria, trauma, ecc)determinano la produzione di fibre collagene in parallelo con moltiplicazione

    dei fasci connettivali.

    Nel primo caso si avr un allungamento del tessuto connettivo, nel secondo

    caso avremo un tessuto densificato retratto (linvecchiamento delluomo

    caratterizzato da un addensamento che spesso porta ad unossificazione),

    con riduzione dellelasticit ed un inevitabile accorciamento, dato che

    lelemento contrattile dovr sopperire alla mancanza di tensione dovuto ad un

    aumento delle fibre collagene.

    Lo spazio libero tra le cellule connettivali denominato sostanza

    fondamentale ed costituito da fibre elastiche, collagene e liquido lacunare.

    Questultimo definito linfa interstiziale perch i capillari linfatici ricevono

    da esso gli elementi base della linfa e il suo volume in funzione del maggior

    o minor addensamento tissutale.

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    5/13

    Si presenta ricco di cellule nutritizie e macrofagi che gli permettono di

    svolgere un ruolo fondamentale nella funzione immunitaria e nella nutrizione

    cellulare. La linfa interstiziale contiene anche mucopolisaccaridi e acido

    ialuronico che svolgono un importantissima funzione nel regolare il grado di

    elasticit delle strutture connettivali.

    Anche la circolazione dei fluidi nel nostro organismo (inizialmente sotto forma

    di siero fisiologico che serve da veicolo agli elementi vitali necessari a tutte

    le nostre funzioni), presenta delle peculiari caratteristiche. E basato

    essenzialmente su due sistemi: uno definito circolazione di acqua legata e

    laltro definito circolazione di acqua libera. Essi a loro volta dipendono dai

    movimenti di fascia o per meglio dire dalla motilit dei tessuti che scivolando

    gli uni sugli altri, permettono la propagazione del liquido a macchia dolio,

    dando cos modo alle cellule di ricavare quello di cui hanno bisogno.

    La fascia, quindi, da considerarsi fondamentale per la circolazione dei fluidi

    nel nostro corpo, permette la propagazione degli anticorpi ma questa

    funzione ha anche un aspetto negativo molto importante in quanto funge daveicolo per il propagarsi degli agenti infettivi.

    Anche anatomicamente la fascia possiede una suddivisione.

    Si compone di due strutture fondamentali: una detta fascia superficiale,

    situata al di sotto del piano cutaneo e laltra, pi profonda, detta aponeurosi

    superficiale.

    Funzionalmente il tessuto connettivo fibroso non riveste solo il ruolo di

    tessuto di sostegno e di rivestimento. Esso permette grazie al diverso grado

    di elasticit delle formazioni connettivali fibrose (tendini, aponeurosi,

    legamenti ecc) e al rapporto elastina/collagene lo scivolamento dei muscoli

    superficiali su quelli profondi e della cute sul sottocute.

    Da questo si deduce come il tessuto connettivale (epimisio, perimisio,

    endomisio) che tiene uniti i muscoli avvolgendoli in una fascia unica e

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    6/13

    continua, sia in grado di connettere tutto il corpo dalla pianta del piede al

    cranio. (fig. 2).

    Fig. 2

    In effetti lapparato contrattile e quello connettivale rappresentano un unico

    sistema miofasciale con unalta concentrazione di recettori propriocettivi.

    Questi ultimi se sottoposti a tensioni prolungate, specie se in condizioni di

    estremo affaticamento, possono dar vita ai cosiddetti dolori miofasciali tra

    cui ricordiamo la sindrome dolorosa da disfunzione miofasciale. Essa

    determinata dallattivazione di un trigger point (TP), che secondo J.G.Travell

    e D.G. Simons definito come: un locus iperirritabile che si trova allinterno di

    un gruppo di fibre muscolari assai contratte, situato nel tessuto muscolare

    e/o nella sua fascia corrispondente. Il punto si presenta dolente alla

    compressione e pu evocare fenomeni di tipo vegetativo e/o dolore

    caratteristico che si irradia a distanza (fig. 3).

