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8 I quaderni di La Vita Scolastica - 2013 Classificare le parole Proponiamo la filastrocca La frutta con sbaglio per avviare un percorso sulla classificazione con le parole. Prima di leggerla prepariamo il mate- riale utile: circa cinquanta cartoncini, completi di immagine e parola, relativi ai ventisei frutti e all’aglio nominati nella filastrocca, e a ortaggi vari (questi ultimi serviranno anche per un‘at- tività successiva). Mescoliamo i cartoncini e di- stribuiamoli agli alunni suddivisi in tre gruppi. Leggiamo la filastrocca e chiediamo di ascolta- re attentamente. A mano a mano, i bambini devono pescare, dal mucchietto di cartoncini in possesso del gruppo, quelli di cui sentono il nome. Alla fine ogni bambino avrà almeno un cartoncino (qualcuno ne avrà due, se la classe ha meno di ventisei alunni). È probabile che alcuni frutti non siano conosciu- ti, occasione utile per arricchire il lessico: spie- ghiamo, per esempio, che “susina” è un altro nome con cui viene chiamata la prugna; così come “loto” è un altro nome usato per indicare il caco. Della “marascadiciamo che si tratta di una varietà di ciliegia dalla polpa succosa e aci- dula, da cui si ottiene un liquore (il maraschino). E, a proposito della “mela cotogna”, chiediamo ai bambini se, tra ottobre e novembre, hanno visto dal fruttivendolo una sorta di strano frutto, simile a un misto tra pera e mela, da cui si fa la cotognata, e il cui albero è il cotogno. Poi invitiamo i bambini a rispondere ad alcune domande: “Perché nella filastrocca si dice che c’è uno sbaglio? Le parole che avete ascoltato suo- nano bene tra loro? Se volessimo scrivere su un foglio le parole della filastrocca accompagnate dal disegno, potremmo metterle tutte insieme in un grande cerchio? Starebbero bene? O invece c’è qualche parola (e relativo disegno) che non va d’accordo con tutte le altre? Perché?”. La frutta con sbaglio Mandarino, Pompelmo, Lampone, Fragola, Arancia, Limone, Cocomero, Mela, Melone. Mela cotogna, Melagrana, Fico, Pesca, Banana. Ciliegia, Marasca, Pera, Uva Bianca, Uva Nera. Noce, Nocciola, Nocciolina, Castagna, Loto, Susina, Albicocca, Aglio. Però c’è uno sbaglio. Grossi L. (1980). Giocare con le parole. Roma: Armando ”S in dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo verso forme di ‘grammatica esplicita’”. Si tratta di un’affermazione importante delle Indicazioni nazionali per il curricolo: all’inizio della scuola primaria, infatti, spesso la riflessione linguistica viene tralasciata in quanto si è molto preoccupati di insegnare a leggere e scrivere. Occorre invece abituare i bambini a riflettere, privilegiando il livello lessicale-semantico. Nel mondo delle parole

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8 I quaderni di La Vita Scolastica - 2013

Classificare le parole Proponiamo la filastrocca La frutta con sbaglio per avviare un percorso sulla classificazione con le parole. Prima di leggerla prepariamo il mate-riale utile: circa cinquanta cartoncini, completi di immagine e parola, relativi ai ventisei frutti e all’aglio nominati nella filastrocca, e a ortaggi vari (questi ultimi serviranno anche per un‘at-tività successiva). Mescoliamo i cartoncini e di-stribuiamoli agli alunni suddivisi in tre gruppi.

