Chioggia sett2015 n105

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Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 105 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015 di Chioggia

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Chioggia sett2015 n105

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Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 105 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015

di Chioggia

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Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 105 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015

di Chioggia

I profughi a Cona, il sindaco: “Situazione fuori controllo”

Primo Piano

pagg. 4-5

Il sindaco Casson: “Città metropolitana, si parta dal turismo”

Nuovi enti

pag. 8

“Le Lyrial” ha attraccato al nuovo Terminal passeggeri

Navi da Crociera

pag. 9

pag. 6

Chioggia si mobilita contro l’arrivo dei nuovi migrantiDopo l’arrivo dei profughi nella vicina Conetta i residenti di Ca’ Bianca temono che nuovi rifugiati vengano ospitati nell’ex base missilistica della frazione

Chioggia si mobilita contro l’arrivo di nuovi migranti nel proprio territorio comunale. Dopo i massicci arrivi di decine di profughi

a Conetta, sistemati nell’ex base militare, nel Clodiense ha iniziato a serpeggiare una diffusa preoccupazione per il possibile utilizzo dell’ex base missilistica di Ca’ Bianca al fine di acco-gliere nuovi rifugiati.

Sabato 5 settembre un gruppo di residenti

della frazione di Ca’ Bianca ha dato vita a un corteo pacifico, che ha sfilato lungo corso del Popolo. La manifestazione, tenuta d’occhio dagli agenti della Polizia di Stato e dei Cara-binieri in tenuta antisommossa, non ha fatto registrare disordini. Si è trattato di un’azione dimostrativa che ha permesso di esternare tutti i timori di un piccolo centro abitato, che cerca di difendere con le unghie e con i denti il suo

territorio. Partendo dal leitmotiv “Chioggia ha già dato”, le argomentazioni contro i possibili nuovi arrivi si sono basate sull’indisponibilità del territorio tenendo conto dei criteri fissati dallo Stato.

“No business sugli immigrati, basta affari sui disperati” recitava uno striscione in testa al corteo, alludendo probabilmente ai loschi affari di “Mafia capitale”.

Tribunale, erika baldin riapre... il caSo

Potrebbe tornare il tribunale a Chioggia? Il governo Monti soppresse con

un decreto legislativo decine di tribunali e 220 sezioni distacca-

te, tra cui Chioggia. pag. 10

MalTeMpo, Si fa la STiMa dei danni

Un violento temporale ha messo

a dura prova, lo scorso 20 agosto,

gli imprenditori del settore balneare e gli agricoltori. Sono stati

ingenti i danni provocati. pag. 15

la buona Scuola enTra in claSSe

veneTo in priMo piano

continua a pag. 8

Editoriale

“Lasciamoli in mare” ha detto Salvini. “ Respingere i migranti che arrivano dal mare è un atto di guerra” ha affermato il Papa che, oltre a proporre ad ogni parrocchia

di ospitare una famiglia di profughi, vuole dare il buon esempio destinando appartamenti vaticani a due famiglie...

Migranti, un dramma senza confi ni di germana urbani*

continua a pag. 8

“Anche quest’uano a posarsi tuttora sulle infrastrutture stradali.

“Manca interesse politico nei confront di Ornella Jovane*

*[email protected] - [email protected]

Editoriale

*[email protected] [email protected]

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da pagg. 16-18

pag. 20

pag. 24

la SoTToMarina Mondana degli anni ‘60a pag. 25

alle pagg. 27-30

All’interno del giornale

continua a pag. 17

a pag. 32

i nuovi conSiglieri alla prova dell’aula

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È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 87048840Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione l’11 settembre 2015Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

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Se tutto andrà come nelle previsioni, c’è da scommettere che sarà uno dei regali più gettonati sotto l’albero. È vero, 200

euro coi tempi che corrono non sono pochi. Ma se mettiamo il fascino che la Mela esercita sugli appassionati di tecnologia da un lato, e la poderosa campagna pubblicitaria che possiamo attenderci a partire da ottobre dall’altro lato, è facile che una buona fetta di italiani si convincerà presto che dell’Apple tv non si può proprio fare a meno.

Sfatiamo subito l’obiezione più ovvia: davvero sentiamo il bisogno di un’altra televisione? No, e infatti il nome non deve trarre in inganno. L’Apple tv ha più del computer che della tv, a cui non a caso va collegato per funzionare. Al suo interno c’è un processore, tagli di memoria da 32 e 64 giga, wifi e bluetooth. A che serve, allora? Intanto a guardare video in streaming internet, l’ultima frontiera su cui si giocano le sorti del mercato dell’audiovisivo. Poi ad accedere allo sterminato catalogo di programmi e app per Iphone, trasformando la tv di casa in una console per videogame o in quel che si desidera.

La grande scommessa, però, è un’altra: fare dell’Apple tv il centro della futura casa iperconnessa fi no a riuscire a controllare

e gestirne ogni dettaglio semplicemente attraverso la voce. Si chiama domotica, è la declinazione domestica del cosiddetto “internet delle cose” ed è già tra noi, anche se non ce ne rendiamo conto. Gli esperti stimano che lo scorso anno ci fossero nel mondo qualcosa come 10 miliardi di dispositivi connessi tra loro in modalità wireless, senza fi li. Computer e cellulari, naturalmente, ma anche automobili e frigoriferi, perfi no vestiti e cibo. Nel 2020, di

questo passo, si prevede saranno 30 miliardi.Già oggi tramite cellulare è possibile accendere la caldaia della

casa di montagna, o controllare le telecamere di sorveglianza del sistema di allarme. Solo che, come succede a ogni rivoluzione tecnologica, ogni apparecchio “fa parte a sé”: con i suoi programmi, i suoi strumenti, il suo software. La scommessa di Apple si gioca tutta qui, nel riuscire a imporre per prima sul mercato un prodotto capace di gestire tutti i diversi dispositivi e fare veramente della casa un “ecosistema intelligente”. Non c’è solo la casa di Cupertino, naturalmente. Anche Google ha presentato da poco una sua piattaforma, e altri seguiranno a breve. In palio, dicono gli analisti, c’è un mercato da decine di miliardi di dollari. La nuova battaglia dei giganti è appena cominciata...

Apple tv e il sogno della casa sempre connessaArriva a ottobre l’ultimo prodotto della Mela: video in streaming internet, videogame, ma soprattutto l’ambizione di dominare il nuovo mercato della domotica

3news da laPiazzaweb

La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata Nazzareno Italiano eroe del Basket a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi alle Due serate di festa per la Notte Bianca di Cavarzere, la terza notizia, invece, che ha incuriosito maggiormente i lettori è stata: Scorzè, nuovo volto per il centro città seguici su www.facebook.

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LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

Sui social è volata la notizia che per paesionline Chioggia è tra le località turistiche top. Subito dopo è l’edizione di Cavarzere a farla da padrone con l’articolo relativo alla festa di fi ne estate. Ha interessato molto il popolo dei social la storia del giovane di Cà Tiepolo arrestato per tentato omicidioseguici su www.facebook.

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LE NOTIZIEPIÙ VISTESUI SOCIAL

Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: Cavarzere, Piovese, Chioggia e Conselvanoseguici su www.lapiazzaweb.it

EDIZIONIPIÙ VISTESUL SITO:

Chioggia, Piovese, Riviera est e Rovigoseguici su www.issuu.com/

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EDIZIONIPIÙ VISTESU ISSUU

Migliaia di persone cercano rifugio in Europa passando per l’Italia. L’Europa però non ha ben chiara la strategia da proporre o imporre agli stati membri perché tutti si facciano carico dei migranti. Intanto alcuni comuni, più di altri, stanno accogliendo i profughi nelle strutture individuate dalle prefetture e i problemi di gestione non mancano. Salvini e la Lega sono sempre pronti a manifestare contro l’accoglienza ma mancano di risposte al problema. seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Le Ulss del Veneto, secondo i progetti di Zaia e del suo assessore alla sanità Coletto, passeranno presto da 21 a 7 e nascerà un Ente nuovo che si occuperà a livello centrale di gestire ordini, formazione del personale e altre cose oggi in capo ai direttori generali. I sindaci temono che il riordino signifi chi solo ulteriori tagli. Ma i veneti sono d’accordo? La domanda è: Vi piace l’idea dell’ Ulss unica provinciale?.seguici su www.lapiazzaweb.it/

sondaggio/

IL SONDAGGIO

L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

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ADOTTAMI,I NOSTRIAMICIANIMALI

La sezione Turismo del sito lapiazzaweb.it è stata la più visitata! I viaggi e i percorsi enogastromici dell’inserto de La Piazza dedicato al turismo hanno coinvolto gli utenti web, tantissime le visite! seguici su www.lapiazzaweb.it/

category/turismo/

TURISMO E SAPORI

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In allegato al giornale e suwww.lapiazzaweb.it/turismo

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Il casoI profughi alla base militare di Conetta.

Il primo cittadino Alberto Panfilio denuncia una situazione

oltre il limite, ben al di là degli stessi parametri

governativi: “Ospitiamo 320 migranti nel campo

di accoglienza di Conetta, frazione che conta

197 residenti”

4 Argomento del mese

reazioni il Sindaco di cavarzere coMMenTa

Henri Tommasi: “Scaricare il problema sui comuni rischia di scatenare una inutile guerra fra poveri”

“A livello locale, si scarica la questione da un Comune all’altro, col rischio di scatenare solo una inutile guerra fra poveri” è il commento del sindaco di Cavarzere, Henri Tommasi, Comune che all’inizio di agosto era stato “sfiorato” dal problema, almeno

stando alle voci “allarmistiche” che si erano diffuse e che sono state prontamente smentite come “bufale” dal vicesindaco Paolo Fontolan. “L’accoglienza dei migranti è una questione importante - commenta Tommasi - che ricade impropriamente sui singoli enti locali. Al di là dei controlli e della gestione delle situazioni oggettive e contingenti, la difficoltà maggiore è a mio avviso la tensione sociale in città che si procura e si alimenta con l’arrivo massiccio di migranti, ben oltre - com’è accaduto per Cona - le quote e le misure disposte dallo stesso Governo. Si creano in tal modo nelle comunità comprensibili resistenze a causa di situazioni non sostenibili, e relativi conflitti sociali che gravano sui singoli enti locali. La questione dei migranti che scappano da realtà di guerra e devastazione in cerca di accoglienza e ospitalità è di proporzioni enormi: va affrontata dalle istituzioni internazionali”. “Il criterio del Governo di distribuire i migranti - prose-gue Tommasi - tra i diversi comuni nel rispetto di una umana solidarietà e, nello stesso tempo, delle realtà chiamate all’accoglienza presuppone una oculata e accorta regia a livello di enti e istituzioni superiori, chiamati ad agire nell’osservanza di principi di equità e giustizia. Spero che i casi emersi nelle comunità locali trovino ben presto soluzione. Certo è che il nostro e gli altri Governi non possono più rimandare nel trovare un’adeguata risposta ad un fenomeno epocale che ormai da tempo non è più solo un’emergenza”. O.J.

“Sono trascorsi due mesi dai primi arrivi ma è come se fossero vent’anni” è lo sfogo del sindaco di Cona, Alberto Panfilio che insieme al suo co-

mune si è trovato improvvisamente, inaspettatamente e involontariamente balzato agli onori della cronaca anche nazionale per via dell’arrivo dei migranti, prima in numero imprecisato e poi sempre più consistente, che sono via via arrivati e sistemati nella ex base militare della frazione di Conetta. “All’inizio dovevano essere una quarantina - ricor-da il primo cittadino - ad oggi, stando ai dati che la coope-rativa dichiara, sono stati accolti 586 migranti. Non siamo informati sulle persone che lasciano il campo d’accoglienza. Tuttavia da informazioni raccolte in via ufficiosa mi risulta che al momento al centro d’accoglienza siano ospitati 320 migranti”. I numeri fuori controllo hanno portato Conetta ad essere un caso nazionale: nella piccola frazione, in effetti, i residenti sono 197. “I criteri del Governo per una equilibrata distribuzione delle persone richiedenti asilo giunte nel nostro Paese, di un migrante ogni mille abitanti, sono stati di gran lunga superati nel nostro caso - lamenta il sindaco -. Siamo al paradosso che al momento vi sono più migranti che resi-

denti. Ho manifestato al prefetto in più occasioni, sia perso-nalmente sia per iscritto, la necessità di sfoltire le fila degli ospiti presenti nel campo di accoglienza di Conetta. Mi ha risposto, anche ufficialmente, lo scorso 31 agosto che una parte sarebbe stata trasferita presso la dismessa caserma di Ca’ Bianca a Chioggia. Salvo poi ritornare, nel corso della stessa giornata, sui propri passi. Queste contrastanti infor-mazioni da fonte prefettizia - è accaduto anche relativamen-te al numero di arrivi a Cona - aumentano il nostro disagio di amministratori locali, oltre a rappresentare una mancanza di rispetto verso i cittadini del comune”. “Lamentiamo inoltre una gestione discutibile della cooperativa - prosegue Panfilio - per i ritardi soprattutto sui controlli sanitari. Al contrario va riconosciuto al distretto dell’Asl 14 il grande impegno pro-fuso: il personale ha lavorato alacremente, senza neppure beneficiare del supporto di personale aggiuntivo”.

“Questo indiscriminato arrivo di migranti è vissuto dal-la popolazione locale come una ingiusta imposizione che rende impossibile qualsiasi forma di integrazione” prosegue Panfilio che negli ultimi due mesi si è confrontato costante-mente con la cittadinanza in occasione di ripetuti incontri

pubblici. Ad aggravare la situazione anche il malcontento delle forze di Polizia che lamentavano le condizioni precarie alle quali erano inizialmente costretti nel presidio della ex base militare, all’inizio 24 ore su 24. Attualmente la presen-za delle forze dell’ordine è stata ridotta alle ore giornaliere, disposizione che ha ulteriormente esasperato gli animi della cittadinanza che chiedono garanzie anche sul piano della sicurezza. “I cittadini hanno paura - spiega il sindaco - so-prattutto di ciò che accade nelle ore notturne, quando alcuni degli ospiti del campo di accoglienza escono per strada e si ubriacano. Ma si tratta di casi sporadici”. “Noi non siamo contrari ad accogliere i migranti - conclude il sindaco - ma le grandi concentrazioni di profughi non sono dignitose solu-zioni nè nel rispetto di chi arriva in condizioni disperate nè delle comunità locali che devono sostenere il peso dell’acco-glienza. La situazione è ormai fuori controllo e io non sono più disposto a collaborare con il prefetto e le istituzioni che dovrebbero agire con maggiore coerenza e gestire con più consapevolezza il problema. Non ci stiamo ad essere lasciati da soli di fronte a questa drammatica situazione, la politica veneta e le istituzioni nazionali se ne facciano carico”.

di Ornella Jovane

“All’inizio dovevano essere una

quarantina, ad oggi sono stati accolti

586 migranti”

“Questo indiscriminato arrivo di migranti è

vissuto dalla popolazione locale come ingiusta

imposizione”

Il sindaco di Cona: “Profughi, situazione fuori controllo”

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5Argomento del mese

Il caso

I cittadini si sono organizzati per manifestare lo scontento

“Basta profughi a Cona”“Cona dice basta”, “Basta profughi a Cona” i cittadini si sono organizzati in grup-

po per manifestare il malcontento che via via è aumentato fra la popolazione, esasperata dalle dimensioni e dalle modalità con cui questa convivenza è stata

imposta. Si sono organizzati in gruppo, hanno creato un profilo facebook, e si sono attivati, chiedendo ripetuti confronti col sindaco, sollecitando anche la politica regionale. Hanno scritto al governatore Zaia che ne ha pure incontrato una rappresentanza.

Erano in prima fila, c’era anche il sindaco Alberto Panfilio, anche nella trasmissione televisiva “Virus”, in onda lo scorso 10 settembre su Rai 2, dedicata alla questione dei profughi.

E denunciavano il disagio e la preoccupazione che vivono di giorno ma soprattutto di notte. Chiedevano garanzie di sicurezza, sollecitavano il ripristino dei controlli delle forze di polizia 24 ore su 24, e non solo intorno alla base militare ma anche nelle vie del centro del paese, con una particolare attenzione verso gli anziani e i bambini che hanno ripreso ad andare a scuola.

“Queste persone escono - raccontavano in tv - in tutte le ore del giorno e della notte. Talvolta hanno atteggiamenti provocatori e arroganti che fanno paura”.

Il sindaco Alberto Panfilio comprende le motivazioni del movimento cittadino.

“Le grandi concentrazioni di profughi - sostiene - non creano integrazione.

Siamo stati solidali, abbiamo accolto i migranti e abbiamo collaborato con le istituzioni finché la situazione è stata accettabile. All’inizio erano 50 profughi, poi sono diventati 100, ad oggi sono triplicati. Non è accet-tabile che siano presenti nel nostro territorio con queste dimensioni.

Contestiamo le decisioni prefettizie e ci sentiamo presi in giro dalle istituzioni. Questa non è accoglienza, nè può produrre integrazione. E’ una vera è propria invasione che non può far altro che generare tensioni sociali. Mi hanno lasciato solo!” O.J.

“Cona e Chioggia si sono già fatti carico oltre ogni previsione legislativa delle proprie responsabilità”

Focus Il consigliere regionale Erika Baldin, Movimento 5 stelle

“Il fenomeno dell’immigrazione ha toccato punte di tensione sociale inaccettabili. Credo che la situazione attuale rispecchi l’incapacità gestiona-le dei partiti tradizionali” è il commento della consigliera regionale di Chioggia Erika Baldin, esponente del Movimento 5 stelle. “Sono stata sia a Cona sia all’ex base di Ca’ Bianca, - prosegue - in un caso per verificare con i miei occhi le condizioni dei profughi nel contesto dell’ex

base di Conetta, nell’altro per manifestare assieme ai miei concittadini il disappunto verso l’ospitalità di altre centinaia di persone in una caserma dismessa da 20 anni e inospitale in quanto non è mai stata bonificata dall’amianto. Sono Comuni che si sono già fatti carico oltre ogni previsione legislativa delle proprie responsabilità e non meritano di essere trattati a pesci in faccia dal Governo. Ho parlato con i sindaci, il prefetto, gli ospiti ma soprattutto con i cittadini”. “A breve - annuncia - faremo un tour presso alcuni centri d’accoglienza. In quell’occasione ricorderemo a tutti la nostra linea sull’immigrazione, che è chiarissima ed ha uno scopo altrettanto chiaro: combattere l’industria dell’accoglienza. Un’industria democratica, in senso ironico, perché vede destra e sinistra ugualmente presenti. Un’industria formata da cooperative in combutta coi partiti, il cui unico interesse è guadagnare sulla pelle degli immigrati a spese dei veneti. In che modo? Facendoli permanere il più a lungo possibile nei centri. Ogni giorno in più queste strutture intascano 35 euro ad immigrato. Il conflitto di interessi è palese”. “Per questo - conclude Baldin - noi chiediamo che le pratiche per concedere il diritto d’asilo vengano sbrigate in brevissimo tempo (tre settimane), non in due anni come capita spesso. Se un migrante viene riconosciuto come clandestino, deve lasciare il nostro Paese. Siamo disposti ad organizzargli il viaggio. Costerà di meno ai cittadini e saremo sicuri che rispetterà la legge abbandonando il Paese. Infine chiediamo il superamento del trattato di Dublino. Un accordo europeo che intasa la burocrazia e ci penalizza particolarmente data la nostra posizione geografica”.

Il sindaco di Cona: “Profughi, situazione fuori controllo”

“Le grandi concentrazioni di profughi non creano integrazione. Questa non è accoglienza”

Il sindaco Panfilio e i cittadini di Cona durante la trasmissione televisiva “Virus”

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6 Chioggia

L’ex base missilistica di Ca’ Bianca non diventerà un centro di accoglienza per migranti. Ad annunciarlo è diret-

tamente il sindaco Giuseppe Casson al ter-mine della manifestazione organizzata il 5 settembre in Corso del Popolo dal Comitato dei residenti che si oppongono all’arrivo dei profughi. Appena ventilata l’ipotesi che la base militare dismessa di Ca’ Bianca fosse stata individuata come possibile struttura per ospitare immigrati e rifugiati, gli abitanti delle frazioni di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua si sono uniti compatti per dire “no” ad un centro di accoglienza nella struttura militare abban-donata. A spaventare i cittadini soprattutto i rischi sanitari e le condizioni di sicurezza conseguenti all’arrivo di 300 persone in due paesini di campagna, la cui popolazione con-ta circa 700 persone.

“Non è la maniera di fare accoglienza, né integrazione – commenta Erika Tiozzo, portavoce del Comitato cittadino – Accoglierli in un “lager” sarebbe una situazione indigni-tosa per loro e irrispettosa per noi, che abbia-mo il diritto di sentirci sicuri.”

