classe soldati

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CacciatorpediniereClasse Soldati

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IndiceVoci

Classe Soldati (cacciatorpediniere) 1Artigliere (cacciatorpediniere 1937) 11Camicia Nera (cacciatorpediniere) 14Carabiniere (D 551) 20Fuciliere (cacciatorpediniere 1937) 25Granatiere (D 550) 31

NoteFonti e autori delle voci 34Fonti, licenze e autori delle immagini 35

Licenze della voceLicenza 36

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Classe Soldati (cacciatorpediniere) 1

Classe Soldati (cacciatorpediniere)

Classe Soldati

Descrizione generale

Tipo  cacciatorpediniere

Classe  Soldati

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Stazza lorda 2450-2550 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  vapore:• 3 Caldaie tipo Yarrow• 2 Gruppi di turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons• 2 eliche

Potenza:• Iª serie 49.000 hp• IIª serie 44.000 hp

Velocità  Ia serie 35 nodiIIa serie 32 nodi

Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

Armamento  artiglieria alla costruzioneIª serie:• 4-5 cannoni da 120/50mm• 8 mitragliere da 20/65mm

(4 impianti binati)IIª serie:Vario nelle singole unità

armamento antisommergibile:• 2 lanciasiluri tripli da 533mm• 2 lanciabombe laterali • 34 bombe di profondità• 64 mine

La classe Camicia Nera o classe Soldati era una serie di cacciatorpediniere italiani realizzati per la Regia Marina immediatamente prima e durante la Seconda guerra mondiale, che venne ampiamente impiegata in prima linea nelle

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battaglie combattute dalle unità di squadra.

CaratteristicheLe navi di questa classe erano simili alle precedenti unità della Classe Oriani, con 2 impianti binati da 120/50 capacidi 19 km di gittata, ma con un alzo ridotto, ed una minore precisione e cadenza di tiro. Lo scafo era dotato di unelevato bordo libero, il torrione molto grande e pesante con una struttura massiccia, con sofisticate apparecchiaturedi controllo del tiro situate nella parte superiore ed un unico fumaiolo massiccio e inclinato all'indietro. Nell'insiemequeste unità erano simili come profilo alla moderna Classe Maestrale.

PropulsioneL'apparato motore, molto potente, era costituito da due gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons il cui vapore erafornito da tre caldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow, che scaricava la propria potenza su due eliche; sviluppava unapotenza di 49000 cavalli e consentiva alla nave di potere raggiungere la velocità massima di quasi 40 nodi, ma nonaveva per contro un'elevata autonomia.

ArmamentoL'armamento principale era costituito da quattro cannoni da 120/50mm in due impianti binati ed un obice da 120/15,per il tiro illuminante, posto tra i lanciasiluri, che non venne mantenuto a lungo, essendo sostanzialmente inutile eche nel Carabiniere venne sostituito con un quinto cannone da 120/50mm singolo, cosa che venne confermata anchesu sei delle sette unità della seconda serie che vennero impostati durante la guerra.

Il Legionario con il radar De.Te. nel 1942

Le unità della seconda serie vennero costruite durante ilconflitto, ma, vista la difficoltà della cantieristicaitaliana, solo sette delle dodici unità previste furonoimpostate per la mancanza di scali disponibili, occupatinella costruzione degli incrociatori della ClasseCapitani Romani, e solo cinque di queste unitàentrarono in servizio e furono i soli cacciatorpediniererealizzati dall'Italia nel corso del conflitto, contro 22navi perse solo nel 1940.

Il progetto costruttivo prevedeva rispetto alla prima serie un maggior armamento antiaereo a scapito di quellosilurante, ma con l'inizio del conflitto e la perdità, in soli 50 giorni di guerra, di ben 5 navi di questo tipo vennedeciso la costruzione di altrettanti navi, seguite nei mesi successi da altre due unità e allo scopo di evitare perdite ditempo nell'approntamento progettuale fu stabilito di costruire navi uguali alla prima serie. L'armamentoantisommergibile era praticamente uguale alla prima serie.

Tuttavia durante la costruzione furono apportate alcune modifiche minori suggerite dall'esperienza bellica; vennediminuita di circa 4000 cavalli la potenza dell'apparato motore, che causò la diminuzione della velocità di circa dicirca 3 nodi, per garantire una maggior affidabilità ed economicità di funzionamento, ed uno dei cacciatorpediniere,il Legionario, venne dotato di un radar di fabbricazione tedesca (il De.Te., visibile nella foto davanti all'alberoprodiero), divenendo cosi la prima unità italiana ad essere dotata di tale strumento.

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Unità

Unità Iª serie

Il cacciatorpediniere Alpino in navigazione nel marzo1942.

Alpino

Fu costruito ad Ancona, in servizio dal 20 aprile 1939.Contraddistinto dalla sigla identificativa AP, nel 1942 imbarcòl'ecogoniometro ed ebbe un potenziamento dell'armamentoantiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impiantobinato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e dueimpianti singoli a poppa. Il 19 aprile 1943, mentre era ormeggiatonel Porto della Spezia, durante un bombardamento inglese, vennecolpito da varie bombe incendiarie,[1] diventando subito preda diincendi a bordo e nelle acque circostanti a causa della fuoriuscita della nafta; colpito poi nel deposito munizioni dauna bomba dirompente, saltò in aria, perdendo la poppa e affondò, con la morte di gran parte dell'equipaggio.[2]

Artigliere

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, dove il suo scafo venne impostato sugli scali il 15 febbraio 1937 e varato il12 dicembre successivo.Entrato in servizio il 14 novembre 1938, con la sigla identificativa AR, all'inizio del secondo conflitto mondiale erainquadrato nella XI Squadriglia Cacciatorpediniere della III Divisione Incrociatori della II Squadra ricoprendo ilruolo di capo squadrigliaL'Artigliere venne affondato la mattina seguente lo scontro notturno presso Capo Passero avvenuto nella nottedell'11-12 ottobre 1940. Attirato sul posto da uno scontro fra l'incrociatore leggero inglese HMS Ajax e tretorpediniere italiane, alle 2.29 attaccò l'Ajax colpendolo con due proiettili e lanciando un siluro, che andò a vuoto; asua volta centrato dal tiro dell'incrociatore, in tre minuti fu messo fuori combattimento. La nave fu incendiata edimmobilizzata con molti morti, fra cui il comandante Carlo Margottini e l'aiutante di squadriglia Corrado Del Greco,decorati entrambi di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.Con l'arrivo di altre unità inglesi si rese necessario l'abbandono della nave, che fu finita a cannonate dall'incrociatorepesante HMS York alle 9.15.

Il cacciatorpediniere Ascari, affiancato dal Lanciere, inporto dopo lo scontro di Capo Teulada.

Ascari

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 6maggio 1939, contraddistinto dalla sigla identificativa AI nel 1941venne sostituto l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50,mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 inimpianti singoli a poppa e successivamente venne installatol'ecogoniometro. Il 24 marzo 1943, mentre assieme ad altri trecacciatorpediniere (Camicia Nera, Leone Pancaldo e Lanzerotto Malocello) trasportava truppe in Tunisia, soccorse ilMalocello che aveva urtato una mina, ma ne urtò una a sua volta, con la distruzione della prua. Continuò nell'operadi soccorso sino a quando, dopo l'urto di una seconda mina a poppa, iniziò ad andare alla deriva; affondò nelpomeriggio, spezzandosi in due, dopo aver urtato una terza mina. I morti furono 194, più centinaia di soldati tedeschiche l'unità aveva a bordo[3] .

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Il cacciatorpediniere Aviere durante le prove diannebbiamento nel porto di Messina (gennaio 1941).

Aviere

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, varato il 19 settembre1937 ed entrato in servizio il 31 agosto 1938, contraddistinto dallasigla identificativa AV, nel 1942 ebbe un potenziamentodell'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cuiun impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tugacentrale e due impianti singoli a poppa.

Durante la seconda guerra mondiale dopo avere effettuato 41missioni di scorta e 16 di ricerca del nemico affondò il 17dicembre 1942 silurato dal sommergibile inglese HMS Splendid, mentre insieme al gemello "Camicia Nera"scortava la Motonava tedesca Ankara sulla tratta Napoli - Biserta. L' Aviere fece da scudo alla motonave tedesca e,centrato da un siluro, esplose e affondò in breve tempo sbandato sulla dritta, una quarantina di miglia a nord diBiserta; erano le 11.15. Su 230 uomini dell'equipaggio solo trenta riuscirono a salvarsi[4] . Il comandante, il Capitanodi Vascello Ignazio Castrogiovanni [5] , che durante l'affondamento cedette il suo posto sulla zattera di salvataggio adun marinaio inabissandosi con l'unità venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Il nome Aviere attualmente è stato assegnato ad un pattugliatore di squadra della classe Artigliere.

Il cacciatorpediniere Bersagliere a Taranto nel 1942con la nuova livrea mimetica.

Bersagliere

Costruito a Palermo, in servizio dal 1º aprile 1939, contraddistintodalla sigla identificativa BG, nel 1942 ebbe un potenziamentodell'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cuiun impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tugacentrale e due impianti singoli a poppa.

Durante il secondo conflitto mondiale prese parte alla battaglia diPunta Stilo, alla battaglia di Capo Matapan alla prima e allaseconda battaglia della Sirte operando anche due volte inassistenza di motonavi danneggiate da attacchi nemici.

Dopo 146 missioni e 53700 miglia percorse, l'unità venne affondata il 7 gennaio 1943 durante un bombardamentoaereo nel porto di Palermo, mentre era ormeggiata. A ricordo delle decine di giovani marinai ed ufficiali periti, sulmolo dove era ormeggiata che oggi porta il suo nome, nel punto esatto in cui era attraccata, una lapide con i nomi deicaduti ed una grande ancora ricordano l'affondamento.Il nome Bersagliere è stato ereditato ad un pattugliatore della Classe Soldati.Camicia NeraRinominato Artigliere,dopo la caduta del fascismo, in onore dell'unità gemella affondata nel 1940, venne costruitodai Cantieri OTO di Livorno, entrando in servizio, contraddistinto dalla sigla identificativa CN, il 30 giugno 1938.Nel 1941 venne sostituito l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altre duemitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e successivamente venne installato l'ecogoniometro. In base alleclausole del trattato di pace venne ceduto in conto riparazione danni di guerra all’Unione Sovietica (rinominatoLovkii — Ловкий), prestando servizio nella flotta del Mar Nero fino al disarmo avvenuto nel 1960.CarabiniereCostruito a Riva Trigoso, in servizio dal 20 dicembre 1938, contraddistinto dalla sigla identificativa CB, sin dalla sua costruzione ebbe installato, al posto dell'obice illuminante, il 5° pezzo da 120/50 sulla tuga centrale. Durante la seconda guerra mondiale prese parte a 159 missioni di scorta percorrendo 53.700 miglia, prendendo parte alla battaglia di Punta Stilo alla battaglia di Capo Matapan e alla prima battaglia della Sirte. Il 16 febbraio 1942 venne colpito da un siluro che gli asportò la prora, e rientrato a rimorchio a Messina venne successivamente trasferito a

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Napoli e Livorno dove rimase ai lavori sino al 6 gennaio 1943. Nel corso di questi lavori ebbe anche potenziatol'armamento antiaereo con altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e sostituiti i lanciasiluri poppiericon 2 mitragliere da 37/54 e venne dotato di un radar italiano tipo EC 3/ter Gufo che successivamente sarebbe statosostituito da un modello inglese. Fu tra le navi che soccorsero i naufraghi della Roma trasportandone i feriti alleBaleari, dove venne internato insieme al suo equipaggio. Dopo la guerra prestò servizio nella Marina MilitareItaliana, fino al disarmo, avvenuto il 18 gennaio 1965.

Il Corazziere

Corazziere

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 4marzo 1939, contraddistinto dalla sigla identificativa CR, nel 1941sostituì l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 in impiantisingoli laterali a ridosso della torretta telemetrica esuccessivamente venne installato l'ecogoniometro.

