Coltiviamo Bollicine n. 1

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colt colt ivia iamo mo Il Consorzio dell'Asti ama e protegge l'ambiente e la natura. Gianni Marzagalli: Lettera aperta agli iscritti e convegno a Cossano Belbo La Flavescenza dorata della vite La viticoltura eco-sostenibile Penconazolo e etichette negli Usa Le bollicine dolci docg più brindate al mondo All’interno il “Quaderno di campagna” Per ricevere le nostre info in tempo reale inviare il proprio indirizzo e-mail a [email protected]

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edito dal Consorzio per la Tutela dell'Asti docg

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Il Consorzio dell'Asti ama e protegge l'ambiente e la natura.

Gianni Marzagalli: Lettera apertaagli iscritti e convegno a Cossano BelboLa Flavescenza dorata della viteLa viticoltura eco-sostenibile Penconazolo e etichette negli UsaLe bollicine dolci docg più brindate al mondoAll’interno il “Quaderno di campagna”

Per ricevere le nostre info intempo reale inviare il proprio indirizzo

e-mail a [email protected]

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Gianni Marzagalli: «Il Consorzio? Una “casa di vetro” aperta a tutti»Gianni Marzagalli è nato a Milano il 28 agosto del 1941. Èsposato da 48 anni, ha due figli ormai grandi, uno è medicodentista, l’altro farmacista. Vive a Pavia è dirigente del gruppoCampari, presidente della casa vinicola Sella & Mosca, mem-bro del “sindacato A” della Federvini. E’ il primo presidentelombardo del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg e del Mo-scato d’Asti docg. In questa lettera aperta agli iscritti al Consorzio si presenta etraccia le linee di condotta futura dell’ente.

ualcuno ha detto che sono distante dal mondo del Mo-scato. Questo è vero solo dal punto di vista geografico.Io conosco bene il mondo dell’agricoltura perché ci holavorato fin da giovanissimo, fin da dopo avere conse-guito il diploma di geometra ed essere entrato al lavoroin un importante gruppo industriale milanese per il

quale mi occupavo di oltre15mila ettari di terreno conallevamenti per la produzio-ne di latte e carne, ma anchedi coltivazioni di cereali epioppeti. Tra le tenute affida-te a me c’era la Venaria Realedi Torino, poi ceduta alla Re-gione Piemonte, e le aree ru-rali di San Lazzaro di Savenain provincia di Bologna. Inquegli anni i rapporti con ilPiemonte furono intensissi-mi, specialmente con il Cen-tro di Studi Pioppicoli di Casale Monferrato in provincia diAlessandria.Poi ci fu l’avventura americana. Fui inviato negli Usa a gestireenormi coltivazioni nello Stato dell’Arizona, tra Phoenix e SanDiego. Il compito era occuparmi di maxi piantagioni, come le37 mila piante di avocados a San Diego, dove esiste una dellescuole enologiche più prestigiose degli Stati Uniti. Nel conti-nente americano mi sono occupato anche di zootecnia attraver-so un’azienda di embrio-transfer situata in Canada. Ho viaggiato negli Usa per 6/7 anni. Nel 1982 in Italia mi oc-cupo di una delle tante sfide della mia carriera professionale. Miviene affidato il futuro di un’azienda vitivinicola sarda, la Sella& Mosca. Un incarico difficile, perché le condizioni della socie-tà non erano floride e le prospettive meno ancora. In pochi anniriesco non solo a risollevare le sorti dei vini firmati Sella & Mo-sca, ma a portarli al top delle guide enologiche insieme ad unvolume di produzione, ormai consolidato, che oggi è di circa 8milioni di bottiglie. Un successo che nel ’94 mi induce a non dormire sugli allori ea cercarmi un’altra sfida, quella del mirto di Sardegna. Tredicianni fa il mirto era un prodotto regionale, consumato princi-

palmente sull’isola. Osservai che il suo ciclo vegetativo e di rac-colta era simile a quello dell’uva e che le potenzialità di consu-mo per un liquore dolce con un forte legame territoriale sareb-bero state considerevoli. Studiai quindi un progetto di produ-zione e distribuzione industriali del liquore di mirto e poi misigli occhi sulla Zedda Piras, storica casa di liquori maggioreproduttrice del mirto sardo. Siglai l’accordo e la Zedda Pirasentrò nell’orbita di Sella & Mosca dando di fatto il via al feno-

