Raffaele Pezzilli Dipartimento di Medicina Interna Ospedale Sant’Orsola-Malpighi Bologna
COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA ISTITUTO SECOLARE DI … · 2018. 6. 24. · 1 COMPAGNIA DI...
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COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA
ISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI
FEDERAZIONE
www.istitutosecolareangelamerici.org
www.angelamerici.it
e-mail: [email protected]
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SOMMARIO
Ai lettori pag. 4
Il pensiero della presidente pag. 6
Rallegratevi e state di buona voglia pag. 8
Il pensiero dell’Assistente Ecclesiastico pag. 16
La realtà e la speranza pag. 19
Federazione… continua pag. 21
Per vivere Unite insieme pag. 28
Brescia giornate responsabili pag. 30
DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI
Un seme in Nigeria pag. 33
Formazione iniziale pag. 34
Gruppo dell’Etiopia pag. 35
Gruppo del Madagascar pag. 36
Compagnia del Brasile sud/est pag. 37
Padova 150° pag. 38
Compagnia di Bergamo pag. 39
RICEVIAMO E COMUNICHIAMO
La Compagnia francese in Belgio pag. 40
Dalla Germania a Trento pag. 41
Federazione ieri e oggi pag. 42
Preghiera a Sant’Angela pag. 45
CONVEGNO DELLA FEDERAZIONE pag. 47
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AI LETTORI
Cosa farebbe Gesù al mio posto?
per essere sempre connessi con il cielo e con la terra…
In un incontro con i giovani Papa Francesco indicava e faceva
ripetere una password da non dimenticare mai: Cosa farebbe Gesù al mio posto? Mi è rimasto impresso questo metodo, quanto mai attuale e moderno: siamo tutti sommersi e a volte confusi da password e password… Ma questa non la possiamo e non dobbiamo dimenticarla.
Le password a volte si possono anche modificare e io vorrei adattarla, senza cambiarne il senso, mi perdoni Papa Francesco, ad una connessione mericiana: Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto?
Entriamo in questo modo direttamente nel motto dell’assemblea della Federazione ormai prossima alla sua celebrazione.
Chiedendoci cosa farebbe Gesù al nostro posto, ci rendiamo disponibili a comprenderlo e ad attuarlo responsabilmente e con fiducia.
Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto? La Federazione è il mio, il nostro istituto e “Ogni Compagnia federata è chiamata a contribuire al raggiungimento delle finalità della Federazione (Cost. 30.2). Gesù Cristo al mio posto, aumenterebbe la preghiera, la carità vicendevole e la collaborazione. Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto? La Federazione si propone di accrescere la comunione fraterna tra le Compagnie (Cost. 30.2). Gesù Cristo al mio posto, ci sarebbe sempre ad ogni iniziativa, ad ogni incontro, ad ogni convegno, ad ogni scambio, farebbe tesoro di ogni indicazione di ogni approfondimento… che arriva dall’organismo di servizio che è il Consiglio della Federazione. Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto?
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Cosa farebbe in questa convocazione dell’Assemblea della Federazione? Gesù Cristo al mio posto, parteciperebbe attivamente di presenza e/o con la preghiera assidua e prolungata per chiedere e mandarci il dono dello Spirito. A noi tocca ricorrere ai piedi di Gesù Cristo, e lì tutte… far caldissime orazioni. (T.11, 3-4)
Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto?
Questa assemblea della Federazione è chiamata a decidere su questioni importanti che riguardano le Costituzioni, oltre che per una verifica della vita della Federazione e per una sua programmazione. (Cost. 31.2).
Gesù Cristo al mio posto, ricorderebbe il pensiero di Sant’Angela: “E se, secondo i tempi e i bisogni, accadesse di dare nuovi ordini, o di fare diversamente qualcosa, fatelo prudentemente e con buon giudizio”. (T.11, 2)
La fedeltà e il rinnovamento richiedono nel nostro tempo, nei bisogni delle Compagnie oggi, di renderci disponibili a cambiare prima di tutto la mentalità, poi a fare diversamente qualcosa, senza limitarci al “si è sempre fatto così…”, perché si può e si deve cambiare.
Chiediamo in preghiera la prudenza e il buon giudizio e proseguiamo con letizia di cuore, accogliendo la beatitudine di sant’Angela: Beati coloro che veramente si prenderanno cura della Compagnia…. (T.11, 13)
Cosa farebbe Gesù Cristo, unico Tesoro, al mio posto? Questa assemblea è convocata anche per l’elezione del Consiglio della Federazione. Per sapere cosa farebbe Gesù Cristo al mio posto, penso a quando gli toccò di scegliere gli apostoli: “se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici… (Lc 6, 12-13)
Intanto preghiamo (tutte le partecipanti e tutte quelle che rimangono a casa) e poi scegliamo prudentemente e con buon giudizio: “Perché così senza dubbio Gesù Cristo sarà in mezzo a noi, ci illuminerà, e ci istruirà come vero e buon maestro su ciò che dovremo fare”. (T.11, 5)
Ricordiamoci quindi la password e restiamo connessi in Gesù Cristo unico Tesoro.
Concludo con un proverbio africano che trovo quanto mai adatto per noi:
Se vuoi andar lontano, vai in compagnia.
Caterina Dalmasso
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IL PENSIERO DELLA PRESIDENTE
DELLA FEDERAZIONE
Combattimento, vigilanza, discernimento ... (GE cap. quinto)
Sto leggendo con grande
stupore e consolazione l'Esortazione
Apostolica "Gaudete ed Exultate" di
Papa Francesco.
Ho preso da lui il titolo del 5°
capitolo di questo scritto che è
veramente una gioia leggere e
meditare, perché, nella sua profonda
semplicità, riprende lo stile di Gesù e
del Vangelo.
Un altro motivo mi rende
questo scritto così "simpatico": ad ogni
passo vi ritrovo "li sensi" [= pensieri]
della nostra Santa Madre ... e non
potrebbe che essere così, perché tante
volte ci siamo dette che la spiritualità
della nostra Santa Fondatrice è spiccatamente evangelica; le sue
citazioni e riferimenti alla Parola di Dio sono costanti e sempre ben
indirizzati.
Così nell'ottavo legato e nell'undicesimo ritroviamo
l'espressione: "...rallegratevi e state di buona voglia..." (11° leg 14)
Il combattimento spirituale, che oggi identifichiamo con il
"coraggio e la forza" che occorrono per la nostra vita cristiana, sono
ricordati così da Sant'Angela: " Conoscete che cosa comporta una tal
elezione e ... sforzatevi con ogni vostro potere…" (Reg, Pr 8-9)
Lo sforzo e l'impegno sono da mettere in conto ogni giorno,
senza che questo voglia dire assumere le facce tristi di chi si "macera"
per lo sforzo che deve fare.
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L'impegno deve essere proporzionato al dono ricevuto e, poiché
il dono è così grande, non sarà mai troppa e non sarà mai esaurita la
nostra corrispondenza.
Il nostro sforzo è la "parte" che tocca a noi, ben sapendo che è lo
Spirito Santo che ci rende capaci ...
Per Sant'Angela la vigilanza è, "...siate prudenti, tenete ognuno
per buono" (7° Ric 19-20) come dire: non fate la "guerra" a nessuno per
le vostre idee e convinzioni; "Siate avvedute..." (5° leg 1) "...state in
guardia..." (10° leg 6) "Siate vigilanti..." (10° leg 13)
Ricordatevi:"... quanto il peccato sia sottile e come ci si trovi in
mezzo alle insidie" (2°Ric 11)
"Lasciatele andare [le altre opinioni] come cose che non vi
riguardano..." (7° Ric 23) … voi rimanete ferme, tenete l'antica strada,
del Vangelo, state con la Chiesa, riformate piuttosto la vostra vita ...