Nel 1941 subì gravi danni, con asportazione della prora, per unacollisione con il Granatiere. La prora venne nuovamente distrutta nel 1943 durante un bombardamento nel porto diNapoli.

All’armistizio, impossibilitato a muoversi, per non cadere in mano ai tedeschi, venne autoaffondato il 9 settembre1943 dal suo equipaggio.Dopo la guerra il suo scafo venne recuperato e demolito.

Il Fuciliere nel 1939

Fuciliere

Costruito ad Ancona, in servizio, contraddistinto dalla siglaidentificativa FC dal 10 gennaio 1939. Nel 1942 ebbe potenziatol'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui unimpianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale edue impianti singoli a poppa e nel 1943 vennero sostituiti ilanciasiluri poppieri con 2 mitragliere da 37/54 e venne dotato diun radar italiano tipo EC 3/ter Gufo. Fu tra le navi che soccorseroi naufraghi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari, dovevenne internato insieme al suo equipaggio. Dopo la guerra in basealle clausole del trattato di pace venne ceduto in conto riparazionedanni di guerra all’Unione Sovietica (rinominato Liogkii - Лёгкий), prestando servizio nella flotta del Mar Nero finoal disarmo avvenuto nel 1960.

Il Geniere nel 1941.

Geniere

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio,contraddistinto dalla sigla identificativa GE, il 14 dicembre 1938;nel 1941 sostituì l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50,mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 inimpianti singoli a poppa. Andò perduto il 1º marzo 1943 duranteun bombardamento americano del porto di Palermo. Recuperato futrasferito a Taranto per la demolizione, ma durante il tragittoaffondò definitivamente. Il relitto si trova a poche miglia a est di Capo Spulico (CS) adagiato a circa 35m diprofondità.

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Il Granatiere nel 1941.

Granatiere

Costruito a Palermo, in servizio, contraddistinto dalla siglaidentificativa GN dal 1º febbraio 1939, nel 1942 ebbe potenziatol'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui unimpianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale edue impianti singoli a poppa.

Nel 1943 venne installato l'ecogoniometro e il lanciasiluri poppiero venne sostituito con 2 mitragliere da 37/54.Dopo la guerra presto servizio nella Marina Militare Italiana, fino al disarmo avvenuto il 1º luglio 1958.Lanciere

Costruito a Riva Trigoso, in servizio, contraddistinto dalla sigla identificativa LN, dal 25 marzo 1939. Il 23 marzo1942, mentre assieme al resto della squadra da battaglia italiana rientrava in porto dopo la Seconda Battaglia dellaSirte, andò in avaria e si ritrovò immobilizzato, in balia del mare in burrasca. Alle 9.58 fu lanciato l'SOS, e noveminuti più tardi giunse dalla nave l'ultimo messaggio nel quale si diceva che l'unità era in affondamento. Dopo seigiorni di ricerche, la nave ospedale Arno recuperò solo sedici sopravvissuti, uno dei quali morì appena tratto insalvo[6] . Tra i morti il comandante, c.f. Costanzo Casana.

Unità IIª serieBombardiere

Costruito ad Ancona, in servizio dal 15 luglio 1942, contraddistinto dalla sigla identificativa BR, era armato di 5cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e in impianto singolo sulla tuga centrale.L'armamento antiaereo era costituito da 10 mitragliere binate da 20/65mm alle quali si aggiungevano due complessisingoli dello stesso calibro.Il 17 gennaio 1943, mentre assieme al Legionario scortava una motonave da Biserta a Palermo, fu colpito da unsiluro del sommergibile britannico United e affondò assieme a 175 dei 224 uomini dell'equipaggio, fra cui ilcomandante Giuseppe Moschini[7] .

Il cacciatorpediniere Corsaro

Carrista

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, venne impostato sugli scalinel 1941 e la sigla identificativa prevista era CR e l'armamentoprevisto era uguale a quello del Bombardiere. Durante la suacostruzione subì l'asportazione dell'originaria prua esuccessivamente della poppa, destinate rispettivamente alCarabiniere e al Velite per riparare i danni subiti in missioni diguerra..

Catturato dai tedeschi venne ribattezzato TA 34, ma la sua costruzione non venne completata.Corsaro

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 16 maggio 1942, contraddistinto dalla siglaidentificativa CA, era armato di 5 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e in impianto singolo sullatuga centrale e 10 mitragliere da 20/65 in 4 impianti binati e in 2 impianti singoli. Il 9 gennaio 1943, avvicinatosi alcacciatorpediniere Maestrale (che aveva urtato una mina) per soccorrerlo, saltò su due mine e affondò, trascinandocon sé 187 uomini[8] .

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Il cacciatorpediniere Legionario con la livrea dicobelligeranza.

Legionario

Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio dal 1ºmarzo 1942, contraddistinto dalla sigla identificativa LG, eraarmato di 4 cannoni da 120/50 in un impianto binato a poppa e indue impianti singoli.

L'armamento antiaereo era costituito da dieci mitragliere da20/65mm in quattro complessi binati e due complessi singoli.Sin dalla sua entrata in servizio era dotata di un radar tedescoModello Fu.Mo 21/39 (FUnkMess Ortung), nome definitivoassunto dal radar "DETE" (DEzimeter TElegraphie), che venne utilizzato per la prima volta durante la Battaglia dimezzo giugno, nella quale il Legionario fece parte della scorta alle navi da battaglia Littorio e Vittorio Veneto.

Nel 1943 due mitragliere da 37/54mm sostituirono i lanciasiluri di poppa. Dopo la guerra in base alle clausole deltrattato di pace venne ceduto, nel 1948 in conto riparazione danni di guerra, alla Francia dove venne ribattezzatoDuchaffaultt prestando servizio fino al giugno 1954.

Il cacciatorpediniere Mitragliere in navigazione diguerra nel 1942.

Mitragliere

Costruito ad Ancona, in servizio dal 1º febbraio 1942,contraddistinto dalla sigla identificativa MT, era armato di 5cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e inimpianto singolo sulla tuga centrale e 10 mitragliere binate da20/65 cui si aggiungevano altre due mitragliere singole dellostesso calibro. Durante il conflitto a bordo della nave eraimbarcato in qualità di ufficiale Fabio Inghirami che neldopoguerra sarebbe stato un industriale del tessile noto come il redelle camicie.[9]

All'armistizio fu tra le navi che soccorsero i profughi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari.Dopo la guerra in base alle clausole del trattato di pace venne ceduto nel 1948 in conto riparazione danni di guerraalla Francia dove venne ribattezzato Jurien de la Graviere prestando servizio fino al 1956.

Squadrista

La sua costruzione avvenne costruito nel cantiere OTO di Livorno e la sigla identificativa prevista era SQ, madurante la sua costruzione venne rinominato Corsaro dopo la caduta del regime fascista, senza essere completato.Catturato dai tedeschi, che ne completarono la costruzione, venne rinominato TA 33, ma non arrivò ad entrare inservizio nella Kriegsmarine, in quanto venne affondato mentre effettuava le prove in mare il 4 settembre 1944 aGenova.

Il cacciatorpediniere Velite

Velite

Costruito nel cantiere OTO di Livorno, entrato in servizio il 31agosto 1942, contraddistinto dalla sigla identificativa VL, eraarmato di 4 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua epoppa, e fu l'unica unità della IIª serie ad essere equipaggiatadell'obice illuminante da 120/15mm nella tuga centrale.

L'armamento antiaereo era costituito da dodici mitragliere da20/65mm in sei impianti binati.Nel 1948 venne ceduto, in conto riparazione danni di guerra, allaFrancia dove venne ribattezzato Duperre prestando servizio fino al 1951.

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Armistizio e affondamento della corazzata RomaAll'armistizio dell'8 settembre le unità della classe in servizio si trovavano nella base di La Spezia dove ricevetterol'ordine di consegnarsi agli alleati a Malta. Fuciliere Mitragliere, Carabiniere e Velite costituivano la XII Squadriglia,i cacciatorpediniere Legionario, Artigliere insieme a Oriani e Grecale costituivano la XIV Squadriglia. Insieme aqueste unità nella base si trovavano gli incrociatori della VII Divisione Montecuccoli, Eugenio di Savoia e AttilioRegolo, le corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia della IX Divisione, e ad una Squadriglia di torpediniere formatada Pegaso, Orsa, Orione, Ardimentoso e Impetuoso. La formazione prese il mare nella notte dell'8-9 settembre percongiungersi con il gruppo navale proveniente da Genova, formato dalle unità della VIII Divisione, costituita daGaribaldi, Duca degli Abruzzi e Duca d'Aosta e dalla torpediniera Libra e dopo il ricongiungimento delle dueformazioni navali, per ottenere una omogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori, il Duca d'Aosta passò dallaVIII alla VII Divisione, sostituendo l’Attilio Regolo che entrò a far parte della VIII Divisione, assumendo il compitodi conduttore di flottiglia del gruppo cacciatorpediniere di squadra. Durante il trasferimento, la corazzata Roma, naveammiraglia dell'Ammiraglio Bergamini, affondò tragicamente il pomeriggio del 9 settembre al largo dell'Asinaracentrata da una bomba Fritz X sganciata da un Dornier Do 217 della Luftwaffe. Fuciliere, Mitragliere e Carabiniere,insieme al Regolo e alle torpediniere Pegaso, Orsa e Impetuoso invertirono immediatamente la rotta per recuperare isuperstiti, mentre a prendere il comando del resto della flotta diretta a Malta fu l'ammiraglio Oliva, con insegnasull'Eugenio di Savoia. I naufraghi della corazzata Roma, recuperati dalle unità navali inviate in loro soccorso furonoseicentoventidue, di cui cinquecentotre recuperati dai tre cacciatorpediniere, diciassette dall’Attilio Regolo ecentodue dalle tre torpediniere; mentre le sette navi si erano fermate a recuperare i morti e i feriti della naveaffondata, il resto della squadra, il cui comando venne preso dall'ammiraglio Oliva con insegna sull'Eugenio diSavoia, proseguì la navigazione dirigendo verso Malta destinazione scelta dagli alleati, dove la formazione si sarebbericongiunta con il gruppo proveniente da Taranto guidato dall'ammiraglio Da Zara e costituito dalle Duilio dalCadorna e dal Pompeo Magno.Dopo che si era concluso il recupero dei naufraghi il Capitano di Vascello Marini, comandante del Mitragliere,caposquadriglia della XII, tenuto conto dei molti feriti gravi a bordo, richiese al Regolo, l'autorizzazione a dirigeread alta velocità verso Livorno, ma venne informato dal comandante del Regolo, che il comandante del gruppocacciatorpediniere di squadra, il Capitano di Vascello Franco Garofalo, non era a bordo in quanto era statoautorizzato da Bergamini a imbarcarsi su una corazzata, ma la sua insegna era rimasta sul Regolo e a quel punto ilcomandante superiore in mare del gruppo di sette navi, come ufficiale più anziano, era proprio Marini, che si trovavaall'improvviso a dover prendere delle decisioni, sprovvisto delle informazioni utili a questo scopo. Il gruppo sitrovava nella impossibilità di mettersi in contatto con la la formazione al comando dell'ammiraglio Oliva e conSupermarina, non ricevendo risposta ai loro messaggi e dalla intercettazione dei messaggi di Supermarinadimostravano l'impossibilità di rientrare in porti italiani per sbarcare i feriti che avevano urgente bisogno di cureospedaliere per cui era a quel punto necessario raggiungere le coste neutrali più vicine per lo sbarco dei feriti che nonera possibile curare a bordo a causa della gravità delle loro condizioni ed inoltre le navi avevano ormai una ridottaautonomia a causa della riduzione delle scorte di nafta.Il comandante Marini, data la minore velocità delle torpediniere divise il gruppo in due e diede alle torpedinierelibertà di manovra sotto il comando del Capitano di Fregata Riccardo Imperiali, comandante del Pegaso, assumandoil comando del resto della formazione composta dal Regolo e dai tre cacciatorpediniere. Marini e Imperiali deciseroautonomamente ed indipendentemente di dirigere le loro formazioni verso le Baleari, considerato che la Spagna eraneutrale, sperando che avrebbe consentito lo sbarco dei feriti e forniti i necessari rifornimenti di carburante e acquapotabile, senza procedere all'internamento delle navi ed aveva il vantaggio di essere in posizione centrale rispetto aeventuali successivi spostamenti verso l'Italia, verso Tolone o verso l'Africa settentrionale.

