CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

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CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE CORSO AIMS 2021-2022

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CHIRURGIA

MAXILLO-FACCIALECORSO AIMS 2021-2022

Page 2: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMATOLOGIACHIRURGIA DI

TESTA E COLLO

CHIRURGIA MAXILLO-

FACCIALE

ORTOGNATICA

CHIRURGIA PLASTICA

FACCIALE

CHIRURGIA

MALFORMATIVA

CHIRURGIA ORALE

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ANATOMIA DEL DISTRETTO

MAXILLO FACCIALE

Page 4: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO OSSEO

Page 5: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSSO MASCELLARE

Quattro processi: zigomatico,

frontale, palatino, alveolare

Partecipa alla formazione delle

cavita nasali, palato duro e

cavita orbitali.

Grazie allo hiatus mascellare si

apre nel meato medio.

Osso cavo: Presenta l’antro di

Higmoro

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OSSO MASCELLARE

Quattro processi: zigomatico,

frontale, palatino, alveolare

Partecipa alla formazione delle

cavita nasali, palato duro e

cavita orbitali.

Grazie allo hiatus mascellare si

apre nel meato medio.

Osso cavo: Presenta l’antro di

Higmoro

Page 7: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSSO ZIGOMATICO

In rapporto superiormente con il frontale,

medialmente con il mascellare, posteriormente

con il temporale e con lo sfenoide.

Partecipa alla formazione delle

fosse temporale e infratemporale, ed inoltre

costituisce parte della parete laterale e del

pavimento della cavità orbitaria.

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FOSSA TEMPORALE

Delimitata da:

in basso dall’arcata zigomatica

in alto dalla linea temporale superiore

Anteriormente dal processo frontale dell’osso zigomatico.

La base della fossa, inferiore, corrisponde allo spazio compreso tra

l’arcata zigomatica e la cresta infratemporale della grande ala

dello sfenoide attraverso questo spazio la fossa temporale

comunica con la fossa con la fossa infratemporale.

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FOSSA INFRATEMPORALE

In alto è delimitata dalla grande ala dello sfenoide, e dalla fossa

temporale.

Lateralmente dal ramo della mandibola

Medialmente dalla lamina laterale del processo pterigoideo

Anteriormente dalla tuberosita mascellare.

Posteriormente e inferiormente non vi sono pareti ossee ma

la parotide e le strutture del collo.

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FOSSA PTERIGOPALATINA

La fossa pterigopalatina è un piccolo spazio ad imbuto, situato subito

dietro la mascella.

Delimitata:

Anteriormente dalla tuberosita del mascellare

Posteriormente dal processo pterigoideo dello sfenoide

Lateralmente dalla comunicazione con la fossa infratemporale

Medialmente dalla lamina perpendicolare dell'osso palatino

Page 11: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSSO PALATINO

Situato nella parte posteriore della cavità

nasale, tra la mascella e il processo

pterigoideo dello sfenoide.

Contribuisce a costituire le pareti di tre

cavità: il pavimento della cavità nasale, il

tetto della cavità orale e il pavimento

dell'orbita oculare.

Page 12: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSSO MANDIBOLARE

Si compone di due rami o branche e di un corpo.

Al di sotto del II premolare troviamo il forame mentoniero, che reca passaggio

all’omonimo nervo.

Nella sua faccia interna, in sede mediana, le quattro spine mentoniere offrono

inserzione ai muscoli genioiodeo e genioglosso; al di sotto e lateralmente si

incava la fossetta del digastrico. Lateralmente si disegna la linea obliqua interna

per inserzione del muscolo miloioideo.

Nello spessore del corpo della mandibola decorre il canale mandibolare, per

il passaggio del nervo alveolare inferiore ed i vasi mandibolari, che in avanti si

apre nel forame mentoniero, continua in avanti con il canale incisivo e termina il

suo percorso fino alle radici dei denti anteriori.

Nella faccia laterale, offrono inserzione al muscolo massetere

Sulla faccia mediale presentano il foro mandibolare, apertura del canale

mandibolare, protetto dalla spina dello Spitz.

In prossimita dell’angolo si nota una rugosita per l’inserzione del muscolo

pterigoideo interno.

Page 13: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSSO FRONTALE

Si distingue un processo verticale o squama ed una porzione

orizzontale.

Sulla faccia esterna della squama si solleva la sporgenza della

glabella, mentre le arcate sopracciliari, che sormontano le bozze

frontali, separano la superficie del neurocranio dallo splancnocranio.

Lungo le arcate sopracciliari, all’unione del terzo medio con i

due terzi laterali, si affossa l’incisura sovraorbitale, attraversata

dal nervo sopraorbitario, ramo terminale del nervo frontale,

ramo del V n.c.

Nel tratto mediano, l’incisura nasale si articola con le ossa nasali.

Page 14: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ETMOIDE

Costituito dalla lamina orizzontale o cribrosa, che accoglie il passaggio dei

filuzzi olfattivi che dal bulbo olfattorio si portano nella mucosa della parte alta

delle fossa nasali, di cui tale lamina ne costituisce la volta.

La lamina verticale, con la sua parte superiore sporge in fossa cranica

anteriore come apofisi crista galli per l’inserzione della grande falce del

cervello; con la sua parte inferiore partecipa alla costituzione del tratto più alto

del setto nasale.

Le masse laterali o labirinti etmoidali sono simmetriche ai lati della lamina

orizzontale. Con la sua faccia laterale, o orbitale, sottile, detta lamina

papiracea, concorre a formare la parete mediale della cavita orbitaria.

Si distinguono un turbinato superiore e un turbinato medio, a partenza

dalle masse laterali dell’etmoide

il cornetto nasale inferiore è un osso a se stante.

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CAVITÀ ORBITARIA

La parete superiore: superficie orbitaria dell’osso frontale e dalla

piccola ala dello sfenoide;

La parete inferiore o pavimento è costituita dal processo zigomatico

del mascellare e dal processo orbitale del palatino; vi decorre solco

infraorbitario per il nervo omonimo.

La parete mediale costituita dal processo frontale del mascellare,

dall’osso lacrimale, dalla lamina papiracea dell’etmoide e dal corpo dello

sfenoide;

La parete laterale: processo orbitale dell’osso zigomatico e

posteriormente dalla faccia mediale della grande ala dello sfenoide.

fessura orbitale inferiore, compresa tra grande ala dello sfenoide e

osso mascellare, per il passaggio del nervo infraorbitario, arteria

infrorbitaria e nervo zigomatico.

La base corrisponde alla cornice orbitaria, costituita in alto dall’arcata

orbitaria dell’osso frontale, medialmente dal processo frontale dell’osso

mascellare, infero-lateralmente dal margine antero-superiore dell’osso

zigomatico.

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COMPARTIMENTO

MUSCOLARE

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MUSCOLI MIMICI

Muscoli pellicciai, costituiscono la

muscolatura intrinseca della testa e prendono

inserzione con almeno uno dei capi, dalla

porzione profonda della cute. Sono tutti

innervati dal nervo faciale, VII nc.

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MUSCOLI DEL COLLO

Muscoli della regione anteriore: sono suddivisi in sopraioidei e sottoioidei.

o Muscoli sopraioidei:

o Digastrico (due ventri) congiunti dal tendine intermedio che si fissa

all’osso ioide Il ventre anteriore è innervato dal V n.c. mentre il ventre

posteriore è innervato dal VII nc. Il ventre posteriore si inserisce in

mastoide, l’anteriore in fossetta digastrica

o Stiloioideo: eleva e porta indietro quest’ultimo (innervato dal VII pnc)

o Miloioideo Lamina triangolare che dalla linea miloioidea si porta alla

faccia anteriore osso ioide. Medialmente le fibre convergono a

formare il rafe mediano, che separa cavo orale dalla regione

sovraioidea (innervato dal V)

o Genioioideo: situato superiormente al miloiodeo, è teso tra spina

mentale e osso ioide, abbassa mandibola e innalza osso ioide.

Innervato dall’ipoglosso

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MUSCOLI DEL COLLO

Muscoli sottoioidei: posti davanti di laringe, trachea e

tiroide, innervati dall’ansa cervicale del plesso cervicale C1-

C3, ad eccezione del tiroioideo innervato dl nervo

ipoglosso. Portano in basso l’osso ioide:

Superficiali: sternoioideo, omoioideo

Profondi: sternotiroideo, tiroioideo

Page 20: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

MUSCOLI DEL COLLO

Muscoli regione laterale:

Platisma, muscolo sottocutaneo del collo, innervato dal VII nc, al di

sopra di grande pettorale e deltoide, termina sul bordo inferiore della

mandibola, sulla regione masseterina e commessura labiale. Tende

la cute del collo, abbassa la mandibola e stira la commissura

labiale.

Sternocleidooccipitomastoideo, ricoperto dal platisma, innervato dal

XI, dal processo mastoideo discende verso il basso per inserirsi su

manubrio dello sterno e sulla clavicola. Flette e inclina la testa.

Scaleni, posti profondamente nelle regioni laterali del collo:

Scaleni anteriori: dai tubercoli anteriori processi trasversi C3-

C6 al tubercolo I costa.

Scaleni medi: dai tubercoli anteriori processi trasversi C2-C7 al

tubercolo I costa.

Scaleni posteriori: dai tubercoli anteriori processi trasversi C3-

C7 al tubercolo II costa.

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MUSCOLI MASTICATORI

L'elevazione della mandibola avviene tramite i

muscoli massetere, temporale, pterigoideo interno

(mediale) e pterigoideo esterno o laterale (capo

superiore).

L'abbassamento della mandibola è effettuato tramite i

muscoli pterigoideo esterno o laterale (capo inferiore), i

muscoli sopraioidei

(digastrico, miloioideo e genioioideo) e, anche se di

norma non classificati tra i muscoli masticatori, i muscoli

sottoioidei.

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MUSCOLI MASTICATORI

Il muscolo massetere ha la forma di un rettangolo appiattito ed è

costituito da due fasci di fibre, uno superficiale e uno profondo, che

si incrociano formando una X. Lo strato superficiale origina dall’arco

zigomatico e si inserisce sulla superficie esterna (laterale)

dell’angolo e del corpo della mandibola. Lo strato profondo, origina

dall’arcata zigomatica e si inserisce sull’angolo della mandibola

aderendo tenacemente alla branca montante

AZIONE: ELEVAZIONE DELLA MANDIBOLA

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MUSCOLI MASTICATORI

Il muscolo temporale, di forma triangolare con l'apice rivolto verso

il basso, che occupa la regione laterale del cranio. È costituito da

più fasci di fibre (anteriori con andamento verticale, medi e

posteriori con andamento sempre più obliquo) che originano dalla

fossa temporale e dalla linea temporale inferiore, passano sotto il

ponte zigomatico, e si inseriscono, tramite un robusto tendine, al

processo coronoideo della mandibola.

AZIONE: ELEVAZIONE DELLA MANDIBOLA

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MUSCOLI MASTICATORI

Muscolo pterigoideo esterno, origina con due capi, superiore dalla

faccia extracranica della grande ala dello sfenoide e inferiore dal

processo pterigoideo e tuberosita del mascellare. I due capi si portano

lateralmente e posteriormente per terminare sulla faccia mediale del

collo del condilo. La contrazione di entrambi gli pterigoidei esterni

porta avanti la mandibola, la contrazione singola ha movimenti di

lateralita.

Muscolo pterigoideo interno, origina dalla fossa pterigoidea e si porta

in basso di lato e posteriormente per avere inserzione sulla faccia

mediale dell’angolo e ramo mandibolare. La sua funzione è di elevare

la mandibola.

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COMPARTIMENTO

VASCOLARE

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ARTERIA LINGUALE

Arteria linguale, nasce dalla faccia anteriore

dell'arteria carotide esterna tra l'origine dell'arteria

tiroidea superiore e dell'arteria facciale, raggiunge

l'apice della lingua come arteria profonda della

lingua o arteria ranina, suo ramo terminale

Page 27: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ARTERIA FACCIALE

L'Arteria facciale o arteria mascellare esterna, è il ramo

collaterale più grosso della carotide esterna. Nasce

superiormente all'arteria linguale sopra il grande

corno dell'osso ioide. Risale lungo la parete laterale della

faringe appoggiata al muscolo costrittore superiore della

stessa ed incrocia il polo posteriore della ghiandola

sottomandibolare. ll ramo terminale, invece, è

rappresentato dall'arteria nasale laterale (o arteria dell'ala

del naso) che nasce al livello della radice del naso e decorre

sulla superficie laterale anastomizzandosi con l'arteria

dorsale del naso.

