COMUNICAZIONI ORALI - SIO 2017 | 104° National … · DISFAGIA GRAVE NELLA SINDROME DI WALLENBERG:...

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COMUNICAZIONI ORALI Laringologia e Foniatria Indice 1. CORRELAZIONE TRA DISFONIA, POSTURA E MALOCCLUSIONE 2. LE BASI AERODINAMICHE DELLA DISABILITÀ VOCALE NELLA MALATTIA DI PARKINSON 3. VALUTAZIONE DEL RAPPORTO TRA DISFONIA E DISFAGIA NEL PAZIENTE CON SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA 4. IL TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DEL GRANULOMA LARINGEO: RISULTATI E PROSPETTIVE. 5. DISFAGIA GRAVE NELLA SINDROME DI WALLENBERG: RECUPERO DELLA DEGLUTIZIONE MEDIANTE UTILIZZO COMBINATO DI TERAPIA LOGOPEDICA “CONVENZIONALE”, ELETTROSTIMOLAZIONE E IOPI 6. APPLICAZIONI DELLA LASERTERAPIA KTP IN FIBROENDOSCOPIA NELLE LESIONI LARINGEE BENIGNE 7. UN CASO DI SPASMO LARINGEO SEVERO TRATTATO CON INIEZIONE DI TOSSINA BOTULINICA 8. TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL DIVERTICOLO DI ZENKER CASISTICA MONOCENTRICA 9. TRATTAMENTO DEL CARCINOMA “EARLY” DELLA LARINGE: NOSTRA ESPERIENZA E REVISIONE DELLA LETTERATURA. 10. IL RUOLO DELLA TLM NEL TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLE LESIONI LARINGEE NON SQUAMOSE 11. INIEZIONE INTRACORDALE DI TOSSINA BOTULINICA IN FIBROENDOSCOPIA NEL TRATTAMENTO DELLA DISFONIA SPASMODICA E DELLA DISFONIA MUSCOLO-TENSIVA SEVERA 12. APPROCCIO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO AL TESSUTO DI GRANULAZIONE NELLA CHIRURGIA ENDOSCOPICA LARINGEA MEDIANTE LASER CO2 13. LA JET VENTILATION AD ALTA FREQUENZA: EFFICACIA NELLA MICROCHIRURGIA LASER TRANSORALE PER NEOPLASIE LARINGEE IN STADIO PRECOCE CON COINVOLGIMENTO ARITENOIDEO 14. FONOCHIRURGIA LASER ROBOT-ASSISTITA (RALP): INNOVATIVO METODO DI MICROMANIPOLAZIONE LASER INTUITIVA PER EXERESI UNIFORMI E PRECISE 15. ANALISI EZIOLOGICA SEQUENZIALE NEL TERRITORIO NAPOLETANO SU UN CAMPIONE DI SOGGETTI AFFETTI DA DISFONIA 16. LA RIABILITAZIONE LOGOPEDICA DEL PAZIENTE DISFAGICO IN REGIONE CAMPANIA: PROPOSTA DI UN DOCUMENTO DI MAPPA DEI SERVIZI 17. NOVEL DISSECTION STATION FOR ENDOLARYNGEAL MICROSURGERY AND LASER SURGERY 18. VALUTAZIONE DEGLI ESITI FUNZIONALI DEGLUTITORI IN PAZIENTI OSAS SOTTOPOSTI A RESEZIONE DELLA BASE LINGUALE MEDIANTE TORS (TRANSORAL-ROBOTIC-SURGERY) 19. CORRELAZIONI CLINICHE E FUNZIONALI DEI DISORDINI DELLE ALTE VIE AEREO-DIGESTIVE NELLA SINDROME DA DELEZIONE 22Q11.2 20. COMPLICANZE DI PROTESI FONATORIE E POSSIBILI FATTORI PREDISPONENTI 21. IMPROVEMENT DEGLUTITORIO DOPO TRATTAMENTO CHIRURGICO NELLA SINDROME DI FORESTIER: LA NOSTRA ESPERIENZA IN 40 CASI

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COMUNICAZIONI ORALI Laringologia e Foniatria

Indice

1. CORRELAZIONE TRA DISFONIA, POSTURA E MALOCCLUSIONE

2. LE BASI AERODINAMICHE DELLA DISABILITÀ VOCALE NELLA MALATTIA DI PARKINSON

3. VALUTAZIONE DEL RAPPORTO TRA DISFONIA E DISFAGIA NEL PAZIENTE CON SCLEROSI LATERALE

AMIOTROFICA

4. IL TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DEL GRANULOMA LARINGEO: RISULTATI E PROSPETTIVE.

5. DISFAGIA GRAVE NELLA SINDROME DI WALLENBERG: RECUPERO DELLA DEGLUTIZIONE MEDIANTE

UTILIZZO COMBINATO DI TERAPIA LOGOPEDICA “CONVENZIONALE”, ELETTROSTIMOLAZIONE E IOPI

6. APPLICAZIONI DELLA LASERTERAPIA KTP IN FIBROENDOSCOPIA NELLE LESIONI LARINGEE BENIGNE

7. UN CASO DI SPASMO LARINGEO SEVERO TRATTATO CON INIEZIONE DI TOSSINA BOTULINICA

8. TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL DIVERTICOLO DI ZENKER CASISTICA MONOCENTRICA

9. TRATTAMENTO DEL CARCINOMA “EARLY” DELLA LARINGE: NOSTRA ESPERIENZA E REVISIONE DELLA

LETTERATURA.

10. IL RUOLO DELLA TLM NEL TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLE LESIONI LARINGEE NON SQUAMOSE

11. INIEZIONE INTRACORDALE DI TOSSINA BOTULINICA IN FIBROENDOSCOPIA NEL TRATTAMENTO DELLA

DISFONIA SPASMODICA E DELLA DISFONIA MUSCOLO-TENSIVA SEVERA

12. APPROCCIO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO AL TESSUTO DI GRANULAZIONE NELLA CHIRURGIA

ENDOSCOPICA LARINGEA MEDIANTE LASER CO2

13. LA JET VENTILATION AD ALTA FREQUENZA: EFFICACIA NELLA MICROCHIRURGIA LASER TRANSORALE

PER NEOPLASIE LARINGEE IN STADIO PRECOCE CON COINVOLGIMENTO ARITENOIDEO

14. FONOCHIRURGIA LASER ROBOT-ASSISTITA (RALP): INNOVATIVO METODO DI MICROMANIPOLAZIONE

LASER INTUITIVA PER EXERESI UNIFORMI E PRECISE

15. ANALISI EZIOLOGICA SEQUENZIALE NEL TERRITORIO NAPOLETANO SU UN CAMPIONE DI SOGGETTI

AFFETTI DA DISFONIA

16. LA RIABILITAZIONE LOGOPEDICA DEL PAZIENTE DISFAGICO IN REGIONE CAMPANIA: PROPOSTA DI UN

DOCUMENTO DI MAPPA DEI SERVIZI

17. NOVEL DISSECTION STATION FOR ENDOLARYNGEAL MICROSURGERY AND LASER SURGERY

18. VALUTAZIONE DEGLI ESITI FUNZIONALI DEGLUTITORI IN PAZIENTI OSAS SOTTOPOSTI A RESEZIONE

DELLA BASE LINGUALE MEDIANTE TORS (TRANSORAL-ROBOTIC-SURGERY)

19. CORRELAZIONI CLINICHE E FUNZIONALI DEI DISORDINI DELLE ALTE VIE AEREO-DIGESTIVE NELLA

SINDROME DA DELEZIONE 22Q11.2

20. COMPLICANZE DI PROTESI FONATORIE E POSSIBILI FATTORI PREDISPONENTI

21. IMPROVEMENT DEGLUTITORIO DOPO TRATTAMENTO CHIRURGICO NELLA SINDROME DI FORESTIER:

LA NOSTRA ESPERIENZA IN 40 CASI

22. SVILUPPO DI UN VIDEOENDOSCOPICO SOFTWARE-ASSISTITO PER LA DETEZIONE AUTOMATIZZATA DEI

TUMORI LARINGEI IN STADIO INIZIALE

23. LARYNGEAL VASCULATURE: AN ANATOMICAL STUDY WITH CLINICAL CORRELATION

1. CORRELAZIONE TRA DISFONIA, POSTURA E

MALOCCLUSIONE

Grassia Gianluca

Dottore Logopedista, Volontario presso UOC di ORL Chirurgia cervico facciale e centro di riferimento

regionale impianti cocleari, Azienda Ospedaliera dei Colli, presidio Monaldi

Di Fraia Camilla - Dottoressa Logopedista, Volontaria presso UOC di ORL Chirurgia cervico facciale e centro

di riferimento regionale impianti cocleari, Azienda Ospedaliera dei Colli, presidio Monaldi

Razionale: In questi ultimi anni è aumentata l’attenzione per lo studio incentrato sulla correlazione tra

postura, mal occlusioni e voce.

Materiali e metodi: Ci sono numerosi studi clinici che confermano la correlazione esistente tra voce, assetto

posturale del corpo e malocclusione.. poiché la voce è il “prodotto” di una serie di complesse e integrate

contrazioni muscolari..

Risultati: La voce è un mezzo ricco ed efficace per la comunicazione umana e l’’uomo la utilizza da sempre

e la considera un meccanismo infallibile: essa invece talvolta può andare incontro ad alterazioni che

causano disfonia .

Conclusioni: Tensioni muscolari e mandibolari , alterate dalle patologie laringee e dal cattivo utilizzo della

voce , sono disturbi che accrescono la correlazione tra disfonia , allineamento posturale, e malocclusioni.

