Città di Vittorio Veneto 45° Concorso Nazionale Corale · 2011-05-11 · 9 ore 9.30 1 Corale...

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Venerdì 20 maggio ore 20.45 Omaggio ad Efrem Casagrande Venerdì 27 maggio ore 21.00 Cori popolari maschili Sabato 28 maggio ore 9.30 Cori polifonici (1ª parte) ore 14.30 Cori polifonici (2ª parte) ore 20.00 Cori popolari Domenica 29 maggio ore 10.00 Cori giovanili ore 17.00 17° Gran Premio “Efrem Casagrande“ Teatro “Lorenzo Da Ponte” - Teatro “Lorenzo Da Ponte” - Vittorio Veneto Vittorio Veneto 45° Concorso Nazionale Corale Trofei “Città di Vittorio Veneto” 2011 Città di Vittorio Veneto 45 20-27-28-29 maggio 2011 Regione Veneto

Transcript of Città di Vittorio Veneto 45° Concorso Nazionale Corale · 2011-05-11 · 9 ore 9.30 1 Corale...

Venerdì 20 maggio ore 20.45 Omaggio ad Efrem Casagrande

Venerdì 27 maggio ore 21.00 Cori popolari maschili

Sabato 28 maggio ore 9.30 Cori polifonici (1ª parte) ore 14.30 Cori polifonici (2ª parte) ore 20.00 Cori popolari

Domenica 29 maggio ore 10.00 Cori giovanili ore 17.00 17° Gran Premio “Efrem Casagrande“

Teatro “Lorenzo Da Ponte” - Teatro “Lorenzo Da Ponte” - Vittorio VenetoVittorio Veneto

45° Concorso Nazionale Corale

Trofei “Città di Vittorio Veneto” 2011

Città di Vittorio Veneto

45 20-27-28-29 maggio 2011

Regione Veneto

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Ente organizzatore

Comune di Vittorio Veneto

Commissione artistica

Stefano Da Ros

Francesco Luisi

Mario Mora

Alvaro Vatri

Mauro Zuccante

Commissioni giudicatrici

Mauro Pedrotti (presidente)

Antonella Arnese

Maria Dal Bianco

Ilario Lavrencic

Dario Tabbia

Coordinamento artistico

Stefano Da Ros

Segreteria

Uffi cio Cultura del Comune di Vittorio Veneto

Via Carducci, 28 - 31029 VITTORIO VENETO (TV)

Tel. 0438 569310 - Fax 0438 53966

[email protected]

www.comune.vittorio-veneto.tv.it

La manifestazione è realizzata con il concorso e il contributo di

Regione del Veneto

Provincia di Treviso

Uffi cio Scolastico Regionale per il Veneto

FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali)

A.S.A.C. (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali - Veneto)

Sezione e Coro A.N.A. di Vittorio Veneto

I testi di presentazione dei progetti-programma sono a cura dei cori partecipanti

in collaborazione con

Città di Vittorio Veneto

Regione Veneto

MIURUFFICIO SCOLASTICO REGIONALEPER IL VENETODirezione Generale

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Vittorio Veneto Città d’Arte e della Musica

La 45a edizione del Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto scio-

rina una larghissima, ma qualifi cata e selezionata compagine di concorrenti, a

riprova di un prestigio e di un’autorevolezza ampiamente raggiunti e convali-

dati; grazie ad una ben coordinata “logistica”, ma soprattutto alla competenza e

serietà dei componenti delle Commissioni Giudicatrici e del Comitato Artistico,

che da diversi anni è coordinato dal Maestro Stefano Da Ros.

La Città accoglie quindi i Concorrenti con il dovuto apprezzamento ed il

consueto calore ospitale, felice di spalancare i battenti di quel Teatro “Da Ponte”

che è oggi fi nalmente a diretta conduzione comunale.

Un motivo ulteriore rende però ancor più preziosa questa grande audi-

zione: ricorre infatti il 20° anniversario della scomparsa di un concittadino, che

fu “MAGISTER” della grande Musica Italiana, il compianto e mai dimenticato

Efrem Casagrande.

Tutto il mondo musicale, ma particolarmente la nostra collettività molto

gli deve. Godiamo infatti del suo “lascito”, che è ormai una grande tradizio-

ne: quella “Schola Cantorum”, variamente diramatasi in gruppi nei decenni,

gli epigoni della quale, con la Sua impronta, illustrano con orgoglio, simpatia e

preparazione raffi nata, il nome ed il prestigio di Vittorio Veneto su palcoscenici

importanti, riportandone lauri ed attestazioni di valore.

Ancora una volta, in defi nitiva, si dà inizio ad una festa: quella del canto,

sopra tutto, della voce, educata e disciplinata dalla tecnica, ma sempre fl uente

dal cuore; quello strumento sonoro insuperabile, certamente duraturo quanto

la stessa umanità.

L’Assessore alla Cultura Il Sindaco

Michele De Bertolis Gianantonio Da Re

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OMAGGIO AD EFREMCONCERTO CORALE

in occasione del 20° anniversariodella scomparsadel Maestro Efrem Casagrandefondatore del Concorso Nazionale Coraledi Vittorio Veneto

Teatro “Lorenzo Da Ponte”Venerdì 20 maggio 2011

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CCORALLE FEEMMMINILE VITTORRIESEDirettore: Patrizia Tomasi

CCORO AALPINOO “COL DI LANNA” Direttore: Sabrina Carraro

CCORO AA.N.AA. DDI VITTTORIO VENETTTO Direttore: Pierangelo Calesella

CCORO VVITTOORIO VENNETO Direttore: Giuseppe Borin

Composizioni ed elaborazioni corali di Efrem Casagrande

ore 20.45

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CATEGORIA C

Progetto-programmariservato a cori maschili

Teatro “Lorenzo Da Ponte”Venerdì 27 maggio 2011

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ore 21.00

1 “Gruppo Vocale Novecento” di San Bonifacio (VR) voci maschili Direttore: Maurizio Aldo Sacquegna