"L'antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate
da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo", (7° Ric 22) è il
criterio d'eccellenza per discernere ciò che è bene da ciò che è male.
Le mie riflessioni mi hanno condotta qui ... a invocare ancora
con forza, dallo Spirito del Padre e del Figlio, il coraggio e il
discernimento per vivere bene il tempo prezioso dell'Assemblea.
Per ciascuna nostra Compagnia e per la Compagnia Mondiale
l'Assemblea sia luogo prezioso in cui sperimentiamo l'unità e la
condivisione, la corresponsabilità e l'impegno.
Sant'Angela ci guidi e ci sostenga nella certezza "... che questa
Compagnia è stata piantata direttamente dalla sua santa mano, e lui
non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà." (11° leg 6-7)
Maria Razza
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Incontro regionale delle Compagnie del Piemonte
Torino, 15 aprile 2018 - La parola della presidente
Sono stata
sollecitata a quanto
dirò, dalla
esortazione
apostolica
"Gaudete ed
Exultate" di papa
Francesco, perché,
subito, il titolo, mi
ha richiamato
alcuni passi di Sant'Angela, primo fra tutti il verbo "rallegratevi" che la
nostra santa Madre, riprende nei suoi scritti.: nel 9° Ric; nell'8° Legato
e nell'11° Leg... dove dice appunto "...rallegratevi e state di buona
voglia" ...
Leggendo vi ho ritrovato la concretezza e la semplicità del
nostro Papa, che ormai conosciamo bene, e ho collegato alcune
espressione che, nel senso, richiamano proprio Sant' Angela.
Non ho letto ancora tutta l'esortazione, mi sono fermata al primo
capitolo, già ricco di spunti di riflessione, dove il Papa richiama la
testimonianza e la santità di tanti santi conosciuti, ignoti, e dice cose
profonde, profondissime e vere, che hanno il sapore del Vangelo e le
dice con grande semplicità, come se riprendesse con la Santa Madre:
"Tenete l' antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate
da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova. (7° Ric 22) Veramente una concordanza con Sant'Angela!
Per Sant'Angela la santità è "...essere separate dalle tenebre di
questo misero mondo e unite insieme a servire sua divina Maestà"; la
santità è "...essere spose del Figlio di Dio ..."
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rimanere radicate sui solidi principi e fondamenti della fede, perché ciò
che ci farà sante è la "Vita nuova".
Già nell'introduzione, cioè dal primo numero della Esortazione
Apostolica, è chiara la finalità e l'invito che il Papa Francesco intende
rivolgere a tutto il Popolo di Dio e a ciascuno/a in particolare:
"Quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è
soprattutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di
noi, quella chiamata che rivolge anche a te: «Siate santi, perché io
sono santo» (Lv 11,44; 1 Pt 1,16). Il Concilio Vaticano II lo ha messo in
risalto con forza: «Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e
di una tale grandezza, tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono
chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui
perfezione è quella stessa del Padre celeste». (GE 10 da LG)
La chiamata alla santità è per tutti
Questa non è una richiesta
nuova; come dice il Papa Francesco,
è un frutto tra i più importanti del
Concilio Vaticano II, l'aver
proclamato che tutto il Popolo di Dio
è chiamato alla santità, ma se il Papa
desidera riproporre questa riflessione
a tutta la Chiesa, evidentemente è
perché tanti pensano ancora che la
santità è "riservata" a " .... vescovi,
sacerdoti, religiosi, religiose. Molte
volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a
coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze tra le
occupazioni ordinarie per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è
così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e
offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni
giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo
vivendo con gioia la tua donazione." (GE14)
Mi sembra che già in questo passaggio l'esortazione sia rivolta
particolarmente anche a noi.
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A motivo della nostra Consacrazione Secolare, dovremmo
essere le "specialiste" di chi non mette distanze tra le occupazioni
ordinarie e i momenti dediti in special modo alla preghiera, come
dicono bene le nostre Costituzioni che delineano la nostra fisionomia
sullo stile di Sant'Angela:
"Il nostro cammino spirituale (...il nostra vivo desiderio di
santità!...) si esprime in una continua tensione verso Cristo. Unite a
Lui, fonte della vera sapienza, cerchiamo di realizzare nella nostra
vita quella mirabile sintesi di azione e contemplazione che fu della
nostra Madre e delle nostre prime sorelle: “stando nel mondo,
partecipi della vita attiva, gustano della vita contemplativa e in
maniera mirabile uniscono l’azione alla contemplazione; l’altezza
della contemplazione non distoglie dall’azione, né l’attività impedisce
il gusto delle cose celesti” (Cost. 4.1) Perché questo avvenga .... "Lascia che la grazia del tuo
Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia
aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti
scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia
possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua
vita." (GE 15)
Lo Spirito Santo, che opera sempre in noi, ci renderà capaci di
silenzio, stupore e sapienza come Anna, figlia di Fanuel, e ci darà la
forza e l’ardore di Giuditta" (Cost. 4.2)
... perché possiamo, con Lui, superare lo scoraggiamento, i
momenti di tristezza; andare oltre l'avvilimento di quando non
sappiamo e non possiamo fare ciò che ci sembra il meglio; accoglierci
nella nostra povertà quando dobbiamo "accontentarci" di fare quello che
possiamo, con i nostri limiti e le nostre paure...
Ma che cosa è la santità?
«La santità non è altro che la carità pienamente vissuta».
Pertanto, «la misura della santità è data dalla statura che Cristo
raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo,
modelliamo tutta la nostra vita sulla sua». (GE 21)
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Carità è non restare adirata, non rispondere superbamente, non
fare le cose malvolentieri, non mormorare, non riportare cosa alcuna di
male... le piccole cose di ogni giorno, quelle piccole cose che
qualificano la nostra vita quotidiana e ordinaria.
"...la carità, la quale dirige ogni cosa ad onor di Dio e al bene
delle anime.." (2° Ric 6)
"Nella famiglia e nella professione, nella comunità civile ed
ecclesiale, e in ogni nostra attività e iniziativa terremo desta la
speranza del cielo, dove Gesù vive alla destra del Padre. Il nostro
lavoro si svolgerà con grande senso di responsabilità, con
competenza, serietà e onestà...." (Cost.22.3)
La missione in Cristo
"Anche tu hai bisogno di concepire la totalità della tua vita
come una missione. Prova a farlo ascoltando Dio nella preghiera e
riconoscendo i segni che Egli ti offre. Chiedi sempre allo Spirito che
cosa Gesù si attende da te in ogni momento della tua esistenza e in
ogni scelta che devi fare, per discernere il posto che ciò occupa nella
tua missione. E permettigli di plasmare in te quel mistero personale
che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi." (GE 23)
Missione è donarci ai fratelli e alle sorelle che il Signore mette
sulla nostra strada, alle persone che ci fa incontrare nel nostro cammino
a motivo della famiglia in cui ci troviamo, del lavoro, del "vicinato" ...
di coloro che ci vivono accanto e che sono per noi "...un riflesso della
presenza di Dio." (GE 7)
Come per ogni Battezzato la nostra Consacrazione è per la
missione.
E noi sappiamo bene che la nostra Consacrazione Secolare
desidera riflettere nella nostra vita il grande mistero dell'Incarnazione di
Gesù perché, <<abitando in luoghi informali, seminati nel mondo, la
buona notizia possa arrivare, attraverso di noi, in ogni anglo della terra,
in ogni struttura, in ogni realtà>> (I. S. Lettera a tutti i Vescovi del mondo.)
