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Comune di Valsamoggia (Provincia di Bologna) PIANO COMUNALE DI PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROTEZIONE CIVILE Redazione: Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia Servizio Associato di Protezione Civile geom. Stefano Cremonini geol. Paola Montaguti p.agrot. Pietro Zanardi p.a. Gianluca Gentilini Responsabili: Servizio Comunale di Protezione Civile geom. Sandro Bedonni Polizia Municipale Associata com. Silvia Fiorini Il Sindaco: Autorità Locale di Protezione Civile Daniele Ruscigno L'Assessore: Sostituto dell'Autorità Locale Fabio Dardi Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. __ in data __.__.____ Ogg.Elab.: RISCHIO SISMICO Elab.N.: 5 Rev. Data Causale 0 30 settembre 2014 Prima emissione Sede istituzionale: Comune di Valsamoggia, 40053 loc. Bazzano – piazza Garibaldi 1 tel 051.836.411- fax 051.836.440 - posta elettronica certificata [email protected]

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Comune di Valsamoggia(Provincia di Bologna)

PIANO COMUNALE DIPIANO COMUNALE DIPROTEZIONE CIVILEPROTEZIONE CIVILE

Redazione:

Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e SamoggiaServizio Associato di Protezione Civile

geom. Stefano Cremoninigeol. Paola Montagutip.agrot. Pietro Zanardip.a. Gianluca Gentilini

Responsabili: Servizio Comunale di Protezione Civile geom. Sandro Bedonni

Polizia Municipale Associata com. Silvia Fiorini

Il Sindaco: Autorità Locale di Protezione Civile Daniele Ruscigno

L'Assessore: Sostituto dell'Autorità Locale Fabio Dardi

Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. __ in data __.__.____

Ogg.Elab.:

RISCHIO SISMICO

Elab.N.:

5Rev. Data Causale

0 30 settembre 2014 Prima emissione

Sede istituzionale: Comune di Valsamoggia, 40053 loc. Bazzano – piazza Garibaldi 1tel 051.836.411- fax 051.836.440 - posta elettronica certificata

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INDICE

SCHEDA TEMATICA RISCHIO SISMICO

1. GENERALITA' .......................................................................................................Pag. 2

2. DEFINIZIONI .........................................................................................................Pag. 2

2.1 Pericolosità ...................................................................................................Pag. 2

2.2 Vulnerabilità ..................................................................................................Pag. 2

2.3 Esposizione ..................................................................................................Pag. 3

3. SCENARI IPOTIZZABILI .......................................................................................Pag. 4

3.1 La classificazione sismica.............................................................................Pag. 4

3.2 Eventi sismici storici .....................................................................................Pag. 7

4. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE A RISCHIO .............................................Pag. 9

PROCEDURA OPERATIVA

1. GENERALITA' .......................................................................................................Pag. 10

1.1 Evento ..........................................................................................................Pag. 10

2.1 Scenari ipotizzabili ........................................................................................Pag. 10

2.1 Descrizione ...................................................................................................Pag. 10

2. FUNZIONI OPERATIVE ........................................................................................Pag. 10

2.1 Allarme generale ..........................................................................................Pag. 10

2.2 Sopralluogo di verifica ..................................................................................Pag. 10

2.3 Comunicazione ad altri Enti ...........................................................................Pag. 11

2.4 Intervento .....................................................................................................Pag. 11

2.5 Superamento dell'emergenza ........................................................................Pag. 12

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1. GENERALITA’ Il terremoto è uno dei più temibili fenomeni geologici, connotato, come mostrano alcuni censimentisulle catastrofi naturali, da un’alta incidenza come numero di vittime rispetto agli altri eventigeologici che può rappresentarsi con tassi variabili dal 58 al 30% rispetto agli altri fenomeni, aseconda del periodo d’osservazione considerato.

I terremoti sono vibrazioni della superficie terrestre provocate da un'improvvisa liberazione dienergia in un punto profondo della crosta terrestre; da questo punto si propagano in tutte ledirezioni una serie di onde elastiche dette "onde sismiche".

La terraferma è in lento ma costante movimento e i terremoti si verificano quando la tensionerisultante eccede la capacità del materiale di sopportarla.

