Comune di Cormons. Archivio storico - Appendici...

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Archivio storico del Comune di Cormòns A R C H I V I O S T O R I C O D E L C O M U N E D I C O R M O N S 1518-1847 Inventario a cura di Lucia Pillon 2005

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Archivio storico del Comune di Cormòns

A R C H I V I O S T O R I C O D E L C O M U N E D I C O R M O N S

1518-1847

Inventario

a cura di Lucia Pillon

2005

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Archivio storico del Comune di Cormòns

archivio 1

Archivio storico del Comune di Cormòns 1518 - 1847 250 unità archivistiche. 1277 - 1936 L’archivio del comune di Cormòns ha risentito di distruzioni e dispersioni tali che risulta difficile, al momento attuale, verificare l’effettiva consistenza della sua sezione storica. I documenti qui descritti probabilmente non costituiscono, di questa, che una parte. Si tratta di alcuni diplomi, dei 2 volumi che raccolgono gli atti del consiglio cittadino e di un fascio di scritture (240 documenti) la cui datazione è compresa tra il 1518, quando l’imperatore Massimiliano I. d’Asburgo emanava la patente di conferma dei cosiddetti ‘statuti’ cormonesi, e il 1847, anteriori pertanto alla sostituzione delle autorità locali con i nuovi organi dell’amministrazione entrata in vigore il 1° gennaio 1850. Il tutto fortunosamente scampato alla distruzione in quanto, avendo costituito l’oggetto degli studi eruditi di Costantino Cumano, finì con l’essere conservato separatamente dal resto dell’archivio e non ne subì, pertanto, le sorti. Qualora si considerino i documenti presenti solo in copia la datazione va però anticipata al 1277, mentre l’estremo cronologico finale sale al 1936 se si ritengono parte della raccolta anche 3 documenti ad essa pervenuti in seguito: l’autenticazione dello stemma cittadino del 1869, il diploma emanato dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I nel 1912 e il decreto del capo del Governo Benito Mussolini, del ’36, sempre riguardante lo stemma del comune. Se da un lato questa piccola porzione del fondo deve la salvezza all’intervento del Cumano, dall’altro (come poi si spiegherà meglio) ne risulta pesantemente condizionata: quello che è rimasto costituisce, infatti, una testimonianza più degli interessi e dei metodi dello studioso che della struttura originaria del fondo, che oggi risulta impossibile ricostruire, soprattutto in mancanza di altre carte. Prima dell’intervento di riordino i documenti, già sottoposti ad un accurato intervento di restauro, si trovavano disposti in contenitori di cartone e tela, fra i più idonei alla loro migliore conservazione. I diplomi in pergamena (alcuni danneggiati in maniera irreparabile a causa di una precedente esposizione nella sala del Consiglio comunale) erano separati dai documenti cartacei, che si trovavano in perfette condizioni d’ordine fisico (ciascuno era numerato e si trovava entro una copertina di carta-barriera), ma in uno stato di totale disordine dal punto di vista logico: ogni nesso originariamente esistente tra le carte risultava sconvolto. Era un disordine derivante, in primo luogo, dallo stesso intervento del Cumano, che nella maggior parte dei casi aveva disgiunto i documenti dai propri allegati. Per esempio, in presenza delle numerose istanze con cui le autorità cormonesi sollecitavano il mantenimento dei propri statuti accompagnando le proprie richieste con copie ed estratti di procedimenti, che precedentemente ne avevano riconosciuto la fondatezza, o di antiche conferme, il Cumano aveva eletto queste ultime a far parte della propria raccolta e le aveva separate dai documenti cui erano originariamente allegate e che finirono con l’essere comunque conservati, ma all’interno di una caotica miscellanea. Anni di abbandono, consultazioni non controllate e un intervento di restauro effettuato a prescindere dal riordino avevano fatto il resto. Si è resa necessaria, in primo luogo, un’accurata schedatura delle singole unità documentarie, comprensiva dell’accertamento dell’esistenza di eventuali allegati, che in alcuni casi si è riusciti felicemente a ricondurre alle unità. Nei casi in cui questi fossero stati compresi nella raccolta del Cumano, sono stati mantenuti nella posizione loro attribuita dallo studioso, dando notizia dei nessi originari mediante note di rinvio. Si è quindi ricostituita, da un lato, la raccolta del Cumano e, dall’altro, si è cercato, sempre ricorrendo all’analisi delle note tergali eventualmente presenti e dei caratteri estrinseci dei documenti, di ricomporre le unità archivistiche che risultavano disperse all’interno della miscellanea. Questo tentativo non è sempre stato coronato dal successo: rimane una cospicua sezione miscellanea, composta di 45 unità documentarie, dal 1569 al 1847, cui si è riusciti ad attribuire solo un ordine cronologico.

PRODUZIONE

Cormòns, comune Cormòns sorge ai piedi del monte Quarin (267 m), dove l’ondulata regione del Collio

incontra la pianura, in un’area probabilmente abitata sin dal tardo Neolitico. Il nome dell’insediamento rimanda a origini celtiche e, testimoniato dalle fonti dal sec. VII d.C., pare ben attestato, perché si conservò quando, dopo la deduzione della colonia di Aquileia nel 181 a.C., il sito ricadde sotto il dominio romano, collocandosi ai margini dei territori ridotti ad agro coltivato secondo il sistema della centuriazione. La presenza del Quarin gli attribuiva un’importanza strategica, in quanto dall’altura si dominavano il tracciato dell’importante arteria consolare che, attraverso la valle del Vipacco, collegava Aquileia a Lubiana (Emona) e quello della strada per Cividale (Forum Iulii). Considerata questa sua valenza di osservatorio la sommità del monte, fortificata, fu inserita nel sistema difensivo voluto nel II secolo d.C. a fronteggiare le invasioni di

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Quadi e Marcomanni. Quando l’area nord-orientale della penisola fu interessata dalla conquista longobarda (568-569), la rocca sul Quarin divenne parte del complesso di castelli e luoghi fortificati disposto dai Longobardi per difendere la pianura friulana dalle invasioni provenienti da oriente, quale fu quella degli Avari, all’inizio del VII secolo. Cormòns non fu devastata dalla loro calata al pari di Cividale. Non lontana da Aquileia e, pur essendo inserita in territorio longobardo, distinta dalla sede del potere politico, divenne sede patriarcale durante lo scisma dei Tre Capitoli. Dal 628 al 737 ospitò, traendone prestigio, il patriarca schierato su posizioni fedeli, in merito alla disputa teologica sulla natura del Cristo, ai pronunciamenti del concilio di Calcedonia (451). L’altro patriarca, che si richiamava al concilio che si era tenuto a Costantinopoli, nel 553, sotto la supervisione dell’imperatore bizantino, rimase a Grado. Superato lo scisma verso la fine del VII secolo, e definiti i territori di sovranità bizantina e longobarda, la sede patriarcale fu trasferita, agli inizi del secolo VIII, a Cividale. Cormòns, di cui il castello sul Quarin fu probabilmente risparmiato dalle scorrerie degli Ungari, tra IX e X secolo, partecipò del processo di consolidamento del potere dei patriarchi aquileiesi - processo avviato dagli Ottoni mediante la donazione della località, sottostante il castello, di Intercisas, trasferita nel 964 dall’imperatore Ottone I al patriarca Rodoaldo. Quando, con il privilegio del 1077, l’autorità patriarcale sopravanzò quella del conte del Friuli, destinatario nell’autunno del 1001 del diploma avente per oggetto la metà di Salcano e Gorizia (l’altra metà era stata assegnata al patriarca, con il diploma del 28 aprile 1001), e quando comparvero in qualità di avvocati dei patriarchi aquileiesi i conti di Gorizia (gli Eppenstein nei documenti emanati a partire dagli anni Sessanta del secolo XI, dalla metà del secolo XII la casata di Lurn e Pusteria), tra questi e i patriarchi si generarono contese finalizzate, in ultima analisi, a stabilire quale delle due parti avesse maggiore peso politico. Per la sua posizione di cerniera tra i due domini, allora aspiranti entrambi a un ruolo egemone, Cormòns fu oggetto di conflitto. All’accordo di S. Quirino che, stipulato il 27 gennaio 1202 presso l’omonima chiesa, posta nelle vicinanze di Cormòns, aveva riconosciuto la sovranità dei conti su tutti i possedimenti finora più o meno lecitamente acquisiti, seguirono più di quarant’anni d’intesa tra i Goriziani e il patriarcato. Alla metà del Duecento, mutata la posizione di quest’ultimo all’interno della contrapposizione tra guelfi e ghibellini, si accese la contesa per il possesso del castello di Cormòns, teoricamente di proprietà patriarcale, di fatto occupato dal conte di Gorizia. La questione fu oggetto di azioni militari e trattative diplomatiche, fino all’accordo cui le due parti pervennero a Cividale nel 1260, quando la rocca di Cormòns, pur spettante ai Goriziani e destinata a ritornare in loro possesso, fu destinata a Gregorio di Montelongo vita sua durante. Sia la stipulazione della pace di Pinguente (1264) con le successive trattative, sia il mutamento della linea politica del conte Alberto II, divenuta più aggressiva dopo una prima divisione dei possedimenti goriziani nel 1267, lasciarono immutato tale accordo. La morte di Gregorio di Montelongo, nel 1269, lo riportò in causa. Il lungo periodo di vacanza della sede aquileiese, concluso nel 1274 con l’ingresso in Friuli del candidato di nomina pontificia, Raimondo Della Torre, appartenente ad una famiglia lombarda di tradizione guelfa, quindi il coinvolgimento di lui nella guerra contro i Visconti, in Lombardia, ne ritardarono però la soluzione. Nonostante una ripresa delle trattative nel maggio 1277, appena il 19 marzo 1281 si pervenne, per dirimere la questione, alla nomina di due arbitri: il conte del Tirolo Mainardo e Gerardo da Camino. A pochi giorni di distanza essi stabilirono, a Cividale, la cessazione dello scontro, il deposito di tutta la documentazione relativa presso il da Camino quindi, qualora si fosse mantenuta la pace per 5 anni, il definitivo passaggio di Cormòns, con la restituzione degli atti, al conte di Gorizia. Il che avvenne, sempre a Cividale, il 3 giugno 1286. Cormòns appartenne da allora alla contea. Meglio definita, territorialmente, dopo la divisione del 1271 tra i fratelli Alberto II e Mainardo IV (II) di Tirolo-Gorizia, e di notevole valore strategico, questa usciva rafforzata dalla serie di contrasti che, come tutti gli scontri locali del XIII secolo, si possono ricondurre al conflitto tra il potere imperiale e quello papale per il predominio sulla penisola. Alla fine del secolo, invece, dopo l’elezione al trono imperiale di Rodolfo d’Asburgo (1273), non ostile al potere papale e l’affermarsi dell’egemonia francese sul papato, il patriarcato di Aquileia appariva decaduto dal proprio ruolo chiave. Il quadro politico, con Cormòns stabilmente appartenente alla contea goriziana e, in quanto tale, oggetto di azioni interne alle guerre che durante il Trecento continuarono a

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vedere contrapposti i conti al patriarca, mutò dopo la conquista del patriarcato aquileiese da parte della Serenissima, nel 1420. Venezia si considerò da subito sovrana immediata dei conti di Gorizia per le terre che questi tenevano in feudo dal patriarcato, al di qua delle Alpi. Poco sensibile agli inizi del Quattrocento, mentre gli schieramenti politici erano ancora fluidi, il peso di tale subordinazione si fece più grave dagli anni Settanta del medesimo secolo quando, in una situazione resa instabile dalla minaccia turca dopo la conquista di Costantinopoli (1453), l’affermarsi di potenze quali Venezia, gli Asburgo e l’Ungheria avvenne a scapito delle piccole signorie patrimoniali. Decisa a detenere il controllo della coalizione anti-ottomana a fronte dell’emergente Ungheria, Venezia cercò l’alleanza con gli Asburgo e con i conti di Gorizia. La costruzione della fortezza di Gradisca con un sistema di fortificazioni lungo il basso Isonzo, all’interno del territorio goriziano, che la Serenissima reputava un proprio feudo, determinò, invece, il riavvicinamento all’imperatore del conte di Gorizia, formalmente sancito nel 1471 dalla sua inclusione nel novero dei principi dell’Impero. Stipulato nel 1479 un accordo con il Sultano, così da allontanare per un ventennio il pericolo di incursioni turche nel Friuli veneto, Venezia trovò negli Asburgo, che dovevano difendersi dagli attacchi di Mattia Corvino, un alleato contro l’Ungheria, e immaginò la spartizione della contea, da attuarsi alla morte dell’ultimo esponente della casata, Leonardo. La morte del Corvino, nel 1490, e il consolidamento della dinastia asburgica avviato da Massimiliano, futuro imperatore, mutarono i presupposti del progetto: nelle trattative con Venezia gli Asburgo si trovavano ora in una posizione di vantaggio e potevano aspirare all’acquisizione dell’intera contea goriziana, il che fu ottenuto con la stipulazione del patto dinastico secondo cui alla morte di Leonardo questa sarebbe passata agli Asburgo. Al loro dominio Cormòns pervenne già nel 1497 quando, con un atto decisivo ai fini della futura successione, Massimiliano d’Asburgo e Leonardo di Gorizia permutarono alcuni castelli situati in territori austriaci con altri, goriziani, collocati in Friuli. Cormòns si trovò così a essere coinvolta nella definizione dei confini tra Venezia e l’Impero prima dell’acquisizione della contea da parte degli Asburgo. Tale assoggettamento avvenne senza difficoltà dopo la morte del conte di Gorizia, il 12 aprile 1500, ma ne fu immediato effetto l’esplodere dello scontro con Venezia, all’interno di quel campo di prova che, per la definizione degli equilibri politici europei, costituirono le guerre d’Italia. Degli stati della penisola la Repubblica era stata l’unica ad aver tratto profitto, ai fini della propria espansione, dalla prima fase dei conflitti. Anche la decisione di Massimiliano d’Asburgo di sferrarle autonomamente l’attacco, scendendo attraverso il Brennero nel 1508 e prendendo l’altopiano d’Asiago e il Cadore, si era tradotta, per la Serenissima, in un successo: entro la primavera dello stesso anno era riuscita a respingerlo dai propri territori e a togliergli Gorizia, Trieste e Fiume. Lo straordinario schieramento di forze prodotto, contro Venezia, dalla lega di Cambray e la vittoria della coalizione nella battaglia d’Agnadello (1509) portarono però allo sgombero dei territori di recente conquista, come alla perdita della quasi totalità dei suoi possessi in terraferma. Solo il brusco rovesciamento delle alleanze del 1510 la salvò dal crollo. La guerra, cui si intrecciarono conflitti locali (così quelli di Cormòns, ripetutamente perduta e ripresa, con Cividale e con Cervignano) continuò nella regione fino al 1514. Nel marzo di quell’anno il comandante delle truppe imperiali Cristoforo Frangipane ordinò la demolizione del castello e del borgo murato sul Quarin, già gravemente danneggiati. Si trasferirono allora nel villaggio quanti dal fatto di aver abitato il borgo, in qualità di beneficiari dei cosiddetti ‘feudi d’abitanza’, facevano discendere la propria condizione di nobili. La pace di Noyon, nel 1516, e quella di Worms, tra l’Impero e la repubblica di Venezia, nel 1521, posero un termine al conflitto. Rimase irrisolta, tra le due potenze, la questione dei confini tortuosi e di una continuità territoriale compromessa dalla presenza, nei rispettivi possessi, di enclaves straniere: numerose isole austriache nel dominio veneto e la veneziana Monfalcone in territorio asburgico, con l’aggravante delle prerogative che i sudditi veneti, enti ecclesistici e nobili, mantenevano nelle zone passate agli Asburgo. Nonostante ripetute trattative, l’operato di una commissione arbitrale riunita e Trento dal 1533 al ‘35 e quello di commissioni bilaterali operanti dal 1564 al 1585, la linea del confine continuò a costituire un oggetto di contesa fino al 1756. Conseguentemente ai processi di organizzazione amministrativa e integrazione dei territori goriziani al complesso statuale asburgico, Cormòns venne a costituire uno dei capitanati in cui la contea fu suddivisa nel Cinquecento, in maniera che riassorbiva il

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sistema di borghi e castelli già esistente nel periodo comitale, e si vide confermare dall’imperatore Massimiliano i diritti di mercato già concessi dai conti e la serie dei provvedimenti precedentemente assunti a varie riprese dall’assemblea dei capifamiglia (vicinia) e impropriamente definiti ‘statuti’. All’interno del dualismo che caratterizzava la contea, ruotante intorno ai due poli di Gorizia e Gradisca, Cormòns fece capo a Gorizia, sede del governo provinciale, retto dal capitano, rappresentante diretto dell’autorità sovrana, coadiuvato da luogotenente, cancelliere e magistrato fiscale, come degli Stati provinciali, organismo di autogoverno e di rappresentanza dei ceti (Stände), e del tribunale privilegiato per i nobili. Così dotata di amministrazione autonoma, la contea, già dichiarata provincia unita ai ducati di Stiria, Carinzia e Carniola, fu assoggettata all’Austria Interiore, retta da un governo (Innerösterreichische Regierung) e da una Camera (Innerösterreichische Hofkammer) competente sull’erario, dotati dal 1564 al 1619 di larga autonomia da Vienna e stabiliti a Graz, dove entrambi gli uffici rimasero finché non li soppresse, alla metà del Settecento, l’imperatrice Maria Teresa. Come gli altri capitanati sottoposti a Gorizia (Reifenberg, Schwarzenberg, sul Carso, e Tolmino), Cormòns fu ritenuta «possesso camerale» e in quanto tale ceduto a una famiglia nobiliare, in cambio del versamento all’erario di una somma calcolata sulla base della media delle entrate garantite. La concessione aveva carattere feudale (era tale cioè da comportare, per il beneficiario, diritti sul territorio e sulla popolazione) e permetteva a un tempo, accanto al vantaggio economico, di snellire la struttura amministrativa e garantire le prerogative della nobiltà. Per i possessi del Carso e nella parte settentrionale della contea fu preferita la forma della signoria che, distinta da un nesso molto stretto tra gestione della terra ed esercizio dell’amministrazione, assicurava larghe prerogative sul territorio e un vasto potere su suoi abitanti non nobili. Per Cormòns si scelse l’istituto della semplice giurisdizione, secondo cui competevano al beneficiario funzioni amministrative e di foro del primo grado della giustizia civile. La giurisdizione fu ceduta nel 1528 a Nicolò Della Torre. La condotta imperiosa del successore Raimondo, incurante dei privilegi autonomistici della comunità come della particolare condizione dei «nobili di castello», eredi degli antichi abitatori del borgo murato sul Quarin, accese violente tensioni e lotte di fazione. Il giurisdicente, tuttavia, anche se a tratti ripreso con disposizioni arciducali, il 5 marzo 1604 si vide investito dall’arciduca Ferdinando d’Asburgo della seconda istanza nelle cause, del diritto alla nomina del cancelliere e dell’autorità sui nobili locali. La convenzione del 27 luglio 1623 segnò un ulteriore, decisivo ampliamento delle sue prerogative, in maniera coerente alla linea politica adottata dalla casa d’Austria, decisa a ridurre i margini di autogoverno delle comunità rurali per ampliare e consolidare, anche in funzione delle proprie aumentate necessità finanziarie, il sistema delle giurisdizioni. I disordini e gli episodi di fazione più sopra citati, degenerati in una faida che coinvolse buona parte della nobiltà goriziana, nascevano dalla latitanza del potere centrale e da generali condizioni di incertezza del diritto e inadeguatezza della pubblica amministrazione locale, con conseguente degrado dell’ordine pubblico. I venti mesi di una durissima guerra di posizione combattuta in regione tra le forze arciducali e Venezia, dal 1615 al 1617, non poterono che aggravarli. Durante il conflitto, noto come guerra di Gradisca o degli uscocchi (al conflitto, infatti, Venezia era stata costretta dalla necessità di difendere i propri traffici nell’Adriatico, che considerava proprio mare territoriale, dalle insidie dei pirati cristiani, gli uscocchi, protetti dall’Austria), passarono in mano veneta i territori posti alla destra dell’Isonzo. Fu un’occupazione, per altro esercitata con durezza, che Cormòns accolse senza resistenze, in quanto essa si sostituiva al dominio dei giurisdicenti Della Torre. Riassegnata agli Asburgo nel 1617, la stabilizzazione dei rapporti tra la Serenissima e gli Asburgo successiva al conflitto giocò a suo vantaggio. Ricaduta com’era nelle immediate vicinanze del confine, che fu tracciato, appunto, tra Cormòns e Brazzano, basò la propria economia su commerci e piccoli traffici, divenendo centro di attività artigiane e punto di incontro dei mercanti veneti con quelli operanti nelle contee o provenienti dalla Carniola (attuale Slovenia). Durante il Settecento, processi di espansione urbanistica ne rispecchiarono la crescita economica. Dalla metà di quel secolo il particolarismo di un’amministrazione esercitata da Stati provinciali, signori e giurisdicenti locali fu corretto dalle riforme teresiane. Nel 1754 il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, composto da funzionari di nomina regia che, comunque scelti tra i nobili, svolgevano anche funzioni di tribunale d’appello, divenne il principale organo di governo della regione. Uffici

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dipendenti dal sovrano, con funzioni di raccordo con le giurisdizioni, furono istituiti anche a livello intermedio e affidati alla direzione di un capitano circolare. Nelle contee tali Uffici circolari, inizialmente attivi a Gorizia e a Gradisca, furono nel 1754 ridotti a uno che, con sede a Gorizia, operò congiuntamente a un Ufficio fiscale e, dal 1791, ad una neoistituita Direzione di polizia. Era stato intanto avviato dall’imperatore Giuseppe II, nel 1788, un processo di concentrazione mirante sopprimere le giurisdizioni minori e a inserire gradualmente le rimanenti (fra cui quella di Cormòns) in un sistema d’amministrazione diretta dello Stato. Il controllo sulle attività economiche, settore in cui lo Stato ebbe un ruolo centrale, era affidato ad un Magistrato commerciale istituito nel 1756 e che, mutata la propria denominazione prima in Consesso (1764), poi in Commissione commerciale (1772), fu soppresso nel 1776, quando le sue funzioni furono temporaneamente assorbite dal Consiglio capitaniale. Questo fu abolito nel 1783 quando, conseguentemente ai processi di centralizzazione introdotti dalle riforme giuseppine, nella prospettiva di un definitivo esautoramento degli Stati provinciali, le contee di Gorizia e Gradisca furono incorporate nel Governo per il Litorale in Trieste. Ripristinato nel 1791, il Consiglio capitaniale fu definitivamente soppresso nel 1803 e sostituito da un Capitanato circolare. Dopo la dominazione francese, durante la quale i territori situati ad occidente dell’Isonzo furono annessi al Regno d’Italia napoleonico e appartennero al dipartimento di Passariano, con capoluogo Udine, nel 1814 fu ripristinata la ripartizione dei circoli. Nel novembre dello stesso anno Cormòns fu assegnata al Capitanato circolare di Gorizia. Soppresse nel 1860 le autorità circolari, a Cormòns divenne operante una Pretura mista, rimpiazzata nel 1868, per dare attuazione al principio costituzionale della separazione dei poteri esecutivo e giudiziario, da un Giudizio distrettuale, competente ai soli fini dell’amministrazione della giustizia. Si trovava in tal modo a partecipare di una struttura istituzionale comune ormai a tutti i territori dell’Impero e comprendente al livello più basso il comune poi, appunto, il distretto giudiziario; più distretti giudiziari formavano un distretto politico, dipendente da un Capitanato distrettuale che aveva sede nel capoluogo; più distretti politici costituivano la provincia, nel cui capoluogo risiedevano gli organi dell’amministrazione provinciale autonoma (Dieta e Giunta, presiedute da un Capitano provinciale) e diverse autorità dello Stato, fra cui il massimo fra gli organi periferici del potere esecutivo, la Luogotenenza. Per il Litorale, cui la piccola contea goriziana faceva capo, questa aveva sede a Trieste. Durante l’Ottocento Cormòns fu fiorente mercato, naturale sbocco della produzione ortofrutticola del Collio. L’armistizio conclusivo della terza guerra d’indipendenza italiana, firmato proprio a Cormòns il 12 agosto 1866, fissò il confine con il Regno d’Italia al fiume Judrio. Cormòns rimase all’Austria. Alla conclusione della Grande Guerra (le ostilità con il Regno d’Italia ebbero inizio, la notte del 24 maggio 1915, proprio con una scaramuccia presso il ponte sul Judrio) Cormòns fu assegnata all’Italia. L’abitato e le campagne circostanti, come i frutteti e i vigneti del Collio, erano stati gravemente danneggiati dai bombardamenti. Le funzioni di mercato di Cormòns furono sminuite dalla determinazione del confine successivo alla seconda guerra mondiale, perché buona parte del suo bacino passò alla Jugoslavia. Oggi è centro la cui economia è basata sulla vitivinicoltura, sulla piccola e media industria, in particolare del mobile e del legno (che discende da lavorazioni artigianali qui ben attestate sin dal Settecento), su commercio e turismo.

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Raccolta Costantino Cumano

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parte 2

Raccolta Costantino Cumano 1277 - 1829 94 unità documentarie. Si tratta di unità documentarie, originali e copie, individuate da Costantino Cumano nell’archivio comunale di Cormòns - ma alcuni documenti provengono anche da altri archivi locali - e utilizzati ai fini dell’edizione dai Vecchi ricordi cormonesi (Trieste 1868). A una serie di singoli documenti ordinati cronologicamente si aggiungono i materiali che lo stesso Cumano dispose in 5 fascicoli: il primo relativo ai diplomi con cui, com’è noto, gli imperatori avevano riconosciuto i privilegi della comunità; i 2 seguenti contenenti rispettivamente copie autenticate e copie semplici, sunti, traduzioni dei medesimi diplomi; gli ultimi 2 riguardanti l’alienazione di beni comuni e l’attività feneratizia degli ebrei, questioni variamente interconnesse e riconducibili al progetto d’istituzione, in Cormòns, di un Monte di pietà.

PRODUZIONE

Cumano Costantino (1811/04/15 - 1873/12/18 †) Autore della raccolta. Nato a Trieste, nel 1811, dal medico veneziano Gian Paolo,

originario di Candia, e da Antonia Perusini, C.C. studiò presso il collegio di Sant’Anastasia, in Verona e frequentò la facoltà di medicina presso le università di Pavia e di Padova, dove si laureò nel 1842. Successo al padre nella professione, divenne primario chirurgo all’ospedale civico di Trieste. Prestò più volte la propria opera in forma disinteressata: a Praga, durante l’epidemia di colera del 1830, quando ancora era studente; a Faro d’Algarve (Portogallo), dove si trasferì presso il fratello nel 1865, dopo la morte dell’unico figlio maschio, e aprì un ambulatorio gratuito; infine, dal 1868, a Cormòns. Qui, ove possedeva una villa e terre provenienti dall’eredità materna, morì nel 1873. La sua buona fama di medico s’intreccia a quella di collezionista - raccolse monete, edizioni, opere d’arte che alla sua morte furono acquisite dal comune di Trieste - oltre che di cultore di studi storici e letterari. Parte del circolo riunitosi intorno alla rivista «La Favilla», fu socio della Società di Minerva e conservatore, nel 1862, dell’Archivio diplomatico annesso alla Biblioteca civica triestina. La collaborazione con Pietro Kandler (1804-1872), per la cui rivista, «L’Istria», redasse numerosi articoli, oltre a fornirgli documentazione utile al Codice diplomatico istriano, monumentale opera dell’erudito triestino, edita dal 1862 al 1865, non si limitò al campo culturale, ma fu estesa alla politica. Partecipò ai moti del 1848 e fu eletto sostituto del Kandler, che ne era il presidente, all’interno della moderata Società dei Triestini, contraria al progetto di una Confederazione germanica, di cui Trieste sarebbe stata il porto meridionale e che implicava il predominio austriaco sulla penisola. Per sfuggire alla reazione, partì nel ‘49 per la Grecia e dimorò ad Atene per circa un anno poi, nel ‘50, si ritirò a Cormòns, dedicandosi ai suoi studi, alle sue raccolte e alla cura delle proprie terre, in cui introdusse nuove culture viticole. Tornato alla politica nel 1859, allo scoppio della guerra fu considerato promotore di attività antigovernative, trasferito a Trieste, imputato di altro tradimento e confinato a Graz. Dopo 4 mesi, liberato alla stipulazione dell’armistizio, potè ritornare a Trieste. Qui, dopo la concessione delle libertà costituzionali, fu eletto a far parte del nuovo Consiglio comunale, di cui divenne vicepresidente. Partecipò a numerose commissioni (Istruzione e culto, Ospedali, Igiene, Mercati, Monte di pietà), sostenne l’intervento di Trieste all’impresa per la costruzione del canale di Suez e l’adozione dell’italiano quale unica lingua d’istruzione nelle scuole comunali, questione per cui il Consiglio comunale triestino, che dell’insegnamento in lingua italiana e dell’istituzione di un ginnasio italiano si era fatto promotore, fu sciolto d’autorità nel 1862. Intrattenne in quegli stessi anni rapporti cordiali con Massimiliano d’Asburgo, che tentò di dissuadere dall’impresa del Messico, conclusasi nel 1867 con la morte dell’arciduca.La sua morte nel 1873, a Cormòns - di cui aveva studiato la storia pubblicando, in vecchiaia, i Vecchi ricordi cormonesi - fu celebrata a Trieste con solenni esequie. A Faro, in Portogallo, a ricordo del suo impegno disinteressato, gli fu eretto un monumento.

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Vecchi documenti cormonesi dell'Archivio municipale

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serie 3

Vecchi documenti cormonesi dell’Archivio municipale 1277 - 1829 57 unità documentarie. La serie riunisce i documenti già raccolti - come si è detto - dal Cumano, che li ordinò cronologicamente e li dispose, insieme a trascritti di scritture da lui reperite presso altri archivi, entro camicie o fascette in carta forte, su cui segnò data e regesto dei documenti contenuti, talvolta aggiungendo annotazioni ulteriori Reperito e, all’atto del riordino, collocato in testa alla serie il cartiglio con l’intitolazione originale: «Vecchi Documenti Cormonesi dell’Archivio Municipale - ordinati, ed aumentati dal Dottor Costantino Cumano. Marzo 1868». Seguono i documenti, di cui è stato ricostituito l’ordine cronologico già attribuito dall’autore. Nell’inventario è stata riportata, quale intitolazione dei singoli documenti, quella assegnata dallo studioso. Schede dattiloscritte e fotocopie allegate a corredo in tempi recenti sono state condizionate in apposito cartolare, segnalandone l’esistenza in calce alle descrizioni inventariali. 1 1277 ago. ? 4

1277 - Agosto. Lettera del conte Alberto di Gorizia a Raimondo patriarca circa il castello di Cormons. Copia dall’O.F.I. di mons. Guerra e dell’abate Bianchi

1863

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.270x225).

Trascritto di Costantino Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Copia dall’O.F.I. di monsignor Guerra - e dell’abate Bianchi». Il conte Alberto II di Gorizia risponde al patriarca di Aquileia Raimondo Della Torre, che lo invitava a comparire alla sua presenza per giustificare l’avvenuta occupazione dei castelli di Cormons e Ortenburg (Hartperch), scusandosi per non essere comparso entro il termine prescritto e affermando che il secondo dei due castelli occupati non consiste che in una piccola stanza riscaldata («stupula») abitata da alcune vecchie. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.65). 2 1277 ago.27 5

Anno 1277. 27 agosto - Cividale. Risposta del patriarca Raimondo alla lettera precedente del conte Alberto di Gorizia (...)

[1863]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.335x225).

Trascritto di Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Dalla Biblioteca Arcivescovile di Udine». Il patriarca di Aquileia Raimondo Della Torre, rispondendo a questioni postegli dai messi del conte Alberto II di Gorizia, Enrico da Lienz e Francesco, notaio di Gorizia, anche in merito ai castelli di Cormòns e Ortenburg (Hartperch), stabilisce i termini di un incontro con il conte di Gorizia e annuncia di volersi accertare, mediante un proprio inviato, delle condizioni del castello di Asperch (Hartperch). Come il precedente, il documento si colloca nel periodo di ripresa delle trattative tra il patriarca di Aquileia e il conte di Gorizia per la definizione del possesso di Cormòns, assegnato nel 1286 ai Goriziani. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.63).

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3 1288 set.26 6

Anno 1288. Cormons. Conte Alberto di Gorizia permette ad Odorlico e fratelli di Schönumberg la vendita di due mansi in Supan

1863

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.340x227).

Trascritto di Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Da pergamena originale N. 257 B dell’Archivio Capitolare di Cividale». Il conte Alberto II di Gorizia consente a Odorlico e fratelli di Schönumberg di vendere due masi siti in Susàns e condotti da Pietro e Bruno a qualsiasi condizione e a qualsiasi persona, tanto del clero che della ministerialità aquileiese. Il documento è redatto nella «villa» di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.67). 4 1324 lug.2 7

Anno 1324. 2 luglio - Cividale [1863]

Doc. cartaceo (mm.350x230) di carte 2.

Trascritto di Cumano, che aggiunge annotazioni su documenti riguardanti lo stemma di Jacopo da Cormòns (1324) e la concessione del feudo di Forame dal patriarca di Aquileia Pagano della Torre ai figli del medesimo Jacopo, Ardimanus e Ossalcus (1328). Una nota del Cumano ne segnala la fonte «Dal Bianchi, Documenti storici del Friuli, ove puossi leggere per intero» Convocati quali testimoni alla presenza di Saglino da Parma, gastaldo di Cividale e sedente in giudizio, Jacopo da Cormòns, Enrico de Oleis, Ardimanus e Tommasino da Villesse, abitanti in Trussio e Giovanni del fu Covatus da Cividale forniscono una deposizione giurata riguardante l’insegna propria della casa di Villesse e portata da Enrico, defunto padre di Jacopo da Cormòns, da Tommasino, defunto padre di detto Ardimanus da Villesse e dal defunto Covatus da Cividale. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.14). 5 1335 apr.21 8

Anno 1335. 24 aprile - Cormons in Castro. Annullazione e rinnovazione d’istrumento, onde consta che il milite Jacopo di Cormons avea comperato da Merclino del fu Enrico di Flojana alcune terre nelle ville di Ragolano e di Cusano nel Coglio

[1863]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.288x213).

Trascritto di C. Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Da pergamena originale del Civico Museo di Udine». Jacopo da Cormons conferma la validità della vendita di due mansi, siti rispettivamente nelle «villae» di Ragolanus (Vrhovlje pri Kojskem ?) e di Cosana (Kozana) nel Collio, effettuata da Merclinus del fu Enrico di Floyana in base al documento redatto dal notaio Stefano da Cividale e in seguito annullata. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.69-70).

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6 1350 giu.11 9

Anno 1350. 11 luglio - Cormons. Mainardo conte di Gorizia dà salvacondotto agli ambasciatori udinesi che venissero a lui a Cormons

1863

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.246x225).

Trascritto di Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Dagli Annali Udinesi della raccolta Fabrizi» e in calce «Ex Annales Civitatis Utini Tomo I. a c. 255, 258, 259 Raccolta Fabrizi». A penna una mano moderna (G. B. Falzari) ha corretto la datazione da «luglio» a «giugno». Il conte Mainardo VII di Gorizia dà salvacondotto agli ambasciatori della terra di Udine che lo raggiungeranno a Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.71). 7 1431 giu.22 10

Anno 1431 22 Giugno - Udine. Sentenza in materia di confini tra Cormons e Brazzano

1863 ago.3

Doc. cartaceo (mm.332x212) di carte 4.

Trascritto di Cumano, che sulla camicia aggiunge all’intitolazione «Da pergamena dell’Archivio parrocchiale». In calce il medesimo riproduce il S.T. del notaio Giuseppe Eliteo Onorati del fu ser Giovanni Leonardo a Cimatoribus da Spilimbergo, infine annota «Copiato esattamente di mia propria mano dalla pergamena esistente nell’Archivio parrocchiale di Cormons. le cancellature alla seconda facciata, ed alcuni pentimenti son pur di mio pugno». Guido de Alano da Treviso, vicario generale del Dominio veneto, su istanza di Giuliano da Firenze, dottore in legge e sindaco sostituto della comunità di Brazzano, determina i confini tra le «ville» di Brazzano, Cormòns e Fleana. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.73-75). Riproduzioni in: fotocopia (segno tabellionale). 8 1470 gen.13 11

Anno 1470. 13 gennaio - Gorizia. Febo della Torre per Leonardo conte di Gorizia proibisce il pascolo di pecore nei comunali di Cormons e di altre ville

[1791]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.287x202) di carte 2; numerazione successiva per carte (58-59).

Traduzione in lingua italiana di mano settecentesca, su cc. numerate: 58-59, forse costituente un allegato al processo Dornberg - Della Torre, ora al n. 41 di questa stessa sezione. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione «Archivio Municipale. Copia». Alleg. nota dattil.: (Copia della stessa mano di quella del documento 28.10.1699 autenticata con sigillo in ceralacca da Giuseppe Savorgnani e datata Cormons 18.8.1791». Il capitano di Gorizia Febo Della Torre, agendo a nome del conte di Gorizia Leonardo su istanza delle comunità di Mariano, Medea, Romans, Versa, Cormòns, Fratta, Chiopris, Villesse, Gradisca, Farra, San Lorenzo e Cerou (Cerovo), considerata la limitata distanza che intercorre fra le singole «ville» e la ridotta quantità di foraggio fornita dai pascoli comuni per gli animali di grossa taglia, limita a 25 il numero delle pecore che ognuno dei residenti potrà allevare, proibendo l’allevamento di ovini di razza pregiata («pecore gentilli» o «forastiere»). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.18).

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9 1486 apr.28 12

Anno 1486. 28 aprile. Indiz. IV. Contratto fatto a Cormons ante domum illustrissimi domini comitis

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.283x202) di carte 2.

Copia coeva. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione «Testimonj varii, tra i quali Stefano del fu Giovanni del Mestri. Copia genuina di quell’epoca. Archivio municipale. La indizione è esatta». Dorotea, vedova di Stefano, macellaio di Cormòns, e la figlia di lei Susanna vendono a ser Tommaso del fu ser Gregorio di Dornberg (de Dorumbergus), al prezzo di 5 ducati, un’azienda agricola («sedimen») con i campi annessi, sita nelle pertinenze di Cormons e gravata da livello di 3 pesenali di frumento verso il Capitolo di Cividale, la cui soluzione spetterà all’acquirente. TT.: Stefano del fu Giovanni Del Mestri; Anderlus del fu Bartolomeo Lubisinus e Nicolò del fu Zaninus Scutulinus. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.19). 10 1501 set.7 13

Anno 1501 - 7 Settembre. I nobili di Cormons riconoscono in giudice il cavaliere Simone di Ungrispach Commissario Imperiale mandato dal Duca di Sassonia luogotenente in Cormons.

post 1745 ott.15

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.298x205) di carte 2.

Copia del not. Pietro Cipriani 1745 ottobre 15. Aggiunti da mano posteriore riferimenti a copie esistenti in un manoscritto di proprietà Lantieri, negli scritti del Bauzer e di Rodolfo Coronini. Su c.1, al mg. super. traccia di precedente numerazione: (44). A tergo mani posteriori hanno segnato, in successione, la datazione: 1501 e le segnature: N.°1, N.°5, N.° 24, N.°7 G. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione «Da copia del 1500 Archivio conti Del Mestri» e «Simone di Ungrispach fu Capitano di Trieste nell’anno 1490, e come risulta da mie schede anche nel 1494, e nel 1500». Una mano moderna (G. B. Falzari) aggiunge ulteriori annotazioni a penna. I nobili cormonesi Tommaso e Giovanni di Dornberg (Dorimbergher), Daniele Flojaner (Flaianer), Antonio di Neuhaus (Nehauser), Leonardo e Fantesius del fu ser Giovanni Blasius, Giovanni Copmaul, Giorgio Speranz, Armanus de Bullano, Anderius Lubisenus testimoniano e fanno redigere memoria in forma notarile, alla presenza del patrizio veneto Taddeo Gradenigo e di ser Brunoro Bulgaro da Crema, di esser stati sottoposti dal maggio 1499 al giudizio del commissario regio Simone di Ungrispach, non essendovi stato in Cormons, dal 1497 al 1499, alcun giudice o incaricato regio a ciò deputato. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.87), spoglio (Morelli 1856, IV, pp.27, 261-63). 11 1501 set.7 14

Anno 1501 - 7 Settembre. I nobili di Cormons riconoscono in giudice il cavaliere Simone di Ungrispach Commissario Imperiale mandato dal Duca di Sassonia luogotenente in Cormons.

[sec.XIX]

Doc. cartaceo (mm.340x222) di carte 2.

Copia ottocentesca del doc. precedente. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, p.87).

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12 1518 feb.11 15

Anno 1518. Augusta - 11 febbraio. Massimiliano conferma privilegi e statuti a Cormons e ville dipendenti (...)

sec.XIX

Doc. cartaceo (mm.340x222) di carte 2.

Trascritto di Cumano, che aggiunge all’intitolazione, a inchiostro rosso «le esonera per sei anni da qualunque imposizione, tassa o balzello. Da pergamena originale conservata al Municipio di Cormons» e, in calce, riferimenti al diploma dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo datato 1518 aprile 7, avvertendo «Traduzione volgare autentica nel fasc. N. I., processo Torriani - Dorimberg, Archivio Municipale di Cormons» Su richiesta della comunità di Cormòns e degli uomini dei villaggi («villae») di Mariano, Fratta, Chiopris e Medana, consideratone lo stato di estrema povertà e i gravissimi danni subiti durante la guerra contro i Veneziani, l’imperatore Massimiliano d’Asburgo conferma privilegi, statuti, consuetudini, immunità ed esenzioni già concessi dai suoi predecessori, i conti di Gorizia, e vigenti negli anni precedenti il conflitto citato e dichiara gli stessi esenti da qualsiasi imposizione fiscale per 6 anni, commettendo alle autorità periferiche di osservare e prescrivere tali disposizioni. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.101-102). 13 1518 apr.7 16

Anno 1518 - 7 aprile. Innsbruck. Massimiliano conferma Privilegi e Statuti a quelli della Contea di Gorizia

[sec.XVI ?]; sec.XIX

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.310x215) di carte 4.

Copia semplice coeva. Note tergali: «A» e «Ferdinando». Alleg.traduzione in lingua italiana di mano del Cumano, che sulla camicia segna, a inchiostro rosso, l’intitolazione «Anno 1518 - 7 aprile. Innsbruck. Massimiliano conferma Privilegi e Statuti a quelli della Contea di Gorizia, che li aveano perduti nella presa di Gorizia fatta dai Veneti» e aggiunge «(Copia). Estratto dal fascicolo processo Conte Della Torre - Dornberg Archivio Municipale. Barbara traduzione italiana del diploma latino». Considerata l’avvenuta distruzione, durante la guerra con la repubblica di Venezia, delle antiche scritture riguardanti il contado di Gorizia, l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti e ne commette l’applicazione a capitani, signori e giurisdicenti, notabili, cittadini e comunità della contea di Gorizia, sotto pena di 40 marche in oro. Ausili alla consultazione: regesto dattil.. Riproduzioni in: fotocopia (Vecchi documenti, 41, cc.41-42v).

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14 1525 mag.15 17

Anno 1525 a 1556. 15 Maggio - Innsbruck e Vienna. Ferdinando I rinnova la conferma dei privilegi e degli Statuti alle ville del Contado di Gorizia, già altra volta da lui confermati (...)

[sec.XVIII]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.288x200) di carte 2.

Estratto di mano settecentesca da copia 1556 novembre 20 fatta redigere su istanza di Franzonus da Medea in sostituzione dell’original. munito di sigillo e smarrito. Nota tergale di altra mano «Privilegio di Ferdinando imperatore per tutte le ville». Sulla camicia Cumano segna a inchiostro rosso l’intitolazione, cui aggiunge «perché il nunzio di quelle ville avea per sua negligenza perduto il sigillo del diploma. Era nunzio Franzoni di Medea. Copia del 1700 circa (omissis)». L’imperatore Ferdinando I d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti e ordina al capitano di Gorizia Giorgio d’Eck di prescriverne l’osservanza. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.21). 15 1552 ott.9 18

Anno 1552. 29 ottobre - Indizione X (...) Compromesso o transazione tra Leonardo Chines da un lato e i Nobili privilegiati ed il Comune di Cormons dall’altro (...)

sec.XIX

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.340x210) di carte 2.

Copia di Cumano da copia 1707 maggio 31 redatta dal notaio Michele Novaiol da estratto dall’originale del 1552 ottobre 9, redatto dal notaio Giovanni Cisternino, e conservata nell’archivio privato Del Mestri. Sulla camicia Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1552. 29 ottobre - Indizione X (va bene). Fatto in Gorizia nella casa della Magnifica signora Caterina della Torre. Compromesso o transazione tra Leonardo Chines da un lato e i Nobili privilegiati ed il Comune di Cormons dall’altro circa l’area che occupava il palazzo antico de’ Conti di Gorizia nella piazza di Cormons, nonché la stalla. A questo documento si aggiunge la pianta topografica della piazza di Cormons come esisteva a quell’epoca; copia fedele dell’originale esistente insieme al succitato documento e ad altri nell’Archivio Conti Del Mestri fascicolo N. 100» e «fu pubblicata nell’opuscolo». Una mano moderna (G. B. Falzari) ha aggiunto a penna «dov’è andata? forse nell’archivio Del Mestri?» Leonardo Chines (Chinesius) da Gorizia da un lato e, dall’altro, Camillo e Francesco del fu Dario Neuhaus, Francesco del fu Cristoforo Neuhaus, Luca Manatus e Nardino Del Mestri, rappresentanti dei nobili privilegiati e della comunità di Cormòns, compongono amichevolmente la vertenza a proposito di diritti della regia Camera e convengono che, entro 6 mesi, detti nobili privilegiati debbano versare a detto Leonardo 40 ducati per la cessione, ai fini dell’ampliamento della piazza di Cormòns, di un fondo e d’una casa in rovina di proprietà della regia Camera, come consta dal contratto redatto dal notaio Pietro Lucius, a meno che detto Leonardo non faccia fabbricare una casa laddove sorgeva la stalla del conte di Gorizia, con tettoia («linda») e scala esterna aggettante sulla piazza, nel qual caso i nobili privilegiati saranno esentati dal solvere la somma predetta. Dal canto suo Girolamo d’Attems, nobile e consigliere regio, s’impegna a intercedere presso il sovrano affinché sia concesso agli abitanti di Cormòns di ampliare la loro piazza. TT.: Nicolò Neuhaus, Giovanni Fudera da Udine. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.22).

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16 1552 ? 19

1552 sec.XIX

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.340x210).

Trascritto di Cumano, che aggiunge in calce «copiato e collazionato da documento dell’Archivio Del Mestri». I rappresentanti dei nobili privilegiati e della comunità di Cormòns dichiarano, nella lite tra i cormonesi e ser Leonardo Chines da Gorizia, che lo spazio compreso tra la casa del fu ser Daniele Flojaner, la stalla del conte di Gorizia, il cortile e la casa dei nobili Antonio e Francesco Neuhaus (Neonauser), la loggia del Comune e la casa «de li Rabottis» già di Agostino Bozza, è stato sempre considerato terreno pubblico, ad eccezione della porzione su cui sorgeva la casa del conte di Gorizia. 17 1558 mar.3 ? 20

Anno 1558. I Nobili, Podestà, e XII danno in affitto alcune terre incolte. Si radunano sotto la loggia al suon di campana

sec.XIX

Doc. cartaceo (mm.340x210) di carte 2.

Trascritto di Cumano, che aggiunge «segue la specifica delle terre affittate (...) Copia legalizzata antica Archivio Del Mestri». Della stessa mano l’intitolazione. Riuniti al suono della campana sotto la loggia del Comune, i nobili, il podestà e il consiglio dei Dodici di Cormòns locano alcune terre. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.22). 18 1559 nov.24 21

1559. Deliberato del Consiglio Comunale di Cormons pella custodia de’ campi e de’pascoli (originale)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.320x215) di carte 2.

