Chioggia nov2015 n131

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Viale Mantova, 19- 30015 Sottomarina di Chioggia (Ve) - Vicino Naturhouse Chioggia Mutui, Prestiti, Assicurazioni? Un consulente Kiron, la risposta alle tue esigenze La nostra offerta integrata alla famiglia Presso ogni Agenzia Kìron o Epicas, troverai i seguenti prodotti convenzionati con i più importanti Istituti di credito: Mutuo acquisto, ristrutturazione e completamento Sostituzione del mutuo o surroga Prestito personale Cessione del quinto dello stipendio Consolidamento debiti e liquidità Prodotti assicurativi per il credito e la famiglia Messaggio pubblicitario con finalità promozionale del servizio di mediazione creditizia.- Il servizio si limita alla messa in relazione, anche attraverso attività di consulenza, di banche ed intermediari finanziari con la clientela al fine della concessione di finanziamenti. Tale servizio non garantisce l’effettiva erogazione del finanziamento richiesto. Fogli avviso e informativi presso le agenzie Kiron ed Epicas. Kiron Partner S.p.A. | Società di Mediazione Creditizia Iscrizione OAM n.M39 AGENZIA DI ROVIGO - VIA LUIGI EINAUDI, 10 - AREA TOSI TEL. 0425 471301 FAX 0425 471393 e-mail: [email protected] Consulente del credito e assicurativo MAURO BERGANTIN 339 1743396 di Chioggia Come sta cambiando la nostra sanità Primo Piano pagg. 4-5 Impianto di stoccaggio di Gpl, Pd e Casson si accusano a vicenda Territorio pag. 8 Due chioggiotte a Las Vegas per il reality La storia pag. 14 pag. 6 Lavoro, primi spiragli di luce a Chioggia e nel basso Veneziano Dopo sette anni di “passione” si colgono i segnali di una significativa inversione di tendenza per l’area compresa tra Chioggia, Cavarzere e Cona. 6165 assunzioni nei tre comuni L avoro, primi spiragli dopo un settennio disastroso. Il 2015, dal punto di vista occupazionale, è iniziato sotto i migliori auspici e i dati diffusi dai centri per l’impiego confermano un’inversione di tendenza positiva. Migliora, infatti, il saldo occupazionale registrato nei comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2015, nei tre comuni si sono registrate, complessivamente, per i dipendenti (esclusi quindi gli autonomi), 6.165 assunzioni mentre, nello stesso periodo, le cessazioni sono state 4.080, facendo risultare un saldo occupazionale positivo pari a 2.085 unità. Nello stesso periodo dell’anno scorso, il saldo era pari a 1.900 unità (5.425 assunzioni contro 3.525 cessazioni). Dal 2008 il saldo occupazionale era progressivamente calato e, solo nel 2013, era iniziata a verificarsi una leggera inversione. Che si è confermata quest’anno. Le assunzioni, nei primi sei mesi di quest’anno, in particolare prendendo in esame il Centro per l’impiego di Chioggia, hanno addirittura superato quelle dello stesso periodo del 2008 (4.995 contro 4.375). j1 INTERVISTA AL REGISTA ANDREA SEGRE VENETO RICICLONE, EPPURE BRUCERÀ RIFIUTI ALTRUI VIOLENZA: NEL 93% DEI CASI IL MOSTRO È IN CASA VENETO IN PRIMO PIANO da pagg. 22-23 pag. 27 pag. 28 continua a pag. 8 Editoriale I l prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero difficile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi. di Germana Urbani* *[email protected] Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?! 10€ 50€ 30€ 40€ 30€ 25€ 20€ 10€ 10€ 5€ 40€ 60€ 20€ 60€ 5€ 50€ Scopri a pag 13 le migliori offerte della tua zona Vista il sito www.coupondelrisparmio.it SPORTELLO ANTIVIOLENZA NELLA EX CASA DEL PESCATORE Un nuovo sportello antiviolenza per Chioggia, Cavarzere e Cona. Il progetto sarà presto operativo, grazie a un finanziamento regionale. Lo scopo è quello di dare assistenza alle donne. pag.8 OTTOBRE BLU, ALL’INSEGNA DELLE POTENZIALITÀ DI CHIOGGIA Un grande afflusso di pubblico si è registrato a Chioggia in occasione dell’arrivo della Fregata Maestrale per l’edizione dell’Ottobre Blu 2015. pag. 18 a pag. 29 alle pagg. 31-34 Le nostre rubriche a pag. 36

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Chioggia nov2015 n131

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Viale Mantova, 19- 30015 Sottomarina di Chioggia (Ve) - Vicino Naturhouse Chioggia

Mutui, Prestiti, Assicurazioni? Un consulente Kiron, la risposta alle tue esigenze

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Messaggio pubblicitario con finalità promozionale del servizio di mediazione creditizia.- Il servizio si limita alla messa in relazione, anche attraverso attività di consulenza, di banche ed intermediari finanziari con la clientela al fine della concessione di finanziamenti. Tale servizio non garantisce l’effettiva erogazione del finanziamento richiesto. Fogli avviso e informativi presso le agenzie Kiron ed Epicas.

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MAURO BERGANTIN 339 1743396

di Chioggia

Come sta cambiando la nostra sanità

Primo Piano

pagg. 4-5

Impianto di stoccaggio di Gpl, Pd e Cassonsi accusano a vicenda

Territorio

pag. 8

Due chioggiotte a Las Vegas per il reality

La storia

pag. 14

pag. 6

Lavoro, primi spiragli di luce a Chioggia e nel basso VenezianoDopo sette anni di “passione” si colgono i segnali di una significativa inversione di tendenza per l’area compresa tra Chioggia, Cavarzere e Cona. 6165 assunzioni nei tre comuni

Lavoro, primi spiragli dopo un settennio disastroso. Il 2015, dal punto di vista occupazionale, è iniziato sotto i migliori

auspici e i dati diffusi dai centri per l’impiego confermano un’inversione di tendenza positiva.

Migliora, infatti, il saldo occupazionale registrato nei comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2015, nei tre comuni

si sono registrate, complessivamente, per i dipendenti (esclusi quindi gli autonomi), 6.165 assunzioni mentre, nello stesso periodo, le cessazioni sono state 4.080, facendo risultare un saldo occupazionale positivo pari a 2.085 unità.

Nello stesso periodo dell’anno scorso, il saldo era pari a 1.900 unità (5.425 assunzioni contro 3.525 cessazioni). Dal 2008 il saldo occupazionale era

progressivamente calato e, solo nel 2013, era iniziata a verificarsi una leggera inversione. Che si è confermata quest’anno.

Le assunzioni, nei primi sei mesi di quest’anno, in particolare prendendo in esame il Centro per l’impiego di Chioggia, hanno addirittura superato quelle dello stesso periodo del 2008 (4.995 contro 4.375). j1

intervista al regista andrea segre

veneto riciclone, eppure brucerà rifiuti altrui

violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa

veneto in primo piano

da pagg. 22-23

pag. 27

pag. 28

continua a pag. 8

Editoriale

Il prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero diffi cile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per

la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi.

di germana urbani*

continua a pag. 8

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Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?!

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Un nuovo sportello antiviolenza

per Chioggia, Cavarzere e Cona.

Il progetto sarà presto operativo, grazie a un finanziamento regionale. Lo scopo è quello di

dare assistenza alle donne.pag.8

ottobre blu, all’insegna delle potenzialità di chioggia

Un grande afflusso di pubblico

si è registrato a Chioggia in

occasione dell’arrivo della Fregata Maestrale per l’edizione

dell’Ottobre Blu 2015. pag. 18

a pag. 29

alle pagg. 31-34

Le nostre rubriche

a pag. 36

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Page 5: Chioggia nov2015 n131

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La salute oggi corre sul web: 1 italiano su 4, infatti, si rivolge alla rete per cercare informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli

ultimi dieci anni: in questo lasso di tempo circa l’85% degli utenti ha cercato informazioni relative alla salute sui siti internet, mentre quasi il 30% ha partecipato a discussioni su questo tema su blog, forum e chat. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da GfK Eurisko (su un campione di 2mila italiani) e presentati nel corso dell’incontro ‘Biotecnologie ed innovazione in medicina sul web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi’.

“Negli ultimi dieci anni- ha detto Stefania Fregosi, direttrice delle ricerche quantitative d Dipartimento Salute GfK Eurisko- e’ cresciuta esponenzialmente la quota degli internauti: dall’11% si e’ passati al 68% degli italiani maggiorenni. Ma ad aumentare in modo consistente e’ stata la percentuale di chi si informa sulla salute nel web: 1 italiano su 4, infatti, cerca informazioni sulla salute sul web”.

Internet, insomma, e’ diventato il luogo cruciale per cercare e condividere informazioni ed esperienze. Quanto ai trend, questi mostrano “una crescente sensibilita’ al tema salute - ha proseguito l’esperta - mentre il paziente diventa sempre piu’ attento, sensibile e competente, con una conseguente ‘espansione’ delle pratiche di

salute: aumentano cosi’ i comportamenti ‘preventivi’ e cresce la popolazione attenta”.

In questo nuovo contesto, dunque, la ricerca di informazioni appare centrale e sembra ridefi nire la tradizionale relazione medico-paziente. “Sempre di piu’ oggi - ha sottolineato ancora Fregosi - appare cruciale per chi opera nel settore della salute cogliere la sfi da e far fronte ai bisogni del ‘cittadino -paziente internauta’. Si tratta di una sfi da a due livelli: da un lato riguarda i servizi al cittadino, dall’altro riguarda la relazione medico-paziente, ovvero come ‘ri-defi nire’ un nuovo tipo di relazione che legittimi e valorizzi il bisogno di protagonismo e consapevolezza del paziente nella gestione della propria salute, senza mettere in diffi colta’ il ruolo del medico - ha concluso - a cui il paziente vuole e continua ad affi darsi”.

E’ anche per queste ragioni che noi de La piazza ci teniamo molto alle rubriche curate da medici locali che pubblichiamo anche sul nostro sito web. Crediamo importante divulgare informazioni utili a chi voglia rivolgersi a medici del territorio, conosciuti e apprezzati per la loro professionalità. Visitate la nostra sezione Salute, http://www.lapiazzaweb.it/category/salute/, e fateci sapere cosa ne pensate.

Salute: tante informazioni anche su www.Piazzaweb.itSono sempre di più i pazienti internauti. Un italiano su 4 cerca in rete informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli ultimi dieci anni

3news da laPiazzaweb

La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata samantha muffato, la salzanese che balla per un sogno a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi Venicemarathon, dodicesimo posto per leonaro Calzavara di pianiga. ricordando Fabio galdiolo, la quarta notizia, invece porto tolle festeggia i due nonni simbolo della città seguici su www.facebook.

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LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUI SOCIAL

Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: piovese, Conselvano, miranese sud e Cavarzereseguici su www.lapiazzaweb.it

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miranese sud, piovese, rovigo, riviera estseguici su www.issuu.com/

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EDIZIONIPIÙ VISTESU ISSUU

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata contro la violenza alle donne, un fenomeno che colpisce anche il Veneto con numeri importanti. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospitato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello. Occorre, però, spingere ancora sulla prevenzione e sulla cultura del rispetto reciproco. seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Il report diffuso dalla Iarc di Lione, la massima autorità di studio in materia di agenti cancerogeni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sulla connessione tra consumo di carni rosse, in particolare quelle ‘lavorate’, e insorgenza di tumori al colon e al retto, ha generato sgomento ma anche perplessità. In Veneto Zaia in primis si è lanciato nella difesa della qualità del prodotto veneto. Voi cosa ne pensate. La carne rossa fa davvero male?: la carne rossa fa male?seguici su www.lapiazzaweb.it/

sondaggio/

IL SONDAGGIO

L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

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Sui social è volata la notizia con la piazza ti informi e... risparmi con i Coupin del risparmio!. Subito dopo la notizia più condivisa è stata roberto Favazza giovane agricoltore della provincia di Padova, fornirà le sue patate a mcdonald’s per il prossimo triennio. Ha interessato molto il popolo dei social la storia del patti territoriali di Chioggia, Cavarzere e Cona entro l’estate il via ai cantieri per sei maxi progetti per oltre 3 milioni e 700 mila euro, l’equipe ospedaliera del reparto di urologia di dolo ha operato tre uomini affetti da tumore alla prostata con il Robot Da Vinci, un sofi sticato sistema robotizzato per la chirurgia di avanguardia

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Page 6: Chioggia nov2015 n131

4 Argomento del mese

FORBICE SANITÀSecondo il Governatore

Zaia il Veneto, tra il 2015 e il 2016 subirà,

per decisioni del Governo, tagli per 450 milioni

di euro e dovrà affrontare nuove spese

che peseranno sulle regioni per 2 miliardi 650 milioni

sperimentazione sanitaria

Med.it: oltre il Cup

Si chiama Oltre il Cup il progetto sperimentale che partirà a dicembre nell’Ulss 1 di Belluno. Il Progetto, realizzato dal Consorzio per l’Infor-

matizzazione delle Ullss venete Arsenàl.it, prevede la possibilità per il paziente di prenotare direttamente dall’ambulatorio del proprio medico di famiglia le visite e gli esami necessari, senza più doversi recare

personalmente agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione. “Oltre il Cup” è stata una delle principali novità che presentate a MED.it 2015, Fiera dell’Innovazione e delle Tecnologie Sanitarie alla Fiera di Vicenza. “Mentre a Roma tagliano con la mannaia anche i fondi per la digitalizzazione – afferma l’assessore alla sanità Luca Coletto – nel Veneto ci crediamo e investiamo. Prima di tutto lo facciamo sui servizi al cittadino, ma anche guardando alle economie che la tecnologia consente di fare, che poi sono soldi in meno che escono dalle tasche della gente e risorse in più da investire in cure e ricerca”.

“Una volta a regìme – fa notare Coletto – ‘Oltre il Cup’ garantirà circa 10 milioni di euro l’anno di economie, che si aggiungeranno ai 19 milioni che si risparmiano già da tempo con la possibilità di scaricare i referti direttamente dal computer o dagli smartphone, e ai 3,3 milioni di minori costi che derivano dall’entrata a regime in tutto il territorio della ricetta digitale. Il conto è pari a 32,3 milioni l’anno di risparmi per l’amministrazione e di minori costi per la gente”.

Mentre in regione si sta tentando di scrivere una pagina nuova per la Sanità veneta con una riforma che pro-mette un risparmio tra i 40 e i 60 milioni di euro, dal

Governo arrivano nuovi tagli ai trasferimenti. “Il Patto Nazionale per la Salute è oramai carta straccia – commenta l’Assessore alla Sanità veneta Luca Coletto -. Praticamente a solo un anno dalla ‘storica’ fi rma tra Governo e Regioni, Renzi e la Lorenzin non hanno mantenuto un impegno che sia uno. Di fatto si sta violando il diritto costituzionale alla sanità universale. Senza applicare i costi standard e risparmiare dove si spreca davvero l’insosteni-bilità è alle porte anche per i virtuosi come il Veneto”. “Dicano ciò che vogliono – incalza Coletto – ma la sanità sta fi nendo in ginocchio. La realtà è un taglio alle Regioni di 2,3 miliardi già quest’anno, ai quali si aggiungerà un 2016 da paura: rispetto a quanto previsto dal ‘fu’ Patto Nazionale per la Salute (un aumen-to del Fondo Sanitario di 3 miliardi) ne resta uno. Sulle spalle delle Regioni, alla faccia dei solenni impegni più volte sbandierati, resterà un ulteriore miliardo di spesa aggiuntiva determinata dai maggiori costi per erogare i nuovi farmaci per l’epatite e gli altri farmaci innovativi. Di fatto si tratta di almeno 3 miliardi di tagli”. Il Presidente Zaia, tornato insoddisfatto dell’esito del vertice delle

Regioni con il Presidente del Consiglio ha evidenziato come i tagli lineari non ci premino affatto, in quanto il Veneto è il più “rispar-mioso” d’Italia. “I costi del personale – fa notare Zaia - sono tra i più alti in assoluto, e quindi tra quelli dove si può fare meglio in assoluto in tema di costi standard e spending review. Sono perciò felice – aggiunge il Governatore– di quanto certifi cano i dati dell’Agenas, che ci indicano come i più risparmiosi d’Italia. Il costo medio annuo del personale del servizio sanitario pubblico in Veneto – rileva Zaia – è di 51.571 euro, contro una media nazionale di 56.273 euro e numerosi picchi che arrivano agli 82.384 euro l’anno della Provincia Autonoma di Bolzano, ai 62.439 della Campania, ai 60 mila e più di Lazio, Valle D’Aosta, Sicilia e Calabria. Siamo ultimi in Italia, quindi orgogliosamente primi!”. A fronte di tutto ciò la maggioranza a palazzo Ferro Fini considera sempre più urgente la riforma sanitaria e a fi ne ottobre ha depositato in Commissione Sanità un maxi-emendamento sul testo di legge Azienda Zero. “Il testo è il risultato di un importante lavoro di ascolto che ha visto coinvolte tutte le realtà della Sanità e del Sociale veneto, con particolare attenzione alle proposte che ci sono arrivate dagli amministratori locali – annunciano i capi-gruppo di maggioranza, Silvia Rizzotto, Nicola Finco, Massimi-

liano Barison, Sergio Berlato e Antonio Guadagnini -”. Secon-do quanto affermato dai capigruppo la programmazione sanitaria resterà in capo al Consiglio regionale e alla Giunta, come previsto dalla carta statutaria del Veneto. “Per i cittadini non cambierà nulla rispetto agli attuali servizi – sottolineano – anzi, i rispar-mi ottenuti potranno essere investiti per il miglioramento delle prestazioni e per l’abbattimento delle liste di attesa; l’Azienda Zero si occuperà tra l’altro degli acquisti centralizzati, del modello assicurativo del sistema sanitario regionale, dell’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie e della gestione del contezioso sanitario; resterà inalterato il ruolo della Conferenza dei Sindaci e la fi gura del Direttore servizi sociali”. Il maxiemendamento non è piaciuto alle minoranze in consiglio. Il Pd, accusa la maggioranaza di aver modifi cato, il 75% della proposta di legge iniziale. “Per noi una riforma così radicale e strutturale – ha detto Bruno Pigozzo, consigliere Pd - è possibile solo dopo un’ampia consultazione e dopo l’accordo tra le parti protagoniste. Per questo chiediamo che l’iter del Pdl 23 si fermi e ci sia il tempo utile – potrebbe essere una fi nestra temporale di un anno o due – per sviluppare una proposta concreta, sostenibi-le, non fantasiosa e realmente condivisa”.

di elisa dall’Aglio

In commissione Sanità presentate

le modifi che al testo di legge

Azienda Zero

Le minoranze: “Modifi cato del 75%, servono

altre consultazioni. Fermiamoci”

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

Luca Coletto

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

Page 7: Chioggia nov2015 n131

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

Ulss 14

A Chioggia, un reparto all’avanguardia

Inaugurato il nuovo Pronto Soccorso Tre milioni novecentocinquantamila euro di finanziamento, millecinquecento metri

quadrati dotati di tecnologie di ultima generazione. Un segnale controcorrente: in un momento di tagli, a Chioggia si inaugura un Pronto Soccorso all’avanguardia che

per struttura e dotazione tecnologica si propone come punto di riferimento per ogni nuovo servizio ospedaliero di emergenza-urgenza in Veneto. La cerimonia lo scorso 9 novembre. “Non può mancare la nostra gratitudine nei confronti della Regione – ha commentato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – e in particolare del Presidente Zaia, che in questi anni ha permesso a Chioggia di fare un vero e proprio salto di qualità. L’aiuto economico è stato importante, direi fondamentale a sostenere il progetto regionale di ammodernamento dell’Ospedale. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo una delle principali mete turistiche della regione, e quindi le nostre strutture devono servire un bacino potenziale di milioni di persone. Il nuovo Pronto Soccorso è il risultato di un importante lavoro di progettazione e ampliamento del precedente reparto, dove il punto di forza è stato proprio quello di non essere stati vincolati a degli spazi già esistenti e da riadattare, perché il tutto è stato realizzato ex novo, secondo le più moderne necessità di assistenza e di cura. Un risultato importante che si inserisce all’interno di un progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell’Ospedale di più ampio respiro, avviato tre anni fa, con l’obiettivo di restituirlo ai cittadini di Chioggia degno della sesta città del Veneto“.