I terremoti si verificano ogni giorno sulla Terra ma la stragrande maggioranza causa poco onessun danno. Le onde elastiche che si propagano durante un terremoto sono di diverso tipo e inalcuni casi possono risultare in un movimento prevalentemente orizzontale o verticale del terreno(scossa ondulatoria o sussultoria).

I grandi terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso unaserie di agenti distruttivi, il principale dei quali è il movimento sussultorio e ondulatorio del terreno,accompagnato da effetti correlati, primo fra tutti il crollo di edifici e infrastutture: frattura della faglia,inondazione, cedimenti del terreno, incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi.

2. DEFINIZIONI Il rischio è espresso quantitativamente in funzione dei danni attesi a seguito di un terremoto, intermini di perdite di vite umane e di costo economico dovuto ai danni alle costruzioni ed al bloccodelle attività produttive.

Esso è determinato dalla convoluzione probabilistica dei seguenti tre fattori: Pericolosità,Vulnerabilità ed Esposizione.

2.1 Pericolosità

La pericolosità sismica di una zona, in senso lato, è determinata dalla frequenza con cuiavvengono i terremoti e dall’intensità che raggiungono.

La pericolosità sismica, in senso probabilistico, è la probabilità che un valore prefissato dipericolosità, espresso da un parametro di moto del suolo, venga superato in un dato sito entro unfissato periodo di tempo.

2.2 Vulnerabilità

La vulnerabilità sismica rappresenta la propensione di una struttura a subire un determinato livellodi danno a fronte di un evento sismico di data intensità.

Il concetto di vulnerabilità è stato inserito nelle scale macrosismiche, in particolare con la scalaMCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, 1917) in cui vengono definiti i gradi di intensità da I a XII in baseagli effetti sulle costruzioni descritti qualitativamente:

Grado Descrizione grado MCS Grado Descrizione grado MCS Grado Descrizione grado MCS

I Impercettibile V Moderatamente forte IX Fortemente distruttivo:danni al 60% degli edifici

II Molto leggero VI Forte X Rovinoso: danni al 75%degli edifici

III Leggero VIIMolto forte: lievi danni acostruzioni di buonaqualità

XICatastrofico: distruzionegenerale

IV Moderato VIII Distruttivo: danni al 50%degli edifici

XII Totalmente catastrofico:distruzione completa.

Oltre alla scala MCS, anche la scala Richter (o, più correttamente, magnitudo locale ML) è

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utilizzata per valutare la grandezza di un terremoto:

Magnitudo TNT equivalente Frequenza Magnitudo TNT equivalente Frequenza

0 1 kg circa 8.000 al giorno 5,5 178.000 ton

1 31,6 kg 6 1.000.000 ton 120 all'anno

1,5 178 kg 6,5 5.600.000 ton

2 1 ton circa 1.000 al giorno 7 31.600.000 ton 18 all'anno

2,5 5,6 ton 7,5 178.000.000 ton

3 31,6 ton circa 130 al giorno 8 1.000.000.000 T 1 all'anno

3,5 178 ton 8,5 5.600.000.000 T

4 1.000 ton circa 15 giorno 9 31.600.000.000 T 1 ogni ogni 20 anni

4,5 5.600 ton 10 1.000 miliardi di T sconosciuto

5 31.600 ton 2 / 3 giorno

La seguente tabella descrive i tipici effetti di terremoti di varie magnitudini vicino al loro epicentro.La tabella è necessariamente approssimata, perché gli effetti possono variare in base ad una granquantità di fattori, come la distanza dall'epicentro, il tipo di terreno che può smorzare o amplificarele scosse e il tipo di costruzioni.

TABELLA DI GRAVITA' DEL SISMA

Magnitudo Effetti del sisma

0 – 1,9 può essere registrato solo mediante adeguati apparecchi

2 – 2,9 solo coloro che si trovano in posizione supina lo avvertono; un pendolo si muove

3 – 3,9 poca gente lo avverte come un passaggio di un camion; vibrazione di un bicchiere

4 – 4,9 normalmente viene avvertito; un pendolo si muove notevolmente; bicchieri e piatti scrocchiano;piccoli danni

5 – 5,9 tutti lo avvertono scioccante; possibili fessurazioni sulle mura; i mobili si spostano; alcuni feriti

6 – 6,9 Tutti lo percepiscono; eventualmente panico; crollo delle case; spesso feriti; pericolo di vita;onde alte

7 – 7,9 panico; pericolo di vita negli edifici; solo alcune costruzioni rimangono illese; morti e feriti

8 – 8,9 ovunque pericolo di vita; edifici inagibili; onde alte sino a 40 metri

9 e più catastrofe; eventualmente un grande spostamento della superficieterrestre

Mentre il metodo di valutazione tradizionale, la Scala Mercalli, misura l'intensità del sismabasandosi sui danni generati dal terremoto e su valutazioni soggettive, la magnitudo Richter tendea misurare l'energia sprigionata dal fenomeno sismico.