Dopo aver diffuso la propria presa di posizione sulla stampa, radio e televisione (intervistati anche dal programma “Dalla vostra parte” della prima serata di Rete 4), il Comitato dei cittadini di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua ha deciso di indire un corteo pacifico in centro storico a Chioggia per coinvolgere tutta la città su un tema caldo e facilmente strumentalizzabile come quello dell’immigra-

zione. ”E’un problema che non riguarda soltan-

to le frazioni – continua Erika - Non si può scaricare su due paesini a 5 km da Chioggia tutta la responsabilità dell’accoglienza dei profughi”.

Il Comune, al momento, ospita 96 profu-ghi, il doppio delle quote previste dal Gover-no. Esasperare la situazione con nuovi arrivi, significherebbe minare la sicurezza finora garantita in città e la violazione della legge dello Stato (da parte dello Stato).

“Chioggia si è dimostrata accogliente anche oltre le misure previste – ha detto il sindaco Giuseppe Casson ai manifestanti – Una sistemazione diffusa e non concen-trata di persone clandestine evita problemi di ordine pubblico e garantisce maggiori possi-bilità di scambio con la realtà locale – e ha infine annunciato - Il Prefetto ha accolto la mia istanza mettendo fine a preoccupazioni che nelle ultime settimane ho condiviso con i miei cittadini”.

La notizia ha rasserenato gli animi del Comitato di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua, che per voce del suo presidente, Davide Tiozzo, ha commentato: “Non siamo contro i profughi, semplicemente non esistono le condizioni per ospitare nuovi migranti. L’attenzione rimarrà comunque alta, perché non vorremmo che tra qualche tempo l’ipotesi si venisse a ripropor-re”.

CA’ bIANCA Il COMITATO CITTADINO: “NON è quESTA lA MANIERA DI fARE ACCOglIENZA. NON è DIgNITOSO”

Chioggia si mobilita contro l’arrivo di nuovi migranti nel proprio territorio comunale. Dopo i massicci arrivi di decine di profughi

a Conetta, sistemati nell’ex base militare, nel Clodiense ha iniziato a serpeggiare una diffusa preoccupazione per il possibile utilizzo dell’ex base missilistica di Ca’ Bianca al fine di acco-gliere nuovi rifugiati.

Sabato 5 settembre un gruppo di residenti della frazione di Ca’ Bianca hanno dato vita a un corteo pacifico, che ha sfilato lungo corso del Popolo. La manifestazio-ne, tenuta d’occhio dagli agenti della Polizia di Stato e dei Carabinieri in tenuta antisommossa, non ha fatto registrare disordini. Si è trattato di un’azione dimostrativa che ha permesso di esternare tutti i timori di un piccolo centro abita-to, che cerca di difendere con le unghie e con i denti il suo territorio.

Partendo dal leitmotiv “Chioggia ha già dato”, le argomentazioni contro i possibili nuo-

vi arrivi si sono basate sull’indisponibilità del territorio tenendo conto dei criteri fissati dallo Stato.

“No business sugli immigrati, basta affari sui disperati” recitava uno striscione in testa al corteo, alludendo probabilmente ai loschi affari di “Mafia capitale”. L’azione dimostrativa non ha visto la presenza, almeno dichiarata, di le-ader politici, ad eccezione di Roberto Marcato,

assessore regionale allo Sviluppo economico ed energia, in quota Lega Nord.

Sulla questione, in attesa di vederci chiaro, il sindaco di Chioggia,

Giuseppe Casson, si è battuto in tutti i modi per escludere la possibilità dell’utilizzo dell’ex base militare di Ca’ Bianca.

“Era doveroso — ha scandito il primo cit-tadino — chiedere che il Governo rispettasse i suoi principi: accoglienza diffusa tra tutti i ter-ritori per garantire integrazione e sicurezza. Lo stesso Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia,

durante un recente incontro a Venezia con i sin-daci, sosteneva come fosse impossibile, per le forze dell’ordine, garantire la sicurezza di tutti laddove i migranti fossero concentrati in gran numero in pochi luoghi. La linea politicamente corretta è quella ora enunciata dal Governo: accoglienza diffusa in funzione di una più facile integrazione e di garanzia di sicurezza per la collettività”.

Casson precisa, quindi, di aver “ribadito in

ogni sede che nessuno si deve permettere di negare il dovere di accoglienza e di solidarietà nei confronti di chi fugge da guerre e devasta-zioni” ma ha insistito sul fatto che Chioggia sta già ospitando dei migranti e non può riceverne altri. Secondo Casson, “solo la condivisione di principi di accoglienza diffusa - mediante l’attuazione del criterio delle quote - riesce a garantire l’accettazione sociale del fenomeno migratorio”.

In altri termini, l’integrazione può essere perseguita solo alla condizione di una riparti-zione equa, per evitare che sorgano “quartieri ghetto” e quartieri degradati come è avvenuto, ad esempio, in maniera eclatante a Marghera, per fare un esempio concreto. Adesso, però, la tempesta non è ancora finita e i cittadini di Ca’ Bianca continueranno a battersi in tutti i modi per evitare gli arrivi.

*[email protected]

di Andrea Varagnolo*

Dopo l’arrivo di decine di profughi a Conetta, sistemati nell’ex base militare, anche nella frazione di Ca’ Bianca i residenti temono che nuovi rifugiati vengano ospitati nell’ex base missilistica

Società Emergenza profughi, la manifestazione del 5 settembre

Chioggia si mobilita contro l’arrivo dei nuovi migranti

La manifestazione di protesta. In alto l’assessore regionale Marcato

Sara Boscolo Marchi

Il sindaco Casson: “Doverosa l’accoglienza ma nel rispetto dei principi che si è dato il Governo”

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8 Chioggia

Il turismo come un “nuovo centro virtuale che so-stituisca quello fisico e territoriale proprio di altre realtà che metropolitane”. È questo il pensiero

del sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, sulle prio-rità della Città Metropolitana, l’ente che ha sostitui-to la Provincia di Venezia.

Il primo consiglio si è tenuto il 31 agosto, alla presenza dei diciotto consiglieri neoeletti e di quarantaquattro sindaci. Chiara la linea del primo cittadino di Chioggia, che ha sottolineato come sia fondamentale “abbandonare le tradizionali logiche di campanile per essere protagonisti di una fase nuo-va, che richiede un radicale mutamento di mentalità ed un sostanziale cambio di passo”. Per Casson bi-sogna quindi creare sinergie positive guardando in primis al turismo.

“Il turismo — ha sostenuto Giuseppe Casson — rappresenta un elemento proprio per la capitale metropolitana Venezia e per tutta la costa, che porta sul nostro territorio circa 25 milioni di presenze an-nue. Per le economie che genera, può davvero rap-presentare un nuovo centro virtuale che sostituisca quello fisico e territoriale proprio di altre realtà che metropolitane. Valorizzando, in questa prospettiva, la straordinaria ed impareggiabile attrattiva rappre-sentata dal brand Venezia”.

Ma secondo Casson è prioritario anche focaliz-zarsi sulle potenzialità del porto. Questo, secondo il primo cittadino, “in ogni dove costituisce momento fondamentale di sviluppo e di crescita non solo per le città che si affacciano sul mare, ma anche per tutto l’entroterra”. Ecco, quindi, un appello affinché tutti gli attori in causa riescano a fare sistema.

“Sono convinto — ha proseguito — che una gestione delle vicende legate alla portualità, sia commerciale che crocieristica, secondo logiche di sistema e dinamiche convintamente condivise, rap-presenterà un’occasione strategica ed immancabile per dare soluzione alle criticità presenti e garantire prospettiva e futuro all’intero territorio metropolita-

no. Credo davvero, ora, che tutto dipenda da noi: non perdiamo questa straordinaria opportunità per il futuro di tutti noi”.

Casson ha poi evidenziato le peculiarità della Città Metropolitana di Venezia, in quanto manche-rebbe, a differenza di altre realtà, di un “chiaro cen-tro e di una altrettanto indiscussa periferia”. In altri termini, è difficile individuare una periferia di un cen-tro che non c’è o non viene riconosciuto come tale.

“Credo indispensabile partire dalla seguente considerazione, ci troviamo qui, oggi, ad intrapren-dere un percorso che nessuno di noi ha scelto e che ci viene imposto per legge. Ho ancora vivo il ricordo degli incontri assembleari di noi 44 sindaci della de-funta provincia di Venezia, nei quali si dava concreta dimostrazione di quanto si fosse impreparati a quel-la che io reputo non tanto una svolta ma l’ “occasio-ne di una svolta”, che credo vada necessariamente colta, pur se imposta - ma io dico: felicemente concessa per via legislativa. Cosa viene chiesto a

ciascuno di noi consiglieri metropolitani e sindaci del territorio: abbandonare le tradizionali logiche di campanile per essere protagonisti di una fase nuo-va, che richiede un radicale mutamento di mentalità ed un sostanziale cambio di passo, elementi imman-cabili al fine di rendere efficace e fecondo il processo costituente che ci accingiamo ad iniziare. Ed è un processo, per noi della Città Metropolitana di Vene-zia, del tutto originale e diverso rispetto ai territori della Repubblica che ci hanno preceduti: la nostra Città Metropolitana manca, a differenza delle altre, di un chiaro Centro e di una altrettanto indiscussa Periferia. Per Casson, la mancanza di questo centro chiaramente identificato e di una definita periferia comporta “l’assenza inequivocabile di identità in capo nuovo Ente”.

Inevitabile, quindi, il richiamo alla responsabilità di chi è chiamato a scrivere il nuovo Statuto Metro-politano.

di Andrea Varagnolo

Nuovi enti Il 31 agosto si è tenuto il primo consiglio alla presenza dei 18 consiglieri neoeletti

Città metropolitana, si parta dal turismo

Nel territorio della Città metropolitana il turismo rappresenta una voce importante dell’economia: conta ben 25 milioni di presenze annue

Il sindaco Giuseppe Casson indica quelle che secondo lui sono le priorità: “Turismo e portualità, dobbiamo fare sistema”

Gli affittacamere “in nero” ora possono passare dalla parte della legalità senza costi aggiuntivi. Gruppo Turismo offre assistenza gratuita a tutti coloro che

affittano appartamenti in città e desiderano regolarizzare la propria posizione per evitare d’incorrere in spiacevoli sanzioni.

La Regione Veneto, con il DGR 881 del 13/7/2015, ha recentemente definito gli obblighi per gli “Alloggi turi-stici in locazione”, ossia strutture ricettive complementari

e unità abitative ammobiliate ad uso turistico. Rientrano nella categoria, tutte quelle attività turi-

stiche che non danno servizi e non hanno necessità di avere forma di impresa. Si tratta di strutture non aperte al pubblico, che non forniscono alcun servizio agli ospiti, e assicurano esclusivamente la fornitura di energia elettrica, acqua calda e fredda, gas ed eventuale climatizzazione; la manutenzione dell’alloggio, riparazione e sostituzione di arredi e dotazioni deteriorate; la pulizia dell’alloggio e,

se richiesto, la fornitura di biancheria, anche del bagno ad ogni cambio dell’ospite.

Gruppo Turismo Chioggia, in collaborazione con l’as-sociazione dei locatori ACCAM, si propone di diffondere la conoscenza delle norme regionali tra gli operatori e offre una consulenza gratuita previo appuntamento per adem-piere a quanto prescritto. A questo servizio sarà dedicato anche un giorno di apertura settimanale dell’ufficio in via Cassiopea.

newS gruppo turismo offre assistenza agli affittacamere che vogliono regolarizzare la propria posizione in base al Dgr 881 del 13 luglio scorsoalloggi TuriSTici in locazione, conSulenza graTuiTa dagli operaTori

S.B.M.

Il sindaco Giuseppe Casson accoglie la nascita della Città Me-tropolitana di Venezia come un’occasione di svolta e rinascita per Chioggia e il veneziano. Eleggere turismo e portualità,

quali unici riferimenti delle tante e diverse realtà che compongo-no l’area metropolitana.

Un percorso che nessuno dei 44 sindaci della defunta pro-vincia di Venezia ha scelto e che è stato imposto loro per legge.

“Ogni consigliere metropolitano e sindaco del territorio do-vrà abbandonare le tradizionali logiche campaniliste ed entrare in una fase nuova – afferma Casson - Si richiede un cambia-mento radicale di mentalità. Noi principianti della Città Metropo-litana di Venezia, ci troviamo di fronte ad una situazione inedita e molto diversa rispetto alle altre città italiane. La nostra Città Metropolitana, infatti, manca di un chiaro centro e di un’altret-tanto indiscussa periferia.”

Nei casi di Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna, per i “costituenti” fu più semplice riorganizzare la situazione territo-riale preesistente, partendo dalla distinzione “centro-periferia”.

Di Venezia, invece, si può riconoscere l’unicità universale e l’originalità, ma queste stesse caratteristiche la rendono difficil-mente identificabile come il centro di un’area metropolitana così eterogenea. Di qui le difficoltà più volte manifestate in passato dai sindaci dell’allora Provincia, di riconoscere al sindaco di Ve-nezia il ruolo di sindaco metropolitano.

“L’identità di questo nuovo Ente istituzionale si costruirà a partire dal turismo – continua Giuseppe Casson – che interessa in primis Venezia, ma anche tutta la costa, con circa 25 milioni di presenza annue. Questo settore potrebbe diventare il nuovo centro “virtuale” e sostituire quello fisico e territoriale tipico del-le altre città metropolitane.”

Un secondo punto di riferimento per le varie realtà del vene-ziano coinvolte, potrebbe giocarsi sulla portualità.

“La gestione della portualità, sia commerciale che crocieri-stica – aggiunge il sindaco di Chioggia – diventa un momento fondamentale di sviluppo e crescita non solo per le città che si affacciano sul mare, ma anche per tutto l’entroterra – e conclu-de Casson - Sono convinto che la Città Metropolitana di Venezia possa rappresentare un’occasione immancabile per risolvere le criticità presenti e garantire prospettiva e futuro all’intero terri-torio metropolitano.”

focuSIl commentocaSSon: “una occaSione di SvolTa e rinaSciTa per chioggia e il veneziano”

S.B.M.

Page 13: Chioggia sett2015 n105

di Sara boscolo Marchi

La crocieristica muove i primi passi a Chioggia, che si prepara a diventare uno scalo complementare a Venezia. Il 29 e

il 31 agosto ha attraccato al nuovo Termi-nal Passeggeri dell’Isola dei Saloni la nave a cinque stelle “Le Lyrial” della Compagnie du Ponant, presa in locazione dalla Mercedes per offrire una crociera ai suoi migliori clienti.

In città sono arrivati 200 passeggeri VIP da tutto il mondo, tra cui Ralf Schumacher, fratello minore di Michael Schumacher, e dal 2008 pilota della Mercedes nel DTM, nonché 136 persone di equipaggio. Ad ottobre, inve-ce, grazie alla collaborazione tra A.S.PO., Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, e l’agenzia marittima genovese Hugo Trumpy, attraccherà al porto di Chioggia per tre week end di fila la nave “Celestyal Crystal” e i suoi 1200 passeggeri.

L’imbarcazione di 14 tonnellate si fer-merà in città per due giornate a tratta. La crociera, infatti, partirà da Bari, farà tappa a Chioggia alle ore 8.00 il secondo giorno e prenderà il largo il terzo giorno alle 18.30 alla volta di Dubrovnik, per poi proseguire la sua rotta in Montenegro, Albania e Grecia.

“All’interno del sistema lagunare lo scalo clodiense offre enormi possibilità non

solo per la città e per il suo hinterland, ma anche per alleggerire il traffico crocieristico che grava su Venezia - commenta il sindaco, Giuseppe Casson – È un’occasione preziosa per Chioggia e l’occupazione. Si tratta di un settore ad alto valore turistico che genera un indotto importante con ricadute econo-miche positive sulle realtà imprenditoriali e commerciali di tutto il territorio. L’arrivo delle prime imbarcazioni ci conferma che la dire-zione intrapresa è quella giusta”.

La mini crociera organizzata ogni anno dalla nota casa automobilistica tedesca so-litamente in Costa azzurra, ha fatto visitare ai suoi ospiti Chioggia e Pola. Mentre al ritor-no, hanno potuto partecipare a una sfilata di auto d’epoca presso l’autodromo di Adria e hanno fatto un tour di Venezia con i traghetti locali.

“Anche per il sistema crocieristico, dobbiamo ormai ragionare in un’ottica me-tropolitana - conclude il sindaco - Venezia, da sola, non può accogliere tutto il turismo di questo tipo. Chioggia si offre come valida alternativa e molti tour operator hanno già dimostrato il loro interesse proponendo nuovi arrivi per il prossimo anno. Si tratta di dimo-strarsi pronti”.

Turismo Il 29 e 31 agosto all’Isola dei Saloni

Navi da crociera, i primi passiChioggia si prepara a diventare scalo complementare a Venezia. La nave a cinque stelle “Le Lyrial” ha attraccato al nuovo Terminal Passeggeri

La nave a cinque stelle, Le Lyrial, che ha attraccato

al Terminal passeggeri dell’Isola dei Saloni

a fine agosto

Chioggia invia una sua giovane rappresentante in Giappone, in occasione del ventitreesimo Jamboree. Il sindaco ha voluto onorare del

saluto della città l’ “ambasciatore” scout del grup-po AGESCI Chioggia 1, Sara Signoretto, prima della sua partenza per il grande evento di fraternità internazionale dall’altro capo del mondo. Selezionata tra le centinaia di ragazzi italiani iscritti al sito del Jamboree in virtù delle sue qualità e caratteristiche personali, Sara si è unita al contingente dei mille scout italiani che hanno preso parte alla manifestazione svoltasi dal 29 luglio al 7 agosto presso Kirara-Hama, Yamagichi City, circa 930 km a sud di Tokyo.

“Mi sono divertita molto al Jamboree – commenta l’ambasciatrice scout, Sara Si-gnoretto – Facendo un passo fuori dalla tua tenda, era come ritrovarsi dall’altra parte del mondo. Un’esperienza indimenticabile che consiglierei a tutti”.

La prima edizione della manifestazione risale al 1920, partorita dall’intuizione del fondatore Baden Powell. Il Jamboree riunisce ogni quattro anni i rappresentanti degli scout di 147 nazioni del mondo e raccoglie oltre 33 mila aderenti.

“La presenza degli scout è una grande ricchezza per Chioggia – ha commentato il sindaco, Giuseppe Casson – La nostra ambasciatrice ha l’arduo compito di portare un pezzetto della nostra città a questo evento mondiale. Questa tappa è importante non solo per il suo cammino, ma per il percorso dell’intero gruppo. Siamo lieti che il Chioggia 1 abbia voluto condividere con l’intera comunità questo importante e gioioso avvenimento”.

Sara Signoretto è la quarta rappresentante del gruppo scout a partecipare ad eventi mondiali nei settant’anni di storia dell’associazione cittadina.

“Ci sentiamo veramente onorati e fortunati che questa ragazza sia stata scelta - spiegano i capi del Chioggia 1, Tommaso e Giovannella Signoretto - Ha rappresentato, non solo il nostro gruppo di appartenenza, ma anche la nostra terra, la nostra città e la nostra cultura”.

XXiii JaMboree

gruppo Agesci Chioggia 1Sara SignoreTTo, aMbaSciaTrice ScouT di chioggia in giappone

S.B.M.

Sara insieme al sindaco Casson

9Chioggia

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10 Chioggia

Potrebbe tornare il tribunale a Chioggia? Dopo il colpo di mano del governo Monti, che soppresse con un decreto

legislativo decine di tribunali e 220 sezioni distaccate, tra cui Chioggia, con un drastico peggioramento del già vacillante sistema giudiziario italiano, torna d’attualità, dopo le ferie estive, la questione della sezione di-staccata di Chioggia. La consigliera regionale dei Cinquestelle, Erika Baldin, fa pressing affinché venga riassegnata la sede clodiense. Il tribunale di Chioggia fu chiuso il 6 settem-bre 2013 e le sue funzioni furono trasferite in blocco a Venezia. Da allora, nonostante i continui appelli dei politici locali, primo fra tut-ti il sindaco, Giuseppe Casson, non si palesò nessuno spiraglio per la riapertura.

Ma adesso la consigliera snocciola alcune specificità di Chioggia, che potrebbero giusti-ficare un’eventuale riapertura della sezione. Le sue esternazioni seguono la presa di po-sizione del presidente del Veneto, Luca Zaia, a favore di un tribunale della Pedemontana.

“Vorrei ricordare al presidente e al Con-siglio regionale — ha spiegato Erika Baldin — che la zona a sud della laguna veneta sconta una distanza da Venezia e un deficit infrastrutturale che non consente di raggiun-gere gli uffici giudiziari del capoluogo in meno di un’ora e un quarto e, nei mesi estivi, in non meno di 90 minuti”.

La cinquestelle illustra, poi, le peculiarità della sede.