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L'internamento alle Baleari e il rientro in ItaliaI due gruppi giunsero nelle Baleari nella mattinata del 10 settembre, con il gruppo di Marini che attracco a PortoMahon nell'isola di Minorca e le tre torpediniere nella baia di Pollensa nell'isola di Maiorca. Dei seicentoventiduenaufraghi recuperati, nove decedettero a bordo delle navi e sedici sarebbero deceduti all'Ospedale di Porto Mahon.

Mitragliere, Fuciliere e Carabiniere in linea di fila alrientro a Taranto il 23 gennaio 1945 precedute dal

Regolo

Nel primo pomeriggio del 10 settembre vennero sbarcati etrasportati all'ospedale 133 tra feriti e ustionati, mentre la mattinadell'11 settembre le salme di coloro che erano morti durante latraversata vennero deposte su un camion che si avviò al cimitero,seguito da un mesto corteo di marinai italiani, dove venne datoloro sepoltura. Nella notte tra il 10 e l'11 settembre a bordo delRegolo per evitare che lasciando le acque spagnole la navedovesse consegnarsi agli alleati, alcuni avevano sabotato le turbinedella nave. Nella stessa notte i comandanti del Pegaso edell'Impetuoso Imperiali e Cigala Fulgosi alle 3 del mattino dell'11settembre, dopo aver lasciato gli ormeggi autoaffondarono le dueunità, i cui equipaggi raggiunsero terra con le imbarcazioni e furono internati. Il comandante Marini aveva cercato diavere i rifornimento di acqua e nafta, che gli spagnoli non concessero con vari espedienti e nel pomeriggio dell'11settembre le autorità spagnole, senza aver dato il necessario preavviso, previsto dalla Convenzione dell'Aia,comunicarono al Comandante Marini che le navi non avendo lasciato gli ormeggi entro le previste 24 ore erano sottosequestro per ordine del governo spagnolo.

I mesi che seguirono l'internamento furono carichi di tensione, con molti componenti degli equipaggi delle navi chesimpatizzavano apertamente per la Repubblica Sociale Italiana. Nel gennaio 1944 vi fu la diserzione del direttore dimacchina del Fuciliere, il capitano del genio navale Alberto Fedele, che insieme al direttore di tiro del Regolo, ilTenente di Vascello Mario Ducci, con l'aiuto dell'ex addetto navale italiano raggiunse il Nord Italia.Forti tensioni vi furono a causa dell'astio che militari e civili spagnoli di fede falangista covavano verso gli equipaggidelle navi ritenuti badogliani.Dopo molte trattative diplomatiche le navi vennero autorizzate a lasciare le acque spagnole il 15 gennaio 1945,raggiungendo Taranto il 23 gennaio.

DopoguerraDiverse unità della classe servirono anche sotto la bandiera di marine estere. Lo "Squadrista" e il "Carrista", ancorain costruzione, vennero catturate dai tedeschi e fecero parte delle Torpedoboote Ausland, ma il Carrista non vennemai ultimato.In base alle clausole del trattato di pace, nel 1948 Velite, Mitragliere e Legionario che facevano parte della IIa serievennero cedute in conto riparazione danni di guerra alla Francia, stessa sorte toccata alle sorelle della Ia serie"Fuciliere" e Artigliere (ex Camicia Nera) che nel 1949 vennero ceduti all'Unione Sovietica.Delle navi sopravvissute al conflitto Granatiere e Carabiniere entrarono a far parte della Marina Militare Italiana.

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Classe Soldati (cacciatorpediniere) 10

Note[1] Operazioni Navali nel Mediterraneo (http:/ / 74. 125. 77. 132/ search?q=cache:M-svq5M9V58J:www. danieleranocchia. it/ naval_history/

mediterraneo. htm+ cacciatorpediniere+ alpino+ la+ spezia& cd=4& hl=it& ct=clnk& gl=it )[2] Marco Gioannini, Giulio Massobrio, Bombardate l'Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945, p. 296[3] il cacciatorpediniere Ascari in soccorso del Malocello (http:/ / www. trentoincina. it/ mostrapost. php?id=33)[4] Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p. 272[5] la motivazione della Medaglia d'oro al comandante Ignazio Castrogiovanni (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ movm/ parte06/

movm6031. asp )[6] Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina fra vittoria e sconfitta 1940-1943, p. 357[7] Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p. 273[8] Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p. 272[9] «È morto Inghirami il re delle camicie» (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 1996/ aprile/ 19/

morto_Inghirami_delle_camicie_co_0_960419117. shtml). Corriere della Sera, 19-aprile-1996, p. 25. URL consultato in data 2 gennaio 2010.

Bibliografia• Robert Gardiner; Roger Chesneau, Conway's All the World Fighting's Ships 1922-1946, Annapolis, US Naval

Institute Press, 1980. ISBN 0-87021-913-8• Elio Andò, Erminio Bagnasco. Marina Italiana. Le operazioni nel Mediterraneo. Giugno 1940 - Giugno 1942.

Milano, Intergest, 1976.• Erminio Bagnasco, Maurizio Brescia. La mimetizzazione delle navi italiane 1940-1945. Parma, Ermanno

Albertelli Editore, 2006 ISBN 88-7372-519-8• Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale

Voci correlate• Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale• Grecale

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almanacco/ parte05/ navi0524. asp)• La pagina della Classe Soldati 2a serie sul sito della Marina Militare (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/

almanacco/ parte05/ navi0525. asp)• Regia Marina Italiana: I cacciatorpediniere italiani (http:/ / www. regiamarina. net/ arsenals/ ships_it/ destroyers/

dest_it. htm)• Cacciatorpediniere Classe Soldati (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Ct classe Soldati. html)

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Artigliere (cacciatorpediniere 1937)

RN Artigliere

Cacciatorpediniere Artigliere

Descrizione generale

Tipo  cacciatorpediniere

Classe  Soldati

Cantiere  OTO di Livorno

Matricola  AR

Impostazione 15 febbraio 1937

Varo  12 dicembre 1937

Completamento  30 giugno 1938

Entrata in servizio  14 novembre 1938

Proprietario  Regia Marina

Radiazione  18 ottobre 1946

Destino finale  affondato 12 ottobre 1940

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Stazza lorda 2450-2550 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  vapore:• 3 Caldaie Yarrow• 2 turbine Belluzzo/Parsons• 2 eliche

Potenza: 48.000 hp

Velocità  39 nodi

Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

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Armamento  artiglieria alla costruzione:• 4 cannoni da 120/50mm• 8 mitragliere da 20/65mm• 1 obice illuminante da 120/15mm armamento antisomergibile:• 2 lanciasiluri tripli da 533mm• 2 lanciabombe laterali • 34 bomba di profondità• 64 mine

Note

Motto  Sempre e ovunque

L'Artigliere è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina, appartenente alla I serie della Classe Soldati, che hapreso parte alla seconda guerra mondiale.La sua costruzione avvenne nei cantieri OTO di Livorno, dove il suo scafo venne impostato sugli scali il 15 febbraio1937 e varato il 12 dicembre successivo, venne completato il 30 giugno 1938.

PropulsioneL'apparato motore, molto potente, era costituito da due gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons alimentate da trecaldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow, che scaricava la propria potenza su due eliche; sviluppava una potenza di 49000cavalli e consentiva alla nave di raggiungere la velocità molto elevata di quasi 39 nodi, ma non aveva per controun'elevata autonomia.

ArmamentoL'armamento principale era costituito da quattro cannoni Ansaldo da 120/50mm,[1] in due torrette binate, che, apartire dagli anni trenta, ha equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina.L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 20/65mm Mod. 1935,[2] in quattro impianti binati, ed erainoltre presente un obice illuminante da 120/15mm posizionato sulla tuga centrale.L'armamento antisomergibile era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533mm in due impianti tripli, da duelanciabombe laterali, bombe di profondità e mine.

ServizioLa nave, entrata il squadra il 14 novembre 1938, venne inquadrata nella XI Squadriglia e nel corso del 1939 svolseattività addestrativa, effettuando crociere nel Tirreno, in Africa Settentrionale e nel Dodecaneso.[3] Nel maggio 1939prese parte alla parata navale di Napoli in occasione della visita del Principe Paolo, Reggente di Jugoslavia.

Seconda guerra mondialeL'Artigliere all'inizio del secondo conflitto mondiale era inquadrato nella XI Squadriglia Cacciatorpediniere della IIIDivisione Incrociatori della II Squadra ricoprendo il ruolo di capo squadriglia.Il 9 luglio 1940 l'Artigliere prese parte alla battaglia di Punta Stilo, primo scontro durante il conflitto tra la RegiaMarina e la Royal Navy e nel corso del combattimento svolse azioni di fuoco e lancio di siluri contro unità nemiche.

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L'affondamento

Nei mesi successivi effettuò varie missioni dalle basi di Messina e Augusta, da dove l'11 ottobre 1940, prese il marecon le unità della propria squadriglia impegnato in una ricerca notturna di una forza navale nemica segnalata nelcanale di Sicilia, in un'azione coordinata e con le unità della I Squadriglia Torpediniere.

Il cacciatorpediniere Artigliere gravementedanneggiato durante lo scontro notturno del 12 ottobre

1940.

Nello scontro notturno che ne seguì, presso Capo Passero venneroaffondate le torpediniere Airone e Ariel. L'Artigliere, alle 2.29,accorse aprendo il fuoco contro l'incrociatore leggero HMS Ajax,sul quale mise a segno due colpi causando seri danni ad uncannone da 100mm, al radar ed alla bussola, e lanciando un siluroche però andò a vuoto. L'Ajax aprì il fuoco da distanza ravvicinata,investendo l'Artigliere con numerosi colpi in rapida successione. Ilcomandante dell'unità, il Capitano di Fregata Carlo Margottini,colpito gravemente, morì al suo posto di comando in plancia,[4]

continuando ad incitare al combattimento il suo equipaggio.Insieme al comandante cadde anche il suo assistente di squadriglia, il Tenente di Vascello Corrado Del Greco,[5]

Entrambi vennero decorati con Medaglia d'Oro al Valor Militare. La nave, immobilizzata, in fiamme e con moltimorti e feriti a bordo (fra cui tutti gli ufficiali di vascello) era alle 2.32 ormai fuori combattimento. Il maggiore delgenio navale Mario Giannettini diresse le operazioni per il salvataggio della nave, ma alle quattro del mattino tutte lecaldaie erano ormai fuori uso. Il cacciatorpediniere Camicia Nera, gemello dell'Artigliere, cercò di rimorchiarlo, maverso le otto fu costretto ad interrompere il traino a causa di un attacco aereo. Ormai abbandonato, l'Artigliere fufinito alle 9.15 dal tiro delle artiglierie dell'incrociatore pesante HMS York e s'inabissò a circa 50 miglia a Est diCapo Passero.

L'Artigliere venne ufficialmente radiato dai ruoli del naviglio militare il 18 ottobre 1946.Nel dopoguerra la Marina Militare Italiana ha intitolato alla memoria di Carlo Margottini una fregata della classeBergamini che ha prestato servizio dal 1962 al 1988 e prossimamente una delle nuove fregate FREMM dovrebbeessere intitolata a Carlo Margottini.

