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CITTA’ di ERICE (Provincia di Trapani)

PROGETTO ESECUTIVO DEGLI INTERVENTI A SALVAGUARDIA DELLA PUBBLICA E PRIVATA

INCOLUMITA’ IN LOCALITA’ LOCOSECCO-BONAGIA

RELAZIONE PAESAGGISTICA PER LE OPERE IL CUI IMPATTO PAESAGGISTICO È VALUTATO MEDIANTE UNA DOCUMENTAZIONE SEMPLIFICATA

in attuazione dell’ art. 146, comma 9 del D.Lgs. 42 / 2004 “Codice dei beni culturali”

Il Progettista

Consulente Arch.Rosa Gandolfo Dott.Ing. Fabio Cafiso Ordine Architetti della Provincia di Trapani n°746

PRO-GEO

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RELAZIONE PAESAGGISTICA PER LE OPERE IL CUI IMPATTO PAESAGGISTICO È

VALUTATO MEDIANTE UNA DOCUMENTAZIONE SEMPLIFICATA in attuazione dell’ art. 146, comma 9 del D.Lgs. 42 / 2004 “Codice dei beni culturali” - che definisce procedure semplificate per il

rilascio dell’ autorizzazione paesaggistica in relazione ad interventi di lieve entità

COMUNE DI ERICE (Provincia di Trapani)..................................................................

RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA PER GLI “INTERVENTI A

SALVAGUARDIA DELLA PUBBLICA INCOLUMITA’ IN LOCALITA’ LOCOSECCO-

BONAGIA” IL CUI IMPATTO PAESAGGISTICO È VALUTATO MEDIANTE UNA

DOCUMENTAZIONE SEMPLIFICATA.

1. RICHIEDENTE: COMUNE DI ERICE □ persona fisica

□ società

□ impresa

X ente pubblico Si premette che nella notte tra il 21 ed il 22 agosto dell’anno 1996 si verificò un crollo di un

blocco lapideo dal costone roccioso sovrastante la proprietà Magaddino, ubicato in C/da

Locosecco-Bonagia nel territorio del Comune di Erice. L’allora Prefetto di Trapani, in data 8

Aprile 1998, nell’ambito di una riunione sollecitò il Sindaco di Erice ad occuparsi della questione

per la salvaguardia della sicurezza pubblica e privata, il quale ultimo “si riservò di identificare

successivamente l’obbligato verso cui vantare, eventualmente, la rivalsa per le somme anticipate”.

Con Delibera di G.M. n°223 del 2 Luglio 1998, prot. 7785/1999 lo scrivente, Ing. Fabio Cafiso, fu

incaricato del “progetto di somma urgenza degli interventi di consolidamento del tratto del

costone roccioso sovrastante la proprietà Magaddino in Località Locosecco-Bonagia in territorio

del Comune di Erice.

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2. TIPOLOGIA DELL'OPERA E/O DELL 'INTERVENTO

Gli “INTERVENTI A SALVAGUARDIA DELLA PUBBLICA e PRIVATA

INCOLUMITA’ IN LOCALITA’ LOCOSECCO-BONAGIA”, ricadenti in zona di E

di Verde agricolo, con un alto regime vincolistico, del fg.128 particelle 3, 5 e 6 del Comune di

Erice, rientrano in quegli interventi di difesa dei versanti da frane e sistemazione delle aree in

frana, con relativi drenaggi. Tali interventii sono genericamente previsti nello strumento

urbanistico generale, P.R.G., del Comune di Erice e del regolamento edilizio cui alla lettera a), b),

c) e d) dell’art.20 della L.R.n°71/1978. In tali aree, a causa del complesso regime vincolistico con

particolare riferimento ai vincoli paesistici e di tutela delle bellezze naturali e panoramiche, è

necessaria tra le altre la preventiva autorizzazione della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di

Trapani che motiva la redazione della presente Relazione Paesaggistica. In considerazione della

modesta estensione degli interventi, di carattere pressoché puntuale, si è optato per la formula

semplificata della relazione paesaggistica.

3. OPERA CORRELATA A:

X edificio privato al piede dell’area di intervento in località Locosecco-Bonagia di

Erice.

X area di pertinenza o intorno dell'edificio e prossima all’area del dissesto su cui si

paventano pericoli derivanti dal rimbalzo dei massi instabili. □ lotto di terreno

X strade prossime all’area del dissesto su cui si paventano pericoli derivanti dal

rimbalzo dei massi instabili. □ corsi d'acqua

X territorio aperto - parete rocciosa con caratteri naturali in prossimità dell’area

forestale demaniale.

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4. CARATTERE DELL'INTERVENTO: □ temporaneo o stagionale

X permanente

a) fisso per leccarti di consolidamento di sottomurazione

b) parzialmente rimovibile per le parti riguardanti la parete para-massi c) rimovibile

5.a DESTINAZIONE D'USO del manufatto esistente o dell'area interessata (se

edificio o area di pertinenza) □ residenziale

□ ricettiva/turistica

□ industriale/artigianale

□ agricolo

□ commerciale/direzionale

X altro – area naturale non coltivata e boscata

5.b USO ATTUALE DEL SUOLO (se lotto di terreno) Le particelle interessate all’intervento, iscritte al fg. 128 particelle 3, 5 e 6 del Comune di Erice

sono complessivamente estese ha.1,4 ma i siti della specifica azione di tutela della pubblica e

privata incolumità investono aree molto più piccole, a carattere puntiforme (consolidamento delle

parti instabili della parete rocciosa) e lineare (collocazione della barriera paramassi). Dato che il

sito si presenta particolarmente accidentato e fortemente acclive l’uso del suolo è del tipo

naturale non coltivato e boscato co bassa macchia mediterranea. .

□ urbano

□ agricolo

X boscato

X naturale non coltivato □ altro..............................................................................

