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Collana diretta da Francesco Mattioli

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Direttore

Francesco MSapienza Università di Roma

Comitato scientifico

Mario MSapienza Università di Roma

Paolo MSapienza Università di Roma

Douglas HDuquesne University

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Collana diretta da Francesco Mattioli

Raccogliere la sfida di spiegare scientificamente la società significa,per il sociologo, saper guardare innanzitutto dentro sé stesso

— Alvin Gouldner

La sociologia è chiamata a raccogliere almeno due sfide nel XXI se-colo: da un lato, rafforzare la spinta a proporsi come scienza, conun apparato teorico e metodologico in grado di fornire conoscenza;dall’altro e di conseguenza dimostrare la capacità di interpretare lecomplesse dinamiche della società contemporanea, i suoi modellidi sviluppo, le sue istanze etiche e di cambiamento, le sue forme dicomunicazione, le sue prospettive future di fronte ai grandi problemidell’umanità, ambiente, qualità della vita, democrazia, rapporti inte-retnici e interculturali, inclusione sociale. La collana intende aprirsia una prospettiva interdisciplinare e, oltre ad ospitare i contributi distudiosi ormai affermati nel panorama nazionale e internazionale,intende avvalersi dei lavori di giovani ricercatori in grado di offrirenuovi stimoli e nuove prospettive di indagine nelle scienze sociali. Es-sa, inoltre, intende caratterizzarsi per l’adozione, accanto al linguaggioscritto, anche delle immagini, che — in forme assertive o simboliche— assumono ormai un’importanza crescente nella comunicazioneumana.

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Francesco Mattioli

La comunicazione sociologica

Nuova edizione

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II edizione: ottobre

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a Cinzia e Priscilla

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Indice

Premessa

Introduzione

Capitolo IChe cos’è la sociologia

.. La parola ai classici, – .. Parliamo di contenuti, – .. La “scien-za” della società, – .. E ora, proviamo a definire la sociologia, .

Capitolo IIIl sistema sociale

.. Società, struttura o sistema sociale?, – .. Il sistema sociale secon-do Talcott Parsons, – .. Gli sviluppi del modello parsonsiano, –.. Il sistema oltre il sistema, – .. La società come rete, .

Capitolo IIIConflitto e mutamento sociale

.. Un dibattito tuttora aperto, – .. Mutamento e conflitto nell’otti-ca marxista, – .. La società “post–industriale”, .

Capitolo IVSocietà e comunicazione di massa

.. Società delle masse e società di massa, – .. La polemica sullacomunicazione di massa, – .. La società dell’informazione, .

Capitolo VGlobalizzazione e postmodernità

.. Le derive della globalizzazione, – .. Una società postmoder-na, – .. La società dell’incertezza e del rischio, – .. Il futuro

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Indice

multietnico e multiculturale, – .. Postmodernità e ambiente, –.. Una società, tante definizioni?, .

Capitolo VISociologia del potere

.. La visione classica di Max Weber, – .. Il potere come poterepolitico, – .. Il potere come influenza, – .. Potere e rapportiinterpersonali, .

Capitolo VIIStruttura sociale e processi di socializzazione

.. I rituali dell’interazione, – .. Che cosa è la socializzazione, – .. Apprendimento, identificazione, integrazione, – .. Il sigillodella famiglia, – .. Il ruolo delle istituzioni educativo–formative:scuola, religione e non solo. . . , – .. Lucignolo, del gruppo deipari, – .. I mass media come Paese dei Balocchi?, – .. Unarappresentazione grafica della socializzazione primaria, – .. Lacrisi della socializzazione, .

Capitolo VIIIIntroduzione alla ricerca sociologica

.. Le vie della sociologia, – .. La ricerca sociologica, – .. Il di-segno della ricerca, – .. Attenzione: fare ricerca significa misurareil fenomeno, – .. Il campionamento, – .. Le tecniche di indagi-ne, – .. L’elaborazione quantitativa dei dati, – .. Comunicarela ricerca, cioè comunicare la sociologia, .

Riferimenti bibliografici

Indice dei nomi

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Premessa

(di quelle da leggere preventivamente)

Il rischio di ogni manuale di sociologia è quello di voler a tutti icosti essere aggiornato; rischio, perché talvolta il carro viene messoavanti ai buoi e pur di trattare argomenti di attualità, capaci di attrarrel’attenzione del lettore avido di cronaca, si trascura l’approfondimentodei concetti base della disciplina.

