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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO 444 2017 COMUNIONE e MISSIONE Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178. n. 5 maggio 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IR MAGGIO

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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIAa cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO44

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COMUNIONEe MISSIONE

Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178.

n. 5 maggio 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IRM A G G I O

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SOMMARIO

In copertina

Il fascicolo è espressione del gruppo “COMU-NIONE E MISSIONE” del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38122 Trento - tel. 0461.891270, fax 0461.891277

Il gruppo è composto da:

francesca bridi - tatiana brusco - giuseppe cal-dera - adelmo calliari - gianni damolin - laure edine - mariano prandi - edna graciete semedo - renata juszczyk - gianluigi lutteri - france-sco moser - ada pezzè - manuela rossi - moni-ca signorati - loredana valentini - leonora zefi

composizione centro missionario diocesanostampa nuove arti grafiche, trento

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Lettera del direttoreLa gioia, è più forte della paura?

Cammino ComuneInsieme per vivere il Battesimo

Voci della migrazioneGiovani immigrati, mediatori e facilitatori

9 Missionari@mente• Arriverà la primavera• Fumo e cenere

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La pagina dei ragazzi

16 Libri e DVDIl coraggio della libertà. Una donna

uscita dall’inferno della Tratta

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Lettura orante della Bibbia11

360 gradi

17 ACCRITorna la Campagna RISO

21 Stop & Go

19 Eventi

22 Saperne di piùLa moneta è tutto?

sr. Giuseppina Scrinzi e sr. M. Rosa Sicher, con i profughi sudanesi in Egitto

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LETTERA DEL DIRETTORE

don Beppino Caldera

La gioia, è più forte della paura?

Carissimi,si fa presto a dire Buona Pasqua, ma a vivere la Pasqua di Gesù è

tutt’altro! Ci sentiamo anche noi come i discepoli che il giorno della risurrezione se ne stavano a porte chiuse, per timore dei giudei. La paura è più forte della gioia?Ci sentiamo anche noi come i discepoli di Emmaus che tornavano a casa tristi e delusi per quello che era successo a Gesù in quei giorni a Gerusalemme. Pensare alla Pasqua e sapere che milioni di fratelli muoiono di fame e di sete in Sud Sudan, in Etiopia, in Somalia, sapere che un cristiano su tre soffre per la persecuzione, vedere lo sfacelo dei valori più santi nel nostro mondo occidentale, ci blocca: come vivere la risurrezione di Gesù con tanti fratelli senza speranza?Gesù risorto va a cercare i suoi discepoli spaventati: la sua vittoria sulla morte è reale e deve tirarli fuori dalla chiusura. Con Gesù risor-to si aprono strade nuove per l’umanità: sta a noi lasciarci prendere da Lui. Come ai discepoli, dice anche a noi: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi e ci dona lo Spirito Santo per rimettere, togliere il peccato da questo mondo.Questi sono i giorni di riflessione sul mistero pasquale, nei quali rin-noviamo la nostra appartenenza alla comunità dei credenti in Cristo risorto, per vivere e far vivere la speranza con tanti fratelli.Segni di speranza sono i nostri missionari che compiono la grande opera di evangelizzazione e di fraternità in ogni parte del mondo. Sono nostro tramite per essere presenti a fianco di tanti fratelli che hanno bisogno di essere sostenuti nel loro fidarsi di Gesù, pur nella persecuzione. La loro parola, e quella di tanti immigrati cristiani che arrivano da noi, ci testimoniano quanto sia bella la fede in Gesù che

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ci sostiene nelle prove più grandi e ci aiuta a superarle.Anche l’azione di varie associazioni di sostegno ai popoli in difficoltà sono un segno che la vittoria di Gesù sulla morte spinge tanta gen-te, a vario titolo, a sostenere la lotta per la vita.Troppa gente da noi tende a chiudersi in se stessa, a trincerarsi in localismi ispirati all’egoismo; troppi giovani si affidano a comunica-zioni superficiali, ad amicizie usa e getta, a relazioni senza impegno costruttivo: a questi, Gesù rivolge il suo invito ad uscire per incontra-re l’altro, a saper voler bene generosamente per costruire un mondo di pace e di speranza.Pasqua è sempre una novità, è un ricominciare di nuovo, fidandosi di Gesù risorto.

