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con l’alto patronato del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA con il patrocinio del: PRESIDENTE DEL SENATO PRESIDENTE DELLA CAMERA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTRO DELL’ISTRUZIONE MINISTRO DELLE POLITICHE COMUNITARIE MOVIMENTO PER LA VITA FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI in collaborazione con AGE, AGESC, FIDAE, UCIIM, USMI scuola e cultura X V I I C O N C O R S O S C O L A S T I C O E U R O P E O 1 dicembre 2003 - 31 marzo 2004 Radici e vocazione dell’Europa (una storia sulle tracce dell’uomo) Radici e vocazione dell’Europa (una storia sulle tracce dell’uomo)

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con l’alto patronato delPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

con il patrocinio del: PRESIDENTE DEL SENATO

PRESIDENTE DELLA CAMERA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

MINISTRO DELL’ISTRUZIONEMINISTRO DELLE POLITICHE COMUNITARIE

MOVIMENTO PER LA VITAFORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI

in collaborazione con AGE, AGESC, FIDAE, UCIIM, USMI scuola e cultura

XVII CONCORSO SCOLASTICO EUROPEO1 dicembre 2003 - 31 marzo 2004

Radici e vocazione dell’Europa(una storia sulle tracce dell’uomo)Radici e vocazione dell’Europa(una storia sulle tracce dell’uomo)

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ARI STUDENTI...

ARI PROFESSORI,

come ormai avviene dal 1987, anche per l’anno scolastico e accademico 2003-2004vogliamo invitare i futuri intellettuali di domani a riflettere su un grande eventosignificativo per l’avvenire di tutta l’umanità usando criteri interpretativi e valutativiricavati da quella che chiamiamo la “cultura della vita”.

Il nostro invito all’approfondimento è proposto nella forma di un concorso, cioèmediante la predisposizione di un premio – una visita al Parlamento europeo, comespiega il bando dettagliato contenuto in questo dossier – per i giovani che hannopresentato gli elaborati migliori, giudicati tali da apposite commissioni costituite inogni regione. Che cosa intendiamo per “cultura della vita” e quali siano il senso e lastoria di questa iniziativa è detto in due articoli contenuti in questo medesimodossier.

Quest’anno ci sono apparsi di grande attualità i cambiamenti che sonoall’orizzonte dell’Europa. In primo luogo è prossima l’approvazione di una“Costituzione” dell’Unione europea. E’ un evento di straordinaria importanza perrealizzare il quale hanno lavorato e lavorano governi, parlamenti, istituzioni europee.Vi è poi da attuare la decisione già presa relativa all’ingresso nell’Unione di altre 10nazioni.

Così l’Europa politica si avvicina molto all’Europa geografica. L’espansione, chesembra essere un processo non concluso, fa davvero prefigurare la realizzazione delsogno di una Europa unita dall’Atlantico agli Urali. Essa è la conseguenza del crollodel Muro di Berlino, avvenuto nel 1989, un evento che ha decisamente inciso sulladirezione e sullo scopo delle strutture europee.

Giovanni Paolo II, il grande pontefice che ha contribuito in misura decisiva al crollodel Muro di Berlino e tanto ha parlato dell’Europa, negli ultimi tempi ha tanto insistito,per ora inascoltato, che nella Costituzione dell’Europa si ricordino le sue radicicristiane. E’ questo un pensiero fondato sulla storia? E’ o no meritevole di attenzione?Quali sono le conseguenze per oggi che si possono trarre da una riflessione sulleradici dell’Europa? Quel’è, insomma, lo scopo dell’Europa unita dopo la caduta delMuro di Berlino? O almeno: qual è l’Europa che i giovani sognano? Se essi potessero,cosa scriverebbero nella Costituzione europea?

La tesi da noi proposta è che vi è un profondo legame tra l’Europa e i dirittidell’uomo. Questo fu appunto, l’argomento del secondo concorso svoltosi nel 1989.Ora quel tema va ripreso e attualizzato, perché da allora molta acqua è passata sottoi ponti. Non c’è stato soltanto il crollo del Comunismo reale e la fine della “innaturaledivisione dell’Europa”, vi è anche un progressivo scomporsi del concetto stesso diuomo. I temi della genetica, dell’aborto, della procreazione artificiale, dell’eutanasia,della famiglia mostrano che tutta la teoria dei diritti dell’uomo cambia contenuto e

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valore se non sappiamo che è l’uomo titolare dei diritti umani. Anche questo è statoun argomento già trattato in questo concorso. Infatti il tema proposto nel concorsodel 1998 fu “Chi ha diritto ai diritti dell’uomo?”. Del resto l’indagine sulla dignità umanaè stato il continuo filo conduttore di questa iniziativa. Non vi è, infatti, “cultura dellavita” senza la percezione della grandezza e del mistero presente in ogni essereumano.

Ecco dunque il titolo di questo concorso: “Radici e vocazione dell’Europa” e ilsottotitolo, “Una storia sulle tracce dell’uomo”.

Ci sembra che l’argomento sia culturalmente denso e affascinante oltreché attuale.Non abbiamo saputo resistere alla tentazione di offrire, noi stessi, una traccia logica. Inrealtà non vogliamo imporre a nessuno il nostro pensiero né il premio sarà assegnato achi si limiterà a “copiare” o parafrasare, senza alcun approfondimento o alcunapartecipazione personale, il nostro modo di vedere.

Ci pare, tuttavia, che sarebbe ingiusto impegnare il grande lavoro organizzativo chequesto concorso richiede senza tentare una qualche seminazione di quella “culturadella vita”, la cui costruzione è lo scopo per il quale esiste il Movimento per la vita. Ciòche si chiede è soltanto un confronto con le nostre tesi. Non pretendiamo che sianocondivise ma pensiamo che esse siano comunque meritevoli di attenzione estimolanti. Per questo ogni anno il concorso europeo è accompagnato da un dossier.Chiediamo che esso sia letto dagli insegnati e dagli studenti. Meglio ancora se vieneletto nelle classi, o almeno illustrato e fatto oggetto di discussione. Vorremmo cheesso fosse letto anche dai genitori dei giovani e fatto oggetto di discussione familiare.In tal modo anche gli elaborati dei concorrenti sono più ricchi e densi. Perciò questodossier viene stampato in un numero rilevante di copie, in modo che possa esseredistribuito almeno a tutti i ragazzi che partecipano al concorso.

Naturalmente l’esito positivo di questa iniziativa dipende molto dagli insegnanti. Igiovani possono partecipare indipendentemente dall’invito dei docenti (ciò èparticolarmente necessario per gli universitari), ma la proposta e il sostegno degliinsegnanti e dei presidi sono quanto mai utili. L’esperienza ci dice che gli elaboratipossono essere redatti in classe oppure anche a casa; che il docente può inserirel’argomento nel piano obbligatorio scolastico, oppure limitarsi a proporlo alla liberaadesione dei ragazzi, che all’iniziativa possono dare il loro contributo i docenti dimolte materie: non solo quelli di lettere, di storia, di filosofia, di religione, che assaiinteressante è anche la partecipazione con opere grafiche.

Per parte nostra restiamo a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti nelle variesegreterie regionali (ed anche nelle sedi dei vari movimenti locali). Dichiariamo, anchela nostra disponibilità, per come potremo illustrare il tema del concorso nelle scuole,se saremo richiesti e per come potremo.

Non ci resta che ringraziarvi per la vostra collaborazione e la vostra partecipazione

In copertina: La creazione di Adamo dipintada Michelangelo nellaCappella Sistina.E’ l’allegoria della creazionedell’uomo

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LA CULTURA DELLA ITAV

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La “cultura” è un modo di pensare ed’agire. Che significa, allora, “culturadella vita”? Nel linguaggio comune essa si con-

trappone alla “cultura della morte”, mala contrapposizione non spiega bene isignificati. Infatti nessuno ama la morte ela grande maggioranza degli uomini nonha intenti sanguinari né desiderio diuccidere. “Cultura della morte” significasoltanto “non vedere niente oltre ilsepolcro”, cioè pensare e operare comese la morte fisica fosse la parola ultimadella vita.

Si può anche dire che la cultura dellamorte è figlia del materialismo, perchéritiene che l’unica realtà sia quella che sivede e si tocca, cioè la materia.

La prima conseguenza è che l’uomoappare un corpo meraviglioso, ma nondiverso dagli animali e – ultimamente –dal resto del mondo, perché, essendosolo materia organizzata, si differenziadal resto dell’universo solo per quantità(maggiore organizzazione o perfezione)per qualità.