Certo, un manuale che accompagna subito il lettore dentro le que-stioni che agitano le pagine dei giornali gode di molto appeal, marischia anche di lasciarlo ad un crocicchio privo di cartelli indicatori.

Senza la conoscenza dei fondamentali della sociologia diventa arduoparlare di certi problemi, anzi si finisce piuttosto per fare salotto o dibuttare là chiacchiere da talk show. Peraltro la sociologia è una scienzarelativamente giovane, tant’è che i suoi “classici” sono rappresentatinon solo da pensatori che hanno scritto nell’Ottocento, ma soprattuttoda studiosi che hanno pubblicato le loro opere fino a qualche decenniofa, trattando argomenti che sono tuttora oggetto di dibattito.

Come ogni forma di sapere, la sociologia è innanzitutto comunica-zione: comunicazione di nozioni relative alle relazioni tra individui ealle forme organizzate di convivenza umana. Da qui, il titolo di questolibro.

Un’altra nozione su cui insistere — talvolta trattata con troppa su-perficialità da certi manuali — è che la sociologia è una scienza. Senon si assimila questa nozione, è pressoché impossibile capire checosa è la sociologia. Certo, si tratta di una scienza sui generis, che deveconfrontarsi con un oggetto, l’essere umano, capace di una propriavolontà e di cambiare soggettivamente la propria condotta. Una diffi-coltà questa, che agli scienziati che si occupano di fenomeni naturali— chimici, biologi, geologi o astrofisici che siano — viene in buonamisura risparmiata. Se la sociologia è una scienza, significa che si basasu teorie e su concetti che un po’ alla volta si sono consolidati e hanno

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Premessa

raggiunto un certo grado di veridicità; inoltre, i suoi progressi sonodeterminati dalla ricerca sul campo, e non da una mera meditazionealla scrivania o tra gli scaffali di una biblioteca. Sebbene il sociologoparli di cose che sono familiari a chiunque e sulle quali chiunque haconsolidato una propria esperienza, le nozioni che egli ha maturatonon sono quindi di carattere personale, soggettivo, ma tentano di of-frire un’interpretazione e una spiegazione condivisa di ciò che accadenella società.

Dopo aver fissato tali premesse, questo manuale affronta i temi dibase della sociologia.

Innanzitutto il concetto di sistema sociale, nelle varie interpretazio-ni che si sono susseguite nel tempo a perfezionarne e ad articolarne ilsignificato, perché è all’interno di un sistema più o meno organizzatoe regolato che gli esseri umani si sono sempre mossi, come garanziadelle varie forme di convivenza che si sono succedute nella storia.

Il secondo tema fondamentale della sociologia è il conflitto sociale,che si sostanzia nelle varie forme di confronto, di competizione e dicambiamento che assicurano la crescita e l’evoluzione della societàumana. Sono le dinamiche del cambiamento che producono e giusti-ficano il passaggio da un sistema sociale ad un altro, da una economiaad un’altra, ad esempio il passaggio dalla società contadino artigianalealla società industriale e da questa a quella postindustriale e poi aquella postmoderna attuale. Gran parte degli argomenti di attualità,come i rapporti di genere e quelli generazionali, l’esclusione sociale, ilrapporto tra libertà e ordine sociale, il multiculturalismo, la comples-sità relazionale, gli effetti sociali dell’evoluzione tecnologica, il ruolodei media, sono riconducibili ai meccanismi di funzionamento dellasocietà e ai relativi processi di conflitto e di mutamento sociale.

Un terzo tema, che è oggetto principe della sociologia e si ricon-nette fortemente a quelli precedenti, è rappresentato dal potere; fe-nomeno relazionale, quindi sociale, caratterizza tutti i rapporti, sianoessi fra individui o tra le diverse strutture organizzative della socie-tà, che sono sempre strutture gerarchiche, anche quando sembranoprevalere condizioni apparentemente paritarie.

Il quarto elemento fondamentale della sociologia è costituito dalprocesso di socializzazione, cioè dalle modalità con cui l’individuosi fa membro partecipe della società, apprendendone i meccanismie le regole. È qui che si può leggere più in dettaglio il ruolo svolto

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Premessa

dalle varie strutture formative e regolative della convivenza umana: daqui infatti si traggono gli elementi per il dibattito sulla famiglia, suirapporti di genere e tra le generazioni, sulla comunicazione di massa,sulla religione, sulle mode e sull’emergere di nuovi modelli culturalidi convivenza umana.