Il capitolo quarto delle nostre Costituzioni, intitolato appunto
"Consacrazione e missione", ci aiuta a comprendere:
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"Accoglieremo gioiosamente Cristo e lo serviremo con
amabilità e mitezza in ogni essere umano, a cominciare dai più
poveri. Il nostro comportamento sarà giudizioso e mite, di buon
esempio e di edificazione per quanti incontreremo; le nostre parole
saranno sagge e misurate, non aspre, non crude, ma umane e
inducenti a concordia e carità” (Cost. 22.3)
L'attività che santifica
"Poiché non si può capire Cristo senza il Regno che Egli è
venuto a portare, la tua stessa missione è inseparabile dalla
costruzione del Regno: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la sua
giustizia» (Mt 6,33).[...] Pertanto non ti santificherai senza consegnarti
corpo e anima per dare il meglio di te in tale impegno." (GE 25)
Per lasciare al primo posto il Regno di Dio occorre: "...
lasciare ormai totalmente l'amore di questo mondo miserabile e
traditore, nel quale non vi è mai né riposo né alcuna vera
soddisfazione.. [...] e desiderare le allegrezze e i beni celesti,
bramare quelle feste allegre e nuove del cielo, quei trionfi beati ed
eterni." (5° Ric 3-4) e"...ogni nostro dolore e tristezza si
volgeranno in gaudio e allegrezza; e troveremo le strade, per sé
spinose e sassose, per noi fiorite e lastricate di finissimo oro. (Pr
Reg. 27)
L'attività che ci santifica, non è l'attivismo "sfrenato" di chi
ha bisogno di riempire ogni istante di cose da fare, ma riempire il
nostro tempo di momenti diversi e forse opposti, tutti ugualmente
importanti, di momenti ricchi di senso e portatori di pace.
"Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro,
desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e
sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come
parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del
cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la
contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo
nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione". (GE 26)
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... tenendo sempre ben presente al nostro cuore e alla nostra mente, che
«non è che la vita abbia una missione, ma che la vita è missione». (GE
27) Per quanto posso capire io e per la mia esperienza, è questa unità
di vita che realizza la nostra santità...
Lo stile dell'impegno che dà testimonianza
"Un impegno mosso dall’ansietà, dall’orgoglio, dalla necessità
di apparire e di dominare, certamente non sarà santificante. La sfida
è vivere la propria donazione in maniera tale che gli sforzi abbiano un
senso evangelico e ci identifichino sempre più con Gesù Cristo." (GE
28)
Mi sembra che quest'ultima affermazione di Papa Francesco, sia
esplicativa in modo eccellente di quanto il papa voglia chiederci e di
quanto ci sollecita a fare.
E' lo stesso modo di essere che ci dice Sant'Angela nel 5°
Ricordo: "Dite loro che, in qualunque luogo si trovino, diano buon
esempio. E che siano per tutti un profumo di virtù. E cerchino di
mettere pace e concordia dove si troveranno. Soprattutto siano umili
ed affabili. E tutto il loro comportamento, le loro azioni e le loro
parole siano secondo carità, e sopportino ogni cosa con
pazienza; specialmente con queste due virtù si rompe la testa al
diavolo." (5° Ric 13-17) Un modo di essere che ha la sua caratteristica principale
nell'umiltà vera, nel far le cose senza mettersi in mostra, lasciando che
siano altri a parlare di noi...sono le virtù mericiane che sono enumerate
nel 5° Ric., ma non solo: la modestia, la mitezza, la piacevolezza,
l'affabilità, la sobrietà, la prudenza, il riserbo, l'amabilità, la pazienza....
Virtù che la nostra Santa Madre ci indica, ma che, soprattutto ha
vissuto lei per prima,
testimoniandoci con la vita, la disponibilità a farsi prossima verso chi
aveva bisogno con disponibilità e nell'umiltà.
E le Costituzioni, nel passo che ho già citato, vi fanno eco in
modo diretto: "Ovunque ci troveremo, cercheremo di essere
costruttrici di pace; ci apriremo alle necessità dei fratelli e
all’impegno di edificare in modo solidale la città dell’uomo, nella
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difesa della verità e della giustizia. Accoglieremo gioiosamente Cristo
e lo serviremo con amabilità e mitezza in ogni essere umano, a
cominciare dai più poveri. Il nostro comportamento sarà giudizioso e
mite, di buon esempio e di edificazione per quanti incontreremo; le
nostre parole saranno “sagge e misurate, non aspre, non crude, ma
umane e inducenti a concordia e carità” (Cost 22.3)
Non avere paura
Concludo con
un'ultima citazione
dell'esortazione
“Gaudete ed esultate”
che chiude il primo
capitolo.
Papa Francesco, dopo aver "illustrato" la chiamata alla santità,
incoraggia con queste parole: "Non avere paura di puntare più in alto,
di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti
guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano,
perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia. In
fondo, come diceva León Bloy, nella vita «non c’è che una tristezza,
[…] quella di non essere santi». (GE 34)
Anche Sant'Angela ci incoraggia senza nascondere la
necessità dell'impegno: "Tuttavia, sorelle mie, non vi dovete
spaventare per questo. Infatti, se vi sforzerete per l'avvenire, con
tutte le vostre forze, di vivere come si richiede alle vere spose
dell'Altissimo, e di osservare questa Regola come via lungo la
quale dovete camminare, e che è stata composta per il vostro bene,
io ho questa indubitata e ferma fede, e questa speranza nella
infinita bontà divina che non solo supereremo facilmente tutti i
pericoli e le avversità, ma li vinceremo anche con grande gloria e
gaudio nostro." (R Pr22-25) E' un impegno sostenuto dallo Spirito, dai mezzi preziosi che
la Chiesa mette a nostra disposizione, primi fra tutti i Sacramenti e,
per noi, dagli indicatori preziosi per il nostro cammino che sono gli
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scritti dai Sant'Angela e le Costituzioni che tante volte abbiamo
definito: <<i nostri codici di santità.>>
" E nello stesso tempo rallegratevi perché senza dubbio quel che vi dico
avverrà." (9° Ric, 22)
"...ragionando insieme spiritualmente possano rallegrarsi" (Test, 8°
Legato, 4)
"...rallegratevi, state di buona voglia." (Test. 11° Legato 14)
Il Papa conclude l'esortazione con questo auspicio:
"Spero che queste pagine siano utili perché tutta la Chiesa si dedichi
a promuovere il desiderio della santità. Chiediamo che lo Spirito
Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la
maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito.
Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere."
(GE 177)
.... e questo auspicio mi sollecita la domanda di fondo...:
Ma io ho davvero il desiderio di santità???
Maria Rosa
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IL PENSIERO DELL’ASSISTENTE ECCLESIASISTICO
DEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE
In vista dell’Assemblea
di luglio 2018
Nei giorni 7-11 luglio 2018 si terrà a
Roma l’ASSEMBLEA ORDINARIA
DELLA FEDERAZIONE, nel 60°
della sua approvazione.
L’Assemblea è l’esercizio del
‘DISCERNIMENTO’ che la
COMPAGNIA è chiamata a fare regolarmente ogni sei anni. Non si
tratta di un atto formale da fare perché è in calendario, ma
dell’impegnativo discernimento che coinvolge tutte le Compagnie
Federate in Istituto Secolare. E’ il volgere insieme uno triplice sguardo.
Il primo è lo sguardo alle proprie origini e alla lunga storia nella quale il
Carisma fondativo di sant’Angela, nella diversità dei tempi e dei luoghi,
ha trovato concretizzazione, operando quelle scelte che “secondo i
tempi e i bisogni è accaduto di dare nuovi ordini o di fare diversamente
qualcosa” (Ultimo legato), ma sempre con la finalità di “osservare questa
Regola come via lungo la quale camminare…” (Regola, prologo).
Il secondo sguardo si rivolge profeticamente al futuro nell’intento di
“obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel
cuore lo Spirito Santo…” (Regola cap. VIII) e per “provvedere ad ogni
cosa, secondo che lo Spirito Santo vi ispirerà” (Legato settimo), e in
obbedienza a quanto “la carità e lo Spirito Santo vi illumineranno e
detteranno dirigendo tutto al bene…” (legato nono).