La seconda conseguenza è che inquesta visione la dignità umana consistenel poter esercitare le funzioni più alteche derivano dall’organizzarsi dellamateria al livello più perfetto: l’auto-coscienza e l’auto-determinazione. Ilcorollario è che chi non capisce e non ècapace di volere liberamente (malati dimente, malati in coma, bambini non natie persino bambini piccoli) non hadignità umana o almeno ha una dignitàminore (uguale o addirittura inferiore aquella degli animali).

Infine per la “cultura della morte” ilsenso del vivere (dato che la vita è unabreve luce, che perde ogni significatocon la morte) è il piacere, lo star bene.Diviene importantissimo il possesso dellaricchezza, del dominio in particolare,perché è il mezzo per avere il piacere.La sofferenza è il nemico fondamentale.Perciò coloro che non possono provarepiacere o sofferenza (come gli embrionie i feti o le persone in coma) non sonopropriamente esseri umani e non merita-no maggior rispetto di animali che inve-

ce possono soffrire. D’altra parte quan-do sulla bilancia della vita la sofferenzasupera il piacere, la vita perde significatoe sono quindi da favorire l’eutanasia e ilsuicidio.

Naturalmente sono pochi quelli chelucidamente pensano nel modo oradescritto. Ma molti si comportano incoerenza con questa visione. E’ moltopiù diffuso il materialismo pratico diquello teorico. Entrambi, però, possonoricomprendersi nella “cultura della mor-te” perché – come già detto – culturanon è solo il pensare, ma anche l’agire.

La “cultura della vita” non accetta,invece, che il senso del vivere umano siaesaurito nel sepolcro. La visione cristianadimostra la dignità umana facendoladiscendere da Dio che crea l’uomo simi-le a se stesso, lo ama al punto da farsi,Lui stesso, uomo come noi, lo chiama apartecipare della sua vita senza fine. Sicapisce allora che l’uomo, ogni singolouomo, ha un valore incommensurabile,non per quello che fa o per le qualitàche ha, ma perché è un soggetto infini-

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tamente amato e capace di amare.Madre Teresa di Calcutta – che ilMovimento per la vita considera suoPresidente onorario o spirituale – lo hadetto molto bene: “quel piccolo bambi-no non ancora nato è stato creato peruna grande cosa: amare ed essere ama-to”. La capacità di pensare e di voleresono certamente segni della grandezzaumana, ma prima vi è l’origine e la desti-nazione all’amore. Questa è una caratte-ristica dell’essere umano come tale edetermina lo stacco di qualità rispetto adogni altra entità dell’universo, minerale,vegetale o animale che sia.Conseguentemente la dignità umana nonpuò essere graduata nel senso di poteressere maggiore o minore. Essa è sempreuguale. L’eguaglianza tra tutti gli uomini èin tal modo razionalmente fondata. Lecondizioni più povere dell’esistenzaumana, come appunto quelle legate alnascere e al morire, sono quelle in cuipiù profondamente la dignità umana vie-ne verificata, perché esistere comeuomo ed avere dignità è la stessa cosa.

In termini civili e giuridici dignità umana ediritto alla vita sono le due facce di unamedesima medaglia.

Questa visione dell’uomo che va oltreil visibile è comune a molte religioni.Anzi: si può dire che la percezionenell’uomo di un mistero, di qualcosa chelo rende qualitativamente più grande ditutto il resto del creato è un elementoche caratterizza l’intera cultura quale siesprime nella teoria dei diritti umani. Essisono stati affermati in dichiarazioni inter-nazionali e in costituzioni nazionali sotto-scritte e votate da tutti i popoli della ter-ra indipendentemente da una fede reli-giosa. E’ sorprendente che la dichiarazio-ne universale dei diritti dell’uomo iniziproprio con il riconoscimento di un tale“oltre” dell’uomo. Vi si legge che “il fon-damento della libertà, della giustizia edella pace nel mondo consiste nel rico-noscimento della dignità di ogni essereappartenente alla famiglia umana e deisuoi uguali ed inalienabili diritti”. Come sivede la dignità è collegata alla esistenza,cioè alla vita in sé, non a particolari qua-lità della vita e perciò appartiene a tuttigli uomini, nessuno escluso, in quantoesseri umani. Essa non è graduabile per-ché determina l’eguaglianza di tutti gliuomini. Ora affermare che l’ultimo analfa-beta della terra, l’ultimo bambino, èuguale in dignità umana ai re, aiPresidenti della Repubblica, ai premiNobel etc. significa intuire che vi ènell’uomo un mistero che va oltre il visibi-le. La “cultura della vita”, perciò non può

essere un muro di divisione tra credentie non credenti. E’ piuttosto un ponteche consente l’incontro.

Essa non può permettere che vi sianoesseri umani non persone, perché ciòimplicherebbe una discriminazionesull’uomo.

Essa pone il soggetto umano al cen-tro di tutti i suoi progetti: l’obiettivo dellafatica umana non è la razza, la specie, laclasse e neppure lo Stato o la Nazione. Ilfine è la persona umana.

Essa sa che la libertà non è il poteredi fare ciò che si vuole anche a costo dicalpestare l’altro, ma, al contrario è lafacoltà che ci consente di riconoscere erispettare l’altro fino al punto di amarlo.Uccidere o cancellare l’altro non èlibertà, ma il suo esatto contrario.

Essa lega la giustizia e il diritto allapersona umana perché non vuole che lalegge sia il comando del più forte e loStato una associazione per delinquereben organizzata. Tutta le leggi e tutte lestrutture sociali devono essere a serviziodell’uomo e di ogni uomo.

Essa cerca tenacemente la pace, nonper paura, ma perché la vita umana è unvalore che deve sempre essere difesa.

La cultura della vita esige solidarietàverso i più piccoli e i più deboli. In parti-colare quando le leggi e gli Stati, le mag-gioranze e i mezzi di comunicazionesociale negano il diritto di vivere ai piùpiccoli e deboli essa ha il coraggio diergersi a difesa dei piccoli e dei debolianche di fronte ai potenti.

II LL MMOOVVIIMMEENNTTOO PPEERR LLAA VV II TTAA

Il Movimento per la vita ita-liano trae la sua originedall’esperienza del primo

Centro di aiuto alla vita sorto aFirenze nel 1975. E’ attualmentecostituito dalla federazione di 260movimenti locali e di 260 Centri diaiuto alla vita.

Si propone di promuovere e di difen-dere il diritto alla vita e la dignità di ogniuomo, dal concepimento alla morte natura-le, favorendo una cultura dell’accoglienza neiconfronti dei più deboli ed indifesi, prima di tut-to il bambino concepito e non ancora nato.

Si impegna in attività di formazione, educazio-

ne e promozione di una cul-tura della vita attraverso ini-

ziative a carattere legislativo esociale.

I suoi Centri, le case di acco-glienza e le varie opere che negli

anni sono state realizzate (Sos vita8008-13000, Progetto gemma, Agata

Smeralda) hanno lo scopo specifico diintervenire fattivamente nei confronti della

donna in difficoltà per una gravidanza inat-tesa o non desiderata. Grazie alla loro azione

sono nati finora oltre 50mila bambini altrimentidestinati all’aborto e sono state assistite oltre500mila donne.