“La sede di Chioggia — continua — è di recente costruzione (2002) e di riconosciu-ta efficienza, grazie ai tempi celeri di tratta-zione delle cause, svolgeva un indispensabile servizio alla collettività per un bacino di circa 70 mila persone. È importante sapere che la città di Chioggia è il sesto comune, non ca-poluogo, del Veneto per numero di abitanti e che qui svolgono il proprio servizio oltre tre-cento operatori di polizia giudiziaria, in forza ai locali Commissariato di Pubblica sicurezza, Compagnia dei Carabinieri, Guardia di Finan-za, Capitaneria di Porto e Comando Polizia Lo-cale. Si tratta di garantire anche la sicurezza degli stessi cittadini, dato che i collegamenti con Venezia si affidano alla sola Statale Ro-mea, direttrice viaria che ha ottenuto il triste primato di strada statale più pericolosa d’Ita-lia, con 1,70 incidenti a chilometro e 0,10 morti per incidente.

La città di Venezia è universalmente riconosciuta come sede disagevole per i tra-sferimenti. Proviamo a metterci nei panni di un disabile o una persona anziana che deve arrivare a Rialto. Esistono in Italia situazioni problematiche di questo tipo? Per fortuna abbiamo a portata di mano una struttura re-cente, perfettamente fruibile e pronta all’uso che le è proprio. Per una volta facciamo in modo che i servizi siano veramente servizi e non finiscano per diventare disagi per la citta-

di Andrea Varagnolo

La consigliera regionale dei Cinquestelle Erika Baldin torna all’attacco e ne chiede la riapertura per le specificità del territorio

Giustizia Dopo la soppressione di decine di tribunali e di 220 sedi distaccate

Tribunale a Chioggia, Erika Baldin riapre... il caso

Erika BaldinA sx una delle mani-festazioni che vennero organizzate a difesa del tribunale

dinanza”. Queste le richieste, sicuramente condivi-

se dalla popolazione chioggiotta e dai politici locali e, sicuramente, anche dal presidente della Regione Luca Zaia. Ma il presidente non potrà far altro che avanzare una richiesta al Governo e al Parlamento, i soli organi dello Stato che possono rivedere la decisione del governo Monti.

Dal 15 settembre prossimo entra in vigore il nuovo tagliando di parcheggio per disabili che so-

stituisce il vecchio permesso di colore arancione, rilasciato prima del 15 set-tembre 2012. Il Comune in questi gior-ni ha inviato circa 500 comunicazioni al domicilio degli utenti che non hanno ancora provveduto alla sostituzione, per sollecitarne il rinnovo. I titolari del contrassegno dovranno recarsi perso-nalmente o presentare richiesta tramite una persona delegata allo sportello dei servizi sociali, con la documentazione necessaria. Sarà obbligatorio presenta-re il modulo di richiesta, compilato e sottoscritto, il vecchio tagliando arancio-ne, il certificato del medico curante che confermi il persistere delle condizioni sanitarie che hanno dato luogo al rila-scio, e cioè “l’effettiva capacità di de-ambulazione impedita o sensibilmente ridotta”, una fototessera recente e la fotocopia di un documento di identità in corso di validità. Il nuovo permesso sarà di colore azzurro chiaro, con il simbolo bianco della sedia a rotelle su fondo az-zurro scuro e avrà una validità di cinque anni dalla data di rilascio. In alternativa, potrà essere richiesto il nuovo contras-segno senza presentare il certificato del medico curante, mantenendo la stessa scadenza del precedente. La sostituzio-ne è immediata e non prevede oneri per il richiedente. Lo sportello dei Servizi Sociali di Palazzo Morosiniè aperto dal martedì al giovedì, dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Tel. 041 5534016, fax 041 5534018.

newSDisabilinuovo conTraSSegno europeo di parcheggio

S.B.M.

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11Chioggia

Lavori in centro storico, il mercato del giovedì viene “fatto a pezzi”. L’avvio dell’attesissimo intervento di rifacimento del selciato di corso del Popolo sud ha

obbligato l’amministrazione comunale a dover optare per un sito alternativo dove trasferire il “Zioba”, il caratteristico mercato settimanale, uno dei più grandi d’Italia.

Se ne parla ormai da marzo ma la decisione opera-tiva sullo spostamento è stata presa solo a metà agosto, dopo un lungo braccio di ferro tra le associazioni di cate-goria degli ambulanti e la giunta comunale. Il Comune, infatti, si è trovato a decidere in fretta e furia il destino del mercato per i due mesi in cui corso del Popolo rimane off limits. Il braccio di ferro era nato, ai primi di agosto, quando l’amministrazione aveva prospettato, durante una riunione riservata agli operatori, l’annullamento del mer-cato maggiore settimanale per i mesi interessati ai lavori.

Una levata di scudi, prevedibile, da parte degli ambu-lanti, aveva però obbligato il dirigente del settore e l’as-sessorato a scendere a un compromesso. Gli ambulanti avevano infatti lanciato un monito durissimo contro la de-

cisione della sospensione, definendola deleteria e foriera di danni economici ingenti agli operatori.

Dopo una settimana di tensione, il Comune ha fatto marcia indietro, accogliendo le richieste degli ambulanti, che premevano per trovare un sito alternativo per i due mesi in questione.

La soluzione trovata, com’era stato ventilato da tem-po, è quella dell’Isola dell’Unione, sito che più si confà alle

esigenze operative e logistiche del mercato e che risulta più vicino al centro storico.

Il mercato, fino ai primi di novembre, sarà quindi diviso in tre: una parte resterà in corso del Popolo nord, un’altra verrà trasferita all’Isola dell’Unione e, infine, l’ul-timo pezzo sarà collocato nei pressi del Duomo. Adesso residenti e ambulanti dovranno però accertarsi che la tem-pistica per l’esecuzione dei lavori venga rispettata.

Lavori pubblici in Corso del Popolo Trovata una soluzione per i prossimi due mesi

Tre locations per il mercato del ZiobaDopo un lungo braccio di ferro si è deciso di trasferire “a pezzi” i banchi degli ambulanti: una parte resterà a Corso del Popolo Nord, un’altra sarà spostata all’Isola dell’Unione, una terza verrà collocata nei pressi del Duomo

Accordo trovato, mercato salvato. Ambulanti e ammini-strazione sono giunti al compromesso che permetterà di mantenere il regolare svolgimento del mercato del

giovedì anche durante i due mesi di cantiere per il rifacimen-to della pavimentazione della parte sud di Corso del Popolo.

Dal 17 settembre, infatti, circa cinquanta banchi del tra-dizionale mercato saranno trasferiti dalla zona compresa tra Calle San Giacomo e Ponte Zitelle, al parcheggio comunale dell’Isola dell’Unione. Tutti gli altri, situati nella zona nord di Corso del Popolo e nella zona tra il Duomo e Campo Mar-coni, rimarranno al loro posto, ad eccezione degli ambulanti dotati di mezzi superiori ai 35 quintali.

“Non è la soluzione ideale e non siamo soddisfatti – ammette Tiziano Scandagliato, responsabile dell’Anva-Con-fesercenti – ma abbiamo scelto il male minore. L’alternativa era rimanere a casa tutti, soluzione improponibile. Abbiamo accettato questo compromesso anche se così avremo un mercato diviso in tre tronconi, ma non c’erano margini e tempi per trovare alternative fattibili”.

Il mercato del giovedì di Chioggia, con i suoi 217 banchi e più di 600 operatori coinvolti, è tra i primi del Veneto e attrae 20-30.000 visitatori ogni settimana.

“Era l’unica mediazione possibile – rassicura l’assesso-re alle Attività Produttive, Marco Dughiero – la ditta ci ha assicurato che impiegherà 60 giorni di calendario per rifare la pavimentazione e noi ci impegneremo perché questo ter-mine venga rispettato”.

i coMMenTi

Tiziano Scandagliato, Anva-Confesercenti“non è la Soluzione ideale Ma SiaMo SoddiSfaTTi”

Sara Boscolo Marchi

di Andrea Varagnolo

Il mercato settimanale di Chioggia, con i suoi 217 banchi e più di 600 operatori, è tra i più grandi del Veneto

Il Comune corre ai ripari contro il calo de-mografico e destina alle famiglie un con-tributo una tantum di 500 euro per ogni

nuovo nato o per ogni adozione avvenuta nel 2014.

È stato pubblicato il bando per l’eroga-zione del contributo comunale a favore della famiglie del territorio.

Di fatti, negli ultimi 5 anni si è assistito ad un notevole calo delle nascite a Chioggia, che si allinea pienamente con la tendenza na-zionale. Se nel 2009 i nuovi nati erano 413, negli anni successivi il numero è progressiva-mente diminuito, fino ad arrivare alle 306 “cicogne” del 2014. I nati non pareggiano i morti e il saldo demografico si chiude ogni anno in negativo, tanto che nel 2014 la po-polazione della città è scesa sotto i 50.000 abitanti.

“Con questa misura vogliamo riconosce-re il ruolo fondamentale della famiglia come soggetto su cui poggia e si sviluppa la nostra società – spiega l’assessore ai Servizi sociali, Massimiliano Tiozzo – Siamo di fronte ad un fenomeno demografico negativo nei con-fronti del quale la politica non può rimanere indifferente.

Rispondiamo a una situazione di difficol-tà con misure concrete di promozione della natalità e di sostegno economico alle fami-glie.

I fenomeni di bassa natalità impattano ed impatteranno in maniera sempre più si-gnificativa sulla pianificazione dei servizi

socio-sanitari. Oltre ad essere un freno alla produttività, influenzano in maniera negativa lo sviluppo del nostro territorio”.

Le risorse stanziate dall’amministrazione sono pari a 70 mila euro, ossia 10 mila euro in più rispetto alle previsioni. L’erogazione dell’assegno potrà essere richiesto da nuclei familiari con nuovi nati o adozioni di minori avvenute nell’anno 2014, ma con un indica-tore ISEE non superiore ai 20 mila euro, in modo da privilegiare le famiglie monoreddito o con più figli.

Le domande dovranno essere presentate entro il 15 ottobre. I contributi verranno rila-

sciati in base ad una graduatoria. Per prendere visione del bando, ritirare il

modulo della domanda ed ottenere informa-zioni è possibile rivolgersi al Front-office del Settore Servizi Sociali - Palazzo Morosini Cor-so del Popolo 1327 - tel. 041 5534016, fax 041 5534018 - orario: martedì, mercoledì e giovedì, ore 09:00/12:00 o consultare il sito web del Comune di Chioggia www.chiog-gia.org, al link “Avvisi”, dove è pubblicato il Bando completo ed è possibile scaricare il modulo della domanda.

bONuS bEbè: Il COMuNE METTE A DISpOSIZIONE 70MIlA EuRO pER I NATI NEl 2014

S.B.M.

Il Comune destina alle famiglie un contributo di 500 euro per ogni nuovo nato

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13Chioggia

Alcune immagini che testimoniano del degrado. Foto di Antonella Boscolo Capon e dal blog “Chioggiaazzurra”

Escalation di atti vandalici contro i beni pubblici in città. Tra sporcizia e dan-neggiamenti dilaga il degrado. Sta

degenerando a vista d’occhio, nelle ultime settimane, la situazione dei beni pubblici, abbandonati al loro destino. E il progressivo abbassamento del senso civico, che pare ine-luttabile, è ormai tangibile. Panchine del lun-golaguna imbrattate e ricoperte di feci, parco giochi del Lusenzo completamente distrutto, contenitori per le immondizie sradicati, spor-cizia ovunque: un vero e proprio sfregio che offende tutte le persone che hanno ancora un po’ di senso civico.

Molti anziani, se interpellati sul tema, ricordano i vecchi tempi, quando l’educazio-ne era affar serio e chi non rispettava le regole veniva punito a suon di bastonate. Adesso i giovani, per uniformarsi al gruppo e per non essere da esso esclusi, mettono invece alla prova la loro temerarietà, il loro “coraggio”, la loro veemenza, la loro sfacciataggine testando il proprio grado di inciviltà: più si adeguano a comportamenti errati e più, allora, si sentono leader, superiori, e quindi “capaci” di affron-tare la vita. L’esatto opposto di quello che dovrebbe essere.

Accade così che quello che appartiene a tutti deve essere disprezzato e distrutto, con la consapevolezza che, alla fine, non si verrà puniti per le azioni improvvide ma, anzi, si verrà “ben visti” dagli altri componenti del gruppo, generando così un circolo vizioso terribile.

La foto di un anziano seduto su una pan-

china imbrattata, e con i resti di una festa al-colica alle sue spalle è emblematico. Bicchieri rossi abbandonati per terra, con le bottiglie di superalcolici a fare da contorno. Tutto lì, rigorosamente abbandonato. E se a qual-che membro di quella “santa” compagnia fosse balzato in testa il più remoto barlume di responsabilità, ancor prima che di senso civico, sarebbe probabilmente stato escluso dal gruppo (non si sarebbe uniformato al comportamento generale). Quindi nessuno si è fatto scrupoli: tanto qualcuno, in futuro, avrebbe pur pulito quella schifezza. Ma, se il giorno dopo avessero ripetuto la festicciola, e se nessuno fosse passato a pulire, probabil-mente avrebbero inveito contro i servizi pub-

blici: era loro dovere pulire...

Se passiamo alla passeggiata del Lu-senzo, il degrado è un pugno all’occhio. Il piccolo parco giochi, a

pochi passi dalla pista rosa, come testimonia-no le foto del blog Chioggiazzurra, sembra un percorso di guerra. Giostre distrutte, im-brattate, ricoperte di immondizia di ogni tipo, cestini rovesciati e lì da chissà quanto tempo: uno squallore deprimente che la dice lunga, molto lunga, sul grado di inciviltà presente nel territorio.

I chioggiotti, ormai, segnalano in ma-niera esasperata simili situazioni di degrado, continuando a chiedere che le istituzioni adottino azioni repressive più incisive. Ma sembra che la mano pubblica sia in grado di dare regole ma non riesca, a conti fatti, a farle rispettare.

DEgRADO IN CITTà uN’ACCuSA CONTRO glI ATTI VANDAlICI

La battaglia civica è terminata con la vittoria dei cittadini: la “carretta del mare” sarà demolita. Il relitto della

nave Notios Hellas incagliato nella laguna, a poche centinaia di metri dal centro stori-co di Chioggia, sarà rimosso dal paesaggio entro i primi mesi del prossimo anno.

Il Ministero dei Trasporti ha pubblicato un bando dove mette a disposizione 903.170 euro per la sua demolizione e la presentazio-ne delle offerte scade il 30 settembre.

I lavori dovrebbero essere completati in 180 giorni e le imprese smonteranno la nave arrugginita pezzo per pezzo, sul posto.

Nell’estate del 2016 la laguna dovrebbe ospitare un monumento al degrado in meno. Il risultato è stato ottenuto grazie all’impegno civico dei 2331 chioggiotti iscritti al gruppo Facebook “Via la carretta da Chioggia”, che meno di tre anni fa ha cominciato a battersi per la causa.

“Questa è la dimostrazione che le siner-

gie tra la gente comune servono a stimolare le istituzioni e a far fare alla comunità quel salto in avanti rispetto all’isolamento cui ci sentiamo spesso vittime – commenta Ma-rino Masiero, amministratore del gruppo Facebook - Se la carretta fosse stata abbando-nata ad un chilometro da Piazza San Marco, la politica che conta l’avrebbe demolita in tre settimane”.

La nave è rimasta immobile per trent’an-ni. Sono bastate le proteste sul social network

ad avviare in pochi mesi il progetto esecutivo, unite a pressioni sulla politica locale e regio-nale.

“La demolizione della carretta è un se-gnale che cambiare si può – conclude Masie-ro - La determinazione e la capacità di fare squadra, così come un’indispensabile dose di pragmatismo possono fare la differenza e rilanciare Chioggia, la sua economia e la sua straordinaria gente verso un futuro migliore. Basta volerlo davvero e partecipare”.

di Sara boscolo Marchi

Il Ministero dei Trasporti ha messo a disposizione 900mila euro. Il 30 settembre scade il bando per la presentazione delle offerte. I lavori dovrebbero essere completati in 180 giorni

Degrado in laguna Successo per la battaglia civica che dura da tre anni

La “carretta del mare” sarà demolita

Il relitto della nave Notios Hellas incagliato nella laguna, a poche centinaia di metri dal centro storico

Andrea Varagnolo

Sporcizia, panchine imbrattate e danneggiamenti: il dito è puntato contro il venir meno del senso civico

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di Andrea Varagnolo

Una petizione per chiedere maggiore sicurezza a Sant’Anna di Chioggia. Il documento è stato sottoscritto da circa

settecento residenti, che chiedono interventi urgentissimi all’amministrazione comunale. La frazione, tagliata in due dalla pericolosissima Statale 309 “Romea”, chiede un’azione im-mediata, da parte del Comune, per garantire agli abitanti una vita serena. Dopo le vibranti proteste relative al posizionamento dei futuri autovelox sulla statale, assolutamente slegati dal centro abitato, i residenti tornano a farsi sentire e, questa volta, mettono le loro richie-ste nero su bianco, protocollando in Comune un documento con richieste dettagliate. Le risposte, però, difficilmente arriveranno, con-siderata la penuria di risorse pubbliche che lo Stato mette a disposizione dei Comuni e l’as-soluta scarsità di personale della polizia locale impegnato nei servizi stradali. Tante le richie-ste di chi abita nella più importante frazione di Chioggia: tra le principali si chiede l’instal-lazione di un’idonea segnaletica dissuasiva, finalizzata alla diminuzione della velocità dei

veicoli nell’intersezione stradale semaforica a raso sulla strada statale Romea e all’attraver-samento pedonale di via Canoni, la rimozione immediata dei vetusti lampioni situati al centro della pista ciclabile lungo la statale Romea e l’installazione lungo tutto il tratto da via Fisola a via Marinetta dei nuovi lampioni già previsti nel progetto conclusivo di ultimazione lavori, “da anni fermo, mai eseguito dal Comune di Chioggia”, il completamento della pista cicla-bile nel breve tratto dal sottopasso pedonale all’incrocio con via Canoni; e, infine, l’installa-zione di materiale segnalatore sulle cordonate divisorie tra percorso ciclabile e Statale Ro-mea. “Il sindaco, Giuseppe Casson — spiega Valterino Baldin, presidente del comitato di Sant’Anna — in una recente riunione con i residenti ha saputo placare gli animi, al pun-to che ci ha parlato della situazione politica dell’Europa di quella Italiana e che, novità, il

patto di stabilità blocca tutti i lavori che servi-rebbero anche per la frazione nostra. L’unico componente della giunta che ha promesso qualcosa è stato l’assessore Riccardo Rossi, che ha promesso che a settembre iniziano i lavori per i lampioni della pista ciclabile e le tre aule della scuola media, inutilizzate da anni”.

Nella petizione si ricorda, poi, che “la presenza della regolamentazione semaforica, pur avendo migliorato il livello di sicurezza, non è stata sufficiente ad evitare continui e gravi sinistri tra veicoli ”. Proprio a fine agosto un incidente mortale, occorso proprio vicino al famigerato semaforo, ha riproposto la problematica dell’estrema pericolosità della statale. In quell’occasione un Tir ha centrato un camper fermo al semaforo, uccidendo una donna. I residenti, oltre a chiedere interventi urgenti sulla cosa pubblica, sollecitano ancora una volta una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Fortissima delusione, invece, è stata espressa sulla mancata previ-sione di autovelox vicini al centro abitato, pur essendo sollecitati da decenni.

La petizione Raccolte circa settecento firme sulla viabilità

Sant’Anna chiede più sicurezzaI residenti chiedono l’installazione di una adeguata segnaletica per ridurre la velocità dei veicoli all’incrocio con la Romea e la rimozione dei vecchi lampioni della pista ciclabile

La vera solidarietà non ha confini, a dimostrazione di

ciò venerdì 4 settembre è stato organizzato l’e-vento solidale in piazza Todaro che ha l’obietti-vo di raccogliere fondi per i bambini malnutriti del Burundi. L’idea è nata da un’operatrice del Pronto Soccorso, Ti-ziana Piva, recatasi lo scorso anno in missio-ne a Gitega per lavorare presso il dispensario costruito dalle serve di Maria Addolorata.

Per la serata sono state molte le persone coinvolte tra cui il professor Pani, a cui è stato affidato il catering, Francesco Bonivento per il service luci e audio, lo staff del caffè degli artisti e tanti altri amici che hanno colto la bontà dell’iniziativa.

“In missione c’è bisogno di tutto - rac-conta Tiziana Piva - molto possiamo fare con i soldi che abbiamo raccolto nel corso della cena di solidarietà. E’ impressionante sapere che bastano solo 0,50 centesimi per pagare un semplice vaccino di un bambino”.

I biglietti in vendita per l’evento sono stati realizzati riproducendo il Muac, ovvero il bracciale Onu che determina lo stato nutrizio-nale del bambino posizionandolo in zona bra-chiale. Nel corso della serata sono intervenuti la compagnia del Piccolo Teatro di Chioggia,

il gruppo di Arena Artis e alcuni alunni della scuola media cittadina ad indirizzo musicale.

