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CONCORSO SOCIALLY CORRECT 2014 “CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE NON POSSIAMO RISPARMIARCI.” BRIEF per le Scuole di Comunicazione Campagna di comunicazione del Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari (PINPAS) Scenario “spreco /'sprɛko/ s. m. [der. di sprecare] (pl. -chi). - [consumo fatto in quantità eccessiva, non adeguato ai risultati, anche asso: s. di luce; in questa casa si fa un grande s.] scialo, sciupìo, sperpero. dilapidazione, dissipazione.” La definizione di spreco introduce il tema che affronteremo in questo brief: lo spreco alimentare. Nel contesto in cui viviamo non possiamo più permetterci di sprecare il cibo: lo spreco di cibo è particolarmente odioso, non solo di fronte al numero crescente di persone in difficoltà economica che non hanno le risorse necessarie per permettersi una sana e corretta alimentazione, ma anche e soprattutto, per gli impatti ambientali e sociali associati, impatti che accompagnano il cibo, sotto forma di consumi di risorse e di emissioni nell’ambiente, lungo tutto il percorso che va dal campo fino alla tavola. Lo spreco alimentare è un fenomeno che riguarda tutta la filiera agro-alimentare: produzione agricola, industria alimentare, distribuzione, consumo. In Italia, secondo i dati più recenti rilasciati da Last Minute Market (riferiti al 2012), oltre 1,2 milioni di tonnellate di prodotti agricoli rimangono in campo, oltre 2 milioni di tonnellate vengono sprecate nella trasformazione (industria alimentare), circa 390.000 tonnellate vengono buttate nell’anello della distribuzione (supermercati, ipermercati, piccolo dettaglio, cash & carry, centri agroalimentari). Nel settore domestico, i dati sono quelli prodotti dall’Osservatorio Waste Watcher, un progetto di Last Minute Market e di SWG che indaga sul comportamento degli italiani in relazione allo spreco alimentare. Secondo lo studio condotto dall’Osservatorio nel 2013, ogni anno le “famiglie italiane” buttano via in media 8,7 miliardi di euro di cibo, pari a circa lo 0,5% del Pil italiano. Tale valore supera del doppio il valore complessivo dei prodotti agricoli rimasti in campo sommato a quello degli sprechi nella trasformazione industriale e nella distribuzione. Alla luce di questi dati, il ruolo del “consumatore” finale nella lotta contro gli sprechi alimentari assume un’importanza di assoluto rilievo. La crisi in corso ha generato un forte aumento della sensibilità e dell'attenzione degli italiani che sta generando una lieve contrazione degli sprechi (da 213 gr a settimana per famiglia a 198 gr in media). Anche la sensibilità nei confronti dell’impatto ambientale generato dagli sprechi risulta essere aumentata: il 72% degli italiani ritiene che lo Sviluppo economico e l'occupazione debbano passare dalla tutela dell'ambiente (nel 2007 la percentuale era del 57%). Sulla base di queste premesse e nell’ambito del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (PINPAS) promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la campagna 2014 verterà sulla prevenzione dello spreco alimentare domestico e avrà i seguenti obiettivi di comunicazione.

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CONCORSO SOCIALLY CORRECT 2014

“CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE NON POSSIAMO RISPARMIARCI.”

BRIEF per le Scuole di Comunicazione

Campagna di comunicazione del Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari (PINPAS)

Scenario “spreco /'sprɛko/ s. m. [der. di sprecare] (pl. -chi). - [consumo fatto in quantità eccessiva, non adeguato ai risultati, anche asso: s. di luce; in questa casa si fa un grande s.] ≈ scialo, sciupìo, sperpero. ↑ dilapidazione, dissipazione.” La definizione di spreco introduce il tema che affronteremo in questo brief: lo spreco alimentare. Nel contesto in cui viviamo non possiamo più permetterci di sprecare il cibo: lo spreco di cibo è particolarmente odioso, non solo di fronte al numero crescente di persone in difficoltà economica che non hanno le risorse necessarie per permettersi una sana e corretta alimentazione, ma anche e soprattutto, per gli impatti ambientali e sociali associati, impatti che accompagnano il cibo, sotto forma di consumi di risorse e di emissioni nell’ambiente, lungo tutto il percorso che va dal campo fino alla tavola.

Lo spreco alimentare è un fenomeno che riguarda tutta la filiera agro-alimentare: produzione agricola, industria alimentare, distribuzione, consumo. In Italia, secondo i dati più recenti rilasciati da Last Minute Market (riferiti al 2012), oltre 1,2 milioni di tonnellate di prodotti agricoli rimangono in campo, oltre 2 milioni di tonnellate vengono sprecate nella trasformazione (industria alimentare), circa 390.000 tonnellate vengono buttate nell’anello della distribuzione (supermercati, ipermercati, piccolo dettaglio, cash & carry, centri agroalimentari). Nel settore domestico, i dati sono quelli prodotti dall’Osservatorio Waste Watcher, un progetto di Last Minute Market e di SWG che indaga sul comportamento degli italiani in relazione allo spreco alimentare. Secondo lo studio condotto dall’Osservatorio nel 2013, ogni anno le “famiglie italiane” buttano via in media 8,7 miliardi di euro di cibo, pari a circa lo 0,5% del Pil italiano. Tale valore supera del doppio il valore complessivo dei prodotti agricoli rimasti in campo sommato a quello degli sprechi nella trasformazione industriale e nella distribuzione. Alla luce di questi dati, il ruolo del “consumatore” finale nella lotta contro gli sprechi alimentari assume un’importanza di assoluto rilievo. La crisi in corso ha generato un forte aumento della sensibilità e dell'attenzione degli italiani che sta generando una lieve contrazione degli sprechi (da 213 gr a settimana per famiglia a 198 gr in media). Anche la sensibilità nei confronti dell’impatto ambientale generato dagli sprechi risulta essere aumentata: il 72% degli italiani ritiene che lo Sviluppo economico e l'occupazione debbano passare dalla tutela dell'ambiente (nel 2007 la percentuale era del 57%). Sulla base di queste premesse e nell’ambito del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (PINPAS) promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la campagna 2014 verterà sulla prevenzione dello spreco alimentare domestico e avrà i seguenti obiettivi di comunicazione.