La nostra priorità: “Elevare

l’immaginedell’Asti che

oggi è al di sotto delle sue

potenzialità”

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QPresidente: Gianni MarzagalliVice presidenti: Gianluigi Biestro (Vignaioli Piemontesi) eMassimo Marasso (Fratelli Martini Spa)Consiglieri (Case spumantiere)Mauro Arione (Arione Spa), Lorenzo Barbero (Sella&MoscaSpa), Giovanni Bosca (Gibo Tosti Ivi Spa), Germano Bosio(Cantine Capetta), Roberto Facello (Valsa Nuova Perlino),Alberto Lazzarino (Vigne Regali), Giovanni Marchisio(Manfredi Cantine), Gianni Martini (Eurovini – Fratelli MartiniSpa), Gianni Marzagalli (Gruppo Davide Campari Spa), FilippoMobrici (Bersano Vini Spa), Paolo Pronzato (BatasioloSpa).Gianfranco Santero (Santero Spa), Mario Santero(Casa Vinicola Abbazia di S. Gaudenzio)Consiglieri (parte agricola)Felicino Bianco (Terrenostre Soc. Coop. a r.l.), Marco Gallo(Cantina Soc. di Canelli), Claudio Manera (Antica Contea diCastelvero), Claudio Negrino (Cant. Soc. di Alice Bel Colle), ElioPescarmona (Tre Secoli Soc. Coop. a r.l.), Alessandro Pio(Cantina Sociale Valle Belbo), Romano Dogliotti (Az. Agr.Caudrina), Flavio Scagliola (Az. Agr. Scagliola Giacomo), LucaBosio (Bosio srl), Matteo Soria (La Cascinetta Az. Agr.), PietroCirio (viticoltore), Mario Sandri (viticoltore),

Collegio sindacale triennio 2012 – 2014Presidente: Carrero Dott.ssa BarbaraEffettivi: Giovanni Chiarle (Cantina Soc. di Nizza Monferrato),Valter Bera (A.z Agricola). Supplenti: Bertone Dott.Giovanni, Cristiano Veglio (Cantine Veglio)

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meno mirto in Italia e nelmondo. Nel 2002 Campari acquisisceSella & Mosca, Zedda Pirase una Maison francese, Cha-teu Lamargue, la Teruzzi &Puthod di San Gimignano inToscana e la Barbero di Ca-nale in Piemonte nella cuicompagine vi è l’azienda viti-vinicola Enrico Serafino.Nel 2009 il mio primo con-tatto con il mondo dell’Asti edel moscato anche se da anniero nel settore vino e beverage. Sono designato da Campari co-me vicepresidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti, in rap-presentanza delle Case spumantiere. Ora, a trenta mesi da quella nomina, c’è stata ma mia elezione apresidente di uno dei consorzi di tutela dei vini docg più storicie importanti d’Italia la cui fondazione risale al 1932 e di cui que-st’anno ricorre l’80° di costituzione. In questo senso sono convinto del fatto che un organismo di tute-la di un prodotto così fortemente legato al territorio abbia sceltoun presidente non piemontese e con radici chiaramente non “lo-cal”, sia un segnale che conferma la vocazione glocal, cioè localeeppure globale, dell’Asti e del Moscato d’Asti. Sono vini territo-riali, certo, per cui il legame con l’area di produzione – tra l’altrocandidata a diventare patrimonio dell’Umanità tutelata dall’Une-sco - è un valore aggiunto che va comunicato al meglio. Tuttavia Asti e Moscato d’Asti docg si vendono principalmenteall’estero. E io conosco benissimo i mercati esteri e le loro dina-miche; sono convinto che queste esperienze, maturate sul cam-po in modo diretto, siano un contributo utile per le sfide futurea cui è chiamato il Consorzio. Inoltre non ho interessi diretti