Il prezzo della libertà tra le meraviglie del creato M. CRESTANI El vecio alpino A. ZARDINI (arm. E. CASAGRANDE) Stelutis Alpinis G. MALATESTA (arm.) Tra le çime B. DE MARZI Rifugio bianco

Il canto alpino, ovvero la montagna e i suoi protagonisti, nel bene e nel male. Il canto e la poesia, che riescono a fi ssare nella nostra memoria anche le immani tragedie del passato, immortalando in una fi gura unica le disav-venture di tutti. E così, le centinaia di migliaia di caduti nelle guerre ora diventano “el vecio alpino” che resterà per sempre su, in croda, tra gli angeli, ora diventano il soldato senza volto che riposa sotto il campo di stelle alpine, come a volergli regalare il più bello dei sudari per ringraziarlo di averci donato una patria. Molte volte la montagna è stata interpretata come luogo di lotta, di guerra, di morte. Ma noi vogliamo proporne anche l’altra lettura possibile. Il canto alpino, ovvero la montagna e le sue magie, i suoi misteri e la sua imponenza. Il canto e la poesia come unico modo per poterla raccontare, per farci essere lì, per rendere giustizia a tanta bellezza.

2 Coro maschile “La Stele” di Roverè Veronese (VR) voci maschili Direttore: Matteo Valbusa

Vette della musica alpina B. DE MARZI Rifugio bianco R. DIONISI (elab.) Ninna nanna M. LANARO Abandono G. MALATESTA Oh montagne! G. SUSANA Io resto qui: Addio!

Il progetto si presenta come una piccola antologia della produzione del canto “di montagna”, proponendo alcuni dei brani più celebri ed eseguiti, tratti dal repertorio di cinque autori: De Marzi, Dionisi, Malatesta, Lanaro e Susana. Questi canti ritraggono la montagna come dipinti di paesaggi meravigliosi, quadretti di vita quotidiana, acquerelli della solitudine di contrade sperdute: opere d’arte che narrano le storie della gente alpina con diversi stili, ma tutte pervase dall’imperturbabile serenità che anima chi vive ed ama la montagna.

3 Coro “La Rupe” di Quincinetto (TO) voci maschili Direttore: Domenico Monetta

Il tema del ritorno al paese nei canti delle Alpi P. BON (arm.) Le Roi Renaud de guerre revient D. CORNERO (arm.) Gran Dio del cielo D. CORNERO Alpini nella steppa M. BORDIGNON (arm.) E tutti va’ in Francia

L’uomo, in alcune circostanze, è costretto a lasciare la propria terra, mentre le popolazioni delle Alpi hanno conosciuto spesso il momento amaro del commiato: che fossero soldati, migranti, condottieri tutti partivano con una speranza: ritornare. Il programma raccoglie quattro brani che cantano il ritorno. Le Roi Renaud, canto di origine processionale, racconta il ritorno disperato del Re Rinaldo dalla guerra; in Gran Dio del Cielo, canto della Grande Guerra, il ritorno è solo sognato e affi dato al volo di una rondine; Alpini nella Steppa ha la voce del soldato che in terra russa invoca il ritorno e sente che, paradossalmente, partire sarebbe morire. Infi ne, E tutti va’ in Francia, canto dell’emigrazione alpina, che esprime il desiderio di riscatto legato al rimpatrio.

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CATEGORIA A

Progetto-programma:musiche originali d’autore

Teatro “Lorenzo Da Ponte”Sabato 28 maggio 2011

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ore 9.30

1 Corale “San Salvatore” di Susegana (TV) voci miste

Direttore: Gianni Bortoli

Quando la preghiera si fa supplica

T.L. de VICTORIA Ave Maria J. van NUFFEL O Oriens D. BARTOLUCCI Domine, tu mihi lavas pedes? J. CEREROLS Señor mio Jesucristo D. BARTOLUCCI Memento mei Domine

Il fi lo conduttore del progetto-programma si evidenzia nella parola “supplica”, intesa non tanto come disperata istanza quanto piuttosto come confi denziale e tenero appello a chi conosce il nostro cuore e può riscaldarlo con il soffi o del suo amore. Si può affermare che tra i circa 30.000 mottetti sacri dell’area latina, ben pochi sfuggono all’implorazione, che interessa sempre qualche parte della composizione, a specchio dell’immenso repertorio gregoriano (800.000 melodie) i cui brani non staccano mai senza un’invocazione accorata alla divinità (pensiamo agli strazianti introiti concepiti tra il VII e l’VIII secolo, al tempo delle terrifi canti invasioni barbariche). Come potrebbe essere diversamente? La preghiera di supplica, infatti, fa parte delle nostre esperienze, svela la nostra provvisorietà e la nostra precarietà, ci colloca al giusto posto, sia che si rivolga al prossimo nel momento del bisogno, sia che si orienti a Dio quando la fi ducia lo rende unico destinatario delle nostre speranze.

2 Coro “Contrà Camolli” di Fontanafredda (PD) voci miste/maschili

Direttore: Giuliano Goruppi

La musica corale sacra di Luigi De Grassi

L. DE GRASSI Litanie (per coro misto) Magnifi cat (per coro maschile)

Luigi De Grassi, nato a Grado nel 1760 o 1766, fu attivo a Cividale come organista del Duomo dal 1785 al 1830. Nel corso della propria attività scrisse una vasta produzione di musica sacra comprendente messe, salmi, mottetti, litanie ed altre composizioni, per vari organici vocali quasi sempre con accompagnamento strumentale e destinata alla liturgia. Sono dedicati ad un orga-nico maschile le Litanie (con una quarta voce ad libitum aggiunta postuma) e il Magnifi cat. Lo stile di De Grassi riassume ad un tempo la transizione tra Classicismo e Romanticismo, il rigore proprio della musica sacra e qualche slancio di cantabilità lirica.

