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Commissione Finanze della Camera Audizione ABI SITUAZIONE DEL SETTORE BANCARIO ITALIANO 9 Dicembre 2015

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Commissione Finanze della Camera Audizione ABI

SITUAZIONE DEL SETTORE BANCARIO ITALIANO

9 Dicembre 2015

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Fonte : Associazione Bancaria Italiana; ’’2°rapporto Abi sul mercato bancario europeo’’ (elaborazioni su un campione di 132 gruppi bancari europei)

In Italia le banche svolgono attività commerciale tradizionale … erogano credito e hanno una scarsa propensione agli investimenti in attività finanziarie

Principali indici operatività bancaria (confronti, %)

Impieghi su attivo

Attività finanziarie su

attivo

Titoli di stato su attivo

Attività di trading su

attivo

Derivati su attivo

ITALIA 55% 34% 14,6% 7,0% 6,0%

MEDIA EUROPA 46% 38% 8,5% 8,4% 13,6%

BANCHE DI INVESTIMENTO (UE) 35% 48% 7,1% 11,2% 20,6%

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3

Level

Attività di livello 3 /Tier 1 capital (dati aggregati(*); dic 2014)

52%

21% 21%

14%

4%

23%

DE FR UK IT ES EU4 (ex IT)

(*) ABI su Bankscope e rapporti annuali di un campione di 68 gruppi bancari

… in particolare in attività finanziarie complesse, come le attività di finanza struttura altamente illiquide (cosiddetti attivi di ’’livello 3’’)

Fonte : Associazione Bancaria Italiana; ’’2°rapporto Abi sul mercato bancario europeo’’ (elaborazioni su un campione di 132 gruppi bancari europei)

Inoltre, in Italia le banche le banche operano con bassi livelli di leva finanziaria, che significa elevati indici patrimoniali sull’attivo NON ponderato per il rischio

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36%17% 18% 20% 18% 10% 16%

27% 33%

36%

39% 31% 27% 32% 49% 40% 25%28%

20%34% 41% 40% 42% 29% 34% 34% 22%

9% 10% 10% 12% 9% 12% 10% 13% 17%

PMI Large corporate Mutui residenziali famiglie Altro famiglie

29%

71%

44%

56%

Composizione portafoglio crediti a clientela privata (Giugno 2015)

… prestiti prevalentemente a imprese (PMI in particolare)

Famiglie

Imprese…

… di cui PMI

Fonte : Associazione Bancaria Italiana; ’’2°rapporto Abi sul mercato bancario europeo’’ (elaborazioni su un campione di 132 gruppi bancari europei)

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In sintesi

• In Europa esistono differenti tipologie di banche a cui corrispondono differenti modelli gestionali

• Ciascun modello è caratterizzato da un differente profilo operativo, un diverso portafoglio di business e di struttura di raccolta, oltre che una diversa rilevanza relativa del capitale e del grado di rischio sistemico

• Ciascun modello è caratterizzato, quindi, da un diverso profilo di rischio

• Alcuni di questi modelli sono la causa della crisi finanziaria, altri ne subiscono gli effetti: non è un caso che gli aiuti di Stato che hanno seguito la crisi si siano prevalentemente concentrati nelle banche che adottavano modelli bancari non tradizionali che le esponevano, con maggiore intensità, ai rischi di liquidità e di mercato anziché al tipico rischio di credito bancario

• Gli effetti della crisi originata dalle grandi banche d’affari internazionali non commerciali si sono però riflessi in modo più marcato su chi adottava il tradizionale modello di banca commerciale, in particolare nella peculiare configurazione del business mix dei gruppi bancari italiani (molto credito alle PMI), per cui la relazione tra performance e ciclo economico è più forte

In ragione di queste caratteristiche la lunga crisi ha avuto diverse fasi e prodotto effetti differenziati tra Paesi e mercati bancari

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La strada da fare è ancora lunga. Rispetto al livello pre-crisi, il Pil italiano ha perso il 9%. In altri paesi la caduta è stata meno pronunciata e la ripresa più veloce. Ma ora segnali di inversione ciclica.

Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Andamento del Pil durante la Crisi(100 = I° trim. 2008)

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

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95

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90

95

100

105

110

115

Usa Giappone ItaliaGermania Francia UK

Usa:110,1

Ita: 91

Ger:105,3

Anno Var %2010 -0,1 2011 -0,1 2012 -0,3 2013 -0,4 2014 -0,3 2015 -0,1 2016 0,12017 0,2

Tasso di variazione Pil potenziale Italia

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Ad effetto della crisi, la caduta dell’Italia è stata si è commisurata, rispetto ai valori pre-crisi, in 9 punti di Pil, circa il 30% degli investimenti fissi lordi…

Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Andamento Pil dall'inizio della Doppia Crisi(indice=100 a I° trim. 2008)

2008 2009 2010 2011 2012 201390

92

94

96

98

100

102

104

90

92

94

96

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100

102

104Italia Area Euro Germania Francia

Italia:91

Area Euro:97

Germania:103

Francia:100

Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Investimenti

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

70

75

80

85

90

95

100

105Var. % t/t (sc. sx) Indice= 100 I° trim. 2008 (sc. dx)

Q4 13: 0,9%

Q4 13: 74,3

Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Andamento del Pil durante la Crisi(100 = I° trim. 2008)

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

90

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100

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110

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90

95

100

105

110

115

Usa Giappone ItaliaGermania Francia UK

Usa:110,1

Ita: 91

Ger:104,9

Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Investimenti

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

60

70

80

90

100

110Var. % t/t (sc. sx) Indice= 100 I° trim. 2008 (sc. dx)

Q2 15: -0,4%

Q2 15: 69,6

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Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI

Produzione Industriale e Pil

05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 1590

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100

105

110

115

120

125

380

390

400

410

420

430

Produzione Industriale: indice=100 nel 2005 (medie trim. - sc. sx)Pil livelli (sc. dx) x 1.000

… ed il 25% della produzione industriale….

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Crediti deteriorati lordi/crediti (132 gruppi bancari europei; di cui 15 italiani)

Fisiologicamente, dato il mix di attività delle banche italiane, la crisi reale ha comportato inevitabili conseguenze sulla qualità del credito, che le banche hanno pagato moltissimo in termini di aumento delle sofferenze …

Fonte : Associazione Bancaria Italiana su dati di bilancio (graf sx e dati Banca d’Italia graf dx)

2,4% 2,3% 3,0%

5,0%5,7%

6,2% 6,9%7,7% 7,3%

5,1% 5,3%6,1%

9,3%10,3%

11,5%

14,1%

17,2%

19,3%

2,5% 2,3% 2,9%4,5% 5,2% 5,3% 5,1% 5,1% 4,4%

0%

5%

10%

15%

20%

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014Europa ItaliaBanche Commerciali (BC) Banche d'investimento

Dinamica dei crediti deteriorati in Italia (Dic 2008– Giu 2015*; € mld; totale banche)

(*) da marzo 2014 sono inclusi i dati di “Cassa Depositi e Prestiti”

195

113

18 11

0

50

100

150

200

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dic-

08m

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u-15

Scaduti

Ristrutturati

Incagli

Sofferenze

Totale

337

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30,2 31,4

24,2

13,8 12,6 13,5

9,9

5,5 4,7 4,6 7,3

9,1 7,5 7,0 6,3 7,1 7,1

8,5 6,6

8,8 6,4

8,7

5,4 4,7 4,5

Rettifiche nette su crediti

…e di perdite su crediti

Rettifiche su crediti in italia

(dati di sistema 1990 – 2014; mld €)

Fonte: Abi su dati Banca d’Italia

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-22,3

-2,5

-22,7

9,07,610,8

22,422,4

16,8

201320122011201020092008200720062005

Risultato netto d'esercizio per le banche italiane (mld €)