Sono state molte le iniziative finora attuate per continuare a sostenere la realtà di Gitega che anche per Chioggia è divenuta così familiare e vicina.

In questi mesi infatti si è recata presso il nostro ospedale la dottoressa che opera nel dispensario per formarsi e accrescere la propria professionalità. In quest’occasione è stato donato un ecografo indispensabile per la missione e per effettuare le visite mediche.

Il prossimo 6 novembre Tiziana Piva si recherà a Gitega per mettere la propria pro-fessionalità a servizio della missione e conse-gnerà personalmente il ricavato della cena di solidarietà.

La generosità non conosce limiti e Tizia-na ci dimostra che basta davvero poco per fare tanto!

SOTTOMARINA gAlà DEllA SOlIDARIETà pER SOSTENERE lA MISSIONE NEl buRuNDI

Tiziana Piva a Gitega nella missione in Burundi

Miriam Vianello

14 Frazioni

Traslocano due scuole materne. Da quest’anno scolastico nuovi spazi per le scuole dell’infan-zia di Brondolo e Ca’ Lino, facenti parte ri-

spettivamente dell’Istituto Comprensivo Chioggia 4 e Chioggia 2. La materna di Brondolo è stata trasferita nei locali ristrutturati del plesso Merlin in via Padre Emilio Venturini mentre, quella di Ca’ Lino, è stata spostata nell’edificio che un tempo ospitava la scuola elementare.

I due plessi di destinazione risultano più adatti ad accogliere i piccoli, e sono stati adeguatamente sistemati al fine di permettere uno svolgimento agevole delle attività didat-tiche. L’edificio di Brondolo, in particolare, risultava inadeguato. Questo non rimarrà però inutilizzato, ma sarà utilizzato come sede per l’associazionismo.

“Abbiamo messo a calendario la maggior parte degli interventi prima dell’inizio delle lezioni — ha spiegato il vicesindaco, nonché dirigente del Comprensivo Chioggia 2, Luigi De Perini — per creare meno disagi possibili alle famiglie attraverso un lavoro certosino di coordinamento da parte dei nostri uffici”.

I nuovi spazi sono dotati di bagni completamente rinnovati, di una nuova mensa e tutti gli ambienti sono stati adeguatamente ridipinti. La scuola dell’infanzia di Ca’ Lino occuperà quasi l’intero plesso, ad esclusione di uno spazio al piano terra, che verrà riservato alle attività del comitato della frazione.

Il Comune ha spiegato che, in futuro, cercherà di valorizzare il cortile della scuola, arricchendolo con arredo urbano e giochi da giardino. Novità anche per l’infanzia Padoan di Sottomarina, ospitata nei locali di una vecchia colonia.

Qui si erano recentemente verificati dei crolli del soffitto, a causa delle infiltrazioni. In questo caso è stato portato a termine un intervento di rifacimento delle guaine e di ripristi-no dei solai. Il costo totale degli interventi è di circa 130 mila euro. Parte degli interventi sono stati finanziati grazie al progetto governativo “Scuole Belle”.

newS

Istituti scolasticinuovi Spazi per le Scuole dell’infanzia di brondolo e ca’ lino

A.V.

Il vicesindaco Luigi De Perini

Page 19: Chioggia sett2015 n105

15Sottomarina

Un violento temporale ha messo a dura prova, lo scorso 20 agosto, gli imprenditori del settore balneare e gli

agricoltori. Sono stati ingenti i danni provo-cati da un evento temporalesco ad alcuni stabilimenti balneari di Sottomarina e agli orti di Ca’ Lino.

Si è verificato quello che in gergo me-teorologico viene definito “downburst”, ov-vero una colonna d’aria in rapida discesa – generata da un temporale - che incontra la superficie, finendo poi per espandersi oriz-zontalmente in tutte le direzioni. Gli effetti di questo fenomeno sono stati devastanti: alcune capanne sono andate distrutte, moltissimi ombrelloni si sono spezzati e le tensostrutture hanno ceduto. Fortunatamen-te questo evento negativo non ha gravato significativamente sull’afflusso di clientela, in quanto gli addetti ai lavori sono riusciti a ripristinare la funzionalità dei luoghi a tempi record. Ma tante strutture sono comunque andate distrutte e, adesso, si guarda ai risar-

cimenti. Situazione più critica invece a Ca’Li-no e Isola Verde, dove sono caduti alberi ad alto fusto e le coltivazioni sono andate perdute, con danni ingentissimi.

Il 21 agosto il presidente della Regione, Luca Zaia, con proprio decreto ha dichiarato lo stato di crisi. Zaia ha riconosciuto, in par-ticolare, i danni ai settori del turismo (stabi-limenti balneari e strutture ricettive), dell’a-gricoltura (colture e manufatti), e ad altre infrastrutture pubbliche come fabbricati, spiagge, strade, aree verdi, arredo urbano.

Il Comune di Chioggia, nei primi giorni

di settembre, ha dato il via a un censimen-to, propedeutico a un eventuale risarcimen-to, facendo seguito a una specifica richiesta regionale. In altri termini, si è trattato di una ricognizione di stima per la quantificazione dei danni al patrimonio pubblico di compe-tenza degli enti pubblici, alle infrastrutture a rete di servizi essenziali, al patrimonio pri-vato e alle attività economiche e produttive.

Ma nessun risarcimento è assicurato e, anche qualora fosse stabilita una somma a ristoro dei danni, i tempi per l’effettiva ero-gazione si preannunciano biblici.

di Andrea Varagnolo

Il temporale del 20 agosto Il Comune ha dato il via a un censimento per eventuale risarcimento

Maltempo, al via la stima dei danni a Sottomarina e Ca’ Lino

Il 20 agosto scorso un violento nubifragio ha danneggiato gli stabilimenti balneari e gli orti

Il barbiere chioggiotto Simone Boscolo Cegion giurato del “Barber match”, organizzato lo scorso primo giugno a

Roma. È stata una vera e propria conqui-sta per il giovane acconciatore di Chioggia, essere stato selezionato a un evento così importante, su scala nazionale. Prima di tutto un riconoscimento della sue capacità professionali e, poi, il coronamento di anni e anni di dedizione, nell’antico mestiere. Simone, classe ‘78, molto apprezzato a Chioggia e non solo, è stato selezionato per valutare i partecipanti al concorso na-zionale di acconciatori, che ha richiamato professionisti da ogni angolo della Peniso-la. È stata una sfida tra barbieri under 28 e under 22 sulle categorie “old school”, “hair tattoo”, modellatura e massaggio barba.

Simone, che ha il diploma di maestro d’arte, è stato scelto come professionista di altissimo livello, dopo una selezione svoltasi nell’intero panorama nazionale. Per lui, dunque, una chiamata un po’ inaspettata, ma resa possibile grazie alla rivoluzione digitale. Dopo essersi fatto co-noscere anche sui social network, infatti, è

stato subito apprezzato dai più importanti professionisti del settore, che si sono ci-mentati nell’impresa di scovare i più talen-tuosi barbieri italiani.

A lui, oltre all’onore di essere chiama-to a fare parte della giuria, il “compito” di rappresentare tutto il Veneto, in quanto è stato l’unico rappresentante a livello regionale. La sua funzione è stata quella di contribuire, assieme agli altri venti giu-dici presenti, a scegliere il vincitore delle tre categorie. Per Simone è stata anche un’occasione per esibirsi in suo taglio ca-ratteristico, nel suo metodo di lavoro che lo distingue per sfumatura e ciuffi.

Attualmente lavora gestisce una bar-bieria a Sottomarina in viale Tirreno, dopo aver appreso il mestiere del padre Angelo e del nonno, iniziando la professione, nel 1994, a 15 anni.

il perSonaggio

prestigioso riconoscimento per il barbiere di ChioggiaSiMone boScolo cegion, giuraTo al “barber MaTch”, il concorSo nazionale

Simone Boscolo Cegion

A.V.

Il campo da calcetto sul Lungomare Adriatico si rinnova e diventa Camp Nou. Il 13 agosto è stato inaugurato il nuo-

vo impianto sportivo di Sottomarina Lido alla presenza del sindaco e delle autorità comunali.

Realizzato dall’ASD Borgo San Gio-vanni che si era aggiudicata il bando per la riassegnazione gestionale nel 2014, Camp Nou si avvale di strutture moderne e funzionali. Comprende due campi di calcio a 5, outdoor e indoor, quest’ultimo diventa anche campo di tennis. Le nuove strutture ora possono avvalersi di erba sintetica di ultima generazione, così come di spoglia-toi sono stati completamente ristrutturati e modernizzati per ospitare due squadre e gli arbitri. Il campo sportivo è stato finalmente predisposto anche per l’accesso a disabili, con bar e servizi per l’utenza nel cuore di Sottomarina.

“Nel meraviglioso luogo del Lungo-mare, è stata fatta una struttura davvero stupenda, a disposizione della cittadinanza e delle associazioni sportive del territorio – afferma il sindaco, Giuseppe Casson – In un’epoca in cui spesso le risorse sono mi-nime e gli strumenti inadeguati, l’incontro

tra pubblico e privato può dar vita a queste realizzazioni finalizzate ad offrire un servi-zio alla collettività”.

Assieme all’Associazione Borgo San Giovanni, hanno collaborato alla realizza-zione di Camp Nou anche la Banca di Credi-to Cooperativo di Piove di Sacco, l’associa-

zione Collavoriamo, la cooperativa sociale Ego Labor, la Commerciale Ferramenta.

“Camp Nou è motivo di grande soddi-sfazione ed orgoglio per noi – spiegano i rappresentanti dell’ASD di Borgo San Gio-vanni, Gimmi Sambo e Alessandro Doria – La nostra esperienza parte da lontano, quando 30 anni fa iniziammo a diffonde-re l’attività sportiva. Ci siamo accostati a questo progetto e alla partecipazione ge-stionale dell’impianto, perché pensiamo sia un’opportunità per l’intera città, oltre che per i giovani e per tutti coloro che pra-ticano sport – e concludono - Con orgoglio e con la massima serietà ci impegniamo a mantenerlo sempre bello e fruibile come in questo primo giorno”.

Diego Baldan, presidente del CSEN Venezia, ente di promozione sportiva del CONI, di cui è anche consigliere regiona-le, si fa sfuggire un’anticipazione sul fu-

turo della struttura: “Assieme al Comune stiamo ideando un progetto di attività di monitoraggio delle associazioni sportive e delle molte eccellenze di Chioggia – spie-ga Baldan - É in cantiere uno sportello per lo sport, un ufficio in cui le associazioni (ma non solo) potranno monitorare, coor-dinare e gestire una corretta promozione e informazione per il cittadino sulle varie attività”.

L’inaugurazione è proseguita con la benedizione dell’impianto da parte di don Pierangelo Laurenti; con la premiazione, da parte del vicesindaco professor Luigi De Perini, dello sportivo Alessandro Boscolo “Pevare”, personalità assai nota a Chiog-gia, per l’impegno profuso in una vita per i giovani e lo sport e con due partite nel nuovo campo esterno, la prima delle quali giocata dalle ragazze di calcio a 5.

SporTIl 13 agosto è stata presentata la nuova struttura gestita dall’Asd borgo San giovanniinauguraTo il caMp nou, il nuovo iMpianTo SporTivo Sul lungoMare adriaTico a SoTToMarina

Sara Boscolo Marchi

La strutturaIn alto il sindaco alla cerimonia d’inaugurazione

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Page 20: Chioggia sett2015 n105

1

IL VENETOin PRIMO PIANO

Altro inizio d’anno concitato per le scuole italiane, nonostante la “Buona scuola” e il relativo piano straordinario di as-

sunzioni previsto dalla legge 107/2015 che ha tenuto banco durante tutta l’estate con le sue varie fasi, 0, A, B già espletate e l’ultima, la Fase C, che dovrebbe concludersi a novembre.

A complemento del dibattito la dolorosa questione degli abilitati - diplomati magistrali ante 2002 - non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (quelle da dove si assume) e dei loro sofferti ricorsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere inseriti in quelle graduatorie, il destino degli abilitati Tfa, degli insegnanti delle graduatorie d’istituto e di quelli della scuola dell’infanzia, non inseriti in questa tornata di assunzioni. O forse, più corretta-mente, di stabilizzazioni.

Dovrà entrare a regime la riforma della scuola anche per rispondere a quello che è l’obiettivo fi nale del piano di assunzioni, quello di ridurre, se non proprio eliminare, il ricorso ai supplenti. Per quest’anno i dirigenti scolastici hanno comunque dovuto contare anche sul loro contributo, sollecitando il extremis il ministro Stefania Giannini, ad in-trodurre delle misure correttive urgenti, per risolvere le emergenze contingenti.

In Veneto, dove lo scorso 16 settembre la campanella ha suonato per 540mila stu-denti (iscrizioni in calo di 1.607 unità rispetto all’anno scorso), la “Buona scuola” è diven-tata terreno di scontro politico, con il gover-natore regionale Luca Zaia (Lega Nord) che,

a pochi giorni dall’apertura del nuovo anno scolastico, ha presentato ricorso alla Consulta contro la riforma del Governo Renzi, un passo poi compiuto anche dalla Regione Lombardia e da quella della Puglia.

“La cosiddetta riforma sulla “Buona scuola” - sostiene il presidente Zaia - margi-nalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanifi candone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affi da-to”. In particolare tre i punti contestati della riforma che riguardano in primo luogo il com-pito di defi nire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione di cui la Costitu-zione affi da la competenza esclusiva alle Re-gione e che la riforma riconosce al ministero, così come per il dimensionamento della rete scolastica, cioè la defi nizione dell’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della po-polazione scolastica e del numero di istituti. Infi ne Zaia contesta “la fi tta rete di interfe-renze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione pro-fessionale che attribuisce allo Stato non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”.

Una guerra alla riforma che già a luglio l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, aveva incoraggiato.

“Ci sono tutte le condizioni - aveva af-fermato - per un’azione legale, in quanto la legge viola i principi di federalismo e di autonomia che la Costituzione concede alle Regioni”.

L’esponente An della Giunta Zaia, in

particolare, ha messo l’accento polemico e contestatorio sul contingente docenti asse-gnato al Veneto dal Ministero, sottostimato di almeno 377 insegnanti, secondo le stime dell’Uffi cio scolastico regionale. Considerati insuffi cienti anche i 150 posti in più assegnati al Veneto che “rappresentano - ha commen-tato - appena il 3 per cento dei 4255 posti aggiuntivi previsti dal piano nazionale”.

Un passaggio per il quale il Movimento 5 Stelle regionale si è battuto in prima linea.

“Non è questa la scuola che abbiamo in mente per le insegnati e gli insegnanti veneti ed italiani. - afferma la consigliera regionale Erika Baldin - È per questo che abbiamo spo-sato in pieno la battaglia della maggioranza e abbiamo portato a termine questa missione storica. Questa azione nasce dal Veneto, il 1° settembre abbiamo fatto approvare la mozio-ne per adire alla Corte Costituzionale contro questa riforma. Una mozione approvata tra gli elogi per la qualità del lavoro, che è stata anche sottoscritta da tutta la maggioranza, a dimostrazione che siamo nelle istituzioni per proporre e tracciare nuove strade.

Questa mozione è stata considerata talmente “buona” a livello regionale, che addirittura la Puglia, dove governa il PD, ha deciso di approvarla. Anche la Lombardia ha seguito l’onda partita da Venezia”.

Il governatore Luca Zaia impugna davanti alla Corte costituzionale il ddl di Renzi sulla scuola: “viola i principi di federalismo e autonomia”

Scuola Il 16 settembre è suonata la campanella per 540mila studenti veneti

Tra luci e ombre parte l’anno della “Buona scuola” anche in Veneto

la voce del SindacaTo

“Le nuove immissioni in organico di insegnanti neo assunti nelle scuole venete produrrà effetti concreti solo nel 2016. Su 36.000 nuove assunzioni a livello nazionale, 25 mila sono posti che vanno a coprire i turn over dei pensionamenti.

Poi ci sono le 10mila cattedre assegnate su posti disponibili della Fase A e quelli della fase B - oltre 8mila - di agosto-settembre. Entro novembre infi ne dovrebbe concludersi la Fase C. Ma pr una buna parte delle assunzioni gli alunni vedranno i nuovi insegnanti appena contrattualizzati all’inizio del prossimo anno scolastico”. A spiegarlo è Salvatore Mazza segretario della Flc – Cgil scuola del Veneto. “Si tratta - dice Mazza - di una situazione a luci ed ombre. In Veneto ad esempio, sono previste 4500 nuove assunzioni. Di queste ne sono già state fatte 3200. Dovranno esserne fatte altre 1300 immissioni durante le prossime settimane. Se facciamo però una analisi a livello nazionale e locale, vediamo che per il Veneto le vere nuove immissioni, cioè quelle in surplus ai posti che erano coperti con supplenze e turn over, sono 1000. Di questi posti, il 70% è distribuito nelle provincie di Verona Vicenza, Padova e Venezia e solo il restante 30% fra Treviso Belluno e Rovigo”.

Salvatore Mazza poi spiega che sì, è vero che circa il 70% degli insegnanti neoassunti proverrà dalle regioni meridionali dell’Italia, ma è anche vero che in alcune categorie di insegnanti, ad esempio quelli di musica, la migrazione sarà quasi completamente all’inver-so cioè da nord verso sud. “E anche in questi casi chi si sposterà verso il sud proveniente ad esempio dal Veneto, ha accettato - dice Mazza - considerando magari, che ci si trova di fronte spesso a persone di 30 anni che conquistano un lavoro a tempo indeterminato statale”.

Poi gli attacchi alla riforma della “Buona scuola”. “La riforma - dice il segretario della Flc Cgil - ha aspetti negativi che prevalgono netta-

mente su quelli positivi. Contestiamo l’accentramento di potere sulla fi gura del preside, la decisione di immettere in organismi di valutazione dell’operato degli insegnanti persone non competenti come gli alunni e i genitori. A mio parere solo persone che hanno le stesse competenze o preparazione possono dare valutazioni anche di tipo disciplinare. Il personale Ata poi, cioè bidelli e persone addette alla custodia delle scuole, sono state completamente dimenticate. Su questa riforma sbagliata siamo pronti a dare battaglia in modo unitario con tutte le altre sigle sindacali che si sono unite contro la “Buona scuola“ di Renzi”.somma nonostante le nuove immissioni in organico le proteste non mancheranno.

Salvatore Mazza, segretario regionale della flc - Cgil

“nuovi organici? gli effeTTi Si vedranno Solo nel 2016”

A.A.

1Il Veneto in primo piano

“Nessuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di

Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione sco-lastica complessiva che sfi ora i 2000 alunni e i 200 dipen-denti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma fi rmata dal Governo Renzi.

Come inizia questo anno scolastico dopo l’opera-zione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma?

“Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fi ne agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustifi cazioni che reggano. L’affanno delle as-sunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, parti-colarmente ineffi ciente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”.

Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla

faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose?

“Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle fi nestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”.

Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà?“Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che

ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”.

Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi isti-tuti grazie alla fase C della maxi assunzione?

“Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’ineffi cienza di una amministrazione e la superfi cialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fi ne novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener

conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!”

Come giudica la riforma nel suo complesso?“Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho

un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa al-tro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fi no ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la fl essibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei do-centi. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedi-mento si recuperano risorse umane e fi nanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fio-roni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”.

Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei diri-genti. Che ne pensa?

“L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che

il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”.

Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”?“Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tut-

to suffi ciente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”.

Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale?

“Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed effi ciente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocra-zia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profi lo economico e professionale”.

di germana urbani

La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto

“Discrete le intenzioni, appena suffi ciente ciò che si è visto”Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso

16

DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA.ACTIONAID È INSIEME A CHI OGNI GIORNO RIVENDICA I PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHI NON RIMANE IN SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE SOCIALI, FAME E POVERTÀ. È INSIEME A CHI VUOLE FARSI SENTIRE PER CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA VOCE SU ACTIONAID.IT

IL DIRITTO DI CAMBIARE

Page 21: Chioggia sett2015 n105

1Il Veneto in primo piano

“Nessuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di

Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione sco-lastica complessiva che sfi ora i 2000 alunni e i 200 dipen-denti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma fi rmata dal Governo Renzi.

Come inizia questo anno scolastico dopo l’opera-zione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma?

“Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fi ne agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustifi cazioni che reggano. L’affanno delle as-sunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, parti-colarmente ineffi ciente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”.

Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla

faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose?

“Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle fi nestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”.

Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà?“Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che

ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”.

Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi isti-tuti grazie alla fase C della maxi assunzione?

“Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’ineffi cienza di una amministrazione e la superfi cialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fi ne novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener

conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!”

Come giudica la riforma nel suo complesso?“Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho

un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa al-tro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fi no ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la fl essibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei do-centi. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedi-mento si recuperano risorse umane e fi nanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fio-roni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”.

Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei diri-genti. Che ne pensa?

“L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che

il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”.

Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”?“Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tut-

to suffi ciente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”.

Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale?

“Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed effi ciente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocra-zia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profi lo economico e professionale”.

di germana urbani

La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto

“Discrete le intenzioni, appena suffi ciente ciò che si è visto”Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso

17Il Veneto in primo piano

segue da pag. 1

... E nutriamo tutti un’intima certezza che se dipendesse solo da lui, aprirebbe le porte anche della Sistina pur di accogliere tutti i poveri che potrebbe contenere.

Ma anche lui ha le mani legate e, in questa vicenda, la sua parola non resta che un seme nel vento. Perché seppur in maggioranza cattolici noi tutti, veneti, italiani, europei, abbiamo paura della massiccia invasione dei migranti che non smettono di arrivare alle porte del nostro vecchio continente.

Molti di loro vengono già ospitati in alcuni dei nostri comuni. Alloggiati a centinaia in ex basi militari che diventano inevitabilmente dei ghetti, recinti in cui contenere un problema, non degli uomini, donne e bambini.

Eppure non ci sono risposte articolate per questo fenomeno che ogni giorno di più sta impegnando amministratori, associazioni e cittadini di buona volontà.

La questione è sovranazionale e come tale va trattata. Ma molta parte dei Paesi dell’Unione non ci sente e chiude le frontiere e tira i remi in barca e ci lascia soli con la responsabilità di gestire un’ondata migratoria sempre più pressante.

Ma mentre in Europa si discute e l’Italia si barcamena nella gestione di questa nuova emergenza, chiedendo che siano stabilite delle quote di accoglienza per ogni nazione Ue, la lunga marcia di chi fugge da guerra e povertà continua.

Ed è un peccato che nella mente dei più sia già passato il ricordo dell’orrore che tutto il mondo ha provato “ingoiando” la foto del corpicino, composto, delicato, senza vita di un piccolo bimbo siriano di nome Aylan.

Lui come tanti altri non entrerà in nessuna aula scolastica questo settembre, né a casa sua né a casa nostra. Lui come tanti altri stava scappando con la sua famiglia da qualcosa di orribile che noi non possiamo, probabilmente, nemmeno immaginare.

Per queste vite in cammino e in fuga, dobbiamo augurarci che una soluzione inter-nazionale si trovi e che la generosità degli altri Paesi dell’Unione Europea si concretizzi a breve.

E per quanto ci riguarda, in Veneto, a casa nostra, servono proposte concrete non manifestazioni xenofobe e proclami populistici. I nostri sindaci non hanno bisogno di striscioni e magliette dagli slogan d’effetto, hanno bisogno di non essere lasciati soli a gestire situazioni sproporzionate anche per il più capace degli amministratori locali.

EditorialeMigranti, un dramma senza confini

*[email protected] - [email protected]

di germana urbani*

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di germana urbani

4 Il Veneto in primo piano

24 voti a favore e solo 9 contrari. Non ripagherà il consi-gliere regionale di Fratelli d’Italia dall’amarezza di non essere stato nominato assessore, ma è comunque una

bella vittoria, quella ottenuta da Sergio Berlato con la sua mozione contro il gender nelle scuole. Il testo, che prende a riferimento l’arti-colo 26 della costituzione, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la Convenzione Unicef sui diritti dell’infanzia, sottolinea la priorità delle scelte dei genitori nell’educazione dei fi gli e chiede che “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”. Per l’assessore di Forza Italia Elena Donazzan il Ve-neto, “che ha già dato un messaggio chiaro contro l’introduzione di programmi gender nelle scuole proseguirà sulla strada già intra-presa”. Duri i giudizi di 5 stelle e Pd, che hanno votato contro. Per Jacopo Berti (M5S) la mozione è fi glia “di una destra reazionaria destinata presto a sparire”. Non meno secca la replica di Alessandra Moretti: “siamo in un polverone creato sul nulla: la riforma defi nita come “buona scuola” non contiene nulla di quello che viene indicato in questa mozione e non risulta assolutamente che nelle scuole ve-nete sia in atto un’introduzione surretizia di tematiche non condivise con il mondo dei genitori”. La maggioranza ha ottenuto invece i voti della Lista Tosi. Per Stefano Casali, “ben vengano mozioni pre-ventive come questa, perché moltissimi genitori e famiglie temono che camuffando il tema di contrastare il bullismo o l’omofobia, si inseriscono nei programmi di istruzione idee che non hanno titolarità alcuna nell’educazione scolastica”.

la voce della politicala regione: “neSSuno Spazio in aula per ideologie deSTabilizzanTi”

G.U.

E’ iniziato tutto la scorsa primavera. Più il Governo acce-lerava sulla riforma della Buona scuola, più i messag-gini sui telefoni di genitori ignari e impreparati sul tema

gender si susseguivano creando allarme e preoccupazione. I messaggi contenevano irripetibili oscenità che - secondo l’anonimo che li scriveva - le insegnanti avrebbero praticato a scuola in ottemperanza a nuovi programmi scolastici sulla teoria gender. E’ montata subito la paura e la preoccupa-zione e in molti hanno, giustamente, chiesto spiegazioni a scuola e ai Dirigenti scolastici che già dai primi giorni di settembre hanno organizzato riunioni o emanato comuni-cazioni per spiegare che nulla di quanto viene propaganda-to è vero. A volte si dimentica che gli insegnanti sono anche genitori e che sarebbero i primi a denunciare cose simili e oltretutto a rifi utarsi di mettere in pratica delle vere e proprie assurdità. Certo gli insegnanti dovrebbero avere degli stru-menti in più per aiutare i bambini a leggere la realtà della società odierna. In classe si trovano di fronte sempre più spesso a bambini che non hanno delle famiglie tradizionali. E quando si parla di famiglia, come si fa a non far sentire escluso un bambino fi glio di separati e risposati? Con quali parole si può spiegare la realtà in una classe in cui vi sia un

bambino fi glio di due omosessuali. E non è più così raro e lo sarà sempre meno visto che in Italia ci sono centomila famiglie arcobaleno, con genitori dello stesso sesso. Eppure tutto questo non entra nella riforma “la buona scuola” di Renzi. Come precisa anche l’uffi cio scolastico della Dioce-si di Padova, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Ca-mera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divul-gazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che “la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento speci-fi co al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratifi cata due anni fa dal Parlamento della Repubblica”. Le iniziative in questione sono: «l’elaborazione del piano nazionale straor-dinario contro la violenza sessuale e di genere, che è stato

recentemente approvato, la partecipazione attiva alla setti-mana nazionale contro la violenza e la discriminazione, pro-mossa anche nel corrente anno scolastico dal ministero e, in questo caso, ricordo che il ministero ha fi nanziato con un importo di 500.000 euro progetti che nelle singole scuole fossero in grado di sensibilizzare, di produrre una cultura della lotta alla discriminazione di ogni sorta. Inoltre c’è stata l’emanazione delle linee di orientamento per le azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, incluso il caso dell’omofobia, per dare appunto alle scuole una cornice pedagogica in cui inserire le precedenti iniziative e tutte quelle che seguiranno, incluse quelle che sono con-tenute nel ddl “Buona Scuola”, che prevedono una intensi-fi cazione di questo di tipo di sensibilizzazione nelle scuole italiane. Con la Legge 107/15 saranno attuati, invece, “i principi di pari opportunità, di lotta alle discriminazioni, di prevenzione della violenza di genere, fondamentali in una società per formare giovani e adulti responsabili”.

Messaggi a tappeto sui telefonini dei genitori che li terrorizzano e creano una psicosi collettiva. E la Chiesa cattolica, attraverso le sue diocesi, chiede di non creare inutili, se non nocivi, allarmismi

Pubblica istruzione Nessun programma “osceno” in classe, solo propaganda di chi vuole strumentalizzare le persone per bene

Teoria gender a scuola: attenti alle truffe ideologiche

Visto il clamore della polemica, che dalla laguna ha raggiunto eco globale dopo l’intervento di Elton John, diffi cilmente

il Patriarca di Venezia avrebbe potuto evitare di intervenire. Lo ha fatto in via uffi ciale e generale, richiamando le parole del Papa sulla teoria del gender e sulla differenza sessuale che rappresenta “una ricchezza” la cui rimo-zione “il vero problema, non la soluzione”.

Ma lo avrebbe fatto anche in via uffi cio-sa e più specifi ca durante la visita alla casa dell’ospitalità di Santa Maria dei battuti, quando – secondo quanto scritto dal Gazzet-tino – mons. Moraglia avrebbe infatti invitato i genitori a leggere i libri che il neo sindaco Brugnaro ha depennato dalla lista del materia-le in dotazione alle scuole materne comunali, per “valutarli attentamente e confrontarli con la realtà educativa che vogliono proporre ai loro fi gli”.

Più esplicito, al punto da suscitare subito forti reazioni negli ambienti tradizionalisti, il documento fi rmato dall’uffi cio per la pasto-rale della scuola della diocesi di Padova. Al centro della rifl essione, non solo i libri che parlando di matematica fi niscono per descri-vere famiglie “con due papà”, ma anche il referendum che vede impegnate nella raccol-

ta di fi rme in queste settimane anche molte associazioni cattoliche per l’abrogazione della legge sulla Buona scuola, presentato però in molti dibattiti organizzati nelle parrocchie come abrogativo del gender a scuola.

Una evidente strumentalizzazione criti-cata dalla diocesi, che punta però nella sua rifl essione soprattutto sullo “stile” con cui una comunità cristiana deve affrontare l’ar-gomento.

“Se in qualche scuola il problema c’è – ha spiegato il direttore dell’uffi cio don Lorenzo Celi in una intervista al settimana-le diocesano La difesa del popolo – bisogna affrontarlo e i genitori devono esigere spiega-zioni dai dirigenti scolastici, perché su questi temi alla famiglia spetta un ruolo prioritario di indirizzo. Un conto però è vigilare, altra cosa promuovere crociate ideologiche o incontri al-larmistici da cui le famiglie escono disorienta-te. Noi vogliamo essere chiesa “nel” mondo, mai “contro” il mondo. Papa Francesco ci insegna che la verità non è un assoluto ma è “relazionale”, cioè va cercata insieme e vive solo nel dialogo tra le persone: possibile che sugli aspetti fondamentali dell’uomo non pos-siamo trovare spazi di dialogo?”.

NO All’IDEOlOgIA gENDER, MA SENZA CROCIATE NEllE SCuOlE

G.U.

Anche il mondo cattolico si divide sull’atteggiamento da tenere. Il Patriarca Moraglia: “I genitori leggano quei libri”. La diocesi di Padova: “coltiviamo uno stile di dialogo”

18 Il Veneto in primo piano

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1 Voci da palazzo

Com’è stato il debutto in Consiglio regionale, considerando anche la impegnativa eredità che ha ricevuto:

chiamata a portare e a rappresentare in Regione le istanze di Chioggia dopo politici di lunga e collaudata esperienza come Car-lo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo?

“Un debutto positivo. Sento molto forte il senso di responsabilità e dedicherò il massimo impegno a favore dei bisogni dei cittadini tutti, a prescindere dal colore politico, cercando di attivare Consiglio e Giunta sui provvedimenti di cui il mio territorio ha un estremo bisogno, in primis il problema dei collegamenti e delle attività produttive come pesca, agricoltura, ar-tigianato e turismo. Sono state già approvate diverse nostre mozioni, come quella contro la riforma della scuola. Ho portato le istanze di

Chioggia riguardo alla sicurezza della Romea, la necessità oggi più impellente. Inoltre mi sto occupando in prima linea di immigrazione nei miei territori di appartenenza. Come unica portavoce del M5S della provincia di Venezia saprò rappresentare tutta l’area provinciale”.

Quali altre questioni porta avanti che riguardano il Basso Veneziano?

“Il problema della mancanza di adeguati ed aggiornati collegamenti stradali alternativi alla SS Romea ma non devastanti per il terri-torio, la necessità di un effi ciente sistema fer-roviario regionale che permetta a lavoratori e studenti di raggiungere in sicurezza e in tempi accettabili le città confi nanti. Ritengo che l’iso-lamento sia il punto dolente dell’area sud della provincia e che ne vanifi ca anche molte poten-zialità economiche. Trovo che la necessità più

urgente sia quella di mettere in sicurezza la Ro-mea. Inoltre condivido la battaglia per far ritor-nare il Tribunale a Chioggia, per l’enorme ba-cino di utenza che serviva e la diffi coltà, come si diceva, di giungere nel capoluogo. La tutela e la promozione dei prodotti tipici del nostro territorio, lo sviluppo del turismo, la trasforma-zione di una pesca che salvaguardi l’ambiente ma che contemporaneamente tuteli gli addetti del settore. Ma anche la salvaguardia del terri-torio dalle opere che potrebbero danneggiarlo, come la diga sull’Adige il cui progetto è in fase di approvazione, da realizzarsi a monte del fi ume in località Badia Polesine, causa di un sicuro impoverimento d’acqua, di risalita del cuneo salino nelle nostre zone a valle e di au-mento del fenomeno di erosione degli arenili di Sottomarina, Isola verde e Rosolina Mare”.

Quali battaglie del Movimento 5 Stelle a livello regionale?

“Sono principalmente tre. Reddito di cit-tadinanza veneto. Beppe è tornato a Roma per parlarne. La promessa che hanno fatto i nostri colleghi in parlamento è che questo sarà l’ultimo anno senza il Reddito di cittadinanza. Noi lavoriamo per anticiparlo in Veneto. Taglio dei costi della politica. La legge regionale come abbiamo visto fa acqua, creando situazioni im-barazzanti come la concessione del vitalizio a condannati come Galan e Chisso. Questa legge non va bene e fi nché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il pa-radosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, fi rmata da migliaia di cittadini. Stiamo comple-

tando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta. Creazione di un’agenzia veneta anticorruzione. Che vorremmo guidare noi. Del Veneto per troppo tempo si è parlato solo per scandali di corruzione. I cittadini sono stanchi, serve un’agenzia sul territorio che vi-gili nell’interesse dei veneti. Questi tre aspetti sono accompagnati da altre grandi battaglie, come quella sulla scuola, l’ambiente e l’immi-grazione”. O.J.

Erika Baldin

Intervista a Jacopo Berti Padovano, 31 anni, è capogruppo - portavoce del Movimento 5 Stelle

“Noi in Regione per scardinare i privilegi della casta”Sulla Sanità separare il riordino delle Asl dalla discussione sull’Azienda Zero. Immigrazione, no all’industria dell’accoglienza e pratiche di asilo più rapide da sbrigare in tre settimane non in due anni

Il padovano Jacopo Berti, portavoce - capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, 31 anni, racconta i primi mesi di impegno a Venezia. Come è stato il debutto in Consiglio Regionale? “Fin dall’inizio della nostra esperienza in Regione

abbiamo mostrato la nostra rilevanza. Quei pochi che si ostinavano a credere che saremmo entrati per fare una scampagnata si sono dovuti ricredere in fretta. Abbiamo denunciato gli sprechi circa gli uffi ci di gruppi formati da uno solo; abbiamo fatto pressioni per non far ottenere tfr e vitalizio a Chisso e Galan. Grazie al buon lavoro della magistratura, questa nostra richiesta è stata sod-disfatta”.

A proposito di compensi, che ne è della crocia-ta contro costi della politica?

“Questo episodio ha mostrato le lacune della legge regionale per il taglio dei costi della politica ed in pafrti-colare per l’abolizione dei vitalizi. Questa legge non va bene e fi nché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il paradosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, fi rmata da migliaia di cittadini. Stiamo completando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta.

Quali i primi risultati che avete ottenuto?

“All’inizio di settembre sono state approvate tre nostre mozioni su tre, in particolare quella sul ddl scuo-la che cambia la storia del governo Renzi. Grazie alla nostra mozione approvata insieme con la maggioranza e l’assessore all’istruzione, il ddl scuola - l’odiata riforma scolastica chiamata “La Buona Scuola”- viene impugnato davanti alla Corte Costituzionale. I termini per il ricor-so sarebbero scaduti in questi giorni (13 settembre). È grazie al M5S veneto, che ha guidato l’azione politica del M5S in tutte le regioni in cui è presente, che siamo riusciti a portare a casa questo storico risultato.

Altra sfi da che attende al varco la Regione è la riforma della sanità.

“La riforma che stiamo discutendo in queste ore nella commissione di cui sono vicepresidente, è una rifor-ma mastodontica che infl uirà sulle vite dei veneti, e non solo, almeno per i prossimi vent’anni. Da qui la nostra richiesta di vederci chiaro. Noi del M5S siamo la politica con la coscienza, una rarità. Voglio dormire sereno, con-sapevole di aver fatto il meglio per la salute dei veneti. Il nostro pragmatismo ci ha portato a chiedere dunque che la discussione sull’Azienda zero venga separata da quella per il riordino delle Asl. Portiamo a casa il riordino, che farà risparmiare milioni ai veneti. Solo dopo potremo valutare con la giusta attenzione ogni aspetto dell’Azien-da zero, la quale, se andrà in direzione dell’interesse dei

veneti, avrà tutto il nostro appoggio. Per questa riforma vogliamo sentire i sindaci, i soldati in prima linea sul ter-ritorio. Ci è stato proposto un incontro che è più simile ad uno speed date: ascoltare 22 loro rappresentanti in 6 ore e mezza. Signifi ca poter dedicare solo 15 minuti a testa, per una riforma che può incidere per i prossimi venti anni... una follia! Noi abbiamo rispetto dei sindaci e non ci stiamo. Ho perparato una mail che invierò a tutti i sindaci, in cui è esposta la nostra linea su Azienda zero e riforma delle Asl. Speriamo così di poter intavolare qualcosa di più simile ad un dialogo costruttivo”.

In questi giorni l’emergenza immigrazione è sempre più pressante, che fare in Veneto?

“È un tema delicato per tutta Italia, anzi per l’Eu-ropa intera. Ma in Veneto è sentito particolarmente. In quanto capogruppo del M5S in Regione ho il dovere di chiarire una volta per tutte qual è l’obiettivo delle nostre proposte in tema di immigrazione: combattere l’industria dell’accoglienza. Un’industria democratica, in senso iro-nico, perché vede destra e sinistra ugualmente presenti. Un’industria formata da cooperative in combutta coi par-titi, il cui unico interesse è guadagnare sulla pelle degli immigrati a spese dei veneti”.

In che modo? “Facendoli permanere il più a lungo possibile nei

centri. Ogni giorno in più queste strutture intascano 35

euro ad immigrato. Il confl itto di interessi è palese. Per questo noi chiediamo che le pratiche per concedere il diritto d’asilo vengano sbrigate in tre settimane, non in due anni. Se un migrante viene riconosciuto come clan-destino, deve lasciare il nostro Paese. Siamo disposti ad organizzargli il viaggio. Costerà di meno ai cittadini e saremo sicuri che rispetterà la legge abbandonando il Paese. Infi ne chiediamo il superamento del trattato di Dublino. Un accordo europeo che intasa la burocrazia e grazie al quale la Germania approfi tta della nostra posizione geografi ca, rendendoci la costa ideale sulla quale far sbarcare tutti i migranti dell’Africa e del medio oriente”.

di Nicola pavan

Jacopo Berti

“Quei pochi che credevano che la nostra sarebbe stata una scampagnata si sono dovuti ricredere”

l’unica voce di chioggia dice “STop alla corruzione”la consigliera veneziana M5s

20 Voci da palazzo

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23Voci da palazzo

zione per un inglobamento totale dei servizi sociali (e quindi una ipotetica sparizione della direzione sociale) all’interno dell’Azienda zero. Altri hanno rilevato la man-canza di chiarezza sul ruolo della conferenza dei sindaci all’interno della nuova visione di sanità veneta e quindi, ha osservato De Paoli (sindaco intervenuto al posto di Massimo Bitonci), “la richiesta precisa è che le rappre-sentanze politiche territoriali siano garantite in seno a questa grande riforma, per assicurare ai cittadini che non si tratti di un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”. Da ultimo, sia i sindaci del bellunese, che quelli del veronese hanno rivendicato le peculiarità del loto territorio, sottolineando – come ha fatto Marconcini, sindaco di Cerea - che l’equazione “territorio provinciale uguale territorio dell’Ulss è forse oggi anacronistica, proprio nel momento in cui le pro-

vincie vanno a morire”. Inoltre per Bolis, sindaco di Carmignano di Brenta, la “funzione di programmazione non può essere della nascente Azienda Zero”, mentre Barbuiani, sindaco di Adria, ha rivendicato per la sua città, che vanta una Ulss tra le più virtuose d’Italia, la sede legale ed amministrativa della futura unità locale. Il presidente della Commissione, Fabrizio Boron (LZ) ha chiuso la seduta rimarcando l’importanza di “aver fi nalmente messo in movimento un processo che era indispensabile avviare”.