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6. CONTESTO PAESAGGISTICO DELL'INTERVENTO E/O DELL'OPERA: □ insediamento urbano □ centro storico

□ area limitrofa al centro storico

□ area di edificazione recente

□ area di margine urbano

□ insediamento rurale □ nucleo storico

□ area limitrofa al nucleo storico

□ area di margine

□ casa sparsa

□ territorio rurale □ (descrivere i principali ordinamenti colturali)

X area naturale (sito SICITA010010 Monte San Giuliano) L’area di intervento ricade all’interno del Sito di interesse comunitario, esteso ha. 983, e

denominato Monte San Giuliano ed identificato con il codice SICITA010010. Il sito

SICITA010010 include l’interessante promontorio di Monte san Giuliano (786 m s.l.m.) alla cui

sommità si localizza l’abitato di Erice, antico centro di rilevante interesse storico. Vista la

multiforme articolazione del contesto naturale si procede a descrivere quello dell’intero sito

SICITA010010 Monte San Giuliano parametrandolo con quello dell’Area di intervento. Pertanto

si riporterà in grassetto quello relativo alla località Locosecco-Bonagia dove è avvenuto il

dissesto.

GEOMORFOLOGIA: Si tratta di un rilievo caratterizzato da substrati di natura carbonatica e

silico-clastica, dalla morfologia talora piuttosto aspra ed accidentata, con irte falesie talora alquanto

ripide.

LA GEOMERFOLOGIA dell’area di Locosecco-Bonagia oggetto degli interventi a

salvaguardia della pubblica e privata incolumità, con riferimento allo studio redatto dalla

Dottoressa Alba Pratini e dal Dott. Alessandro Madonia allegato al progetto, è indicata nella

Tavoletta Erice 248 III SE del Foglio della Carta Topografica d’Italia edita dall’I.G.M. e si

articola lungo le pendici delle estreme propagini settentrionali del Monte Erice (già Monte San

Giuliano), in località Locosecco-Bonagia in prossimità dell’abitato di Bonagia del Comune di

Valderice. In questo contesto a valle del costone roccioso si sviluppa con morfologia debolmente

acclive e, procedendo verso Nord, si raccorda con la piana costiera sulla quale si sviluppa la

borgata di Bonagia del Comune di Valderice, mentre a monte il costone roccioso sub-verticale si

collega ad un pendio mediamente acclive e comunque scosceso. L’area di studio si inserisce nel

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quadro geologico generale della struttura del Monte Erice (già Monte San Giuliano). Tale

struttura rocciosa è localizzata nell’estremo lembo occidentale della Catena Siciliana

caratterizzata da uno stile de formativo a pieghe e falde di ricoprimento limilate con vergenza

verso i quadranti meridionali. L’edificio strutturale della Catena è costituito da una successione

di unità tettoniche strutturatesi a partire dal Miocene inferiore che hanno preso origine dalla

deformazione di originari domini paleo geologici facenti parte, durante il Mesozooico-Terziario,

dal margine continentale africano. Nella sua complessità il Monte Erice è costituito da terreni

prevalentemente carbonatici di età mesozoica-terziaria derivanti dalla deformazione del margine

settentrionale del Dominio Trapanese, e caratterizzato da sedimentazione di piattaforma

carbonatica sino al Lias medio evolvente ad ambiente pelagico (Lias. Sup.-Eocene) quindi ad

ambiente neritico (Miocene inf. E medio) in via di approfondimento nel Miocene superiore. La

successione litologico-stratigrafica del Monte Erice ha uno spessore complessivo di 900 metri ed è

costituita, procedendo dall’alto verso il basso;

.- una sequenza di circa 250 metri di dolomie, calcari dolomitici, calcari stromatolitici e lo

feritrici (Triassico suoeriore-Lias medio);

.- una sequenza per circa 170 metri di calcilutiti bianche e calci siltiti a liste e noduli di selce

con intercettazioni marnose;

.- per uno spessore di 150 metri da una sequenza di calcari nodulari ad Ammoniti (Rosso

Ammonitico), calcilutiti, marne e calcari marnosi verdastri e ostri di belemniti;

.- per uno spessore di circa 150 metri da una sequenza di calcilutiti e calcisiliti a calpionelle

(lattimusa), calcari, calcari marnosi e marne con intercalazioni di calcareniti e calciruditi ad

Orbitoline (Titonico-Neocomiano);

.- per uno spessore di 200 metri da una sequenza di calcilutiti e calcisiliti marnose con liste e

noduli di selce e marne a foraminiferi planctoinici (Scaglia).

L’Unità stratigrafica del Monte Erice può essere considerata come una “scaglia tettonica

sovra scorsa” che nell’ambito della orogenetica ha dato luogo alla Catena Appenninico-

Maghrebide, sull’unità stratigrafico-strutturale Rocca Giglio (Valderice), anch’essa costituita di

terreni carbonatici che terminano al tetto con argille tortoniane. Il contatto tra le due suddette

unità è incerto, a causa della presenza di una coltre detritica, ma si deve ritenere che sia ubicato a

valle delle pendici meridionali e sud.orientali.

Conseguentemente, nell’area oggetto di studio, si ci trova dinanzi ai seguenti terreni:

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.- Detrito di falda alla base delle estreme pendici rocciose del Monte Erice e parte nell’abitato

di Bonagia (Valderice). L’edificio che ha subito il danno si trova su queste formazioni detritiche;

.- Complesso calcarenitico sabbioso delle piane costiere del Monte Erice ma affiorano nella

parte settentrionale dell’area di studio;

.- Calcilutiti bianche a liste e noduli di selce affioranti nella parte mediana dei versanti

settentrionali del Monte Erice, e quindi a S-SW dell’area di studio;

.- Dolomie nei fronti rocciosi dai quali è avvenuto il distacco dei massi che hanno coinvolto

l’edificio danneggiandolo.

BIOCLIMA: Per quanto concerne le caratteristiche bioclimatiche, dal confronto fra le

registrazioni termo pluviometriche della stazione litoranea di Trapani, confrontate con quelle rilevate

ad Erice, risulta che il territorio si colloca fra le fasce del termo mediterraneo semiarido superiore,

delle aree litoranee, al mesomediterraneo subumido inferiore, della parte più elevata.

IL BIOCLIMA dell’area di Locosecco-Bonagia, oggetto degli interventi a salvaguardia

della pubblica e privata incolumità si colloca nella fascia termo mediterraneo semiarido superiore.