nel settore vitivinicolo e questo, credo, mi pone in condizioneprivilegiata. Ho lavorato e lavoro per un grande gruppo del be-verage che è italiano e ha sempre fatto della qualità e dell’imma-gine la sua bandiera. Sono valori che si identificano con quellidel Consorzio dell’Asti. Sono abituato a gestire e sviluppare le imprese di cui mi occupo.E voglio essere il presidente di tutti, delle Case spumantiere edella parte agricola, ma prima di tutto voglio essere il presiden-te-manager dell’Asti e del Moscato d’Asti, affinché questi duevini e l’intera loro filiera si sviluppi in modo virtuoso e soddisfa-cente per tutti i protagonisti che ne fanno parte.Per quanto riguarda il futuro la priorità è quella di elevare l’im-magine dell’Asti docg che oggi è al di sotto delle sue potenziali-tà, sia economiche che di percezione. In questo senso la missio-ne del Consorzio sarà quella di far conoscere l’Asti in quei Pae-si dove è sconosciuto. Penso all’Estremo Oriente, all’Asia doveci sono grandissime opportunità di evoluzione commerciale.E riguardo alle contrapposizioni interne al Consorzio esse van-no ricondotte all’interno di un normale dibattito, nel rispettodei ruoli. La mia presidenza sarà improntata ad uno degli aspet-ti che hanno da sempre contraddistinto la mia professione dimanager: la mediazione. Voglio lavorare da subito per far rientrare in ambito consortiletutte quelle realtà che ne sono uscite, sia Case spumantiere cheproduttori di uva che aziende vitivinicole. Perché sono convintoche l’unità della filiera è il primo obiettivo del Consorzio nelquadro di uno sviluppo stabile del comparto. L’ente consortileè e deve essere sempre di più la Casa Comune del moscato dovecoltivare le nostre bollicine docg più brindate nel mondo: l’Astidocg e il Moscato d’Asti docg che sono il vanto enologico delmade in Italy per il Piemonte e per l’Italia intera.

Gianni MarzagalliPresidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg

e del Moscato d’Asti docg

“Questa presidenzasarà caratterizzata

da uno degliaspetti che hanno

contraddistinto la mia professione

di manager: la mediazione”

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La Casa dell’Asti.Nella foto a fiancoil brindisi tra i nuovi vertici del Consorzio, al centro il neopresidenteGianni Marzagallicon i vice GianluigiBiestro a sinistra e MassimoMarasso

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l preoccupante aumento dell’epidemia di Flavescenzadorata, che si è verificata negli anni 2010 e 2011 colpen-do anche la cultivar Moscato, necessita di interventi con-giunti e coordinati tra tutti i soggetti interessati della fi-liera. Occorrono iniziative che consentano di individua-

re, attraverso il monitoraggio del territorio, i periodi idoneiper i trattamenti contro l'insetto vettore. Strategica è la tem-pestiva informazione ai viticoltori in modo che i trattamentivengano eseguiti in una finestra temporale ristretta sulla mag-gior parte della superficie coltivata a vite. È necessario concertare un piano propedeutico di comunica-zione per quanto concerne le operazioni da eseguire nel vi-gneto e nelle zone rifugio limitrofe incolte con presenza diviti selvatiche. Non ultimo serve avviare un processo siste-matico e pluriennale di ricerca e sperimentazione sull’insettovettore e sul fitoplasma ingrado di affinare le strate-gie di difesa in vigneto e sulterritorio. Il Consorzio dell’Asti ha ri-tenuto urgente e necessariocostituire un gruppo di la-voro che sviluppi ed orga-nizzi, sul territorio dei 52comuni dell'area dell'Astidocg, un progetto pilota fi-nalizzato al monitoraggiodella malattia e ad attivitàdi ricerca per il migliora-mento delle strategie di di-fesa. Il monitoraggio verràsvolto in tre nuclei tipo, do-ve verranno controllati lapresenza delle forme giova-nili dell'insetto vettore, la lettura delle trappole cromotatti-che per il monitoraggio degli adulti e i rilievi di incidenzadella malattia. I tre nuclei tipo fanno riferimento a progetti pilota già esi-stenti sul territorio o altri varati nel 2012: Cossano Belbo e 9comuni limitrofi, Nizza Monferrato e 11 comuni limitrofi,Acqui Terme e 4 comuni limitrofi. Inoltre rappresentano am-piamente l’area di produzione dell’Asti docg. Al progetto hanno aderito le amministrazioni comunali sopracitate e le organizzazioni professionali relative alle rispettiveprovince. Il coordinamento, sotto l’egida dell’Assessoratoall’Agricoltura della Regione Piemonte (Settore Fitosanita-rio), è affidato a Paola Gotta e Chiara Morone. La consulen-za scientifica della parte di ricerca è stata affidata ad un pooldi scienziati: al settore di entomologia agraria dell’Universitàdi Torino con il Prof. Alberto Alma e Federico Lessio per laparte che riguarda lo studio dello Scaphoideus titanus insetto