Originale. A tergo «Sententia Consilii duodecim et vicinorum Cormoni predicto Communi ut intus». Sulla camicia Cumano segna l’intitolazione a inchiostro rosso. I podestà Simone Brausina e Giacomo di Caporiacco (de Chiavoriacho), con Giacomo de Mitri, Domenico de Rivolto, Berthulus macellaio, Giacomo Marizza, Pietro Uragulinus, Antonio Zurinus e Mattia Panzera, quali rappresentanti del consiglio dei Dodici, deliberano le penalità per danni alle terre incolte («tavella») pertinenti a Cormòns. TT.: Thodonus da Chiopris e Benedetto Ferrasi(n)us da Medea. S.T.: Giovanni Antonio Flamio cittadino di Tolmezzo e abitante a [Cormòns]. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.103-104). Riproduzioni in: fotocopia (Staffuzza 1984: segno tabellionale).

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19 1560 lug.20 22

Anno 1560. Vienna - 20 Luglio. Massimiliano Re di Boemia, Arciduca d’Austria scrive ai nobili e ai contadini della Comunità di Cormons (...)

[sec.XVIII ?]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.277x194) di carte 2.

Copia da copia del notaio Antonio Mureti da copia autenticata 1645 febbraio 18 redatta dal notaio Giovanni Battista Fabrizio e controautenticata da Sebastiano Colombicchio (Columbichius) su mandato di Francesco Morello, vicario del giurisdicente Mattia Della Torre. A tergo la nota «Massimiliano II. re Boemia 1500», a sanguigna, e le segnature: B, N.°1. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1560. Vienna - 20 Luglio. Massimiliano Re di Boemia, Arciduca d’Austria scrive ai nobili e ai contadini della Comunità di Cormons intercedendo da loro il permesso che i dieci coloni del suo cameriere Adamo Smecoviz abitanti nelle pertinenze di Spessa, possano far pascolare i loro animali, nonché tagliare legna da fuoco nei comunali di Cormons, promettendo loro la sua alta riconoscenza. Copia da pergamena con legalizzazioni del 1645». L’arciduca Massimiliano d’Asburgo esorta i nobili e la comunità di Cormòns affinché permettano a 10 coloni del «camerarius» imperiale Adamo Smecoviz, abitanti nelle pertinenze di Spessa, di godere dei diritti di pascolo e legnatico nelle terre comuni di Cormòns. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.22), nota dattil. 20 [1561 nov.29] 23

1561 [sec.1863]

Doc. cartaceo (mm.320x230) di carte 2.

Si tratta della sola annotazione di Costantino Cumano: «Carlo Borromeo Cardinale raccomanda al Capitano di Gradisca Jacopo Attems il neo-creato canonico e parroco di Cormons Lodovico Boccalini, perché lo immetta in possesso della sua pieve. Dal Coronini Miscellanea etc.» Considerata la vacanza della sede di Cormòns in seguito alla morte del pievano Claudio di Colloredo, il cardinale Carlo Borromeo raccomanda al capitano di Gradisca Giacomo d’Attems Ludovico Boccalini quale candidato alla carica. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.43-44). 21 1565 nov.21 24

1565 [sec.1863]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte.

Si tratta di annotazioni che Costantino Cumano trae presumibilmente dagli Historica Documenta dell’abate Giuseppe Bini (ora conservati presso gli archivi del seminario di Udine) e che trascrive su foglietto, a riprova della mancata elezione a parroco di Cormòns del candidato raccomandato dal cardinale Borromeo, Ludovico Boccalini. Sulla camicia Cumano segna «1565. Vescovo eletto di Trieste A. Rapicio Commissario imperiale assieme a Vito di Dorimberg al Sinodo di Aquileia per riformare i costumi del clero nella parte austriaca, nomina in una sua lettera il parroco di Cormons Girolamo de Ferrari nativo di Riva di Trento, invitandolo a comparire al Sinodo, che fu presieduto dal vicario generale Maracco in luogo del Patriarca». Il vescovo di Trieste Andrea Rapicio invita il parroco di Cormòns Girolamo de Ferrari a intervenire al sinodo presieduto dal vicario patriarcale Jacopo Maracco. Controfirma la lettera il commissario imperiale Vito di Dornberg. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.44).

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22 1567 set.7 25

Anno 1567. L’arciduca Carlo conferma ai Goriziani, e ai territoriali i loro Privilegi e Statuti

[sec.XVI]

Doc. cartaceo, contenuto in fascetta di carta forte (mm.320x220) di carte 2.

Copia semplice redatta in lingua tedesca dal segretario degli Stati provinciali di Gorizia Paolo Zobl. Su fascetta C. Cumano segna l’intitolazione a inchiostro rosso, aggiunge «Copia di quel tempo» e completa, a inchiostro nero, la data. L’arciduca Carlo d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti dai suoi predecessori e obbliga alla loro applicazione capitani, signori e giurisdicenti, notabili, cittadini e comunità della contea di Gorizia. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.23). Riproduzioni in: fotocopia. 23 [ante 1569 giu.23] 26

Senza data ma circa del 1569. Supplica dei Comuni di Cormons, Meriano e Medea (...)

[sec.XVI ?]

Doc. cartaceo, contenuto in fascetta di carta forte (mm.315x217) di carte 2.

Copia semplice. Nota tergale: «Humullima supplicatio hominum Comunium et Villarum Cormoni Meriani et Medeae». Sempre a tergo. C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Supplica della Comune di Cormons, Meriano e Medea a Carlo Arciduca d’Austria e Conte di Gorizia, perché rinnovi i provvedimenti di suo padre l’Imperatore Ferdinando contro gli usurai di campagna. Senza data, ma certo del 1569. Vedi sua risoluzione in questo medesimo fascicolo». Sulla fascetta segna, sempre a inchiostro rosso: «Senza data ma circa del 1569. Supplica dei Comuni di Cormons, Meriano e Medea perché S. A. l’Arciduca Carlo Conte di Gorizia rinnovi i provvedimenti del di lui genitore Ferdinando I contro gli usurai di campagna. Copia». Uomini e comunità delle «ville» pertinenti a Cormòns, Mariano e Medea supplicano Carlo d’Asburgo di rinnovare i provvedimenti di controllo di tassi d’interesse, incanto dei pegni e prezzi dei generi di mercato (vino e cereali) già intrapresi dal padre Ferdinando d’Asburgo a tutela della popolazione delle campagne. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.23), spoglio (Del Bianco Cotrozzi 1987, pp.32-33).

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24 1569 giu.23 27

Anno 1569 Gratz 23 giugno. L’arciduca Carlo e Conte di Gorizia scrive al conte Giorgio della Torre Capitano del Contado di Gorizia (...)

[sec.XVII]

Doc. cartaceo, contenuto in fascetta di carta forte (mm.310x215) di carte 2.

Copia autenticata redatta dal notaio e cancelliere di Capriva Giovanni de Alexandris da altra copia in suo possesso. Sulla fascetta C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1569 Gratz 23 giugno. L’arciduca Carlo e Conte di Gorizia scrive al conte Giorgio della Torre Capitano del Contado di Gorizia, che voglia provvedere affinché sieno regolati i prestiti che si fanno ai coloni sui frutti ancora pendenti, in modo da allontanar le usure. Codice di polizia vigente all’uopo nell’Austria inferiore. Copia del notaio Giovanni de Alessandri circa di quel tempo». Considerata la supplica presentata dagli abitanti del Collio, l’arciduca Carlo d’Asburgo commette al capitano della contea di Gorizia Giorgio Della Torre provvedimenti per la regolazione di tassi d’interesse e prestito su pegno. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.23), spoglio (Del Bianco Cotrozzi 1987, pp.32-33). Riproduzioni in: fotocopia (Staffuzza 1984: segno tabellionale). 25 1572 apr.1 28

Anno 1572. 1° Aprile. Convenzione tra i Nobili privilegiati, ed il Consiglio di Cormons, e conte Raimondo della Torre concedendogli la legna necessaria da fuoco pel castello di Vipulzano dai boschi Cormonesi

[1770 ?]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.295x197) di carte 2.

Copia su carta resa legale da copia tratta da Francesco Deleonte da documento conservato presso la cameraria della chiesa di Medana e autenticata dal notaio Lelio Zapolati. Nota tergale: «Questa convenzione fu superatta con altra convenzione l’anno 1770 come apar nella Cancelleria del Nobile Officio del C.R. Consiglio di Gorizia et in atti del nodaro Tomasio con l’escorporazione seguita dal medesimo Gieometra in campi N.° 16 confinante col bosscho Tessa et Obliuz che di fato vien escavato con fosso con linea drita per confine» e segnatura: A. Sulla camicia C. Cumano riporta, a inchiostro rosso, un estratto e il sunto del documento, indicandone la provenienza: «Dall’Archivio Municipale. Estratto. Esiste per esteso, e si annette». I nobili privilegiati Gaspare Copmaul, Francesco Neuhaus (Nauser), Dario Neuhaus, Gerolamo Del Mestri, Giovanni Battista Del Mestri, Vito Del Mestri, Gerolamo Copmaul, Agostino Flameo e Giovanni Battista Catelano, il podestà di Cormòns Carlo Pontello, quello di Povia Romano Romani e maestro Bartolomeo C(echiu)s, Giuseppe Nicolin, Simone Musu(l)at, Giusto de Carsso, Battista Favoti, Rocco de Mitri, Giovanni Bassinus, Giovanni Buberch, Natale del fu Giacomo Ivoneo del consiglio dei Dodici, compongono la vertenza tra il nobile Raimondo Della Torre del castello di Vipulzano e i nobili privilegiati di Cormòns a proposito di diritti di legnatico nei boschi di Cormòns. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.23).

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26 1573 mar.2 ? 29

Anno 1573 2 marzo. Decretum per Archiducem (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.317x215) di carte 4.

Originale, in lingua tedesca. Sigillo ad. A tergo nota di mano posteriore: «Ordine per differenze tra quelli di Cormons e Gorizia» e regesto di C. Cumano «1573. Originale dell’Archivio Municipale. Licenziati quelli del Contado di Gorizia nel loro ricorso, s’intima loro di mandar Deputati alla Dieta». Sulla camicia il medesimo Cumano segna «Anno 1573 2 marzo. Decretum per Archiducem (Carlo di Stiria) - Licenziati quelli del Contado di Gorizia nel loro ricorso, s’intima loro di mandar Deputati alla Dieta. Originale dell’Archivio Municipale». Mandato dell’arciduca Carlo d’Asburgo, con cui respinge il ricorso presentato dai nobili di Cormòns e li convoca alla Dieta provinciale di Gorizia. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.23). Riproduzioni in: fotocopia. 27 1585 ago.17 30

Anno 1585 17 agosto. Traduzione officiale di decreto di Carlo Arciduca che redarguisce i Cormonesi pel poco rispetto e inobbedienza cerso il Conte Raimondo della Torre

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.300x215) di carte 2.

Traduzione in lingua italiana di Ursino de Bertis, dottore in legge e segretario degli Stati provinciali di Gorizia. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «Archivio Municipale». L’arciduca Carlo d’Asburgo scrive a Giovanni di Cobenzl, commettendo maggiore obbedienza al giurisdicente di Cormòns Raimondo Della Torre da parte dei renitenti cormonesi. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.24). 28 1597 lug.24 31

Cose di Chiesa. Anno 1597 (...) 1863 ago.4

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.330x210) di carte 2.

Trascritto di Cumano, che sulla camicia segna: «Cose di Chiesa. Anno 1597. Sudori del Crocefisso della Subida, e collocazione della prima pietra della Chiesa. Da Libro parrocchiale» e aggiunge, su pagina interna, trascritti di versi, in lingua latina, del sacerdote Cipriano Soavi. Mattia Cisilino, vicario curato di Cormòns, annota su registro dei nati per gli anni 1593-1621 eventi miracolosi riguardanti il crocifisso della chiesa della Subida. Ausili alla consultazione: regesto, trascrizione dattil., 2 copie.

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29 1604 mar.5 32

Anno 1604. Investitura feudale della Giurisdizione di Cormons data da Ferdinando arciduca al Conte Riamondo della Torre

sec.XIX seconda metà

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.340x222) di carte 2.

Trascritto di Cumano, che sulla copertina e in testa al trascritto, a inchiostro rosso, aggiunge all’intitolazione «Da copia esistente nell’Archivio Municipale fascicolo processo Della Torre-Dornberg». L’arciduca Ferdinando d’Asburgo conferisce la giurisdizione sul territorio di Cormòns a Raimondo Della Torre (a Turri). Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.105-106). Riproduzioni in: fotocopia (Raccolta C. Cumano, 41, cc.21-26v). 30 1612 feb.18 33

Anno 1612. 18 febbraio. Graz. Commissione sottoscritta di propria mano da Ferdinando Arciduca (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.376x507).

Originale, in lingua tedesca. Sigillo ad. Sottoscrizione autografa. Sulla camicia Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1612. 18 febbraio. Graz. Commissione sottoscritta di propria mano da Ferdinando Arciduca e Conte principesco di Gorizia che convoca la Dieta della Contea e eccita ad intervenirvi i suoi fedeli del Contado (der Baurschaft). Vi si annette la traduzione italiana. (Archivio Municipale)» Alleg. traduzione italiana di mano di C. Cumano. L’arciduca Ferdinando d’Asburgo costituisce in propri commissari, delegati a rappresentarlo nella prossima Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia, i nobili Ludovico Colloredo e Filippo Cobenzl, consigliere della Camera aulica, e commette alla nobiltà locale di prestar loro piena obbedienza. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.25). Riproduzioni in: fotocopia.

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31 1612 nov.23 34

Anno 1612. I Nobili di Cormons fanno fede, che nel 1608 nel Consiglio de’ Nobili, del Podestà, e dei XII Consiglieri di Cormons fu deliberato che li animali trovati a pascolare nei Comunali vengano presi (...)

1613 gen.10

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.200x285) di carte 2.

Originale, in lingua latina. Sottoscrizioni autografe e sigilli ad. di Nicolò Ribisino, Giorgio Del Mestri, Ottavio di Neuhaus, Sertorio Del Mestri, Leonardo Del Mestri, Luca Del Mestri, Cristoforo Copmaul; deperiti i sigilli di Ottavio di Neuhaus e Sertorio Del Mestri. Sottoscrizione del notaio e cancelliere Domenico Cornario (Cornarius). Note tergali: «Sigili nobili di Cormons d’esser sottoposti ali bani» di mano coeva e «Attestato per condanare li donatari di Campagna» di mano settecentesca. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso:«Anno 1612. I Nobili di Cormons fanno fede, che nel 1608 nel Consiglio de’ Nobili, del Podestà, e dei XII Consiglieri di Cormons fu deliberato che li animali trovati a pascolare nei Comunali vengano presi, e il padrone multato a soldi 40 per capo d’animale. Munita di 7 sigilli. Originale. Archivio Municipale» I nobili Nicolò Ribisino, Giorgio Del Mestri, Ottavio di Neuhaus (Noiaus), Sertorio Del Mestri, Leonardo Del Mestri, Luca Del Mestri, Cristoforo Copmaul (Comaulo) attestano che quattro anni or sono è stato deliberato dai nobili privilegiati, dal podestà e dal consiglio dei Dodici di Cormòns che il bestiame vagante nei pascoli comuni e nei campi di proprietà altrui debba essere assunto in custodia dal podestà finché non sia stata pagata una multa di 40 soldi per capo dal proprietario del medesimo. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.25). 32/1 1613 giu.3 - 1613 giu.11 35

Anno 1613. 1. La Comunità di Cormons domanda a Ferdinando Arciduca la conferma de’ suoi Privilegi (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.324x217) di carte 8.

Nel testo della supplica in lingua latina citati gli allegati A: conferma dell’imperatore Massimiliano I (1500); B: conferma dell’imperatore Carlo V (1521); C: conferma di Ferdinando d’Asburgo (1522); D: conferma di Massimiliano d’Asburgo (1537); E: conferma di Carlo d’Asburgo (1567). All’atto del riordino è stato riunito al documento l’allegato A (vedi N.32/2); l’allegato E è stato individuato nel n.22 di questa sezione; non reperiti, invece, gli allegati B, C e D. Sulla camicia Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1613. 1. La Comunità di Cormons domanda a Ferdinando Arciduca la conferma de’ suoi Privilegi. 2. La supplica viene rimessa per informazione al luogotenente di Gorizia. 3. I Cormonesi rescrivono per ottenere senz’altra formalità il desiderato intento. Copie del tempo.» Riuniti in fascicolo: 1. supplica della comunità di Cormòns all’arciduca d’Austria Ferdinando per la conferma dei privilegi già concessi e confermati, minuta, in lingua latina (ante 1613 giu.3). 2. nota di trasmissione al luogotenente di Gorizia (1613 giu.7). 3. supplica e nota di trasmissione in lingua tedesca, con note tergali (1613 giu.9) Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.25). Riproduzioni in: fotocopia.

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32/2 1500 giu.21 36

Lettera patente di conferma.

Doc. cartaceo (mm.315x215) di carte 2.

Copia in lingua tedesca, che riproduce parzialmente il testo della conferma dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (1500 giu.29), allegata al precedente all’atto del riordino. Nota tergale di mano posteriore «1500 21 junii Auspurch connette che si sii mantenuto l’usanza anticha del Consiglio». L’imperatore Massimiliano I d’Asburgo conferma i privilegi concessi a Cormòns. Riproduzioni in: fotocopia. 33 1616 ott.18 37

Anno 1616. 18 ottobre. Graz. Rescritto di Ferdinando Arciduca al Conte Francesco Della Torre (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.301x205) di carte 4.

Copie semplici. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1616. 18 ottobre. Graz. Rescritto di Ferdinando Arciduca al Conte Francesco Della Torre ove severamente gli rimprovera la sua vita disonesta e scandalosa, e lo esorta a moderarsi sotto pena di gravi castighi. Accompagnatoria del rescritto suddetto a Leonardo Getz perché cooperi al risultato. Archivio Municipale. Copia». Una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna, riferendo la nota a Leonardo Getz «(è l’estensore della lettera) facilmente è indirizzata al capitano di Gorizia ch’era allora Giovanni Sforza (1610-1624)». L’arciduca Ferdinando d’Asburgo scrive al giovane Francesco Della Torre (a Thurn) rimproverandogli la cattiva condotta ed esortandolo ad astenersi da cattive compagnie, rispettare e obbedire il padre, restituire le chiavi dei magazzini di vino e frumento, di cui ha fatto scempio a dispetto dei parenti. Alleg. la lettera del medesimo arciduca a Leonardo Getz, con cui lo informa della precedente e gli dà mandato di allontanare da Francesco Della Torre l’esule detto Todeschino.

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34 1623 giu.27 38

1623. 27 giugno. Convenzione in Meriano tra il Comune di Cormons e il Conte Francesco Febo della Torre, in 5 Capitoli

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.292x205) di carte 2.

Copia autenticata del notaio Girolamo Ferrario, coadiutore della Cancelleria di Gradisca, dalla copia autentica del notaio Silvio Curleo conservata presso Luca Del Mestri. Nota tergale: «Convenzione fatta [...] sotto pena d’ongheri 100» e segnature«55. 16», «B. N.° 18». Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione, a inchiostro rosso: « Archivio Municipale. Il conte Francesco Febo era Capitano di Trieste ed agiva e compariva ed accettava a favore del parente Conte Raimondo. L’indizione IV è sbagliata, dev’essere la VI poiché il conte Francesco Febo della Torre apparisce Capitano di Trieste appena nel 1623, e Monsignor Gabello era Vicario di Cormons appunto in quell’epoca». Una mano moderna (G. B. Falzari) aggiunge a penna, riferendo la nota a Raimondo Della Torre: «Padre. morto 1623 (vedere il Pichler!)» Giovanni Battista de Revolto, podestà in carica nell’anno 1622, con i consiglieri Michele Saus, Giacomo de Mitri, Paolo Moretto, maestro Gerolamo Strazolino, Giacomo Romanut, Antonio Pontello, Domenico Brandolin, Giuseppe Voratius, Giovanni Battista Thomas e i giurati Domenico Sau e Natale Pontello, in carica nello stesso anno, insieme con il podestà Giuseppe Morsano, i consiglieri Giacomo Maghet, Giovanni Fator, Ogarus Pontello, Francesco Tichegnino, Domenico Floreano, Paolo Paulutto e il giurato Nicolò Collussio, tutti in carica nel 1623, insieme con il nobile Gerolamo Locatelli, Giacomo Collussio, Giacomo de Caligaris, Giovanni Bidischino e il fratello di lui Giuseppe, Andrea (R)anosito, Carlo Nosano, Giuseppe Nonello e Natale Ealo, tutti di Cormòns e rappresentanti la comunità, commettono al notaio Silvio Curleo di rogare la scrittura redatta dal vicario di Cormòns Giovanni Battista Gabello, con cui alla presenza del nobile Francesco Febo Della Torre (a Turri), capitano di Trieste, agente per sé e a nome di Raimondo Della Torre, convengono che l’amministrazione della giustizia penale e civile spetti a 4 giurati nominati dal giurisdicente; che detti rappresentanti debbano risiedere in Cormòns; che i nobili provinciali siano esclusi dal Consiglio; che le sedute del Consiglio debbano obbligatoriamente prevedere la presenza del rappresentante o di un suo sostituto; che a proposito della costruzione delle prigioni o del restauro della loggia ci si debba attenere alle determinazioni di Raimondo Della Torre. Sottoscrivono il documento il vicario Giovanni Battista Gabello e il notaio Silvio Curleo. TT.: Biagio Simonito e Giuseppe Nos da Mariano, Adamo Cren da Gorizia, Bartolomeo della Luisa da Corona. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.27), trascrizione (Blasutic, Memoriali cormonesi). Riproduzioni in: fotocopia (Staffuzza 1984: segno tabellionale).

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35 1635 dic.21 39

Anno 1635. 21 dicembre. Deliberato dal Podestà e dai XII con cui si sostituisce a detto Podestà ch’era Giovanni Romanutto (...) il Reverendo Vicario Giovanni Battista Gabello (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.305x210) di carte 2.

Originale. Nota tergale a sanguigna: «Municipio V(...)». Sulla camicia regesto di C. Cumano: «Anno 1635. 21 dicembre. Deliberato dal Podestà e dai XII con cui si sostituisce a detto Podestà ch’era Giovanni Romanutto, incaricato da altri Comuni di maneggiarsi per la conferma de’ Privilegi, il Reverendo Vicario Giovanni Battista Gabello come Commissario di Cormons e degli altri Comuni all’anzidetto scopo. Archivio Municipale». Considerato l’incarico ricevuto, in data 15 luglio, da podestà e decani del Contado per ottenere la conferma imperiale degli antichi privilegi, statuti e franchige, il podestà di Cormòns Giovanni Romanut (Romanutto), con il consenso dell’intero consiglio dei Dodici, nomina il vicario di Cormòns Giovanni Battista Gabello a sostituirlo in tale missione. S. T.: notaio Giovanni Battista Fabrizio. TT.: maestro Daniel Seraffino, ser. Giacomo di Mistri e Giacomo Moretto, tutti di Cormòns. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.28). Riproduzioni in: fotocopia (Staffuzza 1984: segno tabellionale). 36 1638 giu. - 1638 ago.31 40

Anno 1638. Il Comune di Cormons chiede a Ferdinando III Imperatore la conferma dei privilegi

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.340x222) di carte 2.

Trascritto di C. Cumano dall’originale conservato presso l’archivio Del Mestri. Aggiunti i trascritti di 2 mandati con cui l’imperatore Ferdinando II d’Asburgo sollecita i provvedimenti del Consiglio segreto in Graz tanto in merito alla supplica, quanto al bando, ordinato dal giurisdicente Mattia Della Torre dopo la spedizione di detta supplica, del podestà di Cormòns, di cui si ordina l’immediata liberazione (1638, agosto 31. Praga). Entrambi i trascritti sono tratti da traduzioni conservate presso l’archivio Del Mestri. Sulla camicia aggiunge all’intitolazione, a inchiostro rosso,: «Annesso alla copia italiana e tedesca del Diploma di Massimiliano I. Archivio Conti Del Mestri. Ferdinando III sollecita con due Decreti al Consiglio Segreto di Graz la evasione, ed ordina di por riparo agli abusi di potere del Conte Mattia Della Torre che avea fatto imprigionare il Podestà che avea chiesto conferma de’ Privilegi. Le lettere in traduzione tra carte del suddetto Archivio». Correzioni a penna di mano moderna (G. B. Falzari). La comunità di Cormòns supplica l’imperatore Ferdinando III d’Asburgo di confermare gli antichi statuti, privilegi e consuetudini già riconosciuti. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.28).

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37 1639 feb.28 - 1639 ott.28 41

Anno 1639. 28 febbraio. Supplica dei Nobili Cormonesi a Ferdinando III Imperatore contro il triplice decreto di esilio loro intimato, ad istigazione del Conte Mattia della Torre

[ca. 1765]

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.295x200) di carte 6.

Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione, a inchiostro rosso: «Copia autentica. Archivio Municipale». Barrata l’ulteriore aggiunta: «Evasione Cesarea che i petenti restino imperturbati». Segue, della medesima mano: «Rimostranza latina della nobiltà provinciale di Cormons esclusa dal Consiglio Comunale per mandato del Giurisdicente Conte della Torre», barrato, infine, a inchiostro nero: «Ottobre 2. Rimostranza latina dei Nobili banditi da Cormons per ordine cesareo, e confinati a Gorizia e Gradisca. 2. Memoriale ai deputati e Nobiltà provinciale del Contado di Gorizia presentato da tre nobili Cormonesi Francesco Ribisino, Ferdinando Barone di Neuhaus, e Luca Del Mestri espulsi dalla patria terra. 28 ottobre 1639. 3. Evasione favorevole della Dieta che procurerà da Sua Maestà di far annullare il mandato». Riuniti in fascicolo: 1. Ricorso dei nobili Ferdinando di Neuhaus, Francesco Ribisino e Luca Del Mestri all’imperatore Ferdinando III d’Asburgo contro il bando da Cormòns, ordinato sulla base di rescritti imperiali che si dicono ispirati dal giurisdicente di Cormòns Mattia Della Torre (1639 feb.28). A tergo evasione sottoscritta: Giovanni Antonio Lichtstokh. Copia autenticata del notaio Giovanni Francesco Cipriani. 2. Ricorso dei giovani [Giorgio] e Giovanni Battista Del Mestri contro il bando da Cormòns, ordinato sulla base di precedenti rescritti imperiali (s.d.). Copia semplice in lingua latina. 3. Ricorso dei medesimi alla Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia (1639 ottobre 28). Copia semplice. A tergo evasione sottoscritta dal segretario Giovanni Bucella. Una mano posteriore ha apposto le segnature: N.°19 e N.°20, barrate, N.°15. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.28). Riproduzioni in: fotocopia. 38 [ca. 1640] 42

Senza data ma del 1640 circa. La Comunità di Cormons presenta le sue lagnanze per vessazioni usate dal Conte Mattia Della Torre giurisdicente

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.317x202) di carte 2.

Copia semplice. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «È diretta a Ferdinando III, come pare. Dall’Archivio Municipale carta di quell’epoca». Considerato che, nonostante l’esito positivo del ricorso presentato dalla comunità di Cormòns contro l’imposta sulle merci e le arti, quindi la sentenza favorevole alla soppressione di detta imposta emessa dal tribunale di Gorizia, il giurisdicente di Cormòns Mattia Della Torre e il suo vicario Francesco Morello continuano a pretenderne il pagamento fino all’ammontare di 1.000 fiorini, la medesima comunità supplica l’imperatore [Ferdinando III d’Asburgo] affinché, per rimediare alla parzialità finora dimostrata dal capitano di Gorizia [Federico di Lantieri], suocero del giurisdicente, nomini quale assistente in giudizio il luogotenente di Gorizia barone di Neuhaus oppure Ludovico Formentini, il conte Marzio di Strassoldo, Giovanni Giacomo de Bertis o Lucio Grabizio (Grabitio), cavalieri del contado che, si asserisce, sono privi di interessi con le parti. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.28).

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39 1655 feb.2 43

Anno 1655. 2 febbraio. Proclama veemente del Giurisdicente Mattia Conte della Torre, che novellamente si riserva la elezione del macellaio (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.290x192) di carte 2.

Copia semplice del cancelliere di Cormòns [Giovanni Battista] Paolini. Nota tergale «Edito per il macello» e vecchie segnature:12, 6. Sulla camicia regesto di Cumano: «Anno 1655. 2 febbraio. Proclama veemente del Giurisdicente Mattia Conte della Torre, che novellamente si riserva la elezione del macellaio, ed intima obbedienza al Comune, vietandogli assolutamente di radunarsi al suono della campana in vicinanza o Consiglio, minacciando anche gravi pene al Podestà ed ai XII se ad ogni cenno del Vicario di detto Conte o del suo sostituto non prenderanno le arme per arrestare malfattori e banditi. Proclama pubblicato in piazza. Archivio Municipale» Considerati i disordini sorti a motivo della nomina del nuovo macellaio («bechario») e la condotta generalmente turbolenta della comunità, il giurisdicente di Cormòns Mattia Della Torre proibisce, sotto pena di 100 ungari, di molestare il macellaio da lui nominato, quindi, sotto la stessa pena, da ripartirsi mediamente fra il promotore e gli intervenienti, di convocare assemblee e procedere ad arresti senza preventiva autorizzazione del proprio vicario, appellandosi genericamente a «consuetudini e vane chimere di privilegi», infine di obbedire al vicario o al suo sostituto quando da essi sia stato ordinato l’arresto di malfattori e banditi, commettendo all’ufficiale Giovanni Morettus di rendere pubblico e affiggere il presente proclama. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.29). 40 1656 giu.25 44

Anno 1656. 25 giugno. Supplica della Comunità al Conte Giurisdicente contro il suo Vicario

Doc. cartaceo, contenuto in fascetta di carta forte (mm.300x210) di carte 2.

Minuta. Richiamati in margine, ma non reperiti all’atto del riordino, gli allegati: A (supplica della comunità al giurisdicente e decreto del 1650 giu.23); B (supplica e decreto del 1646 ago.22); C e D (documenti riguardanti la riduzione di imposte rurali. A tergo conteggi e nota: «Supplica fatta al Signor Conte Giurisdicente ut intus». Sulla fascetta C. Cumano aggiunge all’intitolazione, a inchiostro rosso: «(Copia)». Considerati le istanze rivolte allo stesso giurisdicente a proposito degli antichi privilegi e consuetudini della comunità, e i decreti da questi emanati, il podestà e il consiglio dei Dodici di Cormòns ricorrono al giurisdicente contro l’operato suo vicario Antonelli. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.29).

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41 1697 feb.5 - 1699 giu.5 45

Anno 1697. Processo Della Torre - Dornberg in materia di giurisdizione

Fascicolo cartaceo (mm.302x205) di carte 43; numerazione coeva per carte (1-42; 45).

Mutilo. La c.45 (già in 1, 1) è stata allegata al fascicolo all’atto del riordino. Su c. libera già incollata all’originale C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «Vi si contengono: 1. Copia del Diploma d’investitura feudale data da Ferdinando Arciduca 1604 della Giurisdizione di Cormons a Raimondo Conte Della Torre. 2. Traduzione di Diploma di Massimiliano I da Innsbruck 7 aprile 1518 che conferma ai sudditi della Contea di Gorizia i privilegi e gli Statuti smarriti [corretto da perduti] o bruciati nella guerra coi Veneti. Archivio Municipale». Aggiunte a penna di mano moderna (G. B. Falzari). Vedi anche al n. 8 di questa sezione. cc.1-2v: istanza presentata da Giuseppe di Dornberg (de Dorimbergo) al capitano di Gorizia Giovanni Ervardo d’Auersperg contro il giurisdicente di Cormòns a proposito del possesso di Montona (1697 feb.5); cc.3-5v: allegati A: estratto da or. datato 1531 e B: copia da or. datato 1534 lug.29, comprovanti l’esercizio di poteri di giurisdizione della casa Dornberg (Dorumbergher) su detto territorio; cc.7-9: istanza di Paolina Della Torre [nata di Caporiacco], con cui chiede una dilazione del procedimento (1697 mar.8); cc.9v-13: memoriale del vicario della giurisdizione Antonio de Marinelli contro Giuseppe di Dornberg (1697 mar.26); cc. 14-15: seconda istanza di Giuseppe di Dornberg contro il giurisdicente di Cormòns (1697 mar.30); cc. 15v-17v: memoriale di Giuseppe di Dornberg (1697 mar.27); cc. 17v-20: memoriale di Raimondo Della Torre (1697 apr.20); cc. 21-26v: copia del diploma dell’arciduca Ferdinando d’Austria riguardante la concessione della giurisdizione di Cormòns a Raimondo Della Torre e discendenti (1604 mar.5); cc.27-31: replica di Giuseppe di Dornberg (1697 apr.29); cc.31-34: memoriale della giurisdizione di Cormòns contro Giuseppe di Dornberg (1697 mag.7); cc. 32v-33: istanza di Giuseppe di Dornberg al capitano di Gorizia Filippo di Cobenzl contro Raimondo Della Torre (1699 feb.17); cc.36v-37v: deposizioni delle parti (1699 apr.7); cc.37v-38: replica del giurisdicente Raimondo Della Torre (1699 apr.10); cc.39v-41: replica di Giuseppe di Dornberg (1699 apr.12). cc.41-42v: allegato A: traduzione e copia della conferma dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (1518 apr.7). c.45: istanza di Giuseppe di Dornberg contro Raimondo Della Torre (1700 gen.26) c.45v: istanza di Raimondo Della Torre, che chiede una dilazione del procedimento per raccogliere la documentazione necessaria. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.29).

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42 1700 feb.27 46

Anno 1700, febbraio 27. Leopoldo I Imperatore annuncia al Capitano circolare di Gorizia d’aver confermato i privilegi e gli Statuti della Comunità di Cormons (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.300x204) di carte 2.

Copia semplice, in lingua tedesca. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1700, febbraio 27. Leopoldo I Imperatore annuncia al Capitano circolare di Gorizia d’aver confermato i privilegi e gli Statuti della Comunità di Cormons, per quanto essa nesia inpossesso e lo invita a mantenerli. Copia di quel tempo» e aggiunge «Archivio Municipale». Mandato dell’imperatore Leopoldo I d’Asburgo al capitano di Gorizia, cui comunica l’avvenuta conferma di privilegi e statuti della comunità di Cormòns e commette di mantenerli. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.29). Riproduzioni in: fotocopia. 43 1707 gen.12 47

Anno 1707. Supplica dei Cormonesi all’imperatore Giuseppe I (...)

[1765 ?]

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.310x201) di carte 2.

Copia semplice coeva. Sul verso segnato «E»; richiamati nel testo gli allegati «A» e «B», riferiti a memoriale datato 1705 dic.9. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1707. Supplica dei Cormonesi all’imperatore Giuseppe I affinché si compiaccia far pubblicare la conferma da lui rilasciata nel 1705 de’ loro privilegi, statuti, ecc. contro il Giurisdiciente, quanto contro l’esattore de’ dazi. L’Imperatore ordina al conte Leopoldo Adamo di Strassoldo suo luogotenente in Gorizia di difendere i concessi privilegi, rimettendo del resto ciascuno a’ tribunali ordinari. Datum Gracii 12 gennaio 1707. Copia» e aggiunge «Archivio Municipale». Francesco Carlo d’Erberstain trasmette al luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo il rescritto sovrano che gli impone la difesa dei privilegi della comunità e l’obbligo di sottoporre a giudizio di prima istanza giurisdicenti ed esattori fiscali che non li osservassero, unitamente alla copia della supplica, con gli allegati documenti, rivolta al sovrano da podestà e consiglio dei Dodici di Cormòns a proposito di violazioni alla conferma degli statuti, privilegi e antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità e di cui si chiede, pertanto, la pubblicazione. A tergo il luogotenente di Gorizia ne ordina l’intimazione ed esecuzione (1707 feb.8). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.30).

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44 1707 mar.26 48

Anno 1707 - Gratz. 26 Marzo. In nome dell’imperatore Giuseppe I Commissio Sac(rae) Caes(areae) Majestatis ordina ai Cormonesi di presentare i diplomi de’ loro recenti, o confermati, privilegi (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.318x205) di carte 2.

Originale. Sottoscrive: Francesco Carlo d’Herberstein (Erberstain). Sigillo ad. Nota tergale: «Die 24 Junii 1707. NB fuit praesentata N. Potestati Miani a Cursore vel a Postileone et hoc attistari pote(si) Illustrissumus ac Reverendissimus dominus Josephus Antonius del Mestri et dominus Joannes Baptista Grotta». Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1707 - Gratz. 26 Marzo. In nome dell’imperatore Giuseppe I Commissio Sac(rae) Caes(areae) Majestatis ordina ai Cormonesi di presentare i diplomi de’ loro recenti, o confermati, privilegi, a fine di custodirne copia autentica e collazionata negli Archivi di Stato. In originale e munito di Sigillo» e aggiunge «Archivio Municipale». L’imperatore Giuseppe I d’Asburgo commette a podestà e comunità di Cormòns di trasmettere i documenti di conferma dei loro statuti e privilegi, per trarne copia autenticata da destinare alla conservazione. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.30). Riproduzioni in: fotocopia. 45 1707 dic.20 - 1707 dic.23 49

1707. Sentenza in materia di Giurisdizione del Conte Della Torre contro la Comunità

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.293x198) di carte 4.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Sentenza del 1707». Il fascicolo ne contiene un’ulteriore copia, su carta resa legale e, a tergo, segnatura: «E». Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione, in sopralinea: «del Luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo», di seguito: «avea vantato la comunità il Diploma di Giuseppe I ma questa conferma le franchigie in quanto esistessero, e non esistevano più. Archivio Municipale». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha integrato a penna la datazione. Il luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo pronuncia sentenza nella causa vertente tra il podestà e la comunità di Cormòns dall’una, e il vicario della giurisdizione Antonio de Marinelli dall’altra, riconoscendo a quest’ultimo il diritto di giudicare il podestà e i membri del consiglio dei Dodici di Cormòns in materia civile e penale; il diritto di nominare addetti al mercato dei cereali; l’esenzione dall’obbligo della residenza in Cormòns; il diritto di assistere alle riunioni del consiglio, personalmente o mediante proprio delegato; l’esenzione dall’obbligo di perseguire i banditi, personalmente o mediante propri delegati; il diritto di giudicare in campo civile e penale, e in assenza di podestà e consiglio dei Dodici, a proposito di danni ai beni comunali; il diritto alla nomina di 4 giurati della comunità, nonché del macellaio. Su istanza del vicario, la sentenza è pubblicata dal vice-cancelliere Giovanni Battista Pecenco, alla presenza di Giuseppe Aloisio e Giuseppe Rodella e intimata al podestà Giuseppe Cucut e alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.30).

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46 1719 mar.13 - 1719 mar.23 50

Anno 1719. Processo contro il Barone Luca Pietro Del Mestri che asportava i sassi dalla Rocca antica del Castello di Cormons (...)

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.312x210) di carte 7; numerazione coeva per carte (1-3).

Copia semplice coeva. Nota tergale: «1719 P 2 4. Processus Perillustri Domini Lucae Petri Bar. del mestri contra communitate Cormoni occasione ut intus, nempe ob saxa arcis Cormoni». Reperita all’atto del riordino l’originaria intestazione: «Processus. Universitatis Cormoni cum Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Lucca del Mestri Libero Barone de Semperch Plebano Cormoni et Archediaconus. Ex officio Cancelleriae Corm(oni)», che ora si trova in testa al fascicolo (già in 6, 194/7). In coda al medesimo è stata collocata una copia coeva, su cc. n.n., del ricorso del 1719 mar.13, già allegata dal Cumano, che sulla camicia segna a inchiostro rosso: «Anno 1719. Processo contro il Barone Luca Pietro Del Mestri che asportava i sassi dalla Rocca antica del Castello di Cormons. Il Barone si giustifica» e aggiunge «Archivio Municipale». Una mano moderna (G.B. Falzari) integra a penna «adducendo ch’erano caduti nei suoi terreni e minacciavano la Chiesa». (c.1r): Il podestà in carica, con il consiglio dei Dodici, unitamente con gli uscenti, ricorrono al capitano di Gorizia Giuseppe di Wildenstein contro Luca Pietro Del Mestri a proposito di una sottrazione di pietre dalle mura del castello di Cormòns (1719 mar.13); (c.1v): Citazione in giudizio del cappellano Luca Del Mestri, mediante il messo («trabans») Andrea Sbogar (1719 mar.17); (c.2r): Replica di Luca Pietro Del Mestri che giustifica l’avvenuto prelievo con lo stato pericolante delle mura, tale da causare danno ai suoi terreni e alla chiesa della Beata Vergine del Soccorso (1719 mag.22); (cc.2v-3r): Citazione in giudizio della comunità (1719 mar.23). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.31). 47/1 1727 giu.20 51

Anno 1727. Questioni tra la Comunità di Cormons ed il parroco Rodolfo Antonio Conte Coronini per la residenza

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.300x200) di carte 3.

Originale. Sigillo ad. della Nunziatura. Nel testo citati gli allegati A: copia del conferimento del beneficio curato (1701); B: copia del rescritto imperiale con cui si approva la nomina di un cooperatore. Nota tergale: «Rescritto et memoriale per il Reverendissimo Pievano Conte Coronini». Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «Vi si contiene 1° La querela che la Comunità porta innanzi al Nuncio Apostolico in Vienna [...]. 2° Discolpa documentata del Conte Pievano che tra le altre cose allega in traduzioneun Decreto di Carlo VI che lo abilita a sostituire al passato Coadiutore Luca Sertorio Del Mestri divenuto Vescovo di Trieste, il Sacerdote Michele Zoppolati in Vicario [...]» e «Dall’Archivio Municipale». Al mg. super. interno segnatura: «g)» della stessa mano. Sottolineature e annotazioni di mano moderna (G.B. Falzari). La comunità di Cormòns ricorre al Nunzio apostolico mons. Girolamo Grimaldi contro il parroco Rodolfo Coronini Cronberg per contravvenzione dell’obbligo di residenza del clero statuito dal Concilio di Trento. A tergo registrazione della Nunziatura apostolica (1727 giu.20) e ordine di intimazione alla parte avversa (1727 giu.21). Ausili alla consultazione: regesto (Cuamano 1868, p.47), regesto dattil.

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47/2 1727 set.9 52

Anno 1727. Questioni tra la Comunità di Cormons ed il parroco Rodolfo Antonio Conte Coronini per la residenza

Fascicolo cartaceo (mm.300x195) di carte 8; numerazione coeva per carte.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Risposta del Reverendissimo Parroco Coronino». Allegato al precedente all’atto del riordino. Il parroco di Cormòns Rodolfo Antonio Coronini Cronberg replica, con memoriale documentato, al ricorso della comunità di Cormòns al Nunzio apostolico in Vienna Girolamo Grimaldi. A tergo registrazione della Nunziatura apostolica (1727 set.9) e ordine di intimazione alla parte avversa (1727 set.10). (cc.3v-4r): allegato A: Orazio e Giorgio Del Mestri, Giorgio e Andrea Locatelli, Carlo Taccò attestano che in Cormòns non è mai esistita una casa d’abitazione per il parroco (1727 ago.14); (cc.4r-5r): allegato B: Il vicario curato di Cormòns Nicolò Coronini dichiara che la cura d’anime nella parrocchia di Cormòns è provveduta da lui, da un cooperatore e dal cappellano e attesta che in Cormòns esistono, presso il cimitero, 3 case destinate alla residenza del clero curato: una per il vicario, l’altra per il cappellano, la terza adibita parte a residenza del quaresimalista, parte dell’organista e cappellano della chiesa del SS. Crocifisso della Subida, parte a granaio e cantina (1727 ago.15); (c.5r): allegato C:estratto dal registro dei battezzati della parrocchia di Gorizia attestante la nascita di Rodolfo Antonio Coronini Cronberg in data 1656 apr.20 (1681 apr.4) (cc.5r-v): allegato D: il medico Giovanni Battista Bosizio dichiara che le cattive condizioni di salute impongono al Coronini di limitare il proprio ufficio alla sola celebrazione della messa (1727 ago.17) (cc.5v-7r): allegato E: conferma sovrana alla nomina di Michele Zoppolati a vicario curato di Cormòns, stante l’elezione del precedente vicario Luca Sertorio Del Mestri a vescovo di Trieste (1725 ott.8); (c.7r): allegato F: Giusto da Trieste, guardiano del convento dei cappuccini di Cormòns, attesta l’esercizio della cura d’anime da parte di detti religiosi (1727, ago.14); (cc.7r-v): allegato G: analoga dichiarazione di Ermenegildo Tonelli, superiore del convento dei domenicani di Cormòns (1727 ago.13); (c.8r): allegato H: analoga dichiarazione del cooperatore Carlo Ambrogio Zanotini (1727 ago.12); (cc.8r-v): allegato I: analoga dichiarazione del cooperatore Francesco Lionelli (1727 ago.14). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, pp.31, 47), regesto dattil. 48 1746 set.2 53

Anno 1746. 2. Settembre (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.324x200).

Copia semplice in lingua tedesca. Sulla camicia C. Cumano segna a inchiostro rosso: «Anno 1746. 2. Settembre. L’Imperatrice Maria Teresa impone al Conte Giuseppe Di Thurn Giurisdicente di Cormons che avea posto prigione il Vice-podestà Paolo Buiatti per aver colla Comunità supplicato per la conferma degli antichi privilegi, di metterlo in libertà e di non intraprender novità alcuna pendente confirmatione. Copia» e aggiunge «Archivio Municipale». L’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo commette a Giuseppe Della Torre di liberare il vice-podestà Paolo Buiatti, da lui posto agli arresti per aver chiesto la conferma degli antichi privilegi della comunità, e di non intraprendere novità alcuna, essendo pendente la conferma. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.31). Riproduzioni in: fotocopia.

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49 1770 mar.28 - 1770 giu.24 54

Anno 1750. L’arte privilegiata de’ Muratori di Gorizia reclama indennizzo per aver chiamato dai Cormonesi un capo-maestro estero

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.296x205) di carte 4; numerazione coeva per carte.

Sottoscrizione autografa di Giuseppe Bon. Nota tergale: «Processo contro li muradori et acomodamento fato con la scuola per fiorini 20 coram Comissario». Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione:«L’indenizzo fu accordato per componimento. Archivio Municipale». Intervenuti per la comunità di Cormòns Pietro Antonio Navaioli e Giuseppe d’Ogaro, per l’arte privilegiata dei muratori di Gorizia Michele Bon, cameraro dell’Arte e Saverio Giani, uno fra i capo-mastri della medesima, convengono che, avendo detta comunità fatto ricorso per la costruzione del nuovo duomo a un capo-mastro veneto, in violazione delle prerogative dell’Arte, la comunità di Cormòns versi a quest’ultima a titolo d’indennizzo 40 fiorini. In calce alla copia della composizione, Giuseppe Bon, cameraro dell’Arte, rilascia quietanza della somma di lire 100 che ha ricevuto a titolo d’indennizzo alla presenza del cameraro della chiesa di Sant’Adalberto Antonio Del Mestri. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.31). 50 1751 lug.28 55

1751. Maria Teresa dietro istanza dei Cormonesi sospende la vendita de’ Comunali colà fino a definitiva risoluzione

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.338x235) di carte 2.

Originale, in lingua tedesca. Sig. ad. Sottoscrive Johann Sigfried Herberstein. Nota tergale: «Rescritto di sospensione della vendita de’ Comunali in Cormons 1751». Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione «Originale dell’Archivio Municipale. firma: Johann Sigfried Herberstein». L’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo, su istanza della comunità, sospende il provvedimento di vendita dei beni comunali fino alla prossima risoluzione. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.31). Riproduzioni in: fotocopia.

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51 1761 ott.31 56

Anno 1761 31 Ottobre. L’Imperatrice Maria Teresa licenzia la Comunità di Cormons dal Petito d’essere liberata dalla Giurisdizione dei Conti Della Torre

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.309x209) di carte 2.