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Obiettivi di comunicazione: 1. Sensibilizzare i cittadini sul problema dello spreco alimentare e, in particolare, sulle “esternalità

negative” degli sprechi. 2. Invitare la popolazione a essere parte attiva del processo mettendo in pratica “buone pratiche” di

prevenzione degli sprechi alimentari da applicare nella vita quotidiana con particolare riferimento alla cultura alimentare e alla preparazione del cibo, alle corrette modalità di conservazione degli alimenti e alle abitudini di acquisto

Call To Action: la campagna deve invitare tutti i cittadini ad informarsi su www.lastminutemarket.it

Linguaggio e Tono di voce Chiaro e diretto, coinvolgente, istituzionale, ma non freddo.

Target La popolazione italiana in generale (single, famiglie tradizionali e non tradizionali, giovani etc...) nel loro rapporto con il cibo sia all’interno che all’esterno delle mura domestiche (es. al ristorante).

Media Spot TV 30” Radio comunicato 30” Stampa Digital (Display Advertising, Social)

PROMESSA Diamo il giusto valore a quello che mangiamo, e soprattutto a quello che buttiamo. Se butti via il cibo fai male al pianeta (a te, a chi sta intorno e lontano da te e a chi verrà dopo di te) REASON WHY Lo spreco di cibo, è associato a 3 tipi di impatti sul sistema: A) Impatti economici: quantificabili nel costo “vivo” di produzione del cibo sprecato nei diversi anelli della filiera agro-alimentare1 ai cui si aggiungono i costi di gestione/smaltimento dei rifiuti e i costi “nascosti” (di difficile quantificazione economica) delle esternalità negative (impatti ambientali e sociali) sulla collettività.

B) Impatti ambientali: sono gli impatti legati al consumo di risorse limitate (es. acqua, energia, terra, fertilizzani) e alle emissioni nell’ambiente che accompagnano il cibo lungo il percorso che va dal campo (produzione agricola) fino alla tavola, ai cui si aggiungono gli impatti ambientali generati dalla gestione dei relativi rifiuti: parliamo anche di deforestazione, perdita di biodiversità, degrado del suolo e inquinamento delle falde acquifere, emissioni di gas ad effetto serra etc. Alcuni esempi: Secondo i dati riportati nel “Libro verde dello spreco in Italia - L’Energia”, la quantità di energia utilizzata per produrre il cibo che viene sprecato lungo tutta la filiera (dal campo fino alla tavola) corrisponde a circa il 3% dei consumi finali di energia italiani (pari a circa il consumo finale di energia di 1.650.000 persone);

1  Nel  caso  dello  spreco  a  livello  del  consumatore,  il  costo  vivo  è  quello  pagato  dal  consumatore  per  l’acquisto  del  prodotto,  i  costi  energetici  per  la  sua  conservazione  e  la  sua  preparazione.  

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secondo i dati riportati nel “Libro Blu dello spreco in Italia, l’Acqua”, la quantità di acqua utilizzata per la produzione dei prodotti agricoli rimasti in campo nel 2010 è pari a circa 1,2 miliardi di metri cubi, pari all'acqua contenuta nel bacino del Lago d'Iseo.

C) Impatti sociali: Spreco di cibo VS Difficoltà di accesso al cibo Eccesso di alimentazione VS Denutrizione Spreco di nutrienti VS Carenze nutrizionali SUPPORTI Principali categorie di cibo buttate dagli italiani: (Fonte: Osservatorio Waste Watcher) A) Cibi 'freschi' o non cotti

• frutta (51,2%) • verdura (41,2%) • formaggi (30,3%) • pane fresco (27,8%).

B) Cibi cotti • pasta (9,1%) • cibi pronti (7,9%) • precotti (7,7%).

Principali cause dello spreco a livello domestico: Motivi che spingono i consumatori a buttare via il cibo in casa:

• “aveva fatto la muffa” (38,94%) • “era scaduto” (32,31%) • “era andato a male fuori dal frigo nel caso di frutta e verdura” (26,69%) • “l’odore o il sapore non sembravano buoni”(25,58%). • “l’aver cucinato troppo cibo” (13,29%), • ’“aver calcolato male gli acquisti” (13,15%) • “acquistato cose che non piacevano” (6,61%).

Alcune semplici buone abitudini contro lo spreco:

• comprare solo quello che si prevede di consumare; • controllare sempre le date di scadenza; • ricordare che sprecare cibo significa sprecare denaro; • controllare che il frigorifero sia regolato correttamente; • mettere in vista i prodotti prossimi alla scadenza; • riutilizzare quel che avanza dai pasti; • non servire porzioni eccessive; • conservare il cibo in modo corretto. •

FIRME ISTITUZIONALI Una campagna promossa dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con Last Minute Market

Campagna di comunicazione del Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari - PINPAS

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MANDATORIES

LOGO MINISTERO DELL’AMBIENTE: LOGHI:

SITI DI RIFERIMENTO: www.lastminutemarket.it www.unannocontrolospreco.org www.eu-fusions.org