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continua a pag. 9 L’Intervento L e recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio- ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne. Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia di Silvia Giuriato* Prove tecniche di Ztl in centro storico Viabilità pag. 6 Ben 80mila visitatori per “Ottobre blu” Eventi pag. 14 pag. 8 Chioggia, in aumento le famiglie indigenti Il caso “mediatico” della famiglia Ferracane spinge ad una riflessione sulla situazione in generale L a vicenda della famiglia Ferracane ha richiamato l’attenzione, non solo mediatica, ma di tutta la cittadinanza sul problema della povertà a Chioggia e ha indotto a qualche riflessione. Analizzando i dati registrati dai servizi sociali, le persone che si sono rivolte agli sportelli di Palazzo Morosini negli ultimi due anni sono aumentate e la fascia sociale colpita dalle difficoltà economiche si è allar- gata. Se prima della crisi l’utenza dei servizi sociali era costituita per lo più da una fetta della popolazione affetta da disagi e po- vertà “cronica”, oggi si rivolgono ai servizi sociali anche nuove famiglie che si ritrovano nell’indigenza dopo che il capofamiglia ha perso il lavoro. Infatti, a monte del disagio sociale sta la crisi economica nazionale che ha avuto conseguenze devastanti sull’occupazione. Nel caso di Chioggia, poi, la situazione con- giunturale si è unita alle difficoltà che sta at- traversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense. “L’amministrazione comunale ha co- minciato a lavorare fin dal suo insediamento ai problemi sociali frutto della crisi – affer- ma l’assessore alle Politiche Sociali, Massi- miliano Tiozzo - ma i servizi sociali possono intervenire solo a posteriori sul disagio cau- sato dalla recessione economica”. Il 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari del Veneto che con una lezione-spettacolo. INVITO ALL’OPERA CON “VIVA VERDI!” pag. 38 Nonostante fosse stato aperto in tutta velocità il parcheggio nell’area ex Cavini per consentire ai tifosi della Clodiense di poter andare tranquillamente allo stadio, sono fioccate le multe. IL CASO DEI TIFOSI E DEL PARCHEGGIO pag. 20 Il costo del lavoro per le imprese venete e il cuneo fiscale Primo Piano pagg. 4-5 Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 127 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Chioggia EDITORIALE Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano “D avanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren- ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifica i favori piccoli e grandi, gli “ag- giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub- blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic- colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifica tutti gli altri, fino ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”? continua a pag. 3 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! All’interno di piazzapiù trovi l’inserto DENTALCOOP UNITÁ DI CHIOGGIA (VE)

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Chioggia ott2013 n127

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continua a pag. 9

L’Intervento

Le recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio-

ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

Prove tecniche di Ztl in centro storico

Viabilità

pag. 6

Ben 80mila visitatori per “Ottobre blu”

Eventi

pag. 14

pag. 8

Chioggia, in aumento le famiglie indigentiIl caso “mediatico” della famiglia Ferracane spinge ad una riflessione sulla situazione in generale

La vicenda della famiglia Ferracane ha richiamato l’attenzione, non solo mediatica, ma di tutta la cittadinanza

sul problema della povertà a Chioggia e ha indotto a qualche riflessione.

Analizzando i dati registrati dai servizi sociali, le persone che si sono rivolte agli sportelli di Palazzo Morosini negli ultimi due anni sono aumentate e la fascia sociale colpita dalle difficoltà economiche si è allar-gata. Se prima della crisi l’utenza dei servizi

sociali era costituita per lo più da una fetta della popolazione affetta da disagi e po-vertà “cronica”, oggi si rivolgono ai servizi sociali anche nuove famiglie che si ritrovano nell’indigenza dopo che il capofamiglia ha perso il lavoro.

Infatti, a monte del disagio sociale sta la crisi economica nazionale che ha avuto conseguenze devastanti sull’occupazione. Nel caso di Chioggia, poi, la situazione con-giunturale si è unita alle difficoltà che sta at-

traversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense.

“L’amministrazione comunale ha co-minciato a lavorare fin dal suo insediamento ai problemi sociali frutto della crisi – affer-ma l’assessore alle Politiche Sociali, Massi-miliano Tiozzo - ma i servizi sociali possono intervenire solo a posteriori sul disagio cau-sato dalla recessione economica”.

Il 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo

giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari

del Veneto che con una lezione-spettacolo.

InvIto all’opera con “vIva verdI!”

pag. 38

Nonostante fosse stato aperto in tutta velocità il parcheggio nell’area

ex Cavini per consentire ai tifosi della Clodiense di poter andare

tranquillamente allo stadio, sono fioccate le multe.

Il caso deI tIfosI e del parcheggIo

pag. 20

Il costo del lavoro per le imprese venete e il cuneo fiscale

Primo Piano

pagg. 4-5

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 127 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Chioggia

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren-ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub-blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”?

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agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio-le raccomandazioni europee della Convenzio-le raccomandazioni europee della Convenzio

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Chioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia RegioneChioggia Provincia Regionelavoro

pag. 10

La crisi continua a mordere nel basso Veneziano

sanItà

pag. 13

Straordinario intervento di 4 ore a Urologia di Chioggia

sottomarIna

pag. 25

Volontari impegnati per una laguna pulita

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www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 ottobre 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Eventigrande successo

della mostra dI funghI

Grande successo per la quinta edizione della mostra di funghi organiz-zata dall’associazione micologica Amb

di Chioggia. Ben 217 le specie di funghi proposte in seno all’ androne comunale e all’ interno della manifestazione “ La

suca baruca de Ciosa “ organizzata dall’ ortomercato di Brondolo. Grande afflusso

di pubblico in particolare nella giornata dell’ inaugurazione ufficiale che ha

visto anche la presenza del vicesindaco Maurizio Salvagno, il presidente della Sst Guerrino Boscolo Cocuccia, il presidente di ortomercato Marco Boscolo Bacchetto, il

presidente della Fgv Gianfranco Visentin, la direttrice di Ascom Chioggia Maria Grazia

Marangon, il presidente della Amb di Chiog-gia Walter Boscolo Buleghin che ha fatto gli onori di casa a Gianfranco Visentin in

qualità anche di segretario nazionale Amb. L’ associazione locale ricorda che le serate-corso continueranno sino al 25 novembre

e, per le iscrizioni relative al 2014, bisogna contattare il 3664787121.

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti Perché fare i moralisti e continuare a puntare i dito contro imprenditori e politici che hanno comunque fatto “girare” l’economia?

Avranno anche rubato qualcosa - è la linea di pensiero che serpeggia nemmeno tanto sotterranea nel Nordest degli affari - ma se questo è il prezzo da pagare per permettere ad una azienda di lavorare perché vogliamo fare del terrorismo?

Perché accanirci contro il funzionario che ha comunque dato il suo “contributo”, discutibile ma reale, a sostenere qualche impresa che deve impiegare i suoi lavoratori?

E’ il sistema con il quale, continua chi è convinto di saperla lunga, dobbiamo fare i conti, voglia o non voglia. Altrimenti non si va da nessuna parte, altrimenti non si sta sul mercato.

Affermazioni che suonano come un grande alibi collettivo e un’autoassoluzione equivoca, anche se molto di moda in questo diffi cile e confuso periodo.

Ecco allora che bastano 50 euro per corrompere un funzionario, oppure un fi ne settimana a Milano Marittima “all inclusive” regalato ad un dipendente pubblico che dovrebbe essersi limitato a fare il suo dovere.

E’ a causa del “dio palanca” e delle tante “piccole eccezioni” ad esso collegate se nel nostro Paese un’opera pubblica costa uno proposito e se ci vogliono anni per portarla a termine. Va da sé che ci si muove in una specie di giungla senza regole, in cui ha la meglio non il più bravo ma il più furbo, o il più “amico” del politico di turno.

E’ questa scuola di pensiero che arriva a giustifi care ogni forma di illegalità, non solamente i cosiddetti “peccati veniali”. Perché alla fi ne il “dio palanca” perdona tutto, basta assecondarlo.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

Strutture uso delle palestre provIncIalI

Concessione delle palestre provin-ciali in orario extrascolastico La provincia autorizza per il 2013-14 l’uso delle palestre, da parte delle associazioni sportive che però devono essere presentate entro il 30, con ap-posito modulo pubblicato sul sito-web della Provincia. Per quanto riguarda le palestre gestite in convenzione con i Comuni di Mirano, Dolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Chioggia, Cavarzere e Jesolo e le Municipalità del Comune di Venezia, le assegnazioni saranno effettuate dai Comuni in base ai criteri da loro stabiliti per la gestione delle proprie palestre.

Violenza sulle donneallo studIo un servIzIo dI supporto psIcologIco

Dopo il protocollo d’intesa con

l’Ordine degli avvo-cati per l’attività di

prima consulenza legale gratuita alle

donne vittime di violenza, la Provincia di Venezia sta

mettendo a punto un’analogo accordo di collaborazione con l’Ordine degli psicologi.

Il testo discusso ed emendato in sede di Commissione pari opportunità verrà

valutato dall’Ordine. L’intenzione - spiega l’assessore provinciale alle Pari opportunità

Giacomo Gandolfo - è di arrivare alla firma del testo definitivo per il consiglio

provinciale straordinario del 25 novembre prossimo, convocato in occasione della

giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

UrbanisticapIano casa, un successo

Sono 1.358 dall’inizio del 2013 le pratiche ricevute dai 44 Comuni della

Provincia di Venezia relative all’ampliamen-to delle abitazioni previste dalla proroga della legge sul Piano casa approvata dal Consiglio regionale nel luglio scorso. Da

marzo a maggio 2013 le pratiche presen-tate sono state 452, e gli dagli ultimi dati

relativi al bimestre giugno-settembre 2013 di pratiche ne sono state presentate 701. Dal 2009, quando è entrata in vigore la legge sul Piano casa, fino ad oggi, sono

state ben 9.507 le pratiche presentate per l’ampliamento delle abitazioni.

partItI

pag. 32

E’ Stradiotto il nuovo segretario provinciale del Pd

personaggIo

pag. 37

Mason, l’irresistibile passiJB1one peril collezionismo

ambIente

pag. 33

Allarme nutrie al cimitero di San Michele

polItIca

pag. 40

L’onorevole che usa i social network. Nuovi linguaggi

arte

pag. 43

Verona e Vicenza, un posto al sole per il paesaggio

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

coInvoltI 750 lavoratorI tra noale e scorzÉ

Per Aprilia la corsa più lunga

Acque agitate nel polo del motociclismo dell’Aprilia nel veneziano. I 750 lavoratori hanno respinto il piano di ridimensionamento della produzione

presentato dal patron di Aprilia Roberto Colaninno. I due stabilimenti di Scorzé e Noale producono 27 mila motoveicoli all’anno e l’occupazione tiene grazie al ricorso, in atto da 4 anni, ai contratti di solidarietà. Il piano Colaninno prevede invece che la produzione si assesti attorno agli 8-10 mila moto e motocicli: si fa

presto a fare i conti dei lavoratori che sarebbero espulsi dall’azienda. Raccontando l’in-contro di Pontedera Matteo Masier, della Fim Cisl veneziana, sottolinea come non sia possibile “curare Aprilia con la stessa medicina che si è usata per Guzzi perché, nei fatti, signifi ca, far scomparire i due stabilimenti produttivi”. Per questo motivo il sindacato, che non nega l’oggettività della crisi, chiede una svolta nella strategia aziendale con un pro-getto industriale di investimenti che rilanci gli stabilimenti. Sindacati ed Rsu contestano all’azienda di non aver dato luogo nemmeno agli investimenti annunciati un anno fa, a partire dalla riorganizzazione ed il potenziamento del settore marketing e commerciale. La sensazione che si voglia andare ad una lenta e progressiva chiusura dei siti produttivi è confermata anche dagli altri interventi “è questo il futuro che si prepara per chi ha appena vinto il campionato mondiale Superbike costruttori?” si chiedono in molti. Per i lavoratori di Aprilia si apre quella che probabilmente sarà la corsa più lunga.

Il taglio del cuneo fi scale, farà ripartire l’economia italiana e anche quella veneta? Il governo pensa di si, le associazioni di categoria e i sindacati hanno più di qualche dubbio. Più effi cace per incenti-

vare le assunzioni sembra essere stato il bonus fi scale “under30”, fi n nelle scorse settimane. In questo caso le richieste presentate in poco tempo dalle imprese venete sono state moltissime. Va ricor-dato che sono circa 170.000 i disoccupati in Veneto, per lo più dovuti alla massa di licenziamenti questi ultimi 5 anni. A pagare maggiormente questa situazione sono soprattutto le donne, che nel 60% dei casi si trovano disoccupate. Ma vediamo le cifre del taglio al cuneo fi scale. Nel 2014, il taglio varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016). Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015). La riduzione del cuneo fi scale sarà dunque in tre anni: di 5,6 miliardi per le imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fi sco sui lavoratori .Il primo anno il cuneo di fatto varrà in tutto 2,5 miliardi. Attualmente si stanno studiando due ipotesi e alla fi ne dei calcoli, in termini di guadagno si tratta, di una disponibilità immediata in busta paga di 112 euro nel primo caso e di 502 euro nel secondo. A partire dall’anno d’imposta

2013, per ottenere le compensazioni di crediti di imposte dirette superiori a 15mila euro (come avviene oggi per l’Iva), sarà neces-sario ottenere il visto di conformità di un professionista abilitato. Si incentiva poi la patrimonializzazione delle imprese che diventano più affi dabili per le banche. Ed è previsto il rifi nanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese. Ma queste cifre vengono criticate dalla Cgia di Mestre con il suo segretario Giu-seppe Bortolussi come troppo esigue per far ripartire i consumi e perciò l’economia reale. “Il taglio del cuneo fi scale – dice Borto-lussi - potrebbe garantire ai lavoratori dipendenti una busta paga più “pesante” fi no a 14 euro netti al mese. I vantaggi economici più “tangibili” sarebbero per i dipendenti con un reddito imponibile Irpef che oscilla tra i 15.000 ai 20.000 euro all’anno, uno stipendio mensile netto compreso tra i 950 e i 1.250 euro. Ritenere che con queste cifre mensili nette si possa dare un po’di serenità alle famiglie è una chimera. Stiamo parlando di cifre irrisorie che non permetterebbero ad una persona di concedersi neanche una birra e una pizza. Diffi cile far ripartire i consumi in questo modo”. Il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe poi favorire nuove assunzioni, visto che le imprese pagherebbero meno per i dipendenti, e anche su questi aspetti dell’operazione, i dubbi sono molti. Qualche risultato

però più consistente si pensa potrà vedersi nei prossimi anni quando il taglio sarà più netto. Più risultati sembra darli invece immediata-mente il “bonus under 30” che prevede cospicue agevolazioni per le imprese che decidono di procedere con nuove assunzioni o con la trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo. A livello nazionale i 4/5 delle richieste riguardano nuove assunzioni, mentre approssimativamente 1/5 si riferisce a trasformazioni dei rapporti in tempo indeterminato. L’incentivo, introdotto dall’articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, è riconosciuto alle aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore o professionale, oppure che trasformino un rapporto di lavoro già esistente da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato. Il benefi cio, che è pari ad un terzo della retribuzione (fi no a un massimo di 650 euro al mese) per una durata massima di 18 mesi (12 mesi per trasformazioni di contratti a termine in tempo indeterminato), può essere richiesto esclusivamente dalle aziende. Le domande devono essere presentate all’Inps per via telematica. In poche ore in Veneto sono state presentate migliaia di domande. Per il Veneto, il fondo a disposizione per le nuove assunzioni ammonta a 5,4 milioni per il 2013, 11 milioni per il 2014 e altrettanti per il 2015.

di Alessandro Abbadir

La Cgia di Mestre: il taglio del cuneo

porta in busta paga 14 euro netti

al mese

Migliaia di richieste di assunzioni sono

arrivate all’Inps per avere le agevolazioni del “bonus under30”

LAVORONel 2014, il taglio del cuneo

fi scale varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce

medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota

lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016).

Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato

un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015) Cuneo fi scale e bonus giovani per rilanciare l’occupazione

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555Argomento del mese

di Nicola Stievano

Quando i dipendenti salvano l’azienda: Fonderie Zen fa scuolaLa storia Un anno fa il via alla nuova formula che ha permesso di mantenere l’occupazione

Un esempio destinato a fare scuola nella lunga recessione che ha investito il nostro Paese. E ancora una volta, anche tra le dif-fi coltà della crisi, il Veneto a fare da capofi la, a dare il “buon esempio”. Stiamo parlando delle aziende salvate dai dipenden-ti, dai lavoratori che non si arrendono al fallimento e scelgono di impegnarsi in prima persona per mantenere la produzione

e l’occupazione. Un anno fa proprio nella nostra regione, in provincia di Padova, le Fonderie Zen hanno ripreso l’occupazione e salvato decine di posti di lavoro grazie ad una formula fi no ad allora pressoché inedita, poi replicata nel resto della Penisola. E sempre dal Nordest sono partite altre iniziative di lavoratori che da ex disoccupati sono diventati “azionisti” o “imprenditori” e garantendo un futuro ad aziende in crisi. Un anno fa le ex Fonderie Zen di Albignasego hanno riavviato l’attività produttiva, con una nuova compagine sociale (la Zen Fonderie Srl) e 115 dipendenti, di cui quasi la metà extracomunitari. Il progetto industriale, che ha ottenuto anche l’appoggio economico di Veneto Sviluppo Spa, fi nanziaria della Regione, è stato presentato con un esempio unico in Italia. “Per la prima volta anche i lavoratori – ricorda l’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison - sono entrati nel capitale sociale dell’azienda e hanno concorso a salvarla da un sicuro fallimento. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo fortemente voluto appoggiare questo progetto che rappresenta anche un segnale e un esempio per tutte le aziende oggi in sofferenza. Non è stato facile mettere insieme una fi liera che va dai lavoratori, ai manager, agli investitori, ma è una sfi da vinta per l’impresa, i dipendenti, il mondo del pubblico e del privato”. E’ stato il primo esempio di cogestione in Italia, in cui lavoratori, dirigenti, ma anche istituzioni pubbliche e fondi privati hanno costituto un’alleanza forte per salvare un’attività con ancora margini di rilancio.

Cuneo fi scale e bonus giovani per rilanciare l’occupazione

10 Argomento del mese

spalla pag 5 per vene-ziane

Dati Unioncamere per il veneziano

Area sud la più in affanno Nel 2013 in fumo 4160 posti di lavoroDisoccupazione galoppante e imprese in diffi coltà. I segnali di ripresa ci saranno

anche a livello internazionale ma nel veneziano fanno proprio fatica a vedersi. I dati per le imprese sono arrivati dal report di Unioncamere . Le cifre sono

pesantissime: a fi ne 2013, rivela il consueto report del sistema tessuto produttivo veneziano si ritroverà con oltre 4mila posti di lavoro in meno rispetto a inizio anno, 2mila e 800 nel comparto dei servizi e 1.360 in quello industriale Le assunzioni di lavoratori dipendenti sono in calo del 17% rispetto al 2012 e del 20% in confronto a cinque anni prima. Due terzi dei nuovi contratti sono a tempo determinato, mentre rispetto al 2012 cala del 5% l’utilizzo di rapporti cosiddetti atipici. Andiamo nel dettaglio nel veneziano quest’anno troveranno un posto di lavoro 15.290 persone: 13.120 avranno un contratto da dipendenti, mille entreranno con contratti di som-ministrazione (ex interinali), 660 con il co.co.pro e 510 con altri tipi di rapporto. Restano a casa 19.450 lavoratori dei quali 17.280 dipendenti. Ciò signifi ca che il 2013 segnerà la perdita di 4.160 posti di lavoro. Solo quindici imprese veneziane ogni cento hanno messo in preventivo di assumere nuovo personale entro l’anno. Molte di queste non intendono assumere perché, pur avendone necessità, ritengo-no eccessivo il costo del lavoro e sperano che il taglio del cuneo fi scale favorisca l’operazione. Intanto si è svolto nella sede del Centro servizi di Mestre un incontro tra l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni, e il direttore della Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato. Si sono analizzati gli aspetti legati alla situazione diffi cile dell’area sud della provincia nei comuni di Cavarzere Cona e Chioggia . Qui aumenta la Cassa Integrazione Guadagni dell’ 8 per cento, così come le procedure di mobilità del 6 per cento, crolla il fatturato del 10-12 per cento, i setto-ri più penalizzati sono l’edilizia, seguita dal metalmeccanico. Le prospettive di ripresa si allontanano al secondo semestre 2014, nel frattempo la situazione di crisi tende ad aggravarsi con ulteriore ricorso alla Cig e aumento del tasso di disoccupazione oltre l’11 ed il 12 per cento rispetto ad altre aree del Veneto. “La situazione del sud della provincia veneziana – spiega l’assessore Gianni - evidenzia dati molto preoc-cupanti. Ho convocato all’inizio di quest’anno, a Chioggia, una riunione con i sindaci e gli assessori alle attività produttive, dei Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona per proporre e suggerire di creare, una sinergia di intenti per abbattere i “campanili” che dividono e, creano incomprensioni. Questo territorio ha grosse potenzialità, ma che se non vengono trasformate in opportunità imprenditoriali e produttive, con una forte azione unitaria, corriamo il grosso pericolo di trovarci fra un anno a constatare il peg-gioramento dei dati che oggi vengono evidenziati”. Per direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato: ”Rispetto ad altre aree del Veneto la bassa veneziana soffre in maniera endemica della mancanza di uno sviluppo industriale consolidato negli anni. Si è puntato solo ed esclusivamente (vedi Chioggia) a sviluppare il siste-ma turistico senza procedere a pari passo a consolidare attività correlate. L’area poi vive la perdita occupazionale di Marghera. Serve dunque uno sviluppo del settore turistico con valorizzazione del patrimonio territoriale, che proceda con l’integrazione delle attività complementari. Una politica del credito agevolata per sviluppare attività che diano risposte ad un territorio che da troppi anni soffre”.

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6 Chioggia66 Chioggia

Il centro storico di Chioggia diventerà una Zona a Traffico Limitato. La graduale tra-sformazione della viabilità coinvolgerà

tutta l’area insulare, delimitata a nord da Piazzetta Vigo, a sud da Canale Perottolo, a est dalla Laguna del Lusenzo e ad ovest dalla Fondamenta Canal Lombardo.

L ’ o b i e t t i v o dell’amministrazione è la reale pedonaliz-zazione dell’insula di Chioggia. Partendo dalla definizione di una Ztl nell’intero cen-tro storico di Chioggia, si vuole coniugare la necessità di limitare il traffico veicolare e migliorare la qualità della vita dei cittadini.

La proposta presentata dall’assessorato alla Mobilità insieme ai Lavori Pubblici, ha già ricevuto la delibera della Giunta Comu-nale il 15 ottobre: stanziati 250.000 euro per tutto il progetto.

Le strutture per il videocontrollo e la

rilevazione degli estremi della targa dei veicoli saranno installate prima dell’estate insieme alle barriere mobili che precluderan-no ogni accesso, anche dalle calli, alla parte nord di Corso del Popolo.

I sette varchi saranno situati in tutti i punti d’ingresso al centro storico: Campo

Marconi, Fondamenta Canal Lombardo, Calle Duomo, Corso del Po-polo (all’altezza della Chiesa di S. Giacomo), incrocio tra Fondamen-ta S. Domenico sud e

nord e Isola dell’Unione, testa di ponte per la Ztl, dove, peraltro, è già stato realizzato un terminal intermodale per bus, auto e bi-ciclette. In una prima fase, le telecamere svolgeranno un’azione di monitoraggio del traffico di auto, motocicli e ciclomotori.

Registreranno i movimenti di tutti co-loro che frequentano il centro storico per definire entro un anno, e basandosi sui dati

raccolti, gli aventi titolo all’accesso e in qua-li modalità.

“Ogni decisione sarà presa in un con-fronto aperto con i residenti e i portatori d’interesse di quest’area – assicura l’as-sessore alla Mobilità, Mauro Mantovan

– abbiamo intenzione di compiere un’azio-ne educativa e non restrittiva sui cittadini chioggiotti.

Il sistema di videocontrollo e sorve-glianza della viabilità rientra nel piano di recupero e tutela dei centri storici.

La nostra priorità è trasformare Corso del Popolo nel salotto della città e valorizza-re il patrimonio storico-artistico di Chioggia, con benefici collaterali per residenti, com-mercianti e turismo”.

La graduale trasformazione della viabilità coinvolgerà tutta l’area insulare: si vuole limitare il traffico veicolare e migliorare la qualità della vita dei cittadini

Mobilità Obiettivo: la pedonalizzazione dell’insula di Chioggia

Prove tecniche di Ztl in centro storico

L’assessore alla Mobilità Mauro Mantovan, in alto corso del Popolo. A sx la planimentria della Ztl (fonte: Comune di Chioggia)

di Sara Boscolo Marchi

I sette varchi saranno situati in tutti i punti d’ingresso al centro storico

Interrogazione di Beniamino Boscolo al sindaco Giuseppe Casson.

Il consigliere comunale e coordina-tore del Popolo della Libertà di Chioggia, Beniamino Boscolo Capon, rivolge un’inter-rogazione comunale al sindaco e alla sua Giunta per approfon-dire alcune questioni affrontate reiterata-mente in diversi con-sigli comunali e mai chiaramente evase.

In primo luogo, Boscolo chiede delucidazioni sulle cifre considerevoli incassate dalla monetizzazio-ne delle aree destinate a parcheggio che l’Amministrazione Casson, con una delibera risalente al 2010, aveva deciso di destina-re esclusivamente alla creazione di nuovi parcheggi pubblici o alla manutenzione di parcheggi pubblici già esistenti.

In secondo luogo, il coordinatore del PdL domanda a quali fini siano stati spesi i proventi dei condoni ambientali, per legge (l. 308/2004) destinati alla salvaguardia e al recupero dei valori paesaggistici o di riqualificazione degli immobili interessati.

Infine, Boscolo solleci-ta il sindaco a fornire spiegazioni sulla pre-sentazione alla Corte dei Conti (secondo il DPR 267/2000) del debito fuori bilancio di

quasi due milioni di euro contratto dall’am-ministrazione in carica tra il 1998 e il 2007 per danni nei confronti della Società Porto S. Felice.

Vorrebbe sapere quali provvedimenti sono stati presi dall’amministrazione a se-guito della presentazione di tale documen-tazione alla Corte dei Conti.

OppOSIZIONE, INTERROGAZIONE DI BENIAMINO BOSCOlO (pDl) Al SINDACO

Il consigliere comu-nale e coordinatore del Pdl Beniamino Boscolo Cappon

Chieste delucidazioni sulle cifre incassate dalla monetizzazione delle aree destinate a parcheggio

S.B.M.

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La vicenda della famiglia Ferracane ha richiamato l’attenzione, non solo mediatica, ma di tutta la cittadinanza sul problema della povertà a Chiog-

gia e ha indotto a qualche riflessione. Analizzando i dati registrati dai servizi sociali, le

persone che si sono rivolte agli sportelli di Palazzo Morosini negli ultimi due anni sono aumentate e la fascia sociale colpita dalle difficoltà economiche si è allargata. Se prima della crisi l’utenza dei servizi sociali era costituita per lo più da una fetta della po-polazione affetta da disagi e povertà “cronica”, oggi si rivolgono ai servizi sociali anche nuove famiglie che si ritrovano nell’indigenza dopo che il capofami-glia ha perso il lavoro. Infatti, a monte del disagio sociale sta la crisi economica nazionale che ha avuto conseguenze devastanti sull’occupazione. Nel caso di Chioggia, poi, la situazione congiunturale si è uni-ta alle difficoltà che sta attraversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense.

“L’amministrazione comunale ha cominciato a lavorare fin dal suo insediamento ai problemi sociali frutto della crisi – afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Massimiliano Tiozzo - ma i servizi sociali possono intervenire solo a po-steriori sul disagio causato dalla recessione economica”.

Gli interventi assistenziali promossi dal Comune di Chiog-gia si dividono in due tipi, a seconda dei destinatari. Per le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà del minimo vitale, è previsto un aiuto economico per so-stenere le spese considerate essenziali, ad esempio

l’affitto di una casa o l’assegnazione di un alloggio comunale, seguendo la graduatoria. Gli interventi

di questo tipo, in set-tembre 2013 sono stati oltre un centinaio. Mentre per coloro che non si trovano sotto la soglia del minimo vita-le, dopo una valutazio-

ne dell’indicatore Isee, vengono elargiti contributi economici finalizzati, ovvero utili a pagare le bollette o altre spese specifiche. Gli aiuti di questo tipo, in

settembre, sono stati destinati a circa cinquanta casi. L’assessore Tiozzo, però, tiene a sottolineare:

“Gli interventi assistenziali non hanno lo scopo di so-stituire il reddito da lavoro, perciò stiamo investendo su associazioni e volontariato che aiutano l’ammi-nistrazione comunale ad arginare le situazioni d’e-mergenza con iniziative concrete, come ad esempio il Banco Alimentare o i Centri d’Ascolto Caritas”. Queste reti d’aiuto, insieme alle realtà produttive locali, offrono sostegno anche per il reinserimento lavorativo.

di Sara Boscolo Marchi

Società L’impatto della recessione economica sul territorio

La povertà, colpisce una fascia sociale sempre più ampia

Nel caso di Chioggia la situazione congiunturale si è unita alle difficoltà che sta attraversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense

Il caso

Balzati agli onori della cronaca dopo che sui social network si era diffusa la notizia che lo sfratto (dovuto all’insostenibilità del mutuo) li aveva costretti a vivere in auto, la famiglia Ferracane aveva raccolto molte

dimostrazioni concrete di solidarietà. Approfittando dei riflettori mediatici, Leandra Ferracane, figlia ventiquattrenne di Nunzio Ferracane e Carmela Pepe, ospite della trasmissione di Santoro aveva dichiarato: “Eravamo una famiglia modello come quella del Mulino Bianco, poi ci siamo ritrovati per la strada. Abbiamo dormito in macchina e il sindaco ci ha ignorato. Le istituzio-ni hanno dimenticato noi cittadini italiani per favorire gli extracomunitari”.

Immediata la replica dei Servizi Sociali del Comune di Chioggia, che hanno tracciato un quadro più completo della realtà vissuta dalla famiglia originaria di Gela.

Dalla nota emerge un padre arrestato per traffico internazionale di droga, un fratello con una casa di proprietà a Valli, un contributo mensile erogato dai servizi sociali di 307 euro mensili e la disponibilità espressa più volte dall’amministrazione comunale di contribuire alle spese relative all’af-fitto di una casa, anche per l’intero importo in un primo periodo, nel caso la famiglia avesse reperito un appartamento in locazione sul mercato privato.

Tutti particolari omessi dai protagonisti della vicenda e che smentiscono le accuse di disinteresse da parte delle istituzioni. Non solo, il documento dei servizi sociali di Chioggia aggiunge anche qualche altra informazione: il nu-cleo familiare sarebbe aiutato dalla famiglia d’origine di Gela, dalla madre, dai cognati e dalla suocera. La rete parentale sembrerebbe quindi in grado di supportare sufficientemente le difficoltà economiche di Nunzio Ferracane, nel caso in cui questi si ritrasferisse a Gela. Per il momento, grazie alla generosità di altri cittadini, la famiglia originaria di Gela sta beneficiando di un tetto, nell’attesa di risolvere la loro complicata situazione.

neWs Dopo le accuse in televisione, le precisazioni dai Servizi sociali del ComuneIl caso della famIglIa ferracane e’ un po’ dIverso da com’è stato raccontato

L’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Tiozzo

Alla fetta di popolazione colpita da disagi “cronici” si aggiungono nuove famiglie in crisi a causa della perdita del lavoro

S.B.M.

segue da pag. 1

Sono stati introdotti strumenti giuridi-ci per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di preven-zione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprat-

tutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà suffi ciente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’auto-re, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltratta-menti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affi nché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi si-ano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in fl agranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offe-sa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specifi catamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

L’Intervento

di Silvia Giuriato*

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

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Recentemente si è svolto in Provincia un incontro organizzato dall’assessorato alle Attività produttive per analizzare i problemi causati dalla crisi economica che ha colpito il sud del Veneziano, in particolare i comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. I

dati emersi si riferiscono al primo quadrimestre 2013 ed evidenziano una situazione an-cora difficile per l’area in questione: aumenta la Cassa Integrazione dell’8%, così come le procedure di mobilità del 6% e crolla il fatturato del 10-12%. Il settore più penalizzato rimane l’edilizia, seguita dal metalmeccanico.

“La crisi economica internazionale continua ad avere conseguenze drammatiche nel tessuto veneziano – commenta l’assessore provinciale alle Attività produttive, Lucio Gianni – e mette in discussione importanti realtà imprenditoriali. Diventa necessario mantenere un dialogo fra istituzioni e parti sociali per formulare proposte e azioni condi-vise. E’ necessario creare rapidamente una sinergia di intenti per abbattere i campanili-smi che spesso portano ad incomprensioni”.

Dalle indagini emerge inoltre che le prospettive di ripresa si allontanano al secondo semestre 2014, mentre la situazione tende ad aggravarsi rispetto ad altre aree del Veneto con un aumento del tasso di disoccupazione oltre il 12%.