Leggiamo la filastrocca e chiediamo di ascolta-re attentamente. A mano a mano, i bambini devono pescare, dal mucchietto di cartoncini in possesso del gruppo, quelli di cui sentono il nome. Alla fine ogni bambino avrà almeno un cartoncino (qualcuno ne avrà due, se la classe ha meno di ventisei alunni). È probabile che alcuni frutti non siano conosciu-ti, occasione utile per arricchire il lessico: spie-ghiamo, per esempio, che “susina” è un altro nome con cui viene chiamata la prugna; così come “loto” è un altro nome usato per indicare il caco. Della “marasca” diciamo che si tratta di una varietà di ciliegia dalla polpa succosa e aci-dula, da cui si ottiene un liquore (il maraschino). E, a proposito della “mela cotogna”, chiediamo ai bambini se, tra ottobre e novembre, hanno visto dal fruttivendolo una sorta di strano frutto, simile a un misto tra pera e mela, da cui si fa la cotognata, e il cui albero è il cotogno. Poi invitiamo i bambini a rispondere ad alcune domande: “Perché nella filastrocca si dice che c’è uno sbaglio? Le parole che avete ascoltato suo-nano bene tra loro? Se volessimo scrivere su un foglio le parole della filastrocca accompagnate dal disegno, potremmo metterle tutte insieme in un grande cerchio? Starebbero bene? O invece c’è qualche parola (e relativo disegno) che non va d’accordo con tutte le altre? Perché?”.

La frutta con sbaglio Mandarino, Pompelmo, Lampone,Fragola, Arancia, Limone,Cocomero, Mela, Melone.Mela cotogna, Melagrana,Fico, Pesca, Banana.Ciliegia, Marasca, Pera,Uva Bianca, Uva Nera.Noce, Nocciola, Nocciolina,Castagna, Loto, Susina,Albicocca, Aglio.Però c’è uno sbaglio.

Grossi L. (1980). Giocare con le parole. Roma: Armando

”Sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo verso forme di ‘grammatica esplicita’”. Si tratta

di un’affermazione importante delle Indicazioni nazionali per il curricolo: all’inizio della scuola primaria, infatti, spesso la riflessione linguistica viene tralasciata in quanto si è molto preoccupati di insegnare a leggere e scrivere. Occorre invece abituare i bambini a riflettere, privilegiando il livello lessicale-semantico.

Nel mondo delle parole

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9W la grammatica!

Forma e significato Conduciamo gli alunni, con le nostre domande, a esprimersi facendo osservazioni relative a due aspetti delle parole della filastrocca, la forma e il significato:• suonano tutte bene perché sono in rima (fi-niscono con gli stessi suoni nella parte finale);• tranne una, si riferiscono tutte a nomi di frut-ti. L’aglio, infatti, non è un frutto, perciò non possiamo mettere “aglio” nel grande cerchio delle parole che indicano i frutti. Attacchiamo i cartoncini con i nomi dei frut-ti a un cartellone appeso al muro. Invitiamo i bambini a proseguire con le esercitazioni sul quaderno: possono scrivere autonomamente (o copiare) le parole in diversi cerchi, in base a specifiche consegne. Il criterio di raggruppamento può essere la lettera iniziale, quella finale, le lettere doppie contenute in alcune parole ecc.

La generalizzazione Lavoriamo ancora con i cartoncini, con le parole e i disegni degli ortaggi. Fissiamo alla parete un cartellone e attacchiamo i cartoncini. Leggiamo insieme le parole, poi chiediamo: “Perché ab-biamo messo insieme questi cartoncini? Che cosa rappresentano? Dove si coltivano? A che cosa servono?”.

Tutti insieme, proviamo a dare un unico nome all’intero gruppo. Potrà venir fuori il termine “verdure”; cerchiamo di insistere sul fatto che queste verdure sono coltivate negli orti, per far emergere la parola “ortaggi” come termine ge-nerale rispetto a quello specifico di ogni oggetto contenuto nel cerchio. Chiediamo ai bambini di copiare sul quaderno disegni e nomi, racchiu-dendoli in un insieme di colore rosso. L’attività può continuare in vari modi. Per esempio:• facciamo disegnare sul quaderno gli spinaci, poi domandiamo: “Possiamo disegnarli nel cerchio? Perché?”;• facciamo disegnare una banana e, prima di far-lo, domandiamo di nuovo se è possibile inserirla nel cerchio o no. Alla stessa maniera i bambini potranno disegnare una mela, un panino…L’esercizio è funzionale a un’ulteriore attività di

1 classe

SCRIVI I NOMI DEI FRUTTI CHE FINISCONO CON A

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SCRIVI I NOMI DEI FRUTTI CHE FINISCONO CON E

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Nel mondo delle parole

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Nel mondo delle parole

classificazione e generalizzazione: chiediamo di tracciare, con il colore verde, un cerchio grande che racchiuda tutti i disegni e le parole. Doman-diamo: “Che nome possiamo dare a ciò che è contenuto nel cerchio verde?”. Emergerà proba-bilmente “Cibi” o “Cose che si mangiano”. Con-cordiamo la parola da scrivere nel cerchio grande come se si trattasse di un’etichetta, portando i bambini a conoscere e usare il termine generale “Alimenti”, che ha lo stesso significato di “Cibi”.