Ecco di seguito le scale Richter e la scala Mercalli confrontate:

MercalliEnergia

(J)Richter Mercalli

Energia(J)

Richter MercalliEnergia

(J)Richter

I <1,6.107 < 3,5 V 2,1 . 1010 4,8 IX 2,3 . 1015 6,9

II 1,6 .107 3,5 VI 5,7 . 1011 5,4 X 2,1 . 1016 7,3

III 7,5 . 108 4,2 VII 2,8 . 1013 6,1 XI <1,7.1018 8,1

IV 05.49.00 4,5 VIII 2,5 . 1014 6,5 XII - > 8,1

L’evoluzione delle scale macrosismiche ha introdotto schemi di classificazione degli edifici condifferenti tipologie costruttive e con diversa resistenza nei confronti della severità della scossarilevata nella zona d’indagine. Un esempio è la scala MSK (Medvedev, Sponheuer, Karnik 1981)

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che definisce:

- tre classi (A,B,C) a vulnerabilità sismica decrescente

Classe Acostruzione in pietrame naturale, costruzioni rurali, case di mattonidi creta e case con argilla o limo

Classe Bcostruzioni in mattoni comuni, in grossi blocchi o in prefabbricati, muratura con telai dilegname, costruzioni in pietra squadrata

Classe C costruzioni armate, strutture in legno ben fatte

- sei (6) livelli di danno per ciascuna classe, compresi tra 0 e 5

0 Nessun danno

1 Lievi danni: esili crepe negli intonaci, caduta di piccoli pezzi d’intonaco

2Moderati danni: piccole lesioni nei muri, caduta di grandi pezzi di intonaco, tegole,lesioni ai comignoli, caduta di parti di comignoli

3 Forti danni: lesioni ampie e profonde dei muri, caduta di comignoli

4 Distruzioni: aperture nei muri, possono crollare parti di edifici, crollano muri interni

5 Danni totali degli edifici

- tre quantificazioni del numero di edifici di ciascuna classe con certo livello di danno

pochi meno del 15%

molti dal 15% al 50%

la maggior parte più del 55%

2.3 Esposizione

Il terzo fattore si riferisce alla quantità e qualità dei beni esposti.

Esso è quindi in qualche modo connesso al valore di quanto può essere distrutto dal terremoto.

Nella definizione di rischio intervengono dunque, oltre la alla pericolosità sismica (frequenza eintensità dei terremoti), anche le caratteristiche del territorio.

A parità di pericolosità, un’area densamente popolata e caratterizzata da costruzioni pocoresistenti al terremoto avrà un rischio elevato, mentre un’area dove non ci sono edifici, népopolazione, né altri beni avrà rischio nullo. Dunque elevata pericolosità sismica non significanecessariamente elevato rischio sismico.

3. SCENARI IPOTIZZABILI

Il rischio connesso a fenomeni sismici è ovviamente riferito ad un contesto territoriale più ampio diquello comunale; gli eventi calamitosi di tale tipo attivano pertanto procedure di intervento a livelloprovinciale e regionale, alle quali il comune può fornire supporto logistico e tecnico.

I possibili scenari di rischio ipotizzabili dovuti ad una o più scosse sono danni agli edifici, alleinfrastrutture, l’interruzione di servizi e conseguenti probabili rischi per la popolazione residente(feriti, dispersi, inagibilità di alloggi e luoghi di lavoro).

La previsione dell’estensione dello scenario di rischio, per intensità di evento atteso, viene fornitadalla Regione Emilia Romagna, mediante i servizi tecnici specialistici, ed il supporto delle strutturedi livello nazionale; tale valutazione prende inoltre in esame la vulnerabilità del territorio, inparticolare in relazione alle caratteristiche costruttive del patrimonio edilizio, principale elementoimpattato dal terremoto.