vettore della Flavescenza dorata; all’Istituto di Virologia Ve-getale del CNR di Torino con Cristina Marzachì per la parteche riguarda lo studio del fitoplasma agente patogeno dellaFlavescenza dorata; al Centro di saggio Vit.En. sas di Calossocon Albino Morando per la valutazione in campo di biosti-molanti induttori di resistenza nei confronti del fitoplasma.Il Consorzio dell’Asti ha pure attivato una serie di conven-zioni con le principali testate giornalistiche locali per daremaggiore diffusione ai comunicati per gli interventi di difesadella coltura ed informazioni ad essa collegate. Parallela-mente il laboratorio consortile si sta attrezzando per esegui-re analisi PCR per la determinazione dei fitoplasmi ed i prin-cipali virus della vite. L’attività di monitoraggio del territorio è sostenuta dai Co-muni sopra elencati, dalle Organizzazioni Professionali e dal

Per battere la Flavescenza dorata della vite filiera e territorio devono fare squadra

Il progetto di monitoraggio e ricerca del Consorzio

I

NUMERI DI INS

20%numero

percentual

7%

SETTI CATTURATI

10%

di catturele di catture

Anno 2011 - numero m

Presi a campione 70 appezzamenti della provincia di

21-5051-100

massimo di catture: 451

stiA zamenti della provincia di

10-20

A sinistra lo Scaphoideustitanus e sotto un graficoche evidenzia gli insetticatturati e la percentuale di vigneti con quelle catture.Il riferimento alle provinciemette in evidenza come lapresenza dell’insetto siadiffusa su tutto il territorioregionale. La differenzanella manifestazione della Flavescenza doratadella vite sta nella diversasensibilità delle varietà, che non vuole direresistenza delle piante alla malattia

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' di Torino

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Consorzio dell’Asti in forme e con partecipazioni diverse aseconda delle aree, mentre l’attività di ricerca è interamente acarico del Consorzio ed avrà una durata triennale 2012/2014. L’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze dei viticoltoriche continuano a lamentare il diffondersi della Flavescenzadorata dando a loro maggiori strumenti per potere operare,nella consapevolezza che così come la malattia si è diffusa nonsarà semplice eradicarla ma che è fondamentale controllarecostantemente il territorio per potere adattare le strategie alsuo cambiamento.

Per fare questo c’è bisogno di tutte le forze disponibili sulcampo, a partire dai viticoltori, in modo che il rilievo punti-forme, quando confrontato con altri sul territorio, possa di-ventare conferma, e aumentare l’attendibilità del rilevo. Non è più il momento di fare polemiche, bisogna fare espe-rienza di quanto è accaduto negli anni passati, per trarre in-formazioni che aiutino nelle strategia future. “Coltiviamo bollicine” sarà lo strumento di informazione edivulgazione dei risultati ottenuti.

Daniele Eberle ([email protected])

Strategie per la gestione degli incolti con vite selvaticaLa difesa del vigneto

nno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’i-nizio della potatura fino a prima del germogliamentodelle piante, quando l’insetto adulto non vola più, pu-lizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltivati con ta-glio della vegetazione arbustiva, trincia a braccio tele-

scopico con particolare attenzione al taglio delle viti selvati-che che generalmente sono cresciute sulle piante arboree. Fa-scia di rispetto di almeno 10 metri dal vigneto coltivato. Lavite è una pianta eliofila, dopo i primi metri dal perimetrodell’incolto non la si trova più.Anno 1. Maggio-giugno: prima del trattamento contro i “giova-ni” in vigneto, pulizia degli incolti con trincia a braccio. In al-ternativa alla trinciatura, laddove non esista la necessità, tratta-menti localizzati con miscela di glifosate ad alta concentrazione(soluzione dal 2 all’5% di prodotto commerciale con 360g/L diglifosate) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite e di uccide-

re gli eventuali esemplari giovani dell’insetto vettore.ATTENZIONE: non pulire gli incolti in estate perché gli adulti discafoideo si disperderebbero e dall’incolto andrebbero nel vi-gneto più vicinoAnno 1. Trattamenti localizzati in autunno: se la vite selvatica èancora presente, subito dopo la vendemmia, trattare i ricaccidi vite selvatica con glifosate come sopra.Anno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’iniziodella potatura, pulizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltiva-ti con taglio della vegetazione arbustiva con trincia a bracciotelescopico, con riguardo al taglio delle viti selvatiche. Fasciadi rispetto di almeno 10 m dal vigneto coltivato.Anni successivi. Pulizia degli incolti con trinciatura in primave-ra, maggio-giugno, seguito da diserbo localizzato, direttoesclusivamente ai ricacci di vite selvatica, con glifosate in ap-plicazione autunnale.

