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Conferenza finale

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Variabili socio economiche complessive della popolazione. Dati al 2011.

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IT UK RO SV

Popolazione 60.626.442 62.498.612 21.413.815* 9.415.570GDP per capita in PPS 100 109 49 127

Coefficiente di Gini 31,9 33 33,2 24,4

%Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale

28,2 22,7 40,3 16,1

Tasso di occupazione 61,2 73,6 62,8 80

Pop nata in paese straniero 5.350.412 7.244.152* 161.597** 1.384.111

% pop nata in paese straniero 8,8 11,6 0,7 14,7Spesa pubblica per la salute a parità di potere di acquisto, stima OMS (2010)

2345.36 2918.9 633.42 3046.78

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Bisogni di salute delle donne di minoranze etniche Politiche pubbliche

Cultura maggioritaria

Rifugiate e donne vittime di sfruttamento

Giovani donne migranti in salute

Rom e donne anziane immigrate

Cultura maggioritaria

Cultura maggioritaria

Gestione delle relazioni fra cultura maggioritaria e

bisogni di salute delle donne di minoranze

etniche

Cultura di provenienza. Utilizzo delle cure

sanitarie nel paese di origine

Vissuto biografico

Aspettative

Governance del sistema e ruolo degli stakeholder

Servizi offerti di mediazione interculturale

Regolazione in accesso al sistema sanitario

Integrazione fra le politiche

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Divergenza nei bisogni di salute, nelle età, nelle provenienze, nelle condizioni socio economiche ...

Ma convergenza nella condizione di maggiore vulnerabilità

Differenze nella risposta ai bisogni di salute4Ancona, 24 gennaio 2013

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BUONE PRATICHE

1. Interne a sistemi sanitari pubblici:1.1.Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini1.2.Progetto salute nella Moschea di Orebro

2. Da attori esterni a sanità pubblica2.1.“Lo sapevi che ...?”2.2.Centro assistenza medico-sociale Sastipen2.3. Bristol Black Carers

RISULTATI E RACCOMANDAZIONI

1.Contesto regolativo2.Servizi offerti3.Governance e leadership4. Integrazione fra politiche

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1. Buone pratiche all’interno del sistema sanitario pubblico1.1.“Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini” dal 1991

SCOPI Assistenza a donne e bambini durante la prima fase del processo di immigrazione e/o sostenerli

in gravi condizioni sociali, psicologiche e personali tramite un approccio inter-culturale. Presentazione di come funziona il SSN, seguendo la fase di erogazione del trattamento

e il collegamento tra i diversi stadi del processo medico. Elaborazione di collegamenti inter-istituzionali con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai servizi. Formazione professionale degli operatori coinvolti nel programma allo scopo di promuovere

un approccio globale al trattamento quotidiano verso donne e bambini. Il modello organizzativo del centro sulla base del lavoro di squadra, adottando un approccio

multidisciplinare sin dalla primissima fase di trattamento dell’immigrato. Presenza di mediatori in ogni fase del processo di accoglienza al fine di fornire un supporto

culturale e linguistico costante. Sviluppo della ricerca (sull’organizzazione correttiva e interculturale). Garanzia di attività informative su specifici temi.

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1.1.“Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini”

Nel 2010 i servizi sono stati utilizzati da 1730 EMW.

Negli ultimi 10 anni ci hanno contattato oltre 25000 persone.

Fase: “ATTENZIONE ALLA DIVERSITA”: lancio di attività di raccolta dati e ricerca allo scopo di comprendere a fondo le differenze e adattare in funzione di esse i nuovi progetti di assistenza sanitaria e sociale (assistenza infermieristica interculturale)

Fase: “CAMBIAMENTO DEI MODELLI OPERATIVI”: i modelli operativi integrano le differenze nei vari tipi di assistenza richiesta dall’utente straniero, riorganizzando tali piani allo scopo di gestire le loro necessità (assistenza infermieristica transculturale).