1Voci da palazzo

Commissione Sanità Si passerà da 21 a 7 Ulss e nascerà Azienda zero

Riforma del sistema sanitario pronta in pochi mesi Luca Coletto, assessore alla sanità veneta, è deciso: dal 1° gennaio 2016 tutto cambierà. Ma i Sindaci e i consiglieri di opposizione non ci stanno e chiedono più tempo

Un quarto d’o-ra a testa. Neanche il

tempo di un caffè al bar per portare all’attenzione della Quinta commissio-ne le istanze del territorio. Così si sono svolte a pa-lazzo Ferro-Fini le audizioni dei rap-presentanti delle conferenze dei sindaci delle aziende sanitarie vene-te. Molti incontri in una manciata di ore, per ascol-tare rapidamente cosa hanno da dire i veri referenti del territorio veneto su un tema epocale come quello della riforma della sanità regionale.

“E’ inaccettabile - ha detto Alessandra Mo-retti, capogruppo dell’opposizione Pd in consiglio regionale - che su un provvedimento come questo, di enorme complessità e delicatezza, si proceda con l’improvvisazione e la fretta. I presidenti delle Conferenze dei sindaci sono stati convocati telefoni-camente in audizione in 5 giorni, togliendo loro la possibilità di un approfondimento preliminare con i rispettivi territori e dunque la possibilità di esprime-re fi no in fondo la loro posizione. Si tratta di una grave mancanza di rispetto, visto che le Conferenze hanno un ruolo fondamentale di programmazione, cofi nanziamento e gestione dei servizi sociosanitari territoriali. Così abbiamo chiesto ed ottenuto che a chi ha espresso la necessità di esaminare ulterior-mente la proposta di legge con la Conferenza dei sindaci, venga concesso il tempo necessario e venga dato modo di venire prossimamente in audizione”.

Alessandra Moretti, pd“Troppa freTTa. Si riSchia di iMprovviSare”

L’opinione

L’effi cienza e l’azzeramento delle liste d’attesa sono una priorità su cui si sta lavorando da anni ma che non sono mai state davvero raggiunte. Ora

però in Regione si va al sodo e presto si andrà al voto decidendo l’accorpamento delle Ulss che passeranno da 21 a 7 e ricalcheranno il territorio provinciale da cui prenderanno il nome: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea, Berica e Scaligera. A queste si aggiungeranno le eccellenze quali l’Azienda ospedaliera di Padova, l’Istituto oncologico veneto e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’Azienda zero.

“La decisione di creare un nuovo ente denominato Azienda zero - ha spiegato l’assessore Coletto - rispon-de alle fi nalità di unifi care e centralizzare le funzioni di programmazione, attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sa-nitario, riconducendo a esso le attività di gestione tecni-co-amministrativa su scala regionale”. In altre parole: le Ulss territoriali si occuperanno solo dell’organizzazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini e un unico ente regionale gestirà gli acquisti, l’accreditamento delle strutture private, il monitoraggio dei costi standard e la formazione del personale. Quanto alle liste d’attesa nessuna novità: si attende sempre tanto e non c’è nes-sun dato uffi ciale sulle aperture degli ambulatori in ora-rio serale e nei festivi non ce ne sono. D’altronde se i direttore generali continuano a risparmiare sull’organico tagliando il personale chi dovrebbe aprire gli ambulato-ri serali?! Lo sanno bene i primi cittadini riuniti nelle Conferenze dei Sindaci i cui rappresentanti sono stati convocati a inizio settembre per un’audizione fi ume che aveva lo scopo di raccogliere pareri e suggerimenti sul Pdl 23, contenente l’ipotesi di Azienda Zero e di ripen-samento territoriale delle ULSS stesse.

Molti sindaci hanno rimarcato la forte preoccupa-

di germana urbani

“Ci sono troppi dettagli che non quadrano, troppe situazioni sbagliate in questo iter – si rammaricano i consiglieri del M5S - a partire

dal tempo che è stato dedicato ai rappresentanti delle conferenze dei sindaci. Sono loro che hanno il polso del territorio e non si può pensare di approfondire un tema di questa portata ascoltandoli tutti per un quarto d’ora ciascuno. Quindici minuti a testa per una riforma epocale, che condizionerà almeno i prossimi vent’anni dei veneti”. I consiglieri grillini ritengono necessario rivedere le soluzioni previste dalla legge per il riassetto delle aziende sanitarie. “È assurdo parlare di una di-visione per province, quando in realtà la popolazione non si basa su questi confi ni arbitrari. La gente si muo-ve su criteri di vicinanza e per comodità e non va certo dove la politica cieca e arruffona vorrebbe, quindi tutto va rivisto sullo schema degli ambiti. Quest’ultima solu-zione è l’unica applicabile al piano riordino delle Ulss”.

“Già la faccenda è abbastanza intricata – conclu-dono gli esponenti del Movimento - non mettiamoci so-

pra anche il carico della creazione di questa misteriosa e fantomatica Azienda Zero. Questo punto va stralciato dal resto della legge e approfondito con i tempi che merita. Siamo di fronte a un cambiamento storico, in grado di far impallidire le grandi riforme del secolo scorso, e vogliamo gestirlo come se si trattasse della scelta della tappezzeria di casa o delle tende della cu-cina. Ma stiamo scherzando? Ci opporremo in tutti i modi, portando avanti non i nostri interessi, ma quelli del territorio”.

Movimento cinque stelle

“uNA RIfORMA EpOCAlE: NESSuNA AZIENDA ZERO”

I sindaci: “Un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”

“Azienda Zero e zero fondi per i disabili”. La rifl essione arriva dai consiglieri tosiani Ne-gro, Casali, Conte e Bassi che il 13 luglio

scorso avevano presentato un’interpellanza urgente alla Giunta per l’attivazione dei fondi a sostegno delle disabilità e per la predisposizione dell’atto economi-co-amministrativo dando così continuità al servizio nell’anno scolastico 2015/2016.“Un interrogazione senza risposta - spiegano i consiglieri - già a luglio avevamo chiesto l’attivazione con urgenza delle di-sposizioni dell’ art.60 della Legge Regionale 6/2015 dove al comma 2 si prevede che la Giunta sia autoriz-zata a stabilire i requisiti, i criteri e i termini per l’as-segnazione di un contributo alle province del Veneto quantifi cato in 6 milioni di euro per l’esercizio 2015. “Nulla è cambiato da allora – aggiungono i tosiani - se non che oggi le famiglie con fi gli disabili sensoriali con-tinuano ad attendere lo sblocco dei fondi e rischiano di rimanere senza sostegno e trasporti, ma la priorità della maggioranza in Commissione Sanità e del Presi-

dente Zaia pare sia solo e unicamente procedere con la realizzazione dell’Azienda Zero che stravolgerà la gestione sanitaria e sociale, accentrandola su un unico ente esterno al controllo regionale”.

“I rischi che avevamo previsto a maggio si stanno concretizzando – proseguono Negro, Casali, Conte e Bassi - cioè lasciare un migliaio famiglie nella più totale assenza di certezze nel ricevere un servizio fondamentale e il rischio per circa 600 operatori as-sistenziali di rimanere senza lavoro”.

gruppo Tosi in Consiglio

“CI pREOCCupA lO “ZERO fONDI” pER I DISAbIlI!”

L’assessore regionale alla Sanità

Luca Coletto

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24 Cultura locale

Non si dovevano preoccupare i giovani chioggiotti nati nel Dopoguerra e cre-sciuti negli anni del boom economi-

co, di scegliere dove trascorrere le loro notti brave. Il divertimento notturno, quello vero, che oggi ha lasciato il passo allo sballo, era di casa a Sottomarina, che attirava giovani persino da città come Bologna, Torino, Fer-rara e che portava sul palcoscenico artisti del calibro di Alba Parietti, Mia Martini, Jon-ny Dorelli, Claudio Baglioni, Toto Cutugno, tanto per citarne alcuni.

Erano gli anni Sessanta e Settanta, in un periodo in cui l’economia galoppava dopo che l’Italia si era mirabilmente risol-levata dal disastro bellico. Sottomarina diventò un vero e proprio “palcoscenico privilegiato”, dove vennero persino lanciati personaggi e gruppi musicali che fecero la storia in Italia.

Dal mitico Shaker iniziarono a presen-tarsi al grande pubblico, appunto, Claudio Baglioni, i Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, come racconta un approfondimento degli anni Novanta dello storico locale, giornali-sta della Nuova Venezia, Sergio Ravagnan. Ma in questo paradiso del divertimento

“trovarono spazio” anche Lucio Dalla, Mina, Gianni Morandi, Little Tony.

Insomma, Sottomarina in passato fu la culla della mondanità e un trampolino di lancio per i maggiori artisti di successo del panorama musicale italiano. I locali dell’e-poca, che ebbero maggior successo, furono lo Shaker, l’Ocean, il Mithos, il Gilly Galloo, il Cichito e il Nuovo Mondo, che ancora oggi vengono costantemente ricordati con emo-zione da chi ebbe la fortuna di trascorrerci i momenti migliori della giovinezza.

Lo scorso 30 aprile un evento in memo-ria di quegli anni è stato proposto alla disco-teca “Prince”, ormai l’unica sala da ballo rimasta in città, fatta eccezione qualche lo-cale estivo. In quell’occasione i dj dell’epo-ca hanno fatto rivivere l’atmosfera di quegli anni. Tante le lacrime che sono scese e tanti i ricordi, gli aneddoti, le storie di artisti che, da allora, ne hanno fatta di strada.

Ma, di quegli anni, adesso, non rimane più nulla. Un vuoto che è iniziato, in realtà, più di vent’anni fa, quando – pian piano – i locali storici hanno iniziato a chiudere i battenti. E, nel contempo, il divertimento ha iniziato a “inquinarsi” con le droghe. Se ne-

gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta basta-va la “sana” trasgressione a divertire, dagli anni Novanta la trasgressione è diventata sinonimo di droga e, da allora, il concetto di divertimento è profondamente cambiato.

Ma, se in altre località turistiche italia-ne le discoteche hanno dimostrato di saper-si adeguare – nel bene o nel male – alle nuove tendenze, ai nuovi dettami della vita notturna, a Sottomarina tutto si è fermato e nessun imprenditore è stato in grado di proporre qualcosa di veramente al passo con i tempi. Così, finita l’estate - quando la località propone ancora qualche opportu-nità interessante - con l’inizio della stagione invernale la vita notturna sparisce quasi del tutto, così i giovani sono costretti a dirottare verso i locali del Rodigino, del Padovano e del Veneziano, che ancora qualche opportu-nità la offrono.

Ma questo vuoto, che negli ultimi due anni si è fatto sempre più marcato, sarà mai colmato da qualche mano coraggiosa, che scommetterà su questa località, magari imparando dal passato, e riuscendo, ancora oggi, a proporre ai giovani, sane opportuni-tà di divertimento?

di Andrea Varagnolo

Tra l’approfondimento e l’amarcord Sottomarina e il divertimento notturno

La Sottomarina mondana degli anni ‘60

“Disco revival celebration”: ex titolari (o loro parenti) dei locali notturni di un tempo. Da sx Giannino Tiozzo, Adolfo Tiozzo, Felice Tiozzo, Mauro Ballarin, Lucio Moro, Piero Fidelfatti, Egidio Carugati, Glen White, Marco Galli, Max Tiozzo, Davide Nardo, Mirko Righetto, Gino Levantaci

Dj e protagonisti della vita notturna degli anni Sessanta e Settanta si ritrovano per rivivere l’atmosfera di un tempo

Nell’affascinante piazzetta Vigo il 17 luglio scorso centinaia di per-sone si sono assiepate per assistere allo spettacolo musicale “Nel Sole” - tributo ad Albano Carrisi.- offerto dalla Pro Loco di Chioggia,

da Gianni Gavagnin del ristorante “La Perla Rosa” di Borbiago di Mira e da Luciano Boscolo Cucco de “La Dragaggi” di Marghera, nell’ambito delle manifestazioni della Sagra del Pesce 2015. I brani musicali sono stati pro-posti da Beppe Ferrante e la sua band che è riuscito a coinvolgere grazie alla sua abilità canora i moltissimi presenti. Ferrante è un volto assai noto al pubblico televisivo per le sue esibizioni nelle trasmissioni “Tale e quale”

per la sua somiglianza, anche fisica e non solo vocale, con Albano Carrisi. La serata si è arricchita grazie alla presenza del maestro d’orchestra

Simeone Tartaglione di origini siciliane, emigrato negli Stati Uniti d’Ameri-ca, al quale il Ministero dell’immigrazione Usa nel 2010 ha riconosciuto il raro visto O-1 come “musician of extraordinary abilities”.

Direttore musicale di diverse orchestre sinfoniche negli Stati Uniti, è stato scelto per la direzione dell’orchestra per il concerto in onore di Papa Francesco che si terrà a Washington a settembre. Il Maestro Tartaglione era accompagnato da Alessandra Cuffaro, nota violinista di fama interna-

zionale che svolge attività concertistica in Italia e all’estero (Stati Uniti, Francia, Spagna, Russia e Bulgaria), vincitrice assoluta in diversi concorsi nazionali ed internazionali ed insignita di numerose targhe per la carriera. E’ anche la prima donna nella storia di violinisti italiani ad eseguire tutti i 24 Capricci di Nicolò Paganini in un concerto. Il suo violino è un Galliano del 1835.

I due noti artisti erano stati invitati da Luciano Boscolo Cucco e da Ili-ca, (Italian Language Inter-Cultural Alliance) rappresentata dal presidente Vincenzo Marra.

newS lo spettacolo musicale in piazzetta Vigo“nel Sole” il racconTo di un preSTigioSo TribuTo ad al bano carriSi

E.F.

La splendida terrazza InDiga di Sotto-marina è stata scelta da un gruppo di ragazzi con disabilità e disagio sociale,

i Gustabili, coordinati dagli educatori e dal-la ideatrice del progetto, Manuela Curina, come location per svolgere il pranzo che renderà omaggio all’arte del cinema d’au-tore. Lo scopo di tale iniziativa è dimostrare che c’è una possibilità per tutti e che si può scegliere il proprio futuro. Solo una grande disponibilità d’animo permette di avvicinarsii a due forme di bellezza: l’arte e la cucina. “Quando l’arte dà da mangiare e il mangiare è arte” si è svolta a Palazzo Grassi e ha avuto per protagonista Diego Flowers, un giovane artista locale famoso per ritratti ed illustrazioni. Il secondo appun-tamento con il percorso di avanguardie artistiche e cibo ha visto la musica protagonista in cucina. Una serata definita interattiva dal momento che gli ospiti hanno iniziato a gustare il benvenuto degli Chef con le istruzioni scritte in chiave futurista, per poi accostarsi ai piatti in sincronia con canzoni e visual, giocando a lasciare un commento alla fine di ogni portata. Si sono infatti intervallate performance musicali e contamina-zioni artistiche in vinile che spaziano dalla musica classica allo street style, passando attraverso il blues, il jazz e la musica alternativa al ritmo di video installazionigrazie al dj LB e visual Francesco Mancin. “La musica è una via per la quale l’anima torna al cielo” …uno spettacolo a cielo aperto organizzato all’interno dell’antica corte della Chiesa di San Martino a Sottomarina.

“Un lavoro di squadra – commenta la presidente della Cooperativa Valeria Tiozzo - vincente e destinato a portare molti frutti”.

newS SocialearTe e cibo, la SuggeSTiva propoSTa dei “guSTabili”

Miriam Vianello

la sfilata delle Auto d’epocail 20 SeTTeMbre a chioggia la SediceSiMa edizione de “il Macinino”

Domenica 20 settembre 2015 appun-tamento a Chioggia per i moltissimi appassionati di auto storiche per la

16a edizione de “Il Macinino” promosso in collaborazione con il Club Venezia Auto Moto Storiche e la Città di Chioggia. Le vetture iscrit-te alla manifestazioni si ritroveranno presso il bar “Mora Mora” in Lungomare Adriatico a Sottomarina (Stabilimento balneare Clodia) per essere visionate dalla Commisione. Suc-cessivamente le auto storiche raggiungeranno piazzetta Vigo a Chioggia per essere presen-tate al pubblico dove si svolgeranno anche le premiazioni che riguarderanno le auto più datate, quelle più caratteristiche e curiose, più particolari…Ritorno in sfilata a Sottomarina per la sosta pranzo, a base di pesce, e poi nel pomeriggio ancora un passaggio per il lungomare e il centro storico di Chioggia dove le vetture sosteranno per essere ammirate dal pubblico. Eugenio Ferarese

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diritto del lavoro

Ai lavoratori dipendenti è riconosciuto il diritto, ad un periodo di ferie retribuite, nella misura non inferiore a quattro settimane di lavoro. Il motivo fondamen-

tale di tale diritto, tutelato esplicitamente dall’art.36 della Costituzione, è quello di poter reintegrare le energie psico-fisiche spese durante la prestazione lavorativa e di poter partecipare in maniera più intensa alla vita sociale e fami-liare. Le ferie sono un diritto, ma costituiscono anche un obbligo, per cui non possono essere oggetto di rinuncia da parte dello stesso lavoratore, possono essere differite nel loro godimento, ma solo entro determinati limiti temporali (in genere entro 18 mesi, ma i contratti collettivi possono prevedere periodi diversi) e possono essere retribuite, in caso di mancato godimento, solo in casi limitati, primo fra tutti, la cessazione del rapporto di lavoro. La decisione sul periodo di godimento e sulle modalità di fruizione delle ferie è considerata attività organizzativa riservata al datore di lavoro, fermo restando che il lavoratore ha diritto, se lo richiede, a fruire almeno di due settimane consecutive.

L’illegittimo diniego al dipendente di usufruire delle fe-rie può comportare oltre che una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro, anche la causazione al lavo-

ratore, di un danno non patrimoniale (danno all’integrità psicofisica), pienamente risarcibile. Oltre alle ferie, i lavora-tori dipendenti possono beneficiare, in alcune circostanze, di periodi di astensione legittima dal lavoro, usufruendo dii cosiddetti periodi di congedo ovvero di permessi. In caso di matrimonio avente validità civile il lavoratore può fruire, previa richiesta anticipata al datore, di 15 giorni di congedo retribuito, così come mantiene il diritto alla conservazione del posto e a una indennità, corrisposta dall’INPS, il lavo-ratore richiamato alle armi. Riguardo invece ai permessi, regolati anch’essi dalla legge e dai contratti collettivi, I la-voratori hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni (non sono considerati i festivi e giorni non lavorativi) all’an-no in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge, anche se legalmente separato, o di un parente entro il secondo grado, anche non convivente, o di un soggetto componente la famiglia anagrafica. Altri permessi sono previsti per motivi medici e sanitari (tossicodipenden-ze, disabilità) e in caso di partecipazione del lavoratore alle operazioni elettorali quale componente di seggio.

Avv. Piero gAlimbertiFerie, permessi e assenze dal lavoro

Avv. Piero GALLIMBERTI - B.S.Giovanni – via Matteotti n.1115/A - 30015 - Chioggia (VE) Tel. 041-5542025 fax 041-5541511 - Cell.3296273511 - PEC: [email protected]

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rivalSa datore di lavoro

Nonostante la giurisprudenza italiana in materia sia consoli-data fin dal 1998 e confermata dalle più recenti sentenze, pochi datori di lavoro chiedono il risarcimento nel caso in

cui un loro dipendente sia stato vittima di un incidente stradale. A giocare un ruolo chiave nella sostanziale rinuncia ad un diritto acclarato è la scarsa conoscenza della normativa e dei verdetti dei tribunali di ultimo grado. Eppure la fattispecie è frequente: se il lavoratore di un’azienda viene coinvolto in un sinistro stradale, in caso di danni fisici resterà assente dal lavoro per malattia. Nel caso in cui il dipendente sia vittima e non responsabile dell’inci-dente (ovvero a causarlo sia stato il conducente dell’altro veico-lo), l’INPS pagherà parte dello stipendio e poi si rivarrà sull’assicu-razione del responsabile. Nel contempo il datore di lavoro dovrà sostenere i costi che maturano per il suo dipendente senza avere la prestazione lavorativa dello stesso. Cosa dice la legge? La sentenza de 12 novembre 1988, nr. 6132, delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione stabilisce che il datore di lavoro- esatta-mente come l’INPS - ha diritto di richiedere il risarcimento all’assi-curazione del responsabile del sinistro. Lo stesso pronunciamento della Cassazione prevede in questi casi due anni di prescrizione. Ciò significa che l’azienda può richiedere il risarcimento per tutti

“Diritto di rivalsa” questo sconosciuto: solo il 20% delle aziende italiane lo esercita

SCudo InfoRTunISTICA di Germana Mozzato, Patrocinatore Stragiudiziale Professionista del risarcimento via Cristoforo Colombo, 42 - Chioggia (Ve) - Tel. 041 490774 - mail [email protected] - web: www.scudoinfortunistica.it

GERMAnA MozzAToi casi accaduti negli ultimi due anni. Precisamente, la sentenza 6132/1988 della Cassazione stabilisce che: “Il responsabile di lesioni personali in danno di un lavoratore dipendente, è te-nuto a risarcire il datore di lavoro per la mancata utilizzazione delle prestazioni lavorative. Il danno del datore di lavoro può essere liquidato sulla base dell’ammontare della retribuzione e dei contributi previdenziali, obbligatoriamente pagati dal mede-simo datore di lavoro per il periodo di assenza del dipendente infortunato. E’ altresì vero che non tutti sono a conoscenza delle procedure da mettere in atto per ottenere la liquidazione. Da una recente indagine a campione risulta che circa l’80% delle imprese non esercita l’azione di rivalsa in caso di assenza di dipendenti per fatti imputabili a terzi. Ciò causa una perdita com-plessiva stimabile in 50 milioni di euro ogni anno. Infortunistica SCUDO, con la professionalità e l’esperienza acquisita in decenni di attività è a Vostra disposizione per esaminare eventuali danni riportati negli ultimi due anni e ottenere quindi il ristoro di com-pensi professionali erogati ai dipendenti anche durante il periodo di assenza per colpe di terzi.