Page 28: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ARTERIA MASCELLARE INTERNA

o L’arteria mascellare (o mascellare interna) è il ramo

terminale più voluminoso dell’arteria carotide

esterna; nasce dietro il collo della mandibola e,

passando superficialmente o profondamente al capo

inferiore del muscolo pterigoideo esterno termina

nella fossa pterigopalatina; si divide in tre porzioni:

mandibolare, pterigoidea e pterigopalatina.

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ARTERIA MASCELLARE INTERNA

La prima porzione, mandibolare, si porta orizzontalmente in avanti, fra

il collo della mandibola e il legamento sfenomandibolare

La seconda porzione, pterigoidea, decorre flessuosa nella fossa

infratemporale, sulla superficie laterale (o su quella mediale) del

muscolo pterigoideo esterno

La terza porzione, pterigopalatina, passa fra i due capi del muscolo

pterigoideo esterno e, scorrendo sulla tuberosita mascellare, penetra

nella fossa pterigopalatina

Ramo terminale dell’arteria mascellare è l’arteria sfenopalatina

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ARTERIA TEMPORALE

SUPERFICIALE

L'arteria temporale superficiale nasce dall'arteria carotide esterna in

corrispondenza del collo del condilo della mandibola, sale parallela alla

carotide per giungere sulla radice posteriore del processo zigomatico,

decorre nello spessore della ghiandola parotide, al davanti del condotto

uditivo esterno e al di dietro dell'ATM. Superato il processo zigomatico,

decorre sulla fascia del temporale e tre o quattro centimetri al di sopra del

processo zigomatico si divide nei suoi rami terminali arteria frontale e il

ramo parietale.

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COMPARTIMENTO NERVOSO

Page 32: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO NERVOSO

Nervo olfattivo (I): emergenza, bulbo olfattivo, fuoriesce a livello della lamina cribrosa etmoide.

Nervo ottico (II): è un nervo esclusivamente sensoriale. Nella sua porzione intraorbitaria, sulla faccia laterale del

nervo ottico incontra l’arteria centrale della retina, ramo dell’arteria oftalmica. Fa ingresso nel cranio attraverso il foro

ottico.

Nervo oculomotore (III): nervo puramente motore, composto da fibre effettrici viscerali e da fibre motrici somatiche,

deputate alla innervazione dei muscoli estrinseci dell’occhio (il retto superiore, il retto mediale, il retto inferiore e

l’obliquo inferiore nonche del muscolo elevatore della palpebra superiore).

Nervo trocleare (IV): o nervo patetico, nervo motorio che innerva il muscolo obliquo superiore dell’occhio, il quale

provvede a ruotare l’occhio verso il basso ed esternamente.

Nervo abducente (VI): contribuisce al controllo della muscolatura estrinseca dell’occhio, innervando il muscolo retto

laterale.

Page 33: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO NERVOSO

Nervo glossofaringeo (IX): nervo misto, fibre effettrici viscerali parasimpatiche recano stimoli secretori per parotide e

ghiandole salivari minori; fibre motrici somatiche per muscolo stilofaringeo e muscolo costrittore superiore del faringe;

fibre sensitive somatiche per area di padiglione auricolare; fibre sensitive viscerali per i recettori gustativi del 1/3

posteriore di lingua.

Nervo accessorio spinale (XI): importante per l’innervazione dello sternocleidomastoideo e del trapezio

Nervo ipoglosso (XII): nervo motore somatico per la muscolatura striata della lingua (muscoli ioglosso,

condroglosso, stiloglosso, genioglosso) e muscoli genioiodeo e tiroiodeo. Gli unici veri rami dell’ipoglosso sono i rami

linguali che innervano la muscolatura intriseca ed estrinseca della lingua. In caso di lesione omolaterale del nervo

ipoglosso, in posizione di riposo (sul pavimento buccale) la lingua appare mediana con la punta deviata verso il lato

sano, per azione del muscolo stilo-glosso che tira verso il lato sano. A lingua protrusa si osserva deviazione verso il

lato della lesione per azione del muscolo genio-glosso controlaterale che spinge l’emilingua all’infuori

Page 34: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

NERVO TRIGEMINO

Nervo misto somatico costituito prevalentemente da fibre sensitive

somatiche e da un piccolo contingente di fibre motorie. Queste due

componenti emergono direttamente dal nevrasse come due radici

distinte: la radice sensitiva, più voluminosa, laterale rispetto a quella

motrice ed appiattita in senso anteroposteriore, mette capo al ganglio

semilunare del Gasser posto nella fossa cranica media presso l'apice

della piramide del temporale; la radice motrice, più piccola, mediale

rispetto a quella sensitiva, passa al di sotto del ganglio medesimo e si

unisce alla terza branca trigeminale.

Page 35: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

NERVO TRIGEMINO

Branche:

• Nervo oftalmico: raggiunge la F.O.S dello sfenoide dove si

divide nei rami terminali naso ciliare, frontale, lacrimale

• Nervo mascellare: raggiunge il foro rotondo, raggiunge la FOI,

si continua con il nervo infraorbitario

• Nervo mandibolare penetra nel foro ovale dello sfenoide, grazie

al quale raggiunge la fossa infratemporale, i rami terminali

sono il nervo linguale e il nervo alveolare inferiore

Page 36: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO

CERVICALE

Page 37: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO CERVICALE

Livello Limite ant. Limite post. Limite sup Limite inf.

Ia Digastrico

controlat.

Ventre ant

musc.digastrico

Bordo inf.

mandibola

Osso ioide

Ib Ventre ant.

Musc.

digastico

Muscolo

stiloioideo

Bordo inf.

mandibola

II Muscolo

stiloioideo

SCM Basicranio Osso ioide

III Sternoioideo SCM Osso ioide Cricoide

IV Sternoioideo SCM Cricoide Clavicola

V SCM Trapezio SCM+trapezio Clavicola

VI SCM Osso ioide Incisura

sternale

Page 38: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO ORALE

Page 39: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO ORALE

La cavita orale: si estende dalla rima orale che la fa comunicare

con l’esterno, all’istmo delle fauci, che la mette in comunicazione

con il faringe. È formata da due porzioni: una anteriore, il

vestibolo, compreso tra labbra, guance e arcate gengivo-dentali

(in esso si apre il dotto della ghiandola parotide, all’altezza del

secondo molare superiore) e la cavita orale propriamente detta

delimitata da arcate dentali in avanti, istmo delle fauci indietro,

volta del palato in alto e in basso dal pavimento della bocca,

occupato in gran parte dalla lingua;

Page 40: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO ORALE

Le guance: chiudono ai lati il vestibolo. Ai fini dell’anatomia microscopica,

dall’esterno all’interno: cute, sottocutaneo, tessuto adiposo, piano

muscolare composto principalmente dal muscolo buccinatore,

sottomucosa e la mucosa. Fa parte della guancia il caratteristico batuffolo

adiposo detto bolla di Bichat, che dalla regione delle guance si immette

nell’interstizio tra margine anteriore del massetere e quello posteriore del

buccinatore. Tale corpo adiposo, inguainato da una sottile fascia fibrosa

incompleta, si alza oltre il limite delle guance, in fossa temporale, ove si

confonde nel connettivo adiposo di questa regione.

Page 41: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO ORALE

Il palato: costituisce ad un tempo volta di cavita buccale e il pavimento

delle fosse nasali. I due terzi anteriori, rigidi, costituiscono il palato

duro, formato dai due processi palatini del mascellare e

posteriormente dalle branche orizzontali delle due ossa palatine. Il

terzo posteriore è dato dal palato molle, o velo palatino o velo

pendulo, lamina muscolo-mucosa quadrilatera, cui il margine inferiore

presenta la sporgenza conoide dell’ugola. Da qui gli archi palato-glosso e

palato-faringeo accolgono la tonsilla palatina che, insieme a tonsilla

faringea, tonsilla tubarica, tonsilla palatina e tonsilla linguale, concorre a

formare l’anello linfatico del Waldeyer. La muscolatura del palato molle è

data dal muscolo tensore del velo palatino (V), dal muscolo elevatore del

velo palatino (X), dal muscolo azygos dell’ugola (X), dal muscolo palato-

glosso (X) e dal muscolo palato faringeo (X).

Page 42: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

COMPARTIMENTO ORALE

Lingua: organo muscolo-mucoso, formato da una muscolatura intrinseca, data

dai muscoli longitudinali superiori ed inferiori, muscoli trasversi, muscoli sagittali

e da una muscolatura estrinseca rappresentata dai muscoli genio-glosso,

ioglosso, condro- glosso, stilo glosso. Sulla faccia inferiore della lingua, presenta

il frenulo della lingua che rappresenta quella piega che collega la lingua al

pavimento della cavita orale; ai lati del frenulo vi sono gli sbocchi dei dotti

escretori delle ghiandole salivari sottomandibolare e sottolinguale. Della

lingua distinguiamo due segmenti: il corpo o porzione anteriore e la radice o

porzione posteriore, separate da un solco a V aperta in avanti. Del corpo

descriviamo sulla faccia superiore le papille linguali filiformi, le più diffuse; le

papille fungiformi, dotate di calici gustativi; le papille fogliate, dotate di numerosi

calici gustativi; le papille circonvallate che disegnano la caratteristica V linguale

Page 43: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DENTIZIONE E

MALOCCLUSIONI

Page 44: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE

Page 45: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE

o Incisivo centrale superiore ed inferiore: 1 radice

o Incisivo laterale superiore ed inferiore: 1 radice

o Canino superiore ed inferiore: 1 radice

o Primo premolare superiore: 2 radici

o Primo premolare inferiore: 1 radice

o Secondo premolare superiore: 1 radice

o Secondo premolare inferiore: 1 radice

o Primo molare superiore: 3 radici

o Primo molare inferiore: 2 radici

o Secondo molare superiore: 3 radici

o Secondo molare inferiore: 2 radici

o Terzo molare superiore: Da 3 radici

o Terzo molare inferiore:2 radici

Page 46: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ANATOMIA

La corona, parte del dente che si sviluppa fuori dalla gengiva; è

ricoperta dallo smalto dentale, il tessuto più duro dell'intero

organismo, al di sotto del quale troviamo la dentina. Il colletto è un

solco che divide la corona dalla radice. Radici che troviamo alla base

di ogni dente, composte esternamente da un tessuto chiamato

cemento, che ricopre la dentina nelle zone sub gengivali

Si nota all'apice un'apertura attraverso cui passano vasi e nervi che

si immettono nella cavità interna della corona occupata dalla polpa

dentaria. Infine ogni dente ha una camera pulpare dove trae

nutrimento e sensibilità.

Il tessuto di sostegno dei denti è chiamato parodonto ed è

composto da: osso alveolare, cemento, ligamento periodontale e più

esternamente da gengiva.

Page 47: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE

Page 48: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE PIANO SAGGITALE

Page 49: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE

Page 50: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
Page 51: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE PIANO SAGGITALE

La Cuspide mesiovestibolare del I Molare

Superiore occlude nella piccola scanalatura del I

Molare inferiore, mentre la cuspide del Canino

Superiore è situata tra il Canino ed il I Premolare

Inferiore.

OCCLUSIONE CORRETTA

Il I Molare Superiore occlude mesialmente al I

Molare Inferiore, mentre il Canino Superiore

anteriormente a quello Inferiore.

L'arcata superiore è troppo in avanti.

Il I Molare superiore occlude distalmente al I

Molare inferiore, mentre il Canino superiore

posteriormente a quello inferiore.

L'arcata superiore è troppo indietro.

OCCLUSIONI NON CORRETTE

Page 52: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE

overjet, distanza di senso sagittale tra il margine incisivo

degli elementi frontali superiori sugli incisivi inferiori; ha

valori normali compresi tra 2 e 4 mm;

overbite, definito come la distanza verticale tra il margine

incisivo degli elementi frontali superiori sugli incisivi inferiori;

valori normali tra i 2 e i 4 mm.

I molari ed i premolari chiudono

tra loro, ma i denti non si toccano.