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

non disturbare l'insetto adulto diserbo pulizia incolti

IN QUALI MESI NON BISOGNA DISTURBARE L’INSETTO

Evoluzione catture Sc caphoideus titanus in situ uazioni a rischio epidemico ico

100%

80

60

40

20

0 2007 2006

Evoluzione catture Sc

2009 2008 7

caphoideus titanus in situ

1 1202010

>

uazioni a rischio epidemico

0 1-2

3-9

>10

ico Il controllo dell’insettomette in evidenza come nelcorso degli ultimi 6 annisiano aumentati inpercentuale i vigneti concatture maggiori di 10individui anno e diminuitiquelli con nessuna cattura.Segno del cambiamento edell’aumento della pressionedella malattia

A

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Sabato 26 maggio 2012 è entrato in vigore il Decretodel Presidente della Repubblica che si uniforma allenorme della comunità economica europa in materia diproduzione, commercio e utilizzo dei prodotti fitosa-nitari. Questa norma impegna le case produttrici e gli

agricoltori ad un uso responsabile delle sostanze chimiche incampo, nel rispetto dell’ambiente e della salute. Non si parlapiù di “lotta” ma di “difesa integrata”.Nel DPR si indica che: «L’obiettivo prioritario della difesa in-tegrata è la produzione di colture sane con metodi che pertur-bino il meno possibile gli ecosistemi agricoli e che promuova-no i meccanismi naturali di controllo fitosanitario».I viticoltori del moscato sono coinvolti in quanto utilizzatoridei fitofarmaci e il nuovo Decreto è molto chiaro sull’utilizzodel “Quaderno di Campagna”, di seguito proviamo a rispon-dere alle domande che potrebbe porsi un viticoltore.Sono obbligato a compilare il quaderno di campagna?Sì, sul registro vanno annotati i trattamenti effettuati con tuttii prodotti fitosanitari utilizzati in azienda (classificati fra moltotossici,tossici, nocivi, irritanti o non classificati) in ordine cro-nologicoSono obbligato anche se non partecipo a nessuna misuraPSR per la riduzione dei fitofarmaci?Sì, tutti gli utilizzatori di fitofarmaci sono obbligati a registra-re i trattamenti. Sono esentati dalla compilazione del registrodei trattamenti i soggetti che utilizzano prodotti fitosanitariesclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto è de-stinato al consumo proprio.Quando lo devo compilare?Entro il periodo della raccolta e comunque non oltre 30 gior-ni dall’esecuzione del trattamento stesso.Che dati devo riportare ?a) i dati anagrafici relativi all’azienda;b) la denominazione della coltura trattata e la relativa esten-

sione espressa in ettari;c) la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità im-

piegata, espressa in chilogrammi o litri, la classe tossicolo-gica;

d) l’avversità che ha reso necessario il trattamento.Se il titolare dell’azienda e l’esecutore del trattamento sonopersone diverse?Il registro dei trattamenti può essere compilato anche dall’uti-lizzatore dei prodotti fitosanitari diverso dal titolare dell’a-zienda; in questo caso il titolare deve sottoscriverlo al terminedell’anno solare.Se i trattamenti li fa il contoterzista?Nel caso in cui i trattamenti siano realizzati da contoterzisti, ilquaderno deve essere compilato dal titolare dell’azienda sullabase di un modulo idoneo per i contoterzisti. In alternativa ilcontoterzista potrà annotare i singoli trattamenti direttamentesul registro dell’azienda controfirmando ogni intervento.

Posso delegare altre persone alla compilazione? Sindacatoo altro tecnico?Sì, per la compilazione del registro dei trattamenti, si può ave-re assistenza dei CAA, previa notifica alla ASL di competenza.Può essere compilato anche da altri tecnici ma deve restare inazienda e deve esserci una delega scritta da parte del titolare.Per quanto tempo lo devo conservare?Per permettere i controlli ufficiali realizzati sul territorio(ASL, Ispettorati agri ecc..) è obbligatoria la conservazionedel registro per i tre anni successivi a quello a cui si riferisconogli interventi annotati.Devo conservare anche le fatture?Sì. Il titolare dell’azienda deve conservare in modo idoneo, peril periodo di tre anni, le fatture di acquisto dei prodotti fitosa-nitari. Va conservata anche la copia dei moduli di acquisto, deiprodotti con classificazione di pericolo di molto tossici, tossicie nocivi (T, T+, Xn)