“Questo territorio ha grosse potenzialità – conclude Gianni - ma se non vengono trasformate in opportunità imprenditoriali e lavorative, corriamo il rischio di trovarci fra un anno a constatare il peggioramento dei dati che oggi vengono evidenziati”.

neWs

I dati del primo quadrimestre 2013 diffusi dalla provincialavoro, la crIsI contInua a mordere dI pIù nell’area sud del venezIano

A maggio è stato inaugurato il Fondo di Solidarietà Caritas per il finanziamento di tirocini e percorsi d’inserimento lavo-

rativo attraverso voucher e borse di lavoro. “L’assistenzialismo ha sempre creato

dipendenza – dice don Marino Callegari, direttore Caritas di Chioggia – noi credia-mo nell’autonomia della persona e siamo convinti che chi è in difficoltà necessiti di essere accompagnato, sostenuto, ma anche stimolato ed educato ad affrancarsi dalla povertà.”

Da gennaio a settembre di quest’anno, si sono rivolte ai Cen-tri d’Ascolto (CdA) di Chioggia e Sotto-marina circa 160 famiglie, molte delle quali sono tuttora as-sistite dai volontari. La maggior parte degli utenti ha problemi d’occupazione, ma non mancano le com-plicazioni familiari (conflittualità di coppia e con parenti, maltrattamenti, abbandono

del partner), cui si aggiungono le dipen-denze per alcool, droga, gioco d’azzardo o il disagio mentale. C’è anche chi ha conti in sospeso con la giustizia e, ad esempio,

si trova agli arresti domiciliari.

Davanti a tutte queste problemati-che, i CdA stanno collaborando in modo proficuo con

il consultorio, il Sert (per le dipendenze), il Csm (per il disagio mentale) e l’Uepe (uffici per l’esecuzione penale esterna), oltre che con i servizi sociali del Comune di Chioggia.

“Stiamo investendo molto sui minori – aggiunge l’assessore alle Politiche So-ciali Massimiliano Tiozzo – per aiutarli ad uscire dalla cronicità del disagio e dalla marginalità in cui si ritrovano a crescere. Opera Baldo e Titoli Minori offrono percorsi formativi e di accompagnamento scolastico, inteso sia come aiuto nell’apprendimento, sia come vero e proprio accompagnamento fisico, qualora le famiglie non siano presen-ti. Allo stesso tempo – conclude Tiozzo - ci stiamo occupando anche di un’altra catego-ria a “rischio abbandono”: gli anziani, con contributi spesa per le badanti e assistenza domiciliare gratuita”.

di Sara Boscolo Marchi

Caritas, i casi del disagio Oltre alla crisi, le altre cause della povertà

Mancanza di lavoro, conflittualità, dipendenze: i problemi delle famiglie

Don Marino Callegari

Da gennaio a settembre 160 famiglie di Chioggia e Sottomarina si sono rivolte ai Centri d’Ascolto

S.B.M.

Il Basso Veneziano, un territorio dalle grandi potenzialità che fanno fatica a diventare opportunità imprenditoriali

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Dopo vari “viaggi della speranza” in diversi ospedali veneti, un’emergenza lo consegna agli specialisti di Chioggia

che risolvono brillantemente il problema e gli restituiscono serenità e salute.

Il fatto risale a ottobre di un anno fa, protagonista è un giovane oggi tretatre-enne: dall’età di 20 anni soffriva di un problema alla vescica che gli impediva di urinare da solo. Via via la sua situazione si era aggravata e dopo più di 10 anni, di cure e di interventi che non producevano ri-sultati apprezzabili, le speranze di guarire o quanto meno migliorare erano ormai ridotte al lumicino. Lo scorso ottobre, appunto, la svolta insperata. A causa di una compli-cazione che aveva provocato una iniziale insufficienza renale, il giovane si rivolge al Pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. Qui, eseguiti gli esami strumentali, i sani-tari gli diagnosticano oltre al restringimento dell’uretra anche la presenza di un volumi-noso calcolo vescicale.

Un quadro delicato che comporta per il paziente una decisione importante.

Il primario di Urologia Giuseppe Tuccit-to è chiaro. “All’epoca ho spiegato al giova-ne - ricorda Tuccitto - che si sarebbe trattato di un intervento complesso della durata di quattro ore. L’operazione si divideva in due parti: asportazione del calcolo con una inci-sione addominale e prelievo del lembo di mucosa buccale per ricostruire il condotto uretrale ristretto”.

L’operazione riesce con successo (viene

asportato un calcolo del peso di ben 300 grammi, un caso rarissimo) e anche il decor-so operatorio è regolare: dopo venti giorni il paziente riprende a urinare da solo senza problemi. Una esperienza conclusa posi-tivamente come sottolinea il giovane che ricorda il giorno del suo ricovero in ospedale a Chioggia, un anno fa, come l’inizio della sua rinascita.

“Si tratta di un caso complesso - spiega il primario Tuccitto - in cui l’intervento chi-rurgico ha scongiurato il pericolo di portare il giovane ad un ulteriore danno renale che poteva condurre all’insufficienza renale gra-ve e quindi alla dialisi”.

Grande è la soddisfazione anche del di-rettore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben. “Interventi di questa portata - escla-ma - contribuiscono a rendere l’ospedale di Chioggia un contenitore di servizi di qualità e di competenza. Continuiamo così. Un gra-zie a tutti i sanitari di Urologia che hanno partecipato a questa delicata operazione”.

di Ornella Jovane

Non poteva urinare da solo e rischiava l’insufficienza renale

Sanità Urologia, dopo 10 anni di viaggi della speranza risolve il suo problema

Sottoposto a un delicato intervento di 4 ore, a Chioggia guarisce

Il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto con l’équipe che ha eseguito l’intervento

Si svolgerà lunedì 23 dicembre, presso la Cattedrale di S. Maria Assunta di Chioggia, il tradizionale

“Concerto di Natale” dell’Orchestra Sin-fonica e Coro “Tullio Serafin” diretti dal M° Renzo Banzato; l’appuntamento, che giunge quest’anno al significativo traguardo della 19^ edizione, si inse-risce all’interno delle iniziative natalizie programmate dall’Amministrazione comunale di Chioggia.

Il programma del concerto, la cui presentazione sarà curata dal professor Paolo Padoan, sarà in primis dedicato alla produzione sinfonica e corale di ispirazione sacra di Giuseppe Verdi; insieme al compositore di Busseto saranno ricordati anche Richard Wa-gner, musicista tedesco coetaneo di G. Verdi (con il quale condivide infatti il bicentenario della nascita) e Pietro Mascagni, compositore livornese del quale si celebra nel 2013 il 150° anniversario della nascita.

La serata prevede la presenza, accanto all’Orchestra Sinfonica e Coro “T. Serafin”, di due solisti di particolare rilievo, il basso Luca Gallo e il soprano Miranda Bovolenta, per un totale di oltre cento esecutori: il tutto sotto la puntuale direzione del M° Renzo Banzato, compositore, pianista, direttore d’orchestra e docente presso il Conservatorio di Trento.

Indubbiamente un programma di grande fascino e notevole suggestione, ma soprat-tutto una serata dedicato a tre autorevoli compositori che hanno rappresentato, nella specificità del proprio stile, la storia dell’opera in Italia e in Germania. Date tali premesse il concerto non deluderà certamente le aspettative del numerosissimo pubblico che ogni anno attende con entusiasmo questo tradizionale appuntamento con la grande musica.

La manifestazione, che gode del Patrocinio della Regione Veneto, è realizzata dalla Città di Chioggia in collaborazione con la Pro Loco di Chioggia.

L’orario d’inizio è fissato alle ore 21.00; l’ingresso è libero.

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Cattedrale di Santa Maria Assuntaconcerto dI natale dell’orchestra sInfonIca e coro “tullIo serafIn” Il 23 dIcembre prossImo

Il 2013 non è stato un anno eclatante ma si può essere soddisfatti per i nume-ri prodotti che rivelano una sostanziale

tenuta, dopo una flessione negativa nel 2012 che aveva preoccupato non poco gli operatori del settore.

E’ la conclusione a cui porta il bilancio sulla passata stagione turistica a Chioggia e Sottomarina tenendo conto dei dati a partire da gennaio fino ad agosto.

Le considerazioni finali sono del presi-dente dell’Azienda di promozione turistica Enrico Miotto che lo scorso 30 ottobre ha tenuto una conferenza stampa insieme con l’assessore al Turismo del Comune Silvia Vianello, il direttore generale Apt Tullio Galfrè, il presidente dell’Associazio-ne Albergatori di Chioggia e Sttomarina Giuliano Boscolo e il direttore Asa Paolo Dal Zotto, il presidente del Consorzio di Promozione Turistica “Con Chioggia sì” Marco Camilletto Boscolo.

Rispetto ad altre spiagge del litorale, anche Veneziano, Sottomarina rappre-senta in un certo senso una realtà a sè in quanto i turisti che la frequentano sono

per lo più di provenienza italiana, catego-ria piuttosto “difficile” in questi tempi di crisi . E tuttavia la tenuta nel 2013 fa ben sperare per il futuro. Il presidente Miotto ha voluto concentrare l’attenzione sulle opportunità di rilancio di quest’area anche puntando a mercati turistici europei. Expo 2015 potrebbe essere una ghiotta occa-sione non solo per la spiaggia di Sottoma-rina ma anche per Chioggia, città d’arte.

Una delle carte che potrebbero rive-larsi opportune è la collaborazione fra associazioni, come già dimostra il positivo bilancio della sperimentazione tra Apt del-la Provincia di Venezia e l’Associazione Albergatori di Chioggia. Un concetto sul quale ha insistito il direttore generale di Apt Galfrè che ha sottolineato l’incremen-to, ben il 30 per cento in più, di servizi al pubblico in termini di accoglienza turistica e di informazioni con l’apertura in forma permanente dell’Ufficio di Chioggia in centro storico e raddoppiando gli orari di apertura al pubblico - da giugno a settem-bre - di quello di Sottomarina.

Turismo. Il bilancio della stagione da gennaio ad agosto 2013chIoggIa e sottomarIna tengono bene anche se non è stata una stagIone eclatante

La conferenza stampa dello scorso 30 ottobre. In foto Tullio Galfrè, Enrico Miotto e Silvia Vianello

L’Orchestra e il coro “T. Serafin”

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La manifestazione organizzata dal 19 al 27 ottobre dall’Azienda Speciale del Porto di Chioggia (della Camera di

Commercio di Venezia ), in collaborazione con la Marina Militare, con l’Amni (Asso-ciazione Nazionale Marinai d’Italia), la Guardia Costiera e gli enti locali, ancora una volta è riuscita a catturare l’attenzio-ne di migliaia di persone giunte nella città lagunare.

Nei pressi della Stazione Marittima del porto dove sventolavano quattro bandiere - quella europea, quella italiana, quella della Marina Militare e quella della Marina Mercantile - vi erano all’ormeggio la Nave Euro, il sottomarino Pelosi (classe Sauro) e la nave idrografica Aretusa oltre alle unità navali della Cam Idrografica di Venezia ed altre imbarcazioni da lavoro. E all’interno della stessa Stazione è stata realizzata una esposizione di mezzi aerei e navali – la re-plica dell’aereo Bleriot con il quale fu com-piuta la prima trasvolata del canale della Manica nel 1909, il “ siluro lenta corsa” (“maiale”) utilizzato durante la II guerra

mondiale per gli attacchi subacquei, lo sca-fandro da palombaro per grandi profondità –, una selezione delle opere del noto arti-sta Allan O’Mill, pittore ufficiale della Mari-na Militare Italiana, i “laboratori blu” per scoprire le profondità marine ed una mostra dedicata alle vicende del Vajont.

Nelle aree adiacenti la stazione marit-tima erano state collocate le tensostrutture che ospitavano le “Eccellenze del Piave”, una esposizione enogastronomica di pro-dotti tipici che richiamano il rapporto tra l’economia montana e quella marinara che scorre lungo l’asse del fiume sacro alla Pa-tria. E il ricordo più volte è andato al Vajont dopo la commovente cerimonia di apertura di Ottobre Blu 2013 presieduta proprio dalla presidentessa delle vittime del Vajont, N.D. Micaela Colucci.

Assai intensa anche l’attività conve-gnistica con la partecipazione del pluri-campione mondiale di apnea Enzo Maiorca che ha invitato al rispetto del mare e dei suoi fondali, la presentazione del nuovo

Nei pressi della Stazione Marittima dove si è svolto l’evento sventolavano la bandiera europea, quella italiana, quella della Marina militare e della Marina mercantile

La quinta edizione Giornate intense, ricche di eventi e oltre 80mila visitatori per la manifestazione sul mare

Quattro bandiere per “Ottobre blu 2013”

La presentazione della Bandiera della Marineria clodiense, in alto la commemora-zione ai caduti in mare, sotto il sottomarino Pelosi

Il tema della prossima edizione sarà dedicato a “Donna da mare”

14 Chioggia141414 Chioggia

vessillo della Marineria Clodiense a cura dell’araldista Giorgio Aldrighetti, gli incontri relativi al futuro Piano Regolatore Portuale di Chioggia e sulla Sicurezza in mare, i cor-si di immersione dedicati ai bambini con i Subacquei ed incursori del Comsubin della Marina Militare.

“Ottobre Blu 2013”, proprio per le im-portanti presenze e per le sinergie concre-tizzatesi tra pubblico e privato, rappresen-ta un prestigioso elemento di promozione dell’unica realtà fluviomarittima italiana: il porto di Chioggia, nodo strategico della portualità alto adriatica.

“L’aver avuto al nostro fianco il Mini-stero della Difesa, quello delle Infrastruttu-re e Trasporti, Il Dipartimento Architettura e Progetto dell’Università Sapienza di Roma, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e il comune di Longarone – dichiara il Consigliere delegato dell’Aspo cap. Oscar Nalesso – ha premiato la nostra iniziativa. Ottobre Blu è riuscito nel suo intento cioè quello di promuovere non solo le strutture portuali, ma tutte quelle risorse economiche e umane di cui il territorio oggi dispone”.

Nel corso della manifestazione è sta-to consegnato il “Barbotin d’oro 2013” all’amm. Tiberio Piattelli, comandante del-la Direzione Marittima del Veneto e della Capitaneria di Porto di Venezia, e sono stati premiati i tanti regatanti che hanno gareggiato nelle aree lagunari circostanti il bacino portuale di Chioggia. Le incerte condizioni atmosferiche non hanno invece consentito la prevista simulazione del com-battimento aereo con velivoli della Prima guerra mondiale.

Il concerto della Banda Musicale della Marina Militare domenica 27 ottobre ha infine concluso questa edizione di “Ottobre Blu”.

Appuntamento al prossimo anno dedi-cato alle “Donna da mare”.

di Eugenio Ferrarese

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Messaggio pubblicitario

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Ulss 14Speciale

Speciale

Ottobre 2013 Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14 Servizio Sanitario Nazionale della Regione VenetoAZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500

Tel. 041/5534111 - www.asl14chioggia.veneto.it

call center: 848 800 997

Informa

A partire dal 4 novembre p.v. sarà disponibile, presso gli studi dei Me-dici di Famiglia, dei Pediatri di libera scelta e degli ambulatori vaccinali del Servizio Igiene Pubblica, il vac-cino antinfl uenzale per la stagione 2013-14.L’infl uenza è una malattia causata da diversi virus infl uenzali. I sintomi più comuni sono febbre alta, spossatez-za, inappetenza, dolori alle ossa e ai muscoli, mal di testa, faringite e tonsillite.Questi virus hanno la caratteristica di modifi care molto spesso la loro struttura e per questa ragione ogni anno viene preparato un nuovo vac-cino contro l’infl uenza. L’immunità, cioè la capacità indotta dal vaccino di contrastare l’infezione, dura per pochi mesi ed è perciò necessario vaccinarsi ogni anno con il vaccino appositamente preparato.In Italia, ogni anno, l’infl uenza cau-sa circa 8000 decessi, il 10% circa dovuti alla polmonite da infl uenza e gli altri dovuti alle complicazioni cor-relate alla patologia di base (diabe-te, cardiopatie, broncopatie, etc…) e comunque per l’80% in soggetti oltre i 65 anni di età.La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene attraverso le goccioline di saliva di chi tossisce o starnutisce ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie; per questo una buona igiene delle mani e delle secrezioni può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’infl uenza.Le raccomandazioni sono quindi di coprirsi bocca e naso quando si star-nutisce o tossisce e di lavarsi quindi le mani, usare mascherine in presen-za di sintomi infl uenzali, quando ci si trova in ambienti sanitari.Una circolare del Ministero della Sa-lute indica le categorie di soggetti per cui la vaccinazione antinfl uenza-le viene offerta gratuitamente:- soggetti di età pari o superiore a 65 anni- soggetti in età infantile ed adulta af-fetti da:

a) malattie croniche a carico dell’ap-parato respiratorio (inclusa la malat-tia asmatica), circolatorio, uropoie-tico ovvero altre severe condizioni patologiche che aumentino il rischio di complicanze b) malattie degli organi emopoietici c) diabete ed altre malattie dismeta-boliche d) sindromi da malassorbimento inte-stinale e) fi brosi cistica f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l’infezione da HIV g) patologie per le quali sono pro-grammati importanti interventi chirur-gici

- bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazio-ne di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infe-zione infl uenzale.

La Circolare, indica, inoltre, l’oppor-tunità di vaccinare, ai fi ni dell’inter-ruzione della catena di trasmissione, alcune categorie quali:

- personale sanitario di assistenza- contatti familiari di soggetti ad alto rischio - addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo quali: a) insegnanti scuole dell’infanzia e dell’obbligo b) addetti poste e telecomunicazioni c) dipendenti pubblica amministra-zione e difesa d) forze di polizia incluso polizia mu-nicipale e) volontari servizi sanitari di emer-genza f) personale di assistenza case di ri-poso Infi ne, il personale che, per motivi oc-cupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di in-fezione da virus infl uenzali: a) detentori di allevamenti b) addetti all’attività di allevamento c) addetti al trasporto di animali vivi d) veterinari pubblici e libero-profes-sionistiIl vaccino va somministrato per inie-zione intramuscolare, preferibilmente nel muscolo deltoide (muscolo della spalla); in genere un’unica dose è suffi ciente negli adulti e nelle perso-

ne che hanno già avuto precedenti vaccinazioni infl uenzali mentre nei bambini mai vaccinati prima contro l’infl uenza è raccomandata una se-conda dose di vaccino, da sommini-strare dopo almeno 4 settimane dalla prima. Il vaccino antinfl uenzale è in genere ben tollerato; talora però possono comparire disturbi quali: gonfi ore e rossore nel punto di iniezione; febbre stanchezza, debolezza o dolore mu-scolare.Il vaccino verrà somministrato gratu-itamente dal medico curante a tutti i pazienti aventi diritto secondo la cir-colare ministeriale; gli altri si posso-no rivolgere agli ambulatori vaccinali del Servizio Igiene Pubblica con i se-guenti orari:

CAVARZERE tutti i giovedì di NOVEM-BRE dalle ore 10.00 alle ore 12.00CHIOGGIA tutti i sabato di NOVEM-BRE dalle ore 09.00 alle ore 11.00.

I pazienti devono presentarsi con certifi cazione attestante la patologia, per i soggetti di 65 anni ed oltre è suffi ciente un documento di identità.

A NOVEMBRE INIZIA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE

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Ottobre 2013 Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14 Ulss 14 inform

aSpeciale

SpecialePer approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14:

ww.asl14chioggia.veneto.it

La collaborazione tra Ulss 14 di Chiogga e Cittadella Socio Sanita-ria porta a Cavarzere ulteriori cure per le patologie di Ortopedia. All’équipe che già opera in Cittadella si aggiunge l’ambulatorio del Dr. Gianpaolo Ferrari, primario dell’UO di Ortopedia dell’ospedale di Chioggia. Una modalità – è l’intento comune delle due realtà sani-tarie – per coprire tutti gli ambiti della patologia ortopedica: dall’anca alla spalla, dal piede al polso, dalla mano al ginocchio. Il servizio è attivo dal 1° ottobre scorso, ed è comodamente prenotabile sia dal Cup dell’ospedale di Chioggia, sia direttamente presso la Cittadella (anche tramite il numero verde del call center 848 800 997 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 18.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 12.00). «Grazie a questa collaborazione – conferma Ferrari – chi si rivolge alla struttura di Cavarzere può trovare cura per la patologia dell’anca (che colpisce il 30% della popolazione), quella della spalla (20%

della popolazione coinvolta), i sempre più frequenti casi al polso e al piede, oltre alla cura delle patologie della mano, attività iniziata con l’apertura della Cittadella Socio-Sanitaria». Particolare attenzione vie-ne riposta anche nei casi di ortopedia pediatrica. «Possiamo affron-tare – confermano i medici – tutti i casi che insorgono in età scolare, tra i 6 e i 12 anni: dai problemi ai piedi alle alterazioni posturali, fi no alla scoliosi». La Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere è attrezzata sia per l’attività ambulatoriale che per quella chirurgica. «Si tratta di un concreto esempio – commenta il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – di come la sanità va verso il cittadino, e non viceversa. Bisogna diffondere i servizi sul territorio, perché soprattutto nel caso delle patologie ortopediche, si deve cercare di semplifi care la vita ai pazienti. Questo accordo con la Cittadella di Cavarzere, che già costituisce un valido presidio sul territorio, va nella direzione che auspichiamo».

LA CITTADELLA SOCIO SANITARIA DI CAVARZERE POTENZIA L’AMBULATORIO ORTOPEDICO CON LA COLLABORAZIONE DELL’ULSS 14

VIENE OPERATO A CHIOGGIA E RICOMINCIA AD URINARE DA SOLO

Aveva appena vent’anni quando ha cominciato a non essere più in grado di uri-nare da solo. Per un giovane chioggiotto, allora, era iniziato un incubo fatto di sofferenza fi sica e psicologica che ha cercato di risolvere, negli anni a seguire, sottoponendosi a vari interventi chirurgici in diversi ospedali veneti. “Il tempo passava – racconta Paolo (nome di fantasia per rispettare la sua privacy) – ma nulla cambiava, anzi peggiorava. Tanto che ormai avevo perso le speranze, vivevo in solitudine il mio problema e avevo perso fi ducia nelle istituzioni sa-nitarie”. “Il giorno in cui sono stato ricoverato all’Ospedale di Chioggia con urgenza – continua il giovane oggi trentatreenne – l’ho vissuto come il giorno della mia rinascita”. Paolo, infatti, a causa di una ritenzione d’urina con ini-ziale insuffi cienza renale, nell’ottobre del 2012, era giunto in Pronto Soccorso a Chioggia. Durante gli esami strumentali, a cui era stato sottoposto immediatamente, oltre al restringimento dell’uretra, i sanitari gli avevano riscontrato anche la presenza di un voluminoso calcolo vescicale (una volta estratto, si scoprirà pesava ben 300 grammi, un caso rarissimo). Si decideva col paziente per l’intervento chirurgico. “All’epoca ho spiegato al giovane – ricorda il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto – che si sarebbe trattato di un intervento complesso della durata di quattro ore circa. L’operazione, eseguita con successo, di divideva in due parti: asportazione del calcolo con una incisione addominale e prelievo di un lembo di mucosa buccale per ricostruire il condotto uretrale ristretto”. Il decorso operatorio era stato regolare e, rimosso il catetere vescicale, dopo ventun giorni, il paziente aveva ripreso atti minzionali normali. “Oggi – aggiunge Tuccitto - a distanza di quasi un anno, il paziente minge spontanea-mente vuotando completamente la vescica e conduce una vita di relazione perfettamente normale. Si tratta di un caso complesso in cui l’intervento chirurgico ha scongiurato il pericolo di portare il giovane ad un ulteriore danno renale che poteva condurre all’insuffi cienza renale grave e quindi alla dialisi”. “Interventi di questa portata – ha evidenziato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – contribuiscono a rendere l’Ospedale di Chioggia un contenitore di servizi di qualità e di eccellenza. Continuiamo così. Un grande grazie a tutti i sanitari di Urologia che hanno partecipato a questa delicata operazione”.

Nella foto l’equipe di Urologia

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Due enormi nastri rosa scendevano dal-la facciata sud della Torre dell’orolo-gio di Sant’Andrea a Chioggia in occa-

sione della campagna “Nastro Rosa” per la prevenzione oncologica e sensibilizzazione delle donne sulla necessità di sottoporsi ai necessari esami per prevenire il tumore al seno promossa dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

Ogni anno è prevista l’illuminazione temporanea di rosa di alcuni tra i più famo-si monumenti del mondo al fine di attrarre l’attenzione e di sensibilizzare la popolazio-ne internazionale, specialmente femminile, con un gesto di forte impatto e valore sim-bolico. Negli anni scorsi, grazie anche alla collaborazione delle varie amministrazioni locali, sono stati illuminati di rosa alcuni tra i più famosi e storici monumenti italiani: l’Arco di Costantino a Roma, l’Arena di Ve-rona, il Ponte Vecchio a Firenze…

A Chioggia è toccato al millenario cam-panile di Sant’Andrea a Chioggia sabato 26 e domenica 27 ottobre 2013 “rivesti-to” con due lunghi nastri rosa - suscitando grande sorpresa tra le moltissime persone che ogni giorno transitano per la piazza – proprio in adesione a questa campagna di prevenzione del tumore al seno.

Questa manifestazione è stata anche l’occasione per presentare, dopo una se-rie di incontri di scambio di esperienze e conoscenza con la sezione provinciale Lilt di Venezia, la Delegazione Lilt Sezione di Chioggia sorta grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari nel territorio comu-nale, vista la sensibilità verso la malattia e la tutela psico-fisica del benessere della persona. Nella provincia di Venezia la Lilt è presente da oltre 30 anni e sul territorio nazionale fin dal 1922. Questa associazio-ne promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita attraverso un corretto stile di vita, la lotta al tabagismo, la lotta alla cancerogenesi ambientale e professio-nale.

Molte le iniziative promosse dalla Lilt: ambulatori di prevenzione senologica, uro-logica, del melanoma, educazione alimen-tare, sostegno post-operatorio, ginnastica riabilitative per donne operate al seno, corsi per smettere di fumare, assistenza psicolo-gica ai pazienti oncologici e ai loro familiari, fornitura gratuita delle protesi provvisorie per donne mastectomizzate, consulenza legale gratuita ed assistenza giudiziale e stragiudiziale (per pazienti oncologici), ma anche corsi di canoa per donne e di Nordic Walking aperti a tutti.

E per informazioni sulle varie attivi-tà della Lilt delegazione di Chioggia: [email protected] oppure ci si può an-che rivolgere alla Lilt sezione provinciale di Venezia tel. 0419558443 e-mail [email protected]

Un gesto di forte impatto e valore simbolico per una campagna rivolta soprattutto alle donne per sensibilizzarle alla necessità di controlli periodici, di stili di vita sani

Manifestazioni L’ultimo fine settimana di ottobre iniziativa Lilt

Una Torre “rosa” a Chioggia, invito alla prevenzione

18 Chioggia181818 Chioggia

di Eugenio Ferrarese

La Torre dell’orologio di Sant’Andrea con i nastri rosa

E’ iniziato il XIII corso di base per la formazione di nuovi volontari Avulss a Chioggia. L’iniziativa rien-

tra nell’ambito del progetto “Star bene insieme nel territorio per essere promo-tori di salute, benessere e cambiamen-to” che Avulss promuove in collaborazio-ne con le associazioni Anteas Chioggia e Cavarzere, Andos di Chioggia, Amcet Chioggia, 5 Martiri e Attiva Idea di Ca-varzere.

Il corso ha lo scopo di fornire una preparazione di base indispensabile a quanti desiderino operare nell’ambito del volontariato organizzato, affinché possano essere in grado di offrire una qualificata presenza a chi si trova in si-tuazioni di bisogno e difficoltà.

L’Avulss è un’associazione com-posta da volontari che s’impegnano a fornire un servizio di aiuto e sostegno, vicinanza, conforto e accompagnamen-to alle persone sofferenti, anziane, handicappate, sole e bisognose. Opera in collaborazione con parrocchie e altre associazioni del territorio nel settore dell’assistenza socio sanitaria. Orga-nizza specifici corsi durante i quali i volontari possono acquisire i fondamenti d’igiene e assistenza ed essere prepara-ti anche psicologicamente alla relazione d’aiuto.

Gli incontri, cominciati il 4 otto-bre, si svolgono presso il Distretto n.I dell’Asl.14 (Viale A. Vespucci - Sottoma-rina) e continueranno fino al 6 dicem-bre. Per informazioni, rivolgersi tutti i martedì dalle ore 9.30 alle 11 (tel. 328 1097059) presso la succitata sede.

neWs

Volontariato organizzatoal vIa I nuovI corsI avulss

S.B.M.

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“Padre Emilio Venturini, una rete di carità ieri e oggi”. E’ il tema del concorso rivolto agli alunni e agli studenti delle scuole, statali, comunali e paritarie, di Chioggia, Pellestrina, Castelfranco Veneto e Velo d’Astico (VI) promosso dalla Congregazione

Serve di Maria Addolorata di Chioggia, per festeggiare il 140° anno di fondazione e il 40° anniversario dell’Istituzione della Scuola Primaria “Padre Emilio Venturini”. Varie sono le proposte rivolte alle scuole modulate in base al grado e all’ordine. Per la scuola dell’Infanzia, i bambini saranno impegnati nella produzione di disegni che prendano spunto dalle fotografie dei bambini che frequentano le scuole delle missioni in Messico e in Burundi. Gli alunni della scuola Primaria dovranno invece cimentarsi nella produzione di disegni che siano in continua-zione della storia raccontata nel fumetto “Padre dei piccoli. Emilio Venturini servo di Dio” di Silvia Boscolo Bragadin; nel componimento di un acrostico in cui risulti il nome “Padre Emilio Venturini” o una frase di senso compiuto, legati alla sua figura o alla sua opera e dovranno inventare una storia verosimile (anche in power-point), raccontata da uno dei tanti bambini del popolo, ripresi nelle calli di Chioggia a fine Ottocento.

La produzione di una lettera ad un coetaneo del Burundi o del Messico, per dare e chiede-re informazioni su di sé, sull’ambiente di vita e di studio, la traduzione in francese, spagnolo o inglese di una breve versione della biografia di padre Emilio Venturini, ricavata dal fumetto “Padre dei piccoli. Emilio Venturini servo di Dio”, l’ abbinamento di una musica anche mo-derna alle parole dell’Inno “A padre Emilio Venturini” o la realizzazione di una composizione con testo e musica di propria invenzione, la riproduzione dell’ex voto che illustra la guarigione delle orfanelle dell’Istituto di San Giuseppe da una epidemia, saranno invece i lavori proposti per gli alunni della Scuola secondaria di I grado. I ragazzi delle scuole secondarie di II° grado potranno invece produrre un power-point in cui si illustra la realtà chioggiotta della seconda metà dell’Ottocento, ricavando le informazioni dalla cronaca cittadina del giornale “La Fede” (1876-1881), diretto da Padre Emilio Venturini o un power-point in cui si illustrano gli aspetti fisici, economici e socio-culturali di uno dei paesi in cui opera la Congregazione, Messico o Burundi.

Il concorso, iniziato il 20 ottobre 2013, terminerà il 15 febbraio 2014.

neWs

Il concorso per le scuole promosso dalla Congregazione Serve di Maria Addolorata“padre emIlIo venturInI, una rete dI carItà IerI e oggI”

Nonostante fosse stato aperto in tutta velocità il parcheggio nell’area ex Cavini per consentire ai tifosi della

Clodiense di poter andare tranquillamente allo stadio senza la preoccupazione della multa, i vigili hanno avuto modo di lavorare alacremente anche in occasione delle partite successive alla messa a disposizione dei 70 posti auto. Posti scarsamente utilizzati dai tifosi.

Il caso era montato nelle prime settima-ne di ottobre. I tifosi si lamentavano delle contravvenzioni per sosta irregolare che puntualmente fioccavano ad ogni incontro di calcio casalingo. Denunciavano una scarsità di spazi in cui parcheggiare la propria auto durante la partita di calcio. Molti ricorrevano al parcheggio del vicino cimitero che con-sente una sosta di 60 minuti al massimo - troppo poco per assistere all’intero match di calcio - occupando spazi destinati a coloro che la domenica si recano a visitare i propri defunti al camposanto.

Una situazione di disagio che il Comune

aveva provveduto a risolvere in tempi brevi. “Rispondendo alle sollecitazioni per-

venute in merito alla necessità di disporre di posti auto gratuiti durante le partite ca-salinghe della Clodiense, - comunicava il dirigente comandante della Polizia locale di Chioggia, Michele Tiozzo, già lo scorso 25 ottobre - il Comune ha provveduto ad acce-lerare i tempi per l’acquisizione, la regola-mentazione e la sistemazione di una nuova ampia area di parcheggio”. Area che era disponibile già dalla domenica successiva.

“Gli oltre 70 nuovi posti auto disponibili - proseguiva - sono regolamentati con disco orario di 120 minuti, sufficiente per i tempi della partita e che comunque contribuiranno

ad aumentare i parcheggi a servizio del vi-cino cimitero”.