Il terzo sguardo sarà rivolto al presente con l’impegnativo compito di
operare quel discernimento che si concretizza oggi in precise scelte che
riguardano sia le persone che guideranno l’Istituto sia qualche
cambiamento dettato appunto dalle reali situazioni di molte Compagnie.
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In particolare oggi si rivela di particolare urgenza quanto anche
s. Angela prevede al capitolo undicesimo della Regola: “Se per volontà
e liberalità di Dio accadesse che ci fossero denari o altri beni in
comune, si ricorda che devono essere bene amministrati e che vanno
dispensati con prudenza, specialmente in aiuto delle sorelle e secondo
gli eventuali bisogni”. Bisognerà avere il coraggio di interrogarsi cosa
significhi “amministrare bene, dispensare con prudenza aiutare le
sorelle” nella mutata condizione di tante Compagnie e della
Federazione che riunisce tutte nell’unico Istituto Secolare di
Sant’Angela Merici.
Ci si trova oggi a dover affrontare la situazione di singole
Compagnie della Federazione, specie in Italia, che faticano a proseguire
o rischiano addirittura la chiusura, e che richiedono l’accompagnamento
in altre Compagnie più o meno vicine.
Molto diversa invece è la situazione di Compagnie o
Gruppi fuori Italia, che operano in modo nuovo e diverso nel loro
ambiente, ma alle quali si richiede la fedeltà al carisma mericiano.
Questa loro situazione richiede l’accompagnamento da parte di altre
Compagnie, quasi sempre molto lontane, sotto la guida della Presidente
dell’Istituto e del suo Consiglio, con le fatiche e le spese che questo
accompagnamento comporta con tanta disponibilità di tempo e di
mezzi.
Si prospetta quindi la necessità di qualche nuova scelta concreta,
aperta e condivisa da tutti i membri delle Compagnie federate formanti
l’Istituto secolare.
Scelte coraggiose e generose sulle quali ogni singola Compagnia
deve interessare e informare tutti membri, in vista dell’Assemblea.
Così l’Assemblea prenderà decisioni maturate anche nelle
singole Compagnie, alla luce della fedeltà (“tenete l’antica tradizione”)
e in risposta alla nuova situazione ecclesiale e mondiale in cui vivono
tutte le Compagnie federate nell’Istituto (“fate vita nuova”). Si eviterà
così anche il pericolo di scelte individuali e talora individualistiche
delle singole Compagnie.
L’Assemblea è dunque il consultarsi insieme e “fare un buon
esame” (Legato settimo) delle Direttrici e Delegate, portando anche il
frutto del lavoro di discernimento fatto nelle Compagnie.
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E non c’è migliore preparazione dell’Assemblea che “ricorrere
vai piedi di Gesù Cristo e lì, con tutte le vostre figliole, fare caldissime
orazioni. Perché così senza dubbio Gesù Cristo sarà in mezzo a voi, e
vi illuminerà, e vi istruirà come vero e buon maestro su ciò che dovrete
fare” (Ultimo legato).
L’Assemblea diventa così un evento di fede e di obbedienza.
Auguro per questo scopo un buon lavoro preparato nella preghiera di
tutte le Compagnie.
+ Adriano Tessarollo
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Nell’ultima statistica avevamo chiesto: una parola o una frase
riassuntiva che esprimesse la realtà e la speranza del gruppo o della
Compagnia.
Ora, senza nasconderci la realtà, vi restituiamo il risultato della
speranza che supera di molto le prove e le difficoltà. Coraggio quindi e
avanti con fiducia, con cuore grande e pieno di desiderio!
La realtà percepita… Compagnia, povera di risorse umane e di prospettive
Stiamo calando sempre più.
La Compagnia invecchia e il numero di membri diminuisce
Siamo piccole piccole
Siamo una Compagnia con molta diversità
Il contesto sociale è molto difficile e pericoloso
La speranza che sostiene…
Unite insieme nella preghiera e nella disponibilità… Andiamo
avanti con pazienza, grazie a Dio.
Siamo grate per il grande dono della nostra vocazione.
Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa e fate vita nuova
Speriamo nei nuovi virgulti… fioriscano dentro la Compagnia…
a gloria della Santissima Trinità!
Abbiamo una forte speranza di crescita futura, confermata dalla
presenza di numerosi simpatizzanti… Sperimentiamo la gioia di
nuove vocazioni.
Restiamo fedeli, preghiamo per le vocazioni e continuiamo
l’apostolato.
Ci vogliamo bene e ci aiutiamo e vogliamo bene alla Compagnia
di S. Angela e alla Federazione.
Profondo impegno; gratitudine per l'opportunità di vivere
questa vocazione in unione spirituale con le sorelle di tutto il
mondo.
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Vogliamo dare un’oppotunità a tutte coloro che cercano una via
di consacrazione dentro un istituto secolare.
Se Lui principlamente l’ha piantata, chi mai la potrà sradicare
Vogliamo affidarci alla promessa, come Abramo, questo
significa uscire dalla “situazione”: dal passato e dal presente che
possediamo, e camminare verso...
Vogliamo crescere e morire dentro questa vocazione di
consacrazione secolare…
Contiamo sull’aiuto di Dio e la protezione di Sant’Angela,
confidiamo sull’arrivo di nuove vocazioni e sulla fedeltà creativa
dei membri.
Quanto dovete pregare Dio che vi illumini e vi diriga e vi insegni
quello che dovete fare per amor Suo.
Siamo incamminate verso la meta promessa da Sant’Angela,
fedeli agli impegni assunti…
La speranza e la serenità non ci abbandonano, perché come
Sant’Angela ci ha promesso, Lei e il nostro Comune Amatore
non ci abbandoneranno mai.
Vita ordinaria, fraternità, collaborazione, gioia, speranza,
fedeltà, amore.
Una frase di Papa Francesco: “Vivi, ama, sogna, credi. E, con la
grazia di Dio, non disperare mai.”
Fidandoci della promessa di S. Angela che la Compagnia non
verrà meno (almeno a livello mondiale!)
Muovetevi, credete, sperate…
La vecchiaia è saggezza, la gioventù è speranza.
Lavoriamo molto per far conoscere Sant’Angela e l’Istituto.
Il nostro gruppo cresce e siamo piene di speranza, siamo distanti
ma unite e solidali.
Cerchiamo un cammino sicuro: amare Cristo, aderire alla sua
Parola, essere fedeli al carisma di S. Angela, avere zelo per la
Compagnia.
Cerchiamo di seguire gli insegnamenti di S. Angela diffondendo
pace e concordia, restando umili e caritatevoli.
Questa è la vita eterna: che conoscano l’univo vero Dio…
21
NELLO STESSO CARISMA: LA FEDERAZIONE Qualche riflessione… continua
I GRUPPI ISOLATI
I Gruppi Isolati sono quei gruppi
che si vanno formando senza che
nessuna Compagnia possa
assumersene la cura. (Cost. 34.1)
Nell’epoca della
globalizzazione forse sarebbe più corretto parlare di gruppi in unità… in
comunione… Grazie ai potenti mezzi di comunicazione, siamo tutte più
vicine, più connesse…
Ma questo non toglie esigenze e difficoltà, perché non tutto si
risolve via internet, le relazioni, le visite, la conoscenza sul campo, la
condivisione di vita e di cultura… non ci permette di risolvere tutto da
casa nostra. Occorre ancora uscire, andare, condividere, stare insieme…
Le Compagnie sono in questo senso una risorsa. Ma dove le
Compagnie non ci sono o sono in grosse difficoltà, non possiamo
abdicare al nostro carisma. Occorre coltivarlo, farlo crescere,
mantenerlo vivo e attuale.
