Climate role in the Sicily desertification risk · della Qualità del Clima (CQI) e che influenza...
Transcript of Climate role in the Sicily desertification risk · della Qualità del Clima (CQI) e che influenza...
Full paperBollettino Accademia
Gioenia Sci. Nat.Vol.43
N.° 372 pp. 14 - 27 Catania 2010ISSN 0393 -
7143
Il ruolo del clima nel rischio desertificazione della Sicilia*
FRANCESCA M. D’EMANUELE1, VINCENZO PICCIONE
2, CONCETTA SCALIA2,
VINCENZO VENEZIANO3
1Dottore in Scienze Naturali - Università degli Studi di Catania - Italy2Laboratorio di Cartografia, Dipartimento di Botanica, Università di Catania
via A. Longo, 19 – 95125 - Catania – Italy. [email protected] in Biologia ed Ecologia Vegetale in Ambiente Mediterraneo
Università degli Studi di Catania - Italy
RIASSUNTO
Gli AA. analizzano il ruolo del clima nel rischio desertificazione in Sicilia attraverso il protocollo Medalus, che consente di elaborare la Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione di un territorio. Viene analizzata la Qualità del Clima (CQI), data dalle componenti precipitazioni, arido-umidità ed esposizione dei versanti, mettendo a confronto due trentenni (1931-60 e 1961-90) e, successivamente, per ambedue i trentenni, vengono comparate le CQI ottenute su base media con quelle su base mediana, per analizzarne le risposte. Emerge una non confrontabilità dei risultati e, nel caso specifico del trentennio 1961-90, si riscontra come tre valori medi annui incidano in modo sostanziale nella distribuzione percentuale del territorio fra le tre classi di Qualità del Clima.
Parole chiave: Desertificazione, Medalus, ESAs, Qualità Climatica, media, mediana, Sicilia.
SUMMARY
Climate role in the Sicily desertification risk
The authors analyze the climate role into the desertification risk in Sicily. The protocol applied is Medalus, also known as ESAs (Environmental Sensitive Areas), that allows to carry out the Map of the Desertification Sensitive Areas of a territory (Kosmas et al., 1999). The paper is splitted in two parts: it’s analyzed the Climatical Quality (CQI), done by components precipitations, aridity-humidity, slopes exposition, by the comparison of two periods of thirty years (1931-60 e 1961-90) and, subsequently, for both periods, the CQI values obtained on mean base are compared with those obtained on median base, with the aim to analyze the results. It comes out a non-comparability of the results and, in the specific case of the 1961-90 period, how three annual mean values significantly affect the territory percentage distribution between the three Climate Quality classes.
Key words: Desertification, Medalus, ESAs, Climate Quality, Mean, Median, Sicily
*Nota presentata dal Socio Prof. G. Furnari nell’adunanza del 29/04/2009. Lavoro eseguito con il contributo Fondo d’Ateneo (ex 60%) dell’Università di Catania.
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP15
INTRODUZIONE
La Sicilia è caratterizzata da un clima tipicamente mediterraneo, con un regime
pluviometrico irregolare ed estati caldo-asciutte che contribuiscono a rendere fragili, da un
punto di vista ecologico, quegli ambienti già provati da eccessivi emungimenti delle risorse
idriche e che richiedono politiche gestionali di sostenibilità ambientale appropriate per la
salvaguardia e la conservazione dei suoli.
Il presente lavoro è un contributo all’analisi dell’incidenza dei fattori climatici sul rischio
desertificazione in Sicilia; in particolare, gli AA. hanno inteso analizzare il ruolo giocato dal
clima, distinto nei fattori predisponenti il rischio desertificazione.
Il lavoro è suddiviso in due momenti. In una prima fase viene analizzato l’indice di Qualità
del Clima, calcolato secondo la metodologia Medalus (Kosmas et al., 1999), mettendo a
confronto due trentenni (1931-60 e 1961-90) e facendo riferimento a dati termoudometrici
calcolati su base media. Nella seconda fase vengono messi a confronto i risultati dei rispettivi
trentenni, ottenuti su base media, con quelli calcolati su base mediana.
