COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

21
8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 1/21 Filippo Coarelli Roma, i Volsci e il Lazio antico In: Crise et transformation des sociétés archaïques de l'Italie antique au Ve siècle av. JC. Actes de la table ronde de Rome (19-21 novembre 1987). Rome : École Française de Rome, 1990. pp. 135-154. (Publications de l'École française de Rome, 137) Riassunto Si prende in esame il problema della presenza volsca nella pianura Pontina : origine della popolazione e suoi primi contatti con il Lazio ; situazione economica e sociale del Lazio meridionale costiero in età arcaica; situazione politica dello stesso territorio prima e dopo l'arrivo dei Volsci, con particolare riguardo ai rapporti con Roma e con i Latini. Citer ce document / Cite this document : Coarelli Filippo. Roma, i Volsci e il Lazio antico. In: Crise et transformation des sociétés archaïques de l'Italie antique au Ve siècle av. JC. Actes de la table ronde de Rome (19-21 novembre 1987). Rome : École Française de Rome, 1990. pp. 135-154. (Publications de l'École française de Rome, 137) http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1990_act_137_1_3901

Transcript of COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

Page 1: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 1/21

Filippo Coarelli

Roma, i Volsci e il Lazio anticoIn: Crise et transformation des sociétés archaïques de l'Italie antique au Ve siècle av. JC. Actes de la table ronde de

Rome (19-21 novembre 1987). Rome : École Française de Rome, 1990. pp. 135-154. (Publications de l'École

française de Rome, 137)

Riassunto

Si prende in esame il problema della presenza volsca nella pianura Pontina : origine della popolazione e suoi primi contatti con il

Lazio ; situazione economica e sociale del Lazio meridionale costiero in età arcaica; situazione politica dello stesso territorio

prima e dopo l'arrivo dei Volsci, con particolare riguardo ai rapporti con Roma e con i Latini.

Citer ce document / Cite this document :

Coarelli Filippo. Roma, i Volsci e il Lazio antico. In: Crise et transformation des sociétés archaïques de l'Italie antique au Ve

siècle av. JC. Actes de la table ronde de Rome (19-21 novembre 1987). Rome : École Française de Rome, 1990. pp. 135-154.

(Publications de l'École française de Rome, 137)

http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1990_act_137_1_3901

Page 2: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 2/21

FILIPPO COARELLI

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO

1. L argomento che ho avuto io stesso l incoscienza di proporre agli

organizzatori del colloquio è di quelli che pongono difficoltà immense :anzi, allo stato attuale degli studi, praticamente insolubili. Affrontare lostudio di una popolazione italica, come i Volsci, la cui vicenda è racchiusa quasi interamente entro uno dei periodi più oscuri della storiadell Italia, antica, come il V secolo, significa in primo luogo confrontars on un problema di fonti, che si identificano in questo caso quasiesclusivamente nella tradizione annalistica, con tutti i problemi e le dif

ficoltà che ne derivano1. Dobbiamo inoltre fare i conti con una mancanza quasi totale di documenti epigrafici ed archeologici, anche se loscavo di Satricum, condotto dalla Scuola Olandese, comincia a restituireocumenti di prim ordine, ma anch essi non esenti da gravi problemii interpretazione. Finché non ci sarà un piano organico di ricerche,e in particolare di scavi sistematici nel Lazio, in funzione di questa problematica (la cui importanza, per lo studio - tra l altro - della più antica toria di Roma mi sembra evidente) non credo che vi potranno esse

reostanziali progressi : penso a qualcosa di analogo a quanto è statofatto per la Lucania e per il Sannio, che pongono problemi analoghi -se non identici - e che oggi conosciamo meglio proprio in grazia disistematiche esplorazioni archeologiche. Particolarmente urgente sa

rebbe - per la particolare struttura socio-politica di queste comunità -l identificazione e lo scavo dei santuari etnici; per i Volsci conosciamoil nome e il sito approssimativo del principale centro del culto comunitario cetra : questa non può essere identificata con Artena, come di

recente si è tornati a proporre, ma va localizzata - con i più antichi

L unica sintesi recente sui Volsci è quella di G. Radke, Volsci, in RE, IX, A 1 cc.773-827. Cfr. E. Manni, Le tracce della conquista volsca nel Lazio, in Athenaeum, η. s. 17,1939, p. 233-79.

Page 3: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 3/21

136 FILIPPO COARELLI

topografi, dal Cluverio in poi - nella zona del basso Sacco, nei pressi diSupino e di Morolo2.

Ricordo anche il caso di Anagni, capitale religiosa degli Ernici, la

cui importanza in età arcaica comincia ad essere confermata da recentiscoperte archeologiche3.Considerate tutte queste premesse, quanto dirò in seguito andrà

preso col beneficio dell inventario : cioè come una serie di ipotesi dilavoro, che richiederebbero tutte ben più ampie indagini, e un vagliopiù accurato. Una sintesi organica dell argomento è oggi impossibile,date le enormi lacune della documentazione; di qui l andamento desultorio e frammentario della mia esposizione, di cui mi scuso fin d ora,ma che comunque è inevitabile.

I temi che mi è sembrato di poter in qualche modo prendere in

esame (con i limiti già esposti) sono sostanzialmente i seguenti :

1) origine dei Volsci e loro arrivo nel Lazio meridionale;2) situazione economica e sociale della pianura pontina in età

arcaica;3) situazione politica della pianura pontina prima e dopo l arrivo

dei Volsci, in particolare per quanto riguarda i rapporti con Roma e

con i Latini.

2. Sul carattere «italico» (nel senso corrente) dei Volsci non vi pos

sono essere dubbi, come pure sulla loro originaria estraneità alle sediche essi occuparono storicamente nel Lazio meridionale : si tratta diuna migrazione avvenuta in un momento recenziore, e quindi documentabile con sicurezza. Quanto alla provenienza, i dati principali sonodi natura linguistica, e sono stati esaminati da tempo, sulla basedell unica iscrizione sicuramente attribuibile ai Volsci, la tabula veli-terna 4. I risultati di queste ricerche sono univoci, e mi esimono dauna disamina del problema, per il quale del resto non sarei in alcunmodo qualificato. Rimando, per brevità, al saggio di Poultney, che

2 Su Ecetra, cfr. RE V, e. 1907. La vecchia e insostenibile identificazione con Artena(la medioevale Montefortino) è stata di recente riproposta da L. Quilici, La civita di Artena,Roma, 1982, p. 168-71. La posizione della città risulta chiarita, tra l altro, dal collegamentocon Ferentinum (Liv. IV 61, 5-6).

3 L. Biddittu, Rinvenimento di facies orientalizzanti ad Anagni, in Boll. Lazio Merid.,10, 1978, p. 5-7.

4 J. W. Pultney, Volscians and Umbrians, in AJPh, 72, 1951, p. 113-27.

Page 4: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 4/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 137

costituisce la sintesi recente più completa : da questa risulta che la lingua volsca è del tutto distinta dall osco, e in genere dalle lingue sabelli-

che meridionali, e invece strettamente imparentata con l umbro, ciòche era ben chiaro già alla cultura antica : si ricordi il fr. di Titinius (inFest. p. 204 L. : «qui obsce et volsce fabulantur») che conosce la diversitàelle due lingue.