3.1 Classificazione sismica

La recente riclassificazione sismica del territorio nazionale (Ordinanza del Presidente del Consigliodei Ministri n. 3274/2003) prevede che tutto il territorio nazionale sia classificato sismico, con

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diversi gradi di pericolosità.

In Emilia-Romagna, in prima applicazione della nuova classificazione sismica, attualmente 105comuni sono classificati in zona 2 (praticamente tutta la Romagna, il settore orientale dellaProvincia di Bologna, il comprensorio delle ceramiche modenese-reggiano, alcuni comuni delcrinale tosco-emiliano delle Province di Modena, Reggio Emilia e Parma), 214 comuni in zona 3 e irimanenti 22 comuni in zona 4 (tutti in pianura: l’estremità nord-occidentale delle Provincia diPiacenza, alcuni comuni in prossimità del Po, nelle Province di Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara,e la zona del delta del Po).

In Emilia-Romagna non esistono comuni classificati in zona 1 (alta sismicità).

La rappresentazione cartografica è pertanto in corso di elaborazione; fino alla elaborazione di talecartografia, si farà riferimento a quanto previsto nella ordinanza del Presidente del Consiglio deiMinistri 3274/2003 per quanto concerne il territorio regionale.

Ordinanza del PCM n. 3274 / 2003 (Allegato 1, punto 3 “prima applicazione”)

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CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI COMUNI DELL'EMILIA-ROMAGNA

CodiceISTAT

PR Comunedi Valsamoggia

località:

Anno di: Cat.Pec.Fino al1984

PropostaGdL 1998

Zona aisensi delpres.doc.

1^ class. Declass. Riclass.

037061

BO Bazzano 2003 N.C. III 3

BO Castello di Serravalle 2003 N.C. III 3

BO Crespellano 2003 N.C. III 3

BO Monteveglio 2003 N.C. III 3

BO Savigno 2003 N.C. III 3

PRINCIPALI CONDIZIONI GEOLOGICHE E MORFOLOGICHE CHEPOSSONO DETERMINARE EFFETTI LOCALI IN EMILIA-ROMAGNA

FAGLIE ATTIVE

L’Appennino è una catena ancora in formazione, perciò in quasi tutte le aree della penisola lasismicità ha origine da sorgenti sismogenetiche (faglie) locali.

In particolare, faglie attive potenzialmente sismogenetiche in Emilia-Romagna sono localizzate nelbasamento del medio e alto Appennino (Boccaletti et al., 2004), lungo il margine appenninico-padano (Pedeapenninic Thrust Front, PTF, di Boccaletti et al., 1985) e in corrispondenza degliarchi formati dalle strutture sepolte della pianura padana note come Pieghe Emiliane, PiegheFerraresi e Pieghe Adriatiche (Pieri & Groppi, 1981)

3.2 Eventi sismici storici

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Terremoto del 1929

Il periodo sismico iniziò il 10 aprile 1929 e si protrasse fino al mese di ottobre. Le scosse dimaggiore intensità furono numerose e concentrate nel mese di aprile e maggio 1929: 10 aprile alleore 5:43 GMT, 19 aprile alle ore 4:15 GMT, 20 aprile alle ore 1:10 GMT ca., 29 aprile alle ore18:36 GMT ca. e 11 maggio alle ore 19:23 GMT.

Le scosse del 19, 20 e 29 aprile e dell'11 maggio interessarono con effetti di danno circa 580località poste a ovest e a sud-ovest di Bologna.

La scossa del 19 aprile danneggiò 9 località, comprese in un'area di circa 110 kmq, di cui 8 a ovestdi Bologna: Zola Predosa, Casa Bianca, Anzola dell'Emilia, Bazzano, Crespellano, Ponte Ronca,Rivabella, San Martino in Casola e una a est: Ozzano dell'Emilia. A Zola Predosa e Casa Bianca idanni furono più gravi ed estesi, comportando anche lo sgombero di alcuni edifici. In particolare aCasa Bianca ci fu il crollo parziale di una casa colonica. Nelle restanti località, causò lesioni allecase e crollo di comignoli. La scossa fu avvertita su di un'area di circa 54.000 kmq.

