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Cinquantaanni

di Rotarya Grosseto

Edito dal Rotary Club Grosseto in occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione

(1954-2004)

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“50 anni di Rotary a Grosseto”1954-2004

(pubblicazione del Rotary Club Grossetoin occasione del suo cinquantenario)

CoordinatoreClaudio Bottinelli

SegreteriaPasquale Sposato

Autori dei testiClaudio Bottinelli, Franco Chimenti, Stefano D’Errico,

Giulio De Simone, Giuseppe Favale, Luca Favali, Mario Gennari, Roberto GiorgettiLuigi Iaselli, Carminio La Porta, Luigi Lepri,

Sergio Lorenzini, Antonio Ludovico, Mario Luzzetti,Alessandro Marzocchi, Lorenzo Milone, Domenico Saraceno,

Pasquale Sposato, Serena Torri, Mario Valentini

CopertinaAntonio Ludovico

StampaGrafiche Effesei - Largo Sacco 6 - Grosseto

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Premessa

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Il Rotary international è un’organizzazione mondiale di persone, con posi-zioni di rilievo nel campo degli affari e delle professioni, che si dedicano

a servizi umanitari, si uniformano ad alti standard etici nell’esercizio delleattività professionali e operano al fine di creare pace e buona volontà nelmondo. Circa 1.2 milioni di rotariani agiscono in oltre 29.000 Rotary Clubsparsi in più di 160 paesi in tutto il mondo.I soci del Rotary Club sono una rappresentanza degli uomini e delle donneinseriti nel mondo degli affari e delle professioni della loro comunità. Intutto il mondo i Rotary Club si incontrano settimanalmente e sono apolitici,ancofessionali e aperti ad ogni cultura, razza e credo.L’obbiettivo principale del Rotary è il servizio - nella comunità, sul posto dilavoro e in tutto il mondo. I rotariani sviluppano progetti di pubblico servi-zio indirizzati alla soluzione dei problemi più critici del mondo d’oggi, qualii bambini a rischio, al povertà e la fame, l’ambiente, l’analfabetismo e la vio-lenza., Essi inoltre sostengono programmi per la gioventù, opportunità edu-cative e scambi internazionali per studenti, insegnanti e laureati e program-mi di sviluppo professionale. Il motto del Rotary è “Service Above Self”.Nonostante i Rotary Club sviluppino autonomi programmi di servizio, i rota-riani di tutto il mondo sono uniti in una campagna di eradicazione globaledella poliomielite. Negli anni ‘80 i rotariani hanno raccolto 240 milioni didollari per immunizzare i bambini in tutto il mondo; per il 2005, centenariodel Rotary e data obiettivo per la certificazione di un mondo libero dallapoliomielite, il programma “PolioPlus” avrà contribuito a questa causa conla cifra di 500 milioni di dollari. A questo va aggiunto l’esercito di volonta-ri che il Rotary ha messo a disposizione per promuovere e dare assistenzaalle giornate nazionali di immunizzazione nei Paesi ove la poliomielite è unamalattia endemica.La Fondazione Rotary del Rotary International è un ente no-profit che pro-muove la comprensione mondiale attraverso programmi di servizio umanita-rio e scambi educativi e culturali. E’ sostenuta esclusivamente da contributivolontari di rotariani e di non rotariani che ne condividono la visione di unmondo migliore. Dal 1947 la Fondazione ha dispensato più di 1,1 miliardi didollari in sovvenzioni umanitarie ed educative, originate e amministrate daiRotary Club e dai distretti.

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Il Rotary International

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Il 19 giugno viene fondato a Milano il primo Rotary ClubItaliano ad opera di uno scozzese, James Henderson, un irlan-

dese, Giulio Culleton, un inglese, Reginald Pìrince Mountney, ed ungruppo di italiani. L’ impegno comunque è quello di affermareprincipi etici e morali nei rapporti interpersonali e professionali,e di essere disponibili ad aiutare gli altri al di sopra del propriointeresse personale, senza distinzione di razza, di religione e diideologia.Lo sviluppo fu rapido. Nel 1924 venne costituito il Rotary Club di Trieste.Nel 1925 vennero fondati nuovi club a Torino, Napoli, Palermo, Genova(gennaio), Firenze, Livorno, Venezia (marzo), Bergamo (giugno), Parmae Cuneo (ottobre).Il primo Distretto (il 46° Distretto del Rotary Internaziomnale) vennecostituito a Milano il 3 febbraio 1925. Primo governatore distrettuale fuJames Henderson. Nel 1925 venne inoltre costituito il ConsiglioNazionale dei Rotary Club con funzione consultiva a disposizione deiClub. Il costante sviluppo che aveva consentito al Rotary Italiano di pro-porsi come capofila del Rotary Europeo si interruppe il 14 novembre1938, quando il Consiglio Nazionale deliberò l’autoscioglimento, invi-tando i Rotary Club italiani a cessare ogni attività entro il 31 dicembresuccessivo. Attività che vennero riprese con la prima riunione del 1944,la ricostituzione dei Rotary Club e la fondazione di nuovi Club negli annisuccessivi.Nel frattempo il Rotary si trovò a dover ricomporre i rapporti con ilVaticano e vi riuscì per merito di un eminente rotariano: OmeroRanelletti, già Presidente del Rotary Club di Roma e Governatore di quelDistretto. Superati i momenti difficili dello scioglimento prima, e deirapporrti con la Chiesa poi, il Rotary italiano si sviluppò con forte impe-gno e vigore ottenendo creedito e fiducia dalla comunità rotariana inter-nazionale fino alla nomina di un proprio socio del Rotary Club diLivorno, Gian Paolo Lang, a Presidente del Rotary Internazionale (1956-1957). Riconoscimento che il Rotary italiano ha ottenuto nuovamentecon la nomina a Presidente del Rotary Internazionale, per l’anno rota-riano 1999-2000, del socio del Rotary Club Milano Sud, Carlo Ravizza.

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Il Rotary in Italia

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Sotto gli auspici del Rota ry Interna tiona l i rota riani ditutto il mondo pa rtecipano e amministrano una grande

va rietà di programmi umanita ri ed educa tivi e di a ttivitàprogetta te per migliora re le condiz ioni di vita dell ’ uomo eper raggiungere l ’ obiettivo f ina le dell ’ organizzaz ione: lacomprensione e la pace nel mondo.Qui di seguito sono elencati in ordine alfabetico i collegamenti allepagine di informazione - contenute nel sito del Rotary International- sull’ampia gamma di programmi del Rotary International, dagliscambi culturali alle opportunità di servizio a livello locale, naziona-

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I programmi del Rotary International

* Rotary Responds to AIDS* Combtating Hunger* Concern for the Aging* Disaster Relief* Concern for alcoholAbuse Prevetion

* Iinteract* Literacy* Preserve Planet Earth* Recognition and Awards* Recreational andVocational Fellowships (RRVF)

* Revolving Loan Funds* Rotaract* Rotary Community Corps (RCC)* Rotary Friendship Exchange* Rotary Volunteers* Rotary Youth LeadershipAwards (RYLA)

* Service to Women* Urban Peace* Vocational Service Activities* World Community Service (WCS)* Youth Exchange

Questo l ’elenco completo dei programmi del R.I.

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La presentazione di un libro rievocativo di un evento storico importan-te,come quello del 50° anniversario della fondazione del Rotary Club diGrosseto, auspice il Club padrino di Siena,costituisce sempre un momen-to di riflessione e di grande emozione che invade profondamente l'animodi tutti i Rotariani che, attraverso il lento decorso del tempo, riescono apercepire, in maniera quasi palpabile, le tappe più significative chehanno caratterizzato la vita e l'attività del Sodalizio nei vari settori cul-turale, sociale e di servizio verso la Comunità in cui è sorto ed agisce.

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I fondatori del R.C. Grosseto

Abbate Dott. VincenzoAndreini Dott. GiovanniArnulfi Dott. AlbertoBartolini Dott. LivioBartolini Rag. MarcoBaronti Rag. MarioBastiani Cav. FoscoBerliri Zoppi M.se CarloBernardini Avv. Pier MariaCasadio Rag. EttoreChiaretti Dott. MorgaroCiacci M.se Pier NicolòConcialini Comm. AntonioDonati Dott. MinoFiornovelli Prof. FoscoFriuli Avv. AlfredoGiannuzzi Savelli Dott. LuigiGondi M.se BonaccorsoNieri Rag. AdonePallini Dott. RobertoPasti Dott. MarcoPonticelli Comm. LuigiRossi Dott. AngeloSaracinelli Avv. FrancescoVitali Rag. MatteoVivarelli Dott. RaffaeleWeible Ing. Amerigo

IntroduzioneIl Territorio

L’ambito territoriale delRotary Club Grosseto com-prende i seguenti Comuni:GrossetoArcidossoCampagnaticoCasteldelpianoCastiglione della PescaiaCinigianoCivitella PaganicoMagliano in ToscanaRoccalbegnaRoccastrada (eccettoRibolla)Santa FioraSeggiano

Le riunioniIl Rotary Club Grosseto si riuni-sce regolarmente una volta lasettimana il martedì alle ore 20.

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Il 6 marzo 1954, un gruppo di uomini qualificati appartenenti alle variecategorie professionali e imprenditoriali del tempo, diede inizio allabella ed avvincente avventura rotariana, ispirandosi ai valori fondantidel Rotary International, di cui si era fatto promotore e convinto soste-nitore il suo illuminato fondatore, Paul Harris.In questa rievocazione del passato, sorge subito spontanea l'esigenza dirivolgere un doveroso pensiero e un affettuoso ricordo dei tanti amici,quasi tutti scomparsi, che ebbero la felice intuizione di dare vita allanobile istituzione e a tutti i soci che, nel tempo, ne hanno fatto parte,contribuendo, ai vari livelli, ma sempre con nobiltà d'animo ed autenti-co spirito di servizio, al perseguimento delle alte e sempre attuali fina-lità del Rotary.Raccontare, nel dettaglio, la storia dei 50 anni del Club non è stata cosaagevole, specie con riferimento alle fasi iniziali della vita del Sodalizio.Al riguardo, ci è stata molto utile e preziosa la prima pubblicazione"Vent’anni di Rotary a Grosseto", edita il 6 marzo 1974, in occasioneappunto del ventesimo anniversario della sua fondazione.Lo stesso dicasi dell'altra splendida iniziativa assunta dal Club cittadi-no verso la fine degli anni sessanta, allorchè, a seguito della nota, disastrosa alluvione del 4 novembre 1966, si rese promotore esostenitore di un bando di concorso nazionale per lo studio e la siste-mazione idrogeologica del bacino del fiume Ombrone.La relazione vincitrice del concorso fu inviata al Ministero dei LavoriPubblici per le opportune valutazioni e l'adozione dei conseguenti prov-vedimenti di competenza. Da entrambe le predette iniziative e da quel-le assunte negli anni successivi fino ai giorni nostri, è possibile cono-scere ed apprezzare, anche e soprattutto da parte dei giovani, le tantegenerazioni di Rotariani che hanno dato lustro al Club, nonchè gli avve-nimenti più significativi che hanno caratterizzato l'incisiva multiformeattività svolta dal Sodalizio nei confronti della Comunità grossetana edinternazionale, in favore delle persone più deboli ed abbisognevoli diaiuto concreto.A questa opera di rievocazione e di ricostruzione del passato del Clubhanno dato il loro prezioso contributo numerosi amici Rotariani, aiquali il Club esprime il più sincero grazie per la squisita disponibilità eil non comune impegno profuso.

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Cinquant’annidi attivitàdel Rotary Club Grosseto

1954

-200

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Il Rotary Club di Grosseto fu fondato il 14 maggio 1954da 27 soci grossetani, con il patrocinio del club padrino

di Siena. La nuova associazione interagì subito con la realtàsocio – culturale della Maremma. Negli anni cinquanta ilineamenti di sviluppo della nostra provincia erano in fase digraduale modifica: l ’agricoltura aveva già avviato un sicuroprocesso di trasformazione, che, dopo un lungo periodo diinvestimento tecnologico, approderà nell ’ultimo decennio delsecolo scorso a forme radicate di diffuso agriturismo;l ’industria era ancora affidata ad una trama sottile di fragilisperanze; il settore terziario invece appariva florido, e ilturismo, soprattutto estivo, era ormai avviato a un grandesviluppo.Dopo la bonifica del territorio portata a termine nella prima partedel Novecento e dopo la Riforma Agraria degli anni cinquanta, laMaremma grossetana non era più considerata terra di confino e sino-nimo di isolamento. Le stesse gloriose Mura Medicee di Grosseto,che dal Cinquecento ne custodiscono gelosamente il centro storico,da molto tempo non erano più strumento di difesa e nemmenosegno di chiusura; ma, unitamente ad altri beni storici, artistici esoprattutto naturalistici, esse, potenzialmente, rappresentavano

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una grossa attrattiva turistica. L’espansione del tessuto cittadino dauna parte, e lo sviluppo del territorio in forme nuove e più moder-ne dall’altra, rappresentano un chiaro segno di quella continua cre-scita, che, all’inizio del terzo mil-lennio, ha subìto una fase di forteaccelerazione in tutti i settori.Crescita significa anche situazioninuove da governare, significa prendere consapevolezza delle nuoveproblematiche da affrontare. Negli anni cinquanta, a Grosseto, lequestioni che esigevano una risposta tempestiva erano molte: primadi tutto, quella relativa alle vecchie e insufficienti vie di comunica-zione, sia lungo la costiera tirrenica, sia lungo le valli trasversalidella Toscana; e poi tante altre qui di seguito elencate: la ristrut-turazione della Fortezza Medicea e del Cassero Senese,non che lavalorizzazione dei beni archeologici, sempre più abbondanti inseguito agli scavi di Roselle e di Vetulonia; inoltre la conoscenzaappropriata e la regimentazione del fiume Ombrone, soprattuttodopo le alluvioni del 1966, la difesa dei beni naturalistici edambientali; l’‘azione’ per la scuola, ormai frequentata da quasi tutti

i ragazzi dopo la riforma del 1962della Media Unica e obbligatoria;l’esigenza di un polo universitarionel capoluogo maremmano; proble-

matiche giovanili e lotta contro il diffondersi della droga; politichesociali e culturali…Il club cittadino, memore dell’insegnamento dei primi rotariani diChicago, interpretò con grande tempismo il suo ruolo di azione perla collettività e offrì il contributo per la soluzione dei problemi,dando la priorità assoluta al settore delle comunicazioni stradaliche, data anche la crescente pressione turistica, era diventato diprimaria importanza. Va ricordato per inciso che il Rotary Club diChicago, nel 1907, diede inizio alla sua azione di pubblico interes-se, attivandosi per la raccolta di fondi allo scopo di dotare di toi-lettes pubbliche le vicinanze del palazzo municipale: un chiaroesempio di realismo pragmatico e, nello stesso tempo, di interven-to puntuale ed appropriato. Il Rotary di Grosseto non fu da meno.

Viabilità, archeologiascuola e ambiente

La necessitàdi rompere il cerchio

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Naturalmente i tempi erano cambiati: il club capì subito l’esigenzadella Maremma di rompere il cerchio dei suoi confini storici e dimettersi in contatto diretto, non solo con Roma, ma anche con lecittà della cultura e dell’arte, della grande produzione industriale edegli scambi commerciali.Le vie di comunicazione fatte costruire dai Lorena risalivano per lopiù al 1700; non bastavano più, non erano adeguate alle esigenzedei tempi e, quel che è peggio, non erano più sicure. Ancora oggi,dopo tanti provvedimenti, non offre sicurezza la vecchia Aurelia chespesso fa registrare gravi incidenti automobilistici; non è sicura laSenese di più recente realizzazio-ne; essa ha facilitato notevolmentela comunicazione con la città delPalio e con la stessa Firenze, tutta-via, dato anche l’aumento del traffico, nasconde insidie mortali die-tro ogni curva.L’interessamento fattivo dei rotariani del club cittadino fu puntualee abbastanza determinato, tanto che riuscì a mobilitare anche altriclub della vasta fascia costiera. Tra il 1956 e 1958, per iniziativa delnostro club, furono convocate diverse riunioni di interclub(Grosseto – Civitavecchia - La Spezia) per risolvere la situazionedrammatica della via Aurelia. Gli incontri tra i soci dei club si tra-sformarono in Forum Interclub, il primo dei quali si tenne a Grossetoin occasione del 64° anniversario della fondazione del RotaryInternational. I club di Pisa, Roma, Siena, Piombino, Civitavecchia,Follonica e Massa Marittima, su iniziativa del club di Grosseto, siimpegnarono a ripetere annualmente il forum nell’interesse dell’in-tera fascia tirrenica. Il nostro club si occupò anche degli allaccia-menti trasversali tirrenico e adriatico, non solo come viabilità, edallargò gli incontri ai club di Arezzo, Perugia, Montepulciano,Chiusi, Siena, Città di Castello, Modena e Reggio Emilia, perchéerano tutti cointeressati ad un attento esame delle comunicazioniper un rilancio economico e turistico dei propri territori. Gli studiusciti da vivaci e proficui dibattiti venivano segnalati alle autoritàistituzionali ed alla pubblica opinione. Erano, questi, studi appro-fonditi e mirati alla realizzazione di impianti rispondenti alle richie-

I primi Interclubdella Fascia Costiera

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ste delle varie zone. Si ricorda, ad esempio, che Marina di Grosseto,Castiglione della Pescaia, Punta Ala e Follonica, avendone i requisi-ti naturali, chiedevano infrastrutture per realizzare porti ed appro-di turistici.I piccoli passi fatti registrare nel settore delle comunicazioni nonfurono sufficienti per fare uscire definitivamente la Maremma gros-setana da uno stato di ‘splendido’ isolamento. Il problema risultòpiù acuto dopo la conquista della luna, quando cioè l’uomo, supe-rando ogni barriera, cominciò a navigare liberamente nello spazio.Anche Grosseto sentì più forte il bisogno di esplorare orizzonti piùampi, soprattutto avvertì l’esigenza di poter raggiungere in pocotempo i più grandi centri urbani dell’Italia e del mondo. E’ per rag-giungere tale obiettivo che il nostro club, sempre in collaborazionecon altri club, non ha mai smesso di sensibilizzare gli Enti locali el’opinione pubblica sull’esigenza di completamento della Livorno –Civitavecchia e dell’adeguamento dell’Aurelia. Inoltre si attivò in talsenso, promovendo iniziative con particolare determinazione nel-

l’anno rotariano 1984/85; diecianni dopo organizzò addiritturauna pubblica tavola rotonda nellaquale, insieme ad esperti ed auto-

rità istituzionali, furono affrontati i temi ancora attuali relativi allaviabilità costiera della provincia di Grosseto.Altro obiettivo perseguito con particolare lungimiranza fu quellodella costituzione di un aeroporto civile a Grosseto, accanto a quel-lo militare. Già nel 1972 veniva avanzata la proposta di uno scaloaereo a Grosseto, in alternativa al Leonardo da Vinci di Fiumicino.L’iniziativa diede qualche illusorio risultato; ma fu un fuoco dipaglia; comunque, l’intervento, pur non lasciando esiti strutturalidestinati ad avere un futuro immediato, non estinse la speranza deicittadini e soprattutto il desiderio dei rotariani di riprovarci altrevolte, come fecero con particolare determinazione dopo oltre ventianni.Il progetto, caldeggiato da un comitato nella fase preparatoria delGiubileo del terzo millennio, risulta più carico di attese che di esitipratici. L’iniziativa favorita dal nostro Club, era tesa a ottenere

Il problema Aeroportoè datato 1972

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finalmente un vero aeroporto civileper la città di Grosseto. Riuscì adottenere il finanziamento dellacostruzione della nuova strutturaaeroportuale che, realizzata, ha dotato Grosseto di uno scalo civileadatto alle sue necessità. Anche se, per ora, i voli mancano.Nel l961, un interclub di Grosseto sottolineò la inadeguatezza dellasistemazione del museo archeologico e preparò un progetto cherispondeva all’avvertita esigenza di colmare una lacuna dovuta allamancanza di una degna sede per la struttura culturale, già tantoricca di materiale in continuo aumento in seguito agli scavi diRoselle. Come è noto, il museo archeologico, uno dei più antichi dellaToscana, già esisteva nel lontano 1865; a partire da quell’anno,ebbe il primo notevole impulso con la donazione Chelli e con gliacquisti che le varie amministrazioni comunali fecero in seguito. Imotivi che avevano consigliato la creazione del museo,erano statichiaramente esposti nel primo rapporto redatto dal Gamurrini, inca-ricato della Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria; essi si posso-

no riassumere nell’esigenza di rac-cogliere i ritrovamenti archeologicidella Provincia e nel riunire alcentro con pubblico decoro, la

parte ‘monumentale’, come vi stava quella amministrativa ed eco-nomica.Il club si interessò presso il Ministero delle Finanze del passaggiodal Demanio al Comune di Grosseto del complesso cittadino deno-minato Fortezza Medicea e Cassero Senese. Il Demanio cedette alComune tale complesso in data 24 maggio 1964. Nel medesimo annoil club presentò, di sua iniziativa e a sue spese, alle pubblicheamministrazioni cittadine una pubblicazione sulla storia e sullastruttura del Cassero Senese con allegato progetto per la sistema-zione dei musei civici negli ambienti restaurati. Il progetto esecu-tivo fu presentato il 23 ottobre 1965 e si iniziò la procedura difinanziamento. L’iter per finanziamento e rifinanziamenti fu seguitosempre dal club e, grazie all’interessamento attivo dei suoi presi-

Museo Archeologicoe scavi a Roselle

Il restauro della Fortezzae del Cassero Senese

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denti, si concluse il 16 marzo 1972. Il Comune appalterà l’inizio deilavori nel marzo del 1974. L’anno seguente fu inaugurato il museo.

L’interesse del club per i valori archeologici di cui la Maremmaè ricca, non è mai venuto meno. Verso la fine degli anni settanta fuorganizzato un “Convegno di Etruscologia e sugli Scavi di Roselle”,al quale presero parte ricercatori e rappresentanti degli Enti locali,non che del mondo della cultura. Nel corso del convegno fu presen-tato il libro “Roselle, gli Scavi e la Mostra”, del prof. GuglielmoMaetzke, edito a cura del club con il sostegno della FondazioneRotariana Carlo Berliri Zoppi di Zolasco.

A questa pubblicazione ne seguiro-no altre, tutte di pregevole fatturae di adeguato successo editoriale;l’ultima è recente, è stata data

alle stampe all’inizio del 2000 ed ha un titolo invitante Guida allaMaremma Medievale.Merita di essere segnalata anche l’organizzazione di gite culturalida parte di alcuni soci ormai diventati specialisti del settore. Scopodi tale iniziativa è quello di far conoscere da vicino ai soci e alleloro famiglie, oltre ai tesori artistici e ai beni archeologici toscani(Arezzo, San Sepolcro, Firenze), anche quelli appartenenti all’AltoLazio e alla stessa capitale; basti citare le visite guidate agli scavidi Tarquinia e di Cerveteri, non che quelle di Castel S. Angelo esoprattutto della Domus Aurea, anch’esse confortate da grande einteressata partecipazione di soci ed amici.L’ecologia si affaccia alla ribalta nel 1965, quando il club affrontail dibattito per la salvaguardia della zona dell’Uccellina.Prima le condizioni ambientali della provincia di Grosseto eranoritenute sicure, e neppure a livello nazionale si temevano pericoliderivanti dalla rottura degli equili-bri ambientali.La difesa del paesaggio era per lopiù percepita come contrastantecon gli interessi di sviluppo economico.I danni e le devastazioni del 1966 suggerirono di affrontare il pro-blema dell’alveo dell’Ombrone. Era emersa l’assoluta carenza di

Le prime gite culturaliin Toscana e nel Lazio

L’Ombrone e la Cittàdopo l’alluvione

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cognizioni idrogeologiche e climatiche, su cui basarsi per sostenereuna risoluzione anziché un’altra. Nel 1967 il club riunì tutti gliamministratori e tecnici del Comune e della Provincia per ascoltarele proposte operative di ciascuno. Un comitato di rotariani bandìun concorso teso a premiare la pubblicazione di una monografia sulfiume Ombrone, fluente nelle province di Siena e di Grosseto. Il 29giugno 1969, presso la Camera di Commercio di Grosseto, fu asse-gnato il primo premio al dr. ing. Alessandro Peruginelli, il secondoal prof. dr. Cesare Volpini. Il club, nel 1970, su iniziativa del presi-dente dr. Elia Giorgetti, per tener desto l’interesse alla soluzione delproblema, curò la pubblicazione “Il fiume Ombrone e il suo baci-

no” che fu diramata a tutte leautorità delle città di Grosseto edi Siena, e a tutti i sindaci delleamministrazioni comunali compre-

se nel bacino del fiume.Nel 1971, una tavola rotonda sugli approdi turistici nella provin-

cia promossa dal club e tenutasi durante la 2a Fiera Mercato dellaMaremma, evidenziò la necessità che ogni forma di ammodernamen-to fosse realizzata nel pieno rispetto della natura e con l’obbligomorale di salvaguardare i beni naturalistici esistenti. Una diapositiva ritraente un pino delle nostre foreste litoranee fupresa a simbolo per una campagna informativa tesa a veicolare ilseguente messaggio: la sopravvivenza dell’uomo dipende dalla dife-sa delle piante. Nello stesso tempo si rinverdirono di cipressi i giar-dini pensili della Fortezza Medicea. Nel 1972 il Rotary grossetanoadottò il motto Facciamo la Maremma più verde, e presentò valideproposte al Congresso Distrettualedi Viareggio, imperniato sul tema“Un patrimonio da salvare perl’uomo di domani.” Era già chiaro,ante litteram, il concetto di ‘svi-luppo sostenibile’, che sarà il leit motif dei convegni (sul tema)degli anni novanta. Ma andiamo con ordine. Le proposte del congresso di Viareggioerano altrettanto chiare e moderne: istituire parchi comunali didat-

Gli approdi turisticie difesa dell’ambiente

Parchi comunalie zone verdi attrezzate

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ticamente attrezzati; individuare delle zone verdi; propagandare lamessa a dimora di pini, eucalipti e cipressi intorno alle abitazionirurali; ristrutturare sponde alberate con potatura alta lungo i fiumi;compilare manifesti ecologici da distribuire nelle scuole. Come sivede, si tratta di proposte molto bene articolate ed ambiziose, sor-rette da una particolare determinazione e destinate a dare certa-mente dei frutti anche a lunga scadenza.Si cominciò subito a tradurre in pratica la prima di queste inziati-ve: nel 20° anniversario della sua nascita il club arricchì una zona(allora) periferica della città , viale Monterosa, di essenze arboreeed arbustive. Ma si trattò di ‘semi’ che anche a distanza di tempo

continueranno a dare frutti.Infatti, molti anni dopo, verso lafine degli anni novanta, fu realiz-zato addirittura un parco dedicato

a Paul Harris, naturalmente con la collaborazione del Comune diGrosseto.Ma fu negli anni ottanta che le problematiche relative all’ecologiae alla difesa dell’ambiente furono dibattute con maggiore continui-tà e consapevolezza. Il club cittadino rivolse la propria attenzioneprima di tutto all’ecologia degli spazi abitativi, producendo unostudio pubblicato con il titolo “Informazione progettuale sul restau-ro e sull’adeguamento ambientale e microclimatico degli spazi diabitazione”. All’inizio degli anni novanta è ormai tempo di riflettere in terminiappropriati e socialmente corretti su un fenomeno già avviato ad ungrande e diffuso sviluppo in tutto il territorio maremmano,l’‘agriturismo’. Il convegno promosso ed organizzato dal nostro clubebbe appunto il titolo “Agricoltura ed Agriturismo: possibilità disviluppo ‘integrato’ nella provincia di Grosseto”.La crescita della sensibilità per le problematiche ambientali, indus-se i rotariani a proporre la creazione, a Grosseto, di un istituto uni-versitario destinato a diventare un corso di laurea sui beni cultura-li, la difesa dell’ambiente e dell’agricoltura. L’iniziativa precorsequella, più produttiva, che alcuni anni dopo, riuscì a coinvolgerefattivamente le autorità istituzionali, le quali, unitamente alle

