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COMUNE DI OLBIA REALIZZAZIONE PERCORSO CICLABILE CON SEMICOPERTURA FOTOVOLTAICA

Dott. Geol. Alessio Arturo Doneddu Relazione Geologica Geotecnica e Idrogeologica

COMUNE DI OLBIA

PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO

REALIZZAZIONE PERCORSO CICLABILE LUNGO LA VIABILITÀ

CONSORTILE LITORANEA OLBIA–PITTULONGU ED

IMPLEMENTAZIONE CON SEMICOPERTURA MEDIANTE IMPIANTI

FOTOVOLTAICI

RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA E IDROGEOLOGICA

Committente:

P&M S.R.L.

IL Professionista

Dott. Geol. Alessio Arturo Doneddu

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Dott. Geol. Alessio Arturo Doneddu Relazione Geologica Geotecnica e Idrogeologica

COMUNE DI OLBIA

(PROVINCIA OLBIA-TEMPIO) REALIZZAZIONE PERCORSO CICLABILE LUNGO LA VIABILITÀ

CONSORTILE LITORANEA OLBIA–PITTULONGU ED

IMPLEMENTAZIONE CON SEMICOPERTURA MEDIANTE IMPIANTI

FOTOVOLTAICI

RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA E IDROGEOLOGICA

• INDICE

1. Premessa

2. Inquadramento Geografico

3. Geologia dell’area

4. Lineamenti geomorfologici

5. Pluviometria

6. Idrogeologia

7. Caratterizzazione geotecnica dell’area

8. Calcolo della capacità portante

9. Conclusioni

Allegati: Stratigrafie dei sondaggi geognostici

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Dott. Geol. Alessio Arturo Doneddu Relazione Geologica Geotecnica e Idrogeologica

1. PREMESSA

Il presente studio viene eseguito su incarico della Società P&M S.R.L. con sede in Via Ciro

Menotti, 1 a Olbia, nell’ambito del progetto di realizzazione di un percorso ciclabile con

semicopertura fotovoltaica lungo la viabilità consortile Olbia-Pittulongu, di proprietà del

Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna (CIPNES).

Il documento è stato redatto per la richiesta di Autorizzazione Unica alla costruzione e

all’esercizio di un impianto di generazione energetica alimentato da fonti rinnovabili non

programmabili, ai sensi dell’art.5 del D.Lgs. 3 Marzo 2011, n.28 “Attuazione della direttiva

2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e

successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.”.

Sotto il profilo urbanistico, l’intera area interessata dall’intervento è interamente inserita

nella zona dell’agglomerato industriale di Olbia.

L’area puntuale in oggetto e tutta l’area vasta circostante ricadono all’interno dell’Ambito

18 “Golfo di Olbia”, del Piano Paesaggistico Regionale, approvato con DGR n. 82/2006.

L’impianto fotovoltaico, sarà situato su pensiline che faranno da copertura alla pista

ciclabile stessa, prevedendo anche aree di sosta in cui ricaricare biciclette elettriche e in

cui posizionare le stesse dopo l’utilizzo, secondo la metodologia del bike sharing.

Detto impianto di produzione energetica consentirà al CIPNES di azzerare o comunque

diminuire notevolmente la bolletta energetica consortile che in questi anni ha avuto

significativi aumenti sia a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia per aumento dei

consumi dovuti ad implementazioni e migliorie effettuate.

Gli studi geologici e geotecnici svolti in fase progettuale attraverso la ricerca bibliografica

e cartografica ufficiale, lo studio fotogeologico ed il rilevamento di campagna, hanno

permesso di caratterizzare preliminarmente l’area sotto l’aspetto geologico-

geomorfologico e idrogeologico, mentre per definire le caratteristiche geotecniche del sito

sono stati eseguiti n° 6 pozzetti geognostici e n° 7 prove penetrometriche dinamiche tipo

S.P.T. lungo il tracciato della pista ciclabile.

L’area oggetto dell’intervento non rientra all’interno di aree perimetrale dal Piano di

Assetto Idrogeologico della Regione Sardegna.

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Lo studio è stato eseguito rispettando l’osservanza dell’attuale Normativa vigente in

materia di lavori pubblici, soprattutto in riguardo al D.M. 11 Marzo 1988, alle linee guida

del PAI, al D.P.C.M. 29/09/1998, al D.L. 11/06/1998 n° 180.