La Festa dei Popoli ritorna anche quest’anno il 20 e 21 maggio, proprio in tempo pasquale, per portare il suo messaggio positivo di convivenza fruttuosa fra tanti popoli in Trentino.La Festa è segno di vittoria su tutte le chiusure che ci possono esse-re, è frutto di tanti che credono alla dignità umana di ognuno, al di là di differenze di razza e culture. È saper ricevere quello che altri ci portano da lontano e ci offrono con gioia.I giovani delle famiglie immigrate possono essere un anello di con-giunzione fra persone e culture venute dal mondo e la gente di qui.È sempre facile dare, anche perché è gratificante. Ma saper ricevere e dimostrare che abbiamo bisogno degli altri, riconoscere che quel-lo che stiamo ricevendo ci mancava, questo è segno di grandezza umana e cristiana.Le nostre comunità ecclesiali siano in prima linea nel produrre acco-glienza. È un valore che crea relazioni nuove e costruisce una società che si apre al Regno.La componente religiosa degli immigrati dovrebbe essere al centro della nostra attenzione pastorale, per essere valorizzata e per porta-re al nostro mondo, già troppo materialista, una boccata di ossigeno spirituale.La Festa dei Popoli è sostenuta da tante comunità e gruppi missio-nari: sia un segno che la nostra attività missionaria collabora frut-tuosamente alla costruzione della nuova società e una rinnovata Chiesa trentina.

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CAMMINO COMUNE

Insieme per vivere il BattesimoGruppo missionario decanale di Lomaso

Il nostro gruppo di animazione missionaria è iniziato nel 1976 come frutto di una riunione decanale di parroci e persone impegnate.

Gli incontri mensili, prima sempre a Ponte Arche come centro della zona, erano guidati da rappresentanti del Centro Missionario Dio-cesano di Trento.Poi, siccome il gruppo era ristretto a poche persone, abbiamo co-minciato a spostarci ogni mese in una parrocchia diversa, anche per valorizzare i piccoli paesi e per dare l’opportunità di partecipare a un numero maggiore di persone.Ci troviamo insieme per pregare e alimentare la nostra fede e per risvegliare la coscienza che, con il Battesimo, ogni cristiano ha as-sunto l’impegno di essere missionario. Non possiamo tenere egoi-sticamente per noi il dono della fede senza sentire il dovere di co-municarla ai fratelli, infatti “la fede si rafforza donandola” (Rm 2). Nei nostri incontri diamo spazio alla preghiera, alla testimonianza missionaria, alla formazione, ad attività di sostegno. Il Centro Missionario Diocesano di Trento assegna al nostro decana-to qualche missionario che cura la nostra formazione con le rifles-sioni sulla Parola di Dio, per aiutarci ad essere missionari e testimoni del Vangelo nella nostra vita quotidiana e per conoscere la realtà dei problemi della povertà del mondo.Organizziamo insieme l’animazione missionaria per sensibilizzare la parrocchia e il decanato e partecipiamo alle iniziative diocesane.Durante l’anno coinvolgiamo più persone per la Veglia Missionaria Decanale, la Via Crucis in memoria dei Missionari Martiri e, quando è possibile, un incontro di Preghiera missionaria estiva.Nel 1985 abbiamo iniziato, e curiamo ancora oggi, la corrisponden-za con tutti i missionari del Decanato e altri amici missionari.Dal 1993 allestiamo in estate una Mostra Missionaria e, durante

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l’anno, qualche mercatino e lotteria per dare ai missionari un aiuto perché possano dedicarsi, in modo particolare, alla formazione di animatori e catechisti locali. Partecipiamo anche con un’offerta al C.M.D. per le richieste di emer-genza. Come gruppo contribuiamo dal 1994 all’adozione a distanza di un bambino, dal 1996 anche ad un missionario indigeno, dal 1997 ab-biamo aggiunto l’adozione di un seminarista indigeno ed infine ab-biamo aggiunto alla lista dei missionari anche dom Mariano Manza-na, ora vescovo in Brasile.

Abbiamo fatto anche un tentativo per una colla-borazione con le cate-chiste e le famiglie dei ragazzi della catechesi, per un lavoro di insieme nella comunità parroc-chiale, ma non ha trova-to grande adesione.Il nostro desiderio è quello di vedere dei gio-vani impegnati nell’a-nimazione missionaria,

ma finora non ci è concessa questa soddisfazione, continueremo a pregare fiduciosi che il Signore provvederà quando sarà il tempo opportuno.Il cammino in questi anni ci ha portato a una progressiva apertura di orizzonte e certamente non siamo arrivati alla meta, ma lo Spirito Santo ci guida a crescere sempre più nella vita della Chiesa universa-le. Ci aiuta a sentire, come battezzati, l’esigenza dell’annuncio evan-gelico da vivere e testimoniare intorno a noi, in collegamento con i missionari lontani, come membri dell’unica famiglia di Dio. Inoltre ci fa conoscere i problemi dei Paesi impoveriti e il modo di essere solidali con loro mediante il nostro cambiamento di vita.