I capitoli di questo libro, insomma, si snodano coerentementeper abbracciare il complesso delle tematiche proprie della sociolo-gia: percorrendo una sorta di imbuto concettuale, che a partire dallalegittimazione scientifica della disciplina e dai concetti generali disocietà e di sistema sociale va restringendosi ad argomenti semprepiù dettagliati e specifici.

Chiude il libro un capitolo sulla ricerca sociologica: dopo averchiarito che cosa è la sociologia, e soprattutto dopo averne ribaditola natura prettamente scientifica, è qui che si danno i rudimenti su“come si fa” sociologia.

Non sorprenda infine la ponderosità della bibliografia, che in unmanuale da proporre ad un pubblico di studenti e di lettori che siavvicinano forse per la prima volta alla sociologia, potrebbe apparirefin troppo dettagliata. Mi auguro infatti che possa costituire un puntodi riferimento e un servizio per coloro che intendono approfondire leproprie letture, magari allo scopo di scrivere un articolo, un saggio ouna tesi di laurea.

Buona lettura e, soprattutto, buona scoperta di che cosa è veramen-te la sociologia.

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Introduzione

Comunicare la sociologia

Sociologia .

. In una società dell’informazione

Viviamo in una società che è stata definita la “società dell’informazio-ne”: la vita quotidiana, tanto a livello individuale che associativo, èoggi ampiamente condizionata dai sistemi di informazione e di comu-nicazione, e si tratta di un fenomeno diffuso ovunque, non soltanto

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Introduzione

in quello che molto genericamente — e anche con un pizzico di et-nocentrismo — viene chiamato “il mondo occidentale”. Tra i varieffetti — pregevoli alcuni, disprezzabili altri — della globalizzazione,c’è anche quello della diffusione in tempo reale delle informazio-ni, della loro reperibilità e della loro utilizzabilità. Così accade chedue genitori, navigando su internet, trovino il modo di garantire allafiglioletta malata un farmaco raro e considerato esaurito, che un gior-nalista dal suo studio possa seguire momento per momento le fasidi una rivolta all’altro capo del mondo, raccogliendo nel frattempole diverse versioni dei fatti fornite dalle parti in causa, o ancora cheuno studente italiano consulti i volumi contenuti nelle più prestigiosebiblioteche americane stando comodamente seduto in casa propria.Inoltre, grazie alla televisione, è possibile seguire in diretta una guerra,un evento sportivo, un concerto, un rito, anche se si svolge a migliaiadi chilometri di distanza, creando un immenso pubblico planetarioche nello stesso istante si diverte, si commuove, si esalta o si dispera.Le tremende immagini in diretta di un aereo che si infila in una delleTwin Towers di New York hanno fatto scoprire che una tragedia si puòvivere momento per momento non soltanto al cinema, ma nella vitavera, quella di tutti i giorni, ovunque essa accada. Inoltre, esplorandoYou Tube, puoi cogliere attimi irripetibili e assistere ad episodi singolariche sono avvenuti a distanza di migliaia di chilometri, e puoi addi-rittura curiosare nella vita quotidiana di gente che non ti conosceràmai.

Ma c’è di più. I social network, da facebook a twitter, gli innumere-voli blog dove ci si scambiano opinioni, solidarietà, consigli, rimbrotti,fotografie e filmati, ci raggruppano in comunità che una volta sem-bravano virtuali, ma che in realtà costituiscono oggi la forma piùimportante, e più consueta, di relazionarsi con gli altri (Bennato, ;Toschi, ). Mi diceva un ragazzo di quindici anni che la maggiorparte delle relazioni con i suoi più cari amici avviene attraverso i mes-saggini del cellulare e facebook; dopo, quando si vedono faccia a faccia,hanno più poco da dirsi. Un partita di calcetto, una bevuta assieme,magari una zingarata, ma poi ciao ciao, per il resto ci “messaggia-mo”. Senza contare che tramite e–bay e gli altri siti di commercioon–line ciascuno di noi entra in un mercato senza confini dove puoicontrattare, acquistare e scambiare qualsiasi bene, da un orologio a uncarrarmato.

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Introduzione

Peraltro, le tecnologie più avanzate oggi ci offrono i “phablet” concui telefonare, fotografare, scrivere, navigare su internet, pagare i conti,controllare il nostro stato di forma, leggere il giornale, postare, ecc.

Infine, la lettura di riviste, di quotidiani, di libri — anche su tablet —completa la sensazione di far parte di quell’unico, immenso “villaggioglobale” di cui Marshall McLuhan con preveggente intuizione giàparlava trent’anni prima che internet diventasse di uso comune.