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

L’area oggetto dell’indagine ricade all’interno del territorio comunale di Olbia in Località

“Spiritu Santu” e inquadrata nella Carta Topografica d’Italia (I.G.M. 1994) in scala 1:

25000, nella tavoletta 444/IV (Olbia Est) e nella sezione 444.110 della Carta Tecnica

Regionale (C.T.R. scala 1: 10000)

Tav. 1. Corografia dell’Agro Comunale di Loiri Porto S. Paolo (I.G.M. non in scala)

Area oggetto dell’intervento

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Tav. 2. Immagine satellitare della Zona Industriale di Olbia

Tav. 3. Visione aerea della Zona Industriale di Olbia vista da S

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3. GEOLOGIA DELL’AREA

Le peculiarità geologiche dell’area indagata esprimono in maniera marcata i risultati

dell’orogenesi ercinica, la quale ha coinvolto intensamente il settore nord-orientale della

Sardegna.

Il batolite ercinico sardo-corso è uno dei più estesi complessi intrusivi europei, l’area

di affioramento si aggira infatti sui 12.000 km2, la metà dei quali si trova in

Sardegna.

I vari plutoni che lo costituiscono sono distribuiti in una fascia che va dalla Corsica

meridionale alla Sardegna centrale per un’estensione di oltre 200 km.

I risultati delle numerose ricerche sinora eseguite su questi plutoni, in particolare

quelle dell’ultimo decennio, condotte da vari gruppi di studio (Orsini – 1980, Balia et

al. 1981), consentono di delineare alcuni tratti fondamentali della costituzione di

questo vasto batolite che, nell’ambito dell’Orogenesi Ercinica in Sardegna,

rappresenta l’elemento più caratteristico della catena nelle fasi tardo e post-

cinematiche.

L’ossatura fondamentale del batolite (circa il 65%) è formata da plutoni di

composizione granitoide disposti prevalentemente in fasce irregolari con direzioni

principali NW-SE.

Le facies prevalenti di questi granitoidi sono le seguenti:

• Granodioriti monzogranitiche equigranulari: a biotite, a grana

media, di colore grigio, sono prevalenti nell’Ogliastra e nella Barbagia a Sud

di Nuoro; costituiscono anche parte del massiccio di Alà dei Sardi;

• Granodioriti monzogranitiche inequigranulari: presenti

soprattutto nell’area di Benetutti – Orune e in Gallura;

• Monzograniti inequigranulari: di colore grigio-rosato, a grana medio

grossa, a biotite, con megacristalli di k-feldspato; facies simili si trovano

nella zona del Sarrabus meridionale e in Gallura.

Altri caratteri distintivi di queste intrusioni sono:

- notevole variabilità dei caratteri tessiturali e composizionali,

particolarmente delle facies inequigranulari che spesso presentano

composizione monzogranitica;

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- la tessitura orientata per flusso è spesso evidente a scala

mesoscopica;

- i contatti sono sempre netti e discordanti sia rispetto alle plutoniti

tonalitico – granodioritiche, sia rispetto alle metamorfiti.

Dal punto di vista mineralogico si rileva che, associati al quarzo (30-40%), si

trovano feldspato potassico e plagioclasi andesitici zonati in rapporti variabili, da

leggermente inferiori a 1:2 sino a 1:1. Il feldspato potassico è sempre partitico,

presenta composizione media Or83.5 Ab15 An1.5 ed è rappresentato in prevalenza

dalla fase ortoclasio nelle facies equigranulari e da microclino in quelle

inequigranulari del massiccio di Benetutti. La biotite è il minerale femico tipico (7-

14%), mentre l’orneblenda verde (1-2%) compare solo in alcune intrusioni quali

quelle di Monti e Berchidda.

Localmente nelle facies equigranulari (Alà dei Sardi, Mamoiada-Ovodda, ecc.) ed in

quelle microgranitiche compare la muscovite (1-3%). Fra i minerali accessori,

frequenti sono sempre l’apatite, allanite, zircone, titanite e magnetite.

I dati radiometrici attualmente disponibili per valutare l’età di queste plutoniti non

sono molti.