Gianni Malerba ([email protected])

Sì ai fitosanitari in vigna, ma rispettando ambiente e natura

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Penconazolo: negli Usada “signor nessuno” a nemico numero uno

Vini e esportazione

a recentemente de-stato preoccupazionetra tecnici ed opera-tori del mondo delvino, soprattutto tra

chi si occupa di esportazioni,

il reclamo presentato dall’Uf-ficio per il Commercio e perle Tasse su Alcool e Tabaccodegli Stati Uniti, contro unvino proveniente dall’AltoAdige che conteneva minimi

H

S

La viticoltura eco-sostenibile ora è legge e va scritta sul Quaderno di campagna

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a legislazione statuni-tense impone che le eti-chette dei vini conmeno del 7% vol di al-cool svolto, debbano ri-

portare le indicazioni relativeai valori nutrizionali, al paridi una qualsiasi bevanda opreparazione alimentare. Per il Moscato d’Asti quindi leregole in materia vengonodettate dall’FDA (Food andDrug Administration) e sonoreperibili sul sito www.fda.govLa tabella con le indicazioninutrizionali (Nutrition Facts)deve essere compresa nella retroetichetta secondo il modelloin figura (fig.1) e deve considerare i valori calcolati su un bic-chiere da 150 ml (singola porzione), rapportando le % ad unadieta giornaliera di 2000 Calorie.

I valori indicati riguardano un Moscato d’Asti genericoOgni produttore dovrebbe conoscere i dati relativi al conte-nuto in sodio, zuccheri e alcool etilico del proprio Moscatod’Asti al fine di una compilazione corretta della tabella (per-centuali e calorie). Inoltre la dicitura “fonte non significativa di Colesterolo, Vi-tamina A, Vitamina C, Calcio e Ferro” è valida solo per i vininon addizionati con acido ascorbico (Vitamina C). Nel casocontrario si dovrà eseguire il calcolo sulla base del contenutoe riportare la percentuale della vitamina utilizzata a scopo an-tiossidante. Sarebbe buona norma valutare analiticamente an-che i contenuti di Calcio e Ferro.

Alcuni agenti importatori ri-chiedono inoltre diciturequali “low alcohol” (bassocontenuto alcolico) o di ri-portare gli “ingredienti”, pe-raltro previsti dall’ente FDA. Si consiglia in questi casi dipredisporre le etichette e,come esige la norma vigente,di inviarle in triplice copiaall’ufficio competente del-

l’ICQRF accompagnando la richiesta di approvazione conuna dichiarazione di conformità, delle diciture aggiunte, allalegislazione statunitense.Naturalmente non sono ammesse indicazioni non veritiere ein contrasto con la normativa europea come “Sparkling wi-ne” (vino spumante). Il titolo alcolometrico effettivo riportato in etichetta devesempre osservare la tolleranza massima di + 0.5 % vol rispet-to a quello reale del contenuto e non può assolutamente esse-re indicato un valore inferiore a 4.5 % vol o superiore a 6.5% vol (limiti da disciplinare di produzione). Sono obbligatorie le diciture previste dal “governement war-ning” (avvertenze governative). Il personale del laboratorio del Consorzio dell’Asti è comun-que a disposizione per la composizione delle specifiche tabel-le e per eventuali delucidazioni di carattere legislativo.

Guido Bezzo ([email protected])

L

Sulle etichette per l’America serve la lista dei valori nutrizionali

Leggi & Vino

residui di penconazolo, mo-lecola largamente utilizzataper la difesa contro l’oidio.In passato non c’erano maistati problemi in proposito,anche se la molecola non èmai stata registrata negliUSA, in quanto i residui rin-venuti nei vini sono semprerisultati molto bassi e ben al disotto di un livello considerato“di tolleranza” (meno di 0,01mg/Kg). Tale situazione favo-revole dal punto di vista deiresidui nelle uve e nei vini è

stata ampiamente confermatadalle analisi effettuate in pas-sato dal laboratorio del Con-sorzio per la Tutela dell’Astisu campioni Moscato.Il mutato atteggiamento deifunzionari americani nei con-fronti di vini italiani che evi-denziano residui di penco-nazolo intorno a 0,003-0,004mg/Kg sembra dettato più daintenti protezionistici che daaltro. Tuttavia, in attesa che lasituazione si chiarisca almenoper la stagione 2012, sul Mo-