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3 “Corale Zumellese” di Mel (BL) voci miste

Direttore: Manolo Da Rold

Musica corale sacra nordeuropea e statunitense: due scuole accomunate da un sempre più preponderante gusto neoromantico.

E. FAGERTUN Kyrie P.P. RIPS Paradisi gloria Z. RANDALL STROOPE Caritas et Amor T. KVERNO Ave maris stella

Erlend Fagertun, giovane compositore norvegese, ben rappresenta, con il suo Kyrie, la sempre più viva tendenza al neoromanticismo nella composizione corale contemporanea. Formule melodi-che dalle campate ampie ed ariose vengono caratterizzate da armonie con dissonanze “dolci”, ma assolutamente mai melense o scontate. Nella celebre Ave Maris Stella di Trond Kverno, anch’egli norvegese, si percepiscono ancora alcuni richiami agli impulsi ritmico-tematici caratteristici del mi-nimalismo molto diffuso in Scandinavia. Un progressivo allontanamento dalla scuola minimalistica dei grandi maestri suoi conterranei Part e Sisask lo si evince anche nel mottetto Paradisi Gloria della compositrice baltica Piret Ribs, nel quale vi è una concezione madrigalistica nel rapporto tra parola e notazione musicale. Mentre in Europa questo gusto neoromantico si sta evolvendo lentamente con una produzione stilisticamente ricca e variegata, negli Stati Uniti d’America autori come Lauridsen e lo stesso Stroope, hanno caratterizzato la Scuola Statunitense proprio con il gusto neoromantico, che a volte sfocia in un mieloso “effetto Broadway”, in altri casi origina vere perle, come il Caritas et amor di Stroope.

4 Coro “Antonio De Vecchi” di Cinto Caomaggiore (VE) voci miste

Direttore: Luciano Bertuzzo

La musica di Vytautas Miškinis fra passato e presente

V. MIŠKINIS Tibi laus Tota pulchra es Cantate Domino Ubi caritas et amor O salutaris hostia

Nella produzione corale del compositore lituano sono spesso presenti aspetti poliritmici, im-pianti politonali e cluster. Il breve mottetto Tibi laus rivela subito alcune caratteristiche armo-niche tipiche di Miškinis: da una sorta di semplicità tonale iniziale ci si allontana subito verso armonie contrastanti. In Tota pulchra es e in Ubi caritas et amor”, tratti dall’opera “Four Motets in memory of Maurice Durufl è”, Miškinis rivisita in modo del tutto personale le composizioni dell’autore francese, pur mantenendo l’atmosfera generale dei brani in lingua latina. Evidenti aspetti di politonalità sono presenti anche nei due brani Ubi caritas et amor e nel Cantate Domino, quest’ultimo caratterizzato anche da richiami ritmici alla musica leggera. Molta della musica sacra di Miškinis è concepita prestando attenzione all’acustica degli edifi ci di culto; è il caso di O salutaris hostia dove il coro femminile, spazializzato lungo il perimetro della chiesa, canta il frammento “bella premunt hostilia” in un regime di aleatorietà controllata fi no a satu-rare lo spazio sonoro acuto, mentre quello medio-grave viene occupato dal coro virile che, opponendosi dall’altare, assolve omofonicamente ad un ruolo quasi di fanfara.

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ore 11.00

5 Coro “Tacer non posso” di Trieste voci miste

Direttore: Francesco Calandra di Roccolino

Autori giuliani del Novecento

C. SEGHIZZI Tre liriche da Ungaretti V. LEVI Surge, propera Nelle mie lunghe notti A. MIRT A kányai biró háza de magos G. VIOZZI O falce di luna calante P. MERKÙ Sonetto alla gioia

Il progetto nasce dal desiderio di offrire una retrospettiva sulla musica corale degli autori giu-liani del Novecento. Ad un attento lavoro di ricerca è seguita una scelta nel vasto catalogo di antologie, brani d’occasione, elaborazioni di canti popolari, musica sacra e profana. Gli autori di riferimento sono stati da un lato quelli del Novecento ‘storico’ come Vito Levi e Giulio Viozzi, affi ancati alle generazioni più giovani rappresentate da Cecilia Seghizzi, Pavle Merkù, Alessandro Mirt. L’idea è quella di presentare le peculiarità storiche e culturali della musica corale contem-poranea dell’area giuliana, con particolare riferimento agli autori sopra indicati, di cui si potran-no apprezzare le scelte linguistiche e formali, le infl uenze ricevute grazie agli stretti contatti con l’Europa centrale e orientale, l’amore per la propria terra e la rifl essione sul testo poetico.

6 “Gruppo Vocale Novecento” di San Bonifacio (VR) voci miste

Direttore: Maurizio Aldo Sacquegna

I predatori della coralità perduta

G.M. ASOLA Laudate Domunum omnes gentes P.F. CAVALLI Dixit Dominus A. LOTTI Crucifi xus a 10 voci

Tre brani policorali saranno eseguiti per raccontare la storia di un cambiamento stilistico nelle varie epoche che hanno caratterizzato il gusto, la moda, la cultura e soprattutto la musica a Venezia e nel Veneto. Tre brani poco conosciuti o addirittura inediti, frutto di una seria ricerca musicologica ed euristica. Il titolo, infatti, “predatori della policoralità perduta”, ispirato ad un celebre fi lm, sta a sottolineare qual è il ruolo del musicologo in questo campo: ricercare, scopri-re, portare alla luce manoscritti o stampe di secoli addietro che sono rimasti dimenticati e che rischiavano per sempre di rimanere imprigionati nell’oblio. Tutto questo nel magnifi co sfondo della Repubblica di Venezia, tra l’epoca rinascimentale e quella tardo-barocca.