Copia semplice coeva. Aggiunta in calce, da altra mano, la copia di analoga risposta dell’imperatrice Maria Teresa (1747 mag.17). Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione a inchiostro rosso:«(Copia, o Traduzione italiana)» e «Archivio Municipale». In riferimento alla supplica presentatale dalla comunità di Cormòns per essere esentata dalla giurisdizione della famiglia Della Torre, alla replica dei giurisdicenti Giuseppe e Giovanni Battista Della Torre e all’informativa del capitano di Gorizia Antonio de Puebla e del fiscale Francesco Lovisoni, l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo commette al conte di Puebla di esortare la comunità a una condotta più quieta e, a proposito della richiesta esenzione, richiamare la risoluzione sovrana 1747 apr.15 ed invitarla, in caso di future e giustificate rimostranze, a procedere per via legale, senza importunare la Corte. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 52 1771 ago.15 57

Anno 1771 15 Agosto - da Cormons. Pompeo Bar. de Brigido Commissario regio cesareo ai confini in Friuli scrive al Podestà di Cormons di far sgombrare dai cespugli la linea di confine austro-veneto (...)

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.297x200).

Originale. Sottoscrizione autografa. Nota tergale: «Da parte della Cesarea Regia Commissione alla revisione de’ confini Austro-Veneti s’intima al Signor Podestà di Cormons». Sulla camicia C. Cumano aggiunge a inchiostro nero all’intitolazione segnata a inchiostro rosso «Il colle del Jof era confine fino dal 1431 (vedine documento). Archivio Municipale». Scarsamente leggibili ulteriori aggiunte a matita riguardanti il tracciato del confine. Pompeo de Brigido, per la C.R. Commissione alla revisione dei confini austro-veneti, commette al podestà di Cormòns di provvedere, d’intento con la comunità venetà di Brazzano, a liberare la linea del confine sopra il colle del «Joff» dalla vegetazione nel frattempo cresciuta fino a impedire di seguirne con chiarezza il tracciato. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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53 1771 mag.28 58

1771-1778. Questioni tra il giurisdicente Giovanni Battista della Torre e la Comunità di Cormòns

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.302x200) di carte 18.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Ricorso del Signor Conte Della Torre contro la Comunità»; a tergo e in mg. ulteriori note e sottolineature a sanguigna. Citati nel testo i seguenti allegati A: mandato del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, che autorizza la comunità di Cormòns a perseguire danni campestri (1771 mag.13); B: memoriale della comunità di Cormòns contro Michele Nasiz; C. risoluzione sovrana 1747 mag.17 riguardante la giurisdizione; D: diploma di concessione della giurisdizione; E: ordine (Verlass) 1760 nov.8 sull’obbligo dei giurisdicenti di vigilare sull’osservanza delle costituzioni della contea; F, G e H: sentenze limitanti il potere della comunità di giudicare propri membri; I: riconoscimento della subordinazione della comunità alla giurisdizione (1758). Non sono stati reperiti all’atto del riordino; il testo della risoluzione sovrana 1747 mag.17, di cui all’allegato C, compare aggiunto in calce al n.51 di questa stessa serie. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «Archivio Municipale». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna sulla copertina «in merito al diritto della comunità di castigare i dannificatori delle campagne ed altro... Il giurisdicente nega alla Comunità ogni diritto e privilegio» e, ai documenti, sottolineaure e datazioni. Il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre ricorre al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro la comunità di Cormòns a proposito dell’autorizzazione di perseguire i danni campestri, concessa a quest’ultima senza il preventivo parere del proprio vicario, e chiede la conferma dei propri diritti giurisdizionali. Allegato elenco di documenti, progressivamente numerati da 1 a 19, minute e copia del memoriale presentato dal podestà Giorgio Ballaben (Ballabeni) al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il giurisdicente Giovanni Battista Della Torre (post 1778 mar.12). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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54/1 [1773 mar.4] 59

1773. I Cormonesi ricorrono pella manutenzione de’ loro privilegi, e contro l’arte privilegiata de’calzolai di Gorizia

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.295x200) di carte 8.

Minuta. Citati nel testo i seguenti allegati, addotti a prova degli antichi privilegi della comunità: A: risoluzione 1772 nov.2; B: privilegio del conte Giovanni di Gorizia (1460 nov.8); C: 1503: concessione della contessa Caterina di Gorizia (1503, ma 1453, giu.30); D: conferma dell’imperatore Giuseppe I d’Asburgo (1705); E: ricorso al medesimo imperatore (1707); F: mandato 1707 mar.2; G: documento 1707 ott.23; H: conferma dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo (1720 ago.31); I: mandato 1767 mar.14; K: risoluzione dell’imperatore Francesco I d’Asburgo sulla vendita dei beni comuni (1754); L: risoluzione 1772 (ma 1761 gen.18); M: risoluzione 1747, in calce alla risoluzione dell’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo (1761 ott.31). Nota tergale: «Causa calzolai». Uniti all’atto del riordino gli allegati A, C e K; non reperito l’allegato G; i rimanenti si trovano in questa stessa serie. A tergo Cumano segna a penna: «Collazionato coll’originale munito della spedizione officiosa di Gorizia (...) documento che esiste negli atti dell’Archivio parrocchiale di Cormons» e, sulla camicia, aggiunge all’intitolazione: «Archivio Municipale con aggiunta dall’Archivio parrocchiale». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto sottolineature e annotazioni a tergo del documento e in sopralinea. Podestà e comunità di Cormòns ricorrono al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro l’arte privilegiata dei calzolai di Gorizia, a proposito del diritto alla vendita di pellami, che l’arte vorrebbe vietare a norma della propria regola, ma in violazione degli antichi statuti e privilegi cormonesi. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 54/2 1772 nov.2 60

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.297x204) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. dep. Note tergali: «Calzolai» e «NB. da dimandare le carte da la canceleria» e segnatura «A». Unito al precedente all’atto del riordino. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna la datazione. Il C.R. Capitano circolare delle unite contee di Gorizia e Gradisca notifica a podestà e comunità di Cormòns l’avvenuta risoluzione della causa tra detta comunità e l’arte privilegiata dei calzolai di Gorizia per pretesa violazione degli statuti. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 54/3 1453 giu.30 61

Lettera di concessione. [sec.XVIII]

Doc. cartaceo (mm.310x202).

Copia e traduzione in lingua italiana del documento del 1453 giugno 30, già integralmente ripreso, per confermarlo, dal testo del diploma dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo del 1500 giugno 29. Unito al precedente all’atto del riordino. Mani moderne hanno aggiunto le datazioni «30.6.1503», a penna, e «30.6.1453», dattil. La contessa Caterina di Gorizia concede a Cormòns diritti di mercato. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.17).

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Vecchi documenti cormonesi dell'Archivio municipale

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54/4 1754 giu.1 62

Mandato. post 1758 set.17

Doc. cartaceo (mm.312x200) di carte 2.

Copia semplice da copia tratta dal notaio Lelio Giuseppe Zoppolatti dalle carte del processo avviato dalla comunità di Cormòns a proposito dei beni comuni. A tergo: «K». L’imperatore Francesco I d’Asburgo, su istanza della comunità di Cormòns, commette al capitano di Gorizia Ferdinando Filippo d’Harrsch e alla Rappresentanza e Camera della Carniola di escludere i terreni di detta comunità dal provvedimento di vendita dei comunali. 55 1771 ago.7 63

Anno 1773. Vienna - 7 agosto. Supplica (senza data) all’Imperatrice Maria Teresa perché confermi i Privilegi di Cormons seguendo l’esempio di Carlo VI e di Giuseppe I. L’Imperatrice manda la supplica per informazione al Capitano di Gorizia

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.293x200) di carte 2.

Copia semplice coeva, in lingua tedesca. Citati nel testo gli allegati A e B: copie delle conferme degli imperatori Carlo VI e Giuseppe I d’Asburgo. A tergo la nota informativa al C.R. Capitano delle unite contee di Gorizia e Gradisca. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione a inchiostro rosso: «(data prenotata). Copia» e «Archivio Municipale». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna, sul documento, la data: 7/8/1773. Podestà e comunità di Cormòns chiedano all’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo la conferma dei propri antichi statuti e privilegi. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). Riproduzioni in: fotocopia. 56 1822 ott.2 64

Anno 1822. Francesco I Imperatore concede alla Comunità di Cormons due mercati annuali

[1863]

Doc. cartaceo (mm.340x223) di carte 2.

Copia ottocentesca, presumibilmente di mano del Cumano. Sulla camicia lo stesso aggiunge all’intitolazione a inchiostro rosso: «Dall’originale. Archivio Municipale». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «il 25 giugno ed il primo lunedì di settembre, per 3 giorni ciascuno». L’imperatore Francesco I d’Asburgo riconosce al comune di Cormòns il diritto di tenere 2 mercati, l’uno il 25 giugno, l’altro il primo lunedì del mese di settembre. Ausili alla consultazione: spoglio (Staffuzza 1984, pp.291, 294). Riproduzioni in: fotocopia.

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Vecchi documenti cormonesi dell'Archivio municipale

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57 1829 lug.12 65

Anno 1828. Questioni tra la Comunità di Cormòns ed il Vescovo di Gorizia Giuseppe Walland pella nomina del Vicario (...)

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.343x207) di carte 30.

Originale. Sottoscrivono il podestà Giuseppe de Savorgnani con i delegati Giovanni Barzellini e Giovanni D’Adamo. A tergo nota dell’I.R. Commissariato distrettuale di Cormòns (1829 ott.13). Non sono stati reperiti gli allegati: A, B, C e D. Del documento di cui all’allegato A, il fondo conserva una copia settecentesca (vd. Rapporti con la pieve, 5). Sulla camicia Cumano segna a inchiostro l’intitolazione che qui si riporta per esteso: «Anno 1828. Questioni tra la Comunità di Cormòns ed il Vescovo di Gorizia Giuseppe Walland pella nomina del Vicario, che il vescovo avocava e sè onninamente. I Cormonesi ricorrono al Governo, e poi alla Camera aulica, e vengono respinti». La rappresentanza comunale di Cormòns, considerato l’esito negativo del ricorso presentato all’I.R. Governo del Litorale in Trieste contro il rescritto 7 febb. 1829 n. 157 dell’Ordinariato arcivescovile di Gorizia, ricorso che si riproduce con segnatura «N.° I» con i rispettivi allegati da A a K, si appella alla I. R. Cancelleria aulica in Vienna a proposito del riconoscimento dell’antico diritto alla nomina del vicario curato da parte della comunità e, conseguentemente, dell’approvazione del sacerdote Fabiano Vosca, già presentato quale vicario dalla comunità stessa. Citati nel testo il precedente ricorso (1829 mar.20) con i seguenti allegati: A: nomina del vicario curato (1715); B: nomina del vicario curato (1769); C: nomina del vicario curato (1802); D: concessione del beneficio vicariale (1802 mag.2); E: fassione del beneficio (1826 apr.29); F: nota 15 dic. 1828 n.1419 dell’Ordinariato arcivescovile di Gorizia; G: avviso di concorso 18 dic. 1828, n.104 dell’Ufficio decanale di Cormòns; H: decreto di nomina a vicario in Cormòns del sacerdote Antonio Pilosio, già cooperatore in Monfalcone (1829 gen.22); I: rescritto 28 gen. 1829, n.121 dell’Ordinariato arcivescovile di Gorizia, che nega il rilascio della copia della presentazione del sacerdote Fabiano Vosca per la nomina a vicario in Cormòns; K: rescritto 7 feb. 1829 dell’ordinariato arcivescovile di Gorizia.

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Privilegi

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serie 66

Privilegi 1518 - 1822 8 unità documentarie. 1869; 1912; 1936 Si tratta delle successive conferme dei cosiddetti «statuti» cormonesi, di cui il confronto dei vari testi (qui trascritti di seguito alle descrizioni dei singoli documenti) mette in luce la progressiva erosione delle prerogative della comunità di villaggio a favore di quelle della giurisdizione prima, poi di un’amministrazione statale unitaria e modernamente intesa. Alle conferme, costituite nella serie dei «Privilegi» da Costantino Cumano, sono stati aggiunti documenti posteriori (del 1869, del 1912 e del 1936) e riguardanti il riconoscimento dello stemma cittadino: se ne dà conto, qui, a puro titolo d’inventario. Oltre che per il contenuto, i diplomi di conferma raccolti in questa serie sono simili per i caratteri estrinseci: notevoli dimensioni, materia scrittoria (la pergamena), parti iniziali stilate con caratteri particolari, disposizione della scrittura nel senso della maggior larghezza del documento o, quando il testo è distribuito su più fogli, impiego di legature pregevoli, presenza di monogrammi o sottoscrizioni autografe di sovrani, rafforzate da note di cancelleria e sigilli pendenti, circolari, di cera rossa, racchiusi in teche di legno. Il rilievo dei contenuti e la loro forma li destinarono a una conservazione separata rispetto alle altre carte, fino a far decidere di esibirli entro cornice, e anche oggi materialmente li racchiude, insieme ad altri documenti di dimensioni eccedenti lo standard, un grande contenitore a sè. Più che «statuti», ovvero testi legislativi organici, tali da regolamentare la vita di una comunità in tutti i suoi aspetti, quelli riconosciuti dai diplomi erano una raccolta di norme riguardanti la gestione dei terreni comuni e il commercio di derrate alimentari calmierate (vino, olio, carne e pane), concordate nel corso di assemblee comuni ai capifamiglia del villaggio e ai nobili residenti nel castello e che, in quanto si discostavano dal quadro vigente nella contea goriziana, il Görzer Staatspuech, necessitavano del particolare assenso dei conti goriziani. I provvedimenti, fra cui spicca la concessione dei diritti di mercato del 1453 e la regolazione dell’attività dell’assemblea (da quel momento consiglio dei Dodici) risalente al 1460, furono approvati dai conti a più riprese: nel 1436, nel 1460, nel ‘64, nel ‘66 e nel 1470. Dei singoli provvedimenti sono noti alcuni esemplari: della regolazione del 1460 esiste presso l’Archivio storico provinciale di Gorizia una copia cinquecentesca da un originale in volgare; esemplari in tedesco antico dei provvedimenti degli anni 1436, 1453, 1460, 1464, 1466 e 1470 furono individuati presso l’Haus-, Hof- und Staatsarchiv di Vienna e il Državni Arhiv di Lubiana da Guglielmo Coronini Cronberg, che li trascrisse (si rinvia alle schede pubblicate in Gorizia comitale, Mariano del Friuli 2001, rispettivamente alle pp. 266, 293, 309, 315, 318 e 323). Copie settecentesche dei provvedimenti del 1460 e del ‘66 sono presenti in questa stessa raccolta e furono ascritte dal Cumano alla serie delle «Copie più o meno imperfette e traduzioni di privilegi». Nel loro insieme, i provvedimenti ci sono noti in quanto refluiti nel testo del diploma che Massimiliano I d’Asburgo emanò il 29 giugno 1500, nell’atto di confermarli. Del documento l’archivio comunale conserva una traduzione secentesca in lingua tedesca, autenticata nel 1719. Il Cumano, che la pubblicò ritraducendola in italiano, la ascrisse pertanto non alla serie dei «Privilegi», ma delle «Copie autentiche di privilegi e Statuti di Cormons».

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Privilegi

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1 1518 feb.11 67

Lettera patente di conferma dell’imperatore Massimiliano I. d’Asburgo.

Doc. membranaceo (mm.303x521).

Originale, in lingua latina. Monogramma firmato del sovrano. Al documento, già in cornice, era allegato il seguente regesto, segnato da C. Cumano su tassello cartaceo con funzioni di didascalia: «Massimiliano I imperatore conferma i privilegi, statuti ecc. di Cormons, Meriano, Fratta, Chiopris e Medana, ed in vista dei gravi danni sofferti da questi luoghi nella guerra contro i Veneziani, li esonera per sei anni da ogni gravezza». Su richiesta della comunità di Cormòns e degli uomini delle «villae» di Mariano, Fratta, Chiopris e Medana, consideratone lo stato di estrema povertà e i gravissimi danni subiti durante la guerra contro i Veneziani, l’imperatore Massimiliano d’Asburgo conferma privilegi, statuti, consuetudini, immunità ed esenzioni già concessi dai suoi predecessori, i conti di Gorizia, e vigenti negli anni precedenti il conflitto citato, e dichiara gli stessi esenti da qualsiasi imposizione fiscale per i futuri 6 anni, commettendo alle autorità periferiche di osservare e far osservare tali disposizioni. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.101-102), spoglio (Staffuzza 1984, pp.291-292). 2 1699 ott.28 68

Lettera patente di conferma dell’imperatore Leopoldo I d’Asburgo.

Doc. membranaceo (mm.660x673). Sigillo pendente (143 mm) in bossolo ligneo (180 mm), con coperchio.

Originale, in lingua latina. Sottoscrizione autografa e del cancelliere Giacomo Ernesto di Plöckner. L’imperatore Leopoldo I d’Asburgo conferma statuti, privilegi, diritti, immunità e consuetudini già concessi dai conti di Gorizia e in uso fino ad allora e commette alle autorità periferiche di osservare e prescrivere tali disposizioni, sotto pena di 20 marche in oro, di cui la metà al fisco, l’altra alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.107-108), regesto (Staffuzza 1984, pp.291-292). Riproduzioni in: fotocopia.

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Privilegi

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3 1705 dic.9 69

Lettera patente di conferma dell’imperatore Giuseppe I. d’Asburgo.

Doc. membranaceo legato in pergamena su piatti di cartone (mm.335x265) di carte 8. Al centro dei piatti anteriore e posteriore della legatura è impresso lo stemma della casa d’Asburgo, inscritto in duplice cornice: lungo quella esterna ricorrono fiori e melograni stilizzati, l’interna reca motivi geometrici. Originale in lingua latina. Sottoscrivono l’imperatore, i nobili Giovanni Federico di Seilern e Filippo Ludovico di Zinzendorf, il cancelliere Giacomo Ernesto di Plöckner. Su richiesta del podestà e della comunità di Cormòns, che esibiscono il documento emanato in data 1699 ott.28 dal suo predecessore, e considerata la lunga fedeltà della comunità stessa e l’impegno dimostrato nella difesa contro i Turchi, l’imperatore Giuseppe I d’Asburgo conferma statuti, diritti, privilegi, immunità, esenzioni e antiche consuetudini già concessi alla comunità dai conti di Gorizia e in seguito in parte ribaditi, in parte innovati, ratificando espressamente i diritti di mercato settimanale concessi dai conti di Gorizia Ludovico e Leonardo; il diritto all’elezione di 4 giurati deputati a regolare lo smercio, esente da dazi, di carne, vino, olio, sale e frumento; il diritto all’elezione di un giudice, detto podestà, e di 12 consiglieri, con funzioni di tribunale di prima istanza e, d’intesa con il vicario della giurisdizione, di giudizio criminale e di polizia; il diritto di nobili privilegiati e notai all’elettorato attivo e passivo, nonché la diretta subordinazione della comunità al solo capitano di Gorizia, commettendo infine alle autorità periferiche di osservare e far osservare tali disposizioni sotto pena di 20 marche in oro, da solvere metà al fisco, metà alla comunità lesa.

Ausili alla consultazione: trascrizione (Della Bona 1856, pp.157-160), trascrizione (Cumano 1868, pp.109-111), regesto (Staffuzza 1984, pp.291, 293). Riproduzioni in: fotocopia. 4 1720 ago.31 70

Lettera patente di conferma dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo.

Doc. membranaceo (mm.623x758). Sigillo pendente (diametro 121 mm) in bossolo ligneo (160 mm), con coperchio.

Originale in lingua latina. Sottoscrivono l’imperatore, Filippo di Zinzendorf e Giorgio Cristoforo di Stirch, il cancelliere Giuseppe Ignazio May(..). Su richiesta avanzata dal podestà e dalla comunità di Cormòns mediante Bernardino Pincheti e Domenico Rivolt, e considerato il tributo della comunità nella difesa contro i Turchi, l’imperatore Carlo VI d’Asburgo conferma statuti, privilegi, immunità, esenzioni e consuetudini già riconosciuti e commette alle autorità periferiche di osservare e prescrivere tali disposizioni sotto pena di 20 marche oro, da tributarsi metà all’erario, metà alla comunità lesa. Mediocre leggibilità. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.113-114), regesto (Staffuzza 1984, pp.291, 293). Riproduzioni in: fotocopia.

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Privilegi

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5 1822 ott.2 71

Lettera patente dell’imperatore Francesco I d’Austria.

Doc. membranaceo (mm.640x510). Sigillo pendente dep. (diametro 134 mm) in bossolo ligneo (160 mm), con coperchio.

Originale in lingua tedesca. Sottoscrizione autografa e del cancelliere Francesco di (Sauern). L’imperatore Francesco I d’Austria riconosce e rende pubblico il diritto della comunità di Cormòns a 2 mercati annuali del bestiame, ciascuno della durata di 3 giorni, con inizio il primo il 25 giugno, il secondo ogni primo lunedì di settembre, in modo tale che, nel caso in cui il 25 giugno ricorra la domenica o in un altro giorno festivo, l’inizio del mercato debba essere posticipato, cosicché esso si possa svolgere durante 3 giorni esclusivamente lavorativi. Mediocre leggibilità. Ausili alla consultazione: spoglio (Staffuzza 1984, pp.291, 294). Riproduzioni in: fotocopia. 6 1912 lug.6 72

Diploma dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I.

Doc. membranaceo di carte 4, legato in velluto cremisi su piatti in cartone, contenuto in cassetta di metallo (528x300x45 mm); sul piatto anteriore della legatura aquila bicipite in oro, entro duplice cornice impressa; piatti rivestiti all’interno in seta avorio. Sigillo pendente (diametro 13 mm) in bossolo metallico (120 mm), con coperchio, trattenuto alla legatura da un nastro di fili dorati intrecciati. Lo specchio di ogni pagina (325x235 mm) è contornato da cornice con foglie di quercia e d’alloro e racemi stilizzati. «Wir Franz Joseph der Erste» (c.1r), «Kaiser von Österreich» e «König von Ungarn» (c.1v), «Cormons» e «Stadt» (c.2r), «Cormons» (c.2v), «Wien» (c.4r) miniate in nero, oro e rosso, così come le iniziali; stemma miniato (c.3v), a firma F. Jungiger.

Originale in lingua tedesca. Sottoscrizioni autografe dell’imperatore Francesco Giuseppe I, del ministro degli Interni Carlo de Heinold e dell’i.r. consigliere ministeriale Felice de Widersberg. L’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I, considerata l’elevazione a città del mercato di Cormòns, mediante risoluzione del 4 agosto 1910, accorda alla medesima lo stemma cittadino. Ausili alla consultazione: traduzione in l. italiana. 7 1869 mar.15 73

Autenticazione.

Doc. membranaceo, contenuto in cassetta di metallo (mm.390x290) di c. 1.

Originale, in lingua tedesca. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. dep. Su richiesta del comune di Cormòns si legittima lo stemma cittadino. 8 1936 ago.7 74

Decreto.

Doc. cartaceo legato in tela, contenuto in cassetta di metallo (mm.387x272x9) di carte 3. Legatura in tela azzurra su piatti di cartone; sul piatto anteriore stemma in oro della Casa Savoia, entro duplice cornice dorata e cornice impressa, racemi stilizzati e ovuli impressi; piatti rivestiti all’interno in carta a imitazione raso. Sigilli ad. della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Consulta Araldica.

Originale, su pagine prestampate. Sottoscrizioni autografe del capo del Governo Benito Mussolini e del cancelliere della Consulta Araldica Ennio Tosi. Il capo del Governo Benito Mussolini decreta il diritto del comune di Cormòns di far uso dello stemma, di cui si allega riproduzione con autentica della Consulta Araldica.

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2. Copie autentiche di privilegi e Statuti di Cormons

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fascicolo 75

2. Copie autentiche di privilegi e Statuti di Cormons 1500 - 1720 4 unità documentarie. Qui riunite le copie autenticate di conferme dei diritti della comunità cormonese, datate rispettivamente 1500 giu.29, 1699, 1705, 1720. Il fascicolo è stato istituito da C. Cumano, come testimonia l’elenco redatto a inchiostro rosso, su c. libera di dimensioni 163x203 mm, reperito in allegato alla copia della conferma di Carlo VI d’Asburgo e utilizzato per stabilire l’ordine interno dei materiali. All’angolo super. interno del foglietto la cifra: «2» segnala, probabilmente, la posizione del fascicolo all’interno della raccolta. 1 1500 giu.29 76

Massimiliano I. Anno 1500 1677; 1719

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.300x205) di carte 6; numerazione coeva per pagine (1-9 + 3 n.n.).

Copia del notaio Giovanni Marco Stubet 1677, collazionata con l’originale conservato nella cassa della comunità di Cormòns dal notaio Giuseppe de Chopin da Vienna, autenticata dal notaio Giuseppe Sigonio in data 1719 ott.9 e controautenticata dal luogotenente di Gorizia Ferdinando Formentini in data 1719 ott.10. Segno tabellionale di Giuseppe Sigonio e sigillo in carta di Ferdinando Formentini. Sulla camicia originale, reimpiegata, Cumano annota «Copia autentica del diploma originale di Massimiliano 1500» e G. B. Falzari aggiunge «che a sua volta fu tradotto dall’italiano da Giov. Mario Stubet notario nel 1677 come si vede in calce della detta copia». Sul verso una mano settecentesca aveva segnato "Statuti della Comunità di Cormons concessi da Caterina Contessa di Gorizia". L’imperatore Massimiliano I d’Asburgo conferma i privilegi concessi a Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.81-86). Riproduzioni in: fotocopia. 2 1699 ott.28 77

Leopoldo I. Anno 1699 1791 ago.18

Doc. cartaceo (mm.378x243) di carte 2.

Copia autenticata del cancelliere Giuseppe Savorgnani. Sigillo ad. dep. L’imperatore Leopoldo I d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti e ne commette l’osservanza, sotto pena di 20 marche in oro, di cui la metà al fisco, l’altra alla comunità. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.107-108). 3 1705 dic.9 78

Giuseppe I. Anno 1705 1777 ago.21

Doc. cartaceo (mm.350x240) di carte 4.

Copia autenticata del notaio Antonio Giuseppe Forlani di Gorizia; sig. ad. Controautentica del C. R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca datata 1777 ago.22. Gorizia; sig. impresso. L’imperatore Giuseppe I d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Della Bona 1856, pp.157-160), trascrizione (Cumano 1868, pp.109-111), regesto (Staffuzza 1984, pp.291, 293).

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2. Copie autentiche di privilegi e Statuti di Cormons

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4 1720 ago.31 79

Carlo VI. Anno 1720 1791 ago.18

Doc. cartaceo (mm.380x245) di carte 3.

Copia autenticata redatta nel 1791 da Giuseppe Savorgnani, cancelliere dell’ufficio del vicario della giurisdizione. Sigillo ad. dep. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.113-114).

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3 fascicoletto. Copie (...) e traduzioni di privilegi

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fascicolo 80

3 fascicoletto. Copie (...) e traduzioni di privilegi 1460 - 1720 7 unità documentarie. Contiene copie di conferme dei diritti della comunità cormonese, datate rispettivamente 1460, 1466, 1500, 1699, 1705, 1720, ciascuna corredata da traduzione. È stato istituito da C. Cumano, che segna a inchiostro rosso, sulla camicia che in origine conteneva la documentazione: «Copie più o meno imperfette e traduzioni di privilegi (...)», aggiungendo al mg. super. interno: «3. fascicoletto». Segue l’elenco dei documenti contenuti, che è stato utilizzato per ricostituire l’ordine interno al fascicolo, cui è stato ascritto anche un estratto, in lingua italiana, della conferma di Giuseppe I d’Asburgo (1705), non menzionata dall’elenco. Le descrizioni fornite da quest’ultimo sono state riprese, riferendole alle singole unità, dal testo dell’inventario. 1 1466 ott.19 81

Anno 1466. Leonardo conte di Gorizia col mezzo di Giorgio di Dorimbergo conferma alla comunità di Cormons i suoi privilegi (frammento italiano)

sec.XVIII inizi

Doc. cartaceo (mm.289x203).

Estratto e traduzione in lingua italiana. Sul verso segnato a inchiostro rosso dal Cumano «1466. Leonardo conte di Gorizia conferma col mezzo di Giorgio di Dorimbergo i privilegi ai Cormonesi». La comunità di Cormòns dichiara che il conte Leonardo di Gorizia, rispondendo alla supplica presentatagli mediante il nobile e consigliere Giorgio di Dornberg, ha confermato le antiche consuetudini della comunità già riconosciute dai suoi predecessori. Ausili alla consultazione: regesto dattil.. 2 1460 nov.8 82

Anno 1460. Privilegio di Giovanni conte di Gorizia, in italiano (...)

sec.XVIII

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.310x202) di carte 3.

Traduzione in lingua italiana, 2 copie. Sulla camicia, riferendosi a questo documento, Cumano segna: «Anno 1460. Privilegio di Giovanni conte di Gorizia, in italiano. è copia del secolo scorso, senza data. Vi si dice che l’originale esiste a mani dello spettabile podestà di Cormons. Ora è perduto, ma si ripete nel privilegio di Massimiliano I (in duplo)». Il conte Giovanni di Gorizia, agendo a nome del fratello Leonardo, statuisce che nobili e comunità di Cormòns debbano eleggere annualmente un consiglio di 12 rettori e giudici, competenti sul governo della comunità e l’osservanza dei mandati comitali, che detto consiglio e i nobili debbano eleggere annualmente 2 o più responsabili dell’amministrazione delle chiese di S. Maria e S. Giovanni, obbligati al rendiconto annuo della propria amministrazione, infine che dette prescrizioni debbano essere osservate su pena di 100 ducati da solversi alla Camera comitale per mezzo del capitano di Gorizia. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.18), regesto (Di Manzano 1879, pp.67-68), spoglio (Caprin 1892, pp.331-332).

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3 fascicoletto. Copie (...) e traduzioni di privilegi

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3 1500 giu.29 83

Anno 1500. Traduzione incompleta del Privilegio di Massimiliano I ai Cormonesi

post 1747 gen.7

Fascicolo cartaceo (mm.302x200) di carte 8.

Estratti e traduzioni in lingua italiana, 4 copie, in proposito alle quali Cumano annota: «Traduzione incompleta del Privilegio di Massimiliano I ai Cormonesi. Lo spoglio è del 1747 fatta dal notaio Giovanni Francesco (Gianfrancesco) Cipriani. Altri frammenti diversi». Due delle copie (coll. 154c e coll. 154e) recano a tergo, rispettivamente, le segnature «N° 7», barrata a corretta in «A», e «D», che permettono di riconoscere questi documenti quali originari allegati ad altre unità. L’imperatore Massimiliano I d’Asburgo conferma i privilegi concessi a Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.81-86), trascrizione ms. (Blasutic, Memoriali cormonesi). 4 1705 dic.9 84

Anno 1705. Copia del privilegio di Giuseppe I (...)

1765 mag.9

Fascicolo cartaceo (mm.297x200) di carte 12.

Copie autenticate ed estratti, distinti come segue: 1. Copia autenticata del notaio Giovanni Francesco Cipriani di Cormòns. Note tergali: «N.°37» e «A». In proposito Cumano annota:«Anno 1705. Copia del privilegio di Giuseppe I; completa e collazionata dal notaio G. Francesco Cipriani del 1765». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «1705». 2. Copia autenticata del notaio Giovanni Francesco Cipriani di Cormòns. Sul verso segnato a penna, da mano coeva: «N.°37», a sanguigna «Gius(eppe) I. Privilegio», barrato e corretto da Cumano, a inchiostro rosso, in «1705. Copia del privilegio di Giuseppe I». 3. Estratto. Sul verso segnato a penna da mano coeva: «Punti di copia di Privilegio». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «Conferma di Giuseppe I. 9/12 1705.». 4. Estratto e traduzione in lingua italiana. Sul verso segnato a penna da mano coeva: «Privileggi 3». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «Giuseppe I. 1705 9/12.». Allegato ai precedenti all’atto del riordino. L’imperatore Giuseppe I d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.109-111), regesto (Staffuzza 1984, pp.291, 293). 5 1720 ago.31 85

Copia del privilegio di Carlo VI

Doc. cartaceo (mm.300x200) di carte 2.

Copia semplice coeva. A tergo antiche segnature: «H», barrata e «A», apposta da altra mano. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.113-114).

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3 fascicoletto. Copie (...) e traduzioni di privilegi

45

6 1720 ago.31 86

Anno 1720. Traduzione italiana del Privilegio di Carlo VI

[sec.XVIII]

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

A tergo Cumano ha segnato a inchiostro rosso «1720. Traduzione italiana del Privilegio di Carlo VI». Al mg. super. della c.1r una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna la datazione. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo conferma gli statuti, i privilegi e le antiche consuetudini già riconosciuti alla comunità di Cormòns. Ausili alla consultazione: trascrizione (Cumano 1868, pp.113-114). 7 1703 mar.2 87

Anno 1699. Copia autentica del Privilegio dell’Imperatore Leopoldo presentata a S(ua) E(ccellenza) Leopoldo Adamo di Strassoldo Luogotenente di Gorizia nel 1703 (...)

1708 giu.26

Doc. cartaceo (mm.307x210) di carte 7; numerazione coeva per carte.

Copia datata 1708 giu.26, redatta dal coadiutore della cancelleria di Gorizia Valentino Scagnetti e autenticata dal notaio di Gorizia Giovanni Giacomo Aloisio (Aloysius). In proposito Cumano annota: «Anno 1699. Copia autentica del Privilegio dell’Imperatore Leopoldo presentata a S(ua) E(ccellenza) Leopoldo Adamo di Strassoldo Luogotenente di Gorizia nel 1703 all’uopo di impedire le esazioni pretese da Jacopo de Roglovig supremo esattore del telonio. Il luogotenente ordina all’esattore di astenersi da qualunque violazione de’ privilegi, e quindi da esazioni. Si aggiunge al fascicolo la motifica dello stesso Imperatore Leopoldo al suo luogotenente di Gorizia, di aver confermato i privilegi de’ Cormonesi invitandolo a difenderli e mantenerli contro chiunque».. Su c. 1r una mano moderna (G. B. Falzari) ha segnato «1703». Il luogotenente di Gorizia [Leopoldo Adamo di Strassoldo] commette all’esattore Giacomo de Roglovig di non violare gli antichi statuti, privilegi e consuetudini della comunità e gli trasmette copia della supplica, con i suoi allegati, rivoltagli dalla comunità di Cormòns (1703 mar.2) (cc. 1r-3r) Podestà e consiglio dei Dodici di Cormòns, quello in carica insieme all’uscente, ricorrono al luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo contro l’esazione di tributi su sale e seta, disposta dall’esattore Giacomo de Roglovig in contravvenzione agli antichi statuti, privilegi e consuetudini della comunità cormonese, confermati dall’imperatore Leopoldo d’Asburgo con diploma 1699 ott.28. (cc. 4r-6r) allegato A: copia del notaio Michele Novaiol dalla copia autenticata redatta a Vienna, in data 1699 nov.10, dal Giovanni Sigismondo de No(upertz) della Cancelleria aulica per l’Austria interiore, messa a disposizione dal podestà di Cormòns Giovanni Battista Novaiol. (c. 7r-v) allegato B: copia, trasmessa alla comunità di Cormòns, del mandato datato 1700 feb.27. Graz dell’imperatore Leopoldo d’Asburgo al capitano di Gorizia, cui comunica l’avvenuta conferma di privilegi e statuti della comunità di Cormòns e commette di mantenerli. Ausili alla consultazione: regesto dattil.

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Carte circa la vendita de' Comunali

46

fascicolo 88

Carte circa la vendita de’ Comunali 1754 - 1770 12 unità documentarie. Sulla camicia Costantino Cumano ha segnato: «Anni 1760-1770. Carte circa la vendita de’Comunali. La comunità intendeva vendere li beni comunali per l’erezione di un Monte di pietà dotandolo di 1500 fiorini di capitale da restituirsi alla Comunità in 15 anni. Furono dal Governo deputati a questo progetto Lodovico Barone Suardi e Melchiorre de Molina Consiglieri. Vi sono due partiti: l’uno pella vendita e ripartizioni, l’altro per la confermazione a pubblico uso» e aggiunto «Archivio Municipale». Fascicolo costituito dal Cumano e riguardante la vendita dei beni comunali, con cui si intendeva finanziare l’istituzione, a Cormòns, di un monte di Pietà, decisa nel 1767 contestualmente all’abolizione dei banchi feneratizi degli ebrei, ma in seguito non attuata. A tali documenti sono stati accorpati quelli riguardanti concessioni in affitto di beni comunali decise nel 1767, originariamente riunite nel fascicolo «Locacioni fatte dalla speciale Comunità ut intus» e reperite sparse (vedi n. 11/1-4). 1 [1754 set.4] 89

Supplica.

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.310x216) di carte 4.

Copia semplice. Nota tergale a sanguigna: «Comunali». Richiamati nel testo gli allegati A: privilegio del conte Leonardo di Gorizia; B: mandato dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo; C: mandato dell’imperatore Ferdinando III d’Asburgo (1644); D: dichiarazione del superiore del convento dei Cappuccini sull’aumentato numero dei poveri; E: documento comprovante l’erosione delle terre legata al corso torrentizio dei fiumi Judrio, Corno e Versa; F: documento comprovante la contrazione di prestiti da parte della comunità di Cormòns per far fronte a spese di processi per l’appropriazione di beni comunali, quali quello contro i Dornberg. Gli allegati A e B sono stati identificati nei documenti datati rispettivamente 1466 ott.19 e 1560, lug.27, ora in Raccolta C.Cumano. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato «Domandano all’Imperatore che non permetta diminuzioni di comunali». Supplica di abitanti di Cormòns all’imperatore [Francesco I d’Asburgo] contro la decisa vendita dei beni comuni. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 2 1760 lug.22 90

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.286x200) di carte 2.

Originale. Nota tergale: «Conferenza de la Comunità per haver pagato la Nobiltà». Riunitasi presso la casa del vice-podestà [Giovanni Battista] Buiatti, la comunità di Cormòns conviene le modalità dell’accordo sulla vertenza riguardante le offerte di Giorgio Del Mestri e consorti e del sacerdote Lorenzo Cipriani [a proposito di beni comuni]. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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Carte circa la vendita de' Comunali

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3 1761 gen.18 91

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.294x198) di carte 2.

Copia semplice, contrassegnata successivamente con segnatura «L». A tergo minute di conteggi. Sottolineature e aggiunte in sopralinea di mano moderna (G.B. Falzari). Considerata la risoluzione sovrana del 1754 giu.1, la conseguente supplica del 1754 set.4, la sentenza del 1755 e l’editto sul regolamento dei boschi, emanato il 1756 mag.4 dal C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca e pubblicato il 1756 giu.10, la comunità di Cormòns ricorre al medesimo Consiglio a proposito di diritti al taglio delle legna nei beni comuni. A tergo nota di trasmissione alla competente commissione, nelle persone dei consiglieri de Suardi e de Kapos. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 4 1764 set.26 92

Ricorso. 1764 nov.15

Doc. cartaceo (mm.298x198) di carte 4.

Copia semplice. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna la datazione: 1764. I nobili cormonesi conte d’Attems, Riccardo, Giovanni Antonio e Giuseppe Del Mestri, Francesco de Taccò, Giacomo Antonio de Locatelli, Giuseppe Ortolani, per sè e per il fratello, Gasparo de Martinis e Gasparo de Neuhaus, per sè e per i fratelli, ricorrono al C.R. Consiglio Capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro la pretesa della comunità di Cormòns di condurre autonomamente la vertenza con il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre a proposito dei beni comuni. Allegata, e distinta con lettera «A», la copia del decreto con cui detto C.R. Consiglio conferma la nomina di Della Torre a Commissario ai beni comuni e li invita a non ingerirsi nella vertenza (1764 nov.15). Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 5 1767 mar.14 93

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.305x203) di carte 2.

Copia semplice [Giovanni Francesco Cipriani ?]. Ferdinando Giuseppe d’Attems, per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, intima alla nobiltà di Cormòns la risoluzione sovrana 1767 feb.28 con cui, riferendosi alla nomina del giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre a commissario incaricato di comporre qualsiasi vertenza a proposito di diritti sui boschi e i beni comuni, li invita a non ingerirsi in tali vertenze e, in materia, vieta la presentazione di separati ricorsi della comunità e dei nobili. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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Carte circa la vendita de' Comunali

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6 1767 set.26 94

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.288x200) di carte 2.

Originale. Sottoscrive il segretario della cancelleria di Piuma (Peuma) [Francesco Domenico] de Zinfoni. Nota tergale: «Carte favorevoli per la Comunità, ut intus, indipendentemente dalla Nobiltà e abenati di Cormons». C. Cumano ha aggiunto a inchiostro rosso «Archivio Municipale»; una mano moderna (G.B. Falzari) ha annotato a penna «1764». Il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre trasmette alla comunità dello stesso luogo copia del ricorso presentato dalla nobiltà al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il consiglio dei Dodici a proposito dell’alienazione dei beni comuni e convoca la comunità quale controparte. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 7 1767 ott.3 95

Sentenza. 1767 ott.7

Doc. cartaceo (mm.305x202) di carte 2.

Copia autenticata del cancelliere di Piuma (Peuma) Francesco Domenico de Zinfoni (1767 ott.7). Sig. ad. in ceralacca. Convocata con mandato del 1767 sett.26 la comunità di Cormòns, quale controparte del ricorso presentato il 1767 lug.29 al C.R. Consiglio capitaniale delle unite conteee di Gorizia e Gradisca dalla nobiltà di Cormòns contro il consiglio dei Dodici a proposito dell’alienazione di beni comuni, il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre, quale commissario ai beni comuni, mentre la comunità, che interviene rappresentata dal dottore [in legge] Antonio Ciotti, replica chiedendo copia del ricorso dei nobili per potervi rispondere in iscritto, recusa il ricorso ritenendo la nobiltà, nelle persone di Francesco de Taccò, Francesco de Locatelli, Giorgio Del Mestri, Gian Vito e Francesco Ortolani, il nobile de Martinis, Giovanni de Reja e il parroco de’ Terzi, in gran parte solidale con la comunità e in virtù della risoluzione sovrana 1767 feb.28, trasmessagli dal C.R. Consiglio capitaniale il 1767 giu.14, e del decreto1767 sett.26 del medesimo C.R. Consiglio, riconosce che la comunità possa decidere autonomamente e decretare l’alienazione di beni comunali per un valore dei fiorini 1500 che saranno utilizzati per la fondazione di un monte di Pietà e che detto monte dovrà restituire decorsi 15 anni. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 8 [post 1767 apr.2] 96

Supplica.

Doc. cartaceo (mm.297x198) di carte 2.

Copia semplice. Nota tergale: «Del S. Monte». Richiamato in margine un allegato A, non precisamente descritto. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha erroneamente aggiunto a penna la datazione «1744?»: considerato che la nomina di Ludovico de Suardi e Melchiorre de Molina a commissari per l’istituzione di un monte di Pietà a Cormòns risale al 1767 apr.2 (cfr. Del Bianco Cotrozzi 1987, p. 45) la datazione di questo doc. non può che essere successiva a tale termine. Podestà e comunità di Cormòns si appellano ai commissari Ludovico de Suardi e Melchiorre de Molina, incaricati del procedimento istitutivo di un monte di Pietà a Cormòns contro Nicolò Cottoino, in cui riconoscono un oppositore al progetto. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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Carte circa la vendita de' Comunali

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9 [post 1767] 97

Pro memoria

Doc. cartaceo (mm.294x207) di carte 2.

Originale. Nota tergale: «Promemoria Brumati per le comugna». Considerata l’autorizzazione alla vendita dei beni comuni, Francesco Antonio Brumatti, dottore [in legge], esprime il proprio parere sulle modalità d’alienazione più convenienti per la comunità. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 10 [post 1767] 98

Pro memoria

Doc. cartaceo (mm.300x204) di carte 2.

Originale. Elenco dei beni comuni proposti per la vendita, con indicazione degli aspiranti acquirenti, del capitale ricavabile e della sua destinazione. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32). 11/1 1767 dic.28 99

Contratto di locazione.

Doc. cartaceo (mm.285x200) di carte 2.

Copia semplice coeva. A tergo la nota: «Locacioni fatte dalla sp(eciale) Comunità ut intus» e minuti conteggi. Allegato tassello con la cifra «24» (mm.71x24, già coll. 48). Il podestà di Cormòns Gian Domenico Grinover (Grinovero), a nome della comunità, loca per 3 anni a Leonardo Cucit (Ckozid) il prato «delle Mieris» all’annuo affitto di ducati 17, da versarsi alla festa di S. Martino a Giacomo de Locatelli. TT.: Nicolò de Locatelli e Marco Ciani. In calce Giuseppe Cipriani aggiunge un nota bene riguardante la riduzione di 2 lire, a carico della comunità, da apportarsi alla sopraccitata quota d’affitto. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 11/2 1767 dic.21 100

Contratto di locazione.

Doc. cartaceo (mm.285x200).

Originale. Il podestà di Cormòns Gian Domenico Grinover (Grinovero), a nome della comunità e stipulando un contratto valido al pari di un documento notarile, loca per 3 anni, dal 1768 al 1770, a Paolo Marcon il prato «della strada» all’annuo affitto di ducati 45, da versarsi alla festa di S.Giacomo, nel mese di luglio, a Giacomo de Locatelli. Sottoscrivono Marco Ciani e, con il segno della croce, Paolo Marcon. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino).

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Carte circa la vendita de' Comunali

50

11/3 1767 dic.21 101

Contratto di locazione.

Doc. cartaceo (mm.285x197).

Originale. Il podestà di Cormòns Gian Domenico Grinover (Grinovero), a nome della comunità e stipulando un contratto valido al pari di un documento notarile, loca per 3 anni, dal 1768 al 1770, a Giovanni Fain il grave «del Bo(nt)o» all’annuo affitto di ducati 36, da versarsi alla festa di S.Giacomo, nel mese di luglio, alla chiesa di S. Adalberto di Cormòns, con l’obbligo di piantarvi ogni anno, sotto pena d’escomio, 200 «scavacci». TT.: Giacomo Locatelli e Natale Coleseto. Sottoscrivono Marco Ciani e, con il segno della croce, Giovanni Fain. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 11/4 1767 102

Obbligazione.

Doc. cartaceo (mm.286x198).

Giovanni Francesco Cipriani si obbliga a pagare a Giacomo de Locatelli ducati 36 corrispondenti all’affitto, per tre anni, del prato del Molin novo, o «Sellet». 12 1770 mar.27 103

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.290x198) di carte 2.

Estratto del notaio Lelio Zoppolatti da registro delle deliberazioni della comunità di Cormòns. Nota tergale: «Consiglio per l’afitanza de Pascoli», cui una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna «ed eventuale ripartizione dei comunali». Giorgio Bosco, podestà in carica con il vice-podestà Marco Ciani e i consiglieri Giovanni Battista Costelono, Pietro Piacentini, Nicolò Lazat, Antonio Fontana, Leonardo Tomadin, Giuseppe Tomat, Lazzaro Marcon, Giuseppe e Michele Voraz, Giovanni Ferlat e Bernardino Bigot, con il podestà uscente Giuseppe Cipriani, con il vice-podestà Giovanni Battista Benardelli e i consiglieri Giovanni Tiussi, Giuseppe Fontana, Giusto Tavasanis, Domenico Tomadin, Giacomo Cipriani e Gian Domenico Visintin, considerata l’istanza contraria della nobiltà di Cormòns, delibera a proposito dell’affittanza e della ripartizione di beni comuni. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.32).

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Fasc. V. Ebrei di Cormons e loro Banco feneratizio

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fascicolo 104

Fasc. V. Ebrei di Cormons e loro Banco feneratizio 1599 - 1767 6 unità archivistiche. Fascicolo istituito da C. Cumano, come testimoniano la carta libera, di dimensioni 127x200 mm, recante le diciture "Fasc. V" e "Ebrei di Cormons e loro banco feneratizio", e le annotazioni, su ulteriore c. libera, sulla presenza degli ebrei a Cormòns. Già allegate all’istanza per l’istituzione, a Cormòns, di un monte di Pietà, datata 1767 mar.14, sono ora collocate in testa al fascicolo. 1 1599 gen.15 105

Anno 1599 15 gennaio. Cormons. I Nobili ed il Consiglio de’ Dodici di Cormons deliberano difendere Ser Giuseppe e fratelli Ebrei di Cormons (...)