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L’idea nacque al termine di una grande manifestazione svoltasi a Firenze il 17 maggio 1986, che aveva per tema un argomen-to singolare, sicuramente controcorrente: "Firenze, Europa, cultura: prima di tutto la vita". L’occasione era la proclamazionedel capoluogo toscano come "capitale europea della cultura”. Il Movimento per la vita italiano, che proprio a Firenze aveva

avuto le sue origini nel 1975, volle partecipare alle celebrazioni dell’evento a suo modo: collegando il grande ruolo svolto daFirenze nel rinascimento, alla riscoperta del valore dell’uomo e proiettando la dignità del vivere umano nel percorso che stacostruendo l’unione dell’Europa. La manifestazione fu pensata al femminile, quasi vagheggiando un "nuovo femminismo" capacedi camminare verso l’eguaglianza e la giustizia tenendo per mano tutti i piccoli della terra a cominciare dai figli nell’età più giovanedella loro esistenza. Perciò la manifestazione ebbe come protagonista Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich, Diana Elles, allorapresidente della Commissione Giuridica e per i diritti dei cittadini del Parlamento europeo e Marlene Lenz allora presidente dellaCommissione per i diritti delle donne del medesimo Parlamento. La vastissima partecipazione del pubblico, soprattutto giovanile,suggerì di diffondere gli atti del convegno nel più grande ambito dei luoghi dove matura la cultura del futuro: le scuole. Quegliatti costituirono il materiale per il primo Concorso. In seguito, infatti, si è andato affinando il progetto di un Concorso annuale,che sollecita il dibattito nelle scuole e prepara i giovani ad affrontare tematiche di straordinaria attualità. Anno dopo anno sonostati proposti argomenti legati alla attualità. I tredici dossier li illustrano. Eccone i titoli:

1987-1988: "Firenze, Europa cultura: prima di tutto la vita" (in occasione della proclamazione di Firenze capitale europea della cultura);1989: "Diritti dell’uomo e unità dell’Europa" (in riferimento al 40° anniversario -1988 - della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo);1990: "Per una carta europea dei diritti del bambino" (in occasione del progetto di convenzione dell’Onu sui diritti del bambino - 20/11/89);1991: "Europa: meditazione sulla libertà" (per meditare sulla caduta del muro di Berlino - 9/11/89);1992 : "La famiglia: risorsa dell’Europa" (in preparazione dell’anno internazionale della famiglia - 1994);1993 : "La meraviglia della vita umana" (in preparazione dell’anno internazionale della famiglia - 1994);1994 : "La famiglia giusta: i diritti della famiglia" (nell’anno internazionale della famiglia - 1994);1995 : "Protagonista la donna" (in occasione della Conferenza Onu svoltasi a Pechino sui diritti delle donne - 1995);1996: "La vita? una bella notizia... una sfida per l’Europa e per ciascuno" (commento all’enciclica Evangelium vitae pubblicata il 25.3.95);1997: "Esseri umani, tutti uguali, tutti persone" (in occasione dell’anno europeo contro il razzismo - 1997);1998: "Chi ha diritto ai diritti dell’uomo?" (in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione universale del 10/12/1948);1999: "Essere padre, essere madre: ieri, oggi, domani" (in occasione dell’anno del Padre e in preparazione del grande giubileo del 2000);2000: "La vita cammino verso la pace" (in occasione della fine del Il millennio. Interrogativi sul significato del tempo e della storia);2001: "Una bussola per la scienza" (in occasione della discussione in tutto il mondo e nel Parlamento Europeo sulla clonazione umana);2002: "I giovani e la vita: una sfida, un’avventura" (in occasione delle giornate mondiali della gioventù del 2000 e del 2002).2003: “Libertà e famiglia” (in collegamento con le celebrazioni della IX Giornata internazionale della famiglia fissata dall’Onu per il 15 maggio)

All’iniziativa ogni anno hanno partecipato da 20.000 a 30.000 giovani delle scuole medie superiori per un totale di 350milastudenti e i vincitori i quali hanno partecipato ai seminari di Strasburgo sono stati non meno di 4.500. Dal 1990 il Concorso havisto talora la partecipazione anche di alcune scuole di altri Paesi europei: la Francia, la Germania, la Polonia, l’Ungheria, laCroazia, la Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca, l’Albania, la Romania, la Bulgaria, la Slovenia.

Talora, in occasione delle premia-zioni sono stati compiuti gesti di uncerto rilievo: la consegna al presidentedel Parlamento europeo di un messag-gio di Madre Teresa di Calcutta; ildono di una grande statua in bronzodenominata "Inno alla vita", collocatanello spazio del Consiglio d’Europa; lerappresentazioni per la città diStrasburgo del complesso "GenVerde".

Da qualche anno il seminario siconclude con un dibattito dei giovaninell’emiciclo del il Parlamento euro-peo e con l’approvazione di un docu-mento finale, una sorta di mozione,che viene poi trasmessa a tutte lescuole che hanno partecipato alla ini-ziativa.

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17 ANNI DI ONCORSI C

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L’unità politica dell’Europa non èdi per sé una novità. Già i romaniavevano unificato quasi l’intero

continente, tanto che Ruti l ioNamaziano nel poemetto “De reditusuo” può scrivere di Roma “urbemfecisti quod prius orbis erat”, che vuoldire: “hai fatto una città dell’interomondo”. In effetti nell’antichità il mon-do conosciuto andava poco al di làdell’Europa: unificare il mondo signifi-cava unire l’Europa e viceversa. Sipotrebbero quindi ricordare anche leaspirazioni universal ist iche diAlessandro Magno. Di certo l’idea diuna unità politica dell’Europa resta eviene in vario modo realizzata dalSacro Romano Impero di Carlo Magnoe dai suoi successori. Anche la forma-zione di Stati nazionali non impedì piùo meno temporanee, più o menoestese aggregazioni di Stati. La storiaci parla delle pretese egemoniche sulMediterraneo della Spagna di FilippoII; di quelle francesi, con Richelieu eMazzarino, nell’area centrale; deldominio asburgico sull’Europa orienta-le. Eppoi c’è stata la parziale ed effi-mera unif icazione, davverodall’Atlantico agli Urali, imposta dallearmi di Napoleone.

Dove sta, dunque, la tanto cele-brata novità dell ’unione europeaattuale? Le sue concrete origini vannocollocate a Parigi, il 18 aprile 1951quando sei Stati, Francia, Germania,Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgofirmarono il trattato istitutivo dellaCeca (Comunità europea del carbonee dell’acciaio). La solennità del gestofu sottolineata anche dalla meticolo-sità simbolica con cui furono scelti glistrumenti della firma: il poligraficofrancese stampò il testo dell’accordo,l’Olanda fornì la carta, la Germanial’inchiostro, il Belgio la copertina inpelle, l’Italia il segnalibro in seta, ilLussemburgo la colla per la rilegatura.

I Paesi che tra poco diventeranno25 erano allora pochi, soltanto 6, e lasuccessiva crescita numerica è statafaticosa e lenta: nel 1973 sono entra-te la Gran Bretagna, l ’ I r landa, laDanimarca; nel 1981 la Grecia; nel1986 la Spagna e il Portogallo; nel

1995 la Svezia, la Finlandia, l’Austria.La Ceca, poi, non aveva competenzegenerali perché riguardava soltanto laproduzione e il commercio di duematerie, per quanto importanti, il car-bone e l’acciaio.

Quale fu, dunque, la novità?

In precedenza le unificazioni eranostate realizzate con la forza dellearmi, cioè per la pretesa egemonica diuno Stato sugli altri. Invece l’atto fir-mato a Parigi nel 1951 aveva la solaforza della ragione e si fondava su ungrande desiderio di pace. Questa èuna novità. Al lora i l carbone el’acciaio erano le materie indispensa-bili per fare la guerra ed erano stateanche le ragioni dei ricorrenti sangui-nosi litigi tra la Francia e la Germania,separate dal Reno, lungo le cui spon-de si trovano i giacimenti di carbone edi ferro, tra i più importanti d’Europa.

In fondo però anche l’idea di unaEuropa pacificata e pacificatrice nonera nuova. Quali padri fondatori ven-gono giustamente indicati De Gasperi,Schuman, Adenauer, magari conl’aggiunta di Monnet, ma essi furonogli architetti che posero sul terreno laprima pietra e disegnarono la strutturadell’edificio, perché l’idea era prece-dente. Né è sufficiente ricordareAlt iero Spinel l i e la sua carta diVentotene. Se parliamo dell’idea, siapure soltanto come sogno, ideale eutopia, bisogna andare più lontano. Visono pagine forti e profetiche diVictor Ugo, che è doveroso riportarein questo dossier, ma bisogna renderegiustizia anche agli italiani Mazzini,Gioberti , Cesare Balbo, CarloCattaneo, Sturzo.

Torna allora la domanda: dove stala novità degli eventi che si sono sus-seguiti dal 1950? E’ evidente: la novitàconsiste nella concreta traduzione inazioni politiche e in regole giuridichedi aspirazioni teoriche antiche.Perché, allora – questa è una doman-da importante – solo a partire daglianni ’50 del secolo scorso i pensieriastratti sono divenuti costruzioneconcreta?

