comunicato stampa comitato s. francesco 18.02.12

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Rifornimento di biancheria per i detenuti e di materiale elettrico per la struttura, tre corsi di ginnastica e un intervento mirato per arricchire la biblioteca interna che, grazie alla raccolta di oltre 300 volumi, permetterà di arricchire le attività educative. Sono gli obiettivi del progetto “Oltre i muri, dentro le mura” rivolto ai detenuti della casa circondariale “San Giorgio” di Lucca e presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta all’interno del carcere. il progetto è stato promosso dal Comitato Popolare di piazza San Francesco e reso possibile dal finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, oggi rappresentata dalla dottoressa Ela Mazzarella, con la collaborazione del cappellano del carcere, don Giuseppe Giordano e dell’onorevole Raffaella Mariani. La realizzazione del progetto è stata fortemente voluta e attentamente seguita dal direttore della casa circondariale dottor Francesco Ruello e dalla comandante della Polizia penitenziaria Rosa Ciraci. Come è nato “Oltre i muri, dentro le mura” Il progetto nasce dall’iniziativa del Comitato Popolare di Piazza San Francesco, per intervenire sulle condizioni della popolazione detenuta del carcere di Lucca: in San Giorgio, ai ben noti problemi legati al sovraffollamento e al sottodimensionamento degli organici del personale, si aggiungono i molti disagi causati dallo stato di marginalità e povertà che provocano ulteriori ripercussioni sulle possibilità di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Il carcere lucchese ospita prevalentemente stranieri privi di permesso di soggiorno, tossicodipendenti, persone povere prive del sostegno del nucleo familiare o con problemi psichiatrici; circa la metà è in attesa di giudizio e l’età media è compresa tra i 20 e i 40 anni. Allo scopo di intervenire per migliorare questa situazione e di sensibilizzare la comunità locale, il Comitato ha elaborato il progetto che ha ottenuto il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, da sempre molto attenta ai temi di natura sociale. Il primo passo per costruire un progetto veramente efficace è stata la “mappatura” dei bisogni della popolazione carceraria. Essenziale, in questo frangente, il supporto del cappellano Don Giuseppe Giordano e il proficuo rapporto con la direzione che oltre a far presenti le necessità contingenti della struttura ha contribuito anche con l’elaborazione di iniziative e proposte. In seguito a questo confronto è stata individuata come priorità l’attivazione di corsi di attività motoria: in questo senso è stata ricercata la collaborazione professionale di associazioni sportive ed è stata individuata in Libertas la giusta disponibilità. Dopo una selezione sono stati individuati 4 istruttori (2 come sostituti) dotati dei requisiti specifici, culturali e professionali, in grado di lavorare in ambito carcerario. A fronte della situazione della palestra (pressoché inagibile) sono stati individuati spazi per cominciare il lavoro “a corpo libero”. E il 9 febbraio sono partiti 3 corsi di ginnastica. Allo stesso tempo, il Comitato si è mosso per provvedere ad alcune forniture di beni di prima necessità. Da una parte generi di biancheria, come calzini, slip e magliette, affidati al cappellano incaricato di distribuirli gradualmente, a seconda delle necessità manifestate dai detenuti. Dall’altra, su indicazione della direzione, si è provveduto anche all’acquisto di materiale elettrico e piccole forniture per far fronte alle necessità della struttura e che consentono forme di impiego per la popolazione del carcere, come lavori di manutenzione e riparazione di impianti. Infine, ma non da meno, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione che ha consentito di raccogliere circa 300 libri, catalogati e consegnati alla casa circondariale per arricchire la piccola biblioteca della struttura. I volumi, prevalentemente di narrativa, alcuni in francese o arabo, saranno utilizzati per animare in modo efficace le attività educative. I risultati attesi Oltre ad un miglioramento delle condizioni dei detenuti, che beneficeranno direttamente degli

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Il primo passo per costruire un progetto veramente efficace è stata la “mappatura” dei bisogni della popolazione carceraria. Essenziale, in questo frangente, il supporto del cappellano Don Giuseppe Giordano e il proficuo rapporto con la direzione che oltre a far presenti le necessità contingenti della struttura ha contribuito anche con l’elaborazione di iniziative e proposte. Come è nato “Oltre i muri, dentro le mura” I risultati attesi