Un dato nuovo è fornito dalla recente scoperta a Satricum di unabreve iscrizione, trovata in una tomba del V secolo a.C. e che si puòqualificare con certezza di volsca . Rimando per questa allo studio delColonna, di cui riassumo qui solo le conclusioni essenziali5. Si tratta diuna piccola accetta di piombo, su cui sono tracciate tre parole. I rapporti più precisi, anche sul piano paleografico, sembrano rinviare

all area sabina, intorno a Cures e alla cosiddetta area medio-adriatica.È anche importante ribadire, con Colonna, che i Volsci, contrariamentea quanto in genere si ritiene, erano in possesso di una scrittura già almomento del loro arrivo nel Lazio : infatti la data della nuova iscrizioneon può essere di molto più tarda rispetto a questo avvenimento sto

rico, che si colloca, come è noto, all inizio del V secolo a.C. Solo piùtardi dunque (probabilmente nel corso del IV secolo a.C.) i Volsci adotteranno l alfabeto latino.

La conclusione di Colonna è che si tratta di « una scrittura nazional ipendente da quella attribuita a Capena per l uso del samech e daquella sabina di Cures. . . Una scrittura dipendente da modelli «tiberini» laborata nelle originarie sedi appenniniche di quel popolo, proba

bilmente nella conca del Fucino». Quest ultima affermazione è sconcertante, contrasta con gli stessi risultati dell indagine di Colonna, cherimandano per l appunto all area sabino-capenate. La menzione del

l area del Fucino costituisce, in questo contesto, un evidente omaggioalla teoria tradizionale che fa provenire i Volsci da quest ultima zona.Ora, se è indubbio che la penetrazione avvenne tramite la zona marsica

e l alta valle del Liri, non è necessario pensare a un origine prima dellapopolazione della stessa zona. La documentazione linguistica, come si è

visto, conduce necessariamente a tutt altra conclusione.La recente scoperta di un iscrizione arcaica sabina, con caratteri

sticheel tutto analoghe a quelle cosiddette medio-adriatiche ο sud-

5 G. Colonna, La nuova iscrizione di Satricum, in Archeologia laziale, 7, 1984,p. 104-6.

Page 5: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 5/21

138 FILIPPO COARELLI

picene6, dovrebbe a mio avviso indurre a riesaminare la possibilità dirivalutare la tradizione storiografica antica, che collega con la Sabinala totalità delle apoikiai italiche. Ma su questo non posso che lasciare il

campo a più esperti di me7.Quella che mi sembra accertata, comunque, è la provenienza deiVolsci da un area al confine tra Sabina e Umbria. Non escluderei chel elaborazione dell alfabeto utilizzato in età arcaica in quest area possaesser avvenuta proprio in un area di confine tra Etruria e Sabina, e

cioè tra Capena e Cures : viene immediatamente a mente l importantissim oentro cultuale di Lucus Feroniae, al quale la tradizione anticaattribuiva una funzione centrale nei rapporti tra Sabini, Latini (edEtruschi) già all epoca di Tulio Ostilio8.

Ora, da questa osservazione ne scaturisce un altra relativa ai culti.È un fatto che il sistema cultuale volsco differisce profondamente daquello delle popolazioni sabelliche centrali e meridionali. La presenzadi Feronia è particolarmente significativa : si tratta di una divinitàesclusivamente sabina9, mentre nel Lazio meridionale ci aspetteremmoiuttosto divinità quali Mephitis (che pure è presente, ma chiara

mente come conseguenza della successiva occupazione sannitica) o, nelcaso di una provenienza dalla Marsica, di Angitia. Analoghe conclusionisi possono ricavare dalle notizie che abbiamo su altre entità divine,omogenee tra loro, collegabili con i Volsci : Vesuna (Antium), Pupluna

(Aquinum), Decluna (Velitrae), si pensi anche a toponimi quali Casinume Antinum10. La prima, come è noto, si ritrova nelle tabulae Eugubinae.Si deve aggiungere l altra tipica divinità sabina, Sancus, la cui esistenzaè attesta a Velitrae nel 199 a.C. n. Nella stessa direzione vanno altri datilinguistici ricavabili dalla toponomastica, come Polusca (e anche lo

6 A. Morandi, Iscrizione sabina arcaica dal territorio di Cures, in SE, 51, 1983, p. 595-608; Id., in DialArch., ser. 3, 5, 1987, p. 7-15.

7 Cfr. A. L. Prosdocimi, Sabinità e (pan)italicità linguistica, in DialArch, ser. 5,1987, p. 53-64.

8 D. Briquel, Sur les faits d écriture dans Vager Capenas, in MEFRA, 84, 1971, p. 789-845. L episodio, attribuito all epoca di Tulio Ostilio, si trova in Liv. XXVI 11 e in Dion.Hal. Ill 32, 1-2. Cfr. D. Musti, / due volti della Sabina, in DialArch, ser. 3, 3, 1985, p. 77-86.

9 Su Feronia, cfr. G. Radke, Die Götter Altitaliens, Münster, 1965, p. 124-127.10 Su queste, si veda Radke, in RE, cit. a nota 1, c. 823. Su Pupluna ad Aquinum,

R. Antonini, in SE, 53, 1985, p. 259-260.11 Liv. XXXII 1, 10 (prodigio nel tempio di Sancus).

Page 6: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 6/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 139

stesso nome dei Volsci) e ad es. Mutuesca; Arpinum e Arpi12. E sipotrebbe continuare. Mi sembra indubbio, alla luce di tutte queste con

siderazioni che la zona originaria di provenienza dei Volsci debba esseredentificata nella Sabina interna, più probabilmente nella zona acontatto con l Umbria.

Non mancano del resto nella stessa tradizione storiografica anticaaccenni che sembrano riportare in questa direzione ne ricorderò quiun paio.

Non escluderei che le notizie sui contatti dei Volsci con il Lazioall epoca di Anco Marcio e dei Tarquinii debbano spiegarsi non comereduplicazione di fatti più tardi, ma come ricordo di reali infiltrazionida est, per esempio dall area tiberina13. Si tratterebbe di un ipotesi priva di riscontri, se non fosse disponibile un dato di grande interesse, e

finora trascurato.Si tratta di un passo di Servio, ricavato certamente da un ottima

fonte di età repubblicana (probabilmente M. Octavius Herennius ο Antonius Gnipho - via Masurius Sabinus, come in altri casi) : « salii sunt,qui tripudiantes aras circumibant. Saltabant autem ritu veteri armatipost victoriam Tiburtinam de Volscis»14. Si accenna qui all istituzionetipicamente tiburtina dei salii di Hercules Victor, e mi sembra probabil he l origine ultima della informazione debba riconoscersi in un

documento locale (come ne conosciamo ad esempio per Praeneste). Èdifficile pensare che si tratti di un invenzione, dal momento che Tivoli,in età storica non ha alcun contatto diretto con i Volsci. Ci aspett

eremmo semmai gli Equi (è caratteristico, ad esempio, che nelle notizierelative a una presenza di Volsci nella più antica storia romana, questisono sempre collegati con le loro più tarde sedi storiche, ad esempioVelitrae); nel caso specifico, anche per il carattere antiquario dellanotizia (trasmessa probabilmente da documenti sacri) mi sembra difficile negare la possibilità che si tratti di un dato reale. In tal caso,

avremmo una conferma della presenza originaria dei Volsci nell areasabina interna (e quindi a contatto con Tivoli). È possibile che si tratti

dei primi tentativi di migrazione in direzione del Lazio, lungo la vianaturale da est, che furono bloccati e respinti, e quindi provocarono lascelta di una via diversa, quella più meridionale, lungo la valle del Liri.