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7 Coro maschile “La Stele” di Roverè Veronese (VR) voci maschili

Direttore: Matteo Valbusa

Il coro maschile nella musica contemporanea

C. MAWBY O Emmanuel S. PALMGREN Darthulas Gravsång E. RAUTAVAARA La Mort des Pauvres A. COPI Totus tuus V. TORMIS Incantatio maris aestuosi (Kalevala)

Il progetto presenta cinque brani composti tra il XX e il XXI secolo da autori europei di diver-so stile, che mettono in risalto altrettante peculiarità del coro a voci maschili. Colin Mawby, ir-landese, riprende le sonorità antiche del canto gregoriano e degli inni medievali, trasponendole in uno squillante contesto neo-modale; lo scandinavo Selim Palmgren musica il testo tratto dai Poemi di Ossian con le profonde armonie di stampo tardoromantico. Einojuhani Rautavaara, fi nlandese, infrange i percorsi armonici tonali con l’uso dei cluster, mentre la delicatissima pre-ghiera mariana dello sloveno Ambrož opi è caratterizzata da accordi trasparenti. Infi ne, l’esto-ne Veljo Tormis narra in musica la leggenda nordica del mare in tempesta, in cui il coro diventa uno strumento di imitazione delle calamità naturali e della disperazione di un naufrago.

8 Coro “La Rupe” di Quincinetto (TO) voci maschili

Direttore: Domenico Monetta

“La voix de Dieu dans le choses”: la musica che salda la terra con il cielo

E. PELLISSIER - A. MAZZA Ecoute A. BERTOLIN - T. COLOMBOTTO L’infi ni F. POULENC Preghiere di S. Francesco (III e IV) F. MENDELSSOHN-BARTHOLDY Beati mortui G. PILLONETTO - R. PADOIN La luce del giorno

Tutte le cose sotto il cielo parlano con la voce di Dio, diceva San Francesco d’Assisi. Nella voce divina l’uomo ha cercato consolazione, riparo, luce: la musica ha rifl ettuto questa ricerca, talora amplifi cando lo slancio mistico, talora abbandonandosi all’evidenza del grande mistero della fede. Il presente programma esamina cinque brani che esplorano la bellezza della voce di Dio nelle cose. Ecoute invita all’ascolto di questa voce e L’Infi ni è una rifl essione sul segno divino della Luce; di seguito le Preghiere di San Francesco d’Assisi. Nel Beati mortui, dall’Apocalisse di San Giovanni, la voce di Dio consola e indica la via per la contemplazione serena della morte. La po-etica di La luce del giorno chiude il percorso lasciando ancora alla luce la speranza dell’eternità.

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ore 14.30

9 “Ensemble Vocale Thesaurus” di Roma voci miste

Direttore: Giovanni Grimaldi

Musica e poesia: fra tradizione rinascimentale e brividi decadentistici

O. DI LASSO Bonjour, mon coeur C. DEBUSSY Dieu! Qu’il fait bon regarder Quant j’ai ouy la tambourin Yver, vous n’estes qu’un villan

Le Trois Chansons de Charles d’Orléans di Débussy sono state scelte per il grande valore che presentano dal punto di vista poetico e musicale. Esse sono caratterizzate da una particolare natura composita, da un singolare abbinamento fra testo poetico antico e musica novecente-sca, che coesistono armonicamente senza forzature ed anzi si integrano a vicenda in modo signifi cativo. Le Chansons, brani tutt’altro che marginali o folcloristici, si inseriscono a pieno titolo nella ricerca poetico-musicale di Débussy che, coerentemente con la poetica decadentistica del tempo, è tesa ad esprimere il “mistero” insito nella realtà; mistero che solo l’arte e, appunto, la musica, sono in grado di svelare. L’altro brano, Bonjour, mon coeur di Orlando di Lasso, per-mette di osservare le differenze nella messa in musica, in tempi diversi, di testi poetici di epoca rinascimentale.

10 Coro “Musicanova” di Roma voci miste

Direttore: Fabrizio Barchi

Colori policorali

T.L. de VICTORIA Veni Sancte Spiritus G.P. da PALESTRINA Magnifi cat B. BRITTEN A Hymn to the Virgin T. KVERNO Ave maris stella

Il termine “policorale” sta ad indicare una musica realizzata per due o più cori che interagiscono. Le prime testimonianze di policoralità risalgono agli inizi del XVI secolo in ambiente veneto-padano ed è in virtù della migrazione di sacerdoti che questa pratica si diffuse in ogni parte d’Italia. A Roma, dove maggiormente è avvertito lo spirito conservatore della Chiesa nella prassi liturgica e musicale, la policoralità prese avvio più tardi. I due cori, formati entrambi dalle classiche quattro voci (ma esistono esempi con formazioni molto varie), dialogano e solo in al-cuni momenti cantano contemporaneamente creando un effetto di notevole impatto emotivo. Nonostante il grande proliferare del genere policorale nel tardo rinascimento e nel periodo barocco, il fascino delle sonorità “spaziate” interessa anche compositori più vicini a noi; ne sono una elegante espressione A Hymn to the Virgin di Britten e Ave Maris Stella di Kverno.

