Città d’acqua - Aracne editrice · Ricerca Carta del Rischio del Patrimonio Culturale ed...

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Città d’acqua Risorse culturali e sviluppo urbano nei waterfront a cura di Alessandra Badami e Daniele Ronsivalle ARACNE

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Città d’acquaRisorse culturali e

sviluppo urbano nei waterfront

a cura di

Alessandra Badami e Daniele Ronsivalle

ARACNE

Copyright © MMVIIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–1944–3

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: luglio 2008

Città d’acqua. Risorse culturali e sviluppo urbano nei waterfront

Indice

I waterfront come generatori di qualità urbana ....................................................................................................................................................................pag. 7Maurizio Carta

PARTE PRIMA – CITTÀ D’ACQUA NORDEUROPEE E MEDITERRANEE

Innovazioni e sperimentazioni sui waterfront urbani. Studio di casi su città d’acqua nordeuropee e mediterranee ..............pag. 15Alessandra Badami

ATLANTE DELLE CITTÀ D’ACQUA NORDEUROPEE E MEDITERRANEE ......................................................................................................................................pag. 23Maurizio Carta, Alessandra Badami, Daniele Ronsivalle, Anna M. Moscato, Daniele Gagliano

BilbaoGenovaLiverpoolMalmöMarsigliaValenciaVenezia

Metodologia di analisi per il recupero del patrimonio storico costiero ......................................................................................................pag. 111Anna M. Moscato

ATLANTE DEL PATRIMONIO STORICO COSTIERO ....................................................................................................................................................................pag. 113Maurizio Carta, Alessandra Badami, Daniele Ronsivalle, Anna M. Moscato, Daniele Gagliano

Saline di CerviaEx Molino Stucky di VeneziaArsenale di VeneziaMagazzini del cotone di GenovaMagazzini dello zolfo di RavennaCastel Novo di Napoli

PARTE SECONDA – SPERIMENTAZIONI SU 5 CITTÀ D’ACQUA IN SICILIA

Indirizzi e strategie per la riqualificazione dei waterfront delle città siciliane ..........................................................................................pag. 153Daniele Ronsivalle

Analisi, valutazioni e indirizzi per le 5 città sicilianeCatania di Daniele Ronsivalle ......................................................................................................................................................................................pag. 159Messina di Anna M. Moscato ......................................................................................................................................................................................pag. 175Palermo di Maurizio Carta ............................................................................................................................................................................................pag. 193Siracusa di Alessandra Badami ..................................................................................................................................................................................pag. 213Trapani di Daniele Gagliano ........................................................................................................................................................................................pag. 229

Feste e percorsi del sacro. Percorsi processionali e ritualità religiose legate alla cultura del mare ........................................................pag. 250

Bibliografia ........................................................................................................................................................................................................................................pag. 251

TAVOLE TEMATICHE ................................................................................................................................................................................................................pag. 255

Maurizio Carta, Alessandra Badami, Daniele Ronsivalle, Anna M. Moscato, Daniele Gagliano, Ignazio E. Buttitta, Maria Luisa Giordano

Compatibilità delle scelte sovralocaliCatania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani

Patrimonio culturale. Servizi e strutture per le attività culturaliInterazioni tra patrimonio costiero, servizi e attività culturali e domanda di culturaDefinizione dei contesti. Analisi dei rischi. Rilevamento dei bisogni e delle aspettativeBuone pratiche. Valutazioni e indirizzi per la promozione e la valorizzazione culturale dei waterfront

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Ricerca Carta del Rischio del Patrimonio Culturale ed Ambientale della Regione SicilianaI waterfront di Palermo, Catania, Messina, Trapani e Ortigia - Il waterfront da criticità ad alimentatore di qualità urbana

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO BENI CULTURALI, AMBIENTALI E PUBBLICA ISTRUZIONE

DIPARTIMENTO BENI CULTURALI, AMBIENTALI ED EDUCAZIONE PERMANENTE

CENTRO REGIONALE PER LA PROGETTAZIONE E IL RESTAURO E PER LE SCIENZE NATURALI E APPLICATE AI BENI CULTURALI

Direttore arch. Guido MeliGruppo di lavoro arch. Roberto Garufi (responsabile del progetto)

dott. Teresa Ferlisi

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO

DIPARTIMENTO CITTÀ E TERRITORIO

Gruppo di ricerca prof. Maurizio Carta (coordinatore)prof. Alessandra Badamiarch. Daniele Ronsivalle

arch. Daniele Gaglianoarch. Anna M. Moscato

Consulenze scientifiche prof. Ignazio E. ButtittaCollaborazioni dott. Maria Luisa Giordano