VEGETAZIONE: Il paesaggio vegetale si presenta alquanto modificato dall’intervento

antropico, a causa delle intense utilizzazioni del passato (taglio, coltivi, pascolo). A partire dagli anni

“20, sono stati effettuati vari interventi di riforestazione, attraverso l’utilizzo di varie essenze forestali,

mediterranee ed esotiche, in ogni caso del tutto estranee al paesaggio forestale autoctono,

prevalentemente da riferire alla serie dell’Olivastro (Oleo-Euphorbio dendroidis sigmetum), della

Roverella (Oleo-Querco virgilianae sigmetum), del Leccio (Pistacia-Querco virgilianae sigmetum e

Rhamno-Querco ilicis sigmetum). Elemento a parte, ma particolarmente significativo è il Bosco

Mesofilo dei Runzi ove compaiono, oltre ad espressioni della vegetazione autoctona, specie del

pensiero culturale del paesaggio ottocentesco.

LA VEGETAZIONE dell’area di Locosecco-Bonagia, oggetto degli interventi a

salvaguardia della pubblica e privata incolumità, è caratterizzata da formazioni vegetali rupicole

afferenti alla serie Oleo-Euphorbio dendroidis sigmetum ove possono essere pure riscontrate

formazioni casmofitiche, localizzate lungo le rupi costiere e all’interno, nel cui ambito è

rappresentato un elevato numero di specie endemiche e/o di rilevante interesse fitogeografico

come la Centaurea erycina, descritta recentemente dal Prof. Francesco Maria Raimondo, che è

una entità esclusiva, legata all’ambiente rupicolo.

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QUALITA’ e IMPORTANZA: Si tratta di un’area caratterizzata da condizioni climatiche assai

diversificate in spazi assai brevi, costituendo un biotopo di particolare rilievo, pur essendo antropizzato

da epoche remotissime. Alquanto interessanti risultano altresì gli aspetti di vegetazione rupicola,

caratterizzate da diverse entità endemiche, di notevole interesse floro-faunistico e fitocenotico, spesso

indicata da vari autori fra gli esempi più significativi per esaltare la biodiversità della fascia costiera

della Sicilia occidentale, oltre che l’intera Regione mediterranea. Il paesaggio si presenta alquanto

denudato, ampiamente caratterizzato da aspetti di vegetazione a Chamaerops humilis o ad

Ampelodesmos mauritanicus; ben rappresentate sono le formazioni casmofitiche, localizzate lungo le

rupi costiere e all’interno, nel cui ambito è rappresentato un elevato numero di specie endemiche e/o di

rilevante interesse fitogeografico. La Centaurea erycina, descritta recentemente, è una entità esclusiva,

legata all’ambiente rupicolo. Interessanti sono gli elementi floristici che presenti numerosi in questo

territorio ne fanno uno di particolare interesse fitogeografico. Il sito, inoltre, ospita rare specie di

falconiformi che fluttuano tra i rilievi vicini e le Isole Egadi.

QUALITA’ e IMPORTANZA dell’area di Locosecco-Bonagia, oggetto degli interventi a

salvaguardia della pubblica e privata incolumità, sono rappresentate dagli aspetti di vegetazione

rupicola, caratterizzate da diverse entità endemiche, di notevole interesse floro-faunistico e

fitocenotico, spesso indicata da vari autori fra gli esempi più significativi per esaltare la

biodiversità della fascia costiera della Sicilia occidentale, oltre che l’intera Regione mediterranea.

Il paesaggio si presenta ampiamente caratterizzato da aspetti di vegetazione a Euphorbia

dendroides, Chamaerops humilis o ad Ampelodesmos mauritanicus; ben rappresentate sono le

formazioni casmofitiche, localizzate lungo le rupi costiere e all’interno, nel cui ambito è

rappresentato un elevato numero di specie endemiche e/o di rilevante interesse fitogeografico. La

Centaurea erycina, descritta recentemente, è una entità esclusiva, legata all’ambiente rupicolo.

Interessanti sono gli elementi floristici che presenti numerosi in questo territorio ne fanno uno di

particolare interesse fitogeografico.

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Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)

Riproduzione: Primaverile. Il falco pecchiaiolo occidentale è un uccello migratore di lunga distanza che trascorre

l'inverno a sud del Sahara e giunge in Europa a primavera per nidificare passando soprattutto dallo stretto di Gibilterra, dalla

Sicilia e lo Stretto di Messina, e dalla Turchia (ad ovest ed est del Mar Nero)

Nibbio bruno (Milvus migrans) Riproduzione: Estiva. Nidifica su alberi. Depone fra aprile e maggio. Covata di 2-3 uova (l-5), deposte ogni 24 ore.

Incubazione 2 giorni per uovo; di solito ad opera della femmina. Periodo volo sui 40 giorni. Giovani indipendenti a 80-90

giorni. Prime nidificazioni probabilmente a 3 anni.

Il sito, inoltre, ospita rare specie di falconiformi migratori (es. Pernis apivorus , Milvus migrans

ecc.ecc. ) che fluttuano tra i rilievi vicini, le Isole Egadi ed attraversano il Mediterraneo dallo

stretto di Gibilterra alla Turchia.

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VULNERABILITA’: Il territorio risulta alquanto vulnerabile a causa dell’influenza antropica e

sopratutto dagli incendi, mentre non sono più registrate vulnerabilità causate da attività estrattive

tranne quelle già ampiamente esistenti. L’incendio costituisce il fenomeno più dannoso in quanto

frequentemente danneggia la flora e la fauna ma, soprattutto, la flora nelle sue espressioni legnose oltre

ad alcune delle numerose specie endemiche puntuali o piante rare di rilevante interesse fitogeografico.

Gli stessi interventi a carattere forestale sono potenziale causa di danno per il rimescolamento del

substrato pedologico, lettiera ecc.ecc. che comporta un elevato disturbo alla normale dinamica

evolutiva delle serie forestali ed ostacolando il normale recupero delle formazioni naturali.

LA VULNERABILITA’ dell’area di Locosecco-Bonagia, oggetto degli interventi a

salvaguardia della pubblica e privata incolumità, è rappresentata dell’influenza antropica e

sopratutto dagli incendi. L’incendio, di cui si riporta la mappa del catasto incendi del 2008

redatta dal Demanio Forestale, costituisce il fenomeno più dannoso in quanto frequentemente

danneggia la flora e la fauna ma, soprattutto, la flora nelle sue espressioni legnose oltre ad alcune

delle numerose specie endemiche puntuali o piante rare di rilevante interesse fitogeografico.