1629 set.23

Doc. cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.297x202) di carte 2.

Copia autenticata dal notaio Massimiliano Flamio (Flameus) dalle note del notaio Giovanni Antonio Flamio. Note tergali: «1. Circa hebrei» a inchiostro, di mano coeva; «Archivio Municipale. 1599. Ebrei» a sanguigna, di mano posteriore. Sulla camicia C. Cumano segna, a inchiostro rosso, il regesto: «Anno 1599 15 gennaio. Cormons. I Nobili ed il Consiglio de’ Dodici di Cormons deliberano difendere Ser Giuseppe e fratelli Ebrei di Cormons, siccome lo furono altre volte, concedendo loro la facoltà di comperare e di vendere beni stabili in Cormons e sue pertinenze, e ciò a motivo delle benemerenze acquistatesi dagli Ebrei per lo passato verso i Cormonesi, e pei vantaggi che se ne sperano in futuro» e aggiunge a inchiostro: «b. note prese da carte municipali», «Carta autentica dell’Archivio Municipale». Giorgio Del Mestri (del Mestre), dottore in legge, Giovanni Ribisino del fu Biagio, Sertorio Del Mestri, Francesco Del Mestri, Bernardino del Mestre, Lionello de Leonellis, Giovanni Ribisino del fu Sebastiano, Alessandro Copmaul e Giovanni Antonio Flamio (Flameus), tutti nobili privilegiati di Cormòns, con il podestà maestro Gerolamo Moretto e, per il consiglio dei Dodici, il podestà di Povia Giovanni Ferlat deliberano, su richiesta dell’ebreo Giuseppe, che quest’ultimo, con i fratelli abitanti a Cormòns, possa comperare e vendere beni immobili in Cormòns e nelle sue pertinenze. Ausili alla consultazione: regesto (Del Bianco Cotrozzi 1987, p.36). 2 1682 nov.22 106

Anno 1682. 22 novembre. Raffaele Marchiano rabbino degli Ebrei di Cormons d’anni 60, fu battezzato avanti l’altare di Santo Adalberto (...)

[1863]

Doc. cartaceo (mm.324x204).

Annotazione di C. Cumano da documento reperito presso l’archivio parrocchiale: «Anno 1682. 22 novembre. Raffaele Marchiano rabbino degli Ebrei di Cormons d’anni 60, fu battezzato avanti l’altare di Santo Adalberto dal reverendo Monsignor Bernardo Scagnetti Pievano di Lucinico e sostituto Arcidiacono di Gorizia. Furon padrini Monsignor Ilario Stanta Vicario di Cormons, e Giovanni Ciano Podestà. Dall’Archivio Parrocchiale». Ausili alla consultazione: trascrizione dattil.

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Fasc. V. Ebrei di Cormons e loro Banco feneratizio

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3 ante 1735 107

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.305x205) di carte 2.

Minuta (?). La comunità di Cormòns sollecita il giurisdicente Giovanni Giuseppe Della Torre, signore di Duino, Sagrado, Piuma, Vipulzano e Cormòns, ai fini della prosecuzione della causa contro l’ebreo Jacob Cormons che, trascorso il termine prefissato di 3 giorni non ha replicato alle accuse e risulta contumace. 4 post 1735 108

Supplica.

Doc. cartaceo (mm.300x197) di carte 2.

Originale. (?). Nota tergale: «Remissione del Ebrea Lubba Cormons». Lubba, vedova di Jacob Cormons, trascorsi sette anni presso una delle proprie due figlie, maritata a Rovigo, chiede al podestà e consiglio dei Dodici di Cormòns di poter ospitare il genero, marito della seconda, presso la propria casa e affidargli la conduzione del banco dei pegni. Ausili alla consultazione: citato (Del Bianco Cotrozzi 1987, p.42). 5 1735 set.24 - 1737 apr.9 109

1735. Processo tra gli Ebrei Gabriele e Caleman Cormons contro la Comunità

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.325x210) di carte 20; numerazione coeva per carte 18 (1 c. n.n., bianca, tra cc. 5v-6r; n.n. l’ultima c.).

Copia semplice. Nota tergale: «Processo della Sp(ecia)le Comunità di Cormons contro Gabrielle et Caliman consorti Cormons». Sempre a tergo mani successive hanno segnato a penna «Piuma» e, a matita, «Ebrei». Su c. 1r C. Cumano aggiunge all’intitolazione «Archivio Municipale». Gabriel e Caliman consorti Cormons si appellano al giurisdicente di Cormòns Giovanni Giuseppe Della Torre Valsassina contro la locale comunità a proposito dell’imposizione di nuovi tributi - che la comunità dirà conseguente all’acquisto di una casa già abitata da non ebrei - e questo nonostante la condizione privilegiata, che comporta l’esenzione da imposte, riconosciuta agli ebrei cormonesi dalla Camera di Graz e l’accordo a suo tempo amichevolmente pattuito con la stessa comunità sulla corresponsione annua di 12 fiorini, e chiedono di ottenere da Jacob Cormons e dal padre di lui Salomon, che accusano di sobillare la comunità contro di loro, l’esibizione dei documenti attestanti tale condizione privilegiata. Il processo, sospeso a causa dello smarrimento dei documenti richiesti, è riaperto nel 1737 dal vicario della giurisdizione Giovanni Battista Petronio. Ausili alla consultazione: citato (Del Bianco Cotrozzi 1987, pp.33-34, 40-41).

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Fasc. V. Ebrei di Cormons e loro Banco feneratizio

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6 1762 apr.2 - 1767 mar.23 110

Anno 1767. Abolizione del banco degli Ebrei, e progetto di creazione di un Monte di Pietà

Fascicolo cartaceo, contenuto in camicia di carta forte (mm.300x205) di carte 16.

Minute. Sulla camicia C. Cumano aggiunge all’intitolazione: «Archivio Municipale». Il podestà e la comunità di Cormòns presentano al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca un documentato memoriale per ottenere la nomina di una commissione deputata a concordare con il giurisdicente Giovanni Battista Della Torre la fondazione a Cormòns di un monte di Pietà e contestualmente, ai sensi della risoluzione sovrana applicata in tutto il territorio delle contee, la soppressione del banco degli ebrei. Uniti istanza al C.R. Consiglio capitaniale (1767 mar.14 - Allegato A); elenco di nobili e privati favorevoli alla fondazione di un monte di Pietà (Allegato B); istanza a detto Consiglio del giurisdicente Giovanni Battista Della Torre, con cui chiede la soppressione del banco degli ebrei e sollecita la presentazione di un memoriale per la fondazione di un monte da parte della comunità (1767 mar.23 - Allegato C) e progetto di regolamento del monte di Pietà (s.d.). Riproduzioni in: fotocopia (Del Bianco Cotrozzi 1987, pp.34-45).

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Documenti della Comune di Cormons

54

parte 111

Documenti della Comune di Cormons 1569 - 1923 Si tratta di 2 registri e 154 documenti provenienti, con quelle estrapolati da Costantino Cumano, dall’archivio comunale di Cormòns. L’ordine fisico dei materiali non ha sempre potuto, in questo caso, rispecchiare quello logico. I registri dei verbali sono conservati in apposito cartolare. I documenti sono stati collocati di seguito a quelli già compresi nella raccolta del Cumano e, in testa alla sequenza, è stata collocata la copertina che li conteneva. Alcune unità di grande formato (cfr. Miscellanea, n.7 e n.9) si trovano nel cartolare contenente i privilegi della comunità. Una mappa in rotolo (Miscellanea, n.45) è conservata, per forza di cose, al di fuori dei cartolari. La base documentaria si rivela insufficiente a ricostruire l’organizzazione dell’organismo comunale e la sua evoluzione nel tempo: risulta impossibile, pertanto, procedere alla ricostruzione filologica del fondo. Ciò constatato, si è inteso realizzare una schedatura il più possibile analitica, che ha permesso in primo luogo per connettere i documenti ai loro originari allegati e che si ritiene capace di offrire un quadro esaustivo di ciò che è rimasto e, insieme, permettere di constatare quanto è andato perduto. Sono state ricostruite alcune originarie aggregazioni di documenti, che paiono costituire un resto, paragonabile alla punta di un iceberg, di preesistenti serie. A partire da questi nuclei sono state create delle aggregazioni corrispondenti a diverse materie di competenza dell’ente: rapporti con la giurisdizione, annona, legnatico, militare, polizia, culto. Ne rimangono escluse 45 unità (quindi una parte consistente, in rapporto alla quantità totale) che, consideratone il carattere eterogeneo e per non dar luogo ad aggregazioni forzate, si è preferito raccogliere in una miscellanea. All’interno di questa è stato attribuito ai materiali un ordine cronologico, così come si è fatto, del resto, anche per le aggregazioni precedenti. 108 sec.XVIII ? 112

Documenti della Comune di Cormons abbraccianti anche Pieggierie [sic] dei Nonzoli ecc. ecc

Camicia originaria (mm.302x200).

Si tratta della sola intestazione del fascicolo, segnata sulla camicia che in origine conteneva i documenti. Una mano moderna (G. B. Falzari) aggiunge a penna «Garanzie», riferito a «Pieggierie».

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Deliberazioni

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serie 113

Deliberazioni 1675 - 1823 2 unità archivistiche. Qui riuniti i volumi delle deliberazioni del podestà e del consiglio dei Dodici, organo ristretto conseguente alla regolazione, voluta nel 1460 dal conte Giovanni di Gorizia, dell’attività dell’assemblea formata dai capifamiglia del villaggio e dai nobili residenti nel castello di Cormòns. Competeva al consiglio, rinnovato annualmente, di gestire i terreni comunali, su cui i residenti vantavano diritti di pascolo, fienagione e raccolta delle legna, definire la rotazione delle coltivazioni, regolare eventuali controversie con i villaggi confinanti e la commercializzazione delle derrate, inoltre sovrintendere all’amministrazione dei beni ecclesiastici. Su quest’ultima funzione, che era affidata a due camerari eletti dal consiglio e obbligati annualmente a rendere conto al medesimo del proprio operato, vd. anche i fascicoli Rapporti con la pieve e Piaggerie dei nonzoli. 1 1675 ago.5 - 1775 lug.10 114

Deliberazioni di podestà e consiglio della comunità di Cormòns

1675-1771; 1772; 1775

Registro cartaceo legato in pergamena con risvolto di chiusura, rinforzi e lacci in cuoio (mm.323x227x40) di carte 121; numerazione coeva per carte (1-114, di cui 10r, 14, 35, 46r, 52v, 56r, 70v-71v, 72v-73r bianche; bifolii liberi n.n. tra 10v-11r, 12v-13r, 113v-114r; c. n.n. tra 34v-35r e, di modulo minore, tra 93v-94r; in fine reg. cc. 40-41 trasposte e cc.6 n.n.).

Conservata a parte la legatura originale in cartone con rinforzi in cuoio e lacci dep.; sul piatto anter. incoll. etichetta con dicitura manoscritta: «Libro - Contratti della Comune di Cormons , ed altre carte»; sul dorso incoll. etichette con dicitura «Libro - Contratti» e «[Comun]e di [Cormons]»; all’interno del piatto anter. stima datata 1775 lug.10 e conteggi. Deliberazioni e atti della comunità, con registrazioni, mediante la loro trascrizione integrale, di mandati del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, riguardanti la regolazione della fienagione e della raccolta del legname, i prezzi del vino all’ingrosso (meta), affari di polizia e reclutamento. Traspare, dai documenti, il conflitto tra comunità e giurisdizione. Si segnalano, a inizio registro, datato 1681, il memoriale descrivente obblighi e consuetudini della comunità ed elenco di contribuenti: «Memoriale: Notta delli aggravi, che paga ogni anno il Comune di Cormons di certo, oltra l’incerto et altre cose aspetanti al Comune come segue», «Segue li obblighi, et preminenti, et consuetudini del Comune, sive», «Segue per le Rogationi»,), («Notta di quelli che pagano agravio li tre giorni delle Rogationi, come segue» (cc.1v-5), con l’elenco delle offerte per le Rogazioni datato al 1770 (c.91v); la deliberazione datata 1756 gen.17, con la relativa supplica alle autorità provinciali, sulle modifiche al progetto di costruzione della nuova chiesa di Sant’Adalberto (cc.56v-57); la testimonianza, datata 1770 giu.26, che il podestà di Cormòns Giorgio Bosco vuole annotata a riprova della propria partecipazione, a Gorizia, alle cerimonie in onore dei granduchi di Toscana Leopoldo e Maria Luisa; infine l’annotazione del 1682 nov.22 (c.113v), sull’avvenuto battesimo dell’ebreo Raffaele Marchiano dinanzi all’altare maggiore della chiesa di Sant’Adalberto e alla presenza di podestà e consiglio dei Dodici (vedi Raccolta C.Cumano, Fasc.V, n.2). Inseriti tra cc.10v-11 copia della sentenza 1707 dic.20 (vedi Raccolta C.Cumano, n.49); tra cc.12v-13 copia dell’istanza del vicario della giurisdizione di Cormòns Giovanni Antonio de Marinelli al luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo a proposito dell’obbligo della comunità di arrestare i banditi (1708 feb.22). Inseriti, e corrispondenti rispettivamente alle cc.70-71e 72-73, il decreto della giurisdizione di Cormòns in materia di danni a prati, campi e boschi (1759 nov.2) e il mandato del C.r. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca con cui, su ricorso della comunità di Cormòns, si revoca il suddetto decreto (1763 mar.23). Inseriti a fine registro: ricorso di podestà a comunità di Cormòns al C.R. Consiglio provinciale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il giurisdicente Giovanni Battista Della Torre per la restituzione di diritti anticipati (ante 1762 lug.22); mandato del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca a Giovanni Battista Della Torre, quale curatore del minore Strassoldo, a proposito della rifusione dei danni al decano di Castagnavizza Giovanni Ocretig, ingiustamente arrestato (1771 ott.1); mandati del giurisdicente Giovanni Battista Della Torre (1771 lug.28 e ott.9; 1771 ago.29 e set.23) e del C.R. Consiglio capitaniale delle contee di Gorizia e Gradisca alla comunità di Cormòns (1771 sett.23) in materia di reclutamento.

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Deliberazioni

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2 1754 giu.1 - 1823 feb.21 115

Deliberazioni di podestà e consiglio della comunità di Cormòns.

Registro cartaceo legato in pergamena con risvolto di chiusura, rinforzi e lacci in cuoio (mm.330x238x34) di carte 125; numerazione coeva per carte (1 n.n., 1-172, 163-168, con numerose bianche e mancanti; tra cc.15v-16r inserite 2 c. n.n.; tra 34v-35r 1 c. n.n.; 1 c. incoll. su c.18r; bifolio tra 46v-47r; 3 c. n.n. tra 81v-82r).

Conservata a parte la legatura originale in cartone con rinforzi in cuoio e lacci in tessuto; sul piatto anter. la segnatura «5» a inchiostro e «Pa(cc)o VI» a lapis rosso; all’interno manoscritta la dicitura: «Libro dal Comune di Cormons lano 1664 fato soto la [Podesta]ria dal Signor Francesco Ortolano». Ai verbali dell’elezione di podestà e consiglio dei Dodici frammiste le registrazioni, effettuate copiandoli integralmente, di documenti ricevuti e spediti dalla comunità a proposito di taglio delle legna, vendita di terreni comunali, nomina del cappellano curato e dei camerari della chiesa di Sant’Adalberto.

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Rapporti con la giurisdizione

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gruppo 116

Rapporti con la giurisdizione 1584 - 1775 16 unità documentarie. Diritti giurisdizionali sulla gastaldia di Cormòns erano stati ottenuti nel 1528 da Nicolò Della Torre († 1557), comandante di cavalleria nell’esercito imperiale, capitano e governatore di Gradisca e Marano, che li lasciò in eredità al cugino Francesco, ambasciatore dell’imperatore a Venezia. Il figlio di Francesco, Raimondo, ne fu investito dall’arciduca Ferdinando d’Asburgo nel 1604 (del documento l’archivio comunale conserva una copia, tra gli atti del processo Della Torre-Dornberg, del 1697, una trascrizione di Costantino Cumano, edita nei Vecchi ricordi cormonesi del 1868 e un estratto, che è compreso proprio nel presente gruppo di documenti). I suoi modi, nei confronti della giurisdizione, furono tassativi, finalizzati a trasformare quelli che erano privilegi di carattere feudale, quasi forme vuote di significato, nell’esercizio di poteri reali. Anticipata nel 1572 dalla vertenza che vide il Della Torre opporsi ai nobili cormonesi a proposito di diritti di legnatico nei boschi del luogo (anche questo documento è conservato, in una copia da copia, nella raccolta del Cumano, che ne pubblicò un regesto), tale condotta era destinata al successo in quanto collimava con la linea politica degli Asburgo, volta a privilegiare i nobili rispetto alle comunità rurali, progressivamente trasformate in giurisdizioni private. Ne fa fede soprattutto la convenzione del 27 giugno 1623, che sembra segnare la capitolazione della comunità (“Con questo atto si seppellirono i privilegi e gli Statuti del Comune” annotò il Cumano, che comprese il documento nella propria raccolta, ancora in una copia da copia). Podestà e consiglio dei Dodici, quello in carica e il precedente, accettarono allora la presenza di 4 giurati nominati dal giurisdicente all’atto dell’amministrazione della giustizia civile e criminale e quella di un suo rappresentante nel consiglio, da cui furono esclusi i nobili, e decisero di attenersi alle prescrizioni dei giurisdicenti Della Torre per quanto concerneva la costruzione delle prigioni e il restauro della loggia delle udienze. I documenti che compongono questo gruppo sono stati utilizzati dalla comunità cormonese nelle proprie vertenze con la giurisdizione, tanto anteriormente al 1623 che in seguito. Sono per lo più in copia e vi si anche coglie l’eco del contenzioso innescato dai nobili per far riconoscere la loro condizione di “privilegiati”. Probabilmente in quanto utilizzati e riutilizzati durante successivi ricorsi, gli atti hanno finito col perdere i nessi con quelli cui erano allegati in origine, ai quali non è stato possibile ricondurli, e si trovano, pertanto, ordinati cronologicamente. Testimoniano l’avvenuta capitolazione della comunità cormonese, nonostante le conferme degli statuti cormonesi, puntualmente e formalmente garantite dai privilegi sovrani, ulteriori documenti, alcuni accolti dal Cumano nella propria raccolta, altri presenti anche in altri gruppi. Tutti comprovano l’intervento o l’assenso dei giurisdicenti – dopo Raimondo Della Torre (1556-1623), il figlio Gianmattia, Raimondo Bonifacio (1638-1714), Giovanni Giuseppe (1681-1775) e, ampiamente testimoniato, Giovanni Battista (1699-1783) – ai fini della gestione dei vari aspetti dell’amministrazione. 1 post 1584 mag.9 117

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.305x204) di carte 2.

Copia semplice da copia autenticata del notaio e cancelliere di Cormòns Gerolamo Degrazia (Gratia), conservata presso il comune di Cormòns. Sottoscrive: notaio Michele Novaiol. A tergo la stessa mano che ha prodotto la copia ha segnato «Comissione del Tribunale di Goritia che debba farsi la causa avanti il Trib(unale)», cui un’altra mano (Michele Novaiol) ha aggiunto «contro la Comunità». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna «1584». Il podestà Giorgio Panzera (Pancera), comparso presso la cancelleria della comunità di Cormòns, si appella al luogotenente di Gorizia Francesco di Dornberg (Dorimbergo, a Dornech) contro il mandato spedito da quest’ultimo al gastaldo di Cormòns Saturno Innesino. Il mandato, di cui si riproduce il testo, obbligava a dirimere la causa tra detta comunità e il nobile Sigismondo Della Torre (a Turi) presso il tribunale di Gorizia, sotto pena di 25 ducati.

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Rapporti con la giurisdizione

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2 1585 mag.31 118

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.312x215).

Traduzione in lingua italiana. Sottoscrivono: C. Khronegger su commissione dell’arciduca, il vescovo di Lubiana, e luogotenente dall’arciduca, Johannes [Tautscher] e il vice-cancelliere Rodolfo Coraduz. L’arciduca Carlo d’Asburgo commette al luogotenente di Gorizia Giorgio Vittore Wagering la difesa del nobile giurisdicente di Spessa Sigismondo Della Torre contro le pretese degli abitanti di Cormòns, che secondo un’antica usanza si recano in processione nella chiesa di Sant’Antonio in Spessa. 3 [1604 mar.5] 119

Diploma arciducale. sec.XVIII ?

Doc. cartaceo (mm.297x207) di carte 2.

In lingua latina. La nota tergale: «Copia della investitura al [...] Signor Con(te) [Mattia]» è stata corretta da mano moderna (G.B. Falzari), che aggiunge a penna «no Mattia ma Raimondo» e, sempre a penna: «Il conte Raimondo (a) della Torre riceve l’investitura sopra i nobili cormonesi. 1604», «desunto dal diploma di Ferdinando», «no Mattia ma Raimondo». Estratto dalla concessione della giurisdizione sul territorio di Cormòns, conferita dall’arciduca Ferdinando d’Asburgo a Raimondo Della Torre (a Turri). Riprodotto il testo riguardante la giurisdizione sui nobili. Ausili alla consultazione: regesto (Cumano 1868, p.25), trascrizione (Cumano 1868, p.105). 4 [sec.XVIII ?] 120

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.305x203).

Copia semplice, presumibilmente settecentesca, da documento anteriore al 1604. Giorgio, dottore in legge, insieme a Sertorio, Bernardino, Giovanni, Francesco e Stefano Del Mestri di Cormòns, avuta notizia che il luogotenente di Gorizia, su mandato sovrano, intende conferire la giurisdizione di Cormòns a Raimondo Della Torre (a Turri), protestano contro tale decisione, appellandosi alle antiche prerogative cormonesi. 5 1755 feb.25 121

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.300x200).

Copia da copia redatta dal notaio Lelio Giuseppe Zoppolatti. Nota tergale: «Per le strazze di far carta, che nessuno possa cercare se non che li nostri suditi». In applicazione della patente emanata dal C.R. Giudizio provinciale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre Valsassina commette al podestà e alla comunità di Cormòns di permettere la raccolta degli stracci per la fabbricazione della carta al solo Mattia Martinelli abitante a Corona, a ciò specificatamente autorizzato e, sotto pena di 100 ongari, non a forestieri.

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Rapporti con la giurisdizione

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6 1758 mag.24 122

Memoriale del Podestà e Comunità di Cormons a il Signor Conte Giovanni Battista della Torre per la consegna ex officio dell’Informazioni [...]

Doc. cartaceo (mm.290x195).

Copia semplice. Datazione e provenienza aggiunte da altra mano. Nota tergale: «Resoluzione del’Eccelso Consiglio aciò il Signor Conte Giurisdicente dii l’informazioni gratis» e segnatura «A». Rescritto del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca con cui si ordina al giudizio locale di Cormòns di trasmettere copia delle disposizioni attuative dei mandati del Consiglio stesso, che assumerà le spese della loro spedizione. 7 [ante 1761 ott.31] 123

Supplica.

Doc. cartaceo (mm.300x200) di carte 3.

Copia semplice coeva. Nel testo riferimenti ai seguenti allegati: A: sottomissione di Cormòns ai conti di Gorizia; B: concessione della giurisdizione semplice su Cormòns alla famiglia Della Torre (1604); C: concessione della medesima giurisdizione in feudo a detta famiglia; D ed E: documenti comprovanti i tentativi dei Della Torre di costituire la giurisdizione di Cormòns in Capitanato e di istituirvi un tribunale indipendente da quello di Gorizia; F: incarcerazione del podestà di Cormòns in Vipulzano; G: tentativo del Della Torre di separare la nobiltà cormonese dalla comunità; H: ordine sovrano 1638 giu.4; I: informazione del C.R. Consiglio di Graz; K: bando del podestà di Cormòns disposto da Mattia Della Torre per aver il podestà richiesta la conferma degli statuti; L: conferma di diversi punti degli statuti da parte del Della Torre; M: abrogazione del giudizio civile e criminale di Cormòns; N: abolizione delle competenze della comunità sul macello; O: abolizione delle competenze sulla piazza (mercato); P: abolizione delle competenze sull’attività feneratizia degli ebrei; Q: tentativo di Turrismondo Della Torre di privare la comunità dei diritti di avvocazia sulle chiese; R: ordine del giurisdicente che permette la residenza a Cormòns di persone definite "di mala fama"; S: proibizione della raccolta delle biade, antica consuetudine della comunità; T: obbligo della comunità di prestare servizi di guardia; U: proibizione agli avvocati di difendere la comunità in cause civili da questa intentate contro la giurisdizione. Gli allegati non sono stati reperiti; sono individuabili, tuttavia, riferimenti tra il loro contenuto e i trascritti (ora in Raccolta C.Cumano) che il Cumano trae da carte della famiglia Del Mestri, dove si conserva la copia della medesima supplica trascritta da Giovanni Blasutic. A detta trascrizione il Blasutic aggiungeva: «La precedente istanza del Comune di Cormons è senza data, e qui le fu premessa quella del 31 ottobre 1761 [...] perché sotto quella data "Maria Teresa licenzia la Comunità di Cormons che instava d’esser liberata dalla Giurisdizione dei Conti della Torre", come apparisce da documento in archivio comunale citato dal Cumano nei "Vecchi ricordi cormonesi".» I commissari della comunità e della nobiltà di Cormòns ricorrono all’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo contro il giurisdicente Giuseppe Della Torre a proposito di violazioni agli statuti e antichi privilegi della comunità, con il fine ultimo di trasformare la giurisdizione in capitanato indipendente. Ausili alla consultazione: trascrizione (Blasutic, Memoriali cormonesi), trascrizione (Caprin 1892, pp.334-336). 8 1762 feb.8 124

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.265x186).

Estratto tratto dal notaio Giovanni Francesco Cipriani dal registro delle deliberazioni della comunità di Cormòns. Apposta successivamente in margine la segnatura «F». Giovanni Battista Della Torre, in qualità di commissario ai beni comuni, approva la determinazione della comunità di Cormòns a proposito del taglio del legname nel bosco sito in località detta «le Colline».

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Rapporti con la giurisdizione

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9 1767 mar.14 125

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.302x200).

Copia semplice coeva. In calce una mano posteriore ha aggiunto le segnature: «N.° 9» e «N.°30». Una mano moderna (G. B. Falzari) ha aggiunto a penna «1767. taglio legnami». Ferdinando Giuseppe d’Attems, per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, trasmette al giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre la risoluzione sovrana, notificata al medesimo Consiglio con decreto 1767 feb.28, con cui si regolano le competenze sulle liti fra comunità e nobiltà di Cormòns e tra detta comunità e la signoria di Vipulzano per il taglio del legname. 10 1770 set.26 126

Copia della Resolucione

Doc. cartaceo (mm.300x200) di carte 2.

Considerato il ricorso presentato il 1770 sett.23 dalla comunità di Cormòns contro il giurisdicente Giovanni Battista Della Torre e contro il podestà Leonardo Buiatti a proposito dell’obbligo di presentare alla comunità il rendiconto della decorsa amministrazione, nonché il memoriale presentato dal Buiatti, che afferma di averlo sottoposto al giurisdicente, agendo per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca in assenza del capitano, Ottavio de’Terzi commette al podestà Buiatti di presentare il rendiconto della propria attività alla comunità. 11 post 1771 gen.31 127

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.292x200) di carte 2.

Originale. Nota tergale:«Per ordin[ar sostegno] per li figli del militare. 1771». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna conteggi e la nota «Nessuno vuole ricevere prole militare gennaio 1771». La giurisdizione di Cormòns rende pubblica una disposizione riguardante l’adozione di illegittimi nati da militari e ne ordina la diffusione, mediante Giovanni Battista Castellano (Castelano), anche fra i residenti nei casali sul monte Quarin. Un’altra mano ha aggiunto l’elenco nominativo degli interpellati, tutti con esito negativo. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 12 1771 ago.8 128

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.176x242).

Originale. Sottoscrive: Zacaria. Si ordina di trasmettere un documento non identificato al capitano circolare di Gorizia Giovanni Paolo Baselli, dopo sua visione da parte del giurisdicente di Cormòns. 13 1773 mag.6 129

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.283x192).

Originale. L’ufficio della giurisdizione di Cormòns commette al podestà Giorgio Bosco (Boscho) di trasferire cavallo, carro e arnesi già del defunto Gasparo Zubu(e)snich a Nicolò Valeanz.

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Rapporti con la giurisdizione

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14 1773 ago.25 130

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.294x200) di carte 2.

Originale. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. Rodolfo Coronini Cronberg, per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, trasmette al C.R. Fiscale dottor Antonio Prividali il rescritto 1773 ago.19 trasmesso dalla corte viennese in risposta alla supplica della comunità per la conferma dei propri statuti e privilegi e ne sollecita il parere. 15 1775 mag.24 131

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.292x204) di carte 2.

Originale. Sottoscrive: De Peris. Sigillo ad. Il vicario della giurisdizione di Cormòns Antonio de Rodelli commette al podestà e alla comunità cormonesi di eseguire in data 29 maggio la prescritta ispezione e quindi procedere all’arresto di vagabondi e disertori inseguendoli, qualora essi cercassero scampo nei territori veneti, sino ai confini. 16 1777 feb.14 132

Spese fate da me Podestà Boscho [...] e tuto fu incassato il ricavato dal presente Giuseppe Vechio cassiere deputato dalla Comunità

Doc. cartaceo (mm.295x202) di carte cucite 4; numerazione coeva per carte.

Originale. A tergo la segnatura: «F». Specifica delle spese sostenute dal 1773 sett.28 al 1777 sett.30. ai fini di vertenze con la giurisdizione.

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Contribuzioni rurali

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fascicolo 133

Contribuzioni rurali 1575 - 1604 17 unità documentarie. Raccolte in fascicolo all’atto del riordino i documenti - in gran parte ricevute - riguardanti la vertenza, risolta con sentenza della Camera arciducale, tra la comunità cormonese e l’esattore Giuseppe Panizoli a proposito di irregolarità nel pagamento delle contribuzioni rurali nel periodo 1574-1583. 1 [sec.XVI ultimo quarto] 134

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.100x105).

Frammento di ricevuta rilasciata a Gorizia dall’esattore Gregorio Comar. 2 1575 gen.5 135

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.300x198).

Originale. Sigillo ad. dep. Il capitano di Gorizia Giorgio Della Torre rinnova alle comunità del contado di Gorizia il mandato riguardante il pagamento d’una contribuzione di 10.000 fiorini, già prorogato fino al tempo delle vendemmia e nuovamente intimato il 1574 nov.15, sotto pena di 200 ducati per ciascuna comunità. 3 1576 nov.5 136

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.203x210).

Originale. Sigillo ad. L’esattore delle contribuzioni rurali Gregorio Comar dichiara di aver ricevuto in 2 rate successive da Andrea Paviotus, agente per la comunità di Cormòns, la somma di 276 fiorini dei 320 richiesti a detta comunità. 4 1579 mar.8 137

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo.

Originale. Sigillo ad. L’esattore delle contribuzioni rurali Gregorio Comar dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Andrea Paviotus la somma di174 fiorini a saldo dell’imposta spettante a detta comunità per l’anno 1578. 5 post 1583 ago.12 138

Ricevute di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.315x210) di carte 2.

Registrazione, su un unico foglio, di tre ricevute originariamente munite di sigillo. Nota tergale: «Fratta». L’esattore delle contribuzioni rurali Giuseppe Panizoli dichiara di aver ricevuto da Simone Bivilaqua da Fratta 22 fiorini a saldo delle imposte fino all’anno 1580 compreso, 4 fiorini per l’imposta dell’anno 1581 e 4 per quella del 1582.

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Contribuzioni rurali

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6 post 1590 apr.3 139

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.317x215) di carte 2.

Copia semplice, su un unico foglio, da registro delle contribuzioni. Nota tergale: «Meriano». L’esattore delle contribuzioni rurali Giuseppe Panizoli rilascia ricevuta per somme versate da Lorenzo de Quals e Giacomo del Nos, incaricati dalla comunità di Mariano, a computo delle imposte per gli anni 1587 e 1588. 7 1590 apr.10 140

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.100x162).

Frammento di ricevuta rilasciata a Gradisca dall’esattore Giuseppe Panizoli. 8 1593 feb.11 141

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.285x181).

Originale. L’esattore Leonardo de Orzon rilascia ricevuta per i 95 fiorini e 30 carantani versati dal podestà di Cormòns a computo delle contribuzioni rurali dell’anno 1592. 9 1600 nov.15 142

Sentenza. 1602 apr.19

Doc. cartaceo (mm.314x214).

Originale, in lingua tedesca. Sigillo ad. Sentenza del consigliere della Camera arciducale Julius de Par nella vertenza tra l’esattore Giuseppe Panizoli e la comunità di Cormòns a proposito di irregolari corresponsioni d’imposta per il periodo 1574 - 1583. Al testo, barrato, apposta in calce, in lingua italiana, la dichiarazione di avvenuto pagamento rilasciata a Gradisca dal medesimo esattore (1602 apr.19). 10 1600 nov.15 143

Sentenza.

Doc. cartaceo (mm.317x215) di carte 2.

Camicia originale della sentenza 1600 nov.15. Nota tergale in lingua tedesca.

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Contribuzioni rurali

64

11 1600 nov.15 144

Sentenza.

Doc. cartaceo (mm.307x209).

Traduzione in lingua italiana. Il consigliere della Camera arciducale Julius de Par, commissario nella vertenza tra l’esattore Giuseppe Panizoli e la comunità di Cormòns a proposito di irregolari contribuzioni d’imposta per il periodo 1574 - 1583, esaminata la documentazione della comunità, udito l’esattore e considerate le esenzioni accordate dall’arciduca, concede alla comunità di poter corrispondere il disavanzo in due rate, una da pagarsi a Natale del 1600, l’altra al 25 luglio dell’anno successivo. 12 1601 ago.27 145

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.282x197).

Originale. Lo scrivano Ludovico Rhedario, a nome dell’esattore da cui dipende, dichiara che la comunità di Cormòns ha versato 334 fiorini, 47 carantani e 2 soldi dei 361 fiorini, 47 carantani e 2 soldi che era tenuta a contribuire a titolo d’imposta per gli anni precedenti e da cui mancano i 27 fiorini della quota spettante ai signori Locatelli. 13 1601 dic. 146

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.315x210).

Originale. Sottoscrive il notaio Nicol(olaus d..nus). Sigillo ad. Computo delle quote d’arretrato d’imposta per gli anni 1573 - 1583 e dell’imposta per l’anno 1601. 14 1601 dic.15 147

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.134x205).

Originale. L’esattore delle contribuzioni rurali Giuseppe Panizoli dichiara che la comunità di Cormòns ha versato 52 fiorini a computo delle imposte per l’anno 1601. 15 1602 apr.19 148

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.315x213) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. L’esattore Giuseppe Panizoli dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Giandomenico Codai (Chodai) e Sebastiano Pizamuso, membro del consiglio dei Dodici, 11 fiorini e 2 soldi («bezi») a saldo dell’arretrato d’imposta di cui alla sentenza del consigliere della Camera arciducale Giulio di Par, consegnata al medesimo podestà all’atto del saldo.

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Contribuzioni rurali

65

16 1603 gen.22 149

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.320x211).

Originale. Foro di filza. L’esattore Giuseppe Panizoli dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Pietro de Portis, intervenuto con altri membri del consiglio dei Dodici, fiorini 215 a titolo di rata d’imposta per l’anno 1602. 17 1604 gen.4 150

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.308x218).

Originale. Foro di filza. L’esattore Giuseppe Panizoli dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Colusso (Choluso) fiorini 215 a saldo della rata d’imposta per l’anno 1603.

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Macello

66

fascicolo 151

Macello 1639 - 1772 11 unità documentarie. Note segnate a tergo di ciascun documento, spesso limitate al solo termine «Macello», hanno permesso di ricomporre l’aggregazione originaria delle carte riguardanti la macellazione delle carni ad uso della comunità. 1 1639 mag.11 152

Decreto.

Doc. cartaceo (mm.302x207).

Copia semplice. Sottoscrive Faidutus, vice-cancelliere. Il capitano [di Gorizia] nomina Andrea Fainaro macellaio di Cormòns con l’obbligo, sotto pena di 100 ungari, di provvedere al fabbisogno della comunità e di macellare le carni secondo le consuetudini. 2 1645 gen.18 - 1645 gen.22 153

Processo.

Doc. cartaceo (mm.304x200) di carte 6.

Copia semplice. Nota tergale: «Memoria del processo per conto del Lepore Tagliatore del anno 1644». Estratto dai verbali del processo tra il macellaio di Cormòns Giovanni Francesco Lepore e il podestà Marco Antonio Coronini con il consiglio dei Dodici dello stesso luogo, a proposito della vendita di tagli minori di macelleria (piedi, interiora, teste e lingue bovine). 3 1763 mar.26 154

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.305x202) di carte 2.

Originale. Sottoscrizione autografa. Sig. ad. dep. Nota tergale «Macello». Ferdinando Giuseppe d’Attems, per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, in riferimento al ricorso presentato dalla comunità di Cormòns contro il giurisdicente Giovanni Battista Della Torre a proposito del contratto per l’appalto del macello, commette a detta comunità di individuare il conduttore e sottoporlo entro 3 giorni alla conferma del giurisdicente, pena la facoltà di quest’ultimo di nominare un conduttore a proprio arbitrio. 4 1764 giu.1 155

Convenzione.

Doc. cartaceo (mm.325x225) di carte 2.

Originale. Sottoscrive: Antonio Fiegl. Nota tergale: «Dichiarazione fata dal e(ccel)so Consiglio seguita li 1.mo junj 1764 in merito al macello di Cormons». Riunitasi, in seguito al decreto 1764 mag.27 del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, la Commissione composta da Carlo de Suardi, Emanuele de Torres e Antonio Fiegl, il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre, il dottore Antonio Rodelli e Alessandro Pantaleone dall’una parte, il podestà di Cormòns Francesco Munutti (Monut), Giuseppe Cipriani, Giuseppe Vecchi e Giovanni Battista Miani dall’altra convengono di affidare l’appalto del macello delle carni in Cormòns a Isaach Luzzatto e Tommaso Sbuelz, con la condizione di versare alla comunità cormonese non già una quota fissa, pari a fiorini 360.56, ma un dazio proporzionale ai manzi macellati, nella proporzione di 2 fiorini a capo.

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Macello

67

5 1764 giu.8 156

Contratto d’appalto.

Doc. cartaceo (mm.298x201) di carte 2.

Copia semplice coeva. Stante il conchiuso della Commissione riunitasi il 1764 giu.1, il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre stipula con Isaach Luzzatto e Tommaso Sbuelz, che sottoscrive facendo il segno della croce, il contratto per l’appalto della macellazione delle carni in Cormòns. TT.: Gian Vito Giuseppe de Lionelli e Gian Domenico Deperis (de Peris). In calce la diffida del Luzzatto a Giovanni Battista d’Adamo di continuare a macellare manzi senza corrispondere il relativo dazio alla comunità. A tergo la notifica del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca alla comunità di Cormòns, circa l’obbligo di versare fiorini 2.4 a titolo di diritti di bollo (1764 giu.26). 6 1764 giu.23 157

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.290x198) di carte 2.

Originale. Sottoscrive Maria Giuseppe d’Auersperg. Sigillo ad. dep. Nota tergale: «Macello». Il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca notifica alla comunità di Cormòns il contratto concluso tra il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre e gli appaltatori Luzzatto e Sbuelz a proposito del macello delle carni. 7 [ante 1766 mar.1] 158

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.287x198) di carte 2.

Copia semplice, non datata. Nota tergale: «C(onte) D(ella) T(orre). Macello». Il podestà di Cormòns Giuseppe Cipriani chiede al giurisdicente dello stesso luogo Giovanni Battista Della Torre delucidazioni circa l’interpretazione di punti dubbi del contratto d’appalto per la macellazione delle carni in Cormòns, che dovrà essere rinnovato in data 1766 mar.1. A tergo la risposta del giurisdicente, che dichiara che il costo delle carni sarà soggetto alle fluttuazioni del mercato, che l’esazione dei dazi spetterà alla comunità, cui competerà di proporre il candidato per la gestione del macello. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 8 [ante 1766 mar.30] 159

Punti che si rassegnano [...] circa il Macello di Cormons

Doc. cartaceo (mm.297x200) di carte 2.

Copia semplice, non datata. A tergo elenco nominativo e nota: «Macello». Mattia Sbuelz formula la propria offerta in occasione del rinnovo del contratto d’appalto della macellazione delle carni in Cormòns.

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Macello

68

9 post 1769 apr.19 160

Parere

Doc. cartaceo (mm.289x200) di carte 2.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Punti che la sp(eciale) Comunità contradice a l’opinioni de la scritura del macello fattasi li 19 aprile 1769 in merito al macello». Con riferimento ad accordi sul macello stipulati il 1769 apr.19, la comunità di Cormòns ribadisce, non avendo il podestà alcun potere di introdurre innovazioni ai sensi della procura rilasciatagli dalla comunità, le antiche consuetudini vigenti in materia. 10 1770 mar.24 161

Contratto d’appalto.

Doc. cartaceo (mm.294x203) di carte 2.

Originale. Sottoscrizioni autografe del podestà e dei testimoni. Sottoscrizione autografa e sig. ad. del giurisdicente Giovanni Battista Della Torre. Nota tergale: «Contrato del macello. 1770». Il podestà di Cormòns Giorgio Bosco (Boscho), riunito il consiglio in carica e quello uscente, cede ai fratelli Giovanni Battista e Valentino d’Adamo l’appalto della macellazione delle carni in Cormòns, per un anno, dalla Pasqua del 1770 alla quaresima del 1771, contro il pagamento di 300 fiorini, 8 lingue di manzo, la fornitura di candele di sego per 500 libbre, più 8 ducati e 60 fiorini, o candele di sego per libbre 137,5 a titolo di regalìa. TT.: Giuseppe Munin e Antonio Cucit. In calce la conferma del giurisdicente, con riferimenti alle precedenti convenzioni del 1766 mar. e 1769 apr.19. 11 1772 apr.15 162

Contratto d’appalto.

Doc. cartaceo (mm.310x204) di carte 2.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Macello». Il podestà di Cormòns Giorgio Bosco cede ai fratelli Giovanni Battista e Valentino d’Adamo l’appalto della macellazione delle carni in Cormòns, per un anno, dalla Pasqua del 1772 alla quaresima del 1773, contro la fornitura di candele di sego per 500 libbre e al prezzo di 2 soldi l’una, il pagamento di 300 fiorini e 6 lingue di manzo, più 10 ducati a titolo d’affitto alla chiesa di San Rocco, 8 ducati in luogo del pranzo abitualmente offerto alla comunità, 60 fiorini al giurisdicente e 82 lire o candele di sego per libbre 137,5 alla comunità a titolo di regalìa. TT.: Gasparo Medeot e Francesco Sonto da Bivars. In calce la conferma del giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre (1772 apr.30)

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Prestazioni di lavoro (Rabotte)

69

fascicolo 163

Prestazioni di lavoro (Rabotte) 1609 - 1774 8 unità documentarie. Con il termine rabotte, di derivazione tedesca, erano designate prestazioni in natura, denaro e giornate di lavoro dovute dagli abitanti di un territorio. La loro natura variava a seconda della natura di quest’ultimo. Nelle signorie le rabotte erano legate allo sfruttamento delle terre di ragione del signore (rabotte reali) o valevano quale pubblica riconferma del vincolo di sudditanza nei suoi confronti (rabotte personali). Nelle giurisdizioni - ed è il caso di Cormòns - erano prestazioni dovute allo Stato, finalizzate prevalentemente al mantenimento della rete stradale e fluviale. La documentazione raccolta nel fascicolo riguarda prestazioni dovute dalla comunità per opere di difesa della fortezza di Gradisca, per costruzioni di strade e di ponti sul fiume Isonzo e sul torrente Groina, per la bonifica dei pozzi del castello di Gorizia. I materiali sono stati disposti in ordine cronologico all’atto del riordino. 1 1609 ago.10 164

Lettera.

Doc. cartaceo (mm.300x200).

Originale. Sigillo ad. Pietro Staliel scrive al podestà di Cormòns a proposito di un trasporto di pietre per la fortezza di Gradisca. 2 1633 ott.21 165

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.302x203).

Originale. Sigillo ad. Pietro Staliel «Bauschreiber» dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Giorgio Panzera, su mandato del capitano di Gorizia datato 17 agosto 1633, fiorini 21e carantani 20 a pagamento di un trasporto da Cormòns al ponte sull’Isonzo. 3 1635 ago.24 166

Ricevuta di pagamento.

Doc. cartaceo (mm.310x210).

Originale. Pietro Staliel «Bauschreiber» dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Giovanni Romanut 90 fiorini a pagamento di un trasporto da Osek (Osech) al ponte sull’Isonzo, disposto su mandato regio. 4 [ca. sec.XVIII inizi] 167

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.293x202) di carte 2.

Minuta. Citati nel testo gli allegati A: ripartizione delle spese; B: quietanza di Carlo de’ Terzi, non reperiti all’atto del riordino. La comunità di Cormòns ricorre contro l’imposizione di nuove prestazioni di lavoro obbligatorio per la costruzione di strade.

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Prestazioni di lavoro (Rabotte)

70

5 1771 set.12 168

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.286x200) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. Il capitano delle unite contee di Gorizia e Gradisca Enrico d’Auersperg commette al podestà di Cormòns, sotto pena di 25 fiorini, di concorrere alla riparazione dei ponti sul fiume Isonzo e sul suo affluente Groina con 10 manovali, provveduti degli attrezzi di lavoro, assistiti dal podestà o dal suo sostituto e presenti sul posto di lavoro alle ore 5 del prossimo lunedì. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 6/1 1772 lug.23 169

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.315x210) di carte 2.

Originale. Richiamati nel testo gli allegati A: ricevuta e B: mandato ordinante prestazioni di lavoro gratuito, entrambi reperiti e uniti all’atto del riordino. Una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna «1772. Risposta all’invito del capitano di Gorizia del giugno? luglio? Rabotte». Considerato che la comunità di Cormòns ha già fornito per la riparazione dei ponti sull’Isonzo e il suo affluente Groina prestazioni di lavoro gratuito pari alle 200 cui è tenuta, podestà e comunità di Cormòns ricorrono al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca affinché esoneri quest’ultima dalle prestazioni richieste per la pulitura delle mura del castello di Gorizia. Segnato a tergo il rifiuto della compensazione proposta (1772 lug.29). 6/2 1772 ago.8 170

Dichiarazione.

Doc. cartaceo (mm.283x190).

Originale. Giovanni Nepomuceno Pelosio attesta che la comunità di Cormòns ha assicurato fino a 200 manovali per i lavori di riparazione del ponte sull’Isonzo. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 6/3 1772 lug.17 171

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.286x192) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. A tergo la segnatura «B». Il capitano delle unite contee di Gorizia e Gradisca Enrico d’Auersperg commette al podestà di Cormòns, sotto pena di 25 fiorini, di concorrere alla riparazione dei ponti sul fiume Isonzo e sul suo affluente Groina con 10 manovali, provveduti degli attrezzi di lavoro, assistiti dal podestà o dal suo sostituto e presenti sul posto di lavoro alle ore 5 del prossimo lunedì. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 7 1774 giu.30 172

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.295x202).

Originale. Sig. ad. Nota tergale: «Pagati li Rabotenti in Gorizia senza spedire queli di (Cor)m(ons)» Francesco Guicciardi, in assenza del C.R. Capitano circolare delle unite contee di Gorizia e Gradisca, commette al podestà di Cormòns di concorrere alla pulitura dei pozzi del castello di Gorizia con 8 manovali, presenti sul posto di lavoro alle ore 3 del prossimo mercoledì 6 luglio.