12 Radke, in RE, cit. a nota 1 e. 776.13 Liv. I 23, 8; 53, 2.14 Serv., ad Aen. Vili 285.

Page 7: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 7/21

140 FILIPPO COARELLI

Tutto ciò naturalmente può diluirsi su un lungo periodo : la notiziarimanda alle origini del culto di Èrcole tiburtino, certamente non poste

riori alla metà del VI secolo a.C, come si ricava anche dal cippo iscrit

toell Acquoria, probabilmente collegato al culto di Hercules Victor15.A questo proposito, è interessante notare che l alfabeto di questa iscrizione si distingue nettamente dai documenti latini contemporanei (adesempio di Roma) per la presenza di segni (ΓΟ reso con un punto) chesembrano spiegabili proprio attraverso il rapporto con l alfabeto arcai

cosabino». È noto fino a qual punto Tivoli, tipica zona di frontiera,sia culturalmente legata già in età protostorica all area sabellica (milimito qui a ricordare le caratteristiche tombe a circolo)16.

La data dell arrivo e dell insediamento dei Volsci nel Lazio è suff

icientemente sicura, ed è unanimemente fissata ai primi anni del V

secolo a.C. Tanto i dati delle fonti letterarie, quanto le informazioni checi restano su analoghi episodi (ad esempio i Sanniti in Campania),quanto la stessa logica ci indicano però che non dobbiamo vedere inquesta occupazione un fatto puntuale, precisamente databile, ma piut

tosto un processo progressivo, di lunga durata, concretatosi probabilmentettraverso una serie di vena sacra indirizzati lungo le tradizional frequentate vie di transumanza : nel caso specifico, dalla Marsica alLazio meridionale interno, attraverso l alta valle del Liri, e di qui nellapianura pontina attraverso la valle dell Amaseno. Ciò equivale a dire

due cose che l occupazione di quest ultima area dovette procedere dasud a nord (e quindi i centri più settentrionali, come Velitrae, sarannostati gli ultimi ad essere investiti); e che si tratta di una penetrazioneiniziata già da qualche tempo, con un carattere piuttosto di infiltrazionerogressiva che di invasione massiccia e puntuale.

Ciò complica naturalmente ogni tentativo di fissare con precisionela data di arrivo dei Volsci, che dovette diluirsi lungo un certo numerodi anni. A questo dobbiamo attribuire anche le oscillazioni della tradizione letteraria, oscillazioni che non travalicano comunque una fasciacronologica compresa, grosso modo, entro i primi due decenni del Vsecolo a.C. A questo proposito, dobbiamo in primo luogo prendere posi

zione su un gruppo di testimonianze liviane, tenute in scarsa ο nessunaconsiderazione, ma rivalutate giustamente da Ogilvie. Nel 503 a.C,

15 Su questo, si veda da ultimo A. Mancini, L iscrizione sulla base di Tivoli CIL Ρ2658. Nuova lettura, in SE, 47, 1979, p. 370-375.

16 Civiltà del Lazio primitivo, Roma, 1976, p. 188-212, tavv. 33-41.

Page 8: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 8/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 141

«duae coloniae latinae, Pometia et Cora, ad Auruncos deficiunt. CumAuruncis bellum initum». Subito dopo, i consoli Opiter Verginius e

Sp. Cassius investono Pometia, tenuta dagli Aurunci, che resistono. eguono la deditio e un massacro17. Nel 495 a.C. gli Aurunci avanzerebberoino ad Aricia, dove verrebbero di nuovo sconfitti18. Si ritiene ingenere che la menzione degli Aurunci sia erronea, e debba essere sostituita da quella dei Volsci. Ma, almeno nel primo caso, la notizia sembraattendibile : nel 503 a.C. i Volsci non sembrano ancora presenti, almenoin modo così massiccio. In precedenza, l area pontina era probabilment bitata proprio dagli Aurunci un indizio in questo senso, a mio avviso, i può ricavare proprio dal doppio nome di Suessa Pometia, ilsecondo dei quali è certamente latino, mentre il primo potrebbe esserequello aurunco (come si deduce, tra l altro, dalla sua presenza in zonaaurunca, in sedi coloniali ο meno : Suessa Aurunca, Suessula).

3. La discriminante decisiva per la storia dell agro pontino si hacon la riconquista romana, iniziata già alla fine del V secolo e conclus efinitivamente nel corso del IV secolo a.C. Non è qui il caso diripercorrere nei particolari questa vicenda, trattata di recente in mododettagliato da M. Humbert19. Gli episodi centrali di essa sono la crea

zione delle tribù Pomptina (358) e Oufentina (318), con le relative deduz

ioni vintane e delle coloniae civium Romanorum di Antium (338) eTerracina (329), oltre all apertura della via Appia (312). Si tratta di unprocesso di radicale rimodellamento del territorio, che si risolve in unaprofonda romanizzazione e nella totale destrutturazione dell insedi

amentoiù antico lo stesso percorso della via Appia, che attraversa inlinea retta il centro della pianura, tagliando sistematicamente fuori gli

antichi abitati dei Lepini, è sufficiente da solo a chiarire portata e modidell intervento romano.

Le conseguenze di tutto ciò non si faranno attendere, anche se i

frutti più evidenti si vedranno soprattutto dopo la guerra annibalica.Significativo, a questo proposito, è un episodio avvenuto nel 198 a.C. :20

gli ostaggi cartaginesi detenuti a Setia, insieme ai loro schiavi personali

17 Liv. II 16, 8-9; 17, 1. Cfr. R. M. Ogilvie, Commentary, p. 276.18 Liv. II 26, 41.19 M. Humbert, Municipium et civitas sine suffragio, Roma, 1978, p. 152-154, 184-190,

195-204.20 Liv. XXXII 26, 4-18; per. 32; Zonar. IX 16, 6. Cfr. M. Capozza, / movimenti servili

nel mondo romano in età repubblicana. I, Roma, 1966, p. 101-120.

Page 9: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 9/21

142 FILIPPO COARELLI

e a quelli di origine africana appartenenti ai Setini tentarono una rivolta he fu presto domata. Questi ultimi erano prigionieri di guerra,acquistati dopo la fine del conflitto annibalico, senza dubbio per essere

destinati ad attività agricole. Il loro numero era certamente notevole,come risulta dal racconto di Livio e da quello parallelo di Zonara (oltreche dalla periocha che completa il testo lacunoso di Livio) : tra l altro,nel corso della repressione ne furono uccisi 2500. Una simile concen-

trazione di personale servile si riscontra anche per Circei e Norba, chefurono coinvolte nella congiura.