I molari chiudono tra loro, ma i denti

anteriori superiori coprono troppo

quelli inferiori.

Morso normale

Page 53: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CLASSIFICAZIONE PIANO VERTICALE

Pur essendo le due arcate dentarie in contatto, uno o più denti dell'arcata

superiore non si contrappongono nel regolare rapporto vestibolo-linguale con

quelli dell'arcata inferiore sul piano trasversale.

LA LINEA MEDIANA SARÀ SPOSTATA

LA MANDIBOLA SARÀ DEVIATA

Page 54: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TERAPIA CHIRURGICA

Page 55: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATOLOGIA DEL V NERVO CRANICO

Tre tipologie

Essenziale non riconosce una causa precisa, esordisce con

dolore violentissimo, folgorante, in crisi di brevissima durata, 15-

30 sec, unilaterale, interessa una sola branca, eccezionalmente

insorge all’improvviso spontaneamente o in seguito a semplici

stimoli fisiologici come starnutire, parlare, ammiccare, masticare

oppure scatenata da stimoli tattili in corrispondenza di trigger

zones innervate dal trigemino, frequenti alla radice del naso,

angolo della bocca, del forame infraorbitario, angolo esterno

delle palpebre, forame mentoniero. Scompare completamente

negli intervalli lasciando il paziente nell’angosciosa attesa dalla

successiva crisi dolorosa. Vi è mancanza di qualunque

partecipazione dei nervi motori cranici ed assenza di qualunque

alterazione permanente della sensibilita cutanea nell’estremita

cefalica.

Page 56: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATOLOGIA DEL V NERVO CRANICO

La nevralgia secondaria o sintomatica, secondaria a lesioni

di organi o tessuti che si trovano nel territorio di innervazione

del trigemino (pulpiti, meningiti, otiti), a processi tossinfettivi

con sofferenza trigeminale (herpes zoster, influenza), a un

fattore meccanico (traumi cranici, malformazioni ossee,

aneurismi arteriosi), a forme nervose sistemiche (tabe, sclerosi

a placche). Si appalesa con dolore continuo, con crisi

prolungate da 15-20 min fino a qualche ora, più prolungate

della nevralgia essenziale in cui durano pochi secondi. Il

dolore non è folgorante come nell’essenziale. Non vi è un vero

e proprio intervallo di pieno benessere tra le crisi, al contrario

della nevralgia essenziale. Non è possibile evidenziare zone

trigger che scatenano dolore alla pressione. La compressione

di tali zone evidenzia o una iperestesia cutanea o una

accentuazione del dolore preesistente.

Page 57: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATOLOGIA DEL V NERVO CRANICO

Nevralgie sindromiche il dolore trigeminale è associato a

segni di tipo paretico (sindromi trigeminali nevralgico paretiche)

per lo più a carico di altri nervi cranici e di plessi

neurovegetativi, tutti messi in sofferenza dal medesimo motivo

eziopatogenetico che è alla base della nevralgia del trigemino.

Si identificano nelle sindromi della loggia cavernosa,

dell’angolo ponto cerebellare, sindromi simpaticotrigeminali,

sindromi nevralgicoparetiche, sindrome tossiinfettive.

Page 58: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATOLOGIA DEL V NERVO CRANICO

Nella nevralgia secondaria, il trattamento è riferito alla patologia di origine. In

presenza di nevralgia essenziale, il trattamento può essere farmacologico o

chirurgico. La terapia farmacologica prevede come l’utilizzo di clonazepam,

fenitoina, lamotrigina, ossicodone, gabapentin, pregabalin, morfina, codeina,

fentanil e carbamazepina. Il farmaco considerato di prima scelta nel trattamento

della nevralgia del trigemino è la carbamazepina mentre, nel caso di malattie

epatiche, si usa clonazepam associato o meno al gabapentin. Anche l’anestesia

locale con ropivacaina è una pratica utilizzata in associazione alla terapia

farmacologica. La terapia chirurgica consiste in alcune procedure percutanee quali

la termorizotomia trigeminale a radiofrequenza, la neurolisi selettiva con ausilio

di fluoroscopia mirata e la microcompressione con palloncino, ed un intervento in

open quale la decompressione micro vascolare. In alcuni casi si può ricorrere

alla radiochirurgia, seppur risulti meno efficace rispetto al trattamento chirurgico.

Page 59: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

L'antro di Higmoro è:

A. la fossa infratemporale

B. la fossa pterigopalatina

C. la cavita all'interno del mascellare superiore

D. il seno frontale

E. il seno sfenoidale

Page 60: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

L'antro di Higmoro è:

A. la fossa infratemporale

B. la fossa pterigopalatina

C. la cavita all'interno del mascellare superiore

D. il seno frontale

E. il seno sfenoidale

Page 61: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste coppie di ossa forma il pavimento orbitario?

A. Mascellare-zigomatico

B. Etmoide-Lacrimale

C. Mascellare-Frontale

D. Mascellare-Etmoidale

E. Zigomatico-Etmoidale

Page 62: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste coppie di ossa forma il pavimento orbitario?

A. Mascellare-zigomatico

B. Etmoide-Lacrimale

C. Mascellare-Frontale

D. Mascellare-Etmoidale

E. Zigomatico-Etmoidale

Page 63: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quali di questi muscoli è innervato dal V pnc?

A. Buccinatore

B. Massetere

C. Orbicolare del labbro

D. Quadrato del mento

E. Triangolare delle labbra

Page 64: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quali di questi muscoli è innervato dal V pnc?

A. Buccinatore

B. Massetere

C. Orbicolare del labbro

D. Quadrato del mento

E. Triangolare delle labbra

Page 65: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di questi muscoli eleva la mandibola?

A. Temporale

B. Buccinatore

C. Zigomatico

D. Risorio

E. Muscolo procero

Page 66: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di questi muscoli eleva la mandibola?

A. Temporale

B. Buccinatore

C. Zigomatico

D. Risorio

E. Muscolo procero

Page 67: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste è il ramo terminale della a. facciale?

A. arteria angolare

B. arteria temporale superficiale

C. arteria nasale laterale

D. arteria labiale

E. arteria alveolare inferiore

Page 68: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste è il ramo terminale della a. facciale?

A. arteria angolare

B. arteria temporale superficiale

C. arteria nasale laterale

D. arteria labiale

E. arteria alveolare inferiore

Page 69: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Di che dente stiamo parlando in figura?

A. 12

B. 22

C. 23

D. 24

E. 33

Page 70: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Di che dente stiamo parlando in figura?

A. 12

B. 22

C. 23

D. 24

E. 33

Page 71: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste proiezioni è presente in questa TC?

A. Assiale

B. Sagittale

C. Coronale

D. Frontale

E. Para-assiale

Page 72: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale di queste proiezioni è presente in questa TC?

A. Assiale

B. Sagittale

C. Coronale

D. Frontale

E. Para-assiale

Page 73: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Per seconda classe scheletrica si intende:

A. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mascella è più in avanti della mandibola

B. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mandibola è più in avanti rispetto alla mascella

C. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mascella è sullo stesso piano della mandibola

D. Un rapporto tra le basi mascellari dove il mascellare è basculato

E. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mandibola è basculata

Page 74: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Per seconda classe scheletrica si intende:

A. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mascella è più in avanti della mandibola

B. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mandibola è più in avanti rispetto alla mascella

C. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mascella è sullo stesso piano della mandibola

D. Un rapporto tra le basi mascellari dove il mascellare è basculato

E. Un rapporto tra le basi mascellari dove la mandibola è basculata

Page 75: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Disallineamento trasversale delle arcate dentarie in uno o più siti delle stesse:

A. Open bite

B. Close bite

C. Deep bite

D. Over jet

E. Cross Bite

Page 76: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Disallineamento trasversale delle arcate dentarie in uno o più siti delle stesse:

A. Open bite

B. Close bite

C. Deep bite

D. Over jet

E. Cross Bite

Page 77: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quante radici possiede un primo molare inferiore?

A. 1

B. 2

C. 3

D. 4

E. 5

Page 78: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quante radici possiede un primo molare inferiore?

A. 1

B. 2

C. 3

D. 4

E. 5

Page 79: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO-FACCIALI

Page 80: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Gassner R. et al. Cranio-maxillofacialtrauma: a 10 year review of 9543 cases with 21 067 injuries JCraniomaxillofac Surg 31, 51-61 2003

“Trauma is the

leading causa of

death in the first 40

years of life.”

Page 81: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

EZIOLOGIA

o Incidenti stradali

o Violenza interpersonale

o Incidenti sportivi

o Incidenti lavorativi

o Incidenti domestici

Page 82: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

EPIDEMIOLOGIA

o Più frequenti nei pazienti in eta pediatrica

o La testa è più grande del resto del corpo

o Le emorragie del paziente pediatrico sono più severe

Page 83: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ABCDE

Ⓐ Airway maintenance with cervical spine control

Ⓑ Breathing and ventilation

Ⓒ Circulation with hemorrhage control

Ⓓ Disability assessment of neurological status

Ⓔ Exposure and complete examination of the patient

Page 84: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PRIMO SOCCORSO

o Detergere cute e mucose dal sangue

o Rimuovere corpi estranei (dentiere, denti avulsi…) che possono essere inalati e mettere in

sicurezza cavo orale e orofaringe

o Controllare la posizione della lingua in caso di fratture mandibolari o in caso di perdita del

controllo volontario della muscolatura

o Mantenere le VADS pervie con l’utilizzo di mezzi artificiali o con l’utilizzo di un tubo nasofaringeo

o Supervisione continua del paziente

Page 85: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PRIMO SOCCORSO

Intubazione endotracheale

Tracheotomia

• Per prolungate ventilazioni artificiali

• Per facilitare l’anestesia prima del trattamento chirurgico

• Per assicurare una adeguata assistenza postoperatoria

Cricotiroidectomia

Controllo dell’emorragia

Riparazione dei tessuti molli lacerati

Page 86: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSPEDALIZZAZIONE

Ospedalizzazione e determinazione delle priorita

o Trattamento chirurgico immediato nelle emergenze

o Monitorizzazione e studio delle urgenze

o Identificazione dei casi senza priorita

Page 87: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

1. EMERGENZA

Situazioni che richiedono un intervento non prorogabile per la situazione di pericolo per il paziente

Page 88: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

o Respiratorie

o Cardio-circolatorie

o Emorragiche

o Neurologiche

1. EMERGENZA

Situazioni che richiedono un intervento non prorogabile per la situazione di pericolo per il paziente

Page 89: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

2. URGENZA

Situazioni non ad immediato pericolo di vita ma che richiedono

un pronto intervento chirurgico:

o di prima istanza

o di seconda istanza

Page 90: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Testa collo

Asimmetrie

Contusioni, abrasioni, lacerazioni

Localizzazione? Strutture anatomiche?

Profondita?

Ferita sporca?

Dolore alla palpazione

Nervi cranici

VII

V1, V2, V3

Page 91: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Esame intra ed extraorale:

o Presenza di ferite lacerocontuse extraorali

suggestive della direzione dell’urto

o Esposizione focolai di frattura

o Mobilita preternaturale elementi dentari

o Mobilita preternaturale mascellare e/o mandibola

o Presenza di ecchimosi mucose suggestive di

frattura

o Presenza di patologie aggiuntive

Page 92: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Esame intra ed extraorale:

o Presenza di ferite lacerocontuse extraorali

suggestive della direzione dell’urto

o Esposizione focolai di frattura

o Mobilita preternaturale elementi dentari

o Mobilita preternaturale mascellare e/o mandibola

o Presenza di ecchimosi mucose suggestive di

frattura

o Presenza di patologie aggiuntive

Page 93: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Tipologia di frattura

Completa

Incompleta

Page 94: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Diretta

Indiretta

Page 95: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Chiusa Esposta

Page 96: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Composta Scomposta

Page 97: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI CRANIO FACCIALI

Comminuta

Page 98: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TRAUMI DEL VOLTO

o Fratture nasali

o Fratture orbitarie

o Fratture Comz

o Fratture mandibolari

o Fratture mascellari

o Fratture complesse

Page 99: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURA OSSA PROPRIE DEL

NASO E CARTILAGINI NASALI

Traumi diretti al naso

Spostamento dei frammenti al lato

opposto del trauma

Nei traumi gravi lussazione e/o

frattura della cartilagine settale (rischio

di ematoma mucopericondrale)

Fratture più frequenti del distretto

maxillo facciale

Page 100: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURA OSSA PROPRIE DEL

NASO E CARTILAGINI NASALI

Page 101: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURA OSSA PROPRIE DEL

NASO E CARTILAGINI NASALI

TECNICA CHIRURGICA

Il trattamento delle fratture recenti semplici consta nella pressione

digitale per il riposizionamento dei frammenti ossei (riduzione

manuale) e successiva contenzione con docce metalliche o

gessetto per evitare successive deformazioni. Il trattamento degli

spostamenti laterali dei frammenti viene effettuato con le pinze di

Walsham per via endonasale e le pinze di Asch per il setto.

