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INTERVISTA L’assemblea dei Vescovi nelle parole Gioele Anni, giovane lodigiano che partecipa come uditore «Al Sinodo un ascolto non formale» Dopo il verbo “riconoscere” si passe- rà infatti a “interpretare” e (quindi come la Chiesa interpreta la realtà giovanile a partire dalla tradizione biblica e dal magistero) e poi le pro- poste, quindi il verbo “scegliere”». Come si vive la sinodalità? Cosa significa sinodalità concretamente? «Il Papa ha chiesto a chi aveva pre- parato in anticipo il proprio inter- vento di considerarlo come una bozza. E alcuni Vescovi hanno detto che prima di intervenire al Sinodo vogliono parlare con i giovani. Que- sta è sinodalità! È mettere da parte la propria lettura, basata sulla pro- pria esperienza, sulla propria visio- ne, e aprirsi al dialogo, all’ascolto». Come giovane quindi senti concreta- mente questo ascolto chiesto dal Papa? «Sì, un grande desiderio di ascolto emerge da questi primi interventi. Ascolto non come attenzione peda- gogica ,ma come fondamento della Chiesa in uscita. Come ha detto il Papa, non è un ascolto formale, è sostanziale. Senza ascolto non c’è Chiesa». Ci regali un’immagine dell’aspetto mon- diale del sinodo? «Mi hanno colpito molto i padri si- nodali che raccontano, portano le storie delle loro terre, il grido della zone di guerra. E magari si commuo- vono. Uno di loro oggi si è messo a piangere. Portano il respiro del mondo attraverso storie reali di gio- vani, storie concrete di Chiesa». Voi giovani come vivete i lavori ? «Noi 34 giovani siamo in alto a de- stra e si è creata questa dinamica per cui quando ci sono interventi particolarmente efficaci ci sono ap- plausi più forti, i giovani sudameri- cani urlano anche un po’. All’inizio i Vescovi erano sorpresi, ma la no- stra partecipazione è fatta anche di questo, di forme che vanno oltre i formalismi e portano autenticità». E nei gruppi linguistici come si lavora? «Si porta il sentore generale e l’obiettivo è di arrivare a delle rela- zioni che poi entreranno nel docu- mento finale. C’è più libertà di paro- la, si va in sostanza e ci si ritrova in gruppi più omogenei geografica- mente, essendoci uniformità lingui- stica. Anche questo aspetto geogra- fico è importante, le situazioni sono diverse ed è giusto che la Chiesa in uscita si declini nelle diverse realtà del mondo». Vuoi dire qualcosa ai giovani lodigiani? «So che tanti giovani hanno grandi aspettative di cambiamento dalla Chiesa e anche io e gli altri uditori giovani le abbiamo. Il sinodo è inse- gnamento per esperienza che la Chiesa ha tempi lunghi perchè è mondiale e deve abbracciare realtà molto diverse. Quindi vorrei dire da un lato non perdiamo la carica e la voglia di essere protagonisti, ma an- che manteniamo il valore della pa- zienza per capire la complessità del- la Chiesa. E stiamo dentro questa Chiesa, comprendendo il senso e il motivo di quella lunghezza di tem- pi». n L'agenda del Vescovo Sabato 6 ottobre A Milano, nella sede dell’Ordine del Santo Sepolcro, alle ore 10.30 incontra i Priori, i Presidi e i Delega- ti della Luogotenenza dell’Italia Settentrionale. A Cerro al Lambro, alle ore 18.00, presiede la Santa Messa e la Pro- cessione in onore della Madonna del Rosario, e benedice il nuovo sagrato della chiesa parrocchiale. Domenica 7 ottobre XXVII del Tempo Ordinario A Balbiano, per la Visita Pastorale, alle ore 10.30, celebra la Santa Messa ed inaugura la Mostra foto- grafica sulla Cattedrale e la Casa del Vescovo. A Mignete, per la Visita Pastorale, alle ore 15.15, presiede la Santa Messa e la Processione in onore della Madonna del Rosario. A Sordio, alle ore 18.00, celebra la Santa Messa e conferisce il Sacra- mento della Cresima. Da lunedì 8 ottobre a giovedì 11 ottobre A Lourdes, partecipa al Pellegri- naggio diocesano dell’Unitalsi. Giovedì 11 ottobre A Sant’Angelo Lodigiano, alle ore 20.45, presiede la Santa Messa di Consacrazione della chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa nel quartiere San Rocco. Da venerdì 12 ottobre a lunedì 15 ottobre A Roma per l’incontro dei Seminari lombardi con Papa Francesco (il 13 ottobre) e la canonizzazione del beato Paolo VI (il 14 ottobre). Battesimo (l’acqua e lo Spirito Santo) ci è donato affinché abbiamo la forza di intuire la straordinaria, irripetibile ricchezza del- l’avvio della nostra vita, pieno d’amore, di energia, di attese. Spesso le Sacre Scritture compiono la medesima operazione: rispe- dire il proprio lettore agli eventi iniziali della storia tra Dio e il mondo. Per esempio: proprio l’ultimo libro della Bibbia, l’Apoca- lisse, fa continuo riferimento alla Genesi, il