Ecologiadegli spazi abitativi

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associazioni culturali e alle forze sociali, si attivarono perl’istituzione del “Polo universitario grossetano”.Nella seconda metà degli anni novanta l’acqua era già diventata unamerce rara, un bene ritenuto prezioso dai cittadini più sensibili. Ilcambiamento climatico in atto, da una parte, e lo sviluppo conti-nuo dell’agriturismo, dall’altra, esigevano una grande disponibilitàidrica, non sempre garantita dalle strutture pubbliche. Il convegnosull’ “Emergenza acqua” affrontò con puntualità e rigore scientificole problematiche connesse con il fenomeno.L’esigenza di difendere l’ambiente da un turismo sfrenato, portò, dauna parte, alla pubblicazione di un documento dal titolo moltosignificativo “Paradigma del turismo sostenibile nella prassi e nellanormativa del mercato interno europeo”, dall’altra, all’organizzazio-ne di un convegno sul tema “Dalla Maremma amara al suo svilupposostenibile”. La partecipazione di alte personalità e di qualificatiesperti del settore, unitamente a molti cittadini, vivacizzò il pub-blico dibattito, che ebbe una notevole risonanza nella stampa loca-le e nella comunicazione televisiva.La particolare sensibilità per le problematiche ambientali indusse ilclub cittadino a ‘patrocinare’, nell’annata 2002-2003, la realizza-zione di un “Corso di formazione per promotore turistico nelle aree

protette” per giovani laureati incerca di primo lavoro. Il corso,finanziato dal Fondo SocialeEuropeo, consentì a circa 20 gio-

vani di partecipare anche a degli stages presso aziende turistichedel territorio grossetano.La scuola e i suoi problemi hanno sempre avuto un ruolo di primopiano negli interessi del club, che, sin dal 1956, istituì per i gio-vani studenti premi in libri ed in denaro. Fino alla fondazione deiclub di Follonica, Massa Marittima e Orbetello - Costa d’Argento, ipremi riguardavano gli studenti della provincia tutta distintisi agliesami di maturità. A cominciare dal 1971, il sussidio del club fumirato a premiare lo studente universitario che si era distinto al ter-mine del primo anno del corso di laurea. In tal modo veniva soste-nuto lo studente che aveva offerto gli esiti migliori durante il

Borse di studioagli studenti migliori

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primo anno di studi universitari, traendo un profitto brillante daglistudi medi superiori. Si esaltava la serietà dell’impegno nella conti-nuità.A cominciare dagli anni ottanta sono state offerte due borse di stu-dio ogni anno. Comunque, l’obiettivo del club era quello di premia-re gli studenti migliori. Ma quando, sulla scia delle contestazioni del‘68, esplosero in forme talvolta irrazionali i problemi della scuola, ilRotary ha moltiplicato le forme del suo impegno, teso soprattutto afavorire l’orientamento universitario dei giovani studenti, con ilsupporto di un CD destinato ad ogni istituto. Ce n’era veramentebisogno, perché la popolazione scolastica degli istituti superioristava crescendo in maniera repentina, in considerazione anche diuna aumentata esigenza di cultura di base. Tale crescita trovò lestrutture e gli operatori della scuola per lo più impreparati; pertan-to, essa creò disorientamento e demotivazione. L’abbassamento ditensione dell’ utenza scolastica fu dovuto anche, da una parte, a

scelte condizionate dalla scarsadisponibilità di posti di lavoro,dall’altra infine, e siamo agli anninovanta, dalle nuove direttive

ministeriali che imponevano l’obbligo della frequenza scolasticafino ai 18 anni, o almeno, dopo i quindici anni, l’obbligo della fre-quenza di corsi di formazione professionale.Il club di Grosseto ha mobilitato le sue migliori risorse, organiz-zando pubblici dibattiti sulla riforma universitaria e promovendoconvegni sui problemi della scuola, con il coinvolgimento anche deipresidi delle varie istituzioni scolastiche e dello stesso Provveditoreagli Studi.Molto apprezzato anche il contributo offerto ai giovani studenti,nella primavera del 2001, quando il Club organizzò, con la collabo-razione della Polizia Stradale, un convegno teso a connotare di pre-cise informazioni una adeguata educazione stradale degli allievidegli istituti superiori di Grosseto. Anche in questo incontro -dibattito, l’offerta educativa fu corredata di un CD che presentavala complessa e, per molti aspetti, nuova normativa del Codice dellaStrada.

L’Universitàe l’educazione giovanile

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Ma l’iniziativa del club che si rivelerà nel tempo più proficua dirisultati concreti, fu quella di organizzare, nel 1971, nel capoluo-go, una memorabile Tavola Rotonda sul tema “Strutture universita-rie nella Toscana meridionale”. Il dibattito registrò anche

l’intervento dell’allora magnificoRettore dell’Università di Pisa, pro-fessor Mauro Barni, e di altre per-sonalità del mondo della cultura e

degli Enti locali. L’evento ebbe una precisa risonanza nella stampae incise profondamente nella sensibilità dei cittadini, alimentandomolte attese.L’argomento del convegno era già stato ampiamente dibattuto inseno al club, sotto la presidenza del dott. Elia Giorgetti, e facevariferimento all’eventualità, fin da allora fortemente avvertita, diinserire la provincia grossetana nel processo di ampliamento dellestrutture universitarie, alla luce del nuovo concetto dello studioaccademico che si stava delineando in sede legislativa. Fin da allo-ra, infatti, il problema universitario rispondeva alla precisa esigen-za, per la Maremma, di intrecciare una consistente maglia culturaleche stimolasse e qualificasse le sue attività caratteristiche.La tavola rotonda si concluse proficuamente con l’istituzione, daparte del club, di una commissione permanente di studio sull’argo-mento, a disposizione degli Enti locali ed associazioni interessati,ogni qualvolta fosse stata richiesta collaborazione sul tema.La illuminata iniziativa rotariana, ritenuta fin dall’inizio felice elungimirante, avrebbe portato,come in effetti è avvenuto, allacreazione dell’attuale Polo univer-sitario grossetano, con il costanteimpegno del club e con la assoluta disponibilità dell’università diSiena, nella persona del Rettore prof. Piero Tosi, e di tutti gli orga-nismi interessati.Oggi sono attivi, in Grosseto, ben quattro corsi di lauree trienna-li e un corso di laurea specialistica. Piace ricordare il primo corsodi laurea, attivato negli ultimi anni del ‘900 e pervenuto già allaconsegna dei primi diplomi. Si tratta del corso di laurea in

Inserire la Maremmanel tessuto universitario

Intensa l’attenzionerivolta al sociale

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Economia dell’ambiente e del turismo sostenibile che si distingueper originalità e congruità di intenti, sia con le risorse del territo-rio, sia con i valori promossi costantemente dal Rotary club diGrosseto.L’azione di pubblico interesse è sempre di carattere sociale; ma,dalla metà degli anni settanta in poi, gli interventi del club sonostati arricchiti di connotazioni sempre più prettamente sociali insenso moderno, cioè sono stati mirati per lo più al sostegno delleclassi sociali più bisognose di supporti.Basti dare uno sguardo ai temi che sono stati dibattuti con esper-ti del ramo e agli interventi messi in atto: lo statuto dei lavorato-ri, l’handicap, il nuovo diritto di famiglia, la donna e il sacro, ladroga e il disagio giovanile. Il club ha cercato di dare una rispostapuntuale alle problematiche sociali, sempre più pressanti in questiultimi anni.Particolare attenzione è stata data ai problemi relativi all’affida-mento minorile. Ai dibattiti rotariani su quest’ultimo tema ha par-tecipato, spesso, come esperto, il dr. Casciano che per molti anni è

stato presidente del TribunaleMinorile di Firenze. Il problemadell’affidamento è molto sentito,data la presenza, da molti decenni

nel territorio, della Comunità di Nomadelfia, che, fra l’altro, siattiva in maniera semplice ma efficace, per il recupero di ragazziche, per svariati motivi, hanno bisogno del sostegno fermo maaffettuoso di una ‘famiglia’.Nelle riunioni conviviali del Club sono state dibattute, con unacerta frequenza, questioni culturali di attualità, relative alla medi-cina, alla biologia, alla giustizia, all’aggiornamento legislativo sul-l’occupazione giovanile e professionale; inoltre sono state affronta-te questioni di storia, di linguistica e di letteratura e di arte, natu-ralmente sempre con il supporto di esperti della disciplina.La cultura non è mai fine a se stessa: la conoscenza generale edappropriata di problematiche di attualità, prima o poi general’azione: l’ “idea” porta all’ “atto”, come ci ha insegnato il più gran-de filosofo della classicità greca.

La cultura reginadi ogni iniziativa

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E così, accanto al tema della fusione nucleare, alla valutazione sto-rica degli ‘anni di piombo’, al dibattito sulla libertà di stampa, sulla

custodia cautelare e sui dirittiumani, hanno avuto un adeguatospazio questioni di bioetica, pro-blematiche relative al trapianto di

organi, al danno farmaceutico e alla riabilitazione cardiaca.Talvolta le questioni teoriche, frutto di studio e di ricerca, hannodato luogo a delle originali pubblicazioni, come quelle relativeall’arte e alle varie guide artistiche della Maremma.La Fondazione Rotariana fu costituita a Grosseto l’11 marzo 1960per iniziativa di Carlo Berliri Zoppi marchese di Zolasco, che ne fupresidente per molti anni, fino al 1978; la Fondazione Rotariana siprefisse lo scopo di ampliare e integrare l’opera del club per quan-to riguarda il ‘servire rotariano’.Fin dall’inizio, senza far passare in secondo piano le azioni teseall’assistenza degli anziani e dei poveri, la Fondazione Rotarianaprivilegiò gli interventi a favore dei giovani, intesi sia come stu-denti bisognosi di incentivi e di orientamento, sia come soggettifragili, da mettere in guardia di fronte alle aggressioni degli spac-ciatori di droga e di una società per alcuni aspetti violenta.Comunque, va subito sottolineato l’impegno profuso, fin dagli annisettanta, relativo all’informazione professionale e all’orientamentouniversitario dei giovani studenti, con la collaborazione delle uni-versità di Siena, Pisa e Firenze. Inoltre, va messo in evidenza ilsostegno economico offerto alla Casa di Riposo della città, alC.E.I.S. di Grosseto, alla Caritas diocesana e ad alcune missionidell’Africa e dell’America Latina.D’altra parte, l’obiettivo che si eraprefisso la Rotarian FoundationInternational, fin dalla sua costitu-zione nel 1917, è non solo quellodi ‘promuovere… l’amicizia fra i popoli di differenti nazioni’, maanche di ‘appoggiare’ l’attività di servizio del R. I. per mezzo di con-crete ed efficaci iniziative di natura culturale, educativa e di carat-tere benefico.

Nasce nel 1960 laFondazione Rotariana

Sostenutemolte iniziative

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Come è facile constatare, anche nel nostro Club, molte iniziative edattività illustrate nei paragrafi precedenti sono state supportatedalla Fondazione Rotariana, come, per esempio, il sostegno, ancheeconomico, a favore del Polo universitario di Grosseto; gli interven-ti educativi e le borse di studio ai giovani studenti, e soprattutto,molte delle numerose pubblicazioni.In tale quadro operativo, come vadetto che nei primi anni dalla fon-dazione vennero donate all’ospeda-le civile di Grosseto attrezzaturetecnologiche necessarie per lacostituzione di una emoteca, così non si può fare a meno di ricor-dare che , all’inizio del terzo millennio, è stata , con ogni mezzopromossa l’iniziativa per la donazione del cordone ombelicale alloscopo di dotare l’ospedale di Grosseto di un’adeguata banca di cel-lule staminali. La dimensione internazionale dell’azione rotariana è una delle quat-tro idee – valore; anzi, per essere più precisi, è quella che connotadi una estensione internazionale le altre idee – forza: l’amicizia, ilservire rotariano e la professionalità.Nel 1969 il club istituì la festa dell’ospitalità rotariana, da tener-

si nel cuore dell’estate. In tale occasione vengono invitati alla con-viviale tutti i rotariani di altri club e di altre nazioni dislocati neipiù noti centri turistici della Maremma.

Nel 1971 si strinsero rapporti con il club – contatto diLimoges, una cui rappresentanza giunse a Grosseto per conoscere le

bellezze naturali della Maremma.Gli scambi rotariani di club di altripaesi con il nostro club, anche sesotto forma di visita più o meno

lunga, si sono svolti con maggiore frequenza soprattutto negli ulti-mi decenni. Essi sono serviti a intrecciare rapporti amichevoli e tal-volta di collaborazione. Nutriti gruppi di rotariani svizzeri, maltesi,inglesi, australiani…sono stati ospiti del nostro club cittadino.

Comunque, va detto che i beni artistici della Toscana ingenere e i valori naturalistici del grossetano in particolare, rappre-

Scambi Rotarianicon Club stranieri

Beni artisticie valori naturali

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sentano un motivo non indifferente di attrazione. L’accoglienza cor-diale e amichevole fa il resto.

L’iniziativa del R. I. per l’ eradicazione della poliomielite nelmondo, è stata accolta dal nostro club con sollecita premura e con-dotta con generosità e chiarezza di intenti.

Queste, secondo il comitato organizzativo, sono le principaliiniziative realizzate dal Rotary Club di Grosseto nei primi cinquantaanni di attività e qui illustrate in maniera sintetica. Alcuni temi digrande attualità e/o di fondamentale importanza, sono stati appro-fonditi a parte in questa stessa pubblicazione.Le attività appena presentate stanno ad indicare il grande ‘lavoro’dei soci fondatori e di tutti quelli che ne hanno condiviso il mes-

Il primo Forum Interclub della fascia costiera Tosco-Ligure-Lazialetenuto a Grosseto il 23 febbraio 1969 sul tema: “L’azione Rotariananella fascia costiera tirrenica”. Al tavolo della Presidenza parla il pro-fessor Tristano Bolelli, Past V. Presidente del Rotary Internazionale

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L’Azione Socialesvoltadal Club di Grosseto

1954

-200

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L’idea principale che mosse Paul Harris al momento dellafondazione del Rotary fu quella di promuovere lo spirito di

amicizia fra i propri conoscenti in campo professionale.Ben presto, tuttavia, si aggiunge a questa idea quella di rendersiutili agli altri. Fra i principali scopi del Rotary vi è infatti quello della diffusionedell’ideale del servire e lo spirito di servizio è una di quelle doti chesi richiedono e si ricercano in coloro che aspirano a divenirne soci.Ecco pertanto rivelarsi facile il tema dello scrivere sulle attività pro-fuse dal nostro Club in ambito sociale, dal momento che tuttal’attività del Club sostanzialmente viene, direttamente o indiretta-mente, finalizzata a scopi benefici ed umanitari.

Negli ultimi anni un ruolo determi-nante in tal senso lo ha svolto laRotary Foundation, che nel Mondoha ormai attivato una colossale

opera, estesa a trecentosessanta gradi, verso il soccorso in difesadei più bisognosi e ciascun Club nei confronti di essa è portato ariversare parte degli sforzi che ne caratterizzano la ciclica attività.Azione Sociale significa anche l’operato a favore della cultura, delladiffusione delle idee e del rafforzamento dello spirito critico di cia-scuno di noi.Ecco così, in occasione della ricorrenza del cinquantenario dellafondazione del nostro Club, ricordare alcune fra le più significativeazioni e manifestazioni da esso organizzate.

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Favorire culturae diffusione delle idee

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Nell’Annata Rotariana 1974-75 un evento che mise alla prova lecapacità organizzative del Club fu l’organizzazione a Punta Ala delCongresso Distrettuale dell’allora Distretto 187 che vide intervenire,sulle tematiche relative al mondo della scuola, il Ministro dellaPubblica Istruzione On. Carlo Maria Malfatti, seguito da un uditoriocomposto da oltre 1.200 Rotariani.

Nel corso della medesima annatafurono organizzate riunioni, confe-renze, incontri e forniti dal Clubcontributi propositivi su importan-

ti problematiche riguardanti il nostro territorio, come il raddoppiodella Strada Statale Aurelia, i Porti e gli approdi turistici, la lineaaerea Grosseto-Milano, ed ancora la sistemazione del bacino delfiume Ombrone e la difesa ecologica con studi sulla flora litoranea.In quell’anno ha luogo l’inaugurazione del Museo Archeologico dellaMaremma, per il quale il Club si era impegnato come soggetto pro-motore fin da una quindicina di anni prima. Viene inoltre stampatauna pubblicazione di un saggio sul fiume Ombrone e il suo bacino acura dell’Ing. Alessandro Peruginelli.Frequenti inoltre le assegnazioni (due in quell’annata) di borse distudio di duecentocinquantamila lire ciascuna agli studenti univer-sitari distintisi al termine del primo corso di laurea. Nell’annata Rotariana 1975-76 furono affrontate particolarmentetematiche inerenti lo sviluppo dell’edilizia, l’etruscologia e il NuovoDiritto di Famiglia. Fu inoltre accolto un gruppo di giovani prove-nienti da altre Nazioni europee.Nell’anno successivo, fra le altre, siricorda l’organizzazione di unConvegno sugli “Aspetti medico –legali dei trapianti di organi” conintervento dell’allora Magnifico Rettore dell’Università degli Studi diSiena, Prof. Mauro Barni. L’etruscologia e gli scavi archeologici inte-ressano per più annate la vita del nostro Rotary: nel 1977-78 fuorganizzato un convegno su queste tematiche nel corso del qualevenne presentato un libro dal titolo “Roselle, gli scavi e la Mostra”a cura del Prof. Guglielmo Maetzke ed edito dal Club.

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Maremma al centrodi incontri e convegni

Trapianto di organie scavi archeologici

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Da citare anche una relazione tenuta dal Generale Tommaso Lisai,Direttore Generale della Sanità Militare, sul tema dell’importanzasociale dei Servizi Sanitari Militari.Ancora ospiti stranieri stavolta del Missouri, in visita al Club dal 17al 24 maggio del 1978. La fine degli anni ’70 è segnata dal dilaga-re di un grande problema sociale, che affligge i giovani e le lorofamiglie: la droga.I Rotary sono molto attivi a taleriguardo e danno vita negli anni anumerose iniziative tese al recupe-ro e alla prevenzione: nell’anno1978-79 il Club di Grosseto avvia un programma d’informazione sulproblema della tossicodipendenza.Parallelamente viene attivato un programma pluriennale di studi ericerche sulle tematiche legate al turismo nella nostra provincia.Il Club si interessa anche dello sviluppo del Rotary sul territorio enel 1979-80 viene deliberata la costituzione del nuovo Club diPitigliano, Sorano e Manciano, territori allora inclusi nel raggiod’azione del Club di Grosseto, con consegna della Carta il 13 giugnodel 1980.

Nell’ambito dell’interesse naturali-stico il Club fa stampare dei postersulle piante caratteristiche dellitorale maremmano. E’ già epoca

di Papa Giovanni Paolo II e nel Club se ne discute con una relazio-ne su “La Chiesa di Papa Woitila di fronte ai problemi della societàattuale” tenuta dal Prof. Tommaso Toschi.Come già detto i problemi legati al dilagare della tossicodipenden-za sono molto sentiti nel Rotary: nell’annata 1980-81 essi furono alcentro dell’interesse della vita del Club, che costituì anche un grup-po di assistenti, formati mediante organizzazione di appositi corsi,seguiti da personale altamente specializzato messo a disposizionedell’Associazione Italiana contro la diffusione della droga. Furonoanche acquistate dal Club attrezzature specializzate per la proiezio-ne di films e fu organizzata una biblioteca di consultazione pubbli-ca, con testi suggeriti sempre da detta Associazione, con sede in

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Droga e giovani:iniziative del Rotary

Poster delle piantepresenti sul litorale

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Milano. Numerose furono le riunioni tenute nelle scuole delCapoluogo e della Provincia per dibattere le problematiche relativeall’uso delle sostanze stupefacenti.Significativa, sempre nell’ambito dell’azione sociale, fu anche la “LaGiornata dell’Handicappato”, svoltasi a Grosseto il 26 maggio 1981.Dibattiti e conferenze in ambito legale e tributario (Riforma delContenzioso tributario – Difesa Civile, ecc.) caratterizzano l’annatasuccessiva, mentre nel 1982-83 si ricordano attività culturali divalore come le “Esperienze di un medico rotariano in seno alla CEE”a cura del P.D.G. Dr. Guido Testa e “La rivoluzione letterariaFuturista” a cura del nostro socio Franco Chimenti.

L’annata fu purtroppo funestata daldecesso, a seguito di tragico inci-dente stradale, del citato Dott.Guido Testa, Past Governor del

Rotary International e Presidente dell’Ordine dei Medici dellaProvincia di Grosseto.Nell’annata 1983-84 si ricordano in particolare: la celebrazione delTrentennale del Rotary Club di Grosseto, con la consegna delDistintivo d’oro del Rotary International ai benemeriti SociFondatori; l’elaborazione, da parte della Commisione per l’Azioned’Interesse Pubblico, di un interessante studio sul tema“Informazione progettuale sul restauro e sull’adeguamento ambien-tale e microclimatico degli spazi d’abitazione”; la consegna all’Avv.Giovanni Testa, nostro benemerito Socio, di una targa, in memoriadel fratello, Dott. Guido Testa, in occasione di una significativacerimonia per l’attribuzione del “Premio Monterosa per la Medicina”.Gli sforzi per l’orientamento universitario sono notevoli, così comequelli per promuovere l’Università a Grosseto. I rapporti con ilmondo universitario vengono man-tenuti su più fronti.Nell’anno rotariano 1984-85 vengo-no organizzati, in collaborazionecon l’Università di Siena, un Corso di orientamento universitario sultema “La Facoltà Universitaria come scelta di vita”, e un Convegnosulla “Riforma degli Studi Medici”, con l’intervento, fra gli altri rela-

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Muore il Past GovernorDottor Guido Testa

Corsi di orientamentoper l’Università

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tori, dell’allora Magnifico Rettore dell’Università degli Studi diTorino, Prof. Mario Dianzani.Buoni i rapporti anche con la città di Siena ed il suo Rotary Club:nel 1985-86 fu organizzato un Interclub del Gruppo “Etruria” nelcorso del quale venne ribadita l’appartenenza del Club grossetano adetto Gruppo, caratterizzato da un folto intreccio di amicizie, cheaffondano le loro radici al lontano 1954, che segnò, com’è noto, lanascita del nostro Club, con ilpatrocinio del Club padrino dellaCittà del Palio. Fu inoltre organiz-zata una Conferenza sul tema “ILorena in Maremma”, a cura del Prof. Leonardo Rombaidell’Università di Firenze. Vi furono pubbliche iniziative riguardantila sensibilizzazione delle competenti Autorità e dell’opinione pub-blica sulle problematiche del completamento della E/1 Livorno –Civitavecchia e dell’ammodernamento dell’Aurelia, per il tratto inte-ressante questa Provincia.Altre conferenze organizzate in quell’anno furono: “La Nuova Storiadi Israele dal 1948 al 1985” tenuta dal Consigliere dell’AmbasciataIsraeliana in Roma, Dott. Phinas Avivi; e “Rapporti fra Siena,Grosseto e Firenze per la valorizzazione della Maremma”, conferen-za della Dott.ssa Serafina Bueti, Direttrice dell’Archivio di Stato diGrosseto.

L’annata successiva fu contrasse-gnata particolarmente dalla costi-tuzione della Commissione Polio-Plus, dalla consegna al Rotaract

della “Carta del Governatore Distrettuale” con il patrocinio del Clubpadrino di Grosseto e dall’attribuzione di una Borsa di Studio di unmilione di lire alla memoria del socio Domenico Matteoni, impren-ditore nel settore agroindustriale.Da segnalare, altresì, l’iniziativa della Fondazione Rotariana “CarloBerliri Zoppi” di proporre un aggiornamento delle leggi in materiadi occupazione e formazione professionale.Prosegue l’impegno su temi culturali e di attualità: nel 1987-88 frale altre iniziative possiamo ricordare la relazione del socio Prof.

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Lorena in Maremmae rapporti con Siena

Consegna della Cartaal Rotaract Grosseto

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Ermanno Pifferi sul tema “La medicina dalla Scuola Salernitanaall’Università”; la conversazione con un gruppo di Magistrati sultema della giustizia prima e dopo il referendum; ed una convivialecon la presenza degli studenti dell’Università di Baltimora.Prosegue l’interesse e la sensibilizzazione verso le tematicheambientali con la consegna dei premi agli studenti vincitori di unconcorso fotografico, promosso e sponsorizzato dal Club e riservatoagli alunni delle Scuole Medie sul tema “L’inquinamento e la difesadell’ambiente nella Provincia di Grosseto”.

Furono, inoltre, affrontati i temidell’ecologia, la collaborazione conil Centro di Accoglienza perTossicodipendenti C.E.I.S. di

Grosseto, con l’offerta di un servizio di assistenza tecnico-profes-sionale (medicina legale ecc.). Da citare anche un convegno sul“Ruolo dei giovani nella società che cambia”. Fu anche pubblicato,d’intesa con il Provveditorato agli Studi, uno studio sui problemidell’istruzione professionale, dell’orientamento scolastico e dell’in-serimento dei giovani nel mondo del lavoro.Lo sviluppo economico della provincia di Grosseto è un altro deitemi sui quali il Rotary si è più attardato: nel 1990 fu presentato il“Premio Guido Testa”, promosso dai Rotary Club della Provincia sultema “Agricoltura e Agriturismo: possibilità di sviluppo integratonella Provincia di Grosseto”.Nel 1990-91, fra le iniziative cultu-rali e sociali più significative, sisegnalano, in particolare, una con-ferenza del Professor GiovanniNencioni, Presidente della prestigiosa Accademia della Crusca, sultema “L’Accademia della Crusca e la Lingua Italiana”, nel corso dellaquale fu affrontato il problema della lingua, intendendo il linguag-gio come qualcosa di vivo, che si evolve di continuo e che trovasempre nuove espressioni e significati; l’attivazione di “TelefonoAmico” per i tossicodipendenti, su iniziativa del Rotaract, dellaFondazione Rotariana “Carlo Berliri Zoppi”, del Comitato Consortidei Rotariani e della C.R.I., che impegnò soprattutto i giovani rota-

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Il ruolo dei giovaninella nostra società

Telefono amicoper i tossicodipendenti

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ractiani in un compito non facile che richiedeva sensibilità e pre-parazione non comuni; fu poi organizzato il “21° Forum della FasciaCostiera Ligure-Tosco-Laziale”, sul tema “Il valore della tutelaambientale nello sviluppo del territorio – Le idee del Rotary per lafascia costiera e il suo interland”. Come si vede, lo sviluppo delletematiche vecchie e nuove proseguono un cammino d’azione socia-le intrapreso con coerenza.Nel 1991-92 fu acquisita la dispo-nibilità del Magnifico Rettoredell’Università degli Studi di Pisa,Prof. Gianfranco Elia, a collaborarecon gli Enti locali e gli imprenditori maremmani per l’istituzione,nell’ambito della riforma universitaria, di una Scuola destinata adiventare un corso di laurea sui Beni Culturali, la difesadell’Ambiente e l’Agricoltura. Nella circostanza, in particolare, fuevidenziata l’esigenza di evitare l’istituzione di Università di secon-do grado nei piccoli centri, con dispendio economico e ridotto livel-lo di insegnamento mentre andavano privilegiati corsi brevi di lau-rea, ordinati con le Università madri e mirati alle zone dove se neavvertiva necessità. Il tutto previ accordi con i diversi Atenei dellaToscana, per evitare sovrapposizioni.L’iniziativa precorse, in certo qual modo, quello che sarebbe avve-nuto molti anni dopo, con l’istituzione del “Polo UniversitarioGrossetano”, emanazione dell’Università di Siena.