UNITA’ E AGIONEI PADRI DELL’UNIONE

Adenauer

De Gasperi

Shuman

QUALE EUROPA? R

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Per rispondere bisogna ripensarela situazione dell’Europa in que-gli anni. Per due volte, nella pri-

ma metà del ‘900, in Europa si eranoscatenate delle guerre che si eranodiffuse in tutto il mondo, tanto daessere chiamate “mondiali”. La secon-da era finita da poco ed aveva lascia-to un continente pieno di rovine,senza né v int i né v incitor i . InInghilterra, nazione vincitrice, nel1946, a guerra finita, era stato intro-dotto il razionamento del pane e inFrancia, in quello stesso anno, laquantità di pane quotidiano che la“tessera” consentiva di consumare adogni cittadino scese a 200 grammi. Lapotenza europea cominciava a dis-solversi: gli imperi coloniali erano indisfacimento. La povertà e la famerendevano gli Stati europei dipen-denti dall’America, che – in effetti –intervenne a sostenerli con il PianoMarshall. Ma quel che più era preoc-cupante era la nuova div is ionedell’Europa. Le armate sovietiche ave-

vano occupato tutto l ’oriente, laGermania era separata in quattrodiverse aree ed era iniziato il terrifi-cante rischio di una terza guerramondiale atomica. L’occidente vivevanell’incubo di una invasione delle for-ze comuniste sotto il cui controllo aduno ad uno erano caduti i così detti“Paesi satell iti”, dalla Polonia allaRomania, dal la Cecoslovacchiaall’Ungheria. I timori non erano teori-ci: il 29 giugno 1950 la Corea del Sudera stata aggredita dalla Corea delNord appoggiata dalla Cina. Si può,dunque, dire che la paura percorreval’Europa. Bisognava di nuovo prepa-rarsi a prove di forza militare. Quantomeno bisognava scoraggiare l’avversa-rio mostrandosi forti. Per farlo eranecessario riarmare la Germania, nelcui territorio passava il massimo con-fronto tra Oriente e Occidente. Macome non temere anche unaGermania riarmata dopo quanto eraaccaduto con la Prima e la SecondaGuerra mondiale? Ci voleva una unità

di più Stati, tra i quali la Germaniavenisse inglobata e controllata. Sipuò, dunque, ritenere che le grandiidee di pace e di promozione deidiritti umani avevano incrociato lapaura e che da tale incontro era ger-minata l’unione politica dell’Europa.

Se ne ha una riprova nel passoimmediatamente successivo che futentato: la costituzione di una unitàmilitare, la CED, cioè la Comunitàeuropea di difesa. Come è noto, que-sta impresa fallì il 30 agosto 1954nell’Assemblea nazionale francese,dove il voto negativo dei parlamentaritransalpini fu accolto con il canto del-la Marsigliese. La Francia, che nonaveva rinunciato alle sue pretesecoloniali, era impegnata nella guerradi Indocina, dove a Dieu Ben Fu, il 7maggio precedente, aveva subito unacocente sconfitta, dopo una eroicaresistenza. L’orgoglio nazionalistarifiutò l’inglobamento dell’esercitofrancese in un organismo militare nonfrancese.

UNA SCELTA DI AURA?

1951 19821973

I PAESI ENTRATI A FAR PARTE DELL’UNIONE EUROPEA1951: Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda1973 si aggiungono: Danimarca, Irlanda, Regno Unito1982 si aggiunge la Grecia

1986 si aggiungono: Spagna e Portogallo1995 si aggiungono: Austria, Finlandia, Svezia2004 si aggiungeranno: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca,Slovacchia, Lituania, Estonia, Lettonia, Slovenia, Malta,Cipro.

LLEE TTAAPPPPEE DDEELLLL’’AALLLLAARRGGAAMMEENNTTOO

QUALE EUROPA?

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Così, dopo una fase di incertezze, lastrada verso l’integrazione europeaprese un’altra direzione, non milita-

re e meno direttamente politica, quellaeconomica. Il 25 marzo 1957 a Roma fufirmato il patto che istituiva la Comunitàeconomica europea (CEE): il programmaera la libera circolazione di persone,merci e capitali all’interno dei Paesicomunitari. L’obiettivo però, restava ilmedesimo: la costruzione di una struttu-ra politica forte, capace di costituire unabarriera di fronte al comunismo reale,anche mediante una alleanza solida congli Stati Uniti d’America. Peraltro la “stra-da economica”, oltre a dirigersi lenta-mente verso l’integrazione politica, intro-duceva un altro elemento: quello dellacompetizione sul mercato internaziona-le. L’Europa, risorta dalle rovine dellaSeconda Guerra mondiale, ritrovava ilproprio dinamismo produttivo e com-merciale; tornava ad essere ricca. Maaveva di fronte a sé la concorrenza didue colossi economici quelloStatunitense e quello del Giappone.

Perciò bisognava, ancora una volta perdifendersi – fortunatamente sul pianoeconomico e non su quello militare –essere uniti.

Il cammino è stato lungo e difficile.Due sono stati i temi da affrontare: quellodell’allargamento e quello dell’approfon-dimento. Ai primi sei Paesi fondatori sisono man mano aggiunti altri. Ogni nuo-vo ingresso è stato preceduto da labo-riose trattative e talvolta da mutamenti dicarattere storico. La Spagna, il Portogalloe la Grecia non sarebbero potute entrarese prima non fossero caduti i regimi anti-democratici che vi si erano stabiliti; laGran Bretagna doveva perdere la suaegemonia coloniale su gran parte delmondo per spostare il suo interesse ver-so il continente europeo; doveva cadereil muro di Berlino nel 1989 perché a Paesineutrali tra i due precedenti blocchi,come l’Austria e la Finlandia, fosse con-sentito l’ingresso in una organizzazioneoccidentale. Questo è il percorsodell’allargamento, che ora punta decisa-mente verso l’Est: Polonia, Ungheria,

Lituanisa, Estonia, Slovenia, Repubblicaceca, Slovacchia… hanno bussato e laporta si sta aprendo.

Naturalmente l’espansione richiedeuna sempre maggiore solidità ed efficien-za delle strutture giuridiche. Questo è ilsecondo tema, quello dell’approfondi-mento, reso necessario anche dalla pro-gressiva integrazione economica, il cuirisultato più visibile è la moneta comune,l’euro, che ha sostituito le monete nazio-nali in molti Stati dell’Unione nel 2002.Ecco, allora, i trattati, che si sono succe-duti dopo quello di Parigi (1951) e diRoma (1957) per attribuire nuovi poteriagli organi comunitari: l’atto unico euro-peo di Lussemburgo (1985), il Trattato diMaastricht (1992), il Trattato diAmsterdam (1997), il Trattato di Nizza(2000). Ed ora siamo giunti alla“Costituzione” europea.

Nel frattempo è avvenuto un eventoimprovviso imprevedibile e nuovo: ilcrollo muro di Berlino, cioè la fine dellainnaturale divisione dell’Europa in dueparti contrapposte. Ciò significa che la

NON DI SOLO ERCATO

19861995

2004

I GRANDI TRATTATI, PILASTRI DELL’UNIONE1951: Trattato di Parigi (Ceca)1957: Trattato di Roma (Cee –Euratom)

1986: Atto unico di Lussemburgo(Trattato di Maastricht – Ue)1997: Trattato di Amsterdam2000: Carta di Nizza2004: Costituzione europea

LL’’UUNNIIOONNEE SS II AAPPPPRROOFFOONNDDIISSCCEE

QUALE EUROPA? M

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ragione per la quale negli anni ’50 delsecolo scorso si erano tradotte in concre-tezza le antiche aspirazioni ideali, è venu-ta meno. Non c’è più un problema didifesa. Non c’è più la paura di una aggres-sione dall’Est. Anzi: anche l’Est entra in

Europa. Anzi: la prospettiva di unaEuropa unita dall’Atlantico agli Urali non èpiù un pensiero del tutto fantasioso.

E allora: perché l’Europa?Qual è il sogno dei giovani sul-

l’Europa?

Basta la dimensione economica asuscitare entusiasmo?

Quella che chiamiamo “Costitu-zione” europea è un nuovoTrattato, che sostituisce tutti i pre-

cedenti Trattati.La procedura per arrivare a tale

Costituzione può essere distinta inquattro fasi:

a) A NNiizzzzaa, nel dicembre 2000, è stata approvata la “Cartadei diritti fondamentali dell’Unione”, che ha, peraltro il valo-re di una semplice dichiarazione, cioè ha un valore morale,non giuridicamente vincolante.