Ecco allora i gruppi… Come viviamo questa realtà nel nostro
istituto? Tutte siamo in attesa di vocazioni, ma quando queste ci sono
offerte da qualche parte del mondo noi cosa possiamo fare?
Non possiamo solo dire: che bello, qualcuno ci penserà,
qualcosa capiterà…
Tocca a me, a te, a noi… capire cosa fare e fare… certamente
consultandoci, in unità nella federazione, pregando.
Normalmente ad esempio è bene che sia una Compagnia ad
occuparsi dei gruppi che stanno nascendo… per farli sentire
immediatamente parte di una famiglia spirituale, vicina di fatto o
psicologicamente e spiritualmente.
Ma non sempre questo è possibile e, a volte non è nemmeno
opportuno per le difficoltà di effettiva formazione e accompagnamento.
22
In questo caso se ne assume la cura il Consiglio della Federazione. Ma
il Consiglio della Federazione non è onnipotente, tuttologo… ha
bisogno di persone capaci e disponibili per questo servizio.
Nella nostra situazione sono già parecchi i gruppi nascenti
seguiti da alcune Compagnie oltre i confini della regione e, anche, della
nazione o del continente.
Altri, dove non è stato possibile farli accompagnare da una
Compagnia, se ne sta occupando il Consiglio della Federazione.
Potranno esistere dei gruppi isolati anche nella stessa nazione,
dove magari una Compagnia non è più in grado (per età, numero,
capacità) seguire nuove vocazioni.
C’è spazio ancora per tanto impegno!
La Compagnia durerà finché il mondo durerà…
… E lui non abbandonerà mai
questa Compagnia
fin che il mondo durerà.
Infatti, se lui principalmente l’ha
piantata,
chi mai la potrà sradicare?
Credetelo, non dubitate,
abbiate ferma fede che sarà così,
io so quel che dico. (T 11,7-12)
L’ASSISTENTE ECCLESIASTICO
La nomina… esigenza ecclesiale
Il particolare legame che ci unisce alla Chiesa e la volontà di essere
in totale e filiale unione con il Santo Padre e in docile adesione
all'insegnamento del Magistero, trovano espressione nella nomina
dell'Assistente ecclesiastico. (Cost. 36.1)
23
Da una parte è un’esigenza della Federazione delle Compagnie
di sentirsi Chiesa universale, dall’altra è un dono della Chiesa per noi.
Abbiamo avuto e abbiamo Assistenti veramente fratelli, padri e
pastori che condividono in pieno il carisma mericiano e ci fanno sentite
Chiesa universale.
Il Compito dell’Assistente
L'Assistente ecclesiastico: porterà nel Consiglio la voce autorevole
della Chiesa e la sua specifica competenza in campo spirituale;
favorirà rapporti fraterni tra gli Assistenti ecclesiastici delle
Compagnie; collaborerà con la Presidente e il Consiglio alla
diffusione della conoscenza e della stima della istituzione mericiana
nella Chiesa universale; su richiesta del Consiglio, animerà iniziative
formative e spirituali della Federazione. (Cost. 36.3)
Come l’Assistente delle Compagnie porta la voce della Chiesa
locale nella Compagnia, così l’Assistente ecclesiastico della
Federazione aiuterà il Consiglio in questa adesione e in questo impegno
ecclesiale e spirituale. Manterrà rapporti fraterni con gli Assistenti delle
Compagnie e collaborerà ad ogni iniziativa della Federazione anche in
campo vocazionale.
Vice-Assistente/i
La Presidente con il consenso del Consiglio potrà indicare
all'Assistente ecclesiastico alcuni nominativi per la scelta di uno o più
vice-Assistenti che collaboreranno con lui. (Cost. 36.5)
La Federazione ha avuto in passato dei Vice Assistenti e,
ringraziando il Signore anche ora gode di questo grandissimo dono.
Preghiamo il Signore per l’Assistente e i Vice Assistenti che
aiutano la Compagnia mondiale a mantenersi in filiale unione con il
santo Padre e in docile adesione al Magistero.
Vale per loro la beatitudine di Sant’Angela:
beati coloro che veramente se ne prenderanno cura. (T 11,13)
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UNITE INSIEME… AUTONOMIA E ARMONIA
“L’autonomia non esclude l’armonia”, affermava Benedetto VI.
La Federazione è un grande dono: un dono fatto da Dio alla sua
Chiesa. Ci richiama a vivere la particolarità e l’universalità, come è
tutta l’esperienza della Chiesa. Ci riporta ad una dimensione ampia e
libera. È unione nello stesso spirito, nello stesso carisma, è l’unite
insieme tanto raccomandata da S. Angela.
L’autonomia sollecita e favorisce la creatività, l’iniziativa, il rispetto
per ogni luogo e per ogni cultura, favorisce l’incarnazione nel proprio
territorio e nella Chiesa locale, la diocesanità, la fraternità, permette
l’immediatezza nelle scelte pratiche, il prendersi cura in modo più
diretto delle sorelle, della loro formazione. Favorisce la partecipazione,
il senso di appartenenza. Richiede responsabilità più diretta.
La Federazione garantisce che nell’autonomia non si è sole, sostiene la
speranza nella promessa della Madre che la Compagnia non verrà
meno. Favorisce l’incontro, la crescita nel carisma e nello stile di vita
proprio, mette in circolo ciò che c’è di bello e di buono, è esperienza di
diversità, aiuta a uscire dal proprio “localismo”, offre possibilità di
formazione più ampie e qualificate.
Essere Compagnie federate comporta: mettere in comune i propri
tesori sia materiali che spirituali. Comporta preghiera, fatica e impegno
per mantenere unite in modo armonico le singole diverse realtà,
conoscenza fra membri di diverse Compagnie, superamento dei nostri
egoismi e dei nostri campanilismi, sollecita accoglienza, partecipazione
e collaborazione, stima, maggior conformità nel vivere il carisma
mericiano, scambio di esperienze, disponibilità anche a livello
personale. Richiede aiuto reciproco, confronto, flessibilità mentale,
andare oltre i propri bisogni e la propria realtà, per aprirci alla realtà di
tutto l’Istituto. Chiede di dare tutte il nostro contributo, sia pur piccolo,
alla missione della Federazione, senza deleghe o assenteismo.
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Comporta di vivere con apertura anche di mentalità e
disponibilità alla mondialità; conoscenza delle diverse realtà e culture,
accogliere gli aspetti positivi e negativi, ci vuole disponibilità a
muoverci… uscire dai propri recinti.
Comporta di vivere secondo la Regola e le Costituzioni, perché solo
questo è necessario.
Comporta anche di imparare “l’umiltà” del chiedere aiuto e del
farsi aiutare, attivando anche piccole, possibili collaborazioni, presenze,
attenzioni.
Dovremmo attivarci per la presa in carico e l’accompagnamento
di gruppi nascenti e di Compagnie in difficoltà, con le forme e le
modalità più opportune. Le Compagnie vicine dovrebbero essere “più
vicine”, capaci di avvicinarsi insieme alle Compagnie lontane.
Negli incontri periodici delle Compagnie sarà bene trovare un
tempo e uno spazio per l’aggiornamento della vita e del servizio della
Federazione e della mondialità.
La forza per vivere unite insieme si trova:
nella preghiera: occorre innanzitutto farsi carico della mondialità e del
servizio della Federazione davanti al Signore, all’Amatore. Una
preghiera, anche come sostegno a chi si impegna direttamente nel
servizio della Federazione.
Nella fedeltà agli incontri della Federazione e delle Compagnie.
Privilegiare la partecipazione ai convegni e agli incontri della
Federazione, come opportunità unica per aprirci e vivere la mondialità.
Forse dobbiamo anche noi fare un passaggio: dal sogno al
seme… È inutile tenere i sogni nel cassetto, il cassetto non li fa
maturare… Per credere ai sogni bisogna piantare dei semi, coltivarli,
aiutarli a crescere, altrimenti non vedremo mai l’albero dai molti
virgulti.