L’isocrona costruita con il metodo Rb/Sr su roccia totale da Del Moro et al. (1975),

nella quale sono compresi anche campioni di altre intrusioni monzogranitiche, ma

che appare fortemente condizionata dai valori delle granodioriti monzogranitiche e

dai loro differenziati aplitici, indica un’età media di 302 ± 5 MA con un rapporto

isotopico iniziale 87Sr/86Sr di 0.7107.

Nell’intera zona rilevata gli affioramenti sono costituiti dal granito ercinico della

Gallura che costituiscono la Zona Assiale della Sardegna.

La facies di gran lunga predominante è quella dei monzograniti inequigranulari

caratterizzata da grossi fenocristalli di feldspati potassici rosati pluricentimetrici.

Non mancano le facies differenziate, con una marcata zonatura tessiturale

concentrica, con al nucleo i termini a grana più grossa e alla periferia quelli a grana

più fine, pur rimanendo la formazione granitica nel suo complesso.

Tale granito è stato interessato, in diversi punti, da una profonda azione idrolitica

che ha causato un’intensa argillificazione dei feldspati. Poiché gli stessi

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rappresentano circa il 55% dei vari componenti di tale roccia, ci si rende subito

conto del profondo stato di alterazione della stessa.

Conseguentemente a questa azione, nella zona in studio è presente, come seconda

facies della formazione granitica, una coltre di granito arenizzato tenero e

permeabile con spessori variabili da uno a cinque metri.

La tettonica della zona segue le direttrici fondamentali della Sardegna,

caratterizzate da un andamento principale con direzione NE-SO e secondario N-S e

NO-SE. Questo è evidenziato anche dalla presenza di filoni pegmatitici e ammassi di

micrograniti allineati secondo queste lineazioni principali.

Stratigrafia di dettaglio dell’area

Coltri eluviali e colluviali

Per oltre metà del percorso, la pista attraversa coltri eluvio-colluviali.

Esse sono caratterizzate da detriti immersi in matrice fine, talora con intercalazioni di suoli

più o meno evoluti arricchiti in frazione organica.

Ove la diagenesi è più elevata, abbiamo deboli (non oltre 100 cm dal p.c.) coperture

superficiali di terreni in cui sono presenti percentuali variabili di sedimenti fini (sabbia e

silt) più o meno pedogenizzati ed arricchiti della frazione organica. Generalmente sono

mescolati con sedimenti più grossolani, di solito detriti da fini a medi, sempre subordinati.

Sulla base delle classificazioni riconosciute in tutto il mondo, in particolare Fao e la Soil

Taxonomy, nell’area in oggetto si rinviene principalmente l’unità cartografica 29,

caratterizzata da suoli con profilo del tipo A C o più raramente A Bw C, ricchi di scheletro,

tessitura prevalentemente franco sabbiosa – limosa, tendenzialmente argillosa, a seconda

dell’episodio alluvionale.

Monzograniti

Nel tratto della pista denominato “B” si incontrano terreni derivanti dall’alterazione del

substrato granitico, talvolta affiorante, ma più frequentemente ricoperto da una coltre di

3-4 mt di sabbioni arcosici. Nella nostra area di indagine abbiamo i monzograniti biotitici

rosati eterogranulari, a grossi cristalli di kfeldspato.

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Quindi abbiamo una roccia intrusiva molto fratturata e in disfacimento, ovvero i sabbioni

eluviali, con inclusioni ciottolose, dove si riconosce la petrografia e in parte la fratturazione

della roccia. Il materiale si presenta profondamente alterato spesso con tessitura e

struttura non più riconoscibile, friabile sotto la pressione delle dita, cloritizzata e

limonitizzata per alterazione delle miche e dei feldpspati. A volte invece sono presenti delle

zone con ciottoli anche di dimensioni superiori a 5 cm, della stessa natura intrusiva di

quella del basamento sottostante.

Complesso migmatitico

In prossimità del promontorio di “Cala Saccaia” il percorso intercetta il complesso

migmatitico costituito da gneiss occhiadini listati, zonati a composizione granitica-

granodioritica e quarzodioritica ad una o due miche. Normalmente nella fascia inferiore del

promontorio, i litotipi migmatitici sono ricoperti da una copertura di suolo di circa 40 cm al

disotto della quale si incontrano per uno spessore medio di circa 1 mt, coltri eluviali

generate dall’0arenizzazione del substrato lapideo.

4. LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI L’area oggetto di studio è situata a breve distanza dal porto industriale di Olbia.

Morfologicamente l’area presenta un andamento sub-pianeggiante, salvo un breve tratto

in prossimità della collina di “Cala Saccaia”.

L’intero percorso, salvo brevissimi tratti è ubicato in aree intensamente antropizzate, dove

l’azione degli agenti morfodinamici è notevolmente attenuata dalla presenza di strade,

edifici e reti di drenaggio delle acque meteoriche.

L’insenatura è impostata su una faglia (citata, il “corridoio di Monti”) la cui orientazione è

E/NE e O/SO, una piccola “fossa tettonica” che costituisce il prolungamento del bacino

Oschiri – Berchidda, tra i rilievi di Monte Ruiu e i rilevi a O-SO di Olbia a sua volta

comunicante con il bacino di Chilivani, e collegata alla Fossa Sarda; su questa faglia, si è

impostato gran parte del tratto finale dell’asse di drenaggio del fiume Padrogiano. Questa

fossa si è formata in seguito ai processi che hanno determinato l’attuale assetto

del settore costiero nord-orientale e causato lo sbandamento dei blocchi calcarei di

Tavolara e Capo Figari.

Durante le fasi interglaciali, nelle zone depresse si sono accumulati livelli sabbioso

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ghiaiosi, talora fossiliferi, di natura litorale, marina ed eolica, potenti anche più di 3

metri. Su questi depositi si sono successivamente depositati le sabbie limose delle alluvioni

deltizie dei corsi d’acqua, il più importante dei quali è il Padrogiano.

L’assetto morfologico dell’area è da ascriversi prevalentemente all’azione demolitrice ed

erosiva degli agenti atmosferici, più che a intensi processi di erosione e di sedimentazione,

infatti le rocce del substrato sono ricoperte da una coltre arenizzata autoctona di spessore

variabile da pochi decimetri a qualche metro e gli spessori di detrito di versante sono

mediamente bassi, nell’ordine di qualche decimetro. Solo localmente in corrispondenza dei

principali impluvi al limite con la rottura di pendenza del fondovalle, quest’ultimo può

raggiungere spessori intorno a 1,0 -1,5 m.

Gli agenti atmosferici rappresentano i più efficaci fattori di disgregazione della roccia sana,

determinando l’innesco di processi di alterazione chimica e degradazione fisica di media

intensità, in dipendenza dalle attuali condizioni morfoclimatiche.

Quanto invece agli agenti del modellamento terrestre, il più rilevante nell’area, sebbene

abbastanza rallentato dalla intensa urbanizzazione, è rappresentato dalla dinamica sui

versanti legata all’erosione ed al trasporto di suolo e detrito ad opera dell’acqua e della

gravità.

In generale è possibile affermare che i processi di movimentazione e trasporto lungo il

versante a monte della pista sono annullati dalla presenza dell’area antropizzata, la quale

impedisce completamente che eventuali fenomeni meteorologici di forte intensità possano

provocare dissesti o modificare gli equilibri morfodinamici dell’area oggetto del presente

studio.

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Tav. 4. Immagine satellitare dell’area oggetto dell’intervento e dell’area vasta

Area oggetto di indagine

5. PLUVIOMETRIA

Pur predominando lineamenti climatici tipicamente mediterraneo insulari, il clima assume

tuttavia caratteristiche di particolare mitezza dovute all’effetto termoregolatore del mare

ed all’azione mitigatrice dei venti che si succedono nelle varie stagioni.

Sostanzialmente trattasi di un clima bi stagionale; breve periodo invernale in cui si

concentrano gran parte delle precipitazioni ed una stagione caldo arida con forte deficit

idrico.

Le temperature medie annuali oscillano tra 16-19°C.

I venti sono frequenti con prevalenza dai quadranti occidentali con dominanza da Nord-

Ovest.

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Le precipitazioni sono concentrate nel periodo tardo autunno, inverno e inizio primavera.

Il totale delle precipitazioni medie annuali si aggira sui 500-600 mm.