La scossa del 20 aprile fu la più forte e causò danni in circa 560 località comprese in un'area di680 kmq del pedeappennino e dell'appennino fra i fiumi Reno e Samoggia. I danni maggiori, gravidistruzioni e crolli parziali, colpirono il territorio di Montemaggiore, in comune di Monte San Pietro.

La maggior parte degli edifici civili erano di uno o due piani (più raramente tre), fatti con mattonimisti a sassi, ciottoli fluviali e pietrame; i soffitti erano per la maggior parte in arelle e gesso, itramezzi in foglio di 7 cm, i muri esterni di 30 cm al piano inferiore e, spesso, di 15 cm ai pianisuperiori. In molte case danneggiate preesisteva un notevole grado di vulnerabilità. La scossa fuavvertita in tutta l'Italia settentrionale fino alla Toscana e alle Marche, su di un'area di circa150.000 kmq.

La scossa del 29 aprile causò leggeri danni e caduta di comignoli a Bazzano e Vignola, duelocalità del pedeappennino fra Bologna e Modena, in un'area più a ovest delle scosse precedenti.La scossa fu avvertita in un'area di circa 53.000 kmq dell'Italia settentrionale.

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La scossa dell'11 maggio danneggiò 8 località in un'area di 400 kmq; cinque delle qualipresentarono gravi danni, per lo più aggravamento degli effetti delle scosse precedenti: Bazzano,Calderino, Crespellano, Monte San Pietro e Zola Predosa. Le restanti tre località danneggiate,Bologna, Guiglia e Modena subirono leggeri danni. fu avvertita in un'area di circa 63.000 kmqdell'Italia settentrionale. Risultarono numerose altre scosse di minore intensità contribuirono adaggravare i danni nelle località più colpite del pedeappennino fra Bologna e Modena.

Effetti sul contesto sociale

La zona più danneggiata era prevalentemente rurale: l'estesa area pedeappenninica, compresa in6 comuni, rappresenta oggi un'area economicamente importante e densamente abitatadell'espansione residenziale e industriale della conurbazione di Bologna.

La popolazione risiedeva in paesi, frazioni o in case sparse sui fondi agricoli. La dimensionedemografica di questi comuni, secondo il censimento ISTAT dell'aprile 1931, era compresa fra i2.000 e 5.000 abitanti circa, nei paesi più popolati, e fra i 100 e i 2.000 abitanti circa nelle frazioni.La zona colpita aveva complessivamente 46.522 abitanti residenti.

Non vi furono vittime. Il disagio della popolazione durò per vari mesi a causa dell'alto numero discosse che si succedettero e delle molte abitazioni pericolanti e inabitabili.

Il 20 aprile 1929 vennero inviate le prime tende da campo per dare ricovero agli abitanti cheavevano abbandonato le case dei paesi ritenute insicure. Secondo le fonti ufficiali (ministero deiLavori Pubblici, 1932) in totale furono inviate 40.000 tende da campo. Ancora nel settembre del1929 parte della popolazione era rifugiata nelle tende messe a disposizione dalla Divisione Militaredi Bologna.

Il 9 maggio 1929 fu approvato il regio decreto legge n. 759 che dichiarò i comuni di Crespellano,Bazzano, Monte San Pietro, Castello di Serravalle, Praduro e Sasso e Monteveglio "zonaterremotata" e fornì lo strumento legislativo per definire le modalità e i termini dell'interventoeconomico dello stato.

Danni riscontrati nella frazione più colpita di Montemaggiore (Monte San Pietro).

La frazione aveva una popolazione di 527 abitanti (secondo i dati del censimento ISTAT del 1931)di cui 79 vivevano accentrati e 448 nelle campagne.

Fu uno dei siti più colpiti. La scossa delle 23.45 del 19 aprile causò molti danni e rese pericolantialcuni edifici; anche la scossa della notte del 20 aprile delle ore 1:10 GMT causò danni e buonaparte della popolazione passò la notte all'aperto. In seguito a questa scossa vari fabbricati furonodichiarati pericolanti. La chiesa rimase seriamente lesionata e considerata inagibile, la canonicacrollò parzialmente (vedi la stalla e il fienile), crollò la chiesa di proprietà di Oreste Bartolini, fudanneggiata Cà Gardini la casa in località Castello. Crollò inoltre una vecchia casa colonica e altrifabbricati colonici rimasero lesionati gravemente; crollarono alcuni muri di vecchi edifici.