Anche gli interventi a carattere forestale realizzati nelle vicinanze sono potenziale causa di danno

per il rimescolamento del substrato pedologico, lettiera ecc.ecc. che comporta un elevato disturbo

alla normale dinamica evolutiva delle serie forestali ed ostacolando il normale recupero delle

formazioni naturali.

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7. MORFOLOGIA DEL CONTESTO PAESAGGISTICO: □ costa(bassa/alta)

□ ambito lacustre/vallivo

□ pianura

□ versante (collinare/montano)

□ altopiano

□ promontorio

□ piana valliva (montana/collinare)

X terrazzamento

X crinale.

L’area di studio si inserisce nel quadro geologico generale della struttura del Monte Erice

(già Monte San Giuliano). Tale struttura rocciosa è localizzata nell’estremo lembo occidentale

della Catena Siciliana caratterizzata da uno stile de formativo a pieghe e falde di ricoprimento

limilate con vergenza verso i quadranti meridionali. L’edificio strutturale della Catena è

costituito da una successione di unità tettoniche strutturatesi a partire dal Miocene inferiore che

hanno preso origine dalla deformazione di originari domini paleo geologici facenti parte, durante

il Mesozooico-Terziario, dal margine continentale africano. Nella sua complessità il Monte Erice è

costituito da terreni prevalentemente carbonatici di età mesozoica-terziaria derivanti dalla

deformazione del margine settentrionale del Dominio Trapanese, e caratterizzato da

sedimentazione di piattaforma carbonatica sino al Lias medio evolvente ad ambiente pelagico

(Lias. Sup.-Eocene) quindi ad ambiente neritico (Miocene inf. E medio) in via di

approfondimento nel Miocene superiore. La successione litologico-stratigrafica del Monte Erice

ha uno spessore complessivo di 900 metri ed è costituita, procedendo dall’alto verso il basso;

.- una sequenza di circa 250 metri di dolomie, calcari dolomitici, calcari stromatolitici e lo

feritrici (Triassico suoeriore-Lias medio);

.- una sequenza per circa 170 metri di calcilutiti bianche e calci siltiti a liste e noduli di selce

con intercettazioni marnose;

.- per uno spessore di 150 metri da una sequenza di calcari nodulari ad Ammoniti (Rosso

Ammonitico), calcilutiti, marne e calcari marnosi verdastri e ostri di belemniti;

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.- per uno spessore di circa 150 metri da una sequenza di calcilutiti e calcisiliti a calpionelle

(lattimusa), calcari, calcari marnosi e marne con intercalazioni di calcareniti e calciruditi ad

Orbitoline (Titonico-Neocomiano);

.- per uno spessore di 200 metri da una sequenza di calcilutiti e calcisiliti marnose con liste e

noduli di selce e marne a foraminiferi planctoinici (Scaglia).

L’Unità stratigrafica del Monte Erice può essere considerata come una “scaglia tettonica

sovra scorsa” che nell’ambito della orogenetica ha dato luogo alla Catena Appenninico-

Maghrebide, sull’unità stratigrafico-strutturale Rocca Giglio (Valderice), anch’essa costituita di

terreni carbonatici che terminano al tetto con argille tortoniane. Il contatto tra le due suddette

unità è incerto, a causa della presenza di una coltre detritica, ma si deve ritenere che sia ubicato a

valle delle pendici meridionali e sud.orientali.

Conseguentemente, nell’area oggetto di studio, si ci trova dinanzi ai seguenti terreni:

.- Detrito di falda alla base delle estreme pendici rocciose del Monte Erice e parte nell’abitato

di Bonagia (Valderice). L’edificio che ha subito il danno si trova su queste formazioni detritiche;

.- Complesso calcarenitico sabbioso delle piane costiere del Monte Erice ma affiorano nella

parte settentrionale dell’area di studio;

.- Calcilutiti bianche a liste e noduli di selce affioranti nella parte mediana dei versanti

settentrionali del Monte Erice, e quindi a S-SW dell’area di studio;

.- Dolomie nei fronti rocciosi dai quali è avvenuto il distacco dei massi che hanno coinvolto

l’edificio danneggiandolo.

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8. UBICAZIONE DELL'OPERA E/0 DELL'INTERVENTO:

a e b) estratto stradario ed estratto CTR/IGM/ORTOFOTO della zona di intervento in Località

Locosecco-Bonagia che ricade in territorio extraurbano del Comune di Erice. Sono evidenziati i

punti di ripresa fotografica.

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c1) Aereofotogrammatria IGM con indicazione dell’area

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c2) Planimetria con indicazione dell’area

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c3) Mappa catastale

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c4) Stralcio della CARTA DELLA PERICOLOSITA’ E DEL RISCHIO

IDROGEOLOGICO COD.7/592120. Indicazione in rosso dell’area censita come

area a Pericolosità P4 (molto elevato) e Rischio R4 (molto elevato)

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c) estratto della Tavola n°9 di P. R. G. e delle relative norme di attuazione che evidenzino

l'edificio o sua parte; l'area di pertinenza o il lotto di terreno, l'intorno su cui si intende

intervenire, nonché l’eventuale relativa disciplina prevista dagli atti di governo del territorio.

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d) estratto della tavola di P. R. G. , approvato con D.A. n°44/DRU del 26.01.2001, Tav. A del

Vincolo Boschivo e norme di attuazione e di regolamento edilizio comunale. Terreno in Località

Locosecco-Bonagia del Comune di Erice fg.___ particella ____

.- Zona E di Verde agricolo sottoposta a Vincolo Boschivo, Paesaggistico e di tutela delle bellezze

naturali e panoramiche.-

.- Attività: interventi di cui alla lettera a), b), c) e d) delll’art.20 della L.R.n°71/1978

(manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione

edilizia) su edifici esistenti.

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9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA (9 fotogrammi)

Foto 1 e 2: Veduta frontale e laterale dell’area di intervento a monte della casa

Foto 3 e 4: Veduta del costone roccioso in dissesto a monte della casa e

brani di vegetazione rupicola a Chamaerops humilis, Euphorbia dendroides ecc.ecc.

afferenti alla formazione Oleo-Euphorbio dendroidis sigmetum

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Foto 5: il pianoro di monte in prossimità dell’area demaniale forestale dove collocare la barriera paramassi

Foto 6 e 7: il pianoro di monte e la parete del costone roccioso con le tipiche espressioni della vegetazione rupicola

a Euphorbia dendroides, Artemisia arborescens ecc. afferente alla formazione Oleo-Euphorbio dendroidis sigmetum

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Foto 8: La parete rocciosa con i segni del dissesto

Foto 9: il pianoro di monte con un segno dell’impatto di un blocco distaccato

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10. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE (art. 142 del Dlgs 42/04): territori costieri; territori contermini ai laghi; fiumi, torrenti, corsi d'acqua; montagne sup. 1200/1600

m; ghiacciai e circhi glaciali; parchi e riserve; territori coperti da foreste e boschi; università agrarie e

usi civici; zone umide; vulcani; zone di interesse archeologico.