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Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it/category/diritti/Per partecipare alla rubrica chiamare il numero 049 8704884

diritto PeNale

Sempre di più stretta attualità e tema di un acceso di-battito in ambito nazionale è il problema della guida in stato di ebbrezza. Questo fenomeno, nel corso degli

anni, ha assunto via via connotati sempre più problematici e di vero e proprio allarme sociale, tanto da spingere il legisla-tore, con sempre maggior frequenza, a intervenire inaspren-do le sanzioni a carico degli automobilisti. La normativa di riferimento è l’art. 186 del Codice della Strada (mentre per i neopatentati e altre categorie sussiste un altro articolo ad hoc, il 186 bis, qui non preso in considerazione) che suddi-vide, o meglio gradua le sanzioni a carico del guidatore a se-condo del tasso alcolemico riscontrato. La soglia minima, ol-tre la quale scatta la contestazione è normativamente fissata in 0,5 ed è calcolata in base alla quantità in grammi di alcol presenti in un litro di sangue (g/l). Dallo 0,8 e successivi si ha la configurazione di un reato penale (mentre nell’ipotesi più lieve rimane illecito ammnistrativo). La contestazione, di regola, avviene a mezzo di un strumento chiamato “al-coltest” che misura la quantità di alcol contenuta nell’aria respirata, ovvero con prelievo del sangue, ma in taluni casi può anche essere accertato sulla base di elementi sintomati-ci. Peraltro, a nulla vale il rifiuto di sottoporvisi che configura,

la guida in stato di ebbrezza

Studio Legale avv. Tommaso Rossi, via I° Maggio n. 3, Rosolina (Ro)tel. e fax 0426.340007 - e-mail: [email protected]

Avv. tommAso rossianzi, la sanzione prevista dall’ipotesi più grave. Per quanto riguarda le sanzioni, come detto, queste si suddividono in base al tasso alcolemico riscontrato e vanno dal pagamento di una somma da 531 euro a 2.125 euro all’ammenda da 1.500 euro a 6.000 euro e l’arresto da 6 mesi a 1 anno. Anche la sospensione della patente varia da un minimo di 3 mesi a un massimo di 2 anni (con raddoppio di sanzioni o, addirittura, revoca nell’ipotesi di incidente stradale). Inoltre, nell’ipotesi di guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 (g/l) è prevista anche la confisca del veicolo (salvo che appartenga a persona estranea al reato). Ulteriori aumenti sono previsti in particolari situazioni. Salvo eccezioni, la pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita, anche su richiesta dell’imputato, con quella del lavoro di pubblica uti-lità consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso enti od organiz-zazioni convenzionate. L’effetto concreto dello svolgimento positivo del lavoro è la riduzione alla metà della sanzione della sospensione della patente e la revoca della confisca del veicolo sequestrato.

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fiScalita’, Norme e tributi

Continuando nella nostra disamina dei rimedi esperibili nell’ ipotesi che Vi siate trovati nella situazione di aver omesso un pagamento dovuto all’ Erario, o di esserVi

dimenticati una scadenza, parleremo, questo mese, del rime-dio, c.d. del “Ravvedimento Operoso”. Anche su tale Istituto la legge di Stabilità 2015 ha inciso profondamente, con la conseguenza che, da quest’anno, i contribuenti possono sana-re i mancati versamenti fiscali, con sanzioni ridotte, senza limiti di tempo, e che le cause ostative all’utilizzo del ravvedimento operoso vengono limitate al solo caso in cui al contribuente sia stato già notificato un atto di liquidazione o un avviso di accer-tamento (con la conseguenza che un contribuente che abbia subito un’attività di ispezione e verifica da parte dell’ Agenzia o della GdF, potrà ancora usufruire del ravvedimento opero-so per sanare la propria posizione, prima che il conseguente accertamento gli venga notificato). I termini per usufruire del ravvedimento e le relative sanzioni, così divengono:

- Pagamento entro14 giorni: sanzione dello 0,20% gior-naliero;

- dopo 30 giorni: sanzione ridotta del 3%;- dopo 90 giorni: sanzione ridotta del 3,3%;- dopo 1 anno: sanzione del 3,75%;

Il ravvedimento operoso 2015

A.P.I.V. – Associazione Piccoli Imprenditori, artigiani e lavoratori autonomi delle VenezieCentro CAf - Consulenza Commerciale, Tributaria, Contabile e Creditizia - Amministrazione del Personale – Successioni

Sede: 30030 Martellago (Ve), P.zza Vittoria 97 - Info: [email protected] - Cell: 348.3161877

A CuRA dI A.P.I.V.

- dopo 2 anni: sanzione del 4,2%;- Oltre 2 anni: sanzione del 5%;Naturalmente, oltre al versamento dell’imposta e della

sanzione, in misura ridotta, il contribuente dovrà versare anche gli interessi di mora, calcolati al tasso legale annuo a partire dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato e sino al giorno di effettivo versamento.

In pratica, con le nuove regole il Fisco concede la possi-bilità di ravvedersi anche senza limiti di tempo, con sanzioni sempre ridotte, al massimo il 5% e la sanzione piena, del 30%, resta applicabile esclusivamente nel caso di accer-tamento. In conseguenza, dal 31 Dicembre 2015 viene abrogato l’istituto dell’acquiescenza integrale ai Pvc, gli inviti al contraddittorio e a tutti gli atti definibili emessi dall’Agenzia delle Entrate (non preceduti da Pvc o invito).

Naturalmente, oltre al versamento dell’imposta e della sanzione, in misura ridotta, il contribuente dovrà versare anche gli interessi di mora, calcolati al tasso legale annuo a partire dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato e sino al giorno di effettivo versamento

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

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Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it

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L’Editoriale

Prima di entrare in palestra, passare dal medico

L’Europa oggi è un’entità ancora in cerca di una sua iden-tità, di una forma stabile che le consenta di avviarsi verso il futuro con sicurezza e capacità di incidere. Molto ancora

deve essere fatto nella direzione dell’integrazione politica e normativa ma soprattutto, se si vuole veramente restare uniti in un Unione che spesso viene percepita come distante e alie-na, è necessario costruire una vera cultura europea.

Soltanto una forte cultura condivisa infatti può permetterci di superare le differenze nazionali, molto più di rapide modifi -che a regolamenti e statutari comunitari.

La scarsità di questa cultura condivisa si traduce anche in limitazioni all’apporto che i professionisti di diversi paesi dell’Unione possono portare fuori dal loro stato. Scrivo que-sto editoriale da Sibiu, in Romania, dove ho partecipato a un convegno europeo di psicologia. Le domande che ho portato ai partecipanti sono state soltanto due. La prima è stata se co-noscessero i regolamenti dei diversi stati dell’Unione Europea riguardo alla possibilità di svolgere la professione di psicologo. La seconda è stata se pensassero che i potenziali pazienti, clienti o utenti fossero disponibili ad affi darsi a professionisti con un titolo di studio estero, esperienze diverse da quelle a cui sono abituati, teorie e concetti lontani dal mainstream della loro nazione. Purtroppo devo ammettere che, anche in un ambiente accademico, la risposta a entrambe le domande è stata negativa. Ma se a riparare alla prima è suffi ciente poca formazione riguardo leggi e regolamenti, la seconda richiede un lungo processo di educazione e diffusione della cultura. Oggi, l’Europa ha un potenziale infi nito: 500 milioni di per-sone portatrici di culture diverse, di studi di altissimo livello, di possibilità di innovazione. Però fi nché non saremo pronti e disponibili ad utilizzarlo, fi nché non sarà normale – ad esem-pio – rivolgersi a uno psicologo romeno, inglese, portoghese o tedesco e che gli psicologi italiani sentano di poter lavorare in tutto il continente, questo potenziale rimarrà un’idea e una possibilità ancora da scoprire.

dott. alessandro De Carlo*

PROFESSIONI ED EUROPA: LA SFIDA DI CREARE UNA CULTURA EUROPEA

*Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto

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I farmaci Orfani e le patologie rare

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La riabilitazione post operatoria

Postura corretta a scuola

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Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

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vicini a casa nostra

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L’intervento

Ci sono voluti un D.L., una sua conversione in Legge,una nota esplicativa di un D.M. recante “linee guida di indirizzo in materia di certifi cati medici per l’ attività sportiva non agonistica”, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato presso il Ministro della Salute, per sopprimere

l’ obbligo della certifi cazione medica per l’ attività ludico-motoria e amatoriale e confermarne l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica.E ancora rimangono vaste zone d’ombra sull’argo-mento a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e dalla ripresa delle attività sportive. Ma andiamo con ordine: con D.L. del 21 giugno 2013 convertito in legge N.98 il 9 agosto 2103 viene soppresso l’obbligo di certifi cazione medica per l’attività ludico-motoria o amatoriale e confermato l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica;nell’agosto del 2014 viene emanato il Decreto del Ministro della Salute con le linee guida e nel giugno dell’anno in corso la nota esplicativa del Ministero della Salute. In pratica l’ obbligo del certifi cato riguarda a) gli alunni che svolgono attivi-tà fi siche-sportive nell’ambito delle attività parascolastiche;b) coloro (inteso come persone fi siche tesserate) che svolgono attività organizzate dal Coni,da società sportiva affi liate alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni che non siano considerati atleti agonisti (questi ultimi hanno obbligo di certifi cazione sportiva rilasciata dalle ALS o da Centri autorizzati); c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. I Medici che possono rilasciare il certifi cato sono i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o i Medici specialisti in medicina dello sport. Il certifi cato medico ha validità annuale e per il suo rilascio vengono speci-fi cati gli accertamenti clinici richiesti: anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa,un elettrocardiogramma (ECG) (almeno una volta nella vita) o ogni anno per coloro che hanno superato i 60 anni di età e presentano fattori di rischio cardiovascolare oppure indipendentemente dall’età soffrono di patologie croniche comportanti un aumentato rischio car-diovascolare.Ovviamente il medico può richiedere ulteriori esami che ritiene opportuni per il rilascio del certifi cato. Nell’ambito dell’attività non agonistica il Coni,sentito il Ministero della salute dovrà provvedere ad impartire idonee indicazioni agli Organismi riconosciuti dallo stesso Coni affi nché distinguano tra le diverse tipologie di tesseramento ai fi ni della sussistenza o meno dell’obbligo del certifi cato tra: a) tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;b) tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fi sico; c) tesserati che non svolgono attività sportiva. Solo per i tesserati di cui al punto sub a) sussiste l’ obbligo della certifi cazione. Nell’attesa,poichè il gioco del bridge o del burraco o degli scacchi o delle bocce sono considerati discipline sportive, tutti coloro che partecipano a tornei organizzati da società sportive affi liate al Coni dovranno esser muniti di certifi cato medico? E tutti gli over 60 con ECG annuale? E tutti i bambini che praticano attività fi siche presso Enti riconosciuti dal Coni o nell’ambito di attività parascolastiche anche loro dovranno presentare certifi cato medico con allegato un ECG? Quali potranno mai essere le attività sportive che non comportano impegno fi sico? Conosciamo bene l’ importanza dell’attività fi sica per la salute dei bambini ma,come hanno giustamente osservato i Pediatri, la nebulosa defi nizione di attività sportiva non agonistica,l’obbligo di un ECG per il rilascio del certifi cato e i costi derivan-ti hanno reso complesso e più diffi cile l’ approccio all’ attività motoria organizzata,specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Non sussiste più invece l’obbligo del certifi cato per attività ludico-motoria, “intesa come attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione riconosciuti dal Coni,individuale o collettiva,non occasionale,fi nalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fi sico della persona”. Peccato che, come da conoscenza comune,le palestre,le piscine,i circoli del tennis,le piste di pattinaggio e via dicendo,per motivi di opportunità amministrativa sono nella quasi totalità affi liati al Coni e i loro frequentatori automaticamente tesserati, e richiedono indipendentemente dall’attività svolta, la presentazione del certifi cato medico per la loro frequenza. Di più: il certifi cato comunque viene richiesto se non altro per motivi assicurativi in quanto molte polizze assicurative stipulate dai gestori di palestre etc. rispondono solamente se vi è la presenza di un certifi cato medico. Insomma ci sono voluti un Decreto Legislativo,una sua trasformazione in Legge,un Decreto del Ministro della Salute,una nota esplicativa del Ministero della Salute,un gruppo di lavoro presso lo stesso Ministero per complicare il rilascio della certifi cazione per attività sportiva non agonistica e rendere il certifi cato per attività ludico-motoria un atto amministrativo per le assicurazioni piuttosto che un certifi cato clinico per motivi di salute, che, anche se non obbligatorio risulta obbligato.

CERTIFICAZIONI MEDICHE PER ATTIVITÀ SPORTIVE NON AGONISTICHE O LUDICO-AMATORIALIQUANDO SUSSISTE L’OBBLIGO?

di Francesco Noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

L’opinione

Negli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro facciale, ivi comprese le arcate dentarie, si’ da rap-presentare un indubbio problema di salute pubblica. Ciò è imputabile all’aumentato dinamismo

della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento del bambino in attività agonistiche ed all’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti.Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verifi cano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione.

L’arrivo ad un pronto soccorso di un paziente che abbia subito un trauma dentale è, pertanto, un evenienza frequente e tale da richiedere, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, Maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medicosportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva); il tutto al fi ne di avviare il paziente verso un ottimale recupero funzionale ed estetico. A seguito di un trauma che coin-volge il distretto facciale e le arcate dentarie, le prestazioni terapeutiche necessarie possono essere volte al ripristino della mucosa, alla ricostruzione immediata dell’elemento dentario traumatizzato, al riattacco del frammento coronale fratturato, al reimpianto del/i dente/i avulsi, ove possibile. Durante la prima visita, grande importanza deve essere riservata all’approccio psicologico del paziente traumatizzato.

Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo un protocollo specifi co che, prevedendo inizialmente un’accurata raccolta dei dati anamnesticocircostanziali dell’evento traumatico, si articolo successivamente con una prima fase di obiettività clinica e radiologica, una seconda di specifi co intervento terapeutico è una terza che prevede la programmazione di controlli a distanza atti a seguire l’evoluzione clinica.

La maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedere da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente. Infatti, alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo che intercorre tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento e, spesso, la prima fi gura che viene a gestire il trauma dentale è il medico di pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta. Sono state quindi messe a punto dal ministero della salute delle linee guida che possano fornire delle indicazioni e raccomandazioni sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dentoalveolare nei pazienti in età evolutiva co una altresì attenta valutazione delle conseguenti implicazioni medico legali.

NON SOTTOVALUTIAMO I TRAUMI DENTALI DEI RAGAZZIdi Dott. Bruno Noce*

*Presidente della Commissione albo odontoiatri rovigo

Consulenza scientificaPatologie Posturaligmflex- via del Commercio, 12 località Borsea - rovigo tel.0425474954- Via Brunacci 10 zona Panorma Marghera ve tel 041922692- www.dormiflex.it

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FarMaCiaDott. alberto Faggin:piazza i Maggio n°5, Codevigo (Pd)[email protected]@farmaciafaggin.ittel: 049-5817029

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Chirurgia VasColareDr. stefano Manfrini - specialista in Chirurgia vascolare-responsabile u.o. di Chirurgia Vascolare ospedale accreditato salus Ferrara. Visita a rovigo, este, Monselice e Badia Polesine - tel. 347/8043460PsiCologiaDott.ssa ilaria tognon - Psicologa con orientamento neuropsicologico, PsicoterapeutaDott.ssa Pes Maria Valeria - Psicologa con orientamento neuropsicologicotel. 347 5150001 - Padova e provincia [email protected]

PoliaMBulatorioPoliambulatorio terrassaMedicaDott. leopoldo ButtinoniFisioterapistaVia Marconi n. 6 - 35020 terrassa Padovana - Padovatel.: 347/4143070 - 049/0998352

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I paesi industrializzati, ed in particolar modo, noi europei, siamo abituati ad un certo tipo di Servizio Sanitario Nazionale e forse, giusto o meno che sia,

lo diamo per scontato. Parliamo di un sistema in cui molti farmaci (per le patologie croniche) sono concessi gratuitamente in regime di SSN. Purtroppo non sempre è così. Esistono alcune patologie per le quali ancora, non solo non vi è suffi ciente documentazione scientifi -ca, relativamente alle cause, ma non esistono neppure farmaci che possano curarle. Sono defi nite Malattie Rare, quelle che colpiscono un numero ristretto di per-sone (una ogni 2000) quasi tutte genetiche, infettive, autoimmuni e carcinomi rari. Attualmente ne sono state calcolate all’incirca 7000 e ne vengono continuamente descritte di nuove nelle pubblicazioni scientifi che. Sono gravi e possono manifestarsi dalla nascita o dall’in-fanzia ed essere croniche e spesso progressive. Per la maggior parte di queste ancora oggi non è disponibile una cura effi cace, ma numerosi trattamenti possono migliorare notevolmente la qualità della vita e prolun-garne la durata. In questo scenario vengono utilizzati i farmaci defi niti orfani. Si tratta di farmaci che l’indu-stria farmaceutica non produce perché non remunera-tivi (dato il ridotto numero di pazienti-fruitori) oppure

che erano commercializzati, ma l’azienda produttrice ha rinunciato all’autorizzazione al commercio, oppure molecole ritirate dal commercio per ragioni economiche o terapeutiche o ancora prodotti mai sviluppati. Per ca-pire ciò basta pensare all’iter che un farmaco richiede dalla scoperta della molecola alla sua commercializza-zione (decorrono circa 10 anni), tempo in cui la ricerca ha un enorme costo e in questo caso i capitali investiti non verranno mai recuperati. In tali patologie è di fon-damentale importanza il farmaco galenico magistrale prodotto all’interno degli ospedali e nelle farmacie terri-toriali competenti. In questo caso il farmaco galenico si affi anca all’industria colmandone le “carenze” dovute all’impossibilità di quest’ultima di produrre piccoli lotti di farmaci personalizzati (ad hoc).In tal modo il medico avrà a disposizione un arma in più potendo scegliere la terapia più idonea per il paziente.

Dott. alberto Fagginpiazza i Maggio n°5, Codevigo (Pd)[email protected]@farmaciafaggin.ittel: 049-5817029

i farmaci orfani e le patologie rare

Il Dr. Alberto Faggin

Perchè stare attenti alla posturaIl bambino o ragazzo raggiunge la maturità fi sica

solo intorno ai vent’anni, ma prima di quel momento il suo corpo si modifi ca in base alle esigenze subendo costantemente delle spinte di crescita molto forti; da qui l’importanza di educare i bambini ad una postura corretta in modo da:

evitare problemi alla schiena in età giovanile;prevenire i dolori in età adulta, quando il nostro

fi sico non riuscirà più a compensare: scoliosi, dorsalgia, lombalgia, dolore cervicale solo per citarne alcuni;

limitare i vizi posturali che possono provocare problemi anche a livello delle articolazioni;

Una posizione scorretta deve essere mantenuta per

un tempo prolungato per diventare un atteggiamento posturale e quindi poter creare problemi: a scuola un bambino tende a rimanere fermo in posizioni sbagliate per molto tempo, spinto dalla noia, dalla stanchezza o da defi cit muscolari; in questo modo, giorno dopo giorno la postura viene viziata e in seguito mantenuta anche al di fuori del contesto.

Studi recenti hanno constatato che il 50-60% del-le alterazioni posturali sono dovute agli orari scolastici; altra causa molto importante è la quantità di bambini sovrappeso e obesi del nostro bel paese.