scato sarà necessario sospen-dere, al raggiungimento dellafase di fine fioritura – allega-gione, le applicazioni di pen-conazolo (nomi commercialiTopas, Noidio, Pykos, Scu-dex, Support, ecc.) e anchedelle altre molecole ad azioneantioidica per le quali non èprevisto un limite massimo diresiduo su uva, ossia bupiri-mate, ciproconazolo, propi-conazolo e triadimenol. Tral’altro tutte queste molecole,per il loro meccanismo d’a-

zione, forniscono i risultatimigliori nella difesa control’oidio proprio fino alla fiori-tura della vite, mentre per ap-plicazioni più tardive è op-portuno orientarsi sumolecole quali azoxystrobin,metrafrenone, quinoxifen, tri-floxistrobin e zolfo, registratenegli Usa e più efficaci delleprecedenti nella fase che vada ingrossamento acini ad in-vaiatura.

Daniele Dellavalle ([email protected])

% Daily Value*Total Fat 0 g 0%Sodium 5 mg 1%Total Carbohydrate 19 g 6% Dietary Fiber 0 g 0% Sugars 19 g Protein Less than 1 g

Nutrition FactsServing Size 1 cup (150 ml) Serving Per Container 5

Calories 122 Calories from Fat 0

Not a signi cant source of Cholesterol, Vitamin A, Vitamin C, Calcium and Iron

* Percent Daily Values are based on a 2,000 calories diet. Your Daily Values may be higher or lower depending on your calorie needs.

Amount Per Serving

Ecco un esempio dietichetta valori nutrizionalirichiesta negli Stati Uniti

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Vinitaly di VeronaNell’aprile del 2012il Consorzio hapartecipato, comeogni anno, al Vinitalydi Verona, la piùimportante fieravinicola d’Italia e trale più importanti almondo. Il nuovostand, bianco eplatino, ha catturatol’attenzione deivisitatori. I brindisi abase di Asti sonostati migliaia.

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Le bollicine dolci docg più brindate

VendemmiaA settembre del 2011, a Canelli,si è celebrata la vendemmia davantia troupe tv che hanno ripreso un rito vecchio di secoli che si ripeteancora oggi

Vinexpo BordeauxPer la prima volta nel giugno del 2011 i moscatisti aderenti alConsorzio dell’Asti hannopresentato e promosso il Moscato d’Asti docg ad una delle più importantieno-fiere del mondo, il Vinexpo di Bordeaux. Il successo è statocompleto e incoraggiante

ForumAl Consorzio dell’Astisi sono svolti forumcon giornalistinipponici estatunitensi percomprendere megliocome i mercati delGiappone e degli Usaaccolgono Asti docg e Moscato d’Asti docgse vuoi ricevere questa news letter in formato digitale

e risparmiare carta e alberi contatta la redazione invia la tua mail a [email protected]

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nel mondo sempre protagoniste

Facce da MoscatoNel dicembre 2011, in diversi pasticcerie e bar storicidi Torino si è presentato il Moscato d’Asti docg. Sono stati gli stessi vignaioli-produttori ad offrirebrindisi pre-natalizi. C’è stato anche un convegno sulconcetto di dolcezza che si è svolto a Palazzo Madamache fu il primo Parlamento italiano. Un tributo all’Italia unita nel 150° dalla sua proclamazione

OrienteIl Consorzio ha anchepartecipato ad altreimportantimanifestazioniall’esterocome il Foodexdi Tokyo e il Vinexpo di Hong Kong

MotonauticaTra le altre attivitàavviate dal Consorziola partnership con ilcampionato mondialedi motonautica dovel’Asti docg è podiosponsor in tutte le principalicompetizioni

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Convegno a Cossano Belbo: Le dolci bollicine di successo

sti docg e Moscato d’Asti docg godono ottima salutecommerciale. Il primo, però, ha bisogno di rivedereall’insù la propria immagine e il secondo di gestire almeglio il proprio clamoroso successo che lo ha porta-to in pochi anni da 8 a 25 milioni di bottiglie vendute