Elaborazioni statistiche sulle serie storiche dei dati del pluviometro di Olbia

6. IDROGEOLOGIA

L’esame della rete idrografica del territorio oggetto di studio rivela come l’andamento e la

forma dell’alveo dei corsi d’acqua, risentano delle caratteristiche tettoniche e soprattutto

di quelle litologiche.

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Il controllo strutturale viene evidenziato da variazioni improvvise della direzione di

scorrimento di alcuni corsi d’acqua in corrispondenza di faglie tettoniche.

Inoltre i corsi d’acqua impostati su litotipi litoidi si presentano poco sviluppati e a basso

grado di gerarchizzazione, mentre quelli impostati sui depositi terrigeni, presentano

un reticolo più sviluppato ed una configurazione che possiamo definire dendritica.

I deflussi idrici sotterranei, dalle osservazioni compiute, sembrano avere in

generale le stesse direzioni di quelli superficiali: si ritiene cioè che bacino idrografico e

idrogeologico siano in linea di massima coincidenti.

Dal rilevamento idrogeologico è stato possibile distinguere le seguenti classi di

permeabilità:

- Terreni altamente permeabili, con un coefficiente K > 10 cm/sec., costituiti da coperture

alluvionali e detritiche sciolte localizzate lungo i corsi d’acqua, e nelle aree più

pianeggianti e depresse.

- Terreni scarsamente permeabili, con coefficiente K compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.

Appartengono a questa classe i vari tipi di graniti, le rocce del complesso migmatitico-

metamorfico fratturate ed i sabbioni da essi originati che interessano buona parte

dell’area d’intervento. Il loro grado di permeabilità è legato esclusivamente alla

fratturazione delle rocce ed al loro più o meno elevato grado di alterazione.

7. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DELL’AREA L’area in cui è prevista la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, si svilupperà all’interno

dell’agglomerato industriale e collegherà l’area relativa allo svincolo di Via dei Lidi e

un’area in prossimità dell’impianto di depurazione del Cipnes.

L’impianto fotovoltaico, denominato, sarà situato su pensiline che faranno da copertura

alla pista ciclabile stessa, prevedendo anche aree di sosta in cui ricaricare biciclette

elettriche e in cui posizionare le stesse dopo l’utilizzo, secondo la metodologia del bike

sharing.

Per classificare geomeccanicamente i terreni su cui verranno realizzate le opere, sono

state eseguite delle indagini geognostiche puntuali le quali hanno permesso di identificare

i parametri fisico-meccanici dei terreni al fine di determinare la compatibilità geologico-

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geotecnica degli stessi rispetto alle sollecitazioni che l’opera trasmetterà ai terreni di

fondazione.

Sono stati eseguiti n.6 pozzetti geognostici spinti fino alla profondità di 2,00 mt e n° 7

prove penetrometriche dinamiche.

I risultati dei pozzetti geognostici e delle prove penetrometriche sono illustrati nelle schede

stratigrafiche di seguito riportate, mentre la relativa ubicazione è indicata nella

planimetria allegata.

STRATIGRAFIA DEI TERRENI INDAGATI

Dall’analisi stratigrafica dei pozzetti geognostici eseguiti lungo il tracciato della pista

ciclabile prevista in progetto, emerge una sostanziale disomogeneità litostratigrafica dei

tratti Est e Ovest della pista rispetto al tratto centrale.

Infatti nei tratti Est e Ovest i terreni superficiali sono prevalentemente rappresentati da

coltri detritiche con clasti centimetrici eterogenici, ben arrotondati in matrice sabbioso

limosa.

Il tratto centrale della pista è rappresentato da sabbioni in debole matrice limosa originati

dall’alterazione del substrato granitico sottostante. All’interno dei sabbioni si rinvengono

sporadicamente trovanti granitici di dimensioni decimetriche.

Durante le indagini non è stata rinvenuta la presenza di falda acquifera in alcun pozzetto

geognostico.

RISULTATI DELLE PROVE PENETROMETRICHE

Dati tecnici del penetrometro dinamico

Il penetrometro dinamico usato durante l’esecuzione delle prove è un modello Penny 30

dotato di un motore a scoppio a 4 tempi, trasmissione meccanica tramite cavo flessibile,

frequenza di percussione max. 45 colpi/minuto (regolabile), altezza di caduta libera 20 cm,

peso maglio Kg 30, aste φ 2.2 cm (L = 100 cm con tacche di riferimento ogni 10 cm, peso

= 2.9 Kg), peso del gruppo maglio di 12.5 Kg.