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1.2. Buone pratiche: Progetto Salute nella Moschea di Örebro

Consiglio Regionale di Örebro in collaborazione con la Moschea di Örebro

Politiche di Prevenzione Sanitaria

Il progetto viene erogato per i membri della moschea di Örebro, immigrati (anche di seconda generazione), di fede mussulmana, provenienti da diversi paesi e gruppi etnici: Iran, Iraq e Somalia.

Gli interventi sanitari sono spesso studiati per adattarsi alla maggioranza etnica (nativi svedesi). Per motivi linguistici, culturali ed etnici, e a causa dell’inadeguato adattamento alla concezione di donne e uomini nelle diverse culture, gli interventi sanitari sono poco efficaci in questa popolazione. Conseguentemente, gli interventi sanitari possono portare all’aumento delle disuguaglianze di salute piuttosto che alla loro riduzione.

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1.2. Buone pratiche: Progetto Salute nella Moschea di Örebro

Il progetto mira a identificare un modo più efficiente per fornire informazioni sulla salute e sostenere stili di vita sani, nonché a garantire che l’assistenza venga effettivamente cercata laddove necessaria.

Un problema rilevante è la difficoltà incontrata nell’organizzare incontri tra le donne e lo staff sanitario in maniera tale da renderli accettabili per le donne mussulmane.

La novità di questo progetto è l’arena di promozione della salute e la possibilità di entrare in contatto con una parte della popolazione che l’assistenza sanitaria raramente incontra.

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2. Buone pratiche realizzate da attori esterni all’attore pubblico 2.1.”Lo sapevi che…?” - Educazione sanitaria e miglioramento dell’accesso ai servizi

sanitari per la popolazione straniera nel quartiere Aurora, Torino

Finanziamento: Municipalità: 35% e Associazione di volontari Amici del CCM: 65%Il principale ente realizzatore è il CCM – Comitato Collaborazione Medica, una ONG che promuove il diritto alla

salute per tutti e lavora a progetti volti a migliorare le condizioni di salute della popolazione nei paesi a basso reddito, nonché ad aumentare l’attenzione su questo argomento in Italia.

Il progetto si fonda sui dati di ricerca relativi all’accesso degli immigrati ai sistemi sanitari successivamente all’approvazione della legge 94/2009 (legge sulla sicurezza): si è registrato un ridotto accesso ai servizi sanitari e un aumentato uso di pratiche di salute non legali.

Nel quartiere esiste un servizio di consultorio familiare che offre mediazione culturale e linguistica. Gli utenti di questi servizi sono prevalentemente le donne immigrate (90%). Gli operatori sanitari, come le ostetriche, sono formati per gestire le differenze culturali nel campo della salute.

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2.1.”Lo sapevi che…?” Il progetto mirava a fornire informazioni sui servizi alla salute per gli immigrati tramite un sistema di

informazioni alla pari (peer education).

Il progetto era articolato in diverse azioni:■ Corso di formazione per 10 donne organizzato dall’associazione “Spazi al femminile”

(un’associazione locale di donne marocchine), per diventare animatrici sanitarie. ■ Peer education attraverso 10 animatrici sanitarie per diffondere le informazioni ad amici e persone

della stessa comunità nell’area dove vivono. Allo scopo di valutare il progetto, è stato chiesto a ciascun animatore sanitario di prendere nota del numero e degli argomenti trattati negli incontri organizzati.

■ Incontri informativi sui servizi alla salute: 3 incontri (il primo in novembre 2010 fuori della moschea, il secondo e il terzo durante eventi locali).

■ Conferenze finali al termine del progetto.

Le EMW raggiunte dalle animatrici sanitarie sono state tra 700 e 900.

Durata 5 mesi

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2.2.Centro di Assistenza Medico-Sociale SASTIPEN

Finanziamento: UNICEF e UNODC. Progetto implementato con il supporto del municipio del Distretto 5 di Bucarest.

Il progetto Centro di Assistenza Socio-Sanitario SASTIPEN giunge come risposta alla mancanza di un intervento di natura socio-sanitaria da parte delle autorità locali volto ad aumentare l’accesso della popolazione svantaggiata della comunità Ferentari ai servizi sanitari.