Certo, piantare un seme significa rischiare di perderlo… sta a
noi scegliere, cosa vogliamo fare, se continuare a raccontare il sogno o
decidere di correre il rischio di piantarlo.
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Non è certo facile, per il credente e nemmeno per la Compagnia,
vivere la logica del seme che muore nel solco; del seme che non fa
notizia, ma fa storia e la genera come storia di salvezza. Avere il
coraggio di piantare ancora e di nuovo in ogni stagione, in ogni epoca il
seme della Compagnia significa affidare il seme a Qualcuno, al Comune
Amatore e alla Madre Angela, che da sempre si prende a cuore i nostri
sogni.
Percorrere la strada della secolarità
Questa strada non è lastricata di tanti segni o stendardi, ma è
piuttosto normale, profana…
Del resto è la strada, ci ricorda Sant’Angela, di Gesù Cristo,
della Madonna, di tanti cristiani della Chiesa primitiva, di tanti santi,
di tante nostre sorelle.
Gesù che si fa uomo, non assume i connotati della sacralità, ma
resta laico, vive come tutti, fa il carpentiere, non il rabbino. La nostra
deve essere la spiritualità dell’incarnazione. Fatichiamo a volte a capirlo
nella nostra realtà e fatichiamo a far passare questo messaggio in altri
continenti…
Per la strada della secolarità dobbiamo ricordarci che l’olio non
basta per sempre…
Non vogliamo trovarci come le vergini del Vangelo… senza olio
sufficiente. E’ vero noi abbiamo l’olio di Sant’Angela, quello di tante
vergini che già sono nella Compagnia del Cielo, ma le nostre lampade
oggi, tocca a noi riempirle.
Non possiamo vivere una consacrazione secolare anonima e
nemmeno possiamo credere di poter vivere di rendita. Anche le
Compagnie attraversano un periodo di incertezza, ma forse la risposta
va cercata nel vivere con maggior autenticità ciò che siamo e ciò che il
Comune Amatore e sant’Angela desiderano che siamo. Occorre
riempire nuovamente le lampade con l’impegno a vivere
appassionatamente oggi, nel mondo, la nostra vocazione.
Continuare nell’unità dell’unico carisma…
“Erano un cuor solo ed un’anima sola…” così dicono gli Atti
tratteggiando la vita della prima comunità cristiana. “Unite insieme
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tutte d’un cuore e d’un volere” dice Sant’Angela nell’ultimo Ricordo;
“Siano unite e concordi nel volere, come si legge degli Apostoli e degli
altri cristiani della Chiesa primitiva” precisa nel 10° Legato.
Oggi gli studiosi di vita consacrata riscoprono il valore della
comunione non tanto e non solo come vita comune, ma come vita “in
comunione”.
Noi siamo sicuramente in buona compagnia e in compagnia
dobbiamo riscoprire continuamente il nostro carisma, la nostra forza, la
nostra speranza… l’unità e la comunione.
Insieme alla sequela di Gesù Cristo, insieme con il Comune
Amatore.
Se è sempre stato il momento di lavorare insieme… oggi non
possiamo più farne a meno. Solo se siamo convinte della
complementarietà di tutte le risorse esistenti nella Compagnia del
mondo, sarà possibile continuare a sperare e a vedere cose mirabili.
Proprio dove il futuro si presenta più difficile, è tanto più
urgente intraprendere la strada dell’essere insieme il più rapidamente
possibile, quando ancora alcune risorse e alcune forze non sono del
tutto esaurite.
Proprio per la fragilità di tante realtà e di tante situazioni di
Compagnia oggi non è più possibile e non è più consigliabile lavorare
da soli, nemmeno quando ci trovassimo ancora in situazione favorevole
con un buon numero di membri e capacità di iniziative. In questo caso
la collaborazione, l’apertura, l’accoglienza favoriranno un processo di
maturazione e di crescita a favore di tutta la Federazione.
Solo se cerchiamo di essere attive e presenti, ogni qualvolta ci
è possibile, possiamo continuare a credere, a sperare, possiamo dare il
nostro apporto, per far sì che le proposte siano a misura delle
Compagnie, più incisive, più significative. La presenza e la
partecipazione di ciascuna è una grande testimonianza di attenzione, di
fiducia, di responsabilità.
Insieme cammineremo ancora in Compagnia e faremo del nostro
Istituto una bella storia. (dal libro: Caterina Dalmasso Un cammino di santità…
lettura spirituale delle Costituzioni della Compagnia)
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Signore Gesù Cristo,
tu che hai pregato perché tutti
siano una cosa sola…
aiutaci a vivere l’unità nel mondo
e nella Compagnia.
Fa che in Te, in questa famiglia
spirituale, siamo legate l’una all’altra
col legame della carità,
fa che ci apprezziamo, ci aiutiamo,
ci sopportiamo…
Signore Gesù Cristo,
sappiamo che restando unite, tu sarai
fra noi, ci concederai il favore
del cielo e della terra… crediamo che ogni nostro
essere e fare andrà a buon fine…
Signore Gesù Cristo,
abbiamo la certezza che unite insieme…
ogni grazia che domanderemo
ci sarà concessa infallibilmente.
Sant’Angela, che sei sempre in mezzo a noi,
aiuta la nostra preghiera…
Fa che prendiamo sul serio il tuo appello accorato all’unità,
vogliamo essere unite insieme, tutte di un cuore e d’un volere.
Sappiamo quanto è importante tale unione e concordia,
e allora la desideriamo, la cerchiamo,
l’abbracciamo, la conserviamo con tutte le nostre forze.
29
Sant’Angela,
tu che ci ha assicurato che, insieme
unite di cuore,
saremo come una fortissima rocca,
come una torre inespugnabile…
aiutaci ora a compiere
coraggiosamente l’impresa
cominciata.
Sant’Angela,
aiutaci ad essere animatrici,
confortatrici, piene di fiducia…
perché senza dubbio quello che ci hai detto avverrà.
Tu, amica fedele, con l’Amatore tuo, anzi nostro,
sarai con noi per intercedere ogni grazia,
per tutta la vita fino all’estremo momento della morte.
E noi vogliamo restare
contente,
vogliamo avere viva
fede e speranza,
chiediamo di essere
benedette:
Nel nome del Padre e
del Figlio e dello
Spirito santo.
Amen!
Kate
30
28-29-30 aprile2018
“Venite in disparte e riposatevi un
poco”. Ho sentito forte l’invito di
Gesù a staccare dal quotidiano,
quando mi hanno proposto di
partecipare a queste giornate a
Brescia dal titolo: “Per
l’accompagnamento vocazionale
e formativo”. E davvero ho riposato lo
spirito ed il corpo, cambiando
ritmo di vita e godendo la fraternità con le sorelle di altre diciotto
Compagnie, non solo italiane. Pregare insieme, stare a tavola con
persone sempre diverse, ascoltare le relazioni e scambiarsi idee in
proposito, gioire di essere differenti, perché la Compagnia mondiale
abbia maggiore ricchezza, sono state significative esperienze di questi
giorni insieme.
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Soprattutto, ho avuto modo di guardare la
mia realtà con occhi diversi, lasciandomi guidare
da Claudia Ciotti, psicologa, psicoterapeuta che
ha aiutato tutte noi a riflettere sulla realtà e le
sfide di un accompagnamento vocazionale. A
partire dalla realtà umana e spirituale sia mia che
delle persone con cui sono chiamata a camminare.
Scrive Bonhoeffer: “Non esiste maturità
umana al di fuori della capacità e della necessità
di scegliere. Ogni scelta comporta una rinuncia a
ciò che per sé è buono. L’arte di diventare grandi comporta imparare a
vivere da persone soddisfatte nonostante molti bisogni insoddisfatti”.