2. LE BASI AERODINAMICHE DELLA DISABILITÀ VOCALE

NELLA MALATTIA DI PARKINSON

Motta Sergio

Dipartimento di Neuroscienze e scienze riproduttive e odontostomatologiche, Università "Federico II" di

Napoli

Cruoglio Letizia - Dipartimento di Neuroscienze e scienze riproduttive e odontostomatologiche, Università

\"Federico II\" di Napoli

Cesari Ugo - Dipartimento di Neuroscienze e scienze riproduttive e odontostomatologiche, Università

\"Federico II\" di Napoli

Razionale: Le caratteristiche aerodinamiche dell’emissione vocale nei pazienti affetti da malattia di Parkinson

(MP) non sono ancora ben definite né tantomeno è stato stabilito se le misure aerodinamiche siano correlate

alla disabilità vocale percepita dai soggetti con MP. Ci siamo proposti di stabilire l’utilità dei reperti

strumentali aerodinamici ai fini di una migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici che sottendono

ai disturbi vocali nella MP e l’eventuale correlazione tra la disabilità vocale percepita dai pazienti e le misure

aerodinamiche della voce.

Materiali e metodi: Lo studio ha riguardato 11 soggetti di sesso maschile con MP idiopatica e disturbi vocali

e 15 soggetti eufonici. In entrambi i gruppi sono stati calcolati il Voice Handicap Index-30 (VHI) e i seguenti

indici aerodinamici della voce: tempo massimo di fonazione (TMF); pressione sottoglottica (PSG); livello di

pressione sonora (LPS); potenza fonatoria (PF); efficienza fonatoria (EF); resistenza fonatoria (RF). L’analisi

statistica è stata effettuata impiegando il test di Mann-Whitney per il confronto tra i dati estratti nei pazienti

affetti da MP ed i soggetti di controllo con valore di minima significatività statistica pari a p<0.05. E’stato

inoltre impiegato il test di Pearson ed ANOVA per regressione multipla per verificare l’eventuale correlazione

tra i risultati del VHI e gli indici aerodinamici studiati.

Risultati: L’analisi statistica ha dimostrato: una significativa riduzione della RF (p = 0,002) ed una tendenziale

riduzione significativa del LPS (p = 0,087) e del TMF (p = 0,087) nei pazienti con MP rispetto ai soggetti di

controllo; una correlazione positiva significativa tra il punteggio del VHI e LPS (p< 0,001), RF (p< 0,001), PF (p

= 0,004), PSG (p = 0,02) ed una correlazione negativa significativa tra VHI e TMF (p=0,015) nei pazienti con

MP. Il test ANOVA ha inoltre consentito di individuare una correlazione significativa tra il punteggio del VHI,

il TMF ed il LPS (p =0,009).

Conclusioni: I dati del presente studio derivano dall’analisi di reperti aerodinamici della voce ottenuti da una

serie sostanzialmente omogenea di pazienti affetti da MP, in fase di stabilità clinica e con manifestazioni

sintomatologiche vocali relativamente contenute. I risultati della ricerca hanno documentato un preciso

rapporto tra la disabilità percepita e alcune delle misure aerodinamiche investigate, utile per specificare le

modalità del trattamento riabilitativo e di supporto sulla base di criteri fisiopatologici obiettivi.

3. VALUTAZIONE DEL RAPPORTO TRA DISFONIA E

DISFAGIA NEL PAZIENTE CON SCLEROSI LATERALE

AMIOTROFICA

Margherita Gavetta

Siena

Razionale: La sclerosi laterale amiotrofica (SLA), rappresenta la più comune patologia degenerativa a carico del primo e secondo motoneurone spinale e/o bulbare caratterizzata da un andamento progressivo e fatale entro 3 anni dalla diagnosi. Clinicamente la disfagia costituisce il sintomo d'esordio nel 30% dei pazienti affetti da SLA e nel corso della malattia si manifesta nell'80% dei casi. Scopo dello studio è stato analizzare il rapporto esistente tra disfonia e disfagia , due segni di interesse foniatrico nel paziente con compromissione bulbare. Materiali e metodi: In un arco di tempo compreso tra ottobre 2015 e settembre 2016, presso

l'ambulatorio di foniatria e logopedia dell'U.O. di Otorinolaringoiatria dell'Azienda Ospedaliera

Universitaria di Siena sono stati valutati 16 pazienti con diagnosi clinica, elettromiografica e

sierologica di SLA. Ciascun paziente ha eseguito visita ORL (raccolta dati anamnestici, obbiettività

membrane timpaniche, rinoscopia anteriore, valutazione morfo-dinamica delle strutture coinvolte

nella deglutizione), Foniatrica (Fibrolaringoscopia, Fiberoptic endoscopic evaluation of swallowing)

e logopedica ( analisi spettro acustica della voce mediante software PRAAT) ad intervalli di 2-4-6

mesi.

Risultati: In 12 dei 16 pazienti è stata riscontrata una diretta proporzionalità tra l'aumento delle

anomalie acustiche (diminuzione del parametro di maximum pitch, aumento dei valori di

perturbazione di frequenza ed ampiezza) e l’insorgenza di disfagia di entità moderata.In particolare

la variazione della massima frequenza si discosta in maniera statisticamente significativa dai valori

di riferimento (p<0,01).Nei 4 pazienti in cui non si è manifestata tale variazione nella qualità vocale,

anche il quadro deglutitorio è rimasto invariato.

Conclusioni: Pertanto non solo disfonia e disfagia nei pazienti con SLA mostrano lo stesso

andamento clinico ma forniscono indicazioni specifiche e vantaggiose nell'evoluzione della

patologia. Il nostro studio attraverso una metodica estremamente facile quale la valutazione

spettro acustica e in particolare del maximum pitch fornisce uno strumento importante

sull'andamento del quadro disfagico da lieve, moderato a severo. Sebbene il campione utilizzato

sia esiguo, ci indica comunque che la riduzione del valore della frequenza massima si associa a

disfagia. Questo ci può essere di aiuto nell'essere ancora più tempestivi nella presa in carico

logopedica del paziente e quindi nel migliorarne la qualità di vita.

4. IL TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DEL

GRANULOMA LARINGEO: RISULTATI E PROSPETTIVE.

Livi Walter AOUS “Policlinico S. Maria alle Scotte” Siena Mezzedimi Chiara - AOUS “Policlinico S. Maria alle Scotte” Siena Porcino Simone - AOUS “Policlinico S. Maria alle Scotte” Siena

Razionale: Il granuloma laringeo è la lesione più comune della glottide posteriore e riconosce tre cause principali: abuso vocale, intubazione e reflusso gastro-esofageo. Il paziente con granuloma laringeo può restare asintomatico o al contrario presentare disfonia, sensazione di corpo estraneo, tosse, raucedine, dolore sul bordo superiore della cartilagine tiroide, o sintomi da reflusso gastro-esofageo. Le attuali opzioni terapeutiche, possibilmente guidate dall’eziologia, prevedono l’infiltrazione di tossina botulinica, il trattamento logopedico e la terapia chirurgica e medica. Per il nostro studio abbiamo preso in considerazione l’approccio logopedico. Materiali e metodi: Il presente studio è stato condotto su 26 pazienti, 12 femmine e 14 maschi con età media di 60 anni, con diagnosi di granuloma laringeo, afferenti all’ambulatorio di foniatria e logopedia del Policlinico “S.ta Maria alle Scotte” Siena, nel periodo Marzo 2014 – Febbraio 2016. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita ORL-Foniatrica e logopedia. A tutti i pazienti è stato proposto il protocollo “Bergamini-Luppi modificato”, integrato con esercizi ispirati al metodo propriocettivo-elastico. Il ciclo di trattamento prevedeva dieci sedute di 45-60 minuti ciascuna, a cadenza settimanale. Nello studio sono stati inclusi sia pazienti con recidiva di malattia in seguito ad intervento chirurgico, che pazienti inviati ex novo a terapia logopedica. Risultati: Dall’analisi dei casi oggetto dello studio,si può osservare come l’approccio proposto sia risolutivo nella maggioranza dei casi. Tutti i pazienti trattati hanno espulso il granuloma tra la quinta e l’ottava seduta.In un solo paziente è stata osservata una recidiva contro-laterale. Conclusioni: Il trattamento del granuloma laringeo posteriore è tuttora un argomento aperto. L’obiettivo della terapia è di risolvere velocemente il problema con il minor numero di recidive possibili. La terapia dovrebbe essere quanto più possibile mirata all’abolizione dei fattori causali del granuloma, è però vero che questi elementi non sono sempre individuabili. In seguito allo studio condotto da Bergamini et al., l’approccio riabilitativo si è dimostrato essere la migliore e più pratica possibilità di risoluzione di questa patologia che se trattata chirurgicamente è soggetta frequentemente a recidive. Anche nella nostra esperienza l’applicazione di questo protocollo ha mostrato risultati positivi, con risoluzione della malattia e assenza di recidiva pressoché nella totalità dei casi.