Il comandante della Polizia locale ri-cordava inoltre che esiste un’alternativa, in ogni caso, comoda e conveniente. “Si segnala inoltre - spiegava - che il parcheggio a pagamento Sst, vicino al deposito Actv, consente una comoda sosta per oltre 200 autovetture a fronte di una tariffa (la più bassa di tutta la città) di 50 centesimi di euro l’ora: in pratica con un euro si può ve-dere comodamente tutta la partita”.

Evidentemente le motivazioni non sono state sufficientemente convincenti, e le mul-te sono fioccate ancora...

di Ornella Jovane

Il caso della domenica I 70 posti auto gratuiti sono poco utilizzati

I tifosi non usano il nuovo parcheggio, fioccano ancora multe

Il comandante Michele Tiozzo

Giovanna Bellemo

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25252525Chioggia

All’appuntamento di domenica 20 ottobre erano presenti una trentina di volontari che per tutta la mattina sono stati impegnati nella pulizia della

diga di Sottomarina e della zona vicina al forte di San Felice. Guanti da lavoro, qualche attrezzo per raccattare gli oggetti sparsi tra i “masegni” e capienti sacchi per raccogliere questa imponente massa di rifiuti.

E’ la terza volta che il gruppo “Per la nostra laguna” e l’associazione di promozione sociale “Amico Giardi-niere”, in collaborazione anche con “Lega Ambiente” e “Generazione identitaria”, promuove queste azioni di pulizia della diga di Sottomarina e di altre zone degra-date.

“La diga – hanno scritto nella locandina di presen-tazione della manifestazione - è un luogo simbolo del legame forte e vitale tra mare e laguna, dal 2011 in-serita nel patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, ma riteniamo anche che sia una carta di tornasole della qualità delle acque e del nostro livello di civiltà. La diga è diventata un luogo chiave della città, pur rimanendo interamente sotto la competenza del Magistrato alle Acque.

E’ oggi uno dei più frequentati passeggi in ogni stagione, luogo ideale per le cure di iodio del mattino

presto, per uscite con la famiglia, bagni di sole o per feste notturne”.

In effetti la diga di Sottomarina è una delle mete privilegiata dei turisti che affollano, non solo durante l’e-state, la spiaggia di Sottomarina, ma manca dei servizi minimi essenziali.

Ecco perché, accanto alla proposta di organizzare periodicamente la pulizia, è stata lanciata anche una raccolta di firme per una lettera aperta al sindaco di Chioggia per sostenere la trattativa della cessione del forte di San Felice dalla Marina Militare al Comune di Chioggia.

Con questa lettera pubblica oltre a caldeggiare l’ac-quisto del forte si chiede l’avvio di un gruppo di progetto aperto alle associazioni interessate e ai privati disposti a investire nella riqualificazione del forte e dell’area verde retrostante, partendo dall’ottimo studio dell’arch. Ales-sia Boscolo Nata che è stato presentato recentemente nella sala del Consiglio comunale di Chioggia.

Il gruppo Turismo Chioggia ha già manifestato pub-blicamente interesse a partecipare e anche altri impren-ditori sarebbero disposti a investire in questo progetto di riqualificazione dell’intera zona nord di Sottomarina. “Questa acquisizione e la riqualificazione – è scritto

nella lettera inviata al sindaco - ci sembrano un degno coronamento della candidatura del San Felice all’Unesco a cui l’architetto Daniel Tiozzo ha lavorato in questi anni e che ora si è concretizzata. Speriamo quindi che lei saprà donare alla Città questa grande opportunità”.

E qualche tempo fa analoghe richieste, con una let-tera pubblica con 250 firme, erano state anche inviate al Magistrato alle Acque. In particolare si chiedeva al Magistrato la pulizia periodica della diga, la collocazio-ne di cestini per raccolta differenziata e l’illuminazione

notturna come già fatto a Ca’ Roman.Per partecipate agli incontri e alle iniziative “Per la

nostra laguna” si può contattare Alessandra Crocco (cell. 347 9144740) o Francisco Panteghini, presidente di “Amico Giardiniere” (cell. 328 7021253 e-mail [email protected])

Queste iniziative sono organizzate in accordo con Veritas e con il sostegno di “Darsena Marina del Sole” e “Ittiturismo” da Alessandro.

di Eugenio Ferrarese

Una trentina di volontari sono stati impegnati per tutta la mattina del 20 ottobre nella pulizia della diga di Sottomarina e della zona vicina del Forte di San Felice

Sottomarina Una iniziativa del gruppo “Per la nostra laguna” e l’associazione di promozione sociale “Amico Giardiniere”

“Amo la laguna, quindi la pulisco!”

I volontari impegnati nella pulizia della diga di Sottomarina e dell’area vicina al Forte San Felice

Il Forte di San Felice candidato come pa-trimonio dell’umanità Unesco. La Giunta comunale ha aderito al progetto che mira

all’inserimento nella lista dell’Unesco del sito “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo nel Mediterraneo orientale”.

Una proposta di ampio spessore storico - culturale che vuole costituire un sito “se-riale” transnazionale dei sistema difensivi messo in atto dalla Repubblica di Venezia lungo le coste Adriatiche e del Mediterraneo orientale con la costruzione di opere e città fortificate a protezione dei traffici commer-ciali.

Presentata dall’amministrazione comu-nale di Bergamo, con il patrocinio e l’indi-rizzo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il progetto è stato già accolto oltre che da Venezia anche dalla città di Palma-nova, di Peschiera del Garda e da altre città i cui territori un tempo erano appartenuti allo Stato della Serenissima Repubblica, situati in Croazia e Montenegro.

Il programma ha infatti l’ambizione di coinvolgere le più importanti città della Repubblica veneziana tra il XV e il XVII se-colo attraverso la formazione di una rete di partner selezionati tra i paesi storicamente legati a Venezia e che hanno conservato le testimonianze materiali di questo rapporto.

“Con questo atto Chioggia, già sotto la tutela dell’Unesco, con il sito Venezia e la sua laguna, entra a pieno titolo in un nuovo strategico programma con un monumento

storico, purtroppo oggi poco valorizzato, ma tra le testimonianze più imponenti e importanti della nostra storia quale il Forte di San Felice – spiega il sindaco Giuseppe Casson – Mi auguro che questo riconosci-mento, possa accelerare l’iter per il recupero di questo antico manufatto e per la sua re-stituzione alla città”.

“Si tratta di una proposta in linea con la nuova strategia dell’Unesco, volta ad una più accentuata condivisione dei valori tra i popoli e ad una maggiore garanzia di rappresentatività delle proposte di candida-tura – spiega Daniel Tiozzo, presidente del consiglio comunale, tra i maggiori sosteni-tori dell’iniziativa – Il progetto complesso, frutto di un lavoro importante di due anni, già accolto a Roma dalla commissione na-zionale dell’Unesco, sarà valutato tra le pro-poste che la commissione mondiale vaglierà a Parigi il prossimo anno”.

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26 Chioggia262626 Chioggia

E’ partito da Valdocco nei pressi di Torino il 25 aprile 2009 ed ora è ritornata in Italia per la fase conclusiva del pelle-

grinaggio. L’urna di don Bosco ha percorso molte regioni della Congregazione salesiana in Italia e nel mondo e adesso è la volta delle Case Salesiane del Nord-Est.

All’interno di una statua - una riprodu-zione dell’originale che possiamo ammirare nel santuario di Maria Ausiliatrice a Torino; il corpo è opera dello scultore Gabriele Garboli-no, i paramenti sacri di suor Anna Scaglia – è racchiusa una reliquia di don Bosco; il viso è stato ottenuto dallo stesso calco creato da Benvenuto Cellini all’indomani della morte di Don Bosco. Il pellegrinaggio si prefigge l’obiettivo di unire storie, culture, modi di sentire di popoli diversi, per prepararsi a fe-steggiare insieme un compleanno significati-vo: i duecento anni dalla nascita di Giovanni Bosco avvenuta nel 1815. Il suo “sogno dei

nove anni”, che rimase impresso per tutta la vita nella mente del santo, è divenuto realtà e milioni, miliardi di giovani in questo lungo tempo lo hanno riconosciuto e lo rico-noscono come Padre.

La Casa Salesiana di Chioggia si appre-sta, con entusiasmo ed impegno, ad acco-gliere l’urna di don Bosco nella città laguna-re dal 21 novembre al 24 novembre 2013.

L’idea del pellegrinaggio è nata dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chávez Villanueva, che desiderava in questo modo preparare la strada alle celebrazioni del bicentenario della nascita del santo di Torino. L’urna, di linea semplicissima, è realizzata quasi completamente in cristallo per permettere la miglior visibilità da parte di tutti e contiene la mano destra di Don Bosco, quella che il santo, padre e maestro dei giovani, ha sollevato innumerevoli volte per benedire i suoi ragazzi e per pregare con

loro e per loro. Dopo la prima tappa nel Lazio, l’urna

ha viaggiato fino in Patagonia dove monsi-gnor Cagliero, che seguì don Bosco fin dall’i-nizio della sua opera, si è diretto in missione con il primo gruppo di salesiani missionari. Dal Cile all’Argentina e alla Terra del Fuo-co, al Brasile e agli altri Paesi dell’America Latina, l’urna è risalita verso il Messico e il Centro America, per volare in Asia, e quindi in Africa, fino al Madagascar. E ovunque l’accoglienza è stata gioiosa da parte di tutti, giovani e adulti. Tornata in Europa, le reliquie di S. Giovanni Bosco sono passate anche per Moldavia e Romania.

Nella Cattedrale di Chioggia da sabato 16 a domenica 24 novembre sarà allestita la mostra sul Santo dei giovani “Un cuore che ama è un cuore che educa” per pre-sentare la pedagogia salesiana e mostrare non solo l’importanza dell’azione educativa

oggi, ma di come l’amore e l’accoglienza siano i tratti evidenti dell’agire pedagogico di don Bosco. Accanto ai numerosi testi originari proposti, i pannelli espositivi pre-sentano diverse foto della storia salesiana di Chioggia cominciata nel 1899 e che ha accompagnato molteplici generazioni di gio-vani e le loro famiglie.

Mercoledì 20 novembre alle ore 21,00 don P. Fausto Frisoli, Consigliere Regionale

per Italia Medio Oriente, interverrà al tea-tro don Bosco sul tema:“L’attualità di don Bosco Educatore”; giovedì 21 novembre a cura del gruppo teatrale don Michelangelo Aldegheri sarà presentato lo spettacolo “Don Bosco è qui!”.

L’urna di don Bosco domenica 24 no-vembre 2013 partirà per San Donà di Piave, un’altra tappa del suo lunghissimo viaggio che si concluderà nel 2015.

di Eugenio Ferrarese

Dal 21 al 24 novembre sarà presso la Casa Salesiana, una tappa del lungo pellegrinaggio delle reliquie che dal 2009 hanno attraversato il mondo

Territorio Verso i 200 anni dalla nascita del santo di Torino

L’urna di Don Bosco fa tappa a Chioggia

L’urna del santo che il 24 novembre, dopo la tappa di Chioggia sarà ospitata a San Donà di Piave

Dal 16 al 24 novem-bre una mostra sul Santo dei giovani, uno spettacolo e tanti dibattiti

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Il 26 dicembre del 1313 Jacopo Dondi era stato nominato medico condotto di Chioggia. Oltre che medico, Dondi era

anche topografo, astrologo, astronomo, esperto di orologeria, studioso delle maree, docente presso l’Ateneo patavino, consiglie-re dei Carraresi, signori di Padova. Tra le sue opere più famose vi è l’ “Aggregator”, trat-tato di medicina che fece scuola per alcuni secoli nelle università europee; il “De fluxu et refluxu maris”, un originale trattato sulle maree che verrà in gran parte confermato da Newton e dalle moderne teorie; ed an-che il famoso orologio della torre di Piazza dei Signori a Padova.

I 700 anni trascorsi da quella nomina sono diventati l’occasione che hanno solle-citato vecchi e nuovi estimatori e studiosi del genio Dondiano a costituire un Comitato promotore per tributare un dovuto riconosci-mento all’opera culturale e scientifica che, da Chioggia, la famiglia Dondi ha saputo generare nel XIV secolo, periodo in cui han-no spiccato il volo la ricerca e lo studio per le scienze, che hanno cambiato la vita degli uomini.

Il Comitato Dondiano, presieduto da Angelo Frascati (che tra l’altro è anch’egli medico), ha organizzato nel corso dell’anno una considerevole mole di eventi di studio, di dibattito, spettacoli e mostre che hanno analizzato e celebrato la figura e l’opera di Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, rispettivamente padre e figlio. Infatti anche Giovanni, come il padre, fu medico condot-to e insegnò nelle Università di Padova, Pa-via e Firenze medicina, logica ed astrologia. Autore di varie opere mediche e letterarie, fu intimo dei Carraresi, medico curante ed uno degli amici più cari del poeta Francesco Petrarca. La sua fama è soprattutto lega-ta alla realizzazione dell’Astrarium, una macchina perfetta e complessa: si tratta di un misuratore del tempo, un congegno astronomico ed un calcolatore (una copia, pazientemente ricostruita, è esposta al Mu-seo civico di Chioggia ed altre copie sono state realizzate in altri famosi musei sparsi nel mondo).

Le celebrazioni dell’anno Dondiano

Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, padre e figlio medici di Chioggia che 700 anni fa portarono un importante contributo nel campo delle conoscenze e della ricerca scientifica

Anno Dondiano Il Comitato presieduto da Frascati ha organizzato molte iniziative

Dibattiti, manifestazioni ed eventi per celebrare i Dondi

28 Chioggia282828 Chioggia

di Eugenio FerrareseLe celebrazioni dondiane. In basso ricordo del 20 settembre dello

scorso anno a Londra, la conferenza dell’ingegner Marisa Addomine sull’orologio di S. Andrea

sono partite da alcuni interventi di pre-sentazione che hanno coinvolto gli Istituti superiori di Chioggia, in particolare il Liceo Veronese e l’Istituto tecnico commerciale Cestari, e poi proseguite con incontri e con-ferenze organizzate all’Auditorium comu-nale e nell’Oratorio della chiesa della SS. Trinità a Chioggia con interventi di famosi e qualificati esperti nazionali e internazionali.

Sono stati proposti anche dei concerti, delle visite guidate alla Torre di Sant’An-drea, che ospita il famoso orologio rea-lizzato da Dondi, e una mostra itinerante che è stata allestita al Museo civico, nella parrocchia di Borgo San Giovanni, nella Tor-

re di Sant’Andrea , nell’atrio del Municipio in occasione del Palio de la Marciliana e in alcune scuole.

Inoltre per tutte le classi degli Istituti scolastici che avranno visitato la mostra: “I Dondi dall’Orologio e Chioggia: prota-gonisti della cultura e della scienza del XIV secolo” esposta nelle sale espositive del Museo Civico di Chioggia ed avranno invia-to la foto della classe è stato promosso il concorso “Scatta la foto e vinci!”: i parteci-panti sorteggiati riceveranno in premio del materiale scolastico offerto dalle Farmacie di Chioggia. La cerimonia di chiusura delle celebrazioni Dondiane con apposizione di nuova lapide celebrativa di Jacopo e Gio-vanni Dondi Dall’Orologio, cittadini illustri di Chioggia sarà sabato 7 dicembre 2013 alle ore 10,00 nella Sala Consiliare del Munici-pio. Nel corso della cerimonia saranno an-che consegnati i premi del concorso “Scatta la foto e vinci!”.

Gli eventi delle Celebrazioni Dondiane su www.chioggia.org/centenario_dondia-no

I Dondi Dall’Orologio di Chioggia furono protagonisti della cultura e della scienza nel XIV secolo

La cerimonia di chiusura dell’anno dondiano si terrà il 7 dicembre in Sala consiliare

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30 Cultura locale303030 Cultura locale

Luci fatue al calar della notte, passi e scricchiolii, strani rumori e fruscii. Ogni torre che si rispetti deve avere il proprio fantasma e la torre di Sant’Andrea non ne è da meno. Si narra che tra le strette stanze, ma soprattutto vicino alla torre campanaria

al calar della sera si aggiri uno spirito un po’ tetro, ma innocuo. Di notte e quando non viene disturbato, continua il suo mestiere di orologiaio custodendo l’orologio più antico del mondo. Molte le ipotesi che si stanno formulando, ma ormai non ci sono più dubbi, si tratta di Prete Onse.

Recenti ricerche negli archivi parrocchiali di Sant’Andrea hanno permesso di recupe-rare il ritratto di don Vincenzo Veronese, conosciuto in città come il prete Onse, poichè si occupava di “ungere” le ruote del meccanismo del manufatto medievale.

Di lui si sa che venne pagato regolarmente come orologiaio dalle casse parrocchiali dal 1876 al 1888. Si trattava di un prete un po’ particolare così come lo descrive Felice Nordio, storico e bibliotecario responsabile a Chioggia nella prima metà del Novecento, in un manoscritto raccolto in “Ricordi e memorie clodiensi 1933-1934”. “Era un uomo che atteneva poco al suo Ministero spirituale – si legge tra le righe - Egli si era fatto il suo domicilio nella camera delle campane del campanile, di riparare gli orologi, faceva il falegname”. Il Veronese “apparteneva alla parrocchia di sant’Andrea ed era incaricato dell’orologio de campanile”. Il suo carattere serioso e particolare aveva contraddistinto la sua vita quasi da eremita in cima alla torre campanaria. Scrive ancora il Nordio: “Uomo molto serio e di poche parole, viveva sempre da solo e gli piaceva mangiare qualche piccione della Chiesa”. La sue esistenza solitaria si concluse con una morte improvvisa. Venne trovato senza vita all’interno dello stesso campanile. E il suo spirito continua a vagare indisturbato per continuare a preservare dall’incuria l’orologio più antico del mondo. I più coraggiosi, che vogliono salire sulla torre al calar delle tenebre, potranno se fortunati, sentire i suoi passi leggeri e timidi scendere e salire le scalinate, anche se il suo carattere schivo lo tiene ben lontano dai visitatori del museo. Di notte nelle giornate di nebbia guardando in alto, sulla vetta della torre, tra le campane si può scorgere ancora la luce flebile del suo lumino a petrolio.

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Felice Nordio raccontava agli inizi del ‘900 di questo prete solitario che viveva nella torre campanariaIl mIstero dI prete onse , “fantasma” della torre dI sant’andrea

Sandro Varagnolo è stato scelto tra gli ar-tisti finalisti al XIII Premio Nazionale Arte Novara selezionati dal comitato scientifico

del premio, patrocinato dal Ministro per i Beni e per le Attività Culturali, Regione Piemonte, Pro-vincia di Novara, Comune di Novara, Comune di Orta San Giulio, Atl della Provincia di Novara.

La scultura presentata dall’artista chiog-giotto è intitolata “Simulacrum”, frutto di spe-rimentazioni e contatti con noti artisti italiani, ma nello stesso tempo mantiene un legame con le radici popolari chioggiotte. Infatti l’opera è stata realizzata su di un supporto molto par-ticolare: si tratta di un frammento di fasciame della poppa di un Bragozzo chioggiotto della fine dell’Ottocento che, adeguatamente tratta-to e mantenuto allo stato di originalità, ospita una pittura che l’autore definisce “senza tem-po”. Nel dipinto è raffigurato il mito di Perseo e Medusa, le cui note vicende sono narrate in modo diverso dal consueto.

“Da qua il nome dell’opera Simulacrum – spiega Varagnolo - che nella sua traduzione greco-latina significa idolo-statua, ma nei suoi contenuti più profondi, l’opera è una distorsio-

ne della realtà mitologica, in senso platonico, diventa essa stessa realtà in quanto questa sto-ria non è mai esistita se non come simulacro”.

La mostra degli artisti finalisti è stata alle-stita a palazzo Tornielli a Novara dal 26 ottobre al 10 novembre, quando saranno anche procla-mati i vincitori.

Sandro Varagnolo vive e lavora a Chioggia dove è nato 45 anni fa. Appassionato e stu-dioso di arte antica, con particolare riferimento alle arti figurative del ‘600, per poi estendersi anche all’arte contemporanea, svolge anche

attività di ricerca storico-artistica del territorio clodiense – alcune sue ricerche sono anche comparse in “Chioggia - rivista di studi e ricer-che” ed ha anche curato la presentazione del catalogo “Chioggia tra mito, storia e leggenda” del pittore Dino Memmo – ma si interessa an-che degli aspetti politici e culturali della città e per qualche tempo ha fatto parte del Consiglio comunale. Nel giugno di quest’anno ha presen-tato le sue opere in occasione della mostra “I Viaggiatori del Tempo” allestita nella chiesetta di San Martino a Chioggia.

di Eugenio Ferrarese

Scultura Selezionato con la sua opera “Simunlacrum” che raffigura il mito di Perseo e Medusa

Sandro Varagnolo tra i finalisti del Premio Nazionale Arte Novara

Sandro Varagnolo, a sx la scultura “Simulacrum”

Giovanna Bellemo

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Nei luoghi in cui visse – all’inizio del Novecento - il famoso scrittore Franz Kafka una comitiva partita da Vene-

zia compie un viaggio a Praga nel 1977 quando si stavano diffondendo le idee di “Charta ‘77”, un movimento allora clan-destino guidato da Vaclav Havel, poi dive-nuto presidente della nuova repubblica ceca post-comunista, che tentava di contrastare la normalizzazione sovietica di Gustav Hu-sak. Ma il “grigio potere” terrà lontano per trent’anni l’utopia del “socialismo dal volto umano” diffusosi ai tempi della “primavera di Praga” del ’68 e di Alexander Dubcek.

In questo intrigo storico-politico si in-trecciano le vicende di un turista veneziano, Marco Vian – ma molti anche i riferimenti autobiografici con la vita dell’autore di que-sto romanzo, Francesco Lusciano – che ritorna con alcuni amici a Marienbad, nota località turistico-termale, e nella capitale

Praga alla ricerca di una donna affascinante e un po’ misteriosa, Eva K., appassionata-mente amata durante la breve e intensa vacanza più di trent’anni prima e poi non più rivista, e alla ricerca di Kafka.

Tra storia e fantasia si viaggia dapprima tra le vie grigie di Praga nel 1977 che richia-ma quegli uomini grigi del romanzo “Il pro-cesso”, ligi ad un misterioso e dispotico po-tere, raccontati nell’opera di Kafka. Il ricordo di questo scrittore sembra però scomparso nonostante la sua indubbia fama mondiale: a quanto pare il comunismo non apprezza quegli autori “decadenti e borghesi” che mettono in qualche modo in discussione l’occulto, opprimente potere delle dittature.

Le annotazioni del viaggio del protago-nista del romanzo di Lusciano ci presentano dettagliatamente luoghi, vie, il cimitero ebraico, le grandi storiche piazze di Praga, il ponte Carlo, simbolo e orgoglio della città,

sempre alla ricerca della presenza di Franz Kafka e dei luoghi dove ha vissuto la sua tormentata vicenda umana – il conflitto col padre, gli amori irrisolti con le sue fidanzate – e dove ha scritto i suoi capolavori: “La metamorfosi”, “Il castello”, numerosi rac-conti e una infinita serie di lettere.

E poi c’è un manoscritto realizzato da Kafka durante una vacanza a Marienbad: un testo che tutti cercano, ma nessuno poi riuscirà a trovare. E non mancano nemmeno i colpi di scena con l’avvelenamento delle due custodi del misterioso manoscritto e l’uccisione per gelosia della madre di Eva K., l’amante ceca poi abbandonata dal turista veneziano Marco Vian.

Nella Talamini, in occasione della pre-sentazione del libro di Lusciano avvenuta il 5 ottobre scorso nella Sala Consiliare di Chioggia, ha definito quest’opera articolata un “romanzo matrioska”: un intersecarsi di

storie ben organizzate che hanno come filo conduttore le vicende di Kafka e quelle del turista-scrittore Marco Vian – ovvero France-sco Lusciano – tra storia passata e presente. “Lusciano – ha aggiunto Nella Talamini – è un moderno Virgilio che ci accompagna in questo viaggio da Marieband a Praga “.

Praga è ora una città “colorata”, affol-lata da turisti che seguono cartelli che indi-cano con chiarezza tutti i luoghi dove poter ritrovare le testimonianze della presenza di

Kafka in questa affascinante capitale euro-pea.

Marco Vian ritroverà Eva K. dopo 35 anni. E non mancheranno le rivelazioni, le nuove speranze di Praga post-comunista e le tristi realtà…

Francesco Lusciano è stato a lungo docente di storia e filosofia all’Istituto Ma-gistrale Goldoni di Chioggia, giornalista di quotidiani locali ed anche assessore alla Cultura di Chioggia fino al 2007.

di Eugenio Ferrarese

Un’opera articolata che sviluppa la sua trama tra storia e fantasia, in un intersecarsi di vicende e personaggi che hanno come filo conduttore la figura dello scrittore di Praga

Libri La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Francesco Lusciano

“Dov’è Kafka?”, il romanzo “matrioska”

A sx il romanzo “Dov’è Kafka?” in alto Francesco Lusciano

31313131Cultura locale

Un ciclo di conferenze e mostre, dedicate alla divulgazione scientifica. Nascono dalla sinergia di tre associazioni clodiensi, che operano nel

campo divulgativo, le “Serate naturalistiche 2013” che partite ad ottobre si concluderanno a gennaio.

Organizzate dall’Associazione Micologica Bre-sadola Gruppo di Chioggia-Sottomarina (Amb), dal Gruppo Naturalisti “Linneo” (Gnl) e dal Gruppo Astronomia Nova Chioggia (Gr.A.N.Chio), gli eventi si rivolgono a tutti coloro che vogliono saperne di più sul mondo che ci circonda in modo semplice ed interessante: alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado, turisti, appassionati di scienze e semplici cittadini. Un’occasione per far conoscere meglio alla cittadinanza il lavoro delle tre associazioni organizzatrici, nel campo della divulgazione scientifica e nella ricerca e per scoprire o riscoprire i tesori celati nel territorio e nei palazzi storici.

Le conferenze avranno come location la sala adiacente al Museo Civico di Chioggia, San Francesco fuori le mura. Si inizia venerdì 15 novembre alle 21,00 con “La cometa Ison”, a cura del Gr.A.N.Chio. Si parlerà dell’arrivo della cometa, annunciata come il grande evento astronomico dell’autunno 2013, e di quando e come sarà osservabile. Sabato 30 novembre alle ore 17,30 sarà la volta dell’incontro “Entomologia urbana”, sugli insetti nelle abitazioni domestiche., curato dal Gnl. Il ciclo di conferenze si conclude sabato 11 gennaio 2014 alle ore 17,30 alla scoperta del “Il meraviglioso mondo dei funghi”, per scoprire dove si trovano e come si riconoscono, a cura dell’ Amb.

Dopo la conclusione positiva della V Mostra Micologica, saranno organizzate aper-ture straordinaria della mostra naturalistica permanente del Gruppo Naturalistico Linneo a Palazzo Ravagnan (Calle Donaggio, Chioggia), che ospita oltre 2.000 specie tra mol-luschi, crostacei, conchiglie, minerali, fossili ed insetti, il 17 novembre 2013 e il 12 gennaio 2014, dalle ore 10.00 alle 12.00. E’ possibile prenotare l’apertura anche in altri giorni e orari. La mostra permanente di Palazzo Ravagnan rimarrà comunque aperta al pubblico con il consueto orario, tutti i mercoledì e venerdì dalle ore 17,00 alle ore18,30.

Tutti gli eventi delle Serate Naturalistiche 2013 sono ad ingresso gratuito. Info: Gruppo Naturalisti “Linneo” sede e mostra permanente Palazzo Ravagnan (entrata da calle Donaggio), Chioggia (Ve) Tel. 041.491606 e 333.2904397 email: [email protected].

la proposta di tre associazioni del territorio Amb, Gnl, Gr.A.N.Chioconferenze e mostre per dIvulgare In modo pIacevole e dIvertente la conoscenza scIentIfIca

Giovanna Bellemo

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A.A.

VIAGGIO IN PrOVINCIAVENEZIA

Esempio, generosità e servizio, squadra, trasparenza e meritocrazia, donne, circoli, amministratori locali, innova-

zione, città metropolitana , lavoro, impresa, semplifi cazione, Veneto. Sono 15 le parole “strategiche” che Marco Stradiotto, ex sindaco di Martellago e parlamentare nelle due scorse legislature, candidato unico alla segreteria provinciale del Partito democratico veneziano, ha portato in giro per i circoli del territorio, ha fatto girare in rete e ha voluto condividere come presupposto per un con-fronto costruttivo con gli iscritti e gli elettori nel corso della fase congressuale. Quindici parole per stimolare proposte, opinioni, commenti che sono confl uite in quel docu-mento programmatico già imbastito prima, ma redatto nella sua veste uffi ciale e conclu-siva solo dopo aver celebrato il congresso in tutti i circoli della provincia.

Stradiotto, a differenza del contesto nazionale, nei circoli territoriali, e così anche a Venezia, si è riusciti a fare sintesi delle diverse correnti, proponendo per

lo più un unico candidato alla segreteria del partito. Perché? A livello locale si è più vicini alla concretezza dei problemi e più lontani da una visione astratta della politica?

“Non in tutte le realità territoriali si è arrivati a un candidato unico: in alcune pro-vince si stanno confrontando in modo forte. Direi che non c’è una contrapposizione tra un modello nazionale e uno locale.

Qui a Venezia si è riusciti a ragionare nell’ottica di evitare spaccature sul nome rilanciando, invece, sui temi, e ciò va dato atto alle varie sensibilità che ci sono anche nel Pd di Venezia e che si esprimeranno nelle Primarie nazionali. Rispetto ad altri circoli provinciali, dove si parla di nomi e cognomi, qui si parla dei problemi.

Inoltre, l’individuazione della mia can-didatura come persona super partes, non

essendo mai stato un uomo di corrente, ha aiutato. Del resto, non avrei mai accettato una candidatura in contrapposizione”.

Stradiotto, lei è stato defi nito vicino al premier Enrico Letta, ma di recente è stato associato ai Renziani. Dove si collo-ca in realtà?

“Sono molto amico del Presidente del Consiglio, ritengo che Matteo Renzi sia una risorsa e che i due siano complementari.

Credo che a Letta e al Pd faccia bene Renzi come segretario: un partito più forte per-mette al premier di operare scelte migliori nel suo Governo”.

Venezia, territorio diffi cile, forte-mente colpito dalla crisi economica che spesso si è tradotta, in politica, in voto di protesta, prima alla Lega, poi al Movi-mento 5 Stelle. Come pensa di ricondurre quei voti al Pd?

“Il fenomeno della Lega in passato, e

del M5S oggi, sono il termometro del di-sagio. Il Pd recupererà consenso se riuscirà – è il mio primo obiettivo - a riconquistare la fi ducia dei cittadini e per fare ciò deve essere un partito che si pone al servizio, che è coerente con ciò che dice e trasparente. L’esempio partirà da me: conserverò il mio attuale lavoro e l’incarico di segretario lo svolgerò come un servizio, come volontaria-to. Un segnale per far capire che la politica deve dare, appunto, l’esempio”.

La Cgia di Bortolussi sostiene che questa Finanziaria porterà ad un aumen-to di un miliardo di euro delle tasse. E davvero così?

“La Cgia di Mestre ci “allieta” spesso con le sue statistiche, ma credo che ci deb-ba essere meno superfi cialità nel divulgare i dati. La cosiddetta “media del pollo” fa rumore, ma non dà gli strumenti utili per

affrontare i temi: nella fattispecie, scopria-mo che le tasse in più le pagano le banche. Certo, ciò non signifi ca che nella Legge di Stabilità non ci siano aspetti che si possano modifi care e migliorare. Dobbiamo trovare il modo di far ripartire il Paese: se la spesa pubblica continua a pesare su una produzio-ne e un Pil che calano, o non crescono, il sistema si soffoca”.

L’elenco delle 15 parole si conclude con una sollecitazione alle diverse anime del Pd: “Oh issa!”.

“Nel Partito democratico - chiosa Stra-diotto - dobbiamo riscoprire e mettere in pratica la parola “oh issa!”: il Paese sta andando a rotoli e non possiamo permet-terlo: mettiamo insieme le nostre forze e sincronizziamoci e riusciremo a vincere e a governare bene sia il Veneto che il Paese”.

di Ornella Jovane

Politica Intervista al nuovo segretario del Partito democratico veneziano

Il Pd con Marco Stradiotto è alla ricerca di una nuova sintonia col territorio

“Il Partito Democratico in provincia di Venezia, ri-sente delle dinamiche congressuali, nazionali ma a livello locale ha dimostrato ottimi segnali di vita-

lità e radicamento. Riteniamo che la candidatura di Marco Stradiotto sia la più idonea in questa fase. Certo se qual-cuno avesse voluto presentare una candidatura differente, bastava raccogliesse un centinaio di adesioni“. A spiegarlo è Michele Mognato, per anni vicesindaco a Venezia, ora deputato e segretario provinciale uscente. Mognato è la voce di Gianni Cuperlo nella Federazione, spiega come sia di fatto la scelta migliore quella che va a incoronare Marco Stradiotto segretario provinciale del Pd.

“Marco Stradiotto - dice Mognato – è la persona giu-

sta nel posto giusto e nel momento giusto. Di lui si può apprezzare l’esperienza da amministratore, ma anche di parlamentare. E’ l’uomo giusto per fare da unione fra esperienza amministrativa locale e quadro di riferimento nazionale. Certo si tratta di gestire il partito e non fare l’amministratore o sedere in Parlamento. Si è convenuti su questa candidatura perché dà delle garanzie precise”. Per Mognato la segreteria di Stradiotto è anche la più preparata per gestire sfi de importanti a livello comunale del 2014.