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Prestazioni di lavoro (Rabotte)

71

8 ante 1774 lug.5 173

Lettera.

Doc. cartaceo (mm.285x193) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. In calce la risposta del podestà (1774 lug.5). Sottolineature a penna di mano moderna (G.B. Falzari). Francesco Oliva comunica al podestà Giorgio Bosco di poter disporre, su pagamento della somma di 2 ongari, di 4 condannati, attualmente in carcere presso il castello di Gorizia e capaci di sopperire in 14 giorni alle prestazioni di lavoro gratuito richieste alla comunità di Cormòns, e gli chiede notizie a proposito di una fornitura di strame. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino).

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Dazio sul vino

72

fascicolo 174

Dazio sul vino 1641 - 1707 8 unità documentarie. Alla produzione dei vini bianchi, monopolizzata dai nobili e destinata al mercato carinziano, si affiancava a Cormòns e a Medea, come nel Gradiscano, quella di vini neri densi, forti e asciutti, destinati al consumo popolare, presso le tante osterie disseminate nel territorio: ve n’era più d’una in ogni villaggio, tanto nella contea goriziana quanto nel Friuli veneto. È allo smercio di questi vini che vanno riferiti i documenti costituiti in fascicolo all’atto del riordino e riguardanti il ricorso contro l’imposizione del dazio sul vino (anche l’appalto dei dazi era una prerogativa nobiliare), ritenuto dagli osti sproporzionato rispetto al suo prezzo. Sono richiamate, nel testo del ricorso, le antiche franchigie cormonesi. Fra le disposizioni assunte a più riprese dalla comunità, approvate dai conti goriziani e riprese dal testo del diploma approvato il 29 giugno 1500 da Massimiliano I d’Asburgo avevano, infatti, peso notevole quelle riguardanti il commercio di derrate alimentari a prezzo calmierato, fra cui il vino. Il testo del diploma permette di rilevare come misure a sostegno dello smercio dei vini locali avessero fatto la loro comparsa nel 1436 e fossero state riprese nel 1466, quando si stabilì che il vino prodotto a Cormòns e venduto nella contea dovesse essere esonerato da dazi. 1 1641 mar.11 175

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.306x206) di carte 2.

Sottoscrive il cancelliere Gerolamo de Peris. Sigillo ad. Su istanza dei rappresentanti degli osti di Cormòns Francesco Lepori, Lorenzo Barbiano e Valentino Chiapino e su mandato del giurisdicente Mattia Della Torre, il dottore in legge e vicario della locale giurisdizione Francesco Morello notifica alla comunità di Cormòns la copia del ricorso presentato dagli osti al medesimo giurisdicente a proposito del dazio di 5 soldi per ogni boccale di vino, dazio considerato eccessivo dagli osti rispetto al prezzo di vendita dello stesso boccale, pari a 4 (soldi) e mezzo. 2 [sec.XVIII inizi] 176

Cronaca.

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

Minuta. Alleg. frammento (165x127 mm) da traduzione in lingua italiana della conferma dei privilegi della comunità di Cormòns da parte dell’arciduca Carlo d’Asburgo (1567). Sul verso la stessa mano ha segnato «Confermatione delli statuti antiqui di questo Illustrissimo Contado di Goritia renovato dal Serenissimo Prencipe Archiduca Carlo d’Austria» Narrazione anonima riguardante il tumulto suscitato dagli osti e dagli abitanti di Cormòns a proposito dei dazi sul vino imposti dalla Deputazione degli Stati provinciali di Gorizia nonostante il ricorso presentato alla corte di Vienna sulla base dei privilegi riconosciuti alla comunità.

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Dazio sul vino

73

3 1704 mag.21 177

Convenzione.

Doc. cartaceo (mm.304x210) di carte 2.

Copia semplice coeva da copia notarile. Convenuti presso la casa del comune di San Martino, i rappresentanti delle «ville» di Quisca, Vidisgnano (Vidrignano/Vedrijan ?), Crasna e Capriva approvano l’istanza all’imperatore Leopoldo I d’Asburgo redatta dal notaio Michele Novaiol in data 1705 mag.15, affinché abolisca il dazio sul vino prodotto nel contado di Gorizia (1705 mag.18). Convenuti al ponte sull’Isonzo presso Gorizia, i rappresentanti delle «ville» di Cosbana, Nosna, Fleana, Gradina, Nebola, Cerou inferiore e Moraro approvano la medesima istanza (1704 mag.21) Mediocre leggibilità. Ausili alla consultazione: regesto dattil. 4 1707 lug.9 178

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.304x202).

Copia coeva. Il notaio Michele Novaiol sottoscrive la copia del mandato con cui la Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia commette al podestà e agli osti di Cormòns, con i decani e gli osti di Mariano, Medea, Corona, Moraro, Podgora (Piedimonte), Lucinico, San Lorenzo e Capriva, di denunciare il vino venduto presso cantine e osterie dal 1° aprile al 30 giugno e pagare i relativi dazi, sotto pena di 25 fiorini. Un’annotazione in testa alla copia avverte che il mandato, emanato il 30 giugno 1707, è stato notificato il 9 luglio dello stesso anno. 5 ante 1707 lug.13 179

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.300x205) di carte 2.

Copia semplice coeva, comprensiva della nota tergale di risposta, in lingua tedesca. Considerate le franchigie riconosciute a Cormòns dai patriarchi di Aquileia, e prima ancora dai re longobardi che, come consta dagli scritti di Paolo Diacono e Flavio Biondo, la dichiararono città libera, quindi dai conti di Gorizia, dagli arciduchi e imperatori d’Asburgo, infine confermate dall’imperatore Giuseppe I d’Asburgo, e considerato in particolare il mandato 1560 lug.20 dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo su diritti di pascolo e legnatico (allegato A, ora in Raccolta C.Cumano), l’istanza 1707 gen.22 sull’obbligo di mantenimento dei privilegi anche da parte di giurisdicenti ed esattori (allegato B) e l’esenzione dal dazio sul vino concessa ai gesuiti da Leopoldo d’Asburgo (allegato C), il podestà e la comunità di Cormòns supplicano la Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia di esentarli dal pagamento del dazio sul vino richiesto a Cormòns insieme alle altre comunità, in proposito al quale la comunità è già ricorsa all’imperatore. 6 [ante 1707 lug.13] 180

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.305x205) di carte 2.

Copia semplice coeva del documento precedente. Considerate le antiche franchigie riconosciute a Cormòns, il podestà e la comunità di Cormòns supplicano la Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia di esentarli dal pagamento del dazio sul vino richiesto a Cormòns insieme alle altre comunità, in proposito al quale la comunità è già ricorsa all’imperatore.

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Dazio sul vino

74

7 1707 ago.30 181

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.290x195).

Copia semplice coeva. Considerato il decreto sovrano del 20 agosto, successivo al ricorso di podestà e comunità di Cormòns all’imperatore, il luogotenente di Gorizia commette agli osti di Cormòns di pagare il dazio sul vino sotto pena di 25 fiorini. 8 1707 ago.31 182

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.292x187).

Sottoscrive Dragogna, notaio di Gorizia. Copia semplice coeva del notaio [Michele] Novaiol. Il luogotenente di Gorizia commette al podestà e consiglio dei Dodici di Cormòns la pubblicazione del decreto emanato in seguito all’istanza della medesima comunità.

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Provvedimenti per l'agricoltura

75

fascicolo 183

Provvedimenti per l’agricoltura 1743 - 1779 3 unità documentarie. Raccolti in fascicolo i provvedimenti contro i parassiti, da effettuarsi secondo i termini seguenti: entro il 30 gennaio quello contro le rughe, entro il 30 maggio quello contro i punteruoli della vite («tortiglioni»), parassiti che rodono i giovani pampini della pianta. 1 1743 apr.24 184

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.283x194).

Minuta. Sottoscrive il cancelliere Nogarella. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a tergo: «Ordine di estirpare i nidi delle rughe 24.4.1743». In applicazione della patente emanata in materia dal C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, il vicario della giurisdizione di Cormòns Antonio de Rodelli commette a podestà e comunità di detto luogo di attuare, sotto pena di 25 fiorini, le disinfestazioni stagionali contro i parassiti, per le quali sono stati prescritti i termini seguenti: entro il 30 gennaio quella contro le rughe, entro il 30 maggio quella contro i punteruoli della vite («tortiglioni»), parassiti che rodono i giovani pampini della pianta. 2 1768 dic.24 185

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.305x205).

Copia semplice coeva. Una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna la datazione «1.6.1754». Ottavio de’Terzi, riferendosi alle prescrizioni della C.R. Società d’agricoltura, commette alle comunità del distretto di attuare, sotto pena di 25 fiorini, le disinfestazioni stagionali contro i parassiti. 3 1779 apr.16 186

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.290x195).

Originale. Sottoscrive il cancelliere De Peris. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato: «Estirpazione dei tortiglioni. 1779». Con riferimento all’ordine del C.R. Capitano circolare delle unite contee di Gorizia e Gradisca, il vicario della giurisdizione di Cormòns Antonio de Rodelli commette al podestà e alla comunità di detto luogo di attuare le disinfestazioni stagionali contro i punteruoli della vite («tortiglioni»).

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Taglio delle legna

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fascicolo 187

Taglio delle legna 1771 3 unità documentarie. Riuniti in fascicolo i documenti, tutti in copia, riguardanti illeciti tagli di legname nel bosco detto «Chiarpinet». Sui diritti al taglio del legname si innescano, fra comunità, nobiltà e giurisdizione di Cormòns, contese testimoniate anche da ulteriore documentazione (vedi Rapporti con la giurisdizione, n.8-9 e Miscellanea, n.8 e n.41, nonché numerosi atti registrati nei volumi delle deliberazioni). 1 1761 gen.12 188

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.298x200) di carte 2.

Estratto tratto dal notaio Giuseppe Zoppolatti dal registro delle deliberazioni della comunità di Cormòns. Nota tergale: «Atestato per dano di fiorini 43» e nota «Viste» aggiunta da altra mano. Aggiunta posteriormente la segnatura: «N.°7», corretta su «N.°6». Su convocazione della comunità di Cormòns, gli incaricati della stima dei danni ai boschi in località detta «Chiarpenet», Andrea Nasiz del Querino, Domenico Cucut, Giovanni Batistuta e Domenico Bigot, tutti abitanti in prossimità di detto luogo, relazionano sui danni derivanti a detto bosco da tagli del legname eseguiti, contrariamente alle prescrizioni, prima che siano trascorsi 7 anni dall’ultimo taglio. TT.: Paolo Marcon e Giacomo Troian. 2 1762 feb.6 189

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.290x190) di carte 2.

Copia semplice [Giovanni Francesco Cipriani ?]. Ferdinando Giuseppe d’Attems, per il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, notifica a podestà e comunità di Cormòns la tassa di fiorini 287 per i responsabili dei danni al bosco detto «Chiarpenet». Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 3 [post 1770 set.15] 190

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.287x199) di carte 2.

Minuta. La comunità di Cormòns ricorre al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il nobile Ludovico de Rea a proposito della refusione dei danni causati con il taglio delle legna nel bosco detto «Chiarpinet». Mediocre leggibilità.

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Privilegi delle arti

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fascicolo 191

Privilegi delle arti 1775 2 unità documentarie. Viene fatta discendere dagli antichi privilegi cormonesi l’autonomia di calzolai e sarti cormonesi dall’Arte privilegiata di Gorizia, rivendicata in occasione della visita dell’imperatore. Le due istanze, composte alla stessa data e dalla stessa mano, si collegano al ricorso che podestà e comunità cormonesi presentano alla corte nel 1772 (vedi Raccolta C.Cumano, n.54). 1 1775 mag.8 192

Attestazione.

Doc. cartaceo (mm.296x195).

Minuta. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «Calzolai 1775». I calzolai di Cormòns dichiarano, sotto giuramento, la completa indipendenza, anteriormente al Settecento, di calzolai e mercanti cormonesi dall’arte privilegiata dei calzolai di Gorizia e chiedono al podestà e alla comunità locali di ottenere, in occasione della visita dell’imperatore, il ripristino delle antiche consuetudini. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 2 1775 mag.8 193

Attestazione.

Doc. cartaceo (mm.296x195).

Minuta. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «Sarti 1775». I sarti di Cormòns dichiarano, sotto giuramento, la propria completa indipendenza, anteriormente al Settecento, dall’arte privilegiata dei sarti di Gorizia e chiedono al podestà e alla comunità locali di ottenere, in occasione della visita dell’imperatore, il ripristino delle antiche consuetudini. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino).

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Arruolamento militare

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fascicolo 194

Arruolamento militare 1636 - post 1777 7 unità documentarie. L’aggregazione, composta all’atto del riordino, riunisce mandati, istanze e memoriali riguardanti le prerogative della comunità in materia di reclutamento. Anche in questo caso la rivendicazione dell’autonomia cormonese genera un conflitto con il giurisdicente. La ricostruzione della vicenda risulta, però, lacunosa, anche a causa della natura della documentazione (si tratta per lo più di copie e minute, di cui non sono stati sicuramente individuati gli originari allegati), che rende particolarmente difficile la ricomposizione dell’originario incartamento. 1 1636 set.16 195

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.205x212).

Originale. Sottoscrive il cancelliere Gerolamo de Peris. Sigillo ad. Francesco Morello, dottore in legge e vicario della giurisdizione, su mandato emanato il 6 settembre dal capitano di Gorizia e signore di Cormòns Mattia Della Torre, in seguito alla richiesta avanzata il 23 agosto dalla Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia, e considerati i precedenti decreti e mandati emessi nella sua giurisdizione, dichiara i cormonesi, appartenenti o no alle «cernide», esenti dall’obbedienza al colonnello Riccardo di Strassoldo se non per quanto ordinato dalla giurisdizione, sotto pena di 100 ungari in oro per le comunità, 25 ungari per i singoli. 2 [ante 1770] 196

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.308x210) di carte 2.

Copia semplice. Citati nel testo gli allegati A: copia di memoriale di Pietro Antonio Coronini, e B: distinta delle spese sostenute dalla comunità. La comunità di Cormòns si appella al C. R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il capitano di Tolmino Pietro Antonio Coronini a proposito del rimborso di spese sostenute dalla comunità a vantaggio di Valentino Foletig di Tolmino. 3 [post 1770 set.16] 197

Pro memoria

Doc. cartaceo (mm.300x200) di carte 2.

Minuta. A tergo nota-bene del podestà Giorgio Bosco. Considerati la gravità del sacrificio tributato in passato dalla comunità di Cormòns a causa delle guerre, tanto in termini di contribuzioni quanto di sacrificio di vite umane, come risulta dalla documentazione allegata, e il conseguente proprio stato di comunità privilegiata, la comunità di Cormòns ricorre al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro l’accorpamento di detta comunità alle «ville» del Collio, al borgo di Prestau in Gorizia e alla signoria di Vipulzano e Spessa, deciso dal vicario della giurisdizione in funzione del reclutamento, chiedendo di poter contribuire con un proprio contingente. Richiamenti nel testo allegati 1: contributo al reclutamento diretto da Pietro di Strassoldo del 1544 feb.21; 2: lite con il conte [Pietro Antonio] Coronini a proposito di una recluta proveniente dal distretto di Tolmino; 3: ripartizione delle spese per il reclutamento redatta dal conte de Puebla (ante 1767); 4: concorso della comunità al reclutamento per gli anni 1756 e 1759; 5: idem per il 1770 set.16.

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Arruolamento militare

79

4 1771 set.7 198

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.293x200) di carte 4.

Copia semplice coeva. Il podestà e la comunità di Cormòns ricorrono al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca contro il giurisdicente di Cormòns a proposito delle modalità con cui è stato organizzato il reclutamento. Nel testo citato l’allegato A: specifica delle reclute indicate dalla comunità. A tergo la risposta che autorizza il giurisdicente a presiedere al reclutamento entro i confini della propria giurisdizione eccettuato che in Cormòns e commette alla comunità di presentare le reclute. 5 1771 ott.19 199

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.286x195) di carte 2.

Originale. Sottoscrive: Nogarella. Sig. ad. dep. Il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre commette al podestà e alla comunità di Cormòns di trasmettere l’elenco nominativo delle reclute. In calce l’elenco delle reclute individuate dal podestà Giorgio Bosco, dal vice-podestà Giuseppe Cipriani e dai consiglieri Giusto Tavasanis, Giovanni Ferlat, Giacomo Cipriani, Pietro Piacentini e Domenico Tomadin. 6 [post 1771] 200

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.288x200) di carte 2.

Copia semplice coeva. Non reperiti gli allegati. Una mano moderna (G. B. Falzari) ha segnato a penna sottolineature e la nota: «177? Reclute mancate». Considerato che le 18 reclute individuate dalla comunità di Cormòns su mandato trasmesso dal giurisdicente Giovanni Battista Della Torre sono fuggite in territorio veneto, come consta dalla dichiarazione del parroco di Cormòns Francesco Saverio de’ Terzi e del rimanente clero curato sull’assenza da Cormòns di 600 o più persone (alleg. A), con prevedibile danno per le future attività agricole, considerati inoltre il mandato notificato a tutti i genitori di inviare i propri figli a Gorizia, sotto pena di 50 ongari, per provvedere a una nuova selezione delle reclute (alleg. B) e l’ulteriore mandato che identifica i fuggitivi come banditi (alleg. C) dei quali, in caso di ritorno presso i genitori, dovranno essere disposti arresto e condanna, tanto impietosi da non poter essere eseguiti, causando prevedibili disordini e danni alla comunità, il podestà e la comunità di Cormòns ricorrono al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca affinché attribuisca carattere temporaneo e non dipendente dalla giurisdizione al bando contro i fuggitivi, così da permettere che, al suo scadere, essi possano ritornare alle proprie case. Ausili alla consultazione: regesto (ms. su cartoncino). 7 [post 1777 feb.15] 201

Promemoria.

Doc. cartaceo (mm.294x195).

Originale, minuta. Non reperiti gli allegati. Nota esplicativa del contenuto di allegati - rispettivamente distinti dalle lettere B, C, D, E, F, G, I - tutti attestanti l’autonomia di Cormòns rispetto ad altre comunità del Collio in materia di reclutamento.

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Acquartieramenti militari

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fascicolo 202

Acquartieramenti militari 1651 - 1805 8 unità documentarie. L’aggregazione comprende un documento sul contributo della nobiltà cormonese all’acquartieramento militare (1651), quindi due distinti incartamenti, ricostituiti all’atto del riordino, risalenti agli anni 1774-75 e 1804-05 e riguardanti anche il cosiddetto Vorspann, ovvero il servizio di fornitura di cavalli di ricambio, a fini prevalentemente militari, presso luoghi di stazione prestabiliti. 1 1651 gen.16 203

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.310x208) di carte 2.

Copia semplice. Nota tergale: «16 gen(nai)o 1651. Ratta delli Signori Previlegiati». Giuseppe Bartolo, dottore in legge e vicario della giurisdizione di Cormòns, commette ai nobili privilegiati di versare al podestà o presso l’ufficio di cancelleria le quote loro spettanti per il mantenimento dei soldati acquartierati in Cormòns, sotto pena di 25 fiorini. Segue l’elenco dei nobili e delle quote spettanti a ciascuno. 2 1774 ago.16 204

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.300x208) di carte 2.

Originale. Sottoscrive il conte Francesco Guicciardi in assenza del Capitano circolare. Sig. ad. In calce la nota sul saldo effettuato mediante Martino Trinkar. Su pagina interna minuti conteggi. Con riferimento alle contribuzioni per cavalli di rinforzo (Vorspann), il C.R. Capitano circolare delle unite contee di Gorizia e Gradisca, commette a podestà e comunità di Cormòns di provvedere al pagamento, entro il termine massimo di 15 giorni, della prima rata delle spese connesse ai trasporti eseguiti dal vetturino Sebastiano Zubnig dal maggio 1773 a quello del 1774. 3 1775 ago.9 205

Nota delli cavalli per il Fürspan

Doc. cartaceo (mm.296x193).

Originale. Nota tergale: «Nota per li cavali 1775». Elenco dei cavalli di rinforzo, con indicazione dei proprietari, che sottoscrivono con il segno della croce. 4 [1775] 206

Cavalli sotto Povia

Doc. cartaceo (mm.297x197) di carte 2.

Minuta, su cc. 2 libere, di cui una con titolo «Cavalli sotto Povia», l’altra con titolo «Cavalli sotto Povia da pagarsi per il Zurspan militare (soldi) 1.15 per cavallo rustico». Sul verso una mano coeva ha segnato «Filgia del costo di Bor(gnano) numero 1. (soldi) 15». Elenco nominativo dei soggetti alla contribuzione di cavalli di rinforzo (Vorspann) e relativi conteggi.

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Acquartieramenti militari

81

5 1775 set.9 207

Ricevuta.

Doc. cartaceo (mm.141x192).

Originale. Nota tergale: «Quietanza per li cavali». Ludovico Wölff rilascia ricevuta per il pagamento della contribuzione per cavalli di rinforzo («Fürspan») da parte della comunità di Cormòns per l’anno 1775. 6/1 1804 mag.1 208

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. dep. La giurisdizione di Cormòns trasmette alla comunità di detto luogo copia del rescritto 16 mar. 1804 n. 1417 dell’I.R. Ufficio circolare di Gorizia. 6/2 1804 mar.16 209

Rescritto.

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

Copia semplice coeva, in lingua tedesca. Disposizioni dell’I.R. Ufficio circolare di Gorizia alla giurisdizione di Cormòns a proposito di acquartieramenti militari. 7 1804 giu.20 210

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.281x195) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. Riferendosi a circolare 18 mag. 1804 n.2885/344, la giurisdizione di Cormòns trasmette alla comunità di detto luogo disposizioni a proposito di acquartieramenti militari. 8 1805 gen.21 211

Curenda

Doc. cartaceo (mm.285x189).

Originale. In calce sottoscrizioni per ricevuta delle comunità. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna la datazione. La giurisdizione di Cormòns notifica alle comunità di Medea, Chiopris e Cormòns l’obbligo di presentare entro il termine massimo di 3 giorni le quietanze per spese riguardanti cavalli di rinforzo e acquartieramenti militari.

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Polizia

82

fascicolo 212

Polizia 1681 - 1775 9 unità documentarie. Riuniti all’atto del riordino i mandati prescriventi l’obbligo di procedere all’arresto di vagabondi provenienti d’oltreconfine, armati e disertori che vagassero per le campagne e i documenti riguardanti la vertenza sorta in proposito tra giurisdicente e comunità, che sosteneva che tale obbligo non rientrava tra le proprie competenze, ma spettasse all’ufficio della giurisdizione (Vd. anche al gruppo Rapporti con la giurisdizione). 1 1681 giu.2 213

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.205x300) di carte 2.

Copia semplice. Sottolineature e aggiunte a penna di mano moderna (G. B. Falzari). Il luogotenente della contea di Gorizia Ludovico Vincenzo Coronini Cronberg commette agli organi del contado (podestà, decani, camerari, comunità) di arrestare, con l’eventuale concorso delle comunità riunite al suono della campana, quanti vagassero armati per le campagne, quindi di darne l’avviso. Sottoscrive Valentino Dragogna. In calce note sulla presentazione del mandato al podestà di Cormòns Francesco Ortolano in data 1681 giugno 5 e sulla sua pubblicazione in data 8 giugno. Ausili alla consultazione: regesto dattil. 2 1683 feb.16 214

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.295x210).

Originale. Sottoscrive il (vice) - cancelliere [Valentino] Dragogna. Sigillo ad. Il luogotenente della contea di Gorizia Ludovico Vincenzo Coronini Cronberg, richiamando un suo precedente mandato, commette a podestà e comunità di Cormòns di non procedere, salvo nuovo ordine e sotto pena di 1000 ongari, contro le donne che, avendo oltrepassato il fiume Isonzo, sono custodite presso la giurisdizione di Cormòns. 3 1704 nov.21 215

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.300x190) di carte 2.

Copia sottoscritta dal cancelliere di Cormòns Sebastiano Paolini. Nota tergale «7°». Citati nel testo gli allegati A: ordine di Giovanni Antonio de Marinelli e B, C, D, E, F, G, non descritti e non reperiti. Il podestà, quello in carica insieme all’uscente, e la comunità di Cormòns ricorrono - in assenza del giurisdicente - a Giacomo Antonio de Morelli, cancelliere del contado di Gorizia e giudice delegato di seconda istanza di Cormòns, contro l’ordine del vicario del giurisdicente Giovanni Antonio de Marinelli che, incurante delle proteste della comunità, prescriveva l’obbligo, per la comunità, di arrestare i banditi, in contraddizione con le consuetudini secondo cui tale obbligo competeva alla giurisdizione o doveva avvenire sotto la direzione del vicario di questa. A tergo la risposta negativa Giacomo Antonio de Morelli. Mediocre leggibilità.

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Polizia

83

4 1751 feb.16 216

Supplica.

Doc. cartaceo (mm.310x200) di carte 2.

Originale. Richiamati nel testo gli allegati A: mandato del 1751 gen.26; B: nuovo mandato 1751 feb.13, non reperiti. Francesco Brumatti supplica Giovanni Ignazio Coronini Cronberg, luogotenente sostituto di Gorizia e capitano sostituto di Gradisca e Aquileia, di esentare il giudizio locale di Cormòns dall’obbligo di perseguire banditi e malviventi. A tergo il sostituto luogotenente sospende il provvedimento e promette una risposta entro il termine di 8 giorni (1751 feb.16). 5 1769 mag.22 217

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.290x204).

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Mandato ut intus per li vagabondi. 1769». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna sottolineature e, a tergo, la nota: «21/5 1769. Arresto gente vagabonda». Con riferimento alla risoluzione sovrana notificata dal C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, il giurisdicente di Cormòns Giovanni Battista Della Torre commette al podestà e alla comunità di Cormòns, sotto pena di 50 fiorini, di partecipare all’arresto di vagabondi, malviventi e disertori. 6 1770 feb.12 218

Circolare.

Doc. cartaceo (mm.320x207) di carte 2.

Originale in lingua tedesca. Sigillo dep. Nota tergale: «Li 16 febbraio furono condoti da due omini sino al confine veneto li due condanati a senso della deta circolare [...] Giorgio Boscho Podestà». Sottolineature e aggiunte in sopralinea di mano moderna (G.B. Falzari). Il C.R. Governo per la Carniola, con sede in Lubiana, commette alle autorità locali di procedere all’estradazione in territorio veneto dei vagabondi Antonio Vutulo (Wutulo) e Giovanni Scega (Schega). In calce le dichiarazioni dei decani delle comunità sul passaggio degli estradati attraverso i rispettivi territori, fino alla loro espulsione. Mediocre leggibilità. 7 1774 apr.29 219

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.255x172).

Originale. Sottoscrive il cancelliere Nogarella. Sigillo ad. dep. Con riferimento alla risoluzione aulica e alla conseguente disposizione del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, Antonio de Rodelli, [vicario] della giurisdizione di Cormòns, commette al podestà e alla comunità di Cormòns di provvedere all’arresto di vagabondi, malviventi o disertori, sotto pena di 50 fiorini.

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Polizia

84

8 1774 ott.31 220

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.294x198) di carte 2.

Originale. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. Il conte Francesco Guicciardi, in assenza del C.R. Capitano circolare di Gorizia, notifica al podestà di Cormòns la disposizione del C.R. Governo 1774 ago.27, trasmessa con circolare 1774 set.22, riguardante l’espulsione di sudditi («misetti») veneti e l’arresto di quelli austriaci sprovvisti del regolare permesso dello stesso Governo. 9 1775 mar.8 221

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.295x197).

Originale. Sottoscrive: Nogarella. Con riferimento all’ordine del C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca, il vicario della giurisdizione di Cormòns Antonio de Rodelli commette al podestà dello stesso luogo di inviare, entro la fine di ogni mese, l’elenco nominativi dei mendicanti, tanto uomini che donne, presenti nel territorio cormonese, ai fini della compilazione della relativa tabella statistica.

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Rapporti con la pieve

85

fascicolo 222

Rapporti con la pieve 1651 - 1807 15 unità documentarie. La documentazione si riferisce ai rapporti con la pieve di Sant’Adalberto, regolata da provvedimenti che risalgono al XV secolo. Di questi, il primo si riallaccia alla visita pastorale compiuta dal vicario patriarcale nel 1446, quando fu prevista l’istituzione di un cappellano che, senza essere assegnato a una cappella periferica, affiancasse il pievano e il suo vicario nella cura d’anime della vasta pieve di Cormòns. Confermato dall’ordinario, questi era proposto dalla comunità cormonese, che doveva provvederlo di casa e reddito. Seguì un provvedimento del conte Giovanni di Gorizia, che nel 1460 regolò composizione e funzionamento della vicinia, istituendo un consiglio composto di dodici membri, competente anche sull’amministrazione dei beni delle chiese. Questa era affidata a 2 camerari, tenuti a render conto del proprio operato al consiglio dei Dodici. All’atto del riordino sono stati individuati e riuniti i documenti riguardanti la nomina del cappellano e dei camerari, il controllo sull’operato di questi, la distribuzione di pane e vino ai poveri in concomitanza della processione delle Rogazioni, il concorso alle spese per il predicatore quaresimale e, raccolte in apposito fascicolo, le fideiussioni per i sacrestani della chiesa di Sant’Adalberto. Al controllo sull’operato dei camerari possono riferirsi alcune carte che, purtroppo in maniera frammentaria, danno conto di un affare legato alla restituzione di un credito della chiesa di Sant’Adalberto e che vede contrapposti il procuratore della chiesa, Michele Novaiol, e la famiglia Neuhaus (vedi n.3/1-6). È compreso nella raccolta del Cumano il documentato ricorso del comune all’I.R. Governo del Litorale contro il rescritto con cui l’Ordinariato arcivescovile di Gorizia abrogava, nel 1828, il diritto alla nomina del vicario (vedi Raccolta C.Cumano, n.57). Sono numerosi i nessi di questi documenti con quelli registrati nei volumi delle deliberazioni e, ovviamente, con la documentazione conservata presso l’archivio della parrocchia di Sant’Adalberto, in Cormòns. 1 1651 dic.18 223

Contratto di nomina.

Doc. cartaceo (mm.293x203) di carte 2.

Originale. Sottoscrive il cappellano della chiesa della Beata Vergine del Soccorso Francesco Fabro. Note tergali: «Organista di Cormons» e «Sc(u)tta del R(everendo) Organista di Cormons». Il parroco di Cormòns monsignor Stefano Del Mestri, con il consenso del podestà Giovanni Domenico Bidischino e dei sindaci della chiesa di Sant’Adalberto Giovanni Battista Fodra, Giorgio Strazzolino e Giacomo Moretto, nomina il sacerdote Gentile Gentilini da Marano a cappellano della chiesa del Ss. Crocifisso della Subida, organista e maestro di coro, per un compenso annuo di 60 ducati. 2 1703 mar.27 224

Attestazione.

Doc. cartaceo (mm.290x200) di carte 2.

Originale. Sig. ad. A tergo le segnature «B» e «C». Il vicario curato di Cormòns Nicolò Coronini attesta che la comunità di Cormòns deve affidare ad esterni l’incarico di cameraro, a motivo della carenza di persone capaci. 3/1 1705 mag.27 225

Ricevuta.

Doc. cartaceo (mm.302x207).

Michele Novaiol dichiara di aver ricevuto dal podestà di Cormòns Novaiol un compenso di lire 100 a titolo d’annuo onorario d’avvocato.

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Rapporti con la pieve

86

3/2 post 1705 set.1 226

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.307x205) di carte cucite 6.

Memoriale, anonimo (ma attribuibile, mediante il confronto delle scritture, a Michele Novaiol) e mutilo, riguardante il ricorso in giudizio del 1705 set.1. Sono frequenti, nel testo, i riferimenti a fogli numerati di un altro documento, che riguarda la presentazione del memoriale di Michele Novaiol, il sequestro, ottenuto dal sacerdote Antonio Bosizio, dei proventi abitualmente corrisposti dai camerari della chiesa di Sant’Adalberto di Cormòns al cappellano Cocoletti, l’ordine di sequestro dei beni di detto cappellano a vantaggio del creditore Giacomo Locatelli, la successiva rinuncia del Cocoletti alla cappellanìa, quindi l’ordine del podestà di procedere al sequestro dei soli proventi al fine di ottenere la revoca della minacciata rinuncia. 3/3 [post 1707] 227

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.300x210) di carte 2.

Minuta. Michele Navaiol, già procuratore della chiesa di Sant’Adalberto in Cormòns, chiede al capitano di Gorizia Giovanni Gasparo di Cobenzl di procedere contro Nicolò di Neuhaus e il cugino Odorico Candido a causa delle minacce di morte da lui ricevute per azioni legate all’amministrazione dei beni di detta chiesa. Nella sua lunga istanza, il Navaiol riferisce di aver incontrato il suocero di detto Nicolò, Cesare di Neuhaus, in veste di procuratore di Giovanni Battista Locatelli nella lite vertente fra i due e di essere stato accusato da quello d’esserne il principale responsabile. Nei mesi successivi gli sono riferite da Leonardo Del Mestri le minacce di morte proferite nei suoi confronti da Nicolò di Neuhaus. Incontrato quest’ultimo in casa di lui, a Gorizia, appura di essere ritenuto colpevole d’aver chiesto la restituzione di 100 ducati prestati al Neuhaus dalla chiesa di Sant’Adalberto. Successivamente, avendo giudicato sovrastimato dallo Zoppolatti - che giudica sostanzialmente consenziente con il Neuhaus, insieme al sacerdote Cocoletti e all’amministratore Antonio Rea - il valore di due terreni ceduti dal Neuhaus in pagamento del debito, gli sono riferite da Giovanni Battista Grotta ulteriori minacce di morte, finché Odorico Candido gli ingiunge di acquistare detti due terreni o procurane la vendita. Ritenendo il Candido, mantenuto dal cugino Nicolò di Neuhaus, già colpevole di altre violenze e intimidazioni, Michele Navaiol chiede al capitano di Gorizia di perseguire penalmente Cesare e Nicolò di Neuhaus e disporre la cattura del Candido. 3/4 [post 1707] 228

Istanza.

Doc. cartaceo di carte 2.

Copia semplice (vedi doc. precedente). Michele Navaiol, già procuratore della chiesa di Sant’Adalberto in Cormòns, chiede al capitano di Gorizia Giovanni Gasparo di Cobenzl di procedere contro Nicolò di Neuhaus e il cugino Odorico Candido a causa delle minacce di morte da lui ricevute per azioni legate all’amministrazione dei beni di detta chiesa. 3/5 post 1708 ago.8 229

Lettera.

Doc. cartaceo (mm.305x205) di carte 2.

Minuta. Mittente (forse Michele Navaiol?) e destinatario non identificati. Mutila, contiene riferimenti ai fogli numerati dell’incartamento di un processo.

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Rapporti con la pieve

87

3/6 1708 gen.26 230

Lettera.

Doc. cartaceo (mm.300x200).

Minuta. Mittente e destinatario non identificati. Contiene riferimenti all’imposizione del dazio sul vino, al barone Locatelli e al cappellano Cocoletti. 4 1706 feb.18 231

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.302x206) di carte 2.

Copia semplice coeva. Nota tergale: «Capitale francato con la Comunità de la dispensa del pane e vino la 2.da rogazione». Sebastiano Paolini versa al vicario della giurisdizione di Cormòns Giovanni Antonio de Marinelli un capitale di 51 ducati e 4 lire a titolo di affrancazione dal censo annuale di 3 pesenali di frumento e 4 conzi di vino, connesso alla casa da lui acquistata da Flaminio Leonelli e dovuto alla comunità di Cormòns per essere distribuito ai poveri intervenienti alla processione del secondo giorno delle Rogazioni, e gli chiede di rendere pubblica l’avvenuta affrancazione. A tergo il vicario ne ordina la pubblicazione (1706 feb.18) e, mediante il coadiutore Vincenzo Moretti, trasmette alla comunità di Cormòns la copia dell’istanza con l’annesso deposito, che rimarrà vincolato fino alla scadenza del termine massimo di 8 giorni fissato per gli eventuali ricorsi (1706 feb.20). 5 1715 lug.10 232

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.280x195) di carte 2.

Copia semplice coeva. Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna «P(adre) Nicolò Coronini Vicario domanda P(adre) Zoppolati come aiuto. 1715 10/7». Vd. anche Raccolta C. Cumano, 57. Considerati gli impedimenti che, allo svolgimento del suo mandato, gli derivano dall’età avanzata, il vicario della parrocchia di Cormòns Nicolò Coronini chiede al podestà e al consiglio dei Dodici di Cormòns di approvare la nomina di Michele Zopolatti a proprio coadiutore. A tergo il podestà Gian Domenico Bidischino, a nome del consiglio dei Dodici, approva la nomina. Ausili alla consultazione: regesto dattil. 6 [post 1756] 233

Promemoria per vender il bon ordine de’ Banchi nella nova Parochial Matrice di Cormons

Doc. cartaceo (mm.297x200) di carte 4.

Una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto sottolineature e, a tergo, la nota «Banchi nella vecchia chiesa». Descrizione anonima, corredata da piantine, dell’assetto da attribuire ai banchi all’interno della chiesa di Sant’Adalberto di Cormòns al termine degli interventi di ampliamento della medesima.

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Rapporti con la pieve

88

7 1765 ago.21 234

Notta delli Novi Uomini di Comunità

Doc. cartaceo (mm.296x200).

Minuta, su carta sciolta probabilmente proveniente da registro di verbali. Nominativi del podestà e membri del consiglio dei Dodici in carica e, di seguito, del podestà e del consiglio uscente, con indicazione dei confermati e dei nominativi dei camerari della chiesa; notizia dell’elezione di Antonio de Martinis a cappellano della chiesa (1765 ago.21). 8 1800 235

Specifica del quanto avrassi a contribuire al Predicatore (...) per la Quaresima dell’anno corrente 1800

Doc. cartaceo (mm.368x240) di carte 2.

Originale. Prospetto delle offerte per il quaresimalista. Mediocre leggibilità. 9 1804 236

Specifica del quanto avrassi a contribuire al Predicatore (...) per la Quaresima dell’anno corrente 1804

Doc. cartaceo (mm.333x220) di carte 2.

Oiginale. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato: «1804. Quota pel predicatore quaresimalista». Prospetto delle offerte per il quaresimalista. 10 1807 237

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.285x187) di carte 2.

Minuta. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «Elezione del cappellano padre Pietro Antonio Boschi. 1807». Riunitisi in casa del podestà Giuseppe Benardelli, i giurati Giovanni Tomba e Domenico Jaroniti e i consiglieri («uomini della Banca») Giovanni Moretti, Giovanni Battista Gasparini, Francesco Malacrea, Giovanni Battista Buiatti, Floriano Angeli, Giuseppe Ollivo, Giuseppe Barzellini, Giovanni Lorenzon, Domenico Sturnic e Pietro Antonio Micilin, eleggono Pietro Antonio Boschi a successore del defunto cappellano Domenico Tomasio, conferendogli l’uso dell’appartamento nella casa sopra l’oratorio e un onorario annuale consistente in 14 staia di frumento e 14 conzi di vino, che saranno versati al tempo del corrispondente raccolto, più 14 ducati pagabili in 2 rate: a Natale, a titolo di acconto, e a Pasqua, a saldo.

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Piaggerie dei nonzoli

89

fascicolo 238

Piaggerie dei nonzoli 1701 - 1838 5 unità documentarie. Si tratta di fideiussioni prestate a vantaggio dei sacrestani, così garantiti in caso di eventuali danni all’argenteria e agli arredi della parrocchiale. 1 1701 nov.23 239

Fideiussione.

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

Originale. Nota tergale: «Istromento fatto al nonzolo dela V(eneranda) parochial chiesa». Una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge la datazione a penna. Francesco Zamberlan si costituisce quale fideiussore del sacrestano della chiesa di Sant’Adalberto Giacomo De Peris per danni derivanti all’argenteria e agli arredi di detta chiesa a motivo d’incuria, ad eccezione del furto con scasso, ponendo in garanzia tutti i propri beni e in particolare i miglioramenti apportati, per un valore complessivo di 449 ducati, secondo la stima del notaio Sebastiano Paolini (Paulino), alla propria casa sita in Povia, gravata da un censo annuo perpetuo, nei confronti della medesima chiesa, di uno staio di frumento, un conzo di vino e 16 soldi, per un valore totale di ducati 45. S.T.: Giovanni Domenico Ciani. 2 1798 feb.6 240

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.285x202) di carte 2.

Originale. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna la datazione. Biagio Pochar chiede alla comunità di Cormòns di poter subentrare al defunto Pietro Del Cont nella carica di sacrestano (nonzolo) della chiesa di Sant’Adalberto, nominando a proprio garante il cognato, sacerdote Giovanni Battista Serafini. 3 1816 giu.19 241

Garanzia.

Doc. cartaceo (mm.335x219) di carte 2.

Originale. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna «Garanzia pel nonzolo. 19.6.1816». Giacomo Serafini e Francesco Moretti si costituiscono mallevadori per Biagio Pochar, sacrestano della chiesa di Sant’Adalberto in Cormòns. 4 1816 lug.6 242

Garanzia.

Doc. cartaceo (mm.337x232) di carte 2.

Originale. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) aggiunge a penna «Garanzia pel nonzolo Venuti Valentino. 6.7.1816». Valentino D’Adamo e Giovanni Battista Torelli si costituiscono mallevadori per Valentino Venutti, sacrestano della chiesa di Sant’Adalberto in Cormòns.

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Piaggerie dei nonzoli

90

5 1838 giu.21 243

Fideiussione.

Doc. cartaceo (mm.358x206) di carte 2.

Originale. Sottoscrivono Maria Pochar, facendo la croce, il parroco di Cormòns Carlo de Colombicchio, i camerari Davide Brumatti e Valentino D’Adamo, il podestà Stefano Marincig e i delegati Girolamo Jaroniti e Giacomo Ciani. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «1838.21.6. Garanzia pel Nonzolo». Maria Pochar si costituisce quale garante del sacrestano della chiesa di Sant’Adalberto Biagio Pochar per danni derivanti all’argenteria e agli arredi di detta chiesa, ponendo a garanzia l’ipoteca costituita su parte propria casa sita in Cormòns, ai civici nn. 163 e 164, e sulla terra detta «Nadaris» o «in via di Marian». TT.: Giovanni Grinover e Francesco Torelli. Mediocre leggibilità. Ausili alla consultazione: trascrizione (ms. su c. libera).

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Povia

91

fascicolo 244

Povia 1705 2 unità documentarie. Nel 1704 il podestà di Povia Francesco Zamberlan aveva intentato una lite contro il podestà di Cormòns Leonardo Miani, rivendicando sulla base di un documento (libretto) del 1546, di proprietà di Pietro Ciprian, l’autonomia della propria comunità rispetto al podestà e al consiglio dei Dodici di Cormòns, di cui era un componente, quindi aveva richiesto il rimborso delle contribuzioni versate negli anni al comune di Cormòns e aveva convocato autonomamente una «vicinia». Sulla base di una sentenza, non reperita, ma che si suppone a lui favorevole, considerato che l’estensore del ricorso della comunità cormonese la giudicò ingiusta, il podestà di Povia pretese poi il pagamento delle spese legali. Contro questa ulteriore pretesa i cormonesi prepararono un ricorso, di cui la documentazione raccolta nel fascicolo costituisce la documentazione preparatoria. 1 [post 1705] 245

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.302x203) di carte 2.

Minuta, attribuibile a Michele Novaiol. Citati nel testo gli allegati A: compromesso (1705 mag.11); B: sentenza (1705 mag.29); C: procura redatta dal cancelliere Paolini (1704 giu.7); D: controposta (1705 apr.3); E: riduzione della pena; F: attestato del sacerdote Morsano, in parte sottoscritta da Giovanni Battista Grotta. Non sono stati reperiti all’atto del riordino. Podestà e comunità di Cormòns ricorrono contro la sentenza pronunciata nella lite con il podestà di Povia Francesco Zamberlan a proposito dell’autonomia della comunità di Povia, asserita in base a uno scritto di Pietro Cipriani datato 1546. 2/1 post 1705 246

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.300x202) di carte 2.

Minuta, attribuibile a Michele Novaiol. Considerazioni della comunità di Cormòns nella lite con il podestà di Povia Francesco Zamberlan. 2/2 [post 1705] 247

Memoriale.

Doc. cartaceo (mm.292x200) di carte 2.

Minuta, attribuibile a Michele Novaiol. Continua il precedente. Considerazioni della comunità di Cormòns nella lite con il podestà di Povia Francesco Zamberlan.

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Miscellanea

92

gruppo 248

Miscellanea 1569 - 1923 45 unità documentarie. Per quanto riguarda il contenuto sono numerose, fra le 45 unità che ora compongono la miscellanea, quelle tali da presentare una qualche attinenza alle materie di cui alle aggregazioni precedenti. Volendo evitare, però, di procedere ad un riordino “per materia”, ma tentare di ricostruire le originarie aggregazioni, si è scelto di considerare, accanto all’oggetto specifico di ciascun documento, anche i suoi caratteri formali, dalle segnature eventuamente presenti al tipo di scrittura o alla calligrafia dei vari redattori, e di non inserirlo in qualche fascicolo sulla base di ipotesi non sufficientemente giustificate. Numerosi documenti hanno così continuato a far parte della Miscellanea, insieme ai documenti non identificabili. Tutti i materiali sono stati infine raggruppati in ordine cronologico e analiticamente descritti. 1 1569 mar.5 249

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.315x212) di carte 2.

In lingua tedesca. In calce «Decretum per Archiducem 5. Martii Anno 1569» L’arciduca Carlo d’Asburgo risponde alla supplica rivoltagli dagli abitanti del contado. 2 1599 mag.23 250

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.304x205).

A tergo la stessa mano ha segnato «Tradotto del decreto allemanno». Governo e Camera dell’Austria Interiore ordinano al luogotenente di Gorizia di accertare la regolare corresponsione delle imposte da parte dei latori di una supplica. 3 [1615] 251

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.260x190).

Minuta. Destinatario non specificato. Il podestà di Cormòns Marco Antonio Coronini protesta contro l’imposizione di una penalità di 100 ungari in oro da parte del luogotenente di Gorizia. 4 [1615 lug.14] 252

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.265x185) di carte 2.

Minuta. Destinatario non specificato. Al mg. super. interno segnato: 9. Il podestà di Cormòns Marco Antonio Coronini protesta contro l’imposizione di una penalità di 50 ungari in oro.

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Miscellanea

93

5 1635 lug.15 253

Deliberazione.

Doc. cartaceo (mm.310x217) di carte 2.

Copia semplice del notaio Giovanni Battista [Grotta ?]. Il podestà di Cormòns Giovanni Romanut e i podestà e decani delle «ville» vicine, convenuti presso il palazzo di Mattia Della Torre, deliberano di inviare al sovrano una supplica per la conferma di privilegi e antiche consuetudini delle comunità. Pessima leggibilità. 6 1638 apr.10 254

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.310x207) di carte 2.

In lingua tedesca. Sul verso 6 sigilli ad. dep. Nota tergale di mano coeva: «Commissiva di informatione sopra aggravi alla Muda». Il presidente del Consiglio della Camera aulica dell’Austria interna ad Alessio Coronini di San Pietro con riferimento alla supplica presentata dalla comunità di Cormòns in materia fiscale. Riproduzioni in: fotocopia. 7 1640 ott.30 255

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.417x562).

Originale. Sigillo ad. Rescritto dell’imperatore Ferdinando III d’Asburgo, con cui nomina Mathesen Tull ufficiale artificiere di Gorizia. Riproduzioni in: fotocopia. 8 1642 set.26 256

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.302x207) di carte 2.

Copia semplice coeva. Sottoscrive Alberto Zoppolatti (Zopolatti). La comunità di Chiopris si appella al giurisdicente Turrismondo Paolo Della Torre a proposito dei diritti di legnatico contesi tra detta comunità e quelle Cormòns e Borgnano. Il ricorso è intimato alle parti da Giovanni Battista Grotta, affinchè rispondano entro 8 giorni. Su istanza della comunità di Chiopris, il giurisdicente trasmette infine copia del ricorso al podestà e al consiglio dei Dodici di Cormòns. Pessima leggibilità. 9 1653 mar.10 257

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.390x500).

