Competenze religiose, pluralismo religioso

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spunti riflessivi per un IRC confessionale ed interreligioso

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12INSEGNARE RELIGIONE SETTEMBRE-OTTOBRE 2008

chiede, nel dialogo, l’onestà di presentarsi in tutta laverità, senza cedimenti. Occorre quindi fedeltà allapropria fede e alla propria Chiesa.

L’esistenza della fede in Dio nel cuore di milioni dipersone può essere tralasciata, messa da parte, di-menticata, rifiutata. Ma dalla risposta a questa do-manda umana fondamentale dipende la qualità dellavita vissuta. E nella risposta a questa domanda posso-no trovare spazio le competenze religiose, che ci piacedeclinare in prospettiva ecumenica ed interreligiosa.

Oltre il saper fareDa dove nascono le competenze religiose? Diamo

una possibile risposta privilegiando il vissuto perso-nale del credente. Chi fa spazio a Dio vive la respon-sabilità della vita secondo canoni rispondenti alle ra-gioni dello Spirito: riconosce la sacralità della vita intutte le sue forme; appoggia la famiglia quale cellulafondamentale del vivere sociale; considera il lavoro uncontributo necessario per migliorare la terra; rispetta ilsapere e la cultura in tutte le sue forme; apprezza la po-litica quale servizio al bene comune; ritiene la libertà dipensiero, di ricerca e di riflessione la forma più veradell’umano; apprezza la bellezza dell’arte, della musi-ca, della danza, dello sport e della gratuità interperso-nale; percepisce la presenza del mistero e dell’impre-vedibile nella quotidianità; consapevole della fragili-tà, della finitezza e dei limiti terreni, crede però in unavita felice ed eterna oltre la morte.

Di fatto nelle otto competenze chiave scelte dalConsiglio d’Europa:● comunicazione nella madrelingua,● comunicazione nelle lingue straniere,

La definizione delle competenze religiose è unpasso necessario nell’Europa multireligiosa, cheha bisogno di cittadini capaci di cogliere la co-

munanza e la differenza tra le varie confessioni cri-stiane e le varie fedi. Questa realtà non è puramenteconoscitiva e culturale. Essa appare sempre più comeun’urgenza pragmatica e politica irrinunciabile.

Educare al saper essere umaniSiamo convinti che la crescita integrale di un gio-

vane ha bisogno, nella sua formazione e nel suo in-serimento sociale, anche della comprensione dei pa-trimoni spirituali di cui le religioni sono vie stori-che. È necessario mondializzare la comprensione.«Le culture devono imparare le une dalle altre, e l’or-gogliosa cultura occidentale, che si è posta come cul-tura che insegna, deve anche diventare una culturache impara. Comprendere è anche, continuamente,apprendere e ri-apprendere» (Edgar Morin).

Specialmente in Europa, la crescente unità fra lenazioni chiede di mettere in atto programmi con-creti di dialogo e di avvicinamento fra i cristiani, inmodo che possano insieme prendere la parola e te-stimoniare la verità. La comunione ecumenica ri-

L’autricePaola Barigelli-Calcari, Idr nella scuola se-condaria, è responsabile dell’Uciim delFriuli Venezia Giulia. Con Elledici ha pub-blicato il volume Che cosa so di religione?(1998).

Competenze religiose,pluralismo religioso

Competenze religiose,pluralismo religiosoCompetenze religiose,pluralismo religiosoCome declinare le competenze religiose secondo una prospettiva interreligiosaed ecumenica? Un intervento (con una serie di proposte) suggerito dalla lettura degli articoli sulle competenze pubblicati nei numeri precedenti di Insegnare religione.