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Elaborazione dei dati

I dati ottenuti durante le prove di campagna sono stati elaborati tramite la nota formula

degli Olandesi che permette di ricavare Rd (resistenza di rottura dinamica alla punta),

parametro caratteristico dello stato di addensamento di un terreno incoerente e della

consistenza di un terreno coesivo.

Formula degli Olandesi:

Rd = M2 x H = (Kg/cm2)

A x e x ( M + P + Pp)

Dove:

M = peso del maglio

H = altezza di caduta

A sezione della punta conica (10 cm2)

E = (10/N)* Cm ( con N corrispondente al n° dei colpi per ogni affossamento di 10 cm)

P = peso delle aste

Pp = peso del gruppo del maglio.

Per il calcolo del carico ammissibile (Qad) si divide il valore di Rd ottenuto per un

coefficiente di sicurezza variabile da 15-25:

Qad = Rd/15-25

In allegato vengono riportati gli elaborati per ogni singola prova, nei quali vengono

trascritti le specifiche tecniche dello strumento, la formula di calcolo (olandese) per i valori

di Rpd (resistenza alla punta dinamica) e il numero di colpi Ndp, nonché, i grafici relativi e

l’interpretazione per i singoli strati individuati.

Nella tabella successiva si riportano i valori di portanza espressi in Kg/cmq per ogni

singola prova, rapportati ad un coefficiente di sicurezza pari a 25.

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TABELLA PARAMETRI GEOTECNICI

PROVA PENETROMETRICA P1

Prova P1. Tabella valori di resistenza

Prova P1. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P1. Parametri geotecnici; valori normalizzati

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PROVA PENETROMETRICA P2

Prova P2. Tabella valori di resistenza

Prova P2. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P2. Parametri geotecnici; valori normalizzati

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PROVA PENETROMETRICA P3

Prova P3. Tabella valori di resistenza

Prova P3. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P3. Parametri geotecnici; valori normalizzati

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PROVA PENETROMETRICA P4

Prova P4. Tabella valori di resistenza

Prova P4. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P4. Parametri geotecnici; valori normalizzati

PROVA PENETROMETRICA P5

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Prova P5. Tabella valori di resistenza

Prova P5. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P5. Parametri geotecnici; valori normalizzati

PROVA PENETROMETRICA P6

Prova P6. Tabella valori di resistenza

Prova P6. Elaborazione statistica; valori normalizzati

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Prova P6. Parametri geotecnici; valori normalizzati

PROVA PENETROMETRICA P7

Prova P7. Tabella valori di resistenza

Prova P7. Elaborazione statistica; valori normalizzati

Prova P7. Parametri geotecnici; valori normalizzati

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Analizzando i risultati delle prove penetrometriche dinamiche, si riscontra una

disomogeneità dei principali valori geotecnici in differenti aree del percorso ciclabile.

Pertanto a fini cautelativi i calcoli della capacità portante terreno/fondazione sono stati

eseguiti considerando i valori più bassi rispetto al totale dei risultati ottenuti dalle varie

prove.

Ad ogni modo, nonostante la disomogeneità longitudinali e verticali riscontrate durante le

indagini, i parametri geotecnici in valore assoluto, mostrano che i terreni su cui verrà

realizzato l’impianto presentano delle caratteristiche decisamente buone sia in termini di

angolo di attrito interno Ф, che di densità relativa Dr.

Dal punto di vista granulometrico, tutti i terreni indagati presentano scheletro granulare,

con bassa presenza di matrice argillosa e assenza di saturazione idrica, pertanto possiamo

escludere che tali terreni possano subire fenomeni di cedimento in seguito alle trascurabili

pressioni che verranno trasmesse dall’opera in progetto.

PARAMETRI GEOTECNICI

Valori Dr (%) Ф (°) γ (t/mc)

Min 16.8 29.7 1.12

Med. 70 36.85 1.76

Max 100 42.7 2.30

8. CALCOLO DELLA CAPACITA’ PORTANTE

Per valutare la capacità portante terreno/fondazione il calcolo è stato eseguito prevedendo

che le pensiline fotovoltaiche trasferiscano i carichi al suolo attraverso plinti isolati a base

quadrata.