volume che apre tutte le Sacre Scritture. Certo, l’operazione è delicata perché non priva di ambivalenza. Infatti potrebbe alludere a una specie di regressione, un rintanarsi nel passato magari idealizzato, pur di fuggire dalle esigenze del presente o dai richiami del futuro. Ma non è certo questa l’intenzione di Cristo. Egli piuttosto scorge negli inizi una grazia, uno splendo- re speciali e irripetibili, il deposito di una promessa che Dio intende mantenere. Spesso le nostre relazioni si esaurisco- no, o, pur mantenute, sono prive di mor- dente e vitalità, poiché abbiamo perduto il fiuto del loro inizio, il profumo delle loro promesse. Quand’anche ricordassimo le promesse che vibrarono agli inizi di un affetto, le penseremmo come vane; inge- nue, illusorie emozioni, rese superflue dal- la realtà. Eppure è proprio questo il bello delle promesse iniziali: lanciano il cuore nel futuro, qualsiasi esso sia. Ricordarsi che Dio lo ha fatto da sempre, rammentare che almeno una volta siamo stati capaci anche noi, spalancherebbe le finestre dei nostri legami, ed entrerebbe aria nuova. Rispondendo alla questione postagli da chi voleva metterlo alla prova, il Signore rimanda “all’inizio”, al momento della Cre- azione. In altre occasioni egli rinvia al luo- go o al tempo del cominciamento, come quando da Risorto diede ai propri discepoli l’appuntamento in Galilea, il territorio do- ve aveva avuto origine la loro amicizia. Stessa cosa chiese a Nicodemo, invitando- lo a riprendere il proprio principio, la sua nascita, grazie all’acqua e allo Spirito San- to. In quelle parole Gesù afferma che il IL VANGELO DELLA DOMENICA Cristo ci rimanda alla grazia irripetibile degli inizi di don Cesare Pagazzi L’Ufficio Liturgico Diocesano ha predisposto le intenzioni per il Sinodo dei Vescovi suggerite alle comunità per la preghiera dei fedeli nel mese di ottobre. Le pubblichiamo di seguito. - Per il Papa, i vescovi e tutti coloro che partecipano al Sinodo sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”: lo Spirito Santo illumini le loro menti e i loro cuori perché dall’assise sinodale possano scaturire orientamenti pastorali utili per le parrocchie, i movimenti e le associazioni. Preghiamo - Per i giovani: perché con coraggio prendano in mano la loro vita, mirino alle cose più belle e più profonde, e conservino sempre un cuore libero. Preghiamo - Per i giovani che partecipano all’attività ecclesiale: perché accompagnati da guide sagge e generose, siano aiutati a rispondere alla chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di loro, per realizzare il proprio progetto di vita e raggiungere la felicità. Preghiamo. n di Francesca Cerri «Al Sinodo c’è un grande deside- rio di ascolto. Un ascolto che però non è forma, è sostanza». Lo affer- ma Gioele Anni, giovane lodigiano che in questi giorni sta vivendo la straordinaria esperienza di parteci- pare al Sinodo dei Vescovi a Roma. Oltre ai Padri sinodali, in aula ci sono come noto 49 uditori: di questi ultimi 34 sono giovani tra i 18 e i 29 anni arrivati da tutto il mondo e Gio- ele è uno dei tre italiani. Ventotto anni compiuti ieri, giornalista, Gioele Anni è nato a Bertonico ed è cresciuto nell’Azione cattolica diocesana e in particolare nel Movimento studenti (Msac), ap- prodando poi al livello regionale e a quello nazionale del movimento e da lì al consiglio nazionale di Azio- ne cattolica. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente ieri nel primo po- meriggio durante una pausa dei la- vori sinodali. Gioele, ci racconti queste prime giornate dopo la celebrazione di apertura? «Ogni settimana comincia con le sessioni in assemblea plenaria, in questi giorni abbiamo affrontato la prima parte con l’analisi della realtà giovanile (quindi con il verbo “rico- noscere”). Questo pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) cominciano le di- scussioni nei gruppi linguistici e noi giovani abbiamo molto da dire». Voi infatti vi chiamate uditori, quindi il vostro ruolo è quello di ascoltare e non avete diritto di voto, ma potete interve- nire all’interno dei gruppi linguistici e anche una volta in assemblea plenaria. Tu hai intenzione di farlo? «Sì, possiamo intervenire una volta e io ho presentato prima di pranzo la mia petitio loquendi, la richiesta di prendere la parola, in cui bisogna anche indicare il tema che si inten- de affrontare. Io interverrò sulla ter- za parte, quindi quella sulle propo- ste pastorali e in particolare sul pro- tagonismo dei giovani nella Chiesa. L’aula del Sinodo durante i lavori. I giovani sono seduti in alto a destra DALL’UFFICIO LITURGICO La preghiera nelle chiese della diocesi CHIESA