“Non esiste nella nostra regione – ha sottolineato il primario Andrea Tiozzo – un reparto così moderno sia per la sua flessibilità che per la dotazione tecnologica. In pratica un reparto decisamente all’avanguardia per le tecnologie, per come sono stati studiati gli spazi rispettando l’intensità di cura e per l’arredamento tutto su ruote”.

Importante anche l’investimento economico: si tratta di un intervento da 3 milioni e 950mila euro, che si somma ai 4 milioni e 700mila euro utilizzati per la realizzazione delle sale operatorie. Le novità del reparto: si passa da quattro a otto ambulatori (contando anche quelli dell’area preesistente) e aumentano anche i posti dedicati all’osservazione breve intensiva (OBI), che da quattro unità diventano sedici. Si tratta di cinque stanze (una dedicata ai presunti casi infettivi che accedono direttamente dalla camera calda, che ospita le ambulanze), ciascuna con due posti letto, più una stanza “mista” con sei poltrone.

L’Obi sarà preparato anche ad accogliere con professionalità la fascia di popolazione fragile degli anziani (il cosiddetto “Obi geriatrico”); particolare attenzione è rivolta ai disabili che saranno guidati attraverso percorsi facilitati e ai bambini, con spazio a loro dedicato all’interno della sala d’aspetto. Tutti gli ambulatori medici saranno dotati di tecnologie di ultima generazione per le indagini diagnostiche e saranno collegati in rete all’interno di un sistema innovativo capace di monitorare e valutare l’afflusso al Pronto Soccorso e di gestire le emergenze secondo il livello di gravità, il tempo di arrivo del paziente in Ospedale, il suo stato di salute e la sua storia pregressa (le visite mediche cui si è sottoposto in passato, gli esami clinici che ha effettuato, ecc.); uno strumento modernissimo che ottimizzerà e velocizzerà il servizio di assistenza. Il tutto per garantire un’assistenza con migliori standard di qualità in ambienti di altissima tecnologia. In più, nei nuovi locali è stata allestita la “Stanza di Jacopo”: una stanza dove i familiari di un paziente grave, nell’attesa dell’evolversi del quadro clinico del paziente, possono affrontare il momento di dolore con discrezione e dignità.

5Argomento del mese

Dieci anni per la comunità terapeutica protettaCavarzere La struttura ha curato circa 90 pazienti psichiatrici

La CTRP – Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta – della Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere compie dieci anni. Dieci anni di attività dove, dal 2005 ad oggi, sono stati curati circa una novantina di giovani (l’età media degli ospiti si aggira attorno ai 35 anni), di cui ben il 60% è migliorato notevolmente ed è tornato a casa propria tra gli affetti famigliari, mentre il restante 40% ha continuato il

percorso riabilitativo offerto dal territorio. “La CTRP – dice la psicologa e responsabile della struttura Francesca Checchin – è stata pensata e ideata in collaborazione con la Ulss 14 di Chioggia in modo che chi vi transita, la viva come una seconda casa”. Non a caso, gli ospiti che ne usufruiscono, ci possono abitare fino a due anni. “Le patologie predominanti – hanno spiegato lo psichiatra dell’Ulss 14 Alberto Menardi (importante la collaborazione col dipartimento di Salute Mentale diretto dalla dottoressa Marisa Marcato) insieme alla dottoressa Checchin – sono le psicosi e i disturbi affettivi. Ad ogni ospite viene realizzato un percorso riabilitativo personalizzato, che include una terapia farmacologica e attività di laboratorio eseguite singolarmente o in gruppo”. Nel corso degli anni, la CTRP ha scelto di aprirsi al territorio e, in collaborazione con la Biblioteca comunale e il Centro Giovanile di Cavarzere, ha arricchito l’offerta ai suoi ospiti, organizzando giornate alternative in questi luoghi dove si può accedere gratuitamente ad alcune postazioni internet, si può leggere e fare giochi di società. Importanti anche le collaborazioni col Comune di Cavarzere, la Caritas e alcune Aziende locali. Inoltre, da un paio di anni, la Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta organizza anche un soggiorno estivo di circa una settimana in una località di villeggiatura.

“La CTRP della Cittadella di Cavarzere – ha evidenziato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – è un esempio eccellente di potenziamento del territorio anche in campo psichiatrico. Dopo l’acuzie, che viene trattata in ospedale, infatti, c’è bisogno di avere strutture professionalmente preparate ad accogliere i pazienti che non sono ancora pronti a far rientro a casa propria e che necessitano di una riabilitazione. Una sorta di struttura intermedia, efficace e utile per preparare e garantire il rientro nella società”.

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6 Chioggia

Lavoro, primi spiragli dopo un settennio disastroso. Il 2015, dal punto di vista occupazionale, è iniziato sotto i migliori

auspici e i dati diffusi dai centri per l’impiego confermano un’inversione di tendenza positiva.

Migliora, infatti, il saldo occupazionale registrato nei comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2015, nei tre comuni si sono registrate, complessivamente, per i dipendenti (esclusi quindi gli autonomi), 6.165 assunzioni mentre, nello stesso periodo, le cessazioni sono state 4.080, facendo risultare un saldo occupazionale positivo pari a 2.085 unità.

Nello stesso periodo dell’anno scorso, il saldo era pari a 1.900 unità (5.425 assunzioni contro 3.525 cessazioni). Dal 2008 il saldo occupazionale era progressivamente calato e, solo nel 2013, era iniziata a verificarsi una leggera inversione. Che si è confermata quest’anno.

Le assunzioni, nei primi sei mesi di

quest’anno, in particolare prendendo in esame il Centro per l’impiego di Chioggia, hanno addirittura superato quelle dello stesso periodo del 2008 (4.995 contro 4.375). La situazione di Cavarzere, invece, non fa entusiasmare, e rimane pressoché in linea con gli anni precedenti. Risalita invece a Cona, dove si è registrato un balzo in avanti delle assunzioni.

Tornando al Cpi di Chioggia, quest’anno si possono apprezzare più assunzioni nel settore

dei servizi, con 4.550 avvii (nel 2008 erano 4.060) e nel settore dell’industria, con 820 assunzioni, in leggero aumento rispetto agli ultimi anni, anche se ancora lontane dalle 1.185 del 2008. Fotografia molto diversa per l’agricoltura, che dai dati dei centri per l’impiego ha registrato un aumento degli occupati, anche nel periodo di crisi.

Chioggia, Cavarzere e Cona, comunque, pagano ancora il prezzo della carenza di

investimenti privati che, nonostante gli annunci, sono ancora assai poco rilevanti.

Nel Clodiense, in particolare, l’economia si basa ancora molto sulla pesca, su cui ancora puntano moltissimi giovani, magari ereditando il mestiere dei genitori. La flotta peschereccia, d’altronde, rimane consistente, anche se non si arresta il trend negativo iniziato verso la fine degli anni Novanta. Se nel 1995, infatti, la flotta era composta complessivamente da

475 imbarcazioni, nel 2015 sono scese a 209 unità, meno della metà del 1995. Tornando ai dati relativi all’occupazione, nonostante i timidi segnali di ripresa, il tasso di disoccupazione nella Provincia di Venezia resta ancora elevato.

Il tasso complessivo registrato nel 2014, infatti, è pari al 9,4%, contro il 3,5% del 2008. Bisognerà attendere il prossimo anno per sapere com’è andato il 2015. Nel frattempo la città non può che puntare ad incentivare i suoi settori chiave: il turismo, la pesca e l’agricoltura. D’estate la forza lavoro viene assorbita in maniera ottimale dal settore turistico, che dà lavoro anche ai giovanissimi.

Ma nel periodo invernale la disoccupazione torna a livelli stellari, nonostante le potenzialità siano vertiginose. In altri termini, anche d’inverno Chioggia potrebbe mostrare i muscoli, ma non lo fa, perché nessuno ha ancora creduto in uno sviluppo complessivo, partendo proprio dal turismo. La speranza, però, non è ancora scemata.

di Andrea Varagnolo

Dopo sette anni di “passione” si colgono i segnali di una significativa inversione di tendenza per l’area compresa tra Chioggia, Cavarzere e Cona, con un saldo occupazionale positivo pari a 2.085 unità. Nei tre comuni si sono contate complessivamente 6.165 assunzioni

Occupazione I dati dei Centri per l’impiego relativi al periodo gennaio-giugno 2015

Lavoro, primi spiragli di luce nel Basso Veneziano

A Chioggia le assunzioni nei primi sei mesi del 2015 hanno superato quelle dello stesso periodo del 2008: 4.995 contro 4.375

Calano le ore di cassa integrazione e aumentano i contratti a tempo indeterminato. Pare consolidarsi la

ripresa economica e il Nord Est mostra tutte le carte in regola per fare da apripista nel panorama nazionale. Dopo sette anni di crisi ininterrotta, pian piano si sta tornando alla normalità, e le previsioni sull’aumento del Pil per la provincia di Venezia sono di buon auspicio. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nei primi nove mesi di quest’anno, come spiega l’ufficio studi della Cgia di Mestre, il numero di ore di cassa integrazione totali autorizzate dall’Inps in provincia sono scese del 38,4 per cento. È crollata sia quella straordinaria, che quella in deroga (-52,5 per cento). Quella ordinaria, però, ha subito un incremento del 9,6 per cento. “Grazie alle decontribuzione totale Inps e all’introduzione delle tutele crescenti previste dal Jobs act — spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo — nei primi sei mesi del 2015 i contratti a tempo indeterminato attivati nella nostra provincia hanno raggiunto quota 12.190: il 65 per cento in più dello stesso periodo dell’anno scorso”.

Il saldo occupazionale, nei primi sei mesi di quest’anno in provincia, ha superato quota 31.500. Nonostante l’inversione di tendenza positiva, però, la piaga della precarietà non si

arresta. “La precarietà rimane ancora molto forte

— continua Zabeo — tenendo conto del gran numero di imprese turistiche concentrate lungo tutto il litorale, due assunzioni su tre, comunque, sono state siglate con un contratto a tempo determinato. Con un Pil

che per l’anno in corso a Venezia dovrebbe salire dell’1,3 per cento, il tasso di disoccupazione nel nostro territorio dovrebbe però scendere al di sotto del 9 per

cento. Un’inversione di tendenza che ci consente di dire che, molto probabilmente, il peggio è alle nostre spalle”.

Adesso si tratta di capire se i dati positivi siano solo un fuoco di paglia o se l’economia italiana si sta effettivamente riprendendo, tornando pian piano ai livelli precrisi del 2007.

CgiA di mestre: nel VeneziAno il tAsso di disoCCupAzione doVrebbe sCendere sotto il 9%

In 6 mesi il 65% di contratti a tempo indeterminato

A.V.

Paolo Zabeo

Page 9: Chioggia nov2015 n131

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8 Chioggia

L’impianto di stoccaggio di gpl, in costruzione in Val Da Rio, infiamma lo scontro politico. Il Partito Democratico e il sindaco, Giuseppe Casson, ormai

ai ferri corti dallo scorso gennaio, non se le mandano a dire in merito alla nuova costruzione.

Se, da un lato, il primo cittadino Giuseppe Casson dimostra piena disponibilità e tende la mano alle forze di opposizione per fare sinergia al fine di bloccarne la costruzione, dall’altro si susseguono attacchi al vetriolo tra le due fazioni ex alleate.

Il Pd, in sostanza, ha accusato il sindaco di non aver fatto abbastanza per evitare l’avvio dei lavori a tempo debito. Anzi, l’accusa mossa a Casson è quella di aver appoggiato l’iter autorizzativo, che sarebbe iniziato sotto la precedente amministrazione targata Romano Tiozzo. Questo, secondo i democratici. Ma Casson ha prontamente respinto ogni addebito, mostrando la prova di una e-mail in cui un assessore del Pd sarebbe stato opportunamente reso edotto, nei tempi e nei modi adeguati, dei passaggi burocratici atti ad autorizzare l’impianto di stoccaggio. Insomma, uno scambio di accuse incrociato che, purtroppo, non aiuta a fare chiarezza. Sulla questione è intervenuto, tra gli altri, il vicepresidente del Consiglio Regionale, Bruno Pigozzo.

“Si tratta — ha affermato Pigozzo — di un intervento che pur avendo ricevuto una serie di benestare è incompatibile con la residenzialità, l’operatività del porto e con la nascente attività crocieristica. Per Chioggia sarebbe un triplice

colpo mortale. La popolazione è giustamente preoccupata di vedersi realizzato, a due passi da casa, un impianto di stoccaggio enormemente più grande di quello attuale con

tutte le prevedibili conseguenze negative sulla qualità della vita e dell’ambiente che ne deriverebbero. Non

è inoltre accettabile questa operazione destinata a mortificare sul nascere l’espandersi delle attività del porto commerciale e della crocieristica minore, che è attualmente in fase di sviluppo”. Pigozzo ha quindi chiesto alla giunta chioggiotta di “farsi parte attiva per trovare una soluzione alternativa presso la capitaneria di Porto ed il Ministero dello Sviluppo Economico”.

di Andrea Varagnolo

Territorio e ambiente Si infiamma lo scontro politico sull’impianto in costruzione in Val Da Rio

Impianto di stoccaggio di gpl: accuse incrociate tra Pd e Casson

Il Partito democratico accusa il sindaco di non aver fatto abbastanza per impedirne la realizzazione; il primo cittadino respinge ogni addebito e rimanda al mittente. Interviene il consigliere regionale Pd Pigozzo: intervento incompatibile con Chioggia

Il caso

Un nuovo sportello antiviolenza per Chioggia, Cavarzere e Cona. Il progetto sarà presto operativo, grazie a un finanziamento

regionale. Lo scopo è quello di dare assistenza alle donne e ai figli vittime di violenza psicologica, sia a casa che nei luoghi di lavoro.

I locali che ospiteranno lo sportello saranno quelli dell’ex casa del pescatore, in zona Tombola, a due passi dal centro storico di Chioggia. A dare l’annuncio dell’avvio imminente del nuovo servizio, l’assessore alle Pari opportunità Alessandra

Lionello. Chioggia è riuscita a fare squadra in maniera ottimale con i comuni di Cavarzere e Cona. Per la realizzazione del progetto la Regione ha assegnato, nel primo semestre di quest’anno, un contributo di euro 58.883,76. Con l’apertura del centro antiviolenza, verrà garantita alle donne vittime di violenza, la tutela e il sostegno con l’auspicio che possano “ripristinare la propria inviolabilità”.

“Si potrà anche costruire ed affermare una cultura contro la violenza sulle donne, attraverso

interventi di prevenzione e sensibilizzazione — spiega l’assessore Alessandra Lionello — Il progetto già approvato dalla Regione del Veneto, prevede l’attivazione e il rafforzamento di una rete territoriale a contrasto della violenza di genere e per la promozione di buone prassi in stretta sinergia con l’Ulss 14, facilitando l’accesso al consultorio familiare e con l’attivazione con carattere d’urgenza del coordinamento dell’Uvdm, per la predisposizione dei progetti assistenziali in favore delle vittime di violenza”.

neWs un finanziamento regionale di quasi 59mila euro per Chioggia, Cavarzere e Conanella ex casa del pescatore il nuovo sportello antiviolenza, per dare assistenza alle donne

L’incontro pubblico organizzato dal Pd di Chioggia lo scorso 18 ottobre, nel quale è intervenuto anche il consigliere regionale Bruno Pigozzo

A.V.

L’assessore Alessandra Lionello

Pigozzo ha chiesto alla giunta chioggiotta di farsi parte attiva per trovare una soluzione alternativa

segue da pag. 1Anche qui, nel Veneto bianco, nella terra degli scandali del

Mose, la gente è davvero scossa dalle notizie emerse nelle ulti-me inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come in questi due anni anche Papa Francesco non sia riuscito a invertire la rotta di prelati che a volte, come ha detto lui, hanno “una doppia vita”. I fedeli sono davvero delusi. Questo Papa ha smosso i cuori del popolo e ha avviato un processo di riforma che nessuno poteva immaginare fi no a pochi anni fa. Così, la gente sta con lui, con Francesco, ma senza dimenticare quanto sta accadendo attorno a lui. Nessuno pensa che sia giusto generalizzare ma cia-scuno di noi ha conosciuto almeno uno di quei preti chiacchierati che invece di essere pastori sono stati “carrieristi e arrampicato-ri”. O peggio, palancai.