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Giovani immigrati, mediatori e facilitatori

d.B.

VOCI DELLA MIGRAZIONE

È difficile trovare oggi motivi per essere ottimisti, ma la società trentina e italiana in genere ne ha uno ben evidente: la presenza

di tanti giovani immigrati. Molti di loro sono arrivati con la famiglia in un progetto migratorio, altri sono minori non accompagnati, mol-tissimi sono nati e cresciuti qui: nuovi trentini.La Festa dei Popoli si sofferma quest’anno a riflettere sulla loro qualità e non solo sulla loro integrazione o inserimento nella società. Non è semplice esaminare questo aspetto, anche perché i giovani immigrati sono portatori di culture molto differenti. Vogliamo illuminare que-sta realtà, farla conoscere: questo è il migliore antidoto al razzismo e la garanzia più efficace da proporre a chi continua a guardare con sospetto la presenza degli stranieri. Questi giovani sono ormai parte integrante della società italiana, stranieri solo sulla carta d’identità.Alcuni dati evidenziano come questa seconda generazione è deter-minante per la tenuta della società trentina.A fine 2015 (Rapporto Cinformi) i nati stranieri in Trentino nel 2015 sono stati 864, il 17,9% del totale dei nati. Nell’anno scolastico 2015-16 il numero degli alunni di cittadinanza non italiana nelle nostre scuo-le è stato di 9.679; nelle scuole italiane gli studenti stranieri sono arrivati a quota 815mila, il 60% non è immigrato, ma è nato qui. Una percentuale in aumento, che fa parte di quel mondo che qualcuno ha chiamato italiani in attesa di cittadinanza.Possiamo dedurre che se non ci fossero, se le famiglie immigrate non ci avessero portato i loro figli, la scuola si troverebbe in grave difficoltà per il funzionamento del quadro organico.È evidente che la scuola vive la criticità, la vulnerabilità, i problemi e le emergenze che accompagnano gli alunni stranieri e riconosce la loro fatica nell’affrontare i processi di sviluppo comuni ai coetanei.

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D’altra parte le scuole dovrebbero sempre più ambire ad approntare strumenti per l’inclusione degli alunni e il riconoscimento delle loro competenze e saperi, particolarmente per le conoscenze maturate in contesti diversi da quello italiano.Per la scuola, inoltre, la presenza di tanti alunni stranieri è un’oppor-tunità per il confronto e la conoscenza delle differenti culture. Nella scuola la conoscenza del mondo è alla portata di tutti, non solo per le nozioni riportate nei testi scolastici, ma per la comunicazione reale fra persone che raccontano la loro vita vissuta. Interessante il contri-buto che offrono su temi come scuola, lavoro, cultura, comunicazio-ne, arte, sport, cittadinanza. È venuto il tempo di cambiare lo sguardo e la narrazione di questa realtà, di considerarla come una risorsa de-cisiva per il futuro del nostro Paese. Bisogna invertire le preposizioni: non si tratta di fare qualcosa per, ma di lavorare con questi giovani, di considerarli soggetti attivi di un mutamento che interessa tutti noi, anziché destinatari passivi di azioni che li riguardano.Altro aspetto importante del giovane immigrato è quello di esse-re facilitatore di inserimento della sua stessa famiglia nella società locale. È ovvio come le persone adulte vivano l’immigrazione con maggiore difficoltà dei figli, per il sostegno che sentono di avere nelle proprie abitudini e culture. Talvolta questo però può costituire un ostacolo all’integrazione nella società ospitante. I giovani, più aperti e flessibili, sanno mediare e far superare mentalità legate a determinati ambienti, senza sconfessarne i valori. Vari giovani immigrati manifestano molto attaccamento e rispetto per la famiglia, frutto di culture dove la famiglia e la relazione con i genitori è di capitale importanza. Si manifesta anche la soddisfa-zione di poter vivere la migrazione come opportunità per costruire un futuro promettente. Si vede nei giovani immigrati tanta voglia di riuscire nello studio per poi affermarsi nella vita. La stessa scelta di scuole professionali dimostra il desiderio di avere un’arte in mano per realizzare se stessi senza aspettare troppo. Altro aspetto da considerare nel giovane immigrato è la sua apertu-ra al mondo. Non si sente legato al luogo: ha già superato le frontie-re nell’uscire dal proprio Paese e si sente bene in ogni luogo. La sua dotazione linguistica, parlando diverse lingue, lo pone in posizione di privilegio per affrontare relazioni internazionali.