Nel 1992-93 si segnalano, in parti-colare, una conferenza sul tema“La Scuola e l’Accademia di SanitàMilitare”, tenuta dal Magg. Gen.

Dott. Alberto Bernini e una relazione dell’Ing. Gaetano Sgalambrosul tema “Aspetti di sicurezza e di protezione sanitaria delle mac-chine a fusione nucleare”.In campo assistenziale, fu elargita la somma di due milioni di lireper la mensa della Caritas e per il Centro Sociale “Noi Insieme” diBraccagni per portatori di handicap.Nell’ambito più specificamente culturale l’annata rotariana 1993-94fu assai importante perché caratterizzata da un evento di notevole

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Si gettano i semidel Polo Universitario

Assistenza alla mensadella Caritas

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rilievo, quale la presentazione della “Guida alla Maremma Antica”,realizzata dai club della Provincia e dalla Fondazione “Carlo BerliriZoppi”, dando così luogo ad una lunga serie di interessanti pubbli-cazioni di carattere storico-archeologico sulla nostra Maremma.Infatti l’anno successivo furono, fra l’altro, realizzate due impor-tanti iniziative editoriali, con la pubblicazione, in collaborazionecon tutti i Rotary della Provincia, di due libri di estremo interesseper la conoscenza della Storia della Maremma.

I temi trattati nel corso di convi-viali e convegni riguardarono pre-valentemente “La funzione dellaG.E.P.I. per l’economia della

Maremma”; “La Libertà di Stampa”; “La custodia cautelare, nellafase delle indagini preliminari”; “Gli effetti delle radiazioni solari eartificiali sulla cute umana”.Una “Tavola Rotonda” affrontò, invece, i temi, ancora oggi di estre-ma attualità, connessi alla viabilità costiera della Provincia diGrosseto.Nel 1995-96 l’emergenza acqua fu uno dei temi principali e di estre-mo interesse affrontati dal Rotary Club, nel corso di un convegnoche evidenziò le varie problematiche connesse al fenomeno. In par-ticolare, furono messi a fuoco i due volani dell’economia maremma-na, l’agricoltura e il turismo, che non possono fare a meno di unasufficiente disponibilità idrica. Segue un’intensa attività culturalenel 1997-98 che fu caratterizzato,fra l’altro, da una serie di signifi-cative iniziative, consistenti inconferenze su tematiche di generale ed attuale interesse, quali: il“Futuro della Televisione”; gli “Anni di Piombo del terrorismo”;l’“Internazionalità del Rotary per i giovani”; “Si può allungare l’etàdella giovinezza?”; il “Primo semestre di esperienza da Sindaco diGrosseto” dell’Avv. Alessandro Antichi, socio del nostro Club.Fu anche tenuta una “Tavola Rotonda” sul tema: ”Produzioni medi-terranee e sviluppo della Maremma”. Altra importante iniziativaassunta fu quella di porre le basi per la realizzazione di un parco

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Viabilità costieradella nostra provincia

Il Rotary e i giovaniUna serie di incontri

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pubblico nella città, dedicato al fondatore del Rotary International,Paul Harris.Nel corso dell’anno 1998-99 sonoda segnalare, in particolare, leseguenti più interessanti iniziativestorico-culturali: un “Pubblico con-vegno sui problemi della Scuola Grossetana”, con la consegna aiPresidi degli Istituti Superiori della Provincia di un CD, realizzatodal socio Prof. Roberto Giorgetti, futuro Governatore del Distretto2070 del Rotary International (anno rotariano 2002-2003); furonoaltresì organizzati incontri sui seguenti temi: “Le invasioni sarace-ne in Maremma”; “Struttura istituzionale dell’Unione Europea”; “Ilparadigma del turismo sostenibile nella prassi e nella normativa delmercato interno europeo”; “Giustizia Civile”. Fu, inoltre, pubblicatoa cura della Fondazione Rotariana “Carlo Berliri Zoppi” e del Club,un volume sugli “Scavi della civiltà etrusco-romana di Roselle”, edinaugurato, nella immediata periferia di Grosseto, un parco, di circa2 ettari, messi a disposizione dal Comune, intitolato al fondatoredel Rotary, Paul Harris.

Altra iniziativa, di notevole rile-vanza sociale ed umanitaria, hariguardato la pubblicazione di undépliant (annata 1998-99) conte-

nente i numeri telefonici utili per la “terza età”, che furono recapi-tati, a cura del Comune, a tutti i cittadini grossetani che avesserocompiuto i 70 anni.Un corso-base di degustazione del vino, organizzato dal Club e arti-colato in 5 lezioni, ha concluso la stessa annata rotariana, con lapartecipazione di numerosi soci e amici di soci.Come detto venne realizzato sempre nell’annata 1998-99 un piccoloparco pubblico (l’idea era partita nel corso della precedente annatarotariana), di fianco alla via Senese, dove fu posto un cippo con suscolpita la ruota del Rotary dallo scultore Righetti, socio del Club diGrosseto: è divenuto luogo di ritrovo per gli abitanti del quartiere,soprattutto per gli anziani, e può dunque inserirsi a buon merito frale realizzazioni nel sociale.

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Un Cd dedicatoalla scuola grossetana

Dépliant per gli anzianie parco pubblico

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Nel 1999-2000 i temi ambientali impegnarono l’attività del Club,culminata con l’effettuazione di un pubblico dibattito sul tema:“Dalla Maremma amara al suo sviluppo sostenibile”, che registròl’intervento di alte Personalità operanti nel settore e di numerosopubblico.“L’Università della Terza Età”, “Il genoma, frontiera della Medicina-Prospettive e realtà concrete”; “Storia dell’arte italiana del 900”;“Transizione al nuovo Millennio”, furono gli altri argomenti trattatinel corso delle riunioni conviviali.Fu, anche, organizzato un ciclo di lezioni sul tema: “Quattro incon-tri per conosceremeglio il latte e i for-maggi”, che riscosse ilconsenso di numerosisoci.L’anno 2000-2001 è unodei più intensi, ricco diattività d’ogni sorta.Le iniziative più signi-ficative che hannocaratterizzato l’annorotariano in argomentosono state le seguenti:convegni pubblici suitemi della riforma uni-versitaria, del decen-tramento universitarioa Grosseto e dell’orien-tamento alla scelta uni-versitaria. Perl’orientamento è statorealizzato anche un CdRom nonché un opusco-lo distribuito a tutte leScuole Medie Secon -darie della Provin cia; è

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La copertina del depliant realizzato dal Rotary ClubGrosseto nell’annata 1998-99 contenente i numeri tele-fonici utili per la “terza età” che il Comune si impegnòa recapitare a tutti i cittadini in età superiore ai 70 anni

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stata svolta un’azione di sensibiliz-zazione dei giovani sui temi delrispetto dell’ambiente e dell’educa-zione stradale. Sono state organiz-zate conferenze con gli studenti delle due ultime classi delle ScuoleSuperiori per l’illustrazione del Nuovo Codice della Strada. Perl’occasione è stato realizzato e diffuso in ambito scolastico dellaProvincia un Cd Rom, contenente i testi del menzionato Codice,quelli commentati della Costituzione Repubblicana, del CodicePenale e Civile, del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, incollaborazione con il Ministero dell’Interno e con il Provveditoratoagli Studi di Grosseto; conferenze sui Diritti Umani, con l’interventodi una Rappresentanza di Amnesty International e sull’UnioneEuropea; incontro con un gruppo di rotariani svizzeri, con visita al

Parco Naturale della Maremma e aMassa Marittima; contributi asostegno di un Ospedale Eritreo, diun Baby Hospital a Gerusalemme e

a favore della manutenzione delle strutture per l’ippoterapia diGrosseto, promossa dalla sezione femminile della Croce RossaItaliana presso il Centro Militare Veterinario; elargizione di L.3.000.000 a favore dell’Ospedale Pediatrico di Kibondo a Kinshasa,diretto dalla Professoressa grossetana Laura Perna; organizzazioneed effettuazione di interessanti gite culturali; conviviale dedicataalla Bioetica e alla Biotecnologia; intensificazione dei rapporti congli altri Club della Maremma, con l’effettuazione di interclub; pub-blicazione, a cura del Club e della Fondazione Rotariana “CarloBerliri Zoppi”, del libro “Guida alla Maremma Medievale. Itinerari diArcheologia Medievale nella Provincia di Grosseto”; incontro con ilSindaco di Grosseto e con il Magnifico Rettore dell’Università degliStudi di Siena sul tema “Sensibilizzazione allo sviluppo dell’inse-gnamento universitario a Grosseto”.Durante l’anno Rotariano 2001-2002 le tematiche del territorio sonostate al centro dell’attenzione con l’effettuazione di conferenze,tavole rotonde, dibattiti, riguardanti in particolare le opportunità disviluppo dell’Aeroporto Civile di Grosseto, il termalismo, i problemi

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Rispetto dell’ambientee educazione stradale

Sostegni agli ospedalidel Terzo Mondo

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degli anziani, dell’agricoltura all’inizio del terzo millennio, dellasicurezza, della riforma del sistema fiscale e dell’inquinamento elet-tromagnetico. Si è anche parlato di cultura e di etruscologia, congite ad Arezzo, San Sepolcro, Tarquinia e Cerveteri.In campo culturale, ha promosso e sostenuto la pubblicazione di unlibro di Stefano Beccastrini, dal titolo “Il cinema in Toscana, laToscana nel Cinema”.

Ha concesso il proprio patrocinioalla realizzazione di un Corso diformazione per Promotore delTurismo nelle aree naturali protet-

te, destinato a giovani laureate o diplomate in cerca di primo lavo-ro. Il corso è stato seguito da stages presso aziende collegate conil turismo. L’iniziativa è stata interamente finanziata dal FondoSociale Europeo.Sono stati, infine, elargiti vari e consistenti contributi in danaro ascopo di beneficenza, di cui hanno fruito Enti e associazioni uma-nitarie sia italiani che esteri.Ultima, ma non meno importante, è stata l’assegnazione di una altaonorificenza rotariana al nostro Socio e Governatore, Prof. RobertoGiorgetti, mentre altri significativi riconoscimenti sono stati con-cessi ad altri soci del Rotary Club di Grosseto;Nell’annata in esame, il Club si è arricchito di sette nuovi soci, tuttiin età giovanile, che hanno portato nuova linfa e nuovo vigore, perassolvere meglio i compiti che il Rotary richiede.L’anno rotariano 2002-2003 è statocaratterizzato dai seguenti settorioperativi: settore culturale ebibliografico. Le riunioni convivia-li e di caminetto hanno registrato la presenza di illustri relatori, chehanno discusso di tematiche di attuale interesse generale, incentra-te, prevalentemente, sulla storia, le scienze, la medicina, la bioeti-ca e biotecnologia, la scuola, la tutela ambientale, la nuovaCostituzione Europea, il complesso scenario internazionale.Le iniziative editoriali hanno riguardato anche la ristampa della rac-colta di poesie “Ultima Maremma”, del Principe Francesco Maria

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Patrocinio a corsidi promozione turistica

Bioetica, biotecnologiae lezioni di storia

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Quinto Ruspoli. Significativo e di rilevante interesse è stato un con-vegno pubblico sul tema “Volontariato e Protezione Civile nella real-tà contemporanea. Prospettive di sviluppo”, che ha registratol’intervento di eminenti personalità operanti in entrambi, e stretta-mente connessi, settori a livello nazionale, e riscosso notevole inte-resse nell’ambito delle Associazioni di Volontariato e nell’opinionepubblica.Numerose sono state le iniziativeassunte dal Club, fra le quali sisegnalano: una serata di benefi-cenza, con la partecipazione ditutti i Club Service della Provincia, che ha consentito di destinarela somma di 1.000,00 euro alla Casa Comunale di Assistenza perAnziani di Grosseto; un “Concerto di Natale”, che ha permesso diraccogliere, anche con il contributo di numerosi sponsor, la sommadi 4.000,00 euro per la campagna Polioplus; un incontro conviviale,sempre con finalità benefiche, con tutti i Rotary Club dellaProvincia, nel corso del quale è stata effettuata una Lotteria, da cuiè stata ricavata la somma di 1.000,00 euro, pure destinata alla cam-pagna per la completa eradicazione delle poliomielite nel mondo.Notevole è stato anche il generoso contributo offerto dai Soci del

Club, per l’acquisto di camicie, ilcui ricavato è stato devoluto allaRotary Foundation. Sono state,infine, eseguite rimesse di danaro

ai seguenti Enti assistenziali operanti in Italia: 1.000,00 euro infavore del Baby Hospital di Betlemme; 1.000,00 euro in favore dellaMissione di Hebo Eritrea (bambini orfani) dei Padri Vincenziani.Con puntuale cadenza mensile, notevolmente migliorato sia nellanuova veste tipografica che sotto l’aspetto dei contenuti, il noti-ziario è diventato un vero e proprio “Osservatorio”, nel quale sonostate puntualmente ed esaurientemente riportate le varie iniziativeculturali, sociali e filantropiche man mano realizzate, con il diretto,personale coinvolgimento di numerosi amici rotariani, che nonhanno mancato di recare il loro qualificato contributo di conoscen-ze e di esperienze acquisite nei vari campi dello scibile umano.

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Assistenza agli anzianie campagna Polioplus

Camicie per debellarela Polio nel Mondo

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In occasione, infine, del Cente -nario del Rotary International chericade nel 2005, è stato costituitoun gruppo di lavoro, che sta esami-

nando le iniziative ritenute più opportune, fra le quali si segnala laproposta, già formulata, alla Amministrazione Comunale diGrosseto, e accolta senza riserve, di intitolare una via o una piazzaalla memoria del fondatore del Rotary, Paul Harris, conl’effettuazione di un convegno pubblico, finalizzato a rendere par-tecipe la cittadinanza della proficua opera svolta, in un secolo, dalRotary International , da sempre sensibile ed attento ai valori cul-turali ed umanitari in favore della collettività maggiormente abbi-sognevole di un aiuto concreto.

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Una via dedicataal fondatore del Rotary

Il “Parco Paul Harris” realizzato nellaannata 1998-99 a Grosseto tra via Senese,via Andorra e viale Europa e, in primopiano, il cippo con la ruota del Rotaryscolpito dallo scultore Alessandro Righetti

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Grande viabilità,portied aeroporto civile

1954

-200

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Rompere l ’ isolamento della Maremma, e puntare quindi aduna moderna rete di collegamenti viari, marittimi ed aero-

portuali indispensabile per qualunque rilancio di un’economiache per troppi secoli è rimasta ancorata a schemi non inlinea con i tempi.Quello dei collegamenti è stato, per il Rotary Club Grosseto, uno deitemi portanti nell’attività dei suoi primi cinquanta anni di vita, el’intensa attività svolta in questo settore si è concretizzata non soloa livello di studio e di proposizione, ma anche riuscendo a vederconcretizzati i propri sforzi tanto da poter affermare che se, adesempio, l’Aeroporto Civile di Grosseto è oggi una realtà, molto sideve all’intervento diretto delRotary.Fin dal 1956 l’attenzione del Clubsi è rivolta alla viabilità, longitudi-nale e trasversale, della Maremma, inizialmente prendendo in consi-derazione soprattutto l’ammodernamento della Statale Aurelia, all’e-poca stretta, fiancheggiata da file di alberi che la rendevano peri-colosissima, e continuamente sulle cronache per gli incidenti, moltimortali.In particolare attraverso incontri, Interclub, riunioni a livelloDistrettuale ed interdistrettuali, il problema del collegamento Nord-Sud lungo la fascia tirrenica è stato portato in primo piano.Basti pensare che il primo Forum della Fascia Costiera (23 febbraio1969) mise a fuoco proprio l’azione rotariana nella fascia costiera

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Aurelia, Autostradae Grosseto-Fano

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tirrenica e già nel terzo Forum (27 marzo 1971) si discusse dellepossibilità di sviluppo delle comunicazioni terrestri stradali e ferro-viarie e dei collegamenti con il Nord e trasversali.Tema, quello della viabilità fra il Tirreno e l’Adriatico, che il RotaryClub Grosseto aveva già iniziato ad affrontare negli anni Sessanta,sviluppando (dal settembre 1969) una serie di studi e di segnala-zioni sulla necessità di dare esecuzione alla progettata stradaGrosseto-Fano, che dopo oltre trent’anni da allora ha ancora cantie-ri da appaltare e non è divenuta realtà, anche se tutto lascia rite-nere che possa esserlo nel giro di qualche anno.La questione della viabilità della fascia costiera tirrenica torna adessere centrale nel Quinto Forum (25 marzo 1973) e nel corso del-l’annata rotariana 1974-75, tornando al centro dell’attenzione quasi

con prepotenza fra il 1978 ed il1982.In un articolo apparso su “LaNazione” il 30 marzo 1978 la gior-

nalista Fenenna Bartolomei sottolineava: “Sono molti anni che ilRotary grossetano ha affrontato il problema dell’ampliamentodell’Aurelia nel tratto Livorno-Grosseto e Grosseto-Civitavecchia maniente è stato ancora fatto e il numero degli incidenti stradali, conil suo tragico carico di vittime umane, è sempre in aumento. Senzacontare le conseguenti implicazioni di ordine turistico, commercia-le, industriale”.Ai problemi della grande viabilità fu dedicato il Forum della fasciaCostiera del 18 marzo 1978, e l’argomento venne ripreso nel Forumdel 25-26 settembre 1981 quando venne affrontato il tema: “Lagrande viabilità tra Livorno e Civitavecchia condizione essenzialeper lo sviluppo economico: il problema dei porti e degli approdituristici è stato oggetto di studio e di divulgazione, problema cheil Rotary aveva posto all’attenzione di tutti, che anche il successi-vo Forum (Civitavecchia, 15 maggio 1982) puntò l’obiettivo sui“problemi attuali della grande viabilità del versante occidentaledella penisola anche in funzione di quelli connessi alla protezionecivile”.Il Rotary Club Grosseto ha ripreso l’argomento anche nel corso delle

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Troppi incidentie isolamento

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annate successive (per esempio nell’annata 1984-85 si è soffermatoin particolare sulle problematiche del completamento della reteautostradale europea nel tratto Livorno-Civitavecchia e dell’ammo-dernamento dell’Aurelia nel tratto della provincia di Grosseto), e sipuò ben dire che con questa sua opera tesa ad attirare di continuol’attenzione della pubblica opinione, delle autorità, degli ammini-stratori locali, delle Regioni e dello stesso Governo, il Rotary Clubabbia avuto un ruolo importante di stimolo all’affrontare il proble-ma dei grandi collegamenti viari della Maremma, e possa aver rap-presentato un promotore forse decisivo all’avviare a soluzione que-sto problema che, affrontato dalRotary da quasi cinquant’anni, con-tinua però a rimanere senza solu-zione definita.Il problema dei porti e degli approdi turistici è stato oggetto di stu-dio e di divulgazione, da parte del Rotary Club Grosseto, fin dal suonascere, ma acquistò particolare valenza a partire dai primi anniSettanta quando (1971) il Club organizzò una tavola rotonda suquesto tema, seguita (18-19 marzo 1972) da un importante ForumInterdistrettuale che affrontò proprio “Il problema dei porti com-merciali e degli approdi turistici nell’Alto Tirreno, da La Spezia aCivitavecchia e dei loro collegamenti con l’entroterra”.Pur non avendo grandi porti nel suo territorio di competenza, ilRotary Club Grosseto ha però sempre partecipato al dibattito che iRotary della Fascia Tirrenica hanno sviluppato su questo argomentonel corso degli ultimi cinquanta anni per evidenziare – spesso conrelazioni e dibattiti ai quali hanno preso parte esponenti del mondo

accademico ed esperti o cultoridella materia – le possibilità e lavocazione delle varie localitàoggetto di intenso turismo estivo.

Da ricordare fra gli altri il Forum Interdistrettuale del 27-28 aprile1985 tenutosi a Punta Ala nel quale vennero discusse “Le nuove tec-niche del cabotaggio delle merci e le prospettive per i porti dellafascia costiera tirrenica” o quello a Livorno del 12 aprile 1986 sulla“Evoluzione tecnologica nella gestione dei trasporti marittimi e

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Approdi turisticie porti commerciali

Convegno a Punta Alasui trasporti marittimi

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delle attività portuali; adeguamento ed organizzazione delle infra-strutture nei porti della fascia Ligure-Tosco-Laziale”. Di“Comunicazioni marittime fra le isole ed il continente; traffico pas-seggeri e merci” si parlò nel Forum Interdistrettuale del 14 novem-bre 1992 ed ancora di portualità si discusse nel Forum del 18-19novembre 1994, nel Forum del 9 novembre 1996 e in quello del 28

ottobre 2000 quando, a Forte deiMarmi, venne approfondito il temadel “Coordinamento dei sistemi diportualità turistica”.

Se in tema di viabilità e in materia di porti il Rotary Club Grossetoha avuto nei suoi primi cinquanta anni di vita un ruolo di promo-zione, stimolo e pressione affinché la discussione e la riflessione suquesti importanti argomenti andasse avanti, maturasse e trovassesbocchi concreti di realizzazione, parlando di Aeroporto si può bensostenere il ruolo svolto dal Rotary Club Grosseto, attraverso propriSoci ma anche in via diretta, sia stato determinante, e se oggi lastruttura dell’Aeroporto Civile di via Orcagna esiste ed è in grado diaffrontare un traffico civile che, pur stentando per altri motivi,potrebbe comunque essere bene accolto, molto merito è da attri-buirsi proprio al Rotary che fin dai primi anni Settanta si è interes-sato di questo tema partendo (17 maggio 1972) da segnalazioni agliorgani ministeriali con relazioni di esperti sia per l’utilizzazionedella Base Aerea senza interferenze con l’attività dei reparti milita-ri, sia per la progettata costruzio-ne di un aeroporto civile (relazionedel dott. arch. Carlo Moni).Un’attività che si concretizzò in queiprimi anni Settanta in particolare per iniziativa di un Socio del RotaryClub Grosseto, il Cavaliere del Lavoro Natale Lorenzini, il quale durantela sua presidenza della Camera di Commercio di Grosseto non solo ripre-se le idee ed i suggerimenti che il Rotary Club aveva avanzato, ma riuscìad istituire una linea aerea Milano-Grosseto che rappresentò la primadimostrazione di una possibile utilizzazione dell’Aeroporto civile grosse-tano non limitata al traffico charter degli aerei che settimanalmente tra-sportavano in Maremma turisti dalla Scandinavia diretti principalmente

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Aeroporto Civile:l’impegno del Rotary

La linea aereaMilano-Grosseto

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al Villaggio Reso di Riva del Sole, aCastiglione della Pescaia.Furono esperienze che però trova-rono ostacoli imprevisti, tanto che

successivamente la linea Grosseto-Milano venne chiusa e gli stessivoli settimanali dalla Scandinavia furono dirottati su altri aeropor-ti. E lo scalo civile di Grosseto restò per molti anni solo per voli pri-vati. A ridare nuovamente impulso alle speranze di decollo dell’AeroportoCivile di via Orcagna fu, nellaseconda metà degli anniNovanta, un altro socio delRotary Club Grosseto, MarioGennari, che nella doppia vestedi presidente della Camera diCommercio e dell’AeroclubGrosseto, riuscì a portare nuo-vamente alla attenzione genera-le le grandi possibilità di rilan-cio economico che un adeguatouso dello scalo aereo avrebbegenerato.In quest’opera Mario Gennaritrovò in particolare il sostegnodi un altro Socio del Rotary ClubGrosseto, Claudio Bottinelli, edassieme riuscirono ad interessa-re allo scalo aereo grossetanol’amministratore delegatodell’Opera Romana Pelle gri nag -gi, monsignor Liberio Andreat tache aveva (inizi 1997) il compi-to di organizzare l’arrivo deipellegrini in occasione delGiubileo dell’anno 2000 e cheintuì le grandi possibilità offer-

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L’Aeroporto nellaprospettiva del Giubileo

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te dall’aeroporto grossetano in questo senso. Fu proprio il Rotary ClubGrosseto (20 marzo 1997) ad organizzare una storica tavola roton-da sul tema “Grosseto, il suo Aeroporto ed il Giubileo del 2000” nelcorso della quale monsignor Andreatta prospettò la possibilità didirottare sull’aeroporto di Grosseto una parte dei voli charter diret-ti a Ciampino, e addirittura venne avanzata l’ipotesi di una pro-spettiva futura di spostamento di almeno parte dei voli che l’Opera

Romana Pellegrinaggi ha daCiampino sullo scalo aereo dellaMaremma.Con queste prospettive venne crea-

to un Comitato per il Giubileo al quale aderirono amministrazionipubbliche, la Curia Vescovile di Grosseto e quella di Siena, ilConsorzio Albergatori, l’Azienda di Promozione Turistica e la Seam,società che gestisce l’aeroporto civile. E dall’iniziativa del RotaryClub che aveva organizzato il convegno del 20 marzo scaturì il pro-getto per l’adeguamento delle strutture a terra dello scalo civile diGrosseto che, anche e soprattutto nella prospettiva del Giubileo edegli scenari che potevano aprirsi in conseguenza, trovò finanzia-menti e venne realizzato permettendo così di dotare Grosseto di unastruttura aeroportuale civile piccola ma moderna, adeguata ad untraffico charter anche sostenuto, ed efficiente.Purtroppo per successivi avvenimenti sui quali Grosseto non potevacerto avere influenza, le previsioni fatte in vista del Giubileo nontrovarono concreta attuazione.Resta però il fatto incontestabileche se oggi la città di Grosseto puòvantare una struttura aeroportualeadeguata ai tempi ciò è dovuto alle conseguenze scaturite da quelconvegno del 20 marzo 1997 e ribadito alcuni mesi dopo con unnuovo convegno che ebbe ancora monsignor Andreatta come princi-pale relatore. E dunque se nel futuro si riuscirà finalmente a con-cretizzare il sogno di veder decollare l’aeroporto civile di Grosseto,una spinta forse decisiva è stata data proprio dal Rotary. Un sogno?Potrebbe essere una realtà capace di rappresentare una grande spin-ta per il decollo definitivo dell’intero comparto economico della

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Una alternativaallo scalo di Ciampino

Un merito del Rotaryla nuova struttura

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I Secolidella storia grossetanae gli anni del Rotary

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Il titolo-slogan di una serie di Forum a favore del patrimo-nio artistico e culturale promossi ormai un decennio fa dai

nove distretti italiani del Rotary International era: “Italia: ilfuturo del passato”. Quel la iniziativa, sottoscritta perl ’attuale Distretto 2070 (allora 207) dal Governatore MarioLuzzetti nell ’anno rotariano 90/91, poteva ben descrivere,con una illuminante sintesi, la posizione del Rotary Club diGrosseto circa la questione della salvaguardia dei beni cul-turali.Questo Club ha infatti offerto negli anni della sua ormai cinquan-tennale attività un significativo e riconoscibile contributo a talemateria tendendo costantemente alla costruzione di un atteggia-mento innovativo nei confronti di una ricchezza spesso sottovaluta-ta, trascurata, a volte vilipesa, quasi sempre strumentalmente uti-lizzata per scopi alieni rispetto al bisogno di un riconoscimentoautentico dei fondamenti sociali e culturali della terra di Maremma.Si può oggi riflettere su quanto questa azione possa aver contribui-to ad una sostanziale svolta nella configurazione della società gros-

setana degli ultimi anni.Il Rotary Club di Grosseto non si èmai dato per sconfitto nel tentati-vo di affermare alcune esigenze

locali sentite come fortemente incidenti nel desiderio di un riscat-to di fronte ad una condizione di sostanziale subalternità rispetto arealtà territoriali vicine potentemente blasonate tanto sul versante