Figure che non hanno fatto il bene delle parrocchie in cui hanno operato. Che hanno chiesto soldi senza usare la giusta trasparenza per spiegare come li spendevano, che hanno impe-gnato gran parte delle risorse della parrocchia in opere di restau-ro così impegnative da non aver più sostanze per altro. E solo per metterci una targhetta con il proprio nome.

Ma se prima il malcontento serpeggiava solo tra i parrocchia-ni delusi, oggi non è più così. E’ lo stesso Papa a chiedere con forza ai parroci di essere poveri tra i poveri. Senza mezze parole punta il dito contro i preti ricchi che invece di servire “si servono” intascando per sé. “Vescovi e sacerdoti vincano la tentazione di ‘una doppia vita’, la Chiesa è chiamata a servire, non a diventare ‘affarista’” ha ribadito in una recente omelia che rimarrà nella storia della chiesa. Parole semplici per un appello importante. Il papa sa bene, infatti, che dal comportamento dei preti di fronte al denaro dipende in maniera decisiva la risposta dei fedeli alla loro azione pastorale. I fedeli al loro prete perdonano il carattere diffi cile, gli sfoghi amari e anche cose più serie, ma non l’attac-camento al denaro.

Perciò piace alla gente questo “povero” Papa che è diventa-to simile ad un eroe. Il suo popolo lo ama tanto da temere per la sua stessa vita; gli atei e i fedeli di altre religioni lo apprezzano, lo stimano. E tutti si preparano a partecipare al Giubileo straor-dinario della misericordia. Vien da chiedersi però se basterà la misericordia a salvare l’uomo dal malaffare dilagante.

Editoriale

*[email protected]

di germana urbani*

Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?!

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dapprima la mappatura e la catalogazione per tipologia dei beni storico - artistici. Poi si provvederà alla rimozione di tutti i materiali “occasionali” utilizzati e stratificati nel corso degli anni sul Palazzo per poter rimettere in luce e conservarne i caratteri architettonici originali.

Infatti, la variegata destinazione d’uso dell’antico Granaio ha portato all’impiego di pavimentazioni di qualsiasi tipo, tramezzature interne, pannellature in laminato plastico, alluminio anodizzato, acciaio verniciato, infissi e controsoffitti di svariati materiali, a seconda delle diverse epoche storiche.

I lavori di restauro saranno monitorati dalla Soprintendenza di Venezia e procederanno con il consolidamento strutturale del tetto e delle travi della copertura. Infine, verrà effettuato l’intervento di adeguamento funzionale

e di riqualificazione impiantistica dei locali. Durante la prima parte dei lavori di restauro, la pescheria, i negozi e i bar di Palazzo Granaio non saranno costretti a sospendere le proprie attività; mentre le fasi successive saranno realizzate sulla base di accordi presi con gli esercenti.

10 Chioggia

Dalla fine di ottobre sono in fase di avvio o di chiusura diversi cantieri nelle varie scuole di Chioggia per la messa in sicurezza e la ristrutturazione degli edifici

con investimenti comunali che superano i 120 mila euro. “Il miglioramento dei luoghi di lavoro e dell’ambiente

educativo è un obiettivo prioritario, condiviso con i dirigenti scolastici, nonostante le generali difficoltà finanziarie con cui dobbiamo confrontarci – rileva il vicesindaco e assessore alle Politiche educative, Luigi De Perini - Studiare e crescere in un ambiente sano è un diritto fondamentale per i nostri ragazzi, nonché un’esigenza basilare per gli insegnanti e gli operatori scolastici. Le richieste sono molteplici, ma contiamo progressivamente, attraverso un piano degli interventi programmato, di poter rispondere alle diverse criticità. I lavori non interferiscono con il normale svolgimento dell’attività didattica”.

È stato aperto il cantiere alla scuola primaria Caccin per l’impermeabilizzazione di parte della copertura e per il risanamento strutturale delle parti in cemento armato. L’intervento si chiuderà intorno alla metà di novembre e costerà alle casse comunali 45 mila euro. Dalla fine di ottobre, invece, alla scuola media Giuseppe Olivi di Borgo San Giovanni si lavora per la messa in sicurezza del cornicione, opera urgente che si concluderà presumibilmente nella prima settimana di novembre, per un ammontare di 14 mila e 500 euro.

Anche la scuola media Pascoli di Sottomarina ha richiesto un intervento urgente, in seguito all’irruzione di alcuni ladri penetrati nell’edificio lo scorso mese. I malviventi, essendosi dovuti accontentare di un misero bottino, si sono scatenati nelle aule, causando danni per più di 13 mila euro agli infissi, alle porte di sicurezza e alle vetrate distrutte. Per finire, nelle scuole elementari Don Milani e Chiereghin partiranno presto i lavori per il rifacimento dei servizi igienici in entrambi gli edifici, per una spesa complessiva che si aggira sui 49 mila euro.

cantieri

edilizia scolasticascuole in sicurezza, interventi ramificati nei plessi del territorio

Dopo anni di attesa, false partenze e ritardi, sembra si stia per concludere il complesso iter burocratico che

dovrebbe dare il via al restauro di Palazzo Granaio.

Bene storico monumentale risalente all’epoca medievale, il cantiere che si

occuperà del suo risanamento e recupero si aprirà entro la fine del 2015.

“Con le ultime acquisizioni dei pareri degli enti coinvolti e con la stipula del contratto con l’impresa di restauro, chiudiamo a giorni questo tormentato e intricato percorso burocratico per la

ristrutturazione di Palazzo Granaio e per la creazione di uno spazio espositivo – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Rossi – Gli esercizi commerciali ospitati al piano terra non dovranno chiudere nel corso della prima parte dell’intervento, che si dedicherà al recupero e al consolidamento

di sara boscolo marchi

Lavori pubblici Dopo anni di attese sembra si stia per concludere l’iter

Palazzo Granaio, prossimo avvio dei lavori di ristrutturazione

L’assessore Riccardo Rossi.Sopra lato Palazzo Granaio

S.B.M.

L’assessore Luigi De Perini

Page 13: Chioggia nov2015 n131

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I vigilantes lavoreranno

direttamente a contatto con

la Polizia locale

12 Chioggia

di Andrea Varagnolo

Per correre ai ripari contro le carenze di organico, il Comune istituisce un nuovo servizio per combattere vandalismi e microcriminalità

Sicurezza Il servizio riguarda i parchi pubblici più frequentati. I vigilantes si rapporteranno direttamente con la Polizia locale

Sorveglianza del territorio, arrivano i “Vigili volontari”

Mancano i vigili? Arrivano in soccorso i vigilantes. Il Comune corre ai ripari contro le carenze di organico e

istituisce un nuovo servizio per combattere vandalismi e microcriminalità.

La zona a traffico limitato di corso del Popolo, la fondamenta Vena, il boulevard di Viale Veneto, la zona pedonale di piazza Italia, piazza Europa, il percorso ciclopedonale del Lusenzo, Isola dell’Unione, i giardini pubblici di Piazza Europa e Viale Umbria, il parco della Navicella, i giardini pubblici di Via Nicolò Zeno e di via S.Felice. Sono queste le zone che saranno tenute d’occhio da volontari appositamente addestrati per prevenire ogni atto contrario alle norme del vivere civile.

Il servizio, ancora in fase sperimentale, riguarda i parchi pubblici maggiormente frequentati. I “Vigili volontari” avranno il compito di rapportarsi direttamente con la polizia locale, con cui instaureranno un rapporto diretto, fungendo così da efficace deterrente contro i cittadini meno ligi alle regole e i criminali. La vigilanza è stata

istituita dopo l’espletamento di un bando legato a un progetto di assistenza nelle aree pubbliche, che è stato rivolto alle associazioni di volontariato del territorio.

Almeno fino al 31 dicembre 2016 verrà quindi garantita un’attività di sorveglianza, ma l’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di rendere definitivo questo servizio, economico per le casse pubbliche e potenzialmente molto efficace. Le aree interessate dal nuovo servizio sono giardini e parchi pubblici, zone a traffico limitato, piste ciclabili e zone e percorsi ciclo-pedonali come la laguna del Lusenzo, al centro delle cronache degli ultimi mesi per i continui atti vandalici. I “vigili volontari” sono stati incaricati di tutelare ed assistere in genere le persone, di verificare la funzionalità delle strutture pubbliche, di controllare gli attraversamenti pedonali e di vigilare anche sui reati ambientali. In termini operativi segnaleranno qualsiasi fatto anomalo, che possa integrare ad esempio estremi di reato. Il progetto costa complessivamente 6.200 euro.

Completato l’intervento di sistemazione delle rive di canal Vena, nel tratto compreso tra

ponte Zitelle e ponte Scarpa. Si tratta dell’ultima impattante operazione prevista per ripristinare la piena funzionalità del centralissimo rio, i cui lavori procedono a spot ormai da molti anni. Nelle scorse settimane gli addetti della ditta esecutrice, la Ccc, hanno chiuso il cantiere, aperto nell’ultima settimana di agosto 2014. L’intervento è consistito nel restauro e nell’impermeabilizzazione delle rive, per un tratto di 150 metri. Le maestranze hanno anche provveduto al completamento della fognatura, mediante tubazioni che hanno intercettato gli scarichi privati, che prima finivano in canale. Le maestranze hanno operato procedendo dapprima a una pulizia della riva, poi al suo consolidamento con iniezioni di prodotti specifici per murature storiche e poi sono passati al ripristino murario. Sono stati anche adeguati gli scarichi delle acque meteoriche.

In generale, i lavori hanno comportato la pulizia e il consolidamento delle rive, mediante iniezioni di prodotti specifici per murature storiche e il ripristino murario. L’intervento, che ha visto al lavoro una decina persone, è terminato con un mese di ritardo rispetto a quanto preventivato dal Consorzio Venezia Nuova. Adesso si dovrà procedere al ripristino dei pali per gli ormeggi, per permettere ai concessionari degli spazi acquei di prendere possesso delle proprie concessioni. I proprietari dei natanti assegnatari delle concessioni nello specchio acqueo interessato ai lavori sperano, adesso, di poter tornare nella piena disponibilità dei posti barca.

Nell’attesa del completamento dei posti barca, purtroppo, si è subito verificata una situazione di anarchia in quanto, appena è stato liberato il canale, molti diportisti hanno subito provveduto a piantare autonomamente dei pali di ormeggio, in maniera del tutto irregolare, come verificatosi anche nel rio Perotolo. Il pericolo che la situazione sfugga di mano, d’altronde, è sempre dietro l’angolo.

neWs

pulizia e consolidamento delle rivecompletata la sistemazione delle rive di canal vena

A.V.

L’attività di sorveglianza che costa al Comune 6.200 euro sarà garantita almeno fino a dicembre 2016

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14 Chioggia

Due chioggiotte e una trevigiana in rappresentanza dell’Italia a un reality a stelle e strisce. Oriana Porzionato,

Marika Boscolo Sale e Susy Zancanaro hanno recentemente partecipato al format Usa “Global beauty masters”, che verrà trasmesso nel piccolo schermo a partire da gennaio del prossimo anno.

Si tratta, in pratica, di una “coppa del mondo della bellezza”, dove le concorrenti, che rappresentano le varie nazioni, si sfidano nell’acconciatura e nel make up. La serie televisiva è molto seguita in America e viene trasmessa in una delle più importanti emittenti televisive. Oriana Porzionato è la propietaria di Bellezza e Benessere, centro estetico di Porto Viro, Marika Boscolo Sale è la titolare di “Marika New Style”, salone

di Sottomarina e la “make up artist” delle stars è Susy Zancanaro, di Treviso.

Il nome scelto dalla squadra italiana è “Global team new style”.

Solo a gennaio, però, si saprà il nome della squadra vincitrice. In sostanza, i team di rilievo internazionale, si sono cimentati nel creare acconciature eclettiche e alla moda, il make up e le unghie più “estreme”. La serie riserva colpi di scena inaspettati. A concretizzare il sogno delle italiane è stato anche il lavoro di Patrizia Neher, chioggiotta che ha vissuto per molti anni in America e che, nel 2013, ha partecipato al programma “House Hunters”.

“Una delle sfide della competizione — rivela Patrizia — era l’orgoglio nazionale e il costumista Christian Scalet,

che ha preparato un vestito d’epoca per rappresentare un periodo che ha dato inizio all’eleganza, bellezza ed estetica, ha lasciato a bocca aperta i giudici americani. Le nostre ragazze hanno avuto l’opportunità di presentare la loro dama veneziana, vestite con la divisa ufficiale dei nostri amati gondolieri. La giuria, la crew della produzione e anche gli altri concorrenti, sono rimasti piacevolmente colpiti non solo dal capolavoro estetico (i concorrenti vengono giudicati sul look totale di capelli, nails e makeup) ma anche dalla presenza di queste nostre “dive” nostrane, che hanno dimostrato professionalità ed entusiasmo”.

Le concorrenti italiane, quindi, si sono ben distinte e la loro performance è stata

delle migliori. “Marika, team leader di Italia Team

New Style e le due professioniste Susy ed Oriana — continua Patrizia — hanno dimostrato passione, talento ed amore per la professione e per la loro patria: ogni giorno arrivavano i complimenti da parte della produzione e dallo staff di Global Beauty Masters, tanto che il team Italiano è stato invitato a partecipare alla prossima edizione nel 2016! Nel frattempo, sto

lavorando per poter portare in Italia la stessa serie televisiva, con la stessa casa di produzione e stesso format, che ha dimostrato successo e grandi indici di ascolto nel network statunitense. Tenetevi pronti, operatori e operatrici nel settore della cosmesi, estetica e fashion, per un “European Beauty Masters nel 2016!”. Le puntate di Global Beauty Master verranno trasmesse su “Discovery Health Channel Fit”, a partire da gennaio 2016.

Orianna Porzionato e Marika Boscolo Sale insieme alla trevigiana Susy Zancanaro hanno partecipato al format Usa “Global beauty master” sulla bellezza, la moda e il make up

La storia A gennaio le performance del “Global team new style” saranno in onda su Discovery Health Channel Fit

Due chioggiotte a Las Vegas, protagoniste di un reality a stelle e strisce

di Andrea Varagnolo

Da sinistra Oriana Porzionato, proprietaria di Bellezza e Benessere, Centro Estetico di Porto Viro; Marika Boscolo Sale (Centro) Titolare di Marika New Style, salone di Sottomarina e la make up artist delle stars, Susy Zancanaro di Treviso

Il 7 ottobre in sala consiliare del comune di Chioggia si è svolta una cerimonia simbolica con alcuni ragazzi delle

classi I e II della media Galileo Galilei per inaugurare ufficialmente e presentare alla cittadinanza l’investitura del “sindaco e del consiglio comunale dei ragazzi”.

Il progetto, coordinato dal professor Fabrizio Boscolo e dalla dirigente scolastica Lia Bonapersona, nasce lo scorso anno come iniziativa di educazione alla cittadinanza attiva e al rispetto civico. Lo scopo è avvicinare i ragazzi all’esperienza della realtà comunale. Verso la fine dell’anno scolastico 2014-15, interne nelle classi V della scuola Caccin e nelle classi della Galilei si sono svolte delle vere e proprie elezioni.

I vari candidati hanno presentato le liste e i programmi ai coetanei e, al termine delle consultazioni, è stato eletto sindaco Davide Destro con oltre 110 preferenze. Il consiglio comunale dei ragazzi, invece, è composto da: Davide Destro 2/D, sindaco, Alberto Sinigaglia 2/D, vicesindaco, Zahida Boscolo Cremondin 2/D, Elia Voltolina 2/D, Alissa Azzolin 2/C, Giuseppe Ascione 2/A, Rejco Perini 2/A, Fabrizio Boscolo Forcola 2/B, Lisa Bighin 1/A, Martina Spinadin 1/A, Annalisa Zambon 1/A, Giulia Lezzi 1/A e Davide Padoan 1/B. Il consiglio si incontra una volta al mese per portare avanti iniziative particolari legate al microcosmo della scuola, ma anche rivolte

alla città in collaborazione con i vari enti cittadini.

“Con queste iniziative si rafforza il sodalizio tra amministrazione e mondo della scuola per promuovere nei ragazzi la cultura delle istituzioni– spiega il sindaco Giuseppe Casson – Attraverso semplici attività durante tutto il corso dell’anno scolastico gli studenti coinvolti potranno capire cosa significa avere la responsabilità della gestione del bene pubblico, e, allo stesso tempo, comprendere le attività dell’amministrazione comunale. Non ci resta che augurare a questi ragazzi un buon lavoro”.

istituzioni a scuola ed educazione alla cittadinanza attivaconsiglio comunale dei ragazzi, l’investitura ufficiale del sindaco davide destro

Il sindaco dei ragazzi Davide Destro col “collega” adulto Giuseppe Casson

Sara Boscolo Marchi

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Domenica 18 ottobre è stata un’altra grande giornata per il Forte San Felice. Nella stessa data il FAI-

Fondo Ambiente Italiano ha organizzato in tantissime città d’Italia l’iniziativa FAIMarathon, passeggiata-escursione non competitiva per riscoprire il nostro patrimonio culturale diffuso.

A Sottomarina, tantissima gente ha accolto l’invito del Comitato per il Forte San Felice a partecipare al Fai Forte San Felice, passeggiata-escursione–corsa per grandi e piccoli da piazza Todaro fino al Forte, lungo la via dei Murazzi. Più di 400 persone, tra cui molte famiglie, si sono ritrovate al mattino in piazza Todaro, dove sono state accolte dai tamburini della Marciliana e dal saluto del sindaco.

A partire per primi, e di corsa, sono stati i ragazzi dei Cavalli Marini, vigilati lungo il percorso da Protezione civile e alcuni amici ciclisti. Gli altri partecipanti, invece, hanno seguito le preparatissime guide Erminio Boscolo Bibi e Carla Sfriso, che hanno

illustrato la storia dei luoghi che s’incontrano sulla strada per il Forte.