NomeIl nome Artigliere è stato ereditato dopo la caduta del fascismo dal gemello Camicia Nera, che il 30 luglio 1943venne ribattezzato Artigliere.Nel dopoguerra venne ribattezzato Artigliere un cacciatorpediniere che l'Italia nel 1951 ebbe dagli Stati Uniti, cheandato in disarmo nel 1970 e radiato nel gennaio 1971, dopo la sua dismissione venne anche usato a scopi didatticialle scuole CEMM della Maddalena e infine il 27 maggio 1983 affondato come bersaglio dal sottomarino NazarioSauro.Attualmente a portare il nome Artigliere è un pattugliatore della classe Soldati.

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Artigliere (cacciatorpediniere 1937) 14

Note[1] (EN) Italy 120 mm/50 (4.7") Ansaldo Models 1926, 1936, 1937 and 1940 OTO Models 1931, 1933 and 1936 (http:/ / www. navweaps. com/

Weapons/ WNIT_47-50_m1926. htm). URL consultato il 5-5-2009.[2] (EN) Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940 (http:/ / www. navweaps. com/ Weapons/ WNIT_20mm-65. htm). URL consultato il

5-5-2009.[3] Regio Cacciatorpediniere Artigliere (http:/ / digilander. libero. it/ carandin/ artigliere. htm). URL consultato il 15-settembre-2009.[4] Biografia di Carlo Margottini sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ movm/ parte06/ bio06/

MOVM6080b. asp )[5] Biografia e motivazione della Medaglia 'Oro al Valor Militare a Corrado Del Greco sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www.

marina. difesa. it/ storia/ movm/ parte06/ bio06/ movm6041b. asp )

Bibliografia• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. IV: La Guerra nel Mediterraneo

– Le azioni navali: dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1959.• Luis de la Sierra, La guerra navale nel Mediterraneo: 1940-1943, Milano, Mursia, 1998. ISBN 8842523771• Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale

Collegamenti esterni• Scheda dell'unità sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ almanacco/

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Camicia Nera (cacciatorpediniere)

Camicia NeraArtigliere (dal 30.7.1943)

Ловкий (Lovkij)

Cacciatorpediniere Camicia NeraDescrizione generale

 ·  Tipo  cacciatorpediniere

Classe  Soldati

Cantiere  OTO - Livorno

Matricola  CN

Impostazione 21 gennaio 1937

Varo  8 agosto 1937

Entrata in servizio  : 30 giugno 1938 : 23 gennaio 1949

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Proprietario  Regia Marina ВМФ СССР

Radiazione  : 15 dicembre 1949 : febbraio 1960

Destino finale  ceduto all'Unione Sovietica il 28 febbraio 1949; demolito dal 1960

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Stazza lorda 2450-2550 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  vapore:• 3 Caldaie Yarrow• 2 turbine Belluzzo/Parsons• 2 eliche

Potenza: 48.000 hp

Velocità  39 nodi

Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

Armamento  artiglieria alla costruzione:• 4 cannoni da 120/50mm• 8 mitragliere da 20/65mm• 1 obice illuminante armamento antisommergibile:• 2 lanciasiluri tripli da 533mm• 2 lanciabombe laterali • bombe di profondità • mine

Il Camicia Nera è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina, appartenente alla I serie della Classe Soldati. Lanave prese parte alla seconda guerra mondiale.La sua costruzione avvenne nei cantieri OTO di Livorno, dove venne impostato sugli scali il 21 gennaio 1937; lanave, varata l'8 agosto dello stesso anno, è entrata in servizio il 30 giugno 1938.

PropulsioneL'apparato motore, molto potente, era costituito da due gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons, alimentati da trecaldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow, e scaricava la propria potenza su due eliche; sviluppava una potenza di 49000cavalli e consentiva alla nave di raggiungere la velocità molto elevata di quasi 39 nodi, ma, per contro, non avevaun'elevata autonomia.

ArmamentoL'armamento principale era costituito da quattro cannoni Ansaldo da 120/50mm,[1] in due torrette binate, che, apartire dagli anni trenta, hanno equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina.

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L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 20/65mm Mod. 1935,[2] in quattro impianti binati, ed erainoltre presente un obice illuminante.L'armamento antisommergibile era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533 mm in due impianti tripli, da duelanciabombe laterali, bombe di profondità e mine.

Seconda guerra mondialeImmediatamente dopo l'entrata in servizio, la nave prese parte a due missioni nel corso della guerra civile spagnola e,nel maggio 1939, partecipò alla parata navale di Napoli in occasione della visita del Principe Paolo Karađorđević,Reggente del Regno di Jugoslavia.Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, l'unità era aggregata alla XI Squadriglia Cacciatorpediniere della IIIDivisione Incrociatori nell'ambito della II Squadra.

Camicia Nera e Artigliere durante lo scontro di PuntaStilo

Il 9 luglio 1940 prese parte alla battaglia di Punta Stilo, primoscontro nel conflitto tra la Regia Marina e la Royal Navy, e neimesi successivi effettuò varie missioni dalle basi di Messina edall'Arsenale di Augusta: da qui, l'11 ottobre 1940, prese il marecon le unità della propria squadriglia, impegnato in una ricercanotturna di una forza navale nemica segnalata, in un'azionecoordinata con le unità della I Squadriglia Torpediniere. Nelloscontro notturno che ne seguì, presso Capo Passero la torpedinieraAirone venne affondata dall'incrociatore inglese HMS Ajax, vera

bestia nera per le unità della Regia Marina, che nella stessa circostanza colpì anche il cacciatorpediniere Artigliere,caposquadriglia della XI Squadriglia. Questo, nonostante i danni subiti, riuscì a sparare due salve che provocaronoseri danni a un cannone da 100mm, al radar e alla bussola dell'incrociatore inglese. L'Artigliere, immobilizzato e inpreda alle fiamme, rimase per sei ore con pochi uomini a bordo: all'alba del 12 ottobre venne preso a rimorchio dalCamicia Nera, ma verso le 8 venne dovette essere abbandonato sotto l'imperversare di un attacco di aerosilurantiinglesi e forze aeronavali inglesi. Nuovamente cannoneggiato, affondò alle ore 09.05, per i nuovi danni subiti, a circa50 miglia a Est di Capo Passero; nell'affondamento morirono il suo comandante Carlo Margottini e il suo assistentedi squadriglia Corrado Del Greco, entrambi decorati con Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Altre azioni in cui la nave partecipò al recupero dei naufraghi fu in occasione degli affondamenti del piroscafo Nita,il 7 agosto 1941 e della motonave Victoria il 24 gennaio 1942.Nel 1941 venne sostituito l'obice illuminante con il quinto pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altredue mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e successivamente venne installato l'ecogoniometro.Nella giornata dell'8 febbraio avuto notizie che navi britanniche della Forza H, tra cui la portaerei Ark Royal,provenienti da Gibilterra erano in avvicinamento verso le coste italiane, il Camicia Nera insieme alle altre unità dellaXI Squadriglia prese il mare per la scorta agli incrociatori della classe Trento della III Divisione provenienti daMessina. La formazione navale avrebbe dovuto incontrarsi il mattino seguente presso l'Asinara con una forza navaleproveniente da La Spezia e formata dalle corazzate Cesare, Doria e Vittorio Veneto, con la scorta della X e dellaXIII Squadriglia, che, al comando dell'ammiraglio Iachino, era uscita in mare alla ricerca del nemico, convinta chel'obiettivo degli inglesi fosse la Sardegna; ma il mattino seguente le unità inglesi, eludendo il contatto con le naviitaliane si presentarono davanti a Genova bombardando la città.Le forze dell'ammiraglio Iachino, venute a conoscenza dell'attacco a Genova, per una serie di disguidi, tentarono diraggiungere il nemico in ritirata verso Gibilterra quando ormai era troppo tardi non riuscendo a stabilire il contatto.Il 17 dicembre 1941, prese parte alla scorta al convoglio M 42, costituito dalle motonavi Monginevro, Napoli e Vettor Pisani e dalla nave da carico tedesca Ankara; la missione di scorta culminò nella prima battaglia della Sirte.[3] [4] La nave era tra le unità che costituivano la forza copertura ravvicinata, insieme ai cacciatorpediniere Ascari e

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Aviere, alla nave da battaglia Caio Duilio e alle unità della VII Divisione Incrociatori al completo, con insegnadell'ammiraglio De Courten sul Duca d'Aosta.Nel corso del 1942 la nave prese parte alla battaglia di mezzo giugno e alla battaglia di mezzo agosto.Il 2 dicembre 1942, mentre era impegnato in una missione di scorta, il convoglio italiano scortato, formato da quattromercantili, venne attaccato nei pressi di Banco Skerki da una formazione navale inglese; nello scontro venneroaffondati i quattro mercantili e il cacciatorpediniere Folgore e gravemente danneggiato il Nicoloso da Recco chefacevano parte della scorta del convoglio. Il Camicia Nera si distinse nel combattimento e nel soccorso ai naufraghie il suo comandante il Capitano di Fregata Adriano Foscari venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare.Il 17 dicembre 1942 effettuò una missione di scorta alla nave da carico tedesca Ankara sulla tratta Napoli - Biserta,insieme al gemello Aviere che venne affondato dopo essere stato silurato dal sommergibile inglese HMS Splendid,mentre faceva da scudo alla motonave tedescaNella primavera 1943 con la soppressione della XI Squadriglia venne aggregato alla XIV Squadriglia.

ArtigliereIl 30 luglio 1943, dopo la caduta del fascismo, la nave venne ribattezzato Artigliere in onore dell'unità gemellaaffondata nel 1940. Fino ad allora aveva effettuato 180 missioni.All'armistizio dell'8 settembre la nave si trovava a La Spezia, da dove salpò insieme a Legionario, Oriani e Grecale,che in quel momento costituivano la XIV Squadriglia, ai cacciatorpediniere Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere eVelite della XII Squadriglia, agli incrociatori della VII Divisione Montecuccoli, Eugenio di Savoia e Attilio Regolo,alle corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia della IX Divisione, e ad una Squadriglia di torpediniere formata daPegaso, Orsa, Orione, Ardimentoso e Impetuoso. La formazione prese il mare per congiungersi con il gruppo navaleproveniente da Genova, formato dalla torpediniera Libra e dalle unità della VIII Divisione, costituita da Garibaldi,Duca degli Abruzzi e Duca d'Aosta, per poi consegnarsi agli alleati a Malta assieme alle altre unità navali italianeprovenienti da Taranto. Durante il trasferimento, la corazzata Roma, nave ammiraglia dell'Ammiraglio Bergamini,affondò tragicamente nel pomeriggio del 9 settembre al largo dell'Asinara centrata da una bomba Fritz X sganciatada un Dornier Do 217 della Luftwaffe.Durante la cobelligeranza con gli alleati effettuò altre 122 missioni, anche in azioni di trasporto truppe e materiali.