5. DISFAGIA GRAVE NELLA SINDROME DI WALLENBERG:

RECUPERO DELLA DEGLUTIZIONE MEDIANTE

UTILIZZO COMBINATO DI TERAPIA LOGOPEDICA

“CONVENZIONALE”, ELETTROSTIMOLAZIONE E IOPI

Ferrari Giampiero U.O.ORL OSPEDALE PIACENZA Raggi Rossella - U.O. Med Riabilitativa Castel S. Giovanni Benvenuti Michela - U.O. Orl Ospedale Piacenza Antenucci Roberto - U.O. Med Riabilitativa Ospedale Castel S. Giovanni Cuda Domenico Rosario - U.O. Orl Ospedale Piacenza Razionale: trattamento riabilitativo combinato nel trattamento della disfagia grave Materiali e metodi:

1) M.S., donna, 42 aa, esordio il 06/07/2015 con cefalea, vertigine, disartria, disfagia; ricovero in neurologia RMN (09/07): occlusione vertebrale dx. e dissezione vertebrale sn. Dimessa il 28/07: S. di Wallenberg da occlusione (embolia vs dissecazione) art. vertebrale dx, steno-occlusione embolica art. ascellare dx e poplitea dx, dissezione art. vertebrale sn.. Portatrice di SNG (25/7) e CVC (15/07) Trasferita in Riabilitazione Intensiva con inizio tp. logopedica specifica: lieve miglioramento alla dimissione (20/8) di innesco riflesso deglutitorio e gestione delle secrezioni. Rimosso SNG il 03/08 e posizionata PEG il 04/08 DOSS 1 dimissione 1 Proseguiva trattamento ambulatoriale quotidiano fino al 15/09. FEES 1/09: grave disfagia DOOS 1. Il 16/09, a 2 mesi dall’evento, afferisce al nostro Servizio di Logopedia; valutazione clinica: - motilità e coordinazione conservata degli organi fono-articolatori - ridotta elevazione velo palatino con lieve rinolalia e ridotta sensibilità alla toccatura dei pilastri tonsillari - ridotta forza linguale controresistenza - precoce affaticabilità linguale - pressochè totale assenza di deglutizioni spontanee di saliva con di marcato ristagno e frequente bisogno di eliminazione volontaria della stessa da parte della pz. - con acquagel e piccole quantità di semisolido ridotta elevazione laringea e necessità di compiere più atti deglutitori per completare la deglutizione - buona capacità di effettuare raschio e tosse volontaria Iniziata tp. logopedica per rafforzare motilità velo (soffio, attacchi vocali duri, stimolazione con specchietto ghiacciato), lingua (forza e resistenza) tramite prassie, articolazione, es. contro-resistenza con abbassalingua e IOPI. Trattato anche con ET Vitalstim Intelect, 5 sedute a settimana di 45’ ciascuna con elettrodi in posizione 3b (sottomandibolare orizzontalmente) alla massima corrente tollerata (7 mA); periodiche prove di deglutizione di piccole quantità di semisolido e/o semiliquido con manovre di elevazione manuale della laringe durante l’atto deglutitorio. 2) M.A. uomo, 92 anni, esordio 08/09/2015, ricovero in Neurologia a PC per disfagia: vigile e collaborante, ipoestesia tattile/dolorifica emivolto sn., segno della tendina in faringe dx, paralisi emilaringe sn., voce bitonale. Alla RM: lesione bulbare tipica per sdr. di Wallenberg

Posizionata PEG, trasferito in Struttura Riabilitativa il 02/10, inizia tp. logopedica come nel caso precedente e con risultati identici. DOSS =1 dimissione 1 Dimesso in novembre, prosegue a domicilio esercizi in autonomia e supervisione logopedica una volta a settimana. FEES dell’11/02/2016: paralisi ed ipoestesia emilaringe sin., ristagno di 2° nei seni piriformi e regione retrocricoidea; con semisolido: penetrazione nel vestibolo laringeo per ritardo apertura SES, bene innalzamento laringeo e basculamento epiglottide. Inefficaci le posture di compenso. Il 12/02/2016, a 5 mesi dall’esordio, giunge al Nostro Servizio di logopedia e inizia trattamento come il caso precedente: esercizi classici, IOPI e Vitalstim con sedute quotidiane di 45’, 4 volte a settimana, per tre mesi. Risultati: 1) Dopo tre settimane: deglutizione molto più efficace di cibi semisolidi e morbidi; saliva e liquidi deglutiti senza ristagno o espulsione dalla bocca, saturazione non variata, voce non gorgogliante, no tosse; valori di forza e resistenza lingua da 50 KPa a 77 KPa . FEES del 7/10: paralisi faringea dx; prove di deglutizione con alimenti liquidi, semisolidi e solidi con postura a capo ruotato a dx e a capo indifferente: bolo singolo senza ristagno con ogni consistenza, bolo ripetuto con accumulo faringeo. PAS liquidi = 1 semisolidi=1 solidi=1 Pooling score; liquidi = 4 semisolidi = 9 solidi =7 Deglutizione funzionale (DOOS 6), dieta libera con supervisione logopedica. Proseguita ET per 3 settimane e prevista rimozione PEG. 2) Dopo 3 mesi di trattamento FEES (31/05): ristagno, ma cleaning efficace, no penetrazione; inizia ad assumere piccoli pasti con consistenza semisolida con ET in funzione. Con lo IOPI la forza linguale passa da 32 KPa a 56 KPa. FEES del 19/04: no penetrazione, ma ristagni con cleaning non totalmente efficace. FEES (31/05): ristagno, ma cleaning efficace, no penetrazione. Può assumere piccoli pasti a consistenza semisolida mentre usa Vitalstim. Il pz. ha acquistato l’ET, ora si alimenta con pasti limitati ed è in programma visita con medico nutrizionista per progressivo svezzamento PEG. Conclusioni: Il trattamento combinato logopedico associato a ET e IOPI ha risolto due gravi casi di disfagia secondari a sdr. di Wallenberg.

6. APPLICAZIONI DELLA LASERTERAPIA KTP IN

FIBROENDOSCOPIA NELLE LESIONI LARINGEE

BENIGNE

Fabbri Christopher Università degli studi di Ferrara, Ferrara Ricci Maccarini Andrea Stacchini Marco Pieri Flavio Stagni Gian Maria Magnani Massimo Razionale: Attualmente nel Nord America il trattamento con il laser 532 nm potassium titanyl phospate (KTP) rappresenta la tecnica fonochirurgica di prima scelta per la cura delle patologie benigne laringee come i polipi angiomatosi, le lesioni papillomatose, l’edema di Reinke e il granuloma laringeo posteriore. La luce verde pulsata rilasciata dalla fibra laser KTP viene captata dall’emoglobina dei capillari che nutrono le lesioni cordali per cui si realizza una fotocoagulazione che blocca l’apporto vascolare ischemizzando la neoformazione laringea. Materiali e metodi: Attualmente nel Nord America il trattamento con il laser 532 nm potassium titanyl phospate (KTP) rappresenta la tecnica fonochirurgica di prima scelta per la cura delle patologie benigne laringee come i polipi angiomatosi, le lesioni papillomatose, l’edema di Reinke e il granuloma laringeo posteriore. La luce verde pulsata rilasciata dalla fibra laser KTP viene captata dall’emoglobina dei capillari che nutrono le lesioni cordali per cui si realizza una fotocoagulazione che blocca l’apporto vascolare ischemizzando la neoformazione laringea. Risultati: L’utilizzo della laserterapia KTP in fibroendoscopia si è mostrata efficace nel trattamento delle patologie benigne laringee con assenza di recidiva nei controlli endoscopici a breve termine. Conclusioni: I risultati preliminari sono in linea con quanto emerge dalla letteratura internazionale ovvero che il laser KTP rappresenta un valido ausilio da utilizzare in associazione o in alternativa allo strumentario fonochirurgico tradizionale. Il trattamento delle lesioni vascolarizzate con tale strumento risulta promettente per la sua precisione operativa, i risultati funzionali, la rapidità di guarigione e la non trascurabile possibilità di esecuzione della procedura in anestesia locale.

7. UN CASO DI SPASMO LARINGEO SEVERO TRATTATO

CON INIEZIONE DI TOSSINA BOTULINICA

Rigo Stefania Clinica Otorinolaringoiatrica, Dipartimento Testa Collo, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste Razionale: Lo spasmo laringeo è una condizione caratterizzata da una paralisi in adduzione delle corde vocali con riduzione dello spazio respiratorio e conseguente dispnea. Generalmente lo spasmo è autolimitante o si risolve con la somministrazione di terapia medica, tuttavia, nel caso lo spasmo perduri, portando ad una desaturazione importante, può essere necessario tentare un’intubazione orotracheale (IOT) per mettere in sicurezza le vie aeree. Talvolta lo spasmo è così serrato da impedire tale procedura e rendere necessario un intervento di tracheotomia in urgenza. Una volta garantita la respirazione del paziente, si rendono necessarie indagini volte a capire l’eziologia dello spasmo, in modo da poter trattare direttamente la causa scatenante. Raramente, nonostante tutti gli accertamenti, non sono evidenti cause anatomiche e/o funzionali; in tali condizioni, per poter svezzare il paziente dalla cannula tracheostomica, l’unica possibilità riportata in letteratura è l’iniezione della tossina botulinica A, che può essere eseguita in microlaringoscopia o per via trans cutanea sotto monitoraggio elettromiografico. Materiali e metodi: Si presenta il caso clinico di una donna di 88 anni con spasmo laringeo persistente e resistente alla terapia medica; il quadro era stato tanto grave da necessitare un’IOT ed una successiva tracheotomia. Risolto il quadro acuto, diversi esami diagnostici erano stati eseguiti, senza che si riuscisse ad evidenziare la causa del laringospasmo. Il quadro era poi progressivamente peggiorato fino alla paralisi cordale completa in adduzione. Risultati: Dopo iniezione di tossina botulinica in entrambi i muscoli tiroaritenoidei in microlaringoscopia si è assistito ad una risoluzione dell’adduzione cordale con ripristino della motilità laringea. È stato quindi possibile rimuovere la cannula tracheale ristabilendo una respirazione fisiologica e mantenendo una buona qualità vocale. La paziente è tuttora in follow-up e sta seguendo una riabilitazione logopedica. Conclusioni: In letteratura esistono soltanto pochi casi clinici che descrivono l’utilizzo del botulino negli spasmi laringei resistenti ad altre terapie. I risultati sono contrastanti, tuttavia la procedura può essere ritenuta sicura, in quanto gli effetti collaterali (disfagia per i liquidi e disfonia) sono di lieve entità e spesso transitori. È pertanto possibile ripetere la procedura a distanza di mesi, quando la tossina perde di efficacia. Nel nostro caso il risultato è stato buono, permettendo alla paziente la ripresa della respirazione nasale fisiologica, senza effetti collaterali importanti.

8. TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL DIVERTICOLO DI

ZENKER CASISTICA MONOCENTRICA

Farri Filippo Clinica Otorinolaringoiatrica - Az. Osp. Univ. Maggiore di Novara Taranto Fausto - Clinica Otorinolaringoiatrica - Az. Osp. Univ. Maggiore di Novara Daghetta Francesco - Clinica Otorinolaringoiatrica - Az. Osp. Univ. Maggiore di Novara Gorris Christel - Clinica Otorinolaringoiatrica - Az. Osp. Univ. Maggiore di Novara Pia Francesco - Clinica Otorinolaringoiatrica - Az. Osp. Univ. Maggiore di Novara Razionale: Il diverticolo faringo-esofageo di Zenker (DZ) è una patologia che colpisce prevalentemente la popolazione in età senile e, nella maggioranza dei casi, si manifesta con disfagia e rigurgito. Qualora sintomatico o a rischio di complicanze richiede l’intervento chirurgico. L'obiettivo è quello di valutare il risultato funzionale (riduzione post-operatoria della disfagia) della diverticulotomia endoscopica (Laser CO2 o Endo-Gia stapler). Obiettivi secondari dello studio sono: confrontare la tecnica endoscopica con l’intervento classico di diverticulectomia a cielo aperto ed identificare eventuali vantaggi della tecnica Stapler rispetto a quella Laser o viceversa. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio retrospettivo sulla nostra casistica. I dati raccolti riguardano 105 procedure (97 pazienti: 76 maschi e 21 femmine) operati di DZ presso la Clinica Otorinolaringoiatrica dell' Università del Piemonte Orientale di Novara tra il 1995 (Settembre) e il 2016 (Dicembre). Abbiamo eseguito 94 interventi endoscopici (50 Stapler, 39 Laser CO2, 5 con entrambe le tecniche), 9 con tecnica Open come scelta primaria e 2 conversioni dopo chirurgia endoscopica. Risultati: La tecnica endoscopica dimostra un risultato funzionale sovrapponibile a quello del trattamento a cielo aperto in accordo con i dati riportati in letteratura. Tali riscontri sono confermati dalla nostra esperienza; si sottolinea inoltre una netta riduzione dei tempi operatori e di degenza ospedaliera per un più rapido recupero dell' alimentazione. Importante risulta la selezione corretta del paziente nel pre-operatorio valutando l' eseguibilità dell’intervento per via endoscopica (in termini di buona esposizione del DZ e dimensioni della sacca minori di 6 cm). La tecnica endoscopica è ovviamente gravata da un maggior tasso di recidiva. Conclusioni: Qualora tecnicamente eseguibile è da preferirsi la tecnica endoscopica sia per una più rapida ripresa di alimentazione post-operatoria sia per una minore durata dell'intervento chirurgico e ospedalizzazione con conseguente abbattimento dei costi.

9. TRATTAMENTO DEL CARCINOMA “EARLY” DELLA

LARINGE: NOSTRA ESPERIENZA E REVISIONE DELLA

LETTERATURA.

Camaioni Angelo Az. Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma Simone Matteo - Az. Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma Vesperini Emanuela - Az. Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma Tassone Domenico - Az. Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma Viti Claudio - Az. Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma Razionale: presentazione dei risultati in 15 anni di esperienza sul trattamento laser co2 nel carcinoma “early” della laringe. Materiali e metodi: studio retrospettivo su 405 pazienti (332 M: 73 f) con ca glottico trattati con laser co2 dal giugno 1999 al dicembre 2013 presso Az. Ospedaliera San Giovanni-Addolorata Roma. Suddivisi in tumori glottici: 90 Tis; 204 T1a; 86 T1b; 36 T2. Tumori sopraglottici: T1-T2 N0. In accordo con la classificazione ELS , 25 pz sono stati sottoposti a cordectomia tipo I ; 55 pz cordectomia tipo II, 88 pz cordectomia tipo III, 112 pz cordectomia tipo IV; 103 pz cordectomia tipo V e 31 di tipo VI. Sono state inoltre seguite 10 HESL con laser co2 (horzontal endoscopic supraglottic laryngectomy) per T1-T2 N0. Risultati: la degenza media è stata intorno ai 2,2 giorni per cordectomie e 6,5 giorni per HESL. DSS, DFS e preservazione d’organo a 5 anni di follow up sono state rispettivamente 96,3%, 91% e 94,8%. Non si sono verificate complicanze maggiori, 8 pz si sono sottoposti a revisione chirurgica per granulomi. Nel gruppo di pz sottoposto a HELS, la OS, la DFS e la preservazione d’organo a 5 anni di follow up è stata rispettivamente di 86%, 96% e 100%. Tutti i pz hanno ripreso un’alimentazione orale in 18a giornata. Un pz è stato sottoposto a revisione chirurgica per emorragia post operatoria in 2a giornata. Conclusioni: la nostra esperienza conferma ancora una volta l’efficacia e la sicurezza della chirurgia laser CO2 nei tumori “early” della laringe. Sono stati ottenuti buoni risultati oncologici e funzionali, con un alto tasso di preservazione d’organo. Un grande problema irrisolto rimane sia dal punto di vista chirurgico che dal punto di vista del trattamento radiante, rimane la commessura anteriore, avendo un grande impatto negativo sui risultati oncologici e funzionali. Ad oggi non ci sono trials randomizzati che possano chiaramente far notare una prevalenza di risultato tra chirurgia e radioterapia nel carcinoma “early” della laringe. Pertanto il trattamento di scelta va adattato al singolo paziente.

10. IL RUOLO DELLA TLM NEL TRATTAMENTO

CHIRURGICO DELLE LESIONI LARINGEE NON

SQUAMOSE

Peretti Giorgio Univ.degli Studi di Genova, CLinica ORL Garofolo Sabrina - Studi di Genova, Clinica ORL Laborai Andrea - Studi di Genova, Clinica ORL Iandelli Andrea - Studi di Genova, Clinica ORL Missale Francesco - Studi di Genova, Clinica ORL Perotti Pietro - Studi di Brescia, Clinica ORL Razionale: Il carcinoma squamoso della laringe rappresenta l’istotipo più frequente (95-98%) tra le neoplasie laringee maligne: tuttavia nel work up diagnostico deve essere presa in considerazione l’esistenza di altri istotipi seppur rari. Nel nostro studio si vuole analizzare il ruolo dell’approccio chirurgico transorale come valida opzione terapeutica nel trattamento di tali rare lesioni. Materiali e metodi: Sono stati analizzati retrospettivamente i risultati istologici di 1037 pazienti affetti da neoplasie laringee che tra gennaio 2012 e dicembre 2016 sono stati trattati con approccio chirurgico transorale. Dalla nostra analisi sono stati esclusi i pazienti affetti da tumori di origine epiteliale, granulomi , sarcoidosi, papillomatosi, amiloidosi e linfomi laringei. Risultati: Sono stati identificati 23 (2.2%) casi di neoplasie che all’esame istologico sono stati dimostrati essere neoplasie non squamose. Tra questi, l’approccio transorale è stato applicato come trattamento unimodale in 14 pazienti : l’istologia evidenziava casi di sarcoma di Kaposi, liposarcoma, rabdomiosarcoma, sarcoma pleomorfo, carcinoma sarcomatoide, neoplasia condroide ben differenziata ( 4 casi), tumore fibroso solitario ( 2 casi), lipoma, paraganglioma ed emangioma cavernoso. Tali pazienti sono stati sottoposti ad un follow-up medio di 30 mesi (3-54). Ad oggi 12 pazienti sono liberi da malattia; il paziente affetto da liposarcoma è morto per altra causa dopo un follow-up negativo durato 3 anni. Il paziente affetto da tumore fibroso solitario, pur presentando un residuo di malattia, momentaneamente rifiuta la riescissione chirurgica in quanto riferisce di essere totalmente asintomatico. I restanti 9 pazienti sono stati sottoposti a trattamento non endoscopico (laringectomia totale, RALT, exeresi per via cervicotomica) e ad oggi sono liberi da malattia. Conclusioni: Nella nostra casistica l’incidenza dei tumori maligni non squamosi è in linea con i dati riportati in letteratura. Nonostante la loro bassa incidenza, tali lesioni devono quindi essere tenute in conto nell’approcciare una lesione laringea: l’analisi dei nostri risultati inoltre conferma come l’approccio chirurgico transorale possa essere una valida opzione terapeutica per il trattamento di tali rare lesioni.