In copertina: skyline del waterfront di Catania dal Molo Nuovo, ph. Daniele Ronsivalle, 2007

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Gateway Cities

Le nuove dinamiche produttive, gli interventi di svi-luppo sostenibile e le domande di conservazione delpatrimonio architettonico che oggi investono le aree diwaterfront delle città rappresentano un importantespunto di riflessione in una fase in cui il tema della rige-nerazione delle “città d’acqua” sta aprendosi a nuoveopportunità di trasformazione urbana e territoriale,agendo in maniera attiva nello scenario della produzio-ne della qualità urbana.

La rilevanza assunta negli ultimi anni dalle trasfor-mazioni urbane in area di waterfront storici delle cittàha, infatti, aperto nuove prospettive – e le conseguentisfide – per la ricerca sulle condizioni di rischio, sullepressioni antropiche e sulle opportunità offerte dall’ar-matura storica e identitaria. Le dinamiche di trasforma-zione e le necessità di conservazione del patrimoniomateriale e immateriale dei waterfront storici richiedo-no che le indagini e le sperimentazioni progettuali por-tati avanti in Sicilia dalla “Carta del Rischio a scala lo-cale” puntino la loro attenzione cognitiva, interpretativae diagnostica alle aree costiere. Dovranno mutare glistrumenti analitici e progettuali rivolti al delicato siste-ma urbano in cui la città di pietra e la città d’acqua si in-tersecano, producendo sinapsi feconde ma anche deli-cate criticità, in quell’area urbana d’interfaccia liquidache riversa il suo riverbero nell’intero contesto territo-riale producendo opportunità di sviluppo e connettendoil waterfront al sistema produttivo territoriale.

In quest’ottica agisce il progetto di ricerca promossodal Centro Regionale per la Progettazione e il Restaurodella Regione Siciliana (CRPR) e condotto dal gruppodi ricerca “PlanDifferent” del Dipartimento Città eTerritorio dell’Università di Palermo1. Punto di partenzadella ricerca è la consapevolezza che, dal punto divista delle dinamiche di trasformazione delle città, i wa-terfront urbani sono oggi una delle declinazioni più fe-conde delle città creative, di quelle città che stanno in-vestendo sulla valorizzazione della cultura locale, deltalento identitario e delle eccellenze: i waterfront sono

per loro natura luoghi densi ed ibridi in cui risorse, op-portunità, aspirazioni e ambizioni delle città si fanno vi-sione, nuove relazioni e progetto. Aree della concentra-zione dei capitali immobiliari, nodi di armature di flussidi merci e persone, luoghi di scambio di culture, portedelle nuove “capitali della cultura”.

Nelle occasioni in cui la relazione tra i tessuti urbanie i fronti d’acqua si fa creativa, la città diviene capacedi generare nuova forma urbana, di produrre nuovopaesaggio e di alimentare, attraverso il flusso perennedella cultura urbana, le grandi reti relazionali, renden-dole più vitali, comunicative e competitive.

Le città portuali europee, soprattutto quelle che si ali-mentano dell’identità del Mediterraneo, sono i portali diuna potente piattaforma produttiva, economica, socialema soprattutto – nella visione che anima la nostra ricer-ca – culturale ed identitaria, situata tra Atlantico eMediterraneo, tra Americhe e Asie. Le città-porto, sem-pre più gateway cities, devono essere in grado di inse-diare nuove funzioni che superino la pura retorica dellearee marginali e degradate, che spesso caratterizza learee portuali, per ambire a mettere in valore il capitaleterritoriale che possiedono.

Analizzare e interpretare i waterfront come contesticomplessi richiede, quindi, di affrontarli come geo-co-munità, cioè come luoghi di identità di una comunità so-ciale, culturale ed economica, come catalizzatori diesperienze urbane, come attivatori di valori. I water-front, nell’accezione della ricerca, sono dei generatoridi qualità urbana, affrontati attraverso un approcciostrategico multidisciplinare e di area vasta per metterea valore le vocazioni culturali, turistiche e produttive, epotenti commutatori territoriali intesi come trasformato-ri capaci di intercettare le energie materiali e immate-riali che viaggiano lungo le grandi reti, di trasferirle alcontesto urbano e di tradurle in risorse territoriali, pre-zioso alimento per il progetto della qualità urbana.