Secondo le perizie fatte dal Genio Civile, 7 case (fra cui quella del parroco) rimasero danneggiate,di queste una subì danni tanto consistenti che piuttosto che ripararla si preferì demolirla. Peralloggiare i senzatetto vennero costruite 4 baracche. La chiesa parrocchiale di S.Cristoforo dovetteessere demolita e ricostruita in altro sito a causa dei notevoli dissesti provocati dalle scossesismiche. Anche il campanile della chiesa crollò. Le perizie del Genio Civile non distinguono glieffetti delle singole scosse. Diversi elementi contribuiscono ad attribuire i danni descritti nelleperizie alla scossa del 20 aprile delle ore 1:10 GMT. Questa località è compresa, infatti, nell'area dieffetti di VII grado delineata da Salvanini (1932), che condusse una ricognizione nelle zone colpitedalle diverse scosse del periodo sismico.

La scossa delle ore 1:10 GMT del 20 aprile causò l'apertura di una fenditura nel suolo dellalunghezza di 1 km, dalla chiesa di Montemaggiore, dove era larga 2-3 cm, fino alle Case di MonteAvezzano dove raggiunse la larghezza di 15 cm.

Terremoto di Maggio 2012

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In allegato al presente Piano è riportato il “Rapporto macrosismico sui terremoti del 20 e 29maggio nella pianura padano-emiliana” redatto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia(INGV).

Ulteriori eventi sismici storici sono riportati nell'allegato al presente piano predisposto dallaProvincia di Bologna.

4. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE A RISCHIO

Sulla base delle valutazioni svolte nei precedenti paragrafi si può asserire che nel territorio delComune di Valsamoggia non sono da ritenersi probabili eventi sismici di forte intensità.

Ciò nonostante non è da escludere il verificarsi di eventi in grado di creare danni rilevanti per lapopolazione interessata, soprattutto in considerazione della tipologia degli insediamenti rurali eresidenziali presenti.

Si rileva infatti come la situazione sul territorio sia estremamente eterogenea, potendosi trovare sianuclei storici con edifici di notevole vetustà, sia edificazioni relativamente recenti (risalenti daldopoguerra ad oggi) sia un gran numero di edifici o complessi colonici isolati, caratterizzati dallepiù varie tipologie costruttive, spesso sovrapposte o adiacenti.

Inoltre le costruzioni più vecchie sono state costruite con norme di vecchia generazione, non ingrado di garantire la sicurezza che si ottiene applicando le attuali Norme Tecniche, e comunquehanno subito estesi processi di deterioramento dovuto al degrado dei materiali.

Non essendo disponibile un censimento degli edifici sulla base dei parametri di vulnerabilitàsismica o di tipologia costruttiva, non è possibile stabilire a priori quali zone del territoriorisulteranno particolarmente sensibili ad eventi sismici e quale sia la soglia di intensità dell’eventotale da causare danni generalizzati al patrimonio edilizio comunale.

Per quanto riguarda invece le principali infrastrutture viarie presenti si osserva come le struttureche potrebbero essere più sensibili al rischio sismico (ponti, sottopassi, ecc.) sono di recentecostruzione, quindi meno esposte al rischio di crolli o lesioni.

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PROCEDURA OPERATIVA

1. GENERALITA’

Evento:

Terremoto.

Scenari ipotizzabili:

Danni agli edifici – danni alle infrastrutture – interruzione di servizi - rischi per la salute dellapopolazione residente (feriti, dispersi) - inagibilità di alloggi e luoghi di lavoro.

Descrizione:

Evento non prevedibile generalmente riferito ad un contesto territoriale comprendente diversicomuni; per la previsione dello scenario di rischio, per intensità dell’evento atteso, si fa riferimentoalla classificazione adottata dalla Regione Emilia Romagna; gli effetti dell’evento dipendono inoltredalla vulnerabilità del territorio, in particolare in relazione alle caratteristiche costruttive delpatrimonio edilizio.

2. FUNZIONI OPERATIVE

2.1 ALLARME GENERALE

L’evento sismico comporta l’immediata attivazione dello stato di allarme generale e della salaoperativa (C.O.C.) del Servizio Comunale di Protezione Civile.