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Arriverà la primaveraMISSION@RIAMENTE

p. Flavio Veronesi, Colombia

Carissimi amici,grazie per il vostro ricordo. Or-

mai in questo mondo la miseria non ha confini, il problema è che il mon-do lontano non entra solamente con la televisione, è lì alle nostre porte e allora dobbiamo creare una nuova visione del mondo: o cambiamo, o ci faranno cambiare con la violenza. Con il vostro generoso contribu-to riusciamo ad aiutare moltissimi bambini delle scuole elementari e adesso abbiamo iniziato anche con gli anziani. Qui non ci sono aiuti del-lo stato, soprattutto per gli anziani che, ormai, ci arrivano dalla strada stanchi e ammalati, anche se grazie a loro riusciamo a dare un senso alla vita, inoltre hanno fede: così tanta fede che ti commuove. La Colombia sta entrando nella fase del post-conflitto i problemi aumentano, incomprensioni, esigenze e corruzione sono infiniti. Giustizia, perdono e riparazione sono i termini ricorrenti per creare una sensibilità nuova: una speranza per un futuro meno violento e per lasciare ai giovani una visione meno cruda e brutale della realtà che per tanti anni hanno visto riflessa nel comportamento dei geni-

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Carissimi amici,circa un mesetto e mezzo fa è andato in fiamme parte del gran-

de villaggio di Lokocil vicino a casa mia. Per fortuna non ci sono stati feriti e soprattutto morti. Ho fatto visita alle quattro famiglie che sono rimaste senza casa, cibo e utensili. Questi villaggi, fatti tutti di stecchi e erba secca, è impossibile spe-gnerli. Una vecchietta ci ha spiegato che ha pregato tanto e che il vento ha spirato nella direzione dove il fuoco ha fatto meno danni altrimenti altre dieci famiglie sarebbero rimaste senza casa. Già lo stesso giorno abbiamo dato a ciascuna cibo, coperte e pen-tole.

Fumo e ceneremons. Giuseppe Filippi, Uganda

tori con l’abbandono dei figli, il narcotraffico e le prigioni negli USA.Arriverà la primavera per questo paese che ha vissuto tanti anni nell’oscurità della guerra. Lo speriamo e preghiamo con fede.Il buon Dio vi benedica.

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d. Francesco Moser

Lettura orante della BibbiaMISERICORDIA È...

Riuniti in nome del Vangelo

Mese di maggio, primavera del mondo... Dio continua a percorrere i no-stri quartieri. La lettura comunitaria della Parola può avvenire nei quar-tieri delle nostre città fino a lontani paesi della nostra terra. Il nuovo incontro tra Dio e il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia.

Maggio è anche il mese dell’incontro dei popoli arrivati alle nostre ter-re. Ci fa’ bene ricordare che siamo membri del Popolo di Dio. Un popolo formato da mille volti, storie e provenienze. (P. Francesco)

Preghiera

Ave maria (insieme) ... silenzio...Rallegrati! Il Signore è con Te! Una gioia che genera vita, che genera speranza. Che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, nell’at-teggiamento con cui guardiamo gli altri. Il giovane naufrago a Lampe-dusa: Pregavo la Vergine... ed è stata Lei a guidare la mano che mi ha ripescato - confessa il giovane eritreo Temesgen (che significa grazie a Dio) – Ho trovato la mia possibilità, dopo il naufragio. La possibilità di diventare prete, il mio grande sogno.

LA PAROLA SI FA VITA

Ormai l’annuncio della Parola non sarà più in un luogo riservato a pochi, mentre la maggioranza rimane fuori in attesa. Niente e nessuno gli sarà indifferente... la gioia della Salvezza ha inizio nella vita quotidiana della casa di una giovane di Nazareth.

LETTURA

Leggiamo con creatività, con vari lettori, una coreografia...:

• Lc 1,26-38: Due annunci che si susseguono e che sono uniti: l’annunciazione di Giovanni Battista ... l’annunciazione di Gesù.

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RIFLETTERE

Come ci diamo da fare per ospitare oggi le differenze? Come riusciamo a intergrarle con rispetto e creatività?

Come celebriamo in questo mese la novità che proviene dagli altri popoli?

