Concert programme 9 April 2014

2
Mercoledì 09 aprile Mantova, Teatro Sociale, ore 20.45 ORCHESTRA DA CAMERA DI MANTOVA Alexander Lonquich, pianoforte e direttore PER SOSTENERE LA GRANDE MUSICA DI TEMPO D’ORCHESTRA 5X1000 Oggi non ti costa nulla, e richiede giusto la tua firma L’Associazione Orchestra da Camera di Mantova è tra i soggetti beneficiari della donazione del 5 per 1000 dell’Irpef. Ti sarà sufficiente scrivere nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il codice sotto riportato e firmare. 00684170202 ALEXANDER LONQUICH Direttore e pianoforte Alexander Lonquich è nato a Trier in Germa- nia. Nel 1977 ha vinto il Primo Premio al Con- corso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo vede impegnato con direttori d’orchestra quali C. Abbado, K. Sanderling, T. Koopman, E. Krivine, H. Holliger, M. Minkowski. Particolare in tal senso è stato il rapporto con S. Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolarmente direttore-solista ospite. Inten- sa la sua attività nell’ambito della musica da camerache lo vede collaborare con artisti del calibro di C. Tetzlaff, J. Bell, H. Schiff, S. Isser- lis, I. Faust, J. Widmann, B. Pergamenschikov, H. Holliger e F.P. Zimmermann ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica inter- nazionale -”Diapason d’Or” (1992), “Premio Abbiati” (1993) e “Premio Edison” (1994). Nel 2003 forma, con la moglie Cristina Barbu- ti, un duo pianistico che si esibisce in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia. Inol- tre, si presenta spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C. Ph. E. Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista, collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova - con cui in particolare ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007 sull’inte- grale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart - e tra le altre con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Si esibi- sce regolarmente per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-so- lista. Dopo aver effettuato incisioni per EMI dedi- cate a Mozart, Schumann e Schubert, inizia una collaborazione con la ECM registrando musiche del compositore israeliano Gideon Lewensohn, un cd di musica pianistica fran- cese dell’inizio del XX secolo, la Kreisleriana e la Partita di Holliger. Ai numerosi impegni concertistici, affianca negli anni un intenso lavoro in campo didattico tenendo master- class in Europa, Stati Uniti ed Australia e col- laborando con l’Accademia Pianistica di Imola e la Hochschule für Musik di Colonia. Convinto che il sistema educativo in campo musicale sia da integrare e in parte da ripen- sare, si impegna intensamente nella condu- zione di laboratori teatrali/musicali avvalen- dosi della collaborazione di artisti provenienti da linguaggi artistici diversi. Tra le altre, par- ticolarmente cara l’esperienza del laboratorio Kinderszenen dedicato all’infanzia.

description

 

Transcript of Concert programme 9 April 2014

Page 1: Concert programme 9 April 2014

Mercoledì 09 aprileMantova, Teatro Sociale, ore 20.45

ORCHESTRA DA CAMERA DI MANTOVA

Alexander Lonquich, pianoforte e direttore

PER SOSTENERE LA GRANDE MUSICA DI TEMPO D’ORCHESTRA

5X1000 Oggi non ti costa nulla, e richiede giusto la tua firma

L’Associazione Orchestra da Camera di Mantova è tra i soggetti beneficiari della donazione del 5 per 1000 dell’Irpef. Ti sarà sufficiente scrivere nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il codice sotto riportato e firmare.

00684170202→

ALEXANDER LONQUICHDirettore e pianoforteAlexander Lonquich è nato a Trier in Germa-nia. Nel 1977 ha vinto il Primo Premio al Con-corso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo vede impegnato con direttori d’orchestra quali C. Abbado, K. Sanderling, T. Koopman, E. Krivine, H. Holliger, M. Minkowski.

Particolare in tal senso è stato il rapporto con S. Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolarmente direttore-solista ospite. Inten-sa la sua attività nell’ambito della musica da camerache lo vede collaborare con artisti del calibro di C. Tetzlaff, J. Bell, H. Schiff, S. Isser-lis, I. Faust, J. Widmann, B. Pergamenschikov, H. Holliger e F.P. Zimmermann ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica inter-nazionale -”Diapason d’Or” (1992), “Premio Abbiati” (1993) e “Premio Edison” (1994).

Nel 2003 forma, con la moglie Cristina Barbu-ti, un duo pianistico che si esibisce in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia. Inol-tre, si presenta spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C. Ph. E. Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista, collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova - con cui in particolare ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007 sull’inte-

grale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart - e tra le altre con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Si esibi-sce regolarmente per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-so-lista.