Ferentari è il risultato di diversi sviluppi sociali distinti caratterizzato da elevati livelli di esclusione sociale, povertà, tossicodipendenza, prostituzione …

La vulnerabilità dovuta a scarso o nullo accesso ai servizi socio-sanitari, la mancanza di educazione alla salute, la discriminazione, l’assenza di assicurazione medica, di staff medico o di ospedali che offrano i servizi o un servizio/trattamento libero da discriminazioni, nonché l’indifferenza dei politici dimostrano la situazione di molteplice svantaggio e marginalizzazione.

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2.2.Centro di Assistenza Medico-Sociale SASTIPEN

SCOPI E ATTIVITA’ Centro di Assistenza Socio-Sanitaria in un container modulare ubicato presso la comunità.

Il Centro fornisce assistenza socio-sanitaria primaria, servizi incentrati sul primo aiuto e consulti di base2 medici, 1 assistente medico, 1 mediatore sanitario, e 1 facilitatore di comunità)

Tra il marzo 2009 e il febbraio 2011, circa 6.000 persone hanno beneficiato dei servizi forniti dal Centro, sono stati somministrati 4000 consulti medici di base, 2000 persone sono state rinviate a servizi socio-sanitari specializzati. Inoltre, Sastipen ha avviato una campagna di sensibilizzazione, responsabilizzazione e coinvolgimento delle autorità locali in collaborazione con la società civile attiva nel campo, allo scopo di fornire soluzioni ottimali sul breve, medio e lungo periodo per il processo di integrazione dei soggetti svantaggiati nella comunità Ferentari del distretto 5 di Bucarest.

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2.3. Bristol Black CarersSupporto agli Assistenti Sanitari di Minoranze Etniche e Nere

Bristol Black Carers è il più grande ente beneficenza gestito da minoranze etniche e nere (principalmente donne) nel South West England. Si noti che Bristol Black Carers impiega il termine “Black” (Nero) con riferimento a persone di origine africana, afro-caraibica, sud-asiatica, cinese e di altra minoranza, che condividono l’esperienza comune della discriminazione nel Regno Unito a causa del loro colore o della loro razza.

Bristol Black Carers lavora con assistenti domiciliari che ricercano sostegno, e riceve contributi da organizzazioni pubbliche come il Comune di Bristol (da cui riceve attualmente la maggior parte dei suoi finanziamenti), medici di base (ad esempio medici generici, assistenti sanitari a domicilio e ostetriche) nonché da altre organizzazioni di beneficienza e del terzo settore come la Alzheimer’s Society e la Stroke Association. Per il futuro Bristol Black Carers cerca di assicurarsi finanziamenti da un ampio spettro di fonti, come i fondi per le lotterie e i fondi europei.

La maggioranza è di origine somala, afro-caraibica, africana nera e del sud-est asiatico . Attualmente il database di Bristol Black Carers conta circa 400 assistenti domiciliari che hanno ottenuto supporto.

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2.3. Bristol Black Carers

Lo scopo dichiarato di Bristol Black Carers è alleviare i disagi psichici e fisici tra gli assistenti domiciliari neri residenti a Bristol:

1. Fornendo informazioni, consigli, formazione e servizi di sviluppo;

2. Fornendo un forum che approccia gli assistenti domiciliari per determinarne le necessità;

3. Fornendo supporto ai servizi relativi alle necessità di assistenti domiciliari neri e appartenenti a minoranze etniche.

Supporto pratico per assistere l’assistente domiciliare nello svolgimento del proprio ruolo; Assistenza di sollievo offerta per permettere al soggetto di prendersi una pausa; Supporto per l’accesso ai benefit finanziari; Aiuto per l’accesso in caso di specifiche condizioni come l’assistenza a soggetti affetti da Alzheimer o

colpiti da ictus; Accesso ai servizi di assistenza socio-sanitaria (per la salute fisica e mentale);

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2.3. Bristol Black Carers.