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INTERVISTA L’assemblea dei Vescovi nelle parole Gioele Anni, giovane lodigiano che partecipa come uditore

«Al Sinodo un ascolto non formale»

Dopo il verbo “riconoscere” si passe-rà infatti a “interpretare” e (quindicome la Chiesa interpreta la realtàgiovanile a partire dalla tradizionebiblica e dal magistero) e poi le pro-poste, quindi il verbo “scegliere”».

Come si vive la sinodalità? Cosa significasinodalità concretamente? «Il Papa ha chiesto a chi aveva pre-parato in anticipo il proprio inter-vento di considerarlo come una bozza. E alcuni Vescovi hanno dettoche prima di intervenire al Sinodovogliono parlare con i giovani. Que-

sta è sinodalità! È mettere da partela propria lettura, basata sulla pro-pria esperienza, sulla propria visio-ne, e aprirsi al dialogo, all’ascolto».

Come giovane quindi senti concreta-mente questo ascolto chiesto dal Papa?«Sì, un grande desiderio di ascoltoemerge da questi primi interventi.Ascolto non come attenzione peda-gogica ,ma come fondamento dellaChiesa in uscita. Come ha detto il Papa, non è un ascolto formale, è sostanziale. Senza ascolto non c’èChiesa».

Ci regali un’immagine dell’aspetto mon-diale del sinodo?«Mi hanno colpito molto i padri si-nodali che raccontano, portano lestorie delle loro terre, il grido dellazone di guerra. E magari si commuo-vono. Uno di loro oggi si è messo apiangere. Portano il respiro del mondo attraverso storie reali di gio-vani, storie concrete di Chiesa».

Voi giovani come vivete i lavori ?«Noi 34 giovani siamo in alto a de-stra e si è creata questa dinamica per cui quando ci sono interventi particolarmente efficaci ci sono ap-plausi più forti, i giovani sudameri-cani urlano anche un po’. All’inizioi Vescovi erano sorpresi, ma la no-stra partecipazione è fatta anche diquesto, di forme che vanno oltre i formalismi e portano autenticità».

E nei gruppi linguistici come si lavora?«Si porta il sentore generale e l’obiettivo è di arrivare a delle rela-zioni che poi entreranno nel docu-mento finale. C’è più libertà di paro-la, si va in sostanza e ci si ritrova ingruppi più omogenei geografica-mente, essendoci uniformità lingui-stica. Anche questo aspetto geogra-fico è importante, le situazioni sonodiverse ed è giusto che la Chiesa inuscita si declini nelle diverse realtàdel mondo».

Vuoi dire qualcosa ai giovani lodigiani?«So che tanti giovani hanno grandiaspettative di cambiamento dallaChiesa e anche io e gli altri uditorigiovani le abbiamo. Il sinodo è inse-gnamento per esperienza che la Chiesa ha tempi lunghi perchè è mondiale e deve abbracciare realtàmolto diverse. Quindi vorrei dire daun lato non perdiamo la carica e lavoglia di essere protagonisti, ma an-che manteniamo il valore della pa-zienza per capire la complessità del-la Chiesa. E stiamo dentro questa Chiesa, comprendendo il senso e ilmotivo di quella lunghezza di tem-pi». n

L'agendadel Vescovo

Sabato 6 ottobreA Milano, nella sede dell’Ordine del Santo Sepolcro, alle ore 10.30 incontra i Priori, i Presidi e i Delega-ti della Luogotenenza dell’Italia Settentrionale.