Dopo aver effettuato incisioni per EMI dedi-cate a Mozart, Schumann e Schubert, inizia una collaborazione con la ECM registrando musiche del compositore israeliano Gideon Lewensohn, un cd di musica pianistica fran-cese dell’inizio del XX secolo, la Kreisleriana e la Partita di Holliger. Ai numerosi impegni concertistici, affianca negli anni un intenso lavoro in campo didattico tenendo master-class in Europa, Stati Uniti ed Australia e col-laborando con l’Accademia Pianistica di Imola e la Hochschule für Musik di Colonia.

Convinto che il sistema educativo in campo musicale sia da integrare e in parte da ripen-sare, si impegna intensamente nella condu-zione di laboratori teatrali/musicali avvalen-dosi della collaborazione di artisti provenienti da linguaggi artistici diversi. Tra le altre, par-ticolarmente cara l’esperienza del laboratorio Kinderszenen dedicato all’infanzia.

Page 2: Concert programme 9 April 2014

PROGRAMMA_

L.v. Beethoven“Zur Namensfeier” (Per l’onomastico), Ouverture in do maggiore, op. 115

Concerto n. 1 in do maggiore per pianoforte e orchestra op. 15 Allegro con brio – Largo - Rondò. Allegro

••• L.v. BeethovenLe rovine di Atene, Ouverture in sol minore op. 113

Z. KodályDanze di Galanta

D. ŠostakovičConcerto n. 2 in fa maggiore per pianoforte e orchestra op. 102 Allegro – Andante - Allegro

L.v. BeethovenOuverture da “Le rovine di Atene” op.113 e “Per l’onomastico” op.115L’Ouverture estratta dalle musiche di scena per Le rovine di Atene è quanto rimane, nel comune uso concertistico, di un ben più vasto lavoro a carattere celebrativo commissionato dal teatro di Pest. Un lavoro polimorfo per voci recitanti, solisti, coro e orchestra su un libret-to di Anton von Kotzebue, popolato di dei e dee ma destinato, nonostante le apparenze, a sostenere invero la politica imperiale di Fran-cesco I d’Austria in Ungheria con un testo nel quale calano allusioni ed encomi al governo benevolente fra le esultanze del popolo e l’e-logio delle virtù. Da ciò ebbe origine un vero e proprio spettacolo con il quale il 9 febbraio del 1812 il teatro, grande investimento impe-riale progettato qualche anno prima, giunse al suo corale momento inaugurale. La origi-nale partitura beethoveniana consta di ben otto numeri più l’Ouverture, pagina che dopo due sezioni concatenate “Andante con moto” e “Marcia moderato” - che anticipano parte delle musiche di scena seguenti - elabora un breve “Allegro ma non troppo” dal tono festo-so ed energico. Di qualche anno successivo

(sebbene i primi schizzi risalgano al 1809) è invece la Ouverture “Per l’onomastico”, ini-zialmente prevista per l’onomastico di Fran-cesco I (autunno 1814) ma poi effettivamente conclusa qualche mese dopo, nel marzo del 1815. Si tratta di una breve ed autonoma pa-gina orchestrale la cui generica ma sempre festosa destinazione è riflessa nel luminoso, felice ed esuberante carattere.

L.v. BeethovenConcerto n.1 per pianoforte e orchestra op.15Il Concerto in do maggiore, catalogato come numero 1, è in realtà il secondo della serie di cinque ma si colloca ancora nella fase di apprendistato, per quanto incisiva, del com-positore tedesco. Lo stesso Beethoven, a quel tempo già ammirato per i talenti esecutivi ed improvvisativi, eseguì l’opera nel marzo del 1795 a Vienna. Una versione lievemente ri-maneggiata fu poi presentata nell’aprile del 1800. Il Primo è un Concerto che si colloca nella tradizione di quelli scritti per il godi-mento del pubblico, con la sua brillante or-chestrazione ed una nitida scrittura pianisti-ca di bravura: scrittura che apre tuttavia una ispirata parentesi di contrasto poetico con un centrale, ampio ed eloquente “Largo” in mi bemolle maggiore, di suggestiva pensosità. Sebbene l’ancor vicino modello settecentesco mozartiano fosse pienamente influente, su-scitando senz’altro l’interesse di Beethoven, questa partitura accentua il senso di dinami-smo ed essenzialità adottando uno stile che è stato definito “militare”, sia per l’energia che pervade ritmi e disegni melodici, sia per le caratteristiche dell’orchestrazione dove trombe e timpani provvedono a caratterizzare fortemente l’atmosfera. Ne risulta, con que-sta somma di elementi, una composizione architettonicamente stagliata, capace di ac-cogliere in bell’equilibrio l’aspetto estroverso, affermativo e brillante, sospinto da spunti di vitalismo elettrizzante, e l’attitudine alla me-ditazione sul filo di una fremente emotività che rappresenta, con la vocazione costrutti-va, la sua modernità.