Forti risvolti sulla performance di bilancio delle banche …

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

ROE PIL

… inevitabili data la correlazione tra Pil e Roe

* Dati relativi al ROE di sistema fino al 2012; dato 2013 relativo a 36 gruppi bancari. Dato 2010 calcolato utilizzando l’utile di esercizio al netto delle rettifiche sull’avviamento (Roe di bilancio -6,2%), dato 2013 calcolato utilizzando l’utile al netto di impairment di attività immateriali, proventi da partecipazione in Banca d’Italia e utili da cessione

Fonte: Abi su dati Banca d’Italia, bilanci e Istat

*

… con forti impatti sulla redditività del settore …

2014 = -4,6 mld € ROE 2014 = -2,1% PIL 2014 = -0,4%

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1,8 5,8 5,8 5,7 11,0 7,5 0,1 10,5 2 8

13 19

30

38 38

48

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

7,0%

11,8%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

2008 2014

Aumenti di capitale delle banche italiane

+48 bln € capital (dato cumulato)

CET 1 ratio delle banche italiane*

+4,8 pp

* Core Tier 1 ratio al 2008; Common Equity Tier 1 ratio al 2014

FORTE INCREMENTO DELLA CAPITALIZZAZIONE REGOLAMENTARE

+€ 4 mld nel 1h 2015

12,1% a giugno 2015

Nonostante lo shock macro, le banche italiane hanno saputo reggere bene l’urto della crisi e hanno risposto alle richieste di patrimonio regolamentare addizionale ricapitalizzandosi con il ricorso a capitali ’’privati’’ …

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… anziché tramite aiuti di Stato alle banche come accaduto altrove …

Fonte: Abi su rapporto della Commissione Europea «State Aid scoreboard 2014 – Aid in the context of the financial and economic crisis

Aiuti di Stato al settore bancario (Interventi di ricapitalizzazione a sostegno delle banche in mld di €;

2008 – 2013)144

141

95

65

4541

28 26

12 11 11 83 3 2 1 1 0 0

Ger

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ia

Sw

eden

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gary

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• L’ammontare cumulato degli interventi pubblici di sostegno al settore finanziario tra 2008 e 2014 (800 mld € nel complesso dei Paesi Area Euro secondo i dati della BCE*) hanno comportato un peggioramento del saldo di bilancio pubblico dell’Area Euro pari all’1,8% del PIL (graf sx)

• Al contrario, per l’Italia, i ricavi connessi agli interventi di assistenza al settore finanziario hanno superato le spese: il risultato è un surplus dello 0,1%, cioé le entrate per lo Stato hanno superato le uscite (i costi) (graf sx)

• Tra i grandi Paesi, gli interventi hanno inciso in modo marcato sulle finanze pubbliche di Germania e Spagna, con un impatto rispettivamente pari a 1,3% e 4,4% del PIL in termini di deficit (graf sx) e di 8,2% e 5% di incremento del debito (graf dx)

… e anche i pochi interventi pubblici realizzati in Italia hanno, peraltro, avuto un impatto POSITIVO sulle finanze statali al contrario di altri importanti Paesi (Germania inclusa)

Interventi pubblici di sostegno al settore finanziario 2008-2014

Impatto cumulato sul saldo di bilancio: deficit (-) o surplus (+) in % del PIL

Impatto cumulato sul debito pubblico: variazione del debito in % del PIL

migliori peggiori migliori peggiori

(*) Fonte : Abi su dati Bollettino Economico BCE, numero 6/2015

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In generale i flussi crescono molto…

• finanziamenti alle imprese:

+14% (gennaio-ottobre 2015 vs stesso periodo 2014)

• nuove erogazioni di mutui per acquisto di immobili: +94% (gennaio-ottobre 2015 vs stesso periodo 2014), di cui incidenza surroghe 31%

.. per le imprese meno rischiose sono in ripresa anche gli stock

Oggi le banche italiane sono protagoniste della ripresa in corso: sono ottimi i flussi di credito ……