A Cerro al Lambro, alle ore 18.00, presiede la Santa Messa e la Pro-cessione in onore della Madonna del Rosario, e benedice il nuovo sagrato della chiesa parrocchiale.

Domenica 7 ottobreXXVII del Tempo OrdinarioA Balbiano, per la Visita Pastorale, alle ore 10.30, celebra la Santa Messa ed inaugura la Mostra foto-grafica sulla Cattedrale e la Casa del Vescovo.

A Mignete, per la Visita Pastorale, alle ore 15.15, presiede la Santa Messa e la Processione in onore della Madonna del Rosario.

A Sordio, alle ore 18.00, celebra la Santa Messa e conferisce il Sacra-mento della Cresima.

Da lunedì 8 ottobre a giovedì 11 ottobreA Lourdes, partecipa al Pellegri-naggio diocesano dell’Unitalsi.

Giovedì 11 ottobreA Sant’Angelo Lodigiano, alle ore 20.45, presiede la Santa Messa di Consacrazione della chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa nel quartiere San Rocco.

Da venerdì 12 ottobre a lunedì 15 ottobreA Roma per l’incontro dei Seminari lombardi con Papa Francesco (il 13 ottobre) e la canonizzazione del beato Paolo VI (il 14 ottobre).

Battesimo (l’acqua e lo Spirito Santo) ci èdonato affinché abbiamo la forza di intuirela straordinaria, irripetibile ricchezza del-l’avvio della nostra vita, pieno d’amore, dienergia, di attese. Spesso le Sacre Scritturecompiono la medesima operazione: rispe-dire il proprio lettore agli eventi inizialidella storia tra Dio e il mondo. Per esempio:proprio l’ultimo libro della Bibbia, l’Apoca-lisse, fa continuo riferimento alla Genesi,il volume che apre tutte le Sacre Scritture.

Certo, l’operazione è delicata perché

non priva di ambivalenza. Infatti potrebbealludere a una specie di regressione, unrintanarsi nel passato magari idealizzato,pur di fuggire dalle esigenze del presenteo dai richiami del futuro. Ma non è certoquesta l’intenzione di Cristo. Egli piuttostoscorge negli inizi una grazia, uno splendo-re speciali e irripetibili, il deposito di unapromessa che Dio intende mantenere.

Spesso le nostre relazioni si esaurisco-no, o, pur mantenute, sono prive di mor-dente e vitalità, poiché abbiamo perduto

il fiuto del loro inizio, il profumo delle loropromesse. Quand’anche ricordassimo lepromesse che vibrarono agli inizi di unaffetto, le penseremmo come vane; inge-nue, illusorie emozioni, rese superflue dal-la realtà. Eppure è proprio questo il bellodelle promesse iniziali: lanciano il cuorenel futuro, qualsiasi esso sia. Ricordarsiche Dio lo ha fatto da sempre, rammentareche almeno una volta siamo stati capacianche noi, spalancherebbe le finestre deinostri legami, ed entrerebbe aria nuova.

Rispondendo alla questione postagli dachi voleva metterlo alla prova, il Signorerimanda “all’inizio”, al momento della Cre-azione. In altre occasioni egli rinvia al luo-go o al tempo del cominciamento, comequando da Risorto diede ai propri discepolil’appuntamento in Galilea, il territorio do-ve aveva avuto origine la loro amicizia.Stessa cosa chiese a Nicodemo, invitando-lo a riprendere il proprio principio, la suanascita, grazie all’acqua e allo Spirito San-to. In quelle parole Gesù afferma che il

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Cristo ci rimanda alla grazia irripetibile degli inizi

di don Cesare Pagazzi

L’Ufficio Liturgico Diocesano ha predisposto le intenzioni per il Sinododei Vescovi suggerite alle comunità per la preghiera dei fedeli nel mese diottobre. Le pubblichiamo di seguito.