Tale “Carta di Nizza” contiene 54 articoli divisi in 7 capi-toli intitolati: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadi-nanza, giustizia, disposizioni generali per l’interruzione el’applicazione della Carta.

b) Nel dicembre 2001 (Consiglio europeo di Laeken) è sta-to deciso di affidare la preparazione del progetto diCostituzione e un ampio gruppo di lavoro, denominato“CCoonnvveennzz iioonnee”, composta da 105 membri, in rappresen-tanza dei 15 Paesi già membri dell’Unione, dei 10 che entre-

ranno nel 2004, dai tre (Turchia, Bulgaria, Romania) chehanno chiesto di entrare nella Unione, ma che, per ora,restano in attesa.

Oltre a questi rappresentanti dei governi nazionali, nellaConvenzione sono stati presenti i rappresentanti di tutti gliorgani dell’Unione (in particolare del Parlamento e dellaCommissione). Dal 28 febbraio 2002 al 20 giugno 2003 laConvenzione ha elaborato il progetto di Costituzione.

c) Nell’ottobre 2003 il progetto è stato affidato ad unaCCoonnffee rreennzzaa ii nnttee rrggoovvee rrnnaatt ii vvaa (CIG), costituita dai rap-presentanti dei governi, della Commissione e del Parlamentoeuropeo, che prenderà la decisione finale.

La Costituzione dovrebbe essere firmata dopo il 1° mag-gio 2004, data di adesione dei dieci nuovi Stati e prima del15 giugno 2004, data fissata per l’elezione del nuovoParlamento europeo.

d) RRaatt ii ff ii ccaa: successivamente, per divenire giuridicamentevincolante, la Costituzione dovrà essere ratificata da ognisingolo Stato conformemente alle rispettive norme costitu-zionali nazionali.

LLAA CCOOSSTT II TTUUZZIIOONNEE

La cerimoniadella firma del Trattato di Roma, era il 1957.In alto:il documento firmato a Maastricht nel 1992 con le firme apposte.In basso: ValeryGiscard D’Estaingche ha presiedutola Convenzioneincaricata di elaborare la bozza dellaCostituzioneeuropea

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Giovanni Paolo I I parlando alMovimento per la vita nel 1987ebbe a dire “L’Europa di domani

è nelle vostre mani. Siate degni diquesto compito! Voi lavorate perrestituire all ’Europa la sua veradignità; quella di essere il luogo dovela persona umana, ogni persona, èaccolta nella sua incomparabiledignità”.

E’ vera questa frase? Dobbiamoprenderla sul serio? Come un tale invi-to, una tale interpretazione, si inseri-sce davvero nella storia concretadell’Unione europea? Cessata la molladel timore e della contrapposizione,qual è la molla che deve sospingereverso la progressiva unità?

Giovanni Paolo II quando l’Europaera divisa in due parti contrapposte insi-steva continuamente sulla unità culturaledel continente. Prima che un’area terri-toriale – questo il suo pensiero –l’Europa era lo spazio di una cultura, che

affonda le sue radici nella ricerca dellaverità e della bellezza nell’antica Grecia,che ha trovato in Roma l’idea della giusti-zia e del diritto come cemento deipopoli, che infine – incontrando il cri-stianesimo – ha realizzato la sintesi dellaverità, della bellezza e della giustizia nelconcetto di persona umana. La incom-parabile dignità dell’uomo dimostratadal cristianesimo nell’ambito della medi-tazione su Dio creatore, innamoratodell’uomo al punto di farsi uno di noi, èalla base di tutte le colonne portantidella modernità: l’uguaglianza e lademocrazia, la libertà e la solidarietà.

Tutti riconoscono che questa tena-ce predicazione del Papa ha contribui-to in misura alta a determinare la cadu-ta del muro di Berlino, cioè a provoca-re le condizioni di una completa unitàdell’Europa. Infatti il messaggio sulladignità umana coincide con la promo-zione dei diritti dell’uomo che eranovisibilmente oppressi nell’area del

Il contenuto del progetto di Costituzione è costituito da 4parti. La prima (59 articoli) indica gli scopi, le competenze,gli organi dell’Unione. La seconda (54 articoli) è costituitadalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione (cioè dallaCarta di Nizza rimasta identica, che così diverrà obbligato-ria).

La terza parte (342 articoli) è un vero e proprio testounico, che riunisce, coordina e integra tutti i Trattati prece-denti. Essa ha per titolo “Le politiche e il funzionamentodell’Unione”. La quarta parte (10 articoli) contiene alcunedisposizioni finali.

Nell’ampio e complesso progetto di Costituzione euro-pea si riportano qui solo alcune brevissime parti, che han-no importanza ai fini dello sviluppo dei lavori partecipantial concorso.

PPrreeaammbboolloo ((pprr iimmii dduuee ccaappoovveerrss ii ))Consapevoli che l’Europa è un continente portatore diciviltà, che i suoi abitanti, giunti in ondate successive findagli albori dell’umanità, vi hanno progressivamente svilup-pato valori che sono alla base dell’umanesimo: uguaglianza

degli esseri umani, libertà, rispetto della ragione; ispirandosialle eredità culturali, religiose ed umanistiche dell’Europa, icui valori, sempre presenti nel suo patrimonio, hanno anco-rato nella vita della società il ruolo centrale della persona,dei suoi diritti inviolabili e inalienabili e il rispetto del diritto.

PPaarr ttee II ,, aa rr tt .. 22 –– VVaa lloorr ii ddeell ll ’’UUnniioonneeL’unione si fonda sui valori della dignità umana, dellalibertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato didiritto e del rispetto dei diritti umani.

Questi valori sono comuni agli Stati membri in unasocietà fondata sul pluralismo, sulla tolleranza, sulla giusti-zia, sulla solidarietà, sulla non discriminazione.

PPaarr ttee II II aa rr tt .. 11 -- DDiiggnnii ttàà uummaannaaLa dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata etutelata.

AArrtt .. 22 -- DDii rr ii tt ttoo aa ll ll aa vv ii ttaaOgni individuo ha diritto alla vita.

Nessuno può essere condannato alla pena di morte négiustiziato.

DDEELLLL’’ EEUURROOPPAA CCHHEE SSAARRAA’’

SIATENE EGNIQUALE EUROPA? D

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comunismo reale. Sottolineare le radicicristiane dell’Europa significa, nel pen-siero di Giovanni Paolo II, invocare ilrispetto dei diritti umani.

Come si è sopra esposto, nell’idea diuna Europa unita, pacificata e pacificatri-ce, vi sono, in posizione centrale, i dirittidell’uomo. Essi sono iscritti nel genomadell’Unione. Prima ancora della Ceca tratutti i Paesi dell’Europa occidentale si erastipulato un patto, (Londra 5/5/49) che listringeva in un legame, né politico néeconomico, ma culturale, che avevagenerato una struttura, il Consigliod’Europa, diverso dall’Unione europea.Nell’ambito di tale organizzazione, per laprima volta nella storia, venne data vestedi trattato giuridicamente vincolante pergli Stati al rispetto dei diritti umani con la“Convenzione europea per la salvaguar-dia dei diritti e delle libertà fondamenta-li” (4/11/1950).

Se è vero che questo accordo fuall’inizio estraneo alla Ceca e alla Cee(perché collegato alla diversa organizza-zione del Consiglio d’Europa) è altret-tanto vero che con il passare del tempole istituzioni dell’Unione europea hannosempre più esplicitamente ritenutoquella convenzione vincolante ancheper loro. Ed ora la “Costituzione” euro-pea recepirà integralmente quel trattatodel Consiglio d’Europa. La vocazione al

rispetto e alla promozione dei dirittiumani è talmente consapevolenell’Unione che da anni esiste nelParlamento europeo una specialeCommissione specificamente prepostaalla verifica dello stato dei diritti umaninell’intero mondo ed ogni anno èdiscusso in Parlamento un rapportosull’argomento. Solenni celebrazionisono effettuate negli anniversari dellaDichiarazione universale dei dirittidell’uomo (20/12/48) ed il rispetto ditali diritti è considerato condizioneessenziale sia per consen-tire l’accesso di altri Paesidentro l’Unione, sia perstabilire rapporti di aiutoallo sviluppo con i Paesidel Terzo mondo. Sembra,dunque, esservi una coin-cidenza tra la richiesta delPapa di riconoscere leradici cristiane dell’Europae ciò che l’Europa politicapensa di se stessa.

Invece non è così.Perché tutta la teoria deidiritti umani crolla se nonsi conosce chi è il titolare dei dirittiumani.

Chi è l’uomo?In che consiste e da dove deriva la

sua dignità?

Foto di gruppo

al momento della sottoscrizione

del Trattato di Nizza(2001).Sotto:

il documento ufficiale

che è stato firmato in quella occasione.