MATERIALI E METODI
Gli AA. hanno interrogato la Banca Dati Georiferiti (BD-GeoRiD) del Rischio
Desertificazione del Laboratorio di Cartografia del Dipartimento di Botanica dell’Università degli
Studi di Catania. I dati termoudometrici processati, desunti dal data base di 312 stazioni
meteorologiche (fig. 1), di cui 111 termometriche (fig. 2), relativi all’ottantennio 1921-2000,
implementato negli anni dal summenzionato Laboratorio di Cartografia e restituiti attraverso vari
contributi sia dei dati base (Duro et al., 1996) sia processati ai fini della caratterizzazione
dell’arido–umidità (Duro et al., 1997, 2007a et b). Per essere confrontabili con altri studi sulle
aree sensibili alla desertificazione (BARBERA et al., 2005; BELLOTTI et al., 2005; CARNEMOLLA et al.,
2001; FERRARA et al., 2005; GIORDANO et al., 2002; MONTANARELLA, 2001; MOTRONI et al., 2004;
PICCIONE et al., 2009), realizzati a scala regionale, sono stati utilizzati i trentenni 1931-60 e 1961-
90. Gli AA. hanno adottato la metodologia Medalus, secondo la quale i processi di
desertificazione vengono ricondotti a quattro tematismi: suolo, clima, vegetazione e gestione del
territorio; rispettivamente Qualità del Suolo (Soil Quality Index - SQI), Qualità del Clima
(Climate Quality Index - CQI), Qualità della Vegetazione (Vegetation Quality Index - VQI),
Qualità di Gestione del Territorio (Management Quality Index - MQI) (Kosmas et al., 1999). I
primi tre indici restituiscono un quadro dello stato delle condizioni ambientali, il quarto calcola la
pressione esercitata dalle attività produttive agricole e le azioni mitigative da tutela ambientale.
Tramite GIS, e sulla base di algoritmi che interpretano i dati e georefenziano le informazioni
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP16
acquisite, si ottiene la carta delle ESAs (Environmental Sensitive Areas to Desertification)
ovvero la Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione.
L’ESAs suddivide le aree a rischio desertificazione in tre macroclassi:
• ESAs critiche - aree in stato di degrado avanzato, con elevata erosione, che
rappresentano una minaccia all’ambiente delle aree circostanti;
• ESAs fragili - aree dove qualsiasi cambiamento del delicato equilibrio delle attività
naturali o umane può far aumentare il rischio desertificazione;
• ESAs potenziali - aree potenzialmente a rischio in cui è necessaria una politica di
pianificazione precisa e concreta.
Gli AA., per verificare la risposta delle variazioni climatiche, specie per quanto attiene la
siccità meteorologica ed idrologica, hanno messo a confronto i dati climatici (precipitazioni e
arido-umidità) attinenti a due trentenni dell’ottantennio di riferimento, distinti in I Periodo
(1931-60) e II Periodo (1961-90).
Gli andamenti annuali delle temperature medie e delle precipitazioni dell’ottantennio 1921-
2000 della Sicilia sono restituiti dalle figg. 3-4. Le rette di correlazione evidenziano il trend
negativo delle precipitazioni della regione che, nell’arco di 80 anni, sono diminuite di circa 200
mm e l’incremento di oltre 1°C delle temperature medie regionali.
In fig. 5 è restituito l’andamento annuale dell’arido-umidità media regionale, secondo
Bagnouls e Gaussen (Duro et al., 2007b); 32 anni si attestano nella classe arido, 28 nel
semiarido e 8 nel secco. L’esposizione dei versanti, che concorre alla costruzione della Carta
della Qualità del Clima (CQI) e che influenza il microclima attraverso l’angolo e la durata di
incidenza dei raggi solari sulla superficie del suolo è unico per i due periodi.
RISULTATI
Secondo il protocollo Medalus, incrociando i layer delle tre componenti climatiche (fig. 6),
si ottengono le CQI relative al I Periodo (1931-60) e al II Periodo (1961-90).
Le suddette carte suddividono le aree a rischio desertificazione, su base climatica, in tre
classi di Qualità (alta, media e bassa). Il raffronto delle due carte (figg. 7-8) conferma il trend
negativo che si evince dalla seguente tabella su dati termoudometrici medi:
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP17
Qualità I Periodo II Periodo ScartoAlta 21% 15% -6%Media 60% 57% -3%Bassa 19% 28% +9%
La stessa procedura è stata adottata per ottenere le CQI del I e II periodo sostituendo i dati di
pioggia mensili medi con i rispettivi mediani. In fig. 9 sono restituiti gli strati tematici che
concorrono, secondo il protocollo Medalus, a definire la Qualità del Clima muovendo da dati
mediani, e in figg. 10-11 le Carte della Qualità del Clima del I e II periodo su base mediana.
Gli AA. hanno, quindi, messo a confronto le CQI del I e del II Periodo, calcolate su base
media, con le rispettive CQI ottenute su base mediana, i cui risultati sono riportati nella
seguente tabella:
I Periodo 1931-60 II Periodo 1961-90Qualità Media Mediana Scarto Media Mediana Scarto
Alta 21% 7% -14% 15% 5% -10%Media 60% 55% -5% 57% 50% -7%Bassa 19% 38% +19% 28% 45% +17
I dati ottenuti su base mediana confermano, ancora una volta, il trend negativo della Qualità
del Clima in Sicilia, ma cambia in modo sostanziale l’incidenza percentuale. Si registra, rispetto
alla Qualità del Clima, computata su dati medi, una riduzione significativa della percentuale dei
territori ricadenti in Qualità del Clima Alta con conseguente incremento significativo dei
territori con Qualità del Clima Bassa.