Originale. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. Nota tergale: «Comissione di Ferdinando 3.zo di 10 Marzo 1653 concernente la Deputatione di Commissari (...) Ill(ustrissimi) Sig(nori) Suardi e Del Mestri per le differenze tra quelli del Comune di Cormòns». L’imperatore Ferdinando III d’Asburgo nomina i commissari Giovanni Del Mestri e Giovanni Carlo Suardi e commette obbedienza alla popolazione rurale. Riproduzioni in: fotocopia, negativo.

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Miscellanea

94

10 1669 feb.7 258

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.304x210).

Copia semplice. I C.R. commissari Ferdinando di Rechpach e Orazio Guglielmo commettono al podestà di Cormòns Giovanni Panzera di custodire i materiali risultanti dalla demolizione delle case, di redigerne l’inventario e l’elenco dei depositari, sotto pena di 50 ungari. 11 1672 mar.18 259

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.268x188) di carte 2.

Copia semplice. Nota tergale: «Ordine che i Nobili siano sottoposti al Capitano di Gorizia». Il luogotenente richiama la risoluzione del Governo dell’Austria interiore e ordina la subordinazione dei nobili privilegiati di Cormòns al capitano, al luogotenente e al tribunale dei Nobili della contea di Gorizia. Sottoscrive il cancelliere Carlo C(uma)r. 12 1685 apr.21 260

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.288x193) di carte 2.

Copia semplice. Il podestà di Cormòns Francesco Bidischino e Leonardo Miano, a nome del consiglio dei Dodici, si appellano contro la sentenza del 17 aprile 1685, che reintegrava in servizio Leonardo de Peris e Andrea Martinelli, perché pronunciata in loro assenza. Sottoscrive: Sebastiano Paolini, cancelliere sostituto. 13 1691 mar.7 261

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.255x202).

Originale. 4 sigilli ad. La Convocazione degli Stati provinciali di Gorizia commette a podestà e comunità di Cormòns, sotto pena di 50 ongari, di nominare 3 o 4 persone esperte e far loro redigere presso l’ufficio della cancelleria («Buchalteria»), entro 14 giorni e sotto la stessa pena, l’elenco delle terre poste a coltura (novali) dai baroni Locatelli, da Giorgio Del Mestri e dalla comunità di Brazzano. 14 1695 mag.9 262

Sentenza.

Doc. cartaceo (mm.304x208) di carte 2.

Copia semplice di Giovanni Domenico Deperis. Nota tergale: «Sententia fatta in favore della Comunità». Giovanni Antonio Marinelli, dottore in legge e (vicario) di Cormòns, pronuncia sentenza nella causa tra il podestà e la comunità di Cormòns da una parte, e Giovanni Romanut dall’altra, a proposito della nomina del nuovo podestà, obbligando il Romanut a recedere dalla carica entro 3 giorni. Testimoni: i nobili Gerolamo Strazolino e Giuseppe Formentini. Sottoscrive: Nicolò del Navi, cancelliere.

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Miscellanea

95

15 [sec.XVIII] 263

Convocazione.

Doc. cartaceo (mm.293x195) di carte 2.

Minuta. Una mano moderna (G. B. Falzari) ha segnato sul verso, a penna: «Sepolture nella chiesa parrocchiale». Gli interessati alle sepoltura presso la chiesa parrocchiale sono convocati presso l’oratorio della confraternita del SS. Sacramento per esaminare il progetto delle sepolture e i costi relativi. Con elenco nominativo degli interessati. 16 [sec.XVIII prima metà] 264

Elenco.

Doc. cartaceo (mm.292x195) di carte 2.

Originale. Nominativi di pertinenti alle comunità di Cormòns e Povia. 17 [sec.XVIII metà circa] 265

Elenco.

Doc. cartaceo (mm.305x207).

Al mg. superiore: «Comunale». Nota tergale «Usurpi, taglio di sentenze posteriori, esenzione del Foro ordinario [...] riguardo li Comunali, ed inspezione di custodirli ordinando tagli a loro piacere e disponendo come proprietari de’ medesimi non esser sogetti ad alcun inspetore». Elenco di terreni comunali, con indicazione delle rispettive confinazioni, probabilmente parte di una raccolta di documenti, copie ed estratti riguardanti i terreni comunali. 18 post 1700 dic.16 266

Mandati.

Doc. cartaceo (mm.290x195) di carte 2.

Copia semplice sottoscritta dal cancelliere sostituto Sebastiano Paolini. Riuniti, nella copia, 3 distinti mandati: il capitano di Gorizia Giovanni Filippo di Cobenzl (Cobenzel) commette ad Antonio de Marinelli, dottore in legge e vicario di Cormòns, di proibire alla comunità di Cormòns qualsiasi taglio, su istanza di Giuseppe di Dornberg (Dorimbergo) (1700 dic.16); Antonio d’Orzon commette al medesimo vicario di ordinare alla comunità di Cormòns di essere presenti alla presa di possesso della pieve da parte del neonominato parroco Rodolfo Coronini Cronberg (1700 ago.26); il capitano di Gorizia Giovanni Ervardo d’Auersperg commette al medesimo vicario di trasmettere alla comunità di Cormòns l’istanza presentata, contro la medesima comunità, da Giovanni Romanut (1696, mag.8).

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Miscellanea

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19 1701 set.20 267

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.298x205) di carte cucite 4.

Copia semplice. Probabili riferimenti ai documenti attualmente in Rapporti con la pieve, 3/1-6. Su c. 4v una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «1701. Ricorso contro le tasse». Francesco Locatelli, Luca Pietro, Orazio, Leonardo e Luca Lorenzo Del Mestri ricorrono al luogotenente di Gorizia Leopoldo Adamo di Strassoldo contro podestà e consiglio dei Dodici di Cormòns a proposito del mandato con cui il medesimo luogotenente, su istanza di questi ultimi, commetteva di osservare gli antichi privilegi e statuti della comunità sotto pena di 100 ongari. I richiedenti giustificano la loro opposizione accusando podestà e consiglio di cattiva amministrazione, per aver essi imposto continuativamente ingenti contribuzioni straordinarie, legate al rimborso di un debito contratto con la chiesa [di Sant’Adalberto di Cormòns], e commesso, ai fini della loro esazione, malversazioni e violenze nei confronti dei coloni. Riprodotto in copia (allegato A) il ricorso presentato dai coloni al giudizio di Cormòns contro l’imposizione straordinaria di 278 fiorini per il rimborso del debito contratto con la chiesa. 20 1706 dic.20 268

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.290x195).

Sottoscrive il cancelliere sostituto Sebastiano Paolini. Conseguentemente al mandato del giurisdicente di Cormòns Raimondo Della Torre, il vicario di lui Giovanni Antonio de Marinelli commette al podestà di Cormòns Francesco Bidischino e al consiglio dei Dodici di obbligare al pagamento delle imposte (aggravi de’ fuochi) chi provenisse da Tolmino, e da Caporetto in particolare, per comperare vino o trasportarne di comperato altrove, sotto pena di 25 ongari e confisca di cavalli e carriaggi. 21 1724 mar.17 269

Ricorso.

Doc. cartaceo (mm.293x194) di carte 2.

Copia semplice coeva. A tergo: «Dazio de le carni». Il podestà e il consiglio dei Dodici della comunità di Cormòns ricorrono alla Deputazione degli Stati provinciali di Gorizia contro Giorgio de Locatelli, affinché gli ordini di corrispondere la quota a lui spettante del dazio sulle carni o, in caso contrario, riducano il contingente della comunità cormonese. 22 1736 mag.30 270

Obbligazione.

Doc. cartaceo (mm.285x202) di carte 2.

Originale. Sigillo ad. in ceralacca rossa. Nota tergale: «Carta dell’Illustrissimo Signor Barone Locatelli (parte) paga la steura rurale». In esecuzione delle volontà del proprio defunto padre, Giorgio Antonio Locatelli si obbliga a versare alla comunità di Cormòns, mediante il podestà Giovanni Antonio Pancera, Giovanni Battista Ferlat e Giuseppe Benardelli e alla presenza di Bartolomeo Fontana, già podestà e membro del consiglio dei Dodici, l’importo di (ducati) 72 e 10 entro il 30 giu.1724 e (ducati) 435 entro il luglio successivo, a saldo dell’imposta («steura rurale») dovuta per l’intero anno 1735.

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Miscellanea

97

23 1744 apr.20 271

Avviso.

Doc. cartaceo (mm.215x200).

Copia semplice. Nota tergale: «Editto pubblico per li comunali da vendersi». In esecuzione della risoluzione sovrana emanata in Vienna il 14 mar.1744, la C.R. Commissione istituita alla scopo notifica che i beni comunali non posseduti a qualche titolo da comunità e privati e che non risultino necessari al pascolo degli animali e al taglio delle legna potranno essere alienati e commette di presentare, entro 8 giorni, alla medesima Commissione tanto le relative giustificazioni, quanto le domande di compravendita. 24 1748 mag.31 272

Ricevuta.

Doc. cartaceo (mm.290x204) di carte 2.

Originale. Nota tergale: «Locazioni». Leonardo Buiatti dichiara che il proprio padre [Paolo], a titolo di vice-podestà della comunità di Cormòns e a nome della comunità stessa, in data 1746 gen.9 ha ricevuto in prestito dalla locale confraternita del Ss. Sacramento ducati 300 all’annuo interesse del 6 per cento, obbligandosi a documentare il prestito così contratto in forma di atto pubblico ogniqualvolta la medesima confraternita ne avrebbe fatta richiesta, e dichiara inoltre che il proprio padre ha consegnato il giorno stesso tale somma a Giuseppe de Formentini, affinché sostenesse i diritti della comunità contro il giurisdicente della medesima. Ausili alla consultazione: trascrizione ms. 25 1751 mag.10 273

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.298x204).

Originale. Convocati dal podestà Giovanni Domenico Buiatti, il consiglio in carica, nelle persone di Domenico Grinover (Grinovar), Giovanni Cipriani, Gasparo Martincig, Francesco Munutti (Monutti), Pietro Piacentini, Giovanni Battista Castellano, Giovanni Fain, Antonio Tripina, Giovanni Battista Flap, Giovanni Ferlat e Giovanni Battista Pilizon, e quello uscente, nelle persone del podestà Rocco Buiatti e dei consiglieri Giovanni Trinca, Valentino Marchiol, Francesco Cocar, Giovanni Tius, Giovanni Maria Picotti, Giovanni Battista Cipriani, Leonardo Buiatti, Giovanni Grion, Giacomo Ballaben e Biagio Bosco (Boscho), confermano la volontà di proseguire nella causa contro il provvedimento di vendita dei beni comunali. TT.: Giuseppe Benardelli e Leonardo Piacentini. S.T.: Paolo Moretti, notaio. 26 1754 lug.8 274

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.295x198) di carte 2.

Copia semplice. I nobili fratelli Ortolani, considerata la lite sorta tra il loro colono Gasparo Tomadin e quello, detto Michelut, del monastero di Santa Chiara di Gorizia per l’uso promiscuo del pascolo posto al confine fra le terre rispettivamente coltivate dai due coloni, ricorrono al vicario Francesco Giuseppe Baronio contro il podestà di Cormòns a proposito della pena pecuniaria da questi imposta al loro colono e chiedono la sospensione della condanna, il rimborso della penalità corrisposta, la giustificazione del proprio operato da parte del citato podestà (1754 lug.8). A tergo il Baronio ordina l’esecuzione della richiesta (1754, lug.11).

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Miscellanea

98

27 1760 lug.12 275

Passaporto.

Doc. cartaceo (mm.200x296) di carte 2.

Copia semplice. Nota tergale: «Attestato d’Antonio Tavasoni». Il procuratore di S. Marco e ambasciatore della repubblica di Venezia presso il regno delle Due Sicilie Alvise IV Mocenigo rilascia salvacondotto per Antonio Tavasano, suddito veneto, in viaggio da Napoli ai territori della repubblica. 28 1763 lug.14 276

Sentenza. 1765 gen.23

Doc. cartaceo (mm.299x201).

Copia semplice, estratta dagli atti della cancelleria di Villesse da Pasquale Gerini. Antonio Ciotti, dottore [in legge], pronuncia sentenza nella causa di Domenico Montonars contro Santa ved. di Pietro Montonars e il figlio Giovanni Battista Montonars a proposito delle copertura di un portico contiguo all proprietà del primo. TT.: Valentino Merzata(r)i e Francesco Feresino. Pubblica la sentenza Carlo Brumatti. 29 1764 apr.6 277

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.300x198).

Originale. Il C.R. Governo, con nota del 1764 [mar.] 22, a firma de Lauter, notifica un documento (non allegato né identificabile) alla [Reggenza di Graz]. Analoga notifica, a firma de Zechenfeld e data 1764 apr.6, al C.R. Consiglio capitaniale [delle unite contee di Gorizia e Gradisca]. 30 1764 ago.14 278

Sentenza.

Doc. cartaceo (mm.295x217).

Originale. Sottoscrive Francesco Cipriani. Il podestà di Cormòns Francesco Munutti (Munuti) e Giovanni Battista Tomasio, Giuseppe e Giacomo Cipriani, Giuseppe Fontana, Giuseppe Vecchio, Giacomo Ballaben (Balaben), Giovanni Tincha, Francesco Cipriani, Giuseppe Tomat e Giusto Tavasanis, riuniti sopra la loggia, emettono sentenza nella causa contro Giuseppe Munut, colono di Riccardo Del Mestri, per il furto di 3 pesenali d’orzo commesso ai danni del confinante Giacomo Pichech detto «Pontar», anch’egli colono di Riccardo Del Mestri. Conteggiate in calce le spese legali che il Munut è tenuto a pagare, oltre alla restituzione dell’orzo rubato.

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Miscellanea

99

31 1765 feb.28 279

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.285x202) di carte 2.

Minuta. Il bifolio, sciolto, presumibilmente proviene da registro dei verbali e reca, sulle pagine interne, la notifica della pubblicazione della sentenza nella causa tra Benedetto Cormons e l’arte dei calzolai di Gorizia (1765 feb.28). Il podestà di Cormòns Francesco Munutti (Munuti), nel comunicare di aver predisposto la piantagione di 350 gelsi lungo la strada che conduce dal convento dei Cappuccini a Mariano, nel terreno comune detto «Manzone» e lungo la strada per Borgnano, in osservanza delle disposizioni sull’incremento della produzione e del commercio della seta nelle contee di Gorizia e Gradisca, giustifica con le continue piogge il ritardo con cui si è provveduto alle disposizioni e chiede alla competente commissione di proibire ogni futura piantagione nei terreni sopra indicati. 32 1765 nov.22 - 1769 gen.12 280

Libro di penna. A

Quaderno cartaceo privo di coperta (mm.202x150) di carte 12; numerazione successiva per carte (42a-42n, 42h bianca).

Misure e stime di immobili, eseguite per conto della comunità di Cormòns, minute e conteggi. 33 1770 mar.31 281

Quietanza.

Doc. cartaceo (mm.302x200).

Originale. Sigillo ad. dep. Giuseppe Nogarella chiede al podestà di Cormòns Giorgio Bosco il pagamento di spese d’ufficio, da cui dovrà essere detratto l’importo da lui dovuto per l’affitto d’una abitazione, e rilascia quietanza. 34 1770 ago.14 282

Istanza.

Doc. cartaceo (mm.295x204) di carte 2.

Originale. Nota tergale: «Fu ordinato l’edito». Una mano moderna (G.B. Falzari) ha segnato a penna «177*. Asporto terra». Considerato che, per colmare le strade, si era provveduto a uno scavo di terra presso il convento dei Cappuccini, poi colmato con terra ulteriore, che «certa persona che vanta indipendenza dalla nostra comunità» aveva fatto prelevare nottetempo dai propri coloni, il podestà e la comunità di Cormòns chiedono al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca l’autorizzazione a pubblicare un editto che proibisca qualsiasi prelievo di terra da terreni comuni. In calce l’autorizzazione del C.R. Consiglio. 35 1771 set.14 283

Lettera.

Doc. cartaceo (mm.286x195).

Originale. Sig. ad. dep. Segnati a tergo l’indirizzo e, da altra mano, breve elenco nominativo. Gian Domenico de Peris, quale controparte, chiede a Giorgio Bosco, economo di Francesco de Locatelli, di trasmettergli copia del memoriale da lui redatto contro Valentino Marchioli e i curatori Bidischino, pena il suo prossimo ricorso al C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca.

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Miscellanea

100

36 [post 1773] 284

Rendiconto.

Doc. cartaceo (mm.295x200).

Minuta. L’impiego di vari inchiostri permette di rilevare aggiunte al testo e correzioni: «Giacomo Locatelli» corretto su «Giuseppe Buiatti». Sul verso un nota-bene ribadisce il versamento della somma al Locatelli. Il podestà di Cormòns Giorgio Bosco rende sommariamente conto delle entrate da imposte per il 1763, durante la podesteria di Francesco Moruti e nel 1771, durante la propria, quindi nel 1772, durante la podesteria di Giuseppe Cipriani, e nel 1773, fino a un totale di 769.9 [lire], e ne dispone il versamento a Giacomo Locatelli, o al cassiere Giuseppe Vecchi, che vantano dei crediti nei confronti della comunità. 37 1774 nov.14 285

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.291x200) di carte 2.

Originale. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. A tergo una mano moderna (G.B. Falzari) ha aggiunto a penna la datazione: 1774. Il Commissario ai confini austro-veneti Baselli notifica a podestà e comunità di Cormòns la protesta del Provveditore veneto ai confini Ascanio Picoli a proposito di costruzioni avviate lungo il corso del Judrio in contrasto con la linea del confine, commette la loro immediata demolizione e l’osservanza, sotto pena di 50 ongari, delle disposizioni emanate dal commissario [Pompeo] de Brigido. 38 1774 nov.28 286

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.243x185).

Originale. Sottoscrizione autografa. Francesco Guicciardi, per il C.R. Ufficio circolare di Gorizia, commette al podestà di Cormòns di far comparire a Gorizia, la mattina del prossimo 30 novembre, insieme con altri regolarmente convocati, Francesco Lacaz e il figlio di Caterina Tomasiria, ai quali si è erroneamente omesso di trasmettere la citazione. 39 1775 gen.31 287

Notifica.

Doc. cartaceo (mm.295x200) di carte 2.

Copia semplice coeva. A tergo la segnatura: A. Il C.R. Consiglio capitaniale delle unite contee di Gorizia e Gradisca trasmette al podestà Giorgio Bosco e alla comunità di Cormòns il memoriale predisposto nella causa tra Francesco de Lionelli e il medesimo podestà (1775 gen.31). In calce la replica del podestà, che accusa il Lionelli della mancata corresponsione di tasse e dazi sul commercio del vino, tasse e dazi di cui, intentando causa, continua a procrastinare il pagamento (1775 lug.18), e l’invito del C.R. Consiglio capitaniale a far pervenire il memoriale alle parti in causa entro il termine massimo di 8 giorni (1775 ago.8). 40 1775 lug.4 288

Mandato.

Doc. cartaceo (mm.293x200) di carte 2.

Originale. Sottoscrizione autografa. Sigillo ad. Il C.R. commissario ai confini austro-veneti de Baselli commette a podestà e comunità di Cormòns di demolire la rosta recentemente costruita sul fiume Judrio e di procedere in futuro sotto la direzione del C.R. ingegnere Gian Antonio Capellaris e in maniera da non arrecare danno alle comunità confinanti.

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Miscellanea

101

41 1776 nov.15 289

Verbale.

Doc. cartaceo (mm.293x194) di carte 2.

Minuta. Il consiglio dei Dodici conviene unanimemente sulla regolazione del taglio delle legna e impartisce le opportune istruzioni ai decani delle comunità di Spessa e Medana, convenuti alla presenza del podestà Giorgio Bosco. 42/1 1804 mar.20 290

Stima.

Doc. cartaceo (mm.280x190) di carte 2.

Originale. A tergo la segnatura «N.° 1». Riconfinazione e stima di porzioni di terreni comunali destinati ad essere affittati a privati abitanti di Cormòns, in base alla determinazione della comunità di Cormòns che in tal modo ha deciso di reperire le risorse necessarie al pagamento di contribuzioni arretrate. 42/2 1804 mag.14 291

Stima.

Doc. cartaceo (mm.287x191).

Originale. A tergo la segnatura «N.° 3». Riconfinazione e stima di porzioni di terreni comunali destinati ad essere affittati a privati abitanti di Cormòns, in base alla determinazione della comunità di Cormòns che in tal modo ha deciso di reperire le risorse necessarie al pagamento di contribuzioni arretrate. 43 1804 apr.21 292

Übergabs Lista

Doc. cartaceo (mm.302x206).

Originale, in lingua tedesca. Elenco di consegna di arredi e masserizie depositate presso la stazione (reparto) di San Giovanni. Destinatario Paolo Bujatti. 44 1836 giu.16 - 1839 nov.28 293

Iscrizioni tavolari.

4 fogli sciolti cartacei (mm.435x310); numerazione coeva per pagine (103-106; 199-200; 205-206).

Si tratta di pagine da registro («Urbario feudale» e «dei comunali»). Mediocre leggibilità.

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Miscellanea

102

45 1847 lug.12 294

Mappa del fondo comunale pascolivo situato sul Monte di Borgnano (...)

Rotolo in tela (mm.390x485).

In calce la riproduzione in mappa. Piano di divisione tra il comune di Cormòns e la frazione di Villaorba del fondo comunale adibito a pascolo, situato sul monte di Borgnano e diviso in 32 particelle di valore uguale dal perito geometra Giuseppe Bollaz, assistito dai procuratori Domenico Tomadin, Giuseppe Mucchiut e Sebastiano Bertos, confermato con decreto dell’i.r. Commissariato distrettuale di Cormòns (pr.2405 del 29 agosto 1846).

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Riferimenti bibliografici

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Riferimenti bibliografici BLASUTIC Giovanni, Memoriali cormonesi, [Cormòns 1891]. Manoscritto, in copia presso Biblioteca comunale di Cormòns CAMMAROSANO Paolo (a cura di), Storia della società friulana, I. Il medioevo, Udine 1988 CAPRIN Giuseppe, Pianure friulane, Trieste 1892 CAVAZZA Silvano-PORCEDDA Donatella, Le contee di Gorizia e Gradisca al tempo di Marco d’Aviano, in W. Arzaretti-M. Qualizza (a cura di), Marco d’Aviano, Gorizia e Gradisca. Dai primi studi all’evangelizzazione dell’Europa, Pordenone 1998, pp. 79-110 CAVAZZA Silvano (a cura di), Divus Maximilianus. Una contea per i Goriziani, catalogo della mostra (Castello di Gorizia, 7 dicembre 2001 – 30 aprile 2002), Mariano del Friuli (Go) 2002 CICERI Luigi (a cura di), Cormons, atti del 51° Congresso della Società Filologica Friulana (Cormòns 22 settembre 1974), Udine 1974 Cormòns, Villa Manin di Passariano (Ud) 1990 (Quaderni del centro Regionale di Catalogazione dei Beni Culturali, 21) Cumano, Costantino, voce a cura di S.Cella, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 31 (Roma 1985), pp. 346-347 CUMANO Costantino, Vecchi ricordi cormonesi, [Trieste 1868]. Rist. anastatica Cormòns (Go) 1983 DEGRASSI Donata, Cormòns nel Medioevo, Monfalcone (Go) 1996 DEL BIANCO COTROZZI Maddalena, Gli ebrei a Cormons dal Cinquecento alla fine dell'Ottocento, in “Studi goriziani”, LXV (1987), 1, pp. 31-64 DELLA BONA G. Domenico, Osservazioni ed aggiunte sopra alcuni passi dell’Istoria della Contea di Gorizia di Carlo Morelli di Schönfeld, [Gorizia 1856]. Rist. anastatica Bologna 1974 Della Torre, Raimondo, voce a cura di G.Benzoni, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 37 (Roma 1989), pp. 660-666 DI MANZANO Francesco, Annali del Friuli, ossia raccolta delle cose storiche appartenenti a questa regione, Udine 1854-1868 DORSI Pierpaolo, Il sistema dei giudizi locali nel Goriziano tra XVIII e XIX secolo, in “Quaderni giuliani di storia”, I (1983), pp. 7-62 FALZARI Giovanni Battista, Il castello di Cormòns, in “Studi goriziani”, XXVIII (1960), pp. 17-26 FALZARI Giovanni Battista, Le chiese di Cormòns, estratto da “La voce di Rosa Mistica”, 1958 e 1959 FALZARI Giovanni Battista, Gli statuti di Cormòns. Studio storico, [Cormòns 1961] Dattiloscritto, in copia presso Biblioteca comunale di Cormòns FALZARI Giovanni Battista, Giustizia, violenze e bravi nel secolo XVII. Il fisco di Cormòns, in “Studi goriziani”, XXVI (1959), pp. 69-81 MORELLI DI SCHÖNFELD Carlo, Istoria della Contea di Gorizia [Gorizia 1855]. Rist. anastatica Bologna 1974 NAZZI Giorgio, Storia di Cormòns, Cormòns (Go) 1933 PANJEK Aleksander, Terra di confine. Agricolture e traffici tra le Alpi e l’Adriatico: la contea di Gorizia nel Seicento, Mariano del Friuli (Go) 2000 PANJEK Giovanni, La vite e il vino nell’economia friulana: un rinnovamento frenato. Secoli XVII-XIX, Torino 1992 PANZERA Giovanni Battista, Cormòns. Immagini e cronache dal vecchio confine, Cormòns (Go) 1985 PASCHINI Pio, Storia del Friuli, [Udine 1934-36] Udine 19753 PORCEDDA Donatella, La contea e la città: le istituzioni e gli uffici, in Gorizia barocca. Una città italiana nell’impero degli Asburgo, catalogo della mostra (Castello di Gorizia, 18 dicembre 1999-30 aprile 2000), pp. 146-161 PORCEDDA Donatella, “Un paese di sì picciola dimensione, come è la nostra Contea, più dal caso che da una Provvidenza diretto”. Autorità sovrana, potere nobiliare e fazioni a Gorizia nel Seicento, in “Annali di storia isontina”, 2 (1989), pp. 9-29 PORTELLI Massimo, La campagna del 1866 nel Friuli Goriziano: il combattimento di Versa e l’armistizio di Cormòns, Gorizia 1966 STAFFUZZA Bruno, Il notariato nella storia del Goriziano, Gorizia 1984 TAVANO Sergio-BERGAMINI Giuseppe e Antonietta, Cormòns. Quindici secoli d’arte, Udine 1975 ŽONTAR Jože (a cura di), Manuali e carte sulle strutture amministrative nelle province di Carinzia, carniola, Litorale e Stiria fino al 1918. Guida storico-bibliografica, Graz-Klagenfurt-Ljubljana-Gorizia-Trieste 1988

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Persone

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA L’indice elenca, in ordine alfabetico di cognome e nome, le persone citate nell’inventario, con riferimento al numero che identifica la descrizione in cui compaiono ed è riportato al margine destro di ciascuna scheda. I nomi sono stati registrati nella forma in cui compaiono nei documenti. In presenza di varianti (nella maggior parte dei casi meramente ortografiche) si è scelta come voce guida quella più documentata, riportando le altre tra parentesi tonde. Nei casi in cui la voce cognominale non era accertabile, si è data priorità al nome di battesimo. Quando possibile, sono state indicate qualifiche professionali e cariche istituzionali. ADAMO GIOVANNI BATTISTA D’

156, 161, 162 ADAMO GIOVANNI D’

65 ADAMO VALENTINO D’

161, 162, 242, 243 ALBERTO II DI GORIZIA

conte 4, 5, 6 ALEXANDRIS GIOVANNI DE

notaio e cancelliere di Capriva 27 ALOISIO (ALOYSIUS) GIOVANNI GIACOMO

notaio 87 ALOISIO GIUSEPPE

testimone 49 ALVISE IV MOCENIGO

ambasciatore veneto 275 ANGELI FLORIANO

membro del consiglio 237 ANTONELLI ***

vicario 44 ARDIMANUS DEL FU TOMMASINO DA VILLESSE

nobile 7 ARMANUS DE BULLANO

13 ATTEMS *** D’

conte 92 ATTEMS FERDINANDO GIUSEPPE D’

93, 125, 154, 189 ATTEMS GIACOMO D’

capitano di Gradisca 23 ATTEMS GIROLAMO D’

18 AUERSPERG ENRICO D’

capitano di Gorizia 168, 171

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Persone

105

AUERSPERG GIOVANNI ERVARDO D’ capitano di Gorizia 45, 266

AUERSPERG MARIA GIUSEPPE D’

157 BALLABEN GIACOMO

membro del consiglio 273, 278 BALLABEN GIORGIO

podestà 58 BARBIANO LORENZO

175 BARONIO FRANCESCO GIUSEPPE

vicario 274 BARTOLO GIUSEPPE

vicario 203 BARZELLINI GIOVANNI

65 BARZELLINI GIUSEPPE

membro del consiglio 237 BASELLI *** DE

commissario ai confini 285, 288 BASELLI GIOVANNI PAOLO

capitano circolare di Gorizia 128 BASSINUS GIOVANNI

membro del Consiglio 28 BATISTUTA GIOVANNI

188 BAUZER MARTIN

citato 13 BENARDELLI GIOVANNI BATTISTA

vice-podestà 103 BENARDELLI GIUSEPPE

270, 273 BENARDELLI GIUSEPPE

podestà 237 BERTHULUS

macellaio 21 BERTIS GIOVANNI GIACOMO DE

42 BERTIS URSINO DE

segretario Stati provinciali 30 BERTOS SEBASTIANO

procuratore 294

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Persone

106

BIANCHI GIUSEPPE

abate, citato 4, 7 BIDISCHINO FRANCESCO

podestà 260, 268 BIDISCHINO GIAN DOMENICO

podestà 232 BIDISCHINO GIOVANNI

38 BIDISCHINO GIOVANNI DOMENICO

podestà 223 BIDISCHINO GIUSEPPE

38 BIGOT BERNARDINO

membro del consiglio 103 BIGOT DOMENICO

188 BINI GIUSEPPE

citato 24 BIONDO FLAVIO

storico e umanista, citato 179, 180 BIVILAQUA SIMONE, DA FRATTA

138 BLASIUS GIOVANNI

13 BLASUTIC (BLASUTIG, BLASUTICH) GIOVANNI

citato 38, 83, 123 BOCCALINI LUDOVICO

sacerdote 23, 24 BOLLAZ GIUSEPPE

perito geometra 294 BON MICHELE

cameraro arte dei muratori 54 BOSCHI PIETRO ANTONIO

cappellano curato 237 BOSCO BIAGIO

membro del consiglio 273 BOSCO GIORGIO

podestà 103, 114, 129, 132, 161, 162, 173, 197, 199, 218, 281, 284, 287, 289 BOSCO GIORGIO

283 BOSIZIO ANTONIO

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Persone

107

sacerdote 226 BOSIZIO GIOVANNI BATTISTA

dottore in medicina 52 BOZZA AGOSTINO

19 BRANDOLIN DOMENICO

membro del consiglio 38 BRAUSINA SIMONE

podestà 21 BRIGIDO POMPEO DE

commissario ai confini 57, 285 BRUMATTI CARLO

276 BRUMATTI DAVIDE

cameraro 243 BRUMATTI FRANCESCO

216 BRUMATTI FRANCESCO ANTONIO

97 BRUNO

colono 6 BUBERCH GIOVANNI

membro del Consiglio 28 BUCELLA GIOVANNI

segretario Stati provinciali 41 BUIATTI (BUJATTI) GIOVANNI BATTISTA

vice-podestà 90 BUIATTI (BUJATTI) GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 237 BUIATTI (BUJATTI) GIOVANNI DOMENICO

podestà 273 BUIATTI (BUJATTI) GIUSEPPE

284 BUIATTI (BUJATTI) LEONARDO

podestà 126 BUIATTI (BUJATTI) LEONARDO

272 BUIATTI (BUJATTI) LEONARDO

membro del consiglio 273 BUIATTI (BUJATTI) PAOLO

vice-podestà 53, 272, 292

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Persone

108

BUIATTI (BUJATTI) ROCCO podestà 273

BULGARO BRUNORO, DA CREMA

13 C(ECHIU)S BARTOLOMEO, MAESTRO

membro del Consiglio 28 CALIGARIS GIACOMO DE

38 CANDIDO ODORICO

nobile 227, 228 CAPELLARIS GIAN ANTONIO

C.R. ingegnere 288 CAPORIACCO GIACOMO DI

podestà 21 CAPORIACCO PAOLINA DI

45 CARLO VI D’ASBURGO

imperatore 63 CARLO BORROMEO, SANTO

cardinale 23, 24 CARLO D’ASBURGO

arciduca 25, 26, 27, 29, 30, 35, 118, 176 CARLO V D’ASBURGO

imperatore 35 CARLO VI D’ASBURGO

imperatore 70, 79, 85, 86 CASTELLANO GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 273 CASTELLANO GIOVANNI BATTISTA

127 CATELANO GIOVANNI BATTISTA

nobile 28 CATERINA DI GORIZIA

contessa 61, 76 CHIAPINO VALENTINO

175 CHINES (CHINESIUS) LEONARDO, DA GORIZIA

18, 19 CHOPIN GIUSEPPE DE

notaio di Vienna 76 CIANI (CIANO) GIOVANNI

podestà 106

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Persone

109

CIANI GIACOMO

243 CIANI GIOVANNI DOMENICO

notaio 239 CIANI MARCO

vice-podestà 103 CIANI MARCO

99, 100, 101 CIOTTI ANTONIO

dottore [in legge] 95, 276 CIPRIANI FRANCESCO

membro del consiglio 278 CIPRIANI GIACOMO

membro del consiglio 103, 199, 278 CIPRIANI GIOVANNI

membro del consiglio 273 CIPRIANI GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 273 CIPRIANI GIOVANNI FRANCESCO

notaio 41, 83, 84, 93, 124, 189 CIPRIANI GIOVANNI FRANCESCO

102 CIPRIANI GIUSEPPE

podestà 103, 158, 284 CIPRIANI GIUSEPPE

99, 155 CIPRIANI GIUSEPPE

membro del consiglio 278 CIPRIANI GIUSEPPE

vice-podestà 199 CIPRIANI LORENZO

sacerdote 90 CIPRIANI PIETRO

notaio 13 CIPRIANI PIETRO

245 CISILINO MATTIA

vicario curato 31 CISTERNINO GIOVANNI

notaio 18 COBENZL FILIPPO DI

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Persone

110

33 COBENZL FILIPPO DI

capitano di Gorizia 45, 266 COBENZL GIOVANNI DI

30 COBENZL GIOVANNI GASPARO DI

capitano di Gorizia 227, 228 COCAR FRANCESCO

membro del consiglio 273 COCOLETTI ***

cappellano di Cormòns 226, 230 COCOLETTI ***

sacerdote 227 CODAI GIANDOMENICO

podestà 148 COLESETO NATALE

testimone 101 COLLOREDO CLAUDIO DI

parroco 23 COLLOREDO LUDOVICO DI

33 COLLUSSIO GIACOMO

38 COLLUSSIO NICOLÒ

38 COLOMBICCHIO CARLO DE

parroco 243 COLOMBICCHIO SEBASTIANO

nobile 22, 203 COLUSSO ***

podestà 150 COMAR GREGORIO

esattore 134, 136, 137 COPMAUL ALESSANDRO

nobile 105 COPMAUL CRISTOFORO

nobile 34 COPMAUL GASPARE

nobile 28 COPMAUL GEROLAMO

nobile 28

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Persone

111

COPMAUL GIOVANNI 13

COPMAUL ORTENSIO

nobile 203 CORADUZ RODOLFO

vice-cancelliere 118 CORMONS BENEDETTO

279 CORMONS CALIMAN

109 CORMONS GABRIEL

109 CORMONS JACOB, FIGLIO DI SALOMON

107, 108, 109 CORMONS SALOMON

109 CORNARIO DOMENICO

cancelliere 34 CORONINI CRONBERG GIOVANNI IGNAZIO

luogotenente sost. di Gorizia, capitano sost. di Gradisca e Aquileia 216 CORONINI CRONBERG LUDOVICO VINCENZO

luogotenente di Gorizia 213, 214 CORONINI CRONBERG PIETRO ANTONIO

capitano di Tolmino 196 CORONINI CRONBERG RODOLFO

citato 13, 23 CORONINI CRONBERG RODOLFO

130 CORONINI CRONBERG RODOLFO ANTONIO

parroco 51, 52, 266 CORONINI DI SAN PIETRO ALESSIO

esattore Stati provinciali 254 CORONINI MARCO ANTONIO

podestà 153, 251, 252 CORONINI NICOLÒ

vicario curato 52, 224, 232 CORONINI PIETRO ANTONIO

conte 197 COSTELONO GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 103 COTTOINO NICOLÒ

96

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Persone

112

COVATUS DA CIVIDALE

nobile 7 CREN ADAMO, DA GORIZIA

testimone 38 CUCIT ANTONIO

testimone 161 CUCIT (CKOZID) LEONARDO

99 CUCUT DOMENICO

188 CUCUT GIUSEPPE

podestà 49 CUMANO COSTANTINO

compilatore 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 50, 51, 53, 54, 55, 56, 57, 59, 64, 65, 67, 76, 79, 81, 82, 84, 86, 87, 94, 105, 106, 109, 110

CUMANO COSTANTINO

citato 123 CUMAR CARLO

cancelliere di Gorizia 259 CURLEO SILVIO

notaio 38 DEGRAZIA GEROLAMO

notaio e cancelliere di Cormòns 117 DEL CONT PIETRO

sacrestano 240 DELEONTE FRANCESCO

28 DELLA LUISA BARTOLOMEO, DA CORONA

testimone 38 DELLA TORRE CATERINA

citata 18 DELLA TORRE FEBO

capitano di Gorizia 11

DELLA TORRE (A THURN) FRANCESCO [FEBO] 37

DELLA TORRE (THURN HOFER) FRANCESCO FEBO

capitano di Trieste 38 DELLA TORRE DI S.CROCE GIORGIO

capitano di Gorizia 27, 135 DELLA TORRE (THURN HOFER VALSASSINA) GIOVANNI BATTISTA

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Persone

113

[1699-1783] giurisdicente di Cormòns 56, 58, 92, 93, 94, 95, 110, 114, 121, 122, 124, 125, 126, 154, 155, 156, 157, 158, 161, 162, 199, 200, 217

DELLA TORRE (THURN HOFER VALSASSINA) GIOVANNI GIUSEPPE

[1681 - 1775] giurisdicente di Cormòns 53, 56, 107, 109, 123 DELLA TORRE (THURN HOFER) GIANMATTIA

giurisdicente di Cormòns 22, 40, 41, 42, 43, 123, 175, 195, 253 DELLA TORRE PAGANO

patriarca di Aquileia, citato 7 DELLA TORRE RAIMONDO

patriarca di Aquileia 4, 5 DELLA TORRE (THURN HOFER) RAIMONDO

giurisdicente di Cormòns 28, 30, 32, 38, 45, 120

DELLA TORRE (THURN HOFER) RAIMONDO giurisdicente di Cormòns, citato 123

DELLA TORRE (THURN HOFER VALSASSINA) RAIMONDO BONIFACIO

giurisdicente di Cormòns 45, 119, 268 DELLA TORRE SIGISMONDO

giurisdicente di Spessa 117, 118 DELLA TORRE TURRISMONDO PAOLO

123, 256 DEL MESTRI ANTONIO

cameraro 54 DEL MESTRI BERNARDINO

nobile 105, 120 DEL MESTRI FRANCESCO

nobile 105, 120 DEL MESTRI GEROLAMO

nobile 28 DEL MESTRI GIORGIO

nobile 34, 41, 105

DEL MESTRI GIORGIO nobile 52, 90, 95, 261

DEL MESTRI GIORGIO

dottore in legge 120 DEL MESTRI GIOVANNI

12, 120 DEL MESTRI GIOVANNI

C.R. commissario 257 DEL MESTRI GIOVANNI ANTONIO

nobile 92 DEL MESTRI GIOVANNI BATTISTA

nobile 28, 41

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Persone

114

DEL MESTRI GIUSEPPE

nobile 92 DEL MESTRI GIUSEPPE ANTONIO

sacerdote 48 DEL MESTRI LEONARDO

nobile 34, 267 DEL MESTRI LEONARDO

227 DEL MESTRI LUCA

nobile 34, 38, 41 DEL MESTRI LUCA LORENZO

nobile 267 DEL MESTRI LUCA PIETRO

nobile 267 DEL MESTRI LUCA PIETRO

sacerdote 50 DEL MESTRI LUCA SERTORIO

vicario curato, vescovo di Trieste 51, 52 DEL MESTRI NARDINO

nobile 18 DEL MESTRI ORAZIO

nobile 52, 267 DEL MESTRI RICCARDO

nobile 92, 278 DEL MESTRI SERTORIO

nobile 34, 105, 120 DEL MESTRI STEFANO

120 DEL MESTRI STEFANO

parroco 223 DEL MESTRI STEFANO, DEL FU GIOVANNI

testimone 12 DEL MESTRI VITO

nobile 28 DEPERIS (DE PERIS) ***

vice-cancelliere 131 DEPERIS (DE PERIS) ***

cancelliere 186 DEPERIS (DE PERIS) GEROLAMO

cancelliere 175, 195 DEPERIS (DE PERIS) GIACOMO

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Persone

115

sacrestano 239 DEPERIS (DE PERIS) GIAN DOMENICO

testimone 156 DEPERIS (DE PERIS) GIAN DOMENICO

283 DEPERIS (DE PERIS) LEONARDO

260 DEPERIS GIAN DOMENICO

rogatario 262 DORNBERG (DORIMBERGO) GIORGIO DI

81 DORNBERG (DORIMBERGO, A DORNECH) FRANCESCO DI

luogotenente di Gorizia 117 DORNBERG GIOVANNI DI

13 DORNBERG GIUSEPPE DI

nobile 45, 266 DORNBERG GREGORIO DI

12 DORNBERG TOMMASO DI

13 DORNBERG VITO DI

commissario imperiale 24 DOROTEA, VEDOVA DI STEFANO DA CORMÒNS

12 DRAGOGNA ***

notaio 182 DRAGOGNA [VALENTINO]

vice-cancelliere di Gorizia 214 EALO NATALE

38 ECK GIORGIO D’

capitano di Gorizia 17 ENRICO DA LIENZ

5 ENRICO DI FLOYANA

nobile 8 FABRIZI ***

citato 9 FABRIZIO GIOVANNI BATTISTA

notaio 22, 39 FABRO FRANCESCO

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Persone

116

cappellano curato 223 FAIDUTUS

vice-cancelliere 152 FAIN GIOVANNI

membro del consiglio 273 FAIN GIOVANNI

100, 101 FAINARO ANDREA

152 FALZARI GIOVANNI BATTISTA

sacerdote, compilatore 9, 13, 18, 37, 38, 40, 45, 49, 50, 51, 58, 59, 60, 63, 64, 76, 84, 86, 87, 89, 91, 92, 94, 96, 103, 112, 117, 119, 125, 127, 169, 173, 184, 185, 186, 192, 193, 200, 211, 213, 217, 218, 232, 233, 236, 237, 239, 240, 241, 242, 243, 263, 267, 282, 285

FATOR GIOVANNI

membro del consiglio 38 FAVOTI BATTISTA

membro del Consiglio 28 FERDINANDO D’ASBURGO

arciduca 32, 33, 35, 37, 45, 119 FERDINANDO I D’ASBURGO

imperatore 17, 26 FERDINANDO III D’ASBURGO

imperatore 40, 41, 42, 89, 255, 257 FERESINO FRANCESCO

testimone 276 FERLAT GIOVANNI

podestà di Povia 105 FERLAT GIOVANNI

membro del consiglio 103, 199, 273 FERLAT GIOVANNI BATTISTA

270 FERRARI GIROLAMO DE, DA RIVA

parroco 24 FERRARIO GIROLAMO

notaio 38 FERRASI(N)US BENEDETTO, DA MEDEA

testimone 21 FIEGL ANTONIO

155 FLAMEUS AGOSTINO

nobile 28 FLAMIO GIOVANNI ANTONIO, DA TOLMEZZO

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Persone

117

notaio, rogatario 21 FLAMIO GIOVANNI ANTONIO

notaio 105 FLAMIO MASSIMILIANO

notaio 105 FLAP GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 273 FLOJANER DANIELE

13, 19 FLOREANO DOMENICO

membro del consiglio 38 FODRA GIOVANNI BATTISTA

sindaco di S. Adalberto 223 FOLETIG VALENTINO, DA TOLMINO

196 FONTANA ANTONIO

membro del consiglio 103 FONTANA BARTOLOMEO

membro del consiglio 270 FONTANA GIUSEPPE

membro del consiglio 103, 278 FORLANI ANTONIO GIUSEPPE

notaio 78 FORMENTINI FERDINANDO

luogotenente di Gorizia 76 FORMENTINI GIUSEPPE

272 FORMENTINI GIUSEPPE

nobile, testimone 262 FORMENTINI LUDOVICO

42 FRANCESCO

notaio di Gorizia 5 FRANCESCO GIUSEPPE I

imperatore 72 FRANCESCO I D’ASBURGO

imperatore 62, 64, 71, 89 FRANZONUS DA MEDEA

citato 17 FUDERA GIOVANNI, DA UDINE

testimone 18

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Persone

118

GABELLO GIOVANNI BATTISTA vicario 39

GABELLO GIOVANNI BATTISTA

vicario 38 GASPARINI GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 237 GENTILINI GENTILE, DA MARANO

sacerdote 223 GETZ LEONARDO

37 GIACOMO DEL NOS

139 GIANI SAVERIO

capo-mastro 54 GIOVANNI DEL FU COVATUS DA CIVIDALE

nobile 7 GIOVANNI DI GORIZIA

conte 82 GIOVANNI LEONARDO A CIMATORIBUS

10 GIULIANO DA FIRENZE

sindaco di Brazzano 10 GIUSEPPE

ebreo 105 GIUSEPPE I D’ASBURGO

imperatore 47, 48, 63, 69, 78, 84, 179, 180 GIUSTO DA TRIESTE

cappuccino 52 GIUSTO DE CARSSO

membro del Consiglio 28 GRABIZIO (GRABITIO) LUCIO

42 GRADENIGO TADDEO

13 GRIMALDI GIROLAMO

Nunzio apostolico in Vienna 51, 52 GRINOVER DOMENICO

membro del consiglio 273 GRINOVER GIOVANNI

testimone 243 GRINOVER GIAN DOMENICO

podestà 99, 100, 101

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Persone

119

GRION GIOVANNI

membro del consiglio 273 GROTTA GIOVANNI BATTISTA

48, 245, 256 GROTTA GIOVANNI BATTISTA

notaio 253 GROTTA GIOVANNI BATTISTA

227 GUERRA ***

monsignore, citato 4 GUGLIELMO ORAZIO

C.R. commissario 258 GUICCIARDI FRANCESCO

172, 204, 220, 286 GUIDO DE ALANO DA TREVISO

vicario generale 10 HARRSCH FERDINANDO FILIPPO D’

capitano di Gorizia 62 HEINOLD CARL VON

ministro degli Interni 72 HERBERSTEIN (ERBERSTAIN) FRANCESCO CARLO D’