La cessione all'Unione SovieticaAl termine del conflitto, in base alle clausole del trattato di pace la nave nel 1949 venne ceduta, in conto riparazionedanni di guerra, all’Unione Sovietica.L'Unione Sovietica, dopo la resa e l'uscita dall'Asse dell'Italia, già nel corso della Conferenza di Mosca, nell'incontrotra i ministri degli esteri delle tre principali potenze alleate, Eden, Hull e Molotov, aveva richiesto una consistentequota di naviglio militare e mercantile italiano in conto riparazione danni di guerra, tra cui una corazzata, ed avevaribadito tale richiesta nell'incontro tra Stalin, Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Teheran trovando l'appoggiodel presidente americano; ma essendo in quel momento l'Italia cobelligerante con gli Alleati, non venne ritenutaopportuna la spartizione della flotta italiana, per cui i sovietici ricevettero in cambio, a titolo di prestito, da americanie inglesi alcune unità, in attesa che con la fine del conflitto fosse stata decisa la sorte della flotta italiana.[5] Tra lenavi che i sovietici ricevettero a titolo di prestito c'erano alcuni cacciatorpediniere della Classe Town, tre battelliClasse U, l'incrociatore leggero americano della classe Omaha Milwaukee, ribattezzato Murmansk, e la vecchiacorazzata inglese HMS Royal Sovereign, che entrata in servizio nella Marina Sovietica il 30 maggio 1944 venneribattezzata Archangel'sk durante il periodo trascorso sotto la bandiera sovietica. Tutte queste unità prestaronoservizio nella Flotta del Nord e vennero restituite al termine del conflitto, tranne un cacciatorpediniere perso percause belliche.[6] [7]

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I sovietici, oltre all'Artigliere ottennero il gemello Fuciliere, la nave da battaglia Giulio Cesare, la nave scuolaColombo, l'incrociatore Emanuele Filiberto, le torpediniere Ardimentoso Animoso e Fortunale, e i sommergibiliNichelio e Marea ed altro naviglio, quali MAS e motosiluranti, vedette, navi cisterna, motozattere da sbarco, unanave da trasporto e dodici rimorchiatori.[6]

La consegna delle navi ai sovietici sarebbe dovuto avvenire in tre fasi a partire da dicembre 1948 per concludersi nelgiugno successivo. Le unità principali erano quelle del primo e del secondo gruppo. L'Artigliere faceva parte delprimo gruppo insieme al Cesare, e i due sommergibili, mentre del secondo facevano parte l'Emanuele Filiberto e letorpediniere. Per tutte le navi la consegna sarebbe avvenuta nel porto di Odessa, ad eccezione della corazzata e deidue sommergibili la cui consegna era prevista nel porto albanese di Valona, in quanto la Convenzione di Montreuxnon consentiva il passaggio attraverso i Dardanelli di navi da battaglia e sommergibili appartenenti a stati privi disbocchi sul Mar Nero.[6] Il trasferimento sarebbe dovuto avvenire con equipaggi civili italiani sotto il controllo dirappresentanti sovietici e con le navi battenti bandiera della Marina Mercantile, con le autorità governative italianeresponsabili delle navi sino all'arrivo nei porti dove era prevista la consegna. Per prevenire possibili sabotaggi, lenavi dei primi due gruppi sarebbero state condotte ai porti di destinazioni senza munizioni a bordo, che sarebberostate trasportate successivamente a destinazione con normali navi da carico, ad eccezione della corazzata, consegnatacon 900 tonnellate di munizioni, che comprendevano anche 1100 colpi dei cannoni principali e l'intera dotazione di32 siluri da 533mm dei due battelli.[6]

L'Artigliere venne trasferito ad Augusta dove il 15 dicembre 1948 insieme alle unità facenti parte del primo gruppo.La nave fu la prima unità ad essere consegnata ai sovietici e con la sigla Z12[8] raggiunse Odessa il 21 gennaio conun equipaggio della marina mercantile, entrando a far parte della Marina Sovietica dal 23 gennaio, quando labandiera della Marina Sovietica venne per la prima volta innalzata a bordo dell'unità.Durante il periodo che ha preceduto la consegna, la nave ha cambiato più volte il nome assegnato. Inizialmenterinominata Neulovimyi e poi Bezposhtchadnyi, ebbe il nome definitivo di Lovkyj (in russo: Ловкий) dopo laconsegna.La nave, al cui comando venne designato il Capitano di 2° rango Ivan Mirošničenko,[6] venne inquadrata nella Flottadel Mar Nero.[6]

Il 30 dicembre 1954, la nave venne privata del suo armamento e classificata nave bersaglio con la denominazioneCL-61.[6]

Nell'ottobre 1955 la nave venne convertita in unità per le telecomunicazioni e per il controllo aereo e denominataKWN-II;[6] dal marzo 1958 venne utilizzata come nave di addestramento statico ed assegnata alla 78ª Brigata diaddestramento,[6] per essere poi radiata nel febbraio 1960.[6]

Note[1] (EN) Italy 120 mm/50 (4.7") Ansaldo Models 1926, 1936, 1937 and 1940 OTO Models 1931, 1933 and 1936 (http:/ / www. navweaps. com/

Weapons/ WNIT_47-50_m1926. htm). URL consultato il 5-5-2009.[2] (EN) Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940 (http:/ / www. navweaps. com/ Weapons/ WNIT_20mm-65. htm). URL consultato il

5-5-2009.[3] La I battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Sirte1. html). URL consultato il 19-03-2008.[4] La prima battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ sirte1/ sirte1_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[5] Bertoldi Silvio. «" e ora consegnate la flotta a Stalin "» (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 1994/ maggio/ 19/

ora_consegnate_flotta_Stalin__co_0_9405196047. shtml). Corriere della sera, 19-maggio-1994, p. 29. URL consultato in data 4-5-2009.[6] Berežnoj, Sergej, traduzione e annotazioni: Erminio Bagnasco (agosto 1995). Navi italiane all'URSS. Storia Militare (23): 24–33. ISSN:

1122-5289 (http:/ / worldcat. org/ issn/ 1122-5289).[7] La rivista Storia Militare n° 23 dell'agosto 1995, nell'articolo "Navi italiane all'URSS", riporta che delle unità che i sovietici ricevettero in

prestito andarono persi un cacciatorpediniere ed un sommergibile, ma in realtà tutti i sommergibili, i cui nomi originali erano erano Unbroken,Unison e Ursula, vennero restituiti agli inglesi, mentre ad andare perduto fu il solo cacciatorpediniere Dejatel'nyj, ex Churchill, affondato daun U-Boot tedesco il 16 gennaio 1945 mentre scortava un convoglio tra la Penisola di Kola e il Mar Bianco

[8] Le navi che l'Italia dovette consegnare in base al trattato di pace nell'imminenza della consegna vennero contraddistinte da una sigla alfanumerica. Le navi destinate all'Unione Sovietica erano contraddistinte da due cifre decimali precedute dalla lettera Z: Cesare Z11,

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Camicia Nera (cacciatorpediniere) 19

Artigliere Z12 Marea Z13, Nichelio Z14, Duca d'Aosta Z15, Animoso Z16, Fortunale Z17, Colombo Z18, Ardimentoso Z19, Fuciliere Z20; lenavi consegnate alla Francia erano contraddistinte dalla lettera iniziale del nome seguita da un numero: Eritrea E1, Oriani O3, Regolo R4,Scipione Africano S7; per le navi consegnate a Yugoslavia e Grecia, la sigla numerica era preceduta rispettivamente dalle lettere Y e G:l'Eugenio di Savoia nell'imminenza della consegna alla Grecia ebbe la sigla G2. Stati Uniti e Gran Bretagna rinunciarono integralmenteall'aliquota di naviglio loro assegnata, ma ne pretesero la demolizione - Bagnasco, Erminio (1988). La Marina Italiana. Quarant'anni in 250immagini (1946-1987). supplemento "Rivista Marittima". ISSN: 0035-6984 (http:/ / worldcat. org/ issn/ 0035-6984).

Bibliografia• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. IV: La Guerra nel Mediterraneo

– Le azioni navali: dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1959.• Gino Galuppini, Guida alle navi d'Italia : dal 1861 a oggi, Milano, A. Mondadori, 1982.• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Militare nel suo primo secolo di vita 1861-1961, Roma, Ufficio Storico della

Marina Militare, 1961.• Giuseppe Fioravanzo, La Marina dall’8 settembre alla fine del conflitto, Roma, Ufficio Storico della Marina

Militare, 1971.• Raffaele De Courten, Le Memorie dell’Ammiraglio de Courten (1943-1946), Roma, Ufficio Storico della Marina

Militare, 1993.• Robert Gardiner; Roger Chesneau, All the World Fighting's Ships 1922-1946, Annapolis, MD, Naval Institute

Press, 1980. ISBN 978-0-85177-146-5• Bergamini, Pier Paolo (gennaio 2002). Le forze navali da battaglia e l'armistizio (http:/ / www. cestra. eu/ franco/

ffnnbb. htm). supplemento "Rivista Marittima" (1). ISSN: 0035-6984 (http:/ / worldcat. org/ issn/ 0035-6984).• Alberto Da Zara, Pelle d'Ammiraglio, Milano, Mondadori, 1949.• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. V: La Guerra nel Mediterraneo

– Le azioni navali: dal 1º aprile 1941 all'8 settembre 1943, Roma, USMM, 1960.• Angelo Iachino, Operazione Mezzo giugno, Milano, Mondadori, 1955.• Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella Seconda guerra mondiale, Milano,

Mondadori, 1987.• Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Milano, Mursia, 2004. ISBN 88-425-3309-2• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VIII: La Guerra nel

Mediterraneo – La difesa del Traffico coll'Africa Settentrionale: dal 1º ottobre 1942 alla caduta della Tunisia,Roma, USMM, 1964.

• Giorgio Giorgerini, La battaglia dei convogli in Mediterraneo, Milano, Mursia, 1977.• Luis de la Sierra, La guerra navale nel Mediterraneo: 1940-1943, Milano, Mursia, 1998. ISBN 88-425-2377-1

Collegamenti esterni• Scheda dell'unità sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ almanacco/

parte05/ navi0524. asp)• La battaglia di mezzo giugno (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ mid-june/ midjune_it. htm)• Una pagina dettagliata sulla Battaglia di Mezzo Giugno (http:/ / www. trentoincina. it/ mostraelenchi.

php?argomento=mg)• Battaglia di Mezzo Agosto (http:/ / digilander. libero. it/ planciacomando/ WW2/ mezzoagosto1. htm) - Plancia di

Comando

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Carabiniere (D 551) 20

Carabiniere (D 551)

Carabiniere

Nave Carabiniere

Descrizione generale

 ·  Tipo  fregata

Classe  Granatiere ex Soldati

Cantiere  Cantiere del Tirreno di Riva Trigoso

Matricola  CB / D 551 / A 5314

Impostazione 1º febbraio 1937

Varo  23 luglio 1938

Completamento  20 dicembre 1938

Proprietario  Regia Marina Marina Militare

Radiazione  14 gennaio 1965

Destino finale  affondato nel marzo 1978 e demolito

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  Vapore:• 3 Caldaie Yarrow• 2 turboriduttori Belluzzo/Parsons• 2 eliche

Potenza 44.000 hp

Velocità  30 nodi

Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

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Armamento  artiglieria:• 3 cannoni da 120/50mm

(1 singolo + 1 binato)• 6 cannoni da 40/56mmArmamento antisommerguibile:• 2 lanciabombe laterali antisommergibile • 2 scaricabombe antisommergibile

Note

Motto  Nei secoli fedele

L'armamento si riferisce al periodo che va dalle trasformazioni del 1953-54 al 1960

Nave Carabiniere fu un'unità della Regia Marina e della Marina Militare Italiana.Al momento della sua entrata in servizio era un cacciatorpediniere della classe Camicia Nera o classe Soldati I serie,unità realizzate immediatamente prima e durante la Seconda guerra mondiale, che venne ampiamente impiegata perl'impiego in prima linea nelle battaglie combattute dalle unità di squadra.La costruzione dell'unità avvenne negli stabilimenti dei Cantiere del Tirreno di Riva Trigoso, dove lo scafo venneimpostato il 1º febbraio 1937. La nave varata il 23 luglio 1938 venne completata il 20 dicembre dello stesso anno.

PropulsioneL'apparato motore, molto potente, era costituito da due gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons alimentate da trecaldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow, che scaricava la propria potenza su due eliche; sviluppava una potenza di 49000cavalli e consentiva alla nave di raggiungere la velocità molto elevata di quasi 39 nodi, ma non aveva per controun'elevata autonomia.

ArmamentoL'armamento principale era costituito da cinque cannoni Ansaldo da 120/50mm,[1] in due torrette binate, che, apartire dagli anni trenta, ha equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina ed uncannone singolo montato in sostituzione dell'obice illuminante da 120/15mm sulla tuga centrale, che era presente intutte le unità della Iª serie.L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 20/65mm Mod. 1935,[2] in quattro impianti binati.L'armamento antisomergibile era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533mm in due impianti tripli, da duelanciabombe laterali, bombe di profondità e mine.