Èunpopolochenonhapauradiabbracciareiconfini,lefrontiere,perchésa che lì è presente il Signore. (P. Francesco)

LA VITA SI CONFRONTA CON LA PAROLA

Sawubona = ti vedo. Sikhona = sono qui (Sud Africa). Ascoltiamo il dia-rio di Marco Pede, nuorese, malato di SLA: Vi racconto la mia seconda vita!Dasetteannistoviaggiando,anchesenonfisicamente,perilmon-do, portandomi appresso sempre lo stesso bagaglio, la SLA, sclerosi la-teraleamiotrofica...bagagliocheconserenafatica,riescoatrasportare.In principio è stato faticoso ... giornate intrise di tristezza ... notti passate con lacrime ... chi mi conosceva ha potuto constatare che la mia persona-lità non ha subito metamorfosi: la radice, per fortuna, è rimasta intatta... Marco, immobilizzato a letto, scrive, appunto con gli occhi, grazie ad un programma di videoscrittura, esprimendo “il suo punto di vista” sul mondo della disabilità e su molto altro ancora. Indossare anche noi quegli occhiali di cui parla Papa Francesco: Cambiando le lenti, anche la realtà appare diversa.

SCEGLIERE L’IMPEGNO PER AGIRE

PREGHIERA FINALE E BENEDIZIONE

Insieme, preghiamo: È il Risorto che ci dice, con una potenza che ci riempie di immensa fiducia e di fermissima speranza: io faccio nuove tutte le cose. (Ap 21,5)

Con Maria avanziamo fiduciosi verso questa promessa e diciamole: Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita, nella profondità della tua umile fede totalmente donata all’Eterno aiutaci a dire il nostro sì nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la buona notizia di Gesù (Ev. G. 288)

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la pagina dei ragazziC iao ragazzi,

in questo mese desidero farvi conoscere un altro personaggio

della nostra regione, una persona che è stata beatificata lo scorso 18 marzo nel Duomo di Bolzano. Un giovane, aveva solo 34 anni quan-do è morto, sposato e padre di un bim-bo, impiegato in due aziende di Bolzano, presidente dei giovani di Azione Cattolica trentina e impegnato tra i più poveri come membro delle Conferenze di San Vincenzo de’ Pao-li: Josef Mayr-Nusser.Una persona eccezionale perché ha fatto una cosa che sembrerebbe semplice ma che in realtà è molto difficile: ha detto no quando tutti dicevano sì. Quante volte noi usiamo il no!

Durante la seconda guerra mondiale si è rifiutato di giurare fedeltà a Hitler. Dovete sapere che a quel tempo (era il 1943) i tedeschi aveva-no occupato l’Italia centro-settentrionale e quindi anche il Südtirol e il Trentino. All’esercito servivano molti uomini e così, non badando alle convenzioni internazionali che vietavano alle potenze occu-panti di arruolare nel loro esercito uomini di un paese occupa-to, iniziò l’arruolamento. Josef Mayr-Nusser venne arruolato a forza nelle SS nonostante fosse cittadino italiano e fu mandato in Germania precisamente a Könitz. Dovette partecipare a tre settimane di addestramento e poi fare il giuramento previsto. Nel momento di giurare fedeltà a Hitler però lui alzò la mano e disse ad alta voce: Signor maresciallo, io non posso giurare fedeltà a Hitler e come motivazione affermò che c’è un solo Führer, un solo duce: Gesù Cristo. È lui l’unica guida che siamo chiamati a seguire. Queste parole gli valsero subito l’imprigionamento e il processo. A nulla servirono i consigli dei suoi amici a lasciar perdere, egli ripetè Se mai nessuno trova il coraggio di dire che non è d’accordo con la loro ideologia nazista, allora le cose non cambieranno mai. Sape-

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va che dire di no significava venir ucciso ma riteneva importante avere il coraggio della testimonianza. Nel gennaio 1945 il tribunale di Danzi-ca lo condannò per “disfattismo militare” ossia per aver tentato di sovvertire l’ordi-ne imposto dal regime, fu fatto salire su un treno nel carro bestiame assieme ad altri condannati con destinazione il cam-po di concentramento di Dachau. Il viag-gio fu lungo e difficile, c’era poco cibo e faceva molto freddo. Josef si ammalò, era disidratato e debolissimo. Una mattina presto le guardie lo trovarono morto nel vagone. Fra le mani aveva il Vangelo, il messale e un rosario. Per questa sua testimonianza, papa Francesco ha deciso di indicarlo come modello per tutti noi, lo ha riconosciuto beato e quindi oggi possiamo seguire il suo insegnamento innanzitutto, informandoci di ciò che accade nel mondo (Josef era sempre informato) poi ap-profondendo e vivendo la nostra fede cristiana con il coraggio di andare anche controcorrente.Che ne dite, un esempio di coraggio eh?