Z. KodályDanze di GalántaUna quarantina di chilometri ad est di Brati-slava, in Ungheria, si trova Galánta, piccolo centro evocato dal titolo della celebre compo-

sizione firmata da Zoltán Kodály. Il maestro ungherese, nelle sue Danze per orchestra vi si riferisce con due intenti: elevarlo a luogo della memoria, con il suo carico di ricordi infantili – giacché a Galánta egli trascorse alcuni anni, tra il 1885 e il 1892 - e proseguire nella va-lorizzazione ed attualizzazione della cultura tradizionale, rivissuta nel senso della più or-gogliosa appartenenza. Le Danze di Galánta, che lambiscono sul piano formale lo schema del rondò per il fatto di far riaffiorare più vol-te, alternato ad altri, uno stesso motivo, com-pongono un quadro variopinto, coloratissimo, di irresistibile sapere evocativo e magnifica, lussureggiante scrittura orchestrale; furono composte e presentate nel 1933 per festeg-giare l’ottantesimo anniversario di fondazione della Società Filarmonica di Budapest, attin-gendo ad un repertorio di origine zingara che si manifesta in taglienti e trascinanti virtuosi-tà, fra pregnanze tematiche di deciso profilo e ritmi incalzanti. Pur non incluso tra gli inno-vatori del linguaggio musicale novecentesco, Kodály con il suo innegabile enciclopedismo musicale ha guadagnato il riconoscimento dei suoi connazionali, il rispetto elogiativo dei posteri e, aspetto non secondario, il favo-re del pubblico. Tutto ciò basta e avanza per perdonargli di non essere stato un esponente rivoluzionario dell’avanguardia.

D. ŠostakovičConcerto n.2 per pianoforte e orchestra op.102Oltre un ventennio dopo il Primo Concerto “per pianoforte con accompagnamento di orchestra d’archi e tromba” nasce a Mosca – il 10 maggio del 1957 è la data della prima esecuzione – il Concerto n.2 in fa maggiore per pianoforte e orchestra, che Šostakovič destina in prima battuta al figlio pianista Ma-xim, il quale presentando quest’opera con l’assistenza del padre, all’età di diciannove anni completa brillantemente i suoi studi di conservatorio. Se si possa intendere un in-tento didattico in questa pagina che, senza ruvidi strappi sperimentali, e anzi con sguar-do retrospettivo, appare come il solare e gio-coso ritratto di un maestro che s’intrattiene pacificamente con i suoi straordinari doni inventivi, non è detto o suggerito. Il Concerto, piuttosto, è divenuto uno fra i pochi, dell’età moderna, baciati dal successo nelle sale di tutto il mondo per la chiarezza della comu-nicativa, l’assenza di complicazioni formali e la piacevole e frizzante leggerezza delle idee. Fra i ritmi indiavolati e le abilità velocistiche che sorreggono il primo e l’ultimo movimento, emerge, come oasi di serena riconciliazione con il mondo, il centrale e poetico “Andante”, d’impronta pudicamente romantica.

Andrea Zaniboni

ORCHESTRA DA CAMERA DI MANTOVA

VIOLINI I: Carlo Fabiano*, Filippo Lama, Grazia Serradimigni, Alessandro Conrado, Cesare Carretta, Stefano Biguzzi, Luca Braga, Igor Cantarelli, Carlotta Conrado, Giacomo Tesini

VIOLINI II: Pierantonio Cazzulani*, Eugjen Gargjola, Chiara Spagnolo, Laura Riccardi, Agnese Tasso, Giacomo Invernizzi, Renata Spotti, Gabriele Mollicone

VIOLE: Alfredo Zamarra*, Klaus Manfrini, Ma-ria Antonietta Micheli, Luca Serpini, Claudio Cavalletti, Tamami Sohma

VIOLONCELLI: Paolo Perucchetti*, Gregorio Buti, Federico Bracalente, Claudio Marini

CONTRABBASSI: Massimiliano Rizzoli*, Giorgio Galvan, Luca Bandini

FLAUTI: Maurizio Saletti*, Roberto Fabiano, Comaci Boschi (ottavino)

OBOI: Rossana Calvi*, Federico Verzeletti

CLARINETTI: Aljaz Begus*, Igor Armani

FAGOTTI: Francesco Bossone*, Luigi Sabanelli

CORNI: Andrea Leasi*, Dimer Maccaferri, Ugo Favaro, Maurizio Cavallini

TROMBE: Marco Braito*, Stefano Flaibani

PERCUSSIONI: Danilo Grassi*, Pedro Perini

SEGUE →*prima parte