Il serpentone di gente si è snodato, per circa 2 km di percorso, lungo e sopra il Murazzo di Sottomarina, alla scoperta e riscoperta delle storie sconosciute o dimenticate del territorio. A rimanere i più sorpresi e felici sono stati soprattutto i bambini, intrattenuti dalle animazioni della Marciliana: oltre ai tamburini, presenti anche i balestrieri sulla sommità panoramica della Batteria Mosella e gli spadaccini ai piedi

del Forte. Giunti sullo stretto marciapiede nel tratto finale del Murazzo, sono apparsi sull’acqua dei canali anche alcuni kayak, le sampierotte dei giovani regatanti della PGS Don Bosco e la gondola bianca della remiera Clodiense, per un ideale abbraccio tra i partecipanti di terra e di acqua.

Nel frattempo, dalle 9.00 del mattino, i soci di Amico Giardiniere raccoglievano già i rifiuti in plastica e polistirolo che continuamente sono portati dalle maree intorno al Forte, fino a riempire una

cinquantina di sacchi neri. La manifestazione si è conclusa ai

piedi del Forte, con gli ultimi duelli degli spadaccini e la folla sparpagliata sul Murazzo, sui moli e sugli scogli. “Tutti i partecipanti sono rimasti entusiasti della bella manifestazione – commenta Erminio Bibi, portavoce del Comitato per il Forte San Felice - Tutti a guardare i bastioni del Forte, ancora inaccessibile e visibilmente in rovina, tutti a chiedere quando si potrà visitarlo, quando si metterà inizio al suo recupero.

La partecipazione dei cittadini e delle nuove generazioni è estremamente importante per spingere gli Enti competenti ad agire per la salvaguardia di questo nostro patrimonio inestimabile - e conclude - Dopo le 18.000 firme raccolte nella campagna estiva per i Luoghi del Cuore del FAI, l’impegno deve continuare per arrivare ad atti concreti. Chi deve agire con più forza è il Comune. Ci auguriamo che l’enorme successo della giornata possa essere di forte stimolo in questo senso”.

di sara boscolo marchi

Sottomarina Lo scorso 18 ottobre la Fai-Marathon per il Forte San Felice

Un lungo serpentone di gente alla passeggiata-escursione per il Forte

Alcuni momenti della passeggiata, con le varie manifestazioni che hanno animato l’iniziativa

Cambiano i vertici del comitato civico di Cavanella d’Adige. Dopo sei anni è variata la composizione della guida del

sodalizio, solido punto di riferimento per la frazione più a sud di Chioggia, al confine con il Rodigino. Il 22 settembre, nell’ex asilo parrocchiale di Cavanella, si è tenuta un’assemblea, aperta a tutta la cittadinanza, per la nomina del nuovo presidente e del direttivo del comitato civico.

Ha presieduto la riunione l’ex presidente Diego Rizzo, rimasto alla guida del comitato per ben sei anni. Il nuovo organigramma vede alla guida il giovane Guido Mantovan, alla vicepresidenza Giada Paganin, i consiglieri eletti sono invece Gianni Paganin, Alessia Tiengo, Federico Beltrame, Diego Rizzo, Silvio Crivellari. Il tesoriere è Flaviano Da Re.

“Con somma gratitudine — dice il neopresidente, Guido Mantovan — vorrei ringraziare a nome di tutto il comitato il presidente uscente Diego Rizzo, per il grandissimo lavoro svolto in questi sei anni di carica, all’interno del comitato e per il paese di Cavanella. Grazie a lui il comitato ha saputo

rafforzarsi e creare un gruppo solido di lavoro. Durante la sua presidenza ha organizzato vari incontri con l’amministrazione comunale, segnalato ai vari enti e risolto alcuni dei problemi che ha la frazione. Nell’ambito del sociale e della tradizione, il piccolo paese di Cavanella a maggio di quest’anno ha riavuto la sagra di Cavanella nella splendida cornice di Corte Salasco”. Il lavoro, adesso, verterà principalmente sulla difesa dei servizi e sul loro miglioramento.

“Sono felice di avere accettato questa nomina — prosegue Mantovan — essendo consapevole del fatto che è e sarà un impegno importante e di responsabilità. Da diversi anni faccio ormai parte di questo straordinario gruppo, inizialmente con la carica di consigliere e poi, negli ultimi anni, come vice-presidente. Abbiamo formato un nuovo direttivo e, contrariamente agli ultimi anni, sono stati eletti molti giovani, con la volontà di mettersi in gioco, e assumendosi un po’ di responsabilità in più, non restando ai margini”.

Cavanella d’Adigecambio al vertice del comitato civico,guido mantovan è il nuovo presidente

La frazione di Cavanella D’Adige

Andrea Varagnolo

Page 20: Chioggia nov2015 n131

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18 Chioggia

Un lavoro di squadra per realizzare una “buona scuola”. L’Hotel Sole di Sottomarina ha ospitato giovedì

8 ottobre 2015 l’inaugurazione del nuovo indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” dell’IIS (Istituto di istruzione superiore) Cestari-Righi di Chioggia alla presenza del sindaco di Chioggia Giuseppe Casson, del vicesindaco Luigi De Perini, dell’assessore alle Attività produttive Marco Dughiero, dell’ex consigliere regionale Carlo Alberto Tesserin e di vari rappresentanti delle attività economiche e artigianali del territorio clodiense e della regione Veneto.

Il dirigente scolastico dell’IIS Cestari-Righi prof.ssa Antonella Zennaro ha presentato le due classi prime degli studenti che frequenteranno quest’anno scolastico il nuovo corso, frutto di un lungo lavoro di preparazione che ha permesso di conseguire questo ambito risultato grazie alla tenacia della dirigente, alla motivazione e collaborazione dei docenti dell’Istituto e il coinvolgimento delle forze economiche e sociali presenti nel territorio. Rivolgendosi agli studenti stessi, la dirigente Zennaro li ha invitati a “volare alto”, a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà o alle eventuali sconfitte che si potranno incontrare, a mantenere un atteggiamento vincente. Assai significativo l’intervento del rinomato chef Nicola Michieletto che ha illustrato gli sviluppi del settore della ristorazione che è passato dal servire piatti abbondanti ma di modesta qualità nel periodo successivo alla guerra

mondiale per poi proporre l’eleganza estetica della “nouvelle cousine” fino ad arrivare all’attualità con una particolare attenzione alla salute, alla qualità del prodotto e alla sostenibilità del cibo. E tutto questo è stato anche accompagnato dallo sviluppo tecnologico che ha trasformato anche la forma della cucina, da orizzontale a verticale, puntando anche all’ecologia e all’ottimizzazione dei costi.

Il sindaco Giuseppe Casson ha sottolineato il grande impegno della dirigente e del Cestari-Righi per riuscire a far partire questo nuovo indirizzo di studi che consentirà nuove opportunità per tutta la città ed anche eviterà a molti studenti faticose trasferte giornaliere ad Adria o ancor più lontano per studiare enogastronomia…

L’opera della pittrice Nella Talamini, utilizzata per l’invito all’inaugurazione e per il menu, è stata donata dall’artista all’Istituto Cestari-Righi. La manifestazione è poi proseguita con la “prova pratica” con gli allievi che, elegantemente vestiti nella loro nuova divisa da sala, hanno servito appetitosi e raffinati piatti ai numerosi ospiti presenti. E la collaborazione con l’Hotel Sole proseguirà per tutto l’anno scolastico visto che proprio le cucine dell’hotel ospiteranno il laboratorio di cucina delle due classi del nuovo indirizzo enogastronomico. Ma il dirigente Zennaro conta che il “lavoro di squadra” prosegua ancora e consenta di poter realizzare in tempi brevi le nuove cucine all’interno dell’Istituto Cestari-Righi.

culturaiis Cestari-righicerimonia in grande per l’inagurazione del nuovo indirizzo “servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”

Un grande afflusso di pubblico si è registrato a Chioggia in occasione dell’arrivo della Fregata Maestrale

per l’edizione dell’Ottobre Blu 2015 dal tema: “Chioggia tra il Tagliamento e il Po: storia, cultura e impresa”.

La madrina della rassegna inaugurata lo scorso 23 ottobre è stata Donatella Arnone in Piattelli e la banda musicale della Marina Militare ha sfilato lungo il Corso del Popolo allietando con la musica il centro storico. Si è tenuta poi la conferenza sui 150 anni dalla fondazione delle Capitanerie di Porto, con relatore Contrammiraglio (C.P.) Tiberio Piattelli - Direttore Marittimo di Venezia - che è stata occasione di ritrovo per i comandanti della Capitaneria di Porto che si sono succeduti a Chioggia dal 1982 fino ad oggi. Il giorno dopo, sabato 24 ottobre, si è svolta la conferenza “La Marina Militare una opportunità per le imprese” alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Amm. Di Squadra Giuseppe De Giorgi, alla quale sono accorsi circa 250

imprenditori del Nord Est. A fare gli onori di casa l’ideatore della

rassegna Ottobre blu, il comandante Oscar Nalesso, che ha descritto le peculiarità del porto di Chioggia e i progetti futuri di sviluppo quale polo crocieristico.

Nel corso della conferenza è stato consegnato proprio al comandante Oscar Nalesso il prestigioso riconoscimento “Galea d’Oro”.

Tale premio è stato assegnato dal momento che Nalesso si è prodigato in ogni modo affinchè la grande Nave da crociera

Thomson Majesyic arrivasse a Chioggia. La serata conclusiva è stata organizzata a bordo della Motonave Celestyal Crystal alla presenza di numerose autorità civili e militari, tra cui il Sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, il direttore marittimo di Venezia, Contrammiraglio Tiberio Piattelli, e il comandante di nave maestrale Capitano di Fregata Giuseppe Rizzi.

Nel corso della serata è stato valorizzato a più riprese il nuovo scalo crocieristico e le potenzialità che possono essere sviluppate grazie al lavoro sinergico tra le

di miriam Vianello

Eventi Lo scorso 23 e 24 ottobre, il tradizionale appuntamento che è giunto ormai alla settima edizione

Ottobre blu 2015, all’insegna delle potenzialità dello scalo crocieristico di Chioggia

La premiazione del comandante Oscar Nalesso

Alcuni momenti della serata che si è svolta all’hotel Sole di Sottomarina

E.F.

imprese del territorio. Sono state inoltre consegnate delle targhe per le persone che hanno contribuito a favorire lo sviluppo di Chioggia ed è stato riconosciuto a Melania Pregnolato, dipendente dell’Aspo Chioggia,

il premio Barbotin d’oro. Il tema scelto per la prossima edizione

è: La nave, ora non resta che attendere fiduciosi per celebrare Chioggia in tutto il suo splendore.

Page 21: Chioggia nov2015 n131
Page 22: Chioggia nov2015 n131

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Ficarra&Picone, Paola Quattrini, Ivana Monti, Natalino Balasso, Obliovion, Sergio Muniz, la Rimbamband, il

Teatro Stabile del Veneto… protagonisti di “Acque Altr3” ovvero teatro, musica e danza, rassegna di spettacoli promossa ed organizzata dall’assessorato alla Cultura della Città di Chioggia in collaborazione con il Circuito Teatrale Regionale Arteven / Regione del Veneto, Centro Formazione Danza, Associazione Lirico Musicale Clodiense e Veneto Jazz e Città Metropolitana.

La XXII edizione degli appuntamenti teatrali di “Acqua Alta” si è inaugurata il 5 novembre 2015 con l’effervescente comicità di Ficarra&Picone per la prima volta sul palcoscenico del teatro don Bosco di Chioggia per proporre le loro riflessioni sulla società e sulla nostra nazione, prendendo spunto dalla vita e dalla cronaca quotidiane. Il 26 novembre sarà la volta di un “classico” quale è appunto “Arsenico e vecchi merletti’, capolavoro di Joseph Kesselring che spazia tra giallo, commedia, operetta morale e macchina comica, dove si pensa con il sorriso e si sorride con il pensiero, interpretato da Sergio Muniz, Paola Quattrini e Ivana Monti, diretti da Giancarlo Marinelli. Il 10 dicembre gli Oblivion, 5 cantanti che hanno conquistato il pubblico del web registrando milioni di visualizzazioni delle proprie performances,

che proporranno “The human jukebox”, il nuovo spettacolo che ha debuttato con straordinario successo al teatro Sistina di Roma e presentato a Chioggia in prima regionale, il meglio del loro repertorio che attraversa in maniera originale e irriverente grandi e intramontabili successi della musica italiana e internazionale.

Il primo spettacolo del 2016 sarà il 21 gennaio con la Rimbamband in “Il Sol ci ha

dato alla testa”, con i cinque suon-attori che propongono un concerto che è quasi un varietà. Natalino Balasso ritorna a Chioggia l’11 febbraio con il “Stand up Balasso”, zapping della risata e dei giochi di parole sulle miserie e difetti umani. Il 25 febbraio spazio ad “Arlecchino, il servitore di due padroni”, la notissima commedia di Carlo Goldoni ora proposta dagli attori del Teatro Stabile del Veneto. L’ultimo appuntamento

di “Acqua Alta” 2015/16 in programma il 10 marzo avrà per protagonista Michele Foresta ossia il Mago Forest, surreale e impacciato aspirante mago, oramai diventato icona di comicità, alle prese stavolta con la commedia “Motel Forest” ambientata appunto in un albergo.

Tutti gli spettacoli al teatro don Bosco iniziano alle ore 21.

La XV stagione di “Chioggia Danza”

si aprirà domenica 13 dicembre 2015 all’Auditorium comunale S. Nicolò con la Compagnia Fabula Saltica che propone “Pinocchio”, su musiche di Edoardo Bennato e coreografie di Claudio Ronda. Il magico mondo del famoso burattino in questo balletto viene incanalato in un una sorta di gioco dell’Oca e nel grande tabellone a tappe che fa da scenografia le notissime illustrazioni di Jacovitti. Il 17 gennaio vi sarà il balletto “L’Estro Armonico” presentato dalla compagnia Oliva Contemporary Dance Project con le coreografie di Michele Oliva su musiche di Antonio Vivaldi e autori vari: da un lato l’estro ossia la fantasia che si scatena in totale libertà, dall’altro gli stretti vincoli delle regole e della ragionevolezza. Il 21 febbraio “Gala di Danza”, repertorio classico e contemporaneo danzato dai giovani talenti de Il Balletto - Gruppo Junior di Castelfranco Veneto, diretto da Susanna Plaino Chioggia Danza 2015/2016 si conclude con uno spettacolo fuori abbonamento. Il 6 marzo alle ore 17 il Gruppo Chòrea presenta Four, coreografia di Patrizia Aricò e Francesca Serafini su musiche di autori vari. Tutti gli spettacoli all’Auditorium comunale avranno inizio alle ore 17. E non mancheranno a partire da dicembre anche gli appuntamenti della XXIV Stagione Concertistica Città di Chioggia.

Informazioni su www.eventi.chioggia.org

di eugenio Ferrarese

Teatro Rassegna Acque Altr3 e Chioggia Danza

Stagione 2015-16 ricca di proposte e di grandi nomi

Torna, anche quest’anno, il progetto “Altr3Storie”, promosso dalla Fondazione Clodiense e rivolto ai giovani del territorio, dai 18 ai 25 anni, che vogliono mettere alla prova il loro talento creativo, dando

vita a contenuti originali. Il progetto si suddivide in grafica, scrittura, audio, foto e video e prevede un corso di un mese e mezzo, con inizio a ottobre e termine a metà novembre. Quest’anno il progetto si chiama “Il colore dell’informazione”.

Si tratta di un’iniziativa — spiegano i responsabili di Altr3Storie — che mira a coinvolgere i giovani, dai 18 ai 25 anni, in una sorta di competizione nel cogliere ed esprimere, attraverso vari mezzi di

comunicazione, gli aspetti più vivi ed originali del territorio di Chioggia, Cavarzere e Cona. Attraverso un blog denominato “Al3storie”, i post prodotti dai ragazzi partecipanti vengono votati dalla rete e così concorrono ad un premio finale assegnato dalla Fondazione.

Gli iscritti seguono inizialmente un “corso” di conoscenza ed approfondimento dei diversi mezzi di comunicazione che saranno utilizzati per produrre i contenuti.

La prima fase si articola di cinque lezioni frontali, della durata di due ore. Si partirà con “L’immagine visiva”, con Riccardo Ciriello e Paolo Serafini, per proseguire con “L’immagine sonora” e “L’immagine digitale”

a cura di Paolo Serafini e Gianluca Mura, infine “L’immagine grafica”, con Rosario Santamaria e Riccardo Ciriello.

I partecipanti verranno suddivisi in gruppi di lavoro, da cui si farà squadra per produrre i lavori. I ragazzi verranno infatti divisi in gruppi di lavoro che, nel contest, diventeranno squadre. I gruppi verranno formati per “libera aggregazione” o per scelta dei referenti. Alla prima squadra classificata andranno 1000 euro, alla seconda 500, alla terza 350 e alla quarta 150. Il contest inizierà il 16 novembre e durerà fino al 26 marzo. La premiazione è programmata per il 2 aprile 2016.

creatività “il colore dell’informazione”, una iniziativa per raccontare il territorio di Chioggia, Cavarzere e Conaaltr3 storie, il progetto per mettere alla prova il talento creativo dei giovani dai 18 ai 25 anni

21Cultura locale

La ventiduesima edizione ha preso il via lo scorso 5 novembre. L’attesissimo appuntamento con il palcoscenico del Teatro Don Bosco e dell’Auditorium San Nicolò vanta proposte di grande qualità e nomi di spicco: dopo Ficarra e Picone, Paola Quattrini, Ivana Monti, Natalino Balasso, Oblivion e molti altri

A.V.