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11 Coro “Estro Armonico” di Salerno voci miste

Direttore: Silvana Noschese

Nascita-morte, luce-tenebre: contrasti polifonici

R. DI MARINO Beata viscera Mariae Virginis U. SISASK Seisab valurikas Ema M. LAURIDSEN O nata lux G. ORBÁN Daemon irrepit callidus

Il progetto intende illustrare la “ciclicità” dell’esistenza attraverso quattro brani di autori con-temporanei che presentano tematiche apparentemente contrapposte: dal brano di Di Marino dedicato alla nascita, intesa come inno alla vita, al brano di Sisask che presenta il dolore di Maria per la morte del Figlio; dalle note di Lauridsen che ripropongono il mistero della luce che nasce dalla Luce per illuminare il mondo, all’irruenza di Orbán che ci trasporta nelle tenebre. Attraverso il canto il ciclo della vita si compie, gli apparenti contrasti diventano invito alla rina-scita e possibilità di salvezza. Niente e nessuno muore mai veramente, ci guida la speranza che sarà la Luce ad illuminare le Tenebre.

ore 16.00

12 Gruppo Vocale “Laeti Cantores” di Cagliari voci miste

Direttore: Giovanni Schirra

La natura in musica… la musica della natura

O. DI LASSO La nuit froide et sombre C. JANNEQUIN Le chant des oyseaux C. MONTEVERDI Quel augellin che canta F. MENDELSSOHN-BARTHOLDY Die Nachtigall Herbstlied

In un percorso musicale che abbraccia tre secoli, la grandezza della natura viene decantata cen-trando l’attenzione sui suoni, sui colori, sui mutamenti che essa subisce nell’inesorabile avvicen-darsi dei giorni e delle stagioni. Il canto della natura, con l’imitazione dei suoi diversi aspetti, ha anche un potere evocativo capace di rappresentare sentimenti, emozioni e quindi stati d’animo.

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13 Coro “Ad Dei Laudem” di Lentini (SR) voci miste

Direttore: Ezio Spinoccia

La musica sacra di Mendelssohn: il percorso spirituale di un musicista ebreo

F. MENDELSSOHN-BARTHOLDY Richte mich, Gott Denn Er hat seinen Engeln befohlen Jauchzet dem Herrn alle Welt

In questo progetto si è tentato di evidenziare la spiritualità di Mendelssohn attraverso tre mottetti il cui testo è tratto dai salmi: il Salmo 43 in cui l’uomo chiede aiuto a Dio, il Salmo 91 in cui Dio ci soccorre con l’aiuto degli angeli ed il Salmo 100, carme per antonomasia della jubilatio al Signore. In realtà il processo di maturazione spirituale del musicista si sviluppa nell’arco della sua vita e ciò è dimostrato in altri salmi musicati da Mendelssohn. La scelta di tali testi non fu casuale, ma teleologicamente orientata, per incamminarsi consciamente verso un iter in Deum. Ne scaturisce un musicista non così sereno e solare come il tradizionale giudizio critico vorrebbe, ma teso a guardare dentro se stesso alla ricerca della sua personale spiritualità.

14 Gruppo Vocale “Discantus” di Siracusa voci miste

Direttore: Salvatore Sampieri

Il madrigal cantando

J. ARCADELT Il bianco e dolce cigno G.P. da PALESTRINA I vaghi fi ori e l’amorose fronde C.G. da VENOSA Ardita zanzaretta C. MONTEVERDI Che se tu se’ il cor mio A. SCARLATTI O selce, o tigre, o ninfa

Madrigale, sinonimo di sublime, impalpabile, misterioso, amoroso, erotico, sensuale. Dalle corti alla vita delle strade, la sua freschezza ha affascinato generazioni, trovando massimo splendo-re nel Rinascimento e proiettandosi verso lo stile strumentale barocco. Cinque compositori, cinque madrigali, cinque storie: d’insoddisfazione la prima, di passioni e amori velati le altre. Questa nostra proposta vuol dar prova che attraverso la musica, la sublimazione del testo e dei contenuti traspaiano sempre limpidi in ciascun brano. L’arte musicale risulterà sempre essere la fonte di energia che alimenta la parola, esaltandone signifi cato e forza espressiva.

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CATEGORIA B

Progetto-programma: canto popolare

Teatro “Lorenzo Da Ponte”Sabato 28 maggio 2011

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17

ore 20.00

1 Corale “San Salvatore” di Susegana (TV) voci miste

Direttore: Gianni Bortoli

Fior da fi ore

J. CHAILLEY Le Vira du Minho ETCHAHUN (P. TOPET) Goizian argi hastian SKUJEMIEKS - KALMINS Lugšana E. SANCHEZ (trascr. LITTEL) Tú MEINI (elab.) Hoy Kineret scheli

Come l’ape si sposta di fi ore in fi ore e da ciascuno succhia un nettare sempre diverso, così via via si allieta colui che passeggia tra le diverse culture popolari, i cui canti ne accrescono la conoscenza, ne approfondiscono la cultura, ne amplifi cano la comprensione. Con il termine “canto popolare” si intende non tanto il canto per il popolo ma il “canto del popolo”; quel tipo di musica certa-mente d’autore ma riconosciuta dai fruitori come “propria” perché ne rispecchia le credenze, le ansie, i dolori, gli amori… tutti i sentimenti insomma che fanno vibrare le corde dei loro cuori. In tal senso il folklore non solo è identitario di una certa zona, ma si rivela anche un prezioso scrigno del tempo, che conserva messaggi di cultura e civiltà e assurge per l’etnomusicologia un ruolo di grande importanza, in quanto nasconde e svela il mondo di quei popoli le cui arie s’attagliano perfettamente, come la scorza di un albero alla loro anima, e permettono quindi l’osservazione dei fenomeni musicali su una base antropologica e sociologica di ampio respiro.

2 “Corale Zumellese” di Mel (BL) voci miste

Direttore: Manolo Da Rold

Il canto popolare come ponte sull’Atlantico in grado di unire le tradizioni musicali di due continenti.