47, 48 HERBERSTEIN JOHANN SIGFRIED

55 INNESINO SATURNO

gastaldo 117 IVONEO GIACOMO

28 IVONEO NATALE, DEL FU GIACOMO

membro del Consiglio 28 JACOPO DA CORMÒNS

nobile 7, 8 JARONITI DOMENICO

membro del consiglio 237 JARONITI GIROLAMO

243 JUNGIGER F.

72 KAPOS *** DE

91 KHRONEGGER C.

118

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Persone

120

LACAZ FRANCESCO 286

LANTIERI FEDERICO DI

capitano di Gorizia 42 LAUTER *** DE

277 LAZAT NICOLÒ

membro del consiglio 103 LEONARDO DEL FU SER GIOVANNI BLASIUS

13 LEONARDO DI GORIZIA

conte 11, 69, 81, 82, 89 LEONELLI FLAMINIO

nobile 203, 231 LEONELLI LUCIA

nobile 203 LEONELLI OTTAVIANO

nobile 203 LEONELLIS LIONELLO DE

nobile 105 LEOPOLDO I D’ASBURGO

imperatore 46, 68, 77, 87, 177, 179, 180

LEOPOLDO I D’ASBURGO-LORENA granduca di Toscana (1765-1790) 114

LEPORE GIOVANNI FRANCESCO

153 LEPORI FRANCESCO

175 LICHTSTOKH GIOVANNI ANTONIO

41 LIONELLI FRANCESCO

cappellano curato 52 LIONELLI FRANCESCO DE

nobile 287 LIONELLI GIAN VITO GIUSEPPE DE

testimone 156 LOCATELLI ***

barone 230 LOCATELLI ANDREA

52 LOCATELLI FRANCESCO

nobile 95, 267, 283

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Persone

121

LOCATELLI GASPARO

nobile 203 LOCATELLI GEROLAMO

nobile 38 LOCATELLI GIACOMO

99, 100, 101, 102, 226, 284 LOCATELLI GIACOMO ANTONIO

nobile 92 LOCATELLI GIAN GIUSEPPE

nobile 203 LOCATELLI GIORGIO

52, 269 LOCATELLI GIORGIO ANTONIO

270 LOCATELLI GIOVANNI

nobile 203 LOCATELLI GIOVANNI BATTISTA

227 LOCATELLI GIOVANNI MARIA

nobile 134 LOCATELLI GIOVANNINO

nobile 203 LOCATELLI LUCIO

nobile 203 LOCATELLI NICOLÒ DE

testimone 99 LORENZO DE QUALS

139 LORENZON GIOVANNI

membro del consiglio 237 LOVISONI FRANCESCO

esattore 56 LUBBA, VED. DI JACOB CORMONS

108 LUBISINUS (LUBISENUS) ANDERLUS (ANDERIUS), DEL FU BARTOLOMEO

testimone 12, 13 LUBISINUS BARTOLOMEO

12 LUCIUS PIETRO

notaio 18 LUDOVICO DI GORIZIA

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Persone

122

conte 69 LUZZATTO ISAACH

155, 156, 157 MAGHET GIACOMO

membro del consiglio 38 MAINARDO VII DI GORIZIA

conte 9 MALACREA FRANCESCO

membro del consiglio 237 MANATUS LUCA

nobile 18 MARACCO JACOPO

vicario patriarcale 24 MARCHIANO RAFFAELE

rabbino di Cormòns 106, 114 MARCHIOL VALENTINO

membro del consiglio 273 MARCHIOLI VALENTINO

283 MARCON LAZZARO

membro del consiglio 103 MARCON PAOLO

testimone 188

MARIA LUISA DI SPAGNA granduchessa di Toscana 114

MARIA TERESA D’ASBURGO

imperatrice 53, 55, 56, 63, 123 MARINCIG STEFANO

podestà 243 MARINELLI GIOVANNI ANTONIO DE

vicario della giurisdizione 45, 49, 114, 215, 231, 262, 266, 268 MARIZZA GIACOMO

membro del Consiglio 21 MARTINCIG GASPARO

membro del consiglio 273 MARTINELLI ANDREA

260 MARTINELLI MATTIA

121 MARTINIS *** DE

nobile 95

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Persone

123

MARTINIS ANTONIO DE cappellano curato 234

MARTINIS GASPARO DE

nobile 92 MASSIMILIANO D’ASBURGO

arciduca 76 MASSIMILIANO D’ASBURGO

arciduca 22 MASSIMILIANO I D’ASBURGO

imperatore 15, 16, 35, 36, 45, 61, 67, 82, 83, 89, 179

MAY(..) GIUSEPPE IGNAZIO 70

MEDEOT GASPARO

testimone 162 MERCLINUS DEL FU ENRICO DI FLOYANA

nobile 8 MERZATA(R)I VALENTINO

testimone 276 MIANI GIOVANNI BATTISTA

155 MIANI [LEONARDO]

podestà 48 MIANO LEONARDO

membro del consiglio 260 MICHELUT ***

colono 274 MICILIN PIETRO ANTONIO

membro del consiglio 237 MISTRI GIACOMO DE

testimone 39 MITRI GIACOMO DE

membro del Consiglio 21, 38 MITRI ROCCO DE

membro del Consiglio 28 MOLINA MELCHIORRE DE

96 MONTONARS DOMENICO

276 MONTONARS GIOVANNI BATTISTA

276 MONTONARS SANTA VED. DI PIETRO

276

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Persone

124

MORELLI GIACOMO ANTONIO DE cancelliere e giudice 215

MORELLO FRANCESCO

vicario 22, 42, 175, 195 MORETTI FRANCESCO

241 MORETTI GIOVANNI

membro del consiglio 237 MORETTI PAOLO

notaio 273 MORETTI VINCENZO

coadiutore 231 MORETTO GEROLAMO, MAESTRO

podestà 105 MORETTO GIACOMO

testimone 39 MORETTO GIACOMO

sindaco di S.Adalberto 223 MORETTO GIOVANNI

43 MORETTO PAOLO

membro del consiglio 38 MORSANO ***

sacerdote 245 MORSANO GIUSEPPE

podestà 38 MORUTI FRANCESCO

podestà 284 MUCCHIUT GIUSEPPE

procuratore 294

MUNIN GIUSEPPE testimone 161

MUNUT GIUSEPPE

colono 278

MUNUTTI FRANCESCO membro del consiglio 273

MUNUTTI FRANCESCO

podestà 155, 278, 279 MURETI ANTONIO

notaio 22 MUSSOLINI BENITO

capo del Governo 74

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Persone

125

MUSU(L)AT SIMONE

membro del Consiglio 28 NASIZ ANDREA DEL QUERINO

188 NASIZ MICHELE

58 NAVAIOLI PIETRO ANTONIO

54 NEUHAUS NICOLÒ DI

227 NEUHAUS (NEAUS) GASPARO DE

nobile 92 NEUHAUS (NEONAUSER) ANTONIO

nobile 19 NEUHAUS (NEONAUSER) FRANCESCO

nobile 19 NEUHAUS ***

luogotenente di Gorizia 42 NEUHAUS ANTONIO DI

13 NEUHAUS CAMILLO, DEL FU DARIO

nobile 18 NEUHAUS CESARE DI

227 NEUHAUS CRISTOFORO

18 NEUHAUS DARIO

nobile 18, 28 NEUHAUS FERDINANDO DI

41 NEUHAUS FRANCESCO

nobile 28 NEUHAUS FRANCESCO, DEL FU CRISTOFORO

nobile 18 NEUHAUS FRANCESCO, DEL FU DARIO

nobile 18 NEUHAUS NICOLÒ

nobile, testimone 18 NEUHAUS NICOLÒ

nobile 228 NEUHAUS OTTAVIO

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Persone

126

nobile 34 NICOL(OLAUS D..NUS)

notaio 146 NICOLIN GIUSEPPE

membro del Consiglio 28 NO(UPERTZ) GIOVANNI SIGISMONDO DE

cancelliere 87 NOGARELLA ***

cancelliere 184, 199, 219, 221 NOGARELLA GIUSEPPE

281 NONELLO GIUSEPPE

38 NOS GIUSEPPE, DA MARIANO

testimone 38 NOSANO CARLO

38 NOVAIOL (NAVAIOL) GIOVANNI BATTISTA

podestà 87, 225 NOVAIOL (NAVAIOL) MICHELE

notaio 18, 87, 177, 178, 182, 225, 245, 246, 247 NOVAIOL (NAVAIOL) MICHELE

117, 227, 228, 229 NOVAIOL (NAVAIOL) MICHELE

procuratore 226 OCRETIG GIOVANNI

decano di Castagnavizza 114 OGARO GIUSEPPE D’

54 OLEIS ENRICO DE

7 OLEIS JACOPO DI ENRICO DE

7 OLIVA FRANCESCO

173 OLLIVO GIUSEPPE

membro del consiglio 237 ONORATI GIUSEPPE ELITEO DEL FU G. LEONARDO A CIMATORIBUS, DA SPILIMBERGO

notaio 10 ORTOLANI FRANCESCO

nobile 95

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Persone

127

ORTOLANI GIAN VITO nobile 95

ORTOLANI GIUSEPPE

nobile 92 ORTOLANI, FRATELLI

274 ORTOLANO FRANCESCO

podestà 115, 213 ORZON ANTONIO D’

266 ORZON LEONARDO DE

esattore 141 OSSALCUS DI JACOPO DA CORMÒNS

nobile 7 PANIZOLI GIUSEPPE

esattore 138, 139, 140, 142, 144, 147, 148, 149, 150 PANTALEONE ALESSANDRO

155 PANZERA GIORGIO

podestà 165

PANZERA (PANCERA) GIORGIO podestà 117

PANZERA GIOVANNI

podestà 258 PANZERA (PANCERA) GIOVANNI ANTONIO

podestà 270 PANZERA MATTIA

21 PAOLINI ***

cancelliere 245 PAOLINI SEBASTIANO

cancelliere sostituto 260, 266, 268 PAOLINI SEBASTIANO

cancelliere 215 PAOLINI (PAULINO) SEBASTIANO

notaio 239 PAOLINI SEBASTIANO

231 PAOLINI [GIOVANNI BATTISTA]

cancelliere 43 PAOLO DIACONO

citato 179, 180

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Persone

128

PAR (PAAR) JULIUS DE

consigliere Camera arciducale 142, 144, 148 PAULUTTO PAOLO

38 PAVIOTUS ANDREA

podestà 137 PAVIOTUS ANDREA

136 PECENCO GIOVANNI BATTISTA

vice-cancelliere 49 PELOSIO (PILOSIO) ANTONIO

vicario curato 65 PELOSIO GIOVANNI NEPOMUCENO

170 PETRONIO GIOVANNI BATTISTA

vicario 109 PIACENTINI LEONARDO

testimone 273 PIACENTINI PIETRO

membro del consiglio 103, 199, 273 PICHECH GIACOMO, DETTO «PONTAR»

colono 278 PICHLER ***

citato 38 PICOLI ASCANIO

Provveditore veneto ai confini 285 PICOTTI GIOVANNI MARIA

membro del consiglio 273 PIETRO

colono 6 PILIZON GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 273 PINCHETI BERNARDINO

70 PIZAMUSO SEBASTIANO

membro del consiglio 148 PLÖCKNER GIACOMO ERNESTO DI 68, 69 POCHAR BIAGIO

240 POCHAR BIAGIO

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Persone

129

sacrestano 241, 243 POCHAR MARIA

243 PONTELLO ANTONIO

membro del consiglio 38 PONTELLO CARLO

podestà 28 PONTELLO NATALE

38 PONTELLO OGARUS

membro del consiglio 38 PORTIS PIETRO DE

podestà 149 PRIVIDALI ANTONIO

C.R. Fiscale 130 PUEBLA ANTONIO DE

capitano di Gorizia 56, 197 RANOSITO ANDREA

38 RAPICIO ANDREA

vescovo di Trieste 24 REA ANTONIO

227 REA LUDOVICO DE

nobile 190 RECHPACH FERDINANDO DI

C.R. commissario 258 REJA GIOVANNI DE

nobile 95 REVOLTO GIOVANNI BATTISTA DE

podestà 38 RHEDARIO LUDOVICO

scrivano 145 RIBISINO FRANCESCO

41 RIBISINO GIOVANNI, DEL FU BIAGIO

nobile 105 RIBISINO GIOVANNI, DEL FU SEBASTIANO

nobile 105 RIBISINO NICOLÒ

nobile 34

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Persone

130

REVOLTO DOMENICO DE membro del Consiglio 21

RIVOLT DOMENICO

70 RODELLA GIUSEPPE

testimone 49 RODELLI ANTONIO

dottore [in legge] 155 RODELLI ANTONIO DE

vicario della giurisdizione 131, 184, 186, 219, 221 ROGLOVIG GIACOMO DE

esattore 87 ROMANI ROMANO

podestà di Povia 28 ROMANUT GIACOMO

membro del consiglio 38 ROMANUT GIOVANNI

262, 266 ROMANUT GIOVANNI

podestà 39, 166, 253 SAGLINO DA PARMA

gastaldo di Cividale 7 SAU DOMENICO

38

SAUERN FRANCESCO DI 71

SAUS MICHELE

membro del consiglio 38 SAVORGNANI GIUSEPPE

notaio, citato 11 SAVORGNANI GIUSEPPE

cancelliere 77, 79 SAVORGNANI GIUSEPPE DE

podestà 65 SBOGAR ANDREA

messo 50 SBUELZ MATTIA

159 SBUELZ TOMMASO

155, 156, 157 SCAGNETTI (SCHAGNETTI) VALENTINO

coadiutore cancelleria di Gorizia 87

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Persone

131

SCAGNETTI BERNARDO

parroco di Lucinico 106 SCEGA GIOVANNI

218 SCHÖNUMBERG ODORLICO DI

6 SCUTULINUS ZANINUS

testimone 12 SEILERN GIOVANNI FEDERICO DI

69 SERAFFINO DANIEL

testimone 39 SERAFINI GIACOMO

241 SERAFINI GIOVANNI BATTISTA

sacerdote 240 SFORZA GIOVANNI

capitano di Gorizia, citato 37 SIGONIO GIUSEPPE

notaio 76 SIMONITO BIAGIO, DA MARIANO

testimone 38 SMECOVIZ ADAMO

22 SOAVI CIPRIANO

sacerdote 31 SONTO FRANCESCO, DA BIVARS

162 SPERANZ GIORGIO

13 STALIEL PIETRO

164, 165, 166 STANTA ILARIO

vicario curato 106 STEFANO DA CIVIDALE

notaio 8 STEFANO DA CORMÒNS

macellaio 12 STRASSOLDO ***

114 STRASSOLDO LEOPOLDO ADAMO DI

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Persone

132

luogotenente di Gorizia 47, 49, 87, 114, 267 STRASSOLDO MARZIO DI

42 STRASSOLDO PIETRO DI

197 STRASSOLDO RICCARDO DI

colonnello delle «cernide» 195 STRAZOLINO GEROLAMO

membro del consiglio 38 STRAZOLINO GEROLAMO

nobile, testimone 262 STRAZZOLINO GIORGIO

sindaco di S.Adalberto 223 STUBET GIOVANNI MARCO

notaio 76 STURNIC DOMENICO

membro del consiglio 237 SUARDI CARLO DE

155 SUARDI GIOVANNI CARLO

C.R. commissario 257 SUARDI LUDOVICO DE

91, 96 SUSANNA, FIGLIA DEL FU STEFANO DA CORMÒNS

12 TACCÒ ANDREA DE

nobile 203 TACCÒ CARLO DE

52 TACCÒ FRANCESCO DE

nobile 92, 95, 203 TAUTSCHER JOHANNES

vescovo di Lubiana 118 TAVASANIS GIUSTO

membro del consiglio 103, 199, 278 TAVASANO ANTONIO

275 TERZI CARLO DE’

167 TERZI FRANCESCO SAVERIO DE’

parroco 95, 200

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Persone

133

TERZI OTTAVIO DE’ 126, 185

THODONUS DA CHIOPRIS

testimone 21 THOMAS GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 38 TICHEGNINO FRANCESCO

membro del consiglio 38 TINCHA GIOVANNI

membro del consiglio 278 TIUSSI GIOVANNI

membro del consiglio 103, 273 TODESCHINO ***

37 TOMADIN DOMENICO

membro del consiglio 103, 199 TOMADIN DOMENICO

procuratore 294 TOMADIN GASPARO

colono 274 TOMADIN LEONARDO

membro del consiglio 103 TOMASIO ***

notaio, citato 28 TOMASIO DOMENICO

cappellano curato 237 TOMASIO GIOVANNI BATTISTA

membro del consiglio 278 TOMASIRIA CATERINA

286 TOMAT GIUSEPPE

membro del consiglio 103, 278 TOMBA GIOVANNI

membro del consiglio 237 TOMMASINO DA VILLESSE

7 TONELLI ERMENEGILDO

domenicano 52 TORELLI FRANCESCO

testimone 243 TORELLI GIOVANNI BATTISTA

242

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Persone

134

TORRES EMANUELE DE

155 TOSI ENNIO

cancelliere Consulta Araldica 74 TRINCA GIOVANNI

membro del consiglio 273 TRINKAR MARTINO

204 TRIPINA ANTONIO

membro del consiglio 273 TROIAN GIACOMO

testimone 188 TULL MATHESEN

artificiere 255 UNGRISPACH SIMONE DI

13 URAGULINUS PIETRO

membro del Consiglio 21 VALEANZ NICOLÒ

129 VECCHI (VECCHIO) GIUSEPPE

membro del consiglio 278 VECCHI (VECHIO) GIUSEPPE

cassiere della comunità 132 VECCHI GIUSEPPE

155 VECCHI GIUSEPPE

cassiere della comunità 284 VENUTTI VALENTINO

sacrestano 242 VISINTIN GIAN DOMENICO

membro del consiglio 103 VORATIUS GIUSEPPE

membro del consiglio 38 VORAZ GIUSEPPE

membro del consiglio 103 VORAZ MICHELE

membro del consiglio 103 VOSCA FABIANO

sacerdote 65 VUTULO ANTONIO

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Persone

135

218 WAGERING GIORGIO VITTORE

luogotenente di Gorizia 118 WIDERSBERG FELIX VON

i.r. consigliere ministeriale 72 WILDENSTEIN GIUSEPPE DI

capitano di Gorizia 50 WÖLFF LUDOVICO

207 ZACARIA ***

128 ZAMBERLAN FRANCESCO

podestà di Povia 245, 246, 247 ZAMBERLAN FRANCESCO

239 ZANOTINI CARLO AMBROGIO

cappellano curato 52 ZECHENFELD *** DE

277 ZINFONI FRANCESCO DOMENICO DE

cancelliere di Piuma 94, 95

ZINZENDORF FILIPPO DI 69, 70

ZOBL PAOLO

segretario Stati provinciali 25 ZOPPOLATTI (ZAPOLATI) LELIO

notaio 28, 103 ZOPPOLATTI (ZOPPOLATI) MICHELE

vicario curato 51, 52, 232 ZOPPOLATTI ***

227 ZOPPOLATTI ALBERTO

notaio 256 ZOPPOLATTI GIUSEPPE

notaio 188 ZOPPOLATTI LELIO GIUSEPPE

notaio 62, 121 ZUBNIG SEBASTIANO

204 ZUBU(E)SNICH GASPARO

129 ZURINUS ANTONIO

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Persone

136

21

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Enti

137

INDICE DEI NOMI DI ENTE Sono stati qui riportati tutti i nomi di istituzioni, uffici, magistrature o cariche pubbliche citati nell’inventario, con riferimento al numero che identifica la descrizione in cui compaiono ed è riportato al margine destro di ciascuna scheda. I nomi sono registrati in ortografia moderna e nella lingua italiana, facendoli precedere dall’indicazione geografica cui l’istituzione si riferisce o in cui era ubicata. È esclusa, perché ricorrente, la voce CORMÒNS, COMUNITÀ. AQUILEIA, PATRIARCATO

24 AQUILEIA, PATRIARCATO

citato 179, 180 ASBURGO, ARCIDUCHI D’

citato 179, 180 BIDISCHINO, FAMIGLIA

283 BORGNANO, COMUNITÀ

256 BRAZZANO, COMUNITÀ

10, 57, 261 CARNIOLA, CESAREO REGIO GOVERNO

218 CARNIOLA, RAPPRESENTANZA E CAMERA

62 CEROU (CEROVO), COMUNITÀ

11 CESAREA REGIA COMMISSIONE ALLA REVISIONE DEI CONFINI AUSTRO-VENETI

57 CESAREA REGIA COMMISSIONE PER LA VENDITA DEI COMUNALI

271 CHIOPRIS, COMUNITÀ

11, 211, 256 CIVIDALE DEL FRIULI, ARCHIVIO CAPITOLARE

citato 6 CIVIDALE DEL FRIULI, CAPITOLO

12 CORMÒNS, ARCHIVIO PARROCCHIALE

citato 10, 106 CORMÒNS, BANCO DEI PEGNI

108 CORMÒNS, CAMERARIA

224 CORMÒNS, CANCELLERIA

117, 203

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Enti

138

CORMÒNS, CHIESA DEL SS. CROCIFISSO 31, 52, 223

CORMÒNS, CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL SOCCORSO

223 CORMÒNS, CHIESA DI SAN GIOVANNI

82 CORMÒNS, CHIESA DI SANT’ADALBERTO

54, 101, 114, 115, 223, 226, 227, 228, 239, 240, 241, 242, 243, 263, 267 CORMÒNS, CHIESA DI SANTA MARIA

82 CORMÒNS, COMMISSARIATO DISTRETTUALE

65, 294 CORMÒNS, COMUNE

73, 74, 112, 294 CORMÒNS, CONFRATERNITA DEL SS. SACRAMENTO

263, 272 CORMÒNS, CONSIGLIO DEI DODICI

20, 21, 28, 34, 39, 44, 47, 49, 50, 69, 82, 87, 94, 95, 105, 108, 114, 115, 148, 149, 153, 161, 182, 232, 234, 256, 260, 267, 268, 269, 270, 289

CORMÒNS, CONVENTO DEI CAPPUCCINI

52, 89 CORMÒNS, CONVENTO DEI DOMENICANI

52 CORMÒNS, GIURISDIZIONE

32, 44, 45, 69, 79, 114, 119, 120, 122, 123, 127, 128, 129, 132, 198, 208, 209, 210, 211, 214, 215 CORMÒNS, MONTE DI PIETÀ

95, 96, 110 CORMÒNS, NOBILI

18, 19, 22, 26, 35, 40, 42, 46, 48, 49, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 58, 59, 60, 62, 63, 67, 68, 69, 70, 78, 79, 84, 87, 89, 90, 91, 93, 94, 95, 96, 97, 99, 103, 107, 109, 110, 114, 121, 122, 123, 124, 125, 126, 142, 144, 145, 147, 154, 155, 156, 157, 160, 167, 169, 173, 175, 179, 180, 181, 184, 186, 188, 189, 190, 192, 193, 196, 197, 198, 200, 201, 204, 207, 208, 210, 211, 214, 215, 217, 219, 224, 231, 240, 246, 247, 256, 261, 264, 266, 270, 272, 280, 282, 285, 287, 288, 290, 291

CORMÒNS, PODESTÀ

20, 34, 40, 44, 47, 48, 49, 50, 57, 59, 60, 63, 69, 87, 96, 108, 110, 114, 115, 121, 122, 123, 131, 141, 160, 164, 168, 169, 171, 172, 178, 179, 180, 181, 182, 184, 186, 189, 192, 193, 198, 200, 203, 204, 214, 215, 217, 219, 220, 221, 226, 232, 234, 245, 256, 261, 262, 267, 269, 274, 282, 285, 286, 288

CORMÒNS, RAPPRESENTANZA COMUNALE

65 CORMÒNS, UFFICIO DECANALE

65 DEL MESTRI, CONSORTI

90 DEL MESTRI, FAMIGLIA

13, 18, 19, 20, 40, 123 DELLA TORRE, FAMIGLIA

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Enti

139

11, 16, 56 DELLA TORRE, FAMIGLIA

citato 32, 123 DORNBERG, FAMIGLIA

11, 16, 32, 45, 89 DUE SICILIE, REGNO

275 FARRA D’ISONZO, COMUNITÀ

11 FRATTA, COMUNITÀ

11 GORIZIA, ARCIDIACONO

106 GORIZIA, ARTE PRIVILEGIATA DEI CALZOLAI

59, 60, 279 GORIZIA, ARTE PRIVILEGIATA DEI MURATORI

54 GORIZIA, ARTE PRIVILEGIATA DEI SARTI

192, 193 GORIZIA, CAMERA COMITALE

82 GORIZIA, CAPITANO PROVINCIALE

46, 69, 82, 87, 152, 165, 259 GORIZIA, CESAREO REGIO FISCALE

130 GORIZIA, CESAREO REGIO UFFICIO CIRCOLARE

127, 208, 286 GORIZIA, CONTADO

16, 135, 177, 213 GORIZIA, CONTEA

16, 25 GORIZIA, CONTI

citato 18, 19, 67, 68, 123, 179, 180 GORIZIA, CONVOCAZIONE DEGLI STATI PROVINCIALI

30, 33, 41, 178, 179, 180, 195, 261 GORIZIA, DEPUTAZIONE DEGLI STATI PROVINCIALI

176, 269 GORIZIA, DIETA PROVINCIALE

29 GORIZIA, LUOGOTENENTE

35, 120, 181, 182, 250, 251, 259 GORIZIA, MONASTERO DI SANTA CHIARA

274

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Enti

140

GORIZIA, ORDINARIATO ARCIVESCOVILE

65 GORIZIA, TRIBUNALE DEL CAPITANO PROVINCIALE

42, 117 GORIZIA, TRIBUNALE DEI NOBILI

259 GORIZIA, UFFICIO CIRCOLARE

209 GORIZIA E GRADISCA, CESAREO REGIO CAPITANO CIRCOLARE DELLE UNITE CONTEE

60, 63, 172, 186, 204, 220 GORIZIA E GRADISCA, CESAREO REGIO CONSIGLIO CAPITANIALE DELLE UNITE CONTEE

58, 59, 78, 91, 92, 93, 94, 95, 110, 114, 122, 125, 126, 130, 154, 155, 156, 157, 169, 184, 189, 190, 196, 197, 198, 200, 217, 219, 221, 282, 283, 287 GORIZIA E GRADISCA, CESAREO REGIO CONSIGLIO CAPITANIALE DELLE UNITE CONTEE

citato 28 GORIZIA E GRADISCA, CESAREO REGIO CONSIGLIO CAPITANIALE DELLE UNITE CONTEE

114, 277 GORIZIA E GRADISCA, CONSESSO COMMERCIALE DELLE UNITE PRINCIPESCHE CONTEE

279 GORIZIA E GRADISCA, CESAREO REGIO GIUDIZIO PROVINCIALE DELLE UNITE CONTEE

121 GORIZIA E GRADISCA, CESAREA REGIA SOCIETÀ D’AGRICOLTURA NELLE PRINCIPATE CONTEE

185 GRADISCA, COMUNITÀ

11 GRAZ, CAMERA AULICA DELL’AUSTRIA INTERNA

109 GRAZ, CAMERA DELL’AUSTRIA INTERNA

18, 33, 148, 250 GRAZ, CANCELLERIA AULICA PER L’AUSTRIA INTERNA

87 GRAZ, CESAREO REGIO GOVERNO PER L’AUSTRIA INTERNA

220, 277 GRAZ, CONSIGLIO DELLA CAMERA AULICA DELL’AUSTRIA INTERNA, PRESIDENTE

254 GRAZ, CONSIGLIO SEGRETO DELL’AUSTRIA INTERNA

40, 123 GRAZ, GOVERNO DELL’AUSTRIA INTERNA

250, 259 GRAZ, REGGENZA DELL’AUSTRIA INTERNA

277 LANTIERI, FAMIGLIA

13

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Enti

141

LOCATELLI, FAMIGLIA

145, 261 MARIANO DEL FRIULI, COMUNITÀ

11, 26, 139

MEDANA, CAMERARIA 28

MEDANA, COMUNITÀ 289 MEDEA, COMUNITÀ

11, 26, 211 POVIA, COMUNITÀ

245, 264

POVIA, PODESTÀ 28, 105, 246, 247 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

74 ROMANS D’ISONZO, COMUNITÀ

11 SAN LORENZO ISONTINO, COMUNITÀ

11

SPESSA, COMUNITÀ 289

TRENTO, CONCILIO

51 TRIESTE, GOVERNO DEL LITORALE

65 UDINE, ARCHIVIO CAPITOLARE

citato 24 UDINE, BIBLIOTECA ARCIVESCOVILE

citato 5 UDINE, MUSEO CIVICO

citato 8 VENEZIA, REPUBBLICA

10, 16, 275 VERSA, COMUNITÀ

11 VIENNA, CANCELLERIA AULICA

65 VILLAORBA (CORMÒNS), FRAZIONE

294 VILLESSE, COMUNITÀ

11

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Enti

142

VIPULZANO, SIGNORIA 125

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Luoghi

143

INDICE DEI NOMI DI LUOGO Nell’indice figurano tutti i nomi di luogo citati nell’inventario, con riferimento al numero che identifica la descrizione in cui compaiono ed è riportato al margine destro di ciascuna scheda. Non compaiono invece, ma figurano nei rispettivi indici, i luoghi di provenienza delle persone e i toponimi riferiti alle istituzioni. Ogni toponimo è indicizzato ponendo a lemma la denominazione odierna; se non identificato o scomparso è indicato fra virgolette, fornendo tra parentesi l’identificazione proposta, seguita da un punto di domanda. Il toponimo CORMÒNS non è stato indicizzato, perché ricorrente; fanno eccezione i microtoponimi appartenenti al suo territorio e riportati sotto il suo nome. BORGNANO (GO)

206, 256, 279 BORGNANO, MONTE

294 BRAZZANO (GO)

10 CAPORETTO (KOBARID - SLO)

268 CAPRIVA DEL FRIULI (GO)

177, 178 CASTAGNAVIZZA (KOSTANJEVICA - SLO)

114 CEROU INFER. (DOLNJE CEROVO - SLO)

177 CHIOPRIS (UD)

15, 67 COLLIO, REGIONE

27, 197, 201 CORMÒNS, BOSCO «TESSA»

28 CORMÒNS, BOSCO «CHIARPINET»

188, 189, 190 CORMÒNS, CASTELLO

50 CORMÒNS, CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL SOCCORSO, EDIFICIO

50 CORMÒNS, CHIESA DI SANT’ADALBERTO, EDIFICIO

114, 233 CORMÒNS, COLLE DEL «JOFF»

57 CORMÒNS, CONVENTO DEI CAPPUCCINI

279, 282 CORMÒNS, GRAVE «DEL BO(NT)O»

101 CORMÒNS, LOC. MONTONA

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144

45 CORMÒNS, LOC. POVIA

206, 239 CORMÒNS, LOC. «LE COLLINE»

124 CORMÒNS, PRATO «DEL MOLIN NOVO», O «SELLET»

102 CORMÒNS, PRATO «DELLA STRADA»

100 CORMÒNS, PRATO «DELLE MIERIS»

99 CORMÒNS, TERRA DETTA «NADARIS» O «IN VIA DI MARIAN»

243 CORMÒNS, TERRENO COMUNE DETTO «MANZONE»

279 CORNO, TORRENTE

89 CORONA (GO)

121, 178 COSANA NEL COLLIO (KOZANA - SLO)

8 COSBANA (KOŽBANA - SLO)

177 CRASNA (SLO)

177 DUINO (TS)

107 FLEANA (FOJANA - SLO)

10, 177 FRATTA (GO)

15, 67, 138 GORIZIA

52, 114, 134, 255, 286 GORIZIA, BORGO DI PRESTAU

197 GORIZIA, CASTELLO

169, 172, 173 GRADINA (?)

177 GRADISCA D’ISONZO (GO)

140, 142, 164 GROINA, TORRENTE

168, 169, 171

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145

HARTPERCH (ORTENBURG), CASTELLO

4, 5 ISONZO, FIUME

165, 166, 168, 169, 170, 171, 177, 214 JUDRIO, FIUME

89, 285, 288 LUBIANA (LJUBLJANA - SLO)

218 LUCINICO (GO)

178 MARIANO DEL FRIULI (GO)

15, 67, 178, 279 MEDANA (SLO)

15, 67 MEDEA (GO)

26, 178 MONFALCONE (GO)

65 MORARO (GO)

177, 178 NAPOLI

275 NEBOLA (NEBLO - SLO)

177 NOSNA (NOŽNA - SLO)

177 OSEK (SLO)

166 PIEDIMONTE (PODGORA - GO)

178 PIUMA (PEUMA - GO)

107 QUARIN, MONTE

127 QUISCA (KOJSKO - SLO)

177 «RAGOLANUS» (VERCOGLIANO/VRHOVLJE PRI KOJSKEM – SLO ?)

8 ROVIGO

108 SAGRADO (GO)

107

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SAN LORENZO ISONTINO (GO) 178

SAN MARTINO DEL COLLIO (ŠMARTNO - SLO)

177 SPESSA (GO)

22, 197 SPESSA (GO), CHIESA DI SANT’ANTONIO

118 SUSÀNS (UD)

6 TOLMINO (TOLMIN - SLO)

197, 268 TRUSSIO (CORMÒNS)

7 UDINE

9 VERSA, TORRENTE

89 «VIDISGNANO» (VIDRIGNANO/VEDRIJAN – SLO ?)

177 VIENNA (A)

176 VIPULZANO (VIPOLŽE - SLO)

28, 107, 123, 125, 197

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APPENDICE 1. TRASCRIZIONI Lettera patente di conferma dell’imperatore Massimiliano I, 1518 febbraio 11 Su richiesta della comunità di Cormòns e degli uomini dei villaggi di Mariano, Fratta, Chiopris e Medana, considerato il loro stato di estrema povertà e i gravissimi danni subiti durante la guerra contro i Veneziani, l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo conferma privilegi, statuti, consuetudini, immunità ed esenzioni già concessi dai suoi predecessori, i conti di Gorizia, e vigenti negli anni precedenti il conflitto, e li dichiara esenti da qualsiasi imposizione fiscale per i futuri 6 anni, commettendo alle autorità periferiche di rispettare e prescrivere tali disposizioni. Maximilianus divina favente clementia e(lectus) Romanorum imperator semper augustus, ac Germaniae, Hungariae, Dalmatiae, Croaciae, etc. rex, archidux Austriae, dux Burgundiae, Brabantiae, Stiriae, Carinthiae, Carniolae, etc., comes Palatinus, et Goritiae etc. Nuper nos reverenter adierunt nuncii communum et hominum villarum Cormoni, Miriani, Fratae, Chiopris et Medani ditionis castri nostri Cormoni in comitatu Goritiae, humiliterque supplicaverunt quatenus ipsi communibus et hominibus omnia et singula eorum privilegia, statuta, consuetudines, ordines, immunitates et exemptiones quae et quas dictae villae seu earum habitatores habebant et utebantur, et seu habere et uti consueverunt sub praedecessoribus nostris Goritiae comitibus, et successive sub nobis, ante ceptum bellum contra Venetos, gratiose confirmare et conservare dignaremur. (Atque) attentis gravissimis damnis, jacturis, depredationibus, incendiis et ruinis in dicto bello passis, ex quibus ad summam paupertatem sunt redacti, pro sua erga nos sincera fide, placeret etiam nobis ipsa communia et homines dictarum villarum exemptas et immunes, ac exempta et immunia facere et declarare a quibuscumque oneribus realibus, personalibus, atque mixtis, atque a taleis, impositionibus, steuris, et cujuscumque generis gravaminibus per nos seu nostros magistratos, capitaneos et officiales qualitercumque imponendis per aliquot annos, ut facilius a tanta paupertate et miseria resurgere valeant. Nos igitur qui fidelium nostrorum honesta et justa vota libenter amplectimur et quantum possumus eorum commodis et incrementis fovemus, ejusmodi supplicationibus benigne inclinati, tamquam Goritiae comes, motu proprio et ex certa scientia praedicta privilegia, statuta, consuetudines, ordines, immunitates et exemptiones, quibus praedicta communia et homines antedictarum villarum sub praefatis praedecessoribus nostris comitibus Goritiae, et successive sub nobis, usi et freti sunt, quaeque in viridi observantia habuerunt ante predictum bellum, auctoritate nostra confirmavimus et roboravimus, ac tenore praesentium roboramus et confirmamus eisdem, atque in futurum volumus et [decernimus observari]. Et ulterius considerationem habentes [ad prenoctatas] ipsorum communium et hominum calamitates, gratiosasque aures illis accomodantes, motu scientia et auctoritate praedictis ipsarum villarum communia et homines seu habitatores quoscumque ab hodierna die in antea per sex annos continuos immunia ac exempta, ac immunes et exemptos per has nostras facimus et declaramus a quibuscumque oneribus realibus personalibus atque mixtis, nec non a taleis, steuris, impositionibus et cujuscumque alterius generis gravaminibus quocumque nomine censeatur per nos seu nostros capitaneos, magistratus et officiales imponendis, praetereaque ab illis quae propter bellum et ob defensionem patriae nostrae Fori Julii, eis veniet imponenda. Mandantes expresse universis et singulis magistratibus, commissariis, capitaneis, vicedominis et officialibus nostris ut sub nostrae indignationis pena has nostras confirmationis et conservationis nec non exemptionis et immunitatis literas in futurum inviolabiliter obse[rvent], et ab aliis faciant observari omni prorsus contradictione et impedimento remotis. Harum testimonio literarum sigilli nostri appensione munitarum. Datum in civitate nostra imperiali Augusta, die .XI.a mensis februarij anno Domini millesimo quingentesimo decimo octavo, regnorum nostrorum Romani tricesimo secundo, Hungariae vero vigesimo octavo.

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Lettera patente di conferma dell’imperatore Leopoldo I, 1699 ottobre 28 L’imperatore Leopoldo I d’Asburgo conferma statuti, privilegi, diritti, immunità e consuetudini già concessi dai conti di Gorizia e in uso fino ad allora e commette alle autorità periferiche di osservare e prescrivere tali disposizioni, sotto pena di 20 marche in oro, di cui la metà al fisco, l’altra alla comunità di Cormòns. Leopoldus divina favente clementia electus Romanorum imperator, semper augustus, ac Germaniae, Hungariae, Bohemiae, Dalmatiae, Croatiae, Sclavoniae etc. rex, archidux Austriae, dux Burgundiae, Styriae, Carinthiae, Carniolae, et Wirtembergae, comes Tyrolis et Goritiae (etc.) Notum facimus, et tenore praesentium memoriae commendamus, quibus expedit, universis : Quod coram nobis fideles nobis dilecti n(omine) judex vulgo potestà et tota communitas ex villa Cormons in comitatu nostro Goritiae sita, per mandatarios suos humillime exposuerint, eos a ducentis et compluribus retro annis certa quaedam statuta, privilegia, immunitates, et gratias sibi non tantum olim a prioribus quondam dominis et comitibus Goritiae sub diversis datis, et annis partim de novo concessa, partimque renovata et approbata, sed etiam recentioris temporis decursu a quibusdam colendissimis praedecessoribus nostris, Romanorum imperatoribus, regibus, et archiducibus Austriae, gloriosissimae recordationis benigne confirmata habere, quorum virtute hactenus, uti decuit, plebem et communitatem suam pro jure et bono publico administra(ve)runt et imposterum administraturi essent, demisse rogantes, quatenus et nos praedicta eorum jura, privilegia et statuta, nobis quidem non penitus in originali producta (cum eadem per injurias temporum amisissent) in charactere tamen fide digno et saeculo longe vetustiori allegata, authoritate nostra caesarea, regia et archiducali ultra clementer renovare, approbare et confirmare dignaremur. Attendentes itaque et benigne considerantes praedictorum n(omine) iudicis, hominum et communium villae Cormons supplices preces et vota, nec non integerrimam, quam erga augustam nostram Austriae Domum hucusque exhibuerunt, devotionis et fidelitatis constantiam, humillimae eorum petitioni clementer annuere volumus: ac prohinde ex certa nostra scientia, sano consilio, animoque bene deliberato, deque caesareae, regiae et archiducalis potestatis nostrae plenitudine omnia et singula saepe memoratae villae et totius communitatis Cormonensis statuta, privilegia, jura, immunitates et consuetudines, quantum hactenus in eorum quieta possessione fuerunt, nosque pro jure et aequo approbare et confirmare possumus, praesentibus hisce litteris nostris in omnibus et singulis eorum punctis, clausulis, et verborum expressionibus, ac si hic omnia de verbo ad verbum inscripta et inserta essent, clementer renovamus, approbamus et confirmamus: volentes et expresse decernentes, quod ab omnibus firmiter et inviolabiliter observari debeant, dictique Cormonenses iis libere et absque ullo impedimento, aut turbatione uti et frui possint et valeant. Mandamus itaque, et serio praecipimus omnibus et singulis nostris Goritiae capitaneis, locumtenentibus, et tribunali, nec non cunctis aliis ministris, officialibus, subditis et fidelibus cuiuscunque status, gradus, ordinis, seu conditionis vel praeminentiae existant, ut dictum iudicem et universam communitatem ex villa Cormons in comitatu nostro Goritiae sita, eorumque successores omnibus et singulis juribus, statutis, privilegiis, immunitatibus et consuetudinibus suis antiquitus observatis et maxime tempore quondam comitum Goritiae introductis, quatenus videlicet in earum possessione sunt, nec non caesarea hac nostra confirmatione, quiete et absque ulla molestia, impedimento, et perturbatione uti, frui, et gaudere sinant, illosque in eisdem manuteneant atque defendant, nec quidquam contra eorum tenorem attentent, faciant, vel ab aliis quovis modo fieri permittant, secus gravissimam nostra(m) et successorum nostrorum indignationem, et praeterea poenam viginti marcarum auri puri, et fisco nostro dimidiam, et alteram praelibatae villae infallibiliter exsolvendam incursuri. Harum testimonio litterarum, manu nostra subscriptarum et sigilli nostri caesarei maioris appensione munitarum. Datum in civitate nostra Viennae, die vigesima octava octobris anno millesimo sexcentesimo nonagesimo nono, regnorum nostrorum Romani quadragesimo secundo, Hu(n)garici quadragesimo quinto, Bohemici vero quadragesimo quarto.

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Lettera patente di conferma dell’imperatore Giuseppe I, 1705 dicembre 9

Su richiesta del podestà e della comunità di Cormòns, che esibiscono il documento emanato in data 1699 ott.28 dal suo predecessore, e considerata la lunga fedeltà della comunità stessa e l’impegno dimostrato nella difesa contro i Turchi, l’imperatore Giuseppe I d’Asburgo conferma statuti, diritti, privilegi, immunità, esenzioni e antiche consuetudini già concessi alla comunità dai conti di Gorizia e in seguito in parte ribaditi, in parte innovati, ratificando espressamente i diritti di mercato settimanale concessi dai conti di Gorizia Ludovico e Leonardo; il diritto all’elezione di 4 giurati deputati a regolare lo smercio, esente da dazi, di carne, vino, olio, sale e frumento; il diritto all’elezione di un giudice, detto podestà, e di 12 consiglieri, con funzioni di tribunale di prima istanza e, d’intesa con il vicario della giurisdizione, di giudizio criminale e di polizia; il diritto di nobili privilegiati e notai all’elettorato attivo e passivo, nonché la diretta subordinazione della comunità al solo capitano di Gorizia, commettendo infine alle autorità periferiche di osservare e far osservare tali disposizioni sotto pena di 20 marche in oro, da solvere metà al fisco, metà alla comunità lesa. Nos Josephus divina favente clementia electus Romanorum imperator, semper augustus, ac Germaniae, Hungariae, Bohemiae, Dalmatiae, Croatiae, Sclavoniae etc. rex, archidux Austriae, dux Burgundiae, Brabantiae, Styriae, Carinthiae, Carniolae, Lucemburgi ac superioris et inferioris Silesiae, Wirtembergae et Teckae, princeps Sveviae, marchio Sacri Romani Imperii Burgoviae, Moraviae, superioris et inferioris Lusatiae, comes Habspurgi, Tyrolis, Feretis, Kyburgi, et Goritiae, landgravius Alsatiae, dominus Marchiae Sclavonicae, Portus Naonis et Salinarum. Notum facimus, et tenore praesentium memoriae commendamus, quibus expedit universis, quod coram nobis fideles nobis dilecti n(omine) judex aut vulgo potestas et tota communitas Cormonensis in comitatu nostro Goritiae sita, per libellos supplices et mandatarios suos humillime exposuerint, se quaedam statuta, jura, privilegia, immunitates, exemptiones, antiquas consuetudines et gratias sibi ob fidelitatis constantissimae merita, non tantum olim a prioribus quondam dominis et comitibus Goritiae sub diversis annis partim de novo concessa, partimque renovata, et approbata, sed etiam recentioris temporis decursu a quibusdam colendissimis praedecessoribus nostris Romanorum imperatoribus, regibus et archiducibus Austriae, imo noviter a colendissimo domino et genitore nostro gloriosissimae recordacionis sub .28.va octobris .1699. benigne confirmata habere, quorum virtute hactenus, uti decuit, plebem et communitatem suam pro jure et bono pubblico administra(ve)runt et in posterum administraturi essent, demisse supplicantes, ut etiam nos paedicta eorum jura, privilegia, statuta, exemptiones et antiquas consuetudines juxta documenta authentica nobis desuper exhibita non solum authoritate nostra caesarea, regia et archiducali denuo clementer renovare, approbare et confirmare dignaremur, verum etiam pro ipsorum solatio omnia et singula jura atque privilegia prout in memoratis documentis debito modo productis continentur, vel alias ab immemorabili tempore apud ipsos observata et practicata fuerunt, huic confirmationi nostrae punctatim inseri, et in eadem specialiter exprimi concederemus. Considerantes igitur communitatem nostram Cormonensem cum Venetis confinem abdicata patriarcharum Aquileiensium, sub quibus libere vixerant protectione, praedecessoribus nostris comitibus quondam Goritiae se spontanee et motu proprio devovisse, eorumque protectionem ad melius libertatem suam, aliaque sibi competentia jura intacta conservanda sedulo quaesivisse, nec non in proeliis semper fortes, strenuosque se gessisse, et saluti principis ac patriae, sua particulari posthabita, magnanimitatem zelum, fedeique constantiam suam a multis abhinc saeculis comprobasse, uti non modo varias Turcarum copias, cum in Forum Julij irrupissent, apud Folianum plane disperserunt, sed etiam ipsos Venetos Manzanum inter et villam Cormons multis eorum millibus desideratis bis acie caecidere, ac gloriose devicerunt, hucusque etiam suum erga augusta Domum nostram integerrimae fidelitatis, devotionisque, zelum in omnibus occasionibus testati sunt, in humillimam eorum petitionem clementer condescendere voluimus, ac proinde ex certa nostra scientia, sano consilio, animoque bene deliberato, deque caesareae, regiae et archiducalis potestatis nostrae plenitudine omnia et singula memoratae communitatis statuta, privilegia, jura, immunitates et consuetudines, quantum hactenus in eorum possessione fuerunt nosque pro jure et aequo approbare et confirmare possumus, praesentibus hisce litteris nostris in omnibus et singulis eorum punctis, clausulis, et verborum expressionibus, ac si hic omnia de verbo ad verbum inscripta et inserta essent, generaliter, speciatim vero sequentia clementer renovamus, approbamus et confirmamus. Nimirum .I.mo: Nundinas hebdomadales a Ludovico et Leonardo comitibus Goritiae specialiter ipsis incolis Cormonensibus concessas, in huncque finem constitutas, ut omnes et singulis quicunque diebus mercurii cum vel sine victualibus aliisque mercibus cuiuscunque conditionis sint, Cormontium frequentant, aut frequentaturi sunt, ibidem libere et absque ullo impedimento emere, vendere, mercari, aut nundinari possint ac valeant. Sicut e pro .II.do: Instituta omnia, quae ratione pasturae, lanianae, mercatus olei, salis, frumenti, cauponae et officinae pistoriae ab antiquo introducta sunt, et usque hodie vigent quorumque virtute illis non solum quatuor eligere juratos, qui carni, vino, pani, oleo, sali, frumento, aliisque modum pretiumque decernent, vero et praeter jam dicta, caetera quoque ad vitam civilem necessaria pro libitu et absque ullo tributo vel gravamine emere et vendere, jure permissum est. Denuo et pro .III.°: Privilegium et antiqua(m), qua gaudent, consuetudine(m) eligendi iudicem vulgo potestatem, ac duodecim consiliarios, quibus in causis ipsam communitatem, vel quemcunque alium ex ipsa concernentibus, virtute jurisdictionis sibi antiquitus competentis via juris procedere, ipsasque controversias ex aequo et justo decidere, nec non alia, quae ad primam instantiam pertinere possunt, libere exercere, in causis gravioribus, et criminalibus autem, una cum vicario jurisdicentis seu alio ex ejusdem officio qui ta(me)n vicarius juxta antiquam observantiam ad melius compescendos sceleratorum motus bannitorumque factiones impediendas fixum Cormontii domicilium habeat, ibidemque commoretur, facinorosos et bannitos persequi, aliaque omnia quae pro communi bono perficienda sunt

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administrare et executioni mandare incumbit. Itidem et pro .IV.to: Jus illud et observantiam antiquam in eo consistentem: ut nobiles privilegiati et notarii in territorio Cormonensi commorantes, nisi per expressum a Nobis, vel praedecessoribus nostris exempti sint, non minus quam alia membra communitatis, ac consequenter ad officia pubblica, id est potestatis, camerarii et consiliarii active et passive capaces, adeoque subeunda, si electi fuerint, sub poena arbitraria ab ipsa communitate infligenda obbligati esse censeantur, nimirum ne secus dicta communitas nostra Cormonensis melioribus imposterum et ad manutenendam ejusdem jurisdictionem capacioribus subjectis privetur, sed magis magisque conservetur. Ulterius et .V.to: Legem sive vetus id statutum, vi cujus majores nostri antiquitus voluerunt, et nos quoque clementer volumus, ut potesta Cormonensis (cum qua talis ipsam communitatem representet, et persona publica existat) non alio, quam ipsi capitaneo nostro Goritiensi tam in civilibus quam criminalibus immediate subjecta sit, et manere debeat. Et quia de cetero communitatis nostrae Cormonensis jura, statuta, immunitates, exemptiones et consuetudines partim in antiqua, nimirum antequam ad huc membra comitatus Goritiensis existerent libertate fundata, et partim ob specialia in praedecessores nostros et patriam merita optimo jure acquisita fuerunt, volumus hisce omnia tam superius expressa, quam non expressa, sed tamen in dictis privilegiis contenta ex plenitudine potestatis nostrae caesareae, et archiducalis non solum clementer renovare, approbare et confirmare, sed etiam contra quoscunque usurpatores et infractores praevia legali disquisitione et adiudicatione benigne manutenere, et sic praedictam communitatem in juribus suis, privilegiis, immunitatibus, statu et possessione praedictorum omnium, quibus tempore antiquorum comitum Goritae, reliquorumque gloriosissimorum antecessorum nostrorum legitime fruebatur (nisi, quantum a majoribus nostris Jurisdicentibus concessum et in eorum contractibus expressum reperitur) prout par est, clementer conservare protectioneque nostra imperiali et archiducali etiam imposterum benigne tueri. Quem in finem, et ut praefatorum incolarum Cormonensium antiqua privilegia, immunitates, consuetudines, jura et statuta intacta et illaesa maneant, ac ob omnibus firmiter et inviolabiliter observentur, illique iisdem uti antiquitus, et huc usque, sic etiam imposterum quiete, libere, et absque ullo impedimento aut perturbatione uti, frui, et gaudere possint ac valeant, mandamus, et serio praecipimus omnibus et singulis nostris Goritiae capitaneis, locumtenentibus et tribunali, nec non cunctis aliis ministris, officialibus, subditis et fidelibus, cuiuscunque status, gradus, ordinis, seu conditionis vel praeminentiae existant, ut dictum judicem, sive potestatem, et universam communitatem Cormonensem in comitatu nostro Goritiae sitam, eorumque successores omnibus et singulis juribus, statutis, privilegiis, immunitatibus et consuetudinibus suis antiquitus observatis, et maxime tempore quondam comitum Goritiae introductis, quatenus videlicet in eorum possessione sunt et fuerunt, nec non caesarea hac nostra confirmatione quiete, et absque ulla molestia, impedimento et perturbatione uti et frui, et gaudere sinant, illosque in eisdem manuteneant atque defendant, nec quidquam contra eorum tenorem attentent, faciant, vel ab aliis quovis modo fieri permittant, secus gravissimam nostram et successorum nostrorum indignationem, et praeterea poenam .XX. marcarum auri puri, fisco nostro dimidiam et alteram praelibatae communitatis infallibiliter exolvendam incursuri. Harum testimonio litterarum manu nostra subscriptarum, et sigilli nostri caesarei maioris appensione munitarum. Datum in civitate nostra Viennae, die nona mensis decembris, anno millesimo septingentesimo quinto, regnorum nostrorum Romani decimo sexto, Hungarici decimo octavo, Bohemici vero primo.