- Per il Papa, i vescovi e tutti coloro che partecipano al Sinodo sul tema“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”: lo Spirito Santo illuminile loro menti e i loro cuori perché dall’assise sinodale possano scaturireorientamenti pastorali utili per le parrocchie, i movimenti e le associazioni.Preghiamo

- Per i giovani: perché con coraggio prendano in mano la loro vita, mirinoalle cose più belle e più profonde, e conservino sempre un cuore libero.Preghiamo

- Per i giovani che partecipano all’attività ecclesiale: perché accompagnatida guide sagge e generose, siano aiutati a rispondere alla chiamata che ilSignore rivolge a ciascuno di loro, per realizzare il proprio progetto di vitae raggiungere la felicità. Preghiamo. n

di Francesca Cerri

«Al Sinodo c’è un grande deside-rio di ascolto. Un ascolto che perònon è forma, è sostanza». Lo affer-ma Gioele Anni, giovane lodigianoche in questi giorni sta vivendo lastraordinaria esperienza di parteci-pare al Sinodo dei Vescovi a Roma.

Oltre ai Padri sinodali, in aula cisono come noto 49 uditori: di questiultimi 34 sono giovani tra i 18 e i 29anni arrivati da tutto il mondo e Gio-ele è uno dei tre italiani.

Ventotto anni compiuti ieri,giornalista, Gioele Anni è nato a Bertonico ed è cresciuto nell’Azionecattolica diocesana e in particolarenel Movimento studenti (Msac), ap-prodando poi al livello regionale ea quello nazionale del movimentoe da lì al consiglio nazionale di Azio-ne cattolica. Lo abbiamo raggiuntotelefonicamente ieri nel primo po-meriggio durante una pausa dei la-vori sinodali.

Gioele, ci racconti queste prime giornatedopo la celebrazione di apertura?«Ogni settimana comincia con le sessioni in assemblea plenaria, inquesti giorni abbiamo affrontato laprima parte con l’analisi della realtàgiovanile (quindi con il verbo “rico-noscere”). Questo pomeriggio (ieriper chi legge, ndr) cominciano le di-scussioni nei gruppi linguistici e noigiovani abbiamo molto da dire».

Voi infatti vi chiamate uditori, quindi ilvostro ruolo è quello di ascoltare e nonavete diritto di voto, ma potete interve-nire all’interno dei gruppi linguistici e anche una volta in assemblea plenaria.Tu hai intenzione di farlo?«Sì, possiamo intervenire una voltae io ho presentato prima di pranzola mia petitio loquendi, la richiestadi prendere la parola, in cui bisognaanche indicare il tema che si inten-de affrontare. Io interverrò sulla ter-za parte, quindi quella sulle propo-ste pastorali e in particolare sul pro-tagonismo dei giovani nella Chiesa.

L’aula del Sinodo durante i lavori. I giovani sono seduti in alto a destra

DALL’UFFICIO LITURGICO

La preghiera nelle chiese della diocesi

CHIESA

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II I CHIESA I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI

tetti dall’oblio. È comprensibilissima l’at-tenzione a questi ambiti del problema, maè possibile riferirsi anche ad altri orizzontipure segnati dal fattore umano e dai relati-vi contesti. Si vedrà, tra poco, che questocenno è suggerito dalla speciale situazionedel ceto a cui è dedicata la nostra rubrica,cioè il clero che fu, di cui si tenta di dire quiqualcosa guardando, con occhi socchiusi,anche al clero che è. Il problema va impo-stato così. Nella maggioranza dei casi si ritiene normale attuare, con la pensione,un distacco pressoché completo dal mondodegli anni del lavoro. Alcuni sognano - ahi-mè - il dolce far nulla, altri - degni di mag-gior stima - si orientano ad attività di variotipo, esercitate in libertà totale anche fos-sero non molto difformi da quelle della pro-fessione da cui resta segnata, un po’ per tutti, l’esistenza.