P.R.G. del Comune di Erice: Tavola n°9 di sintesi del regime vincolistico

con individuazione dell’area di intevento

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Carta del Sito SICITA010010 – Monte San Giuliano D.A. N°5820 del 08.05.2002

ed ubicazione area di intervento

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Carta del Vincolo Idrogeologico D.L. n°3267 del 30.12.1923 ed ubicazione area di intervento

Carta del Vincolo Paesistico D.A. n°836/1971 esteso con D.lgs n°42 del 22.01.2004

ed ubicazione area di intervento

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11. NOTE DESCRITTIVE DELLO STATO ATTUALE DELL'IMMOBILE O

DELL'AREA TUTELATA Come si evince della documentazione fotografica a corredo della presente relazione paesaggistica

il pianoro di monte ed il fronte roccioso si presentano instabili e soggetti a distacchi e crolli di

elementi di notevole dimensione che possono provocare danni diretti sulla casa e anche da

rimbalzando, con possibilità di giungere alla vicina strada comunale. Dal punto di vista

paesaggistico e naturalistico ciò provoca anche danni alla vegetazione rupicola insediata ed alla

popolazione di falconiformi (falchi ecc.ecc.) che trovano tra queste rocce le condizioni di habitat

tali da caratterizzare questa parte del territorio di Erice. Le attuali condizioni, quindi, si

presentano precarie dal punto di vista della tutela paesaggistica e naturalistica perché i crolli ed i

distacchi modificano comunque ed indubbiamente la conformazione naturale e paesaggistica del

sito esponendo il fronte ad altri fenomeni di dissesto. Inoltre, sul piano della sicurezza, l’area è

ingestibile e non fruibile anche da esperti naturalisti e studiosi del paesaggio e pertanto gli

interventi programmati, anche se debolmente invasivi risultano necessari anche per la gestione

della tutela.

12. DESCRIZIONE SINTETICA DELL'INTERVENTO E DELLE

CARATTERISTICHE DELL'OPERA (dimensioni materiali, , colore, finiture,

modalità di messa in opera, ecc.) CON ALLEGATA DOCUMENTAZIONE DI

PROGETTO Gli interventi previsti nel progetto discendono da specifiche indicazioni dell’allora

Amministrazione Comunale, e per lei dai tecnici dell’U.T.C. di Erice, che chiarì che lo studio e

l’intervento di consolidamento andavano limitati a garantire la sicurezza del tratto di costone

roccioso sede di eventuali dissesti che potevano, direttamente o indirettamente a seguito di

rimbalzi, raggiungere l’edificio sottostante già danneggiato.

L’intervento, pertanto ,è da considerarsi limitato spazialmente e pressoché puntuale, teso ad

evitare:

1. crolli di massi non radicati, discendenti dal pendio sovrastante la parete rocciosa;

2. crolli di blocchi lapidei delimitati da superfici di discontinuità, discendenti dal pendio

sovrastante la parete rocciosa.

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Le soluzioni individuate per gli scopi di sicurezza sono state determinate in due tipologie di

intervento: a) passivo, b) attivo.

a) Quella di tipo “PASSIVO” e cioè nella collocazione di una BARRIERA PARAMASSI DEL

TIPO VERTICALE ad elevato assorbimento di energia da collocarsi al margine di valle del

pendio, coronamento della parete calcareo-dolomitica che sovrasta l’edificio danneggiato.

La dimensione di questa soluzione “passiva” è determinata in una lunghezza di m.30, di tre

elementi modulari di m.10 ciascuno.

b) Quella di tipo “ATTIVO” consiste, invece, nel consolidamento dell’ammasso carbonatico, con

cui si rendono stabili i blocchi.

Sono stati individuati le aree da consolidare secondo il seguente schema:

1. Masso A (imbracatura);

2. Gruppo di blocchi lapidei B (rafforzamento corticale e sotto-murazione);

3. Cavità C (sotto-murazione);

4. Masso D (imbracatura);

5. Rete paramassi (collocazione);

FASI DELL’INTERVENTO

L’intervento di si articola nelle seguenti fasi a cui corrispondono metodologie di tutela

ambientale per la salvaguardia dei valori naturali presenti e descritti nel SICITSA010010. Esse

sono:

FASE 1

1a).- impianto del cantiere;

FASE 2

2a).- ispezione da eseguire in cordata con rocciatori qualificati;

2b).- scerbatura, ossia il taglio minimo della vegetazione e degli apparati radicali del tratto

di versante roccioso per la realizzazione delle due tipologie di intervento attivo e passivo,

2c).- asportazione dei blocchi di piccole dimensioni in procinto di crollo, con interventi

meccanici o espansivi chimici.

FASE 3

3a).- imbracatura dei blocchi con funi e tiranti metallici dalla colorazione grigio antracite;

FASE 4

4a).- collocazione del ponteggio;

FASE 5

28

5a).- sotto-murazione in c.a. degli elementi lapidei con getto di calcestruzzo e ricoprimento

con materiale lapideo riciclato dalle demolizioni;

Fase 6

6a).- dismissione del ponteggio e del cantiere;

.- Realizzazione rete paramassi sul pianoro a monte della parete rocciosa con funi e tiranti

metallici dalla colorazione grigio antracite;

Per una più ampia descrizione tecnica degli interventi si rimanda agli elaborati di progetto di cui

si riporta una significativa sintesi tecnica e fotografica che meglio descrive la tipologia di

intervento minimale, puntuale e lineare.