Il Servizio ha il compito di coadiuvare il Sindaco e le strutture comunali in genere nel fronteggiarel’emergenza, coordinando gli interventi e razionalizzando le risorse, sia umane che di sia materiali,fornendo supporto tecnico e logistico alle strutture operative in fase di emergenza.

In ogni caso, il Responsabile del Servizio contatta immediatamente l’Agenzia Regionale diProtezione Civile, della Regione Emilia Romagna, e la Prefettura per coordinare gli eventualisoccorsi.

Al ricevimento della segnalazione il Servizio, di raccordo con la Polizia Municipale, attiva leprocedure preliminari per la verifica della situazione in atto, disponendo:

• se l’evento si verifica in giorni e orari in cui è previsto il servizio scolastico, il Servizio,eventualmente coadiuvato dal Volontariato, dandone comunicazione alla Consulta Provinciale,verifica immediatamente che si sia data attuazione ai piani di emergenza delle scuole presentisul territorio;

• sulla base delle informazioni raccolte, il Servizio valuta l’entità dell’evento, e decide se devonoessere attivate le procedure di Protezione Civile, salvo diverse disposizioni eventualmentepervenute dalle autorità superiori;

• l'attivazione di un servizio di raccolta delle segnalazioni danni dei privati per l'organizzazionedei sopralluoghi finalizzati alle verifiche di agibilità.

Nota: Considerata la natura dell’evento, dalla probabile vasta estensione territoriale, è probabileche il ruolo del Servizio di Protezione Civile si limiti al primo intervento e all’azione disupporto agli interventi organizzati a livello superiore nelle fasi successive

2.2 SOPRALLUOGO DI VERIFICA

Il personale incaricato dal Servizio per il sopralluogo svolge immediatamente sopralluoghi diverifica finalizzati alle verifiche di agibilità, condotte col supporto delle squadre di rilevatori delSistema di Protezione Civile Nazionale, squadre regionali, VVF (scheda AeDES - Agibilità e Dannonell’Emergenza Sismica), con il seguente ordine di priorità:

• Scuole;

• Luoghi di cura e di ricovero;

• Risposta a segnalazioni di lesioni e crolli sul territorio;

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Comune di Valsamoggia PIANO DI PROTEZIONE CIVILERev. 00 - 30.09.2014 05 – RISCHIO SISMICO

Il personale incaricato del sopralluogo, prima di avvicinarsi agli edifici lesionati e potenzialmentepericolanti:

• prima di avvicinarsi o di accedere all’edificio, si accerta che sul luogo della segnalazione non visiano pericoli incombenti o situazioni in atto che possano compromettere l’efficacia del suointervento, quali ad esempio pericolo di crollo o di caduta di calcinacci, pericolo di esplosioneod incendio - prestare attenzione ai segni di cedimento presenti sull’edificio (crepe, lesionivistose, caduta di tegole e calcinacci, rottura di condutture - avvicinarsi con prudenza,indossando l’elmetto protettivo);

• verifica che non vi siano feriti, infortunati o persone in serio pericolo; nel qual caso trasmette lasegnalazione al Pronto Intervento Sanitario (118) o alla sede del Servizio di Protezione Civile;

• se la situazione appare grave, tale da compromettere la stabilità dell’edificio o di parte di esso,richiede l’intervento dei Vigili del Fuoco per un eventuale sgombero dell’edificio;

• se necessario, circoscrive l’area pericolosa con banda colorata bianca/rossa o con altri mezzi,e allontana eventuali curiosi;

• se sussiste la possibilità che il dissesto interessi le condutture del gas, localizza la valvola diintercettazione combustibile ed interrompe il flusso di gas nell’edificio; le valvole diintercettazione sono identificate da un cartello rosso:

• se necessario, richiede collaborazione per il governo della circolazione e il posizionamento disegnaletica stradale.

2.3 COMUNICAZIONE AD ALTRI ENTI

In caso di danneggiamenti a reti tecnologiche, sia aeree che interrate (elettrodotti, condutture gas,acqua), che possono originare interruzioni nell’erogazione di servizi essenziali, o pericolo per lapopolazione, allertare gli Enti gestori.

2.4 INTERVENTO

Qualora l’evento sia di rilevanza tale da aver dato luogo all’attivazione del Centro Operativo dilivello superiore (COM), il Servizio si attiene alle disposizioni da esso impartite, coordinando lerisorse disponibili e mettendo a disposizione ogni informazione raccolta.