    Fig. 3

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    7/13

    Con le svariate ramificazioni il sistema fasciale si insinua nellintera struttura

    corporea, connettendo con le sue espansioni il sistema muscolo-scheletrico

    con quello viscerale, ci a dimostrazione del fatto che il muscolo uno

    strumento al servizio della fascia, che nel suo insieme costituisce un vero e

    proprio scheletro fibroso.

    Proprio tramite questa reale continuit una cicatrice o un qualsiasi trauma

    (distorsioni, stiramenti, contratture, ecc) possono determinare tensioni,

    squilibri e dolori anche in zone del corpo molto distanti, che, nei limiti del

    possibile, verranno tamponati dai meccanismi di difesa deputati a preservare

    la nostra conservazione (il loro fine proteggere le funzioni vitali e saranno

    numericamente proporzionati allimportanza delle stesse). Quindi lorganismo

    tradurr ogni elemento ritenuto nocivo in unaggressione a cui i sistemi di

    adattamento e di difesa reagiranno, nel rispetto di tre regole principali.

    La prima la salvaguardia delle funzioni egemoniche dette cos poich

    devono, prioritariamente, essere garantite (funzione respiratoria, alimentare,

    statica, bipodalica, binoculare e sessuale) e che beneficiano di svariati rinforzimuscolari, questa la ragione per cui i muscoli inspiratori sono pi potenti e

    numerosi degli espiratori. Lo stesso vale per i muscoli potenti con

    caratteristiche statiche e con una pi resistente componente contrattile

    rispetto ai muscoli pi deboli con caratteristiche dinamiche, ne sono un

    esempio i muscoli della prensione che consentono il nutrimento.

    La seconda sopprimere o ancor meglio evitare il dolore e la terza, nel

    caso venga eliminata laggressione, minimizzare al massimo le eventuali

    conseguenze psicologiche come l angoscia e la sofferenza relegandole

    allo stadio inconscio, salvaguardando in questo modo lo stato di equilibrio e

    unit dellessere umano.

    Un esempio chiarificatore pu essere una distorsione di caviglia dove si

    zoppica per evitare tutti i movimenti rischiosi dellarticolazione lesionata, con

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    8/13

    una contrazione ipertonica del tricipite della sura e degli ischio-crurali

    (compensi) che immobilizza conseguentemente caviglia e ginocchio.

    I muscoli spinali compensano la bascula automatica del bacino e la spalla

    opposta si alza per alleggerire lappoggio del piede dolorante durante il

    cammino, relegando per quanto possibile il dolore allo stato inconscio.

    Quindi, secondo questo principio detto dei riflessi antalgici, anche i muscoli

    lontani dal problema iniziale sono fortemente coinvolti nel processo di difesa

    (tabella 1).

    tabella 1

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    9/13

    Questi sono tutti adattamenti messi in atto in modo involontario e automatico

    dal Sistema Nervoso Centrale nel rispetto delle leggi a cui il corpo obbedisce

    nella sua globalit ovvero: Equilibrio, Economia e Comfort (questultimo

    inteso come assenza di dolore). Attuando un controllo inibitorio di una

    particolare zona dolorosa, la si escluder dal movimento sovraccaricando

    unaltra zona. Cos delle ipo-sollecitazioni quali linibizione, il raffreddamento,

    la fissazione e il blocco in alcuni distretti determineranno delle iper-

    sollecitazioni con conseguente affaticamento e stress in altri. Sembra chiaro,

    quindi, che non si potrebbe vivere senza i meccanismi di difesa, i quali

    garantiscono la sopravvivenza e la salvaguardia della vita stessa. Tuttavia

    da sottolineare che la prestazione del sistema antalgico dipende dalla qualit

    del potenziale vitale di partenza, cio dallereditariet pi che dalle condizioni

    di vita e dallambiente.

    Un altro concetto a cui ci rifaremo riguarda la muscolatura.