Alcuni degli spettacoli in cartellone per la stagione 2015-16

SCUOLA APERTA12 e 13 Dicembre 2015 - 11, 23 e 24 Gennaio 2016

Orari: 9.00-12.00 | 14.30-17.30Campo Marconi 112 · 30015 Chioggia (Ve) · Tel. 041 40 09 22 · Fax 041 55 09 812

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

1Il Veneto in primo piano

Sono più di 5.000 le donne che si sono rivolte nel corso degli anni al Centro Antiviolenza del Comune di

Venezia per cercare di uscire da una situa-zione davvero pesante. La media è di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta a questo servizio. Provengo-no dal veneziano, ma dal resto del Veneto e si rivolgono al Centro autonomamente o in-viate da altri servizi, dalle forze dell’ordine, dal Pronto Soccorso o dal proprio medico di base e da associazioni del territorio. Sono oltre un centinaio poi quelle che hanno tro-vato ospitalità nelle 2 case del Centro o in altre strutture dedicate. Hanno trovato un rifugio temporaneo che ha permesso loro di sottrarsi da una relazione violenta, in cui quasi sempre l’autore di violenza è il partner o l’ex partner. E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 si trova a Mestre in viale Garibaldi, 155/A all’interno del Centro Donna. Ma chi si rivolge al Centro? “L’età media di chi ha chiesto aiuto all’i-stituzione di viale Garibaldi a Mestre nel 44% dei casi - spiega la responsabile del

Centro la dottoressa Gabriela Camozzi - è compresa tra i 31 e i 45 anni. Il 68% è di nazionalità italiana, il 29% ha un diplo-ma di scuola superiore, il 19% è laureata, quindi il livello culturale conta poco, ma una particolare incidenza ce l’ha l’aspetto eco-nomico, dato che il 50% delle vittime ha un’occupazione part time o a tempo deter-minato, quindi sicuramente instabile”. Nel

resto della provincia, tanti comuni si sono impegnati aprendo ad esempio Sportelli Donna come a Mira o centri di ascolto con-tro la violenza di genere a Noale e Mirano. “Il Centro del Comune di Venezia - illustra Gabriela Camozzi - nasce come manifesta esigenza delle donne del veneziano e delle operatrici del Centro Donna, che pongono all’attenzione degli amministratori locali la

necessità di riconoscere il fenomeno della violenza di genere e di offrire uno spazio di ascolto e accoglienza per le donne che su-biscono maltrattamenti e violenza. E’stato per lungo tempo il primo e l’unico esempio in Italia di Centro Antiviolenza istituzionale. Da subito il Centro, ha sentito la necessità di dotarsi di una “Casa ad indirizzo segreto” e nell’aprile del 1995, ha ospitato la prima donna veneziana, per una ospitalità tempo-ranea sicura e segreta. Ancora oggi la casa è aperta e ospita donne e bambini”. Ma non solo. Un’altra casa è a disposizione del Centro dal 2009. Anche questa è sottopo-sta al vincolo della segretezza. Dispone di dieci posti letto per le donne e per i loro fi gli minori. Preparatissimo il personale che vi lavora. Lo staff è composto dalla responsa-bile del servizio “Cittadinanza delle donne e culture delle differenze”, dalla responsa-bile del Centro Antiviolenza, da 3 operatrici di accoglienza (2 assistenti sociali e una psicologa) e da una educatrice. Con il Cen-tro collabora una cooperativa esterna, per la gestione della casa rifugio e della casa

di Alessandro Abbadir

Venezia L’esperienza dal 1994 del Centro Anti violenza del Comune

Oltre 5000 le richieste di aiuto e 100 le donne ospitate Dispone di 2 case rifugio dove la donna può trovare ospitalità temporanea, anche per i propri fi gli. Attivo il progetto “Punto di ascolto sos violenza”

di secondo livello e del progetto “Punto di ascolto sos violenza”. Ci sono 3 consulenti legali messi a disposizione dal Comune di Venezia. Per aiuto si può chiamare il 1522 “Numero Verde Antiviolenza” attivo 24 ore per 365 giorni all’anno.

Per ulteriori informazioni scrivere a: [email protected]. Sempre a Venezia il Comune ha deciso

di dedicare l’intero mese ad una serie di iniziative e spettacoli per sensibilizzare la cittadinanza su questo fenomeno. Per tutto novembre infi ne le facciate di Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan sul Canal Grande e la fontana di piazzale Giovannacci a Marghera, saran-no illuminate di arancione, colore simbolo della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”

Nella città lagunare l’intero mese è dedicato a iniziative e spettacoli sul tema

23Il Veneto in primo piano

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La qualità e la professionalità sono rimaste le stesse…

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24 Il Veneto in primo piano4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

materie per le quali non sono abilitati. Un piano assunzioni, questo, di cui il Go-

verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

La questione è estremamente comples-sa e ha interessato sia i Tribunali del Lavoro

che quelli ordinari di praticamente tutte le province italiane, con esiti differenti: alcuni magistrati hanno ritenuto di accogliere i ricor-si d’urgenza, mentre altri li hanno rigettati.

In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

il Contenzioso dei doCenti Col diplomA mAgistrAle, giÀ A noVembre ArriVA Al pettine il nodo dei riCorrenti

A novembre esiste il rischio che l’assetto del corpo docente debba essere in parte rivisto

Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

I docenti con diploma magistrale ottenuto prima del 2002 chiedono di essere inseriti nelle Gae; ricorsi in tutta Italia

Page 27: Chioggia nov2015 n131

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4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

materie per le quali non sono abilitati. Un piano assunzioni, questo, di cui il Go-

verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

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In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

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Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

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26 Voci da palazzo1 Voci da palazzo

Massimiliano Barison è senza dubbio uno dei nomi più noti della politica locale grazie alle sue esperienze come

sindaco di Albignasego, assessore provinciale e, attualmente, membro del Consiglio Regionale. Un’attività molto radicata nel territorio, la sua, che negli ultimi mesi lo ha portato ad affrontare diverse tematiche “calde” a livello Regionale e non solo.

Fra i vari ruoli che ha ricoperto quali maggiormente hanno contribuito a farla diventare il politico e l’amministratore che è ora?

“Lavorare e impegnarsi nelle Istituzioni mi ha dato la straordinaria opportunità di entrare a contatto con molte persone e situazioni. Questo insegna ad ascoltare e ad usare sensibilità verso attese e richieste del territorio interpretandole al meglio. Da sindaco è emersa la responsabilità di rappresentare tutta la Comunità, impegnandomi verso le situazioni di sofferenza, emarginazione e diffi coltà che rimangono “silenziose”. In Pro-vincia, da assessore al lavoro, ho avuto l’oppor-tunità di impegnarmi su un tema molto caldo. Ho affrontato molte vertenze per crisi aziendali e toccato con mano la disperazione di molti la-voratori ma ho avuto anche molte gratifi cazioni con situazioni di crisi risolte positivamente, tra

tutte la Lofra in zona Colli, la Zen ad Albigna-sego, la Zanardi a Padova, etc. In Regione, facendo tesoro delle esperienze in Comune e Provincia, l’obiettivo è di dare risposte concrete su sociale, lavoro e sicurezza”.

Quali sono le attività che intende por-tare avanti in tali ambiti?

“I cittadini reclamano sicurezza e la crona-ca di queste settimane rafforza questa attesa; c’è bisogno di prevenzione e certezza della pena e qui lo Stato è troppo debole e incerto. Presenteremo un Progetto di Legge di riforma delle Polizie Locali per coordinare i vari corpi di Polizia. I cittadini devono sentirsi tranquilli così come è necessario inasprire le pene. Lavoro. E’ indispensabile aiutare le aziende e i lavoratori in diffi coltà, attraverso politiche attive per la ri-collocazione dei disoccupati. Non possiamo fare affi damento solo sugli ammortizzatori sociali. Sociale. Rafforzare l’integrazione socio-sanitaria con standard di altissimo livello e servizi di aiu-to alle fasce più deboli è un obbligo. In questo senso, uno dei primi provvedimenti è stato il fi nanziamento di 6 milioni di euro per i servizi alla disabilità”.

Secondo lei a che punto siamo in Ve-neto per sanità e il sociale?

“La preoccupazione deriva dai continui tagli

che opera lo Stato, come l’ultima sforbiciata di 250 milioni sulla sanità. La Regione è impegna-ta con fondi propri e non faremo venire meno il nostro modello positivo. La Riforma della sanità mira a ottimizzare le risorse e migliorare i servi-zi, riducendo il numero delle Ulss e la burocrazia e applicando uguali standard di qualità in tutto il Veneto. Nei riguardi della realizzazione di un hub per ospitare i migranti presso la base mili-

tare di Bagnoli di Sopra ha avuto una presa di posizione forte, non semplice in una tematica così delicata. La concentrazione di migranti è un fatto negativo che continuo a denunciare con forza. A Bagnoli si rischia di avere più migran-ti che cittadini; se si considera poi che a Cona è insediato l’hub della Provincia di Venezia, si comprende la concentrazione che si sta operan-do nella zona. Questo crea gravi problemi di te-nuta sociale; i fatti e le proteste di Este, Padova e altri luoghi testimoniano questo disagio. Per questo ho voluto presentare un provvedimento,

approvato dal Consiglio, che si esprime netta-mente contro questo modello di accoglienza. Questa non è accoglienza ma ghettizzazione, e il territorio si è detto pienamente d’accordo. La gestione centralistica attraverso le Prefetture è un metodo intollerabile. Il mio provvedimento mira a lanciare un grido di allarme e sofferenza del territorio a un governo sordo. Per noi acco-glienza signifi ca attuare per i veri profughi seri progetti d’integrazione sociale e occupaziona-le”.

Passiamo alla viabilità, quali sono, secondo lei, le opere che necessitano di un intervento tempestivo?

“L’antropizzazione e l’industrializzazione del Veneto necessita di infrastrutture adeguate e potenziate, cose che non sono andate di pari passo e che causano problemi quotidiani come incolonnamenti, traffi co, inquinamento. Con-sapevoli che il periodo non assicura importanti risorse per nuove opere siamo concentrati su dare giusta conclusione alle “incompiute” del territorio (ad esempio la SR10 nella bassa da Carceri a Legnago passando per Montagnana) 2) e sul reperimento di risorse comunitarie per una diversa mobilità rispetto alla gomma (ad esempio l’idrovia Padova-Venezia o la metropo-litana di superfi cie alta-bassa padovana)”.

Tra le sue proposte di legge c’è anche quella relativa alla Fondazione Museo della Medioevalità a Montagnana. Può darci alcu-ni dettagli relativi alla proposta?

“E’ una proposta che vuole valorizzare le piccole Città e i Borghi. Il Veneto è ricco di arte, storia, cultura e anche le nostre “piccole” Città rappresentano al meglio questa ricchezza. Valo-rizzare le mura di Montagnana signifi ca ridare pregio e prestigio a tutto il territorio, legando storia, tradizione, cultura alle qualità specifi che del territorio: prodotti tipici, agroalimentare, artigianato. Si creano così nuove opportunità occupazionali ed economiche in un area che ha molto sofferto questo periodo di crisi. Un prov-vedimento semplice ma concreto e utile per il territorio”.

Quali sono le prossime scadenze rela-tive alla sua attività in Regione?

“Oltre al Progetto di Legge sulla Sicurezza, non mancherà il nostro impegno per il completa-mento dell’idrovia Padova – mare sia in ottica di canale scolmatore, che di tutela ambientale che di canale navigabile. Così potrà essere ripensato tutto il sistema dell’interporto di Padova come retroporto di Venezia nel nuovo modello di svi-luppo del sistema portuale offshore – onshore”.

di martina Celegato

L’intervista Dopo una lunga esperienza amministrativa è approdato in Consiglio Regionale nelle fi la di Forza Italia

“Lavoro, sicurezza e sociale: parte da qui il nostro impegno”Il padovano Massimiliano Barison ha affrontato da assessore provinciale all’occupazione gli anni duri della crisi. Ha presentato un progetto di legge sulla sicurezza e ha chiesto il completamento dell’Idrovia Padova - mare

neWs

Il presidente della Regione Luca Zaia ha fi rmato a pa-lazzo Chigi per il Veneto gli accordi di programma con il governo per l’assegnazione alle Regioni e ai comuni

dei 650 milioni previsti dalla prima parte del piano contro il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane e già stan-ziati dal Cipe. La fi rma con il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, a cui è intervenuto anche l’assessore regionale alla difesa del suolo Gianpaolo Bottacin, per la parte ve-neta si riferisce a “Interventi sulla rete idraulica del bacino Lusore” in comune di Venezia (importo 61.858.573,19 euro), alla “Realizzazione di un invaso sul torrente Astico” nei Comuni di Sandrigo e Breganze nel vicentino (impor-to 31.275.000 eur) e alla “Realizzazione di un’opera di invaso sul Torrente Orolo” in Comune di Costabissara ed Isola Vicentina (importo 11.000.000 euro). Il Presidente

del Consiglio dei Ministri con proprio decreto del 27 maggio 2014 ha istituito la Struttura di Missione Italia Sicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, indicando come obiettivi di provvedere alla sempli-fi cazione della governance e delle procedure, di attuare un controllo costante del territorio e di collaborare con tutte le strutture e le amministrazioni regionali per dare attuazione agli interventi di difesa idrogeologica. La strategia individua-ta è stata quella di ammettere a fi nanziamento interventi immediatamente cantierabili. “Ringrazio il ministro Galletti per il lavoro svolto – ha commento il presidente Zaia – per-ché è un buon segnale da parte del governo, non risolutivo ma importante per dare avvio ad altri cantieri, oltre ai 925 che in Veneto sono già stati aperti. Questi accordi cadono infatti in un momento in cui torna ancora viva la memoria

dell’alluvione del 2010, ma anche di tanti altri successivi eventi calamitosi che hanno martoriato il territorio della no-stra regione”. “Mi è piaciuto il passaggio del ministro – ha aggiunto Zaia – sulla farraginosità burocratica che affl igge le procedure per questi interventi. In Veneto abbiamo anco-ra cantieri aperti dopo cinque anni dalla grande alluvione. Occorre dare poteri speciali ai commissari nominati per le emergenze. E’ importante che si intervenga per modifi care l’approccio culturale nei confronti del territorio, abbandonan-do la cementifi cazione per sostituirla con una nuova priorità: le opere per la difesa idrogeologica. Noi in Veneto stiamo facendo la nostra parte fi no in fondo ed è all’esame del consiglio regionale una nuova legge sul consumo del suolo che si pone come obiettivo di arrivare nel tempo a “cubatura zero”, prevedendo la ristrutturazione e il risanamento delle

zone degradate nelle periferie cittadine e nelle aree agricole. Si può fare anche a livello nazionale con una buona legge e soprattutto a costo zero”.

“Sui profughi dicono alle grandiconcentrazioni comel’hub di Bagnoli,creano solo tensioni”

Massimiliano Barison, consigliere regionale (Fi) padovano

firmati gli accordi col governodifesa idrogeologica

Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, Il governatore Luca Zaia e l’assessore regionale alla difesa del

suolo Gianpaolo Bottacin

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27Voci da palazzo 1Voci da palazzo

Regioni sul piede di guerra “Il Governo decide senza tener conto di chi è virtuoso e di chi non lo è”

Veneto riciclone, eppure un suo inceneritore brucerà rifi uti altruiI cittadini sono virtuosi in fatto di rifi uti eppure il Governo non li premia con la decisione di trasformare il termovalorizzatore di Ca’ del Bue a San Michele veronese in un impianto strategico a livello nazionale

Tutti i dipendenti delle provincie con-tinueranno a fare il proprio lavoro nelle sedi in cui l’anno sempre

fatto. A pagare i loro stipendi sarà la re-

gione. Questo in soldoni quanto deciso con il Progetto di Legge n. 67 presentato dalla Giunta per il riordino delle funzioni amministrative provinciali e approvato dal Consiglio regionale , come richiesto dalla Legge “Delrio”.

Se, infatti, la riforma Delrio ha con-fermato in capo alle province una serie di funzioni considerate fondamentali, tra le quali la viabilità, i trasporti, il governo del territorio e l’edilizia scolastica, per tutte le altre funzioni, ritenute “non fondamentali”, tra cui fi gurano anche cultura, difesa del suolo, sport, servizi sociali e formazione professionale, sono state chiamate a legiferare le Regioni. Il Progetto di Legge elaborato dalla Giunta decreta che tutte le funzioni, fondamen-tali e non, vengono mantenute in capo alle Province, che potranno continuare a svolgerle con il personale che attualmen-te se ne occupa.

Sarà la Regione a sostenere i costi dei dipendenti delle Province, che conti-nueranno a operare nelle attuali sedi di lavoro.

Non vi saranno, perciò, esuberi di personale. Con un emendamento presentato dalla stessa Giunta viene stabilito che tra le funzioni oggetto di riorganizzazione rientrano anche quelle di vigilanza e controllo.

La polizia provinciale resterà nella dotazione organica provinciale, in tal mondo conservando la qualità di Uffi -ciale di Polizia Giudiziaria, che avrebbe perduto se trasferita nei ruoli regionali.

Sarà peraltro la Regione a garanti-re la copertura dei costi anche di questi lavoratori.

Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, sarà avviato un per-corso di riordino delle società, enti stru-mentali ed agenzie di Province e Città Metropolitane.

Particolare attenzione è dedicata sia alla Città metropolitana di Venezia, sia alla Provincia di Belluno, prevedendo che alla neo costituita città metropolita-na potranno, successivamente, essere riconosciute ulteriori funzioni, mentre alla Provincia di Belluno, in ragione delle particolari forme e condizioni di autono-mia che le sono state attribuite, vengo-no riconosciute funzioni ulteriori rispetto alle altre province.

Delle spese relative alle funzioni, fi nanziamenti non superiori a 40milioni di euro annui.

Consiglio regionaleapprovata la legge di riordino delle funzioni provinciali

Pare quasi una beffa. A fi ne Ottobre il Veneto ha visto confermato il suo primato: è la migliore regione italia-na per la gestione dei rifi uti urbani. (E il merito va ai

veneti davvero effi cienti e attenti nella raccolta differenzia-ta.) Nonostante questo, pare che non saranno premiati a dovere, anzi. Il Governo centrale sembrerebbe intenzionato a procedere con quanto previsto dal decreto “Sblocca Italia” circa la realizzazione di 12 nuovi impianti di incenerimento dei rifi uti a valenza strategica nazionale in 10 regioni, uno dei quali dovrebbe essere nel territorio veneto.

Forte dei risultati della nostra regione il Governatore ribadisce il suo no a qualsiasi ipotesi di arrivo di rifi uti indi-stinti da altre regioni. “E’ un no chiaro – spiega – netto e ampiamente motivato. Lo è stato in passato a fronte di altre analoghe ipotesi, lo è anche oggi. Questa bella pensata – incalza Zaia – sarebbe l’ennesimo schiaffo ai virtuosi e un immeritatissi-mo ennesimo regalo a chi non ha sa-puto o voluto affrontare con raziocinio un problema come quello dei rifi uti, che non è certo un’emergenza nata ieri ma, purtroppo, la regola in alcuni territori del Paese”.