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Rivalutareil nostro passato

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oggettivo dei trascorsi storici quanto sulle dinamiche di governodell’attualità.L’estensione dell’insegnamento universitario in aree disciplinaricompatibili con le potenzialità locali, attraverso l’istituzione dispecifici insegnamenti a Grosseto, è stato uno dei temi mai abban-donati dagli amici che ne hanno sostenuto la possibilità anchequando sembrava che gli indirizzi generali favorissero un ferreo econvinto criterio di accentramento.Questi amici, che hanno resistito e continuano per nostra fortuna aresistere nei confronti di azioni di scoraggiamento psicologico efunzionale, possono soppesare oggi qualche tangibile frutto del loro

personale impegno talvolta nonsolo indiretto.L’azione del Club non si è limitatatuttavia al semplice auspicio dell’i-

stituzione di una o più facoltà universitarie in Maremma; è oppor-tuno infatti non dimenticare quanto impegno è stato profuso nel-l’offrire ai giovani grossetani un servizio di orientamento agli studiuniversitari (fuori sede) dapprima con una serie di contatti e con-ferenze tenute da professori delle diverse aree scientifiche ed uma-nistiche, poi con la pubblicazione di vere e proprie guide, anche susupporto informatico, alla topografia ragionata del mondo accade-mico circostante.La valorizzazione e lo sviluppo delle iniziative concernenti il patri-monio archeologico hanno costituito nel tempo uno dei settori dimaggiore impegno del Club. A partire dagli anni sessanta si sono susseguite con regolarità: pro-poste, mostre, progetti, attività, studi e pubblicazioni dirette a sot-tolineare la grandezza e l’estensione del retaggio storico fatto direperti, siti, monumenti, scavi, ordinaria architettura, tradizioniindustriali, usi, ecc..L’attenzione verso il mondo archeologico non si è limitata alle eve-nienze presenti sul territorio, ma ha affrontato anche i problemidella collocazione e della valorizzazione museale. L’acquisizione, ilrecupero ed il restauro conservativo delle fortificazioni di Grossetoa fini culturali, il potenziamento e la corretta organizzazione del

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Pubblicazionie conferenze

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sistema espositivo del Museo Archeologico, lo sviluppo degli scavi edegli studi su Roselle, le problematiche del restauro archeologicosono i temi sui quali anno dopo anno i Presidenti, senza soluzionedi continuità, si sono impegnati con singolare persistenza di obiet-

tivi in un quadro di convinta e pra-tica collaborazione. Tale circostanza, che appare quan-to mai singolare in un contesto nel

quale talvolta tendono a formarsi spinte personalistiche e centrifu-ghe, ha contribuito alla costruzione di un clima di reale integra-zione tra i programmi annuali ed ha certamente avuto dei riflessipositivi anche nella rappresentazione esterna del Club nei diversiambiti; tra questi il più importante è quello distrettuale nel qualeGrosseto gode del prestigio che gli deriva dall’aver accolto tra i suoisoci ben tre governatori tutti particolarmente impegnati sul versan-te della valorizzazione del Rotary come veicolo di cultura e umani-tà. Un Distretto nel quale è concentrata la massima densità delpatrimonio storico artistico mondiale.L'attività di questo Club inizia in questo ambito poco dopo la suaistituzione allorché su consiglio del Prof. Molajoli si inizia ad ope-rare per ottenere il passaggio della Fortezza e del Cassero, inseritinel complesso delle Mura Medicee di Grosseto, dalla proprietà dema-niale all'Amministrazione Comunale con l'obiettivo di giungere adun restauro monumentale ed alla sistemazione del complesso deiMusei cittadini.È del 1965 la consegna al Comunedi Grosseto del progetto esecutivodel restauro dei due manufattiredatto a cura del rotariano Arch. Mario Luzzetti. Nel 1970 il RotaryClub presenta al Comune di Grosseto una variante al progetto voltaad ottenere un intervento operativo immediato.L’iniziativa e le elaborazioni vengono documentate con una pubbli-cazione a cura dello stesso architetto Luzzetti e del Prof. AldoMazzolai: “Progetto di sistemazione del Museo archeologico nel cas-sero della Fortezza Medicea”.Negli stessi anni si assiste ad una intensa attività sui temi concer-

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Grande patrimoniostorico e artistico

Progetto del restaurodella Fortezza Medicea

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nenti l'Archeologia in Maremma: si tengono in proposito numerosis-sime conferenze fino all'organizzazione di un Convegno rotarianosul tema "La ricerca archeologica del 188° Distretto e la formazio-ne dei musei provinciali".

Nel 1970 si tiene con successo aGrosseto, per opera del RotaryClub, in collaborazione con laSoprintendenza alle Antichità

dell'Etruria e con la Pro Loco, la Mostra del Restauro Archeologico.Negli anni 1970/72 viene successivamente avanzata, in collabora-zione con l'Università di Siena, una serie di articolate proposte perla creazione a Grosseto di una Sezione staccata di Archeologia e diuna Scuola di restauro nell'ambito dell'allora convincente quadrodel decentramento universitario.Un importante contributo venne poi garantito dal Club alla pubbli-cazione, a cura della Soprintendenza Archeologica della Toscana,della guida/catalogo "Roselle: gli scavi e la Mostra" pubblicata acura del Direttore prof. Guglielmo Maetzke in occasione dell'allesti-mento della Mostra semipermanente nell’ambito del X Convegno diStudi Etruschi e di un riordino del materiale del Museo Civico.È stata naturalmente una grande soddisfazione, per quanti vi aveva-no contribuito, leggere su “La Nazione” del 4 aprile 1975 il titolo asei colonne: “Il museo archeologico: una meraviglia. Sarà inaugura-to il 3 maggio. Uno dei migliori d’Italia per ricchezza di reperti etru-schi ma per originalità è unico al mondo. La “primogenitura” delRotary Club e i meriti del professor Mazzolai. Valido aiuto da partedella Regione. In dono molte collezioni private”. Nel contesto distrettuale ed inter-distrettuale il momento di piùintenso coinvolgimento sui proble-mi del Patrimonio Culturale si èavuto nell'anno rotariano 1990/91 con l'iniziativa nazionale giàricordata "Italia: il futuro del passato". Era Governatore del nostroDistretto l'amico Mario Luzzetti, grossetano, che ebbe modo di orga-nizzare un memorabile Forum a Siena su "Strutture per la tutela e lafruizione del Patrimonio Artistico". Intervennero in quell'occasione

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Restauro archeologicoUna mostra nel 1970

Strutture per la tuteladel patrimonio artistico

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relatori di elevato prestigio: Tristano Bolelli, Marisa Forlani Conti,Pietro Annibaldi, Maltese, Paolucci ...L'iniziativa dei nove Distretti si concretizzò inoltre con la pubblica-zione di un dossier contenente l'insieme degli interventi nei diversiForum distrettuali ognuno caratterizzato da una specifica tematica.Non si può dimenticare che collateralmente alla valorizzazione delcontesto archeologico locale il Rotary si è fatto costantemente pro-motore dell’istituzione in Maremma di una Soprintendenza in mododa garantire in sito la persistenza di misure di salvaguardia, soste-gno amministrativo, collaborazione con gli enti locali, formazione.

È questo un versante nel quale unadifettosa rappresentanza politicoamministrativa, difficoltà di carat-tere generale e, segnatamente,

problemi di bilancio hanno svolto un ruolo negativo. Non dobbiamoinoltre dimenticare quanto possa incidere, sulla resistenza allanuova istituzione, l’interesse derivante da due aspetti del problemasolo apparentemente contrastanti: la ricchezza ancora non comple-tamente svelata di questo territorio e la stabilità intrinseca del qua-dro delle competenze storicamente consolidate in ambiti lontanidalla nostra realtà.Su questo tema il Club non si considera sconfitto e rimane convin-to della bontà di questa scelta persistendo nel conseguimento del-l’obiettivo.In un quadro di necessaria surrogazione, derivante dalla sostanzia-le indifferenza istituzionale rispetto alle esigenze di valorizzazionedel territorio e del suo patrimonio culturale riferibili a quel tempo,si inseriscono perciò le iniziative assunte con la spinta decisiva e lerisorse della Fondazione Rotariana “Carlo Berliri Zoppi” che hannoprodotto nell’arco di dieci anni la pubblicazione di testi ormai moltodiffusi ed apprezzati riguardanti la qualità e la consistenza dellastoria del territorio, il suo patrimonio storico, artistico ed archeo-logico. Di queste iniziative si tratta in altra parte di questa pubbli-cazione.Il Rotary persiste perciò nel proporsi, in questo contesto, comerealtà e punto di riferimento per una riscoperta dei valori civili

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Ricchezze enorminon ancora svelate

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basati sullo spirito di servizio e sulla validità della nostra tradizio-ne culturale.L’esteso polittico, tutto dedicato ai beni storici, realizzato con ilcontributo essenziale della Fondazione Rotariana “Carlo BerliriZoppi” ha assunto il ruolo di vero e proprio complesso baedeker cul-turale di riferimento della Maremma; esso svolge una intensa azio-ne di promozione del nostro territorio anche sotto il profilo squisi-tamente turistico: un obiettivo esplicitamente enunciato con lungi-miranza dal compianto Elia Giorgetti sin dal concepimento dell’ini-ziativa.

Non si può inoltre dimenticare chequesta attività ha fornito anche uncontributo diretto alla possibilitàdi pubblicare studi specifici da

parte di giovani ricercatori maremmani. Il risveglio del mondo cul-turale locale, sapientemente sostenuto dall’espansione delle attivi-tà di ricerca nell’ambito ed attraverso l’uso del patrimonio archivi-stico, trova negli anni ’80 un vasto spazio di interesse e di promo-zione nel Rotary Club di Grosseto. La collaborazione con l’Archiviodi Stato produce infatti una serie di importanti incontri e conferen-ze tra le quali si devono ricordare quelle tenute dai Direttoridell’Archivio: Vittorio Petroni nel 1973 sul tema “Grosseto, cittàmillenaria” e Serafina Bueti, nel 1985, con una conversazione su “Irapporti tra Grosseto, Siena e Firenze nella valorizzazione dellaMaremma”. Un riesame storico critico delle ragioni che hanno deter-minato nel tempo un singolare e dialettico rapporto con queste duerealtà civili della nostra regione: prossime nello spazio, lontane oantagoniste nella cura dei bisogni locali; dominatrici e nello stessotempo dipendenti dal punto di vista alimentare e logistico. Nella collana dei documenti diarcheologia, in collaborazione trala Fondazione Rotariana “CarloBerliri Zoppi” e l’AssociazioneArcheologica Maremmana, viene ancora pubblicato nel 1996“Grosseto, Roselle e il Prile. Note per la storia di una città e del ter-ritorio circostante” a cura di Carlo Citter.

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Importanti iniziativecon l’Archivio di Stato

Note per la storiadi città e territorio

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Si tratta di uno dei primi contributi volti al riconoscimento dell’i-dentità civile ed alla formulazione di una storia della nostra città,obiettivo al quale verrà conferito un notevole significato anche daparte degli amministratori e verso il quale verranno diretti studi,scavi e ricognizioni nel tessuto stesso del centro urbano e dellaperiferia con l’impegno diretto degli archeologi nel corso di lavoridi rifacimento delle opere di urbanizzazione.

Intanto Giuseppe Marrucchi siassume il compito di promuovereuna serie di ricerche e di proposteper il recupero strutturale ed il

restauro della Cripta del Monastero di S. Salvatore di Giungano,un’opera davvero singolare, sospesa incredibilmente tra storia emistero, nel territorio di Roccastrada. Il Rotary Club di Grossetodedica alle proposte di studio e di intervento su questo monumen-to storico - architettonico un intero convegno nell’anno 1995.L’impegno ed il tentativo di dedicare una prima attività di consoli-damento al suggestivo ed importante sito archeologico giungonofino al punto di ricercare specifici finanziamenti anche in collabo-razione con il Comune di Roccastrada.Enumerare la vastissima serie diincontri e conferenze concernenti ibeni culturali presenti nel nostroterritorio e necessitanti in molticasi di cure ed attenzioni profonde è compito arduo, l’operazioneconferirebbe certamente una ulteriore sottolineatura a questa parti-colare via del servizio rotariano solidamente interpretato concostanza nel Club.L’atteggiamento prevalente di ogni socio attento alle finalità diquesta associazione è tuttavia quello di considerare preminentel’impegno ancora da dedicare al servizio piuttosto che compiacersidi ciò che è già stato realizzato. Il computo e la valutazione degliobiettivi già conseguiti ed archiviati, ma densi di utilità e promes-se anche per il futuro, contribuirà semmai a spingere ogni buonsocio verso ulteriori nuove forme per servire la cultura e la valoriz-zazione della nostra complessiva identità.

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Note per il restaurodella Cripta di Giugnano

Incontri e conferenzesui beni culturali

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L’impegnodel Rotary grossetanoper ambiente e turismo

1954

-200

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Il presente capitolo affronta e ripercorre le tematiche col-legate di economia, ambiente e turismo. L’economia marem-

mana è fortemente legata al binomio ambiente-turismo:spiagge, pinete, parchi e riserve naturali, la fauna e la flora,conservate e rese fruibili nel tempo da uomo e natura, costi-tuiscono, insieme ai beni archeologici e storici, quel capitalein più che pochi altri territori possono vantare.Il Rotary consapevole dell’importanza di questo patrimonio ha sem-pre cercato, con iniziative lungimiranti ed innovative, di diffondereuna cultura tesa alla valorizzazione di queste risorse.Iniziative lungimiranti perché tese a far riflettere i cittadini e gliamministratori del territorio verso obiettivi e scenari di medio elungo termine, basta ricordare l’azione di sensibilizzazione svolta afavore del Parco della Maremma, oggi vero gioiello del nostro terri-torio; iniziative innovative in quanto fondate sulle più recenti ricer-che e studi scientifici.Il percorso del Club di Grosseto incampo ambientale inizia nel 1965con un’azione di sensibilizzazionea favore della protezione del mera-viglioso patrimonio ambientale delle colline dell’Uccellina. Da allo-ra ci vorranno ancora 10 anni per arrivare all’ufficiale riconosci-mento di Parco Regionale; avverrà nel 1975 e sarà il primo Parcoregionale toscano (il secondo in Italia).L’anno seguente, l’anno dell’alluvione, vide il Rotary impegnato a

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La valorizzazionedell’Uccellina

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dare il suo contributo rispetto alle problematiche del territorio lega-te alla presenza del fiume Ombrone. Il Club diede vita ad unaCommissione di studio, composta da esperti e professori dei viciniatenei, per approfondire la tematica del fiume Ombrone che sfociònella pubblicazione nel 1970 di una monografia che venne inviataalle autorità del territorio.L’azione sulle tematiche ambientali, iniziata con l’affrontare due que-stioni di rilievo storico per Grosseto, il Parco della Maremma el’alluvione, continuò negli anni successivi su temi individuati semprecercando di portare un contributo utile a far riflettere sulle sceltefuture per il nostro territorio. Possiamo ricondurre le numerose ini-ziative realizzate in alcuni obiettivi generali perseguiti in questi

anni.

La difesa della costa: il Club hadato vita e coordina, con vanto, ilForum della fascia costiera al qualeabbiamo voluto dedicare un appo-sito capitolo. Nel 1971 il Clubedita “Porti ed approdi turisticinella costa maremmana” dell’alloraPresidente del Club grossetano,Ing. Arch. Mario Luzzetti.I parchi comunali, ovvero l’azione di sensibilizzazione verso lamaterializzazione delle “zone verdi” che fino a venti anni fa costi-tuivano, di norma, solo indicazioni geografiche nelle mappe deipiani regolatori comunali. Un’azione venne svolta dal Club sin daglianni ’70 al fine di far riflettere su come vi sia uno stretto collega-mento tra la qualità della vita di un cittadino e il sistema di parchi

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La difesadella costa maremmana

La copertina del Rapporto sul Fiume Ombrone

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urbani di una città. Oggi il rapporto tra l’estensione della città,l’estensione dei parchi urbani e la percentuale di cittadini (con par-ticolare riferimento alle persone anziane e ai bambini) che si trova-no ad una distanza non superiore a 300 metri da essi sono propostidagli esperti tra gli indicatori comuni europei per le città. Negli ultimi anni il Rotary, dando seguito ad una consolidata tradi-zione che ha visto anche la collaborazione del Rotaract (finanziò edallestì all’interno di una scuola elementare un piccolo parco guida-to sulla macchia mediterranea) ha poi deciso di donare alla città ilprimo nucleo di un nuovo importante parco cittadino: il Parco PaulHarris (oggetto di uno specificoparagrafo di questo capitolo) cheha costituito la prima azione diriqualificazione della storica areadell’ex Canale Diversivo. La conoscenza e la tutela del territorio. In questo ambito si inseri-scono, oltre il tema del Parco Naturale della Maremma a cui dedi-chiamo un apposito paragrafo, varie iniziative legate alle risorseambientali del nostro territorio.Nel 1973 il Club affronta con l’aiuto del Prof. Giuseppe Guerrinil’affascinante mondo “dell’alpinismo alla rovescia”: La speleologia.L’incontro evidenzia l’intensa attività del Gruppo Speleologico

Maremmano per censire e porre lebasi per una tutela delle grottedella Maremma ed è l’occasione perla presentazione del libro “Andar

per grotte”.L’educazione ambientale. Il consolidato rapporto di collaborazionecon il mondo scolastico si è arricchito, nel corso degli anni, anchedella materia ambientale. Conferenze, manifesti ecologici da distri-buire nelle scuole, concorsi fotografici sono le tipologie di azioniportate avanti dal Rotary Grosseto nelle scuole. Tra i temi trattatidalle varie iniziative ci sono stati argomenti specifici qualil’Ombrone o le essenze arboree ed arbustive del territorio, o piùgenerali quali l’inquinamento e la difesa dell’ambiente (un concorsofotografico per gli alunni delle Scuole Medie Inferiori della

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Conoscenza e tuteladel territorio

L’educazioneambientale

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Provincia di Grosseto realizzato suiniziativa della Fondazione CarloBerliri Zoppi), la programmazioneterritoriale e la conservazione del

suolo.Il Turismo. Negli ultimi anni il Rotary ha cercato di sensibilizzareoperatori turistici, imprenditori, giovani studenti ed amministrato-ri sull’inscindibile nesso che esiste, soprattutto nel nostro territo-rio, tra ambiente e turismo. Iniziative che sono culminate nell’azio-ne del Club a favore dell’Università attraverso la Fondazione CarloBerliri Zoppi e nella collaborazione per l’organizzazione delWorkshop “Il turismo per la valorizzazione delle aree naturali pro-tette”.Merita una riflessione la capacità del Club di aver saputo coglieresul nascere le problematiche ambientali del territorio e il loro col-legamento con i temi dello sviluppo e della qualità della vita; aver-

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Alcune delle essenze arboree contenute nel manifesto diffuso dal Club

Lo stretto nessotra ambiente e turismo

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le affrontate con studi ed iniziati-ve ed essere riuscito, con tempe-stività, a mettere a disposizionedei cittadini, e più in particolaredegli Amministratori, proposte ed idee.L’impegno del Rotary sui temi legati al bacino del fiume Ombronepuò essere collocato, come detto sopra, negli inizi dell’attivitàambientale del Club. Gli eventi tragici del novembre del 1966 det-tero avvio ad una serie di iniziative e di studi da parte del Clubdedicati al rapporto tra il fiume, la città e i suoi abitanti.L’allora Presidente Prof. Benedetto De Luca, nel bollettino seme-strale del Giugno-Dicembre 1966, dedicò all’evento alcune paroleche meritano di essere ricordate:“… l’anno 66-67 si era iniziato sotto auspici quanto mai propizi…alcune riunioni hanno riscosso il consenso unanime dei nostri amici:quella del 28 luglio tenutasi a Marina di Grosseto … fu onorata dallavisita del Ministro degli Interni di Svezia, Sig. Rune Johansson e daquella del Sig. Prefetto di Grosseto, Dott. Alceo Chiesi …. Il 19 otto-bre la riunione conviviale con Signore per la premiazione annuale deimigliori diplomati delle Scuole secondarie superiori, ebbe un concor-so di Autorità veramente eccezionale e consacrò un autentico succes-so per la propaganda dell’ideale rotariano in seno alla gioventù. …Tutto faceva prevedere che saremmo arrivati al giro di boa del primosemestre in maniera del tutto soddisfacente ma … Un’alluvione diproporzioni paurose, veramente apocalittiche, nei giorni 3 – 4Novembre sommerse la nostra cara Grosseto e le sue belle ed opimecampagne. L’Ombrone dimostrò il suo volto crudele, portando acqua efango, fango ed acqua nelle case, in rioni popolosi ed operosi, tuttosommergendo e tutto distruggendo. Passato il primo momento dishock si sono organizzati i soccorsi e pur nella comprensibile confu-sione dei primi momenti, la gara di solidarietà si è sviluppata gran-diosa ed imponente. Il nostro Club non è stato assente e la grandeFamiglia rotariana ha manifestato il suo slancio caritativo e fraterno,il suo cuore veramente generoso. … Voi, amici di Grosseto mi aveteconfortato nella dura fatica di un bimestre che rimarrà nella miamemoria fra i più duri e travagliati della mia vita. Nella stanchezza

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Il bacinodell’Ombrone

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e, qualche volta, nello sconforto, mi ha sostenuto una soddisfazione:quella di poter fare del bene, di poter lenire una sofferenza, di aiu-tare un indigente. Sotto questo profilo ho veramente constatatoquanto sia grande il piacere del donare: è stata per me un’esperienzameravigliosa.”Le cifre di quella tragica alluvione vengono ripercorse nel bolletti-no rotariano (oltre 500 imprese industriali o artigianali colpite;circa 3 miliardi, di allora,complessivi di danni; glialberghi danneggiati per400 milioni; circa 650alloggi del capoluogo ina-bitabili); il Rotary si mossetempestivamente e, scriveGiuseppe Guerrini:“All’indomani del diluvio siè subito pensato ai concit-tadini più colpiti: a coloroche nel danno economicopur modesto hanno perdutoogni loro avere. Ad essiabbiamo destinato oltremezzo milione, oltre all’im-porto dei convivi di duemesi, ai quali abbiamorinunciato di buon grado.… Poi ci siamo messi allavoro, non disdegnando diimpugnare vanghe e badili …ma non si era soli: con profondo orgoglio, anzi con commozione, si èforse solo allora constatato il significato vero, più profondo, di farparte del Rotary Internazionale. Non si è soli se si è rotariani. …Poiché la sede del Rotary era alluvionata, l’abitazione di un socio, epoi un quartiere preso in affitto, divennero centri di raccolta e di dis-tribuzione di viveri, indumenti, masserizie di ogni genere, giunte daogni Rotary; e denaro, tanto denaro, … ebbene comprendendo cinquemilioni inviatici dal Governatore del 184° Distretto e due milioniinviatici del Governatore del 188° Distretto, si sono ricevuti ad oggi

12 milioni e ottocentoquaran-76

La copertina del Bollettino Giugno-Dicembre 1966

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I Parchi ArboreiPiù volte, nel corso dei suoi primi cinquanta anni, il Rotary ClubGrosseto si è occupato del verde pubblico cittadino ed ha messo inopera dei piccoli progetti per abbellire di verde la città.

Nel 1972, quando “Facciamo la Maremma più verde” divenne ilmotto del Rotary Club Grosseto, furono presentate ed approvate alCongresso distrettuale di Viareggio cinque “regole” da tener careper la valorizzazione del verde.Fra queste si indicava la istituzione di parchi comunali didattica-mente attrezzati, la realizzazione di zone verdi, la messa a dimoradi piante.Fu sullo slancio di queste indicazioni che venne messa a dimorauna fila di cipressi nei giardini della Fortezza Medicea per la cuivalorizzazione tante energie sono state spese dal Rotary.

Nel 1974 fra le iniziative prese dal Rotary Club Grosseto per valoriz-zare il ventennale della sua esistenza, una particolarmente apprez-zata fu la messa a dimora di una serie di alberi e di essenze arbo-ree nell’area a verde pubblico che costeggia via Monterosa.

Nell’annata 1998-99 venne realizzato addirittura un piccolo “ParcoPaul Harris” su un’area di circa 2 ettari quadrati messa a disposizionedalla Amministrazione Comunale, fra via Senese, via Andorra e vialeEuropa. Su quest’area sono stati impiantati 80 alberi di leccio, quer-cia, albatro, viburno e cipresso che valorizzano oggi un angolo dellacittà particolarmente apprezzato da chi vada in cerca di quiete e diverde. Tra l’altro è stato posto in questo piccolo Parco anche uncippo marmoreo sul quale lo scultore rotariano Alessandro Rigettiscolpì in bella evidenza la ruota del Rotary. Alla inaugurazione inter-venne lo stesso Governatore del Distretto 2070, Umberto Ardito, chevolle così sottolineare l’importanza del progetto realizzato.

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Il Rotaryversol’Europa

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Nella concitazione di Chicago dei primi anni del novecen-to, l ’ immagine del giovane avvocato, Paul Harris, prove-

niente dal Vermont e un po’ nostalgico, che si aggira tra lafolla anonima di quella città, riassume l ’atmosfera collettivain cui nasce il Rotary.Nell’attaccamento nostalgico al Vermont, quell’immagine contiene ilradicamento dell’America alle matrici culturali e sociali dell’Europa.Essendo uno degli Stati di più antica fondazione, le sue comunitàavevano ereditato direttamente i valori dell’Europa, avevano conso-lidato nella loro organizzazione i valori umanistici della democraziae della solidarietà sociale, avevano conservato la loro dimensione amisura d’uomo.Ed anche il Rotary nasce ereditando quelle matrici culturali; soprat-tutto nel convinto valore che attribuisce alla libertà di pensiero enella storica incompatibilità che i regimi totalitari di tutto il mondohanno dimostrato con esso.Dovendo parlare di Rotary e Europadiviene pertanto naturale rifarsialle radici culturali di entrambi.L’Europa nasce da una eredità culturale che possiamo definire radi-cale e universale. La cultura che ha avuto come culla questo conti-nente, dall’antica Grecia fino ai giorni più recenti, ha visto nascereidee universali che hanno viaggiato in tutto il mondo affermandosicome diritti inalienabili. Le idee di libertà e di società nate dal pen-siero classico sono le pietre miliari delle civiltà che sono seguite,

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Radici culturalidi Europa e Rotary

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dal cristianesimo fino alla rivoluzione francese. Ecco che cosa sipensa quando si pensa all’Europa, a un insieme di tradizioni ciascu-na molto aderente alla propria realtà contingente, ma allo stessotempo nate da una comune ed universale tradizione.