“Alle ultime comunali a parte il caso anomalo di Mira fi nito in mano ai grillini – dice - Abbiamo consolidato le nostre posizioni conquistando comuni come Mirano e San Donà. Il prossimo anno bisognerà prepararsi per sfi de im-

portanti prima fra tutte quella per il Comune di Venezia”. Al di là della scontata elezione di Stradiotto il partito

veneziano si anima anche sulle vicende congressuali nazio-nali. La discussione nei circoli del Pd c’è. I circoli torneranno a riunirsi dal 10 al 17 novembre, dopo la parentesi del congresso provinciale, per eleggere i candidati alla con-venzione provinciale in cui emergeranno i pesi veri delle varie mozioni che appoggiano i quattro candidati e cioè Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Gianni Pittella, nel veneziano. Lo sbarramento da superare è quello del 5 per cento. Saranno duecento i delegati dell’assemblea provinciale, all’assemblea nazionale.

Il SEGRETARIO USCENTE MICHElE MOGNATO “E’ l’UOMO GIUSTO pER AFFRONTARE lE SFIDE FUTURE”

Michele Mognato

Marco Stradiotto

Stradiotto: “E’ necessario per il nostro Partito farsi recepire utile alla società”

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di Alessandro Abbadir

Ambiente Sempre più diffuso il grosso roditore erbivoro

E’ allarme nutrie in tutta la provincia di Venezia. I grossi roditori che un tem-po si concentravano prevalentemente

nell’area sud della provincia ora sono diffusi in tutto il territorio. Da Chioggia e Cavarzere da tempo si sono diffusi e ora infestano la zona sud della Riviera per poi passare nel miranese e nel Veneto orientale.

Da poco però hanno anche fatto la loro pesante apparizione in centro a Venezia. Gli agenti della polizia provinciale hanno ricevu-to diverse segnalazioni di avvistamento del roditore sempre più presente nel territorio. Il primo intervento è stato effettuato alla scuo-la elementare “Valeri” dove i genitori hanno allertato gli agenti, che con apposite gabbie hanno catturato le nutrie e provveduto a bonifi care l’area interessata. Le nutrie han-no poi fatto tappa anche al cimitero di San Michele e, tra lo sbigottimento della gente si sono cibate dei fi ori posti nelle tombe dei defunti.

Grazie all’intervento degli agenti sono

stati catturati due esemplari e i custodi del camposanto hanno riferito che non hanno notato altre presenze dell’animale. Infi ne è giunta una segnalazione della presenza di nutrie alla scuola Sansovino di Cannaregio.

La presenza di nutrie a Venezia era già stata segnalata la scorsa primavera con diversi animali segnalati nell’Isola di Sacca

Sessola, dove c’era stato un primo interven-to tampone. Ora è stato pianifi cato per la stagione invernale un intervento più effi cace e duraturo”.

L’assessore alla polizia provinciale Giu-seppe Canali commenta “Invito i cittadini a segnalare tempestivamente alla Polizia Provinciale la presenza di questi animali

chiamando la centrale operativa (numero verde 800128580) per consentire un pron-to intervento ed evitare che la popolazione di questi animali alloctoni aumenti in modo consistente.

I cittadini tuttavia devono anche sapere che la nutria non è un animale aggressivo, è erbivoro e non attacca l’uomo se non per difendersi. La nutria è un animale che si ri-produce velocemente, una femmina appena nata riesce già entro l’anno a procreare una nidiata di piccoli, e dunque le nutrie stan-no invadendo anche l’ambito lagunare per la loro capacità di adattamento che rende sempre arduo il contenimento della specie”. Proprio per affrontare le nutrie la polizia provinciale ha chiesto di adeguare le armi in dotazione.

L’amministrazione con questa modifi ca ha ravvisato la necessità di dotare il Corpo di polizia provinciale di armi più consone ai servizi cui sempre più è chiamato a concor-rere il Corpo, tra i quali le numerose richieste

da parte delle Forze dell’ordine, Ulss e citta-dini per l’abbattimento di animali di grossa taglia, sia selvatici che fuggiti da allevamen-ti, sia per il contenimento di specie alloctone quali la nutria.

Per tale ragione verranno inserite nel regolamento del Corpo la “carabina cali-bro 22”, maggiormente funzionale all’ab-battimento di nutrie, nonchè la “carabina lancia siringhe anestetizzanti” per evitare di uccidere l’animale anestetizzandolo. Per l’assessore Canali “Va preso atto che la presenza delle nutrie in questi ultimi anni

è cresciuta in modo notevole, e in particolar modo nei centri cittadini attraversati da corsi d’acqua.

Stiamo intervenendo sia con il sistema del “trappolaggio”, sia con l’abbattimento secondo i piani di contenimento previsti. Il ricorso ad armi più idonee al loro utilizzo in ambienti urbanizzati consentirà, nel rispetto dei canoni di sicurezza, di non destare allar-me tra i cittadini a causa delle detonazioni che, in particolare nel silenzio dell’orario notturno, sono maggiormente avvertibili”

Nutrie, è allarme a Venezia

ADOTTAMIKevin, il bassottone. Maschio, circa 5-6 anni, taglia medio con-tenuta. Da circa 1 mese girava vicino ad una casa dove vivono 2 cani e delle brave persone. Quando ha visto che per lui c’era

pappa ed acqua a disposizione ha deciso che poteva fi darsi. Dopo qualche giorno però è stato portato in rifugio

Ora è un ospite a.p.a in attesa di famiglia.

Nuvola rossa. Gattina di circa 3-4 mesi. Arrivata in un giardino dove c’era cibo ed acqua. Pensava di avere trovato un posto sicuro per crescere, ma non era così. La sua adozione è urgente. Noi volontari purtroppo non sappiamo dove metterla.

Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus3289620233

Diana, pastore tedesco 8 mesi femmina. Comperata in allevamento e buttata via come un giocattolo rotto.

E’ meravigliosa ma imperfetta: ha la displasia all’anca e alle zampette anteriori. Chi se n’è liberato ha evitato

di affrontare costi e cure. Diana ha ora fatto il primo intervento, riuscitissimo, ma dovrà affrontarne altri .

Two sisters. Segugette giovani circa 6-8 mesi, carattere pauroso, ma molto buone. Sicuramente prese per cacciare e visto che non erano in grado di farlo perché tenerle? Recuperate terrorizzate che vagavano disorientate. Queste due sorelline saranno affi date solo da compagnia anche separatamente. Presto verranno sterilizzate.

Lilly. Cagnetta di 6 mesi, già sterilizzata, arrivata cucciola: aveva solo 2 mesi. Il suo carattere timido e

molto pauroso non hanno facilitato la sua adozione. Ora è più espansiva. La vita del rifugio durante l’inverno è

molto dura. Lilly pesa solo 5 chili.

Hanno devastato il cimitero di San Michele mangiando i fi ori delle tombe dei defunti

Verranno inserite nel regolamento del Corpo la “carabina calibro 22”, funzionale all’abbattimento

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34 Mondo scuola343434 Mondo scuola

Un linguaggio fresco, brioso e originale, uno stile efficace, ben costruito ma spontaneo, per esprimere in pochi minuti

attraverso un filmato un messaggio “edificante” ed educativo: gli oggetti contraffatti fanno male alla salute e all’economia. I 21 studenti - selezio-nati tra le tre classi terze (A, B e C) della scuola secondaria di primo grado di Fossò dell’Istituto comprensivo Galileo Galilei - con il loro video dal titolo “La F... iesta (storia di regali indecenti)” hanno saputo stupire e convincere, prima la qualificata ed esigente giuria del concorso regio-nale “Ciak! Caccia al Falso”, istituito da Regione Veneto, Unioncamere e le Associazioni di con-sumatori operanti in Veneto, e poi i navigatori della rete. Questi ultimi con i loro voti li hanno premiati, “piazzandoli” al primo posto nella se-zione “scuole” del concorso. Tutto ha inizio lo scorso aprile, quando la scuola di Fossò decide di procedere con un secondo corso di eccellenza, dopo quello fotografico dell’anno precedente, ri-volto agli alunni delle (allora) classi seconde che avevano manifestato particolare motivazione e interesse nello svolgimento delle attività didat-tiche. Selezionati i 21 studenti, si è effettuata l’iscrizione al concorso che per il tema trattato - la lotta alla contraffazione - è apparso all’at-tuale dirigente scolastico, la professoressa Lau-ra Contin, e ai docenti interessati al progetto, il professore di tecnologia Salvatore Salamone insieme alla collega Patrizia Borina, un utile esercizio di cittadinanza attiva, con stimolanti potenzialità sul piano multidisciplinare. Nulla è stato lasciato al caso e il percorso preparatorio è iniziato con un approccio teorico al tema in que-stione. “Dopo aver messo a fuoco i contenuti - racconta il professor Salamone - siamo passati alla fase più tecnica, relativa alle modalità di realizzazione del video, dalle riprese al montag-gio”. I ragazzi si sono occupati in prima persona della sceneggiatura, interamente ideata da loro, dei costumi e degli oggetti, hanno disegnato le varie sequenze di ripresa, si sono assegnati i ruoli e hanno messo a punto le parti. Anche per la musica è stata fatta una scelta originale, un piacevolissimo e orecchiabile “tormentone” scritto insieme al professore di musica Stefano Ricatti ed eseguito col flauto dolce dagli stessi ragazzi. Fra i personaggi coinvolti anche alcuni esercenti di Fossò che, interpellati dagli studenti, si sono resi disponibili per interpretare un “ruo-lo” all’interno del video. Con il prezioso aiuto dei genitori, in particolare di Giorgio Bellingardo e Michele Gelmo, le singole sequenze filmate sono state montate ed è stato confezionato il video. “Un lavoro - spiega la professoressa Con-tin - che alla fine è diventato corale, grazie all’en-tusiasmo trascinante che studenti e insegnanti hanno saputo trasmettere non solo all’interno dell’istituto comprensivo ma anche a tutto il territorio”. Il video è stato realizzato nell’arco di un mese, tra fine aprile e maggio, con una cura certosina che ha portato gli studenti ad utilizzare tutto il tempo a disposizione, tanto da arrivare

di Ornella Jovane

L’Istituto comprensivo di Fossò primo al concorso regionale “Ciak! Caccia al falso”

Lotta alla contraffazione

La bella storia di una scuola vincente

a consegnare a mano presso la segreteria del concorso, proprio all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile, il prezioso cd. L’arrivo delle vacan-ze estive non ha interrotto il cammino verso la vittoria. I ragazzi si sono tenuti in contatto tra di loro e, come un tam tam, il 15 luglio la bella notizia ha subito fatto il giro del paese: la prima selezione era stata superata, il video dell’istituto comprensivo di Fossò era stato pubblicato, sele-zionato fra i tre migliori, sul blog “Veneto con-sumatori” per essere votato. Fra questi sarebbe uscito il vincitore. “La F...iesta” è piaciuto subito in rete e le preferenze sono state numerose, a fine settembre se ne contavano oltre 200. Un “bottino” significativo con cui il 16 ottobre i 21 ragazzi con i loro docenti, la dirigente scolastica e i genitori si sono presentati a palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, accolti dall’assessore regionale alle Politiche dell’agricoltura Tutela del consumatore Franco Manzato insieme alle altre due scuole selezionate - Itc Fusinieri di Vicenza e l’istituto “Agli Angeli” di Verona - per assistere alla proclamazione della vincitrice (nella foto in alto). Non si può raccontare a parole l’emozione e la soddisfazione provata dal gruppo di Fossò quando si sono resi conto di aver vinto i 6.500 euro messi in palio dal concorso. La dirigente, i docenti, i genitori e i ragazzi, uniti dalla stessa commozione, hanno esultato insieme - e non sono mancate le lacrime di gioia -, felici del ri-sultato raggiunto. La commissione giudicatrice prima e quindi la rete ha premiato il modo in cui è stato proposto il messaggio e “confezionato” il video. “I ragazzi - commenta il professor Sala-mone - hanno scelto di creare un doppio piano di comunicazione per arrivare in modo efficace a stimolare la riflessione. C’erano le immagini, la storia di una festa di compleanno a sorpresa, e le parole, con cartelloni di commento inseriti fra una sequenza e l’altra con cui si voleva sottoli-neare la “morale” della storia”. Efficace anche la scelta di trasporre la narrazione in una dimen-sione senza tempo, attraverso l’uso del bianco e nero, virato seppia, che dava al videoclip un’ap-prezzabile patina “artistica”. I ragazzi hanno fatto la loro parte portando a casa il prestigioso premio e anche la considerevole somma, ora tocca alla dirigente scolastica mantenere la pa-rola data. “Avevamo promesso che in caso di vittoria - spiega la professoressa Contin - avrem-mo inserito nel programma una visita scolastica all’estero. Si tratta ora di decidere la meta, ma il meritato viaggio di istruzione è assicurato”. Una bella, utile ed educativa esperienza che testimo-nia di un modo nuovo, frizzante e motivante di fare scuola, una buona scuola.

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6 Personaggio

Franco Mason, pensionato vive a Mira Por-te e ha una passione molto particolare: col-lezionare oggetti. Franco colleziona ogni

genere di cosa e condivide la passione con la moglie Carla Barberini, con la quale frequenta i vari mercatini alla ricerca di oggetti affascinanti.

Quando nasce la passione di colleziona-re oggetti?

“Sinceramente una risposta precisa non saprei darla, posso dire che mio nonno “Mo-robeo”, negli anni Quaranta, vendeva in giro di-verse cose: castagne, patata americana, bagigi e bomboni, davanti alla chiesa o al cinema o, a porta a porta, la “smorga” (scarto della Mira Lanza) e spesso si faceva pagare con oggetti vecchi, quali chiavi, attrezzi o documenti, che a sua volta scambiava”.

Dove trova questi oggetti? “Da una trentina di anni frequento i mer-

catini di antiquariato. Gli oggetti mi attraggono

molto e il desiderio di possederli e cresciuto con il tempo; per comprarli senza intaccare il bilancio familiare, partecipo a mercatini dell’antiquariato vendendo oggetti e cose trovate nei magazzini, garage e soffi tte delle case di parenti, colleghi e amici”.

Si può dire che questa passione è diven-tata uno stile di vita?

“Certo; ha cambiato la mia vita e il tem-po libero: le domeniche facevo i mercatini di antiquariato girando per il Veneto, e le regioni vicine, alla ricerca di nuove cose e oggetti parti-colari per le mie raccolte. Questo nuovo modo di girare mi ha dato anche l’opportunità di sco-prire, vedere e conoscere altre città e paesi”.

Il collezionismo è una passione associa-tiva?

“Molte persone hanno questa passione ed è bello condividerla: ogni domenica ci sono migliaia di visitatori che frequentano i mercatini

oltre ai venditori, con i quali prima o dopo, ci si ritrova e allora si chiacchiera su questo mondo meraviglioso. Un’altra bella cosa che offre que-sta passione è la concentrazione e l’impegno che ti fanno “staccare la spina”: per qualche tempo ci si isola, i problemi si allontano e si vive solo per la propria passione”.

I suoi oggetti interessano anche gli altri? “Ho partecipato a più di cento mostre: tra

feste paesane o all’interno di ville. Per me le mostre sono tutte belle, perché cerco sempre di accompagnare le mie cose con documenti o libri per illustrare la storia”.

Qualche esempio di oggetti interessanti per le mostre?

“Documenti e libri su Mira e sulla Riviera del Brenta, macchine per scrivere, calcolatrici materiale didattico, gioco oca, fi schietti, domi-no, calamai, carte gioco, compassi, timbri, cuci-trici, pinocchio, la cantina, cavatappi, tappatrici,

caraffe, densimetri, sifoni bar, tutto martini, curiosità; del mondo contadino: gioghi, roncole, chiavi, tenaglie, seghetti, martelli, saldatori; del calzolaio: forme, pinze, martelli, calza scarpe, forme scarpe; dei parrucchieri: rasoi con affi la lamette, usa e getta, lamette, macchinette ta-glia capelli. Pesi e misure, bilance, metri, calibri, compassi, livelle, fi lo piombo, cavalletti genio misura pressione gomme e sangue; tutto per il caffè: macinini, caffettiere, tostatori, libri e docu-menti e tutto sulla Mira Lanza con i 175 anni di storia, cartoline, prodotti, Calimero, documenti e molto altro ancora”.

Sorge spontaneo chiedersi dove tiene tutti questi oggetti.

“Ho due magazzini che tengo molto ordi-nati, sono molto organizzato perché facevo un lavoro che lo richiedeva”.

Per il futuro? “Se il comune di Mira mi mettesse a di-

sposizione degli spazi potrei organizzare delle mostre o delle esposizioni sulle tradizioni locali: di recente ne ho fatta una legata alla biancheria della nonna, in piazza a Mira Porte, prossima-mente ne farò un’altra legata agli antichi “co-stumi” dei neonati”.

“Ho due magazzini dove colloco gli oggetti che raccolgo da oltre trent’anni”

L’intervista A tu per tu con un cultore dell’antiquariato della Riviera del Brenta

Franco Mason, collezionista per passione

Nella foto Franco Mason

Roberta pasqualetto

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9Cultura provinciale

E’ scomparso qualche settimana fa Paolo Morelli, leader degli Alunni Del Sole. La band napoletana è

stata, negli anni Settanta, una delle più importanti a livello nazionale e i suoi successi, “ Concerto “ su tutte, ma anche “E mi manchi tanto“ e “Un’altra poesia“ sono stati colonna sonora di stagioni esti-ve vissute all’insegna del divertimento e del sorriso in un lungomare adriatico di Sottomarina sempre ricco di locali da ballo o di juke-box che si alternavano di notte al suono delle radio che proprio a quelle ore lasciavano spazio ai “ fi li diretti“.

Gli Alunni Del Sole, e quindi Paolo Morelli, non sono collegabili a Chioggia solo per questi motivi: nel 1978 riuscirono a vincere con “ Liù “ il Festival Bar e pro-prio da Chioggia, nell’ambito del “Disco Verde“, riuscirono a muovere i primi passi del loro cammino verso l’Arena di Verona, sede della fi nalissima.

Proprio in You Tube il video di Liù, estrapolato dalla trasmissione televisiva “SuperClassifi ca Show“, è quello girato a piazza Vigo in uno scenario speciale che aveva saputo portare fortuna alla band napoletana che in quella occasione aveva stretto una sorta di gemellaggio con la ra-dio locale per eccellenza di quel periodo, ovvero l’ormai scomparsa “Radio Chioggia Libera “ dei vari Zerlino Varagnolo, Tiziano

Marchesan, Carlo Pagan, Aldo Crivellari e, il sottoscritto, Marco Lanza che, all’epoca dodicenne, veniva chiamato Marco Junior.

Liù fu programmatissima e divenne la colonna sonora dell’estate “sottomari-nante” andando a trionfare, con la regia del padovano Vittorio Salvetti, in fi nale a Verona nella manifestazione relativa alle più ascoltate nei juke-box.

Se ne è andato quindi anche Paolo Morelli, con Aldo Tagliapietra delle Orme, una delle più belle voci della musica ita-liana, però per Chioggia rimane il fascino delle belle immagini di quel video, ora cliccatissimo, con l’imponenza del pon-te di Vigo, quasi a volerci ricordare che Chioggia e Sottomarina sono tra le poche città in Italia a poter abbinare mare e città d’ arte...

”Concerto“ cantavano gli alunni Del Sole, e questa volta non è “Un mare senza te“: è un mare anche abbinato alla cultura.

Sul fi nire degli anni 70 forte fu anche l’ abbinamento sport e orticoltura con I Giochi senza Frontiere e la celeberrima Rosa di Chioggia...

A volte c’è da pensare di dover avere l’imbarazzo della scelta per poter decidere da dove iniziare la ripartenza di Chioggia.

ritorna in auge su Youtube, omaggio a Paolo Morelli

NEl VIDEO DI “lIÙ” DEGlI AlUNNI DEl SOlE, CHIOGGIA DEGlI ANNI SETTANTA

La Fondazione Musei Civici di Venezia (Muve) propone un calendario ricco di ap-puntamenti e mostre per tutto l’autunno.

Il primo novembre ha riaperto Palazzo Moce-nigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Da gennaio 2013 il Palazzo è stato oggetto di un eccezionale intervento conserva-tivo che ha consentito di recuperare non solo i principali elementi architettonici e strutturali, ma anche gli antichi arredi e i mobili, i fastosi affreschi, gli stucchi e i marmorini, i preziosi pavimenti e gli infi ssi. Il nuovo impianto, che oggi coinvolge diciannove sale al piano nobile del palazzo, ripropone le suggestioni di un’abi-tazione nobiliare veneziana del XVIII secolo e l’evolversi delle tendenze della moda, del co-stume e del tessile. Il progetto di riallestimento del museo, supportato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna e dal Comune di Venezia, ha la super-visione scientifi ca del Maestro Pier Luigi Pizzi: architetto, regista, scenografo e costumista di

fama internazionale e si realizza sotto la dire-zione scientifi ca di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e la curate-la di Chiara Squarcina, responsabile del Museo. All’interno del nuovo percorso anche un’inedita proposta museografi ca che riguarda la storia del profumo e delle essenze, affi dato a Mavive Spa, partner principale di questa straordinaria operazione di recupero e valorizzazione della sede museale.

Il fi nale d’anno sarà all’insegna del “Set-tecento”, dopo Palazzo Mocenigo sabato 7 di-cembre si inaugurerà, al Museo del Settecento veneziano di Ca’ Rezzonico, una monografi ca dedicata al raffi nato pittore vedutista Pietro Bel-lotti, fratello di Bellotto e nipote di Canaletto, con cui si darà il via all’iniziativa “Archivi del vedutismo” che proporrà nel tempo appunta-menti dedicati a protagonisti e aspetti poco noti di uno dei generi più amati della pittura del XVIII secolo.

Il 12 dicembre nel museo di Cà Pesaro

aprirà la mostra: “Camera 1953/1964 – Gli anni di Romeo Martinez”. La rivista “Camera”, pubblicata a partire dai primi anni ’20 in Sviz-zera, diventa negli anni ’50 e ‘60 un punto di riferimento internazionale per la fotografi a, grazie all’impegno di Romeo Martinez (1911-1990), che la dirige dal 1953 al 1964. La sua importanza e unicità sono legate soprattutto al ruolo di sostegno e sviluppo della fotografi a eu-

ropea in un periodo in cui industria, pubblicità e moda ricorrono massicciamente all’impiego strategico dell’immagine.

Tra gli altri appuntamenti da non perdere: a palazzo Fortuny Tàpies Lo sguardo dell’arti-sta “A very light art” e “Imbarcazioni da re-gata” a Ca’ Rezzonico fi no al 24 novembre. A Cà Pesaro la mostra: The Sonnabend Collection esposizione prolungata fi no all’8 dicembre. Al

museo Correr e a Cà Pesaro la mostra Vedova Plurimo fi no a fi ne anno e Flora Viale -Fram-menti sacri al Museo del Merletto fi no al 5 gennaio 2014. A Palazzo Ducale la mostra: I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima fi no al 12 gennaio 2014; proseguiranno fi no al 31 gennaio 2014 le mostre: Eraldo Mauro Camera Oscura - Slides e Anna Skibska entram-be al Museo del Vetro di Murano.

Dall’inizio di novembre ha riaperto Palazzo Mocenigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Dicembre invece sarà un omaggio al Settecento con l’inaugurazione a Ca’ rezzonico di una monografi ca dedicata al pittore vedutista Pietro Bellotti

Venezia La Fondazione Muve propone un catalogo ricco di appuntamenti

Autunno di mostre ai Musei civici veneziani

La sala 15, delle cinque di Palazzo Mocenigo dedicate al profumo, evoca il laboratorio dove si producevano le essenze

di Roberta pasqualetto

Celebrazioni di Giuseppe Verdi Una lezione-spettacolo in tour per le scuole superiori

Il 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari del Veneto che con una lezione-spettacolo celebra le

opere e la storia del grande musicista italiano nato 200 anni fa.Giuseppe Verdi non era di origine veneta, ma ha avuto un rap-

porto privilegiato con la nostra regione, in particolare con Venezia e il Teatro La Fenice in cui hanno debuttato alcune delle sue più importanti opere (Rigoletto 1851, La traviata 1853). La lezione spettacolo, rivolta agli studenti e presentata direttamente all’interno delle scuole, offre una valida opportunità didattica complementare e alternativa in quanto, attraverso il linguaggio teatrale, permette la diffusione della poetica musicale e delle correnti artistiche dell’Ot-tocento.

La prima tappa di questo tour verdiano ha coinvolto il Liceo Veronese di Chioggia per poi proseguire all’istituto Marco Belli di Portogruaro, al Sant’Apollinare di Rovigo e in istituti di Conegliano, Verona, Vittorio Veneto, Castelmassa, Monselice, Villafranca di Vero-na, Este e così fi no a dicembre all’interno degli istituti che ne hanno fatto richiesta, per un totale nell’anno 2013 di 60 istituti coinvolti nelle 7 province.

“Viva Verdi! Invito all’opera. Questa non è una musica per vec-chi” intende coinvolgere i nuovi adolescenti nelle vicende umane e artistiche del famoso compositore italiano.

“Ho voluto indagare un po’ nella vita e nelle opere di questo uomo straordinario – spiega Andrea Pennacchi che interpreta la lezione-spettacolo -, a cui sono dedicate piazze e viali in ogni città, le cui “arie” ognuno conosce anche se non ha mai fatto da spettato-re a un’opera lirica (basti pensare a “Va’ Pensiero”, o a “La donna è mobile”), e ne ho approfi ttato per conoscere e far conoscere meglio anche l’Opera Lirica stessa, genere un tempo adorato dalle masse e ora ridotto – tranne che in alcuni casi particolari – a costoso intrattenimento d’élite proprio qui, in Italia, la sua patria d’origine! Il risultato – grazie anche all’aiuto del musicista Giorgio Gobbo – è

stata la scoperta che Verdi e l’Opera sono tutt’altro che “roba per vecchi”, anzi: sono musica per giovani orecchie”.

Questo progetto, promosso da Arteven con il sostegno della Regione Veneto, si inserisce nell’ambito delle proposte didattico-cul-turali indirizzate agli studenti degli Istituti Superiori del Veneto, un appuntamento che ha visto negli anni proporre con grande successo iniziative legate ai Moti del ‘48, al Ruzante, agli scritti del Palmieri, alla poesia del Petrarca, ai luoghi veneti descritti dal Teatro di Sha-kespeare, al duello tra Gozzi e Goldoni, alle architetture di Andrea Palladio, alle scoperte di Galileo Galilei e alla pittura rivoluzionaria del Giorgione, ai 150 anni dell’Unità d’Italia tramite la fi gura di Ippolito Nievo e ai fantastici viaggi in terre esotiche di Salgari.

Invito all’opera con “Viva Verdi!”

La locandina dell’iniziativa

Eugenio Ferrarese

Dallo scorso gennaio Palazzo Mocenigo è stato oggetto di un eccezionale intervento conservativo

Marco Lanza

38 Cultura provinciale383838 Cultura provinciale

Page 41: Chioggia ott2013 n127

Giocatori egiziani (il Maestro internazionalei Shoker Samy, n. 3 nella graduatoria del suo paese), serbi (il maestro internazionale Gojko Laketic), sloveni (il

giovane emergente Zamar Kodelja Jurij), rumeni e albanesi, ma anche alcuni tra i più quotati giocatori italiani giunti oltre che da province venete (Venezia, Padova, Vicenza, Treviso e Belluno) anche dall’Alto Adige, dal Friuli, dall’Emilia, dal Lazio, dall’Abruzzo e dalla Puglia, si sono dati battaglie sulle scacchiere nelle prestigiose sale del Centro Congressi di Sottomarina che dall’11 al 13 ottobre ha ospitato l’ VIII edizione del torneo internazionale week-end Open “Città di Chioggia 2013”, organizzato dal locale Circolo scacchistico Clodiense con il patrocinio della Provincia di Venezia e del Comune di Chioggia.La partecipazione di 81 giocatori com-plessivi dei due tornei - 34 nel torneo A (per giocatori con Elo superiore a 1900) e 47 nel torneo B (per giocatori con Elo inferiore a 1900) - costituisce un record per il torneo interna-zionale di Chioggia e questo conferma l’apprezzamento per questa importante manifestazione scacchistica.

Vincitore del torneo principale è stato MI (maestro in-ternazionale) serbo Laketic, secondo il MI egiziano Shoker e terzo il CM italo albanese Silvan Omeri; nel torneo B al primo posto il veneziano Gabriele Ballarin, secondo il trevi-giano Simone Filippi e terzo il ferrarese Roberto Solinas. Per i giocatori di Chioggia solo un premio per Paolo Ranzato, nel torneo B, classificatosi primo tra gli “over 60”. La direzione del torneo era stata affidata all’esperto arbitro internazionale Renzo Renier di Cavarzere coadiuvato dall’arbitro chioggiotto Giovanni Minei. Agli ospiti non giocatori è stata anche offerta domenica 14 ottobre una visita guidata al centro storico di Chioggia, e in particolare alla famosa Torre dell’orologio di Sant’Andrea, con la collaborazione dell’associazione cultura-le La Bricola. I partecipanti alla manifestazione internaziona-le hanno espresso lodevoli giudizi per l’organizzazione curata dal circolo Clodiense, da quest’anno presieduto da Massimo Aprile, ed il pregiato materiale di gioco, costituito da posta-zioni con scacchiere e pezzi in legno, così come raramente avviene nei tornei organizzati in altre

città.Il Circolo Scacchistico Clodiense sta ora ipotizzando an-

che la realizzazione di un torneo settimanale internazionale da tenersi nel corso dell’estate 2014 e, in collaborazione con il Circolo scacchistico di Padova, l’organizzazione del Campionato Regionale assoluto in programma alla Corte be-nedettina di Correzzola nei giorni 9, 10 e 11 maggio 2014.

Nel corso dell’estate 2013 i giocatori del Circolo Clodien-se sono intervenuti in vari tornei nazionali ed internazionali. A Forni di Sopra (Udine) nel mese di giugno il giovane dicias-settenne maestro Federico Boscolo è riuscito a conquistare la “Seconda norma” di Maestro Internazionale grazie ad alcune prestigiose vittorie con il Gm Moskalenko e l’ex cam-pione italiano Im Fabio Bruno. Federico nel mese di luglio ha disputato giocato anche il torneo di Parigi, successivamente i tornei di Civitanova Marche e in agosto il campionato italiano a Porto San Giorgio. Un altro giovane giocatore, Lorenzo Lo-dici, si è distinto nel campionato riservato ai Candidati maestri

sempre a Civitanova e in quello Under 14 di Courmayeur. Ad alcuni di questi tornei erano presenti anche Martino Aprile, Vanni Cecchetto, Giorgio Piva (bella vittoria con Im Alessan-dro Bonafede), Amleto Penzo e Ampelio Boscolo (torneo di Ortisei), Leonildo Mosca (al torneo di Andorra ha vinto il Mf francese Yannick Berthelot); i giovani Andrea Gebbin e Francesco Voltolina hanno conquistato la Terza Categoria Nazionale al torneo di Civitanova. L’attività scacchistica estiva si è infine conclusa con l’ormai tradizionale torneo lampo or-ganizzato al Point Break di Sottomarina lunedì 2 settembre 2013 vinto quest’anno da Max Boscolo, che ha preceduto Leonildo Mosca e Davide Bellemo. Massimo Aprile, presiden-te del Circolo Scacchistico Clodiense, fa ora anche parte del Comitato regionale veneto della Federazione scacchistica italiana (Fsi) per il quadriennio 2013 – 2016 e nello stesso comitato regionale vi è un altro chioggiotto, Paolo Ranzato, quale rappresentante dei giocatori. Le attività del Circolo Clo-diense sono on line su www.webalice.it/ampeliobos/

di Eugenio Ferrarese

Battaglie internazionali sullo scacchiere

Scacchi L’ottava edizione del torneo internazionale Open “Città di Chioggia”

LO SPOrt in PrIMO PIANOin PrIMO PIANO39393939

Lo Sci Club Mestre è attivo da oltre 40 anni e svolge attività agonistica e promozionale degli sport inverna-

li sotto la guida attenta del presidente Pierpaolo Pecere Il corso di sci per prin-cipianti ha ben 120 alunni; ovviamente non mancano i corsi e gli allenamenti per i cuccioli, gli allievi, i ragazzi, gli juniores, i veterani e i master.