11. INIEZIONE INTRACORDALE DI TOSSINA BOTULINICA

IN FIBROENDOSCOPIA NEL TRATTAMENTO DELLA

DISFONIA SPASMODICA E DELLA DISFONIA

MUSCOLO-TENSIVA SEVERA

Stagni Gian Maria Università degli Studi di Perugia, Ospedale Santa Maria della Misericordia, Perugia Grilli Gianluigi Ricci Maccarini Andrea Stacchini Marco Ferrini Maria Magnani Massimo Razionale: Il trattamento della disfonia spasmodica e della disfonia muscolo tensiva severa si basa sulla terapia logopedia e sull’iniezione intracordale di tossina botulinica. Quest’ultima è, nella maggior parte dei casi, indispensabile per ottenere una detensione del muscolo vocale che permetta una fonazione fluente; la terapia logopedica viene effettuata prima e dopo il trattamento, per ottimizzare i risultati. Classicamente l’iniezione intracordale di tossina botulinica viene effettuata attraverso la membrana cricotiroidea sotto controllo elettromiografico per verificare il corretto inserimento dell’ago nel muscolo vocale. Materiali e metodi: Presentiamo una metodica alternativa che prevede l’iniezione intracordale di tossina botulinica in fibroendoscopia senza necessità del monitoraggio elettromiografico, in quanto l’iniezione viene effettuata sotto controllo visivo del piano glottico. Viene utilizzato un fibroscopio operativo ed un ago flessibile da 25 Gauge, che viene infisso nella faccia superiore della corda vocale, in corrispondenza del terzo medio, in modo da raggiungere agevolmente il muscolo vocale. Il dosaggio della tossina botulinica è identico a quello utilizzato nella procedura transcutanea: 2,5 U-5 U. Preferiamo eseguire un’iniezione monolaterale e non bilaterale per evitare un lungo periodo di afonia postoperatoria. Risultati: Viene presentato un particolare caso clinico di disfonia spasmodica con sovrapposta componente muscolo tensiva severa, trattato con tale procedura fonochirurgica preceduta e seguita da terapia logopedica. Conclusioni: La terapia iniettiva intracordale di tossina botulinica per via fibroendoscopica rappresenta una metodica efficace e sicura nel trattamento delle disfonie spasmodiche e muscolo-tensive.

12. APPROCCIO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO AL

TESSUTO DI GRANULAZIONE NELLA CHIRURGIA

ENDOSCOPICA LARINGEA MEDIANTE LASER CO2

Salomone Pasquale UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Ricciardiello Filippo - UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Abate Teresa - UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Ferrise Pierpaolo - UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Romano Domenico - UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Oliva Flavia - UOC di ORL AORN Cardarelli Napoli Mesolella Massimo - UOC di ORL Università di Napoli Federico II Iengo Maurizio - UOC di ORL Università di Napoli Federico II Razionale: L’impiego sempre più significativo della chirurgia endoscopica laser Co2 ha favorito l’insorgenza di complicanze post-chirurgiche, tra cui le granulazioni. Attualmente, grazie all’utilizzo della modalità “superpulsed” l’incidenza di queste ultime si é notevolmente ridotta. Questo lavoro si propone di valutare: a) l’incidenza di granulazioni; b) il tempo di comparsa e di eventuale “risoluzione spontanea”; c) la correlazione con il tipo di intervento; d) la correlazione con le comorbilità; e) una metodologia relativa alla prevenzione, alla modalità tempistica di trattamento.

Materiali e metodi: Lo studio è stato effettuato su 143 pazienti (126 ♂ e 17 ♀) di età media 64,9 anni. Tutti i pazienti sono stati trattati mediante laser Co2 per patologia tumorale (117 cT1-cT2 glottici) e lesioni precancerose (28 displasie moderate –severe) presso la UOC di ORL della Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel periodo compreso tra Maggio 2010 e Marzo 2016. Risultati: Nel 91% dei casi (130 pazienti) i margini di resezione sono risultati indenni da patologia tumorale, nel 9% (11 pazienti) i margini sono risultati interessati comportando una successiva revisione chirurgica. Nel 14% del totale (20 / 143) abbiamo riscontrato ai successivi controlli la presenza di tessuto di granulazione in corrispondenza della sede operatoria ; di questi nel 95% (19/20) la presentazione è avvenuta entro 20 giorni dall’ intervento chirurgico (16 casi risoluzione spontanea in 3 mesi, 3 casi hanno necessitato di un successivo intervento in MLDS, in 1 caso la granulazione è comparsa dopo 7 mesi- l’esame istologico della granulazione asportata ha rivelato la presenza di un carcinoma squamoso). Lo studio ha evidenziato che il tessuto di granulazione può insorgere in pazienti sottoposti ad ogni tipo di cordectomia. La comparsa di granulazioni è stata associata a comorbidità quali diabete nel 35% dei casi, ipertensione arteriosa nel 50% e reflusso gastro esofageo nel 52%. Conclusioni: Secondo gli Autori è necessario avere un atteggiamento di attesa quando nel post-operatorio si rilevi la presenza di una granulazione. La presenza di co-morbilità peri-operatorie quali RGE, DM II , ipertensione, fumo di sigaretta e alcol sembrano essere associate alla comparsa di granulazioni post chirurgia laser Co2. Per ridurre l’incidenza di questa complicanza proponiamo: -controllo dei valori glicemici e di PA nel post-operatorio; -trattamento preventivo e post-chirurgico del RFL, attraverso una adeguata terapia medica e dietetica. Gli autori consigliano l’exeresi della granulazione in caso di mancata risoluzione spontanea entro 3 mesi e in caso di presentazione tardiva della stessa per il sospetto di recidiva neoplastica associata.

13. LA JET VENTILATION AD ALTA FREQUENZA: EFFICACIA

NELLA MICROCHIRURGIA LASER TRANSORALE PER

NEOPLASIE LARINGEE IN STADIO PRECOCE CON

COINVOLGIMENTO ARITENOIDEO

Missale Francesco Università degli Studi di Genova Mora Francesco - Università degli Studi di Genova Incandela Fabiola - Università degli Studi di Genova Peretti Giorgio - Università degli Studi di Genova Razionale: La microchirurgia laser transorale (TLM) rappresenta una delle scelte terapeutiche di maggior impiego per lesioni neoplastiche laringee in stadio iniziale (LIN-T1-T2) e l’adeguata esposizione è uno dei principali fattori che determinano il successo della TLM. Nell’intubazione orotracheale, impiegata solitamente nella TLM, la presenza del tubo endotracheale nella regione interaritenoidea rende spesso difficoltoso dominare lesioni coinvolgenti il terzo posteriore delle corde vocali vere, l’aritenoide o la commissura posteriore. In questo studio è stata analizzata l’efficacia della Jet Ventilation ad alta frequenza (HFJV), tecnica che permette di ventilare il paziente sostituendo al tubo endotracheale un catetere di 4mm di diametro, nella radicalità di escissione di lesioni laringee in stadio precoce coinvolgenti il terzo posteriore delle corde vocali o l’aritenoide. Materiali e metodi: Il work-up preoperatorio dei pazienti inclusi nella casistica è stato comprensivo di videoendoscopia flessibile ad alta definizione (HDTV) con luce bianca e NBI. Sono stati inclusi nello studio due gruppi (A e B) di pazienti affetti da lesioni laringee, sospette per carcinoma, del terzo posteriore della corda vocale o coinvolgenti l’aritenoide e sottoposti a biopsia escissionale mediante TLM. Il gruppo A è composto da pazienti sottoposti a TLM dopo intubazione orotracheale dal 2012 al 2016, il gruppo B da pazienti trattati con TLM in HFJV dal 2013 al 2016. L’outcome primario è stato la radicalità chirurgica in termini di analisi dei margini di escissione. Per l’analisi statistica è stato applicato il test del Chi Quadrato. Risultati: Il gruppo A ha incluso 63 pazienti, 11(18%) LIN-CIS, 28(44%) T1 e 24(38%) T2; 22 pazienti sono stati arruolati nel gruppo B, composto da 11(50%) LIN-CIS, 6(27%) T1 e 5(23%) T2. La tecnica di Jet Ventilation (gruppo B) ha permesso di ottenere margini negativi nel 73% dei casi rispetto al 48% nel gruppo A (p=0,04) e il controllo sul margine profondo è risultato completo nel 91% per il gruppo B rispetto al 65% per il gruppo A (p=0,02). Non sono emerse differenze significative riguardo al controllo chirurgico sui margini superficiali: nel gruppo B i margini sono risultati negativi nel 77% dei casi rispetto al 59% nel gruppo A (p=0,12). Conclusioni: Il controllo chirurgico con TLM delle lesioni laringee posteriori, seppur in stadio precoce, è spesso impegnativo per l’ingombro del tubo endotracheale. Tale ostacolo può essere superato con l’utilizzo dell’HFJV con un migliore controllo sui margini chirurgici, in particolar modo sul margine profondo di escissione. L’assenza di differenze statisticamente significative sul controllo dei margini superficiali è spiegabile con l’efficace mappaggio del margine di exeresi chirurgica con tecniche di HDTV e NBI, eseguito di routine nel setting pre- e intraoperatorio.