    Originata dal mesoderma si presenta organizzata in unit motorie (elemento

    funzionale dellattivit motoria) e pi nello specifico da fibre muscolariinnervate da motoneuroni alfa periferici. Il numero di unit motorie varia (a

    seconda del muscolo preso in esame) da un minimo di 3 fibre per unit

    motoria nei muscoli oculo-motori ad un massimo di 1500 fibre per unit

    motoria nel gastrocnemio. Didatticamente la muscolatura striata dellessere

    umano si presenta suddivisa in unit motorie fasiche o dinamiche e unit

    motorie toniche o statiche. Ulteriore classificazione viene fatta per il tipo di

    fibra che Burke (1973) e Heuleu (1988) suddividono in:

    - fast-faticable (bianche-fasiche) denominate di tipo IIB,

    - slow (rosso-toniche) denominate di tipo I e

    - fast-resistent (caratteristiche intermedie rispetto alle precedenti)

    denominate di tipo IIA (tabella 2).

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    10/13

    tabella 2

    A livello neurologico le unit motorie toniche sono innervate da un

    motoneurone alfatonico con bassa soglia di eccitabilit e presentano una

    fisiologica contrazione inconscia ed automatica. Le unit motorie fasiche,

    innervate da motoneuroni alfafasici di dimensioni maggiori e soglia di

    eccitabilit pi alta rispetto al motoneurone alfatonico, presentano una

    fisiologica contrazione cosciente e volontaria. C da sottolineare che

    nellorganismo umano non esistono muscoli totalmente fasici o tonici, inquanto esso non ha, come alcuni quadrupedi, una muscolatura differenziata

    ma tutti i muscoli si presentano a componente mista, quindi con unit

    toniche e fasiche in proporzione variabile a seconda della funzione svolta.

    Queste differenziazioni delle unit motorie fanno si che nelluomo avvengano

    due funzioni fondamentali e complementari: la funzione dinamica e la

    funzione statica.La prima gestita dalla muscolatura dinamica che viene impiegata nella vita

    quotidiana, volontaria e altamente affaticabile. La sua patologia

    caratterizzata da debolezza o per meglio dire atrofia, paresi o paralisi. Il

    trattamento che ha sempre contraddistinto questo tipo di muscolatura lo

    sviluppo della forza, componente base in rieducazione funzionale.

    La seconda, invece, gestita dalla muscolatura tonica (Sherrington ne fu lo

    scopritore) una muscolatura lenta la cui funzione principale il controllo della

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    11/13

    statica, gestito dal riflesso miotatico e tramite la fusomotricit gamma, si

    presenta come una muscolatura riflessa la cui attivit ( che si svolge 24 ore

    su 24) sfugge al controllo cosciente. Le patologie tipiche di questa

    muscolatura sono la retrazione e laccorciamento e non la debolezza (in

    quanto poco affaticabile).

    Le ultime due patologie sono responsabili di molti squilibri statici.

    E opportunodifferenziare le retrazioni dagli accorciamenti.

    Le prime sono caratteristiche delle unit toniche che essendo in contrazione

    permanente tirano sulle loro inserzioni, in fisiologia questo fenomeno

    definito attivit spontanea del sistema tonico. Il conseguente avvicinamento

    delle inserzioni accorcer il muscolo che per mantenere la tensione di base

    fisiologica, determiner una sovrapposizione dei filamenti di actina e miosina

    riducendo cos la banda H e la conseguente capacit di accorciamento e

    quindi della forza contrattile.

    Gli accorciamenti, invece, sono caratterizzati da una crescita insufficiente di

    alcune zone del sistema miofasciale, pi precisamente la crescita ossea inlunghezza mette in tensione il sistema connettivo fibroso obbligandolo cos

    ad allungarsi parallelamente ad esso (origine dei cosiddetti dolori della

    crescita dei ragazzi) .

    Se la crescita ossea non abbastanza potente da assicurare una sufficiente

    tensione nel connettivo, questultimo resister determinando una

    deformazione ossea ( tibia vara, tibia valga, femore a lama di sciabola ecc).

    Se ne deduce che la retrazione succede allaccorciamento con conseguente

    riduzione della lunghezza dei muscoli.