Durante tutta la stagione gli atleti partecipano a gare Provinciali, Regionali, Nazionali e Internazionali con risultati degni di nota. Durante i week end gli allenamenti della squadra Giovanile, dei Cuccioli, degli Allievi e dei Senior si tengono nel ghiacciaio a Solden in Au-stria. Il gruppo dei Master è capitanato da Giorgio Boato (campione Regionale e atleta di oltre 1.300 gare) tra gli allievi la punta di diamante è Alessandro Chiu-so; degni di nota anche gli atleti: Angi, Bettini, Bossato, De Batista mentre tra i Senior: Manfrin, Pizzighello, Rigon e Dal

Ferro; tutti si allenano nei week end in Austria (Hintertux). La preparazione at-letica si fa due volte la settimana nella palestra di via Cappuccina a Mestre. “Nel gennaio 2013 ho vinto il campionato Regionale ad Auronzo – dice il vice presi-dente Giorgio Boato – poi ci siamo classi-ficati assieme agli ex campioni olimpici al trofeo Nazionale collocandoci settimi su 34 Società partecipanti alla finalissima. Per quanto riguarda il gruppo femminile ci sono le Dame (over 30) molto brave e sette ragazze nel gruppo Allievi . “Da anni stiamo puntando al gruppo di Giova-nissimi, dai cuccioli agli juniores, con ot-timi risultati – conclude Boato – si sono classificati al Trofeo Nazionale Topolino; la società punta ai giovani ma abbiamo una validissima squadra di Master”. Insomma è stata davvero una bella sta-gione. Per maggiori informazioni si può visitare il sito web: www.sciclubmestre.it

Sport invernaliscII club mestre, rIsultatI da rIcordare

R.P.

9Cultura provinciale

E’ scomparso qualche settimana fa Paolo Morelli, leader degli Alunni Del Sole. La band napoletana è

stata, negli anni Settanta, una delle più importanti a livello nazionale e i suoi successi, “ Concerto “ su tutte, ma anche “E mi manchi tanto“ e “Un’altra poesia“ sono stati colonna sonora di stagioni esti-ve vissute all’insegna del divertimento e del sorriso in un lungomare adriatico di Sottomarina sempre ricco di locali da ballo o di juke-box che si alternavano di notte al suono delle radio che proprio a quelle ore lasciavano spazio ai “ fi li diretti“.

Gli Alunni Del Sole, e quindi Paolo Morelli, non sono collegabili a Chioggia solo per questi motivi: nel 1978 riuscirono a vincere con “ Liù “ il Festival Bar e pro-prio da Chioggia, nell’ambito del “Disco Verde“, riuscirono a muovere i primi passi del loro cammino verso l’Arena di Verona, sede della fi nalissima.

Proprio in You Tube il video di Liù, estrapolato dalla trasmissione televisiva “SuperClassifi ca Show“, è quello girato a piazza Vigo in uno scenario speciale che aveva saputo portare fortuna alla band napoletana che in quella occasione aveva stretto una sorta di gemellaggio con la ra-dio locale per eccellenza di quel periodo, ovvero l’ormai scomparsa “Radio Chioggia Libera “ dei vari Zerlino Varagnolo, Tiziano

Marchesan, Carlo Pagan, Aldo Crivellari e, il sottoscritto, Marco Lanza che, all’epoca dodicenne, veniva chiamato Marco Junior.

Liù fu programmatissima e divenne la colonna sonora dell’estate “sottomari-nante” andando a trionfare, con la regia del padovano Vittorio Salvetti, in fi nale a Verona nella manifestazione relativa alle più ascoltate nei juke-box.

Se ne è andato quindi anche Paolo Morelli, con Aldo Tagliapietra delle Orme, una delle più belle voci della musica ita-liana, però per Chioggia rimane il fascino delle belle immagini di quel video, ora cliccatissimo, con l’imponenza del pon-te di Vigo, quasi a volerci ricordare che Chioggia e Sottomarina sono tra le poche città in Italia a poter abbinare mare e città d’ arte...

”Concerto“ cantavano gli alunni Del Sole, e questa volta non è “Un mare senza te“: è un mare anche abbinato alla cultura.

Sul fi nire degli anni 70 forte fu anche l’ abbinamento sport e orticoltura con I Giochi senza Frontiere e la celeberrima Rosa di Chioggia...

A volte c’è da pensare di dover avere l’imbarazzo della scelta per poter decidere da dove iniziare la ripartenza di Chioggia.

ritorna in auge su Youtube, omaggio a Paolo Morelli

NEl VIDEO DI “lIÙ” DEGlI AlUNNI DEl SOlE, CHIOGGIA DEGlI ANNI SETTANTA

La Fondazione Musei Civici di Venezia (Muve) propone un calendario ricco di ap-puntamenti e mostre per tutto l’autunno.

Il primo novembre ha riaperto Palazzo Moce-nigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Da gennaio 2013 il Palazzo è stato oggetto di un eccezionale intervento conserva-tivo che ha consentito di recuperare non solo i principali elementi architettonici e strutturali, ma anche gli antichi arredi e i mobili, i fastosi affreschi, gli stucchi e i marmorini, i preziosi pavimenti e gli infi ssi. Il nuovo impianto, che oggi coinvolge diciannove sale al piano nobile del palazzo, ripropone le suggestioni di un’abi-tazione nobiliare veneziana del XVIII secolo e l’evolversi delle tendenze della moda, del co-stume e del tessile. Il progetto di riallestimento del museo, supportato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna e dal Comune di Venezia, ha la super-visione scientifi ca del Maestro Pier Luigi Pizzi: architetto, regista, scenografo e costumista di

fama internazionale e si realizza sotto la dire-zione scientifi ca di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e la curate-la di Chiara Squarcina, responsabile del Museo. All’interno del nuovo percorso anche un’inedita proposta museografi ca che riguarda la storia del profumo e delle essenze, affi dato a Mavive Spa, partner principale di questa straordinaria operazione di recupero e valorizzazione della sede museale.

Il fi nale d’anno sarà all’insegna del “Set-tecento”, dopo Palazzo Mocenigo sabato 7 di-cembre si inaugurerà, al Museo del Settecento veneziano di Ca’ Rezzonico, una monografi ca dedicata al raffi nato pittore vedutista Pietro Bel-lotti, fratello di Bellotto e nipote di Canaletto, con cui si darà il via all’iniziativa “Archivi del vedutismo” che proporrà nel tempo appunta-menti dedicati a protagonisti e aspetti poco noti di uno dei generi più amati della pittura del XVIII secolo.

Il 12 dicembre nel museo di Cà Pesaro

aprirà la mostra: “Camera 1953/1964 – Gli anni di Romeo Martinez”. La rivista “Camera”, pubblicata a partire dai primi anni ’20 in Sviz-zera, diventa negli anni ’50 e ‘60 un punto di riferimento internazionale per la fotografi a, grazie all’impegno di Romeo Martinez (1911-1990), che la dirige dal 1953 al 1964. La sua importanza e unicità sono legate soprattutto al ruolo di sostegno e sviluppo della fotografi a eu-

ropea in un periodo in cui industria, pubblicità e moda ricorrono massicciamente all’impiego strategico dell’immagine.

Tra gli altri appuntamenti da non perdere: a palazzo Fortuny Tàpies Lo sguardo dell’arti-sta “A very light art” e “Imbarcazioni da re-gata” a Ca’ Rezzonico fi no al 24 novembre. A Cà Pesaro la mostra: The Sonnabend Collection esposizione prolungata fi no all’8 dicembre. Al

museo Correr e a Cà Pesaro la mostra Vedova Plurimo fi no a fi ne anno e Flora Viale -Fram-menti sacri al Museo del Merletto fi no al 5 gennaio 2014. A Palazzo Ducale la mostra: I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima fi no al 12 gennaio 2014; proseguiranno fi no al 31 gennaio 2014 le mostre: Eraldo Mauro Camera Oscura - Slides e Anna Skibska entram-be al Museo del Vetro di Murano.

Dall’inizio di novembre ha riaperto Palazzo Mocenigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Dicembre invece sarà un omaggio al Settecento con l’inaugurazione a Ca’ rezzonico di una monografi ca dedicata al pittore vedutista Pietro Bellotti

Venezia La Fondazione Muve propone un catalogo ricco di appuntamenti

Autunno di mostre ai Musei civici veneziani

La sala 15, delle cinque di Palazzo Mocenigo dedicate al profumo, evoca il laboratorio dove si producevano le essenze

di Roberta pasqualetto

Celebrazioni di Giuseppe Verdi Una lezione-spettacolo in tour per le scuole superiori

Il 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari del Veneto che con una lezione-spettacolo celebra le

opere e la storia del grande musicista italiano nato 200 anni fa.Giuseppe Verdi non era di origine veneta, ma ha avuto un rap-

porto privilegiato con la nostra regione, in particolare con Venezia e il Teatro La Fenice in cui hanno debuttato alcune delle sue più importanti opere (Rigoletto 1851, La traviata 1853). La lezione spettacolo, rivolta agli studenti e presentata direttamente all’interno delle scuole, offre una valida opportunità didattica complementare e alternativa in quanto, attraverso il linguaggio teatrale, permette la diffusione della poetica musicale e delle correnti artistiche dell’Ot-tocento.

La prima tappa di questo tour verdiano ha coinvolto il Liceo Veronese di Chioggia per poi proseguire all’istituto Marco Belli di Portogruaro, al Sant’Apollinare di Rovigo e in istituti di Conegliano, Verona, Vittorio Veneto, Castelmassa, Monselice, Villafranca di Vero-na, Este e così fi no a dicembre all’interno degli istituti che ne hanno fatto richiesta, per un totale nell’anno 2013 di 60 istituti coinvolti nelle 7 province.

“Viva Verdi! Invito all’opera. Questa non è una musica per vec-chi” intende coinvolgere i nuovi adolescenti nelle vicende umane e artistiche del famoso compositore italiano.

“Ho voluto indagare un po’ nella vita e nelle opere di questo uomo straordinario – spiega Andrea Pennacchi che interpreta la lezione-spettacolo -, a cui sono dedicate piazze e viali in ogni città, le cui “arie” ognuno conosce anche se non ha mai fatto da spettato-re a un’opera lirica (basti pensare a “Va’ Pensiero”, o a “La donna è mobile”), e ne ho approfi ttato per conoscere e far conoscere meglio anche l’Opera Lirica stessa, genere un tempo adorato dalle masse e ora ridotto – tranne che in alcuni casi particolari – a costoso intrattenimento d’élite proprio qui, in Italia, la sua patria d’origine! Il risultato – grazie anche all’aiuto del musicista Giorgio Gobbo – è

stata la scoperta che Verdi e l’Opera sono tutt’altro che “roba per vecchi”, anzi: sono musica per giovani orecchie”.

Questo progetto, promosso da Arteven con il sostegno della Regione Veneto, si inserisce nell’ambito delle proposte didattico-cul-turali indirizzate agli studenti degli Istituti Superiori del Veneto, un appuntamento che ha visto negli anni proporre con grande successo iniziative legate ai Moti del ‘48, al Ruzante, agli scritti del Palmieri, alla poesia del Petrarca, ai luoghi veneti descritti dal Teatro di Sha-kespeare, al duello tra Gozzi e Goldoni, alle architetture di Andrea Palladio, alle scoperte di Galileo Galilei e alla pittura rivoluzionaria del Giorgione, ai 150 anni dell’Unità d’Italia tramite la fi gura di Ippolito Nievo e ai fantastici viaggi in terre esotiche di Salgari.

Invito all’opera con “Viva Verdi!”

La locandina dell’iniziativa

Eugenio Ferrarese

Dallo scorso gennaio Palazzo Mocenigo è stato oggetto di un eccezionale intervento conservativo

Marco Lanza

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IL VENEtOin PrIMO PIANO1Il Veneto in primo piano

La politica approda sui social network e ne fa ampio uso per veicolare idee, notizie, spunti di rifl essione. I politici si servono della rete per dare il via a dibattiti, per risponde-

re a sollecitazioni o provocazioni. In molti sono convinti che internet in generale e, nello specifi co, i social network siano in grado di migliorare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni politiche. Si ricorre copiosamente alle reti sociali online per divulgare materiale informativo, promuovere forme di mobili-tazione politica e partecipazione, consultando o coinvolgendo direttamente i cittadini in merito a questioni di dominio pub-blico, infi ne si mettono a disposizione nella rete informazioni che un tempo erano accessibili ai soli addetti ai lavori. E così si moltiplicano le informazioni.

Del resto, i guru della comunica-zione sostengono da tempo che il pre-sente vive sulla galassia digitale e che ormai per “esistere” è indispensabile approdare in questa dimensione. Le community virtuali sono un fenome-no sociale di massa che consentono di tessere quotidianamente fi ttissime reti comunicative. Contatti che posso-no offrire anche alla politica vantaggi enormi. La comunicazione politica nel cyberspace è economica, veloce, illimi-tata, multimediale, interattiva: in una parola effi cace.

Negli Usa Obama, in occasione della prima campagna elettorale da candidato alla Casa Bianca, riuscì, utilizzando in modo abile il mezzo, a dimostrare le grandi – e ancora poco esplorate - potenzialità che i social network potevano avere anche in politica. Dimostrò come la rete fosse un mezzo ideale per mobilitare i propri sostenitori ed ampliarne il numero, per raccogliere fondi e captare larghe fasce di elettori, aumen-tando con la maggiore visibilità anche l’incisività della propria azione.

In Italia il Movimento 5 stelle è fi glio della rete, con la sua attività di mobilitazione e reclutamento è arrivato a ottenere un ampio consenso elettorale fi no ad approdare in Parlamento.

Ma quanto sono social i politici nazionali e locali nel no-stro Paese? Quanti si confrontano con i cittadini attraverso Twitter o Facebook e, soprattutto, vengono utilizzati in modo appropriato questi strumenti, con una strategia consapevole e un esito sempre favorevole e costruttivo?

Infi ne, è suffi ciente trasferire modelli comunicativi e

organizzativi dal mondo reale a quello virtuale per dirimere quel rapporto confl ittuale e diffi dente che i cittadini hanno manifestato, in modo crescente negli ultimi anni, con la poli-tica e la classe dirigente del Paese?

La politica 2.0: potenzialità, rischi e opportunità. Con Vincenzo Romania, ricercatore presso l’Università di Padova e docente della Sociologia della Comunicazione e Sociologia dei Processi Culturali, abbiamo approfondito il tema.

Come si adatta la politica ai social network?“I social network sono uno strumento accessibile, co-

nosciuto, un fenomeno di massa e per questo adatto anche per la comunicazione politica. In Italia Facebook è diffuso tra più della metà della popolazione. E’ evidente che rappresenta un grande potenziale anche a livello di utilizzo politico.

I social network hanno il vantag-gio di essere uno strumento econo-mico e di favorire una comunicazione diretta con i cittadini, che vengono inoltre sollecitati ad interagire con il proprio interlocutore. Questo modello di comunicazione alimenta un’idea di trasparenza del politico e di coinvolgi-

mento dei cittadini, utile ad aumenta-re il consenso e la partecipazione. La rete, come mezzo per poter offrire a tutti la possibilità di prendere la parola e intervenire, rappresenta un modello di democrazia diretta. Naturalmente

con i rischi che la democrazia diretta può comportare. Per questo è un modello di comunicazione che va moderato e or-ganizzato, affi nché non diventi uno strumento incontrollato, espressione di eccessi e intolleranza”.

I social network possono essere dunque utili a ricuci-re lo strappo e colmare la distanza tra cittadini e politici?

“Sì, la rete offre la possibilità di fare politica in modo innovativo. I social network sono frequentati per lo più da pubblici di giovani e acculturati: due bacini interessanti da cui attingere consenso e a cui sollecitare partecipazione.

In Italia il Movimento 5 stelle è un esempio signifi cativo: con un modello diverso dal partito politico tradizionale, avva-lendosi, più che di uno staff di politici, di fi gure professionali specializzate nella comunicazione on line ha dimostrato che si può fondare un partito e creare un seguito semplicemente passando per la rete e per i social network.

I vantaggi dei movimenti che nascono e vivono nella rete e grazie alla rete sono rilevanti anche sul piano pratico:

l’economicità di una struttura “leggera” che si muove su in-ternet rispetto ai costi e alla complessità dell’organizzazione dei vecchi partiti; la snellezza e la velocità della comunicazio-ne politica e il coinvolgimento diretto dei nuovi “militanti”. Con la marginalizzazione della fi gura dei militanti nei partiti tradizionali e la perdita di coinvolgimento degli elettori proprio il cyberspace può aprire nuovi canali di riavvicinamento dei cittadini alla politica”.

I social network sono uno strumento adeguato a co-municare contenuti, spesso complessi e impegnativi che magari meritano approfondimento e rifl essione?

“Fra i vantaggi di questo tipo di comunicazione vi è l’accesso veloce, diretto e condiviso al dibattito, quindi un’ampia partecipazione in tempo reale. E’ indubbio che un abile comu-nicatore abbia più appeal utilizzando formule accattivanti, slogan che sap-piano colpire e catturare consensi. Ma ricordiamo che i social network sono solo uno strumento, limitato se si vuole approfondire un dibattito e a rischio di superfi cialità ma la questio-ne dei contenuti ed il processo di ba-nalizzazione di essi è un fenomeno in atto anche nei media più tradizionali come ad esempio la televisione. Non si vogliono approfondire le questio-ni, si semplifi ca e si ricorre a slogan populisti per allargare il consenso. La banalizzazione è un fenomeno che riguarda i contenuti della politica e non gli strumenti con cui vengono comunicati”.

I social network consentono ai politici di bypassare il “fi ltro” della stampa: è una dinamica corretta di in-formazione?

“Una volta esistevano i comunicati stampa, adesso le comunicazioni vengono fatte tramite la rete e i social net-work che veicolano direttamente ai destinatari le notizie. La pubblicabilità diretta delle notizie ha il vantaggio di superare la “censura” e di avere una più ampia sfera di divulgazione, mentre negli ultimi anni si registra un sempre più ridotto uti-lizzo del consumo di stampa, soprattutto cartacea. Vi sono tuttavia anche dei limiti. In primo luogo ci si affi da alle ca-pacità comunicative del singolo politico e del suo staff che può utilizzare con “furbizia” il mezzo ma deve farlo in modo giusto e corretto. Il rischio è appunto di creare allarmismo o false aspettative. Cambia il sistema di verifi care le notizie pubblicate sui social network e anche il modo di interpretar-

le”.Non tutti i politici sono in grado di gestire i social

network in modo adeguato. Non sono mancati anche da noi gli “scivoloni” e le cadute di stile.

“E’ necessaria una regolamentazione attenta dei lin-guaggi dei politici, che devono essere consoni e adatti. L’uso dei social network da parte della politica e di politici porta ad una forte personalizzazione sulla scena della comunicazione. Questo processo consente ampia visibilità ma, contestual-mente, anche un grosso rischio: è suffi ciente un contenuto sbagliato, un’uscita “stonata” per mettere a rischio la propria

reputazione. Del resto non è neanche questo un fenomeno esclusivo dei social network, ma esiste anche per altri tipi di media. Quante volte nella stampa vengono smentite dichiarazio-ni rilasciate inopinatamente?

E’ vero che c’è da parte dei nostri politici ancora una certa impreparazio-ne ad utilizzare in modo giusto i social network ma è anche vero che c’è chi invece ha sviluppato una notevole abi-lità nel manovrare questo strumento in modo “furbo”.

E così non tutte le uscite “infeli-ci”, sono tali: talvolta sono costruite ad arte per catalizzare l’attenzione su di sé, talvolta sono suffi cienti poche parole provocatorie per ottenere in breve tempo quella visibilità che può

aprire le porte giuste per fare, tramite i social network, rapi-damente carriera”.

Infi ne, concludendo?“Concludendo i social network sono un interessante

strumento di comunicazione che come tale va considerato. Sta a chi lo usa farlo in modo appropriato e costruttivo, come per tutti i media e gli strumenti di comunicazione. E’ vero che anche in politica può essere uno strumento per veicolare idee, stimolare interessi e raggiungere un pubblico sconfi nato e anagrafi camente molto ampio, arrivando fi no ai giova-nissimi, ma da solo non basta a risolvere il problema della disaffezione alla politica, della banalizzazione dei contenuti, della scarsa partecipazione. Sui social network si può lanciare un tema di dibattito, si possono confezionare offerte diversi-fi cate, tali da soddisfare un pubblico più ampio, si possono costruire reti di contatti, ma se non segue poi un incontro pubblico, una mobilitazione e impegno reali nell’attività poli-tica, tutto rimane nella rete, virtuale”.

di Ornella Jovane

Alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi canali per riallacciare i contatti con i cittadini, amministratori e politici twittano e dialogano con gli “amici” di Facebook

La politica, internet e i social network

2.0, la politica nella rete

Non tutti i politici sanno gestire in modo appropriato questo dirompente strumento

Il dialogo diretto con i cittadini alimenta un’immagine di trasparenza del politico

Vincenzo Romania, insegna all’Università

di Padova

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16 Cultura veneta

Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini

Il Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fi no al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma

la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perenne-mente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la no-stra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impos-sibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti ar-cheologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sa-rah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialo-gando con il tessuto e la storia di un edifi cio. La perce-zione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifi ci di grandi dimen-

sioni. A livello tecnico tutto parte dalla defi nizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che de-signa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e soli-da) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifi co dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune ap-parentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Il laboratorio di Sze

Il motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchet-

ti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costi-tuiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contempora-nea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di

fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si rias-sume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimen-ti che stavano conducendo. Il dialogo ha modifi cato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce.

Fino al 24 novembre in tre sedi veneziane

UNO STRESS DI VETRO

Al.Ch. Al.Ch.

Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana

Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio

che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla fi gura e sul volto uma-no. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Nove-cento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei mag-giori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fi no allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natu-ra, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Ca-naletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina

tocca la Scandinavia, l’Est Europa fi no all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fi no alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografi a alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet ro-vescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fi no alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fi no ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresenta-te per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affi dabile.

di Alain Chivilò

Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio

Un posto al sole per il paesaggio

15Voci da palazzo

“In tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro con-cludendo 61 interventi per la sicu-

rezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espan-sione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispetti-vamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo.

“Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infi ltrazioni mafi ose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovreb-be ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Im-pressionante poi – rimarcano i due espo-nenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espan-sione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tol-lerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che no-nostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontifi care su chi sta seguendo l’iter per le grandi ope-re – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.

Federico Caner e Nicola Finco“a cIacoe I Xe bonI tutI…”

L’opinioneL’opinione

Novembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché

la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ri-tenuti fondamentali per evitare che i fi umi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fi umi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centro-meridionale. Due fi umi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fi ne dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e tratte-nevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementifi cazione ha creato le con-dizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi diffi coltà per il loro smaltimento. Defl usso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda-letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo d’Este, il secondo a Caldogno sul tor-rente Timonchio in modo da mettere in sicurezza i comuni lungo l’asta del Bacchiglione, quali Vicenza, Veggia-no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. Di che si tratta? Della realizzazione di due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei rispettivi fi umi. Il Commissario delegato dal Presidente del Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, fi nanziò i primi

lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano

i tempi, in realtà i lavori non sono anco-ra fi niti. Entro fi ne anno i bacini dovreb-bero essere pronti ma intanto novembre è già qui e la paura dei fi umi in piena ritorna. Anche il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto,

Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre

anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeo-logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune opere molto importanti come la realizzazione degli invasi di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante sia-no fi nanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econo-miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”.

di Fortunato Marinata

Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto

Novembre, torna la paura delle alluvioniI bacini di laminazione di trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fi brillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini

“Da amministratore pubblico mi sono sempre battuto per la difesa del ter-ritorio, sia da Sindaco e consigliere

di Caldogno, sia da assessore provinciale beri-co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’e-secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta ad una mia interrogazione che vuole essere costruttiva, è semplicemente personalistico e strumentale! Dobbiamo dare risposte concre-te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco sbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo-

sizione, ma strumento costruttivo per sollevare temi fi nalizzati al bene comune. Il tono della mia domanda sulla situazione degli invasi che sono previsti nel Vicentino era proprio quello di fare il punto seriamente sulla situazione - precisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la Giunta per far procedere le cose, come il padre fa con il fi glio impegnato negli studi. Pertanto la trasparenza richiesta non riguarda l’agire del-la Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto

molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elen-co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo scopo è l’obiettivo fi nale, la sicurezza idraulica. Apprezzo

la tempistica effi ciente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fi ne di realiz-zare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una diffi cile opera di concertazione fi nalizza-ta alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.

“QualI cIaccole? nel vIcentIno non sI vede un cantIere”Costantino Toniolo (pdl)

L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense

Federico Caner e Nicola Finco

Costantino Toniolo

toniolo: “Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”

42 Voci da palazzo424242 Voci da palazzo

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Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini

Il Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fi no al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma

la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perenne-mente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la no-stra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impos-sibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti ar-cheologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sa-rah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialo-gando con il tessuto e la storia di un edifi cio. La perce-zione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifi ci di grandi dimen-

sioni. A livello tecnico tutto parte dalla defi nizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che de-signa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e soli-da) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifi co dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune ap-parentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Il laboratorio di Sze

Il motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchet-

ti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costi-tuiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contempora-nea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di

fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si rias-sume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimen-ti che stavano conducendo. Il dialogo ha modifi cato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce.

Fino al 24 novembre in tre sedi veneziane

UNO STRESS DI VETRO

Al.Ch. Al.Ch.

Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana

Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio

che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla fi gura e sul volto uma-no. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Nove-cento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei mag-giori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fi no allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natu-ra, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Ca-naletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina

tocca la Scandinavia, l’Est Europa fi no all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fi no alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografi a alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet ro-vescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fi no alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fi no ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresenta-te per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affi dabile.

di Alain Chivilò

Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio

Un posto al sole per il paesaggio

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18 Cultura veneta

Gli spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Do-

gana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fi no al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra de-dicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla pro-duzione scultorea dell’artista. Quarantacin-que opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di

bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori.

Invece le opere di Emilio Vedova rac-colgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimo-nianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffi ti, combustioni, stampe, corde, carte sono uni-ti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvol-gimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.

di Alain Chivilò

Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano

Arte a Venezia Due eventi espositivi fi no al 24 novembre

Vedova/Lichtenstein: coppia vincente

Il futuro è virtuale. Detto così sembre-rebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato

con pessimismo, virtuale, potrebbe anche signifi care inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e vir-tuale, nella fattispecie, va inteso come tec-nologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che proba-bilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografi che ad altissima qualità fi nalizzate alla rappre-sentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissi-ma, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, riper-correndo la storia e l’evoluzione iconografi ca del simbolo per antonomasia dell’antica Se-renissima. L’intervento è realizzato nell’am-bito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimo-nio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, fi nanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

neWs

l’assessore Sernagiotto“dal governo almeno 18 mIlIonI al socIale”

A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione

44 Cultura veneta444444 Cultura veneta

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18 Cultura veneta

Gli spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Do-

gana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fi no al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra de-dicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla pro-duzione scultorea dell’artista. Quarantacin-que opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di

bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori.

Invece le opere di Emilio Vedova rac-colgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimo-nianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffi ti, combustioni, stampe, corde, carte sono uni-ti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvol-gimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.

di Alain Chivilò

Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano

Arte a Venezia Due eventi espositivi fi no al 24 novembre

Vedova/Lichtenstein: coppia vincente

Il futuro è virtuale. Detto così sembre-rebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato

con pessimismo, virtuale, potrebbe anche signifi care inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e vir-tuale, nella fattispecie, va inteso come tec-nologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che proba-bilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografi che ad altissima qualità fi nalizzate alla rappre-sentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissi-ma, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, riper-correndo la storia e l’evoluzione iconografi ca del simbolo per antonomasia dell’antica Se-renissima. L’intervento è realizzato nell’am-bito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimo-nio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, fi nanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

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l’assessore Sernagiotto“dal governo almeno 18 mIlIonI al socIale”

A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione

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di Chioggia

www.lapiazzaweb.itwww.lapiazzaweb.itPeriodico d’informazione locale. Anno XX n.127 - Ottobre 2013 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

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continua a pag. 16-18-20

Sì, viaggiare

Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale

telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografica ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo almanacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale.

Umbria: nel magico mondo di Barbanera

Con il freddo arrivano i “mali di stagione”

Salute

pag. 24

Il giardino d’autunno. Japelli e l’Ottocento

Luoghi da scoprire

pag. 14

Lino Dinetto, pittura che diventa bellezza

Intervista

pagg. 10-11-12

Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

alle pagg. 5-6

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico

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della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coinci-denze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolida-ti – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei fl ussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-prattutto i pendolari, riguarda l’incremento delle corse possibile anche grazie ad un parco convogli che comprenderà 20 nuovi complessi Stadler, 9 nuovi convogli Vivalto, 14 nuove carrozze doppio piano e il re-vamping di 316 vetture Trenitalia a Media Distanza.

della mobilità del Veneto Renato Chisso- fornendo più treni e più capienti, con

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Sulla carta sembra la soluzione de-fi nitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-to sempre in itinere della metropolitana di superfi cie, che fi no ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i citta-dini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà uffi cialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un inge-gnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato preve-de dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni dieci minuti. Se così sarà la rete ferroviaria complessivamente verrà rafforzata, tanto che, promettono dalla Regione, nessun passeggero trascorrerà più di un’ora senza un treno per la sua destinazione.

“L’obiettivo è migliorare il servizio, - spiega l’assessore regionale alle politiche

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblicoDa dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

di Germana Urbani

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In questo modo sarà possibile transitare da un regionale veloce (che ferma solo nelle stazioni principali) a un regionale lento (che ferma ovunque) e lungo direttrici dove oggi il servizio è non solo spezzettato ma non esistono coincidenze (Conegliano – Treviso – Vicenza, per esempio). Questo peraltro elimina le interferenze oggi esistenti fra tratte non elettrifi cate e tratte non elettri-fi cate, che sono più razionalmente servite da convogli a trazione dedicata a fronte di interferenza quando il transito è misto.

Con questi cambiamenti epocali è lecito dire che la mobilità veneta si adegua agli standard europei e non è facile per una Re-gione che ha un sistema di mobilità non a raggiera, ma diffuso da e verso città che si collocano appunto in un contesto policentri-co e metropolitano, dove l’attuale servizio

fi no ad oggi non è riuscito a dare le risposte che chiedevano i viaggiatori e soprattutto i pendolari.

“Per tutti noi – ribadisce Renato Chisso – in primo luogo Regione ma anche Trenita-lia, il cadenzamento è una scommessa, nel-la quale crediamo, che abbiamo deciso di accettare e che vogliamo vincere. Siamo di fronte ad una nuova fi losofi a della mobilità pubblica – continua l’assessore regionale – che non coinvolgerà solo il treno ma anche il trasporto su gomma, all’interno di un si-stema integrato al cui centro ci sono non gli aggiustamenti di un sistema ereditato dal passato, ma le esigenze e le richieste degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti e la necessità di dare le migliori risposte possibili in un quadro di compatibi-lità economica”.

>> Tutti di corsa per non perdere la coincidenza

della mobilità del Veneto Renato Chisso- fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coinci-denze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolida-ti – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei flussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-

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Sulla carta sembra la soluzione de-finitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-all’orizzonte, rincorso a lungo con il progetto sempre in itinere della metropolitana di superficie, che fino ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i citta-dini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà ufficialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un inge-gnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato preve-de dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni

I nuovi orari dei treni che I nuovi orari dei treni che I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblicorivoluzionano il trasporto pubblicorivoluzionano il trasporto pubblicoDa dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

di Germana Urbani

segue dalla pagina precedente

L’unico neo che si può ravvisare po-trebbe essere colto nella necessità di fare diversi cambi per un unico viaggio. Ma, considerando che il modello è la metropo-litana delle grandi città, i veneti nell’usare il treno dovranno ricordare come per spo-starsi a Parigi da un posto all’altro occorra scendere anche più volte da un convoglio e prenderne un altro.

Il nuovo orario prevede, infatti, che i di-versi convogli siano tra loro “sincronizzati”.

In questo modo sarà possibile transitare da

La Regione ha già acquistato venti nuovi treni svizzeri e ne comprerà altri nove

Renato Chisso

AttualitàAttualità66

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I 152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali previsti tra le misure dell’ul-tima legge di Stabilità preoccupano

non poco Mauro Moretti (nella foto)amministratore delegato di Trenitalia, in-tervenuto ad un convegno veneto proprio sul tema dei trasporti. “Se le cose restano così - ha commentato – non mi resta che stilare una relazione sui servizi che non si possono più fare”. Occorre, dunque, una programmazione oculata e un concorso maggiore dei cittadini nelle spese per il servizio.“Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha affermato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti”. Secon-do l’ad di Trenitalia, per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare “quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di tra-sporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infra-strutture? Voglio dire questo perché altri-menti non sta in piedi niente, altrimenti

non ci salviamo”. E per risolvere o almeno arginare il problema del sovraffollamento dei treni non vi è altra via che stanziare “più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima effi cienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfi lacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tem-po per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine”.

Le prioritàUNA BUONA POLITICA DEI TRASPORTI SU ROTAIA VA FINANZIATA BENE

Pendolari sul piede di guerra e una rac-colta fi rme che ha già superato quota 25.000 e serve per spingere la Regio-

ne Veneto a riconsiderare la decisione di sopprimere dal 15 dicembre, come deciso la scorsa estate, gli 8 “treni dei pendolari interregionali” Venezia-Milano utilizzati da 36 mila passeggeri ogni giorno. A quan-to pare, per colpa dei tagli dallo Stato, il Veneto non ha più soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di treni interregionali veloci Milano – Venezia. Né la Lombardia stanzierà i 4 milioni di euro necessari a salvare i convogli di Trenitalia che saranno, quindi, cancellati. Per l’asses-

sore regionale Chisso si tratta di un falso problema: i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giornaliere di “Frecce” regionali Venezia – Verona che oggi non ci sono, che si affi ancheranno ai treni cadenzati Milano – Verona di TreNord.