P. LAWSON (elab.) Down to the River to Pray T.E. MOORE (elab.) An Irish Blessing J. ERB (elab.) Shenandoah J. QUICK (elab.) Loch Lomond

Tre linee melodiche molto simili accomunano brani apparentemente lontani fra loro. Loch Lomond, raffi nata elaborazione di un’antica melodia scozzese diffusa anche in Irlanda con il titolo Red is the Rose, narra di un soldato che, morente, anela di raggiungere le sponde del lago Lomond ove è nato, nella Scozia centrale. Stesso intervallo di quarta nell’incipit del tema (a sua volta ricco di similitudini con il precedente) nell’antico canto statunitense dedicato al fi ume Shenandoah, nell’omonima valle che si trova nella Virginia occidentale, ove stanziarono proprio i primi coloni scozzesi ed irlandesi. Sempre in Virginia si trovano i monti Appalachi, luogo in cui è stata raccolta la melodia del “gospel bianco” Down to the river to pray; ancora una volta un intervallo di quarta nell’incipit, ancora una volta una melodia ricchissima di analogie con quelle precedentemente cita-te e ancora un corso d’acqua. In An Irish Blessing la melodia è d’autore, ma il testo è antichissimo e fonda le sue radici nella tradizione della cattolicissima Irlanda da cui è partita la più numerosa comunità europea presente negli Stati Uniti.

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3 “Amazing Gospel Choir” di Este (PD) voci miste

Direttore: Chiara Moro

“Feel the Spirit”: lo Spiritual secondo Moses Hogan

M. HOGAN Ain’t That Good News I’m Gonna Sing ‘til the Spirit There Is a Balm in Gilead Didn’t My Lord Deliver Daniel? The Battle of Jericho

Sebbene inizialmente utilizzato nei vari ambiti della vita degli schiavi neri d’America, lo Spiritual - fi glio di culture diverse ma con un’identità propria - raggiunse velocemente un livello artistico di tutto rispetto. Quando un gruppo di giovani studenti di colore della Fisk University si imbarcò in un tour allo scopo di raccogliere fondi per la loro università, il loro repertorio provocò un effetto immenso, destò un grande interesse e si diffuse ben presto in tutto il mondo. All’inizio del XX se-colo, molti compositori di colore iniziarono ad emergere, alimentando con le loro armonizzazioni gli innumerevoli gruppi che andavano formandosi. Moses Hogan (n. 1957 - m. 2003) si inserisce appieno in questa tradizione musicale: nativo della Lousiana, portò un nuovo respiro a livello armonico e compositivo, senza tuttavia defraudare le melodie del loro sapore primitivo. Come i suoi predecessori, ebbe modo di sperimentare i propri arrangiamenti attraverso i suoi cantori, i “Moses Hogan Singers”. Ha saputo rivitalizzare i canti di questo popolo forte e orgoglioso ed ora il suo lavoro ha trovato casa nel repertorio di cori di tutto il mondo.

4 Coro “Bodeca Neža” di San Michele del Carso (GO) voci femminili

Direttore: Mateja Cernic

La trilogia dell’amore, della natura e del rito del ballo nel canto popolare sloveno

J. JEŽ Igraj Kolce M. GABRIJELCIC Vuprem oci L. LEBIC Fcelica zleteila R. GOBEC Ne óuni, ne sejaj A. COPI Dajte novici na kolac

Il canto popolare è una delle fonti più genuine che permette di conoscere la storia di ogni po-polo a conferma della sua esistenza e vitalità. Il canto popolare sloveno racchiude tre elementi ricorrenti: il rapporto primordiale con la natura, l’amore e il rito del ballo. Il progetto presenta un ciclo di elaborazioni di melodie popolari: partendo dal tipico ballo kolo (cerchio), simbolo del ciclo vitale e della provenienza naturale dell’uomo, fi no ai canti che raccolgono diverse esperienze del sentimento amoroso ispirate alla natura; per chiudere con un ballo istriano che parla dei novelli sposi e riconduce al primo ballo di corteggiamento. Il ciclo naturale che riaffi ora nei brani vuole esaltare la connessione vitale dell’uomo con la natura ed il suo motore più importante, l’amore.

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ore 21.30

5 Coro “Nuova Armonia” di Chiari (BS) voci femminili

Direttore: Maurizio Ramera

Viaggio nella tradizione popolare rivista da autori contemporanei

F. GORDI African tune F. GORDI Yome, yome Anomino (arr. D. CLAPASSON) God rest you Merry Gentlemen Anomino (arr. D. CLAPASSON) Il codino del topino

La musica popolare è spesso fonte di ispirazione e linfa vitale nei lavori di grandi compositori. Sollecitazioni musicali ed elementi artistici che sanno sempre rinnovarsi e rielaborare nuove pro-spettive, dimostrando la vivacità di culture e tradizioni musicali, e che sono in grado, perciò, di at-tualizzare le proprie ricchezze e rendere sempre vivo il patrimonio artistico. Il principio ispiratore dell’attività di ricerca, di studio, di interpretazione e di produzione del coro “Nuova Armonia” non si è mai discostata da questa prospettiva. La ricerca del repertorio, il rapporto con compositori e arrangiatori con particolare interesse al gusto e alle istanze popolari, contemperate all’innova-zione e alla ricerca, hanno portato il coro a ripercorrere e rivisitare la nostra tradizione con esiti, crediamo, non scontati.

6 Coro “La Rupe” di Quincinetto (TO) voci maschili

Direttore: Domenico Monetta

Le declinazioni dell’amore

G. MALATESTA (arm.) Les plaisirs sont doux D. CONRERO (arm.) Nennella BALOCCO-NOVELLI / D. CONRERO Bruta vigliaca G. MARTINI (arr. KING’S SINGERS) Plaisir d’amour GUTIÉRREZ - ARDIENTE Alma Llanera

In modi infi niti si può declinare l’amore e attraverso la musica popolare l’uomo ha cantato le in-fi nite forme dell’amore. Vengono qui presentati cinque brani che, con linguaggi musicali e culturali differenti, raccontano alcune di queste declinazioni. L’amore carnale è il tema di Les Plaisirs sont doux, adattamento di Malatesta di un canto popolare valdostano. Poi due armonizzazioni di Dante Conrero: l’amore perduto, nella storia dell’amante che passa la vita a cercare il ricordo di Nennella; l’amore tradito, quello del partigiano venduto ai nazisti da una bruta vigliaca. Plaisirs d’amour, brano del ‘700, racconta l’amore illuso, fonte di piaceri brevi e di eterni dolori. E il breve percorso si conclude con l’amore di patria in Alma Llanera, popolare canto venezuelano.