27 dicembre 1910 nasce a Bolzano 26 maggio 1942 sposa Hildegard Straub 1 agosto 1943 nasce il figlio Albert 7 settembre 1944 parte dalla stazione di Bolzano verso Könitz-Germania 4 ottobre 1944 si rifiuta di giurare fedeltà a Hitler 24 febbraio 1945 muore a Erlangen durante il viaggio verso Dachau 1958 la sua salma viene traslata dapprima a Bolzano e poi a Stella di Renon 8 luglio 2016 la Congregazione delle cause dei santi riconosce il suo martirio in odio della fede 18 marzo 2017 celebrazione di beatificazione nel Duomo di Bolzano

A livello liturgico lo ricordiamo il 3 ottobre, il giorno prima della sua scelta di obbedire a Cristo e non a Hitler.

NOTE BIOGRAFICHE

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AFRICA/MOZAMBICO - Oltre un milione di bambini lavoratori

Il Governo del Mozambico ha denunciato la presenza di un milione e 400 mila bambini lavoratori a causa della povertà con un salario inferiore al minimo applicato nel Paese. Nel corso della presentazione di una indagine, elaborata dall’Università locale Eduardo Mondlane e condotta sullo sfruttamento dei minori è emerso che il 44% di bam-bini e adolescenti consultati è inserito nel commercio illegale, il 14% lavora per aiutare la famiglia. L’età minima per lavorare in Mozambico è stabilita a 18 anni, tuttavia la legge prevede che, eccezionalmente, si possano svolgere attività lavorative a partire dai 15 anni.

(da Agenzia Fides)

ASIA/CINA - Proibite barbe, velo islamico, ...

Dal 1° aprile nello Xinjiang, una regione della Repubblica Popolare Cinese, sono proibite barbe “anormali”, velo islamico, matrimoni e funerali religiosi, e tante altre azioni considerate “manifestazioni” di estremismo religioso. È quanto stabilisce una legge varata in questa regione abitata dalla minoranza uigura, di origine turcofona e mu-sulmana. La nuova legge elenca almeno 15 comportamenti nella vita quotidiana che sono considerati segno di “estremismo” quali ad es.: usare procedure religiose, invece che legali, per ottenere matrimoni o divorzi; intromettersi nelle modalità con cui altre persone celebra-no matrimoni, funerali, eseguono testamenti e dividono eredità; dan-neggiare i programmi di controllo della popolazione; danneggiare le carte di identità o le banconote; applicare il concetto di “halal” (purità) in campi non legati al cibo e intromettersi nella vita laica e secolare degli altri. Questa legge è un tentativo per mostrare la “legalità” delle direttive che già da tempo sono in atto: proibizione ai giovani, al di sotto dei 18 anni, di frequentare le moschee; obbligo degli studenti a violare il digiuno del Ramadan; controllo delle predicazioni nelle moschee. Il timore di “inquinamento religioso fondamentalista” ha portato alla lotta contro il “terrorismo”, giustificando come misure an-ti-terrorismo molte violazioni ai diritti umani e alla libertà religiosa.

(da Asia News)

360 GRADI

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LIBRI E DVD

Il coraggio della libertàLaure Edine

i datiTITOLO: Il coraggio della libertà. Una donna

uscita dall’inferno della TrattaAUTORE: Blessing Okoedion con Anna Pozzi EDITORE: PaolineANNO: 2016

Blessing è una giovane donna nigeriana, laureata in informatica, che cerca di co-

struire il suo futuro personale e lavorativo a Benin City. Qui incontra una donna che le dà lavoro e un giorno le propone di andare a lavorare in Europa. Ma una volta arrivata in Italia non c’è traccia di lavoro. C’è solo la strada.Blessingcapisceconsconcertodiesserefini-tanellemanideitrafficantidiesseriumani:è stata venduta come una merce per il mer-cato del sesso a pagamento, come migliaia di altre donne nigeriane. Un inferno.Si ribella, fugge e denuncia. Viene portata a Casa Rut, a Caserta, dove, grazie all’ac-compagnamento delle suore orsoline, cer-

ca di ricostruire se stessa, la sua vita, la sua fede. Ritrova dignità e libertàeoraèprontaaspendersiperchéaltredonnenigerianetrovinola forza e il coraggio di spezzare le catene di questa schiavitù.

La testimonianza di Blessing è seguita da una postfazione di suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut.

A conclusione del li-bro la giornalista Anna Pozzi propone un’ana-lisi del fenomeno mon-diale della tratta e del-lo sfruttamento delle donne nigeriane.