Affrontare il tema della rigenerazione dei waterfrontdiviene tema nevralgico della rigenerazione complessi-va della città contemporanea, riconoscendone il ruolodi elemento strutturale. In contesti connotati da impor-

tanti caratteri storici, i waterfront assumono anche ilruolo di caposaldi dell’identità urbana, landmarks incontinua trasformazione e permanentemente ricono-scibili nell’evoluzione storica degli insediamenti.

Catalizzatori estremamente dinamici di attività, even-ti, economie, i waterfront urbani, fisionomia liquida del-l’intera città, devono essere in grado di intercettare, in-terpretare e trasformare l’intera città e non limitarsi alsolo perimetro costiero. Il waterfront non è solo quellafascia che si affaccia sul mare o su un fiume, ma è unnuovo atteggiamento della città che entra in contattocon la liquidità, potente categoria della contemporanei-tà. Nella metafora di Bauman “i corpi solidi annullano iltempo, laddove, al contrario, il tempo è per i liquidi l’ele-mento più importante” (Bauman, 2000); la liquidità deiwaterfront fornisce la chiave interpretativa per com-prendere molti aspetti della città contemporanea.

Le ambiguità feconde e le chiavi interpretative dellericadute

I waterfront possiedono quella che possiamo defini-re un’identità plurale, una polisemia circoscrivibile at-traverso sette tipi di ambiguità feconde, cioè attraversosette punti di vista multipli che ci restituiscono un’imma-gine complessiva del waterfront. Al fine di perimetrare ilsenso entro cui le aree costiere storiche delle città pos-sono agire come alimentatori della qualità urbana, pro-poniamo sette postulati che ci permettono di identifica-re “cosa un waterfront non è”, definendo, quindi, unconfine entro il quale agisce la complessità dei water-front urbani:

- innanzitutto un waterfront non è una linea, ma èuna rete di luoghi, di funzioni, di innesti e ricucitu-re tra la costa e la città, tra le attività portuali e leattività urbane;

- un waterfront non si identifica solo con l’area por-tuale, ma si dispiega lungo la costa come sito del-l’addensarsi di funzioni abitative, produttive, rela-zionali, culturali e ludiche;

- un waterfront non è un’area chiusa e protetta, ma

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I waterfront come generatori di qualità urbanaMaurizio Carta

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è un’interfaccia osmotica, esso è un perimetropermeabile, talvolta rigido, ma altrettante voltespugnoso, fino a proporsi come confine “liquido”della città;

- un waterfront non è un nodo locale, non si esauri-sce nella sua relazione con la città, ma è l’incrociodi fasci infrastrutturali (marini e terrestri) che lo at-traversano e che lo alimentano; è un nodo di unarete sempre più planetaria di energie relazionali,connesso ad altri luoghi, ad altre città, ad altri wa-terfront;

- un waterfront, tuttavia, non è solo un nodo, ma èsoprattutto un luogo formato dall’intersezione diusi, di funzioni e di flussi: è sintesi creativa di spa-zio e di comunità, è contemporaneamente unluogo fisico e relazionale;

- un waterfront non può essere considerato comeun luogo dello svago (la retorica della rigenerazio-ne urbana troppo spesso ha prevalso), non si limi-ta ad essere una “macchina di intrattenimento” daoffrire al turismo internazionale, ma è un luogo at-tivo di produzione e di commercio: è quindi unamacchina funzionale delicata;

- infine, un waterfront non è solo storia (non espri-me solo la necessità della conservazione) e non èsolo futuro (non richiede di cogliere le opportunitàdella trasformazione), ma è sintesi feconda diidentità e prospettive: è un luogo in cui la sapien-te conoscenza storica alimenta le visioni per il fu-turo, in cui l’ambizione delle strategie produceun’efficace interpretazione del passato.