DISCUSSIONE
La scelta degli AA. di introdurre l’uso della mediana nella procedura nasce dalla ricerca di
verificare se e come varia il calcolo della CQI allorquando si consideri il valore centrale di una
serie ordinata di dati escludendo i valori estremi che possono influenzare il dato medio finale.
La precedente tabella, che confronta dati medi con mediani, produce due rappresentazioni
non raffrontabili della Qualità del Clima che fanno nascere spontaneo il quesito: quali dati
adottare? Risposta non facile, anche se la tentazione di propendere per i valori mediani è forte,
specie dopo l’“esercizio” che gli AA. hanno qui inteso eseguire.
Dai dati udometrici, calcolati su base media, del trentennio 1961-90, gli AA. hanno eliminato
tre anni (1963, 1964, 1976) caratterizzati da valori estremi e riprocessato la CQI. Hanno
ottenuto uno scenario del tutto confrontabile (fig. 12) con la corrispondente Carta della Qualità
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP18
del Clima su base mediana (fig. 11) e con scarti percentuali minimi come si evince dalla
seguente tabella
II Periodo (1961-90)Qualità Climatica Valori mediani Valori medi* Scarto
Alta 5% 6% +1%Media 50% 50% 0%Bassa 45% 44% -1%
* esclusi gli anni 1963, 1964 e 1976
Tre anni su trenta riescono dunque a incidere significativamente sul risultato finale.
Gli AA. intendono approfondire la problematica con ulteriori studi, estendendo l’indagine
anche alla Calabria che vanta 80 anni di dati termoudometrici validati e la Carta delle Aree a
Rischio Desertificazione (Barbera et al., 2005).
Fig. 1. Distribuzione geografica delle stazioni pluviometricheFig. 1. Geographical distribution of rainfall stations
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP19
Fig. 2. Distribuzione geografica delle stazioni termometricheFig. 2. Geographical distribution of thermometric stations
400
600
800
1000
1200
1921
1923
1925
1927
1929
1931
1933
1935
1937
1939
1941
1943
1945
1947
1949
1951
1953
1955
1957
1959
1961
1963
1965
1967
1969
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
Anni
Pre
cip
ita
zio
ni
in m
m
Fig. 3. Andamento annuale delle precipitazioni medie regionaliFig. 3. Annual trend of regional averages rainfall
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP20
15,0
15,5
16,0
16,5
17,0
17,5
18,0
18,5
19,0
1921
1923
1925
1927
1929
1931
1933
1935
1937
1939
1941
1943
1945
1947
1949
1951
1953
1955
1957
1959
1961
1963
1965
1967
1969
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
Anni
Tem
per
atu
ra m
ed
ia i
n °
C
Fig. 4. Andamento annuale delle temperature medie regionaliFig. 4. Annual trend of regional average temperatures
Fig. 5. Andamento annuale dell’arido-umidità media regionale (secondo Bagnouls e Gaussen)Fig. 5. Annual trend of dryness - humidity annual trend (second Bagnouls and Gaussen)
50
75
100
125
150
175
200
1921
1923
1925
1927
1929
1931
1933
1935
1937
1939
1941
1943
1945
1947
1949
1951
1953
1955
1957
1959
1961
1963
1965
1967
1969
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
Anni
Inte
nsi
tà a
rid
ità
Arido
Semiarido
SeccoSubumido
Umido
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP21
Piovosità 1931-60 (su dati medi) Piovosità 1961-90 (su dati medi)
Esposizione dei Versanti
Arido-Umidità 1931-60 (su dati medi) Arido-Umidità 1961-90 (su dati medi)
Fig. 6. Carte delle componenti climatiche (sensu Medalus) che concorrono a definire la Qualità del Clima sulla base dei dati termoudometrici mediFig. 6. Climatic components maps (sensu Medalus) that combine to define the Climate Quality on the basis of temperature and rainfall average data
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP22
Fig. 7. Carta della Qualità del Clima relativa al I Periodo 1931-60 (valori medi)Fig. 7. Climate Quality map for the first Period 1931-60 (average values)
Fig. 8. Carta della Qualità del Clima relativa al II Periodo 1961-90 (valori medi)Fig. 8. Climate Quality map for the second Period 1961-90 (average values)
21%
60%
19%
15%
57%
28%
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP23
Piovosità 1931-60 (su dati mediani) Piovosità 1961-90 (su dati mediani)
Esposizione dei Versanti
Arido-Umidità 1931-60 (su dati mediani) Arido-Umidità 1961-90 (su dati mediani)
Fig. 9. Carte delle componenti climatiche (sensu Medalus) che concorrono a definire la Qualità del Clima sulla base dei dati udometrici medianiFig. 9. Climatic components maps (sensu Medalus) that combine to define the Climate Quality on the basis of median rainfall data
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP24
Fig. 10. Carta della Qualità del Clima relativa al I Periodo 1931-60 (valori mediani)Fig. 10. Climate Quality map for the first Period 1931-60 (median values)
Fig. 11. Carta della Qualità del Clima relativa al II Periodo 1961-90 (valori mediani)Fig. 11. Climate Quality map for the second Period 1961-90 (median values)
7%
55%
38%
5%
50%
45%
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP25
Fig. 12. Carta della Qualità del Clima relativa al II Periodo 1961-90, esclusi gli anni 1963, 1964 e 1976 (valori medi)Fig. 12. Quality Climate map for the second Period 1961-90, excluding the years 1963, 1964 and 1976 (average values)
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP26
BIBLIOGRAFIA
BARBERA B., NICCOLI R., PICCIONE V., (a cura di) 2005 - Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione in
Calabria. Pubblicazione Calabria. - Rubbettino Editore, 60.