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ACCRI

Sara Zordan e Maddalena ZorziTorna la Campagna RISO

Attraverso la Campa-gna Abbiamo RISO

per una cosa seria la FOC-SIV (Federazione degli Organismi Cristiani di Ser-vizio Internazionale Volon-tario) - che oggi riunisce la realtà di 78 organismi cristiani, tra i quali l’ACCRI - intende promuovere l’a-gricoltura familiare in Ita-lia e nel mondo. È la nostra risposta - af-fermano i volontari della FOCSIV - alla fame e allo sfruttamento del lavoro, ai cambiamenti climatici e alle multinazionali dell’a-groalimentare, principali cause di crescenti migrazioni, ma è anche un atto di tutela delle biodiversità, delle colture e delle culture dei diversi Paesi.

Il RISO è l’alimento più consumato in tutto il mondo, quello conte-nuto nel pacco, 100% italiano, è il simbolo dell’alleanza tra i conta-dini del Nord e del Sud del mondo. Grazie ad un piccolo contributo potrai difendere con loro, insieme a FOCSIV e Coldiretti, il diritto al cibo e la dignità di chi lavora la terra.

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A Trento, sostieni anche tu il progetto dell’ACCRI Orti didattici per contadini…in erba - promozione della sovranità alimentare in Kenya, con l’obiettivo di migliorare la situazione alimentare della popolazione locale. Con un lavoro diretto sul campo si vuole coin-volgere 6 scuole primarie, attraverso la realizzazione di 6 orti di-dattico-produttivi, l’installazione di 15 cucine rocketstove a basso consumo energetico e di 30 sistemi di approvvigionamento idrico (cisterne per la raccolta dell’acqua piovana), rendendo i beneficiari protagonisti del loro processo di autosviluppo.

I volontari di ACCRI saranno presenti con i banchetti Abbiamo riso per una cosa seria nelle principali località trentine: Altopiano della Vigolana, Arco, Bondo e Breguzzo, Borgo Valsugana, Calceranica al Lago, Carano, Castello di Fiemme, Cavalese, Civez-zano, Cles, Gardolo, Lavarone, Lavis, Levico Terme, Mori, Ospeda-letto, Grigno, Tezze, Padergnone, Cavedine, Predazzo, Ravina, Ro-magnano, Revò, Riva del Garda, Roncone, Ronzo Chienis, Rovereto, Sarnonico, Taio, Tione, Trento, Unità Pastorale Madonna del Lares e Zambana.

Ti aspettiamo!

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APPUNTAMENTI DEI GRUPPI MISSIONARI (decanali o interparrocchiali)Ala Canonica, lunedì 08 maggio - ore 15.00

Borgo Oratorio Borgo, giovedì 11 maggio - ore 20.30

Cavalese Canonica, lunedì 08 maggio- ore 20.30

Cembra/Lavis Cembra Oratorio, lunedì 08 maggio - ore 20.15

Cles pellegrinaggio missionario, sabato 13 maggio - tutto il giorno

Lomaso Lundo, martedì 16 maggio - ore 20.30

Rovereto/Nomi Destra Adige Beata Giovanna, mercoledì 10 maggio - ore 20.30

Tione Oratorio, venerdì 12 maggio - ore 20.30

Trento Centro Missionario, mercoledì 03 maggio - ore 17.00

Val di Sole Ossana, mercoledì 10 maggio - ore 20.00

Si ricorda a tutti i gruppi missionari decanali o interparrocchiali che desiderano pubblicare i propri appuntamenti in questo spazio di avvisare il CMD dando comunicazione entro il 5 del mese precedente.

EVENTI

AVVISO

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11 maggio 2017

1 maggio 2017

20-21 maggio 2017

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STOP & GO

dal KENYA

AVI p. Francescocamilliano, di Baselga di Pinè

RIENTRATIdall’URUGUAY

ROAT p. Luciano dehoniano, di NovaledoA

RRIV

IPA

RTEN

ZEpe

r

l’UGANDA

FILIPPI mons. Giuseppevescovo, di Baselga del Bondone

dall’UGANDA

ZANEI p Eliocomboniano, di Vigalzano

dal BRASILE

CAMPOSTRINI sr. Maria Graziacomboniana, di Sabbionara

DEFRANCESCO sr. Lilianasuora operaia, di Moena

COLLINI don Walterincardinato, di Pinzolo

TORBOLI don Dariofidei donum, di Massone d’Arco

dal CAMEROUN

JANESELLI p. Sergioconcezionista, di Trento s. Apollinare

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SAPERNE DI PIÙ

La moneta è tutto?Sfogliando un quotidiano ci siamo imbattuti in un articolo che ha susci-tato lanostra curiositàfindal suo ti-tolo: Onnipotente è la moneta. Spesso parliamo del dio denaro ma forse non sempre ci soffermiamo a comprende-re la portata di questa affermazione.Ecco alcuni stralci (ma vi invitiamo a leggerlo tutto) dell'articolo apparso su Avvenire di domenica 5 marzo 2017 a firmadiLuiginoBruni.