È chiaro, a questo punto, che, per gliappartenenti al clero, le cose non possonoandare così. In questi casi il vincolo, anchedopo la pensione, resta con un ministeroche ha segnato, nel profondo dell’anima enei contesti pratici dell’esistenza, la totali-tà dell’essere, in modo assoluto e indelebile.D’altra parte l’età che avanza e la fatalità

di alternative impongono sostituzioni e distacchi non solo per il clero della quoti-dianità, ma anche per vescovi e cardinali,a tacere del papa Ratzinger, che dà oggi almondo esempi nobilissimi di discrezionee di dignità. Tornando al clero della quoti-dianità, è chiaro che la rinuncia ai compitie ai titoli fruiti sino alla pensione nelle strutture dell’azione pastorale, imporrà diconfigurare delle situazioni in cui colloca-re, con rispetto e dignità, anche chi, per nonpochi decenni, si era abituato a disporre più che a obbedire, ad essere guida più chefedele seguace. La sapienza dell’istituzionecristiana è bimillenaria, e le soluzioni si troveranno e si trovano.

È impossibile però non intravederequalche difficoltà al proposito, del resto sempre vive lungo il corso dei secoli e ricor-date anche in testi illustri. Ne cito un paio.Romano Guardini, il grande studioso di cuiconosciamo gli scritti, dice espressamente,nell’autobiografia, di aver avuto come de-stinazione, per uno dei suoi primi incarichipastorali, una parrocchia nella quale tuttisapevano che il titolare avocava tutto a sé,lasciando nulla di importante da compierea chi avrebbe dovuto collaborare con lui.

Ricordo anche la battuta attribuita al per-sonaggio di un romanzo che ho letto moltianni fa: «ho un parroco che ha cambiatopiù cappellani lui, che Enrico VIII mogli».Pare che oggi, per grazia divina e per un insieme di trasformazioni sociali, siano sensibilmente diminuite situazioni siffatte.

Sarà, comunque, sempre arduo per unpastore d’anime, giunto a quella che, ancheper lui, è la pensione, trovarsi nella necessi-tà, per così dire, di ricominciare. Infatti, ilministero sacerdotale, irrinunciabile nellasua essenza perché segnato con il sigillodell’eterno come si avverte nel profondo dell’anima, dovrà, a un certo punto, essereesercitato in strutture e con metodi decisida altri, a cui adeguarsi in buon ordine e ingenerosa disponibilità. Piccole cose, forse,e persino più da sagrestia che da Chiesa,ignote, anzi, a chi, nel gran mare del mondo,conosce altri labirinti e affanni. Eppure esse sono tra quelle che toccano l’intimosegreto dei cuori e ne segnano i palpiti. Chile vive deve solo mettersi in pace con le ombre che si allungano, intensificare i vin-coli di fede con l’unico Signore, nella gioiadi esserne stato servo buono e fedele.

[email protected]

Anche tra gli appartenenti all’ultimafascia, per età, del clero che fu, si notanonon pochi casi di tenace sopravvivenza elongevità. Del resto un po’ in tutti i ceti siassiste a un diffondersi di proroghe in forzadelle quali si rimane un po’ più a lungo inquesta valle di lacrime. Attenti a questo mutare di situazioni e ai problemi che neconseguono, i poteri costituiti cercano difronteggiarli, perché è evidente che le pro-roghe, di cui sopra, riguardano individuisempre più esposti alle fragilità del declino.La necessità di forme di protezione, in co-stante aumento, impone accurati studi sul-l’istituto della pensione, la cui natura è diconcretizzarsi in una somma di denaro nonpercepita per un lavoro che si compie, main forza dei contributi versati ai tempi diquello compiuto.

Ho indugiato in semplici pensieri peril gusto, non tanto riprovevole, di rendermiconto dei bollenti spiriti, se non delle ire funeste, di cui, su questi temi, si ha spessotestimonianza. I termini dei dibattiti ri-guardano soprattutto la consistenza dellacifra assegnata per la pensione, soprattut-to per i casi di evidente non equità, segnala-ti da decenni e sempre concordemente pro-

CLERO CHE FU

La serenità dell’ultimo tratto, tra attività e pensione

di Giuseppe Cremascoli

zione, e si sostengono a vicenda nel-la preghiera reciproca. Nel mese mariano e missionario d’ottobre stiamo raccogliendo l’appello del Papa alla preghiera perché la Chiesasia difesa dal maligno, per la specia-le intercessione della Madre di Dioe di San Michele Arcangelo. In que-sto contesto, ci uniamo spiritual-mente al Vescovo Maurizio e ai pel-legrini che con lui nei prossimi gior-ni onoreranno la Beata Vergine Ma-ria alla grotta di Lourdes. E poi la sera dell’11 settembre, giorno del quarto anniversario di ordinazioneepiscopale, ci daremo appuntamen-to – tutti spiritualmente, rappresen-tati dai vicari locali della diocesi, echi potrà di persona – nuovamentesotto la protezione della Santa Ma-dre di Dio, nella Chiesa parrocchialedi Sant’Angelo che verrà dedicata eintitolata a Maria Madre della Chie-sa. Sarà il giorno anniversario del-l’apertura del Concilio Vaticano II,memoria di San Giovanni XXIII, par-ticolarmente cara al nostro Vesco-vo: con lui il popolo fedele di Lodi continua a camminare, in silentioet spe. n