in tutto il mondo. Sono questi i temi principali emersi al convegno “Le dolcibollicine di successo” che si è svolto il 25 maggio scorso aCossano Belbo in provincia di Cuneo. L’incontro, organizza-to da Confagricoltura Asti in collaborazione con il Consorzioper la Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti docg e moderatoda Bruno Vespa, è stato allestito nella stupenda location dellabarricaia dell’azienda F.lli Martini di cui è patron GianniMartini, già presidente del Consorzio del Gavi, industrialenato e cresciuto nella zona classica del Moscato.Sul palco con Martini, davanti ad una affollatissima platea conoltre 400 tra vignaioli, produttori vinicoli, giornalisti e opera-tori del settore enologico, c’erano il presidente nazionale diConfagricoltura, Mario Guidi; Gianni Marzagalli, managerCampari e presidente del Consorzio dell’Asti; l’assessore al-l’Agricoltura della regione Piemonte, Claudio Sacchetto eJean Jaques Dubeau, direttore generale Italia della Campari. In collegamento in videoconferenza è intervento anche PaoloDe Castro, ex ministro dell’Agricoltura (Governo Prodi) eora presidente della Commissione agricoltura e sviluppo ru-rale del parlamento europeo.È Bruno Vespa, giornalista e scrittore, ma anche appassionatodi vini (firma una eno-rubrica su una importante testa nazio-nale) a stimolare il dibattito.Da tutti i relatori è venuto il riconoscimento del valore pre-zioso della commissione paritetica sul moscato, il tavolo co-mune, costituitosi nel 1979, al quale siedono case spumantie-re, vinificatori, cantine cooperative e vignaioli. In quel conte-sto ogni hanno si fissano rese e prezzi ad ettaro secondo nor-me di autoregolazione che, tra alti e bassi, hanno consentito ilmantenimento di un reddito agricolo decoroso e i presuppo-sti per performance commerciali che nel 2011 hanno fatto su-perare i 106 milioni di bottiglie vendute tra Asti docg, 82 mi-lioni, e Moscato d’Asti docg, 25 milioni.Le buone performance, tuttavia, non devono far riposare su-gli allori. Lo ha indicato chiaramente l’analisi su vendite eproiezioni commerciali presentata dal direttore del consorziodell’Asti, Giorgio Bosticco. Dai dati è sostanzialmente emerso che l’Asti docg è snobbatoin Italia dove viene venduto a basso costo e soprattutto neisupermercati; e che il Moscato d’Asti docg spopola all’estero,Usa in testa, grazie al fenomeno di altri Moscati non piemon-tesi venduti a basso costo, prezzi che il Moscato docg pie-montesi non può e non deve permettersi.

Insomma c’è bisogno di una governance urgente per i due vi-ni fratelli che nascono dalla stessa uva aromatica, il moscatobianco. Per Vespa una delle strade per alzare l’immagine del-l’Asti potrebbe essere quella di aumentarne il prezzo. «Biso-gna fare in modo che chi oggi stappa, sbagliando, uno Cham-pagne a fine pasto, decida di stappare un Asti che oltre ad es-sere la scelta enogastronomicamente migliore, deve essereconsiderato un vino spumante di alta gamma e di prestigioindiscusso». «Ma così rischieremmo di far precipitare i con-sumi e di conseguenza le vendite» ha annotato Dubau. A que-sto proposito, Gianni Marzagalli ha sostenuto l’esigenza diun Asti docg “premium”, un SuperAsti da comunicare al me-glio e vendere nelle enoteche e nei ristoranti vip. Insomma di lavoro da fare ce n’è tantissimo, sul mercato ita-

liano, dove l’immagine dell’Asti è medio-bassa; e all’estero,dove bisogna comunicare che il Moscato piemontese docg èil vertice d’eccellenza mondiale della tipologia e perciò devespuntare prezzi maggiori rispetti agli altri moscati.Infine la nota ottimistica di De Castro che sul rischio libera-lizzazione degli impianti di vite in ambito Ue (27 paesi), pre-vista per il 2015, si è dichiarato fiducioso che l’ipotesi vengabocciata. «La Germania è con Italia, Francia e Spagna controla liberalizzazione degli impianti» ha detto. Dichiarazioni chenon hanno convinto Guidi: «Resta la preoccupazione perchéla Ue tende a liberalizzare».In questo senso anche il Consor-zio dell’Asti è in prima fila e promotore di iniziative in sedeeuropea per chieder lo stop di un progetto che potrebbe dan-neggiare molto le produzioni vinicole italiane, soprattuttoquelle a doc e docg.

Filippo Larganà ([email protected])

Il meraviglioso mondo del Moscato tra ottime performance e un futuro da costruire

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Il direttore del Consorzio, Giorgio Bosticco