Capendo l’Europa si impara a ren-dere onore alla libertà. L’Europa haun’identità, un’identità civilizzatri-ce: così un italiano del sud, un

siciliano, ed un nordeuropeo svedese sono diversi dal punto di vistaculturale, giacché la cultura è sempre un fatto locale ed in Europaci sono alcune migliaia di culture diverse: ma tutti appartengono aduna sola civiltà. L’Europa ha una identità civilizzatrice sotto la qualesi raccoglie una gran quantità di identità diverse: così un’identitàsiciliana non è uguale ad una dell’Italia del Nord, ma tutti sonoeuropei e l’identità europea non è stata mai minacciata dalle migra-zioni interne del XVIII e XIX secolo.Dalla fine XX secolo, ed in particolare in questo XXI secolo, si starealizzando una immigrazione verso l’Europa da parte di civiltàextraeuropee. Sia da un punto di vista numerico che dal punto divista delle sfide che essa pone, la civiltà più importante tra gliimmigrati che vengono in Europa per restarvi è senz’altro quellaislamica. La composizione della popolazione cambia, la popolazioneeuropea diventa più varia, dove più varia non significa un accosta-mento, ad esempio, di italiani e tedeschi, polacchi e tedeschi otedeschi e spagnoli; significa invece che persone provenienti daciviltà diverse sono elementi di questa mutata composizione dellapopolazione.Il Rotary e l’Europa percorronostrade comuni. Le battaglie a favo-re dei diritti dell’uomo ne sono unesempio:l’Unione Europea (e primala Comunità Europea) ha iniziato a preoccuparsi di razzismo e anti-semitismo ben prima della tardiva e superficiale scoperta mediaticadi questi fenomeni.Il Consiglio Europeo iniziò a condannare razzismo, xenofobia e anti-semitismo nell’ottobre ’95, invocando anche il coinvolgimento,

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Una gran quantitàdi identità diverse

Strade comuninel nome dell’Uomo

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nella lotta a questi fenomeni, dei sistemi educativi nazionali.Uno degli aspetti che lega Rotary e Europa è anzitutto il primatodell’individuo. Subito segue l’etica del lavoro.Quali sono i valori che realmentetengono, o meglio, dovrebberotenere insieme le centinaia dimilioni di nuovi compatrioti? Sesta per nascere uno Stato che va dall’Atlantico agli Urali, dallaScandinavia al Mediterraneo è quanto mai opportuno andare allaricerca delle radici del cittadino europeo. Non tanto per spiritod’erudizione quanto piuttosto per un compito morale che tracci ilperimetro, l’area entro la quale l’Europa continui malgrado tutto asopravvivere. Insomma, sapere da dove veniamo serve anche percapire dove andremo.Come unire queste individualità? Certo, sono meriti enormi quelli diPlatone e Aristotele (e Euclide e tutti gli altri) di avere “inventato”qualcosa di inaudito come la teoria, ovvero la possibilità di unaconoscenza universale, e di qualcosa come la psyche, l’anima comeessenza peculiare dell’uomo. E non è trascurabile neanche il “para-digma culturale” realizzato dalla scienza moderna e il ruolo che hasvolto nel creare l’uomo europeo.

Tuttavia, è il concetto di “persona”che è fondamentale per definirecosa significa essere europei. Solose si è persone e si riconoscono gli

altri come persone possono nascere la solidarietà, l’unità spiritualee può risorgere un vero umanesimo. Ecco dunque riemergere vivo ilconcetto rotariano del primato dell’individuo.Il compito più arduo, oggi, consiste nel tentare di porre rimedio allosquilibrio sempre crescente fra il progresso tecnologico ed econo-mico, da un lato, e il mancato progresso dell’uomo nelle dimensio-ni spirituale, etica e sociale, dall’altro. Il Rotary incarna questivalori, li fa propri, e si rivela utile in ogni caso di necessità.Per la convivenza pacifica delle culture è necessario che le identitàsiano ben definite. Pena la scomparsa delle stesse, dell’Europa inprimo luogo.

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Le radicidel cittadino europeo

Cosa significaessere europei

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E proprio qui entra in gioco l’importanza del Rotary, il ruolo cheesso svolge nell’ambito sociale a partire dai singoli componenti.Oggi la tradizionale immagine di”Europa degli Stati” sta lentamen-te lasciando il posto ad una moderna “Europa delle Regioni”. L’Europa delle regioni è lo spazio ideale per affrontare e sperimen-tare contemporaneamente la logica della cooperazione e della com-petizione. Si può sostenere che cooperazione e competizione nonsiano incompatibili tra loro, ma al contrario si possa cooperare percompetere e competere per trovare le migliori forme ed i miglioriinterlocutori per collaborare.Esiste un filo conduttore tra cooperazione e competizione destina-to a cogliere le opportunità di crescita per l’economia locale eaffrontare con preparazione e competenza i rischi comuni. La “Regione d’Europa” diventa la prima protagonista in un nuovoscenario in cui i confini si fanno flessibili al nuovo processo di pia-nificazione territoriale.

Le frontiere sono “cicatrici dellastoria”. Noi abbiamo il dovere diconoscere questa storia e di nondimenticarla. Anche se, in questi

anni, le frontiere fisiche e regolamentari si attenuano, occorreràancora del tempo e della perseveranza affinché quelle psicologichevengano meno del tutto. Ecco, allora, la nascita di vere e proprieEuroregioni destinate a ricoprire un ruolo di primo piano all’internodi un’Europa unita e libera dalle passate restrizioni, che vincolava-no i rapporti socioeconomici tra i vari Stati membri.Ecco dunque concretizzarsi il contributo del R.I. nell’operato uma-nitario internazionale ma, in questo caso, europeo: la decisione sto-rica della Commissione di Certificazione Regionale Europea per laPoliomielite è stata annunciata: la Regione Europea dell’OMS, 873milioni di persone in 51 paesi, è stata certificata libera dalla polio-mielite.L’Europa è la terza Regione dell’OMS ad affrancarsi dalla malattia,dopo le Americhe (1994) e il Pacifico Occidentale (2000), da quan-do l’iniziativa di “Eradicazione Globale” è stata lanciata in rispostaall’appello dell’Assemblea Mondiale della Salute del 1988 e agli

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Cicatrici della storiada rimarginare

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obiettivi stabiliti durante il Summit Mondiale per l’infanzia nel1990. Il Rotary International ha guidato finanziariamente la cam-pagna come organizzazione privata ed ha contribuito con 14 milio-ni di dollari in Europa e 462 milioni di dollari nel mondo fino al2002. Inoltre, i membri del Rotary hanno dedicato volontariamenteil loro tempo e risorse personali per sostenere l’immunizzazione deibambini durante le campagne di massa. Per contribuire allo sforzoglobale, il Rotary ha lanciato nel luglio del 2002 la seconda inizia-tiva per raccogliere 80 milioni di dollari di fondi entro la fine del2003. Ecco dunque un esempio concreto di Rotary. Dover parlare del nesso fra il nostro sodalizio e l’Europa non potevaprescindere dall’analisi delle profonde radici culturali che leganoquesti due soggetti in modo significativo.Il Club di Grosseto, nell’ambitodelle iniziative dirette a favoredella maggiore sensibilizzazionenei confronti dell’Unione Europea,ha dedicato lo spazio di alcune riunioni conviviali all’approfondi-mento di queste tematiche.Importante, specialmente in questo scorcio a cavallo fra i due seco-li, nel momento della massima espansione dell’Unione, comprensivodel dibattito sulla Costituzione Europea, l’approfondimento rivolto aqueste tematiche.Si sono pertanto susseguite, nel corso di questi ultimi anni, alcunerelazioni tenute da studiosi di Diritto come il Prof. GiovanniBuccianti dell’Università di Siena, il Dr. Vincenzo Petrucci, ed ilnostro socio Dr. Alfredo Di Stefano, già funzionario per gli affarigiuridici al Parlamento Europeo, nonché da parlamentari europeicome l’On. Roberto Barzanti e l’On. Enrico Ferri, i quali si sonointrattenuti sulle tematiche cogenti di questo importante fenomenopolitico-culturale che ci sta direttamente interessando, come citta-dini innanzitutto, e come rotariani.Da ricordare inoltre l’intervento dell’Ambasciatore Rocco AntonioCangelosi, che venne nel nostro Club per illustrare il significato e laportata nel futuro dell’Accordo di Maastrich che della nuova Europaè uno dei pilastri portanti.

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Le iniziative presedal Club di Grosseto

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Le pubblicazionidel Rotary Club Grossetodal 1954 al 2004

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Molte sono le ragioni che hanno fatto sì che gli aspettilegati in vario modo alla cultura abbiano costituito il filo

conduttore di iniziative che hanno caratterizzato questi cin-quant’anni, iniziative non soltanto costanti e molteplici, maanche di notevole livello e molto spesso anticipatrici di ciòche sarebbe poi avvenuto per volere dei poteri istituzionali.Tra queste, l ’estrazione professionale e quindi la sensibilitàdei soci, la particolare vocazione del territorio, la diffusasensazione di una generale regressione ovvero di una scarsointeresse nutrito dal pubblico nei confronti di questi temi,insomma tutti motivi che hanno reso congeniale al sodaliziodi proporsi in maniera propositiva e talvolta vicaria, di sti-molo, di approfondimento e di sostegno perché questa parted’Italia continuasse a parteci-pare dei valori che costituisco-no uno dei tratti salienti dalPaese. Scrivendo di queste iniziative, in una pubblicazione che viene con-sapevolmente dopo quella che ha illustrato i primi venti anni delClub, è evidente il pericolo di cadere nell’inutile ripetizione di quan-to già detto e scritto, onde ciò che ha già formato oggetto di quelprecedente volume verrà qui solo accennato. Ma dev’essere necessa-riamente ricordata, per ciò che si riferisce ad un filone proficuod’interesse del Rotary quale è quello della valorizzazione del patri-monio archeologico del suo territorio, quella manifestazione che,

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La valorizzazionedel territorio

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pur senza essere la prima, ha tuttavia certamente costituito l’iniziodi tutte le successive iniziative nel settore: ci si riferisce alla rela-zione tenuta il 18 gennaio 1961 dal Prof. Caputo, Soprintendente

alle Antichità d’Etruria, sul tema“L’inserimento di Grossetonell’Etruscologia di domani”.Di speciale rilievo non erano sol-

tanto la qualifica dell’oratore e la scelta del tema, ma anche la cir-costanza che, presenti tutte le autorità statali e locali, veniva datoconcreto avvio alla questione del recupero della Fortezza Medicea,previa sua cessione dal demanio al Comune di Grosseto. Tra i fruttiimmediati di quella serata (l’effettiva acquisizione del Cassero alComune ed il suo restauro dovevano richiedere maggior tempo)merita di essere ricordata la riunione distrettuale per i GruppiProfessionali tenutasi a Grosseto il 5 maggio 1961, sulla “Ricercaarcheologica nel 188° Distretto e la formazione dei musei provin-ciali” con la partecipazione di persone quali l’allora GovernatoreTristano Bolelli, il Direttore generale per le Antichità e Belle ArtiProf. Molajoli, il Soprintendente della zona del Palatino Prof.Romanelli, il già menzionato Prof. Caputo, il Direttore del MuseoCivico di Viterbo Dott. Foti, l’Ordinario di Archeologiadell’Università di Pisa Prof. Ferri, ilDirettore del Museo Guarnacci diVoltessa Prof. Fiumi ed ancora iProff. Pallottino e Devoto.A queste iniziative seguirono anni di ininterrotto fervore per lamateria della ricerca archeologica locale, lavoro che condusse dap-prima, il 1 agosto 1970, all’inaugurazione della Mostra del RestauroArcheologico, voluta dal Club in collaborazione con laSoprintendenza di Firenze e con la Pro Loco, poi, nel 1975, ad unnuovo allestimento del risultato degli scavi di Roselle. Quest’ultimoavvenimento era sottolineato e valorizzato dalla pubblicazione, adiniziativa del Club, del volume “Roselle, gli scavi e la mostra”, checostituiva un’accurata guida al sito archeologico ed al Museo Civico.Si tratta di un’opera ormai introvabile, di raffinata fattura e chedoveva costituire nella memoria dell’allora Presidente del Club. Elia

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Ricerca archeologicae Musei provinciali

“ Rosel le, gli scavie la mostra”

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Giorgetti, il modello per quella serie di pubblicazioni che egli tena-cemente volle nei decenni successivi.Ma, ricordando Elia Giorgetti, non possono essere trascurate altrepubblicazioni, pure afferenti il mondo della cultura seppur indiriz-zate a finalità assolutamente differenti: la serie di quaderni desti-nato a diffondere la conoscenza delle novità normative che mag-giormente erano destinate ad interessare la vita quotidiana del cit-

tadino, quali la “Riforma del con-tenzioso tributario”, la “DifesaCivile”, la “Occupazione eFormazione Professionale”.

Negli anni che seguirono, i temi afferenti la cultura, nel senso piùcomunemente inteso, non mancarono mai di contrassegnare le anna-te rotariane: possiamo ricordare la relazione del Presidentedell’Accademia della Crusca, Prof. Giovanni Nencioni, su“L’Accademia della Crusca e la Lingua Italiana” nel corso dell’anna-ta 1991-1992, la conferenza del generale Alberto Bernini su“L’Accademia di Sanità Militare” nell’annata 1992-1993, la tavolerotonda su “La custodia cautelare nella fase delle indagini prelimi-nari” (vi parteciparono il Prof. Giovanni Maria Flick, all’epocadocente dell’Università Luiss di Roma, la Dott. Margherita Cassano,componente del Consiglio Superiore della Magistratura, il Dott.Antonio Mura, addetto alla Cortedi Cassazione) nell’annata 1994-1995, il Futuro della televisione”nell’annata 1997-1998, le“Invasioni Saracene in Maremma”.Non sono tuttavia mancate iniziative di segno completamente diver-so, caratterizzate cioè dall’interesse per rami del sapere assoluta-mente differenti ma mai inattuali: dagli Aspetti di sicurezza e pro-tezione sanitaria della macchine a fusione nucleare” (1983) al“Convegno sulla riforma degli studi medici” (1985), dalle iniziativeper l’istituzione a Grosseto di una sede universitaria alla conversa-zione sulla “Medicina dalla Scuola Salernitana all’Università”.Per tornare alle pubblicazioni di cui si è sopra accennato, negli annidal 1993 al 2001 il Club, forte dell’apporto economico della sua

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Accademia della Cruscae lingua italiana

“ La Guida allaMaremma Antica”

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Fondazione Carlo Berliri Zoppi diZolasco e con il sostegno di varieistituzioni pubbliche e private, hapubblicato cinque volumi, destinati afare da guida per la conoscenza dialtrettanti aspetti del suo territorio:La “Guida alla Maremma Antica”, la“Guida Storico-Artistica allaMaremma”, dedicato alla storia del-l’arte, la “Guida agli Edifici Sacri”,“Roselle “ (ideale aggiornamentodella già citata opera del 1975) e“Guida alla Maremma Medievale”.L’intenzione dei promotori era, intutti i casi, quello di valorizzarealtrettanti aspetti della realtà delnostro territorio, oltre che di stimola-

re le pubbliche autorità ad un maggior impegno per la tutela di que-sto patrimonio, consentendo al grande pubblico di rendersi parteci-pe dei risultati del lavoro degli specialisti (i volumi sono tutti dovu-ti all’impegno delle migliori professionalità disponibili per ciascunsettore) ma senza nulla concedere alla divulgazione che fosse dimi-nutivo di una rigorosa attendibilità scientifica. Il contenuto di que-sta fortunata serie di pubblicazioniè ben noto ai soci del Club, che nehanno ricevuto di volta in voltacopia, così come è noto ad ogniinteressato, continuando ad essere quelle guide un successo edito-riale (la prima ha avuto, oltreché varie ristampe ed edizioni, unatraduzione in tedesco) che le pone costantemente nelle vetrinedelle librerie cittadine. L’interesse del Club e dei suoi soci ed organi direttivi prosegue:sono una costante le relazioni su temi che abbracciano gli aspettipiù variegati della cultura, così come è ancora viva l’eco per unapubblicazione recente, “La Toscana nel cinema, il cinema inToscana”: nel rinnovarsi delle generazioni, questo rimane un sodali-

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Successi editorialianche all’estero

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Il Rotary Club Grossetoi giovanie l’Università

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Che il Rotary sia stato il precursore di tante iniziative chehanno trovato l ’avvio o la risoluzione molto tempo dopo il

loro iniziale dibattito, oppure che siano ancor oggi oggettodi discussione, è cosa nota ed anche facilmente spiegabilecon l ’ identità potremmo dire “genetica” del Club stesso. Per sua natura infatti, esso si è sempre dimostrato attento paladinodi cause lungimiranti che sarebbero poi divenute, nel tempo, anchepopolari. Studiando gli archivi del Club, infatti, appaiono ben evi-denti gli sforzi che sono stati profusi per stimolare l’avvio di impor-tanti iniziative tutte volte al miglioramento, al progresso ed allosviluppo della nostra comunità.Fra i temi che balzano maggiormente all’attenzione, oltre ad unsano interesse all’ecologia e all’ambiente certamente ante litteram,vi sono il problema della viabilità, insieme a quello dell’Universitàa Grosseto e del futuro delle nuove generazioni. Tutti argomenti chevedono il Club impegnato in modo costante e solerte nel corso deglianni.Numerose sono state, infatti, leiniziative dedicate alle problemati-che del mondo giovanile, dellascuola, all’orientamento professio-nale ed universitario, e al decentramento universitario a Grosseto.Nel 1971, all’Hotel Bastiani, il Club diede vita ad una tavola roton-da sul tema “Strutture Universitarie nella Toscana Meridionale”, alquale parteciparono oltre al Magnifico Rettore dell’Università di

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Nel 1971 già si parlava dell’Università

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Siena Prof. Mauro Barni, tutte le autorità civili e politiche dellaProvincia, esponenti del mondo culturale locale e gli organi di stam-pa.Per significare i toni dell’incontro si riporta il discorso di aperturadei lavori, pronunciato dall’allora Presidente del Club Arch. Ing.Mario Luzzetti:

“Illustri e cortesi ospiti, cariamici, ringrazio a nome del Club ilMagnifico Rettore della Universitàdi Siena, Prof. Mauro Barni, per

avere accettato di portare al Rotary Club di Grosseto la Sua profon-da conoscenza ed esperienza sul tema delle strutture universitarienella Toscana meridionale. Rivolgo un riconoscente saluto a S.E. ilPrefetto di Grosseto, Dott. Ricceri, al Presidente dellaAmministrazione Provinciale, Avv. Giorgi e al Sig. Finetti, Sindaco diGrosseto, per avere conferito con la Loro autorevole presenza unindubbio contributo di prestigio e di concreto interesse a questariunione.Cordialmente ringrazio per la Loro presenza l’Avv. MarcelloCeccherini, Presidente della Società Storica Maremmana e nuovovice-Governatore Distrettuale del Lions Club, e l’amico GiulianoPerosi, Presidente del Lions Club, nonché i rappresentanti dellastampa Dott. Rossi e Claudio Bottinelli.Un grazie sincero e riconoscente per avere coordinata o resa possi-bile questa riunione sia al Prof. Carlo Panà, Direttore della ClinicaTisiologica dell’Università di Siena, e della Sezione Universitariabronco-pneumologia del nostro Ospedale Sanatoriale, sia al carissi-mo past-President Dott. Elia Giorgetti.L’argomento della nostra riunioneodierna fu già aperto dal RotaryClub due anni fa, PresidenteGiorgetti, e furono esaminate,dibattute, discusse alcune eventualità di inserimento dellaProvincia di Grosseto nel processo di ampliamento delle struttureuniversitarie alla luce della futura legislazione e, soprattutto, delnuovo concetto dello studio universitario.

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La speranza delPresidente Luzzetti

Esperienze originalipensando ai giovani

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Oggi che la proposta della Legge Universitaria, del 17.04.69, siripresenta alla Camera, dopo l’approvazione del Senato nel maggioscorso, per l’ulteriore esame ed approvazione, riteniamo necessarioe doveroso riproporre l’argomento all’attenzione della autorità, per-ché, alla luce anche di recenti esperienze, sia meglio determinatol’obiettivo e il cammino più opportuni da seguire.Dobbiamo anzitutto affermare che il Rotary Club non ha organizza-to questa riunione per chiedere iniziative impensabili, assurde eanacronistiche, sappiamo però, che la nostra Provincia è sede diesperienze originali che potrebbero arricchire in diversi settori (par-ticolarmente archeologia, cerealicoltura, mineralogia, medicina eveterinaria) le conoscenze e le ricerche delle università madri, tantoche queste potrebbero forse ritenere utile avere anche nella nostraProvincia collegamenti universitari, veri e propri osservatori di stu-dio e ricerca all’avanguardia delle esperienze specialistiche.Noi non abbiamo Santi in paradiso che possano creare universitànuove con la bacchetta magica, e anche se li avessimo, non sarem-mo sinceramente convinti della opportunità di creare edifici senzafondazioni.Il problema universitario, che interessa direttamente ogni annooltre 400 nuovi studenti della Provincia e altrettante nuove fami-

glie, sussiste comunque e gli argo-menti di base per l’impostazione ditale problema sussistono, ancheperché la Maremma ha necessità di

intrecciare una consistente maglia culturale che stimoli e qualifichile sue attività vitali.Senza cultura, cultura intesa non nel senso accademico e nozioni-stico, ma cultura che affondi le sue radici nella realtà economicadella società e ne tragga sicuro argomento di verifica, confronto esviluppo, senza l’estendersi di questa maglia culturale la società sicondanna, sotto qualsiasi etichetta o colore, all’oscurantismo eall’immobilismo.”L’anno precedente, sempre presso l’Hotel Bastiani, il Presidente delClub Dr. Elia Giorgetti, aveva organizzato una analoga importantetavola rotonda sul tema “Grosseto ed il decentramento

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Cultura come stimolodi attività vitali

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Universitario”. Valga, come testimonianza di questo impegno che hacaratterizzato con coerenza e costanza l’operato del Club fino ainostri giorni, la lettura dell’intervento di apertura dei lavori pro-nunciato dal Presidente Giorgetti: “Il Rotary Club di Grosseto espri-me a S.E. il Dr. Marchioni, Prefetto di Grosseto, la sua profonda gra-titudine per avere accolto il suo invito e per aver conferito mag-giore prestigio e questa iniziativa, porge il suo saluto riconoscenteal Sindaco di Grosseto, al rappresentante della Amm.ne Provinciale,al Presidente della Camera di Commercio, per avere data la loro ade-sione e per avere portato la loro attenzione su un problema che, purnella sua attuale indeterminatezza, può essere suscettibile di svi-luppi positivi per l’avvenire della nostra città, rivolge a tutti i gra-ditissimi ospiti il suo benvenuto più cordiale e il suo ringraziamen-to perché essi, intervenendo alla nostra riunione, l’hanno arricchitadi contenuto e di esperienza.Un saluto associato a un chiaro riconoscimento dei loro meriti nellarealizzazione di questa iniziativa, indirizziamo al Prof Carlo Panà,

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Il Professor Tristano Bolelli insieme ad alcuni studenti premiati

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Direttore della Clinica Tisiologica dell’Università di Siena, la cuipronta e determinante adesione ha reso possibile questa TavolaRotonda; al giornalista Caio Rossi, acuto osservatore e sensibile stu-dioso dei problemi della nostra provincia; all’universitarioAlessandro Maccherini, valente e preparato, iscritto nei gruppi gio-vanili del Rotary Club; al Prof. Giuseppe Guerrini, Presidente dellaCommissione Studi del nostro Club che ha, insieme con il vice pre-sidente Dr. Testa e con il segretario Cav. Ferraris, provveduto all’or-ganizzazione di questa riunione. Desidero anche rivolgere un salu-to, profittando di questo incontro fortunato, al Prof. Franceschini,e congratularmi con lui per la sua nomina a Professore ordinarionella cattedra di Anatomia Umana dell’Università di Roma; egli è unamico della Maremma e in tante occasioni ha manifestato questosuo sentimento; è professionista di altissimo valore e ha dato laprova, anche a noi profani o quasi profani, delle altezze che si pos-sono raggiungere attraverso la scienza pura.

Il tema che è stato prescelto per lariunione di questa sera, non habisogno di ampie delucidazioni;basterà una succinta inquadratura

alla quale poi daranno luce e colori gli interventi successivi al mio.Converrà ricordare che quando questo argomento ha rappresentatooggetto di esame nelle prime riunioni del Rotary Club, e quando hacostituito il tema di una conversazione estiva con il Prof. CarloPanà, esso aveva un certo sapore di originalità, o se vogliamo, dianticipazione. Poi altre province, più audaci o più fortunate di noi,hanno assunto delle iniziative di carattere decisionale, sicché noioggi, in un certo modo, ci troviamo a navigare sulla scia dei battellialtrui. Ma questo non cambia la dimensione del problema, ma neaccentua, se mai, l’attualità e ne sottolinea l’urgenza. Io penso chenoi dovremmo discostarci da quella che è stata l’impostazione pri-mitiva di questo argomento, impostazione che si incentra sulladomanda se Grosseto possa o debba dare il suo contributo al decen-tramento universitario; e questa domanda ci è stata suggerita dallaosservazione della ricchezza di ambienti, di elementi, di reperti, dimateriali, di cui la nostra provincia è dotata e che hanno raccolto

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Università, un benedi enorme valore

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l’attenzione di scienziati di notevolissimo livello alcuni dei qualihanno già sottoposto a studio questi stessi materiali ed ambientinei limiti delle ristrette possibilità di spazio e di attrezzature chene premettono l’utilizzazione in questo senso.

E qui mi soccorre l’esperienza luci-da e responsabile del Prof. Panàche nel 1967 ha istituito e succes-sivamente potenziato una sezione

bronco-pneumologica della Clinica Tisiologia dell’Università di Sienapresso il nostro Ospedale Sanatoriale; e di questa esperienza egli sifa stasera portatore autorevole in questa nostra riunione orientati-va. Ma si potrebbero ricordare le visite ai nostri Musei e alle nostrezone archeologiche che vengono in continuazione eseguite da scien-ziati di tutto il mondo, le cui pubblicazioni ci riempiono spesso dimeraviglia e di orgoglio, come meglio potrebbe dirci, con la compe-tenza e la passione che tutti gli riconosciamo, il Prof. Mazzolai; lerichieste degli studenti e le loro visite alla nostra città per la com-pilazione di tesi di laurea o di pubblicazioni scientifiche; i recentireperimenti nel campo della storia naturale che aprono orizzonti dimirabili ricerche; le infinite possibilità nel settore della parassito-logia; le notevoli attrezzature che si vanno preparando e instauran-do nel nostro complesso ospedaliero che, nel caso della progettataintegrazione didattica degli studi di medicina attraverso gli ospeda-li, potrebbero avere una pratica e positiva applicazione.E infine, la infinita e suggestivavarietà delle nostre zone agrarie,anche esse meta di ricerca e di stu-dio da parte di tecnici italiani estranieri.Queste brevi considerazioni, che risentono della imperizia di unespositore profano, quale io sono, potranno essere coordinate, inte-grate, approfondite, corrette, dagli studiosi e dagli esperti, chesono presenti questa sera. Io spero che non ci manchino i contribu-ti particolarmente autorevoli del Sindaco di Grosseto, del rappre-sentante della Amministrazione Provinciale, del Presidente dellaCamera di Commercio; né quello di tutti coloro che ritengono di pos-

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Musei e archeologiafiori all ’occhiello

L’agricolturaterreno di studio

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sedere in questo campo una positiva esperienza. Vorrei anche ricor-dare che questo argomento è stato analizzato e prospettatodall’Associazione Pro Loco così brillantemente presieduta dal Dr.Antonio Nepi.Nell’augurio che la discussione sia ampia e proficua, e conl’assicurazione che a tutti coloro che vorranno prendere la parolanon mancherà l’attenzione degli ascoltatori, io prego il Prof.Guerrini di introdurre l’argomento nella tavola Rotonda.”Ma non è solo il decentramentouniversitario che interessa ilRotary di Grosseto: nel 1975 fuorganizzato un convegno sullascuola che vide la presenza dell’allora Ministro della PubblicaIstruzione Franco Maria Malfatti, nonché si diede vita ad ulterioriapprofondimenti sul tema del decentramento universitario; fu inol-tre istituita l’assegnazione di due borse di studio di duecentocin-quantamila lire destinate agli studenti universitari distintisi al ter-mine del primo corso di laurea.Frequenti anche gli scambi culturali con giovani provenienti da altrenazioni europee.Nel 1978, sempre nell’ambito dello spazio dedicato alle relazionicon le nuove generazioni, fu ospitato un gruppo di ragazzi prove-nienti dal Missouri.