In un epoca ancora piuttosto antica possiamo dunque notarenell agro pontino una situazione analoga a quella contemporaneadell Etruria e dell Apulia, testimoniata tra l altro dalle rivolte servili del196 e del 185 a.C.21 : uno sviluppo precoce del modo di produzione

schiavistico legato allo sfruttamento di proprietà agricole senza dubbiodi dimensioni piuttosto ampie. Questo fenomeno trova una confermaevidente nella presenza, entro l agro setino, di numerose ville di etàrepubblicana piuttosto antica, con basamento in opera poligonale οincerta22, e coincide probabilmente con l inizio di una produzione massiccia di vino destinato all esportazione, produzione testimoniata dallefonti letterarie solo per un epoca più tarda23.

Non c è dubbio quindi che, già a partire dall inizio del II secolo(ma il fenomeno è probabilmente più precoce), fosse già pienamente

operante quella situazione particolare delle terre pontine, che Liviocaratterizza così efficacemente in un noto passo, che è opportunoriportare testualmente : «... aut innumerabilem multitudinem libero-rum capitum in eis fuisse locis, quae nunc vix seminario exiguo mili-tum relieto servitia Romana ab solitudine vindicant»24.

Il grande numero di abitanti liberi, che permetteva ai Volsci di rinnovare continuamente la guerra contro Roma ancora agli inizi del IVsecolo a.C. (il passo si riferisce al 385 a.C.) contrasta vivacemente con lasituazione dell epoca di Augusto, quando ormai la solitudo delle terrepontine era vindicata quasi solo dai servitia Romana.

Si delineano così con grande chiarezza due momenti storici netta-

21 Sulle quali cfr. Capozza, op. cit., p. 121-141, 145-159.22 Si veda L. Zaccheo, F. Pasquali, Seize dalla preistoria all età romana, Sezze, 1972

(l argomento è trattato ampiamente in una tesi perugina di G. Spaterna, ancora inedita).23 A. Tchernia, Le vin de L Italie romaine (BEFAR, 261), Roma, 1986, p. 202-203;

345-346.24 Liv. VI 12, 6. Cfr. P. A. Brunt, Roman Manpower, Oxford, 1971, p. 348-349.

Page 10: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 10/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 143

mente differenziati : la fase arcaica, compresa tra il VI e il IV secolo, equella successiva alla riconquista romana : la prima è concordemente

ricordata dalle fonti letterarie come un periodo di grande prosperitàagricola e in generale economica, nel corso del quale il territorio pontinoostituisce il vero e proprio granaio di Roma; la densità della popo

lazione in questa fase era proverbiale, al punto da determinare computileggendari, come quello dell esistenza di ben 24 città, riportato daMuciano25. La seconda invece, pur restando prospera, segna il progressivoidursi della popolazione libera, l apparizione e la rapida diffusioneella proprietà schiavistica, specializzata nella produzione di derratedestinate all esportazione, come il vino.

Se non ci sono dubbi sulla verosimiglianza di un tale quadro per

quanto riguarda l età tardo-repubblicana, la perplessità e lo scetticismodegli studiosi moderni si sono concentrati soprattutto sull attendibilitàdel quadro che le fonti tracciano della situazione più antica, in particolarei quella arcaica (VI-V secolo a.C). Eppure, le tracce evidenti di

una fitta occupazione del territorio, connessa con uno sfruttamentocapillare delle risorse agricole, sono state segnalate da tempo.

Si tratta, in particolare, del fitto sistema di cunicoli che caratterizzutto il settore settentrionale dell area, tra Velitrae, Cori e Satricum,la cui funzione di drenaggio del suolo a fini agricoli non mi sembra

contestabile, nonostante i dubbi periodicamente avanzati26. L interpre-tazione alternativa avanzata dal Fraccaro27 e da altri, anche di recent

e28, econdo la quale si tratterebbe di captazione di acqua pura nonsembra sostenibile : anche se in altre situazioni una simile funzione deicunicoli sembra accertata, nel caso del territorio pontino - ricchissimo

25 Plin., N. H. Ili 59. Cfr. Liv. II 34; IV 25, 21; VI 12, 6. La migliore trattazione delproblema è ancora quella di M. R. de La Blanchère, Un chapitre d histoire pontine, inExtraits des savants étrangers à l Acad. des inscr. et belles-lettr., X 1 Paris, 1889 (trad. ital.

in Id., Terracina e le terre pontine, Terracina, 1984, p. 127-241).26 La Blanchère, op. cit., p. 112-23; Id., Le drainage profond des campagnes latines, in

MEFR, 2, 1882, p. 207-11; Id., La malaria à Rome et le drainage antique, ibid., p. 94-106(ambedue gli articoli sono tradotti in Terracina e le terre pontine, op. cit., p. 77-97); Id.,Cuniculus, in Darenberg-Saglio I 2, p. 1591-4; S. Quilici Gigli, Sistemi di cunicoli nel territorio tra Velletri e Cisterna, in Archeol. laziale, 5, 1983, p. 112-23.

27 P. Fraccaro, Di alcuni antichissimi lavori idraulici di Roma e della campagna, inBollettino della Reale Soc. Geogr. hai, ser. 5, voi. 8, 1919, p. 186 ss. (Opuscula, III, Pavia,1957, p. 1-49).

28 F. Ravelli, P. J. Howarth, / cunicoli etrusco-latini : tunnel per la captazione diacqua pura, in Irrigazione e drenaggio, 35, 1 1988, p. 57-70.

Page 11: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 11/21

144 FILIPPO COARELLI

di sorgenti, e il cui principale problema è costituito, come è evidente,dallo smaltimento delle acque superficiali - la soluzione è certamente

diversa : il sistema di cunicoli non può che costituire un opera di dre

naggio delle acque superficiali, del tutto analoga a quella che è statariconosciuta negli analoghi complessi del territorio etrusco.Lo studio di questo imponente complesso di cunicoli venne realiz

zato ià alla fine del secolo scorso dal La Blanchère : purtroppo, l ope

raimase in gran parte manoscritta, e sembra perduta, insieme ai pre

ziosi rilievi che l accompagnavano. Ci resta solo il capitolo conclusivo,pubblicato a parte, ma privo di qualsiasi supporto cartografico : solopochi disegni di dettaglio furono pubblicati nel Dictionnaire des Antiquités 29.