Page 102: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO

ORBITARIO

Page 103: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO ORBITARIO

Page 104: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO

ORBITARIO

o Il punto di minor resistenza del pavimento orbitario è compreso tra

la fessura orbitaria inferiore e il canale del nervo infraorbitario.

o Causata da forze che agiscono sulla cornice orbitaria inferiore

o Divisibile in frattura Blow in (con scoppio interno) e blow out

(con scoppio esterno), a sua volta divisibile in pura, per

meccanismi traumatici con bordo orbitario integro ed impura,

per traumi con con bordo orbitario

PURA IMPURA

Page 105: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO

ORBITARIO

E. O del paziente:

o Dolore

o Edema palpebrale

o Ecchimosi palpebrale

o Ecchimosi congiuntivale

o Paralisi muscolo retto inferiore ed obliquo inferiore

o Enoftalmo

o Anestesia V2

Page 106: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO

ORBITARIO

PRE POST

Page 107: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL PAVIMENTO

ORBITARIO

TECNICA CHIRURGICA

Esposizione, tramite approccio subciliare,

subpalpebrale o subtarsale, riduzione ,

riposizionamento del contenuto orbitario in

cavita, e contenzione mediante Mesh in titano

o dura madre.

Page 108: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL FRONTALE

I segni più frequenti sono edema ed ecchimosi

periorbitaria, talvolta associati a ptosi palpebrale.

Alterazione della morfologia del III superiore della

faccia con depressione della regione frontale e

lacerazione dei tessuti molli. Importanti

complicanze delle fratture delle ossa frontali

possono essere l’esoftalmo, la pneumo-orbita, il

pneumoencefalo e le fistole liquorali, che possono

associarsi ad altri temibili complicanze come

meningiti o encefaliti. Il principale esame

radiografico da eseguire è la TC in scansioni

assiali e coronali con ricostruzione 3D della

regione fronto-orbitaria.

Page 109: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE NASO ETMOIDO

ORBITALI

La frattura naso-orbita-etmoide (N.O.E.) è la

frattura che coinvolge l'area di confluenza

dell’osso etmoide, del naso e dell’ orbita e

in alcuni casi anche dell’osso frontale con

conseguente coinvolgimento del

pavimento della base cranica anteriore. Le

fratture NOE spesso si associano alle fratture

delle ossa proprie del naso e, a seconda del

tipo di frattura (dislocazione dei frammenti

ossei) e del coinvolgimento o meno del canto

mediale orbitario, sono classificate in

fratture N.O.E. di tipo I,II,III.

Page 110: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE NASO ETMOIDO

ORBITALI

Tipo I: vi è un unico frammento supportante il legamento

cantale, il quale è facilmente stabilizzato con miniplacche. Tali

fratture sono spesso incomplete o a legno verde.

Page 111: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE NASO ETMOIDO

ORBITALI

Tipo II: Nelle fratture di tipo II il tendine cantale rimane

attaccato ad un frammento d’osso depiazzato ed è possibile

stabilizzarlo con un filo di sutura.

Page 112: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE NASO ETMOIDO

ORBITALI

Nelle fratture di tipo III vi è un distacco del tendine del canto

mediale dell’orbicolare. Tali fratture possono essere

monolaterali o bilaterali, con o senza interessamento delle

ossa proprie del naso. Quando vi è il distacco del canto

mediale si ha un aumento della distanza intercantale

(distanza fra gli occhi, di norma 35 millimetri) con normale

distanza fra le pupille (distanza interpupillare) dal lato della

frattura. La depressione del complesso osso nasale- osso

frontale è caratteristica di questo tipo di frattura specie se

bilaterale e con il coinvolgimento delle ossa proprie del naso.

Page 113: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE NASO ETMOIDO

ORBITALI

Page 114: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

Page 115: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

Page 116: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

E. O del paziente:

o Edema tessuti molli

o Asimmetria regione orbito malare

o Emorragia subsclerale

o Enoftalmo

o Diplopia (incarceramento muscolo retto

inferiore ed obliquo inferiore)

o Limitazione apertura della bocca

o Epistassi

o Ipoestesia V2

Page 117: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

Page 118: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

TECNICA CHIRURGICA

Combinazione di incisioni:

o Subpalpebrale / Subtarsale / subciliare

o Terzo esterno del sopracciglio

o Incisione intraorale

Riduzione con elevatore dello Zigomo di

Gilles, o uncino di Ginestet

Contenzione mediante placche e viti

Page 119: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL COMZ

Page 120: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

Page 121: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARILINEE DI DEBOLEZZA MANDIBOLARI

o Nucleo sinfisario

o Nucleo parasinfisario

o Nucleo del margine inferiore

o Nucleo angolare

o Nucleo della spina dello spix

Sede:

o Condilo 33%

o Corpo 25%

o Angolo

o Sinfisi e parasinfisi

o Ramo

o Processo Alveolare

o Coronoide

Page 122: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Ricorda: massetere,temporale, pterigoideo interno e capo

superiore dello pterigoideo esterno spingono la mandibola

verso l’alto

Mentre i muscoli sovraioidei (digastrico, stiloioideo, miloioideo e

genioioideo) ed il capo inferiore dello pterigoideo esterno

spingono la mandibola verso il basso

FRATTURE MANDIBOLARI

Page 123: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

E. O del paziente:

o Mobilita preternaturale monconi fratturativi

o Asimmetria facciale

o Malocclusione

o Alterazione delle vie aeree dovute a caduta

indietro della base della lingua (fratture

paramediane bilaterali)

o Morso aperto anteriore e laterale

o Deviazione della mandibola verso il lato

della frattura durante l’apertura della

bocca nelle fratture del processo

coronoide della mandibola

FRATTURE MANDIBOLARI

Page 124: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

TERAPIA

Obiettivi:

o Occlusione stabile

o Restauro apertura

o Restauro completo dei movimenti

mandibolari

o Restauro funzione articolare

o Evitare disordini interni ATM

controlaterale

o Evitare disturbi della crescita

o Ripristino dell’estetica

Page 125: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

Trattamento chirurgico:

o Approccio intraorale

o Approccio extraorale (in caso di presenza di ferite lacerocontuse)

Contenzione:

o Non cruenta: (6+2)

• Ferule

• Viti di Ito

• fili metallici

o Cruenta:

• placche e viti

• fili metallici

• materiali riassorbibili

Page 126: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

Trattamento chirurgico:

o Approccio intraorale

o Approccio extraorale (in caso di presenza di ferite lacerocontuse)

Contenzione:

o Non cruenta: (6+2)

• Ferule

• Viti di Ito

• fili metallici

o Cruenta:

• placche e viti

• fili metallici

• materiali riassorbibili

Page 127: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

TERAPIA

Obiettivi:

o Occlusione stabile

o Restauro apertura

o Restauro completo dei movimenti mandibolari

o Restauro funzione articolare

o Evitare disordini interni ATM controlaterale

o Evitare disturbi della crescita

o Ripristino dell’estetica

Page 128: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MANDIBOLARI

TERAPIA

Contenzione:

o Non cruenta: (6+2)

• Ferule

• Viti di Ito

• fili metallici

o Cruenta:

• placche e viti

• fili metallici

Page 129: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE CONDILARI

ferite cutanee

bocca semiaperta

scialorrea

deviazione della linea interincisiva

malocclusione

esposizione dei monconi ossei

mobilita preternaturale di elementi dentali

limitazione dei movimenti mandibolari

ipo/anestesia della regione innervata dal nervo

alveolare inferiore

crepitii al movimento

Page 130: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE CONDILARI

L’occlusione dentale può fornirci l’orientamento

riguardo la localizzazione della frattura. Con una

frattura unilaterale del processo condilare e la

conseguente riduzione dell’altezza della

regione del ramo, il clinico vedra un

precontatto ipsilaterale e un openbite

controlaterale. La linea mediana sara deviata

verso il lato della frattura. L’occlusione mostra

un contatto prematuro a destra con la deviazione

del mascellare verso il lato affetto, che è ciò che

più comunemente si riscontra in frattura condilare.

Fratture bilaterali con accorciamento e

dislocazione risultano in open bite anteriore

con minima deviazione della linea mediana.

Page 131: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE CONDILARI

Obiettivo: ripristino della masticazione

la riduzione dei segmenti ossei nella loro

posizione anatomica;

la fissazione, che terra i segmenti ossei in

posizione fino al consolidamento;

Terapia conservativa (- blocco inter mascellare, -

fisioterapia) in caso di: - fratture non dislocate -

fratture con minima dislocazione - fratture in eta

giovanile senza una grave limitazione funzionale.

Terapia chirurgica in caso d’impedimento

irreversibile alla funzione articolare:

- perdita di altezza di ramo mandibolare >3mm;

- dislocazione condilare >30 gradi;

Depiazzamento del condilo; - presenza di corpi

estranei.

Page 132: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL

MASCELLARE SUPERIORE

Page 133: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL MASCELLARE SUPERIORE

Page 134: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL MASCELLARE

SUPERIORE

Parziali

o Margine alveolare

o Basserau

o Walter

o Lannelongue

o Richet

o Huet

Totali

o Le fort I

o Le Fort II

o Le Fort III

Page 135: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL MASCELLARE

SUPERIORE

B) Walter: linea orizzontale tipo Le Fort I, da

premolare a premolare + frattura interincisiva

C) Richet: Le Fort I monolaterale

D) Basserau: Le Fort I, associata a due linee di

frattura parallele che si estendono

sagittalmente da un incisivo laterale all’altro

E) Huet: lungo la regione canina, riunendosi

con l’omologa controlaterale, attraverso una

frattura del palato

Page 136: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE DEL MASCELLARE

SUPERIORE

Disgiunzione del mascellare superiore

(Lannelongue)

Ha sede sulla linea mediana

Divide sagittalmente i due mascellari

dalla spina nasale anteriore alla spina nasale

posteriore

Page 137: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF I

La frattura si estende dal setto nasale ai bordi

laterali dell'apertura piriforme, si dirige

orizzontalmente al di sopra degli apici

dentari, incrocia sotto la sutura zigomatico

mascellare e attraversa la sutura sfeno

mascellare fino ad interrompere i processi

pterigoidei dello sfenoide

Page 138: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF I

La frattura si estende dal setto

nasale ai bordi laterali

dell'apertura piriforme, si

dirige orizzontalmente al di

sopra degli apici dentari,

incrocia sotto la sutura

zigomatico mascellare e

attraversa la sutura sfeno

mascellare fino ad

interrompere i processi

pterigoidei dello sfenoide

Page 139: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF I

leggero gonfiore del labbro superiore

ecchimosi presente nel fornice superiore,

sotto gli archi zigomatici

malocclusione,

mobilita dentaria.

Le fratture a seguito di un impatto possono essere

quasi immobili, e si può percepire il

caratteristico stridore solamente applicando una

pressione sui denti dell'arcata superiore.

La percussione dei denti dell'arcata superiore rivela

un suono detto a pentola fessa.

È presente il segno di Guerin, caratterizzato da

ecchimosi nella regione dei vasi palatini maggiori.