Ampio l’impegno che il Club dedicòfra la fine degli anni ’70 e gli anni’80 ai problemi della tossicodipen-denza con l’organizzazione di una

serie di iniziative tese alla educazione dei giovani e alla prevenzio-ne di questo vero e proprio flagello che ha interessato diverse gene-razioni di giovani. Numerose furono le riunioni tenute nelle scuoledel capoluogo e della provincia proprio per dibattere le problemati-che relative all’uso delle sostanze stupefacenti.Nel 1984 venne organizzato, in collaborazione con l’università diSiena, un corso di orientamento universitario sul tema “La FacoltàUniversitaria come scelta di vita”.Nel corso degli anni prosegue inoltre l’impegno alla premiazione di

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Borse di studioa studenti meritevoli

Iniziative controla tossicodipendenza

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giovani meritevoli mediante l’assegnazione di borse di studio. Nel 1986 viene istituita una borsa di studio di un milione di lire inmemoria del socio Domenico Matteoni, a favore del miglior studen-te dell’Istituto Tecnico Agrario Statale di Grosseto.Ancora studenti stranieri in visita al Club di Grosseto: è l’anno 1987e i giovani sono studenti universitari di Baltimora.

Nel 1988 viene inoltre organizzatoun concorso fotografico riservatoagli alunni delle scuole medie sultema: “L’inquinamento e la difesa

dell’ambiente nella Provincia di Grosseto”.Sempre in quell’anno viene organizzato un convegno su “Il ruolo deigiovani nella società che cambia”. Venne inoltre pubblicato, con lacollaborazione del Provveditorato agli Studi uno studio sui proble-mi dell’istruzione professionale, dell’orientamento scolastico e del-l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.Nel 1990, insieme al Rotaract e alla fondazione Rotariana “CarloBerliri Zoppi” viene attivato un “Telefono Amico” per i tossicodi-pendenti e le loro famiglie.Nel 1991 fu acquisita la disponibilità del Magnifico Rettoredell’Università degli Studi di Pisa, Prof. Gianfranco Elia, a collabo-rare con gli Enti locali e gli imprenditori maremmani, perl’istituzione, nell’ambito della riforma universitaria, di una Scuoladestinata a dare vita a Corsi di Laurea sui Beni Culturali, la difesadell’ambiente e l’agricoltura. Nella circostanza fu, in particolare,evidenziata l’esigenza di evitare l’istituzione di Università di secon-do grado nei piccoli centri, con dispendio economico e ridotto livel-lo d’insegnamento mentre andava-no privilegiati Corsi brevi diLaurea, coordinati con leUniversità madri e mirati alle zonedove se ne avvertiva la necessità. Il tutto previ accordi con i diver-si Atenei della Toscana, per evitare sovrapposizioni.L’iniziativa precorse, in certo qual modo, quello che avvenne moltianni dopo con l’istituzione del “Polo Universitario Grossetano”,emanazione dell’Università di Siena.

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Inquinamentoe difesa dell’ambiente

Internazionalitàe istruzione

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Nel 1997 il tema delle nuove generazioni viene affrontato in unaconferenza dal titolo “Internazionalità del Rotary per i giovani”,mentre l’anno successivo vede l’organizzazione di un convegno suiproblemi della scuola grossetana con consegna ai presidi di un CDrealizzato dal socio Prof. Roberto Giorgetti sulla scelta della facol-tà universitaria.Successivamente è stata svolta dalClub una azione di sensibilizzazio-ne dei giovani sui temi del rispettodell’ambiente e dell’educazionestradale, mediante l’organizzazione di una conferenza con gli stu-denti delle due ultime classi delle scuole medie secondarie diGrosseto per l’illustrazione del Nuovo Codice della Strada.Anche in questa occasione fu realizzato e diffuso, grazie all’operadel socio Dott. Giovanbattista Cento, un CD divulgativo.Sempre nel 2000 fu promosso un incontro pubblico, al Teatro degliIndustri, con il Sindaco di Grosseto, il socio Avv. Alessandro Antichie il Magnifico Rettore dell’Università di Siena, Prof. Piero Tosi, fina-lizzato alla sensibilizzazione dello sviluppo dell’insegnamentoUniversitario a Grosseto.

Nel 2001 il Club ha concesso il pro-prio patrocinio alla realizzazione diun corso di formazione per promo-tore del turismo nelle aree naturali

protette, destinato a giovani laureati o diplomati in cerca di primolavoro.Il corso è stato seguito da stages presso Aziende collegate con ilturismo. L’iniziativa è stata interamente finanziata dal FondoSociale Europeo.Intervallati in queste iniziative, negli anni sono stati attivati scam-bi di giovani fra borsisti grossetani o figli di soci e altri giovaniprovenienti dalle più disparate parti del mondo.L’impegno a favore dei giovani si è anche concretizzato con la rico-stituzione del Rotaract Club Grosseto, avvenuto ad opera del Rotarydi Grosseto nel 1987, con consegna della Carta il 25 maggio, conallora Presidente il compianto Prof. Ermanno Pifferi.

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Educazione stradalerivolta ai giovani

Corso di formazionenel settore turistico

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Il Rotaractvitale esempioper tutti i giovani

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Negli anni ’70 in una cittadina degli Stati Uniti è nata laconvinzione che anche i giovani dai 18 ai 30 anni pote-

vano portare avanti gli ideali del Rotary International. E’nato allora il primo Rotaract Club e nel giro di pochi anni intutto il mondo milioni di giovani hanno abbracciato gli stes-si valori. Il Rotaract è diventato allora un’associazione mon-diale di giovani dediti al servire ed alla comprensione inter-nazionale che, ovviamente, si è prefissa degli obiettivi.Il Rotaract è un’organizzazione creata e sviluppata dal RotaryInternational e sponsorizzata da un Rotary Club, costituita da uomi-ni e donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni il cui scopo è for-nire ai propri soci l’opportunità di acquisire le conoscenze e lecapacità necessarie per il loro sviluppo personale, in modo da esse-re in grado di andare incontro alle esigenze fisiche e sociali delleloro comunità e di promuovere in miglior modo le relazioni tra ipopoli di tutto il mondo grazie ad uno spirito di amicizia e di ser-vizio, perseguendo i seguenti obiettivi:a) sviluppare le capacità professionali e le doti di leadership;b) incoraggiare il rispetto verso i diritti del prossimo, basato sulriconoscimento del valore di ogni singolo individuo;c) riconoscere la dignità e il valore di tutte le occupazioni utili perservire la Società;d) riconoscere, praticare e diffondere l’osservanza di principi eticicome qualità indispensabili di un leader e come principi da attuarenella vita professionale;

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I Presidenti

1986-87 Francesco M.Cecchini1987-88 Emanuel Bolognini1988-89 Antonio Lippi1989-90 Francesco Lepri1990-91 Enrico Bianchini1991-92 Alessandro Milone1992-93 Remo Ventura1993-94 Domenico Saraceno1994-95 Francesco Tenucci1995-96 Massimo Lanzillo1996-97 Cristina G. Olmi1997-98 Nicola Simoni1998-99 Gaia Marini1999-2000 Massimo Lanzillo2000-2001 Antonio Pugliese2001-2002 Chiara Chimenti2002-2003 Francesca Antichi2003-2004 Serena Torri

Furono 16 i Soci fondatori del Rotaract Club Grosseto

I Soci fondatori del Club sono: Emanuela Bolognini, Maria StellaBotti, Francesco M. Cecchini, Barbara Falconi, Giacomo Fossati,Edoardo Laiolo, Francesco Lepri, Silvia Limone, Antonio Lippi,Monica Milani, Alessandro Milone, Silvia Muzzi, Caterina Palmieri,Amanda Paoletti, Andrea Quiriconi, Marco Rossi.

Chi è stato e chi fa parte del Rotaract Club Grosseto

Oltre ai Presidenti e ai soci fondatori, già citati, hanno fatto parte del Club:Silvia Badesso, Giacomo Bottinelli, Giacomo Camilli, Giulio Camilli, MariellaFavacchio, Giorgia Giannini, Maria Cristina Iaselli, Silvia Limone, LambertoMenchetti, Riccardo Menchetti, Elettra Passerini, Simona Pozzi, Angelo Rispoli,Cinzia Rispoli, Stefano Sgherri, Marco Stoppa, Luca Tamburelli, Marco Tata, MatteoVaglio, Giovanna Zemei. Ne fanno oggi parte: Francesca Antichi, David Berti, Marco Iaselli, Francesca Landi,Alice Mati, Priscilla Occhipinti, Ilaria Perazzin, Ginestra Sgherri, Serena Torri.

PHF e Soci Onorari

Il Rotaract Club Grosseto è nato il 25maggio 1987.

Il Club è gemellato con il R o t a r a c tClub Valdarno.

I soci del Rotaract Club Grossetoinsigniti del Paul Harris Fellow sono:Antonio LippiDomenico Saraceno

I soci onorari sono:Valerio FranciniMassimo LanzilloIside PifferiDomenico Saraceno (attualmentesocio del Rotary Club di Grosseto).

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e) sviluppare una maggior presa di coscienza e comprensione dellenecessità, dei problemi e delle opportunità, sia a livello locale cheinternazionale;f) creare opportunità per lo sviluppo delle attività personali e digruppo a beneficio della comunità locale e promuovere la compren-sione internazionale e lo spirito di amicizia tra tutti i popoli.g) aprire nuove strade all’azione personale del gruppo a favore dellacomprensione internazionale e della fratellanza fra tutti i popoli.Il Rotaract nella città di Grosseto ènato il 25 maggio 1987 (eraPresidente del R.C. Grosseto il Prof.Ermanno Pifferi), data nella quale èstata consegnata la Carta al Rotary International, ed ha istituito lasua sede presso l’Hotel Lorena, già sede del Rotary Padrino.Un altro Rotaract Club era stato però, in precedenza, già costituito,ma aveva purtroppo cessato la propria attività per mancato ricam-bio generazionale, problema frequente che i Rotaract sono soggettiad incontrare per via del raggiungimento del limite d’età dei proprisoci.Il nuovo ed attuale RTC ha subito iniziato a lavorare con una ener-gia ed un entusiasmo tali da coinvolgere, nell’arco di pochi anni, unnutrito numero di giovani nella vita del Club e del Distretto.Nel primo anno di vita le iniziative intraprese furono numerose e fraesse va ricordata la conviviale dedicata al tema della fecondazionein vitro, trattato dal Prof. Avv. Marco Comporti dell’università degliStudi di Siena e da Padre Vincenzo D’Ascenzi S.I.

Nell’anno successivo ha richiamatoun folto pubblico l’esposizionedella Dott.ssa Laura Paoli riguar-dante gli scavi di Piazza della

Signoria a Firenze; sempre nel corso dello stesso anno è stato cele-brato il Ventennale del Rotaract nel mondo, occasione importanteper un dibattito in ordine alla motivazione e allo stile dell’essererotaractiano, guidato dal Rappresentante Distrettuale Carlo Berretti,con la partecipazione di Anna Barberini (R.D. del Distretto 207° perl’anno 1986/87) e di Guido Pugnetti (R.D. del Distretto 204°).

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Data di nascita:25 maggio 1987

Il Ventennaledel Rotaract nel Mondo

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Tra le attività di pubblico interesse degne di nota sono un progettodi registrazione su musicassetta di libri letti dai soci, a favore deinon vedenti; l’adozione di una balena nell’ambito di una iniziativadel W.W.F.; il dono alla città di Grosseto di uno spazio verde conalberi finanziato ed allestito dai soci e di un piccolo parco didatti-co, creato nel cortile della scuola elementare di Viale Giotto, rap-presentativo della macchia mediterranea; l’adesione di molti soci al“Telefono Amico” contro la droga; un concorso fotografico naziona-le; due concerti-saggio di pianoforte; un convegno sull’economiamaremmana e le sue prospettive; l’adozione a distanza di una bam-bina indiana; un contributo alla costruzione di un villaggio inVietnam, ad opera dei Missionari Gesuiti; la presentazione e la di -stribuzione agli studenti degli istituti superiori grossetani delleopere sull’orientamento al mondo del lavoro e alla scelta universi-taria a cura dei professori Giuseppe Bellandi e Roberto Giorgetti.

Importanti attività furono sicura-mente anche l’istituzione del pre-mio letterario Ermanno Pifferi, dicui si sono svolte 4 edizioni in 8

anni, la raccolta di fondi devoluti alla Casa di Riposo per anziani ead associazioni di portatori di handicap e l’appoggio a TelefonoAzzurro. A conferma dello spessore delle iniziative realizzate dalRotaract Club Grosseto, lo stesso è stato insignito del Premio“Omero Ranelletti”, per quelle svolte nell’anno 1990/91.Nel 1993 ha avuto inizio un’attività a scopo benefico, suggerita dalDistretto RTC e divenuta ormai un appuntamento classico: la distri-buzione delle arance della salute nell’ultimo sabato di gennaio edelle azalee nella seconda domenica di maggio, in occasione dellafesta della mamma, a favoredell’A.I.R.C. (Associazione Italianaper la Ricerca contro il Cancro) aCastiglione della Pescaia.Il Club ha inoltre aderito, insieme a tutto il Distretto, all’iniziati-va proposta dall’Associazione A.N.L.A.I.D.S. della vendita di albe-ri di pino finalizzata alla raccolta di fondi a favore della ricercacontro l’AIDS.

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Premio letterarioErmanno Pifferi

In vendita albericontro l’Aids

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Da sempre attento alle problematiche e alle tematiche della societàil Rotaract Club Grosseto ha organizzato varie riunioni convivialicon relatori illustri quali nei primi anni ‘90, periodo storico nelquale era acceso il dibattito sulle riforme costituzionali, GianfrancoCiaurru (docente di Diritto Costituzionale alla Università Luiss,Consigliere di Stato, già Segretario Generale della Camera deiDeputati) e Paolo Armaroli (docente di Diritto Costituzionaleall’Università di Genova), e il Dott. Federico Orlando, condirettoredel “Il Giornale” di Montanelli, il quale venne a Grosseto per affron-tare il tema della libertà di stampa. Ed ancora, una relazione tenu-ta da Padre Enrico Brancadoro, Procuratore delle Missioni dei Gesuitiper l’Italia Centrale, ed una dal Prof. Giovanni Buccianti, tenuta nel1994 presso l’Accademia dei Rozzi a Siena, intitolata “Il ruolo dell’Italianegli scenari internazionali”.Fra altri interessanti temi dibattutinel corso di questi anni possiamoricordare quello della comunicazio-ne televisiva trattato in una splendida conviviale tenuta pressol’Hotel L’Approdo di Castiglione della Pescaia dal giornalista televi-sivo Gianfranco Minoli e quella sulla Società Aperta tenuta dalsociologo Prof. Lorenzo Infantino dell’Università Luiss di Roma.A dimostrazione che è possibile unire l’utile al dilettevole, il RTC haorganizzato svariate feste, sempre finalizzate alla raccolta di fondi,sia in occasione del Carnevale alla discoteca “Blak Sun” di Punta Aladove hanno partecipato in anni diversi molti rotaractiani del Club diSiena, Montevarchi e Follonica, e feste in onore dell’arrivo dell’e-state presso “La Bussola” di Punta Ala ed altri locali della zona,nonché gite culturali, tra le quali fra le ultime quella al “Giardinodei Tarocchi” di Capalbio e numerose altre svolte soprattutto nel-l’ambito del Distretto 2070 in occasione di Assemblee o altri incon-tri distrettuali o di iniziative prese in interclub con i Club di Siena,di Follonica o del Valdarno, con il quale il Club di Grosseto hainstaurato un gemellaggio nel 2000.Da segnalare, nel 2004, l’iniziativa per l’acquisto di defibrillatorisemiautomatici e quella definita “Rotaract Compilation”, ovvero lavendita di CD sempre per lo stesso service.

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Raccolta di fondia scopo umanitario

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La FondazioneRotariana“Carlo Berliri Zoppi”

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La Fondazione Rotariana di Grosseto fu ideata e realizzatada Carlo Berliri Zoppi di Zolasco e da altri amici al fine di

dare maggiore spazio all 'azione del Servire Rotariano e crea-re uno strumento idoneo a penetrare, in modo continuato econ progetti pluriennali, nel tessuto sociale della città edel la provincia di Grosseto, ampliando ed integrandol'attività del Club.

I 42 Soci Fondatori, riuniti in Assemblea, deliberarono l'organigrammadella Fondazione e firmarono il relativo atto di impegno autenticatodal Notaio Renato Bonesi di Grosseto e successivamente l'atto costi-tutivo il giorno 11 del mese di marzo 1960 (n. 16517 di repertorio,

Vincenzo AbbateAlberto ArnulfiLivio BartoliniMarco BartoliniFosco PalmieriPier Maria BernardiniCarlo Berliri ZoppiGiuseppe Brunner MurattiMario CancellieriEttore CasadioMorgaro ChiarettiDante CiabattiAntonio ConcialiniBenedetto De LucaGiuseppe Di CairanoGiovanni FerrariFosco FiornovelliGuglielmo PalmieriAlfredo FriuliLuigi GangitanoElia Giorgetti

Bonaccorso GondiEnnio GrazianiLuigi Iannuzzi SavelliGiuseppe MaioranaEnrico MensiAdone NieriGino NisiRoberto PalliniLino PalmieriMarco PastiLuigi PonticelliAngelo RossiFrancesco SannaFrancesco SaracinelliEttore SeveriGiovanni TestaMameli TurillazziGiovanni Manfredi VignaliRaffaele VivarelliAmerigo WeibleEnrico Zennaro

Questi furono i 42 Soci fondatori

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GLI SCOPI"La fondazione è costituita al fine prevalente di contribuire alla for-mazione morale, culturale e professionale dei giovani. Potrà inoltreprendere ogni altra utile iniziativa tendente a rendere i rapportisociali sempre più improntati ai principi rotariani, nonché a pro-muovere direttamente, d'intesa con i Rotary Club della provincia,ogni azione capace di favorire la soluzione di problemi che interes-sano, sotto il profilo culturale, sociale ed economico, la città o laprovincia di Grosseto, anche se le predette iniziative riguardano sin-gole o più categorie di persone.In ogni caso non è consentito lo svolgimento e l'esercizio di qual-siasi attività che, direttamente o indirettamente, possa concentrar-si in fatti commerciali e/o speculativi, dai quali possa trarsi unutile, che non consista nella realizzazione degli scopi dellaFondazione." (Statuto, art.2)

I SOCI"Sono soci di diritto della Fondazione i Soci del Rotary Club diGrosseto e il Governatore Distrettuale in carica. Possono essereammessi a farvi parte, a giudizio insindacabile del ConsiglioDirettivo, con la maggioranza di due terzi dei presenti, persone fisi-che o giuridiche (o Enti in genere) che intendono partecipare e col-laborare a quanto attiene agli scopi della Fondazione.I soci sono distinti nelle seguenti categorie:- fondatori: sono i Rotariani.di Grosseto, che hanno costituito laFondazione ...;- ordinari: sono i soci del Rotary Club di Grosseto, degli altri RotaryClub della provincia di Grosseto che chiedano di essere ammessi; ele persone fisiche o giuridiche ammesse con i criteri di cui al

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2°comma del presente articolo;- benemeriti: sono soci benemeriti le persone fisiche o giuridicheche verseranno un contributo annuo di notevole entità a sostegnodella fondazione, o che effettuino oblazioni o lasciti di cospicuaentità, tali ritenuti a giudizio insin-dacabile del Consiglio direttivo amaggioranza.- onorari: sono soci onorari le per-sone od Enti che, a giudizio unani-me e insindacabile del ConsiglioDirettivo validamente costituito,meritino tale onorevole qualifica, inrelazione a particolari benemerenzeper interventi ed azioni a favoredella fondazione." (Statuto, art.4);I rotariani che decadono dalla qua-lifica di soci del Rotary Club diGrosseto o di altro Rotary Club dellaprovincia di Grosseto, possono, agiudizio insindacabile del ConsiglioDirettivo a maggioranza, continuarea far parte della Fondazione comesoci ordinari.

FINANZIAMENTO E PATRIMONIO Al termine dell'anno rotariano 1959/60 il Rotary Club di Grosseto offri alMarchese Berliri Zoppi un libretto bancario contenente la somma di unmilione di lire, che rappresentò il primo nucleo finanziario progressiva-mente accresciutosi, mediante l'opera appassionata del fondatore e ilcontributo dei rotariani, di soci esterni, di istituti locali, soprattuttobanche. Secondo lo Statuto (art.3), infatti, "La Fondazione trae i mezziper il raggiungimento dei suoi scopi dalla rendita del fondo sociale,costituito dal patrimonio attuale, dalle successive oblazioni e dai contri-buti volontari del Rotary Club di Grosseto, degli altri Rotary Club dellaprovincia di Grosseto, nonché di rotariani e di amici del Rotary (Enti oPersone fisiche), da lasciti e da donazioni di qualsiasi genere.".

I PRESIDENTI1960-1978

Carlo Berliri Zoppi di Zolasco

1979-1985Elia Giorgetti

1986-Guglielmo Francini

I CANCELLIERIGiovanni TestaFranco Cimenti

I TESORIERIBruno Del MecioMario Valentini

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L' ATTIVITÀ’La Fondazione si è dedicata, fin dalla sua nascita, allo studio deiproblemi sociali, economici e culturali della Maremma, in particola-re di quelli concernenti il mondo giovanile, cercando di individuarele linee di più urgente bisogno e quindi di più feconda attività.Nel corso degli anni sono stati così individuati una serie di obietti-vi che hanno spaziato dal mondo giovanile a quello della scuola,dall’archeologia all’assistenza agli anziani, sempre avendo presentile necessità più pressanti della nostra provincia, e guardando sem-pre verso il futuro.L 'attività, in conformità agli Scopi previsti dallo Statuto, si è svi-luppata attraverso le seguenti iniziative di informazione, prevenzio-ne, assistenza rivolte agli studenti. e agli anziani, di valorizzazionedel patrimonio archeologico ed ambientale:

a) campagna di informazione-prevenzione stomatologica neglianni 1981/82,1982/83,1983/84:• conferenze, proiezioni di audiovisivi, dibattiti, distribuzione eillustrazione di specifici materiali, concorsi di disegno e relativepremiazioni in tre Circoli Didattici delle scuole elementari diGrosseto;

b) campagna d'informazione per la lotta contro la droga:• proiezione di audiovisivi per i genitori e gli insegnanti, con rela-tivi dibattiti;

c) aggiornamento sulle leggi vigenti relative all' inserimento deigiovani nel mondo del lavoro:• elaborazione di specifiche schede relative all'occupazione e allaformazione professionale dei giovani; dono di opere e di abbona-menti a quotidiani economici destinato a Istituti di IstruzioneSecondaria Superiore;

d) borse di studio e concorsi per gli studenti della ScuolaSecondaria Superiore:• premi assegnati ad alunni di 15 Istituti di Scuola Media Superiore

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• premi a giovani di particolare merito e bisogno segnalati dalProvveditorato agli Studi o da vari Istituti;• concorso fotografico destinato agli studenti delle Scuole MedieInferiori sul tema: “L'inquinamento e la difesa dell'ambiente nellaprovincia di Grosseto”;

e) il contatto con l 'Università• le iniziative trentennali del Club di Grosseto e i contatti con leUniversità, in particolare con l' Ateneo di Siena, hanno costituto unvalido contributo nel quadro del decentramento universitario edhanno avuto un riconoscimento con l'ingresso della FondazioneCarlo Berliri Zoppi tra i sostenitori del Polo Universitario grosseta-no;

f) valorizzazione dell'archeologia e dei beni storico-artisticidella Maremma:• contributo alle attrezzature del Museo Archeologico di Grosseto;• contributo alla pubblicazione di volumi su “Roselle, gli scavi e lamostra”, su “Grosseto, Roselle e il Prile” e di cinque guide dedicaterispettivamente alla Maremma Antica, ai Beni storico-artistici dellaMaremma, agli Edifici Sacri della Provincia di Grosseto, ai nuoviscavi di Roselle e alla Maremma medievale;

g) assistenza agli anziani della Casa di Riposo di Grosseto:• donazione delle attrezzature per una palestra di riabilitazione fisi-ca, di mobili per ufficio, apparecchi di carattere medico;• finanziamento per il completamento dell'impianto di filodiffusio-ne nelle varie unità della struttura;• distribuzione di doni in occasione di ricorrenze festive ed orga-nizzazione di un concerto della Corale "G. Puccini";

h) sussidi e contributi:•distribuzione di sussidi e contributi ad Istituzioni di carattere cul-turale o benefico, con particolare riferimento alla Corale “G.Puccini”, alla Società Filarmonica, al Gruppo Abele, al CentroItaliano di Solidarietà, alla Caritas diocesana di Grosseto.

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OPERE PUBBLICATEA CURA DELLA FONDAZIONE ROTARIANA "C. B. ZOPPI"

1 L. Ghini. Occupazione e formazione professionale: le possibilitàofferte dall'ordinamento giuridico vigente. 19872 L. Ghini. Le sezioni circoscrizionali per l'impiego. Uffici periferi-ci del Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale. 19903 F. Marioni. L 'Istituto Nazionale della Previdenza sociale: orga-nizzazioni e funzioni. 19904 E. Stecchi. L'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gliinfortuni sul Lavoro: organizzazione e funzioni. 1993 .5 L. Ghini, La trasparenza amministrativa. Legge 7 Agosto 1990,n.241. 1995.6 R. Giorgetti. M. Guidetti, M.G. Valle, Un aiuto alla scelta per chientra nel mondo del lavoro. Le lauree brevi. 19947 R. Giorgetti. M. Guidetti. M.G. Valle. Un aiuto alla scelta per chientra nel mondo del lavoro: Le Università in Italia (Versione mul-timediale). 1995

OPERE PUBBLICATEIN COLLABORAZIONE CON IL ROTARY CLUB

1 M. G Celuzza. Guida alla Maremma Antica. 19932 B. Santi. Guida storico-artistica alla Maremma. 19953 C. Citter. Guida agli Edifici Sacri della Provincia di Grosseto.19964 C. Citter. Grosseto, Roselle ed il Prile. 19965 F. Nicosia. G. Poggesi. Roselle, guida al Parco Archeologico.19986 R. Francovich. R.Farinelli. Guida alla Maremma medievale. 2000

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I ForumInterdistrettualidella Fascia Costiera

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Fu il problema delle comunicazioni, stradali e ferroviariesoprattutto, ad accomunare attorno ad un unico obiettivo

i rotariani dei Club che hanno sede lungo le coste del MareTirreno; un problema che esiste da sempre e che ha finito percondizionare, specie in alcune aree di territorio, lo stessofuturo economico e lo sviluppo di qualunque settore di atti-vità.Lo aveva ben presente il Marchese Carlo Berliri Zoppi di Zolasco,rotariano del Club di Grosseto, il quale riuscì a coordinare attorno aquesto tema di fondo altri rotariani dei Club di Civitavecchia e LaSpezia e, negli anni 1958/59, venne deciso di organizzare annual-mente un Interclub su questo tema che riunisse tutto il Rotary dellacosta tirrenica.Da allora l’iniziativa si è sempre ripetuta (divenendo poi biennale)ed ha spaziano anche su altre tematiche legate alle vie di comuni-cazione, destando un tale entusiasmo da essere dichiarata“Iniziativa di interesse distrettuale”.

La Segreteria Permanente del Forum è affidata al Rotary Club diGrosseto, che provvede alla nomina del Segretario, del co-Segretarioe del Teso riere.