Intervenire sui waterfront urbani, quindi, non richiedesolo un atteggiamento “trasformativo”, ma deve offrireindirizzi e provvedimenti attivi per una riqualificazioneche sia fondata sulle matrici identitarie dei luoghi e chenon incrementi le pressioni e i rischi sul patrimonio sto-rico intessuto lungo i fronti costieri delle città.

Siamo di fronte ad un nuovo paradigma di conoscen-za-azione sui waterfront urbani, alimentato da un“Manifesto per le città creative” (Carta, 2007), articola-

to in sette principi per la rigenerazione dei waterfronturbani creativi che declinano l’azione per l’innovazioneurbana. I principi agiscono come linee guida per l’azio-ne e indirizzano l’azione progettuale sui waterfront ur-bani:

- Il principio di identità chiede che al riconoscimen-to dell’identità (culturale, funzionale, economica esociale) siano accoppiate adeguate "capacità" e"competenze" di azione e richiede una popolazio-ne, un sistema di users che abbiano la volontà diinteragire.

- Il principio di sostenibilità economica chiede che iwaterfront posseggano una base economica ade-guata a permettere l’attuazione delle azioni, ancheattraverso agevolazioni (ad esempio promuoven-do business improvement districts o forme di defi-scalizzazione).

- Il principio di potenzialità identifica i waterfront urbanicome luoghi in cui esiste un dislivello tra i bisogni per-cepiti rispetto alle attuali funzioni, riconoscendovi unelevato potenziale di trasformazione inespressa chedeve essere trasformato in energia progettuale. Tuttal’energia “potenziale” dei waterfront, trasformata inenergia “cinetica”, dovrà alimentare il progetto di tra-sformazione compatibile.

- Il principio di dinamicità ci ricorda che i waterfrontsono luoghi in cui esistono capacità, opportunità erisorse per produrre cambiamenti futuri nel campoproduttivo, culturale, scientifico e tecnologico: luo-ghi locali delle reti globali, porte attraversate daiflussi energetici (beni, persone e servizi) che per-corrono il pianeta.

- Il principio di interazione richiede che il waterfrontsia riconosciuto come un ambiente disponibile adaccogliere la diversità e la varietà, da sempreluogo di incontro di diverse culture e luogo discambi che alimenta l'esistenza di buone possibi-lità per la comunicazione informale e spontanea ingrado di accelerare i processi di rigenerazione ur-bana.

- Il principio di multisettorialità chiede all’indagine eal progetto un’azione multidisciplinare e in cui coo-perano diversi soggetti, producendo un ambientedinamicamente sinergico che sia in grado di con-nettere lo sviluppo dell’economia, della tecnica,della cultura e della qualità ambientale.

- Il principio di perturbazione, infine, ci mostra lapresenza nelle aree costiere di un dinamismo cul-turale, sociale ed economico necessario a produr-re una perturbazione nel contesto e la conseguen-te presenza di una positiva tensione della popola-zione coinvolta alla mobilitazione per vincere lasfida contro la marginalità a cui spesso le areeportuali e periportuali sono sottoposte.

Nel corso della ricerca, i sette principi sono stati ap-plicati all’interazione città-porto come generatrice di mi-lieu creativo, sono stati declinati in funzione della spe-cificità del contesto, sono stati utilizzati come chiavi in-terpretative delle ricadute, come “filtri semantici” per ri-conoscere il dinamismo o le situazioni di stasi o decli-no delle città di Catania, Messina, Palermo, Siracusa,Trapani, scelte come progetti pilota dall’attività delCRPR. Ad ognuno dei principi corrisponde uno scena-rio di decisioni, politiche e azioni che permetterà di “at-tivare” il waterfront urbano nella sua triplice identità dimatrice identitaria dei luoghi, di portale degli scambi edi motore del progetto contemporaneo.

La metodologia e la struttura della ricerca

Per raggiungere gli obiettivi prefissati dal progetto, lametodologia adottata2 è stata articolata a partire dallaproduzione di un quadro comparativo in cui alcune cittànordeuropee e mediterranee – simili per contesto terri-toriale, tipo di risorse culturali presenti e approcci allatrasformazione – sono state analizzate al fine di pro-durre un quadro di linee guida per l’azione e buone pra-tiche per le cinque città siciliane oggetto della parte ap-plicativa della ricerca (Palermo, Catania, Messina,Siracusa e Trapani).

Definire i valori ed i caratteri delle “città d’acqua” nor-

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