Cosa fare Abbiamo visto essere la base per una buona sa-

lute fi sica sin dai primi anni di vita e raggiunge l’apice dell’importanza proprio nel periodo scolare; per evitare problemi è molto importante mantenere una corretta postura a scuola e quindi bisogna comportarsi di con-seguenza:

educare e sensibilizzare il bambino verso un atteggiamento posturale corretto nelle ore scolastiche;

approfi ttare anche delle ore di studio casalinghe per insegnare la postura corretta al proprio fi glio;

evitare di portare gli zaini su una spalla sola; limitare carichi troppo pesanti nelle cartelle; alleggerire gli orari e rendere le lezioni più pia-

cevoli e interattive; migliorare la preparazione dei docenti riguardo

la postura; aumentare le ore di educazione fi sica, renden-

dola però anche più professionale; rivolgersi a personale qualifi cato al di fuori della

scuola per consulenze e consigli pratici professionali

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Postura corretta a scuola

Dott. Barbetta, sappiamo che visita presso il Poliambulatorio Vespucci, fate anche riabilitazione post-operatoria?

“Si, questo tipo di riabilitazione è tra le compo-nenti più importanti della riabilitazione che eseguia-mo al Poliambulatorio Vespucci. Trattiamo pazienti con esiti di artroscopia di spalla e ginocchio, inter-venti a mani e piedi (sindrome del tunnel carpale o tarsale, dito a scatto, rizoartrosi, correzione alluce valgo…) interventi di protesizzazione di anca, gi-nocchio o spalla, interventi al rachide”.

Quando conviene prenotare la visita e quanto dura il percorso riabilitativo?

“E’ utile eseguire la Visita Fisiatrica appena dimessi dall’ospedale (quindi meglio prenotarla in anticipo) per poter programmare un trattamento riabilitativo personalizzato riguardo anche le indica-zioni dei colleghi ortopedici. Tanto più precocemente si inizia una specifi ca e personalizzata riabilitazione dopo intervento chirurgico, tanto prima si recupera la funzionalità dell’arto interessato evitando l’insor-genza di eventuali complicanze. I cicli di fi sioterapia (un ciclo consiste di 10 sedute) possono consistere in uno unico, nei casi più semplici, o più nei casi più complicati ed in pazienti più anziani o defedati”.

Quali sono i risultati che vi prefi gge-te?

“L’obiettivo della riabilitazione post intervento chirurgico consiste principalmente nel risolvere l’e-dema e l’infi ammazione presenti nell’articolazione

E’ una tra le componenti più importanti della riabilitazione che eseguiamo presso il Poliambulatorio Vespucci

la riabilitazione post operatoria

PRESTAZIONI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONERiabilitazione neurologica, ortopedica, pre-post ope-ratoria, reumatologica, dello sportivo, pediatrica, po-sturale, senologica, respiratoria, urologica perineale, logopedica; Terapia occupazionale; Riabilitazione della colonna vertebrale, mano, gomito, spalla, ginocchio, anca, piede; Riabilitazione a domicilio, funzionale globale di mantenimento di gruppo; Ginnastica cor-rettiva di gruppo; Massaggio per drenaggio linfatico; Kinesiology Taping Therapy; Terapie fi siche strumen-tali; Tecarterapia; Hilterapia; Noleggio magnetoterapia.

PRESTAZIONI AMBULATORIO POLISPECIALISTICOVisite specialistiche fi siatriche: esame podologico per pre-

scrizione plantari; valutazioni funzionali neurologiche. Visite specialistiche ortopediche: visite superspecialistiche

di chirurgia vertebrale; terapia con onde d’urto; me-soterapia antalgica; artrocentesi; manipolazioni ver-tebrali; infi ltrazioni articolari; infi ltrazioni ecoguidate all’anca; perizie medico legali.

Visite specialistiche di chirurgia vascolare: scleroterapia. Visite specialistiche ginecologiche: infantili, adolescenziali e

adulti; pap test; colposcopia. Visite specialistiche di chirurgia generale, di chirurgia e medicina estetica, urologiche, endocrinologiche, derma-tologiche, reumatologiche, podologiche; Consulenze ses-suologiche, psicologiche, nutrizionali.

PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA STRUMENTALEElettromiografi e - Ecografi e - Ecocolordoppler

fiSioTerapia – riabiliTazione aMbulaTorio poliSpecialiSTico

diagnoSTica STruMenTale

VIA VESpuCCI N°135/136 30015 SOTTOMARINA DI CHIOggIA (VE)TEl. 041.490754 - fAX. 041.5548329

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Struttura convenzionata con il SSN Direttore sanitario: Dott. Mario bortolato

Aut. san. Nr 53 de 15/7/13

Il dott. Giovanni Barbetta

operata, nel recuperare il normale range articolare, nel potenziare la muscolatura per stabilizzare l’ar-ticolazione e quindi recuperare il prima possibile la normale funzionalità dell’articolazione stessa e non ultima di tutto il corpo.

Per esempio in caso di intervento di protesiz-zazione del ginocchio il paziente si presenta col ginocchio dolente e gonfi o, con l’articolarità molto limitata e deambulante con stampelle.

Si programma un protocollo riabilitativo con abbinamento di alcune terapie fi siche (laser, c. in-terferenziali e compex…), crioterapia, kinesitera-pia passiva ed attiva assistita , esercizi di rinforzo muscolare (in un secondo momento anche con l’inserimento del circuito riabilitativo con l’utilizzo di macchinari specifi ci per il rinforzo muscolare),

rieducazione propiocettiva ed alla deambulazione; il tutto volto al progressivo re-cupero funzionale articolare e globale del paziente.

Il paziente viene seguito quotidianamente dal suo fi sioterapista con periodici controlli del medi-co fi siatra per monitorare la corretta evoluzione e progressione dei miglioramenti anche con scale di valutazione.

Senza una adeguata riabilitazione spesso l’e-sito di un intervento chirurgico, se pur eseguito da mani esperte ed in maniera “perfetta”, può non arrecare al paziente i benefi ci attesi”.

Dott. Giovanni Barbetta - Medico Chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione

presso il Poliambulatorio Vespucci

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30

Come si possono prevenire?“Essendo spesso costituzionali, una prevenzione

assoluta non esiste. Se ne può limitare l’evoluzione facendo una vita attiva, usando una calza elastica, se si sta molto in piedi e soprattutto riccorrendo in tempo ad uno specialista per una visita ed un’esame ecodoppler.

Quali te-rapie sono possibili?

“Oggigiorno sono tante, van-no da quelle piu’ classiche come la scleroterapia o l’intervento chirurgico, rivisti

in chiave moderna, nel senso di una maggiore effi -cacia ed una minima invasività, fi no a tecniche piu’ recenti, quali il laser, la radiofrequenza, ecc. Ogni tec-nica presenta vantaggi e svantaggi e sta all’esperien-za dello specialista applicarle al meglio per ottenere il massimo risultato. Tanto si può fare, l’unico errore che il paziente deve evitare è quello di tracurarsi e sottovalutare la malattia”

Dott. Manfrini, cosa sono le vene va-ricose?

“Le varici degli arti inferiori, comunemente cono-sciute come vene varicose, costituiscono una malattia molto diffusa in entrambi i sessi, anche se con netta prevalenza in quello femminile”.

A cosa sono dovute?“Fondamen-

talmente ad una eccessiva “de-bolezza” della parete venosa, spesso costituzio-nale ed eredita-ria, a causa della quale le vene si dilatano e diven-gono pertanto particolarmente visibili. La malattia puo’ interessare sia le venule piu’ piccole e superfi ciali (cosidetti capillari), sia le vene piu’grosse, che si tro-vano nel grasso sottocutaneo (sistema safenico).

E’ un problema estetico o una vera pa-tologia?

“Nelle fasi iniziali il problema può essere preva-lentemente estetico ma se trascurato diviene presto una patologia vera e propria, che nelle fasi avanzate può dare complicanze serie, quali ulcerazioni della pel-le, trombofl ebiti o anche embolia polmonare. Anche i capillari, specie quelli della parte bassa delle gambe, se trascurati a lungo, possono dare alterazioni della pelle fi no alla rottura spontanea, causa di fastidiose emorragie”.

il Chirurgo Vascolare risponde su: vene varicose

Dr. stefano Manfrini - specialista in Chi-rurgia vascolare-responsabile u.o. di Chi-rurgia Vascolare ospedale accreditato salus Ferrara. Visita a rovigo, este, Monselice e Badia Polesine - 347/8043460

Dott.Stefano Manfrini

La volta scorsa, abbiamo parlato di diffi coltà nell’appren-dimento della lettura e della scrittura, nella comprensione del testo e nel rispetto delle rego-le. Che consigli possiamo dare ai genitori?

“Intanto quello di non sottovalutare i segnali che osservano e ciò che viene riportato dagli insegnanti. In alcuni casi le diffi coltà possono essere così evidenti da essere già state certifi cate come Disturbo Specifi co dell’Apprendimento (DSA) da uno specialista; altre volte possono essere più diffi cili da identifi care. Dobbiamo infatti tenere conto che siamo di fronte a bambini spesso molto intelligenti che appena si accorgono di avere delle diffi coltà, trovano il modo per distogliere l’attenzione dell’adulto da queste ultime, con tutte le conseguenze che ne derivano”.

A che tipo di conseguenze vi riferite?“Proviamo a pensare a quali effetti devastanti

possa avere sull’autostima la convinzione di non essere “bravi” quanto i compagni.

Si instaura un circolo vizioso per cui questi bambini

Difficoltà di apprendimento ed autostima: come interrompere il circolo vizioso

Dott.ssa ilaria tognon - Psicologa con orien-tamento neuropsicologico, PsicoterapeutaDott.ssa Pes Maria Valeria - Psicologa con orientamento neuropsicologicotel. 347 5150001 - Padova e [email protected]

Dott.ssa Ilaria Tognon e dott.ssa Maria Valeria Pes

non provano più a fare le cose per paura di sbagliare e deludere nuovamente. D’altra parte se non si esercita-no, le diffi coltà non migliorano mai!”.

Come si può interrompere questo circo-lo?

“Attraverso una valutazione neuropsicologica che analizzi le diffi coltà e le potenzialità di ciascun bambi-no. È il punto di partenza che serve per programmare un trattamento specifi co volto a ridurre i defi cit individuati e a trovare delle strategie compensative permettendo al bambino di migliorare le sue prestazioni scolastiche”.

Cos’è la fi sioterapia?La fi sioterapia viene defi nita come una branca della

medicina che si occupa della prevenzione, cura e riabilita-zione dei pazienti affetti da patologie o disfunzioni con-genite o acquisite in ambito muscolo-scheletrico, neurolo-gico e viscerale attraverso molteplici interventi terapeutici individualizzabili quali: terapia manuale e manipolativa, terapie fi sice (es. Laser, Tecar), kinesio-taping e bendag-gio funzionale, massoterapia e terapia posturale. (fonte: World Confederation for Physical Therapy). La fi sioterapia si rivolge a ripristinare le capacità motorie della persona in seguito ad un incidente, un infortunio o una lesione tramite la risoluzione del dolore, la normalizzazione delle struttre neuro-muscolo-scheletriche disfunzionali e sintomatiche e il ripristino della funzione della parte interessata.

Chi la esegue?La fi sioterapia è praticata dal fi sioterapista, professio-

nista che consegue la laurea previo superamento dell’esa-me di stato ed è l’unica fi gura abilitata all’esercizio della professione. Purtroppo in Italia risulta essere una delle professioni con il più alto tasso di abusivismo da parte di persone non laureate e non preparate a gestire il bisogno di salute del paziente; da qui la necessità di rivolgersi a professionisti laureati e a centri che ottengono certifi cazio-ni dalle ASL locali, dopo rigidi controlli per garantire elevati standard qualitativi per la salute del cittadino.

A chi è rivolto e a cosa serve?È rivolta a tutte quelle persone che presentano innan-

zitutto dolore principalmente legato a patologie dell’ap-parato muscolo scheletrico quali, giusto per menzionarne alcune, lombalgie e lombosciatalgie, cervicalgie, epicondi-liti, lesioni muscolari, cefalee miotensive e a tutte quelle pre e post-chirurgiche.

Come si accede alle cure fi sioterapiche?Ci si può rivolgere direttamente al proprio fi siotera-

pista che potrà consigliarvi sul percorso più idoneo e, nel caso si sconfi nasse in area medica, richiedere il consulto medico specialistico più appropriato per una diagnosi me-dica.

Per l’accesso alle cure fi sioterapiche non è tuttavia obbligatorio ai fi ni legali aver consultato prima un medico

o possedere una diagnosi (che resta tuttavia importante per la decisione del percorso terapeutico), ma è il fi siote-rapista stesso che valuta lo stato di salute del soggetto e ne indirizza il trattamento fi sioterapico basandosi sulla va-lutazione personalizzata e sulla storia clinica della persona

Qual’è la tua esperienza?Fin da subito dopo la Laurea presso l’università di Pa-

dova, ho avuto modo di approfondire la materia, dapprima frequentando un Master di fi sioterapia presso l’università di Pisa e concludendo poi un percorso di specializzazio-ne in Terapia Manuale in Australia, presso l’università di Perth (Curtin) che mi ha permesso di entrare in contatto con colleghi tra i migliori al mondo nei relativi ambiti di

specializzazione.Attualmente, oltre che collaborare con alcuni centri di

fi sioterapia, seguo le giovanili del Calcio Padova, la serie A femminile di basket dell’Umana Reyer Venezia che vanta la presenza di atlete nel giro della nazionale e seguo inol-tre le giovanili maschili, sempre della Reyer.

Poliambulatorio terrassaMedicaDott. leopoldo ButtinoniFisioterapistaVia Marconi n. 6 - 35020 terrassa Padovana - Padovatel.: 347/4143070 - 049/0998352

Fisioterapia e saluteUna risposta concreta al dolore e alle problematiche dell’apparato muscolo scheletrico

Il dott. Leopoldo Buttinoni

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I vermi intestinali del cane e del gatto

IL VETERINARIO A cura del dott. Gildo Baroni

Uno dei problemi più frequenti per i possessori di cani e gatti è certamente rappresentato dai vermi intesti nali, parassiti che vivono a spese di un altro organismo indebolendolo e, a volte, causando gravi patologie. Tra i parassiti più importanti troviamo:1. Ascaridi: sono i vermi intesti nali più frequenti negli animali giovani in quanto trasmessi dalla madre nella fase fi nale della gravidanza e con il latt e materno. La trasmissione avviene att raverso l’ingesti one di uova.2. Tenia: presente in cani e gatti di qualsiasi età. I ver-mi si insediano nell’intesti no dove consumano parte del cibo ingerito dall’animale. La trasmissione avvie-ne prevalentemente att raverso le pulci.3. Tricuridi: infett ano animali di tutt e le età. Gli adulti si att accano alla parete intesti nale nutrendosi di san-gue. La trasmissione avviene att raverso l’ingesti one di uova.4. Anchilostomi: più frequenti negli animali giovani. I parassiti adulti si att accano alla parete intesti nale nu-trendosi di sangue. La trasmissione avviene att raver-so l’ingesti one di uova. Le larve possono anche entra-re nell’organismo att raverso la pelle o trasmesse con

il latt e materno. Le verminosi intesti nali rivestono parti colare importanza negli animali giovani, vista la loro ancora carente risposta immunitaria, dove pos-sono provocare debolezza, dimagrimento, patologie cutanee, fi no ad arrivare, in caso di infestazioni mas-sive, a diarree profuse, disidratazione ed anemie che possono portare anche alla morte del soggett o. In un animale adulto, nella maggioranza dei casi, un’infe-stazione non mostra sintomi parti colari mentre nei casi più gravi si possono notare opacità del pelo, di-magrimento e diarrea di varia enti tà. A parte i casi in cui le larve sono visibili ad occhio nudo (proglotti di della tenia) l’unico metodo per avere una diagnosi sicura è l’esame microscopico di un campione di feci. In caso di verminosi intesti nali il veterinario di fi ducia saprà consigliare la terapia più idonea, in commercio ci sono diversi otti mi prodotti , compresse o creme per via orale, fi alett e da applicare sulla cute o solu-zioni iniett abili contro i parassiti più comuni. Normal-mente eff ett uando un paio di tratt amenti il problema si risolve e raramente è necessario procedere ad ul-teriori terapie.

Dott. Gildo Baroni - Tel. 0425 471076 mail: [email protected]

Educazione e cani (prima parte)

L’ESPERTO Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofi la*

“Educato corrett amente un uomo può essere il migliore amico del cane”, questa aff ermazione dell’umorista americano Ford conti ene una gran-de verità, ovvero educare un cane signifi ca prima di tutt o educare se stessi a capire il proprio amico a quatt ro zampe, imparare a conoscerlo, a rispet-tarlo e dunque a volergli bene. Il cane infatti per vivere sereno ha bisogno di se-guire delle regole, di sapere ciò che può o non può fare e ha bisogno di coerenza da parte del proprietario il quale, a sua volta, deve imparare a comprendere e rispett are le esigenze del suo amico. Pertanto, l’educazione è un’atti vità che ri-guarda sia il cane che il proprietario, un percorso a due, guidato da un professionista, in cui è fon-damentale insegnare al cane delle competenze di modo che sappia come comportarsi nelle diverse situazioni di vita quoti diana; un cane senza regole è infatti spesso un cane stressato, agitato e ad-diritt ura aggressivo. Per quanto riguarda quando iniziare un percorso educati vo, io consiglio di ri-volgersi ad un professionista appena il cane arri-va a casa, sia che si tratti di un cane adott ato già

adulto sia che si tratti di un cucciolo di pochi mesi (ovviamente dopo che è stato sott oposto ai vac-cini): imparti rgli sin dall’inizio corrett e abitudini è senza dubbio più semplice rispett o ad una ri-educazione o ad un recupero comportamentale, quando il danno è già stato fatt o. A mio avviso l’educazione è fondamentale, ed in certi paesi è addiritt ura obbligatoria, se si vive in citt à o se si tratt a di cani impegnati vi che mal guidati possono diventare diffi cili da gesti re e pericolosi per l’incolumità pubblica, a tal propo-sito non serve pensare necessariamente al cane aggressivo che morde ma anche per esempio ad un cane molto ti moroso che scappa. Collegando-ci alla massima iniziale, non dimenti chiamoci che l’educazione riguarda in primis il proprietario, un cane educato infatti è un cane ben gesti to e ben voluto dalla colletti vità.

*Educatrice cinofi la che collabora con il Rifugio Cipa

Questi e tanti altri simpatici musetti li trovate al rifugio c.i.p.a. di fenil del Turco (ro), via argine zucca n° 3/e tel. e fax 0425/476835 – mail: [email protected] – sito: www.legadelcanerovigo.com facebook: facebook.com/legadelcanerovigo – Twitter: twitter@legadelcane – Youtube: rifugiocipatv

ADOTTAMICORTEZ è

un segugio maschio

sterilizzato. E’ strepito-

so!! Buono, coccolone e

socievole. E’ un vero tesoro! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani.

E’ adatto a famiglie anche con bambini.

GAUGUIN è un meticcio sterilizza-to, taglia piccola.

Ha un passato diffi cile. E’ timido e discreto, gli pia-ce molto andare a passeggio e si lascia toelettare, è adatto a famiglie con altri cani, adolescenti e/o

persone anziane.

GIANDUIA è un meticcio

maschio sterilizzato. Gli

piace andare a passeggio

e stare in compagnia di persone dai modi delicati e

che lo rispettano. Per lui stiamo cercando un ambiente tranquillo come unico cane.

KENZO è un

cucciolone di 7 mesi.

Allegro, vivace

e di gran compagnia! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli

altri cani. Adatto a famiglie anche con bambini. Venite a conoscerlo!

MASCÒ è un meticcio di

taglia media. Adora stare

in compagnia delle persone e fare attività ludiche ed educative! Va a passeggio al guinzaglio ed è adatto a famiglie com-

poste da adulti. Venite a conoscerlo!

SHARON è una meticcia di

taglia media. E’ allegra, ener-

gica e di gran compagnia! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo

con gli altri cani. E’ un cane che adora svolgere attività all’aria aperta. Un vero

spreco che sia qui in Rifugio!

LILLA è una meticcia sterilizzata,

taglia media. Va a passeggio al

guinzaglio e va d’accordo con gli

altri cani. E’ adatta a famiglie tranquille senza bambini che con i loro giochi sfrenati potrebbero metterla in diffi coltà. E’ un cane a cui piace tanto stare

in compagnia delle persone.

MAX è un meticcio maschio sterilizza-

to, taglia media. E’ di grande com-pagnia, maestoso

ed esuberante. Scala le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una famiglia che lo faccia vivere in casa. E’ l’ideale per chi vuole un cane con cui svolgere attività

fi siche, ludiche ed educative.

APO è un me-ticcio maschio

sterilizzato, taglia media.

E’ un cane buonissimo! E’ adatto a famiglie anche con bambini piccoli e persone anziane, va d’accordo

con gli altri cani. Adora le coccole e stare in compagnia delle persone.

SYBELLE è una meticcia femmina sterilizzata, taglia

media. E’ stata salvata da una situazione

orribile. Gioca, conosce il “seduto”, dà la zampa e adora i grattini sulla schiena! Per lei stiamo cercando una

famiglia possibilmente senza bambini e senza altri cani in quanto ha bisogno di un

ambiente tranquillo per dare il meglio di sè.

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