BELLOTTI A., FARETTA S., FERRARA A., MANCINO G., 2005 - Carta delle Aree Sensibili alla
Desertificazione della regione Basilicata. Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali
e dell’Ambiente, Università della Basilicata, Regione Basilicata, Dipartimento Ambiente e
Territorio.
CARNEMOLLA S., DRAGO A., PERCIABOSCO M., SPINNATO F., 2001 - Metodologia per la redazione di una
carta in scala 1:250.000 sulle aree vulnerabili al rischio di desertificazione in Sicilia. - Palermo.
DURO A., PICCIONE V., SCALIA C., ZAMPINO D., 1996 - Precipitazioni e temperature medie mensili
in Sicilia relative al sessantennio 1926-85. Atti del 5° Workshop del P. S. Clima, Ambiente
e Territorio nel Mezzogiorno. Amalfi 28-30 Aprile 1993. CNR - Roma, I Tomo: 17-103.
DURO A., PICCIONE V., SCALIA C., ZAMPINO D., 1997 – Fitoclima della Sicilia. Contributo alla
caratterizzazione del fattore aridità. Atti del 5° Workshop del P. S. Clima, Ambiente e Territorio
nel Mezzogiorno. Amalfi 28-30 Aprile 1993. CNR - Roma, II Tomo: 133-149.
DURO A., FARO M., GRASSO R., PICCIONE V., 2007a - Contributo allo studio della desertificazione in
Sicilia su base climatica. Trend di Aridità in Sicilia. Boll. Accad. Gioenia Sc. Nat. 40, 367: 79-86.
DURO A., GRASSO R., VENEZIANO V., PICCIONE V., 2007b - Contributo allo studio della desertificazione
in Sicilia su base climatica. Aridità secondo Bagnouls et Gaussen. Boll. Accad. Gioenia Sc. Nat.
40, 367: 135-154.
FERRARA A., BELLOTTI A., FARETTA S., MANCINO G., BAFFARI P., D’OTTAVIO A., TRIVIGNO V., 2005 -
Carta delle aree sensibili alla desertificazione della regione Basilicata. Forest@ 2/1: 66-73.
GIORDANO L., GIORDANO F., GRAUSO S., IANNETTA M., ROSSI L., SCIORTINO M., BONATI G., 2002 -
Individuazione delle zone sensibili alla desertificazione nella regione Siciliana. ENEA.
Roma, 17.
KOSMAS C., KIRKBY M., GEESON N., 1999 - The Medalus project. Mediterranean desertification
and land use. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally
sensitive areas to desertification. Bruxelles, Belgium. EUR 18882, 88.
MONTANARELLA L., 2001 - Indicazione delle aree vulnerabili alla desertificazione in Puglia. Documenti
del Territorio n. speciale monografico. Il Sistema Informativo Territoriale della Regione Puglia.
MOTRONI A., CANU S., BIANCO G., LOJ G., 2004 - Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione
(Environmentally Sensitive Areas to Desertification, ESAs) Servizio Agrometeorologico
Regionale per La Sardegna, 46.
D’ Emanuele et al., Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. (2010) FP27
PICCIONE V., VENEZIANO V., MALACRINO’ V., CAMPISI S., 2009 - Rischio Desertificazione Regione
Sicilia (Protocollo Medalus). Mappe di sensibilità e incidenza territoriale a scala comunale
del processo in divenire. Quad. Bot. Ambientale Appl., 20/1: 3-250.
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il Sign. Andrea Piccione per il contributo tecnico fornito per la realizzazione
dell’impianto cartografico