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7 Coro giovanile “Il Calicanto” di Salerno voci miste

Direttore: Silvana Noschese

“Carosello napoletano”, elaborazioni di Riccardo Giavina

Anomino (elab. R. GIAVINA) Priesto oje nanne CAPURRO-DI CAPUA (elab. R. GIAVINA) O sole mio Anomino (elab. R. GIAVINA) Cicerenella DE CURTIS (elab. R. GIAVINA) Torna i Surriento TURCO-DENZA (elab. R. GIAVINA) Funiculì funiculà

Il programma prende nome e incipit dalla vecchia sigla di Carosello, per molti ricordo d’infanzia, e si dispiega attraverso un piccolo excursus della canzone napoletana presentata attraverso le elaborazioni di Riccardo Giavina. Il compositore ristabilisce un fi lo diretto tra passato e presente dando alla canzone napoletana la possibilità di proseguire anche polifonicamente la sua antica strada nel mondo. Nel progetto “Carosello napoletano” si alternano brani di diverso stile: popo-lari e tradizionali, a cappella e con pianoforte, melodici e brillanti. Così da una melodia all’altra è la storia di Napoli che parla, dei suoi personaggi, delle sue scoperte, delle sue creature, dei suoi sentimenti. Le elaborazioni di Giavina aiutano a mantenere viva, salda e signifi cativa una tradizione che ha dato lustro a tutta la cultura italiana.

8 Gruppo Vocale “Laeti Cantores” di Cagliari voci miste

Direttore: Giovanni Sciarra

Il suono… spazio e tempo di memoria… la voce dell’eternità

A. SANNA Canta, canta fi lugnata Mutu di Orgosolo Deus ti salvet Reina Rosario di Ghilarza Tres’ arrosas de oru Duru duru Tre danze sarde

La musica della tradizione orale sarda conta e canta di Ichnusa. Ne racconta genti, gesti e gesta. La sua diafana eloquenza modula sonorità antiche eppure nuove. Rudi gutturalità, memori di bestialità e umanità che si parlano. Oggetti sonanti, entusiasmo nell’adempimento di umili eppur fertili reiterazioni. Onomatopee gravide di vita.

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CATEGORIA D

Progetto-programma riservato a corigiovanili

Teatro “Lorenzo Da Ponte”Domenica 29 maggio 2011

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ore 10.00

1 Coro del Liceo “Marco Polo” di Venezia voci miste

Direttore: Nicola Ardolino

Cantare per imparare

T. CAMPION Never Weather - beaten Sail T. RAVENSCROFT A Round of Three Country dance in one T. MORLEY Though Philomela lost her love B. CHILCOTT Can you hear me? J. RUTTER For the beauty of the earth

Il coro presenta come progetto il suo lavoro annuale che ha una valenza primariamente didattica e solo in parte concertistica. Ciò consiste nel costruire un repertorio che tenga conto, in primo luogo, delle caratteristiche dell’organico (quest’anno femminile) e delle qualità vocali e timbriche. A questo si aggiunge il tipo di letteratura corale: pur mantenendo una certa predilezione per il pop o comunque per pagine vicine alle sensibilità giovanili, il complesso vocale spazia nella ricerca di composizioni di altri secoli, così da affi nare il gusto e arricchire la conoscenza della letteratura corale.

2 “Coro Giovanile di Thiene” di Thiene (VI) voci miste

Direttore: Silvia Azzolin

Down by the Rhythm. Alle origine dello swing

Tradizionali sudafricani Gabi Gabi Nginesi ponono Ayangena Spiritual Down by the River Side D. ELLINGTON It don’t mean a thing L. BERNSTEIN Swing G. GERSHWIN Clap yo’ hands - I’ve got Rhythm

Il programma intende ripercorrere il viaggio della musica occidentale verso lo ‘swing’, dalla tradi-zione africana al Jazz, recuperando il valore demiurgico della voce in quanto articolazione del cor-po. Dalla tradizione sudafricana, nello stile chiamato isicathamiya (canti di tipo responsoriale) alla tradizione afroamericana, voce e ritmo diventano un tutt’uno e ci portano allo swing inaugurato da Duke Ellington. E Swing è anche il titolo di un brano del musical Wonderful town di Bernstein, che mostra il debito non solo di Brodway ma anche dei compositori classici verso questo genere. Infi ne George Gershwin, maestro della contaminazione, conclude questo breve viaggio all’insegna del piacere di lasciarsi coinvolgere, Body & Soul, dallo swing.

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3 Coro “Valsugana Singers” di Borgo Valsugana (TN) voci miste

Direttore: Giancarlo Comar

Aspetti della tradizione corale natalizia nei paesi di lingua anglosassone

J. RUTTER Angels’ Carol Tradizionale (arr. MALTON) Ding dong! Merrily oh high F. GRUBER (arr. BENNETT) Silent Night I. BERLIN (arr. MARSH) White Christmas Tradizionale (arr. GABRIEL) Adeste fi deles

Nei paesi di lingua anglosassone esiste da sempre una grande attenzione per il repertorio corale natalizio; ai brani provenienti da una tradizione secolare se ne aggiungono ogni anno di nuovi, scritti da compositori attivi in tutti i generi musicali. Questa vasta produzione ha trovato negli ultimi anni una grande diffusione anche in Italia. L’ampiezza del repertorio e la varietà degli arran-giamenti a disposizione consentono di confrontarsi con problematiche esecutive diverse, costi-tuendo un ottimo terreno di studio per un coro giovanile. Il progetto dei “Valsugana Singers” si propone, quindi, di dare un’idea di quale sia l’attuale contesto musicale in riferimento per il genere affrontato, ponendo anche un importante obiettivo didattico, che trova il suo culmine nell’esecu-zione dell’impegnativo arrangiamento di Silent Night ad opera di Ned Bennett.