-4,4% -4,5%

-5,5%

1,0%

-2,1%

-5,1%

1,0% 0,8%

-4,6%

imprese sane imprese vulnerabili imprese rischiose

dic-13 dic-14 giu-15

Prestiti alle imprese per classe di rischio e dimensione (variazioni % sui 12 mesi)

(*) Fonte : Rapporto sulla stabilità finanziaria N 2/2015; Banca d’Italia

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Fonte: Elaborazioni Direzione Strategie e Mercati Finanziari ABI su dati BCE

% %

Impieghi a imprese non finanziarie (tasso % di variazione annuale; Maggio 2009– Settembre 2015)

Impieghi a famiglie (tasso % di variazione annuale; Maggio 2009 – Settembre 2015)

Impieghi in Europa

Fonte: ABI su ECB

-16

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-10

-8

-6

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0

2

4

6

8

10

12

May

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9Se

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2Ju

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Sep-

12N

ov-1

2Ja

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Mar

-13

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3Se

p-13

Nov

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Jan-

14M

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4Ja

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5Se

p-15

Germany Spain France Italy Euro Area

-6

-4

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2

4

6

8

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May

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Nov

-09

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Nov

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Mar

-15

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5Se

p-15

Germany Spain France Italy Euro Area

September 2015 FR 3.5 DE 1.6 EA -0.3 IT -1.2 ES -2.3

September 2015 FR 3.2 DE 2.5 EA 1.6 IT 1.3 ES -3.3

E sono in miglioramento anche i finanziamenti in essere (stock)

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Source: ABI

> 0 = loans increase (decrease) higher (lower) than that of GDP

< 0 = loans increase (decrease) lower (higher ) than that of GDP

‘Intensità creditizia’ (Impieghi su PIL; a/a; variazione percentuale; 2009 Q1-2015 Q2)

……specie ove se si consideri il credito per unità di prodotto interno lordo (intensità creditizia) ……

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ANCHE PER RAGIONI REGOLAMENTARI, A DIFFERENZA DEL PERIODO PRE-CRISI, IL CREDITO CRESCERA’ IN LINEA CON L’ECONOMIA

IMPIEGHI/PIL nel futuro tendenzialmente stabile + accesso diretto delle imprese al

mercato finanziario (vd CAPITAL MARKETS UNION)

MA QUESTO RICHIAMA LA NECESSITA’ DI RIMUOVERE FRAGILITA’ STRUTTURALI DEL SISTEMA

- IN PARTICOLARE PER PMI (vd dopo)

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Tassi di interesse (%) sui finanziamenti alle società non finanziarie Totale (Nuove operazioni)

Fonte: Elaborazioni Ufficio Analisi Economiche su dati Banca Centrale Europea

…… sono favorevoli per le imprese le condizioni a cui il credito viene erogato (bassi tassi)

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Fonte: elaborazione Ufficio Analisi Economiche su dati Banca Centrale Europea

Ottobre 2015

Margini (punti %) sui prestiti delle banche alle società non finanziarie

……con margini commerciali contenuti sia nel comparto imprese

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Fonte: elaborazione Ufficio Analisi Economiche su dati Banca Centrale Europea

Ottobre 2015

Margini (punti %) sui prestiti delle banche per l'acquisto di abitazioni

……sia nel comparto famiglie

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La qualità del credito migliora: soprattutto nei flussi dei crediti deteriorati (ma ancora problematici gli stock)

Tasso di deterioramento del credito

(Flussi trimestrali di prestiti deteriorati in rapporto alle consistenze dei prestiti; in %)

Si attenua il peggioramento della qualità del credito: il tasso di deterioramento si è riportato, nel secondo trimestre 2015, sui livelli della fine del 2010 (3,8%, a fronte di un massimo del 6,0% per cento alla fine del 2013)

(*) Fonte : Banca d’Italia

Page 23: Commissione Finanze della Camera Audizione ABI

23

Esiste però un problema cruciale per un settore bancario che voglia ribadire il suo carattere commerciale: la scarsa redditività, sia assoluta sia nel confronto internazionale (ROE inferiore al costo del capitale da 7 anni e inferiore alla media EU)