Secondo l’assessore, dunque, i pen-dolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni. Il cambiamento, paradossalmente, sconten-ta i pendolari ma costa molto di più alla Regione. Le 13 coppie di Frecce regionali, il cui costo a catalogo a carico del Veneto sarà di circa 16,7 milioni l’anno a fronte dei

Pendolari: “La Regione ci ripensi”

10,7 milioni pagati oggi dalla Regione per le quattro coppie di interregionali, potranno tranquillamente collegarsi in coincidenza con i già esistenti treni orari regionali lom-bardi Milano – Verona (oggi sono 11 nel corso della giornata, oltre ai quattro interre-gionali in questione).

“Secondo Trenitalia – ha ricordato l’assessore – la coincidenza è facilmente realizzabile nel capoluogo scaligero sul me-desimo marciapiede per quanti sono inte-ressati a proseguire il viaggio lungo questa direttrice, tenuto altresì conto che il Veneto ha previsto il prolungamento oltre Verona

Raccolte oltre 25mila fi rme per la causa di 36mila pendolari. Il Veneto non ha più i soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di interregionali veloci

>> Soppressi otto treni interregionali che collegano Venezia con Milano

di un paio di regionali non veloci”. Studenti e lavoratori pendolari però sembrano non voler sentir ragioni e sulle coincidenze avan-zano forti dubbi.

“Aspettare un’ora in più il treno suc-cessivo – dicono dal Comitato -, forse, è scomodo ma accetta-bile per una persona che decide di farsi un weekend fuori città, ma di certo non per un pendolare, non per un lavoratore che deve rendere conto di un’ora di ritardo al proprio datore, non per uno studente che perde una lezione, un giorno sì e l’altro pure”. E se non bastasse del cambiamen-to ne risentirà anche il portafogli. “Da di-cembre saremo costretti a sborsare quasi

il doppio del costo del nostro biglietto per una Freccia, o accontentarci di un ancora più sovraffollato regionale, affi dandoci alle care e amate coincidenze.

Purtroppo, chiunque abbia mai preso un treno sa, ed è proprio il caso di dirlo, che

le coincidenze non esistono. Troviamo inaccettabile che la regione Veneto abbia preso questa decisione con un atto di forza sul

presupposto cinico che un lavoratore, oggi, non ha alternative: o rinuncia al lavoro, o paga di più, perché uno stipendio, anche se decurtato del costo spropositato di un ab-bonamento mensile di una Freccia, in una famiglia, è meglio di niente”.

di Germana Urbani

Gli abbonamenti per Frecce veloci costeranno molto di più

non ci salviamo”. E per risolvere o almeno

AttualitàAttualità88

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giorni, delle mie vivenze”.La tela è dunque uno spazio che ac-

coglie non la realtà delle cose ma ciò che affi ora dalla coscienza.

“Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di domenica si vestiva come un signore, si metteva una farfallina bianca sul vestito e andava a fare dei pic-coli spettacoli dome-nicale nei paesi dei dintorni. Ad un certo punto dello spetta-colo tirava fuori un gallo, lo guardava in-tensamente e il gallo rimaneva stecchito e lo buttava lì, sul tavolo. Io, che ero molto piccolo, mi chiedevo come faceva a farlo e lo interrogavo. Lui dice-va che erano giochi di prestigio, cose dell’altro mondo... Questo ricordo di qualcosa che ho vis-suto entra nell’opera ma con i contorni sfocati.

Il vestito del mago, che non ricordo bene se era un po’ rosso o un po’ blu, l’ho dipinto con entrambi i colori, così, per non staccarmi troppo dal mio ricordo. Mentre il viso l’ho di-pinto d’azzurro perchè è un sogno. E’ sognato. E così la gran parte degli altri temi che affronto. Sono cose che ho vissuto, che mi hanno toc-cato”.

Dinetto dipinge la realtà che, fi ltrata dall’esperienza e depositata nel subconscio, affi ora dalla coscienza attraverso i sogni

e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso.

“Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifi ssione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga rifl essione, per-sonale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifi sso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allo-ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di

allora... E rifl et-tendo su tutto ciò nel quadro ho evidenziato i soldi...i denari. In un angolo ho messo il tradi-mento...Pietro, il gallo... E poi la croce. Ma è la rifl essione che ho fatto ad essere in primo piano. Ho messo qui dentro delle immagini che io ho vissuto per

una vita dentro di me. Io sono cattolico, ho studiato catechismo... E anche qui, come in altre tele, tutto ciò che vedete son tutte cose vissute fuori e dentro di me”.

Passeggiando tra le tele si susseguono nature morte, fi gure femminili, paesaggi e opere di non immediata lettura. Opere che narrano eventi ma ridotti a simbolo, a mito.

“Non è possibile spiegare tutto della mia pittura. Come avviene per tutto ciò che si può defi nire arte. In una tela ci può essere cronaca, forse letteratura ma diffi cilmente si arriva a far poesia che è il traguardo più alto. L’arte è simile alla vita che, a mio veder, si sviluppa su tre i gradini: la prima è la cronaca, poi viene la

A ottantasei anni Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piega-

ta dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità.

Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identifi care elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfi gurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica.

Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere

“La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei

>> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale

continua alla pag. seguente

“Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita”

di Germana Urbani

un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di domenica si vestiva come un signore, si metteva una farfallina bianca sul vestito e

tavolo. Io, che ero molto piccolo, mi chiedevo

ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E rifl et-tendo su tutto ciò nel quadro ho evidenziato i soldi...i denari. In un angolo ho messo il tradi-mento...Pietro, il gallo... E poi la croce. Ma è la rifl essione che ho fatto ad essere in primo piano. Ho messo qui dentro delle immagini che io ho vissuto per

una vita dentro di me. Io sono cattolico,

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vitaL’intervistaL’intervista1010

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letteratura, quindi la poesia che è la sintesi di tutto. La poesia non ha confi ni, la poesia sei tu, è la tua anima e non solo. C’è anche la coscienza, importantissima, quasi una guida occulta. Per esempio. Cos’è che fa comprendere ad un pittore di aver fi nito il quadro? Non è facile da capire. Una volta mi trovavo con famoso scultore, Marino Marini. Prese un gessetto rosso e lo fece correre lungo una gamba di una sua scultura in piedi fermandolo appena sopra la caviglia. Io gli chiesi: maestro come mai questo segno? E lui rimase un po’ perplesso, poi guardandomi mi disse: “lo sai che non lo so nemmeno io perchè l’ho fatto. Però ci vo-leva!”. Questa è opera della coscienza artistica che dirige verso la poesia”.

Dicendo queste parole Dinetto ride sornione come colui che conosce della vita anche i segreti più indefi niti dell’e-quilibrio della creazione. Lui che ha attraversato un secolo pittorico tra i più dirompenti di tutta la storia dell’arte.

“Già da giovanissimo capii che noi pittori italiani dovevamo continuare quella grande storia che si era fermata. Quando io ero a Milano e frequentavo Carrà e gli altri, era tangibile il bisogno

di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli impressionisti. Il cubismo era una novità, certo, però si dipingeva al modo degli impressionisti anche se le fi gure erano squadrate e rotte in modo da far vedere anche il retro. Il cubismo era ac-cettabilissimo, perchè no, una scoperta , una nuova dimensione spaziale della forma. E in pittura si adopera tutto ciò che è buono.

Io mi resi conto che bisognava continuare nelle novità ma occorreva farlo lungo la strada della nostra pittura italiana che in quel tempo era una pittura che mirava in parte ai valori plastici. Io però mi sentivo più dentro al pensiero fi losofi co, alla pittura metafi sica delle cose. Per cui andavo avanti con le mie fi gure, col mio segno”.

E il segno è molto importante per lei, forse fondamen-tale.

“Il segno non è il disegno. E’ il segno che lascia il segno, il segno deve lavorare da solo e deve rifare la fi gurazione come intendo io, mettendo sempre al primo posto la costituzione dell’oggetto che non è la copia del dato naturale.

Una volta fui davanti a Picasso e lui teneva un libro sotto braccio. Le sibille e i profeti.. di Michelangelo. Ad un certo punto un signore gli chieste se apprezzasse Michelangelo. Lui aprì il libro e cominciò a seguire i contorni della fi gura che c’era disegna-ta dicendo: “Mi piace perdermi in questa misteriosa montagna” ...Era una testa...Col dito Picasso faceva il percorso del segno...

letteratura, quindi la poesia che è la sintesi di tutto. La poesia

E il segno è molto importante per lei, forse fondamen-di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

appena sopra la caviglia. Io gli chiesi: maestro come mai questo segno? E lui rimase un po’ perplesso, poi guardandomi mi disse: “lo sai che non lo so nemmeno io perchè l’ho fatto. Però ci vo-leva!”. Questa è opera della coscienza artistica che dirige verso la poesia”.

che conosce della vita anche i segreti più indefi niti dell’e-quilibrio della creazione. Lui che ha attraversato un secolo pittorico tra i più dirompenti di tutta la storia dell’arte.

continuare quella grande storia che si era fermata. Quando io ero a Milano e frequentavo Carrà e gli altri, era tangibile il bisogno

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Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

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giorni, delle mie vivenze”.La tela è dunque uno spazio che ac-

coglie non la realtà delle cose ma ciò che affiora dalla coscienza.

“Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di

e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso.

“Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifissione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, per-è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, per-è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, personale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifisso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allo-ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di

allora... E riflet-allora... E riflet-allora... E riflettendo su tutto ciò nel quadro

A ottantasei anni A ottantasei anni A Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza A sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza A moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piegaA moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piegaA

ta dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità.

Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identificare elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfigurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica.

Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere

“La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei

>> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale

“Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita”

di Germana Urbani

un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di

ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E riflettendo su tutto ciò nel quadro

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vitaDinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

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Anche lui sottolineava non l’importanza del disegno ma del segno, l’elemento che scopre le cose”.

La scoperta pittorica sta, dunque, nell’andare oltre la realtà naturale.

“Il dato naturale è la trasmissione iden-tica di un’immagine, con qualche accento in più con qualche cosa in meno. Questo, per esempio, fa il naturalismo dell’ottocen-to e anche l’impressionismo, che non ha fatto altro che muovere il colore, copiato poi anche dall’astrattismo. Solo la pittura italiana si è staccata da tutto questo! La nostra è una pittura mondiale... sembra di no, eppure è così. Nessuno mai è riuscito, com’è riuscito per esempio Morandi, a fare dei capolavori con dei colori e delle stesure che nessuno ha mai potuto fare. Noi siamo arrivati al colore base, signifi ca scarnifi care bruciare fi sicità del colore e portarlo al colo-re anima. Non è più passaggio del piacere dell’occhio solo. Deve andare dentro, nello spirito. Questo io sento in un quadro come

“Pianoforte blu”, in cui appaiono dei piani assolutamente inventanti, che non c’entra-no nulla col vero. Tutto viene creato con dei toni base che devono darmi il senso della musica. Musicalità, il senso del piacere del silenzio profondo e di una musica lontana che mi viene addosso piano piano.

E’ così diffi cile per me arrivare a questi che io chiamo i toni base calibrati, fermati tra questo colore e quest’altro attraverso anche l’uso della materia in modo da distin-guerli ancora di più”.

Lino Dinetto nasce ad Este nel 1927 dove apprende le prime nozioni d’arte. Giovanissimo si reca a Venezia per dedicarsi agli studi di genere e poi a Milano dove frequenta gli studi

di Sironi e Carrà. Esordisce come muralista realizzando alcuni affreschi in Liguria, Veneto e Toscana. Qui riceve la sua prima com-missione importante: un’Ultima Cena per il refettorio dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore a Siena. Un’opera di 40 metri quadri, dimensioni immense per il giovane Dinetto. Nel 1950 inizia ad affrescare la cattedrale di S. Josè, a Montevideo in Uru-guay dove rimarrà a lungo dirigendo anche le sezioni di pittura e disegno all’Istituto de Bellas Artes di Montevideo. In questi anni vince prestigiosi premi internazionali di pittura e gli viene organizzata una memorabile personale al Museo d’arte moderna di S. Paolo del Brasile. Nel 1960 Dinetto torna in Italia dove riprende la pittura murale e su vetro. Gli vengono commissione opere monumentali in tutto il Paese tra cui la cap-pella di Santa Chiara del Santo di Padova. Accanto a queste il maestro porta avanti una “enciclopedia” di opere che rappresentano l’umana avventura: la fi gura femminile,il paesaggio veneto e toscano, nature morte, pagine di ricordi e altro. Moltissime le mo-stre, le personali e i concorsi che l’hanno visto protagonista di successo. Fino all’ultima personale di Este realizzata dopo tanto aver desiderato tornare al suo paese natio.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

L’intervistaL’intervista1212

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L’ottocento Veneto fu un tempo in cui i gran-di architetti disegnarono il territorio secondo l’arte del buon gusto e della misura. Le me-

raviglie che ancor oggi resistono dietro un alto muro di cinta o custodite tra le fronde di bellissi-mi giardini ci riportano la sapienza di altri mondi di cui, oggi, non possiamo che avere nostalgia. Uno di questi “giardini segreti” si trova nella bassa pianura padovana, ai confi ni meridionali di Saonara, in provincia di Padova. Si tratta di un giardino all’inglese progettato da Giuseppe Jappelli, il famoso paesaggista e arredatore che nel 1817 fu chiamato da Antonio Vigodarze-re, infl uente e colto nobiluomo di Padova, per progettare e portare a termine un giardino che doveva essere in assoluta sintonia col paesaggio agreste, in modo che non si percepissero i confi -ni della sua proprietà, dove sorge la villa padro-nale. Ancora oggi è un vero spettacolo vivere il parco ellittico di Villa Cittadella-Vigodarzere che in autunno si tinge di colori caldi a ricordarci che anche se immersa nella nebbia la natura continua ad essere esuberante. Molti di questi alberi vantano una lunga storia. Infatti, a inizio Ottocento Antonio Vigodarzere fece piantumare oltre 35.000 alberi sui 13 ettari che destinò a giardino. Certo pensava alla bellezza del luogo ma anche all’opportunità di lavoro che ciò com-portava per gli abitanti del paese, in quegli anni affl itti da una pesante carestia. Jappelli orga-nizza il giardino su una grande area quadran-golare, circondata da fossati, il cui settore nord-ovest, dietro la barchessa, è destinato a orto e frutteto. Partendo dalla Villa, pure disegnata da Jappelli, e seguendo il prato, si raggiunge un lungo tunnel in pietra e sasso. Attraversandolo si ha la sensazione , voluta, di liberazione, premia-ta con la visione ampia e liberatoria del laghet-to. Passeggiare attorno al lago regala serenità ad uno sguardo che non può distrarsi, attratto solamente dai rifl essi del sole sull’acqua. Il per-corso è un saliscendi formato da una cortina di collinette create dallo scavo del lago stesso e che rendono impossibile vedere cosa c’è oltre. Nella penisola occidentale del laghetto si nota un piccolo moderno chalet circondato da rovine. Questo è il luogo che ospitava la collinetta artifi -ciale dove erano celate le grotte, distrutte nella seconda guerra mondiale. A ovest del laghetto si trova la Cappella dei Templari, in stile neogoti-co, con sottesi signifi cati massonici. All’interno è conservato il sepolcreto con fi nte tombe costru-ite con elementi in parte provenienti dall’antica chiesa padovana di Sant’Agostino, demolita nel 1817-1818. Dalla parete di fondo del sepolcre-

L’autunno nei colori di villa Cittadella-Vigodarzere

>> L’arte dell’architetto Giuseppe Jappelli a Saonara

Un giardino segreto da vivere, scoprire e respirare. Una villa che ospita la storia di una grande famiglia ma anche le visioni di un artista eclettico

to un andito introduce alla Camera del Giudizio, a pianta circolare conclusa da volta a cupola. Da questo vano partiva il percorso ipogeo che con-duceva alla grande grotta, dove il visitatore era sorpreso dal gigantesco simulacro di 4 metri di Baffomete, divinità rigeneratrice con gli attributi di Cibele e Venere. Saonara appartiene oggi al conte Lodovico Valmarana, erede dei Cittadella Vigodarzere, che ha curato negli anni lavori di recupero del giardino.

di Germana Urbani

Giuseppe Jappelli, architet-

to e ingegnere v e n e z i a n o tra i massimi esponenti dello stile neoclassico nel Veneto, era specialista nell’invenzione di artifi ciosi paesaggi, e rimane noto ai più per aver pro-gettato nel 1831 lo storico Caffè Pedrocchi a Padova. A tutti gli effetti egli è stato uno dei massimi propugnatori dell’architettura civile in Italia ed elesse Padova sua città d’ado-zione e spazio urbano ideale per lo studio di un progetto di sviluppo moderno. Sono gli anni della caduta della Serenissima e del successivo dominio napoleonico e austriaco che vedono, dopo secoli, un signifi cativo momento di rinnovamento. Del suo piano di riordino lungimirante restano a Padova alcuni mirabili frammenti: oltre al Caffè Pedrocchi, il Macello Comunale che oggi ospita l’Istituto d’arte Pietro Selvatico, il Teatro Verdi, le case e i giardini Treves e Giacomini ora Romiati.

L’ARCHITETTO JAPPELLI A PADOVA

Luoghi da scoprireLuoghi da scoprire1414

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Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Bar-banera vi veniva raffi gurato con i suoi

“strumenti di lavoro”. Quelli dell’astrono-mo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografi ca ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo al-manacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale. Una delle prime edizioni di questo pic-colo frammento di cultura popolare italiana, quella edita nel 1762 a Foligno in un unico foglio (“Discorso generale del famoso Bar-banera per il 1762”, edito da Pompeo Campana), è conservata nel museo della Fondazione Barbanera, che ora ha sede a Spello nel bel complesso rurale di San Giuseppe chiamato “Casa di Barbanera”, immerso nella campagna umbra e circondato da un giardino all’italiana e da un ricco orto botanico. Nel museo allestito dalla famiglia Campi, titolare della casa editrice di Foligno (che ora ha sede nel complesso di Spello), sono ammirabili tanti pezzi unici che per-

mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, per-chè Barbanera è ancora molto ascoltato: le sue previsioni del tempo sono utili a chi deve scegliere, ad esempio, i giorni giusti per la semina dei campi, e vengono seguiti anche i suoi tanti consigli, legati all’agricol-tura ma anche al “fai da te” domestico in materia di piante, ortaggi, frutta e altro. E

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in CopeRtina l’eX BaCHiFiCio oRa seDe Della ReDaZione Dell’eDitoRiale CaMpi. seguono: il CalenDaRio lunaRio 2014 e il FRanCoBollo CHe poste italiane DeDiCÒ a BaRBaneRa. QuinDi: sCoRCi Del paRCo e sale Dell’aRCHiVio stoRiCo Della FonDaZione. in alto: spello, l’oRto BotaniCo Di san giuseppe e un’eDiZione stoRiCa Dell’alManaCCo

A SPELLO NELLO SPLENDIDO COMPLESSO RURALEDI SAN GIUSEPPE (UN EX BACHIFICIO CON IL SUO PARCO)È STATA REALIZZATA LA CASA DI BARBANERADOVE LA FAMIGLIA CAMPI OLTRE A REALIZZAREI CELEBRI ALMANACCHI E LUNARI, FAMOSI DAL ‘700E OGGI DISTRIBUITI IN 2.500.000 COPIEHA CREATO UNA FONDAZIONE NEL CUI ARCHIVIO SONO ILLUSTRATI OLTRE 250 ANNI DI STORIA POPOLAREDA VISITARE ANCHE IL PREZIOSO ORTO-GIARDINO

Nel magico mondo di Barbanera

UMBRIA

Sì, viaggiareSì, viaggiare1616

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poi i consigli su salute e benessere, alimen-tazione, oroscopi...

Il calendario, l’almanacco e le tante altre pubblicazioni di Barbanera, orgoglio della famiglia Campi, costituiscono tutt’og-gi un piccolo grande patrimonio di cono-scenza, o meglio un distillato di saggezza contadina. Sì, perchè è sempre valido il motto “Gli astri il sole e ogni sfera or misu-ra Barbanera, per poter altrui predire tutto quel che ha da venire”.

Giambattista Campitelli (1780-1824) fu il primo editore tipografo a proporre una versione del Barbanera in opuscolo o libret-to di una sessantina di pagine (il formato che poi si affermerà fi no ai giorni nostri): il primo di cui si ha notizia è del 1793 e iden-tifi ca Barbanera come astronomo parigino. Giovambattista Bocci Campitelli riuscì, alla fi ne del XIX secolo, a far conquistare ai lu-nari di Barbanera una diffusione quasi na-zionale (ne distribuiva circa 400.000 copie nell’Italia centromeridionale). La famiglia Campi è subentrata nella pubblicazione del

Nel magico mondo di Barbaneracelebre almanacco dal 1929 per iniziativa di Feliciano Campi, concorrendo insieme ad altre tipografi e alla stampa dell’opera che all’epoca era diretta dal senatore Benedetto Pasquini. Durante i principali fl ussi migratori che portarono gli italiani oltreoceano, ven-nero editate speciali versioni del Barbanera stampate in diverse città tra cui New York o Buenos Aires, che univano ai contenuti classici d’almanacco indicazioni pratiche per gli emigranti, come istruzioni per il viaggio o consigli sulle “rimesse” di denaro alle famiglie rimaste in Italia, informazioni che fanno del Barbanera d’oltremare uno stru-mento di mediazione interculturale.

Fino alla metà degli anni Settanta, il lunario fu utilizzato soprattutto dai ceti ru-rali, che ne apprezzavano le previsioni del tempo e i consigli per l’agricoltura. L’indica-zione delle festività, le ricorrenze dei santi, i consigli ed i proverbi ne fecero - appeso in cucina o nella stalla - un indispensabile strumento per le attività domestiche quo-tidiane. Venduto per fi ere e mercati da cantastorie e venditori ambulanti, il Barba-nera si acquistava ogni anno a partire da settembre. Dalla metà del XX secolo i diritti di pubblicazione del calendario, dell’alma-

nacco e del lunario di Barbanera sono di proprietà dell’Editoriale Campi. I principali canali di diffusione sono le edicole, le libre-rie, l’omaggio diretto da parte di aziende ai propri clienti quale strenna di fi ne anno, per un totale di oltre 2.500.000 copie. La raccolta di documenti legati alla fi gura di Barbanera, alla sua tradizione e al mondo degli almanacchi e dei calendari in genere, ha portato alla costituzione di un archivio storico all’interno della Fondazione Barba-nera 1762 che contiene oltre 6.000 alma-nacchi italiani ed esteri pubblicati dal XVII secolo ad oggi, oltre a 15.000 documenti di vario genere (pensieri, recensioni, bossi tipografi ci, bozze di stampa, fotografi e, aneddoti, curiosità) riguardanti Barbanera, la sua storia, la sua fortuna e il legame con la cultura popolare e almanacchistica italia-na e non solo.

Quest’anno, accanto al nuovo Alma-nacco 2014 in edicola da metà novem-bre e al Calendario-Lunario, Barbanera ha in serbo una novità: un calendario speciale di cui il cibo è il vero grande protagonista. “Barbanera dei cibi felici”, realizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia.

UMBRIA

Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi

“strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera,

mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, per-chè Barbanera è ancora molto ascoltato: le

sono utili a chi

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Sì, viaggiareSì, viaggiare1818

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Mese per mese e stagione per stagio-ne, una vera festa del cibo, con consigli, ricette, proverbi, il dolce o la frittella del santo e le regole di una sana alimentazio-ne. Un calendario lunario, dove la Luna sarà attenta alleata nell’orto e in cucina, un allegro vademecum per tutto l’anno, un caro amico cui affi darsi ogni giorno per godere di un cibo sano, buono, genuino, che non si spreca. Un cibo che sa anche rac-contare la sua storia, ricordare tradizioni, simboli, usanze, per riscoprire le meraviglie che portiamo ogni giorno in tavola.

IL VOLUMETTO CARO A D’ANNUNZIO

La Fondazione Barbanera 1762 nasce con l’obiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare con attività di ricerca, espositive ed editoriali la grande tradizione almanacchi-stica europea, che ha in Barbanera il suo più autorevole erede e continuatore. A partire dallo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Storico (oltre 50mila tra lu-nari, almanacchi e altre testimonianze di editoria popolare dal XVI secolo ad oggi: c’è pure la lettera con cui Gabriele D’Annunzio defi nì il Lunario che teneva sempre sul co-modino “Il fi ore dei tempi”), si occupa della diffusione dei valori di una tradizione attenta a interpretare i segni del tempo, che si ispira a uno stile di vita in armonia con i cicli stagionali e che guarda al rapporto tra cielo-terra-uomo e al saper fare come quotidiano esercizio al buon vivere. La Fondazione ha sede a Spello nello stesso complesso rurale, il San Giuseppe, che ospita la sede dell’Editoriale Campi, storica casa editrice del Barbanera. La visita guida-ta al complesso di Spello consente di ammirare anche la villa padronale (un ex bachifi cio) e i giardini. Il complesso si estende su sette ettari. Da lì si gode anche una splendida vista sul borgo di Spello, la cit-tadina dove Pinturicchio ha affrescato la Cappella Baglioni, opera che qualcuno ha defi nito “la cappella Sistina dell’Umbria”. Info: www.barbanera.it - [email protected]

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[email protected]

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Un make up curatissimo ha una base davvero per-fetta per il volto che lo indossa. E i protagonisti sono senza dubbio i nuovi fondotinta iper tecnolo-

gici che, grazie alle loro caratteristiche promettono un ef-fetto photoshop. Il colorito spento di certi incarnati viene ravvivato e scompaiono anche le imperfezioni più diffi cili senza incappare nell’odioso effetto mascherone. Certo occorre trovare la nuance identica al colorito del proprio incarnato e la texture che assicuri l’effetto seconda pelle. Una curiosità su tutte: nei beauty store Sephora un matching device ideato da Pantone analizza la pelle della consumatrice per consigliarle il fondotinta più ap-propriato: questo servizio gratuito si chiama Color Profi le ed è in grado di trovare la nuance perfetta all’interno di un’ampia scala di toni. Certo le nuove formule di cui si compongono i fondotinta puntano su trasparenza, lu-minosità e sensorialità. L’elemento fondamentale sono gli oli evanescenti che sostituiscono gli oli pesanti che rimanevano dopo l’applicazione e “ungevano la pelle”. I nuovi oli evaporano lasciando la pelle setosa, ricca di pigmenti colorati, ma mai più unta. L’altro elemento che

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Belle e giovani grazie al fondotinta

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L’infl uenza arriva più o meno ogni anno e attacca l’organismo con un’intensità più o meno grave. Anche se spesso viene

sottovalutata, essa costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa del numero di casi che si verifi cano in ogni stagione e che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus infl uenzale circolante.

I virus dell’infl uenza tendono a presentare ogni anno variazioni e proprio per questo si determina ogni anno l’epidemia infl uenzale nel mondo che può in-teressare anche coloro che hanno già subito una infezione o che sono stati vaccinati l’anno precedente. È possibile che la malattia abbia un decorso asintomatico, ma nella maggior parte dei casi i sintomi più comuni possono includere febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e del-le articolazioni, cefalea e malessere generale. Nei casi non complicati, normalmente, i sintomi si risolvono spontaneamente entro una settima-na dalla comparsa ma non sempre a così.

Infatti, in occasione del cosiddetto picco infl uenzale, non sono pochi i casi gravi e le complicanze dell’infl uenza, più frequenti nelle

persone al di sopra dei 65 anni di età e in perso-ne che soffrono di diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie.

In questi casi, spesso si ricorre all’ospeda-lizzazione per il trattamento, soprattutto se si tratta di persone anziane. Ma ciò comporta una serie di ripercussioni sulla ricettività dei reparti ospedalieri con possibili disfunzioni operative.

Non si rifl ette abbastanza su quanto ogni anno l’infl uenza deter-mini costi elevati a ca-rico della comunità, sia in termini di spesa sa-nitaria (farmaceutica e ospedaliera) che di costi sociali, per le as-

senze dal lavoro per cure proprie e dei familiari.Fare attenzione all’igiene personale e di chi

ci sta attorno è la prima regola da seguire per combattere in anticipo il virus.

La trasmissione, infatti, si può verifi care per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.

I più attuali studi scientifi ci confermano che le misure di protezione personali (buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie)

hanno un ruolo importante nel limitare la diffu-sione dell’infl uenza. Certo non basta a fugare ogni rischio di contagio. Per questo il Ministero della Salute ogni anno invita la popolazione a vaccinarsi, perchè il vaccino antinfl uenzale rappresenta un effi cace strumento di preven-zione dell’infl uenza stagionale, di cui possono benefi ciare specialmente i soggetti più a ri-schio, come i bambini, gli anziani e coloro che soffrono di patologie croniche, specialmente a carico dell’apparato respiratorio. In molti ancora si interrogano sui rischi e sui benefi ci che può comportare il vaccino e spesso si ripetono al-larmismi sull’uso di questa strategia preventiva dei sintomi infl uenzali. In ogni caso ogni anno il sistema sanitario nazionale avvia vere e proprie campagne di vaccinazione per proteggere chi si trova particolarmente a rischio.

E chi preferisce le cure omeopatiche sap-pia che esiste anche un vaccino antinfl uenzale omeopatico. Si tratta dell’oscillococcinum, che si assume da settembre a marzo con una dose a settimana, passando ad una dose ogni 8 ore, per 24 ore, in caso di primi sintomi dell’infl uen-za, e ad una dose mattino e sera per quattro giorni quando i sintomi sono evidenti. E’ ven-duto in globuli, che si sciolgono sotto la lingua.

>> Partita la campagna antinfl uenzale, pronti i vaccini per chi è a rischio

Lavarsi spesso le mani, stare a dovuta distanza da chi tossisce o starnutisce e non scambiare troppi baci e abbracci può aiutarvi a prevenire ma...

Infl uenza in arrivo: meglio correre ai ripari

Soggetti più a rischio: bambini, anziani e coloro che soffrono di patologie croniche e respiratorie

di Germana Urbani

Volete combattere i malanni partendo dalla tavola? Ebbene scegliete le nocciole e considera-

tele un forziere di sostanze curative: rinforzano le difese, sono ricostituenti, combattono infi ammazioni e le malat-tie delle vie respiratorie. Le nocciole racchiudono molti principi nutritivi: oleosi come tutti i semi, sono stati progettati dalla natura per consentire lo sviluppo di una nuova piantina. Di conseguenza sono ricchi di proteine, grassi insaturi, vitamine. La nocciola, ricca di oli dall’a-zione emolliente, è quel che ci vuole per prevenire o curare i disturbi di stagione come tosse e raucedine, ma anche in caso di infl uenza e raffreddore per accelerarne la guarigione. Serve in particolare quando l’aria condizionata usata in estate ha fi accato il nostro apparato respiratorio con il rischio di incappare facilmente in bronchiti ricorrenti. Allora, alle prime avvisaglie, tre vol-te la settimana assumete nell’arco della giornata due manciate di nocciole tritate fi nemente e unite a due cucchiai di miele. Dal momento che sono leggermente ipertensive (fanno crescere la pressione arteriosa), è bene che coloro che soffrono di ipertensione non ne abusino, meglio dimezzare la quantità. Per quel che riguarda il miele, invece, niente di nuovo. Lo sanno nonne e mamme che è un prezioso alleato naturale per i mali del cattivo tempo umido. In questo periodo privilegiate le qualità più amare, come quello di nespolo o corbezzolo: sono un toccasana per il fegato, le vie urinarie, il sangue e le difese. Si tratta davvero una sostanza di cui non si dovrebbe fare a meno, anche per dire addio agli zuccheri raffi nati o peggio ai dolcifi canti. Il top di prevenzione, depurazione e rinforzo del sangue e del sistema immunitario si ottiene dolcifi cando con miele una tisana di fi ori, foglie e radici, proprio di corbezzolo, al mattino dopo colazione e la sera prima di dormire (3 cucchiaini di fi ori-foglie-radici per due tazze d’acqua). Questa tisana è un potente anti-arteriosclerosi, disinfi amma e disinfetta le vie urinarie e protegge il fegato, l’organo della forza e della vitalità, come ci ricorda la medicina cinese. Un altro miele scuro, è quello di nespolo, prodotto soprattutto sulla costa ionica. Asso-ciato a quello di timo, attiva nei tessuti capacità antibatteriche veramente speciali.

LA NATURA AIUTA A PREVENIRE E CURARE CON NOCCIOLE E MIELE

Il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie raccomanda di seguire alcuni consigli abbastanza attentamente.

1.Lavarsi spesso le mani e, in assenza di acqua, usare dei gel alcolici. In parti-colare occorre farlo dopo essersi soffi ati il naso o aver tossito o starnutito. Questo gesto semplice ed economico è utile a ridurre la diffusione di diversi altri agenti infettivi.

2. Ricordarsi di coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e subito dopo lavarsi le mani

3. Evitare contatti ravvicinati in caso di malattie respiratorie febbrili in fase iniziale

LE REGOLE DI IGIENE DA NON DIMENTICARE

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Page 74: Chioggia ott2013 n127

Crisantemi: come fuochi d’artifi cio in giardino

>> E’ il fi ore dell’oro, il trionfo della vita sulla morte

Sono fi ori sono bellissimi e molto scenografi ci ed esistono in un’incredibile varietà di forme e colori. Quelli sfi oriti ripiantateli per il prossimo anno

Se ogni anno in questa stagione vi ritro-vate a constatare che i Crisantemi sono fi ori bellissimi e vi ripromettete di pian-

tarli, dovete farvi un appunto per la prossima primavera perchè è quello il periodo migliore per seminarli o interrarli, assicurandovi così una splendida fi oritura nel prossimo autunno.