Fino ad oggi, la legge prevedeva che ogni regione fos-se o diventasse via via autonoma in materia di gestione e smaltimento dei rifi uti. Tanto che in Veneto, man mano che la differenziata migliorava, venivano chiuse alcune li-nee di inceneritori o termovalorizzatori. Anche per questo la maggioranza a Palazzo Balbi è concorde con Zaia. Anche l’assessore regionale alle politiche ambientali Gianpaolo

Bottacin ha ribadito la volontà della giunta veneta di op-porsi fortemente al proposito del Governo: “Non ci faremo imporre da Renzi – ha sottolineato – un impianto che brucia rifi uti di altre Regioni. Quella del Governo è una in-gerenza inaccettabile e tutte le Regioni sono sulla nostra stessa linea”. E’ vero, però, che l’impianto individuato dal Governo per far parte della rete nazionale degli inceneritori, e cioè quello di Cà del Bue in provincia di Verona, esiste già e rientrerebbe comunque tra i tre previsti dalla Regione per il proprio fabbisogno. L’impianto in questione sarebbe certamente riqualifi cato e l’unica differenza vera, rispetto ai propositi della giunta Zaia, consisterebbe nel fatto che l’impianto riceverebbe e smaltirebbe i rifi uti di altre Regioni meno virtuose della nostra. E la nostra è davvero eccellen-te. L’ultimo rapporto sulla “Produzione e Gestione dei rifi uti

urbani nel Veneto”, curato dall’Osser-vatorio Regionale Rifi uti istituito presso l’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, conferma il trend positivo della raccol-ta differenziata che si attesta al 65%, quasi due punti percentuali in più rispet-

to all’anno precedente (+1,8) a fronte di una produzione complessiva di rifi uti urbani di circa 2.241.000 tonnellate, in lieve aumento (+1,3%), per 455 kg di produzione pro-capite (+1,2%), valore quest’ultimo tra i più bassi d’Italia nonostante il Veneto abbia un PIL elevato e registri oltre 60 milioni di presenze turistiche annue. In totale i rifi uti urbani avviati a recupero nel 2014 ammontano a circa 1,5 milioni di tonnellate con un aumento del 4,3% rispetto all’anno

di germana urbani

In alto l’nceneritore di Cà del Bue (Verona). Sotto da sinistra Luca Zaia, Gianpaolo Bottacin e Stefano Fracasso

L’impianto di Cà del Bue rientrerebbe comunque tra i tre previsti a tutt’oggi dalla Regione

La regione Veneto, dopo anni di attesa, si sta fi nal-mente dotando di un Piano Energetico Regionale. Il Veneto, infatti, deve garantire che nel 2020 il 10,3%

dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessiva-mente consumata, derivi da fonti rinnovabili. A stabilirlo è il ‘burden sharing’ che fi ssa la misura con cui ogni singola Regione deve concorrere al raggiungimento dell’obiettivo nazionale in materia di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, che per l’Italia, in base alla Direttiva europea 2009/28/UE, è fi ssata al 17% del consumo energetico lordo. Per ora il piano è stato adottato dalla giunta ve-neta e trasmesso al consiglio per l’approvazione il Piano Energetico Regionale. Un passo che, come ha comunicato l’assessore allo sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato “segna un momento importante per quanto ri-guarda l’energia e l’ambiente”.

“Un ulteriore motivo di soddisfazione per me – ag-giunge – è che da vicepresidente e assessore all’energia nell’amministrazione provinciale di Padova ho presentato il

primo piano energetico del Veneto. Vedo quindi la presen-tazione del piano regionale come una sorta di continuità operativa in questo settore. Ora fi nalmente anche il Veneto avrà il suo piano energetico. Si tratta del documento che delinea lo stato dell’arte in campo energetico e fornisce le indicazioni da adottare, con particolare riferimento agli obiettivi che le Regioni devono raggiungere in materia di fonti rinnovabili, il cosiddetto Burden sharing. Il Veneto farà la sua parte”. Il piano è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati, dal mondo produttivo a quello delle associazioni ambienta-liste, agli enti locali. E’ un lavoro di sintesi che ha accolto molte delle osservazioni che sono state formulate nelle fasi fi nali della sua stesura. Il piano in lunga parte era già stato presentato alla fi ne della scorsa legislatura grazie al lavoro dell’ex assessore Massimo Giorgetti e dello staff tecnico che lo ha seguito, consentendone l’aggiornamento e ora la presentazione”.

“L’iter – conclude l’assessore Marcato – prevede il

passaggio in commissione e l’approvazione da parte del consiglio. Mi auguro davvero che la discussione non sia fal-sata da posizioni ideologiche ma che contribuisca semmai a miglioralo, arrivando a votare un testo condiviso e utile per la crescita del Veneto”. 10,3% dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessivamente consumata, de-rivi da fonti rinnovabili.

la giunta ha adottato il piano energeticoora spetta al Consiglio approvarlo

L’Assessore regionale allo Sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato

precedente. Si registra inoltre la diminuzione dei rifi uti ur-bani inceneriti negli impianti di incenerimento di Padova e di Schio, pari a 188 mila tonnellate annue (-12,5%), e un leggero aumento (+1,9%) del conferimento nelle 11 discariche attive in Veneto, per complessive 128 mila ton-nellate. A fronte di tutto questo il Pd, partito del premier Renzi, fatica qui in Veneto a sostenere la linea del proprio segretario nazionale e auspica un’azione più forte su quelle regioni che non sono virtuose come la nostra.

“Il no agli inceneritori in Veneto va bene – afferma Stefano Fracasso consigliere regionale del Pd e vice presi-dente della Prima commissione – ma a patto però che gli obiettivi contenuti nel piano dei rifi uti, frutto degli emen-damenti del Pd (76% di differenziata e 420 kg di pro-duzione procapite all’anno) vengano rispettati”. Fracasso evidenzia, inoltre, come “il 44% dei rifi uti in uscita dagli impianti veneti di trattamento meccanico-biologico fi nisco-no fuori regione: il Veneto – sottolinea – esporta circa 200 mila tonnellate all’anno di combustibile solido secondario”. Ed auspica che “il governo commissari le Regioni che non avviano una raccolta differenziata spinta, cosa che peral-tro garantisce maggiore occupazione, basti guardare alle 1.300 aziende venete nelle quali lavorano ben 23 mila addetti”.

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1 Cultura veneta

A un anno di distanza dall’ultimo documentario Come il peso dell’acqua, il regista Andrea Segre, originario di Dolo, torna al cinema con il nuovo fi lm

I sogni del lago salato, ambientato tra l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi.

Il fi lm, uscito a fi ne settembre, è stato presentato a numerosi festival fra cui quello di Internazionale a Fer-rara, quello di Locarno e alle “Giornate degli autori” di Venezia, ottenendo l’apprezzamento sia del pubblico, sia della critica per la sensibilità con cui il regista riesce ad accostarsi ai temi sociali più delicati.

Infatti, fi n dal suo debutto sul grande schermo, avvenuto nel 1998 con il fi lm Lo sterminio dei popoli zingari, Segre si è dedicato all’emarginazione etnica e culturale. Stavolta l’occhio della sua macchina da presa si è concentrato su luci e ombre di un paese che sta attraversando un rapido sviluppo economico.

“In Kazakistan cercavo la voglia di perdermi in una dimensione spazio-temporale priva di punti di riferimen-to precisi, in modo da seguire il fi lo dei pensieri e degli interrogativi esistenziali suscitati da uno spazio senza confi ni. Immergendomi nella vastità dell’orizzonte ka-zako, ho girato un fi lm costruito attorno ai sogni e alla crescita economica”.

In che cosa si assomigliano l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi?

“La somiglianza sta nella fi ducia che entrambi i pa-esi hanno riposto nella crescita economico, una fi ducia talmente cieca da nascondere le possibili conseguenze negative di uno sviluppo che sacrifi ca la sostenibilità umana al mito del benessere. Un tratto concreto che unisce lo sviluppo economico dei due paesi è la pre-senza dell’Eni. L’Azienda, che ha contribuito al boom

italiano nel secondo dopoguerra, è attualmente uno dei maggiori protagonisti dell’estrazione di petrolio e gas in Kazakistan. Questo collegamento è sicuramente un aspetto importante, ma l’intento del fi lm va oltre la realtà geografi ca dei due paesi, proponendo e susci-tando rifl essioni esistenziali sul senso della vita e sul peso dell’economia: a quali valori dobbiamo dare im-portanza? Quali sono i costi dello sviluppo? Da che cosa dipende la qualità della vita?”.

Come avviene la distribuzione dei fi lm non di cassetta e come si potrebbe avvicinare il pubblico a questo tipo di opere?

“La diffusione dei fi lm non di cassetta avviene attra-verso l’impegno di sale coraggiose che fanno la scelta del cine-documentario, a differenza dei grandi mercati di distribuzione che preferiscono invece i fi lm di intratte-nimento. Credo che la gente non vada a vedere i docu-mentari perché non è abituata a farlo, ma se conoscesse di più questa realtà, probabilmente la apprezzerebbe. Negli ultimi tempi, però, si sono registrati dei cambia-menti signifi cativi: sta aumentando, infatti, il pubblico dei cine-documentari. Il mio ultimo fi lm, per esempio, è stato proiettato in trenta sale raggiungendo i 10.000 spettatori nell’arco di un mese”.

Quali sono i punti di forza e quali invece gli svantaggi di un fi lm-documentario rispetto ad un fi lm di fi nzione?

“Il cinema documentario è un linguaggio che riesce a creare delle sinergie inaspettate tra la rappresentazio-ne e la realtà, perché fornisce l’occasione di incontrare persone da raccontare. Secondo me offre una libertà maggiore perché si è coautori delle cose che succedono realmente, invece il rischio della fi nzione è quello di non

essere abbastanza credibile. Io ho sempre lavorato su entrambi i versanti, tentando di intrecciare i due generi, in modo da arricchirli attraverso lo scambio reciproco2.

Perché ha scelto proprio il cinema come for-ma di espressione e di sensibilizzazione?

“Ho scelto il cinema per trasmettere dei valori, at-traverso una forma di comunicazione che sento vicina alla mia sensibilità. Sulla scia di questa convinzione ho deciso di intraprendere la strada di regista, con la

consapevolezza che non tutti i fi lm si imprimono allo stesso modo sulla realtà contemporanea. Le opere che esprimono le tensioni in corso incidono maggiormente la coscienza del pubblico, offrendogli l’occasione di in-terrogarsi sul mondo in cui è immerso. Il cinema infatti ha questo grande potere: stimolare la rifl essione e la discussione con gli altri, e da tale confronto possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”.

“Ho scelto di fare cinema perché ha il grande potere di stimolare la rifl essione e la discussione tra le persone. Un confronto dal quale possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”

Grande schermo L’ultima pellicola, I sogni del lago salato, ha ottenuto forte apprezzamento sia di critica che di pubblico

Andrea Segre, un regista veneto che parla al mondo intero

Qualche genio viene scoperto solo dopo la morte, qualche altro solo in tarda età. Questo è il caso di Montanari, un

pittore il cui talento è rimasto segreto fi no a pochi anni fa e solo perché lui, l’artista, ha voluto che fosse così. Ma oggi gli amanti della grande arte hanno la possibilità di conoscere la sua opera grazie ad una antologica promos-sa dal Comune di Pordenone, in assoluto la prima organica esposizione in Italia del lavo-ro di Pordenone Montanari. La mostra, che rimarrà aperta sino al 17 gennaio, si svolge su una doppia sede: la Galleria “Harry Berto-ia” dell’Amministrazione comunale e la sede direzionale di FriulAdria, che ha messo a dispo-sizione cinque grandi spazi che si affacciano su piazza XX Settembre, dove sono esposte alcune tele di grande formato a testimoniare la produzione più recente dell’artista. Lui ha quasi ottant’anni e da un quarto di secolo si è totalmente sottratto al mondo. La sua vicen-da ricorda quella della fotografa statunitense

Vivian Maier, nei termini analoghi di scoperta tardiva, e per certi versi fortuita, di una attività artistica di grande spessore condotta lungo un’intera esistenza. Nel caso di “Pordenone” Montanari, a scoprirlo e a restare abbagliato dalla sua arte è stato un imprenditore indiano, nel 2007; a proporlo all’attenzione del gran-de pubblico un ampio ed entusiastico articolo in cui The Observer, annunciando la prima esposizione delle sue opere a Londra (2010), ne ha svelato la storia e ne ha celebrato il la-voro. Quello dell’Observer è stato capofi la di tanti successivi pronunciamenti della grande critica internazionale, che non ha lesinato i giudizi molto positivi su un artista sino a pochi mesi prima pressoché ignoto, essendosi ormai persa memoria delle sue mostre in alcune Gal-lerie milanesi negli anni ottanta. Per Edward Lucie-Smith, il critico intervistato dal grande quotidiano britannico a margine della mostra del pittore da lui curata all’Istituto Italiano di Cultura a Londra, “Montanari è un artista

La mostra Rivelazione a Pordenone

sCoperto un grAnde ArtistA montAnAri. Assedio AllA FormA

maria elena pattaro

unico, che scardina la storia convenzionale dell’arte postbellica italiana”. “Le nature morte – aggiunge – fanno venire in mente Cézanne e Braque”, mentre gli elementi pi-cassiani e i tratti riecheggianti Francis Bacon che emergono dalla sua pittura si manifestano con caratteri di forte originalità, “in maniera che ancora non avevamo visto mai”.

Molti dei dipinti sono caratterizzati da fi gure che contengono altre fi gure e rifl essi nello specchio. Lucie-Smith in proposito ha detto: “Il messaggio è chiaro: ciò che sembra la rappresentazione oggettiva della realtà va invece letta come specchio della dimensione mentale dell’artista”.

28 Cultura veneta

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A fine Ottobre è entrato in vigore il nuovo D.lgs. 158/2015 che modifica significativamente il sistema dei reati tributari riformulando alcune fattispecie e

introducendone di nuove.Per quanto riguarda i delitti di Dichiarazione Fraudolenta,

la condotta tipica viene allargata anche ai soggetti non obbligati alla tenuta delle scritture contabili, sono descritte in maniera più dettagliata le possibili modalità esecutive del delitto, viene precisato che le sottofatturazioni non costituiscono un mezzo fraudolento e sono innalzate le soglie di punibilità riferite agli elementi attivi non dichiarati.

Ampiamente modificata e’ anche l’ipotesi di Dichiarazione infedele, in cui, oltre ad un innalzamento sensibile delle soglie di punibilità (da 50.000 euro a 150.000 euro per singola imposta e da 2 a 3 milioni di elementi attivi sottratti all’imposizione), si escludono da rilievo penale i costi indeducibili o non inerenti se realmente sostenuti, la violazione dei criteri di competenza e le valutazioni di elementi attivi e passivi oggettivamente esistenti se inferiori al 10% rispetto a quelle ritenute corrette.

Viene innalzata la pena per la Omessa dichiarazione relativa ad Imposte Dirette ed IVA (da un minimo di 1 anno

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e 6 mesi a un massimo di 4 anni di reclusione) e alzata la soglia di punibilità da 30 a 50.000 euro di imposta evasa. Stessa pena e stessa soglia di punibilità nel caso di omessa presentazione delmod. 770 (sostituti d’imposta).

Non si considerano omesse le dichiarazioni presentate entro 90 giorni dalla scadenza del termine.

Ma non vi sono solo “dolenti note” nel Decreto appena entrato in vigore. Significativi sono, infatti, gli innalzamenti delle soglie di punibilità previste per l’omesso versamento delle Ritenute (la soglia passa da 50 a 150.000 euro) e per l’omesso versamento Iva (che passa da 50.000 a 250.000 euro). Non saranno punibili le ipotesi di omesso versamento e di compensazione con crediti non spettanti in caso di pagamento integrale dei debiti tributari prima della dichiarazione di apertura del dibattimento e non saranno punibili le ipotesi di dichiarazioni infedele e di omessa presentazione nel caso in cui il pagamento avvenga entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo di imposta successivo. Approfondiremo il tutto nell’articolo del mese prossimo.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

E’ stabilito chiaramente dalla legge che ogni lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e salute e di quella delle altre persone presenti

sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni , conformemente alla sua formazione e alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. I lavoratori devono osservare scrupolosamente le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro,o da suoi preposti, ai fini della protezione collettiva e individuale, devono utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili e le sostanze pericolose, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza adoperando in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione i DPI (occhiali, mascherine.,scarpe,guanti.....) e in caso di usura segnalare immediatamente al datore di lavoro o al preposto le deficienze dei mezzi e dispositivi nonché le altre eventuali condizioni di pericolo di cui vengano a conoscenza, hanno l’obbligo di adoperandosi direttamente in caso di urgenza per eliminare o ridurre tali deficienze o

Gli obblighi fondamentali dei lavoratori nell’ambito della sicurezza nel lavoro

SiCUrezza SUl laVOrO

pericoli . Un altro obbligo previsto dalla legge che prevede anche delle sanzioni disciplinari (sino al licenziamento) è quello di sottoporsi ai controlli sanitari previsti nei loro confronti e ai corsi di formazione e addestramento per la sicurezza. Concludendo al di là delle sanzioni anche penali previste in alcuni casi è fondamentale che nelle imprese si crei un team unico tra lavoratori e datore-dirigenti, per favorire un ciclo di miglioramento continuo sulle tematiche salute e sicurezza, un vantaggio competitivo di successo imprenditoriale.

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fiscalita’, norme e tributi A CurA DI A.P.I.V.

I nuovi reati tributari 2015incidenti stradali

Dal 1° febbraio 2007 è entrata in vigore una nuova procedura liquidativa per i danni subiti in conseguenza di un sinistro stradale tra due veicoli,

nota come “indennizzo o risarcimento diretto”.In sostanza, se hai subito un incidente stradale che

abbia coinvolto solo due veicoli vieni risarcito direttamente dalla tua assicurazione, a prescindere che la Constatazione amichevole di incidente (Modulo Blu) sia stata sottoscritta da entrambi i conducenti.

Questa procedura dovrebbe agevolare il danneggiato nell’ottenere il giusto risarcimento, ed in teoria è così.