Ci sembra opportuno riportare alcune considerazioni dell autore a

proposito di questo impressionante complesso di opere idrauliche, cheappaiono ancora perfettamente attuali a più di un secolo di distanza :

«La raison peut-être en est simple. Ce système correspond à un tempstrès différent de l âge littéraire. Celui-ci se place vers l époque où lescampagnes latines sont en pleine décadence : le latifundium est partout, le désert se crée, l abandon atteint de plus en plus toutes les ter

res. Évidemment, ce n est pas alors que se fit un travail d ensemble . . .

et ce n est pas non plus à l âge précédent, où les moissons cèdent laplace aux prés, où la culture diminue peu à peu avec la population

libre, où la guerre dévaste, où la conquête dépeuple les pays Latin etPontin, où n existe plus de groupement de forces permettant même deconcevoir des opérations pareilles. Il faut donc remonter d un saut auxpremiers âges agricoles de Rome et de l Italie, du Latium. Les communautésrustiques de l époque primitives peuvent seules donner assez debras à une œuvre commune de ce genre . . .»; «ce n est pas l âge desagronomes romains, ce n est pas l âge des lois Liciniennes qui nousferont voir comment un peuple a vécu sur les terres désertes que tra

verse la Via Appia. C est l antique histoire italique, si fabuleuse pour lesévénements,

siprécise pour

les faitssociaux, c est l histoire de la

conquête par Rome des campagnes Latine et Pontine, c est surtout lavie de Rome même à l époque de cette conquête. Conquérants etconquis en étaient au même âge économique et social». «Si l on aban

donna la culture des champs, c est que telle qu on la faisait, elledemandait trop d avances. L agriculture devenant une affaire, il n y eut

29 Cfr. nota 26.

Page 12: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 12/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 145

plus de convenance à user de moyens si coûteux. Mais, alors qu elleétait un besoin, qu elle donnait à manger, non à vendre, que chacun

travaillait de ses mains ou par des mains qu il payait seulement avecune part de nourriture et qui ne se marchandaient pas, alors on necherchait qu une chose, atteindre au produit maximum; peu importaitla somme de travail, pourvu qu on fût en mesure de l exécuter dansl année»30. E ancora «Or, on l avoue, la création d un système cunicu-laire n a pas été une œuvre de détail, faite par une foule de petits propriétaires, chacun sur son petit terrain; c est un travail d ensemble,conçu et exécuté par régions. Il est évident dès lors qu elle ne peut êtrerapportée qu à deux périodes de l histoire, - où bien au temps des latifundia, ce qui ne peut être accepté, vu la décadence de ces contrées, -

où bien à l époque primitive, quand chaque canton était patrimoined une tribu, d un peuple, d une gens ou d une cité, où un chef, un pèrede famille, un roi semblable à ceux d Homère . . . pouvait disposer detoutes les forces, et faire travailler tous les bras à un ouvrage d ensembleous ses ordres. Je pense qu il n y a pas de choix entre ces deuxsuppositions, et que la dernière seule est possible. Nous voici doncreportés d un saut aux âges primitifs de l Italie»31.

Una tale cronologia alta corrisponde a quanto la ricerca successiva potuto dimostrare per le analoghe realizzazioni in territorio etru

sco32. Essa del resto è confermata dall osservazione che la via Appiataglia in vari punti i cunicoli dell area pontina33 : ciò significa non solo,

come è evidente, che questi sono anteriori al 312, ma anche che almomento della ristrutturazione romana del territorio tutto questo sistema i drenaggio - e quindi l intera organizzazione economica, sociale e

politica che esso presuppone - si era da tempo disgregato.

Siamo così riportati a un periodo nettamente anteriore alla riconquista

romana, che può essere identificato, piuttosto che con la fasedell occupazione volsca (e cioè con il V secolo a.C), con quella della

30 Op. cit., p. 132, 108, 125.31 Art. cit. in MEFR, 1882, p. 102.32 S. Judson, A. Kahane, Underground Drainageways in Southern Etruria and Nor

thern Latium, in PBSR, 31, 1963, p. 75-99. Cfr. G. Colonna, Basi conoscitive per una storiaeconomica dell Etruria, in Contributi introduttivi allo studio della monetazione etrusca,Roma, 1976, p. 15-6, 48.

33 La Blanchère, Drainage, art. cit., nota 1 a p. 211; p. 215; Malaria, art. cit., p. 102.Contra, senza argomenti, Quilici Gigli, art. cit. a nota 26, p. 118.

Page 13: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 13/21

146 FILIPPO COARELLI

precedente occupazione romana del VI secolo a.C, della cui storicitànon mi sembra ormai lecito dubitare.

Siamo in grado di allineare altri dati, che vanno nella stessa dire

zione. In primo luogo, sembra possibile collegare il complesso sistema didrenaggio della pianura pontina con la realizzazione dei grandi emissa-ri dei laghi laziali, in particolare di quello di Nemi. L argomento, singo

larmente trascurato, meriterebbe una ricerca approfondita. Comunque,La Blanchère sembra ancora una volta nel giusto quando propone di

riconoscere in queste grandiose realizzazioni lo scopo di «régler tout lerégime des eaux profondes, et débarrasser de celles-ci les flancs mêmede leur massif»34. Anche se è probabile che si debba accettare la datatradizionale, all inizio del IV secolo, attribuita dalla tradizione antica

all emissario del lago Albano, è certo che l emissario del lago di Nemi ènotevolmente più antico35 : esso precede la costruzione del santuario di

Diana, il cui sito attuale in precedenza era certamente coperto dalleacque; è anzi probabile che le due opere siano collegate tra loro. I datistorici permettono di identificare questo momento con la creazione alnemus Dianae di un santuario federale latino in opposizione a Roma, equindi con gli anni finali del VI secolo a.C, tra la battaglia di Aricia equella del lago Regillo36. Anche per questa via si giunge così a conclusioni on diverse da quelle del La Blanchère. Ma ancora più notevole,

in via teorica generale, è un osservazione dell autore francese già riportata n precedenza : il carattere di opera collettiva, e al tempo stessoconcepita e imposta da un autorità centrale, che si deve riconoscere nelcomplesso dei cunicoli pontini. Le dimensioni e il carattere di questo nesuggeriscono la pertinenza a un sistema sociopolitico arcaico, tuttocompreso analogo a quello che caratterizza il Vicino Oriente antico.Ancora una volta, con l allusione alla regalità omerica e ai lavori diurbanizzazione della Roma dei Tarquinii, e in particolare alla cloacaMaxima, il La Blanchère ha colto un dato essenziale37.

La tradizione romana - annalistica e antiquaria - si diffonde larg

amente sulla grandiosità dell opera realizzata dai Tarquinii, e sul caratteretirannico di essa (ovviamente, soprattutto nel caso di Tarquinio il

34 La Blanchère, op. cit., p. 71-2, nota 1 ; Id., Drainage, p. 218.35 F. COARELLI, / santuari del Lazio in età repubblicana, Roma, 1987, p. 167-8.36 Coarelli, op. cit., p. 165-9.37 Drainage, p. 217.

Page 14: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 14/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 147

Superbo)38. Non c è motivo di dubitare della storicità di questa tradizione, confermata ormai da numerosi dati archeologici, e che corr

isponde assai bene alle caratteristiche di un periodo storico che ci sonoben note, ad esempio, per la Grecia contemporanea. Colpisce in parti-colar modo l insistenza delle fonti sulle connotazioni sociali di questilavori, realizzati con prestazioni d opera obbligatorie, con corvées, cheavrebbero coinvolto l intera plebe romana39. Sarebbe difficile sostenereche un dettaglio così caratteristico, così coerente con una situazionesocioeconomica di tipo arcaico sia stato inventato in un epoca in cui lecondizioni del lavoro erano radicalmente diverse. È interessante che gliautori antichi insistano tanto sulla durezza del lavoro necessario perrealizzare le complesse opere di drenaggio, di cui la cloaca Maxima

costituiva solo l esempio più imponente. Per sfuggire a questo sfibrantelavoro di scavo sotterraneo molti si sarebbero dati la morte motivotopico ricorrente, che risale almeno a Cassio Hemina.