IRC UNA DISCIPLINA

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● competenza matematica e competenze di base inscienza e tecnologia,

● competenza digitale,● imparare a imparare,● competenze interpersonali, interculturali e sociali, ● competenza civica, ● imprenditorialità, ● espressione culturalenon si parla delle religioni, dei valori spirituali, del-l’interiorità, del senso del vivere. Lo stesso avviene,del resto, nelle ultime proposte dal ministero dellaPubblica istruzione (DM 139/07) per l’educazione al-la cittadinanza: ● imparare ad imparare, ● progettare, ● comunicare, ● collaborare e partecipare, ● agire in modo autonomo e responsabile, ● risolvere problemi, ● individuare collegamenti e relazioni,● acquisire ed interpretare l’informazione.

Ma la preferenza espressa dalla politica educativaeuropea ed italiana per il “saper fare” non può oscura-re e limitare l’esistenza dienergie interiori e spiritualivissute da chi crede in Dio.

Siamo convinti che percomprendere la complessi-tà del fenomeno umano ènecessario guardare al fe-nomeno divino. L’uomo non può darsi il senso e il fon-damento della sua dignità umana: solo il suo Creatorepuò fornirgli coordinate interpretative efficaci.

In chiave interreligiosa...

È innegabile ilruolo storico che lereligioni hanno avu-to nello sviluppodelle civiltà. Nel dia-logo interreligioso ècondivisa l’idea chel’ordine del cosmo,voluto da Dio, si ri-specchia nell’ordinedella natura, nellalegge naturale e nel-la vita dell’uomo.Per questo sarebbeun grave errore rele-gare la religione allasfera privata.

In special modole fedi abramitiche

sono unificate da alcune grandi idee come «l’inter-vento di Dio nella storia; l’amore di Dio; la preoccu-pazione di Dio verso i poveri; il potere redentore diDio; la risurrezione espressa in modi diversi e la vitaeterna» (Donald Werl, arcivescovo di Washington).

Come coniugare nella cultura italiana con radicifortemente cattoliche la necessità del dialogo inter-religioso? Come riappropriarsi in modo creativo delmessaggio cristiano «di fronte alla pluralità insupe-rabile dei misteriosi percorsi che portano alla realtàultima?» (Faustino Teixeira).

Stretto tra la singola ora settimanale e le rara-mente raggiunte 33 ore annuali, il docente di Irc nel-

la scuola italiana si trova adover approfondire me-diante il pensiero, l’azionee la preghiera personale lapropria tradizione religio-sa nella consapevolezzache la realtà sperimentata

non si limita alla propria religione. Infatti siamo pro-fondamente convinti che il mistero e la trascenden-za di Dio sovrastano infinitamente le nostre possibi-lità umane.

Capacità di comunicazione, di equilibrio, di ana-lisi, di sintesi, di empatia, di organizzazione, di cu-riosità, di ricerca, di studio, di dialogo, di confronto:sono solo alcune delle strade necessarie per svolgereseriamente la propria missione di docente.

Se tanto è richiesto a noi, che cosa è lecito chie-dere ai giovani che scelgono di avvalersi della reli-gione cattolica a scuola? E potremmo anche doman-darci che cosa è giusto chiedere a quelli che restanofuori dall’aula?

Certo le competenze religiose esistono e possia-mo provare a coniugarle secondo un’ottica interre-ligiosa condivisibile da ogni essere umano. Sarebbeperciò auspicabile che queste fossero obbligatorie pertutti gli studenti. Proviamo a descriverle come segue:● imparare a considerare il mistero e l’imprevedibi-

le presenti nella nostra vita;● individuare principi morali universali ed appli-

carli nella quotidianità;● scegliere di compiere azioni sostenute da motiva-

zioni ideali e spirituali;

Che cosa è lecito chiedere ai giovani che scelgono di avvalersi della religione

cattolica a scuola? Potremmo anchedomandarci che cosa è giusto chiedere

a quelli che restano fuori dell’aula?

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Testi di riferimentoE.MORIN, I sette saperi necessari all’educazione del futuro,Cortina 2001.DONALD WERL, Arcivescovo di Washington, cit. da F. MASTROFNI, Angeli-cum:nasce una borsa di studio interreligiosa, in «Avvenire»,5 aprile 2008.PAOLO VI, Marialis cultus, n. 35.