15,4

%14

,5%

14,1

%13

,4%

12,6

%12

,3%

11,7

%11

,6%

11,5

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9,9%

9,9%

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-6,2

%

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ROE 2Q 2015 Media Europa

Return On Equity; dato Giugno 2015 annualizzato (dati aggregati per Paese)*

(*) Fonte : Associazione Bancaria Italiana (su un campione di 132 gruppi bancari europei; 107 gruppi per il primo semestre 2015)

12,0% 11,3%

-1,2%

3,7% 5,4%

-0,5% -1,4%

2,2% 3,4%7,7%10,1% 11,4%

5,8%3,7% 3,9%

-15,6%

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-14,2%

-3,7%

4,2%

-30%-27%-24%-21%-18%-15%-12%

-9%-6%-3%0%3%6%9%

12%15%18%

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 20151H

Europa Italia

Banche Commerciali (BC) Banche d'investimento

Return On Equity; dinamica 2006 - 2015 (dati aggregati per cluster, dati a giugno 2015 annualizzati)*

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Il comprehensive assessment e gli altri esami condotti anche nel corso del 2015 (es. cosiddetto SREP) ha confermato la solidità del mondo bancario italiano nel suo complesso e ne hanno riconosciuto i buoni livelli medi di capitalizzazione, il cui ammontare peraltro non dipende da interventi di sostegno di Stato

Il vero «problema» del settore bancario italiano è dunque quello della sua bassa redditività e non del livello di capitalizzazione

Ci aspettiamo pertanto che nel prossimo futuro tornerà centrale il tema della redditività, che in ultima analisi significa capacità di produrre capitale per via interna e remunerarlo adeguatamente

La domanda da porsi è, dunque, in che misura e sotto quali condizioni le banche operanti in Italia potranno conseguire livelli di redditività e produttività compatibili con la competizione internazionale, alla luce del contesto istituzionale, regolamentare, macro e micro finanziario che connoterà il prossimo decennio e che sarà segnato dalla grande crisi che stiamo ancora attraversando

Page 25: Commissione Finanze della Camera Audizione ABI

25

Le banche oggi e nel prossimo futuro si troveranno ad operare in un contesto molto

sfidante:

1. Rivoluzione regolamentare

2. Rivoluzione dei tassi negativi (congiuntura)

3. Rivoluzione digitale

....anche perché...

Page 26: Commissione Finanze della Camera Audizione ABI

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Le nuove regole: un elenco incompleto

In corso di definizione: … - SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) - Revisione approccio standard al rischio di credito - Capital floor per banche IRB - National Discretions and Options - Novità prospettiche nei criteri contabili (IFRS 9) - Nozione di default (unlikely to pay) - SME Supporting Factor - …

… sullo sfondo: - Possibile revisione trattamento titoli di Stato - Banking structural reform - …

Le regole attuali e in definizione prospettano un contesto regolamentare molto sfidante: difficoltà nella pianificazione di fondi e capitale per le banche e maggiori vincoli all’accesso al credito bancario per le PMI

1. Scenario impegnativo

2. Incremento costi di compliance

3. Richieste addizionali di capitale?

Necessità di quadro regolamentare: certo; stabile, trasparente, non pro-ciclico

IMPLICAZIONI PER LE IMPRESE

1. Rivoluzione regolamentare)

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Fonte: ECB

Se si considera la cumulata a 21 mesi, avremo che l’ultimo dato ci fornisce il flusso di credito erogato dalla partenza dello SMESF (gen2014) fino all’ultimo dato disponibile. A questo punto possiamo confrontare questo dato con quanto successo in precedenza e con quanto successo alle grandi imprese. Nei 21 mesi di esistenza dello SMESF il flusso di credito alle Sme è aumentato del 1%, invertendo il trend precedente, quello alle grandi imprese si è ridotto del 8%, in questo caso migliorando di poco il trend precedente.