Il Comitato Interdistrettuale è costituito da: un Past Governordelegato permanente per ciascun Distretto aderente; sei rotarianinominati dall'assemblea in rappresentanza di sei Club, due per ogni

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Documenti(Dal libro “Vent’anni di Rotary a Grosseto” edito dal Rotary ClubGrosseto nel 1974 e presentato dal Presidente Dott. Franco Tommasi)

La fascia costiera Ligure-Tosco-Laziale, legata da affinità storico-geografiche e socio-economiche, ha sempre avuto un problemacomune che da sempre ha condizionato lo sviluppo in ogni setto-re di attività: quello delle vie di comunicazione, sia stradali cheferroviarie o marittime. Negli anni 1958/59 il Marchese CarloBerliri Zoppi di Zolasco, Rotariano del Club di Grosseto, si fececarico di questo problema e ne interessò inizialmente alcuniRotariani dei Club di Civitavecchia e La Spezia, trovando ampiacomprensione. Insieme, decisero così di incontrarsi annualmenteper affrontare e approfondire le numerose tematiche di questoargomento, e di restare aggiornati sugli sviluppi che le prospetti-ve di collegamento stradale, ferroviario e marittimo avevano dianno in anno. I rotariani promotori di questa iniziativa, con il loroentusiasmo, impegno e le loro capacità, coinvolsero nel dibattitopersonalità di primo piano nel settore delle comunicazioni, sia stu-diosi che professionisti o imprenditori, nonché gli Enti Pubbliciinteressati a questo tipo di problema. Questi incontri ebbero findall’inizio un notevole successo e vennero seguiti con grandeintertesse anche al di fuori del Rotary. Il 23 febbraio 1969 si tennea Grosseto il 1° Forum che per l'importanza degli argomenti trat-tati e per la partecipazione dei Club, venne dichiarato "Iniziativadi interesse interdistrettuale". Fu quindi deciso che la Segreteriapermanente venisse affidata al Club di Grosseto, che provvede allanomina del Segretario, del co-Segretario e del Tesoriere.E’ stato inoltre costituito un Comitato Intedistrettuale di cuifanno parte: un Past Governor, delegato permanente per ciascunDistretto aderente; sei Rotariani, nominati dall'assemblea in rap-presentanza di sei Club, due per ogni Distretto, con incaricobiennale rinnovabile.

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I FORUM FINORA SVOLTI

I Forum - Grosseto 23 febbraio 1969Tema: "L 'azione rotariana nella fascia costiera tirrenica".

II Forum - Siena 8 marzo 1970Tema: "Idee rotariane per lo sviluppo economico e turisticodell'Italia centrale nella fascia sottesa alla costa tirrenica".

III Forum - Livorno 27 marzo 1971Tema: "Possibilità di sviluppo delle comunicazioni terrestri stradalie ferroviarie, interessanti la fascia costiera tirrenica ed i suoi colle-gamenti con il Nord e trasversali".

IV Forum - Lucca 18 -19 marzo 1972Tema: "Problema dei porti commerciali e degli approdi turistici nel-l’alto Tirreno, da La Spezia a Civitavecchia e dei loro collegamenticon l'entroterra".

V Forum - Pisa 24- 25 marzo 1973Tema: "La questione della viabilità nella fascia costiera alto -medioTirrenica in funzione dei porti e degli approdi turistici per una rivi-talizzazione del tessuto economico delle zone interessate".

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VI Forum - Civitavecchia 4 maggio 1974Tema: "Gestione delle risorse idriche - problemi generali con riferi-mento a quelli della fascia costiera dell’alto-medio Tirreno".

VII Forum - La Spezia 16 marzo 1975Tema: "Problemi ecologici e salvaguardia delle coste; relazioni eprospettive".

VIII Forum - Grosseto 22- 23 maggio 1976Tema: "Problemi agricoli ed ittici della fascia costiera alto-medioTirreno, con implicazioni in difesa dell'ambiente e delle comunica-zioni stradali".

IX Forum - Portoferraio 28- 29 maggio 1977Tema: "Salvaguardia ed incremento del patrimonio boschivo".

X Forum Livorno - 18 marzo 1978Tema: "Interclub della fascia costiera tirrenica sui problemi dellagrande viabilità".

XI Forum -Viareggio 21-22 aprile 1979Tema: '"La salute del mare per lo sviluppo del turismo".

XII Forum - Viterbo 19-20 aprile 1980Tema: '"L 'erosione delle coste -stato attuale -possibilità di recupe-ro -una proposta tecnica".

XIII Forum - Rapallo Tigullio 25-26 settembre 1981Tema: "La grande viabilità tra Livorno e Civitavecchia condizioneessenziale per lo sviluppo sociale, economico e civile della fasciacostiera Ligure-Tosco-Laziale".

XIV Forum - Civitavecchia 15 maggio 1982Tema: "Problemi attuali della grande viabilità del versante occiden-tale della penisola anche in funzione di quelli connessi alla prote-zione civile".

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XV Forum - Grosseto Il Pelagone 24 aprile 1983Tema: "La emergente riscoperta delle vocazioni agricole delle gentidella fascia costiera e delle isole del Tirreno quale impegno qualifi-cante per l' ecoturismo del territorio".

XVI Forum - Volterra 7 aprile 1984Tema: "1984 Anno degli Etruschi - La loro vita - La loro cultura,l'influenza della loro civiltà nella formazione delle genti della Fasciacostiera tirrenica".

XVII Forum - Punta Ala - Rotary Club Grosseto 27-28 aprile 1985Tema: "Le nuove tecniche del cabotaggio merci e le prospettive peri porti della fascia costiera tirrenica".

XVIII Forum - Livorno 12 aprile 1986Tema: "L'evoluzione tecnologica nella gestione dei trasporti maritti-mi e delle attività portuali. Adeguamento ed organizzazione delleinfrastrutture, nei porti della fascia costiera Ligure-Tosco-Laziale".

XIX Forum - Forte dei MarmiRotary Club Viareggio Versilia 26-27 settembre 1987Tema: "La dinamica del Mare Tirreno, stato dell’arte, tendenze evo-lutive".

XX Forum - Civitavecchia 29-30 ottobre 1988Tema: "Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ittico, aspettitradizionali e nuove metodologie".

XXI Forum- Latina 20-21 aprile 1991Tema: "Il valore della tutela ambientale nello sviluppo del territo-rio: idee del Rotary per la fascia costiera ed il suo hinterland".

XXII Forum - Genova 14 novembre 1992Tema: "Le comunicazioni marittime fra le isole e il continente.Traffici passeggeri e merci".

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XXIII Forum - Civitavecchia 18-19 novembre 1994Tema: "Problematiche e prospettive della portualità italiana allaluce delle nuove norme legislative".

XXIV Forum - La Spezia 9 novembre 1996Tema: "I trasporti internodali tra i porti del Tirreno e l'Europa.Problemi e prospettive".

XXV Forum - Portoferraio Isola d’Elba 17 ottobre 1998Tema: "Tirreno e Adriatico, due grandi vie italiane: portualità, sicu-rezza, ambiente e turismo, parchi marini".

XXVI Forum - Forte dei Marmi 28 ottobre 2000Tema: "Il coordinamento nei sistemi di portualità turistica".

XXVII Forum - San Felice Circeo 9-10 novembre 2002Tema: "Sviluppo sostenibile dell'economia della costa: clima, tuteladell'ambiente, mobilità".

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I Socidel Rotary Club Grossetonell’anno del Cinquantenario

1954

-200

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Antonio Abbate notaioRenato Algeri primario ospedalieroAlessandro Antichi avvocatoRemo Bacchini ingegnereCarlo Barbieri industriaGuido Belardo finanzaPaolo Bellofiore medicoClaudio Bottinelli giornalistaMarcello Busso medico odontoiatraClaudio Camilloni libero professionistaAdalberto Campagna medico pediatraRoberto Cappagli assicuratoreLeonardo Casini libero professionistaGiuseppe Cellesi ex responsabile ArpatGiovanbattista Cento dirigente Polizia StradaleFranco Chimenti professoreGiulio Ciabatti imprenditoreMassimo Ciancagli finanzaPlinio Cil lerai libero professionistaPietro Dal Pra imprenditoreGiulio De Simone consigliere Corte d’AppelloDomenico D’Errico servizi pubbliciStefano D’Errico ingegnere

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Questi i soci iscritti al Rotary Club Grossetonell ’anno del suo cinquantenario ( 2004)

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Alfredo Di Stefano ex funzionario U.E.Marino Egisti edilizia civileGiosuè Falconi commercianteMarco Farmeschi medicoGiuseppe Favale generale EsercitoLuca Favali dirigente ente localeMaurizio Favil li industria abbigliamentoAndrea Ferraris commercianteAldo Focacci medico veterinarioLucio Fortunati libero professionistaLuca Franci medico radiologoGuglielmo Francini direttore clinica privataBino Fulceri finanzaFrancesco Gaia medico otorinoMario Gennai imprenditorePaolo Savelli Giannuzzi dirigente azienda agricolaNicola Giordano generale EsercitoRoberto Giorgetti professore universitarioCristoforo Giulianotti primario chirurgoUmberto Gulina avvocatoLuigi Iaselli commercianteCarminio La Porta ex Preside Ist.MagistraleLuigi Lepri finanzaClaudio Lodovichi commercialistaNatale Lorenzini impresarioSergio Lorenzini ingegnereAntonio Ludovico ingegnereMario Luzzetti architettoGiovanni Marini medicoGiuseppe Marrucchi titolare azienda agricolaAlessandro Marzocchi notaioAlessandro Massai imprenditore

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Giuseppe Menditto amministrazione tributariaAlessandro Milone agente assicurazioniLorenzo Milone agente assicurazioniArturo Pacinotti attività estrattivaSergio Pagliarin imprenditoreFelice Palmieri medico ginecologoGiovanni Palmieri titolare aziendaRiccardo Paolini primario ospedaliero urologiaRaffaello Picchi dirigente aziendaLuca Pievaioli architettoGianluca Pontarelli commercialistaNevio Eligio Rodighiero finanzaErasmo Rondanelli primario anatomo-patologoEugenio Rossi finanzaLuciano Sansoni revisore dei contiDomenico Saraceno agronomoAntonio Senatore avvocatoGiuseppe Severi medico farmacistaRoberto Sgherri ingegnerePasquale Sposato ex questoreMarcello Stoppa commercianteGiancarlo Tesei architettoGiovanni Testa avvocatoMario Toti primario malattie infettiveMario Valentini bancarioLuigi Valle credito e finanzeMirco Vergni medico cardiologoUmberto Vieri imprenditoreGiuseppe Vilardo generale EsercitoRoberto Vivarelli Colonna titolare azienda agricolaFabrizio Zoli direttore Consorzio Agrario

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Mezzo secolodi Presidentie “Paul Harris Fellow”

1954

-200

4

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1954-55 Luigi Savelli1955-56 Luigi Savelli1956-57 Carlo Berliri Zoppi

Di Zolasco1957-58 Carlo Berliri Zoppi

Di Zolasco1958-59 Francesco Saracinelli1959-60 Carlo Berlini Zoppi

Di Zolasco1960-61 Dante Ciabatti1961-62 Livio Bartolini1962-63 Guglielmo Francini1963-64 Pier M. Bernardini1964-65 Roberto Pallini1965-66 Vincenzo Abbate1966-67 Benedetto De Luca1967-68 Carlo Berliri Zoppi

Di Zolasco1968-69 Carlo Berliri Zoppi

Di Zolasco1969-70 Elia Giorgetti1970-71 Guido Testa1971-72 Mario Luzzetti1972-73 Giuseppe Guerrini1973-74 Franco Tommasi1974-75 Dante Ciabatti1975-76 Giovanni Testa

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1976-77 Guido Testa1977-78 Giovanni Guercia1979-80 Giovanni Marini1980-81 Mario Valentini1981-82 Vincenzo Abbate1982-83 Mario Guidetti1983-84 Lorenzo Milone1984-85 Natale Lorenzini1985-86 Remo Bacchini1986-87 Ermanno Pifferi1987-88 Lamberto Londini1988-89 Nicola Giordano1989-90 Arturo Pacinotti1990-91 Roberto Giorgetti1991-92 Aldo Focacci1992-93 Luigi Lepri1993-94 Antonio Ludovico1994-95 Giulio De Simone1995-96 Franco Chimenti1996-97 Giuseppe Marrucchi1997-98 Alessandro Marzocchi1998-99 Claudio Bottinelli1999-2000 Erasmo Rondanelli2000-2001 Sergio Lorenzini2001-2002 Francesco Gaia2002-2003 Pasquale Sposato2003-2004 Mario Gennari

Hanno presieduto il Club nei suoi primi cinquant’anni di vita:

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Sono stati insigniti del Paul Harris Fellow, in questi 50 anni:

L’elenco comprende tutti coloro, soci e non soci del Rotary Club di Grossseto, che nelcorso dei primi 50 anni di vita del Club hanno ricevuto il Paul Harris Fellows, a Grosseto.

I nomi contrassegnati dall’asterisco (*) non sono o non sono stati Soci del Club.

La benemerenza del Paul Harris Fellows è un riconoscimento assegnato a persone rite-nute benemerite, anche se non rotariane, ed è attribuito su iniziativa di qualche Socio, odi un Club o di un Distretto che fanno alla Fondazione Rotary una donazione per contodella persona cui vogliono attribuire la benemerenze.

Vincenzo AbbateAlessandro AntichiMario BarontiCarlo Berliri Zoppi di ZolascoPier Maria BernardiniClaudio Bottinelli Massimo CiancagliPlinio CilleraiGina Corvino Bottinelli *Pietro Dal PraGiulio De Simone Bruno Del MecioFranco ChimentiRossano Egisti Giuseppe FavaleAldo FocacciGuglielmo FranciniRiccardo Francini *Alfio Giomi *Nicola Giordano Elia Giorgetti Roberto Giorgetti Marzia Gualtieri *

Mario Guidetti Luigi IaselliLuigi LepriAntonio LippiLamberto LondiniSergio Lorenzini Antonio Ludovico Mario Luzzetti Giovanni MariniMaria Telesca Matteoni *Domenico Matteoni Lorenzo MiloneMarco PastiIside Guidarelli Pifferi *Alberto Rosso *Domenico SaracenoAlessandra Sensini *Marcello StoppaGiancarlo TeseiGiovanni TestaGuido TestaMario Valentini Roberto Vivarelli Colonna

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I tre GovernatoriSocidel Rotary Grosseto

1954

-200

4

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Il primo dei Soci del Rotary Club Grosseto ad essere elettoGovernatore del Distretto 2070 è stato il compianto dottor

Guido Testa, rotariano di rare qualità, presidente fra l ’altrodell ’Ordine dei Medici della Provincia di Grosseto e personache con grandi doti di affabilità, forte di una cultura vera-mente ampia, seppe farsi apprezzare sia nel Rotary che al difuori da esso.Il dottor Guido Testa fu Governatore del Distretto 2070 nella anna-ta rotariana 1978-79.Della annata del Governatore dottor Guido Testa rimase nella memo-ria di tutti il grandioso Congresso Distrettuale che si svolse a PuntaAla e che ha rappresentato una pietra miliare nella storia di questoDistretto per la caratura degli interventi e la validità degli argo-menti trattati.Il dottor Guido Testa era stato Presidente del Rotary Club Grossetonella annata rotariana 1970-71.Purtroppo quattro anni dopo essere stato Governatore il carissimoamico dottor Guido Testa perì prematuramente in un incidente stra-dale sulla Senese, lasciando tra l’altro un vuoto all’interno del

Guido Testa (1978-79)

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L’ingegner Mario Luzzetti è stato Governatore del Distretto 2070 delRotary International nella annata rotariana 1990-91. Una annata che

fu caratterizzata da un grande impegno nella difesa del patrimonio arti-stico (un Forum distrettuale a Siena fu particolarmente qualificato), sulfronte della maggiore conoscenza dei problemi della tossicodipendenza(è rimasto nel ricordo di tutti un importante Forum a Rimini) e della dife-sa del bosco (Forum a Livorno). L’impegno del Governatore Mario Luzzettifu particolarmente rivolto alla tutela del patrimonio artistico, e si ricor-da di questa annata la catalogazione di tutte le opere di restauro ese-guite dai Club. Significativa la visita ufficiale al Distretto del PresidenteInternazionale, Paolo Costa, ed era la prima volta che ciò accadeva, inItalia. Tra l’altro il Presidente Paolo Costa in quell’occasione definì ilDistretto 2070 “il portabandiera della cultura nel mondo”.Da ricordare ancora il successo dei Premi Columbus e Boccaccio.In quella annata ci fu un tentativo di revisione dei confini del Distretto2070 al quale il Governatore Mario Luzzetti si oppose con efficacia,riuscendo a mantenere l’unità del Distretto. In veste di Past Governor, siè impegnato per la campagna PolioPlus che l’ha visto in prima fila dallaannata 1990-91 fino a quella 2002-2003.

Mario Luzzett i (1990-91)

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Il professor Roberto Giorgetti è stato Governatore del Distretto 2070nella annata rotariana 2002-2003 nel corso della quale il Distretto ha

superato la soglia dei 6.000 soci, divenendo così il primo Distretto delmondo per numero di iscritti. Molto onore, ma anche molti oneri, hanno pesato dunque su questoDistretto. Nel corso di questa annata grande impegno è stato posto dai91 Club nella battaglia per la eradicazione della poliomielite dal mondoentro il 2005, attraverso la vaccinazione di tutti i bambini della terra. Irisultati sono stati pari, se non superiori alle attese: nell’anno 2002-03infatti il nostro Distretto ha versato alla Rotary Foundation la somma di1.200.000 dollari, una cifra più che doppia rispetto all’anno precedente.Ciò in vista del Centenario del 2005, per il quale i Club hanno altresìimpostato gli eventi celebrativi attraverso progetti per le comunità.Infine il Distretto ed i Club hanno sviluppato il tema dell’anno, sia conmanifestazioni a livello dei Club, che nelle relazioni di De Simone, Nardie Maracchi svolte in occasione del Congresso Distrettuale del maggio2003 a Firenze. Argomento: l’acqua, nel terzo millennio, alla luce delleenormi modifiche indotte dall’uomo sul territorio ed anche alla luce deitremendi cambiamenti della situazione climatica.

Roberto Giorgett i (2002-2003)

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Sono statidue puntidi riferimento

1954

-200

4

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Carlo Berlir i Zoppi

Elia Giorgett i

Vera colonna storica del Rotary Club Grosseto, il dot-tor Elia Giorgetti ha rappresentato nel corso della sua

lunga vita un punto di riferimento indiscutibile e sicurodel quale è stato difficile fare a meno in ogni occasioneimportante della vita rotariana. Uomo di fine cultura, diintelligenza vivace e sempre acuto nelle osservazioni,con grandi capacità di sintesi, il dottor Elia Giorgetti èstata persona amata da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, al di là di ogniidea o colorazione politica. Per tutti, i rotariani per primi ma non solo, il dot-tor Elia Giorgetti è stato un consigliere prezioso, sempre pronto a suggerire eda sorreggere, con grande signorilità, come era d’altra parte nel suo stile di vita,sempre pronto a dare un consiglio e un indirizzo. Il dottor Elia Giorgetti è statoPresidente del Rotary Club Grosseto nell’annata 1969-70.

Il Marchese Carlo Berliri Zoppi di Zolasco è stato ilprimo artefice della nascita del Rotary Club

Grosseto, e grande motore di espansione rotariana intutta la provincia di Grosseto ed anche fuori da essa,tanto da essere stato tra i fondatori di ben sei Club:quello di Grosseto innanzi tutto, e quelli diOrbetello/Costa d’Argento, Follonica, Massa Marittima,

Pitigliano/Manciano/Sorano e quello infine di Civitavecchia. Originario diManciano, abitò dal dopoguerra a Grosseto e si può dire che abbia veramen-te dedicato per intero la sua vita al Rotary. In gioventù fu uno degli artefi-ci della istituzione della Aviazione Militare Italiana, e rimase sempre attac-catissimo all’Arma Azzurra. Fu più volte Presidente del Rotary Club Grosseto(annate 1956-57, 1957-58, 1959-60, 1967-68, 1968-69) e dette grandespinta alla crescita culturale del Rotary Grossetano e della nostra terra.

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Appendice

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Si verificano talvolta nella vita di una città momenti di particolare significato, tali da deter-minare mutamenti culturali, sociali e civili di

grande portata, momenti superati i quali ci si accorge che nulla è più come prima, che lamicrostoria locale ha compiuto uno dei suoi robusti, discontinui balzi in avanti.È ciò che è avvenuto a Grosseto negli anni 1991 - 1995 con l’episcopato del-l’allora Monsignor Angelo Scola, al quale è stato poi conferito il ruolo di Rettoredella Pontificia Università Lateranense ed oggi divenuto cardinale Patriarca diVenezia.Il suo apostolato religioso é stato capace di investire le individualità contempo-raneamente sul piano etico e filosofico, sociale, culturale, pragmatico.Questo “servizio”, non solo religioso, ai Grossetani si è sviluppato tanto sulversante delle singole persone quanto sull’intera comunità investendo il corposociale attraverso le sue espressioni più attive operanti a favore della disponibi-lità, della solidarietà e dell’umana comprensione.La famiglia, la scuola; il volontariato, il mondo giovanile, le associazioni sonostate il suo ampio e fertile terreno di azione, con risultati che non hanno potutoessere trascurati neanche da coloro che per formazione e per abito mentale pote-vano trovarsi lontani o in disaccordo con la sua funzione e con i valori da lui rap-presentati.Anche il Rotary Club Grosseto ha ricevuto un suo speciale messaggio nellaserata conviviale del 19 aprile 1994. Il tema della sua conversazione, “La persona nella società in transizione”, nonpoteva che essere di alto significato: diretto alle radici ed alle ragioni del rappor-to tra l’individuo e la società. Si è ritenuto di conferire a questo contributo uno spazio specifico all’interno diquesta pubblicazione non solo per l’importsanza iontrinseca e per il valore stret-tamente religioso, ma anche allo scopo di sottolinearne l’incidenza rilevante nel-l’ambito della riflessione quotidiana sul significato e sul ruolo che ciascuno dinoi svolge nella propria parabola esistenziale.Un invito che solo raramente avviene di ricevere in modo così diretto e mirato.

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La personanella Societàin transizione

1954

-200

4

Trascrizione, non rivista dall’autore, della Conferenza tenuta daMonsignor Angelo Scola al Rotary Club di Grossseto il 19 Aprile 1994

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Non credo sia necessario iniziare questa conversazionedefinendone, come spesso si fa, i l t i tolo. Che la nostra

sia una società in tran sizione è affermazione ovvia. Se maimetterebbe conto di discutere un poco i termini che vannoper la maggiore quando si cerca di descrivere la questionedella transizione. Penso ad esempio alla categoria di post-moderno o addirittura, come taluno ama dire, a quella dipost- cristiano. Ma voglio evitare anche questa analisi.Preferisco una strada più elementare. Forse sarà per voi unpo' più noiosa. Intendo, infatti , l imitarmi ad enucleare quat-tro contenut i ogget t iv i che traducono, ancor oggi ,l ' imprescindibile nesso persona-società. Mi riferisco a:1. persona / lavoro2. persona / morale 3. persona / politica4. persona / ChiesaSpero che dopo un esame, sia pur sintetico, di questi elementi risul-ti più chiaro cosa sia transizione e, soprattutto, cosa sia persona pernoi uomini alle soglie del Terzo millennio.Consentitemi, sempre in sede di premessa, qualche rapido cenno agliavvenimenti planetari che stanno accadendo sotto gli occhi di tutti.I socialismi realizzati sono caduti per la massima parte, ma in molticasi il loro posto è stato preso da nazionalismi e separatismi nonmeno dispotici e aggressivi. Il divario economico tra paesi ricchi epaesi poveri si è fatto drammatico, con il fenomeno dell'immigrazio-ne dai paesi del Terzo Mondo, e con punte di asprezza mai toccate inprecedenza, di cui il risorgere del fondamentalismo islamico è unsintomo inquietante e, in fondo, ancora indecifrabile per l'Europa.Per quanto riguarda la realtà che ci tocca più da vicino, non si può

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tacere sulla delicata fase di transizione istituzionale che stiamoattraversando, con la caduta di tradizionali punti di riferimento, ilrapido ricambio della classe politica e l'emergere di spinte localiste.C'è infine -ultimo ma non meno importante- il dramma di una crisieconomica che colpisce duramente anche qui in Maremma, falci-diando le imprese, colpendo le famiglie e rendendo difficile o impos-sibile trovare lavoro. Di questi avvenimenti nessuno può restare sem-plicemente spettatore. Tutti ne partecipiamo e ne portiamo a variotitolo la responsabilità. Tuttavia non è compito del Vescovo esporreliste più o meno prolisse di problemi o di denunce, né tantomenoindicare questa o quella determinata strategia politico-economica.Compito del Vescovo e della Chiesa è invece tenere sempre presente-e ricordare a tutti- che prima dei cambiamenti e dell'evoluzione tec-nologica viene sempre l'uomo concreto che vive le circostanze, colsuo bisogno di significato e di realizzazione personale, familiare,comunitaria. Ecco perché è necessario interrogarsi sulla natura esulla portata dei cambiamenti che stiamo attraversando e guardaread essi dal punto di vista delle conseguenze che potranno avereinnanzitutto per la persona.