● prendere coscienza dellatensione perfettiva di chiosa confrontarsi con Dio;

● considerare seriamente ivantaggi e la validità dellafratellanza universale;

● apprezzare le ricchezze spi-rituali delle diverse religio-ni quale segno della libertàcreativa dello Spirito di Dio;

● gustare la positività delle ra-gioni della coscienza per spe-rare in un’umanità migliore;

● pensare la dimensione reli-giosa della vita quale centro significativo del vivere;

● riconoscere il bene, la bellezza e la gioia presentinella storia oggi;

● comprendere la profonda interrelazione tra giu-stizia e pace.

... in chiave ecumenica...

Proseguendo nella presentazione delle competenzereligiose potremmo leggerle in chiave ecumenica, peroffrire uno spazio di confrontotra i cristiani. Infatti rispettandola confessionalità di ciascun cri-stiano che vive oggi in Europa enel mondo, possiamo provare apresentare le uguaglianze e lespecificità della fede in GesùCristo, figlio di Dio e Salvatoredel mondo. Anche nelle classiitaliane sono presenti semprepiù allievi ortodossi, protestantie anglicani. Così l’Irc potrebbeessere letto come insegnamento di religione cristiana.Quanto alle competenze:● fondare sulla Bibbia l’antropologia cristiana;● trovare nella rivelazione biblica le ragioni più vere

della dignità umana;● rispettare tutti gli esseri viventi quali doni del

Creatore;● rintracciare la presenza nella storia umana dello

Spirito di Dio;● vedere la comunità cristiana come popolo in cam-

mino verso la santità;● riconoscere i carismi dei diversi servizi nella

Chiesa;● comprendere Maria quale perfetta discepola di

Cristo (cfr. Paolo VI, Marialis cultus, n. 35);● cogliere il proprium degli apostoli, dei martiri, dei

santi;● scoprire l’umanità unita nella figliolanza divina;● considerare la grandezza della libertà umana an-

che di fronte a Dio;

● apprezzare il valore salvifico integrale dei sacra-menti.

... e in chiave cattolica

Potremmo proseguire, infine, nell’espressione dicompetenze specificatamente cattoliche. Tra i donipropri della confessione cristiana cattolica ci sem-brano più importanti i seguenti:● riflettere sul valore e le difficoltà del ruolo petrino

del Vescovo di Roma;● considerare l’istituzione e il senso dei sette sacra-

menti;● comprendere la specificità cattolica del sacra-

mento dell’ordine;● approfondire il rapporto tra grazia e meriti per-

sonali;● esplorare il legame tra coscienza morale e magi-

stero;● analizzare il valore indissolubile del matrimonio;● valorizzare il culto mariano completamente di-

pendente dal culto a Cristo;● apprezzare le manifestazioni artistiche e musica-

li del sacro;● riconoscere il valore identi-

tario della pietà popolare;● gustare la bellezza e il senso

della liturgia;● comprendere la funzione de-

gli spazi nelle chiese;● condividere la visione ecu-

menica di giustizia, pace esalvaguardia del creato.

Le prospettive abbozzate sonoriferibili a tutti gli studenti. A

seconda delle classi e del loro grado di vicinanza al-la religione potremmo scegliere di privilegiare un ti-po di competenza rispetto ad un altro. Se la conside-razione delle competenze religiose è molto bassa nelvissuto di una classe, dovremmo orientarci di piùsull’insegnamento religioso. Nel caso di appartenen-ze e significati molto forti potremmo affrontare piùdecisamente contenuti riferiti solamente al cattoli-cesimo. Naturalmente ogni progettazione educativava poi coniugata nel “qui e ora” di ciascuna classe,con una apertura non sempre facile da parte del do-cente.

PAOLA BARIGELLI-CALCARI

Rispettando la confessionalità di ciascun cristiano presente oggi in Europa e nel mondo,

possiamo provare a presentare le uguaglianze

e le specificità della fede in Gesù Cristo, figlio di Dio

e Salvatore del mondo