La nostra è quindi una società che “comunica” intensamente, con-tinuativamente, con mezzi tecnologicamente sempre più versatili esofisticati, e con finalità innumerevoli, derivate dal suo carattere plura-listico e dalla complessità del sistema sociale. È inevitabile, allora, chedi comunicazione si parli molto, e quasi ad ogni tavolo: se ne discutein politica, in economia, in televisione, sulle pagine dei giornali, neidibattiti culturali, in famiglia, sull’autobus, “perfino” a scuola. . .

Come accade ogniqualvolta un argomento è di pubblico dominio,tuttavia, si rischia di incontrarne versioni confuse, spesso contrastanti,che non giovano certo ad inquadrare e a comprendere i termini delproblema.

Allora, sui concetti di comunicazione e di informazione occorrefare preliminarmente chiarezza, perché se è vero che nel pensarecomune tendono ad essere utilizzati in modo generico e talvolta in-tercambiabile, nella letteratura scientifica ciascuno di essi ha assuntosfumature differenti di significato che possono generare più di unequivoco.

. Sui concetti di comunicazione e informazione

Comunicazione deriva dal verbo latino communicare, il quale a suavolta si riconnette al termine greco koiné, che significa “comune”: leradici di questi vocaboli fanno riferimento ad un rapporto di scam-bio, di vicendevole sostegno e di aiuto tra gli individui. Il termineè quindi strettamente connesso sul piano semantico con comunità,comunione, comunanza, e viene ad indicare chiaramente una rela-zione sociale complessa, che si sviluppa all’interno di un contestoassociativo fondato sulla cooperazione e governato da regole.

La teoria cibernetica ha tentato di fare chiarezza sull’argomentoproponendo una definizione generale valida per qualsiasi forma dicomunicazione.

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Introduzione

Così, secondo alcuni dei principali esponenti della disciplina, comeNorbert Wiener e Claude Ellwood Shannon, la comunicazione puòessere definita come l’atto mediante il quale un soggetto emitten-te trasferisce informazione ad un soggetto ricevente (Wiener, ;Shannon, ).

L’informazione agisce nelle situazioni di incertezza cognitiva, ri-ducendo il campo delle alternative possibili, e introduce un criteriodi ordine: più l’informazione si arricchisce di dettagli, più preciso especifico diviene il contenuto del messaggio e per conseguenza piùlimitato il suo campo di applicazione.

Dal punto di vista della cibernetica si può quindi stabilire unastretta analogia tra il lampeggiare di un semaforo, le fasi della luna,il brontolìo minaccioso di un leone, il discorso di un oratore e leimmagini di un film in DVD.

Tuttavia, la comunicazione umana non solo è molto più ricca, maè anche qualitativamente diversa: J. Greene ha sottolineato come essasia totalmente consapevole, intenzionale e caratterizzi l’essere umanoperché è parte integrante della sua natura di essere pensante e di esseresociale. Rispetto ad ogni altra forma di comunicazione, compresaquella pur intenzionale degli animali, quella umana è autoriflessiva,creativa, contestualizzata e specializzata (Greene, ).

È autoriflessiva perché, essendo consapevole, può trattare di se stessae su se stessa (metacomunicazione); è creativa, perché l’individuo puòinventare e variare a piacimento sia il contenuto che i simboli, i segnalie gli strumenti della comunicazione; è specializzata, perché utilizzaforme e contenuti differenti a seconda degli obiettivi; è contestualizzataperché si adatta alle specifiche situazioni relazionali e comunicative.

La sociologia e la psicologia hanno sottolineato la specificità dellacomunicazione umana, che coinvolge non solo la socialità, ma anchele facoltà intellettive dell’individuo e quindi la sua capacità di creareun colloquio autonomo e originale con i propri simili.

Ad esempio, Charles S. Peirce ritiene che la comunicazione umana sicaratterizzi per uno scambio di simboli, che tratteggiano fra referente esegno un rapporto del tutto convenzionale e che possono far riferimentoanche a meri concetti ideali: essi sono caratteristica esclusiva dell’attivitàmentale e, soprattutto, sociale degli esseri umani (Peirce, ).