Transcript of comunicato stampa comitato s. francesco 18.02.12

Rifornimento di biancheria per i detenuti e di materiale elettrico per la struttura, tre corsi di ginnastica e un intervento mirato per arricchire la biblioteca interna che, grazie alla raccolta di oltre 300 volumi, permetterà di arricchire le attività educative. Sono gli obiettivi del progetto “Oltre i muri, dentro le mura” rivolto ai detenuti della casa circondariale “San Giorgio” di Lucca e presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta all’interno del carcere. il progetto è stato promosso dal Comitato Popolare di piazza San Francesco e reso possibile dal finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, oggi rappresentata dalla dottoressa Ela Mazzarella, con la collaborazione del cappellano del carcere, don Giuseppe Giordano e dell’onorevole Raffaella Mariani. La realizzazione del progetto è stata fortemente voluta e attentamente seguita dal direttore della casa circondariale dottor Francesco Ruello e dalla comandante della Polizia penitenziaria Rosa Ciraci.

Come è nato “Oltre i muri, dentro le mura”

Il progetto nasce dall’iniziativa del Comitato Popolare di Piazza San Francesco, per intervenire sulle condizioni della popolazione detenuta del carcere di Lucca: in San Giorgio, ai ben noti problemi legati al sovraffollamento e al sottodimensionamento degli organici del personale, si aggiungono i molti disagi causati dallo stato di marginalità e povertà che provocano ulteriori ripercussioni sulle possibilità di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Il carcere lucchese ospita prevalentemente stranieri privi di permesso di soggiorno, tossicodipendenti, persone povere prive del sostegno del nucleo familiare o con problemi psichiatrici; circa la metà è in attesa di giudizio e l’età media è compresa tra i 20 e i 40 anni. Allo scopo di intervenire per migliorare questa situazione e di sensibilizzare la comunità locale, il Comitato ha elaborato il progetto che ha ottenuto il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, da sempre molto attenta ai temi di natura sociale.

Il primo passo per costruire un progetto veramente efficace è stata la “mappatura” dei bisogni della popolazione carceraria. Essenziale, in questo frangente, il supporto del cappellano Don Giuseppe Giordano e il proficuo rapporto con la direzione che oltre a far presenti le necessità contingenti della struttura ha contribuito anche con l’elaborazione di iniziative e proposte.

In seguito a questo confronto è stata individuata come priorità l’attivazione di corsi di attività motoria: in questo senso è stata ricercata la collaborazione professionale di associazioni sportive ed è stata individuata in Libertas la giusta disponibilità. Dopo una selezione sono stati individuati 4 istruttori (2 come sostituti) dotati dei requisiti specifici, culturali e professionali, in grado di lavorare in ambito carcerario. A fronte della situazione della palestra (pressoché inagibile) sono stati individuati spazi per cominciare il lavoro “a corpo libero”. E il 9 febbraio sono partiti 3 corsi di ginnastica.

Allo stesso tempo, il Comitato si è mosso per provvedere ad alcune forniture di beni di prima necessità. Da una parte generi di biancheria, come calzini, slip e magliette, affidati al cappellano incaricato di distribuirli gradualmente, a seconda delle necessità manifestate dai detenuti. Dall’altra, su indicazione della direzione, si è provveduto anche all’acquisto di materiale elettrico e piccole forniture per far fronte alle necessità della struttura e che consentono forme di impiego per la popolazione del carcere, come lavori di manutenzione e riparazione di impianti.

Infine, ma non da meno, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione che ha consentito di raccogliere circa 300 libri, catalogati e consegnati alla casa circondariale per arricchire la piccola biblioteca della struttura. I volumi, prevalentemente di narrativa, alcuni in francese o arabo, saranno utilizzati per animare in modo efficace le attività educative.

I risultati attesi

Oltre ad un miglioramento delle condizioni dei detenuti, che beneficeranno direttamente degli interventi previsti, l’iniziativa centra l’obiettivo del potenziamento delle azioni educative e riabilitative (che sono fine ultimo della detenzione) con una ricaduta positiva sul lavoro di volontari e operatori, partner indispensabili nella realizzazione del progetto. Anche la comunità locale è interessata dal progetto, grazie ai percorsi di conoscenza e di consapevolezza in merito ad una realtà troppo spesso “nascosta”.