Bisogni che riconosco di avere, che non percepisco, che mi
fanno notare altri, ma di cui io non mi accorgo; bisogni che mi mettono
in movimento, mi aiutano a vivere, ma possono anche bloccarmi, è
quindi necessario che li conosca e li chiami per nome, perché
condizionano la mia
personalità.
Gesù si è incarnato,
quindi io che cerco di
seguirlo non posso vivere
disincarnata, devo fare i
conti con tutte le dimensioni
del mio essere e del mio
vivere in questo tempo, con
tutte le sue possibilità e
sfide. E magari cercare che
chi mi incontra mi trovi
libera e gioiosa, perché sono chiamata alla santità, sono chiamata a dare
l’immagine di un cristianesimo che vive nella storia, con uno sguardo
profondo ed una presenza creativa.
Ogni persona vive la libertà come ne è capace, è importante
capire questo ed aiutarla a fare il passo che le è possibile.
In questo tempo storico emerge una grande incapacità a
decidere, il “per sempre” fa paura, si riscontra fatica a mantenere in
modo stabile una decisione presa.
32
Per accompagnare altri
devo avere consapevolezza della
mia storia, che è sacra perché
attraversata da Dio. Sono
chiamata a raccontarmi, ad andare
in profondità per capire come Dio
lavora dentro di me. E non avere
paura a riconoscermi povera e
ferita, in passato o nel momento
attuale. Questo conoscermi in
profondità mi aiuta a non riversare sugli altri le mie ferite, ma a
rispettare profondamente l’alterità.
Nella consapevolezza di queste reazioni umane posso attivare il
mio spazio di libertà, i miei bisogni profondi ed orientati al bene perché
ogni relazione diventi di costruttiva crescita.
Con queste interessanti premesse… buon cammino a tutte!! Maria Luisa
33
DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI
La Compagnia di Padova:
un seme che germoglia anche in Nigeria
Nigeria gennaio 2018
due rinnovi, due prime consacrazioni e un’ammissione
C’è un ponte che lega la Compagnia di Padova alla Nigeria, un
ponte fatto di affetto, di conoscenza, di strada condivisa, di obiettivi
comuni e di speranze che crescono e allargano il cuore; un ponte che è
nato con l’accoglienza nella Compagnia di Angela Anonaba.
Angela ha conosciuto la Compagnia a Roma dove viveva e
lavorava, si è subito innamorata del carisma e lo ha riconosciuto come
suo, in seguito si è trasferita a Padova ed ha seguito la formazione
iniziale .
Un grave problema familiare, l’ha riportata al suo paese, dove ha
aperto un piccolo negozio di articoli religiosi, e ripreso gli studi per
conseguire una specializzazione, che ora le permette di gestire una
scuola.
34
Con il suo entusiasmo ha contagiato e appassionato al carisma di
sant’Angela, tante persone intorno a lei e qualcuna, forse, stava proprio
aspettando che questa forma di vita le venisse incontro.
Così la Compagnia sta mettendo radici anche in quel paese, ora
ci sono sei sorelle con Angela: Agnes, Bernardette, Victoria, Elizabeth e
Louisa di prima consacrazione e Patricia che ha appena iniziato il suo
cammino. E siccome il Signore provvede sempre alle sue figlie, c’è un
sacerdote, p. Hyginus Aghaulor cugino di Angela, che si prende cura
del gruppo, predica ai ritiri, aiuta Angela nei discernimenti ed è presente
per molte necessità.
Fanno parte della Compagnia di Padova, anche se così lontane, e
i contatti sono frequenti e costanti, purtroppo il clima politico e la
grande incertezza sulla sicurezza in quel paese, non hanno ancora
permesso una visita da parte nostra, abbiamo conosciuto personalmente
Agnes che è stata in Italia con Angela e don Igino e a breve
conosceremo altre due sorelle.
È incoraggiante osservare, quello che era solo un piccolo
germoglio, crescere e svilupparsi; in una terra martoriata dalla violenza
e attanagliata dalla paura… è senza dubbio un segno di speranza e di
vicinanza del Signore. Vania Rampone Compagnia di Padova
Formazione iniziale
Milano 24, 25 febbraio 2018 il
gruppo riflette sulla Federazione
Convegno regionale Sicilia
8 aprile 2018
35
Brescia 19 maggio 2018
Un piccolo gruppo
per la formazione iniziale
davanti a Sant’Angela
Gruppo dell’Etiopia
Cercate il Signore
mentre si fa trovare,
invocatelo mentre è vicino…
perchè i miei pensieri
non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono
le mie vie… (Is. 55,6; 8)
Il Signore ha i suoi progetti e non sempre corrispondono ai nostri.
Noi avevamo in vestito molto nella presenza attiva e partecipe di
Masa (prima a destra della foto) nel piccolo gruppo dell’Etiopia.
Sapeva l’inglese, stava imparando l’italiano, istruita e
tecnologica, entusiasta della vocazione.
Masa si era prenotata per la nostra Assemblea della Federazione,
ma il Signore l’ha chiamata a sé il 2 aprile u.s.
Al gruppo dell’Etiopia va tutta la nostra vicinanza e a Masa, già
incoronata sposa e regina, va la nostra preghiera: “resta sempre con
noi con il Comune Amatore e la madre Angela. Intercedi per il tuo
gruppo, per la prossima Assemblea e per il prossimo Consiglio della
Federazione”. (C.D.)
36
Gruppo del Madagascar
Carissime,
vorrei condividere con voi tutte…
tanta grazia e tanta gioia.
Domenica 15 aprile 2018 è stato un
giorno di festa e di benedizione per la chiesa
cattolica, in particolare per noi in
Madagascar per la beatificazione del terzo
beato malgascio: LUCIEN BOTOVASOA
Vissuto in una famiglia musulmana,
Lucien è stato battezzato a 14 anni. È diventato insegnanti nella scuola
cattolica di Vohipeno (Sud-Est della nostra isola dove abitano due
nostre consorelle - Annick e Clémentine - )
È stato catechista e animatore dei catechisti. Sposato, padre di 8
figli (di cui 4 ancora in vita).
È stato condannato a morte
e decapitato il 17. 04.1947 per la
sua integrita e il suo coraggio nel
difendere la fede e la verita -
durante la rivoluzione al tempo
della colonizzazione francese, nel
1947.
Il
suo
corpo è
stato gettato nel fiume a Vohipeno.
Io e Jaqueline, abbiamo avuto la
fortuna di fare un pellegrinaggio per questo
avvenimento importante.
Clémentine era la responsabile del
Museo di Lucien e spiegava tutto ai
visitatori. Un caro saluto con affetto dalle
sorelle malgasce. Voahangy
37
Compagnia Brasile sud/est
Nella Parrochia de Sant’Antônio
Gopoúva, Guarulhos São Paulo, il giorno
29/4/2018, hanno fatto la loro
consacrazione: Maria Machado da Cunha
per tre anni e Cacilda Barto Masiero a vita.
La consacrazione è avvenuta dopo
un ritiro di riflessione e di preparazione a
questo gioioso e felice avvenimento per la
nostra Compagnia.
Anche l'anno scorso due sorelle
Felika Tomacheski e Maria Gatelli hanno
fatto la loro consacrazione a vita. Così la
nostra Compagnia cresce.
Vorrei ringraziare con voi il
Signore per tutto quello che opera in noi,
senza merito alcuno, anzi proprio nella
nostra povertà umana.
Preghiamo affinché possiamo tutte essere fedeli e sollecite nella
risposta al Signore, in Compagnia. Ursula
38
Padova 150° di Compagnia 1868-2018
Il 10
giugno la
Compag
nia di
Sant’Ang
ela di
Padova
festeggia il 150°
anniversario della
sua presenza in
Diocesi.