Al fine di consentire eventuali modifiche in fase esecutiva, i calcoli sono stati eseguiti

contemplando diverse dimensioni dei plinti di fondazione e differenti quote del piano di

sedime.

Ai fini della valutazione della capacità portante della fondazione è stato applicato il metodo di Terzaghi (1943). Il metodo consiste nella risoluzione della seguente relazione: qult = c Nc sc + γ D Nq + 0,5 γ B Nγ sγ dove:

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Nq = a/[2 cos2 (45 + ϕ/2)]

dove a = e0,75π − ϕ/2 tanϕ Nc = (Nq – 1) cot ϕ

Nγ = tan ϕ/2 [(Kpγ/cos2 ϕ) - 1]

dove il coefficiente Kpγ non è mai stato spiegato chiaramente dall'autore, per cui si è utilizzata una tabella di valori forniti dall'autore stesso • Fattori di forma s sono dipendenti dalle dimensioni L (lunghezza) e B (larghezza) della fondazione: per fondazioni nastriformi: sc = 1 sγ = 1 per fondazioni quadrate sc = 1,3 sγ = 0,8 Proposta n°1

(plinto a base quadrata 40 x 40 cm; piano di sedime -0.70 cm da p.c.)

Dati Lato minore della fondazione B 0,400 [m] Lato maggiore della fondazione L 0,400 [m] Profondità del piano di posa della fondazione D 0,700 [m] Peso di volume del terreno γ 1,120 [t] Angolo di attrito del terreno ϕ 29,700 [gradi] Coesione c 0,000 [t/mq] Aderenza alla base della fondazione c” 0,000 [t/mq] Componente orizzontale del carico trasmesso al terreno H 0,000 [t] Componente verticale del carico trasmesso al terreno V 0,000 [t] Angolo formato tra H e il lato maggiore della fondazione L θ 0,000 [gradi] Eccentricità del carico parallela a B e(B) 0,000 [m] Eccentricità del carico parallelo a L e(L) 0,000 [m] Angolo di inclinazione tra il piano di fondazione e l'orizzontale η 0,000 [gradi] Angolo di inclinazione del terreno β 0,000 [gradi] Profondità del livello di falda dal piano di fondazione Z 20,000 [m] Risultati Risolvendo il metodo sopra enunciato sulla base dei dati sopra elencati si può affermare che la capacità portante ultima di una fondazione siffatta nelle condizioni sopra descritte è pari a: qult = 20,602 [t/mq] Proposta n°2

(plinto a base quadrata 50 x 50 cm; piano di sedime -0.60 cm da p.c.)

Dati Lato minore della fondazione B 0,600 [m] Lato maggiore della fondazione L 0,500 [m] Profondità del piano di posa della fondazione D 0,500 [m] Peso di volume del terreno γ 1,120 [t] Angolo di attrito del terreno ϕ 29,700 [gradi] Coesione c 0,000 [t/mq] Aderenza alla base della fondazione c” 0,000 [t/mq]

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Dott. Geol. Alessio Arturo Doneddu Relazione Geologica Geotecnica e Idrogeologica

Componente orizzontale del carico trasmesso al terreno H 0,000 [t] Componente verticale del carico trasmesso al terreno V 0,000 [t] Angolo formato tra H e il lato maggiore della fondazione L θ 0,000 [gradi] Eccentricità del carico parallela a B e(B) 0,000 [m] Eccentricità del carico parallelo a L e(L) 0,000 [m] Angolo di inclinazione tra il piano di fondazione e l'orizzontale η 0,000 [gradi] Angolo di inclinazione del terreno β 0,000 [gradi] Profondità del livello di falda dal piano di fondazione Z 20,000 [m] Risultati Risolvendo il metodo sopra enunciato sulla base dei dati sopra elencati si può affermare che la capacità portante ultima di una fondazione siffatta nelle condizioni sopra descritte è pari a: qult = 18,688 [t/mq] Proposta n°3

(plinto a base quadrata 60 x 60 cm; piano di sedime -0.40 cm da p.c.)