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Carabiniere (D 551) 22

Seconda guerra mondialeNel corso della seconda guerra mondiale il Carabiniere prese parte a 159 missioni di scorta percorrendo 53.700miglia. Agli inizi del conflitto al comando del Capitano di fregata Alberto Battaglia era inquadrato, ricoprendo ilruolo di capo squadriglia, nella XII Squadriglia Cacciatorpediniere della II Squadra.

Il Carabiniere durante il conflitto

Il 9 luglio 1940 prese parte alla battaglia di Punta Stilo, primoscontro tra la Royal Navy e la Regia Marina e il 27 novembredello stesso anno alla battaglia di Capo Teulada.[3] [4]

Il 28 marzo 1941 prese parte alla Battaglia di Capo Matapan, incui la XII squadriglia forniva la scorta alle unità della III DivisioneIncrociatori e conclusasi in maniera disastrosa per le forze navaliitaliane, con la perdita degli incrociatori pesanti Zara, Fiume ePola e dei cacciatorpediniere Alfieri e Carducci, e il

danneggiamento dei cacciatorpediniere Oriani e Gioberti e della corazzata Vittorio Veneto, nave insegnadell'Ammiraglio Iachino.

Il 17 dicembre 1941 prese parte alla scorta al convoglio M 42, culminato nella prima battaglia della Sirte,[5] [6] in cuila nave era tra le unità che costituivano la scorta a distanza.Il 16 febbraio 1942 venne colpito da un siluro che gli asportò la prora, e rientrato a rimorchio a Messina vennesuccessivamente trasferito a Napoli e Livorno dove rimase ai lavori sino al 6 gennaio 1943. Nel corso di questi lavoriebbe anche potenziato l'armamento antiaereo con l'aggiunta di due mitragliere da 20/65mm in impianti singoli apoppa e venne dotato di un radar di fabbricazione italiana EC 3/ter "Gufo".All'armistizio dell'8 settembre la nave si trovava a La Spezia, da dove salpò insieme a Mitragliere, Fuciliere e Velite,che in quel momento costituivano la XII Squadriglia, ai cacciatorpediniere Legionario, Oriani, Artigliere e Grecaledella XIV Squadriglia, agli incrociatori della VII Divisione Montecuccoli, Eugenio di Savoia e Attilio Regolo, allecorazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia della IX Divisione, e ad una Squadriglia di torpediniere formata da Pegaso,Orsa, Orione, Ardimentoso e Impetuoso. La formazione prese il mare per congiungersi con il gruppo navaleproveniente da Genova, formato dalle unità della VIII Divisione, costituita da Garibaldi, Duca degli Abruzzi e Ducad'Aosta e dalla torpediniera Libra, per poi consegnarsi agli alleati a Malta assieme alle altre unità navali italianeprovenienti da Taranto. Il gruppo, dopo essersi riunito con le unità provenienti da La Spezia, per ottenere unaomogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori, il Duca d'Aosta passò dalla VIII alla VII Divisione, formata daAttilio Regolo, Montecuccoli ed Eugenio di Savoia, nave insegna dell'ammiraglio Oliva, sostituendo l’Attilio Regoloche entrò a far parte della VIII Divisione. Durante il trasferimento, la corazzata Roma, nave ammiragliadell'Ammiraglio Bergamini, affondò tragicamente nel pomeriggio del 9 settembre al largo dell'Asinara centrata dauna bomba Fritz X sganciata da un Dornier Do 217 della tedesca Luftwaffe. A prendere il comando della flottadiretta a Malta, dopo l'affondamento dalla Roma, fu l'ammiraglio Oliva, che adempì ad una delle clausolearmistiziali, quello di innalzare il pennello nero del lutto sui pennoni ed i dischi neri disegnati sulle tolde,[7] mentrel'ammiraglio Bergamini, che avvertito telefonicamente da De Courten dell'armistizio ormai imminente, e dellerelative clausole che riguardavano la flotta, era andato su tutte le furie[8] per poi formalmente accettare con riluttanzagli ordini, aveva lasciato gli ormeggi innalzando però il gran pavese e non adempiendo così a tale clausola.L'unità fu tra le navi che soccorsero i naufraghi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari, dove venne internatoinsieme al suo equipaggio, ripartendo il 15 gennaio 1945 e facendo rientro nella base di Taranto il 23 gennaio.Dopo il rientro in Italia la nave ricevette l'ordine di portarsi a Ceylon, salpando da Taranto l'8 maggio al comando delCapitano di Corvetta Fabio Tani che il 25 aprile ne aveva assunto il comando, e giungendo a Colombo il 31 maggio,per cooperare con gli alleati nelle operazioni contro il Giappone, cui l'Italia in maniera maramaldesca dichiarò guerrail 15 luglio 1945.

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Al Carabiniere venne assegnato il compito di scortare le navi inglesi e in circa tre mesi l'unità effettuò 38 missioni.Terminate le ostilità i militari italiani si presentarono al comando di Ceylon per accomiatarsi dagli alleati britannicidi cui si erano guadagnati stima e rispetto. L'ammiraglio Power comandante della Eastern Fleet, intendendosottolineare con un premio l'operato italiano, non potendo conferire ai militari italiani decorazioni militari, decise dioffrire al comandante Tani un orologio d'oro con 38 rubini, uno per ogni missione compiuta con i britannici. Ilcomandante Tani rifiutò con garbo il dono e chiese, in cambio la liberazione di 38 prigionieri italiani, uno per rubino.Il Comandante Tani rientrò in patria con 38 uomini liberati dai campi di prigionia di Ceylon e lui affidati.[9]

DopoguerraIn base alle clausole del trattato di pace, delle unità della classe sopravvissute al secondo conflitto mondialeGranatiere e Carabiniere entrarono a far parte della Marina Militare Italiana.Dopo la guerra entrato a far parte della Marina Militare Italiana, venne sottoposto a lavori di ammodernamento nelcorso dei quali il radar EC 3/ter "Gufo" venne sostituito da un radar di fabbricazione inglese.In seguito all'entrata dell'Italia nella NATO ebbe D 551 come nuovo distintivo ottico in sostituzione della vecchiasigla identificativa CB che fino ad allora lo aveva contraddistinto.La nave venne sottoposta nuovamente a lavori di riammodernamento nel periodo 1953-54 e nel 1958 vennericlassificata fregata.Nel corso dei lavori di ammodernamento l'armamento principale vide la rimozione di una delle due torri binate da120/50mm e la rimozione di tutto l'armamento antiaereo sostituito da sei cannoni Bofors da 40/56mm in quattrotorrette singole ed una torre binata.A partire dal 1º dicembre 1960 il Carabiniere venne nuovamente riclassificato ed utilizzato come "NaveEsperienza", con la matricola A 5314, ricoprendo tale compito fino al disarmo, avvenuto il 14 gennaio 1965.

Il Carabiniere dopo la trasformazione a Nave Esperienze con il cannone da76/62 Oto-Melara imbarcato a prora La nave affondata poco dopo aver intrapreso il rimorchio verso il

cantiere di demolizione

Dopo il disarmo è stato usato come bersaglio per gli Incursori al Varignano sino ai primi anni settanta, quando vennesostituito in tale compito dall'Altair.La nave dopo essere stata ormeggiata in attesa della demolizione, nel marzo del 1978 venne venduta per lademolizione a un cantiere di Ortona ma, appena iniziato il rimorchio, a causa delle numerose falle che nel frattemposi erano aperte, affondò al largo di La Spezia e dopo essere stata recuperata, nei mesi successivi venne demolita in uncantiere di demolizione spezzino.

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Carabiniere (D 551) 24

NomeIl suo nome, in onore dell'Arma dei Carabinieri, è stato ereditato da una fregata della Classe Alpino che entrata inservizio nel 1968 è stata utilizzata anche questa, a partire dal 1993, come il suo predecessore, nel compito di "NaveEsperienza" ed ha fatto il suo ultimo ammaina bandiera presso l'Arsenale di La Spezia il 19 novembre 2008.

Note[1] (EN) Italy 120 mm/50 (4.7") Ansaldo Models 1926, 1936, 1937 and 1940 OTO Models 1931, 1933 and 1936 (http:/ / www. navweaps. com/

Weapons/ WNIT_47-50_m1926. htm). URL consultato il 5-5-2009.[2] (EN) Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940 (http:/ / www. navweaps. com/ Weapons/ WNIT_20mm-65. htm). URL consultato il

5-5-2009.[3] Battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ teulada/ teulada_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[4] la battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Capo Telauda. html). URL consultato il 19-03-2008.[5] La I battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Sirte1. html). URL consultato il 19-03-2008.[6] La prima battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ sirte1/ sirte1_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[7] Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli, op. cit., pag. 309[8] Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli, op. cit., pag. 305[9] 38 rubini (http:/ / www. marinaiditalia. com/ public/ uploads/ 2010_03_04. pdf)

Voci correlate• Grecale

BibliografiaE. Bagnasco, Cacciatorpediniere classe "Soldati" (vol. 15/II della nuova serie "Orizzonte Mare") , Parma, Albertelli,1993 .

Collegamenti esterni• Scheda sintetica sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ almanacco/

parte05/ navi0524-06. asp)

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Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)

FuciliereЛегкий (Legkij)

Il cacciatorpediniere Fuciliere attraversa il canale navigabile di Taranto (1939)Descrizione generale

 ·  Tipo  cacciatorpediniere

Classe  Soldati

Cantiere  CNR - Ancona

Matricola  FC

Impostazione 1937

Varo  8 agosto 1937

Entrata in servizio  : 10 gennaio 1939 : 10 gennaio 1950

Proprietario  Regia Marina ВМФ СССР

Radiazione  : 1950 : 21 gennaio 1960

Destino finale  ceduto all'Unione Sovietica il 10 gennaio 1950; demolita dal 1960

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Stazza lorda 2450-2550 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  vapore:• 3 Caldaie Yarrow• 2 turbine Belluzzo/Parsons• 2 eliche

Potenza: 48.000 hp

Velocità  39 nodi

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Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

Armamento  artiglieria alla costruzione:• 4 cannoni da 120/50mm• 8 mitragliere da 20/65mm• 1 obice illuminante armamento antisomergibile:• 2 lanciasiluri tripli da 533mm• 2 lanciabombe laterali • bombe di profondità • mine

Note

Motto  Idem animus eadem voluntas

Il Fuciliere è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina, appartenente alla I serie della Classe Soldati, che hapreso parte alla seconda guerra mondiale.La sua costruzione avvenne nel Cantiere navale di Ancona di Livorno, dove venne avviata nel 1937; la nave varata il31 luglio 1938 è entrata in servizio il 10 gennaio 1939.Il nome Fuciliere è stato assegnato in onore della specialità della fanteria.

PropulsioneL'apparato motore, molto potente, era costituito da due gruppi turboriduttori tipo Belluzzo/Parsons alimentate da trecaldaie a tubi d'acqua tipo Yarrow, che scaricava la propria potenza su due eliche; sviluppava una potenza di 49000cavalli e consentiva alla nave di raggiungere la velocità molto elevata di quasi 39 nodi, ma non aveva per controun'elevata autonomia.

ArmamentoL'armamento principale era costituito da quattro cannoni Ansaldo da 120/50mm,[1] in due torrette binate, che, apartire dagli anni trenta, ha equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina.L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 20/65mm Mod. 1935,[2] in quattro impianti binati, ed erainoltre presente un obice illuminante.L'armamento antisomergibile era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533mm in due impianti tripli, da duelanciabombe laterali, bombe di profondità e mine.

Seconda guerra mondialeAllo scoppio del secondo conflitto mondiale l'unità era aggregata alla XIII Squadriglia Cacciatorpediniere della IIIDivisione Incrociatori nell'ambito della II Squadra.Il 9 luglio 1940 prese parte alla battaglia di Punta Stilo, primo scontro durante il conflitto tra la Regia Marina e laRoyal Navy.In seguito alla Notte di Taranto dell'11-12 novembre 1940, in cui le corazzate Duilio Conte di Cavour e Littoriovennero gravemente danneggiate, la X e XIII Squadriglia vennero trasferite a Napoli per la scorta delle navi dabattaglia Doria e Veneto e Cesare uscite indenni dall'attacco inglese alla base di Taranto.

