Comunicare al pubblico•Per costruire il consenso sociale attorno alle proprie attività...
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Giancarlo Sturloni, Master in Comunicazione della Scienza, SISSATrieste, 4 marzo 2011
Comunicare al pubblico
Premessa
A cosa serve comunicare al pubblico?
• Perché condividere le conoscenze è un dovere etico della scienza.
• Per informare i colleghi superando le barriere disciplinari.
• Per costruire il consenso sociale attorno alle proprie attività(accountability), anche al fine di ottenere finanziamenti.
• Per partecipare al dibattito pubblico tra scienza e società.
• Perché anche non comunicare è (il peggior modo di) comunicare.
• In caso di rischi per la salute, per salvare vite umane.
Comunicare non è un optional, è una necessità
Public Understanding of Science
SCIENZA PUBBLICO
DIVULGAZIONE
Il modello deficitario
• La scienza è dispensatrice di conoscenze pure, certe, oggettive.
• All’origine delle controversie c’è l’ignoranza del pubblico.
• È la società a dover comprendere la scienza.
• Maggiore alfabetizzazione scientifica = maggiore consenso.
Il nostro messaggio più urgente è diretto agli scienziati: imparate a comunicare con il pubblico, siate disposti a farlo e consideratevostro dovere farlo.(Royal Society Report on the Public Understanding of Science, 1985)
È il Sole che gira intorno alla Terra, o è la Terra che gira intorno al Sole?
È vero che i normali pomodori non contengono geni a differenza dei pomodori geneticamente modificati?
I dati mostrano che il pubblico europeo non è per nulla tecnofobo e non esiste alcuna “deriva oscurantista o antiscientifica”:
• l’87% ritiene che scienza e tecnologia abbiano migliorato la qualità della vita;
• il 77% è sicuro che migliorerà anche quella delle generazioni future;
• gli italiani non si discostano dalla media europea.
(“Social values, Science and Technology”, Special Eurobarometer 225, 63.1, Commissione Europea, Bruxelles 2005 )
maggiore alfabetizzazione scientifica ≠ maggiore consenso
Il modello lineare
EMITTENTE RICEVENTE
MESSAGGIO
SEGNALE/RUMORE
Modello di trasmissione lineare delle informazioni
• Modello unidirezionale top-down.
• Non tiene conto del contesto in cui avviene la comunicazione.
• Prevede un ricevente omogeneo e passivo (teoria del proiettile magico).
• Ignora gli aspetti relazionali della comunicazione.
• In definitiva, funziona bene solo in ambito educativo.
Aspetti relazionali
Comunicazione = Messaggio + Relazione
• Le comunicazione non avviene in astratto bensì all’interno di una relazione fra chi parla e chi ascolta.
• La fiducia reciproca (e il rispetto dell’interlocutore) sono condizioni necessarie affinché la comunicazione possa avere successo.
• Una comunicazione dialogica e trasparente è il presupposto per costruire una relazione di fiducia.
Dall’alfabetizzazione al dialogo
• Il dialogo è un processo aperto di scambio e condivisione di conoscenze, idee, valori, atteggiamenti e credenze fra i diversi portatori di interesse o stakeholderche prendono parte al dibattito pubblico nelle società democratiche moderne.
• Il dialogo è uno strumento per favorire la governance e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.
Nelle moderne società democratiche, se la scienza ignora atteggiamenti e valori dei cittadini lo fa, come ogni altro attore sulla scena pubblica, a suo rischio e pericolo.(House of Lords Report on Science and Society, 2000)
Progettare la comunicazione
• Occorre conoscere il pubblico cui la comunicazione è rivolta (anche con sofisticate indagini di mercato).
• Occorre definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
• Occorre scegliere il messaggio più opportuno (e i mezzi piùadatti per diffonderlo).
I pubblici
• I pubblici si differenziano per sesso, età, livello socioeconomico, interessi, bisogni, valori, conoscenze pregresse, capacità cognitive.
• Per ogni segmento di pubblico occorre scegliere messaggi, mezzidi comunicazione e linguaggi ad hoc.
• Parlare a tutti è molto difficile, e non sempre necessario; occorre chiedersi: a chi ho più bisogno di rivolgermi?
Obiettivi della comunicazione
persuasione ≠ educazione ≠ informazione ≠ dialogo
La scelta del messaggio
• Il messaggio è l’estrema sintesi di ciò che si vuole comunicare.
• Deve essere breve, chiaro e univoco, ma non generico.
• Deve tenere contro degli obiettivi della comunicazione e del profilo del pubblico a cui è rivolto.
Comunicazione pubblica vscomunicazione specialistica
• Linguaggio specialistico vs linguaggio comune.
• Stile neutro e impersonale vs stile narrativo.
• Dalle premesse ai risultati vs dai risultati al contesto
• Evitare le ambiguità vs offrire diversi punti di vista
• Rivolgersi ai pari (già interessati) vs competere per l’attenzione.
Comunicare al pubblico non significa “tradurre”
L’abc di una comunicazione efficace
• La comunicazione non si improvvisa, si pianifica: occorre conoscere il proprio pubblico, avere un obiettivo chiaro, scegliere il messaggio giusto e i mezzi più adatti per diffonderlo.
• Se il pubblico non comprende il messaggio, la colpa è di chi lo ha formulato.
• Il contenuto informativo deve potersi ancorare alle conoscenze pregresse del pubblico e, al tempo stesso, svelare qualcosa di nuovo.
• Le informazioni destano più interesse se creano aspettative o se riguardano la vita quotidiana delle persone.
• Per farsi ascoltare è necessario saper ascoltare.
• In caso di controversie, meglio essere trasparenti e non peccare di omissione.