In basso: il Muro di Berlino

E’ il 9 novembre 1989quando cade il Muro di Berlino,

storica e simbolica divisione della Germania

e dell’Europa in Est e Ovest

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L’attuale cultura europea, quale simanifesta, nelle leggi degli Stati e nelleprese di posizione delle istituzioni euro-pee sembra molto incerta nelle risposteda dare a queste domande. La provapiù evidente si ricava dall’atteggiamentoriguardo alle condizioni più estreme equindi più emblematiche dell’esistenzaumana, come il nascere e il morire.

L’Europa è contro la pena di morte,ma poi accetta l’aborto come modo dirisolvere i problemi d’una gravidanzadifficile o non desiderata.

L’Europa riconosce la dignità deimalati e degli handicappati, abbatte lebarriere architettoniche, ma poi pre-tende di eliminare le malattie eliminan-do i malati nel seno materno.

L’Europa proclama con grande enfasiil principio di eguaglianza, ma vivaci cor-renti di pensiero sostengono che dob-biamo distinguere tra esseri umani e per-sone, perché solo le seconde sarebberotitolari dei diritti dell’uomo.

L’Europa riconosce la dignità uma-na, ma alcuni non sanno distinguere tral’uomo e il resto del Creato al puntoche qualcuno non ha esitato a parlaredi “diritti umani degli animali”.

Al fondo vi è da risolvere la questio-

ne fondamentale già indicata: chi èl ’uomo? Se l ’Europa non sa chi èl’uomo la sua ambizione di essere unaforza promotrice dei diritti dell’uomoaffonda nel naufragio. Se si vanifica ilsoggetto titolare dei diritti, si vanificanoanche – e a maggior ragione i diritti.

Giovanni Paolo II ha scritto nella gran-de enciclica Evangelium vitae: …“giungead una svolta dalle tragiche conseguenzeun lungo processo storico che, dopoaver scoperto l’idea dei diritti umani,come diritti inerenti ad ogni persona eprecedenti ogni costituzione e legislazio-ne degli Stati, incorre oggi in una sor-prendente contraddizione: proprio inuna epoca in cui si proclamano solenne-mente i diritti della persona e si affermapubblicamente il valore della vita, lo stes-so diritto alla vita viene praticamentenegato e conculcato, in particolare neimomenti più emblematici dell’esistenza,quali sono il nascere e il morire.

(…) Come mettere d’accordo que-ste ripetute affermazioni di principiocon il continuo moltiplicarsi di attentatialla vita umana! Come conciliare questenobili dichiarazioni con il rifiuto del piùdebole, del più bisognoso, dell’anzia-no, dell’appena concepito?”.

L’Unione europea ha radiciculturali antiche. Al cen-tro vi è i l valore del la

persona umana. Molti pensatorihanno sognato l’unità politicadell’Europa come strumento dipace e di r ispetto per ogniuomo. Il sogno ha cominciato adivenire realtà quando la pauraha percorso e diviso l’Europa.Oggi sono venute meno leragioni della paura. Ma i soliinteressi economici non dannoslancio all ’unità. E’ giunto ilmomento di pensare e realizza-re l’Europa come strumento dipromozione del l ’uomo. I lrichiamo alle radici cristianedell’Europa coincide con que-sta indicazione. Ma chi èl’uomo? La risposta a questadomanda r iguarda o nonriguarda il futuro dell’Europa?

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TT IIRR IIAAMMOO LLEE FF II LLAA

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Innumerevoli volte Giovanni Paolo II ha parlato delleradici dell’Europa. Tra i molti testi scegliamo il grandediscorso pronunciato il 9 novembre 1982 a Santiago di

Compostela, in Spagna. Ne proponiamo solo una parte,quella centrale. Il documento è stato chiamato “attoeuropeistico”.

“Qui convenivano dalla Francia, dall’Italia, dal Centro-Europa, dai Paesi nordici, dalle Nazioni slave, cristiani ditutte le condizioni sociali: dai regnanti ai più umili abitantidi villaggio; cristiani di tutti i livelli spirituali: dai Santi, comeFrancesco d’Assisi e Brigida di Svezia (per non parlare deiSanti spagnoli), ai peccatori pubblici in cerca dipenitenza.

L’intera Europa si è ritrovata attorno alla “memoria” diGiacomo in quegli stessi secoli nei quali essa si costruivacome continente omogeneo e spiritualmente unito. Perquesto lo stesso Goethe affermerà che la coscienzadell’Europa è nata pellegrinando.

Il pellegrinaggio di Santiago fu uno degli elementi fortiche favorivano la comprensione reciproca di popolieuropei tanto diversi, quali erano i latini, i germani, i celti,gli anglosassoni e gli slavi. Il pellegrinaggio avvicinava, difatto, metteva in contatto e univa tra loro quelle gentiche, di secolo in secolo, raggiunte dalla predicazione deitestimoni di Cristo, abbracciavano il Vangelo econtemporaneamente, si può dire, emergevano comepopoli e nazioni.

La storia della formazione delle nazioni europee correparallela a quella della loro evangelizzazione; fino alpunto che le frontiere europee coincidono con quelledella penetrazione del Vangelo. Dopo venti secoli distoria, nonostante i sanguinosi conflitti che hannocontrapposto tra loro i popoli d’Europa, e nonostante lecrisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente –fino a porre alla coscienza del nostro tempo graviinterrogativi sulle sorti del suo futuro – si deve ancoraaffermare che l’identità europea è incomprensibile senza ilCristianesimo, e che proprio in esso si ritrovano quelleradici comuni dalle quali è maturata la civiltà del vecchiocontinente, la sua cultura, il suo dinamismo, la suaintraprendenza, la sua capacità di espansione costruttivaanche negli altri continenti; in una parola, tutto ciò checostituisce la sua gloria.

E ancor oggi, l’anima dell’Europa rimane una, perché,oltre alle comuni origini, vive di comuni valori cristiani eumani; come quelli della dignità della persona umana, delprofondo sentimento della giustizia e della libertà, dellalaboriosità dello spirito di iniziativa, dell’amore allafamiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, deldesiderio di cooperazione e di pace che lacaratterizzano.

Volgo il mio sguardo all’Europa come al Continente che

ha più contribuito allo sviluppo del mondo, tanto sulpiano delle idee quanto su quello del lavoro, dellescienze e delle arti. E mentre benedico il Signore peraverlo illuminato con la sua luce evangelica fin dalleorigine della predicazione apostolica, non posso tacere lostato di crisi in cui esso si dibatte, alle soglie del terzomillennio dell’era cristiana.

Parlo a rappresentanti di Organizzazioni nate per lacooperazione europea, e a fratelli nell’Episcopato dellediverse Chiese locali d’Europa. La crisi investe sia la vitacivile che quella religiosa. Sud piano civile, l’Europa èdivisa. Innaturali fratture privano i suoi popoli del diritto diincontrarsi tutti reciprocamente in un clima di amicizia, e

GRIDO A TE, ANTICA UROPAE

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di congiungere liberamente i loro sforzi e le loro genialità inservizio di una convivenza pacifica e di un rapporto solidalealla soluzione dei problemi che affliggono altri continenti. Lavita civile è anche segnata dalle conseguenze di ideologiesecolaristiche, la cui estensione va dalla negazione di Dio odalla limitazione della libertà religiosa, all’importanzapreponderante attribuita al successo economico rispetto aivalori umani del lavoro e della produzione; dal materialismoed edonismo, che intaccano i valori della famiglia feconda eunita, della vita appena concepita, della tutela morale dellagioventù, a un “nichilismo” che disarma le volontà dalfronteggiare problemi cruciali come quelli dei nuovi poveri,degli emigrati, delle minoranze etniche e religiose, del sano

Il Forum delle associazioni familiari è nato dauna intuizione che, a distanza di anni, hadimostrato di essere profetica: portare

all’attenzione del dibattito culturale e politicoitaliano la famiglia come soggetto sociale. Siamoconvinti che la questione famiglia non sia unaspetto secondario della vita degli italiani: è inlarga misura nella famiglia che si costruiscono idestini degli abitanti di questo Paese, è infamiglia che si formano i cittadini di domani, è laqualità della vita familiare che determina laqualità della vita dell’intera società. Una famiglia“che funziona” è garanzia anche del buonfunzionamento di tutte le istituzioni sociali,politiche, economiche, educative della società,alle quali non può mancare – pena il lorofallimento o la loro scarsa efficacia – il contributoessenziale derivato da quella scuola insostituibiledi umanità e di relazionalità che è la famiglia.