ore 11.00

4 Coro “Bodeca Neža” di San Michele del Carso (GO) voci femminili

Direttore: Mateja Cernic

Musica contemporanea slovena: generazioni a confronto

L. LEBIC Pomlad Zima A.COPI Ave Maria I. CERGOL Žejni oleander N. FORTE Žabe A. KUMAR Tice

Il ventesimo secolo porta divergenze nell’evoluzione del linguaggio musicale contemporaneo anche nell’ambiente sloveno. Dal secondo dopoguerra in poi c’è una radicale divisione tra con-servatori e progressisti. Negli anni Sessanta si assiste ad una svolta graduale. L’ambiente culturale sloveno incomincia ad aprirsi verso l’Europa e i compositori sviluppano un proprio linguaggio, che si allontana dai vincoli della notazione tradizionale e dal pentagramma: alternanza tra parola cantata, parlata o sussurrata, con una componente ritmica molto esplicita. I compositori traggono spunto dall’espressione innovativa dei propri predecessori e cercano di svilupparla con nuove idee, da un linguaggio ancora abbastanza tonale, ma con armonie moderne e dissonanze a volte ardue, ad un marcato infl usso della musica jazz.

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5 Coro “Hebel” del Liceo Classico “Legnani” di Saronno (VA) voci femminili

Direttore: Alessandro Cadario

Unità e Diversità

M. GRANCINI Dulcis Christe C. MONTEVERDI Su, su, su pastorelli vezzosi Trad. giapponese (elab. R. OGURA) Hotaru koi A. CADARIO Caracola I. HEAP Hide and Seek V. CARLTON (arr. A. CADARIO) A Thousand Miles

Anche nella musica, come nella vita, possiamo riscontrare quanto unità e diversità siano insieme l’arkè e la causa di bellezza ed unicità di qualsiasi fenomeno. Così un coro di liceo inizia raccontan-do la storia di due musicisti: Michelangelo Grancini - maestro di cappella del duomo di Milano di cui viene eseguito un esempio di amore sacro Dulcis Christe - e Claudio C. Monteverdi, maestro di cappella di San Marco a Venezia, di cui viene presentato per unità-contrasto Su, su, su pastorelli vez-zosi, tripudio bucolico dell’amor profano. Secondo motivo di incontro-scontro è quello tra orien-te e occidente, accostiamo allora il brano Hotaru Koi (trad. giapponese) ad una composizione, Caracola, tutta occidentale sia per il poeta (G. Lorca) che per il compositore (A. Cadario). L’ultimo passaggio riguarda la musica pop che per noi “coro di scuola” ha la sua importanza: proponiamo quindi Hide an seek della cantautrice inglese I. Heep e A thousand miles dell’americana V. Carlton.

6 Coro “Musicanova” di Roma voci miste

Direttore: Fabrizio Barchi

Leggera… ma non troppo

G. GASTOLDI Tutti venite armati LENNON-Mc CARTNEY (arr. K. ABBS) Can’t buy me love B. JOEL (arr. B. CHILCOTT) And so it goes C. MATTONE (arr. Giambetti-Schirò) Le ragazze LENNON-Mc CARTNEY (arr. B. Chilcott) And I love her R. NEWMAN (arr. S. CARRINGTON) Short People

La grande distanza che a volte separa la musica colta dalla musica leggera è stata, in questi ultimi anni, diminuita dalla comparsa di gruppi vocali che hanno proposto o versioni rivisitate di pagine immortali del repertorio colto (come ad esempio gli “Swingle Singers” con versioni corali del “Clavicembalo ben temperato”) o degli evergreen del repertorio pop, come le canzoni dei Beatles, riadattate in versione corale con armonizzazioni estremamente raffi nate. In un certo senso si è ricreata quella situazione che nel Rinascimento consentiva ad un compositore, solitamente prote-so verso la produzione colta, a misurarsi con la composizione di stampo popolare. Il programma che il coro propone parte dal repertorio leggero rinascimentale e, attraverso una canzone dei Beatles realizzata in stile di balletto, Can’t Buy Me Love, offre una breve panoramica di brani frutto dell’incontro fra la musica pop e la vocalità “a cappella”.

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7 Coro giovanile “Il Calicanto” di Salerno voci miste

Direttore: Silvana Noschese

Cantate Domino canticum novum: autori antichi e contemporanei a confronto

D. FRIDERICI Cantate Domino H.L. HASSLER Cantate Domino L. GYÖNGYÖSI Cantate Domino P. AYRES Cantate Domino

Il progetto è dedicato al Salmo 95, Cantate Domino canticum novum, nella scrittura di quattro di-versi musicisti: due compositori antichi e due contemporanei. In ciascun brano le parole del salmo sono trasformate in piccole miniere compositive che trasportano in variegati mondi musicali Dal primo brano, il mottetto di Friderici, all’ultimo, il Cantate domino di Ayres, i diversi periodi storici.contestualizzano e caratterizzano le esecuzioni. L’idea è quella di evidenziare come dall’univer-salismo della preghiera, che ha come base l’unicità di Dio, possano nascere così tante letture. Se quando eleviamo la nostra preghiera è necessario che “la mente concordi con la nostra voce”, in ciascun autore il canto di lode esprime in maniera diversifi cata ciò che avviene nell’incontro dell’uomo con Dio.

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Domenica 29 maggio 2011 - ore 17.00Teatro “Lorenzo Da Ponte”

CONCERTO DEI MIGLIORI CLASSIFICATI

e assegnazione del

17° GRAN PREMIO

“EFREM CASAGRANDE”

Vittorio VenetoCittà d’Arte

e della Musica

Tipse

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