29

SINTESI TECNICA DEGLI INTEVENTI

DI CONSOLIDAMEMTO E DI MESSA IN SICUREZZA

DELL’AREA di LOCALITA’ LOCOSECCO-BONAGIA

DEL COMUNE DI ERICE

30

INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DELLA PARETE VERTICALE

CON IMBRACATURA DEI BLOCCHI

Foto del fronte da imbracare e bloccare ed intervento

Foto della parete da rafforzare ed intervento con rete metallica tirantata

31

INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO

CON SOTTOMURAZIONE

Massi instabili con cavità

Intervento

32

INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA

CON RETE PARAMASSI

Il pianoro prima dell’intervento

Il pianoro dopo dell’intervento con rete paramassi

33

13. EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA (6):

Precedentemente abbiamo descritto tutte le fasi di realizzazione dell’opera in ragione che ogni

fase ha comunque un minimo di effetto disturbo sulle componenti biotiche, naturali e

paesaggistiche. Per meglio chiarire gli effetti che si verranno a determinare sia durante la

realizzazione dell’intervento che alla sua conclusione li riportiamo commentandoli

opportunamente.

FASE 1

1a).- impianto del cantiere.

EFFETTO: Dopo tanto tempo di abbandono è plausibile che l’impianto del cantiere, a

causa di maggiori movimenti di persone nell’area, possa provocare disturbo da rumore alla

popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare riferimento ai falconiformi, soprattutto

nel loro periodo riproduttivo.

IL DISTURBO sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata del cantiere a meno che

non si possa calibrare la fase di impianto e le successive fasi in relazione ai tempi in cui non

avviene l’attività riproduttiva.

FASE 2

2a).- ispezione da eseguire in cordata con rocciatori qualificati;

EFFETTO: è plausibile che la fase di ispezione, a causa di maggiori movimenti di persone

nell’area, possa provocare:

a) disturbo da rumore alla popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare

riferimento ai falconiformi, soprattutto nel loro periodo riproduttivo;

b) disturbo alla vegetazione rupicola a causa dell’attività dei rocciatori sulla parete

dissestata.

IL DISTURBO sulla vegetazione sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata della

Fase 2 mentre potrebbe essere ridotta al minimo se la si possa calibrare in relazione ai tempi in

cui non avviene l’attività riproduttiva dei rapaci.

2b).- scerbatura, ossia il taglio minimo della vegetazione e degli apparati radicali del tratto di

versante roccioso per la realizzazione delle due tipologie di intervento attivo e passivo;

2c).- asportazione dei blocchi di piccole dimensioni in procinto di crollo, con interventi

meccanici o espansivi chimici.

EFFETTO: è plausibile che la fase di ispezione, a causa di maggiori movimenti di persone

nell’area, possa provocare:

34

a) disturbo da rumore alla popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare

riferimento ai falconiformi, soprattutto nel loro periodo riproduttivo;

b) disturbo alla vegetazione rupicola a causa dell’attività degli operatorio sulla parete

e sul pianoro dissestati.

IL DISTURBO sulla vegetazione sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata della

Fase 2b e 2c mentre potrebbe essere ridotta al minimo se la si possa calibrare in relazione ai

tempi in cui non avviene l’attività riproduttiva dei rapaci.

FASE 3

3a).- imbracatura dei blocchi;

EFFETTO: è plausibile anche in questa fase, a causa di maggiori movimenti di persone

nell’area, e possa provocare:

c) disturbo da rumore alla popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare

riferimento ai falconiformi, soprattutto nel loro periodo riproduttivo;

d) disturbo alla vegetazione rupicola a causa dell’attività degli operatorio sulla parete

e sul pianoro dissestati.

IL DISTURBO sulla vegetazione sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata della

Fase 3a mentre potrebbe essere ridotta al minimo se la si possa calibrare in relazione ai tempi in

cui non avviene l’attività riproduttiva dei rapaci.

FASE 4

4a).- collocazione del ponteggio;

EFFETTO: è plausibile anche in questa fase, a causa di maggiori movimenti di persone e

materiali nell’area, e possa provocare:

e) disturbo da rumore alla popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare

riferimento ai falconiformi, soprattutto nel loro periodo riproduttivo;

f) disturbo alla vegetazione rupicola a causa dell’attività degli operatorio sulla parete

dissestata.

IL DISTURBO sulla vegetazione sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata della

Fase 3a mentre potrebbe essere ridotta al minimo se la si possa calibrare in relazione ai tempi in

cui non avviene l’attività riproduttiva dei rapaci.

35

FASE 5

5a).- sotto-murazione in c.a. degli elementi lapidei;

EFFETTO: è plausibile anche in questa fase, a causa di maggiori movimenti di persone

nell’area, e possa provocare:

g) disturbo da rumore alla popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare

riferimento ai falconiformi, soprattutto nel loro periodo riproduttivo;

h) disturbo alla vegetazione rupicola a causa dell’attività degli operatori e delle

attrezzature sulla parete dissestata.

IL DISTURBO sulla vegetazione sarà ovviamente perpetrato per tutta la durata della

Fase 3a mentre potrebbe essere ridotta al minimo se la si possa calibrare in relazione ai tempi in

cui non avviene l’attività riproduttiva dei rapaci.

Fase 6

6a).- dismissione del ponteggio e del cantiere;

EFFETTO: è plausibile anche in questa fase, a causa delle attività di dismissione dei

macchinari e del movimento di persone nell’area, e possa provocare disturbo da rumore alla

popolazione faunistica ed avifaunistica, con particolare riferimento ai falconiformi, soprattutto

nel loro periodo riproduttivo;

Realizzazione rete paramassi sul pianoro a monte della parete rocciosa;

EFFETTO: anche se di modeste dimensioni è plausibile a causa della introduzione di un

elemento tecnologico estraneo al paesaggio.

IL DISTURBO sarà ovviamente di carattere visivo ma confidando sulla arretratezza del

posizionamento rispetto al bordo della parete verticale e sulla trasparenza del manufatto lo stesso

potrebbe risultare minimo.