È un’occasione
per far memoria
della fedeltà e del
bene vissuto in questi luoghi da tante sorelle, per ringraziare dell’eredità
ricevuta e per guardare al futuro con fiducia e speranza, la stessa
speranza che ha guidato i passi delle prime 12 Figlie di Sant’Angela in
quel lontano 4 giugno 1868.
Il ringraziamento si fa pieno nella Celebrazione dell’Eucarestia, insieme
ai tanti fratelli che ci accompagnano e ci offrono la loro stima, e nella
festa con una proposta di presentazione del nostro carisma anche in
musica.
Affidiamo a Dio i nostri sforzi per servire sempre con costanza e
dedizione questa porzione di Chiesa e di Società nella quale Egli ci ha
poste e ci impegniamo a crescere nell’amore, perché come dice
sant’Angela ” ...Dio ha predisposto ab aeterno cosi: coloro che sono
concordi nel bene per il suo onore, abbiano ogni prosperità, e ciò che
fanno vada a buon fine avendo essi in loro favore Dio stesso e ogni sua
creatura”. (ultimo Ricordo) Vania Rampone
39
Compagnia di Bergamo
Una delle
ultime visite della
Presidente in questo
sessennio ha avuto
come meta la
Compagnia di
Bergamo (15 maggio
2018).
Bergamo ha
una ricca storia di
Compagnia alle spalle, anche se ora il
gruppo, come in tanti posti, si è assottigliato.
Nella casa
della Compagnia
ha sede la
Fondazione Papa
Giovanni XXIII con un ricco archivio
storico.
Direttore della Fondazione è l’Assistente ecclesiastico della
Compagnia don Ezio Bolis.
Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno
c. a. è tornata nella sua terra la salma del Santo
Papa Giovanni XXIII ed è passato proprio nella
strada e davanti alla casa della Compagnia
addobbata a festa.
Possa il papa buono regalare alla sua terra
nuove e belle vocazioni con tante “carezze” e
benedizioni celesti… CD
40
RICEVIAMO E
COMUNICHIAMO La Compagnia francese in Belgio
Il 26 maggio u.s. Josepfine
Kamuabu della Compagnia
della Francia, ma residente in
Belgio, ha fatto la sua
consacrazione a vita a
Bruxelles nella Parrocchia dei
Frati Francescani. Si sono
aggiunte a noi Tonina di
Padova, Cristina di Crema,
Victorine di Milano e Nelly di
Torino, altre persone amiche e
i familiari di Josepfine
Danze e canti congolesi hanno
accompagnato la celebrazione molto
festosa.
È stata una grande gioia festeggiare
questo avvenimento con più membri
della Federazione, festa di compagnia
allargata!
E adesso preghiamo perché presto
arrivino nuove vocazioni in Belgio.
Geneviève
41
Dalla Germania a Trento
70 anni di consacrazione e portarli
benissimo…
L’altro giorno ho ricevuto da
Teresa Hofle una bella letterina e il
ricordo del suo 70° di consacrazione che
festeggia il 10 giungo c.a. a Povo, dove è
arrivata due anni fa da Augsburg
(Germania), accolta dalla Compagnia di
Trento. Qui riportiamo una sua foto di 70
anni fa dopo la sua consacrazione con la sua responsabile Amabile e
una più recente…
Siamo in tante a ricordarla; ha sempre frequentato gli incontri
nostri, è stata per anni direttrice della Compagnia in Germania e anche
consigliera della Federazione. Ora Teresa di anni ne ha 91, ma ancora
non è venuto meno il fervore e l’ardore.
Conoscevo tante delle sue doti ma, ho scoperto solo ora che, è
stata anche poetessa. Mi ha fatto dono di una sua poesia degli anni
giovanili dove manifesta gioia e amore per il suo e nostro comune
Amatore… La condivido volentieri perché diventi anche la nostra
preghiera e la nostra offerta. Kate
Perché, o Signore, mi ami così?
Il tuo amore il mio cuore ferì.
Non so spiegare la fiamma d’amor
che arde nel petto e vivo ancor!
La tua delizia è stare con me,
e io si spesso mi allontano da te;
con lo sguardo d’amore mi segui allor,
di nuovo mi abbracci e torno al tuo cuor!
Teresa Hofle
Auguri Teresa per il tuo 70° felice anniversario: nozze di acciaio…
Avanti con cuore grande e pieno di desiderio!
42
FEDERAZIONE
Ieri e oggi…
60 anni… come il giorno di ieri
che è passato…
1951
43
44
45
Sant’Angela… tu che ci hai volute
vere ed intatte spose del Figlio di Dio
aiutaci a comprendere che cosa comporta una tal elezione e che nuova
e stupenda dignità essa sia. Fa che in ogni cosa possiamo comportarci
così, da non commettere in noi stesse, e nei confronti del prossimo,
cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo.
Sant’Angela… tu che hai dato inizio
alla Compagnia di Gesù Cristo
rinnova la nostra ferma intenzione di servire Dio in questa sorta di vita.
Vogliamo tutte abbracciare questa Santa Regola che Dio per sua grazia
ci ha offerto; Vogliamo fare onore a Gesù Cristo,
al quale abbiamo promesso la nostra verginità e noi stesse.
Sant’Angela… tu che ci hai dato l’esempio di una vita di preghiera
fa che ricorriamo sempre ai piedi di Gesù Cristo. Insegnaci a pregare
con lo spirito e con la mente; la fortezza e il conforto dello Spirito Santo
siano con tutte noi, affinché possiamo sostenere ed eseguire
virilmente e fedelmente l’impresa che abbiamo su di noi.
Sant’Angela… tu che ci hai esortate a praticare la santa obbedienza
aiutaci a vivere l’obbedienza come una grande luce che fa essere buona
ed accetta ogni azione. Vogliamo obbedire a Dio e a ogni creatura
per amore di Dio e, sopra tutto, vogliamo essere obbedienti
ai consigli e alle ispirazioni
che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo.
Sant’Angela… tu che ci hai raccomandato
di conservare la sacra verginità
46
fa che, volontariamente, facciamo sacrificio a Dio del nostro cuore,
fa che siamo liete e sempre piene di carità, di fede, e di speranza in Dio.
Sant’Angela… tu che ci hai invitate ad abbracciare la povertà
fa che noi mettiamo in Dio ogni nostro bene, perché sappiamo che
fuori di Dio siamo povere del tutto, e proprio un niente,
mentre con Dio abbiamo tutto.
Sant’Angela… tu che hai suggerito le virtù della santità
fa che siamo vigilanti nell’impresa, accorte e prudenti, riservate
e sobrie, sagge e umane, umili ed affabili, caritatevoli e pazienti,
ferme e salde, fedeli e fervorose,
attente e con cuore grande e pieno di desiderio…
Sant’ Angela… tu che fin col sangue ci fai capire che santità è unità
fa che siamo unite fra di noi, un cuor solo ed un’anima sola…
nella beata e indivisibile Trinità.
Facci sperimentare la tua presenza in mezzo a noi
con l’Amatore tuo, anzi nostro e comune di tutte.
Noi vogliamo essere unite e concordi, tutte insieme,
tutte di un volere, legate l’una all’altra col legame della carità,
apprezzandoci, aiutandoci, sopportandoci in Gesù Cristo.
Angela Santa, resta in mezzo a noi in aiuto alle nostre preghiere
noi sappiamo che, tutte unite insieme, saremo come
una fortissima rocca. Abbiamo la certezza che ogni grazia
che domandiamo a Dio ci sarà concessa infallibilmente
e ogni tua promessa a colmo di misura sarà mantenuta.
Dio ci benedica.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen. Kate
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Gesù Cristo unico Tesoro!
Chiamate per grazia…
ASSEMBLEA ORDINARIA
DELLA FEDERAZIONE
nel 60° della sua approvazione
Casa tra noi - Roma 7-11 luglio 2018
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Ad uso interno