La persona nella dimensione del lavoro

Il lavoro è una delle dimensioni fondamentali della persona, dovel'uomo trova la sua realizzazione. E' fondamentale perché lo àncoraal mondo, contribuisce a fargli capire il suo valore, lo mette in gradodi mantenere se stesso e la propria famiglia. Questa è una delledimensioni dove i cambiamenti sono stati più evidenti e hanno avutoconseguenze durature sulle strutture produttive e sull'occupazione.E' quasi un luogo comune dire, ad esempio, che viviamo in unasocietà post-industriale. Che cosa significa esattamente questo ter-mine? Significa anzitutto, è ovvio, che l'automazione dei processiproduttivi fa sì che si possa produrre lo stesso quantitativo di merci,o un quantitativo maggiore, a costi minori e con un numero ridottodi addetti. La concorrenza tra le imprese rende praticamente obbli-gatorio scegliere la strada dell'automazione ed espellere manodope-ra. Di conseguenza, molti posti di lavoro, in particolare quelli che

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richiedono una bassa qualificazione, vanno definitivamente perduti.Rimedi come la cassa integrazione, pur necessari finché non mutal'intero quadro di riferimento, possono essere solo palliativi tempo-ranei, e non alterano la tendenza di fondo alla riduzione del perso-nale, senza contare i costi sociali che comportano.Un secondo aspetto -anch'esso ovvio- correlato con l'automazione, eal tempo stesso causa ed effetto di essa, è l'introduzione dell'infor-matica. Il computer si è rivelato un aiuto poderoso alla produttività,tanto a quella individuale quanto a quella aziendale. Anche qui si èverificato un cambiamento qualitativo, e non soltanto quantitativo,nel modo di produrre. Attraverso i programmi di cui viene dotato,infatti, il computer mette a disposizione dell'utente tutto un patrimo-nio di conoscenze che prima erano appannaggio di gruppi ristretti diesperti: pensiamo ad esempio alle telecomunicazioni, all'editoria,alla grafica pubblicitaria, alle gestioni contabili, all'archiviazionedati. Le potenzialità delle tecnologie informatiche sono ancora benlontane dall'essere conosciute e sfruttate in pieno. (Non mancanointeressanti studi antropologici compiuti sui nostri figli che mostra-no quanto profonda sarà la differenza tra noi e loro, come conse-guenza del loro vivere fin dall'infanzia quasi in simbiosi col compu-ter). È pure banale ricordare che, in sé, la spinta verso l'innovazione nonè un fenomeno patologico per l'occupazione, come non lo ful'introduzione del battello a vapore per la marina mercantile.Dovremmo tenere presente, ad esempio, che l'informatica sta crean-do nuove possibilità di lavoro soprattutto nel campo del terziario.Per me è centrale comprendere il lavoro come un fenomeno di rela-zione. Entrando nel mondo del lavoro io entro in rapporto anche conaltri che hanno bisogno della mia opera, e verso i quali mi rendoresponsabile. Il lavoro dunque non può essere definito sotto l'aspettoesclusivo del profitto economico, ma nel suo senso più profondosoprattutto un dialogo1. Diceva Emmanuel Mounier: "Lavorare èsempre far qualcosa con qualcuno per qualcuno. Perciò è sempre fareun uomo al tempo stesso che una cosa".Può suonare strano che si parli del lavoro dal punto di vista di undialogo e di un rapporto innanzitutto personale. Una scuola di pen-

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siero scientista e determinista ci ha infatti abituati a guardare allavoro e all'economia come a delle forze e a dei fenomeni del tuttoimpersonali, puramente quantitativi e governati da automatismi ilcui corretto funzionamento garantirebbe "ipso facto" il benessere ela felicità, a prescindere dalla partecipazione dei soggetti in quantosoggetti (è evidente che una partecipazione del genere al mondo dellavoro va molto oltre il semplice "senso del dovere"). Il sogno delloscientismo è una macchina che non avrebbe bisogno degli uomini perfunzionare. Questo modo di pensare ha però delle conseguenze moltogravi per la personalità. In un mondo dove tutto fosse affidato alleleggi impersonali dell'economia, gli uomini si ridurrebbero al ruolodi comparse chiamate a recitare il ruolo ad esse assegnato dal "regi-sta" della rappresentazione, cioè dal potere dominante. Il loro valo-re sarebbe perciò sempre funzionale alla parte loro assegnata di cit-tadini, di sudditi, di governati, di rivoluzionari, di lavoratori e con-sumatori.Una simile cultura del lavoro elimina due fattori decisivi per la per-sona, quelli che Paul Ricoeur chiamava "lo spazio di esperienza"(ossia lo spazio di un accadere significativo, lo spazio di avveni-menti che aiutino a maturare la personalità, ben diverso da una sem-plice ripetizione di comportamenti), e "l'orizzonte di attesa" (l'attesadella realizzazione e della felicità totale della persona). Ma è comese al posto delle domande sul significato del lavoro dominasse unformalismo che impedisce di comprendere quali siano i veri bisognidell'uomo come soggetto del lavoro. La conseguenza è che questibisogni restano censurati. In fondo il motivo ultimo del lavoro non èmai la necessità, né l'efficienza, né il calcolo razionale, ma è costi-tuito da fattori antropologici, in ultima analisi riconducibili al desi-derio di felicità, di intrapresa e di realizzazione umana che è ripostoin ciascuno di noi. Se questo desiderio viene perso o censurato,l'esito ultimo di un processo di razionalizzazione esasperata è la dis-soluzione della personalità, la perdita totale della responsabilità edel significato del lavoro. E ciò -già lo si vede- induce anche unaperdita di significato e di responsabilità nei confronti della vita."Così, paradossalmente, nella società opulenta dove il mercato sem-bra aver vinto la battaglia per la regia della storia, alla massima sofi-

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sticazione tecnologica e all'enorme sviluppo delle possibilità tecni-che, fa da contrappunto una visione dell'uomo tendenzialmente irre-sponsabile e ridotto a fascio di istinti ed affettività primitiva"2.Vi è anche un altro paradosso: una visione meccanicista del lavorotende a formare una classe di esecutori senza fantasia né motivazio-ni, mentre proprio i processi di ristrutturazione economica in corso,con la diminuzione del ruolo delle grandi imprese e la valorizzazio-ne della piccola e media impresa, richiederanno una forza lavorosempre più flessibile, inventiva, responsabile. In altre parole, all'eti-ca della sicurezza e della "Macchina Sociale", dovrà sostituirsi nuo-vamente un'etica della responsabilità e dell'assunzione dei rischi.Sarà necessario anche favorire le condizioni che rendano possibilel'esercizio dell'attività economica e la creazione di nuove imprese.Il punto di verifica dell'autentica razionalizzazione del mondo dellavoro, compiuta a partire da una visione personalista quale quelladescritta, starà nella capacità di solidarietà verso tutti gli uominidel lavoro. E non solo, ma anche nei confronti di chi, non per colpasua, è impossibilitato al lavoro. Il diritto al lavoro è infatti uno deifondamenti di ogni società veramente democratica e, nello stessotempo, è un test della comprensione del carattere relazionale dellavoro stesso di cui abbiamo parlato. Chi ha i mezzi per assumereiniziative atte ad assicurare lavoro, e non lo fa, è responsabile di unaomissione grave nei confronti della società. E questa non potrà subi -re passivamente attitudini parassitarie.Forse in questi criteri ci può essere qualche suggerimento utileanche per gli uomini del lavoro sul nostro territorio.Lascio a voi il compito di analizzare quali siano le condizioni chepossano consentire di dar vita a una intrapresa economica capace divalorizzare le risorse esistenti e di accompagnare la transizione delsistema produttivo sulla base di questi criteri personalistici e, nellostesso tempo, "efficienti". Mi limito a richiamare qualche dato.La provincia di Grosseto sta attraversando la sua peggiore crisi eco-nomica da trent'anni. A tutto il dicembre '93 risultavano 17.000 di -soc cupati, pari al 16% della forza lavoro. Il settore minerario è statocolpito pesantemente, ma anche quello edile, chimico e manifattu-riero, ricordiamo: Sitoco, Sipe-Nobel, Tioxide, Solmine, Rimin,

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EuroVinil. Il settore agricolo soffre di una cronica carenza di inve-stimenti e della difficoltà di collocare il prodotto sui mercati sianazionali che europei. Lo stesso turismo, tradizionale fonte di reddi-to, nella scorsa stagione ha registrato un calo di presenze, fortuna-tamente abbastanza contenuto.Certo, è positivo che l'area nord della provincia abbia ricevuto gliaiuti dell'Unione Europea quale zona a declino industriale. Positivaè stata anche la costituzione di una società consortile per la reindu-strializzazione della Maremma che ha visto la partecipazione diimprenditori, banche, rappresentanti dei commercianti e degli arti-giani. Occorre però dirci con chiarezza che le principali risorse peruscire dalla crisi saranno appunto l'intraprendenza e il collegamen-to delle forze produttive messe in moto da soggetti capaci di lavora-re nel modo detto. Più che attendersi interventi dall'alto (sia che sitratti dell'Unione Europea, dello Stato o della Regione), sarà dunquenecessario dare fiducia e possibilità di agire ai corpi intermedi,incoraggiando l'imprenditoria e lo sviluppo di cooperative, per unuso intelligente delle opportunità che abbiamo.Questo è anche più vero per l'agricoltura e per il turismo. Forsesulla prima pesa anche una tendenza all' "imbalsamazione" dell'am-biente più che alla sua effettiva valorizzazione. E lo sviluppo delsecondo è frenato da una mentalità ancora troppo legata a una con-cezione puramente "stagionale" dell'attività turistica. Anche in que-sto caso occorrerebbe valorizzare contemporaneamente sia le risor-se ambientali che quelle culturali presenti nella provincia, in mododa offrire a chi viene in Maremma non soltanto una collezione diimmagini e di impressioni, ma anche -soprattutto- la possibilità diincontri e di un arricchimento personale: ciò dovrebbe essere il veroscopo del turismo.

La persona nella dimensione della cultura

Se il mondo economico è attraversato da profondi cambiamentistrutturali cui non si accompagna una evoluzione della persona, ciòè dovuto anche al fatto che una transizione sta interessando la men-talità corrente, i comportamenti e i “cosiddetti" valori.

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Accantonate le utopie rivoluzionarie degli anni '60, a partire daglianni '80 si è parlato di "riflusso nel privato". C'è stato un certoritorno alla famiglia (motivato peraltro dall'incertezza della situa-zione economica). È stata rivalutata l'importanza del lavoro e del-l'impegno personale. Si è riscoperto che l'uomo non appartiene inte-ramente alla politica e non può delegare ad essa la soluzione di tuttii suoi problemi. Ma -dobbiamo chiederci- la riscoperta del privato èstata anche la riscoperta della persona? O piuttosto questa risco-perta non si è ridotta a una dimensione puramente individuale, doveil criterio dominante è la soddisfazione degli impulsi più immediati?Se guardiamo bene, sia l'utopia rivoluzionaria che l'individualismonascono dalla stessa radice: la pretesa dell'uomo di sganciarsi daqualunque autorità, da qualunque norma, da qualunque fattore"altro" da sé, per creare un mondo dove si possa diventare padronidella propria vita senza fare riferimento ad alcun valore, meno chemai a Dio. La "liberazione" della libertà è vista nella rottura di ognilegame invece che nella costruzione di legami solidi e profondi.Così, ad esempio, l'individuo rivendica a sé il diritto di determinarei propri rapporti personali come più gli aggrada, quasi egli fosseuna monade che vive in un vuoto spinto. Si pretende che i propri attinon abbiano rilevanza sociale. Penso alla sfera della sessualità chesi vuole a tutti i costi sottrarre alle sue inevitabili implicazioni rela-zionali e quindi sociali. È una mentalità sottesa alle questioni deldivorzio, del riconoscimento giuridico delle cosiddette convivenzetra omosessuali, di quelle di fatto, alle adozioni da parte dei "single"così come a quelle dell'aborto, della fecondazione artificiale e del-l'eutanasia.Disporre della vita, del corpo e della morte sembra il massimo tra-guardo della libertà. Ma è proprio cosi'?Scriveva Augusto del Noce alcuni anni fa: "(...) alla retrocessione deivalori si accompagna una retrocessione degli uomini. Essi cessano diessere fini a se stessi per diventare strumenti e ostacoli per la miaazione. La logica immanente all'attivismo porta alla negazione dellapersonalità degli altri, alla loro riduzione a "oggetti" (e verrebbe inmente il senso etimologico di oggetto: "realtà posta davanti a me";non perciò centro di vita spirituale, ma limite, che posso utilizzare o

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abbattere, della mia azione)”3.La libertà implica essenzialmente riconoscere anche ciò che è"altro" da me, ciò che mi è dato, e operare tenendo conto di esso. Aseconda di come noi ci poniamo di fronte al dato, possiamo inten-derlo come un limite o come un'occasione di approfondimento, diconoscenza, di incontro. In ogni caso, la libertà non può vivere in unvuoto solipsistico, e non consiste in un esercizio solitario di potere.Al contrario, può esprimersi autenticamente soltanto in spazi con-creti, a contatto con altri soggetti, e implica sempre un giudizio sulleazioni e i comportamenti, altrimenti cade in un totalitarismomascherato da una apparente neutralità assiologica.Ed è questo il grande pericolo che oggi sta minacciando la persona:la trappola di una libertà senza contenuti né proposte che la motivi-no ad agire e diano senso al vivere. Da ciò deriva la fuga, la rinun-zia alla coscienza e alla responsabilità (responsabilità è riconosce-re ciò che è oggettivo, capacità di stare nelle circostanze). Tra i sin-tomi più drammatici di questa situazione ne segnalo due, solo appa-rentemente non correlati. Mi riferisco all'incapacità di creare fami-glie stabili e alla fuga nella droga. Sono questioni che riguardano davicino anche noi. Il problema droga è certamente grave anche nellanostra zona4; a differenza che in altre zone, qui viene vissuto preva-lentemente tra le pareti domestiche, senza clamorose manifestazioniverso l'esterno, ma non per questo è meno preoccupante, sia per letensioni che crea sia per la rovina economica che trascina con sé.Alla base c'è l'instabilità delle famiglie (lo dimostra l'elevato nume-ro di separazioni), il vuoto di proposte veramente impegnative per lavita, la diffusione di una mentalità orientata puramente al consumo.A proposito di fenomeni come la droga è necessario un chiarimento.Spesso si è pensato che per prevenire la sua diffusione fossero suffi-cienti un'adeguata educazione e una diffusa informazione. Ma è ora-mai evidente che la maggior parte delle volte i tossicodipendenti sirendono pienamente conto della pericolosità della loro scelta. Non èdunque la semplice ignoranza quella che determina il consumo delledroghe, ma un impulso ben più temibile verso l'autodistruzione, sin-tomo, a sua volta, della disperazione e del vuoto esistenziale in cuici si dibatte. Essa è, col suicidio, il fenomeno più macroscopico del

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nichilismo strisciante che oggi rischia di avvolgere noi tutti. Nonsarà dunque la liberalizzazione a frenare la corsa agli stupefacenti:una scelta del genere sarebbe solo l'alibi per giustificarel'indifferenza verso il destino dell'altro.Il permissivismo infatti minaccia la persona tanto quanto l'utopia.Quest'ultima soffoca l'autonomia personale con la menzogna e lacostrizione: il permissivismo invece abbandona la persona a se stes-sa e rimuove i problemi anziché affrontarli. Ma in entrambi i casinon viene colto il bisogno più radicale dell'essere umano: quello diessere amato e di trovare il senso della propria vita.Per affrontare questo bisogno è indispensabile che sia riscoperta evalorizzata la dimensione comunitaria della persona. Come la liber-tà non si esercita in un vuoto, così nemmeno una personalità matu-ra può formarsi nel vuoto. Ecco perché è indispensabile dare spazioalla famiglia come prima comunità dove il bambino fa l'esperienzadell'affetto e, al tempo stesso, della socializzazione. Non voglio diraltro su questo punto. Solo richiamare il grido accorato con cuidomenica 17 aprile Giovanni Paolo II ha chiesto all'O.N.U. di nontrasformare l'Anno Internazionale della Famiglia in un anno controla famiglia. Dove il tessuto familiare è leso o indebolito è necessa-rio dare spazio ad associazioni per l'accoglienza e il recupero. Unatteggiamento realistico davanti a questo genere di problemi nonimplica la pretesa di risolverli tutti, ma non si tira indietro davantialla condivisione dei bisogni. Per la persona (soprattutto per ilminore) è più importante trovare famiglie aperte all'accoglienza chenon strutture, anche efficienti, ma anonime.Un cenno ad un altro inquietante sintomo di disagio e di solitudinesul nostro territorio. Mi riferisco all'elevato numero di suicidi. Auccidersi sono in prevalenza giovani, donne, anziani: i più espostialla marginalità e all'abbandono.Nella Lettera Pastorale ho parlato dei mezzi per affrontare questidisagi, in questa sede occorre ribadire che, alla radice di ogni mora-le (e anche di ogni cultura), ci deve essere il rispetto della persona.E questo rispetto è possibile solo quando si tiene presente che ladignità della persona si fonda su quello che viene "prima” di lei e lasupera: Dio. Ogni altro approccio che non tenesse conto di questo

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fattore la diminuirebbe.La persona nella dimensione della politica

La civiltà europea è entrata -si dice- in un'epoca post-ideologica. Sidovrebbe però in proposito precisare meglio e distinguere tra ladimensione teoretica e quella pratica dell'ideologia. Forse nell'a-spetto pratico (assetti di potere) le ideologie sono ancora vive. Adogni modo la cosa positiva è che non si fa più della politica -omeglio delle tecniche di ingegneria sociale- la dimensione integraledell'esistenza e da essa non ci si aspetta più quello che non può dare.Non è più possibile sognare -parafrasando l'espressione di T .S.Eliot- “sistemi sociali talmente perfetti che rendano inutile all’uomoessere buono".A chi pensasse che si tratti di un atteggiamento di rinuncia, o di unacaduta nel cinismo e nell'indifferenza, vorrei ricordare quanto ebbea scrivere con grande lucidità il Card. Ratzinger 5: “Io penso che noioggi dobbiamo con ogni decisione chiarirci che né la ragione né lafede promettono, a nessuno di noi, che un giorno ci sarà un mondoperfetto. Esso non esiste. La sua continua aspettativa, il gioco con lasua prossimità e possibilità è la minaccia più seria che incomba sullanostra politica e sulla nostra società, perché di qui insorge facilmen-te l'onirismo anarchico. Per la consistenza futura della democraziapluralistica e per lo sviluppo di una misura umanamente possibile digiustizia è necessario riprendere il coraggio di ammetterel'imperfezione e il continuo stato di pericolo delle cose umane. Sonomorali solo quei programmi politici che suscitano questo coraggio.Immorale è al contrario quell’apparente moralismo, che mira adaccontentarsi solo del perfetto".La serietà di ogni azione politica scaturisce proprio dall'ammetterel'imperfezione della politica. Significa soprattutto ammettere che icriteri dell'azione politica sono qualcosa che sta oltre e al di fuoridel gioco degli interessi e degli equilibri. La politica non può attin-gere criteri normativi solo da se stessa, lo si vede bene quando siponga mente alla questione centrale dello stato di diritto e del suosistema democratico.Mi riferisco alla dibattuta questione se, in tale sistema, la volontà di

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una maggioranza possa veramente e legittimamente tutto. Può essarendere legittima ogni cosa, vincolando poi tutti, oppure la ragionesi trova al di sopra della maggioranza, così che non può mai diven-tare realmente un diritto ciò che è contro la ragione? Ma chi diceche cosa è ragione? Si deve davvero presupporre che la maggioran-za incarna anche una ragione maggiore? In ultima analisi il sistemademocratico può funzionare unicamente se certi valori di fondo,diciamo i "diritti umani", vengono riconosciuti come validi da tutti erestano sottratti alla presa della maggioranza. In altri termini, unsistema democratico puramente formale da sé solo non funziona.Non può essere messo in pratica, se lo si svincola da ogni valore,bensì presuppone un ethos di contenuti, accettato comunemente ecomunemente mantenuto. Una democrazia non può funzionare senzavalori e non può quindi essere neutrale sui valori. L'aspetto formaledelle sue istituzioni è legato a quello materiale di un'etica, cheappartiene alla tradizione socratica e cristiana. Dietro i suoi vinco-li formali si incontra la dimensione più profonda di questi legamimorali, che lo Stato deve presupporre, ma che non può esso stessofondare e quindi neppure da solo garantire. Qui nasce la domandacirca l'istanza di legittimazione etica; l'esistenza dello Stato rinvia,"oltre" e "sopra" se stesso, verso una comunità di altro genere6.Non voglio entrare nella questione del "sopra", cioè della necessitàdi un principio trascendente quale fondamento ultimo di un'autoritàstatale. Mi fermo invece sulla questione dell' "oltre" per sottolinea-re che qui emerge in tutta la sua importanza la funzione dei corpiintermedi: le associazioni, i sindacati, persino i tanto vilipesi parti-ti (attaccarli oggi è di moda, ma non è con la loro eliminazione chesi ricostruiscono spazi di libertà, se mai il contrario). Non c'è infat-ti libertà quando l'uomo è un individuo isolato di fronte agli appa-rati di uno stato impersonale e onnipotente. Questo vale non solo peri regimi apertamente totalitari, ma anche nei confronti di un welfarestate omnipervasivo, per quanto possa essere animato dalle miglioriintenzioni. Anzi, è proprio in una situazione come questa che si fapiù forte la tentazione di scaricare le responsabilità individuali sullestrutture. Si noti ad esempio che l'istituzione di massicci apparatistatali può convivere benissimo con un esasperato individualismo: è

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il caso della Svezia o degli USA.I corpi intermedi sono lo spazio concreto nel quale gli uomini pos-sono non solo riconoscersi e avvicinarsi gli uni agli altri superandol'isolamento, ma dove soprattutto possono esprimere la propriaidentità creando opere. Una libertà che si fermasse alla dimensionedi opinioni puramente private sarebbe solo una parola senza conte-nuto. Una società -intesa come un insieme ordinato di soggetti eliberi corpi intermedi, e non soltanto di strutture- comincia a esiste-re quando alla persona è data la possibilità di dare espressione pub-blica e operativa alle proprie convinzioni.Vorrei ricordare brevemente, a questo proposito, quanto ho scrittonella Lettera Pastorale7: "La carità deve quindi giungere, per un cri-stiano realmente missionario, all'impegno serio nei corpi intermediche, come insegna la Dottrina Sociale della Chiesa, sono le formeassociative di ogni genere, dai sindacati, o strutture analoghe diorganizzazione dei diversi mondi del lavoro, fino ai partiti. La caritàquindi conduce l’io all'edificazione della polis (convivenza civileordinata). La politica può essere quindi una delle forme più alte dicarità. Facendosi politica, la carità incontra il problema del potere.Lo incontra senza secondi fini, senza equivoci, senza cadere nelladisonestà o cedere alla protervia e, tuttavia, lo incontra senza com-plessi di inferiorità perché il potere, in ultima analisi, sta per l'utilitàdi tutti e sta per il servizio comune. Esso è dato da Dio proprio comemezzo di quell'edificazione sociale che è costitutiva dellarelazione individuo-comunità, senza la quale la persona non è con-cepibile ".Sono invece da evitare ogni forma di apatia e di rifiuto aprioristicoverso la politica, motivato spesso con l'affermazione che "la politicaè una cosa sporca", oppure, più crudamente: "in politica rubanotutti". Sono giudizi facili che risparmiano la fatica di assumersi laresponsabilità verso quello che accade, e implicitamente deleganotutto, ancora una volta, alle strutture senza impegnare la persona.Il compito degli organismi statali, sia nazionali che locali, è quellodi valorizzare al massimo l'azione dei corpi intermedi, controllandosenz'altro la correttezza del loro funzionamento ma senza volerimporre a priori degli indirizzi o delle linee d'azione. Il potere poli-

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tico deve sovraintendere al buon funzionamento della società, senzaperò cercare di predeterminare il suo funzionamento. Sono elementiche dovranno prendere sempre più peso in questa fase di transizionesociale.

La persona nella dimensione della Chiesa

Si tratta della questione che più mi sta a cuore, anche se mi limito adaccennarla in guisa di conclusione. Direi che qui si tocca il proble-ma più profondo della persona nel nostro tempo. Abbiamo visto chela persona trova la sua dignità nel lavoro; che la sua libertà non siesercita nel vuoto ma ha una irrinunciabile dimensione sociale chedeve far riferimento a valori da nessuno manipolabili; che questo èvero anche per la politica: essa stessa non può essere fonte di valo-ri, ma deve far riferimento alla dimensione morale dell'agire e deverispettare le comunità intermedie dove l'uomo sviluppa la propriapersonalità. Ora dobbiamo affrontare direttamente alla radice ilproblema del fondamento dei valori in un mondo secolarizzato.Come si fa ad affermare che la persona è un valore, se poi si è con-vinti -a livello di mentalità corrente- che tutti i valori sono in ultimaanalisi nient'altro che delle convenzioni, delle tecniche elaboratedagli uomini? Può bastare una morale puramente convenzionale perdifendere la persona e affermare la sua dignità?A questa mentalità oggi dominante, la Chiesa ricorda che l'uomonon si esaurisce in una dimensione puramente profana, non è defini-to dal suo ruolo sociale o da quanto possiede. È creatura: non si fada sé, ma la sua vita appartiene a Dio.Soprattutto la Chiesa sostiene una pretesa che suona scandalosa oincomprensibile per la mentalità corrente: che Dio si è coinvolto e sicoinvolge con gli uomini per mezzo di Cristo e di coloro che loseguono e ne continuano l'opera. La persona trova la sua dignità, lasua accoglienza e il suo valore aderendo a questa comunità di uomi-ni toccati dalla grazia. Ma questa adesione è l'opposto del settari-smo o dell'integralismo: è una proposta aperta a tutti, uno spaziodove è possibile verificare la risposta alle esigenze di verità, di giu-stizia, di compimento di cui la persona è fatta.

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A proposito di una Chiesa aperta a tutti, permettetemi di leggerviqualche rigo di un libro che voi conoscerete bene e che concerne davicino noi grossetani. Mi riferisco a un passaggio contenuto nelvolume, significativo e stimolante, di un concittadino illustre,Luciano Bianciardi: "I cattolici si sentivano poco, anche perché ipreti, dalle nostre parti, non sono mai stati capaci di far propaganda.In chiesa vanno solo le donne: specie nei paesi, un giovanotto, cheentri in chiesa, anche solo per ammirare una vecchia pittura, vienguardato di traverso. I preti perciò se ne stavano in chiesa ad atten-dere i fedeli: fuori diventavano uomini come tutti gli altri, giocavanoa carte, bevevano nelle osterie, fumavano il sigaro, i più giovani par-lavano con noi di letteratura e di filosofia "8.Contra factum non valet illatio... potrebbe essere il commento.Eppure voglio dirvi che, al di là dell'esito, il cuore dei cristiani diGrosseto, e in particolar modo dei preti, non cessa di essere apertoveramente a tutti. Non ci interessa la propaganda, ci interessa lapersona, tutta la persona. Sappiamo che è una sfida per la societàpost-moderna, che molti vorrebbero addirittura post-cristiana(anche se non si avvedono che, senza cristianesimo, saremmo inpreda ad un neo paganesimo dominato dal terrore dei demoni e dallamagia).Il coraggio di proporre questa sfida all'uomo di oggi non viene datecniche o strategie più o meno raffinate di pastorale. La forza deicristiani è lo stupore di avere incontrato un avvenimento che ha resopiù umana e più vivibile la loro esistenza. E il loro unico desiderio ècomunicare questo incontro, rendere sperimentabile questo "di più"di umanità.Un cristiano che vive la propria fede non ha bisogno di censurarenulla, nemmeno quella figura ultima dell'esistenza che, con Eliot,potremmo chiamare "la grande Straniera", cioè la morte. Non c'èrisposta al problema dell'uomo se non a partire dalla certezza di unAltro che accompagna la vita, dalla nascita alla morte, e in cui lapersona ritrova se stessa. In questo senso la Chiesa, nell'umilesequela di Cristo, dà pieno valore all'uomo e lo accompagna versoil compimento del suo destino.

+ Angelo Scola

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Vescovo di Grosseto

Note

1. Cfr. J. TISCHNER, Etica della Solidarietà, CSEO 1981.Dello stesso autore, Etica del lavoro, CSEO 1982

2. M. MARTINI, Editoriale di “Persone & Imprese”, nn.1–3 1993, pagina 5

3. A. DEL NOCE, Il suicidio della rivoluzione, Milano 1978 pagina 211

4. Cfr. Lettera Pastorale Sarete liberi davvero, n. 26 pagina 585. J. RATZINGER, Chiesa, ecumenismo e politica, trad. it.,

Cinisello Balsamo 1987, pagina 1946. Cfr. J. RATZINGER, opera citata, pagina 1787. Sarete liberi davvero, n. 26 pagina 598. BIANCIARDI, Il lavoro culturale, Ed. Feltrinelli, Milano

1991, pagina 23

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Indice

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-200

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Premessa: Il Rotary International pag. 9Il Rotary in Italia 11I programmi del Rotary International 13

Introduzione: Il territorio 15

I fondatori del Rotary Club GrossetoLe riunioni

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Cinquant’anni di attività 17del Rotary Club Grosseto

L’Azione Sociale svolta dal Club di Grosseto 35

La Grande Viabilità, porti ed aeroporto civile 51

I Secoli della storia grossetanae gli anni del Rotary 59

L’Impegno del Rotary grossetanoper ambiente e turismo 69

I Parchi Arborei 77

Il Rotary verso l’Europa 79

Le pubblicazioni del Rotary Club Grossetodal 1954 al 2004 87

Il Rotary Grosseto, i giovani e l’Università 95

Il Rotaract, vitale esempio per tutti i giovani 107

La Fondazione Rotariana “Carlo Berliri Zoppi” 115

I Forum Interdistrettuali della Fascia Costiera 123

I Soci del Rotary Club Grossetonell’anno del Cinquantenario 131

Mezzo secolo di Presidenti e PHF 135

I tre Governatori Soci del Rotary Grosseto 141

Sono Stati due punti di Riferimento 149

Appendice 153“La persona nella Società in transizione”(conferenza tenuta al Rotary Club Grossetodall’allora Vescovo di Grosseto, mons. Angelo Scola) 157

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Finito di stampare nel mese di Maggio 2004

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Il Rotary Club Grosseto ringrazia per il contributo chehanno dato per la pubblicazione di questo libro, editoin occasione del Cinquantenario della fondazione del Club:

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Bofrigor

Edilferro

Hobby Casa

TV9

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