14. MITIGAZIONE DELL'IMPATTO DELL'INTERVENTO

Le soluzioni di mitigazione che potranno essere adottate possono essere ricondotte a:

a) calibramemto del crono-programma delle fasi di lavoro in relazione alle esigenze

riproduttive della fauna e della avifauna che popola le pareti rocciose ed il pianoro;

b) adeguato abbigliamento mimetico degli operatori in relazione alle esigenze

territoriali della popolazione faunistica presente;

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c) assistenza ai lavori con personale scientificamente adeguato (es. botanico) per

divulgare la conoscenza finalizzata al riconoscimento delle specie rare per evitare

la perdita di ricchezza floristica rupicola;

d) creazione di un cordone di flora autoctona tra la barriera paramassi e la zona dove

parte la parete rocciosa in modo da ridurre ancora l’impatto visivo;

e) recupero del materiale lapideo naturale frantumato, allontanamento per quello di

maggiore mole e spangimento di quello minuto utilizzabile;

f) un piano di manutenzione, come già previsto dal progetto redatto, atto a garantire

il controllo delle azioni tecniche poste in essere che potrà essere accompagnato da

un monitoraggio che descriva al ripresa della vegetazione in quelle parti interessate

dagli interventi;

g) assistenza di funzionari della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani per le

modeste operazioni di scavo, necessarie per gli ancoraggi dei sistemi di

rafforzamento corticale ecc.ecc..

COMCLUSIONI Sulla base delle considerazioni sopra riportate gli interventi puntuali e minimali previsti “a

salvaguardia della pubblica e privata incolumità da realizzarsi in Località Locosecco-Bonagia del

Comune di Erice” possono ritenersi paesaggisticamente accettabili e compatibili benché possano

verificarsi:

1. minimali momenti di disturbo legati alla esecuzione dell’intervento in un contesto roccioso

di buona naturalità;

2. minimali elementi di disturbo visivo legati alla presenza della parete paramassi sul

pianoro a monte del fronte roccioso.

Pertanto Le risultanze della Relazione Paesaggistica si ritengono positive e comunque rispettose

dei valori paesaggistici e naturali presenti nell’area di Locosecco-Bonagia del Comune di Erice.

Firma del Richiedente per il COMUNE DI ERICE Il R.U.P.

Geometra Giuseppe Tilotta

____________________________

Firma del Progettista dell'intervento Ing. Fabio Cafiso Data ___/___/2010 ____________________________

37

15.MOTIVAZIONE DEL RILASCIO O DEL DINIEGO

DELL'AUTORIZZAZIONE ED EVENTUALI PRESCRIZIONI DA PARTE

DELLA SOPRINTENDENZA ai BB.CC.AA. della PROVINCIA DI TRAPANI. ……………………………………………………………………………………………………..………

………………………………………………………………………………………………..……………

……………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………

..…………………………………………………………………………………………………....

……………………………………………………………………………………………………..

Firma del Dirigente del Servizio della Soprintendenza BB.CC.AA della Provincia

di Trapani

-------------------------------------------------------------------------

Visto del Soprintendente

38

NOTE PER LA COMPILAZIONE DELLA RELAZIONE PAESAGGISTICA SEMPLIFICATA

(1) La definizione di tali opere risulta problematica per la varietà di tipologie e di situazioni che possono presentarsi, oltre

che per la connessione (fisica, funzionale, tipologica, formale, ecc.) ai caratteri del contesto paesaggistico e dell'area in cui

l'intervento si inserisce. Si intendono ricompresi in questa categoria tutti gli interventi minori, accessori, di arredo, in grado

di non alterare complessivamente lo stato dei luoghi (contesto paesaggistico e area di intervento). In fase di prima

applicazione l'elenco è costituito dalle seguenti opere :

· Antenne, parabole

· Cartellonistica (stradale e pubblicitaria), insegne pubblicitarie

· Manufatti di arredo urbano (ad esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui alla lettera g del comma 4 dell'att. 10

del D.Lgs 42 del 2004)

· Strutture temporanee di grandi dimensioni di durata non inferiore ad una settimana

· Strutture stagionali collegate all'attività' turistica e del tempo libero

· Strutture di copertura non superiori a 10 mq. (ad esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui alla lettera g del

comma 4 dell'art. 10 del D.Lgs 42 del 2004)

· Pannelli solari e fotovoltaici fino ad una potenza di 20mwe.

· Impianti di condizionamento.

oltre a:

A) - IMPIANTI TECNOLOGICI

- Interventi di manutenzione ad impianti tecnologici, che comportino, la sostituzione, il rifacimento e

l’ampliamento di opere soggette ad autorizzazione paesaggistica;

- Manufatti impiantistici per acquedotti, fognature, gas, ricadenti all’interno di un territorio comunale;

- Linee elettriche di media e bassa tensione all’interno di ogni singolo Comune;

- Linee telefoniche, telefonia mobile, antenne, parabole;

- Pannelli solari e fotovoltaici fino ad una potenza di 20Mwe;

- Impianti di condizionamento;

- Nuovi pozzi, opere di presa e prelievo da falda;

- Le opere di derivazione dai corsi d’acqua;

B) - INTERVENTI DI DIFESA IDROGEOLOGICA

- Interventi di manutenzione straordinaria, che comportino il rifacimento o l’ampliamento di opere comunque

soggette ad autorizzazione, su tutti i corsi d’acqua e relative difese idrauliche ed idrogeologiche;

- Interventi di difesa idrogeologica dei corsi d’acqua, compresi quelli per la ricalibratura e rettifica d’alveo (se non

già esclusi), non assoggettate a procedura VIA, con realizzazione di nuove opere quali:

� Rampe e Bad-Rocks;

� Soglie;

39

� Attraversamenti e guadi;

� Repellenti o pennelli

� Gabbionate;

� Briglie;

� Scogliere ed opere di difesa spondale;

� Cunettoni, canalizzazioni e rivestimenti del fondo;

� Vasche di deposito e vasche di laminazione, con relative opere di presa e restituzione;

- Tombinamento parziale di corsi d’acqua per tratti </= 8 mt ed esclusivamente per dare accesso ad abitazioni

esistenti e/o a fondi interclusi, nonché la riapertura di tratti tombinati di corsi d’acqua;

− Nuovi interventi di difesa dei versanti da frane e slavine e sistemazione delle aree in frana, con relativi drenaggi,

non compresi tra le opere di ingegneria naturalistica e di manutenzione citate in premessa:

� Muri di sostegno in pietrame a secco;

X Muri di sostegno in calcestruzzo rivestiti con pietrame;

� Muri di sostegno in calcestruzzo con elementi prefabbricati;

� Muri di sostegno con armatura metallica (terre armate);

� Sistemazioni con griglie;

� Reti o tessuti in materiale sintetico (terre rinforzate);