14. FONOCHIRURGIA LASER ROBOT-ASSISTITA (RALP):

INNOVATIVO METODO DI MICROMANIPOLAZIONE

LASER INTUITIVA PER EXERESI UNIFORMI E PRECISE

Carobbio Andrea Luigi Camillo Clinica Otorinolaringoiatrica, A.O.U. San Martino, Università degli studi di Genova Guastini Luca De Mattos Leonardo Nikhil Deshpande Laborai Andrea Mora Francesco Peretti Giorgio Razionale: 1. Migliorare la qualità chirurgica e l’efficacia delle tradizionali TLM (transoral laser microsurgeries) 2. Creare un’interfaccia di micromanipolazione robot-assistita del laser ergonomica, intuitiva e di facile utilizzo 3. Migliorare la precisione, la sicurezza, il controllo e l’efficacia chirurgica 4. Permettere resezioni ed ablazioni uniformi e controllate grazie all’introduzione di tecnologie d’assistenza nel planning intraoperatorio e all’automatizzazione dell’atto operatorio Materiali e metodi: Il Sistema RALP si compone di: • Un innovativo manipolatore laser motorizzato con 2 gradi di libertà (DOF) per il direzionamento del laser che non ostruisca la visione del campo operatorio con un normale microscopio chirurgico. • Il sistema laser più all’avanguardia disponibile in commercio, il DEKA SmartXide2 • Un microscopio chirurgico di ultima generazione che garantisca una visione diretta sul target chirurgico. • Un puntatore laser con conformazione a penna (“Graphic Stylus”) con tablet dedicato: esso rappresenta un’interfaccia incredibilmente confortevole, ergonomica e di facile utilizzo e permette un controllo intuitivo, preciso e senza sforzi della direzione del raggio laser grazie ad una riduzione in scala del gesto chirurgico. Il Sistema RALP introduce funzionalità d’assistenza per il chirurgo fino ad oggi indisponibili in chirurgia, quali schemi di scansione intraoperatoria sul sito chirurgico che permettano di tracciare a priori linee di incisione o confini di ablazione per resezioni eseguibili autonomamente dal micromanipolatore. Il nuovo sistema è stato testato nel mese di giugno 2016. Reali procedure chirurgiche, ad es. cordectomie laser, sono state simulate da 57 chirurghi esperti e principianti usando laringi di maiale per una valutazione qualitativa della performance chirurgica. A ciascun chirurgo è stato somministrato un questionario qualitativo con punteggi da 1 a 7 sulla scala Likert. Risultati: Il sistema RALP è stato giudicato di più facile apprendimento ed utilizzo rispetto ai sistemi tradizionali, rappresentando un miglioramento per le procedure di TLM. La precisione e delicatezza della micromanipolazione hanno portato una riduzione della carbonizzazione e un miglioramento nella qualità del taglio laser sia nelle piccole incisioni che nelle resezioni allargate. Tale impostazione intraoperatoria libera una mano del chirurgo garantendo un miglior approccio chirurgico ed una resezione più sicura. Come risultato generale si ottiene un significativo miglioramento della qualità chirurgica con una riduzione dello stress e dell’affaticamento durante l’operazione. Conclusioni: Il nuovo sistema RALP permette un miglioramento in sicurezza, precisione, controllo ed ergonomia oltre a migliori outcomes chirurgici durante procedure di TLM.

15. ANALISI EZIOLOGICA SEQUENZIALE NEL TERRITORIO

NAPOLETANO SU UN CAMPIONE DI SOGGETTI

AFFETTI DA DISFONIA

Mataluni G. Scuola di Medicina e Chirurgia, Seconda Università di Napoli Costa G, Maltempo R, Falanga C, Angelillo M, Barillari MR, Barillari U. RAZIONALE: Scopo dello studio è quello di fare una valutazione casistica sequenziale eziologica in un gruppo di pazienti con disfonia. MATERIALI E METODI: Presso l’UOC di Audiologia e Foniatria dell’Università della Campania “L. Vanvitelli”, sono stati osservati 2776 pz nel periodo compreso tra l’ 1-5-2013 e il 30-12-2016. Criteri di inclusione sono i seguenti: pz con almeno 3 valutazioni nell’arco temporale indicato, follow-up minimo da 3 mesi ad un anno ed età compresa tra i 10 e i 90 anni. Criteri di esclusione sono invece: precancerosi, patologie laringee maligne ,disfonie professionali e meno di 3 valutazioni nell’arco temporale indicato. Sono stati selezionati pertanto 516 pz, nei quali abbiamo evidenziato: sesso, età, patologia laringea, eventuale presenza di comorbidità e disaccordo orto-pneumofonico ed il tipo di terapia eseguita, ovvero: farmacologica, logopedica e chirurgica. RISULTATI: Dei 516 pz inclusi nello studio ( 67% donne, 33% uomini, età media è di 47.5 anni),circa il 27% del campione era affetto da disfonia funzionale, il 38% da patologie laringee organiche benigne ( lesioni polipoidi, prolassi, edema di Reinke , cisti e noduli cordali), il 25 % da reflusso laringo-faringeo, il 10% da paralisi cordale monolaterale/bilaterale. CONCLUSIONI: Dai dati emerge una netta prevalenza delle disfonie organiche, a discapito delle forme funzionali e di quelle legate al reflusso laringo-faringeo; la prevalenza delle paralisi sia monolaterali che bilaterali risulta essere bassa. Buona parte dei casi di disfonia funzionale, associati a comorbidità, hanno presentato esiti organici. Pertanto i risultati ottenuti dalla nostra osservazione si discostano da quelli presenti in letteratura nazionale ed internazionale. A nostro avviso, tale prevalenza delle forme organiche rispetto a quelle funzionali potrebbe essere in parte correlata al fatto che: la popolazione oggetto di studio è costituita esclusivamente da pazienti provenienti da aree urbane del napoletano che presentano valori di inquinamento ambientale ed acustico molto alti, oltre che ad un ritardo nel ricorrere ad una valutazione medica specialistica per disturbi vocali, in pz non professionisti della voce.

16. LA RIABILITAZIONE LOGOPEDICA DEL PAZIENTE

DISFAGICO IN REGIONE CAMPANIA: PROPOSTA DI

UN DOCUMENTO DI MAPPA DEI SERVIZI

Santella L. Scuola di Medicina e Chirurgia, Seconda Università di Napoli Pennone L, De Stefano L, Mirra G, Barillari MR, Barillari U. RAZIONALE: Il Piano Assistenziale Regionale Campano si trova attualmente in un periodo di transizione volto a superare, attraverso un’integrazione ospedale-territorio, una gestione socio assistenziale di tipo frammentario che non è in grado di fornire una risposta assistenziale adeguata in termini di efficacia, efficienza e continuità. In tale ambito rientra anche la corretta definizione delle competenze professionali e assistenziali relative al percorso diagnostico-terapeutico dei soggetti affetti da disfagia. Per tali pazienti,le figure del Foniatra e del Logopedista rivestono un ruolo di prim’ordine nella diagnostica clinica e strumentale e nel successivo percorso riabilitativo. Scopo del seguente lavoro è stato effettuare una programmazione degli obiettivi da raggiungere, attraverso la realizzazione di un documento di mappa dei servizi relativo alle strutture dedicate alla riabilitazione dei disturbi di deglutizione nella nostra Regione. MATERIALI E METODI: Sono state effettuate indagini documentali circa le strutture sanitarie di diversa tipologia (pubbliche e private convenzionate), presenti sul territorio Campano. I documenti analizzati contengono una serie di informazioni utili a fotografare la realtà territoriale di tali servizi e a redigere un elenco contenente le sole strutture valide ai fini della nostra indagine. E’ stato da noi elaborato un questionario dal titolo: “Indagine conoscitiva sulle strutture sanitarie in Campania che si occupano dei disturbi di deglutizione”, finalizzato ad una più adeguata conoscenza della presenza e dell’efficienza di tali strutture in territorio Campano. La raccolta e l’analisi dei dati è stata poi elaborata attraverso la compilazione di un documento Excel ad hoc. RISULTATI: Dai dati emersi si evidenzia purtroppo una scarsa presenza di Servizi di Foniatria e Logopedia sul territorio, con maggiore impiego di logopedisti nelle strutture private accreditate rispetto alle ASL e agli ospedali a gestione diretta; di contro si rileva una maggiore percentuale di figure mediche (foniatri e ORL) impiegate nelle strutture ospedaliere e aziende locali, rispetto al privato accreditato. Questa discrepanza potrebbe rappresentare, a nostro avviso, una criticità tale da poter limitare e/o inficiare il corretto percorso diagnostico/riabilitativo del paziente disfagico in Campania. CONCLUSIONI: Nell’ottica della presentazione del nuovo Piano Assistenziale Regionale 2016/2018 volto all’interazione ospedale-territorio, l’analisi condotta offre interessanti spunti di sviluppo e proposte di innovazione volte ad affrontare le criticità rilevate e a sviluppare le potenzialità del nostro territorio.

17. NOVEL DISSECTION STATION FOR ENDOLARYNGEAL

MICROSURGERY AND LASER SURGERY

Mattioli Francesco Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria Policlinico Universitario di Modena Razionale: We aimed to develop and validate an ex vivo dissection station for endolaryngeal surgery suitable for different kinds of laryngeal specimen and any type of operating technique (CO2 laser, cold instruments by endoscopic or microscopic techniques). Materiali e metodi: We designed a lightweight dissection station made of polycarbonate resin approved for use with a CO2 laser. The cylindrical box hosts an articulated laryngeal support. The laryngoscope is positioned on an articulated arm, which is fixed on the construction’s footplate. Validation of the larynx box was performed during an international dissection course on laryngeal surgery held in January 2016. Risultati: We assessed the suitability of our novel dissection station among specialized laryngologists with a mean experience of 14 years. Feedback from the participants was very positive, with a mean general impression of 9.5 (out of 10 points) and a recommendation score of 9.6 for further use. Its utility in transforming the taught surgical steps into daily practice has been highly recognized, with a score of 9.5. Conclusioni: The lightweight and transparent larynx box is suitable for any kind of laryngeal specimen, and any surgical intervention can be taught at reasonable cost. It is safe and suitable for use with CO2 lasers. Validation among experienced surgeons revealed its suitability in the teaching of endolaryngeal microsurgery and laser surgery.