Page 140: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF II

Decorre dal terzo medio

delle ossa nasali in basso

da ciascun lato attraverso

i processi frontali del

mascellare superiore, le

ossa lacrimali, il margine

orbitario inferiore, il

forame infraorbitario, la

parete del seno

mascellare, il tuber

maxillae, i processi

pterigoidei nel terzo

medio

Page 141: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF II

Decorre dal terzo medio

delle ossa nasali in basso

da ciascun lato attraverso

i processi frontali del

mascellare superiore, le

ossa lacrimali, il margine

orbitario inferiore, il

forame infraorbitario, la

parete del seno

mascellare, il tuber

maxillae, i processi

pterigoidei nel terzo

medio

Page 142: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF II

Edema dei tessuti molli nel terzo medio del volto

Ecchimosi bilaterale orbitale

Emorragia bilaterale sottocongiuntivale

Epistassi

rinorrea di liquido cerebrospinale

diplopia

enoftalmo

gradino sul bordo infraorbitario, porzione

media del volto mobile

Anestesia o parestesia attraverso danno al nervo

infraorbitario

Page 143: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF III

Disgiunzione cranio

facciale: decorre dalla

sutura fronto nasale alle

ossa nasali e lacrimali,

lungo le sottili pareti

orbitali dell’etmoide,

intorno al forame ottico,

e il lato mediale del

margine posteriore della

fessura orbitale

inferiore, proseguendo

per due vie: una in

basso fino al terzo

superiore dei processi

pterigoidei, l’altra in alto

fino alla parete laterale

dell’orbita.

Page 144: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF III

Disgiunzione cranio

facciale: decorre dalla

sutura fronto nasale alle

ossa nasali e lacrimali,

lungo le sottili pareti

orbitali dell’etmoide,

intorno al forame ottico,

e il lato mediale del

margine posteriore della

fessura orbitale

inferiore, proseguendo

per due vie: una in

basso fino al terzo

superiore dei processi

pterigoidei, l’altra in alto

fino alla parete laterale

dell’orbita.

Page 145: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE LF III

Separazione della sutura zigomatico-frontale

Allungamento del volto

Depressione dei livelli oculari

Enoftalmo

Incapacita a mantenere le palpebre aperte

Alterazione del piano occlusale

Page 146: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE MASCELLARI

Esposizione

Riduzione

Contenzione Rigida

Page 147: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE COMPLESSE

Page 148: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE COMPLESSE

Page 149: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE COMPLESSE

Page 150: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE COMPLESSE

Page 151: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FRATTURE COMPLESSE

Page 152: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM 2015

Nell'approccio ad un paziente che ha subito un trauma cranico maggiore qual è la prima azione da

compiere?

A. terapia antiedemigena

B. RX cranio

C. TC encefalo con mezzo di contrasto

D. applicare protocollo ABCDE (Airway Breathing Circulation Disability Exposure) secondo le norme ATLS

(Advanced Trauma Life Support)

E. elettroencefalogramma

Page 153: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM 2015

Nell'approccio ad un paziente che ha subito un trauma cranico maggiore qual è la prima azione da

compiere?

A. terapia antiedemigena

B. RX cranio

C. TC encefalo con mezzo di contrasto

D. applicare protocollo ABCDE (Airway Breathing Circulation Disability Exposure) secondo le norme

ATLS (Advanced Trauma Life Support)

E. elettroencefalogramma

Page 154: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

La frattura di Le Fort I:

A. Non necessita mai di riduzione chirurgica

B. È una frattura trasversale della mandibola

C. È una frattura trasversale del mascellare superiore

D. Interessa sempre la cavita orbitaria

E. È una frattura sagittale della mandibola

Page 155: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

La frattura di Le Fort I:

A. Non necessita mai di riduzione chirurgica

B. È una frattura trasversale della mandibola

C. È una frattura trasversale del mascellare superiore

D. Interessa sempre la cavita orbitaria

E. È una frattura sagittale della mandibola

Page 156: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

Giunge in Pronto Soccorso un ragazzo di 24 anni che ha subito un incidente motociclistico con traumatismo

all'emivolto destro.

Clinicamente si osserva un'asimmetria nei movimenti oculari con diplopia nei movimenti di verticalita.

Quale tipo di frattura è più probabile abbia il paziente?

A. Frattura dell'osso frontale

B. Frattura della parete mediale dell'orbita

C. Frattura della parete laterale dell'orbita

D. Frattura del pavimento dell'orbita

E. Frattura dell’osso nasale

Page 157: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

Giunge in Pronto Soccorso un ragazzo di 24 anni che ha subito un incidente motociclistico con traumatismo

all'emivolto destro.

Clinicamente si osserva un'asimmetria nei movimenti oculari con diplopia nei movimenti di verticalita.

Quale tipo di frattura è più probabile abbia il paziente?

A. Frattura dell'osso frontale

B. Frattura della parete mediale dell'orbita

C. Frattura della parete laterale dell'orbita

D. Frattura del pavimento dell'orbita

E. Frattura dell’osso nasale

Page 158: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

Quale esame diagnostico fornisce il maggior numero di informazioni in questo caso?

A. Ecografia statica

B. TAC

C. RX tradizionale del cranio in posizione obliqua

D. Nessuno, è sufficiente la clinica per eseguire la diagnosi

E. Scintigrafia con leucociti marcati

Page 159: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda - SSM

Quale esame diagnostico fornisce il maggior numero di informazioni in questo caso?

A. Ecografia statica

B. TAC

C. RX tradizionale del cranio in posizione obliqua

D. Nessuno, è sufficiente la clinica per eseguire la diagnosi

E. Scintigrafia con leucociti marcati

Page 160: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

In quale frattura si manifesta l'enoftalmo?

A. Frattura della mandibola

B. Frattura dell'osso frontale

C. Frattura delle ossa nasali

D. Frattura del condilo

E. Frattura del pavimento dell'orbita

Page 161: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

In quale frattura si manifesta l'enoftalmo?

A. Frattura della mandibola

B. Frattura dell'osso frontale

C. Frattura delle ossa nasali

D. Frattura del condilo

E. Frattura del pavimento dell'orbita

Page 162: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Che cos’è la frattura blow-out dell'orbita?

A. Una frattura del pavimento dell’orbita

B. Una frattura del tetto

C. Una frattura della lamina etmoidale

D. Una frattura della parete laterale

E. Una frattura della fessura sfenoidale superiore

Page 163: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Che cos’è la frattura blow-out dell'orbita?

A. Una frattura del pavimento dell’orbita

B. Una frattura del tetto

C. Una frattura della lamina etmoidale

D. Una frattura della parete laterale

E. Una frattura della fessura sfenoidale superiore

Page 164: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Nelle fratture della testa del condilo con dislocazione mediale, in massima apertura la mandibola devia:

A. Dal lato della frattura

B. Dal lato controlaterale alla frattura

C. Non devia

D. Non ha più il movimento di apertura

E. Tutte le risposte sono errate

Page 165: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Nelle fratture della testa del condilo con dislocazione mediale, in massima apertura la mandibola devia:

A. Dal lato della frattura

B. Dal lato controlaterale alla frattura

C. Non devia

D. Non ha più il movimento di apertura

E. Tutte le risposte sono errate

Page 166: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La presenza di un morso aperto anteriore post-traumatico è segno di:

A. Frattura della mandibola

B. Frattura malare

C. Frattura etmoidale

D. Frattura della coronoide

E. Frattura dell'arco zigomatico

Page 167: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La presenza di un morso aperto anteriore post-traumatico è segno di:

A. Frattura della mandibola

B. Frattura malare

C. Frattura etmoidale

D. Frattura della coronoide

E. Frattura dell'arco zigomatico

Page 168: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Il dislocamento dei monconi ossei in caso di frattura della mandibola è dovuto a:

A. Azione dei muscoli

B. Edema

C. Emorragia intrafocale

D. Suzione

E. Limitazione di apertura

Page 169: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Il dislocamento dei monconi ossei in caso di frattura della mandibola è dovuto a:

A. Azione dei muscoli

B. Edema

C. Emorragia intrafocale

D. Suzione

E. Limitazione di apertura

Page 170: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Un trauma diretto sulla regione mentoniera può causare il seguente tipo di frattura:

A. frattura orbitaria

B. frattura mascellare tipo Le Fort III

C. frattura dei condili mandibolari

D. frattura dello zigomo

E. frattura del vomere

Page 171: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Un trauma diretto sulla regione mentoniera può causare il seguente tipo di frattura:

A. frattura orbitaria

B. frattura mascellare tipo Le Fort III

C. frattura dei condili mandibolari

D. frattura dello zigomo

E. frattura del vomere

Page 172: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cosa si intende per disgiunzione cranio-facciale?

A. frattura tipo Le Fort III

B. frattura tipo Lannelongue

C. frattura di Guerin-Wassmund

D. frattura tipo Le Fort I

E. frattura tipo Le Fort II

Page 173: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cosa si intende per disgiunzione cranio-facciale?

A. frattura tipo Le Fort III

B. frattura tipo Lannelongue

C. frattura di Guerin-Wassmund

D. frattura tipo Le Fort I

E. frattura tipo Le Fort II

Page 174: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quali muscoli sono responsabili della diplopia nelle fratture del pavimento orbitario?

A. retto inferiore e piccolo obliquo

B. retto superiore e grande obliquo

C. trasverso e retto inferiore

D. trocleare e abducente

E. orbicolare e m. di Muller

Page 175: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quali muscoli sono responsabili della diplopia nelle fratture del pavimento orbitario?

A. retto inferiore e piccolo obliquo

B. retto superiore e grande obliquo

C. trasverso e retto inferiore

D. trocleare e abducente

E. orbicolare e m. di Muller

Page 176: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATALOGIA MALFORMATIVA

Page 177: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

MALFORMAZIONI

• Malformazioni semplici (della faccia)

• Malformazioni complesse (della faccia)

• Craniostenosi

• Anomalie

• Di tipo strutturale

• Di tipo funzionale

• Sindromi

• Aberrazioni cromosomiche

• Deformita

• Congenite e prenatali

• Perinatali

Page 178: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

EZIOPATOGENESI

Congenite e prenatali

o Genetiche (sindromiche, anomalie cromosomiche, monogeniche

dominanti/ recessive/ x linked, mitocondriali, poligeniche…)

o Dismetaboliche (diabete, disordini endocrini…)

o Tossiche (i trimestre vs ii-iii trimestre, farmaci, fumo, alcol…)

o Infettive (rosolia, CMV, toxoplasmosi, sifilide…)

Page 179: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

EZIOPATOGENESI

Perinatali

o Prematurita

o Problematiche pre-partum (ipertensione, gestosi, ipossia, distacco

di placenta, rottura uterina…)

o Problematiche intra-partum (trauma da parto…)

o Infettive (rosolia, CMV, toxoplasmosi, sifilide…)

Page 180: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

LABIOPALATOSCHISI

Malformazione craniofacciale che comprende un gruppo

di disordini eterogenei interessanti labbra e cavo orale

o 1:1000 nati LPS

o M:F:2:1 (popolazione caucasica)

o Casi familiari 30% LPS -50% PS

o Forme sindromiche

o Forme isolate

Page 181: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

LABIOPALATOSCHISISchisi subtotale del labbro

Page 182: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

LABIOPALATOSCHISISchisi totale del labbro e del processo alveolare superiore

Page 183: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

LABIOPALATOSCHISISchisi bilaterale del labbro e del processo alveolare superiore

Page 184: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PALATOSCHISISchisi del palato molle o duro

Fissurazione monolaterale o centrale del palato duro e

molle o del solo palato molle, senza interessamento

del labbro e dell’arcata gengivale superiore

Schisi sottomucosa: incompleta unione dei muscoli

palatini e mucosa integra e schisi dell’ugola (ugola

bifida)

Stafiloschisi: schisi dell’ugola e del palato molle

Uranoschisi: palato molle e duro

Palato primario e secondario

Primario: Area triangolare del palato duro anteriore al

forame incisivo (include i quattro incisivi). Palato

secondario: La parte restante di palato duro ed il

palato molle con l’ugola

Page 185: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PALATOSCHISISchisi del palato molle o duro

I due terzi anteriori, rigidi, costituiscono il palato

duro, formato dai due processi palatini del

mascellare e posteriormente dalle branche

orizzontali delle due ossa palatine. Il terzo

posteriore è dato dal palato molle, o velo palatino

o velo pendulo, lamina muscolo-mucosa

quadrilatera, cui margine inferiore presenta la

sporgenza conoide dell’ugola

Page 186: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PALATOSCHISICheilognatopalatoschisi totale monolaterale

Page 187: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PALATOSCHISICheilognatopalatoschisi totale bilaterale