PMI SUPPORTING FACTOR

Flussi di nuovo credito per dimensione di impresa

(Cumulata a 21 mesi; dicembre 2013=1)

Quindi nel periodo di vigenza dello SMESF i flussi di credito alle SMEs sono cresciuti più di quanto accaduto in precedenza e più di quelli alle grandi imprese.

<<<-SMESF->>>

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PMI SUPPORTING FACTOR: TASSI DI INTERESSE

Spread tasso impieghi e SMESF: piccole vs grandi

1,34 1,54

Se ci si concentra sul periodo pre e post SMESF si nota come a partire dalla metà del 2014 lo spread tra i tassi praticati alle piccole imprese rispetto alle grandi abbia subito una significativa contrazione (quasi 3 decimi di punto) e di come nei 21 mesi di vigenza dello SMESF esso risulti pari all’1,34% in calo di 2 decimi rispetto alla media dei 21 mesi prima dell’introduzione dello SMESF.

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Il mercato dei “Minibonds” Per quanto riguarda specificatamente il mercato ExtraMOT Pro, il segmento creato da Borsa Italiana per la negoziazione di titoli obbligazionari emessi da PMI e riservato agli investitori istituzionali, dal 2013 ad oggi (ottobre 2015) sono state quotate 136 emissioni per oltre 5 miliardi di euro raccolti.

Tra queste, le emissioni di mini-bond (valore emesso <= 50 mln€) hanno superato quota 100 con una raccolta in linea con quella dello scorso anno, che nel complesso da quanto è stato avviato il mercato, ha superato 1 miliardo di euro raccolti dalle piccole e medie imprese.

Elaborazione ABI su dati Borsa Italiana

2013 (mar-dic) 2014 2015 (gen-ott) 2013-2015

Totale Titoli negoziati su ExtraMOT PRO

Emissioni 27 62 47 136

Emittenti 22 58 34 114

Ammontare raccolto 2,9 Mld € 1.8 Mld € 651 Mln € 5.3 Mld €

(di cui) Mini bond (<= 50 Mln euro)

Emissioni 16 54 46 116

Emittenti 14 51 33 98

Ammontare raccolto 93 Mln € 606 Mln € 451 Mln € 1,15 Mld €

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• Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a ottobre 2015 è risultato intorno ai 210 punti base.

• Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).

• Sulla riduzione dello spread commerciale ha pesato il valore negativo, dal 2009, del mark-down, cioè del fatto che, con tassi di mercato a zero o negativi, le banche non hanno potuto e non possono prezzare i servizi di liquidità

La redditività è anche condizionata dalla politica monetaria e dalla riduzione degli spread commerciali

2. Rivoluzione dei tassi negativi (congiuntura)

QE rafforza rivoluzione tassi (anche) negativi Caduta del Margine bancario e MARK-DOWN negativo

Fatto rivoluzionario: il MARK DOWN E’ DIVENTATO NEGATIVO

Fonte: Abi

Italia: margini commerciali banche (p.p)

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• Gli effetti della rivoluzione regolamentare saranno amplificati dai potenziali effetti della rivoluzione digitale in corso

• DIGITALIZZAZIONE = portatrice di grandi, fondamentali cambiamenti

A. Una clientela che esprimerà bisogni sempre più sofisticati, sarà più «connessa»

B. Una concorrenza che proverrà, così come è successo in altri settori dell’economia, sempre più dal mondo low-cost

• La tecnologia digitale tende a accorciare le catene distributive e a incidere sul

ruolo degli intermediari. • L’interazione tra i mutamenti delle preferenze della clientela (anche al mutare

della composizione per classi di età) con le nuove tecnologie – per esempio internet e mobile banking fa si che le tradizionali barriere all’entrata nel settore del banking vengano meno.