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Fuciliere (cacciatorpediniere 1937) 27

Il successivo 26 novembre la nave uscì in mare, in formazione con le corazzate Vittorio Veneto e Giulio Cesare, e adaltre unità della I e della II Squadra, per intercettare la Forza H dell'Ammiraglio Somerville, proveniente daGibilterra, che aveva preso il mare per proteggere un convoglio diretto a Malta ed Alessandria. Il contatto tra le forzenavali italiane e britanniche avvenne nei pressi della Sardegna e culminò il 27 novembre nella battaglia di CapoTeulada.[3] [4]

Il 28 marzo 1941 prese parte alla Battaglia di Capo Matapan, in cui la XIII squadriglia forniva la scorta allacorazzata Vittorio Veneto, nave insegna dell'Ammiraglio Iachino, conclusasi in maniera disastrosa per le forze navaliitaliane, con la perdita degli incrociatori pesanti Zara, Fiume e Pola e dei cacciatorpediniere Alfieri e Carducci, e ildanneggiamento dei cacciatorpediniere Oriani e Gioberti e dell'ammiraglia Vittorio Veneto, con il Carducci cheprima di affondare si gettò in avanti facendo nebbia per proteggere gli altri due cacciatorpediniere della IXsquadriglia, l'Oriani e il Gioberti che così, seppure danneggiati, riuscirono a sfuggire alla strage.Il 17 dicembre 1941, prese parte alla scorta al convoglio M 42, culminato nella prima battaglia della Sirte,[5] [6] in cuila nave era tra le unità che costituivano la scorta a distanza.Nel 1942 ebbe potenziato l'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al postodell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa.Nel corso della primavera del 1942 la nave prese parte alla Seconda battaglia della Sirte e nell'estate successiva allabattaglia di mezzo giugno e alla battaglia di mezzo agosto.Nel 1943 vennero sostituiti i lanciasiluri poppieri con 2 mitragliere da 37/54mm e venne dotato di un radar italianotipo EC 3/ter Gufo.

Mitragliere, Fuciliere e Carabiniere in linea di fila alrientro a Taranto il 23 gennaio 1945 precedute dal

Regolo

All'armistizio dell'8 settembre la nave, al comando del capitano divascello Uguccione Scroffa si trovava a La Spezia, da dove salpòinsieme a Mitragliere, Carabiniere e Velite, che in quel momentocostituivano la XII Squadriglia, ai cacciatorpediniere Legionario,Oriani, Artigliere e Grecale della XIV Squadriglia, agliincrociatori della VII Divisione Montecuccoli, Eugenio di Savoia eAttilio Regolo, alle corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia dellaIX Divisione, e ad una Squadriglia di torpediniere formata daPegaso, Orsa, Orione, Ardimentoso e Impetuoso. La formazioneprese il mare per congiungersi con il gruppo navale proveniente daGenova, formato dalle unità della VIII Divisione, costituita da

Garibaldi, Duca degli Abruzzi e Duca d'Aosta e dalla torpediniera Libra, per poi consegnarsi agli alleati a Maltaassieme alle altre unità navali italiane provenienti da Taranto. Il gruppo, dopo essersi riunito con le unità provenientida La Spezia, per ottenere una omogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori, il Duca d'Aosta passò dalla VIIIalla VII Divisione, formata da Attilio Regolo, Montecuccoli ed Eugenio di Savoia, nave insegna dell'ammiraglioOliva, sostituendo l’Attilio Regolo che entrò a far parte della VIII Divisione. Durante il trasferimento, la corazzataRoma, nave ammiraglia dell'Ammiraglio Bergamini, affondò tragicamente nel pomeriggio del 9 settembre al largodell'Asinara centrata da una bomba Fritz X sganciata da un Dornier Do 217 della tedesca Luftwaffe. A prendere ilcomando della flotta diretta a Malta, dopo l'affondamento dalla Roma, fu l'ammiraglio Oliva, che adempì ad unadelle clausole armistiziali, quello di innalzare il pennello nero del lutto sui pennoni ed i dischi neri disegnati sulletolde,[7] mentre l'ammiraglio Bergamini, che avvertito telefonicamente da De Courten dell'armistizio ormaiimminente, e delle relative clausole che riguardavano la flotta, era andato su tutte le furie[8] per poi formalmenteaccettare con riluttanza gli ordini, aveva lasciato gli ormeggi innalzando però il gran pavese e non adempiendo così atale clausola.

L'unità fu tra le navi che soccorsero i naufraghi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari, dove venne internatoinsieme al suo equipaggio, ripartendo il 15 gennaio 1945 e facendo rientro in Italia in 23 gennaio.

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La cessione all'Unione SovieticaAl termine del conflitto, in base alle clausole del trattato di pace la nave venne ceduta, in conto riparazione danni diguerra, all'Unione Sovietica.L'Unione Sovietica, dopo la resa e l'uscita dall'Asse dell'Italia, già nel corso della Conferenza di Mosca, nell'incontrotra i ministri degli esteri delle tre principali potenze alleate, Eden, Hull e Molotov, aveva richiesto una consistentequota di naviglio militare e mercantile italiano in conto riparazione danni di guerra, tra cui una corazzata, ed avevaribadito tale richiesta nell'incontro tra Stalin, Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Teheran trovando l'appoggiodel presidente americano; ma essendo in quel momento l'Italia cobelligerante con gli Alleati, non venne ritenutaopportuna la spartizione della flotta italiana, per cui i sovietici ricevettero in cambio, a titolo di prestito, da americanie inglesi alcune unità, in attesa che con la fine del conflitto fosse stata decisa la sorte della flotta italiana.[9] Tra lenavi che i sovietici ricevettero a titolo di prestito c'erano alcuni cacciatorpediniere della Classe Town, tre battelliClasse U, l'incrociatore leggero americano della classe Omaha Milwaukee, ribattezzato Murmansk, e la vecchiacorazzata inglese HMS Royal Sovereign, che entrata in servizio nella Marina Sovietica il 30 maggio 1944 venneribattezzata Archangel'sk durante il periodo trascorso sotto la bandiera sovietica. Tutte queste unità prestaronoservizio nella Flotta del Nord e vennero restituite al termine del conflitto, tranne un cacciatorpediniere perso percause belliche.[10] [11]

I sovietici, oltre al Fuciliere ottennero il gemello Artigliere, la nave da battaglia Giulio Cesare, la nave scuolaColombo, l'incrociatore Duca d'Aosta, le torpediniere Ardimentoso Animoso e Fortunale, e i sommergibili Nichelio eMarea ed altro naviglio, quali MAS e motosiluranti, vedette, navi cisterna, motozattere da sbarco, una nave datrasporto e dodici rimorchiatori.[10]

Il cofano della bandiera di guerra

La consegna delle navi ai sovietici sarebbe dovuto avvenire nelporto di Odessa, ad eccezione della corazzata e dei duesommergibili la cui consegna era prevista nel porto albanese diValona, in quanto la Convenzione di Montreux non consentiva ilpassaggio attraverso i Dardanelli di navi da battaglia esommergibili appartenenti a stati privi di sbocchi sul Mar Nero.[10]

Il trasferimento sarebbe dovuto avvenire con equipaggi civiliitaliani sotto il controllo di rappresentanti sovietici e con le navibattenti bandiera della Marina Mercantile, con le autoritàgovernative italiane responsabili delle navi sino all'arrivo nei portidove era prevista la consegna. Per prevenire possibili sabotaggi, lenavi dei primi due gruppi sarebbero state condotte ai porti didestinazioni senza munizioni a bordo, che sarebbero statetrasportate successivamente a destinazione con normali navi da

carico, ad eccezione della corazzata, consegnata con 900 tonnellate di munizioni, che comprendevano anche 1100colpi dei cannoni principali e l'intera dotazione di 32 siluri da 533mm dei due battelli.[10]

Il Fuciliere venne consegnato ai sovietici con la sigla Z 20[12] raggiunse Odessa con un equipaggio della marinamercantile, entrando a far parte della Marina Sovietica il 10 gennaio 1950.Il cofano della bandiera di guerra è conservato a Roma al Sacrario delle bandiere del Vittoriano ed è lo stesso cofanoin cui era conservata la bandiera di guerra del precedente omonimo cacciatorpediniere varato nel 1909.Durante il periodo che ha preceduto la consegna, la nave ha cambiato più volte il nome assegnato. Inizialmenterinominata Nastoitchivyi e poi Byedovyi, , ebbe il nome definitivo di Legkij (in russo: Легкий) dopo la consegna.La nave nella Marina sovietica venne inquadrata nella Flotta del Mar Nero e al cui comando venne designato il Capitano di 2º rango Kostantin Staricyn che, secondo fonti sovietiche, il 22 aprile 1945, al comando del cacciatorpediniere della Classe Novik Karl Liebknecht, sarebbe stato protagonista dell'affondamento nelle acque del

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circolo polare artico del sommergibile tedesco U-286,[10] un battello del Tipo VII-C, che però secondo fonti tedeschee britanniche sarebbe stato affondato il 29 aprile 1945, nel Mare di Barents, a nord di Murmansk dalle bombe diprofondità delle fregate britanniche HMS Cotton, HMS Anguilla e HMS Loch Insh, con l'ultima unità che nellastessa giornata affondò in zona un altro battello tedesco.Il 30 dicembre 1954, la nave venne privata del suo armamento e classificata nave bersaglio con la denominazioneCL-57.[10]

Nel marzo 1958 venne utilizzata come nave di addestramento statico ed assegnata alla 78ª Brigata diaddestramento,[10] per essere poi radiata il 21 gennaio 1960.[10]

Note[1] (EN) Italy 120 mm/50 (4.7") Ansaldo Models 1926, 1936, 1937 and 1940 OTO Models 1931, 1933 and 1936 (http:/ / www. navweaps. com/

Weapons/ WNIT_47-50_m1926. htm). URL consultato il 5-5-2009.[2] (EN) Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940 (http:/ / www. navweaps. com/ Weapons/ WNIT_20mm-65. htm). URL consultato il

5-5-2009.[3] Battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ teulada/ teulada_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[4] la battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Capo Telauda. html). URL consultato il 19-03-2008.[5] La I battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Sirte1. html). URL consultato il 19-03-2008.[6] La prima battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ sirte1/ sirte1_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[7] Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli, op. cit., pag. 309[8] Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli, op. cit., pag. 305[9] Bertoldi Silvio. «" e ora consegnate la flotta a Stalin "» (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 1994/ maggio/ 19/

ora_consegnate_flotta_Stalin__co_0_9405196047. shtml). Corriere della sera, 19-maggio-1994, p. 29. URL consultato in data 4-5-2009.[10] Berežnoj, Sergej, traduzione e annotazioni: Erminio Bagnasco (agosto 1995). Navi italiane all'URSS. Storia Militare (23): 24–33. ISSN:

1122-5289 (http:/ / worldcat. org/ issn/ 1122-5289).[11] La rivista Storia Militare n° 23 dell'agosto 1995, nell'articolo "Navi italiane all'URSS" (fonte citata), riporta che delle unità che i sovietici

ricevettero in prestito andarono persi un cacciatorpediniere ed un sommergibile, ma in realtà tutti i sommergibili, i cui nomi originali eranoerano Unbroken, Unison e Ursula, vennero restituiti agli inglesi, mentre ad andare perduto fu il solo cacciatorpediniere Dejatel'nyj, exChurchill, affondato da un U-Boot tedesco il 16 gennaio 1945 mentre scortava un convoglio tra la Penisola di Kola e il Mar Bianco

[12] Le navi che l'Italia dovette consegnare in base al trattato di pace nell'imminenza della consegna vennero contraddistinte da una siglaalfanumerica.Le navi destinate all'Unione Sovietica erano contraddistinte da due cifre decimali precedute dalla lettera 'Z': Cesare Z 11, Artigliere Z 12,Marea Z 13, Nichelio Z 14, Duca d'Aosta Z 15, Animoso Z 16, Fortunale Z 17, Colombo Z 18, Ardimentoso Z 19, Fuciliere Z 20; le naviconsegnate alla Francia erano contraddistinte dalla lettera iniziale del nome seguita da un numero: Eritrea E1, Oriani O3, Regolo R4, ScipioneAfricano S7; per le navi consegnate a Yugoslavia e Grecia, la sigla numerica era preceduta rispettivamente dalle lettere 'Y' e 'G': l'Eugenio diSavoia nell'imminenza della consegna alla Grecia ebbe la sigla G2. Stati Uniti e Gran Bretagna rinunciarono integralmente all'aliquota dinaviglio loro assegnata, ma ne pretesero la demolizione - Bagnasco, Erminio (1988). La Marina Italiana. Quarant'anni in 250 immagini(1946-1987). supplemento "Rivista Marittima". ISSN: 0035-6984 (http:/ / worldcat. org/ issn/ 0035-6984).