Page 188: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PALATOSCHISI

20% pretermine

50% forme isolate per PS

30% forme isolate per LPS

20%

30%

50%

Labioschisi

Labiopalatoschisi

Palatoschisi

Page 189: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

EPIDEMIOLOGIA

o Incidenza elevata in popolazioni di basso livello socio economico

o Prevalenza e incidenza variabile: Asia e America latina 3,6/1000 Sud Africa 0,3/1000

o I gruppi migranti mantengono un’incidenza più vicina all’area di provenienza

Page 190: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FATTORI DI RISCHIO

o Fumo materno aumenta del 20% il rischio di LPS e PS

o Alcool causa nota di sindrome fetoalcolica ma associazione incerta con malformazioni

craniofacciali

o Utilizzo dei multivitaminici riducono del 25% il rischio di malformazioni

o Solventi organici, anticonvulsivanti, talidomide sono fattori di rischio

Page 191: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

FATTORI DI RISCHIO

o Infezioni virali possono attivare il fattore di trascrizione che regola l’interferon e favorire il rischio di

palatoschisi

o Mutazioni di fattori di regolazione trascrizionali FGF3-7-10-18 e FGFR1-2-3

o SUMO (small ubiquitin-like modifier) piccole molecole coinvolte nella modificazione post

traduzionale di molte proteine tra cui quelle implicate nello sviluppo del palato

Page 192: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ambiente genetica

Eziologia

comune

>20% malformazioni congenite associate Variabilita fenotipica

Page 193: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PROTOCOLLO TERAPEUTICO

o Prima visita multidisciplinare

o Ecografia renale e cerebrale

o Visita cardiologica

o Ecg ed ecocardiogramma

Page 194: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PROTOCOLLO TERAPEUTICO

PROBLEMATICHE:

o Alimentazione del neonato (nella palatoschisi e nella

labiopalatoschisi)

➢ placca endorale in resina acrilica

➢ evitare alimentazione prolungata con sondino nasogastrico

o Sviluppo del linguaggio

Page 195: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Famiglia

Centro di

sindromologia

Neuropsichiatra

infantile

Otorinolaringoiatra

Logopedista

Audiologo

Pediatra di base

Odontoiatra

Genetista

Chirurgo

Page 196: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PREPARAZIONE CHIRURGICA

ORTOPEDIA PRE-OPERATORIA

o Utilizzo di placche endorali per allineare i due monconi gengivali e prepararli all’intervento

ricostruttivo

o Controlli mensili per valutare la crescita palatale e apportare modifiche alle placche endorali

Page 197: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TERAPIA CHIRURGICA

o LABIOSCHISI

Nascita Visita team polispecialistico

3-6 Mesi Ricostruzione naso/labbro mono-bilaterale

o PALATOSCHISI

Nascita Visita team polispecialistico

6 mesi Ricostruzione palato

3 anni Eventuale correzione dell'insufficienza

velofaringea

Page 198: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TERAPIA CHIRURGICA

LABIOPALATOSCHISI

Nascita Visita team polispecialistico

3-4 mesi Ricostruzione naso, labbro mono-bilaterale e palatoplastica

7-9 mesi Ricostruzione del palato

3 anni Eventuale correzione dell'insufficienza velofaringea

8-10 anni Gengivoplastica con innesto dell'osso se necessario

16/18 anni Eventuale modellamento finale e/o eventuale chirurgia ortognatica

Page 199: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Si consideri un paziente con schisi monolaterale completa del palato primario e secondario associata a schisi

semplice del labbro e dell'alveolo gengivale.

Verra definita:

A. cheilognato schisi monolaterale

B. uranostafilouguloschisi monolaterale

C. cheilognatouranostafilouguloschisi monolaterale

D. stafilouguloschisi

E. ugulopalatoschisi bilaterale

Page 200: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Si consideri un paziente con schisi monolaterale completa del palato primario e secondario associata a schisi

semplice del labbro e dell'alveolo gengivale.

Verra definita:

A. cheilognato schisi monolaterale

B. uranostafilouguloschisi monolaterale

C. cheilognatouranostafilouguloschisi monolaterale

D. stafilouguloschisi

E. ugulopalatoschisi bilaterale

Page 201: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SINDROMI MALFORMATIVE

+ COMUNI

Page 202: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CRANIOSTENOSI

Normale Microcefalia

Page 203: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CRANIOSTENOSI

o Fusione precoce di una o più suture

o Sviluppo anomalo del SNC

o Ritardo mentale

o Classificazione utilizzata: di Tessier

Fattori di rischio:

Prematurita

Gravidanza multipla

Patologie metaboliche

Patologie ematologiche

Sostanze teratogene (idantoina, retinoidi)

Page 204: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CRANIOSTENOSI

Craniostenosi primarie

Scafocefalia: sutura sagittale

Plagiocefalia: sutura emicoronale

Trigonocefalia: sutura metopica

Brachicefalia: entrambe le suture coronali

Oxicefalia / Turricefalia: più suture craniche

Page 205: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CRANIOSTENOSI

Page 206: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. FRANCESCHETTI

(TREACHER COLLINS)

o Autosomica dominante (GENE TCOF1, POLR1D)

o Autosomica recessiva (POLR1C)

o Difficolta uditive:

• Ipoplasia padiglione auricolare

• Atresia cute ed anomalie ossiculari

o Difficolta respiratorie:

• Ipoplasia zigomatica

• Ipoplasia mandibolare

• Schisi palatina

o Obliquita antimongolica linea palpebra

Page 207: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. APERT

o Autosomica dominante

o Penetranza incompleta

o Mutazione fgfr2

o Brachicefalia

o Ipoplasia medio facciale

o Esoftalmo asimmetrico

o Ptosi palpebrale

o Acrocefalosindattilia

Page 208: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. CRUZON

o Mutazione Fgfr3

o Turricefalia

o Ipertelorismo

o Esoftalmo

o Ipoplasia Facciale

Page 209: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. PIERRE-ROBIN

o Micrognazia

o Retrazione lingua

o Palatoschisi

o Problemi di suzione, alimentazione, respirazione

Page 210: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. SAETHRE-CHOTZEN

o Mutazione TWIST1

o Plagiocefalia

o Asimmetria facciale

o Strabismo

o Microtia

o Mento prominente

Page 211: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. GOLDENHAR

Nota anche come displasia oculo-auricolo -

vertebrale

La presenza di anomalie auricolari è considerata

necessaria per la diagnosi

1/5.000-25.000 nati vivi

Triade di sintomi:

microsomia cranio-facciale

cisti oculari dermoidi

anomalie della colonna vertebrale.

Page 212: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

SDR. DI ROMBERG

o Nota anche come emiatrofia facciale progressiva

o coinvolgimento dei territori cutanei muscolari e

ossei innervati dal trigemino

o Inizia solitamente dopo i 6 anni ed evolve con

poussees per 3-4 anni.

Page 213: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale sutura è colpita nella scafocefalia?

A. Sutura coronale

B. Sutura lambdoidea

C. Sutura metopica

D. Sutura sagittale

E. Sutura emicoronale

Page 214: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Quale sutura è colpita nella scafocefalia?

A. Sutura coronale

B. Sutura lambdoidea

C. Sutura metopica

D. Sutura sagittale

E. Sutura emicoronale

Page 215: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una precoce fusione della sutura metopica sara caratterizzata da Sutura coronale

A. Plagiocefalia

B. Scafocefalia

C. Trigonocefalia

D. Brachicefalia

E. Oxicefalia

Page 216: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una precoce fusione della sutura metopica sara caratterizzata da Sutura coronale

A. Plagiocefalia

B. Scafocefalia

C. Trigonocefalia

D. Brachicefalia

E. Oxicefalia

Page 217: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una precoce fusione della sutura coronale sara caratterizzata da:

A. Plagiocefalia

B. Scafocefalia

C. Trigonocefalia

D. Brachicefalia

E. Oxicefalia

Page 218: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una precoce fusione della sutura coronale sara caratterizzata da:

A. Plagiocefalia

B. Scafocefalia

C. Trigonocefalia

D. Brachicefalia

E. Oxicefalia

Page 219: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

La classificazione di Tessier è relativa a:

A. tumori del cavo orale

B. agenesie dentali

C. schisi facciali

D. cisti e fistole laterali del collo

E. paralisi del nervo facciale

Page 220: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

La classificazione di Tessier è relativa a:

A. tumori del cavo orale

B. agenesie dentali

C. schisi facciali

D. cisti e fistole laterali del collo

E. paralisi del nervo facciale

Page 221: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Un piccolo bambino di Haiti viene inviato in osservazione da una organizzazione umanitaria perche affetto da

microsomia craniofacciale.

Quale esame strumentale consente di studiare al meglio tale condizione?

A. Tomografia computerizzata

B. Ecografia

C. Risonanza magnetica

D. Tomografia computerizzata tridimensionale

E. Radiografia

Page 222: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Un piccolo bambino di Haiti viene inviato in osservazione da una organizzazione umanitaria perche affetto da

microsomia craniofacciale.

Quale esame strumentale consente di studiare al meglio tale condizione?

A. Tomografia computerizzata

B. Ecografia

C. Risonanza magnetica

D. Tomografia computerizzata tridimensionale

E. Radiografia

Page 223: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

In quale delle seguenti sindromi è più frequente la palatoschisi?

A. Sindrome di Treacher-Collins

B. Sindrome di Sudeck

C. Sindrome di Saint

D. Sindrome di Volkmann

E. Sindrome di Whipple

Page 224: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

In quale delle seguenti sindromi è più frequente la palatoschisi?

A. Sindrome di Treacher-Collins

B. Sindrome di Sudeck

C. Sindrome di Saint

D. Sindrome di Volkmann

E. Sindrome di Whipple

Page 225: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

La sindrome di Crouzon:

A. È una condizione in cui è presente una turricefalia

B. È una acrocefalosindattilia

C. È una condizione in cui le caratteristiche sono piede a spatola e mano a cucchiaio

D. È una condizione in cui non vi è ritardo mentale

E. Tutte le precedenti

Page 226: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

La sindrome di Crouzon:

A. È una condizione in cui è presente una turricefalia

B. È una acrocefalosindattilia

C. È una condizione in cui le caratteristiche sono piede a spatola e mano a cucchiaio

D. È una condizione in cui non vi è ritardo mentale

E. Tutte le precedenti

Page 227: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Un piccolo paziente presenta bilateralmente microtia, atresia del condotto uditivo, micrognatia mandibolare,

appiattimento delle ossa malari, palato ogivale con conseguente viso «a profilo di uccello».

Quale sindrome ricordano queste manifestazioni?

A. Sindrome di Crouzon

B. Sindrome di Lyell

C. Sindrome di Franceschetti

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Down

Page 228: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Un piccolo paziente presenta bilateralmente microtia, atresia del condotto uditivo, micrognatia mandibolare,

appiattimento delle ossa malari, palato ogivale con conseguente viso «a profilo di uccello».

Quale sindrome ricordano queste manifestazioni?

A. Sindrome di Crouzon

B. Sindrome di Lyell

C. Sindrome di Franceschetti

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Down

Page 229: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Crouzon

Page 230: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Crouzon

Page 231: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Romberg

Page 232: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Romberg

Page 233: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Romberg

Page 234: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Apert

E. Sindrome di Romberg

Page 235: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Crouzon

E. Sindrome di Romberg

Page 236: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Pierre-Robin

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Crouzon

E. Sindrome di Romberg

Page 237: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Romberg

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Crouzon

E. Sindrome di Apert

Page 238: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Che sindrome vi ricorda il paziente nell’immagine?

A. Sindrome di Franceschetti

B. Sindrome di Romberg

C. Sindrome di Saethre-Chotzen

D. Sindrome di Crouzon

E. Sindrome di Apert

Page 239: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE

TEMPORO-MANDIBOLARE

Page 240: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

ANATOMIA

SUPERFICI ARTICOLARI DELL'ATM NON SONO RIVESTITE DA CARTILAGINE IALINA MA DA TESSUTO FIBROSO

DENSO.

LA CARTILAGINE IALINA È MOLTO RESISTENTE ALLE FORZE DI COMPRESSIONE MA HA SCARSA

DEFORMABILITÀ.