Dati Lato minore della fondazione B 0,600 [m] Lato maggiore della fondazione L 0,600 [m] Profondità del piano di posa della fondazione D 0,400 [m] Peso di volume del terreno γ 1,120 [t] Angolo di attrito del terreno ϕ 29,700 [gradi] Coesione c 0,000 [t/mq] Aderenza alla base della fondazione c” 0,000 [t/mq] Componente orizzontale del carico trasmesso al terreno H 0,000 [t] Componente verticale del carico trasmesso al terreno V 0,000 [t] Angolo formato tra H e il lato maggiore della fondazione L θ 0,000 [gradi] Eccentricità del carico parallela a B e(B) 0,000 [m] Eccentricità del carico parallelo a L e(L) 0,000 [m] Angolo di inclinazione tra il piano di fondazione e l'orizzontale η 0,000 [gradi] Angolo di inclinazione del terreno β 0,000 [gradi] Profondità del livello di falda dal piano di fondazione Z 20,000 [m] Risultati Risolvendo il metodo sopra enunciato sulla base dei dati sopra elencati si può affermare che la capacità portante ultima di una fondazione siffatta nelle condizioni sopra descritte è pari a: qult = 14,951 [t/mq] Proposta n°4

(plinto a base quadrata 70 x 70 cm; piano di sedime -0.30 cm da p.c.)

Dati Lato minore della fondazione B 0,700 [m] Lato maggiore della fondazione L 0,700 [m] Profondità del piano di posa della fondazione D 0,300 [m]

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Peso di volume del terreno γ 1,120 [t] Angolo di attrito del terreno ϕ 29,700 [gradi] Coesione c 0,000 [t/mq] Aderenza alla base della fondazione c” 0,000 [t/mq] Componente orizzontale del carico trasmesso al terreno H 0,000 [t] Componente verticale del carico trasmesso al terreno V 0,000 [t] Angolo formato tra H e il lato maggiore della fondazione L θ 0,000 [gradi] Eccentricità del carico parallela a B e(B) 0,000 [m] Eccentricità del carico parallelo a L e(L) 0,000 [m] Angolo di inclinazione tra il piano di fondazione e l'orizzontale η 0,000 [gradi] Angolo di inclinazione del terreno β 0,000 [gradi] Profondità del livello di falda dal piano di fondazione Z 20,000 [m] Risultati Risolvendo il metodo sopra enunciato sulla base dei dati sopra elencati si può affermare che la capacità portante ultima di una fondazione siffatta nelle condizioni sopra descritte è pari a: qult = 13,352 [t/mq]

9. CONCLUSIONI Dalle indagini svolte per caratterizzare dal punto di vista geologico, geotecnico e

idrogeologico il sito in cui verrà realizzata l’opera ed un’area sufficientemente vasta, che

identifichi le peculiarità del territorio circostante, emerge che non esistono particolari

problematiche che possano invalidare la realizzazione del progetto.

Lo studio geologico ha permesso di stabilire:

I caratteri strutturali geometrici e sedimentologici dei terreni che verranno interessati dalla

realizzazione della pista ciclabile, con riferimento all’intero complesso geologico dell’area.

Lo studio geotecnico ha permesso di stabilire:

La piena compatibilità dei terreni rispetto alle tensioni che l’opera trasmetterà al terreno.

Nel caso specifico, il progetto prevede la realizzazione delle pensiline su plinti isolati a base

quadrata, i quali trasferiranno al terreno delle pressioni pienamente compatibili rispetto

alla capacità portante dei terreni di fondazione.

Sulla base delle caratteristiche granulometriche dei terreni di sedime è possibile affermare

che non esistono problemi di cedimento delle opere di fondazione.

Lo studio geomorfologico-idrogeologico ha permesso di stabilire:

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Le condizioni generali di stabilità dell’area;

La natura litologica e le prove effettuate in situ sui terreni rappresentativi dell’area,

consente di affermare che la realizzazione dell’opera non andrà ad interferire in alcun

modo con gli attuali equilibri morfo-dinamici del sito.

L’impossibilità di contatto anche accidentali, con falde acquifere superficiali.

Le considerazioni di tipo geologico, idrogeologico e ambientale sopra esposte

confermano la possibilità di realizzazione dell’opera in progetto.

IL PROFESSIONISTA

DOTT. GEOL. ALESSIO ARTURO DONEDDU