Bristol Black Carers mira principalmente a ottenere un risultato per un assistente domiciliare che può tornare a casa felice e sicuro. Ciò potrebbe comprendere uno o più dei seguenti punti:

Supporto pratico per assistere l’assistente domiciliare nello svolgimento del proprio ruolo; Assistenza di sollievo offerta per permettere al soggetto di prendersi una pausa; Supporto per l’accesso ai benefit finanziari; Aiuto per l’accesso in caso di specifiche condizioni come l’assistenza a soggetti affetti da Alzheimer o

colpiti da ictus; Accesso ai servizi di assistenza socio-sanitaria (per la salute fisica e mentale); Supporto agli assistenti domiciliari per aiutarli a garantire che tutti i trattamenti forniti da agenzie socio-

sanitarie esterne per i membri della famiglia siano appropriati in termini di abbigliamento, alimentazione, ecc.

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L’analisi delle relazioni fra EMW e cultura maggioritaria nel nostro lavoro è passata attraverso l’analisi di 4 variabili:

1. Contesto regolativo

2. Servizi offerti

3. Integrazione fra le politiche

4. Governance e leadership

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1. CONTESTO REGOLATIVO: risultati

Ruolo fondamentale di contesto regolativo: differenze fra sistemi universalistici (Italia, UK, Svezia) e occupazionali (Romania)

Prospettive teoriche diverse: accesso per tutti i cittadini, accesso per tutti, ma …

Gradiente di condizioni fra regolarità e irregolarità: complessità di normativa

Frammentazione di regolazione: pone i confini della discriminazione Decentralizzazione e differenziazione dei contesti regolativi

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1. CONTESTO REGOLATIVO: raccomandazioni 1. I sistemi sanitari nei quali l’accesso alle cure è garantito tramite un sistema assicurativo

occupazionale, e che non presentano sistemi adeguati di compensazione per i non assicurati (non lavoratori, lavoratori in nero), come in Romania, mostrano delle discriminazioni formali e strutturali che hanno un impatto marcato sulle EMW. L’aggiornamento del sistema regolativo per garantire l’accesso al sistema sanitario delle EMW deve essere seriamente considerato.

2. Per i sistemi universalistici, come quello inglese e italiano, caratterizzati da elevati livelli di garanzia in accesso alle cure, diventa necessario monitorare e intervenire nei processi di riforma in atto che, mossi dalla necessità di ridurre i costi, rischiano di limitare l’implementazione delle politiche e dei servizi di contrasto alle disuguaglianze già previsti o attivati. Le scelte di ridurre o non attivare i servizi come quelli delle mediazione interculturale, nell’immediato contribuiscono alla riduzione delle spese, ma nel medio e lungo periodo rischiano di portare a un aumento nelle risposte non appropriate e quindi in una riduzione di efficacia ed efficienza dei servizi, con una crescita nelle disuguaglianze di salute delle EMW.

3. Per i paesi con un sistema di welfare social democratico, come la Svezia, il dominio dei principi universalistici rischia invece di lasciare in ombra i bisogni specifici delle EMW. In questo caso sarebbe opportuna una maggiore attenzione nella lettura dei bisogni di salute delle EMW e nell’articolazione di risposte di policy specifiche.

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2. I SERVIZI OFFERTI: risultati

• Al fine di garantire l’offerta di servizi efficaci ed efficienti nel contrastare le disuguaglianze di salute per le EMW è opportuno che una maggiore attenzione sia posta alla costruzione di relazioni efficaci fra EMW e operatori dei sistemi sanitari.

• I sistemi sanitari rappresentano una delle istituzioni cardine dei sistemi di welfare e come tale hanno una storia consolidata negli ultimi decenni rispetto alla quale i processi di adattamento al cambiamento dei bisogni della popolazione hanno riscontrato diverse resistenze.

• In alcuni paesi, dove il terzo settore ha tradizionalmente giocato un ruolo importante a fianco o supplente dei servizi pubblici, come in Italia e più recentemente in Romania, l’attivazione di servizi specifici per contrastare le disuguaglianze di salute delle EMW è stata realizzata dagli attori del terzosettore.