LO SVANTAGGIO DERIVANTE DALLA RESISTENZA DI QUESTO TESSUTO ALLO SCIVOLAMENTOVIENE

COMPENSATO DALLA PRESENZA DEL DISCO ARTICOLARE

FIBROCARTILAGINE

MEMBRANA SINOVIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

Page 241: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

MUSCOLI ELEVATORI:

• Pterigoideo interno

• Massetere – Temporale (innervati dal

nervo trigemino)

MUSCOLI ABBASSATORI:

- Muscolo digastrico

- Muscolo pterigoideo esterno

- Muscoli sopra-ioidei

ATM

Page 242: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARELEGAMENTI

I legamenti collaterali uniscono i margini mediale e laterale

del disco ai poli del condilo.

Il legamento capsulare delimita completamente l'intera atm.

Il legamento temporo-mandibolare rinforza il versante

laterale del legamento capsulare.

Il legamento sfenomandibolare

(accessorio)

Il legamento stilomandibolare

(accessorio)

ha la funzione di limitare il movimento di protrusione.

CONTENIMENTO E LIMITAZIONE DELLA FUNZIONE

ARTICOLARE

Page 243: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

o Malocclusioni dentali

o Mancanza elementi dentali posteriori con riduzione

dell’altezza verticale posteriore

o Malformazioni dento-scheletriche

o Malattie sistemiche

o Stress con disturbi psicofisiologici

INCOORDINAZIONE

CONDILO-DISCALE

DISORDINI DEI MUSCOLI

MASTICATORI

EZIOPATOGENESI

Page 244: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARESINTOMI

Triade sintomatologica fondamentale:

o Dolore orofacciale

o Rumori articolari

o Limitazione della cinetica mandibolare

SINTOMATOLOGIA ASSOCIATA

o Acufene

o Instabilita

o Otalgia

o Cefalea

o Fattori emozionali

.

Page 245: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

La patogenesi si suddivide in

o patogenesi muscolare in caso di patologia

extracapsulare o sindrome miofasciale

o patogenesi articolare in caso di patologia

intracapsulare che a sua volta comprende

l’incoordinazione condilomeniscale, l’osteoartrosi

e la sublussazione.

.

L’incoordinazione condilo meniscale è determinata da una

parziale dislocazione anteromediale del disco articolare che

in posizione di massima intercuspidazione si trova davanti al

condilo.

Si distinguono due tipologie: click e lock.

Nel click abbiamo una ricattura del disco da parte del condilo.

Il lock è invece caratterizzato dalla persistente dislocazione

anteromediale del menisco che blocca il movimento di

trazione del condilo.

.

Page 246: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

Page 247: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLAREDISORDINI CRANIO MANDIBOLARI

Sindrome disfunzionale con interessamento articolare o

dei muscoli masticatori o di entrambi. È la causa

principale di dolore orofacciale dopo quello

odontogeno. La prevalenza è superiore nelle donne.

Comprendono le alterazioni infiammatorie e

degenerative che interessano le articolazioni ed i

muscoli del sistema stomatognatico. L’eziologia è

multifattoriale, disegnando come cause più frequenti le

malocclusioni considerate il primum movens di una

dislocazione condilare in cavita glenoidea con

conseguente alterazione del carico articolare e

secondaria alterazione funzionale che determinano sia

una dislocazione mandibolare, sia una iperattivita

muscolare.

Page 248: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARELussazione dell’articolazione temporo-mandibolare

Si classificano in

o Statiche lussazioni permanenti che

riconoscono cause traumatiche e

non.

o dinamiche, recidivanti divise in

lussazioni bloccate quando l’atto

della lussazione non ritorna in sede

articolare e lussazioni non bloccate

quando l’atto della lussazione ritorna

in sede articolare → sublussazioni,

condilo-meniscale, limitazione

funzionale con dolore articolare ed il

caratteristico rumore tipo scroscio

durane i movimenti mandibolari,

recidivano con facilita e hanno

riduzione semplice.

Page 249: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

Sublussazione o ipermobilita articolare.

Causata da eccessiva traslazione

condilare che in massima apertura

sopravanza l’eminenza articolare del

temporale, esita talora in lussazione con

blocco della mandibola in apertura.

Clinicamente presenta un click reciproco in

fase finale di apertura e in fase iniziale di

chiusura.

Page 250: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARE

Osteoartrosi. Un sovraccarico con alterazione

dell’equilibrio funzionale può determinare un processo di

adattamento che esita in un rimodellamento articolare.

Clinicamente si manifesta con rumore di schiocco

articolare dovuto ad improvviso cambiamento della

velocita di traslazione del condilo. Nelle fasi avanzate

abbiamo limitazione funzionale con dolore articolare e

caratteristico rumore di sabbia durante i movimenti

condilari.

Page 251: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLAREANCHITOSI DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE

Si tratta dell’adesione fibrosa o ossea dei

componenti anatomici dell’articolazione con

conseguente riduzione o annullamento della

funzionalita cinetica mandibolare.

Le cause possono essere varie: infezioni,

patologie congenite, traumi cronici, che possono

condurre a quadri di artrite cronica, conducendo

alla sclerotizzazione del disco fibrocartilagineo

dell‘ATM.

La sintomatologia spicca una retrusione

mandibolare ed una tumefazione nella sede della

capsula articolare sclerotizzata. Nei casi di

anchilosi monolaterale si apprezza deviazione

mandibolare e della linea interincisiva verso

l’articolazione anchilosata ed appiattimento della

guancia dal lato opposto.

Page 252: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-

MANDIBOLARETERAPIA

o Informazione ed educazione

o Terapia farmacologica

o Terapia ortopedico- funzionale

o Terapia chirurgica 5%

Artoplastica

80-95%

ARTOCENTESI

Page 253: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

DISFUNZIONI ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE

Page 254: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Quale delle seguenti affermazioni sull’articolazione temporo-mandibolare è FALSA?

A. Il suo movimento avviene con l’azione dei muscoli masticatori e sopraioidei, tutti innervati dal nervo

facciale

B. Esiste un disco articolare

C. Produce un liquido sinoviale per la lubrificazione articolare

D. I condili sono orientati perpendicolarmente al piano della mandibola

E. Le disfunzioni necessitano prima di una terapia medica ed eventualmente dopo di una terapia chirurgica

Page 255: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Domanda SSM

Quale delle seguenti affermazioni sull’articolazione temporo-mandibolare è FALSA?

A. Il suo movimento avviene con l’azione dei muscoli masticatori e sopraioidei, tutti innervati dal

nervo facciale

B. Esiste un disco articolare

C. Produce un liquido sinoviale per la lubrificazione articolare

D. I condili sono orientati perpendicolarmente al piano della mandibola

E. Le disfunzioni necessitano prima di una terapia medica ed eventualmente dopo di una terapia chirurgica

Page 256: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

OSTEONECROSI

ASSOCIATA A

TRATTAMENTO CON

BIFOSFONATI

MEDICATION-RELATED

OSTEONECROSIS OF

THE JAW

(BRONJ) (MRONJ)

Page 257: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

BRONJ E MRONJ

o Un’area di osso esposto nel cavo orale a

livello mascellare/ mandibolare che non

guarisce dopo 8 settimane

dall’identificazione da parte di

personale sanitario;

o in soggetti che sono in terapia o hanno

assunto bifosfonati o denosumab;

o che non sono mai stati trattati con

terapia radiante nella regione testa-

collo.

Page 258: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

BRONJ E MRONJ

Farmaci Coinvolti:

o Bifosfonati

o Antiangiogenetici

o Anticorpi monoclonali

o Indagini

o RX OPT

o TC

o Biopsia con colture microbiche

Page 259: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

BRONJ E MRONJ

Page 260: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PATOLOGIE CISTICHE DEL

DISTRETTO MAXILLO FACCIALE

Page 261: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CISTI MASCELLARI

Page 262: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cavita ripiena di liquido rivestita da una parete interna epiteliale e da un rivestimento esterno connettivale. Le

pseudocisti mancano di rivestimento epiteliale.

o Cisti odontogene

A) Non infiammatorie o disembriogenetiche

• Cisti dentigera o follicolare

• Cisti eruttiva

• Cheratocisti odontogena

• Cisti gengivale

• Cisti sialodontogena/calcificante

B) Infiammatorie

- Cisti radicolare

- Cisti residua

o Cisti non odontogena

• Cisti nasopalatina

• Cisti nasoalveolare

• Cisti mediana mandibolare

o Pseudocisti

• Cisti ossea solitaria

• Cisti aneurismatica

• Cisti o Lacuna di Stafne

Page 263: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CISTI ODONTOGENE NON

INFIAMMATORIE O

DISEMBRIOGENETICHE

Page 264: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cisti follicolare

Piu frequente tra le cisti disembriogenetiche, la seconda più

comune fra tutte le cisti. È sempre associata alla giunzione

amelocementizia di un elemento dentario incluso. Origina dalla

proliferazione dei residui dell’epitelio dell’organo dello smalto.

• Localizzazione: più frequente in corrispondenza del III molare o

del mascellare superiore a livello dei canini.

• Radiologia: area osteolitica monoconcamerata a margini netti

che circonda la corona di un elemento dentario incluso, e la

componente radicolare è esclusa dalla neoformazione cistica.

• Istologia: cavita cistica rivestita da epitelio squamoso non

cheratinizzato.

• Trattamento: Enucleazione della cisti ed estrazione del terzo

molare incluso, o marsupializzazione con conservazione del

dente. Se non trattata, esiste il rischio di degenerazione maligna

dell’epitelio cistico.

Page 265: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Origina dai residui della lamina dentale. Tendenza a recidivare.

Localizzazione: livello mandibolare Cisti multiple compaiono nel 7% circa

dei pazienti , alcuni dei quali affetti dalla sindrome di Gorlin- Goltz, sindrome

del nevo baso cellulare, AD, caratterizzata da basaliomi cutanei,

cheratocisti odontogene multiple, coste bifide, protuberanze in regione

parietale e frontale, calcificazioni della falce cerebrale.

Clinicamente si differenziano dalle altre neoformazioni cistiche per il

drenaggio spontaneo di liquido, tumefazione, dolore, e talvolta trisma e

parestesia.

Radiologia: appare come area di radiotrasparenza per lo più

pluriconcamerata, generalmente ben delimitata, da tessuto osseo sano.

Istologia: delimitata da epitelio squamoso pluristratificato, paracheratosico.

(Per paracheratosi: permanenza dei nuclei nelle cellule dello strato corneo).

Trattamento: Enucleazione della cisti e curettage della cavita ossea residua.

Attenzione al tasso maggiore di recidiva (10-30%).

Cheratocisti odontogena

(tumore odontogeno cheratocistico)

Page 266: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Nei neonati dette anche Perle di Ebstein, si manifestano tipicamente sotto

forma di piccoli noduli bianchi o rosati, frequentemente multipli, di 1-5

mm di diametro

Localizzazione: rafe palatino mediano.

Trattamento: nessuno, tendono a scomparire e non recidivano

Normalmente queste lesioni regrediscono spontaneamente poco dopo la

nascita.

Negli adulti insorgono all’interno dei tessuti molli gengivali, tipicamente nella

quinta-settima decade di vita e originano probabilmente da resti della lamina

dentale.

Localizzazione: regione premolare mandibolare sotto forma di tumefazione

non dolente, di consistenza fluttuante. Sono caratterizzate da un lento

accrescimento e dopo trattamento chirurgico di enucleazione non tendono a

recidivare.

Trattamento: Enucleazione

Cisti gengivale

Page 267: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CISTI ODONTOGENE

INFIAMMATORIE

Page 268: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cisti radicolare (periapicale)

Sono le più frequenti (60-75% dei casi), e si sviluppano dalla

radice di un dente non vitale, la cui polpa è necrotica. Originano

dai residui epiteliali di Malassez.

Localizzazione: mascellare superiore e nella porzione posteriore

della mandibola

Tipicamente asintomatica, da segno di se in caso d’infezione o

per il suo volume deformante e tipica è la sua diagnosi incidentale

a seguito di esecuzione di RX OPT a seguito a normali controlli

radiografici dentali.

Radiologia: omogenea uniloculare, con presenza di orletto

sclerotico perilesionale solitamente ben evidente.

Istologia: cavita cistica rivestita da epitelio squamoso non

cheratinizzato.

Trattamento: asportazione chirurgica e curettage con estrazione

del dente, o con devitalizzazione del dente e apicectomia delle

radici.