Parole come etichetteDiscutiamo con i bambini chiedendo perché è ne-cessario usare le parole più generali che ne com-prendono altre, e quando è necessario farlo. Per aiutarli a rispondere, ipotizziamo una scenetta: il signor Bianchi entra da un fioraio a compra-re delle rose da regalare alla moglie per il suo compleanno. Ne ha viste in vetrina alcune rosse molto belle. Facciamo impersonare a due bambini l’acquirente e il negoziante: che cosa chiederà il signor Bianchi? Dirà: “Vorrei dei ‘fiori’” oppure: “Vorrei delle ‘rose’?” O, ancora: “Vorrei quelle ‘rose rosse’ che sono in vetrina?”. Un’altra scena può essere interpretata da una bambina che riferisce all’insegnante di aver cam-biato casa, e descrive la situazione del trasloco. Chiediamo: “Secondo voi dirà: ‘Ieri è venuto il camion dei traslochi e gli operai hanno caricato i

mobili’; oppure: ‘Ieri è venuto il camion dei traslo-chi e gli operai hanno caricato il letto, i comodini, gli armadi, il tavolo, le sedie‘ ecc., con un elenco che non finisce più?”. Facciamo insieme varie ipotesi e, alla fine, concordiamo sul fatto che, a volte, è necessario utilizzare le parole specifiche, per essere precisi e consentire agli altri di capire (come farebbe altrimenti il fioraio a sapere quali fiori vuole comprare il signor Bianchi?). Altre volte, invece, è utile usare le parole più generali.Lavoriamo ancora sul piano dei significati con il supporto della scheda 1, nella quale sono illu-strati alcuni prodotti del banco salumi e formaggi di un negozio. Discutiamo insieme per descrive-re che cosa è disegnato e quali parole possiamo usare. La parola “formaggio” è sicuramente più familiare rispetto a “salumi”, ma non è difficile capire e usare il termine “salumi” perché “impa-rentato” con “salame”, noto ai bambini. Diamo quindi ai bambini la scheda 2 e individuiamo il nome “latticini” per tutti i prodotti ricavati dal lat-te. Osserviamo infatti che nel banco del negozio ci sono formaggi a pasta dura e molle, il parmigiano e il pecorino, ma anche la mozzarella; e ci sono la ricotta e il burro, che si ricavano sempre dal latte, ma con un diverso procedimento.Ampliamo poi l’attività con un esercizio di parti-zione relativo alla forma delle parole. Stimoliamo i bambini a osservare che, nell’intersezione, c’è una parola, “burro”, che finisce con la lettera “O” e contiene le lettere doppie.

ALIMENTI

ORTAGGI

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11W la grammatica!

• OSSERVA L’IMMAGINE. CHE COSA SI VENDE IN QUESTO NEGOZIO? COMPLETA LE DUE ETICHETTE CON UN NOME GENERALE.

scheda 1

tanti nOmi diverSi

• SCRIVI SULL’ETICHETTA IL NOME CHE COMPRENDE TUTTI I PRODOTTI RICAVATI DAL LATTE.