Chi non li ama, è perchè li associa troppo con le festività dei santi e dei morti. In real-tà, però, come fi ori sono bellissimi e molto scenografi ci. Esistono in un’incredibile varietà di forme e colori, ma sfortunatamente non sopravvivono tutte all’inverno, indipendente-mente dalle cure ricevute. I più simpatici sono i crisantemi pompom, una delle varietà più comuni dalla forma simile ad una pallina. Poi ci sono quelli molto simili al fi ore d’anemone che presentano una o due fi le di petali intorno alla parte centrale. Altri assomigliano a grandi margherite ma i più particolari sono i crisantemi a ragno, non sono molto comuni, con petali lunghi e cascanti.

Si tratta in generale di piante dalla facile coltivazione, che fi oriscono all’inizio dell’autun-no, quando le temperature sono già fresche. Perciò non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fi orite anche in autunno. Grazie alla loro corolla fi tta, creano un tappeto fi orito perfetto per decorare i giardini dove si potranno creare angoli suggestivi anche colti-vando questi fi ori in vaso.

Solitamente queste piante si coltivano in luogo soleggiato, non temono il freddo, anche se può capitare che inverni molto rigidi possa-no danneggiare le foglie. Vedrete però che dal cespo di radici, in primavera, ricominceranno a svilupparsi nuove foglie. E’ consigliabile porre a

dimora i crisantemi in luogo riparato dal vento visto che alcune varietà producono fusti molto lunghi. Se dovete scegliere il terreno, ricorda-te che i crisantemi preferiscono terreni sciolti, molto ben drenati, soffi ci e ben aerati. E’ con-sigliabile, dunque, aggiungere al terriccio della sabbia, per aumentare il drenaggio dell’acqua, e del letame ben maturo.

E pensando alla fi oritura autunnale, in pri-mavera ed in estate annaffi ate saltuariamente, evitando di bagnare il terreno fi nché è umido. Mentre gli esemplari in vaso vanno bagnati con regolarità, evitando gli eccessi. Da marzo a ot-tobre, poi, ricordate di fornire del concime per piante da fi ore, ogni 15-20 giorni.

La vostra pianta, per regalarvi le fi oriture abbondanti che trovate sulle piante delle fi ore-rie, dev’essere cimata. Tagliate dunque il fusto principale prima che compaia il bocciolo apica-le e le ramifi cazioni primarie, cioè quelle che compaiono sul fusto principale all’ascella delle foglie, prima che sia apparso il bocciolo secon-dario. In questo modo la pianta produrrà rami-fi cazioni di secondo ordine che daranno origine a boccioli coronati terziari e di conseguenza a fi ori più piccoli ma molto più numerosi.

Se volete coltivare, invece, fi ori recisi ri-cordatevi a giugno di cimare il fusto principale, avendo cura di lasciare non più di 6 ramifi cazio-ni primarie. In questo modo otterrete dei fi ori bellissimi.

di Germana Urbani

Se vi trovate tra le mani una pianta sfi ori-

ta, non la buttate. Tagliate tutti i rami sfi oriti di un terzo della loro lunghezza, a par-tire dalla punta, con una forbice affi lata. Nella prima giornata di sole, rinvasiamo la pianta in un bel vaso capiente: basterà del terriccio universale con un paio di pugni di stallatico sfarinato e uno strato di argilla espansa o sas-solini sul fondo del vaso. Annaffi ate e lasciate senza paura il vaso all’esterno, in modo che prenda pioggia e neve. Con l’approssimarsi della bella stagione, spunteranno nuovi getti, forti e vigorosi.

TRATTAMENTI

Il nome Crisan-temo in greco vuol dire “fi ore

d’oro”. In Corea e in Cina questo è il fi ore dei fe-steggiamenti mentre in Giappone è il fi ore nazionale. La sua bellezza viene celebrata ogni anno dall’Imperatore che, in occasio-ne della fi oritura, apre al pubblico i giardini della Reggia, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati. Per noi occidentali di religione cristiana rappresenta il fi ore del dolore probabilmente perchè la sua fi oritura coincide con la festa di tutti i Santi e defunti.

IL FIORE D’ORO

Questi fi ori non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fi orite anche in autunno

GiardinaggioGiardinaggio 2525

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Natale Aziende 2013

Page 75: Chioggia ott2013 n127

26 Concerti e non solo

SGUARDO A NORDEST

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. E gli organizzatori veneti partono con un tour in tutta Italia a caccia di inter-viste. Che fosse un’idea dirompente lo si era capito fi n dall’inizio. “Avere la

barba” nasce infatti come cristallizzazione di un fenomeno esistente, una moda, un trend, una mania, uno stato mentale: chiamatelo come volete, ma di fatto è un sentimento diffuso. “Quando inizi a farla crescere, c’è sempre un motivo”, dicono Claudio Traina, event manager bassanese con la passione dei tatuaggi, Alessandro Toso di Cittadella, appassionato di arte contemporanea, e Diego Santi di Castello di Godego, nel Trevigiano, fotografo per diletto. In pochi mesi sui social network e sul sito internet www.averelabarba.it i contatti sono stati migliaia. E solo scorrendo le interviste, le parole, i commenti del popolo del web si capisce il perché. “La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: noi vogliamo solo permettere a tutti di rac-contarla”, dicono ancora i tre veneti ideatori del progetto, che in questi giorni sono in giro per l’Italia a raccogliere interviste e pareri. “Intervistiamo chi ci contatta, vogliamo raccogliere più emozioni possibili”, spiegano. E proprio questi temi sono al centro del concorso letterario e artistico lanciato dai tre per raccogliere in un libro l’esperienza web di questi mesi. Il concorso è già iniziato e si concluderà il prossi-mo 31 gennaio 2014. È aperto ad opere letterarie (massimo 15.000 caratteri), artistiche o foto sul tema della barba. Il premio? È il fatto stesso di partecipare nel creare la fi losofi a condivisa dell’Avere la barba, e questo la dice lunga sullo stile del gruppo e sul perché i fans si sommano ad ogni ora. Tutte le opere saranno infatti diffuse tra la community dei barbuti. Le più meritevoli avranno la possibilità di entrare nel libro, che sarà pubblicato nell’estate 2014, e che rappresenterà l’opera omnia del progetto, raccogliendo testi, interviste e immagini del mondo barbuto. L’iscrizione al concorso è gratuita, i dettagli sono nel bando reperibile su www.ave-relabarba.it. Non resta che ricordare chi sono i tre barbuti al centro dell’attenzione nazionale, anche a seguito di recensioni sui blog di moda. Ad ideare il progetto, tre menti. Claudio Traina, 22enne residente a Bassano del Grappa, nel Vicentino, organizzatore di eventi e già noto nell’ambiente underground per la creazione di un marchio di vestiti, oltre che per la propria passione per i tatuaggi. Alessandro Toso, 26enne di Cittadella, nel Padovano, che cura il blog www.unoravanti.com, dal quale dal 2010 propone lavori di giovani artisti. Di professione, lavora in una web agency. Inoltre da un anno sviluppa autonomamente “The event fi nder”, un’applicazione web che permette di ricercare eventi. Il terzetto si chiude con Diego Santi, 27enne di Castello di Godego, nel Trevigiano, appassionato di fotografi a che da poco ha lanciato il sito di annunci gratuiti www.greenclick.it con lo scopo di risollevare il settore del verde e favorire il vero mercato a chilometro zero. Di professione, aiuta a trovare lavoro agli altri. Per contatti e informazioni - Uffi cio Stampa di Avere la Barba - [email protected]

AVERE LA BARBA, NASCE UN CONCORSO NAZIONALE IDEATO DA VENETI

12 luglio - Padova, Stadio EuganeoLIGABUE “MONDOVISIO-NE TOUR - STADI 2014”

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo di Padova. Il primo grande appuntamento dell’estate 2014. Il 26 novembre 2013 esce il nuovo album di inediti “Mondovisione”Il 12 luglio 2014 arriva Ligabue! Lo so siamo in anti-cipo. Ma se si pensa che ormai i biglietti si acquistano sempre più via internet posso dire che la ricerca del biglietto è già iniziata. L’appuntamento con la rockstar italiana sarà allo Stadio Euganeo, a Padova, che dopo gli eventi dell’estate 2013 e la lunga programmazione invernale, si conferma “Città della musica” anche per il 2014.L’attesa cresce e infatti le date di Roma (30 e 31 maggio allo Stadio Olimpico) e Milano (6 e 7 giugno allo Stadio San Siro) sono già raddoppiate.Per la data di Padova i biglietti sono iniziati in prevendita dal 5 novembre.Il 26 novembre 2013, ad oltre 3 anni da “Arrivederci, Mostro!”, uscirà “MONDOVISIONE”, il nuovo atteso album di inediti di LIGABUE. «Mi procuro una frattura durante un concerto – afferma il LIGA – e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È uffi ciale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”».“MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), prodotto da Luciano Luisi, è stato anticipato dal primo singolo “Il sale della terra”, al 1° posto della classifi ca dei brani più trasmessi in radio (dati Earone) ed ai vertici della classifi ca di iTunes. Sono già oltre 4 milioni le visualizzazioni su YouTube del video uffi ciale del brano (video online al link http://youtu.be/IUWtAUKYmAQ ).«“Il sale della terra” – dichiara LIGABUE – parla di una crisi che non è solo economica, ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e a ogni costo mantenerlo. È una crisi talmente drammatica che non sono riuscito a non raccontarla in una canzone: in genere non lo faccio».

“Il muro del suono”, “Ciò che rimane di noi”, “La terra trema, amore mio”, “Il volume delle tue bugie”, “La neve se ne frega”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della ter-ra”, “Nati per vivere (adesso e qui)”, “Per sempre”, “Tu sei lei”, “Con la scusa del r’n’r”, “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”: sono questi (non nell’ordine di quella che sarà la tracklist) i titoli dei brani che saranno contenuti nel nuovo album, “postati” da LIGABUE sui suoi social network uffi ciali.Inoltre, è in libreria “La vita non è in rima (per quello che ne so)”, intervista a LIGABUE sulle parole ed i testi, curata da Giuseppe Antonelli. Il volume, edito da Laterza, contiene in anteprima i testi integrali dei brani del nuovo album.

Roncade (tv) - New Age - Sabato 23 novembre 2013 BRING ME THE HORIZON

I Bring Me The Horizon, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo lavoro: “Sempiternal”

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 23 novembre 2013 BLUE IN CONCERTO

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

Conegliano (tv) - Zoppas arena - Domenica 1 dicembre 2013 MAX PEZZALI - MAX 20 LIVE TOUR

Max Pezzali da novembre stà portando il suo nuovo spettacolo dal vivo nei palasport delle principali città italiane. Il nuovo e attesissimo tour farà tappa giovedì 14 novembre al PalaGeorge di Montichiari (BS), sabato 16 al PalaFabris di Padova ed infi ne domenica 17 alla Zoppas Arena di

Conegliano (TV). Il nuovo album “Max 20” contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Pubblicato lo scorso 4 giugno, l’album si trova da settimane ai vertici delle classifi che di vendita.

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 14 dicembre 2013 GUE’ PEQUENO

Il secondo album da solista è stato dichiarato disco d’oro a sole tre settimane dall’uscita e l’estate ha visto Guè Pequeno impe-gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo di presentare live il suo “Bravo Ragazzo”, uscito a giugno 2013 per Universal. Guè Pequeno, forte del successo e dell’esperienza del precedente tour da solista, porterà sul palco uno show inaspettato e carico delle mille sfaccettature della sua perso-nalità senza dimenticare il sound internazionale dell’album.

Padova (Pd) - Gran teatro Geox - Sabato 14 dicembre 2013 ROBERTO VECCHIONI

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio dal singolo “Sei nel mio cuore”. Il disco arriva a distanza di quasi tre anni dalla raccolta “Chiamami ancora amore” e a sei anni dall’ultimo album di inediti “Di rabbia e di stelle”. Queste le parole attraverso le quali il prof. Vecchioni racconta il suo nuovo progetto: “’Io non appartengo più’ potrebbe essere defi nito un soliloquio davanti alla fi ne ma che non ha niente a che vedere con il nichilismo, lo sconforto, la resa… Piuttosto è la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo”.

IN VENETO EVENTI

Mille e ancora mille...Pagina a cura di Graziano Edi Corazza1099

POCHI SOLDI PER LA CULTURA AI COMUNI VENETI: DOVE TROVARLI?

Girando per i vari uffi ci della Cultura dei vari Comuni Veneti ci vengono comunicate spesso alcune osservazioni:”Ci sono pochi soldi per la cultura. Per le manifestazioni.” Viene da rifl ettere... Perchè la Cultura

è il nostro passato ed il nostro presente da conservare e tramandare alle generazioni future. Ormai molte manifestazioni vengono effettuate solo grazie agli sponsor. Tutto bene. Ma non si possono organizzare nei piccoli centri grosse manifestazioni con nomi popolari che richiamino un pubblico numeroso. Costa troppo. E nelle grosse città si riesce a metterne in piedi molto poche. E sempre di meno. Eppure il grande violinista Accardo ha dichiarato: ”Con i soldi di una sola serata del Festival di San Remo si terrebbe in piedi per un anno l’ orchestra della Rai!” E’ una questione di scelte. Scelte che vengono fatte negli alti livelli delle Istituzioni Pubbliche.

Se si spendono in una direzione non si possono investire in un altra.E se alcune spese vedono contrapposti ideali e visioni della politica, sul

fi ume di denaro pubblico erogato in stipendi vari per le cariche ricoperte dai vari politici regionali e provinciali, per i loro ‘’portaborse’’, per i rimborsi, ecc. ecc. siamo “quasi” tutti d’ accordo: ci vuole una riduzione sostanziale.

I soldi che non arrivano ai Comuni per organizzare eventi culturali e/o ricreativi e/o feste di piazza potrebbero benissimo essere “ricavati” dai tanti stipendi ai politici regionali e provinciali, con grande soddisfazione del popolo. Di tutti noi. L’abolizione delle province porterebbe trasferimenti economici maggiori ai comuni e così dicasi per una riduzione drastica degli emolumenti ai consiglieri ed assessori regionali.

Che ci vuole? Un pò di volontà. Nient’ altro.In fondo: diminuire i soldi pubblici ai politici regionali e provinciali e

girarli direttamente nelle casse comunali non sarebbe cosa grave.Occuparsi della “cosa pubblica” è comunque e sempre un onore. So-

prattutto quando lo si fa per lai Cultura. Cultura che inizialmente è una

spesa ma poi nella sostanza genera lavoro per i diretti interessati ed indotto economico per gli esercizi commerciali della zona nella quale la manifestazione viene organizzata.

di Germana Urbani · www.mondadori.it>rizzoli.rcslibri.corriere.it< >www.einaudi.it< >bompiani.rcslibri.corriere.it<

Eroe - Eroina Emma, neolaureata in Lettere Enrico Vallesi, scrittore Eros, signore dei desideri Marcus Goldman, giovane scrittore

Harry Quebert, stimatissimo scrittore americano

Narciso, l’amore che ciascuno ha per se stesso Salvatore, un amico d’infanziaL’anziana prozia CarolinaAlter Ego

Aurora, New Hampshire - New YorkLa vita che si gioca giocandoFirenzeNapoliLocation

Il cadavere di Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anniIl Destino, Edipo e infi ne la MorteRicordi e rifl essioniUomini bellissimi e donne volitiveCo-Protagonisti

Estate 1975. Nola Kellergan, 15 anni, scompare misteriosamente.

Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Ma nella primavera del

2008, il professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori

più stimati d’America, viene accusato dell’omicidio

Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua rifl essione la partita della vita, e le regole

complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra

identità

Mentre sorseggia il cappuccino come ogni mattina Enrico legge sul giornale che in un confl itto a fuoco con i carabinieri, è rimasto

ucciso un rapinatore. Il nome della vittima fa riemergere in lui ricordi

importanti

Dopo la laurea Emma viene invitata a casa della prozia che le regala un anello di famiglia molto singolare. Lei, invece di partire per le vacanze

inizia a scavare nel passato di famiglia

Intrigo

Il cadavere della ragazza viene ritrovato nel giardino della

villa dello scrittore. Convinto dell’innocenza di Harry, un suo

amico scrittore, Marcus Goldman, abbandona tutto e decide di

condurre la sua personale inchiesta

I momenti autobiografi ci, le narrazioni, gli incontri, i

ricordi, sono sempre sorretti da un’inesauribile tensione

intellettuale e fi losofi ca ma capaci di aprirsi, ora piú che mai, anche alle passioni e agli slanci, persino

alla malinconia

Salvatore, il compagno di scuola turbolento che gli aveva insegnato come difendersi dalla violenza della strada. Ai ricordi di Enrico si alterna

il racconto del suo ritorno nella città natale e le rifl essioni sulle

gioie e delusioni del matrimonio e del suo mestiere di scrittore

Conosce le vite degli uomini bellissimi e infedeli e delle donne volitive della famiglia Cortesi e inizia a capire se stessa; ed è

sempre più chiaro che all’anello è legato un segreto bruciante...

Forse solo lei può scoprire la verità nascosta nel passato

Finale

Un giallo che travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima

pagina. Geniale, divertente, appassionante, capace di stregare

prima la Francia, poi il mondo intero

Il libro è un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta del sé e dell’altro, guidati da un Io che è

l’unico possibile testimone diretto dell’esperienza.

Un ritorno a casa in cerca di risposte ai propri tormenti, per

scoprire quello che tanti anni prima si era lasciato alle spalle, ma anche

per capire cosa è diventata nel frattempo la sua vita

Rievocando sul fi lo dell’emozione le vicende di una grande famiglia borghese napoletana, la Schisa dà

vita a un racconto luminoso, un affresco di intensa umanità

Cosa dire del libro

Joel Dicker La Verità sul caso Harry

QuebertBompiani, pp. 784

€ 19.50

Eugenio ScalfariL’amore, la sfi da, il destino

Einaudi, pp. 134€ 17.50

Gianrico Carofi glioIl bordo vertiginoso delle

coseRizzoli, pp. 250

€ 18.50

Brunella SchisaLa scelta di GiuliaMondadori, pp. 312

€ 16.50

Leggere…

Brunella Schisa Enrico Carofi glio Eugenio Scalfari Joel Dicker

Occorre riscrivere la propria storia per comprenderne davvero il nucleo La vita di ognuno sembra mossa da un destino esteriore. Ma è l’Io

più profondo a compiere scelte determinanti: siano fughe o ritorni

Finale

Leggere

CrucilibroCrucilibro2626

Page 76: Chioggia ott2013 n127

26 Concerti e non solo

SGUARDO A NORDEST

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. E gli organizzatori veneti partono con un tour in tutta Italia a caccia di inter-viste. Che fosse un’idea dirompente lo si era capito fi n dall’inizio. “Avere la

barba” nasce infatti come cristallizzazione di un fenomeno esistente, una moda, un trend, una mania, uno stato mentale: chiamatelo come volete, ma di fatto è un sentimento diffuso. “Quando inizi a farla crescere, c’è sempre un motivo”, dicono Claudio Traina, event manager bassanese con la passione dei tatuaggi, Alessandro Toso di Cittadella, appassionato di arte contemporanea, e Diego Santi di Castello di Godego, nel Trevigiano, fotografo per diletto. In pochi mesi sui social network e sul sito internet www.averelabarba.it i contatti sono stati migliaia. E solo scorrendo le interviste, le parole, i commenti del popolo del web si capisce il perché. “La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: noi vogliamo solo permettere a tutti di rac-contarla”, dicono ancora i tre veneti ideatori del progetto, che in questi giorni sono in giro per l’Italia a raccogliere interviste e pareri. “Intervistiamo chi ci contatta, vogliamo raccogliere più emozioni possibili”, spiegano. E proprio questi temi sono al centro del concorso letterario e artistico lanciato dai tre per raccogliere in un libro l’esperienza web di questi mesi. Il concorso è già iniziato e si concluderà il prossi-mo 31 gennaio 2014. È aperto ad opere letterarie (massimo 15.000 caratteri), artistiche o foto sul tema della barba. Il premio? È il fatto stesso di partecipare nel creare la fi losofi a condivisa dell’Avere la barba, e questo la dice lunga sullo stile del gruppo e sul perché i fans si sommano ad ogni ora. Tutte le opere saranno infatti diffuse tra la community dei barbuti. Le più meritevoli avranno la possibilità di entrare nel libro, che sarà pubblicato nell’estate 2014, e che rappresenterà l’opera omnia del progetto, raccogliendo testi, interviste e immagini del mondo barbuto. L’iscrizione al concorso è gratuita, i dettagli sono nel bando reperibile su www.ave-relabarba.it. Non resta che ricordare chi sono i tre barbuti al centro dell’attenzione nazionale, anche a seguito di recensioni sui blog di moda. Ad ideare il progetto, tre menti. Claudio Traina, 22enne residente a Bassano del Grappa, nel Vicentino, organizzatore di eventi e già noto nell’ambiente underground per la creazione di un marchio di vestiti, oltre che per la propria passione per i tatuaggi. Alessandro Toso, 26enne di Cittadella, nel Padovano, che cura il blog www.unoravanti.com, dal quale dal 2010 propone lavori di giovani artisti. Di professione, lavora in una web agency. Inoltre da un anno sviluppa autonomamente “The event fi nder”, un’applicazione web che permette di ricercare eventi. Il terzetto si chiude con Diego Santi, 27enne di Castello di Godego, nel Trevigiano, appassionato di fotografi a che da poco ha lanciato il sito di annunci gratuiti www.greenclick.it con lo scopo di risollevare il settore del verde e favorire il vero mercato a chilometro zero. Di professione, aiuta a trovare lavoro agli altri. Per contatti e informazioni - Uffi cio Stampa di Avere la Barba - [email protected]

AVERE LA BARBA, NASCE UN CONCORSO NAZIONALE IDEATO DA VENETI

12 luglio - Padova, Stadio EuganeoLIGABUE “MONDOVISIO-NE TOUR - STADI 2014”

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo di Padova. Il primo grande appuntamento dell’estate 2014. Il 26 novembre 2013 esce il nuovo album di inediti “Mondovisione”Il 12 luglio 2014 arriva Ligabue! Lo so siamo in anti-cipo. Ma se si pensa che ormai i biglietti si acquistano sempre più via internet posso dire che la ricerca del biglietto è già iniziata. L’appuntamento con la rockstar italiana sarà allo Stadio Euganeo, a Padova, che dopo gli eventi dell’estate 2013 e la lunga programmazione invernale, si conferma “Città della musica” anche per il 2014.L’attesa cresce e infatti le date di Roma (30 e 31 maggio allo Stadio Olimpico) e Milano (6 e 7 giugno allo Stadio San Siro) sono già raddoppiate.Per la data di Padova i biglietti sono iniziati in prevendita dal 5 novembre.Il 26 novembre 2013, ad oltre 3 anni da “Arrivederci, Mostro!”, uscirà “MONDOVISIONE”, il nuovo atteso album di inediti di LIGABUE. «Mi procuro una frattura durante un concerto – afferma il LIGA – e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È uffi ciale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”».“MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), prodotto da Luciano Luisi, è stato anticipato dal primo singolo “Il sale della terra”, al 1° posto della classifi ca dei brani più trasmessi in radio (dati Earone) ed ai vertici della classifi ca di iTunes. Sono già oltre 4 milioni le visualizzazioni su YouTube del video uffi ciale del brano (video online al link http://youtu.be/IUWtAUKYmAQ ).«“Il sale della terra” – dichiara LIGABUE – parla di una crisi che non è solo economica, ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e a ogni costo mantenerlo. È una crisi talmente drammatica che non sono riuscito a non raccontarla in una canzone: in genere non lo faccio».

“Il muro del suono”, “Ciò che rimane di noi”, “La terra trema, amore mio”, “Il volume delle tue bugie”, “La neve se ne frega”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della ter-ra”, “Nati per vivere (adesso e qui)”, “Per sempre”, “Tu sei lei”, “Con la scusa del r’n’r”, “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”: sono questi (non nell’ordine di quella che sarà la tracklist) i titoli dei brani che saranno contenuti nel nuovo album, “postati” da LIGABUE sui suoi social network uffi ciali.Inoltre, è in libreria “La vita non è in rima (per quello che ne so)”, intervista a LIGABUE sulle parole ed i testi, curata da Giuseppe Antonelli. Il volume, edito da Laterza, contiene in anteprima i testi integrali dei brani del nuovo album.

Roncade (tv) - New Age - Sabato 23 novembre 2013 BRING ME THE HORIZON

I Bring Me The Horizon, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo lavoro: “Sempiternal”

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 23 novembre 2013 BLUE IN CONCERTO

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

Conegliano (tv) - Zoppas arena - Domenica 1 dicembre 2013 MAX PEZZALI - MAX 20 LIVE TOUR

Max Pezzali da novembre stà portando il suo nuovo spettacolo dal vivo nei palasport delle principali città italiane. Il nuovo e attesissimo tour farà tappa giovedì 14 novembre al PalaGeorge di Montichiari (BS), sabato 16 al PalaFabris di Padova ed infi ne domenica 17 alla Zoppas Arena di

Conegliano (TV). Il nuovo album “Max 20” contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Pubblicato lo scorso 4 giugno, l’album si trova da settimane ai vertici delle classifi che di vendita.

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 14 dicembre 2013 GUE’ PEQUENO

Il secondo album da solista è stato dichiarato disco d’oro a sole tre settimane dall’uscita e l’estate ha visto Guè Pequeno impe-gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo di presentare live il suo “Bravo Ragazzo”, uscito a giugno 2013 per Universal. Guè Pequeno, forte del successo e dell’esperienza del precedente tour da solista, porterà sul palco uno show inaspettato e carico delle mille sfaccettature della sua perso-nalità senza dimenticare il sound internazionale dell’album.

Padova (Pd) - Gran teatro Geox - Sabato 14 dicembre 2013 ROBERTO VECCHIONI

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio dal singolo “Sei nel mio cuore”. Il disco arriva a distanza di quasi tre anni dalla raccolta “Chiamami ancora amore” e a sei anni dall’ultimo album di inediti “Di rabbia e di stelle”. Queste le parole attraverso le quali il prof. Vecchioni racconta il suo nuovo progetto: “’Io non appartengo più’ potrebbe essere defi nito un soliloquio davanti alla fi ne ma che non ha niente a che vedere con il nichilismo, lo sconforto, la resa… Piuttosto è la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo”.

IN VENETO EVENTI

Mille e ancora mille...Pagina a cura di Graziano Edi Corazza1099

POCHI SOLDI PER LA CULTURA AI COMUNI VENETI: DOVE TROVARLI?

Girando per i vari uffi ci della Cultura dei vari Comuni Veneti ci vengono comunicate spesso alcune osservazioni:”Ci sono pochi soldi per la cultura. Per le manifestazioni.” Viene da rifl ettere... Perchè la Cultura

è il nostro passato ed il nostro presente da conservare e tramandare alle generazioni future. Ormai molte manifestazioni vengono effettuate solo grazie agli sponsor. Tutto bene. Ma non si possono organizzare nei piccoli centri grosse manifestazioni con nomi popolari che richiamino un pubblico numeroso. Costa troppo. E nelle grosse città si riesce a metterne in piedi molto poche. E sempre di meno. Eppure il grande violinista Accardo ha dichiarato: ”Con i soldi di una sola serata del Festival di San Remo si terrebbe in piedi per un anno l’ orchestra della Rai!” E’ una questione di scelte. Scelte che vengono fatte negli alti livelli delle Istituzioni Pubbliche.

Se si spendono in una direzione non si possono investire in un altra.E se alcune spese vedono contrapposti ideali e visioni della politica, sul

fi ume di denaro pubblico erogato in stipendi vari per le cariche ricoperte dai vari politici regionali e provinciali, per i loro ‘’portaborse’’, per i rimborsi, ecc. ecc. siamo “quasi” tutti d’ accordo: ci vuole una riduzione sostanziale.

I soldi che non arrivano ai Comuni per organizzare eventi culturali e/o ricreativi e/o feste di piazza potrebbero benissimo essere “ricavati” dai tanti stipendi ai politici regionali e provinciali, con grande soddisfazione del popolo. Di tutti noi. L’abolizione delle province porterebbe trasferimenti economici maggiori ai comuni e così dicasi per una riduzione drastica degli emolumenti ai consiglieri ed assessori regionali.

Che ci vuole? Un pò di volontà. Nient’ altro.In fondo: diminuire i soldi pubblici ai politici regionali e provinciali e

girarli direttamente nelle casse comunali non sarebbe cosa grave.Occuparsi della “cosa pubblica” è comunque e sempre un onore. So-

prattutto quando lo si fa per lai Cultura. Cultura che inizialmente è una

spesa ma poi nella sostanza genera lavoro per i diretti interessati ed indotto economico per gli esercizi commerciali della zona nella quale la manifestazione viene organizzata.

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. R

IDEATO DA VENETI

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

portando il suo nuovo

principali città italiane. Il nuovo e attesissimo

gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio

Concerti e non soloConcerti e non solo 2727

Page 77: Chioggia ott2013 n127

i nostri EspertiA cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto un tema purtroppo sempre più attuale ovvero il furto di identità in rete e le sue conseguenze.Sino a qualche anno fa i modi attraverso i quali poteva essere rubata l’identità di una persona erano per lo più legati al furto del suo portafoglio e all’apertura dei sacchetti dell’immondizia nei quali, rovistando, venivano carpite informazioni importanti sull’identità del soggetto.Ora, con l’uso dilagante della rete e in particolare dei social network da parte pressoché di chiunque, il rischio del furto di identità o sostituzione di persona si è incrementato in maniera esponenziale anche nei confronti delle aziende. Ma andiamo con ordine. Cosa esattamente è il furto di identità? Il furto di identità consiste nell’ottenere informazioni personali riservate di un soggetto privato e/o giuridico al fi ne di sostituirsi ad esso (in tutto o in parte) attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, e

così procurarsi e/o procurare ad altri un indebito vantaggio (es. ottenendo credito con false credenziali, compiere azioni illegali) o di recare un danno (es. perdere la propria reputazione di buon pagatore e rendere diffi cile se non quasi impossibile ottenere nuovi fi nanziamenti o mutui).Come fare per tutelarsi? Quali accorgimenti adottare?Innanzitutto, quando si naviga in rete bisogna essere cauti e aver attenzione massima nel fornire i propri “identifi catori personali” – ovvero i propri dati personali e le credenziali di accesso ai conti correnti- in quanto i ladri di identità sono in agguato e non attendono altro che una nostra disattenzione.Gli accorgimenti che i singoli soggetti possono adottare per proteggersi dai furti di identità sono molteplici e tra questi possono annoverarsi: la modifi ca con continuità delle password, la distruzione particellare dei propri documenti personali (es. estratti conto, bollette pagate, contratti assicurativi,…) prima di essere gettati nella spazzatura, fornire i propri

dati identifi cativi solo se effettivamente necessario, non conservare insieme carta di credito o bancomat con i relativi codici di accesso, controllare frequentemente il proprio conto corrente, mantenere sempre aggiornati i programmi e in esecuzione il software antivirus e il fi rewall.E se rubano l’identità cosa fare?Innanzitutto bloccare immediatamente le carte di credito e tutti i conti correnti, avvertire la propria banca, il proprio provider e tutti i soggetti con i quali si usava la carta di credito, sporgere una denuncia querela avanti l’autorità.Quale tutela dà il nostro ordinamento giuridico?Il comportamento illecito di chi ruba l’identità di un altro soggetto con le fi nalità e conseguenze sopra indicate integra il reato di cui all’art. 494 del codice penale che prevede la punizione sino a un anno di reclusione. A titolo esemplifi cativo segnalo anche che secondo la Cassazione integra il medesimo reato anche il comportamento di chi apre un account di posta elettronica intestandolo

al nome di un altro soggetto. Al riguardo, infatti, non vi è dubbio che ciò determina l’induzione in errore di chi si trova ad interloquire che è convinto, giustamente, di farlo con persona diversa da quella che allo stesso viene fatta credere. Analoga considerazione giuridica va fatta per chi, una volta rubate le credenziali di accesso di un profi lo facebook di un altro soggetto, lo utilizza indebitamente.