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Lettera patente di conferma dell’imperatore Carlo VI, 1720 agosto 31 Su richiesta avanzata dal podestà e dalla comunità di Cormòns mediante Bernardino Pincheti e Domenico Rivolt, e considerato il tributo della comunità nella difesa contro i Turchi, l’imperatore Carlo VI d’Asburgo conferma statuti, privilegi, immunità, esenzioni e consuetudini già riconosciuti e commette alle autorità periferiche di osservare e prescrivere tali disposizioni sotto pena di 20 marche oro, da tributarsi metà all’erario, metà alla comunità lesa. Nos Carolus sextus divina favente clementia electus Romanorum imperator, semper augustus, ac Germaniae, Hispaniarum, Hungariae, Bohemiae, Dalmatiae, Croatiae, Slavoniae etc. rex, archidux Austriae, dux Burgundiae, Styriae, Carinthiae, Carnioliae et Wirtembergae, comes Habspurgi, Flandriae, Tyrolis, Goritiae et Gradiscae. Notum facimus tenore praesentium et memoriae commendamus, quibus expedit, universis, quod nobis fideles nobis dilecti n(omine) judex vulgo potestà totaque communitas Cormonensis in comitatu nostro Goritiensi sita per mandatarios suos Bernardinum Pincheti et Dominicum Rivolt humillime exposuerint, statuta quaedam ac jura, privilegia, immunitates, exemptione[s], vetustas consuetudines et gratias sibi ob edita singularia fidelitatis devotionisque documenta non tanto a priscis quondam dominis et comitibus Goritiae diversis sub annis partim de novo concessa, partimque innovata et approbata, verum et insuper a non nullis colendissimis praedecessoribus nostris quondam Romanorum imperatoribus, regibus et archiducibus Austriae, et quidem novissime a gloriosissimo domino ac genitore nostro imperatore Leopoldo piissimae reminiscentiae, anno millesimo sexcentesimo nonagesimo nono generaliter, speciatim vero a colendissimi domini fratris nostri imperatoris Josephi maiestate et dilectione sub nona decembris anno supra millesimum septingentesimo quinto certis articulis expresse ruminatis benigne confirmata fuisse, demisse supplicantes, quatenus et nos ea omnia et singula, quorum utpote virtute hactenus utilitati publicae salubriter consuluere clementer innovare, approbare et confirmare dignaremur. Benigne itaque considerantes comunitatem hanc nostram Cormonensem Venetis confinem abdicata, sub qua olim libere degebat, patriarcharum clientela, ex singulari quodam instinctu comitibus quondam Goritiae sponte se in protectionem addixisse et in belli pacisque vicissitudinibus tum patriae defensioni, tum principum publicaeque utilitatis incremento suam assidue locasse operam, siquidem non solum cum immanis Turcarum vis Forum Iulii mundaverat, saevis hisce fluctibus suorum corpora in molem objecere, sed et paulo post aliorum limitaneas illic provincias inique tentantium ausis viriliter occurrendo et in utraque occasione ad Folianum nempe et Manzanum multis desideratis hostium millibus peculiare suum augustam erga Domum nostram integritatis fidei, ac devotionis comprobavere studium, illudque nobis ultro semper promptum, constansque devovere, humillime huic petitioni clementer annuere decrevimus. Ac proinde ex certa nostra scientia, sano consilio, animoque bene deliberato, deque caesareo regiae et archiducalis potestatis nostrae plenitudine praetacta memoratae communitatis Cormonensis statuta, jura, privilegia, immunitates, exemptiones, consuetudines, et gratias (quantum nimirum ipsa hactenus in eorum quieta possessione existit, eaque iis quae a majoribus nostris jurisdicentibus concessa et in illorum contractibus expressa reperiuntur, aliisque nostris caesareis resolutionibus et decretis nihil derogant, nos [denique] de jure et aequitate confirmare possumus) praesentibus hisce literis nostris clementer innovamus, approbamus et confirmamus; volentes et expresse decernentes, quod ea omnia et singula, praesertim quae in literis confirmatoriis colendissimi domini fratris nostri supra allegatis specialiter et articulatim indicata sunt, ulterius vigeant et, ac si hic omnia earum puncta, clausulae et verborum expressiones de verbo ad verbum denuo inserta essent, ab omnibus firmiter atque inviolabiliter observari debeant, dictaque communitas iisdem libere et absque ullo impedimento aut turbatione uti fruique possit et valeat. Mandamus idcirco, serioque praecipimus universis nostris Goritiae capitaneis, locumtenentibus ac tribunali, nec non cunctis aliis ministris, officialibus, subditis et fidelibus, cujuscunque status, gradus, ordinis seu conditionis aut praeminentiae existant, ut praefatum judicem, vulgo potestà, totamque communitatem Cormonensem et eorundem successores ulterius omnibus et singulis juribus, privilegiis, exemptionibus, immunitatibus, consuetudinibus et gratiis a nobis modo, ut supra benigne confirmatis quiete et absque ulla pro(r)sus molestia, impedimento aut turbatione uti, frui, et gaudere sinant, illosque omnimode praesertim contra quoscunque usurpatores, aut horum infractores praevia legali disquisitione et adjudicatione efficaciter defendant ac manuteneant, nec quidquam ipsimet in contrarium attentent, minus ab aliis quodammodo fieri permittant; secus gravissimam nostram et successorum nostrorum indignationem, praeter poenam viginti marcarum auri puri semissem fisco seu aerario nostro, reliquam vero partem laesae communitati irremissibiliter pendendam incursuri. Harum testimonio literarum manu nostra subscriptarum et sigilli nostri caesareo regii et archiducalis appensione munitarum. Datum in [civi]tate nostra Viennae die trigesima prima mensis augusti anno post Christum natum supra millesimum septingen[tesi]mo vigesimo, regnorum nostrorum Romani nono, Hispanicorum decimo septimo, Hungarici et Bohemici vero decimo.

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Lettera patente dell’imperatore Francesco I d’Austria, 1822 ottobre 2 L’imperatore Francesco I d’Austria riconosce e rende pubblico il diritto della comunità di Cormòns a 2 mercati annuali del bestiame, ciascuno della durata di 3 giorni, con inizio il primo il 25 giugno, il secondo ogni primo lunedì di settembre, in modo tale che, nel caso in cui il 25 giugno ricorra la domenica o in un altro giorno festivo, l’inizio del mercato debba essere posticipato, cosicché esso si possa svolgere durante 3 giorni esclusivamente lavorativi. Wir Franz der Erste, von Gottes Gnaden Kaiser von Oesterreich, König zu Jerusalem, zu Hungarn, Böheim, der Lombardie und Venedig, zu Dalmazien, Croazien, Slavonien, Galizien, Lodomerien, und Illirien, Erzherzog zu Oesterreich, Herzog zu Lothringen, Salzburg, Steyer, Kärnten, Krain, Ober- und Niederschlesien, Groβfürst in Siebenbürgen, Markgraf in Mähren, gefürsteter Graf zu Habsburg und Tirol, etc. etc. etc. Bekennen öffentlich mit diesem Briefe, und mache Jedermann kund, daβ aus unsere liebe getreue Gemeinde Cormons im Görzer Kreise gebethen, ihr aus allerhöchster Gnade die Abhaltung zweier Jahr- und Viehmärkte zu gestatten. Indem Wir ihre die(β)fällige Bitte im höchsten Gnaden aufgenommen, Wir nach Anhörung unserer Behörden und nach weiser Erwägung der Umstände, jedoch unserer höchsten Macht unvorgreiflich und ohne Nachtheil, der Gemeinde Cormons gegenwärtiges Privilegium auszufertigen, auch gedachter Gemeinde zu bewilligen geruht, daβ sie zur Abhaltung zweier Jahr- und Viehmärkte und zwar des ersten am .25.sten Juni, und der zweiten am ersten Montage des Monats September eines jeden Jahres, jedesmal durch drey aufeinander folgende Tage berechtigt seyn solle, so zwar, daβ, wenn an einem der Tage des im Juni abzuhaltenden Jahr- und Viehmarktes ein Sonn- oder gebothener Feiertag fallen sollte, der Markt an die nächstfolgenden Tage in der Art zu übertragen ist, daβ derselbe an .3. nacheinander folgenden Werktagen abgehalten werde. Meinen, setzen und wollen, daβ mehrgedachte Gemeinde Cormons das von Uns verliehene Privilegium in so weit dasselbe der gegenwärtigen und künftigen Landesherfassung nicht entgegen ist, aus die von Uns ertheilte Weise ohne Hinderniβ haben, gebrauchen und genieβen könne und möge, auch uns und unsere Erben an landesfürstlichen Hoheit und Gerecht[pachte] ganz unvorgegriffen und unschädlich. Gebiethen daher allen, und jeder unsere nachgesetzen Obrigkeiten, J[n]wohnere und Unterthanen, was Würden, Amtes, oder Wesens sie sind, besonders aber unserem küstenländischen Gubernium, daβ dasselbe unserer gedachten Gemeinde Cormons bei diesen von uns gnädigst ertheilten Privilegium schützen und handhaben, da wider selbst nichts thun, noch dieses jemand Anderen zu thun gestatten, bei Vermindung unserer Ungnade und bei schwerer Strafe. Dies meinen Wir ernstlich. Zur Urkund dieses Briefes besiegelt mit unserem k.k. und erzherzoglichen anhangenden gröβeren Zusiegel. Der gegeben ist in unserer kaiserlichen Haupt- und Residenzstadt Wien, am zweiten Monatstage Oktober, im achtzehnhundert zwei und zwanzigsten, unserer Reiche ein und dreiβigsten Jahre.

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APPENDICE 2. REPERTORIO DEI PODESTÀ E DEI COMPONENTI IL CONSIGLIO DEI DODICI a cura di Dario Kenda e Lucia Pillon La compilazione del repertorio ha previsto lo spoglio dei registri delle deliberazioni. I nomi sono stati dati in forma normalizzata, in italiano moderno. Di ciascuno sono state rilevate le varianti (nella maggior parte dei casi meramente ortografiche), che sono state riportate di seguito in corsivo, tra parentesi tonde e in ordine alfabetico. Nei casi in cui la traduzione del nome risultava incerta, si è scelto di registrarlo nella forma in cui compare nei documenti. Quando la voce cognominale non era accertabile, si è data priorità al nome di battesimo Seguono, per ciascuno dei citati, l’indicazione dell’anno di carica e la qualifica.

Adamo (d'Adamo; Dadamo) Natale 1797/98 Podestà di Povia Giovanni Battista 1801/02 Membro del consiglio Giovanni 1828/29 Delegato Angeli Giovanni 1755/56 Membro del consiglio Giovanni 1757/58 Membro del consiglio

Balaben (Ballaben; Ballabeni) Giacomo 1732/33 Membro del consiglio Giacomo 1750/51 Membro del consiglio Giacomo 1758/59 Membro del consiglio Giacomo 1759/60 Membro del consiglio Giacomo 1761/62 Membro del consiglio Giacomo 1763/64 Membro del consiglio Giacomo 1764/65 Membro del consiglio Giorgio 1773/74 Membro del consiglio Giorgio 1777/78 Podestà

Baptista del sclaf del gal

1595/96 Membro del consiglio

Baptista Tintin da Nimis

1557/58 Podestà di Povia

Barzelin (Barzellini; Barzellino; Barzilin; Barzolino)

Nicolò 1689/90 Membro del consiglio

Leonardo 1718/19 Membro del consiglio Leonardo 1727/28 Membro del consiglio Giovanni Battista 1731/32 Membro del consiglio Giovanni 1822/23 Membro del consiglio Giovanni 1828/29 Delegato

Bassinus Giovanni 1571/72 Membro del consiglio

Battistutta (Batistutta) Antonio 1802/03 Membro del consiglio Giovanni Battista 1802/03 Membro del consiglio Benardelli Giuseppe 1736/37 Membro del consiglio Giuseppe 1753/54 Vice Podestà Giovanni Battista 1767/68 Membro del consiglio Giovanni Battista 1768/69 Vice Podestà Giovanni Battista 1770/71 Membro del consiglio Carlo 1771/72 Membro del consiglio Giovanni Battista 1771/72 Vice Podestà Giovanni Battista 1772/73 Vice Podestà Carlo 1773/74 Membro del consiglio Giovanni Battista 1778/79 Vice Podestà

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Giuseppe 1794/95 Podestà Domenico 1802/03 Podestà Giuseppe 1807 Podestà

Berthulus Baldinus 1599/00 Membro del consiglio

Berthulus beccharius

1559/60 Membro del consiglio

Bertos Sebastiano 1801/02 Membro del consiglio Giuseppe 1822/23 Membro del consiglio Bidischino (Bidischini) Nicolò 1587/88 Membro del consiglio Domenico 1644/45 Membro del consiglio Domenico 1648/49 Membro del consiglio Domenico 1654/55 Podestà Giuseppe 1668/69 Membro del consiglio Francesco 1682/83 Membro del consiglio Francesco 1685/86 Podestà Francesco 1688/89 Podestà 1689/90 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1699/00 Podestà Giovanni Domenico 1716/17 Podestà Giovanni Domenico 1719/20 Podestà Giuseppe 1726/27 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1732/33 Podestà Andrea 1759/60 Membro del consiglio Andrea 1761/62 Membro del consiglio Bigot Nicolò 1726/27 Membro del consiglio Bernardino 1762/63 Membro del consiglio Bernardino 1765/66 Membro del consiglio Bernardino 1767/68 Membro del consiglio Bernardino 1769/70 Membro del consiglio Blasina Lorenzo 1599/00 Membro del consiglio Bosco (Boscho; Boschi) Biagio 1750/51 Membro del consiglio Pietro 1753/54 Membro del consiglio Pietro 1754/55 Vice Podestà Giorgio 1769/70 Podestà Giorgio 1770/71 Podestà Giorgio 1771/72 Podestà Giorgio 1773/74 Podestà Giorgio 1774/75 Podestà Giorgio 1775/76 Podestà Giorgio 1776/77 Podestà Botri Pietro 1597/98 Membro del consiglio Giovanni Pietro 1668/69 Membro del consiglio Brandolin (Brandolino; Brandulin; Brandulino)

Valentino 1599/00 Podestà di Povia

Domenico 1622/23 Membro del consiglio Valentino 1633/34 Membro del consiglio Leonardo 1643/44 Membro del consiglio Domenico 1644/45 Membro del consiglio Leonardo 1645/46 Membro del consiglio Valentino 1648/49 Membro del consiglio Valentino 1667/68 Podestà di Povia Leonardo 1682/83 Membro del consiglio Domenico 1689/90 Membro del consiglio Domenico 1718/19 Membro del consiglio Simone 1718/19 Membro del consiglio Domenico 1726/27 Podestà di Povia Francesco 1731/32 Membro del consiglio Simone 1732/33 Membro del consiglio

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Domenico 1766/67 Membro del consiglio Domenico 1776/77 Membro del consiglio Domenico 1778/79 Membro del consiglio Antonio 1802/03 Membro del consiglio Valentino 1802/03 Membro del consiglio Brandolin da Povia Domenico 1776/77 Membro del consiglio Domenico 1778/79 Membro del consiglio Brant

Narducius 1558/59 Membro del consiglio

Brausina Simone 1559/60 Podestà

Brusinus Pietro 1597/98 Membro del consiglio

Buberch Giovanni 1571/72 Membro del consiglio Buiatti (Bugat; Bugati; Bugatti; Buiat; Buiati; Buiatti; Buiatto; Bujatti; Buyatti)

Pietro 1682/83 Membro del consiglio

Rocco 1682/83 Membro del consiglio Rocco 1689/90 Membro del consiglio Pietro 1718/19 Membro del consiglio Paolo 1719/20 Membro del consiglio Rocco 1726/27 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1727/28 Podestà Pietro 1729/30 Podestà Rocco 1730/31 Podestà Paolo 1732/33 Membro del consiglio Giovanni Battista 1737/38 Vice Podestà Giovanni Domenico 1739/40 Podestà Rocco 1740/41 Vice Podestà Domenico 1741/42 Podestà Paolo 1746/47 Vice Podestà Leonardo 1750/51 Membro del consiglio Rocco 1750/51 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1751/52 Podestà Giovanni Battista 1755/56 Vice Podestà Leonardo 1755/56 Membro del consiglio Giovanni Battista 1757/58 Vice Podestà Leonardo 1757/58 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1758/59 Podestà Giovanni Battista 1759/60 Vice Podestà Leonardo 1759/60 Membro del consiglio Giovanni Battista 1760/61 Membro del consiglio Leonardo 1760/61 Podestà Giovanni Battista 1761/62 Membro del consiglio Leonardo 1761/62 Podestà Giovanni Battista 1763/64 Membro del consiglio Leonardo 1765/66 Podestà Leonardo 1766/67 Podestà Giovanni Battista 1771/72 Membro del consiglio Giovanni Battista 1772/73 Membro del consiglio Giovanni Battista 1773/74 Membro del consiglio Giovanni Battista 1778/79 Membro del consiglio Paolo 1801/02 Podestà Paolo 1802/03 Vice Podestà Paolo 1822/23 Podestà Paolo 1830 Delegato Buzin Giovanni Maria 1689/90 Membro del consiglio Capez Francesco 1595/96 Membro del consiglio Caporiacco di (de Chiavoriacho)

Giacomo 1559/60 Podestà (di Povia?)

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Carneus Natale 1589/90 Podestà di Povia

Castellano (Castelano; Castellan; Costelono)

Antonio 1727/28 Membro del consiglio

Giovanni Battista 1751/52 Membro del consiglio Giovanni Battista 1758/59 Membro del consiglio Giovanni Battista 1759/60 Membro del consiglio Giovanni Battista 1765/66 Membro del consiglio Giovanni Battista 1766/67 Membro del consiglio Giovanni Battista 1767/68 Membro del consiglio Giovanni Battista 1768/69 Membro del consiglio Giovanni Battista 1769/70 Membro del consiglio Giovanni Battista 1770/71 Membro del consiglio Giovanni Battista 1771/72 Membro del consiglio Giovanni Battista 1776/77 Membro del consiglio

Catharin Valentino 1643/44 Membro del consiglio

Cechius Bartolomeo 1571/72 Membro del consiglio

Cechus del fu Pasculi

1565/66 Membro del consiglio

Ceschiot Giovanni Battista 1689/90 Membro del consiglio Chiavons Nicolò 1644/45 Membro del consiglio Giovanni Battista 1719/20 Membro del consiglio Giovanni Battista 1727/28 Membro del consiglio Ciani (Cian; Ciano) Giovanni 1681/82 Vice Podestà Giovanni 1682/83 Podestà Pietro Antonio 1755/56 Membro del consiglio Pietro Antonio 1757/58 Membro del consiglio Pietro Antonio 1758/59 Membro del consiglio Pietro Antonio 1759/60 Membro del consiglio Pietro Antonio 1760/61 Membro del consiglio Marco 1765/66 Membro del consiglio Marco 1766/67 Membro del consiglio Marco 1768/69 Membro del consiglio Marco 1769/70 Vice Podestà Marco 1771/72 Membro del consiglio Marco 1772/73 Membro del consiglio Marco 1773/74 Membro del consiglio Marco 1776/77 Membro del consiglio Marco 1786/87 Vice Podestà Giacomo 1822/23 Membro del consiglio Giacomo 1838 Delegato Cipriani (Cyprian; Cypriani) Pietro 1644/45 Podestà di Povia Pietro 1645/46 Membro del consiglio Lorenzo 1668/69 Podestà di Povia Alberto 1689/90 Membro del consiglio Alberto 1719/20 Podestà di Povia Marcantonio 1731/32 Podestà di Povia Giovanni 1737/38 Podestà Giovanni 1740/41 Podestà Giovanni Battista 1750/51 Membro del consiglio Giovanni 1751/52 Membro del consiglio Francesco 1755/56 Podestà di Povia Francesco 1757/58 Podestà di Povia Pietro 1758/59 Podestà di Povia Giovanni Francesco 1759/60 Podestà di Povia

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Giuseppe 1759/60 Membro del consiglio Francesco del fu

Giuseppe 1760/61 Membro del consiglio

Pietro 1760/61 Podestà di Povia Francesco 1761/62 Podestà di Povia Giuseppe 1761/62 Vice Podestà Francesco 1762/63 Membro del consiglio Pietro 1762/63 Membro del consiglio Francesco 1763/64 Membro del consiglio Giacomo 1763/64 Membro del consiglio Giuseppe 1763/64 Podestà di Povia Francesco 1764/65 Membro del consiglio Giacomo 1764/65 Membro del consiglio Giuseppe 1764/65 Membro del consiglio Giacomo 1766/67 Membro del consiglio Giuseppe 1766/67 Vice Podestà Giacomo 1767/68 Podestà di Povia Giuseppe 1767/68 Vice Podestà Giacomo 1768/69 Podestà di Povia Giuseppe 1768/69 Podestà Giacomo 1770/71 Membro del consiglio Giuseppe 1770/71 Vice Podestà Bartolomeo 1771/72 Membro del consiglio Giacomo 1772/73 Membro del consiglio Giuseppe 1772/73 Podestà Giacomo 1776/77 Podestà di Povia Cocar Francesco 1750/51 Membro del consiglio Giovanni 1595/96 Membro del consiglio Giandomenico 1601/02 Podestà Marcio 1645/46 Membro del consiglio Colussio (Choluso; Colussius) Francesco 1597/98 Podestà Francesco 1598/99 Membro del consiglio Coronini Marco Antonio 1615/16 Podestà Marco Antonio 1644/45 Podestà Cristofolo Leonardo 1802/03 Membro del consiglio Cucut (Cochutti; Cucuti) Giuseppe 1701/02 Membro del consiglio Giuseppe 1706/07 Podestà Giuseppe 1726/27 Membro del consiglio Giuseppe 1732/33 Membro del consiglio Dell’Agata Giuseppe 1718/19 Membro del consiglio de Michela Francesco 1643/44 Membro del consiglio Deperis (de Peris) Leonardo 1682/83 Membro del consiglio D’Ogaro Domenico 1645/46 Membro del consiglio

Dominicus della Zucula

1587/88 Membro del consiglio

Fabris Giuseppe 1802/03 Membro del consiglio Faifer Simone 1689/90 Membro del consiglio Fain Giovanni 1732/33 Membro del consiglio Giovanni 1751/52 Membro del consiglio Giovanni 1755/56 Membro del consiglio Giovanni 1760/61 Membro del consiglio Giovanni 1770/71 Membro del consiglio Giovanni 1771/72 Membro del consiglio Domenico 1822/23 Vice Podestà Fator Giovanni 1623/24 Membro del consiglio Favot (Favoti) Battista 1571/72 Membro del consiglio Battista 1587/88 Membro del consiglio Battista 1598/99 Membro del consiglio Giacomo 1599/00 Membro del consiglio Domenico 1633/34 Membro del consiglio

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Luoghi

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Ferlat Giovanni 1598/99 Podestà di Povia Giovanni 1633/34 Membro del consiglio Giovanni 1644/45 Membro del consiglio Giovanni Battista 1719/20 Membro del consiglio Giovanni Battista 1727/28 Membro del consiglio Giovanni Battista 1732/33 Membro del consiglio Giovanni Battista 1736/37 Membro del consiglio Giovanni 1751/52 Membro del consiglio Giovanni 1757/58 Membro del consiglio Giovanni 1759/60 Membro del consiglio Giovanni 1761/62 Membro del consiglio Giovanni 1765/66 Podestà di Povia Giovanni 1767/68 Membro del consiglio Giovanni 1769/70 Membro del consiglio Giovanni 1770/71 Podestà di Povia Giovanni 1771/72 Podestà di Povia Giovanni 1772/73 Membro del consiglio Giovanni 1773/74 Membro del consiglio Giovanni Battista 1778/79 Membro del consiglio Giovanni Battista 1802/03 Membro del consiglio Giovanni Battista 1822/23 Membro del consiglio Flap Giorgio 1587/88 Membro del consiglio Domenico 1645/46 Membro del consiglio Giacomo 1719/20 Membro del consiglio Sebastiano 1731/32 Membro del consiglio Giovanni Battista 1751/52 Membro del consiglio Florean Domenico 1623/24 Membro del consiglio Giovanni Battista 1802/03 Membro del consiglio Fontana Bartolomeo 1718/19 Podestà Bartolomeo 1727/28 Membro del consiglio Bartolomeo 1731/32 Membro del consiglio Bartolomeo 1736/37 Membro del consiglio Giuseppe 1760/61 Membro del consiglio Giuseppe 1761/62 Membro del consiglio Antonio 1762/63 Membro del consiglio Giuseppe 1763/64 Membro del consiglio Giuseppe 1764/65 Membro del consiglio Antonio 1765/66 Membro del consiglio Antonio 1766/67 Membro del consiglio Giuseppe 1766/67 Membro del consiglio Antonio 1768/69 Membro del consiglio Giuseppe 1768/69 Membro del consiglio Antonio 1769/70 Membro del consiglio Giuseppe 1770/71 Membro del consiglio Antonio 1771/72 Membro del consiglio Antonio 1773/74 Membro del consiglio Antonio 1777/78 Membro del consiglio Antonio 1778/79 Membro del consiglio Fosset

Tin 1644/45 Membro del consiglio

Franzon Giacomo 1726/27 Membro del consiglio Furiani Agostino 1765/66 Membro del consiglio Gal Nicolò 1587/88 Membro del consiglio Gasparini Giuseppe 1793/94 Podestà di Povia Georgini Giuseppe 1654/55 Membro del consiglio Justus de Carrso 1571/72 Membro del consiglio Gobet Simone 1598/99 Membro del consiglio Grinover (Grinovar; Grinovaro; Grinovero)

Domenico 1751/52 Membro del consiglio

Domenico 1754/55 Podestà Giovanni Domenico 1759/60 Podestà

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Luoghi

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Giovanni Domenico 1762/63 Podestà di Povia Giovanni Domenico 1767/68 Podestà Grion Giovanni 1597/98 Membro del consiglio Giovanni 1750/51 Membro del consiglio Giovanni 1761/62 Membro del consiglio

Hieronimus Joannes Stephani

1597/98 Podestà di Povia

Ivoneo Natale 1571/73 Membro del consiglio Jacuz Bastiano 1633/34 Membro del consiglio Giovanni 1732/33 Membro del consiglio Jeroniti (Jaroniti; Jaruniti) Giuseppe 1731/32 Membro del consiglio Domenico 1802/03 Podestà di Povia Domenico 1807 Podestà di Povia Domenico 1822/23 Membro del consiglio Girolamo 1838 Delegato

Joannes Cumini Paiuotti

1595/96 Membro del consiglio

Joannes da Corona 1597/98 Membro del consiglio

Joannes Manzonus 1595/96 Membro del consiglio

Joannes Pisau 1587/88 Membro del consiglio

Lazar Nicolò 1765/66 Membro del consiglio Andrea 1767/68 Membro del consiglio Nicolò 1767/68 Membro del consiglio Nicolò 1769/70 Membro del consiglio Leitenburg (Laitinburgh) Giuseppe 1761/62 Membro del consiglio Giuseppe 1763/64 Vice Podestà Giuseppe 1766/67 Podestà di Povia Locatelli Giovanni Maria

Antonio 1755/56 Membro del consiglio

Maghet Giacomo 1623/24 Membro del consiglio Francesco 1719/20 Membro del consiglio Francesco 1727/28 Podestà di Povia Domenico 1801/02 Membro del consiglio Marchiol (Marchiolli) Giovanni 1719/20 Membro del consiglio Giovanni 1731/32 Podestà Valentino 1732/33 Membro del consiglio Valentino 1750/51 Membro del consiglio Marcon Giovanni 1668/69 Membro del consiglio Lazzaro (?) 1769/70 Membro del consiglio Marinig Mattia 1801/02 Membro del consiglio Stefano 1821/22 Podestà Stefano 1822/23 Delegato Stefano 1838 Podestà Marizza Giacomo 1559/60 Membro del consiglio Giacomo 1565/66 Membro del consiglio Martincig Gasparo 1732/33 Membro del consiglio Gasparo 1751/52 Membro del consiglio Gasparo 1755/56 Podestà Gasparo 1757/58 Podestà Miani (Mian; Miano) Leonardo 1685/86 Membro del consiglio Leonardo 1704/05 Podestà Lorenzo 1718/19 Membro del consiglio Leonardo 1758/59 Membro del consiglio Leonardo 1760/61 Membro del consiglio

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Luoghi

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Leonardo 1762/63 Vice Podestà Giovanni Battista 1764/65 Membro del consiglio Giovanni 1767/68 Membro del consiglio Michele 1801/02 Membro del consiglio Micilin Pietro Antonio 1822/23 Membro del consiglio

Miclavi Giorgio 1558/59 Membro del consiglio

Mitri (Mittri; de Mitri; di Mitri)

Giacomo 1557/58 Membro del consiglio

Giacomo 1559/60 Membro del consiglio Rocco 1571/72 Membro del consiglio Giovanni Antonio 1587/88 Membro del consiglio Giovanni Antonio 1598/99 Membro del consiglio Giacomo 1622/23 Membro del consiglio Giacomo 1645/46 Podestà di Povia Giovanni 1682/83 Membro del consiglio Giacomo 1719/20 Membro del consiglio Giacomo 1727/28 Membro del consiglio Modesti Michele 1765/66 Membro del consiglio Giuseppe 1766/67 Membro del consiglio Michele 1766/67 Membro del consiglio Moretti (Moretto) Gerolamo 1598/99 Podestà Paolo 1622/23 Membro del consiglio Nicolò 1644/45 Membro del consiglio Nicolò 1648/49 Membro del consiglio Giacomo 1654/55 Membro del consiglio Nicolò 1658/59 Podestà Vincenzo 1682/83 Membro del consiglio Morsan (Morsano) Giuseppe 1623/24 Podestà Giacomo 1644/45 Membro del consiglio Paolo 1645/46 Membro del consiglio Francesco 1668/69 Membro del consiglio Paolo 1668/69 Membro del consiglio Moschiart

Zanin 1566/67 Podestà di Povia

Sebastiano Todone 1597/98 Membro del consiglio Valentino 1598/99 Membro del consiglio Moschiut

Tinon 1595/96 Membro del consiglio

Moz Giovanni 1599/00 Membro del consiglio Munin Giuseppe 1776/77 Membro del consiglio Munutti (Monut; Munuti; Munutti)

Francesco 1727/28 Membro del consiglio

Francesco 1751/52 Membro del consiglio Francesco 1753/54 Podestà Francesco 1762/63 Podestà Francesco 1763/64 Podestà Francesco 1764/65 Podestà Musina Gasparo 1802/03 Membro del consiglio Musulat Simone 1571/72 Membro del consiglio

Musuttus Antonio 1595/96 Membro del consiglio

Nadalut (Nadaluti) Giorgio 1801/02 Membro del consiglio Nicolin Giuseppe 1571/72 Membro del consiglio Novaiolli (Navaiol; Navaioli; Navaiolli; Navajolli; Novaiol)

Giovanni Battista 1700/01 Podestà

Giovanni Battista 1702/03 Podestà Giovanni Battista 1703/04 Podestà Giovanni Battista 1705/06 Podestà

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Luoghi

161

Michele 1755/56 Membro del consiglio Michele 1757/58 Membro del consiglio Michele 1758/59 Membro del consiglio Michele 1760/61 Membro del consiglio Olivo Giuseppe 1801/02 Membro del consiglio Ortolano (Hortolano; Ortulano; Ortullani)

Francesco 1681/82 Podestà

Nicolò 1682/83 Membro del consiglio Giuseppe 1719/20 Membro del consiglio Giuseppe 1726/27 Membro del consiglio Francesco 1689/90 Podestà Pagarim Giovanni 1731/32 Membro del consiglio Pano Leonardo 1726/27 Membro del consiglio Leonardo 1731/32 Membro del consiglio Panzera (Pancera; de Panzera)

Mattia 1559/60 Membro del consiglio

Giorgio 1584/85 Podestà Mattia 1597/98 Membro del consiglio Mattia 1598/99 Membro del consiglio Giorgio 1633/34 Podestà Giovanni 1645/46 Membro del consiglio Giovanni 1668/69 Podestà Giovanni 1680/81 Podestà Antonio 1682/83 Membro del consiglio Giacomo 1727/28 Membro del consiglio Giacomo 1731/32 Membro del consiglio Giovanni Antonio 1731/32 Membro del consiglio Giovanni Antonio 1733/34 Podestà Giovanni Antonio 1736/37 Podestà Giovanni Antonio 1739/40 Vice Podestà Giacomo 1777/78 Membro del consiglio Giacomo 1778/79 Membro del consiglio Paolutto Paolo 1623/24 Membro del consiglio

Paviotus Andrea 1578/79 Podestà

Marco 1587/88 Membro del consiglio

Pavon Giovanni 1644/45 Membro del consiglio Perissutto Francesco 1645/46 Membro del consiglio Piacentini (Piacentino) Giacomo 1719/20 Membro del consiglio Giacomo 1727/28 Membro del consiglio Pietro 1751/52 Membro del consiglio Leonardo 1758/59 Vice Podestà Leonardo 1760/61 Vice Podestà Leonardo 1762/63 Membro del consiglio Pietro 1762/63 Membro del consiglio Leonardo 1765/66 Vice Podestà Pietro 1769/70 Membro del consiglio Pietro 1770/71 Membro del consiglio Pietro 1772/73 Membro del consiglio Pietro 1777/78 Membro del consiglio Giovanni 1778/79 Podestà Pietro 1778/79 Membro del consiglio Giovanni 1786/87 Podestà Giuseppe 1830 Podestà Pian Nicolò 1565/66 Podestà Simone 1565/66 Membro del consiglio Nicolò 1643/44 Membro del consiglio Nicolò 1645/46 Membro del consiglio Piasenti Giovanni Battista 1633/34 Membro del consiglio

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Luoghi

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Giovanni Battista 1643/44 Membro del consiglio Andrea 1644/45 Membro del consiglio Picotti Giovanni Maria 1750/51 Membro del consiglio Giovanni Maria 1753/54 Membro del consiglio Giovanni Maria 1759/60 Membro del consiglio Giovanni Maria 1763/64 Membro del consiglio Pilizon Giovanni Battista 1751/52 Membro del consiglio Pinchetti Bernardino 1718/19 Membro del consiglio Pizamuso Giacomo 1558/59 Membro del consiglio Natale 1558/59 Membro del consiglio

Comucio 1587/88 Membro del consiglio

Comucio

1595/96 Membro del consiglio

Sebastiano 1595/96 Podestà Sebastiano 1601/02 Membro del consiglio Pizzech Giovanni Battista 1718/19 Membro del consiglio Pocar (Pochar; Pocher) Girolamo 1802/03 Membro del consiglio Pontello Bernardino 1558/59 Podestà Carlo 1571/72 Podestà

Bidinus 1582/83 Podestà di Povia

Nicolò 1587/88 Podestà Natale 1595/96 Membro del consiglio Nicolò 1597/98 Membro del consiglio Giovanni 1599/00 Membro del consiglio Natale 1599/00 Podestà

Ogarus 1599/00 Membro del consiglio

Antonio 1622/23 Membro del consiglio

Ogarus 1623/24 Membro del consiglio

Leonardo 1633/34 Membro del consiglio Pontello Domenico 1645/46 Membro del consiglio Portelli Valentino 1830 Delegato Portis de Pietro 1597/98 Podestà Pietro 1602/03 Podestà Giacomo 1633/34 Membro del consiglio Rivolt (de Revolto; de Rivolt) Valentino 1558/59 Membro del consiglio Domenico 1559/60 Membro del consiglio Giovanni Battista 1622/23 Podestà Nicolò 1644/45 Membro del consiglio Nicolò 1668/69 Membro del consiglio Domenico 1718/19 Membro del consiglio Nicolò 1726/27 Membro del consiglio Leonardo 1727/28 Membro del consiglio Domenico 1732/33 Membro del consiglio

Rochetus Paolo 1558/59 Membro del consiglio

Romani Romano 1571/72 Podestà di Povia Romanut (Romanutto) Romano 1597/98 Membro del consiglio Romano 1598/99 Membro del consiglio Giacomo 1622/23 Membro del consiglio Giovanni 1633/34 Membro del consiglio Giovanni 1635/36 Podestà Giovanni 1682/83 Membro del consiglio Rosen Carlo 1633/34 Membro del consiglio

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Luoghi

163

Saar Simone 1595/96 Membro del consiglio Simone 1599/00 Membro del consiglio Sachet Battista 1643/44 Membro del consiglio Saus Michele 1622/23 Membro del consiglio Michele 1628/29 Podestà Giuseppe 1657/58 Podestà Giovanni 1757/58 Membro del consiglio Savorgnan de Giuseppe 1828/29 Podestà Serafini Giacomo 1804/05 Podestà Giacomo 1816/17 Podestà Giacomo 1822/23 Membro del consiglio Sgubin (Sgobin) Gerolamo 1802/03 Membro del consiglio Strazzolino (Strazolino; Strazzollini; Strazulini)

Gerolamo 1622/23 Membro del consiglio

Giorgio 1643/44 Membro del consiglio Giorgio 1645/46 Podestà Giorgio 1648/49 Podestà Marco Antonio 1758/59 Membro del consiglio Marco Antonio 1759/60 Membro del consiglio Stua Giovanni Battista 1802/03 Membro del consiglio Giuseppe 1822/23 Delegato Symon de Pauli 1595/96 Podestà di Povia

Pontonus Simone 1565/66 Membro del consiglio

Talmasonus Michele 1565/66 Membro del consiglio

Tami (?) Leonardo 1718/19 Membro del consiglio Tavasanis (Tavasan; Tavasani)

Giusto 1762/63 Membro del consiglio

Giusto 1764/65 Membro del consiglio Giusto 1766/67 Membro del consiglio Giusto 1767/68 Membro del consiglio Giusto 1768/69 Membro del consiglio Giusto 1770/71 Membro del consiglio Giusto 1772/73 Membro del consiglio Giusto 1773/74 Membro del consiglio Giusto 1776/77 Membro del consiglio Giacomo 1793/94 Vice Podestà Tichegnino (Tichignino) Giovanni 1599/00 Membro del consiglio Francesco 1623/24 Membro del consiglio Francesco 1633/34 Membro del consiglio Tinca (Tincha) Giacomo 1689/90 Membro del consiglio Giovanni 1763/64 Membro del consiglio Giovanni 1764/65 Membro del consiglio Tiussi (Tius) Giovanni 1750/51 Membro del consiglio Giovanni 1755/56 Membro del consiglio Giovanni 1768/69 Membro del consiglio Giovanni 1776/77 Membro del consiglio Giovanni 1778/79 Membro del consiglio Todon Sebastiano 1598/99 Membro del consiglio Giuseppe 1633/34 Membro del consiglio Battista 1643/44 Membro del consiglio Tomadin (Thomadin) Leonardo 1689/90 Membro del consiglio Leonardo 1701/02 Podestà Giacomo 1732/33 Membro del consiglio Leonardo 1765/66 Membro del consiglio Domenico 1767/68 Membro del consiglio Domenico 1768/69 Membro del consiglio Leonardo 1769/70 Membro del consiglio Domenico 1770/71 Membro del consiglio

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Luoghi

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Domenico 1771/72 Membro del consiglio Leonardo 1771/72 Membro del consiglio Domenico 1773/74 Membro del consiglio Leonardo 1773/74 Membro del consiglio Domenico 1777/78 Membro del consiglio Domenico 1778/79 Membro del consiglio Giuseppe 1801/02 Membro del consiglio Tomasio (Thomas; Thomasio) Giovanni Battista 1622/23 Membro del consiglio Giovanni Battista 1760/61 Membro del consiglio Giovanni Battista 1762/63 Membro del consiglio Giovanni Battista 1763/64 Membro del consiglio Giovanni Battista 1764/65 Membro del consiglio Tomat (Thomat) Francesco 1595/96 Membro del consiglio Francesco 1599/00 Membro del consiglio Domenico 1633/34 Membro del consiglio Giacomo 1644/45 Membro del consiglio Giuseppe 1645/46 Membro del consiglio Domenico 1719/20 Membro del consiglio Giacomo 1719/20 Membro del consiglio Giovanni Domenico 1726/27 Podestà Giovanni Battista 1758/59 Membro del consiglio Giuseppe 1759/60 Membro del consiglio Giuseppe 1761/62 Membro del consiglio Giuseppe 1763/64 Membro del consiglio Giuseppe 1764/65 Membro del consiglio Giuseppe 1766/67 Membro del consiglio Giuseppe 1769/70 Membro del consiglio Giuseppe 1770/71 Membro del consiglio Giuseppe 1772/73 Membro del consiglio Giuseppe 1776/77 Membro del consiglio Tomba Giovanni 1807 Vice Podestà Torelli Francesco 1801/02 Membro del consiglio Trinca Giovanni 1750/51 Membro del consiglio Trinca Giovanni 1755/56 Membro del consiglio Tripina (Trepina) Antonio 1751/52 Membro del consiglio Antonio 1758/59 Membro del consiglio Antonio 1760/61 Membro del consiglio Antonio 1762/63 Membro del consiglio

Uragulinus Pietro 1559/60 Membro del consiglio

Bertholus 1565/66 Membro del consiglio

Valent Giacomo 1718/19 Membro del consiglio Alberto 1758/59 Membro del consiglio Alberto 1760/61 Membro del consiglio Alberto 1762/63 Membro del consiglio Alberto 1765/66 Membro del consiglio Alberto 1767/68 Membro del consiglio Giuseppe 1776/77 Membro del consiglio Giuseppe 1778/79 Podestà di Povia Valentinus da Dignano 1597/98 Membro del consiglio Vecchi (Vechi; Vechio) Giuseppe 1761/62 Membro del consiglio Giuseppe 1763/64 Membro del consiglio Giuseppe 1764/65 Membro del consiglio Giuseppe 1773/74 Vice Podestà Giuseppe 1776/77 Vice Podestà Vendramin Giacomo 1597/98 Membro del consiglio Giacomo 1598/99 Membro del consiglio Virch (Vircho) de Simone 1557/58 Membro del consiglio Giovanni 1558/59 Membro del consiglio

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Luoghi

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Giacomo 1599/00 Membro del consiglio Visintin Gian Domenico 1768/69 Membro del consiglio Domenico 1770/71 Membro del consiglio Domenico 1773/74 Membro del consiglio Pietro Antonio 1793/94 Podestà Voraz (Oraz;Voratius) Giuseppe 1622/23 Membro del consiglio Giuseppe 1682/83 Podestà di Povia Giuseppe 1689/90 Podestà di Povia Alberto 1718/19 Podestà di Povia Daniele 1726/27 Membro del consiglio Alberto 1727/28 Membro del consiglio Alberto 1731/32 Membro del consiglio Giuseppe 1755/56 Membro del consiglio Giuseppe 1757/58 Membro del consiglio Giuseppe 1758/59 Membro del consiglio Giuseppe 1761/62 Membro del consiglio Giuseppe 1765/66 Membro del consiglio Giuseppe 1766/67 Membro del consiglio Giuseppe 1768/69 Membro del consiglio Michele 1768/69 Membro del consiglio Giuseppe 1769/70 Podestà di Povia Michele 1769/70 Membro del consiglio Michele 1771/72 Membro del consiglio Michele 1773/74 Membro del consiglio Michele 1776/77 Membro del consiglio Antonio 1778/79 Membro del consiglio Zambarlan Giovanni 1682/83 Membro del consiglio Zappolatti (Zapollatti) Alessandro 1643/44 Membro del consiglio Lelio Giuseppe 1755/56 Membro del consiglio Lelio Giuseppe 1757/58 Membro del consiglio Zorzenon Valentino 1801/02 Membro del consiglio Zucul Giacomo 1689/90 Membro del consiglio

Zurinus Antonio 1559/60 Membro del consiglio

Antonio 1565/66 Membro del consiglio

Paolo 1597/98 Membro del consiglio

Francesco 1598/99 Membro del consiglio

Paolo 1598/99 Membro del consiglio

Gerolamo 1599/00 Membro del consiglio