Sulla stessa lunghezza d’onda si pone Charles H. Mead, il qualeasserisce che l’interazione umana è interazione simbolica, cioè un

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Introduzione

rapporto tra individui fondato sull’assegnazione di significati comu-ni all’azione, negoziati e concordati tra i soggetti (Mead, ). Dalcanto suo John Austin, classificando gli atti linguistici, dà particolareimportanza a quelli (definiti “performativi”) che non solo affermanoo esprimono qualcosa, ma costituiscono delle vere e proprie “azio-ni sociali”, che hanno immediate conseguenze relazionali, come adesempio giudicare, designare, chiamare, fare testamento o dare ordini(Austin, ).

Ma un contributo risolutivo sull’argomento lo fornisce Peter Wa-tzlawick, il quale sostiene perentoriamente che la comunicazioneumana è una forma di attività sociale intenzionale, e rappresenta unoscambio di relazioni, un processo di interazione fra individui. La co-municazione interumana assume quindi caratteristiche peculiari: essasi presenta come una complessa operazione di selezione degli interlo-cutori, di negoziazione dei contenuti e di scambio delle informazioni,mediante il quale gli individui definiscono la reciprocità dei loro rap-porti e interpretano le azioni altrui, fino ad inferire gli atteggiamenti ele intenzioni dell’altro e ad organizzare conseguentemente la propriacondotta sociale (Watzlawick, Beavin, Jackson, ).

Non solo: Erving Goffman asserisce che l’individuo esprime econsolida la propria personalità e la propria identità sociale propriomediante lo scambio comunicativo: egli infatti presenta il proprioIo all’Altro come punto di riferimento per la definizione e per lanegoziazione dei comportamenti pertinenti all’interazione (Goffman,, ).

La comunicazione umana rappresenta insomma un processo discelte successive, spesso guidate da idee astratte, che si modificanoreciprocamente, si modellano sulle aspettative degli altri e si possonogenerare direttamente dall’interazione sociale, producendo nuovi fe-nomeni relazionali e creando nuove forme simboliche di riferimento.

. Regole che ci consentono di comunicare

Sebbene la comunicazione appaia come un’attività intrinseca alla na-tura umana, essa necessita di una certa abilità. Tramite i gesti, infatti,siamo in grado di intavolare un colloquio, ancorché elementare, conqualsiasi interlocutore; ma se passiamo al linguaggio verbale e deside-

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Introduzione

riamo esprimere concetti di una certa complessità, diventa necessarioil riferimento ad un criterio condiviso intersoggettivamente con altriindividui, che fanno parte della nostra società, della nostra cultura odel nostro gruppo; non a caso è molto più facile comunicare, cioèscambiarsi messaggi, con chi parla la nostra lingua, con chi appartieneal nostro ambiente, o con chi condivide con noi esperienze comuni.

L’insieme di regole che ci consentono di comunicare rappresentaun codice; e la capacità di un soggetto di utilizzare tale codice sidefinisce competenza comunicativa.

Esistono molti codici comunicativi di origine sociale: il linguaggioverbale, il linguaggio non verbale, quello iconico, quello estetico e fi-gurativo ecc., ciascuno dei quali presenta ulteriori sottocodici specifici,riservati a gruppi sempre più ristretti di interlocutori “competenti”,abilitati a scambiarsi un particolare patrimonio di conoscenze.

La competenza comunicativa si raggiunge attraverso l’apprendi-mento; ad esempio, l’individuo apprende fin dalla nascita a comunica-re con i propri simili, attraverso i gesti, poi con la voce, e infine con leparole, per esprimere le proprie volontà e per scambiare informazionicon gli altri membri della società.

Questo processo di apprendimento di regole sociali di comporta-mento e di comunicazione, che è fondamentale nei primi anni di vitama che dura per tutta l’esistenza, è definito socializzazione e per certiversi può essere considerato un lungo, ininterrotto arricchimento dellacompetenza comunicativa dell’individuo come membro della società.Esso consente di partecipare a pieno titolo alla vita di relazione, al “pat-to sociale” che costruisce e costituisce la società; ed è purtroppo bennoto come coloro che hanno una competenza comunicativa ridotta —difficoltà ad esprimersi, a leggere, a scrivere, a utilizzare un computer— rischino più degli altri di restare ai margini della vita collettiva.

Le forme della comunicazione umana — e quindi le relative com-petenze — sono innumerevoli; oggi spesso si dibatte se vadano preva-lendo le forme di comunicazione linguistiche e verbali o quelle visivee iconografiche, il segno o il simbolo, la linearità standardizzata delladenotazione o l’ambiguità ammaliante della connotazione; inoltre sianalizza il complicato rapporto che si instaura tra le varie forme co-municative, e si valutano le reciproche influenze, le contaminazioni, leinterferenze.