In effetti, si tratta di notizie tutt altro che inverosimili, se teniamonel debito conto le condizioni disumane di lavoro a cui dovevano esseresoggetti i fossores che realizzarono i cunicoli arcaici del Lazio, condizionifficacemente descritte dal La Blanchère : « Ainsi, rampant, courbé,toujours dans une position incommode, il avançait ouvrant son chemin,et des enfants derrière lui déblayaient au fur et à mesure»40.

È altresì interessante osservare che la realizzazione da parte deiTarquinii del sistema di drenaggio e delle altre opere di urbanizzazionedella città è strettamente collegata dagli autori antichi con la contem

poranea colonizzazione della pianura pontina : « His laboribus exercitaplebe, quia et urbi multitudinem, ubi usus non esset, oneri rebatur esseet colonis mittendis occupari latius imperii fines volebat, Signiam Cir-

ceiosque colonos misit, praesidia urbi futura terra marique»41.Sembra dunque ragionevole identificare l enorme opera di drenaggioealizzata ai margini della pianura pontina con un opera connessa

con la colonizzazione arcaica di Roma, databile all epoca dei Tarquinii,e nella quale sono riconoscibili tecniche sostanzialmente etrusche; l esi-

38 L. Clerici, Economia e finanza dei Romani (dalle origini alla fine delle guerre san-nitiche), Bologna, 1943, p. 425-6; J.-C. Richard, Les origines de la plèbe romaine (BEFAR,232), Roma, 1978, p. 294-5.

39 Liv. I 38, 6; 56, 2; Dion. Hal. Ili 67, 5; IV 44, 1-2; 81, 2; Plin., A/. H. XXXVI 106-8;Serv. Dan., ad Aen. XII 603 (da Cass. Hemina : fr. 15 Peter).

40 La Blanchère, op. cit., p. 84.41 Liv. I 56, 3; vir. ili. 8, 3.

Page 15: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 15/21

148 FILIPPO COARELLI

stenza in tutta l area, da Velletri a Terracina, di toponimitirrenici

sembra andare nella stessa direzione. Del resto, la straordinaria ricchezza di Satricum in età arcaica, attestata da scavi vecchi e recenti,

sembra confermare in pieno la tradizione antica, che insiste concordementeulla particolare prosperità del territorio pontino, e in particolareel capoluogo di questo, Suessa Pometia.È curioso che non si sia mai pensato di collegare (almeno per

quanto è a mia conoscenza) la perdita del territorio pontino da partedei Romani con l insorgere delle gravi carestie e del profondo malesser ociale che caratterizza Roma nei primi decenni del V secolo a.C.42.Eppure, si tratta di episodi la cui sostanziale storicità è ormai evidentee la cui insorgenza - proprio per la subitaneità del fenomeno - non puòspiegarsi senza una diretta causa scatenante, che potrebbe riconoscersiproprio nella perdita, a seguito della calata dei Volsci, di un territorioagricolo la cui fertilità era proverbiale : perdita che non può non averdeterminato gravi ripercussioni sul piano alimentare nella Romadell epoca, città certamente popolosa, e la cui sussistenza doveva dipendere n notevole misura dalle forniture dell agro pontino. Del resto, è

proprio verso quest ultimo che si dirigeranno in un primo momento lenavi frumentarie romane, che saranno però respinte43. La durezza del

la otta che coinvolse i Romani e i Volsci, insieme ai loro alleati, per piùdi 150 anni si spiega assai meglio, se inserita in un siffatto contesto.

4. Gli scavi realizzati nel secolo scorso hanno dimostrato che Satricum esisteva ben prima della conquista volsca : si tratta di un centroche - come molti altri analoghi del Lazio antico - si sviluppa a partire

dall età del ferro. Quello che lo caratterizza, semmai, è la particolareprosperità, che si deduce ad esempio dalla stipe del santuario di MaterMatuta (purtroppo ancora praticamente inedita), la più ricca del Lazio.A proposito del santuario, si deve sottolineare la presenza in esso diuna dedica votiva particolarmente antica, che dimostra la presenza diEtruschi in questa zona in un epoca che coincide con quella tradizional ell arrivo dei Tarquini a Roma44.

42 Si veda, da ultimo, C. Virlouvet, Famines et émeutes à Rome des origines de laRépublique à la mort de Néron, Roma, 1985.

43 Liv. II 34, 4-5; Dion. Hal. VII 2, 1.

44 G. Colonna, in Civiltà del Lazio primitivo, Roma, 1976, n. 128, p. 374-5 (vaso datatoal 620-600 a.C, con dedica di un Ceretano).

Page 16: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 16/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 149

Una chiave a mio avviso risolutiva per la storia della città ci è statafornita dalla recente identificazione tra Suessa Pometia e Satricum,

proposta da Stibbe45. Constatiamo infatti che le due città sembranooccupare la stessa zona, e rivestire le stesse funzioni, rispettivamente indue epoche successive. Ora, è un fatto che il nome latino è certamentePometia (che appare infatti in un documento importante, come il passodi Catone in Prisciano sulla fondazione del lucus Dianius in nemore Ari-

cino)46 : Suessa sembra essere il nome più antico, aurunco, come abbia

moisto. Si tratta, come sottolineano più volte le fonti antiche, di uncentro di grande ricchezza, il più importante della pianura pontina, cheda esso del resto prende il nome.

In Satricum dobbiamo con tutta probabilità identificare un nome

volsco : lo ritroviamo infatti attribuito a un altro abitato volsco dellavalle del Liri (da identificare probabilmente con S. Giovanni Campano),ricordato da Livio e da Cicerone47. Ora, la città identificata con Satr

icum, come è noto, è un centro di grandissima importanza, come hannodimostrato gli scavi del secolo scorso e quelli più recenti della scuolaolandese. Le più antiche tracce di insediamento risalgono almeno al IXsecolo a.C. e la città si sviluppa particolarmente nel periodo arcaico48.Ma essa non potè in origine chiamarsi Satricum, dal momento che questo è probabilmente il nome volsco, quindi non anteriore al V secolo.

Quale è dunque il nome più antico di essa? La risposta potrebbe essere Suessa in origine (cioè il centro aurunco), Pometia in seguito (lacolonia romana). Un caso del tutto analogo ci è noto del resto nellastessa zona, quello di Tarracina-Anxur : un doppio nome, latino e volsco rispettivamente, che corrisponde a fasi diverse della storia della città.

Gli scavi di Satricum, ripresi di recente con ottimi risultati, comin

ciano a mettere a nostra disposizione un contesto archeologico di unacerta importanza, che ci permette per la prima volta di conoscerel aspetto reale di un insediamento volsco49. Non è mia intenzione

45 C. M. Stibbe, Satricum e Pometia : due nomi per la stessa città, in Meded. Rome, n.s.12 (47), 1988, p. 7-16.

46 Caio, orig., fr. 58 Peter.47 Liv. IX 12, 5; 16; XXVI 33, 10; Cic, Q.fr. Ili 1 4.48 Civiltà del Lazio primitivo, op. cit., p. 323-346 e bibl. cit. sotto, a nota 49.49 Vecchi scavi : A. Della Seta, Museo di Villa Giulia, Roma, 1918, p. 233-320; Civiltà

del Lazio primitivo, op. cit., p. 323-46. Sui nuovi scavi, oltre alle relazioni preliminari inArcheologia laziale, cfr. Aa.Vv., Lapis Satricanus, s- Gravenhage, 1980; J. De Waele, / templidella Mater Matuta a Satricum, in Meded. Rome, 43, 1981, p. 7-68; R. R. Knoop, Antefi-

Page 17: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 17/21

150 FILIPPO COARELLI

esporre qui i risultati di questi scavi, presentati per ora solo in alcunerelazioni preliminari molto sommarie. Alcuni fatti sembrano però fin

d ora sufficientemente chiari, e vanno qui ricordati.