18. VALUTAZIONE DEGLI ESITI FUNZIONALI DEGLUTITORI

IN PAZIENTI OSAS SOTTOPOSTI A RESEZIONE DELLA

BASE LINGUALE MEDIANTE TORS (TRANSORAL-

ROBOTIC-SURGERY)

Cassano Lazzaro Struttura complessa di Otorinolaringoiatria, Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG), d'Ecclesia Aurelio - Struttura complessa di Otorinolaringoiatria, Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG) Esposito Giuseppe - Struttura complessa di Otorinolaringoiatria, Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG) Aragona Teodoro - Università \"Magna Graecia\" di Catanzaro Topazio Davide - Struttura complessa di Otorinolaringoiatria, Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG) Cocchi Roberto - Struttura complessa di Otorinolaringoiatria, Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG) Razionale: Il trattamento chirurgico dell’OSAS deve essere mirato e rivolto a tutti i siti anatomici coinvolti nell’ostruzione delle VADS, infatti un trattamento mono-distrettuale o comunque incompleto potrebbe portare ad un fallimento chirurgico o a una risoluzione parziale della problematica. La tecnologia robotica consente, mediante approccio trans-orale (TORS), resezioni della base linguale con invasività ridotta rispetto ai classici approcci per via esterna. Lo scopo del presente studio è quello di valutare gli outcomes funzionali deglutitori, a breve e a lungo termine, in pazienti affetti da OSAS sottoposti a tale chirurgia. Materiali e metodi: Abbiamo valutato 38 pazienti sottoposti ad intervento di resezione della base linguale mediante TORS tra Gennaio 2014 e Dicembre 2016, associato nel 79% dei casi a procedure chirurgiche su altri siti ostruttivi. Il campione era costituito da 30 uomini e 8 donne, con età media 46 anni (± 21). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione preoperatoria mediante questionario MD Anderson Dysphagia Inventory (MDADI). Dopo 10 giorni e dopo 2 mesi dall’intervento chirurgico tale questionario è stato ripetuto ed è stata inoltre eseguita una valutazione deglutitoria funzionale mediante FEES. I dati inerenti il tempo di ripresa dell’alimentazione orale e di dipendenza dal sondino naso-gastrico, così come i dati soggettivi riguardo i disturbi riferiti dai pazienti sono stati inoltre raccolti. Risultati: La valutazione dell’outcome deglutitorio mediante questionario MDADI ha mostrato differenze minime e statisticamente non significative tra lo score pre-operatorio (4.06 ± 6.38) e i 2 scores post-operatori (6.07 ± 6.82 e 5.18 ± 8.86), con miglioramento nel secondo controllo post-operatorio rispetto al primo. La valutazione endoscopica funzionale post-operatoria con blu di metilene (FEES) ha mostrato segni di ristagno, rallentamento del transito del bolo, inalazione e/o penetrazione laringea in 13 pazienti al primo controllo post-operatorio; nessun paziente mostrava alterazioni delle dinamiche deglutitorie al controllo endoscopico dopo 2 mesi dall’intervento. Trenta pazienti riferivano disfagia e/o odinofagia dopo 10 giorni dall’intervento; al controllo dopo 2 mesi persistevano in 4 pazienti disfagia e sensazione di bolo faringeo. In tutti i casi tale dato soggettivo risultava normalizzato al controllo dopo un anno. La ripresa dell’alimentazione orale avveniva mediamente dopo 2,5 ± 0,5 giorni e in nessun caso era necessario il posizionamento del sondino naso-gastrico. Solo 4 pazienti venivano sottoposti a trachetomia, con tempo medio di decannulazione di 5,5 ± 1,5 giorni.

Conclusioni: La chirurgia robotica trans-orale può essere eseguita in pazienti OSAS con discreto margine di sicurezza ed outcomes funzionali accettabili. Il ripristino dell’alimentazione orale è rapido e completo, in assenza di fattori impattanti negativamente a lungo termine sulla qualità di vita. Complicanze minori, come una sensazione di bolo faringeo o una sfumata disfagia, possono persistere per alcuni mesi per andare poi solitamente incontro a risoluzione spontanea.

19. CORRELAZIONI CLINICHE E FUNZIONALI DEI

DISORDINI DELLE ALTE VIE AEREO-DIGESTIVE NELLA

SINDROME DA DELEZIONE 22Q11.2

Cruoglio Letizia Dipartimento di Neuroscienze e Scienze riproduttive e Odontostomatologiche, Ateneo “Federico II” di Napoli Motta Sergio - Dipartimento di Neuroscienze e Scienze riproduttive e Odontostomatologiche, Ateneo “Federico II” di Napoli Quaremba Giuseppe - Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate, Ateneo “Federico II” di Napoli Orietta Vecchio - Servizio di Riabilitazione Foniatrica e Logopedica, Ateneo “Federico II” di Napoli Emilia Cirillo - Dipartimento di Scienze Cliniche Traslazionali, Ateneo “Federico II” di Napoli Claudio Pignata - Dipartimento di Scienze Cliniche Traslazionali, Ateneo “Federico II” di Napoli Razionale: La sindrome da delezione 22q11.2 (22q11.2DS) presenta un variabile interessamento clinico multisistemico. Le più comuni manifestazioni ORL e foniatriche della sindrome sono le anomalie del palato, l’insufficienza velo-faringea con alterazione dell’articolazione verbale e dell’alimentazione per via orale e i disturbi otologici, la cui incidenza non è stata ancora ben definita né sono state analizzate le loro eventuali reciproche correlazioni. Lo scopo del nostro studio è stato quello di precisare tale incidenza in un campione di soggetti con 22Q11.2DS e di analizzare gli eventuali collegamenti tra queste manifestazioni. Materiali e metodi: 25 pazienti (16 M e 9 F) con età media di 10,7 anni, affetti da 22q11.2DS e afferiti presso la UOC di Pediatria della AOU “Federico II”, sono stati classificati in base a 16 parametri clinico-strumentali. I dati così ottenuti sono stati analizzati descrittivamente e mediante l’analisi dei clusters, il test di correlazione di Pearson a due code e l’analisi fattoriale (p≤0,05). Risultati: Il 20% dei soggetti reclutati hanno subito un intervento chirurgico per anomalie palatali. Il palato ha dimostrato alterazioni morfo-funzionali nell’84% dei casi con un’incompleta chiusura velo-faringea nel 76% dei casi ed alterazioni rinofoniche/rinolaliche nel 56% dei pazienti. Un’ipoacusia di grado lieve mono/bilaterale è stata riscontrata nel 32% dei soggetti con reperti otoscopici indicativi di una disfunzione tubo-timpanica nel 36% dei pazienti. Difficoltà nella deglutizione, soprattutto rappresentate da rigurgito nasale episodico, sono state riferite come manifestazione attuale nel 16% dei casi, con limitazioni alimentari in 2 pazienti. In nessuno dei soggetti esaminati la videofluoroscopia ha dimostrato reperti indicativi di penetrazione/aspirazione alimentare. Lo studio ha mostrato numerose correlazioni statisticamente significative di tipo bi-fattoriale (p≤0,05), raggruppate grazie all’analisi fattoriale in quattro domini clinici: 1. disturbi della deglutizione, specie in rapporto a rigurgito nasale; 2. disturbi respiratori nasali e reperti audio-impedenzometrici patologici; 3. anomalie palatali con insufficienza velo-faringea; 4. alterazioni otoscopiche associate a un pregresso intervento chirurgico sul palato. L’analisi dei clusters ha dimostrato che le anomalie palatali rappresentano nel gruppo in esame il fattore chiave nello sviluppo delle manifestazioni cliniche indagate. Conclusioni: I dati emersi dal nostro studio hanno evidenziato multiple correlazioni statisticamente significative tra le manifestazioni patologiche analizzate, contribuendo a definire differenti profili clinici nei soggetti afferenti allo studio.

20. COMPLICANZE DI PROTESI FONATORIE E POSSIBILI

FATTORI PREDISPONENTI

Porcaro Matilde

Università Degli Studi Di Verona, Verona

Pighi Giampaolo

Razionale: Lo scopo del nostro studio è analizzare l'incidenza di complicanze di TEP, sia primaria che

secondaria, della nostra clinica, individuando l'esistenza o meno di fattori predisponenti alla loro

insorgenza.

Materiali e metodi: Abbiamo analizzato in maniera retrospettiva 36 pazienti sottoposti a

laringectomia/faringo-laringectomia totale tra il 1995 ed il 2016 e che sono stati sottoposti a TEP.

Per ogni paziente abbiamo valutato se si trattava di TEP primaria o secondaria, se avesse ricevuto

un trattamento radio-chemioterapico adiuvante, il numero ed il tipo di complicanza osservata ed il

tipo di protesi utilizzata.

Risultati: Di 36 pazieni 28 sono stati sottoposti a TEP secondaria (77,8%) e 8 a TEP primaria

(22,2%);16 hanno ricevuto un trattamento radioterapico: di questi 9(56%) hanno mostrato una

complicanza e 7 nessuna (44%). In totale sono insorte complicanze in 14 pazienti su 36(38%).Di

questi pazienti 11 sono TEP secondarie (39%dei pz sottoposti a TEP secondaria) e 3 primarie (38 %

dei pz sottoposti a TEP primaria); inoltre 6 hanno ricevuto una protesi da 20 Fr, 7 da 16 Fr ed 1 una

protesi da 22,5 Fr/ 8 mm. Le complicanze osservate sono state la comparsa di fistole faringo-curanee

(4 pz), l'incontinenza della fistola (7 pz) e lo sviluppo di granulazioni peri valvolari(3 pz). Nel nostro

campione non ci sono state complicanze maggiori.