La famiglia non è un mero fatto privato deisingoli individui: essa si situa al cuore dellacostruzione della società, la condiziona e ne ècondizionata. Lo diciamo a chiare lettere: lafamiglia non è una questione cattolica, quasi cheessa fosse semplicemente la specifica forma diconvivenza dei credenti, come molti vorrebberofar credere. Essa riguarda tutti i cittadini, e perquesto va affrontata con argomenti razionali,con chiarezza e serietà di analisi in tutti i suoirisvolti, giuridici, psicologici, sociologici,economici ed anche – perché no – politici.

Il Forum, con le 35 associazioni e i 20 comitatiregionali che ne fanno parte, proseguirà conrinnovato impegno e immutata determinazione ilproprio lavoro, cosciente di rappresentare unpezzo importante della società civile, cercandodi dare voce – senza integrismi ma senzaaccomodamenti – alle famiglie italiane, ai lorobisogni e ai loro diritti.

L’auspicio è dunque che le famiglie semprepiù comprendano l’importanza e la forza chepossono avere associandosi e collegandosi inrete. La famiglia, vera, grande, risorsa del nostroPaese, più uscirà dall’isolamento privatistico epiù dimostrerà di essere viva e vitale, pronta adare il proprio imprescindibile contributo allacostruzione di una società più fraterna e amisura d’uomo.

Giovanni Paolo II mentre tiene il suo discorso

all’Assemblea delle Nazioni Unite.E’ il 2 ottobre 1979

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II LL FFOORRUUMMDDEELLLLEE

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNIIFFAAMMIILL IIAARRII

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uso dei mezzi di comunicazione di massa, mentre arma lemani del terrorismo.

Anche sul piano religioso l’Europa è divisa. Non tantoné principalmente in ragione delle divisioni avvenute lungoi secoli, quanto per la defezione di battezzati e credentidalle ragioni profonde della loro fede e dal vigoredottrinale e morale di quella visione cristiana della vita,che garantisce equilibrio alle persone e alle comunità.

Per questo, io, Giovanni Paolo, figlio della Nazionepolacca, che si è sempre considerata europea, per le sueorigini, tradizioni, cultura e rapporti vitali, slava tra i latini elatina tra gli slavi; io, successore di Pietro nella sede diRoma, sede che Cristo volle collocare in Europa e chel’Europa ama per il suo sforzo nella diffusione delCristianesimo in tutto il mondo; io, Vescovo di Roma ePastore della Chiesa universale, da Santiago, grido conamore a te, antica Europa: “Ritrova te stessa. Sii te stessa.Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a viveredei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia ebenefica la tua presenza negli altri continenti. Ricostruiscila tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto verso lealtre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare ciò che èdi Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Non inorgoglirti delletue conquiste fino a dimenticare le loro possibileconseguenze negative; non deprimerti per la perdita

quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le crisisociali e culturali che ti percorrono. Tu puoi essere ancorafaro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altricontinenti guardano a te e da te si attendono la rispostache San Giacomo diede a Cristo: “Lo posso”.

Se l’Europa sarà una, e può esserlo con il dovutorispetto per tutte le differenze, ivi comprese quelle deidiversi sistemi politici; se l’Europa tornerà a pensare, nellavita sociale, con il vigore che possiedono alcuneaffermazioni di principio come quelle contenute nellaDichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nellaDichiarazione europea dei diritti dell’uomo, nell’Atto finaledella Conferenza per la sicurezza e la cooperazione inEuropa; se l’Europa tornerà ad agire, nella vita piùpropriamente religiosa, con il dovuto riconoscimento erispetto di Dio, nel quale si fonda ogni diritto e ognigiustizia; se l’Europa aprirà di nuovo le porte a Cristo enon avrà paura di aprire alla sua salvatrice potestà i confinidegli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasticampi della cultura, della civiltà dello sviluppo il futuronon rimarrà dominato dall’incertezza e dal timore, ma siaprirà ad una nuova stagione di vita, sia interna cheesteriore, benefica e determinante per il mondo intero,sempre minacciato dalla nubi della guerra e dal possibileuragano dell’olocausto atomico”.

Giorno verrà in cui la guerraapparirà altrettanto assurda edimpossibile tra Parigi e Londra,

tra Pietroburgo e Berlino, tra Viennae Torino, quanto oggi sarebbeimpossibile a apparirebbe assurdatra Rouen e Amiens, tra Boston eFiladelfia.

Giorno verrà in cui tu Francia, tuRussia, tu Italia, tu Inghilterra, tuGermania, voi tutte, nazioni delcontinente, senza perdere le vostrequalità peculiari e la vostra gloriosaindividualità, vi fonderetestrettamente in una unità superioree costituirete la fraternità europea,esattamente come la Normandia, laBretagna, la Borgogna, la Lorena,l’Alsazia, tutte le nostre province sisono fuse nella Francia.

Giorno verrà in cui non visaranno altri campi di battagliaall’infuori dei mercati aperti alcommercio e degli spiriti aperti alleidee.

Giorno verrà in cui i proiettili ele bombe saranno sostituiti dai voti

e dal suffragio universale deipopoli, dall’efficace arbitrato di ungrande senato sovrano cherappresenterà per l’Europa ciò cheil parlamento rappresenta perl’Inghilterra, la dieta per laGermania, l’assemblea legislativa perla Francia!

Giorno verrà in cui si vedrannoquesti due immensi organismipolitici, gli Stati Uniti d’America egli Stati Uniti d’Europa, posti alcospetto l’uno dell’altro; tendersila mano al di sopra dei mari,scambiare i loro prodotti, il lorocommercio, la loro industria, leloro arti, i loro geni, dissodare ilglobo, colonizzare i deserti,migliorare il creato sotto losguardo del Creatore, congiungere– per il benessere universale –queste due forze infinite: lafraternità umana e la potenza diDio.

Victor HugoDiscorso al

“Congrès des Amis de la Paix”Parigi 21 agosto 1849

Victor Hugo

UUNN GGIIOORRNNOO VVEERRRRAA’’ LLAA PPAACCEE

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✍ l’art. 2 dellaprima parte e l’art.1 della secondaparte del progettodi Costituzioneeuropea indicanola dignità umanacome fondamentodell’Unione.

Ma cosasignifica “dignità”?Quale ne è ilcontenuto? Dadove proviene?

La culturaeuropea capire ilsignificato delladignità, oppure lainterpreta in modoequivoco?

✍ La Carta deidiritti fondamentaliè organizzataattorno alle paroledignità, libertà,uguaglianza,solidarietà,cittadinanza,giustizia.

Prova a verificare il diverso senso e le diverseconseguenze di questi valori alla luce della “cultura dellavita” e della “cultura della morte”.

✍ Ha ragione o torto Giovanni Paolo II a chiedere chenella Costituzione europea siano ricordate le “radicicristiane dell’Europa”?

In che consistono queste radici?

✍ Lo stesso Giovanni Paolo II ha detto ai giovani:“L’Europa di domani è nelle vostre mani. Voi lavorate perrestituire all’Europa la sua vera dignità: quella di essere illuogo dove la persona, ogni persona, è accolta nella suaincomparabile dignità”.

Vuoi meditare su questa frase? E’ vera? E’ esagerata? Lasenti rivolta anche a Te? Che fare?

✍ Quali aspetti positivi relativi alla cultura della vita sonooggi presenti in Europa e quali aspetti negativi collegabilialla “cultura della morte” si trovano nei comportamenti enegli ordinamenti degli europei?

✍ L’Europa del mercato e dell’economia soddisfa i tuoiideali o senti il bisogno di altro? Cosa deve fare l’Europa peressere vero faro di civiltà?

✍ Cosa sono i diritti dell’uomo? Quale rapporto essihanno con l’Europa? L’art. 2 della II parte del progetto diCostituzione dice che “ogni individuo ha diritto alla vita”:questo principio viene attuato completamente in Europa ovi sono contraddizioni?

✍ Se tu potessi cosa scriveresti nella Costituzioneeuropea? Qual è lo scopo dell’europa dopo la caduta delMuro di Berlino?

TRACCE DI IFLESSIONE

L’argomento proposto per il concorso europeo 2003-2004 è molto bello, ma anche vasto e forseun po’ difficile. Per aiutare i giovani ripetiamo qui alcune domande, già nelle altre pagine diquesto dossier formulate esplicitamente oppure ricavabili implicitamente dai testi. Ognuna di

queste domande può costituire l’avvio di una riflessione personale e di un serio approfondimento.