• CERCHIA CON IL ROSSO LE PAROLE CHE CONTENGONO LE LETTERE DOPPIE E CON IL VERDE QUELLE CHE fINISCONO IN O.

scheda 2

parOLe “amiche” deL Latte

1 classe

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PECORINORICOTTA

CACIOTTA

MOZZARELLA

BURRO

PARMIGIANO

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Scomporre e ricomporreFotocopiamo su un cartoncino la scheda 3 del-la pagina accanto e facciamo ritagliare i quat-tro pezzi. Invitiamo ogni bambino a provare le possibili combinazioni: rOSa raSO OrSa arSO SarO.Il fenomeno che gli alunni cominciano a intuire è di estrema importanza: le singole unità /r/, /o/, /s/, /a/ non hanno alcun significato se prese a sé. Se combinate tra loro, invece, formano parole. Ogni parola avrà un determinato significato in relazione a come i pezzi sono stati mescolati. Gli alunni possono così scoprire le innumerevoli possibilità espressive della nostra lingua.Quando troviamo parole non note forniamo spiegazioni e facciamo conoscere nuovi si-gnificati. Incontrando “arso”, per esempio, diciamo che significa “bruciato dal fuoco”, e proponiamo una frase del tipo: “Il fuoco ha arso una capanna di paglia nel bosco”. Pos-siamo anche aggiungere che si dice “Il sole ha arso le piante” per indicare che il calore le ha fatte seccare. Alla stessa maniera spieghiamo che molti abiti da sposa sono fatti di “raso”, che è una stoffa liscia e lucente.La parola “orsa”, invece, che indica la fem-mina dell’orso, non dovrebbe dare problemi perché si tratta di un animale molto conosciuto.

Possiamo approfittarne per chiedere ai bambini che cosa sanno di questo animale e farne espli-citare le caratteristiche. Ma soprattutto abbia-mo l’occasione per riflettere insieme sull’uso figurato della parola. Chiediamo perché a volte si dice: “Quando cammini mi sembri un orso” oppure: “ Non vuoi mai venire al parco con noi. Resti sempre a casa. Sei proprio un orso!”. Di-scutiamone con i bambini facendo varie ipotesi e poi tiriamo le somme: le due persone e l’orso hanno caratteristiche comuni, si somigliano. Infatti nel primo caso ci riferiamo a una per-sona goffa e impacciata nel camminare; nel secondo caso, invece, a una persona scorbutica e scontrosa: si sa che l’orso passa molto tempo da solo, infatti ama dormire a lungo nella sua caverna quando va in letargo.

Abbiamo svolto finora attività di riflessione sulla lingua mirate allo sviluppo della capacità dei bambini di compiere operazioni cognitive di diverso tipo. e ciò nell’ottica di una interconnessione tra linguaggio e pensiero, rapporto stretto e

di natura circolare. proseguiamo adesso utilizzando il gioco linguistico. dopo i primi mesi di scuola i bambini cominciano a conoscere e usare le lettere e i suoni dell’alfabeto. proponiamo attività finalizzate a farli giocare con tali lettere e suoni come se fossero pezzi di un gioco, che possono essere combinati in modo diverso per ottenere oggetti diversi costituiti dalle parole.

I “pezzi” delle parole

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13W la grammatica!

I “pezzi” delle parole

• RITAGLIA I QUATTRO PEZZI E METTILI INSIEME IN TANTI MODI DIVERSI. QUALI PAROLE OTTIENI?

iL puzzLe deLLe parOLe

scheda 3

1 classe

Continuiamo il lavoro con altri cartoncini da manipolare, con lettere adesive da spostare sulla lavagna magnetica, con esercizi su sche-da e con le lettere di semplici parole quali, per esempio, “Remo” “More”, “Nodo” “Dono”, “Nave” “Vena”, “Toro”, “Orto”, “Mela” “Lame”. Ogni volta, dopo aver scoperto le di-

verse parole, discutiamo sul significato e pro-viamo a far produrre delle frasi in cui sia inserita la parola trovata. Nella scheda 4, per esempio, le diverse combi-nazioni portano a “Ramo”, “Roma”, “Omar” e “Mora”. I bambini potranno scrivere: “Roma è una città”, “Omar è il nome di un bambino” ecc.

O S

a r

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I “pezzi” delle parole

• SEGUI I fILI DI OGNI LETTERA E fORMA LE PAROLE.

parOLe miSteriOSe

scheda 4

A OR M

A OR M

A OR M

A OR M

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15W la grammatica!