1) In primo luogo, la storia del tempio di Mater Matuta. Qui sonoda considerare soprattutto le due fasi monumentali, rispettivamentedella metà del VI secolo e dei primi anni del V : è notevole che la secon

daresenti un orientamento diverso dalla prima, che si ripete anche inuna serie di edifici circostanti, certamente da identificare con grandiabitazioni aristocratiche 50. In altri termini, tutta l acropoli di Satricumsembra ricostruita nei primi anni del V secolo (data del secondo tempio) con una pianta interamente rinnovata, dopo un grave incendio, nelquale sarebbe difficile non identificare uno degli episodi di radicaledistruzione della città ricordati delle fonti letterarie. Sostanzialmente,sembrano qui entrare in gioco solo tre possibilità : la distruzione diPometia dovuta a Spurio Cassio, del 503 51; quella di Servilio, subitodopo la battaglia del Lago Regillo, del 495 (data canonica)52; oppure,più semplicemente, un episodio di assedio collegato con l invasione vol-

sca. Quello che mi induce a preferire quest ultima soluzione è il fattoche l ormai celebre iscrizione di Publio Valerio sia stata utilizzata comemateriale da costruzione nella crepidine del secondo tempio53. Sembrerebbenfatti trattarsi della distruzione volontaria di un monumento,che tra l altro era di pochissimi anni più antico : fatto difficilmente

spiegabile, se i ricostruttori del tempio erano Romani ο Latini. Non haalcun valore l obiezione che è stata fatta contro una tale soluzione, cioèla pretesa rozzezza culturale dei Volsci, considerati incapaci di realiz

zare n tale monumento54 : la stessa pianta del tempio, un periptero dichiara ispirazione ellenizzante, rimanda all intervento di maestranzeesterne, forse campane, che avranno lavorato per committenti volsci55.

xae Satricanae, Assen, 1987; M. Maaskant-Kleibrink, Settlement Excavations at Borgo LeFerriere Satricum . The campaigns 1979, 1980, 1981, Groningen, 1987.

50 Case e palazzi d Etruria, Milano, 1985, p. 178-185.51 Liv. II 16, 8.52 Liv. II 25, 5; Dion. Hal. VI 29, 5.53 Lapis Satricanus, op. cit., p. 104, Maaskant-Kleibrink, op. cit., p. 15-16.54 C. M. Stibbe, in Archeol. laziale, 4, Roma, 1981, p. 307.55 Sui templi del V secolo, cf r. G. Colonna, / templi del Lazio fino al V secolo compres

on Archeol. laziale, ó, 1984, p. 396-411.

Page 18: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 18/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 151

Un caso analogo è quello del santuario minturnese di Marica, realizzatoper gli Aurunci da maestranze probabilmente campane.56.

Un altro dato molto interessante emerso dalle ultime campagne discavo è la presenza di tombe entro l area dell acropoli57. Si tratta di unchiaro esempio di destrutturazione della città ad opera dei nuovi abita

tori i stirpe italica, il cui livello di sviluppo non era tale da permetterel uso di strutture urbane. È possibile che l area dell acropoli sia stataallora riservata a pochi nuclei familiari particolarmente eminenti, cheavranno utilizzato le grandi dimore più antiche, forse rinnovate perl occasione, e seppellito i loro morti nell area circostante. Sono questifatti del tutto prevedibili e naturali, che non giustificano in alcun modoil dubbio avanzato dagli scavatori sull identificazione della città conSatricum58 (attestata senza possibilità di dubbio, tra l altro, dall iscr

izionei età tardo-repubblicana con una dedica a Mater Matuta)59.Ritornando per un momento alla ormai celebre iscrizione di Publio

Valerio, è difficile sfuggire alla tentazione di identificare nel personaggio. Valerio Poplicola, anche a rischio di incappare nei fulminidell ipercritica. A questo proposito, si devono avanzare almeno tre ordinii considerazioni.

In primo luogo, la tradizione che riporta l intervento di ValerioPoplicola nella zona a sud di Roma durante il suo secondo consolato

del 508 a.C, quando egli avrebbe fondato la colonia di Signia60. Lacreazione di colonie latine arcaiche a Cora e Pometia potrebbe ascriversilla stessa occasione.

In secondo luogo, è da ricordare la strana leggenda, riportata dalsolo Plinio il Vecchio, che collega una Valeria con Pometia al momentodi una delle distruzioni della città61. A questo proposito, si deve citarela Valeria, sorella di Poplicola, che appare nella leggenda di Coriolano62è lei a far costruire il tempio di Fortuna Muliebris sulla via Lati

na,nel punto stesso dove sarebbe avvenuto l incontro tra Coriolano e lamadre. L intervento

diuna Valeria

inquesto contesto costituisce un

ele-

56 P. Mingazzini, // santuario della dea Manca alle foci del Garigliano, in MAL, 37,1938, cc. 684-983.

57 Cfr. Maaskant-Kleibrink, op. cit., a nota 49.58 Ibid., p. 13.59 CIL P 1552.60 Plut., Popi. 16; cfr. Dion. Hal. VI 43, 1; 44, 2.61 Plin., Ν. H. VII 68-9.62 Dion. Hal. Vili 39, 2; 55, 4.

Page 19: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 19/21

152 FILIPPO COARELLI

mento di disturbo nella narrazione, nella quale non può integrarsi inalcun modo. Ciò rende ancora più interessante la notizia, che era chia

ramente ineliminabile, perché attestata da una fonte sicura : ciò fa pen

sare a una tradizione autonoma, connessa con lo stesso atto di fondazione del tempio, e quindi particolarmente fededegna. Sembra moltoprobabile, in altri termini, che l edificio fosse realmente dovuto a unaValeria e fosse stato realizzato in relazione a una guerra contro i Vol-

sci. Anche in questo caso sembra possibile di riscontrare un rapportoprivilegiato della gens Valeria con l area pontina.

In terzo luogo, è impressionante la regolarità con cui ritroviamodei Valeri al comando di eserciti inviati contro i Volsci nel corso del Ve del IV secolo a.C.63. Potremmo pensare a una sorta di specializzazioneunzionale, analoga a quella dei Fabii nei confronti degli Etruschi e

di Veio. È possibile cioè che i praedia originari della gens Valeria fosserol limite meridionale deli ager Romanus, in direzione dell area pontina. iscrizione di Satricum, con l allusione ai sodales di Valerio, rivelal esistenza, alla fine del VI secolo, di un corpo armato gentilizio analo

goquello che ci è noto per i Fabii nel corso del V secolo a.C.In sintesi, sembrerebbe di poter ricostruire con notevole verosimi

glianza a presenza nella valle pontina di una colonizzazione arcaicaromana, che sembra articolarsi in due fasi, una di età regia (metà delVI secolo) e una dei primi anni della repubblica, quest ultima probabil

mente a collegare con l attività dei Valerli, come si ricava dalle fontiletterarie, e ora della straordinaria iscrizione di Satricum. Dobbiamo aquesto punto esaminare brevemente i dati che sembrano confermareuna tale ipotesi.