Page 269: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cisti residua

Cisti residuata dopo l’estrazione del dente necrotico che

presentava una lesione periapicale, il cui rivestimeno cistico non è

stato rimosso oppure rimosso in maniera incompleta. Origina

anch’essa dai residui del Malassez.

Radiologia: area osteolitica monoconcamerata, con area di

osteoaddensamento perilesionale ben rappresentato.

Trattamento: asportazione chirurgica.

Page 270: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CISTI NON ODONTOGENE

Page 271: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cisti naso palatina

Formata dai residui epiteliali dal dotto nasopalatino, è la più frequente fra tutte le forme

da sviluppo non odontogeno. Si presenta in prevalenza tra la quarta e la sesta decade di

vita.

Sede obbligata: zona interincisiva del mascellare superiore.

Radiologia: area di radiotrasparenza con aspetto di osteolisi omogenea con orletto

osteosclerotico perilesionale, localizzate tra le radici degli incisivi centrali superiori, che

risultano dislocate. Talvolta sviluppandosi verso la spina nasale anteriore assume il

cosiddetto aspetto a “cuore di carta da gioco”.

Unico segno clinico obiettivabile è la dislocazione degli incisivi centrali superiori che,

comunque risultano vitali. Ha uno sviluppo lento e solitamente non raggiunge grandi

dimensioni.

Istologia: PATOGNOMONICA presenza di epitelio di rivestimento pluristratificato e

respiratorio ciliato.

Page 272: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

PSEUDOCISTI

(Sono prive di rivestimento epiteliale esterno e pertanto, vengono denominate pseudocisti.)

Page 273: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Cisti ossea solitaria traumaticaPatogenesi associata ad un trauma precedente con formazione di un ematoma all’interno della porzione midollare dell’osso

che si riassorbe dando luogo a uno spazio vuoto intraosseo. Presente soprattutto negli adolescenti di entrambi i sessi, più

frequentemente nella mandibola.

Non si osserva riassorbimento radicolare. La cavita aperta si presenta vuota o piena di fluido sanguinolento e l’emorragia

intracistica determina la guarigione della lesione con ricalcificazione completa entro 6 mesi.

Cisti o lacuna di StafneSi tratta di una lesione ellittica o rotondeggiante localizzata nella mandibola posteriore sotto il canale mandibolare. Costituisce

abitualmente un reperto casuale in corso d’indagini radiografiche dentali. Non è una vera e propria cisti. Appare come una

depressione aperta verso il lato linguale della corticale mandibolare e occupata tipicamente da un lobo accessorio della

ghiandola sotto mandibolare. Molto utile può risultare la TC, che evidenzia la lacuna sul lato linguale del corpo mandibolare.

Non necessita pertanto di alcun trattamento.

Page 274: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TUMORI ODONTOGENI BENIGNI

Derivano dai tessuti che danno origina al dente, ma non dal dente gia formato. Dal tessuto odontogeno possono derivare tre

tipi di tumori, neoplasie epiteliali, mesenchimali e miste. Sono lesioni intraossee e occasionalmente extraossee. Si accrescono

molte volte in assenza di sintomi. L’Rx continua ad essere l’esame di primo livello preferito per l’identificazione di tali lesioni.

Clinicamente sono rappresentate da gonfiore e tumefazione.

Classificazione

Tumori con epitelio odontogeno senza mesenchima odontogeno (originati dal tessuto epiteliale, in cui l’origine è

l’organo dello smalto

• ameloblastoma; ameloblastoma maligno; carcinoma ameloblastico

• tumore odontogeno epiteliale calcificante (tumore di Pindborg)

• Tumore adenomatoide odontogeno

Tumori con epitelio odontogeno e mesenchima odontogeno

• Odontoma

• Dentinoma

Tumori con mesenchima odontogeno con o senza epitelio odontogeno

• mixoma odontogeno

• fibroma cementificante

Page 275: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Ameloblastoma solido e multicistico

Ipotizzato come originante dalle dello smalto, costituito da epitelio odontogeno proliferante, ad aspetto follicolare o plessiforme.

Si presenta invece con frequenza significativamente superiore a carico della mandibola con un rapporto tra mandibola e

mascellare di circa 4:1. In fasi più avanzate appare come una lesione a lenta crescita che determina una progressiva tumefazione

del segmento osseo interessato, senza particolari sintomi dolorosi. È il tumore più frequente dopo l’odontoma. Diagnosticato

tra i 40 e i 50 anni.

Radiologia: osteolisi multiloculare, ben delineata con orletto osteosclerotico periferico. Nella forma multicistica si presenta con

aspetto a bolle di sapone.

Istologia: proliferazione di ameloblastomi all’interno di uno stroma fibroso più o meno lasso che assumono un aspetto follicolare o

plessiforme.

Si presenta localmente aggressivo

Trattamento: chirurgia con estensione di almeno 1,5 cm oltre il margine macroscopico della lesione.

Follow up che deve durare almeno 10 anni.

Page 276: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Tumore calcificante dell’epitelio odontogeno (tumore di

Pindborg)Tumore invasivo localmente, caratterizzato dalla presenza di nuclei giganti, cellule plurinucleate e cellule con diversi nucleoli.

Localizzazione: Mandibola e premolare/molare

Istologia: cellule poligonali formanti cordoni e tralci immersi una sostanza eosinofila omogenea tipo amiloide.

Radiografia: osteolisi con calcificazioni diffuse ed irregolari addossate ad un elemento dentario non erotto.

Trattamento: escissione con ampio margine osseo al fine di ridurre recidive, con adeguato follow up postoperatorio.

OdontomaCon caratteristiche tipiche degli amartomi, in quanto si presentano come delle masserelle formate da tessuti dentali più o meno

disorganizzati, ma senza gli aspetti proliferativi tipici dei tumori. Rappresentano il 30% circa dei tumori odontogeni. L’odontoma

complesso è una malformazione in cui sono presenti tutti i tessuti dentali, ma disorganizzati. L’odontoma composto rappresenta

invece una malformazione in cui i tessuti dentali sono meglio organizzati dando luogo a strutture più o meno simili a denti.

Neoformazione composta da tutte le componenti dentarie: smalto, dentina, cemento e polpa. Piu frequente neoplasia di origine

odontogena. Diagnosticata soprattutto nel secondo decennio di vita. Localizzato prevalentemente nella mandibola. Rappresenta

un ostacolo per il dente che cerchera di erompere.

Radiologia: la differente radiopacita dei tessuti che lo compongono crea un osteoaddensamento caratteristico a “mollica di pane”.

Trattamento: chirurgico

Page 277: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

TERAPIA CHIRURGICA

Scollamento sottoperiosteo

Breccia ossea con trapano

Asportazione della cisti

Curettage ed eventuale estrazione di elementi dentali coinvolti

Page 278: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La cisti follicolare è classificata tra le cisti odontogene. La sua caratteristica:

A. non contiene al suo interno elementi dentari

B. è una cisti radicolare

C. è una pseudocisti

D. contiene al suo interno un elemento dentario non erotto

E. è una cisti aneurismatica

Page 279: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La cisti follicolare è classificata tra le cisti odontogene. La sua caratteristica:

A. non contiene al suo interno elementi dentari

B. è una cisti radicolare

C. è una pseudocisti

D. contiene al suo interno un elemento dentario non erotto

E. è una cisti aneurismatica

Page 280: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La caratteristica principale delle pseudocisti dei mascellari è:

A. Il riassorbimento delle radici dentali dei denti sovrastanti

B. L'aspetto policistico

C. La localizzazione mascellare

D. L'assenza di epitelio

E. La frequente suppurazione

Page 281: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

La caratteristica principale delle pseudocisti dei mascellari è:

A. Il riassorbimento delle radici dentali dei denti sovrastanti

B. L'aspetto policistico

C. La localizzazione mascellare

D. L'assenza di epitelio

E. La frequente suppurazione

Page 282: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una cisti radicolare si forma nel granuloma dentale:

A. dall'epitelio mucoso

B. dal cemento

C. dalla dentina

D. quando rimangono inclusi i residui del Malassez e questi diventano attivi

E. dalla gengiva

Page 283: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Una cisti radicolare si forma nel granuloma dentale:

A. dall'epitelio mucoso

B. dal cemento

C. dalla dentina

D. quando rimangono inclusi i residui del Malassez e questi diventano attivi

E. dalla gengiva

Page 284: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA

MAXILLO FACCIALE

Page 285: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA MAXILLO FACCIALEINNESTO CUTANEO

Area di cute composta di epidermide e derma che viene

completamente rimossa da un’area definita donatrice e viene

innestata in un’altra definita ricevente. Gli innesti cutanei, a seconda

che comprendano tutto il derma o una sua parte, si dividono in innesti

cutanei a spessore totale o a spessore parziale

Diviso in innesto a spessore parziale ed innesto a spessore totale. Nel

primo la guarigione avviene per epitelizzazione secondaria, nel

secondo per chiusura diretta.

Page 286: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA MAXILLO FACCIALELEMBO

o Porzione di tessuto trasposto da una zona all’altra dell’organismo mantenendo una connessione per l’apporto

vascolare.

o I lembi random si caratterizzano per una vascolarizzazione sostenuta solo dal plesso vascolare dermico e

subdermico, per definizione lembi locali, in continuita con il campo chirurgico da ricostruire, con i limiti di un

arco di rotazione ridotto e la provenienza da zone vicine a quella da ricostruire. Un lembo cutaneo random,

porzione di cute e di tessuto sottocutaneo che viene trasposta da una zona all’altra dell’organismo pur

mantenendo una connessione con il corpo per l’apporto vascolare, viene considerato sicuro dal punto di vista

vascolare in quanto ha un rapporto lunghezza-larghezza 2:1,5:1.

Page 287: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA

RICOSTRUTTIVA MAXILLO

FACCIALEI lembi assiali si caratterizzano per una vascolarizzazione

costituita da un peduncolo artero-venoso ben definito dal

punto di vista anatomico; ne sono alcuni esempi il lembo

indiano basato sull’arteria sovratrocleare, il lembo delto-

pettorale basato sul ramo deltoideo dell’arteria

toracoacromiale ed il lembo inguinale, costituito dalla cute

della regione inguinale ed ipogastrica e vascolarizzato

dall’arteria iliaca circonflessa superficiale. Un lembo assiale

supera le limitazioni ricostruttive legate alla vascolarizzazione

dei lembi random per la sua vascolarizzazione non dalla rete

subdermica, ma da un asse vascolare ben definito

anatomicamente che consentisse l’allestimento di lembi

senza uno stretto rapporto lunghezza-larghezza.

Page 288: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA

RICOSTRUTTIVA MAXILLO

FACCIALE

Ai fini della chirurgia ricostruttiva maxillo-facciale, un lembo

muscolo cutaneo, per mezzo della vascolarizzazione cosiddetta

dominante del muscolo, che presenta un decorso profondo al

muscolo stesso, nutre i tessuti sovrastanti quali muscolo, sottocute

e cute, per mezzo di vasi perforanti. I lembi muscolo-cutanei di più

frequente uso in chirurgia testa collo sono quelli di gran pettorale,

trapezio e latissimo del dorso.

Grande pettorale: Ramo pettorale dell’arteria toraco acromiale,

ramo dell’ascellare.

Latissimo del dorso: Arteria toraco-dorsale, ramo della

sottoscapolare, ramo ascellare

Mio fasciale di temporale: Arterie temporali profonde, anteriore e

posteriore

Lembo fascio-cutaneo di avambraccio: Arteria radiale, ramo della

brachiale e vena cefalica

lembo muscolare o muscolocutaneo di retto dell’addome: vasi

epigastrici profondi, rami dell’iliaca esterna

Lembo osteomuscolare di cresta iliaca: arteria e vena circonflessa

iliaca profonda, rami dell’arteria iliaca esterna

Lembo osseo di fibula: Arteria peroniera e vene comitanti

Page 289: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA MAXILLO FACCIALE

Zona deficitaria Lembi utilizzati

Mandibula Cresta iliaca e fibula

Mascellare Temporale

Lingua Grande pettorale/avambraccio

Pelvi orale Platisma/Avambraccio/R.addome

Palato Bolla di Bichat

Labbra Lembi locali

Page 290: CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

GRAZIE per l’attenzione

HELPDESK DIDATTICO

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