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2. I SERVIZI OFFERTI: risultati

Questa delega implicita dell’attore pubblico al terzo settore ha potenziato le capacità innovative di questo ultimo che ha, infatti, attivato per primo servizi nuovi capaci di rispondere ai bisogni di salute delle EMW, come quelli delle mediazione interculturale, della formazione fra pari.

Contemporaneamente, però, il protagonismo del terzo settore nei servizi di contrasto alle disuguaglianze di salute delle EMW ha reso più fragile questo sistema dei servizi, delegati o esternalizzati, e comunque al margine delle politiche e servizi cardine dei sistemi sanitari.

Per contrastare le disuguaglianze di salute delle EMW è necessario un processo di riforma che ponga questo tema al centro dell’agenda strategica delle politiche per la salute del paese. A questo fine si propongono le seguenti raccomandazioni:

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2. I SERVIZI OFFERTI: raccomandazioni 1. Assicurare la raccolta di dati adeguati e standardizzati che possano permettere l’analisi dei

bisogni di salute delle EMW in maniera che siano comparabili fra gli stati membri dell’UE, nell’equilibrio fra scelte non discriminanti e il bisogno di conoscenza.

2. Introdurre sistemi di raccolta dei dati che possano rilevare le eventuali disuguaglianze di cui sono vittima le EMW nei trattamenti sanitari ricevuti.

3. Garantire chiarezza e diffusione nelle informazioni relative ai criteri e modalità di accesso ai sistemi di cura fra le EMW e il personale sanitario.

4. Inserire all’interno dei percorsi formativi per tutte le professioni sanitarie, specifiche esperienze formative finalizzate all’acquisizione di competenze culturali per la lettura e la gestione dei bisogni di salute delle EMW.

5. Rendere vincolante per i servizi sanitari territoriali l’attivazione di servizi di comprovata efficacia ed efficienza come quelli della mediazione interculturale, intesa non come semplice interpretazione linguistica, ma come servizio ponte, altamente qualificato, fra figure professionali sanitarie e EMW.

6. Sviluppare i servizi di mediazione interculturale in tutte le aree di intervento: dalla promozione della salute alla prevenzione, al trattamento e riabilitazione, in accordo con i processi di decentramento in atto nei sistemi sanitari, in Romania e Italia.

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3.GOVERNANCE E LEADERSHIP: risultati

• Le disuguaglianze di salute nelle EMW rappresentano un tema sul quale diversi attori, da punti di vista diversi, intervengono. I processi di riforma dei sistemi di welfare negli ultimi decenni si sono caratterizzati per un ruolo nuovo attribuito agli attori privati e del terzo settore.

• Questi ultimi hanno svolto, inoltre, una funzione importante di rappresentanza dei bisogni di salute delle EMW. Le relazioni fra questi attori, le modalità di interazione, i ruoli ricoperti, le finalità delle loro azioni hanno delineato esperienze di governance molto diverse.

• In particolare il ruolo dell’attore pubblico è cambiato assumendo modalità di leadership e coordinamento diversi. Nei paesi social democratici come la Svezia, l’attore pubblico ha mantenuto la sua posizione centrale nelle politiche e servizi offerti, considerando supplementare, secondario il terzo settore.

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3.GOVERNANCE E LEADERSHIP: risultati

• Al contrario, in Italia il terzo settore è stato l’unica risorsa che si è attivata e per questo ha assunto il ruolo di leader nei servizi offerti, mentre l’attore pubblico si è posto in una posizione secondaria, spesso relegata solo a committente inesperto dei servizi.

• In Romania, il terzo settore sta sviluppando le sue capacità progettuali e innovative assumendo la leadership di diversi progetti e interventi per il contrasto alle disuguaglianze di salute delle EMW, con il rischio esplicito di una delega assoluta e di una difficoltà crescente nel coinvolgimento dell’attore pubblico.