In teoria, perché è doveroso distinguere tra sinistri con soli danni materiali e quelli che hanno invece cagionato anche lesioni fisiche.

Nel primo caso, affidandosi esclusivamente alla propria compagnia si può risolvere agevolmente il problema della riparazione dell’auto, affidandola alle carrozzerie convenzionate. In questi casi è il carrozziere che pensa a avviare le procedure per la liquidazione del danno sollevando di tutte le incombenze il proprietario.

Questo però avviene solo se entrambi i conducenti hanno sottoscritto il modulo di Constatazione Amiche-vole

Indennizzo diretto (parte 1°)

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GerMAnA MozzATodi Sinistro (CAI) e quando la responsabilità dell’accaduto è totalmente a carico di uno dei due conducenti.

I problemi sorgono quindi quando ci sono contestazioni sulla dinamica e cioè se entrambi i coinvolti ritengono di avere ragione. In questi casi l’indennizzo diretto è categorico e lascia poco spazio alle interpretazioni: in caso di versioni contrastanti la liquidazione sarà ripartita al 50%. Ovviamente in questi casi non sarà possibile delegare il carrozziere all’incasso del risarcimento spettante e quindi il proprietario dell’auto dovrà provvedere in proprio.

Le cose si complicano parecchio se i danni riportati superano il valore dell’auto perché in questi casi la compagnia risarcisce il valore antesinistro e non le spese necessarie per riparare il mezzo seppure tecnicamente possibile. Quindi, in caso di danni importanti o complessi solo un professionista potrà fornire una analisi completa della dinamica del sinistro per comprendere la ripartizione delle responsabilità e quindi quantificare e richiedere correttamente il legittimo risarcimento alla compagnia di assicurazioni.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

diritto stradale

Guidare un autoveicolo in condizioni psicofisiche non ottimali, oltre che un grave violazione di legge, rappresenta un grave pericolo per sé e per gli altri.

La legge italiana, con l’art.186 del codice della strada, individua un limite legale del tasso di presenza di alcool nel sangue, oltre il quale, al di là della effettiva condizione del conducente, si viene considerati in ‘stato di ebbrezza’ e quindi puniti, in maniera graduale in relazione all’entità di tale tasso alcolemico. La soglia consentita è quella di 0,5 grammi/litro, oltre la quale e fino a 0,8 g/l si incorre in una sanzione amministrativa da 531 a 2.125 euro e si va incontro alla sospensione della patente da 3 a 6 mesi, sanzioni applicate dal Prefetto; dagli 0,8 in su la violazione diviene reato per cui la pena viene applicata dal Tribunale mediante un procedimento penale. Fino a 1,5 g/litro e si è puniti con una multa che varia da 800 a 3.200 euro e arresto da cinque giorni fino a un massimo di 6 mesi, a cui vanno sommati la sospensione della patente da 6 mesi a un anno con ritiro immediato (su strada) e applicazione della sospensione cautelare prefettizia; oltre gli 1,5 g/litro la pena è ancora più grave, infatti è prevista una sanzione da 1.500 a 6.000 euro,

l’arresto da 6 mesi a un anno, la sospensione della patente da uno a due anni con ritiro immediato (su strada) e applicazione della sospensione cautelare prefettizia, sequestro del veicolo salvo che il veicolo non sia intestato a una terza persona. In quest’ultimo caso la durata della sospensione della patente è raddoppiata. Inoltre è prevista un’aggravante (che comporta l’applicazione, sulla pena base, di un aumento fino a 1/3), nello specifico dagli artt. 589 e 590 del codice penale, in caso di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi o gravissime causate da un soggetto in stato di ebbrezza alcolica. Il tasso alcolemico viene accertato attraverso alcooltest (apparecchi portatili). In caso di incidente o comunque di cure mediche, gli accertamenti possono essere effettuati da strutture sanitarie. Il rifiuto di sottoporsi a tali accertamenti è punito con le pene già previste per la fattispecie più grave (oltre 1,5 g/l). Essendo l’accertamento del tasso alcolemico un atto non ripetibile, è obbligatorio che gli agenti accertatori diano l’avviso della facoltà, per il presunto trasgressore, di farsi assistere da un avvocato, pena l’inutilizzabilità dell’accertamento stesso (Cass. S. U. penali, 5.2.2015 n.5396).

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L’Editoriale

Inizia con questo articolo la collaborazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ve-nezia con “la Piazza” il giornale free press più diffuso del

Veneto , un mensile d’informazione locale, recapitato – per primo in Italia – attraverso una distribuzione dedicata e poste italiane a oltre 260.000 nuclei familiari e attività commerciali, nelle sue 15 edizioni venete. Il tutto nell’adeguamento della comunicazione medico-paziente, utente, cittadino, che, pur nel rispetto dei differenti ruoli è la forma più intima e delicata della comunicazione fra persone, quella più segreta e sofferta. In fondo a nessuno fa piacere di dover dimostrare di aver biso-gno, di dover ammettere la propria debolezza, la propria ne-cessità, peggio ancora se ad essere malato è un bambino, un anziano, un “diversamente abile”. Mi riferisco al primo incon-tro fra sconosciuti in un ambulatorio o in un pronto soccorso, in una corsia di ospedale. La pressione del bisogno del dolore da una parte la risposta del medico dall’altra , in mezzo il fattore tempo e la comunione del linguaggio. al momento non più così scontata - mi riferisco alla percentuale di stranieri - ricchi e poveri - turisti con l’assicurazione e immigrati con l’amico che fa da interprete in un inglese o italiano improbabili, con cui ci si rapporta sempre più di frequente. Già, i medici, che vanno sui giornali o in televisione, perchè fanno il grande intervento o perchè fanno il morto, mentre la quotidianità che è fatta di innumerevoli piccole realtà risolte positivamente differenti per storia ed importanza non fa notizia lo so, ma appartengono alla reale vita vissuta. Così se mi fermo un attimo ed osservo con sguardo distaccato la vita dei miei colleghi e degli infer-mieri in un ambulatorio gremito di voci e persone, se vado in Pronto Soccorso per una consulenza e cerco il paziente che mi sembra più grave tra quelli in attesa sulle barelle con il parente sfi nito in piedi a lato che aspetta da chissà quanto, se osservo il piccolo corteo in avvicinamento che contraddistingue il nuovo ricovero in una corsia di ospedale, i più distinti col trolley ma molti ancora con “i sacchetti”, mi ritrovo a pensare a come è progressivamente cambiata l’interazione fra questi due uni-versi pazienti e parenti da una parte, medici ed infermieri dall’altra, ed al primo posto metto il fattore tempo.

dott. giovanni leoni*

BREVI RIFLESSIONI SUL RAPPORTO MEDICO PAZIENTE

*Presidente oMCeo Provincia di VeneziaContinua nella pagina seguente

Un buon rapporto fra medico e paziente rende più effi cace la terapia

Continua a pag. 34Continua a pag. 34 Continua a pag. 34

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Sull’ importanza del tempo nella relazione di cura troverete svariate pubblicazioni , ma io mil limiterò all’ assunto che il tempo è “tiranno” ma anche “galantuomo”. Il tempo di attesa per una visita, aumentato anche per la diminuzione degli specialisti disponibili a farle

visto che i medici continuano ad andare in pensione ma vengono sostituiti con il contagocce e sono assunti anche in proporzione ai letti ospedalieri da seguire , che vengono progressivamente sempre ridotti.

E’ vero che il progresso della medicina ha spostato molte prestazioni in attività ambulatoriale o di Day Hospital o di Day Surgery ma esistono degli incarichi fi ssi come servizio di guardia o reperibilità per le urgenze che restano ineludibili e fi niscono divise sempre per meno sanitari e la loro qualità di vita precipita.

L’attività del medico di medicina generale in questi ultimi anni è legato a doppio fi lo con il progresso informatico , ma la condi-visione dei programmi resta lontana e le linee sono spesso inadeguate al carico sempre crescente di fl ussi di dati da e per lo studio del professionista ed il tutto si tramuta per il paziente nell’attesa a guardare un medico che guarda un monitor, perchè la maggior parte dei processi avviene in remoto collegandosi ad altri computer centrali che devono dare le adeguate risposte.

Il tempo è galantuomo perchè l’intimità del medico resta quella di un ragazzo di scuola che ha deciso per la sua vita di studiare e lottare per arrivare a curare il prossimo , di mettersi a contatto con la sofferenza ed il dolore fi sico e psichico dello sconosciuto di turno o di far parte per la vita di una famiglia o di esserne il dentista di fi ducia.

Qualsiasi sia il ruolo medico per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi la gente capisce ed apprezza ed i casi isolati di inadeguatezza alla professione feriscono la categoria subendo l’amplifi cazione dei media tipica dei tempi, ma non possono scalfi re quello che resta alla fi ne un rapporto di fi ducia far persone che può consumarsi in un incontro in corsia per un ricovero d’urgenza in una notte di guardia o in un rapporto di una vita con il proprio medico di fi ducia.

Mai come in questi momenti i medici hanno bisogno dell’apprezzamento e della riconoscenza dei pazienti, certo devono sapersela meritare ogni giorno, ma è sempre stata e sempre sarà la loro loro più grande motivazione e consolazione per resistere alle pressioni burocratiche economiche e legali che li assediano sempre più da vicino e cercano di condizionarli nel loro lavoro.

Cari saluti a tutti

BREVI RIFLESSIONI SUL RAPPORTO MEDICO PAZIENTEdi Dott. giovanni leoni*

*Presidente oMCeo Provincia di Venezia

segue dalla prima pagina dell’inserto salute

L’intervento

Per limitare la prescrizione di esami e accertamenti diagnostici ritenuti inutili o quan-tomeno superfl ui, al fi ne di ottenere un risparmio all’ onere economico del Sistema Sanitario Nazionale, sono state individuate dal Ministero della Salute 208 presta-

zioni diagnostiche a rischio di inappropiatezza,i cui oneri economici, se non prescritte dal medico secondo le indicazioni contenute nel Decreto, saranno direttamente imputati al medico che le ha richieste. L’ intenzione dichiarata da parte del Ministro della Salute è quella di evitare il più possibile il peso economico di quella che viene defi nita come me-dicina difensiva che sarebbe attuata dai medici per una eventuale prova del loro operato in caso di contestazioni e denunce che risultano sempre più frequenti nei loro confronti. Se questa è l’ intenzione non si poteva scegliere un modo peggiore per porvi rimedio,dal momento che non farà altro che spostare il costo delle prestazioni dal SSN alle tasche dei pazienti piuttosto che a quelle dei medici .

Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

Page 35: Chioggia nov2015 n131

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MEDLASE-R non è un dispositivo medico, non si propone di fare alcuna diagnosi di patologie o malattie , è un

complemento ai fini estetici utile contro le rughe e gli inestetismi della cellulite ed inoltre è utile per aiutare

ad alleviare i disturbi muscolari e articolari, Con MEDLASE-R stimolando le zone di interesse grazie al mas-

saggio con il raggio rosso ed infrarosso si possono ottenere molteplici benefici.

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DOMANDE E RISPOSTEQuando si può usare MED LASE-R?MEDLASE-R si può usare in qualsiasi momento della giornata. Consigliamo di ritagliarsi un momento per potersi dedicare esclusivamente al trattamento, senza doversi occupare di qualsiasi altra cosa.Posso utilizzare MEDLASE-Rsu tutte le parti del corpo?Certamente è utilissimo contro le rughe e gli inestetismi della cellulite, ma è altrettanto utile per aiutare ad alleviare i disturbi articolari e muscolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, alle spalle, al collo, alla schiena e molti altri, prova a massaggiare con il puntale le spalle ed il collo, avvertirai � n da subito una piacevole sensazione di benessere. L’unica avvertenza è quella di non puntare il puntale sugli occhi.In quanto tempo si possono vederei primi risutati?Già dopo le prime applicazioni, molto dipende dalla

sensibilità delle zone trattate e dalla costanzadelle applicazioni.Si possono fare più trattamenti sulla stessa zona più volte al giorno? Qual’è il tempo massimo di utilizzo giornaliero consigliato?Uno dei pregi di MEDLASE-R è di non avere particolari controindicazioni o limiti di utilizzo. Consigliamo, comunque, un utilizzo massimo di 20 minuti al giorno su ogni zona corporea.Ho un Pace-Maker, posso usare MEDLASE-R?No, è controindicato l’uso di apparecchi elettronici in genere alle persone portatrici di stimolatori cardiaci, è opportuno consultare il medico.È un prodotto italiano?MEDLASE-R è un prodotto interamente italiano.

Don Nicola Di Domenico, CasertaAvevo male alla ginocchia, a scendere i gradini per andare a dare la comunione ai fedeli dovevo trovare sempre un punto di appoggio, ho provato questo apparecchio riesco a muovermi facilmente.

Graziella Gaioni, VeronaAvevo male alle mani, ora sto bene e sono molto contenta.

Ciamarra Giuseppina, RavennaAvevo male alla spalla e al collo dopo 10/12 giorni il collo si è sciolto non mi fa male, adesso mi sento veramente bene.

Carlo Adeferro, RiminiAvevo male a una gamba, ho usato questo apparecchio, adesso mi trovo meravigliosamente bene. Adesso faccio le mie passeggiate tranquillamente. Provate per credere.

Angelo Colla, VeronaMi facevano male le mani, dopo 10 giorni ho avuto bene� ci.

Ofelia Feriotto, RovigoAvevo male alla testa, ho avuto i risultati che volevo, ho speso bene miei soldi, gli ho proprio spesi volentieri.

Yelma Stefani, VeneziaAvevo male alle ginocchia, ho usato questo apparecchio mi sento davvero bene.

Anna Maria Negroni, PadovaMia � glia ha comprato questo apparecchio per le rughe, adesso ha le pelle più giovane e liscia, io avevo male alle mani, ho avuto anche io dei bene� ci.

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Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

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L’opinione

Sull’ importanza del tempo nella relazione di cura troverete svariate pubblicazioni , ma io mil limiterò all’ assunto che il tempo è “tiranno” ma anche “galantuomo”. Il tempo di attesa per una visita, aumentato anche per la diminuzione degli specialisti disponibili a farle

visto che i medici continuano ad andare in pensione ma vengono sostituiti con il contagocce e sono assunti anche in proporzione ai letti ospedalieri da seguire , che vengono progressivamente sempre ridotti.

E’ vero che il progresso della medicina ha spostato molte prestazioni in attività ambulatoriale o di Day Hospital o di Day Surgery ma esistono degli incarichi fi ssi come servizio di guardia o reperibilità per le urgenze che restano ineludibili e fi niscono divise sempre per meno sanitari e la loro qualità di vita precipita.

L’attività del medico di medicina generale in questi ultimi anni è legato a doppio fi lo con il progresso informatico , ma la condi-visione dei programmi resta lontana e le linee sono spesso inadeguate al carico sempre crescente di fl ussi di dati da e per lo studio del professionista ed il tutto si tramuta per il paziente nell’attesa a guardare un medico che guarda un monitor, perchè la maggior parte dei processi avviene in remoto collegandosi ad altri computer centrali che devono dare le adeguate risposte.

Il tempo è galantuomo perchè l’intimità del medico resta quella di un ragazzo di scuola che ha deciso per la sua vita di studiare e lottare per arrivare a curare il prossimo , di mettersi a contatto con la sofferenza ed il dolore fi sico e psichico dello sconosciuto di turno o di far parte per la vita di una famiglia o di esserne il dentista di fi ducia.

Qualsiasi sia il ruolo medico per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi la gente capisce ed apprezza ed i casi isolati di inadeguatezza alla professione feriscono la categoria subendo l’amplifi cazione dei media tipica dei tempi, ma non possono scalfi re quello che resta alla fi ne un rapporto di fi ducia far persone che può consumarsi in un incontro in corsia per un ricovero d’urgenza in una notte di guardia o in un rapporto di una vita con il proprio medico di fi ducia.

Mai come in questi momenti i medici hanno bisogno dell’apprezzamento e della riconoscenza dei pazienti, certo devono sapersela meritare ogni giorno, ma è sempre stata e sempre sarà la loro loro più grande motivazione e consolazione per resistere alle pressioni burocratiche economiche e legali che li assediano sempre più da vicino e cercano di condizionarli nel loro lavoro.

Cari saluti a tutti

BREVI RIFLESSIONI SUL RAPPORTO MEDICO PAZIENTEdi Dott. giovanni leoni*

*Presidente oMCeo Provincia di Venezia

segue dalla prima pagina dell’inserto salute

L’intervento

Per limitare la prescrizione di esami e accertamenti diagnostici ritenuti inutili o quan-tomeno superfl ui, al fi ne di ottenere un risparmio all’ onere economico del Sistema Sanitario Nazionale, sono state individuate dal Ministero della Salute 208 presta-

zioni diagnostiche a rischio di inappropiatezza,i cui oneri economici, se non prescritte dal medico secondo le indicazioni contenute nel Decreto, saranno direttamente imputati al medico che le ha richieste. L’ intenzione dichiarata da parte del Ministro della Salute è quella di evitare il più possibile il peso economico di quella che viene defi nita come me-dicina difensiva che sarebbe attuata dai medici per una eventuale prova del loro operato in caso di contestazioni e denunce che risultano sempre più frequenti nei loro confronti. Se questa è l’ intenzione non si poteva scegliere un modo peggiore per porvi rimedio,dal momento che non farà altro che spostare il costo delle prestazioni dal SSN alle tasche dei pazienti piuttosto che a quelle dei medici .

Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

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Dormire o non dormire? Questo è il problema. Fa bene riposare lunghe ore oppure no? In media l’essere umano dorme dalle sei alle otto ore al

giorno, che signifi ca non vivere un terzo o un quarto della vita. Ma come si fa a non riposare? Prendiamo a esempio i vip. Soggetti a uno stress maggiore rispetto ai comuni mortali. Così dicono. Bah! I capi di Stato dormono assai poco. È risapu-to. Margaret Thatcher dormiva solo 3-4 ore a notte, Winston Churchill riposava poco di not-te ma poi dopo pranzo faceva sempre un pisolino di un’ora e mezza. Silvio Berlusconi dorme appena due ore (magari passa il resto della notte a fare altre cose…). Negli Stati Uniti è diverso. I presidenti non fanno le alzatacce. Barack Obama ha rispettato la tradizione di Bill Clinton. Non quella di frequentare le stagiste – che avete capito? – ma quella di non svegliarsi prima delle sei ore.