R

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PREMIO. I vincitori si recheranno a Strasburgo, sede del Parlamento europeo, nel mese di ottobre 2004. Le spese di viaggio edi permanenza sono a carico dell’organizzazione.

DESTINATARI. Il concorso prevede due sezioni.I sezione riservata agli studenti che frequentano gli ultimi tre anni pre-universitari. Il concorso si svolge in tutta Italia, ma la sele-zione avviene a livello regionale o, a seconda dei casi, provinciale.Per l’assegnazione dei premi è stabilito un sistema che tiene conto della popolazione di ogni regione e della partecipazionedegli studenti: sono messi a disposizione viaggi premio in numero predeterminato in rapporto alla popolazione ma essi saran-no assegnati tutti solo se sarà raggiunta una partecipazione minima di 60 studenti per ogni premio. Nel caso che la percentualenon si raggiunga sarà proporzionalmente ridotto il numero di viaggi; nel caso che sia superato, il Comitato organizzatore si riser-va, discrezionalmente, di assegnare ulteriori premi.II sezione per gli studenti universitari di qualsiasi corso di laurea di tutte le facoltà con età non superiore ai 24 anni. In tutta Italiasono messi a concorso 30 premi.

COMMISSIONI DI GARANZIA. Per la I sezione, presso ogni regione sono costituite Commissioni formate da personalità della scuo-la, della cultura, del giornalismo, dell’arte, della politica, con il compito di procedere alla scelta finale dei lavori da premiare. LaCommissione procederà ad una doppia selezione: la prima per stabilire quali siano i lavori meritevoli dell’attribuzione del credi-to formativo, la seconda per scegliere i vincitori dl concorso.Per la II sezione la selezione sarà effettuata dalla Segreteria nazionale coadiuvata dalla Commissione di garanzia costituita pres-so la stessa Segreteria.

MODALITA’ DI SVOLGIMENTO. È consentita l’esposizione del pensiero relativo al tema messo a Concorso oltreché nella forma let-teraria della ricerca oppure della riflessione personale, anche nella forma grafica e figurativa preferita (disegno o pittura didimensioni massime cm 70x100).Gli elaborati non saranno restituiti. Sono accettati anche i lavori di gruppo, ma in caso di premiazione, il premio dovrà essereassegnato ad un solo studente scelto dal gruppo stesso con propri criteri e segnalato già alla consegna dell’elaborato. Penaesclusione dal Concorso, tutti gli elaborati dovranno indicare con chiarezza: cognome, nome, indirizzo, numero telefonico,classe e scuola dello studente (o di tutti gli studenti, in caso di lavoro collettivo).

TERMINI. Tutti i lavori devono pervenire entro il 31 marzo 2004.

SEDE E FORMA DELLA CONSEGNA. Tutti i lavori devono essere fatti pervenire improrogabilmente alle rispettive Segreterie regionaliche faranno pervenire gli elaborati della II sezione alla Segreteria nazionale.In alternativa gli studenti universitari potranno far pervenire direttamente i loro lavori alla Segreteria nazionale.Gli elaborati possono essere inviati sia individualmente dagli studenti che collettivamente dalle scuole.

PARTECIPAZIONE DI STUDENTI DI ALTRE NAZIONI. Il Concorso, con lo stesso tema, potrà essere promosso e realizzato anche inaltre Nazioni europee i cui vincitori visiteranno il Parlamento europeo insieme agli studenti italiani.Le regole tecniche qui descritte ed i premi messi a disposizione si riferiscono ai soli studenti italiani.

PREMIO ULTERIORE ED UTILIZZAZIONE DEI LAVORI. L’organizzazione si riserva di pubblicare in un apposito volume o in altre forme,i lavori migliori della I e II sezione, selezionati tra quelli vincitori. Si intende automaticamente rilasciata all’organizzazione, almomento dell’invio dell’opera, la liberatoria in merito alla disponibilità del prodotto.L’impossibilità a partecipare al viaggio premio anche per gravi ragioni personali o di salute fa decadere il diritto al premio.

CREDITO FORMATIVO. Agli studenti che avranno separato la prima selezione ed ai vincitori sarà rilasciato una certificazione utileai consigli di classe per l’attribuzione del credito formativo.

LE NORME DEL ONCORSOC

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AbruzzoMovimento per la vita – CavVia G. Milli 5965100 PESCARATel. 085/694038

BasilicataCentro di aiuto alla vitaP.tta E. Bracco 1975100 MATERATel. 0835/330676

CalabriaMovimento per la vitaTRISOLINI EUFEMIAVia Petrarca 9387065 CORIGLIANO SCALO (CS)Tel. 0983/889215

CampaniaCentro di aiuto alla vitaVia Scarlatti 11080127 NAPOLITel. 081/5565494-660150

Emilia-RomagnaMovimento per la vitac/o Maria MartelliVia U. Bassi 5244042 CENTO (FE)Tel. 051/902219

Friuli Venezia GiuliaMovimento per la vitaP.zza Ponterosso 634121 TRIESTETel. e fax 040/771374

LazioMovimento per la vitaV.le Libia 17400199 ROMATel. 06/86328010Fax. 06/86386392

LiguriaMovimento per la vitaVia Caffaro 4a/116124 GENOVATel. 010/315035cell. 3337929548

LombardiaFedervita LombardiaVia Tonezza 320147 MILANOTel. e fax 02/48701374

MarcheMovimento per la vitaVia Don Minzoni 3162100 MACERATATel. 0733/230423

MoliseMovimento per la vitac/o M. Cristina Bernini CarriC.da Cese 47/e86100 CAMPOBASSOTel. 0874/97039

PiemonteMovimento per la vitaCorso Trento 1310129 TORINOTel. e fax 011/5682906

PugliaProf. Michele D’ErcoleCorso Vittorio Emanuele70038 TERLIZZI (BA)cell. 340/3968156ab. 080/3516547

SardegnaMovimento per la vitae Centro di aiuto alla vitavia Ugo Foscolo 1808100 NUOROTel. e fax 0784/32799-74476cell. 3336124369

SiciliaMovimento per la vitaVia A. Saffi 11 – Isol. 9198100 MESSINATel. 090/2925710-2934675Fax 090/2937814

ToscanaFederazione regionale dei movimenti e Centri di aiuto alla vitaVia Cavour 9250129 FIRENZETel. 055/588384 fax. 055/587509

Trentino Alto AdigeTrentoMovimento per la vitaP.zza D’Arogno 738100 TRENTOTel. 0461/237818

BolzanoMovimento per la vitaVia Mendola 1139100 BOLZANOTel. e fax 0471/266531

UmbriaMovimento per la vitaVia O. Antinori 31/b06123 PERUGIATel. 075/46384

VenetoCentro di aiuto alla vitaVia J. Da Ponte 4136061 BASSANO DEL GRAPPATel. 0424/227499fax 0424/525173

SEGRETERIA NAZIONALEFederazione regionale dei movimenti

e Centri di aiuto alla vita

Via Cavour 92, 50129 FIRENZE

Tel. 055/588384 fax 055/587509

A CHI IVOLGERSIR

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Inserto a Sì alla vita n. 11/2003, Direttore responsabile: Antonio Achille. Editore: Coop. G. La PiraSped. in Abb. Post. 45% — comma 20b art.2 L. 662/96 — Roma — Taxe percue

DD II EE CC II DD OO MM AA NN DD EE PP EE RR LL ’’ EE UU RR OO PPAA

✍✍ Il vecchio senza memoria,

è uomo?

✍✍ Il malato di mente incapace

di riconoscere alcuno,

è uomo?

✍✍ Il giovane in carrozzella

portatore di handicap,

è uomo?

✍✍ Il barbone disteso tra cartoni

sul marciapiede,

è uomo?

✍✍ Il nero che ti importuna per venderti

un fazzoletto o un accendino,

è uomo?✍✍ Il malato in coma che morirà

tra pochi giorni,

è uomo?✍✍ Il tossicodipendente

con gli occhi smarriti nel vuoto,

è uomo?✍✍ Il colpevole dei più efferati delitti,

condannato a morte

e in attesa dell’esecuzione,

è uomo?✍✍ Il bimbo appena nato

capace soltanto di succhiare il latte,

è uomo?✍✍ L’embrione umano

che è geneticamente

appartenente alla specie umana,

ma non ha ancora visibilità e nome,

è uomo?