Il più importante di questi è il primo trattato romano-cartaginese,che anch io non esiterei a collocare nella data tradizionale, all iniziodella repubblica64. La situazione che esso descrive infatti non può esse

reuccessiva : né del V secolo, né della prima metà del IV. Quello checolpisce nell indicazione sullo stato delle città costiere del Lazio meridionale, da Ardea a Terracina (contrariamente a quanto si pensa, Lavi-nio non è nominata)65 è la loro dipendenza esclusiva da Roma : non si

63 Liv. IV 53, 2 ss.; 59, 2; V 12, 1 ; VI 32; VII 27-8; Diod. XV 61, 1.64 Polyb. Ili 22, 1. Sintesi recenti sul problema : A. Toynbee, Hannibal s Legacy, I,

Londra, 1965, p. 519-55; J. Heurgon, Rome et la Méditerranée occidentale jusqu aux guerres uniques, Parigi, 1969-80, p. 386-395; Κ. Ε. Petzold, in ANRW, I, 1972, p. 364-411.

65 Gli Arentinoi citati nel testo sono localizzati sulla costa tra Anzio e Circei : non èpossibile quindi corregere in Laurentinoi.

Page 20: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 20/21

ROMA, I VOLSCI E IL LAZIO ANTICO 153

tratta affatto di Latini, e neppure di alleati dei Romani, che pure sonomenzionati in precedenza. Si dice : « i Cartaginesi non faranno torto agli

Ardeati, agli Anziati, agli Arentinoi, agli abitanti di Circei e di Terracina,né ad alcun altro dei Latini che sono soggetti a Roma». Torneremo frapoco su questo punto. Ma dobbiamo in primo luogo ricordare che unasituazione analoga si trova in Scilace66 (e anche in un noto passo di

Esiodo)67, dove si afferma che i Latini occupavano la costa fino al Cir-

ceo. Quella rivelata dal primo trattato romano-cartaginese è insommala situazione posteriore alla colonizzazione arcaica - che la tradizioneattribuiva a Tarquinio il Superbo - ed anteriore alla calata dei Volsci :

diciamo la situazione della seconda metà del VI secolo, confermata tral altro dalla presenza nel Lazio meridionale di nomi di città chiarament truschi, nomi già notati da tempo : da Tusculum a Velitrae a Tarra-

cina.I pochi dati archeologici di cui disponiamo confermano nel comp

lesso la tradizione : ricordo qui solo la presenza di terrecotte architettoniche (in particolare antefisse), che sembrano di produzione romana,a Circei e a Norba68, e la duplice cinta di Segni, attribuibile al pieno VIe agli inizi del V secolo a.C, in perfetta coincidenza con i dati dellefonti che ricordano una doppia colonizzazione, di Tarquinio Prisco e

dell inizio della repubblica (che la storiografia moderna spiega, in

modo meccanico, come una reduplicazione)69. Così pure la duplice cinta di Norba, la più antica delle quali, che include un area assai piùristretta, va datata, per vari motivi che qui non è possibile precisare,nel V secolo a.C. :70 ancora una volta, in perfetta coincidenza con lacronologia della colonia, attribuita dalle fonti letterarie all inizio del Vsecolo71.

La presenza di colonie latine nella pianura pontina va spiegata, amio avviso, non con l intervento della lega Latina in quanto tale, ma inrapporto diretto con Roma, che dovette avere in quest area una zona

66 Ps. Scylax 5. Sulla data si veda ora A. Peretti, in Si. Class. Orient., 10, 1961, p. 5-34; Id., ibid. 12, 1963, p. 16-80.

67 Hesiod., Theog. 1013 ss.68 Norba: NS 1901, p. 547, fig. 28. Circei: Enea nel Lazio, Roma, 1981, p. 72, A 121

(R. Righi).69 F. CoARELLi, Lazio (Guide archeologiche Laterza), Roma-Bari, 1984, p. 175-7. Liv. I

56, 3; II 21, 7; Dion. Hal. V 20.70 Coarelli, Lazio, op. cit., p. 267.71 Liv. II 34, 6.

Page 21: COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

8/12/2019 COARELLI, Roma, i Volsci e Il Lazio Antico

http://slidepdf.com/reader/full/coarelli-roma-i-volsci-e-il-lazio-antico 21/21

154 FILIPPO COARELLI

privilegiata di espansione. Ciò risulta con chiarezza dal testo del primotrattato romano-cartaginese, e forse anche da altri indizi, che qui menzionerò brevemente. Si tratta in particolare della narrazione leggendari ella conquista di Coriolano72, nella quale si deve riconoscere, amio avviso, la trasposizione mitica della reale conquista dei Volsci : lanarrazione annalistica sintetizza in rapidissimo scorcio una serie di

eventi che dovettero occupare un periodo di tempo assai più lungo.Ora, nella narrazione di Dionigi73, che è come sempre la più ampia (maanche in quella di Livio, se si accetta un emendamento del Niebuhr,che a mio avviso si impone)74 la spedizione di Coriolano è divisa in due

episodi, che hanno per teatro geografico due zone diverse.In Dionigi si afferma che le forze dei Volsci si divisero in due parti la prima di queste invase il territorio latino, l altra il territorio roman

o.n sequito appare chiaro che il territorio latino è quello dispostopiù ο meno lungo il percorso della futura via Latina (forse questa è

anche la spiegazione del nome della via), da Tolerium a Boia a Labici aPedum (di cui si specifica esplicitamente che si tratta di colonie degliAlbani), poi a Corbio. Il territorio romano invece corrisponde a Longu-

la, Polusca, probabilmente Setia, Satricum, Muglila, Corioli. È evidente,mi sembra, che tutto ciò deve essere messo in rapporto con la realeduplicità degli insediamenti volsci, nella valle del Sacco-Liri e nella pianura pontina (con le due «capitali» rispettivamente di Ecetra e di Pri-

vernum); ma appare anche chiara la conferma di quanto ci era sembrato di poter cogliere in precedenza : la prima di queste aree, cioè lavalle del Sacco-Liri, è in qualche modo considerata area di espansionedei Latini, la pianura pontina invece area di espansione dei Romani.Anche da questo punto di vista mi sembra che emerga una certa paritàtra le due parti contraenti della lega Latina, ma allo stesso tempo laprevalenza di Roma, che da sola equivale, economicamente, demograficamente militarmente, all insieme delle città latine. Nel complesso,riconosciamo ancora una volta la situazione di dominio di Roma sui

Latini, che le fonti letterarie attribuiscono all età dei Tarquinii.

Filippo COARELLI

72 Plut., Coriol. 28, 3-5; 29, 1-2; 31, 4; Liv. II 39, 1-5; Dion. Hal. Vili 36.73 Dion. Hal. VIII 36.74 Liv. II 39, 4 (cfr. Class. Quart., 4, 1910, p. 274).