In caso di feriti o di persone comunque bisognose di assistenza sanitaria, allerta il ProntoIntervento Sanitario (118).

Il Servizio di Protezione Civile, in concorso con gli Enti e le strutture preposte, avvalendosi di tuttele risorse a disposizione, organizza le seguenti azioni:

A. Se si sono verificati crolli di edifici o porzioni di essi:

• regolazione del traffico, costituendo percorsi preferenziali per i soccorsi

• recupero delle persone rimaste sotto le macerie

• spegnimento incendi locali

• sgombero delle strade da macerie o da autovetture che ostruiscano la carreggiata

• soccorso delle persone ferite

• allestimento, se del caso, di Aree di ricovero

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• assistenza e informazione alla popolazione

• predisposizione del servizio antisciacallaggio

B. Se ci sono edifici inagibili:

• predisposizione di centri di prima accoglienza

• attivazione delle procedure per valutare la disponibilità di posti letto

C. Se non ci sono edifici inagibili:

• proseguire i sopralluoghi per verificare gli impianti industriali a maggiore rischio

• proseguire i sopralluoghi per verificare le reti di distribuzione del gas metano, dell’energiaelettrica, dell’acqua potabile, con particolare riferimento ad eventuali infiltrazioni di acquacontaminata all’interno delle tubazioni.

• per quest’ultima eventualità, è opportuno allertare i tecnici HERA ed i laboratori analisidell’Azienda USL per eseguire gli opportuni controlli.

• se sussiste pericolo per la popolazione residente o per insediamenti e strutture sensibili,dispone l’informazione della cittadinanza, l’attuazione di provvedimenti di sicurezza(divieto di abbandono delle abitazioni, divieto di apertura delle finestre, divieto di consumocibi freschi, ecc), secondo le indicazioni dei tecnici ARPA o dei Vigili del Fuoco, conparticolare attenzione alla eventuale presenza di cittadini anziani o disabili (consultarel’elenco dei residenti non autosufficienti, se presente, ovvero consultare i servizi sociali)

• qualora necessario, dispone l’evacuazione delle abitazioni o delle strutture sensibilieventualmente presenti, indirizzandoli verso il centro di raccolta più vicino, presso il qualeè a disposizione personale di protezione civile/volontari per fornire supporto agli sfollati.

In ogni caso, qualora l’evento si manifesti con sequenze sismiche particolarmente significative,le Aree di ricovero saranno allestite con un minimo di servizi e rese disponibili dei cittadini chenon si sentono sicuri nelle proprie abitazioni, ancorché in assenza di danni e inagibilità, e chepreferiscono passare qualche notte in una propria tenda all'interno di un'area attrezzata eorganizzata.

2.5 SUPERAMENTO DELL'EMERGENZA

Al termine della fase di emergenza, gli operatori di Protezione Civile restano a disposizione per:

• proseguimento dell’assistenza alla cittadinanza, gestione delle aree di raccolta e di ricovero;

• organizzazione delle operazioni di rientro nelle abitazioni, con particolare riguardo allapresenza di anziani o disabili;

• censimento dei danni alle strutture e dei danni agli edifici in collaborazione con con i ServiziTecnici Comunali, e con i Vigili del Fuoco per la verifica dell’agibilità degli immobili ;

• rimozione di eventuali macerie;

• predispone , in concorso con gli Enti e le strutture preposte, il servizio antisciacallaggio pressogli immobili sfollati.

Il Servizio, al termine dell’emergenza, si accerta, mediante contatto con gli enti gestori, del correttoripristino dei servizi essenziali nell’area colpita dalla calamità (utenze elettriche, acqua potabile,fognatura, approvvigionamento gas).

A conclusione dell’evento il Responsabile del Servizio convoca specifico briefing per analizzare,con i Responsabili delle funzioni di supporto e i rappresentanti delle altre istituzioni eorganizzazioni coinvolte, le azioni attuate durante l'emergenza e le criticità riscontrate; del briefingverrà redatto verbale da inviare al Sindaco, al Comitato Comunale e al Servizio Associato, i cui datisaranno utilizzati a fini statistici nonché per le successive revisioni del Piano di Protezione Civile.

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