Conclusioni: I nostri dati suggeriscono che la tecnica primaria o secondaria non influisce sulla

comparsa di complicanze come anche la dimensione della protesi utilizzata (16 Fr vs 20Fr). La

complicanza più frequente è l'incontinenza perivalvolare. Sebbene ci sia una forte correlazione tra

radioteapia ed insorgenza di complicanze, questa non è risultata statisticamente

significativa(p<0.05).

21. IMPROVEMENT DEGLUTITORIO DOPO

TRATTAMENTO CHIRURGICO NELLA SINDROME DI

FORESTIER: LA NOSTRA ESPERIENZA IN 40 CASI

Menichetti Marcella Policlinico di Modena Trebbi Marco Mattioli Francesco Silvestri Martina Presutti Livio Razionale: abbiamo descritto l’esperienza della nostra clinica nel trattamento della sindrome di Forestier o iperostosi scheletrica idiopatica diffusa (DISH). In particolare abbiamo evidenziato il miglioramento deglutitorio dopo chirurgia. Materiali e metodi: abbiamo effettuato uno studio retrospettivo su 40 pazienti affetti da sindrome di Forestier trattati chirurgicamente dal primo gennaio 2003 al 1 gennaio 2017. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica, radiologica, endoscopica che hanno confermato la presenza di osteofiti cervicali. Tutti i pazienti erano disfagici pre-trattamento e hanno compilato il questionario di autovalutazione della disfagia sia prima che dopo l’operazione. Risultati: nel periodo di follow-up post-operatorio (da 6 mesi a 5 anni), tutti i pazienti sono stati sottoposti a radiografia del rachide, video fluoroscopia della deglutizione, fibrolaringoscopia che hanno confermato l’assenza di patologia. Conclusioni: nella nostra esperienza tutti i pazienti affetti da iperostosi scheletrica idiopatica diffusa hanno evidenziato un netto miglioramento deglutitorio dopo trattamento chirurgico.

22. SVILUPPO DI UN VIDEOENDOSCOPICO SOFTWARE-

ASSISTITO PER LA DETEZIONE AUTOMATIZZATA DEI

TUMORI LARINGEI IN STADIO INIZIALE

Laborai Andrea Clinica Otorinolaringoiatrica, A.O.U. San Martino, Università degli Studi di Genova Moccia Sara - Dipartimento di Robotica Avanzata, Istituto Italiano di Tecnologia, Genova De Mattos Leonardo - Dipartimento di Robotica Avanzata, Istituto Italiano di Tecnologia, Genova Guastini Luca - Clinica Otorinolaringoiatrica, A.O.U. San Martino, Università degli Studi di Genova Carobbio Andrea Luigi Camillo - Clinica Otorinolaringoiatrica, A.O.U. San Martino, Università degli Studi di Genova Peretti Giorgio - Clinica Otorinolaringoiatrica, A.O.U. San Martino, Università degli Studi di Genova Razionale: Scopo dello studio è stato quello di realizzare e validare un sistema endoscopico semi-automatizzato a luce NBI (Narrow Band Imaging) in grado di riconoscere ed enfatizzare i pattern vascolari atipici nei pazienti affetti da carcinoma laringeo in stadio iniziale. Questo sistema ha permesso una migliore accuratezza in fase diagnostica ed una più precisa definizione dei margini di exeresi chirurgica. Materiali e metodi: Sono stati selezionati i video di dieci esami videoendoscopici in luce NBI di pazienti affetti da carcinoma squamoso della laringe in stadio iniziale. I fotogrammi significativi sono stati automaticamente estratti dal video utilizzando un algoritmo basato sul riconoscimento di determinate caratteristiche morfologiche dei vasi. L’analisi dei fotogrammi è stata eseguita utilizzando l’algoritmo Level-Set per segmentare i vasi presenti nelle immagini e gli algoritmi di Hessein per valutarne il decorso longitudinale o alterato. Il Superpixel clustering infine ha permesso di raggruppare porzioni di immagini contenenti i segmenti vascolari atipici ed evidenziare le aree patologiche. Tale metodica è stata valutata in termini di Accuratezza, Sensitività e Specificità in confronto alle aree riconosciute visivamente da un otorinolaringoiatra esperto. Risultati: Il valore medio dell’Accuratezza era di 0.7781, con un range interquartile di 0.1285. I risultati della Sensitività avevano un valore medio di 0.8702 e un range inter-quartile di 0.0964. Il valore medio della Specificità era di 0.6259, con un range interquartile di 0.2783. Il sistema proposto ha dimostrato pertanto una elevata Accuratezza e Sensitività nel riconoscere le aree laringee contenenti vasi atipici. La Specificità può essere migliorata introducendo un ulteriore passaggio per analizzare anche le caratteristiche della texture endolaringea. Il sistema proposto non ha causato nessuna limitazione o alterazione significativa nello svolgimento del’esame endoscopico. Conclusioni: Questo studio rappresenta un importante passo nello sviluppo della diagnosi computer-assistita, che al momento è limitata dalla necessità di importanti interventi da parte dell’operatore. I risultati ottenuti sono di buon auspicio per lo sviluppo di un endoscopio con integrato un sistema automatizzato per il riconoscimento e la diagnosi dei carcinomi laringei in stadio iniziale.

23. LARYNGEAL VASCULATURE: AN ANATOMICAL STUDY

WITH CLINICAL CORRELATION

Riccardo Morello, MD U.O ORL, Spedali di Brescia

Pietro Perotti, MD Marco Ferrari, MD Stefano Taboni, MD Nausica Montalto, MD Davide Lancini, MD Alberto Paderno, MD Francesca Del Bon, MD Piero Nicolai, MD Cesare Piazza, MD PURPOSE OF THE STUDY: Carbon dioxide laser is the most frequently applied cutting tool in transoral laser

microsurgery (TLM) for oncologic lesions. However, since the upper limit of its coagulation property is set

to 0.5 mm, laryngeal vessels of greater dimensions always require adjunctive hemostatic instruments such

as monopolar cautery, bipolar, and/or vessel clips. In the pertinent literature, there is a lack of detailed

anatomical studies focusing on the vascular patterns of the glottic, subglottic, and supraglottic sites aimed

at the precise identification of the most frequent sources of bleeding. Aim of the present study was

therefore to investigate the anatomy of the superior and inferior laryngeal arteries on fresh frozen

cadaveric laryngeal specimens focusing on the specific braches encountered during Type I to VI

cordectomies according to the European Laryngological Society classification, and identifying areas at

increased risk for bleeding. These were subsequently correlated to the operative reports of a series of

consecutive patients treated for glottic cancer by TLM.

MATERIALS AND METHODS: The anatomical study was conducted excising the larynx from 9 fresh frozen

Caucasian cadavers, after injection of the arterial system by a synthetic silicon bicomponent resin. The

vascular anatomic evaluation was therefore conducted on 18 half larynges. In order to precisely identify

and measure the main arterial branches, their endolaryngeal anastomoses, and the proper anatomical

landmarks for their transoral identification, the superior laryngeal artery has been carefully dissected from

its entry point at the level of the thyro-hyoid membrane to the smallest visible injected arterioles. These

data were then compared to those encountered in a series of 25 previously untreated consecutive T1-T2

glottic cancers operated by TLM in the Department of Otorhinolaryngology – Head and Neck Surgery,

University of Brescia, Italy, between September 2016 and January 2017. During TLM, every bleeding event

requiring mono- or bipolar coagulation was recorded and topographically correlated to the anatomical

landmarks identified during cadaver dissection.

RESULTS: Our anatomical study confirmed the presence of 2 main branches of the superior laryngeal artery

vascularizing the glottic plane: 1) the posterior-inferior artery (PIA), present in 100% of our specimens, and

bifurcating in a branch located postero-laterally to the arytenoid body, and another anterior to its vocal

process (identified in 100% and 94% of cases, respectively); 2) the anterior-inferior artery (AIA), present in

94% of our specimens, and branching into 2 terminal vessels in 11% of cases. Moreover, we identified 2

anastomotic arcades between PIA and AIA, one in the context of the lateral portion of the vocal muscle,

and another parallel to the former and located along the upper insertion of the conus elasticus below the

vocal ligament. A third artery vascularizing the anterior glottic plane (found in 100% of our specimens) was

represented by the endolaryngeal branch of the crico-thyroid or inferior laryngeal artery. This makes an

anterior pericommissural anastomosis in 88% of cases, with one of the vascular arcades between PIA and

AIA, or directly with terminal branches of the AIA. From the clinical point of view, we analyzed 6 Type II, 5

Type III, 4 Type IV, and 8 Type V, and 2 Type VI cordectomies. Bleedings requiring coagulation were

encountered at the anterior pericommissual, posterior peri-arytenoid, and at the level of the conus

elasticus in 80%, 48%, and 60% respectively, according to the different procedures performed.

CONCLUSIONS: Bleeding during TLM for glottic cancer is frequently encountered in well-defined areas of

the endolarynx. This anatomical study and its clinical correlation provide a detaled insight in such a vascular

anatomy and may assist the younger surgeons in adequately prevent and manage this potentially

troublesome complication.