• Fattori di mitigazione per Italia (minore utilizzo internet – bassa quota under 30/popolazione complessiva)….ma processo in ogni caso rapido

3. Rivoluzione digitale

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I comportamenti dei clienti di uso combinato dei canali

11%

10% 79%

CANALI A DISTANZA

88%

CANALI FISICI 89%

AGENZIA/SPORTELLO 85%

PROMOTORE/CONSULENTE A DOMICILIO

8%

SERVIZIO DI BANCA TELEFONICA/CALL CENTER/NUMERO VERDE

15%

INTERNET BANKING/ HOME BANKING/MOBILE BANKING

52%

21% 72% 7%

2008

Variazioni statisticamente significative rispetto al 2008

BANCOMAT PER PRELIEVO/ BANCOMAT

EVOLUTO/AREE SELF SERVICE

84%

Dicembre 2014

Fonte: Osservatorio ABI-GfK Eurisko dicembre 2014 Uso dei canali con la banca principale

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Dotazione sportelli superiore alla media europea

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Rapporti della clientela con la banca (in aumento) (numero contatti annuali)

Su Internet

In Agenzia

Totale

2005 6 19 25

2014 24 13 37

Fonte: Osservatorio ABI-CfK Eurisko

• Nel 2014 la quota di attività via web (internet+mobile) ha superato quella via agenzia (52%), con incremento di 5 pp.

• Numero contatti complessivi è cresciuto nel tempo (clientela + attenta) • Rapida crescita di quelli via internet. Riduzione di quelli fisici • Riorganizzazione presenza territoriale e ruolo agenzie: forti implicazioni anche su

competenze dipendenti • Necessità di forti investimenti, in atto. Attenzione a possibile trade-off tra

investimenti in tecnologia e crescita dei costi di compliance! • Comunque pressioni sulla redditività…

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CONCLUSIONI (1/2)

• Rivoluzione regolamentare e di supervisione. Salto tecnologico e rivoluzione digitale con mutamenti pervasivi nei comportamenti della clientela. Rivoluzione di tassi di interesse negativi in risposta a recessione e deflazione. Gestione della pesante eredità della crisi recessiva in un contesto di risveglio macroeconomico.

• L’insieme di questi fattori pone al settore bancario italiano ed in generale alle banche commerciali sfide difficili.

• Condizioni per vincerle: macroeconomiche (esogene) e microeconomiche (endogene).

1. Macro 1: creazione di un ambiente sostenibile (adeguata crescita reale, ritorno inflazione verso 2% e tassi di interesse su livelli fisiologici). Ora ci sono opportunità da cogliere (Quantitative Easing BCE; indebolimento dell’euro; riduzione del prezzo del petrolio; piano Juncker; flessibilità fiscale), ma elementi di rischio (rallentamento dei paesi emergenti; risvolti della crisi del mercato automobilistico tedesco; incertezza terrorismo internazionale)

2. Macro 2: lavorare perché la regolamentazione, nel comprensibile obiettivo (intermedio) di difendere la stabilità, non distrugga la crescita e non determini un eccessivo sviluppo del cosiddetto «sistema bancario ombra».

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CONCLUSIONI (2/2)

• Micro 1: prepararsi a riorientare l’offerta di servizi alle PMI (+ fee income; - interest income), vd Capital Markets Union, che comunque non è panacea (variabile tempo rilevante)

• Micro 2: governare adeguatamente la rivoluzione digitale, il che ha implicazioni anche in aspetti gestionali (dotazioni tecnologiche ma anche competenze dei dipendenti)

• I RECENTI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SONO POSITIVI, PERCHE’ PUNTANO A RIMUOVERE PENALIZZAZIONI DELLE IMPRESE BANCARIE ITALIANE

• FRONTI SUI CUI LE BANCHE CONTINUANO AD ESSERE PENALIZZATE O COMUNQUE PROBLEMATICI NON MANCANO: SONO SIA DI ORDINE EUROPEO (REGOLAMENTARE E DI VIGILANZA) SIA INTERNO

• Ritrovare la crescita, obiettivo ultimo della politica economica, dipenderà anche dal rimuovere ostacoli all’attività delle banche e quindi alla possibilità che esse svolgano al meglio l’attività di canalizzazione del risparmio dai settori che lo producono alle famiglie e imprese che ne abbisognano.