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Mondadori, 1987.• Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Milano, Mursia, 2004. ISBN 88-425-3309-2• Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VIII: La Guerra nel

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Collegamenti esterni• Scheda dell'unità sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ almanacco/

parte05/ Navi0524-08. asp)• La battaglia di mezzo giugno (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ mid-june/ midjune_it. htm)• Una pagina dettagliata sulla Battaglia di Mezzo Giugno (http:/ / www. trentoincina. it/ mostraelenchi.

php?argomento=mg)• Battaglia di Mezzo Agosto (http:/ / digilander. libero. it/ planciacomando/ WW2/ mezzoagosto1. htm) - Plancia di

Comando

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Granatiere (D 550)

Granatiere

Descrizione generale

 ·  Tipo  fregata

Classe  Granatiere ex Soldati

Cantiere  Palermo

Matricola  D 550

Impostazione 1937

Varo  1938

Completamento  1939

Destino finale  in disarmo nel 1958

Caratteristiche generali

Dislocamento 1850 t

Lunghezza  106,7 m

Larghezza  10,2 m

Pescaggio  4,4 m

Propulsione  3 Caldaie tipo Yarrow2 Gruppi di turbine a vapore tipoBelluzzo/Parsons2 elichePotenza 44.000 hp

Velocità  30 nodi

Autonomia  2200 miglia a 20 nodi

Equipaggio  13 ufficiali 174 sottufficiali

Equipaggiamento

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Armamento  artiglieria:• 3 cannoni da 120/50mm• 6 cannoni da 40/56mm• 2 lanciabombe laterali antisommergibile • 2 scaricabombe antisommergibile

Note

Sigla identificativa: GN, poi D 550

Il Granatiere fu un'unità della Regia Marina e della Marina Militare Italiana. Al momento della sua entrata inservizio era un cacciatorpediniere della classe Camicia Nera o classe Soldati, una serie di unità realizzateimmediatamente prima e durante la seconda guerra mondiale, che venne ampiamente impiegata per l'impiego inprima linea nelle battaglie combattute dalle unità di squadra. In base alle clausole del trattato di pace, delle unitàdella classe sopravvissute al secondo conflitto mondiale Granatiere e Carabiniere entrarono a far parte della MarinaMilitare Italiana.

Seconda guerra mondialeIl Granatiere, costruito a Palermo, entrò in servizio il 1º febbraio 1939.Allo scoppio del secondo conflitto mondiale l'unità era inquadrata, in qualità di caposquadriglia, nella XIIISquadriglia Cacciatorpediniere della III Divisione Incrociatori nell'ambito della II Squadra.Il 9 luglio 1940 prese parte alla battaglia di Punta Stilo, primo scontro durante il conflitto tra la Regia Marina e laRoyal Navy.In seguito alla Notte di Taranto dell'11-12 novembre 1940, in cui le corazzate Duilio Conte di Cavour e Littoriovennero gravemente danneggiate, la X e XIII Squadriglia vennero trasferite a Napoli per la scorta delle navi dabattaglia Doria e Veneto e Cesare uscite indenni dall'attacco inglese alla base di Taranto.Il successivo 26 novembre la nave uscì in mare, in formazione con le corazzate Vittorio Veneto e Giulio Cesare, e adaltre unità della I e della II Squadra, per intercettare la Forza H dell'Ammiraglio Somerville, proveniente daGibilterra, che aveva preso il mare per proteggere un convoglio diretto a Malta ed Alessandria. Il contatto tra le forzenavali italiane e britanniche avvenne nei pressi della Sardegna e culminò il 27 novembre nella battaglia di CapoTeulada.[1] [2]

Il 28 marzo 1941 prese parte alla Battaglia di Capo Matapan, in cui le unità della X e della XIII squadrigliafornivano la scorta alla corazzata Vittorio Veneto, nave insegna dell'Ammiraglio Iachino, conclusasi in manieradisastrosa per le forze navali italiane, con la perdita degli incrociatori pesanti Zara, Fiume e Pola e deicacciatorpediniere Alfieri e Carducci, e il danneggiamento dei cacciatorpediniere Oriani e Gioberti e dell'ammiragliaVittorio Veneto, con il Carducci che prima di affondare si gettò in avanti facendo nebbia per proteggere gli altri duecacciatorpediniere della IX squadriglia, l'Oriani e il Gioberti che così, seppure danneggiati, riuscirono a sfuggire allastrage.Il 17 dicembre 1941, prese parte alla scorta al convoglio M 42, culminato nella prima battaglia della Sirte,[3] [4] in cuila nave era tra le unità che costituivano la scorta a distanza e al ritorno della missione, il 18 dicembre, entrò incollisione con il gemello Corazziere al quale asportò la prua. Nel 1942 venne potenziato l'armamento antiaereo conl'aggiunta di quattro mitragliere da 20/65mm e nel 1943 venne installato l'ecogoniometro e venne sostituito, con duemitragliere da 37/54mm, il lanciasiluri poppiero.Nel 1943 subì dei danneggiamenti in seguito ad un bombardamento alleato a Palermo ed era ancora in riparazioneall'annuncio dell'armistizio.

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Il Granatiere durante il conflitto Il Granatiere nel 1955

DopoguerraDopo la guerra entrato a far parte della Marina Militare, con l'entrata dell'Italia nella NATO ebbe assegnata lamatricola D 550 in sostituzione della vecchia sigla identificativa GN che fino ad allora lo aveva contraddistinto.L'unità, riammodernata nel 1952 andò in disarmo nel 1958, dopo essere stata classificata fregata nell'ultima partedella sua vita operativa.Il 26 ottobre 1954 la nave presenziò al ritorno di Trieste all'Italia, insieme all'incrociatore Duca degli Abruzzi e aicacciatorpediniere Artigliere e Grecale, che fu la prima unità della Marina Militare ad entrare nel Porto di Trieste,con la folla festante che salì a bordo delle unità navali per manifestare la grande gioia agli equipaggi per il ritornoall'Italia.[5]

Il nome è stato poi ereditato da un pattugliatore di squadra della classe Soldati, attualmente in servizio con lamatricola F 585.

Note[1] Battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ teulada/ teulada_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[2] la battaglia di Capo Teulada (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Capo Telauda. html). URL consultato il 19-03-2008.[3] La I battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarinaitaliana. it/ Sirte1. html). URL consultato il 19-03-2008.[4] La prima battaglia della Sirte (http:/ / www. regiamarina. net/ battles/ sirte1/ sirte1_it. htm). URL consultato il 19-03-2008.[5] Trieste e la Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ diario/ 2004/ trieste/ storico. asp) - Sito web della Marina Militare

Italiana

Voci correlate• Grecale

Collegamenti esterniScheda sintetica sul sito web della Marina Militare Italiana (http:/ / www. marina. difesa. it/ storia/ almanacco/parte05/ navi0524-10. asp)

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Fonti e autori delle voci 34

Fonti e autori delle vociClasse Soldati (cacciatorpediniere)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=35845435  Autori:: Avemundi, Caria Antonio Angelo, Dr Zimbu, EH101, Edozio, Fire90, Gaetano56,Icarus83, Il palazzo, KrzysM99, Mk79, Mr buick, Piero Montesacro, Stefanomencarelli, Superfranz83, 霧木諒二, 72 Modifiche anonime

Artigliere (cacciatorpediniere 1937)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34805247  Autori:: Avemundi, EH101, Gaetano56, Threecharlie, 23 Modifiche anonime

Camicia Nera (cacciatorpediniere)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34845073  Autori:: AnjaManix, Beta16, Cloj, Dr Zimbu, EH101, Gaetano56, Giuse93, Panairjdde,Phantomas, Threecharlie, 56 Modifiche anonime

Carabiniere (D 551)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34805884  Autori:: Benjen, Eumolpo, F l a n k e r, Filippof, Gaetano56, Il palazzo, Marcol-it, Moongateclimber, Orsodella campagna, Panairjdde, Phantomas, Piero Montesacro, 28 Modifiche anonime

Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34839464  Autori:: Benjen, Beta16, Eumolpo, Gaetano56, MapiVanPelt, Panairjdde, Phantomas,SPKirsch, Soprano71, 21 Modifiche anonime

Granatiere (D 550)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34839665  Autori:: Edozio, F l a n k e r, Gaetano56, Il palazzo, Panairjdde, Piero Montesacro, Roberto Mura, 18 Modificheanonime

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Fonti, licenze e autori delle immagini 35

Fonti, licenze e autori delle immaginiImmagine:Camicianera.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Camicianera.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Image:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Italy_(1861-1946)_crowned.svg  Licenza: Creative CommonsAttribution-Sharealike 2.5  Autori:: User:F l a n k e rImmagine:Legionario_1942_Ando_1976.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Legionario_1942_Ando_1976.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioImmagine:Alpino_1942_Ando-1976.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Alpino_1942_Ando-1976.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioImmagine:Ascari_Lanciere_1940_Ando-1976.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ascari_Lanciere_1940_Ando-1976.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioImmagine:Aviere_1941_Messina_Ando-1976.jpg  Fonte:: 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 Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Immagine:Legionario.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Legionario.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Immagine:Mitragliere_1942_USMM.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mitragliere_1942_USMM.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioImmagine:Velite_cartolina.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Velite_cartolina.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioFile:Regolo, Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Regolo,_Mitragliere,_Fuciliere,_Carabiniere.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori::Gaetano56Immagine:Commons-logo.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg  Licenza: logo  Autori:: User:3247, User:GruntImmagine:RN Artigliere.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:RN_Artigliere.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Immagine:Flag of Italy (1861-1946) crowned alternate.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Italy_(1861-1946)_crowned_alternate.svg  Licenza: CreativeCommons Attribution-Sharealike 2.5  Autori:: User:F l a n k e rImmagine:Artigliere USMM IV 1959.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Artigliere_USMM_IV_1959.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: EdozioImage:Naval Ensign of the Soviet Union.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Naval_Ensign_of_the_Soviet_Union.svg  Licenza: Public Domain  Autori:: User:Zscout370File:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Italy_(1861-1946)_crowned.svg  Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike2.5  Autori:: User:F l a n k e rFile:Naval Ensign of the Soviet Union 1935.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Naval_Ensign_of_the_Soviet_Union_1935.svg  Licenza: Public Domain  Autori::User:PermjakImmagine:Naval Ensign of the Soviet 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 Autori:: User:F l a n k e rImage:Naval Ensign of Italy.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Naval_Ensign_of_Italy.svg  Licenza: Public Domain  Autori:: User:Denelson83Immagine:Naval Ensign of Italy.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Naval_Ensign_of_Italy.svg  Licenza: Public Domain  Autori:: User:Denelson83Immagine:RN carabiniere.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:RN_carabiniere.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Immagine:Carabiniere A5314.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Carabiniere_A5314.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56Immagine:Carabiniere1978.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Carabiniere1978.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56, 1 Modifiche anonimeImmagine:RN Fuciliere.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:RN_Fuciliere.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: Gaetano56File:Flag of italian destroyer 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