Fin dall’aurora delle ci-viltà, il denaro ha avu-

to la tendenza invincibile ad entrare nel territorio del sacro. I custodi del sa-cro hanno cercato di con-tenere il denaro dentro i suoi argini, ma in alcuni momenti della storia, la moneta e il sacro sono diventati alleati e hanno dato vita a culti idolatrici

e a molte varianti di mercati delle indulgenze. Nel nostro tempo l’esondazione della moneta ha generato un culto economico molto più radicale e pervasivo di quello delle età precedenti. Ma questa nuova patologia religiosa non sta generando anticorpi e riformatori capaci di capire la gravità di questo nuovo mercato globale e reagire con efficacia. [...]La moneta diventa l’oggetto sulla terra più simile agli dèi e l’oggetto più profano ma non sottoposto alle prime leggi religiose dell’impuri-tà, può quindi essere toccata da tutti senza nessuna conseguenza. [...] L’esenzione della moneta dalle regole di purità/impurità non ha né eliminato né ridotto i sistemi castali nel mondo, li ha rafforzati, ne ha creati di nuovi, li ha esasperati. Innanzitutto, anche nel rapporto con la moneta gli impuri sono sempre esistiti e continuano a esistere. Per un paradosso dell’economia, l’impurità delle società monetarie nasce da un non-contatto: è impuro chi non può toccare la moneta. Impuro perché povero, escluso, scartato dai paradisi dei ricchi e dei capienti, dal club del mercato. Ieri e oggi. Ma c’è ancora qualcosa di più radicale e quindi poco visibile a occhio nudo. Nell’antichità, la

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moneta che passava tra le varie classi sociali e le oltrepassava, con-sentiva che i ricchi e i bramini potessero utilizzare i servizi dei lavo-ratori manuali e dei poveri senza doverli “toccare”, senza il bisogno di entrare in un rapporto personale con essi. Pagando qualcosa, in genere molto poco, i detentori del potere dato dalla moneta, riusci-vano e riescono a usufruire di braccia e di mani senza toccarle. Con lo sviluppo dell’economia di mercato e poi del capitalismo finanzia-rio, la moneta è così diventata il grande mediatore del nostro tempo, lo strumento che ci consente di vivere vicini senza toccarci per non contaminarci, per non farci ferire dalla diversità. Con la smaterializzazione del denaro che, grazie alla tecnica, sta co-noscendo la nostra epoca, si è amplificata la natura “spirituale” del denaro, che non si vede ma opera, agisce, salva, condanna. La mo-neta elettronica invisibile, media sempre più i nostri rapporti reci-procamente immuni, con la novità che non è più necessario toccare neanche la moneta, divenuta magicamente un “mediatore nulla”. [...]C’è un’ulteriore, decisiva, novità della nostra civiltà della moneta in-visibile e onnipotente se confrontata con quelle passate. Fino a tem-pi recenti, le cose acquistabili con la moneta erano tutto sommato poche e quasi mai decisive. Con essa non si potevano acquistare i beni più importanti della vita, ma solo una piccola parte di salute, una piccola parte di stima, una parte (meno piccola) di comfort e di cura. Per millenni le monete compravano poco, certamente non tutto, e soprattutto erano poche e per pochi. Oggi con la moneta invece si compra molto, si vorrebbe comprare quasi tutto, ci stanno convincendo che si possa e si debba comprare tutto: dalla salute alla giovinezza, dalla giustizia alla bellezza. Ecco allora ritornare un nuovo e globale “mercato delle indulgenze”, dove con il denaro si promettono e si comprano paradiso e purgatorio, dove i ricchi dai poveri comprano tempo, servizi, cura, vita. Non si paga più un povero perché preghi per noi o vada al nostro posto alle crociate o a Santiago di Compostela, ma perché ci venda un rene, ci generi un bambino, o ci aiuti a morire. La moneta continua a voler comprare il paradiso. E noi glielo consentiamo, anche perché ci sia-mo dimenticati di come era quello vero.

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