    Alla luce di quanto finora esposto si pu dedurre che ogni meccanismo

    antalgico induce un rinforzo delle resistenze passive (tessuto fibroso) a

    danno delle forze attive dei muscoli. Di conseguenza, in questi ultimi,

    bisogner ricercare un riequilibrio delle tensioni (intese come perfetta

    coesistenza tra stabilit e mobilit) ed evitare il protrarsi di un disequilibrio

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    12/13

    che tenderebbe immediatamente all organizzazione di un nuovo

    equilibrio, a prezzo, per, didisassiamenti segmentari. Grazie agli studi

    di G.Tardieu si potuto constatare come lattivit concentrica determini

    lattivazione di sarcomeri in parallelo, con relativo aumento della resistenza

    allo stiramento. Al contrario, la contrazione isometrica, in posizione

    eccentrica, aumenta il numero dei sarcomeri disposti in serie restituendo

    forza attiva al muscolo. Da ci diventa evidente quale tipo di contrazione si

    riprodurr nella muscolatura statica.

    Ovviamente oltre al tipo di contrazione bisogner considerare anche il tempo

    di trazione (intesa come fisiologica) e considerato che ad un corpo pi

    elastico (con conseguente coeff. di elasticit alto) occorrer pi tensione per

    arrivare alla sua soglia di deformazione, rifacendoci alla formula:

    Deformazione = _______forza____________ x tempo

    Coeff. di elasticit

    sembra chiaro che un corpo notevolmente elastico si deformer pi

    difficilmente di un corpo poco elastico. Traducendo il tutto in linguaggio

    muscolare vedremo che sar il tessuto connettivo (in serie o il parallelo) a

    deformarsi per primo. Questo allungamento sar tanto pi netto se ad un

    allungamento passivo, aggiungeremo una contrazione isometrica, in modo da

    permettere ad ogni fibra di lacerare il suo connettivo di attacco.

    Quindi ogni trazione che abbia per scopo lallungamento deve essere

    mantenuta il pi a lungo possibile. Per questo un muscolo messo in postura

    da stiramento, al quale si richiede un lavoro isometrico, avr come

    conseguenze laumento dei sarcomeri disposti in serie, lallentamento del

    tessuto connettivo e la diminuzione del tono (posture di stiramento comprese

    tra i 150-200 grammi mantenute per lungo tempo portano ad un

    abbassamento dellattivit gamma e del tono e allinibizione del muscolo

  • 8/14/2019 Conoscere Il tessuto miofasciale

    13/13

    stirato facilitando lantagonista con il meccanismo del riflesso miotatico

    inverso). Lo stesso muscolo avr minore resistenze passive a vantaggio della

    sua forza attiva, sar infine diventato lungo, forte ed elastico.

    Tutto ci condanna evidentemente tutti gli stiramenti brutali ed i molleggi

    elastici che hanno avuto il loro periodo di gloria dando risalto all unico

    trattamento logico da attuare che consiste in una messa in tensione, non

    intesa come trazione ma come un allungamento fisiologico-globale.

    Articolo estratto dalla tesi levoluzione del concettodellallungamento globale 2004/05 di De Martino Christian.Per ulteriori informazioni sullargomento visitare il blog:www.coscienze.wordpress.com

    Parte della bibliografia di riferimento

    G.Postiglione, Stretching dalla fisiologia alla metodologia, GLM Edizioni, Roma, 2003.

    Kendall, McCreary, Provance, Rodgers, Romani, I Muscoli Funzioni e Test 5^Edizione, Verduci Editore,

    2005.

    M.Bienfait, Armonizzazione Statica Globale, Marrapese, Roma, 1991.

    M.Bienfait, La Fascia Il Pompage, Marrapese, Roma, 1995.

    P.E. Souchard, Le Basi del Metodo di Rieducazione Posturale Globale, Marrapese, Roma, 1994.

    P.E. Souchard, Stretching globale attivo, Marrapese, Roma, 2003.

    P.E.Souchard, Ginnastica Posturale e Tecnica Mzires, Marrapese, Roma, 1982.

    P.E.Souchard, Il Diaframma, Marrapese, Roma, 1995.

    P.E. Souchard, Posture Mzires, Marrapese, Roma, 1982.

    T.W.Sadler, Embriologia Medica di Lagman, Ed. Piccin, Padova, 1990.

    U.Mosca, Manuale Professionale di Stretching, Red Edizioni, Novara, 2003.

    W.J.Germann, C.L.Stanfield, Fisiologia Umana, EdiSES, Napoli, 2002.

    http://www.coscienze.wordpress.com/http://www.coscienze.wordpress.com/