AFFARI DI FAMIGLIA

Furto di identità in rete di privati e aziende

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Anselm Zurfl uch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che portarono ad una rapida accettazione della contraccezione ormonale negli anni settanta del secolo scorso. (Oggi 140 milioni di donne assumono la contraccezione ormonale.)1. Un motivo storico: Varie civiltà praticarono da secoli una regolazione delle nascite senza ricorso alla chimica. Era una prassi collettiva. La pillola rappresentava quindi un altro mezzo allo stesso scopo. 2. Un motivo sociale: La pillola è stata inventata, tra l’altro, per arginare “l’esplosione demografi ca” nel Terzo Mondo. La Tv per anni, alla sera riportava gli effetti catastrofi ci del boom demografi co suscitando nelle persone un senso di corresponsabilità per questa

calamità. Quindi la rinuncia ad aumentare il numero dei fi gli sembrava giustifi cata a causa del sovrappopolamento, della fame, dell’inquinamento …3. Un motivo materiale: La crescita economica del dopoguerra era, dal punto di vista storico, un fenomeno unico; il miracolo di Marshall. Ma nonostante la ricchezza il mondo industrializzato divenne refrattario ai fi gli. Nelle repubbliche socialiste dell’ Unione Sovietica invece la contraccezione ormonale non si affermò, perché sapeva troppo dell’occidente. Si usava l’aborto come un mezzo contraccettivo. In Georgia, in Lituania … l’aborto veniva praticato come UNICO intervento “sanitario” gratuito, con effetti devastanti per le popolazioni.4. Un motivo culturale: Ogni società, per poter funzionare, ha bisogno di

un’ideologia, di una cultura di massa. La società di benessere non è stata un’eccezione. I valori, quali inizialmente favorirono la società di consumo come lavoro intenso, senso del dovere, stabili relazioni familiari, sono stati interpretati in maniera diversa negli anni settanta. Emersero i valori come individualismo (non da confondere con il personalismo cristiano), tempo libero e ferie, una vita indipendente …Questi motivi, riportati un po’ per sommi capi, favorirono un’accettazione della pillola, la quale agisce sulla mucosa uterina in modo tale da impedire l’annidamento dell’ovulo fecondato (= del bambino). Siccome la pillola non è un farmaco sostenibile per venti o più anni in cui la donna è potenzialmente fertile e siccome non è consigliabile, per ragioni di salute, abortire ogni

anno, si è aggiunta un’altra tecnica: la sterilizzazione. Nell’anno 2000 si sapeva della sterilizzazione di almeno 200 milioni di persone nel mondo. Mentre il sovrappopolamento non è assolutamente un pericolo incombente né Italia, né Lituania, né Cina … Tanti di quei pochi bambini che arrivano alla dodicesima settimana di gravidanza sono sottoposti ad una diagnostica prenatale invasiva. In Germania muoiono, ogni anno, in seguito alle complicanze legate a questa diagnostica, 700 bambini (senza contare quelli in cui si riscontrano le malattie e vengono abortiti). Giovanni Paolo II chiamò questo andamento ostile alla vita “la cultura della morte”, ricordando che l’unica Via per ridare la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di alcuni dei motivi dell’accettazionedella contraccezione ormonale

di Magdalena Buszynska ([email protected])

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Page 78: Chioggia ott2013 n127

L’ARCHITETTOLe costruzioni massicce in muratura, il risparmio energetico ed il confort abitativo (parte terza)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Risparmio energetico, effi cienza acustica, materiali da costruzione.Un fabbricato effi ciente dal punto di vista energetico può consumare un decimo rispetto un edifi cio “tradizionale”, giustifi cando l’investimento per la realizzazione di un involucro performante che si rivela sempre un buon investimento anche economico per i risparmi che si possono ottenere nei consumi di energia. Non si può sottovalutare, inoltre, il contributo per la tutela dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica concausa dell’effetto serra che provoca il riscaldamento del pianeta terra. La costruzione massiccia (Foto 1), grazie alla sua massa, ha un buon comportamento acustico rispetto il rumore esterno; l’attenzione va posta sulle fi nestre, che sono il punto debole, scegliendole fra quelle con un buon indice di isolamento acustico e curandone attentamente la posa in opera.Per ovviare al rumore di calpestio il mercato offre svariati prodotti; va osservato il principio massa-molla-massa alternando nella stratigrafi a dei pavimenti gli strati con elevato peso specifi co (massetti) a quello o quelli più “soffi ci”.Per la costruzione degli edifi ci del tipo

che stiamo trattando si utilizza il laterizio pieno, semipieno, porizzato lavorati, generalmente, con malta di calce; i blocchi di laterizio possono essere rettifi cati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o

colle apposite per ridurre il ponte termico delle fughe di malta. Meno diffusi sono i blocchi in silicato di calcio, prodotti a pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi in calcestruzzo cellulare composti da una

miscela di sabbia quarzifera, cemento e calce con l’aggiunta di polvere di alluminio come agente espandente, i blocchi di granuli di argilla espansa a 1.200 °C, i blocchi-cassero in legno-cemento prodotti con la mineralizzazione di un impasto di legno di recupero e cemento; questi blocchi vengono posati a secco ed all’interno viene gettato il calcestruzzo armato; ne esistono diverse versioni, riconducibili alla tipologia di blocchi con inserti di materiale isolante polistirene o sughero.Le capacità isolanti dei blocchi nominati variano dai valori elevati dei blocchi in laterizio normale (isolano poco), a valori medi nel caso dei blocchi cassero il legno-cemento a valori bassi (isolano bene) nel caso dei porizzati e dei blocchi in calcestruzzo cellulare; alcune fornaci hanno messo a punto blocchi rettifi cati in laterizio da tamponamento con buone prestazioni termiche grazie alla prevalenza dei vuoti rispetto le parti piene; altre ancora commercializzano blocchi rettifi cati riempiti con materiale isolante (perlite, lana di roccia ecc.) per migliorarne le prestazioni termiche.

(Segue nel prossimo numero)

Foto 1: Costruzione massiccia in laterizio.

POLIAMBULATORIO SARMEOLA MEDICA | VIA TICINO 26 - SARMEOLA - RUBANO (PD) - Tel. 049 8978335 Fax. 049 8987877 | [email protected]

Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.

Perché si formano i blocchi muscolari?I blocchi muscolari possono essere causati da agenti esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, un incidente automobilistico o un problema correlato all’attività lavorativa; sforzi fi sici inusuali, il persistere in una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo.

Come si formano i blocchi muscolari?Quando la causa è un agente esterno (traumi) le articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, possono subire delle modifi cazioni funzionali che provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della eliminazione dei rifi uti. I tessuti meno nutriti subiscono disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione che portano al blocco muscolare.Quando la causa siamo noi stessi conducendo una vita sedentaria (automobile, bicicletta elettrica, ascensore, taglia siepe a motore, motosega, ecc.),

assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cena-poltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fi sici ed emotivi con una serie di meccanismi fi siologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modifi cazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modifi cazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.

Come avviene la contrattura di difesa?- Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale di condizione di stress al sistema nervoso centrale;- il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre diversi muscoli associati al punto di dolore;- i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca risposte simpatiche che inducono modifi cazioni vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco o trigger) e attorno ad essa;- il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando la loro risposta (basti pensare che una loro azione continua provoca il precoce invecchiamento delle cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfi sema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.); danneggiano i globuli rossi causando la rottura

delle cellule (emolisi);- l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infi ammatorio; - l’infi ammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifi uti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione;- la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti;- la scarsa irrorazione provoca gonfi ore dei legamenti, edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, discopatie, nevralgie; - l’articolazione sofferente secerne istamina; - l’istamina impedisce una buona circolazione arteriosa;- la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modifi cazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona; - l’aumento del fl usso di impulsi in partenza dai nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo vizioso;- quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger

di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fi ne lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all’aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore;- se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie.

In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, esaminando le cause di accentuazione del dolore, abbiamo visto cosa siano i “blocchi muscolari”, perché e come si formino e come avvengano le contratture di difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa consista l’eliminazione dei blocchi muscolari.

Viaggio nella terapia alternativa (2° puntata)

SALUTEMessaggio puBBliCitaRio

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L’ARCHITETTOLe costruzioni massicce in muratura, il risparmio energetico ed il confort abitativo (parte terza)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Risparmio energetico, effi cienza acustica, materiali da costruzione.Un fabbricato effi ciente dal punto di vista energetico può consumare un decimo rispetto un edifi cio “tradizionale”, giustifi cando l’investimento per la realizzazione di un involucro performante che si rivela sempre un buon investimento anche economico per i risparmi che si possono ottenere nei consumi di energia. Non si può sottovalutare, inoltre, il contributo per la tutela dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica concausa dell’effetto serra che provoca il riscaldamento del pianeta terra. La costruzione massiccia (Foto 1), grazie alla sua massa, ha un buon comportamento acustico rispetto il rumore esterno; l’attenzione va posta sulle fi nestre, che sono il punto debole, scegliendole fra quelle con un buon indice di isolamento acustico e curandone attentamente la posa in opera.Per ovviare al rumore di calpestio il mercato offre svariati prodotti; va osservato il principio massa-molla-massa alternando nella stratigrafi a dei pavimenti gli strati con elevato peso specifi co (massetti) a quello o quelli più “soffi ci”.Per la costruzione degli edifi ci del tipo

che stiamo trattando si utilizza il laterizio pieno, semipieno, porizzato lavorati, generalmente, con malta di calce; i blocchi di laterizio possono essere rettifi cati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o

colle apposite per ridurre il ponte termico delle fughe di malta. Meno diffusi sono i blocchi in silicato di calcio, prodotti a pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi in calcestruzzo cellulare composti da una

miscela di sabbia quarzifera, cemento e calce con l’aggiunta di polvere di alluminio come agente espandente, i blocchi di granuli di argilla espansa a 1.200 °C, i blocchi-cassero in legno-cemento prodotti con la mineralizzazione di un impasto di legno di recupero e cemento; questi blocchi vengono posati a secco ed all’interno viene gettato il calcestruzzo armato; ne esistono diverse versioni, riconducibili alla tipologia di blocchi con inserti di materiale isolante polistirene o sughero.Le capacità isolanti dei blocchi nominati variano dai valori elevati dei blocchi in laterizio normale (isolano poco), a valori medi nel caso dei blocchi cassero il legno-cemento a valori bassi (isolano bene) nel caso dei porizzati e dei blocchi in calcestruzzo cellulare; alcune fornaci hanno messo a punto blocchi rettifi cati in laterizio da tamponamento con buone prestazioni termiche grazie alla prevalenza dei vuoti rispetto le parti piene; altre ancora commercializzano blocchi rettifi cati riempiti con materiale isolante (perlite, lana di roccia ecc.) per migliorarne le prestazioni termiche.

(Segue nel prossimo numero)

Foto 1: Costruzione massiccia in laterizio.

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Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.

Perché si formano i blocchi muscolari?I blocchi muscolari possono essere causati da agenti esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, un incidente automobilistico o un problema correlato all’attività lavorativa; sforzi fi sici inusuali, il persistere in una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo.

Come si formano i blocchi muscolari?Quando la causa è un agente esterno (traumi) le articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, possono subire delle modifi cazioni funzionali che provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della eliminazione dei rifi uti. I tessuti meno nutriti subiscono disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione che portano al blocco muscolare.Quando la causa siamo noi stessi conducendo una vita sedentaria (automobile, bicicletta elettrica, ascensore, taglia siepe a motore, motosega, ecc.),

assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cena-poltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fi sici ed emotivi con una serie di meccanismi fi siologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modifi cazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modifi cazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.

Come avviene la contrattura di difesa?- Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale di condizione di stress al sistema nervoso centrale;- il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre diversi muscoli associati al punto di dolore;- i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca risposte simpatiche che inducono modifi cazioni vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco o trigger) e attorno ad essa;- il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando la loro risposta (basti pensare che una loro azione continua provoca il precoce invecchiamento delle cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfi sema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.); danneggiano i globuli rossi causando la rottura

delle cellule (emolisi);- l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infi ammatorio; - l’infi ammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifi uti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione;- la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti;- la scarsa irrorazione provoca gonfi ore dei legamenti, edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, discopatie, nevralgie; - l’articolazione sofferente secerne istamina; - l’istamina impedisce una buona circolazione arteriosa;- la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modifi cazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona; - l’aumento del fl usso di impulsi in partenza dai nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo vizioso;- quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger

di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fi ne lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all’aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore;- se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie.

In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, esaminando le cause di accentuazione del dolore, abbiamo visto cosa siano i “blocchi muscolari”, perché e come si formino e come avvengano le contratture di difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa consista l’eliminazione dei blocchi muscolari.

Viaggio nella terapia alternativa (2° puntata)

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Page 80: Chioggia ott2013 n127

IL DIRITTO PER IL CITTADINO

Che cos’è il certifi cato di agibilità e cosa fare quando manca

Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

Il certifi cato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifi ci e degli impianti negli stessi installati (così dice l’art. 24 T.U. D.P.R. 380/2001).Ricorderà il lettore che una volta si parlava anche di abitabilità; così infatti si esprimeva una vecchia legge del 1934, secondo cui l’occupazione di un edifi cio, senza la preventiva certifi cazione di abitabilità, costitutiva il presupposto di un illecito penale. Nel tempo, con l’emanazione di altre leggi, al termine abitabilità si era affi ancato quello di agibilità, senza che fossero chiari i confi ni tra i due concetti. Fino a quando, con l’entrata in vigore del Testo Unico sull’Edilizia (T.U. 380/2001), il termine “abitabilità” è stato sostituito dal

termine “agibilità”. È importante, prima di tutto, precisare che avere in mano il certifi cato di agibilità non garantisce la regolarità urbanistica ed edilizia del fabbricato trasferito e non sana eventuali abusi commessi, tant’è vero che il Comune ben può avviare un procedimento per la repressione di abusi edilizi commessi anche con riguardo ad edifi ci già dichiarati agibili. Occorre, quindi, prestare attenzione a che il venditore abbia anche tutta la documentazione che provi la regolarità urbanistica del bene (licenza, concessione edilizia, permesso di costruire, eventuali condoni ecc.).Sotto il profi lo formale, va rilevato che nella compravendita di edifi ci non grava sulle parti, in particolare sul venditore,

l’obbligo di allegare il certifi cato di agibilità; la sua mancanza, infatti, non determina l’invalidità dell’atto posto in essere, anche perché non esiste nessuna norma, sia per il contratto preliminare che per il defi nitivo di vendita, che prescriva l’allegazione dello stesso sotto pena di nullità. Si possono quindi vendere ed acquistare edifi ci anche in mancanza del certifi cato di agibilità e questo non confi gura alcun illecito. E così accade frequentemente, del resto, nel caso di acquisto di immobili c.d. “sulla carta” (da costruire o in corso di costruzione).Nella sostanza, però, le cose sono in parte diverse, perché è chiaro che con la sottoscrizione del contratto di vendita, l’acquirente intende non solo ottenere la proprietà

dell’immobile, ma anche servirsi di tale bene in futuro. Qualcosa, quindi, non funziona se chi compra un immobile per abitarlo poi non lo possa fare per mancanza del certifi cato in questione.Pur non mancando discussioni sul punto, la giurisprudenza riconosce che la vendita di un immobile destinato ad uso abitativo, ma sprovvisto dell’agibilità determini la carenza di una qualità essenziale del bene, per cui, in favore dell’acquirente, scatta il

diritto a risolvere il contratto e ad ottenere il risarcimento (es. Cass. 29 agosto 2011, n. 17747). In conclusione, il consiglio per evitare brutte sorprese, in casi “sospetti”, è quello di svolgere alcune verifi che direttamente con l’uffi cio competente del Comune di riferimento, per verifi care se vi sia qualche motivo ostativo al rilascio dello stesso, e rivolgersi ad un notaio di fi ducia, segnalando immediatamente casi sospetti.

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Il problem solvingDott. Lara Tasso

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: [email protected]

La vita di tutti i giorni è costellata di problemi, e proprio per questo una competenza fondamentale è quella di essere in grado di gestirli, per riuscire a raggiungere i propri obiettivi.La capacità di risolvere i problemi (problem solving) è una competenza trasversale molto cercata dalle aziende, che cercano di rilevarla attraverso domande mirate nei colloqui di lavoro, e spesso costruendo situazioni che mettono in diffi coltà il candidato, per vedere come le gestisce. Il problem solving è una competenza strategica, ritenuta da molti ancora più importante delle competenze tecniche e specifi che. Per un’azienda è più importante avere nel proprio staff persone che sanno risolvere e gestire la complessità, anziché collaboratori esperti da un punto

di vista tecnico e specialistico, ma che si bloccano davanti alla prima situazione che diverge dal percorso principale.Il problem solving si può affi nare attraverso la pratica, e anche attraverso determinati studi. Facoltà come ingegneria o fi losofi a, per esempio, aiutano i propri studenti a sviluppare più di altre questa competenza.Il problem solving può essere descritto come la capacità di osservare la realtà da punti di vista diversi, mettendo insieme risorse logiche, critiche e creative. Il problema non è l’ostacolo, ma è una condizione che ci spinge a trovare nuove soluzioni per raggiungere gli obiettivi quando siamo in presenza di un impedimento. Per esempio, se lungo la strada trovo un grosso macigno che mi impedisce il passaggio,

la soluzione potrebbe essere quella di percorrere un piccolo tratto fuori dalla carreggiata, per poi riprendere il percorso. Il problema ci spinge, quindi, ad un cambiamento, e per questo non è sempre negativo, ma può anzi tradursi in opportunità perché ci permette di individuare nuove alternative.In molte situazioni la soluzione dei problemi deriva dalla conoscenza, in altre da insight creativi. In quest’ultimo caso la soluzione può sembrare improvvisa, anche se spesso è il risultato di una serie di ragionamenti precedenti. Ne sono un esempio tutte quelle situazioni in cui non riusciamo a trovare la soluzione, ma ad un certo punto si accende come una lampadina e si risolve il problema.Uno dei tanti ostacoli alla

soluzione dei problemi è, per esempio, il trinceramento, che consiste nell’utilizzare sempre la stessa strategia per risolvere problemi che sono, invece, diversi da quelli affrontati in precedenza. Un altro ostacolo è rappresentato dall’utilizzo di stereotipi, che ci portano

ad ipergeneralizzare, senza osservare con attenzione gli aspetti contingenti della realtà.Per concludere, evidenziamo che se c’è il problema c’è necessariamente anche una soluzione, sta a noi allenare la nostra mente per trovarla in poco tempo.

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Page 81: Chioggia ott2013 n127

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in giorno.• La gentilezza a pa-role crea confidenza. La gentilezza nei pen-sieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore.• La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è.

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avere programmi per la sera.• Qual è il colmo per due scheletri? Esse-re amici per la pelle.• Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso.

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FResCHi. aBBiaMo aggiunto CRoCCante BResaola al posto Del piÙ sContato speCK, inFatti Ha un sapoRe Meno intenso, CHe Meglio si È CoMBinato Con Quello Di ZuCCa e RosMaRino.una VaRiante Rispetto al ClassiCo Risotto, peR un piatto altRettanto gustoso e RiCCo.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 385g FaRRo

2 spiCCHi Di ZuCCa MantoVana (CiRCa 360g)30g BResaola a Fette

1/4 Cipolla BianCa

20g peCoRino RoMano gRattugiato

2 CuCCH MostaRDa Di Mele Cotogne

2 DaDi Vegetali olio eVo

RosMaRino

sale

CuoCeRe la ZuCCa nella VapoRieRa.aFFettaRe la Cipolla e soFFRiggeRla nella pentola Con l’olio, VeRsaRe la ZuCCa e FaR insapoRiRe.uniRe poi il FaRRo e poRtaRe a CottuRa Con i DaDi e l’aCQua. aggiungeRe il RosMaRino, la MostaRDa e RegolaRe Di sale se neCessaRio.FaR aBBRustoliRe le Fette Di BResaola in una paDella antiaDeRente.ManteCaRe il FaRRo Con il peCoRino eD uniRe la BResaola sMinuZZata.seRViRe DeCoRanDo Con QualCHe ago Di RosMaRino FResCo.

MANUELA E SILVIA BIZZO

COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO SOGNO D’AUTUNNO

INGREDIENTI:ingReDienti: 6/10 VoDKa WiBoRoWa, 2/10 auRuM, 2/10 Banana D.KuYpeR, goCCe Blu CuRaCao Bols, CHuCCHiaino Di gelato al liMone.sHaKeRaRe Con gHiaggio e seRViRe nella Coppa CoCKtail Con alCune goCCe Di sCiRoppo Di Rosa FaBBRi. il ColoRe È un QuaDRo FutuRista, il pRoFuMo È Di CoMposta Di FRutta, il sapoRe È aVVolgente, piaCeVolMente DolCe. un CoCKtail Da Dopo Cena.

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LA RICETTA

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INGREDIENTI BisCotto: 60 gR. Di alBuMi, 60 gR. Di ZuCCgeRi, 12 gR. Di FaRina 00, 24 gR. Di FaRina Di ManDoRle, 24 gR. Di BuRRo Fuso. seMiFReDDo: 125 gR. Di latte, 3 Rossi D’uoVo, 100 gR. Di ZuCCHeRo, 40 gR. Di aCQua, 40 gR. aCeto Di laMponi, 24 Belle FRagole, un piCColo CoRnetto Con CioCColato Fuso.ESECUZIONE BisCotto: a neVe i BianCHi, MesColaRe le Due FaRine, lo ZuCCHeRo e setaCCiaRli nei BianCHi MesColanDo DeliCataMente, uniRe peR ultiMo il BuRRo e MetteRe in una plaCCa antiaDeRente - RiVestita Di CaRta FoRno, iMBuRRata e inFaRinata - Di CM. 25 X15. CuoCeRe peR 20 Min. a 160°. QuanDo saRÀ Cotto, giRaRe il BisCotto su un taglieRe e FaRlo RaFFReDDaRe. seMiFReDDo: BolliRe il latte eD uniRe l’aniCe, lasCiaRe in inFusione 1 oRa; sBatteRe i Rossi Con MetÀ ZuCCHeRo, FaR RiBolliRe il latte, VeRsaRe l’altRa MetÀ Di ZuCCHeRo sui Rossi e MesColaRe, RiMetteRe sul FuoCo e poRtaRe a CiRCa 90°, Fino al pRiMo aCCenno Di BolloRe. FiltRaRe Con un Colino e sBatteRe VeloCeMente Con uno sBattitoRe peR 15 Min.: DiMinuiRe la VeloCitÀ e ContinuaRe a sBatteRe peR altRi 15 Min., Fino a CoMpleto RaFFReDDaMento, MetteRe in FRigoRiFeRo peR alMeno MeZZ’oRa Ma non piÙ Di 2 oRe peR poRtaRe aD una teMpeRatuRa Bassa. tRasCoRso Questo teMpo MontaRe la panna peR uniRla al CoMposto. CoppaRe il BisCotto nella FoRMa Degli staMpini CHe anDRanno a ConteneRe i seMiFReDDi, DiViDeRe il CoMposto in 4 staMpini e giRaRVi sopRa i peZZi Di BisCotto. MetteRe in CongelatoRe a -18° peR alMeno 2 oRe. CaRaMellaRe lo ZuCCHeRo Con l’aCQua, BagnaRe Con l’aCeto Di laMponi e CuoCeRe Fino a CoMpleto sCiogliMento Del CaRaMello, teneRe in DispaRte Ma seMpRe nella pentola. giRaRe i seMiFReDDi su 4 piatti, sCalDaRe il CaRaMello all’aCeto Di laMponi eD uniRVi le FRagole, laVate e pRiVate Del piCCiolo, FaRle intiepiDiRe e DispoRle attoRno ai seMiFReDDi Con un pÒ Di sCiRoppo, una guaRniZione Di CioCColato aMaRo e una Foglia Di Menta.

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Sarà il prossimoSarà il prossimoSarà il prossimo

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BILANCIA 2 3/09

AL 22/10FASCINO saRete un po’

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peReRete gRinta e seX-appeal. i senti-

pRenDeRanno stRaDe apeRte e lineaRi: BanDo alle DietRologie · SALUTE aBituDini piÙ salutaRi, QualCHe attiVitÀ all’aRia apeRta e tRattaMenti linFoDRenanti soRti-Ranno eFFetti MiRaColosi

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Con la VostRa natuRa estRoVeRsa. sensualitÀ e sentiMento al top SALUTE insiDie all’oRiZZonte peR le DiFese iMMunitaRie: pRoteggete la sCHiena e l’appaRato DigestiVo. RiMeDi natuRali

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO l’aMoRe

È solo VostRo, Vis-suto in ManieRa Molto piÙ inteRi-oRiZZata e RoMantiCa. aVVentuRe in aRRiVo · SALUTE CoMpatteZZa MusColaRe e ottiMa FoRMa Mentale. ConCentRateVi su DisCipline e teRapie olistiCHe piÙ spiRituali

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO RinnoVato en-tusiasMo nelle RelaZioni,

all’insegna Delle noVitÀ, Della soCialitÀ Fatta Di slanCi e ConDiVisione · SALUTE ReCupeReRete

Con gRaDualitÀ tutte le eneRgie Ma eVitate il Fitness iMpRoVVisato e al-Cun tipo Di tRasCuRateZZa

PESCIDAL 20/02AL 20/03

ASCINO l’aMoRe RiaCQuisteRÀ tutta

la sua CaRiCa eneRgetiCa e ispiRante CHe peR il VostRo CaRatteRe sono linFa Vitale · SALUTE potRete soF-FRiRe Di una FoRMa non ottiMale o Di QualCHe tensione a CaRiCo Della sCHiena. agite teMpestiVaMente

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO Belli nel CoRpo e nello spiRito,

attiReRete stuoli Di aMMiRatoRi, Con ottiMe oppoRtunitÀ Di sVagHi e nu-oVe ConosCenZe · SALUTE la gRinta Di Cui saRete pRoVVisti Vi aiuteRÀ a FaRe inCetta Di tRaguaRDi o peR sen-tiRVi al RipaRo Da pRoBleMi VaRi

DAL 21/04 AL 20/05

ASCINO Vi FaRete DesiDeR-

, attenti peRÒ a non tiRaRe tRoppo la CoRDa potReste peRDeRe QualCosa Di iMpoR-tante · SALUTE gRanDe ReCupeRo Di eneRgia e Voglia Di FaRe. sFRuttate le Belle gioRnate peR RiCaRiCaRVi a Contatto Con la natuRa

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RiseRVeRete VostRe MiglioRi Doti

intellettuali eD espansiVe ai RappoRti ConsoliDati. DiFFiDate Del MoRDi e Fuggi · SALUTE eVitate stRapaZZi e aliMentaZione DisoRDinata, e CuRate paRtiColaRMente il Riposo e il Ril-assaMento

CANCRO 22/06

22/07ASCINO nuoVo slanCio DinaMiZZaRe i MÉnage

piÙ aBituDinaRi pRopositiVi nei ConFRonti Di eVentuali nuoVe aMiCiZie · SALUTE Buoni stiMoli peR RenDeRe ContinuatiVo l’iMpegno nel Fitness, e i Buoni pRopositi Con ot-tiMi RisContRi

LEONE 23/07

AL 23/08FASCINO aVRete Voglia Di FaRe pRo-getti e Di supeRaRe BaRRieRe o DistanZe. Fatelo, È Questo il

teMpo giusto peR agiRe · SALUTE saRete in FoRMa sCattante: Capelli BellissiMi, gaMBe toniCHe e leggeRe. oCCHio alla BRillanteZZa Mentale, entusiasMo!

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO l’eRos paRtiRÀ in soRDina, Con aVanCes

passionali alteRnate aD enigMatiCi DistaCCHi. si ReCupeRa in FRetta · SALUTE DeDiCateVi a Dis-Cipline legate al MoViMento e alla soCialitÀ: WalKing, ginnastiCa pos-tuRale, spoRt Di gRuppo

Oroscopo

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Page 84: Chioggia ott2013 n127

Protagonisti a NordestProtagonisti a Nordest

L’intervista

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Padova Fiera premia Cicli OlympiaQuest’anno Olympia festeggia 120 anni di attività e in occasione di Expobici 2013, la fi era internazionale della bicicletta che si è tenuta a Padova lo scorso settembre, Olympia ha visto riconosciuto il contributo dato alla regione ed al ciclismo: dalle mani di Paolo Coin, AD di Pado-vaFiere S.p.A., l’azienda ha ricevuto un premio per i suoi 120 anni di attività. Parimenti, la sua bici Leader, gioiello da strada dotato di freni a disco e telaio in multifi bre di carbonio alto modulo, ha ricevuto l’Innova-tion Award per la creatività, le soluzioni tecnologiche ed il design.

120 anni: le ruote delle bici Olympia, di Piove di Sacco (PD) hanno attraversato due secoli di strade e sono arrivate, più tecnologiche e ricercate che mai, nel XXI secolo.

120 Anni, un traguardo impor-tantissimo, che poche aziende nel mondo della bici possono vantare. Imparare dal passato ma guardare al futuro: ecco come opera Olym-pia oggi. E a EXPOBICI Padova 2013 l’azienda vede riconosciuta la propria storia con un premio alla “carriera” ed uno alla sua bici “LE-ADER”, bici che ha vinto il premio “INNOVATION AWARD 2013”, consegnato a Padova in occasione del EXPOBICI.Azienda leader nel settore dell’ mtb e delle bici da corsa, fi ore all’oc-chiello del Made in Italy ciclistico, Olympia, con sede a Piove di Sacco (PD) è un marchio profondamente radicato nel territorio veneto (è pro-babilmente il secondo produttore della regione, per quantità/qualità); tuttavia le sue origini ci portano in Lombardia e precisamente, a Mila-no. Fondata nella capitale mene-ghina da Carlo Borghi, nel 1893, Olympia è uno dei più vecchi mar-chi della storia del nostro ciclismo, secondo solo a Bianchi (1885). Attenta alle tendenze di mercato ed alle innovazioni (basti pensare che nella sua gamma di inizio at-tività fi guravano anche apprezzati modelli di motocicli e di velocipe-di) Olympia si dedica, nel tempo, unicamente al ciclismo. Con le maglie Olympia, dai caratteristici colori bianchi con fascia nera, cor-rono tanti grandi: da Enrico Mollo, che arriverà secondo al Giro d’I-talia (1940) a Gaetano Belloni (il rivale di Girardengo) fi no a Pietro Chiappini che con i colori Olympia vincerà una Milano-Torino (1941) e arriverà 3° alla Milano-Sanremo (1941) davanti a Fiorenzo Magni. Dinamico e attento alle mode, Bor-ghi affi da l’immagine di Olympia ad uno dei più grandi illustratori del tempo (papà di tanti cartelloni fa-mosi, dal Campari allo champagne Cliquot al Fernet Branca): Luciano Achille Mauzan. Le maglie storiche Olympia, i poster di Luciano Achille Mauzan e tanti memorabilia storici, sono tuttora oggetto di un acceso mercato del collezionismo.Agli inizi degli anni 60’ del secolo scorso, Olympia passa nelle mani

Paolo e Vittorio Fontana, pionieri della produzione di bici di qualità

Olympia fiore all’occhiello del made in Italy, con 120 anni di storia

Paolo e Vittorio Fontana

della famiglia Fontana che ne tra-sferisce la produzione in Vene-to. Negli anni ’80 i giovani cugini Fontana, Paolo e Vittorio, rilevano l’eredità dei genitori e rilanciano il

marchio. Oggi, l’azienda è sempre di proprietà della famiglia Fontana e a Paolo e Vittorio si sono aggiun-ti i fi gli: Michela Fontana (fi glia di Paolo) e Antonio Fontana (fi glio di

Vittorio).La Olympia del 2000 opera nel mo-dernissimo stabilimento di 4400 mq di Piove di Sacco (PD) ed il gruppo conta anche il prestigioso marchio

Scapin e, con azionariato diverso, il marchio Frera. Scapin, altro storico brand veneto, è sinonimo nel mon-do di altissima tecnologia e artigia-na capacità ed un suo modello di mtb, la “Rudolf”, è addirittura as-surto all’olimpo del design, vincen-do il premio italiano “Compasso d’Oro”. Anche Olympia, nel 2009, viene inserita nell’ADI DESIGN IN-DEX, annuario italiano del design che raccoglie le produzioni più bla-sonate.Il gruppo Olympia conta una forza lavoro interna di 25 dipendenti ed un indotto di oltre 200 persone: tutta la progettazione, il design e l’assemblaggio (manuale, per scel-ta e cura, senza catene di montag-gio!) delle bici è interno all’azienda. La gamma copre tutti i segmenti di mercato, nella fascia alta, medio alta e media: mtb da competizione XC, mtb da escursione, mtb da di-scesa, bici da strada, bici ibride, city bike, pregevoli bici da turismo, una bici pieghevole (ZIP- per la barca o l’auto /caravan) ed una gamma particolarmente apprezzata di bici elettriche. Oggi, telai dalle forme sofi sticate, leggerissimi, si affi an-cano a biciclette destinate ad un pubblico amatoriale, che tuttavia richiede qualità e fi nitura inecce-pibili.Fiore all’occhiello del brand è anche la presenza sportiva, in particolare nel settore della mountain bike di alto livello, dove Olympia è sponsor di atleti di calibro internazionale, come il campione marathon Mar-zio Deho. Molte le iniziative in corso per fe-steggiare i 120 anni di attività: tra di esse anche un modello esclusivissi-mo, la 849, con un telaio che riporta in auge la Superleggera ed infrange la barriera degli 850g di peso. E tra le idee curiose segnaliamo la pagi-na facebook https://www.facebo-ok.com/OlympiaBikes?fref=ts : gli utenti sono stati invitati a “posta-re” la loro bici Olympia, di qualsiasi epoca e modello. Così, si creerà un meraviglioso album virtuale che farà scoprire il glorioso marchio at-traverso i suoi due secoli di storia.

BICI MOD. LEADER VINCITRICE DEL PREMIOINNOVATION AWARD 2013

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