Il gioco di sostituzioneI bambini provano un gusto particolare a gio-care con i suoni delle parole: assonanze, conso-nanze e rime create dalla fantasia degli scrittori producono allegria.Leggiamo una filastrocca. L’autrice ha utilizzato in rima le parole “patto”, “gatto” e “matto”, ottenute con il cambio del suono iniziale.Facciamo ascoltare la filastrocca e, nel contem-po, scriviamo le tre parole alla lavagna. Chie-diamo: “Che cosa possiamo osservare con-frontando le parole ‘patto’, ‘gatto’, ‘matto’?”. Stimoliamo osservazioni.

Ho fatto un pattocon il mio gattoche nel salotto non faccia il matto.Se come un mattograffia il salottomai più biscotto,anzi lo sfratto.

Cella L. (2006). Un monello sul cammello.

Trieste: EL

Facciamo ascoltare un’altra filastrocca, che ha due parole incomplete. Diciamo ai bam-bini di prestare attenzione ai due suoni che mancano e facciamo dire quali sono.

1 classe

Scriviamo le parole alla lavagna per far osser-vare che quelle utili a fare rima con “botto” e con “volo” si ottengono mediante un gioco del cambio della lettera iniziale.Giocando a sostituire le lettere, i bambini intuiscono un fenomeno molto importante della nostra lingua: la coppia “gatto-matto” della prima filastrocca, per esempio, si diffe-renzia per la presenza di un fonema al posto di un altro nella stessa posizione. Questa commutazione produce parole diver-se, con una differenza anche sul piano del significato. Facciamo giocare i bambini a sostituire i suoni delle parole, in modo che prendano operati-vamente consapevolezza di questo fenomeno linguistico (scheda 5, scheda 6 e scheda 7). Utilizziamo le parole ottenute per costruire alcune frasi, per esempio: • Ho messo i fiori nel vaso. • Ho il naso rosso per il raffreddore.

L’omino dei palloniL’omino dei palloni Ne aveva sette tutti arancioni. Uno s’è sgonfiato:che peccato.Uno ha fatto un BOTTOe s’è -OTTO.Gli altri col vento prendono il VOLO.E l’omino? Rimane -OLO.

Martini L. (2010). in AA.VV. Tutto Filastrocche. Firenze: Giunti Junior

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I “pezzi” delle parole

GiOcare cOn i SuOni/1

scheda 5

• CAMBIA LA PRIMA LETTERA DI OGNI PAROLA. CHE COSA OTTIENI?

mELA

__ELA

pORTA

__ORTA

rAGNO

__AGNO

pANE

__ANE

tETTO

__ETTO

vASO

__ASO

dENTI

__ENTI

BOTTE

__OTTE

mOTO

__OTO

cOLLO

__OLLO

tANA

__ANA

cUOCO

__UOCO

fESTA

__ESTA

SACCO

__ACCO

GONNA

__ONNA

LAGO

__AGO

tAVOLA

__AVOLA

rOCCIA

__OCCIA

fOGLIE

__OGLIE

BALLO

__ALLO

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17W la grammatica!

GiOcare cOn i SuOni/2

scheda 6

• fAI LO STESSO GIOCO CAMBIANDO LE LETTERE DOPPIE.

MORE ORtO ELEGANTE TOpO BARcA

M__RE OR__O ELE__ANTE TO__O BAR__A

LaNA SaLE FOGLIA NaVE PaZZA

L__NA S__LE F__GLIA N__VE P__ZZA

PAppA GAttO ROSSO PELLE SAccO

PA__ __A GA__ __O RO__ __O PE__ __E SA__ __O

• CAMBIA LA LETTERA EVIDENZIATA IN OGNI PAROLA. CHE COSA OTTIENI?

1 classe

GiOcare cOn i SuOni/3

scheda 7

QUAL È LA DIFFERENZA TRA UNA SCARPA E L’ALBERO DI NATALE?

SOTTO LA SCARPA C’È IL TACCO

SOTTO L’ALBERO

C’È IL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

QUAL È LA DIFFERENZA TRA IL BANCO DELLA SCUOLA E IL GELATO?

SUL BANCO C’È LA PENNA

SUL GELATO C’È LA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

• LEGGI GLI INDOVINELLI E POI COMPLETA SCRIVENDO LE PAROLE GIUSTE.