• Modalità di governance efficaci ed efficienti, capaci di valorizzare i contributi di tutti gli attori, sono indispensabili e a questo fine si suggeriscono le seguenti raccomandazioni:

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3. GOVERNANCE E LEADERSHIP: raccomandazioni

1. Organizzare gruppi di lavoro nazionali, regionali e locali, con gli stakeholder del territorio per la creazione di un dialogo strutturato e la valorizzazione del contributo dei diversi attori nella costruzione e valutazione delle risposte di policy alle disuguaglianze di salute delle EMW.

2. Promuovere la partecipazione delle EMW ai processi decisionali politici attraverso azioni specifiche per potenziare la loro rappresentanza politica.

3. Consolidare il ruolo dei sistemi sanitari nella promozione e implementazione dei servizi di mediazione interculturale.

4. Assicurarsi che tutti i bisogni delle EMW siano adeguatamente rappresentati e presi in considerazione nella costruzione e implementazione delle politiche

5. Supportare la capacità delle organizzazioni del terzo settore di migliorare la sostenibilità delle loro azioni consolidando la loro capacità di attingere a finanziamenti anche diversificati

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4. INTEGRAZIONE FRA POLITICHE: risultati I sistemi di welfare europei si sono sviluppati per fronteggiare quattro principali tipologie di rischi ai quali

l’individuo alla nascita della società industriale era esposto: il rischio di ammalarsi a fronte del quale sono state costruite le politiche sanitarie, il rischio di perdere il lavoro con le relativi politiche per il lavoro, i rischi generati dall’anzianità con le relative politiche pensionistiche e i rischi di povertà con le politiche di assistenza sociale.

Questa tradizionale distinzione fra le aree di policy oggi non ha più alcun motivo di esistere, la consapevolezza dell’unicità della persona e dei suoi bisogni, così come del ruolo ricoperto dai diversi determinanti di salute, rende necessario il superamento dei confini netti fra queste aree di policy. Tuttavia, nonostante l’attenzione per la diffusione di approcci integrati, come la strategia proposta ‘health in all policy” a livello europeo, la costruzione dei processi di integrazione fra le diverse aree di policy è stata caratterizzata da esperienze molto eterogenee nei diversi paesi. Sistemi di welfare più completi e maturi, come quello social democratico, da decenni perseguono l’integrazione, altri meno sviluppati e caratterizzati da maggiore frammentazione e settorializzazione fra le politiche, come quello italiano, sono molto lontani dall’avviare strategie effettive di integrazione.

Il ruolo che i diversi determinati di salute hanno sulle disuguaglianze di salute delle EMW impone la costruzione di politiche integrate che siano capaci di considerare l’impatto sulla salute non solo delle politiche sanitarie, ma soprattutto delle politiche sociali, dell’abitazione, del lavoro, della formazione, della migrazione. A questo fine vengono proposte le seguenti raccomandazioni:

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Page 27: Conferenza finale 24 Gennaio 2013, Ancona 1. Variabili socio economiche complessive della popolazione. Dati al 2011. 2 ITUKROSV Popolazione 60.626.44262.498.61221.413.815*9.415.570.

4. INTEGRAZIONE FRA POLITICHE: raccomandazioni1. Promuovere azioni per l’integrazione fra i diversi settori di policy che si occupano delle disuguaglianze

di salute e fra questi e gli attori del terzo settore.

2. Introdurre nei percorsi formativi di tutte le professioni sanitarie e sociali di una formazione specifica orientata all’acquisizione di competenze culturali e capacità di riconoscere e gestire le diversità culturali e linguistiche per contrastare gli stereotipi, i pregiudizi e discriminazioni.

3. Sostenere l’attivazione di corsi per l’apprendimento della lingua del paese di arrivo delle EMW per tutte le fasce di età, quale servizio importante per facilitare il loro inserimento nella società e ridurre le disuguaglianze di salute.

4. Organizzare esperienze formative che possano permettere alle EMW di acquisire le conoscenze di base per la gestione della vita quotidiana, incluse quelle sanitarie e per la cura di sé, con particolare attenzione alle EMW che provengono da condizioni di particolare deprivazione e povertà.

5. Supportare le azioni di empowerment delle comunità di EMW come strumento di aumento del loro capitale sociale.

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