� Gabbionate;

X Paramassi, canalizzazioni, per colate detritiche, ecc …;

− Nuovi interventi di difesa dei litorali:

� Scogliere sommerse;

� La realizzazione di dune artificiali in funzione antierosiva;

C) - INTERVENTI AGRO-SILVO-PASTORALI che incidono marginalmente sull’assetto idrogeologico:

− Riconversioni colturali che richiedono modesti movimenti terra di profondità </= 50 cm. e superficie </= 5 ha;

− Riduzione di aree boscate di recente formazione o degradato per scopi agronomici o zootecnici di superficie </=

2,5 ha;

− Riduzione di aree boscate affermate eseguite per recuperi a fini agronomici e zootecnici di superficie </= 2000

mq;

− Rimboschimento e lo scoticamento dei prati stabili e dei prati-pascoli per superfici </= 5 ha;

− Asportazione del terreno vegetale per superfici </= 5 ha;

− Ricomposizioni ambientali;

D) – OPERE DI URBANIZZAZIONE

− Opere per la realizzazione di servizi previsti negli strumenti urbanistici inferiori a 5 ha: aree a verde, percorsi

pedonali, parcheggi senza impermeabilizzazione del terreno;

− Viabilità: strade di lottizzazione e percorsi ciclabili in ambito urbano;

− Interventi di manutenzione alla viabilità, compreso l’allargamento di strade e ponti esistenti, di opere comunque

soggette ad autorizzazione paesaggistica; (fatti salvi gli interventi di somma urgenza per ripristino stradale

che non sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica);

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− Arredo urbano: cartellonistica stradale e pubblicitaria (Vedi art. 153 del “Codice dei Beni Culturali”), insegne

pubblicitarie, manufatti di arredo urbano (ad esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui alla lettera g

del comma 4 dell'art. 10 del D.Lgs 42 del 2004);

E) - INTERVENTI EDILIZI

− Lavori di ristrutturazione e restauro di fabbricati e/o manufatti esistenti privi di interesse storico–architettonico e

fabbricati di interesse storico-monumentale, o all’esterno di centri storici;

− Strutture di copertura non superiori a 10 mq. (ad esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui alla lettera

g del comma 4 dell'art. 10 del D. Lgs 42 del 2004);

− Realizzazione e/o ristrutturazione di recinzioni;

− Accessi e passerelle di accesso a fabbricati esistenti; realizzazione e/o ristrutturazione di accessi carrai, rampe di

accesso;

F) - OPERE “PROVVISORIE”

− Strutture temporanee: opere di grandi dimensioni di durata non inferiore ad una settimana;

− Strutture stagionali: opere collegate all'attività turistica e del tempo libero;

− Depositi temporanei di materiali collegati alle attività soggette ad autorizzazione paesaggistica;

G) - OPERE di RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE

− Interventi di ricomposizione ambientale conseguenti ad attività di cava e miniera.

(2) La compilazione della scheda è a carico del soggetto che richiede l'autorizzazione paesaggistica.

(3) L'indicazione della tipologia dell'opera deve essere accompagnata dal riferimento preciso alle disposizioni dei

Regolamento edilizio cui l'intervento inserisce.

(4) Una volta barrata la categoria di tutela in cui ricade la proposta di intervento, devono essere descritti, in modo sintetico, i

caratteri che effettivamente connotano l'area di intervento ed il contesto paesaggistico, in cui si colloca l'opera da realizzare,

al fine fornire l'esatta informazione in relazione alla sua ubicazione rispetto agli aspetti o elementi di rilievo paesaggistico.

(5) È consigliabile allegare pieghevoli o documentazione dei prodotto industriale o prefabbricato che si intende installare o

utilizzare.

(6) Lo scopo di tale punto è quello di fornire, con buona approssimazione, l'informazione sugli eventuali effetti conseguenti

alla realizzazione dell'opera ed in particolare degli elementi o degli aspetti tutelati. Tale valutazione si ricava dal confronto

fra le caratteristiche dello stato attuale, gli elementi di progetto e gli obiettivi della tutela. Al fine di orientare la

compilazione di tale sezione si elencano qui di seguito alcune delle possibili modificazioni dell'immobile o dell'area tutelata:

- cromatismi dell'edificio;

- rapporto vuoto/pieni;

- sagoma;

- volume;

- aspetto architettonico;

- copertura;

- pubblici accessi;

- impermeabilizzazione del terreno;

- movimenti di terreno/sbancamenti;

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- realizzazione di infrastrutture accessorie;

- aumento superficie coperta;

- alterazione dello skyline (profilo dell'edificato o profilo dei crinali);

- alterazione percettiva del paesaggio (intrusione o ostruzione visuale);

- interventi su elementi arborei e vegetazione

(7). Qualificazione o identificazione dei elementi progettuali finalizzati a ridurre o migliorare l'impatto del bene tutelato sui

caratteri del contesto paesaggistico e dell'area di intervento.

BIBLIOGRAFIA

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Francesco Maria Raimondo, Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della Provincia di

Palermo, in Quaderno n°9 di Botanica Ambientale e Applicata, 2000 Palermo;

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A.R. Lonardoni e E. Lazzaroni – Andare per prati e per boschi, Ed. Ed agricole 1992 Bologna;

Manlio Vendittelli – Parchi e Sviluppo, Ed. Gangemi, 1997 Roma;

Francesco Maria Raimoindo – Orti Botanici, Giardini Alpini, Arboreti Italiani, Ed. Grifo, 1990

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Autori Vari – La Sicilia Ritrovata, Peppe Giuffrè Editore, 2005 Trapani;

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botaniche ed ambientali del Monte Pellegrino, 1992 Assessorato Parchi verde e arredo urbano del

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Regione Siciliana – Vivaistica forestale e conservazione della biodiversità, in supplemento alla

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Arch. Rosa Gandolfo - Relazione Paesaggistica e di Incidenza per Raffo Rosso (Pa) collaborazione

con Pro-Geo (PA);

Arch. Rosa Gandolfo - Relazione Paesaggistica per il Comune di Altofonte (PA) collaborazione con

Pro-Geo (PA);

Arch. Rosa Gandolfo – Relazione Paesaggistica per area portuale dei Comuni di Cinisi e Terrasini

collaborazione con Pro-Geo (PA).

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