IL PISOLINO DEI FENOMENIChi dorme non piglia pesci. Mah, è solo un luogo

comune. Non sempre infatti è così. Perché due geni come Albert Einstein e Leonardo da Vinci adoravano dormire a lungo. Non meno di dieci ore a notte. Dei contemporanei Bill Gates è uno di quelli che riposa di più, con minimo sette ore di sonno. Quindi si dedu-ce che i geni per essere tali debbano dormire molto? Ecco pronta la smentita. Sapete quante ore dormiva Michelangelo Buonarroti? Quattro. E Thomas Edison?

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Chi dorme tanto è un genio

Ancora meno: tre ore di sonno e poi accendeva le sue idee luminose.

I DORMIGLIONIMa torniamo ai fi gli di Morfeo. Niente sveglia

all’alba neanche per Franz Kafka che non si alzava mai prima delle nove ore di sonno. Pure Marilyn Mon-

roe dormiva almeno dieci ore. Mai come due dormiglioni doc del calibro di Valentino Rossi (12 ore a notte) e di Mariah Carey (addirittura 15). Pensa-te come è corta la giornata per questi eroi del nostro tempo. A proposito di eroi e di grandi condottieri. A Napoleone Bona-parte bastavano 4 ore di sonno

per vederlo in grande spolvero. Ad Alessandro Magno addirittura tre.

Ma lì c’era da combattere. E poi dormire dentro una tenda non è poi che sia il massimo. Chi dorme poco pensa molto. Soprattutto ai debiti. Ma c’è pure chi pensa ai soldi. Come il miliardario americano Do-nald Trump che dorme solo tre ore e passa il resto della giornata a contare i dollari. Questa è senza dubbio la migliore patologia per l’insonnia. O no?

Da Leonardo a Einstein, gli artisti non perdono sonno. Valentino Rossi riesce a riposare per dodici ore Il mondo della Scuola, spes-

so oggetto di discussioni e critiche, rappresenta una

complessa realtà di relazioni umane. Allievi, insegnanti e genitori sono i protagonisti di questa realtà che, a Scuola, si incontrano in modo collabo-rativo e talvolta si scontrano nell’incapacità di comunicare effi cacemente desideri, ne-cessità, obiettivi. Diventare adulti oggi signifi ca prepararsi a rispondere con successo a complesse richieste e pressioni da parte della società e tutto questo richiede l’acquisizione di competenze molto trasversali. Così, all’interno della Scuola, i bambini e i ragazzi dovrebbero iniziare a sperimentare ciò che incontreranno lungo il loro percorso di vita; successi, insuccessi, soddisfazioni, frustrazioni. Gli adulti che li circon-dano sono chiamati a seguirli in questo loro diffi cile percorso sostenendoli e incoraggiandoli, oltre che spiegando loro le regole della convivenza civile. Accanto alle abilità del “saper fare”, appresa attraverso le tradizionali materie di studio (letteratura, scienze matematiche, lingue straniere ecc.), emerge l’esigenza di acquisire una competenza nuova: il “saper essere”. “Saper essere” signifi ca imparare a cono-scersi, avere consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, saper dare ascolto alle proprie emozioni e sa-perle gestire, per poter affrontare con successo oggi le sfi de dello studio e domani le sfi de della vita. “Saper essere” si traduce anche in capacità relazionale, ovvero nella capaci-tà di instaurare relazioni sane, nutrienti e durature, buone per la nostra crescita; imparare a costruire amicizie con i coetanei e a relazionarsi con rispetto ed effi cacia con gli adulti. Apprendere il “saper essere” anche molto presto, fi n dagli anni della scuola primaria, signifi ca fare prevenzione rispetto al disagio esistenziale. Per la Scuola che ne capisce

l’importanza, rappresenta l’opportunità di offrire alla comunità uno strumento prezioso e non limitarsi a prevedere soltanto inter-venti compensativi, quan-do il disagio dei ragazzi è conclamato e accompa-gnato al basso rendimento

scolastico. Una Scuola al passo con i tempi e portatrice di futuro, investe in questo senso e diventa occasione di apprendimento anche per gli adulti che la “abitano”. Pur-troppo infatti non sono rare le situazioni di incomprensione e confl itto tra genitori e insegnanti e tra i colleghi all’interno del corpo docente stesso. La dialettica spesso si fa accesa, genera frustrazioni e demotivazione allo svolgimento di un mestiere straordinariamente bello e importante quale è quello degli educatori. Avere la possibilità di imparare a comunicare bene e a sentirsi “capaci” diventa una risor-sa preziosa non solo per i ragazzi ma anche per gli adulti chiamati ad educarli, in quanto, con il loro comportamento, fungono da modello per le nuove generazioni.

scuola: impariamo a “saper essere”

Dr.ssa erika MarangoniCounselor professionalelaureata in Psicologia dell’educazioneVia leopardi, 1 - rovigo388-3637623 - [email protected]

Dott.ssa Erika Marangoni

L’Associazione Culturale Punto Gestalt organizza un incontro aperto al pubblico

per parlare di Scuola e di competenze relazionaliSabato 28 Novembre presso il Museo dei Grandi

Fiumi - Rovigo dalle 16.00 alle 18.00

Dott.ssa Abelli a chi si rivolge la ria-bilitazione neurologica?

”La riabilitazione neurologica si rivolge a per-sone affette da disabilità conseguenti a malattie congenite o acquisite a carico del Sistema Nervoso Centrale e Periferico e muscolari: emiplegie, para-te-traplegie, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, poli-nevriti, miopatie, paralisi cerebrali infantili...”.

In cosa consiste la riabilitazione Neu-rologica?

“Le attività di riabilitazione neurologica si propongono di ridurre la disabilità motoria dei pa-zienti, favorendo la capacità intrinseca ed adattiva di recupero della persona assistita, stimolando la partecipazione attiva al programma riabilitativo.Sono utilizzate sia tecniche di tipo neuromotorio, logopedico che un approccio che prevede l’utilizzo di ortesi e ausili per accrescere l’autonomia del pazien-te. La riabilitazione fornisce alle persone disabili gli strumenti necessari per ottenere il massimo grado di indipendenza possibile per ogni paziente neuroleso.

Questo può realizzarsi attraverso specifi ci eser-cizi riabilitativi proposti dal neuroriabilitatore e attra-verso stimolazioni cognitive neurosensoriali ottenibili durante la seduta riabilitativa attraverso specifi che consegne verbalimotorie.

La neuro riabilitazione sfrutta la plasticità del sistema nervoso, defi nibile come la capacità del cer-vello di adattarsi alle mutevoli pressioni esterne e di acquisire nuove esperienze motorie nella logica fun-zionale del gesto riabilitativo, che ripropone progetti motori e gestualità del vivere quotidiano”.

Chiediamo alla Dott.ssa Abelli a chi si rivolge e in cosa consiste la riabilitazionela riabilitazione neurologica

La Dott.ssa Simonetta Abelli

PRESTAZIONI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONERiabilitazione neurologica, ortopedica, pre-post ope-ratoria, reumatologica, dello sportivo, pediatrica, po-sturale, senologica, respiratoria, urologica perineale, logopedica; Terapia occupazionale; Riabilitazione della colonna vertebrale, mano, gomito, spalla, ginocchio, anca, piede; Riabilitazione a domicilio, funzionale globale di mantenimento di gruppo; Ginnastica cor-rettiva di gruppo; Massaggio per drenaggio linfatico; Kinesiology Taping Therapy; Terapie fi siche strumen-tali; Tecarterapia; Hilterapia; Noleggio magnetoterapia.

PRESTAZIONI AMBULATORIO POLISPECIALISTICOVisite specialistiche fi siatriche: esame podologico per pre-

scrizione plantari; valutazioni funzionali neurologiche. Visite specialistiche ortopediche: visite superspecialistiche

di chirurgia vertebrale; terapia con onde d’urto; me-soterapia antalgica; artrocentesi; manipolazioni ver-tebrali; infi ltrazioni articolari; infi ltrazioni ecoguidate all’anca; perizie medico legali.

Visite specialistiche di chirurgia vascolare: scleroterapia. Visite specialistiche ginecologiche: infantili, adolescenziali e

adulti; pap test; colposcopia. Visite specialistiche di chirurgia generale, di chirurgia e medicina estetica, urologiche, endocrinologiche, derma-tologiche, reumatologiche, podologiche; Consulenze ses-suologiche, psicologiche, nutrizionali.

PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA STRUMENTALEelettromiografi e - ecografi e - ecocolordoppler

fisioterapia – riabilitazione ambulatorio polispecialistico

diagnostica strumentale

ViA VespuCCi n°135/136 30015 sottomArinA di CHioggiA (Ve)tel. 041.490754 - FAX. 041.5548329

[email protected]

struttura convenzionata con il ssn direttore sanitario: dott. mario bortolato

Aut. san. nr 53 de 15/7/13

Cosa deve fare un paziente per acce-dere a questo tipo di riabilitazione?

“Il percorso riabilitativo di ogni paziente prevede una visita fi siatrica che stabilisce lo speci-

fi co e personale residuo funzionale rimasto dopo la disabilità, quantifi cato per mezzo di un’accurata valutazione motoria, eventualmente avvalendosi di specifi ci test funzionali e schede valutative del grado di disabilità e di autonomia funzionale residua in ambito di attivitàdivita quotidiana.

un progetto riabilitativo individuale con l’obiettivo di garantire il massimo recupero delle funzioni lese, attraverso lo svolgimento di tecniche riabilitative sia manuali che strumentali, eseguite da uno o più terapisti, applicando specifi che metodiche nero riabilitative: Bobath, Kabat, Perfetti, Grimal-di, Feldenkrais, in combinazione ad altre tecniche standard di fi siochinesiterapia manuali e strumentali

(massaggio connettivale, linfodrenaggio manuale, riabilitazione posturale globale, isocinetica).

una valutazione cognitivo logopedica in caso di compromissione delle abilità cognitivo comunicati-ve, fi nalizzata all’impostazione di un relativo proget-to parallelo di recupero delle relazioni interpersonali legate alla parola.

eventuale valutazione di problematiche di-sfagiche ed eventuale counselling delle strategie più idonee ad un recupero delle funzioni deglutitorie.

A termine del ciclo neuro riabilitativo il paziente è sottoposto a una rivalutazione atta ad evidenziare l’effettivo impatto sul quadro motorio plurisegmen-tario, globale e funzionale in ambito di specifi che destrezze specie legate alla deambulazione e all’e-spletamento delle attività della vita quotidiana. In tal modo il curante potrà disporre di un background del ciclo”.

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La Trachemys scripta scripta (la tartaruga dalle orecchie gialle)

IL VETERINARIO A cura della Dottoressa Giulia Albarello - Veterinario

La Trachemys scripta scripta è una specie di tartaruga d’acqua dolce originaria della Florida. Le dimensioni raggiunte dall’esemplare adulto sono di circa 15-18 cm per i maschi e 20-30 cm per le femmine. Oltre alle di-mensioni, esistono diff erenze fenoti piche tra maschi e femmine: il maschio sviluppa unghie molto lunghe ne-gli arti anteriori e possiede una coda sotti le con aper-tura cloacale oltre il margine del carapace; la femmina invece ha una coda più corta e tozza e ha l’apertura cloacale posizionata tra il margine del piastrone e il margine del carapace. Il modo più semplice di tenere una tartaruga trachemys è in un laghett o esterno, di almeno 2 x 3 m e profondo almeno 1 metro; tale pro-fondità permett e il letargo ad una temperatura costate (circa 4° C) durante il periodo invernale. L’allevamento in un acquaterrario necessita di una strutt ura abba-stanza grande (100x60x60 con un profondità dell’acqua pari ad almeno una volta e mezza la lunghezza del ca-rapace) con una zona emersa che occupi circa un terzo della superfi cie completata da una lampada riscaldante e una lampada ad emissione di raggi ultravioletti ; sono inoltre necessari un riscaldatore e un fi ltro per l’acqua.

Le tartarughe del genere trachemys sono prevalente-mente carnivore da giovani, mentre da adulte diventa-no onnivore. In catti vità i giovani vanno alimentati tutti i giorni, gli adulti 3 volte alla setti mana Gli alimenti as-solutamente vietati sono quelli troppo grassi e oleosi; la carne sia rossa che bianca e il pesce sfi lett ato vanno usati con moderazione perchè troppo ricchi di fosforo e proteine e poveri di calcio, così come i gamberetti es-siccati . Vano uti lizzati quindi piccoli pesci, girini, inver-tebrati , crostacei, verdure e mangimi estrusi (25% della razione) variando il più possibile e a rotazione. Soprat-tutt o per gli animali giovani e durante il mantenimento indoor è necessario uti lizzare integratori di calcio da spolverizzare sulla razione. Le principali patologie deri-vano spesso dalle scadenti condizioni di mantenimento in catti vità. Ne sono un esempio l’assenza di lampade ad emissione di raggi ultravioletti e l’alimentazione non corrett amente integrata e variata che provocano una malatti a da carenza di calcio chiamata malatti a ossea metabolica e L’alimentazione esclusiva con gamberetti essiccati che porta ad una carenza di vitamina A con conseguenti congiunti viti ed edema palpebrale.

Attività con il cane anzianoL’ESPERTO Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofi la*

La vecchiaia nel cane varia a seconda di una se-rie di fatt ori tra cui la taglia, il peso, eventuali malatti e che ha avuto in passato, lo sti le di vita etc pertanto invecchierà più lentamente un cane ben curato, accudito ed in salute. Anche a livel-lo comportamentale non dobbiamo trascurare il nostro migliore amico ormai non più giovane, perché nonostante il graduale deterioramento fi sico è fondamentale mantenere atti va la sua mente moti vandolo, facendolo giocare e sti mo-landolo al movimento. Naturalmente le atti vità di un cane anziano sono diverse rispett o a quelle che possiamo far svolgere ad un cane giovane tutt avia è giusto sfatare il luogo comune secon-do cui non si possono fare atti vità con un cane anziano. Atti vità prati cate con tempi adatti al suo stato di salute lo aiutano a rimanere atti vo e giovane mentalmente e dunque lo supportano anche fi sicamente. E’ importante tenere in considerazione il fatt o che in un cane anziano si possono riscontrare al-terazioni a livello fi sico che possono avere eff etti anche sul comportamento, pertanto è fonda-mentale sott oporlo a più frequenti controlli ve-

terinari. Un classico esempio è la manipolazione, se vediamo il nostro quatt ro zampe più schivo o addiritt ura aggressivo mentre lo coccoliamo e prima d’ora non lo era mai stato, poniamoci qualche domanda e proviamo a capire se que-sto comportamento può essere indice di dolore, riferendolo anche al veterinario di fi ducia. Come dett o, è importanti ssimo sti molare il cane anzia-no anche dal punto di vista cerebrale facendogli fare atti vità cogniti ve, lente passeggiate esplora-ti ve, giochi di apprendimento e memoria. Per-tanto, non trascurate il vostro migliore amico la-sciandolo invecchiare solo, ma interagite spesso con lui, sollecitatelo e prendetevene cura più di quando era giovane, così avrete modo di vederlo più allegro, appagato e ne benefi cerà senza dub-bio sia a livello fi sico che mentale.

*Educatrice cinofi la che collabora con il Rifugio Cipa

Questi e tanti altri simpatici musetti li trovate al rifugio c.i.p.a. di fenil del turco (ro), via argine zucca n° 3/e tel. e fax 0425/476835 – mail: [email protected] – sito: www.legadelcanerovigo.com facebook: facebook.com/legadelcanerovigo – twitter: twitter@legadelcane – Youtube: rifugiocipatv

ADOTTAMICHICCO è

un meticcio maschio, taglia medio-piccola.

Va a passeggio al guinzaglio ed

è già abituato a vivere in casa. E’ dolcissimo e buonissimo. Per lui stiamo cercando una famiglia tranquil-

la che lo faccia vivere in casa.

DARIA è una meticcia

femmina sterilizzata,

taglia medio-piccola. E’

dolcissima e socievole. Va d’accordo con gli altri cani ed è adatta a famiglie giovani che vogliano una nuova amica

con cui fare attività.

GOLIA è un meticcio di

taglia media, sterilizzato. Va a

passeggio e va d’accordo con gli altri cani. Predili-ge le persone dal fare gentile e gli ambienti tranquilli quindi per lui stiamo cercando una

casa senza bimbi.

LANA è una meticcia

femmina sterilizzata,

taglia medio-piccola. Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani. E’ adatta a famiglie tranquille che la facciano vivere in casa. Predilige le

persone dai modi gentili.

MILO è un meticcio sterilizzato, taglia media. E’ un cane

stupendo e dal carattere forte e

indipendente. Gli piace andare a passeggio al guinzaglio e passare del tempo con i

volontari. Cerca un adottante che lo faccia vivere in una casa tranquilla con un bel

giardino in cui scorrazzare e fare la guardia.

RIFF è un meticcio sterilizzato di taglia

medio-piccola. E’ dolce e delicato,

adatto a famiglie con adolescenti e/o persone anziane,

anche con altri cani e altri animali. Gli piace moltissimo stare in braccio. Sta cercando

una famiglia gentile e tranquilla che lo coccoli e lo tenga in casa con sè.

KYRA è un Pastore

Tedesco femmina sterilizzata,

taglia media. Va a passeggio

al guinzaglio e va d’accordo

con gli altri cani. E’ dolcissima e buona, le piace stare in

compagnia delle persone.

REX è un me-ticcio maschio

sterilizzato, taglia media.

E’ buono, discreto e

amichevole. Predilige i cani

un po’ riservati, come lui, e le persone dai modi gentili. E’ un gran bravo cane che

merita di essere fi nalmente amato.

ANTARES è un meticcio maschio sterilizzato, taglia

piccola. E’ un cane timido e

dolce che predili-ge le persone dai modi delicati. Va d’accordo con gli altri cani. Per lui stiamo cercando una famiglia che lo

faccia vivere in casa.

SOL è un Pincher

maschio sterilizzato,

taglia piccola. E’

dolcissimo! Va a passeg-gio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani. Per lui cerchiamo una famiglia che lo

faccia vivere in casa.

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