GIOVEDÌ Il ricordo dell’ordinazione episcopale e la consacrazione della chiesa restaurata

Il “grazie” per il Vescovo Maurizioquest’anno sarà a Sant’Angelo

Giovedì è l’anniversario dell’or-dinazione episcopale del VescovoMaurizio. Monsignor Malvestiti in-fatti è stato consacrato Vescovo a Roma, nella Basilica di San Pietro, l’11 ottobre 2014. Quest’anno la Chie-sa di Lodi festeggia il suo Pastore con una celebrazione eucaristica aSant’Angelo, in occasione della con-sacrazione della chiesa della par-rocchia Maria Madre della Chiesa,dove si sono chiusi recentemente irestauri. A spiegare l’importanza dell’anniversario è il vicario genera-le, don Bassiano Uggè, con un inter-vento che pubblichiamo di seguito.

L’anniversario dell’ordinazione

episcopale è momento di grazia sin-golare per il Vescovo, che torna allasorgente sempre fresca del suo mi-nistero, e per l’intera diocesi, di cuiegli è maestro e guida, padre e pa-store. Pur nei rapidi e profondi mu-tamenti del nostro tempo, i fedeli etutta la gente del Lodigiano sono ancora sinceramente affezionati alproprio Vescovo. La liturgia ci invitaa pregare perché non manchi al gregge la sollecitudine del pastoree al pastore la docilità del suo greg-ge. Nella riconoscenza al Signore che continuamente assiste la sua Chiesa, siamo grati al Vescovo Mau-rizio per la guida saggia e la dedizio-ne generosa che sta esprimendo inmodo speciale, benché non esclusi-vo, nella visita pastorale.

Il Vescovo è chiamato a edificareil popolo a lui affidato con la parolae con l’esempio. Vescovo e popolocamminano insieme, disse Papa Francesco appena dopo la sua ele-

Sopra il Vescovo Maurizio sorridente subito dopo l’ordinazione episcopale, nel riquadro la chiesa del quartiere San Rocco, recentemente restaurata

Si spense il 15 ottobre del 1582,Santa Teresa d’Avila, e il 15 ottobredi ogni anno si celebra la sua festaliturgica. Le sorelle carmelitane diLodi invitano tutti alle celebrazio-ni in onore di Santa Teresa di Gesùche si terranno domenica prossi-ma, 14 ottobre, e lunedì 15. Dome-nica 14 ottobre 2018 alle 21 al Car-melo di viale Milano ci sarà l’Uffi-cio delle letture, con la partecipa-zione del Coro della Cattedrale.

Lunedì 15 la santa Messa solen-ne sarà celebrata alle 7.15, presie-duta dal cappellano del Carmelo diLodi, don Bassiano Uggè, anche vi-cario generale della diocesi. Alle17.30 sarà invece don Anselmo Mo-randi, rettore del Seminario, a pre-siedere la concelebrazione solennealla quale saranno presenti la stes-sa comunità del Seminario e le reli-giose delle varie congregazioni chevivono e operano in diocesi.

Come sempre, le sorelle carme-litane invitano tutti, così come in-vitano tutti i sacerdoti che lo desi-derano a concelebrare. n

IL MONASTERO

Il Carmeloin preghieraper la solennitàdi Santa Teresa

Santa Teresa D’Avila

Pubblichiamo di seguito la comunicazione inviata ai vicari invista della Santa Messa di giovedì.

Siete invitati a concelebrare alla S. Messa che il Vescovo Mauri-zio presiederà giovedì prossimo 11 ottobre alle ore 20.45 nellaChiesa parrocchiale di Maria Madre della Chiesa (S. Rocco) inSant’Angelo Lodigiano

Il Vescovo – che presiederà il rito di dedicazione di quella Chiesa,nel giorno anniversario della apertura del Concilio Vaticano II,memoria di San Giovanni XXIII – ricorderà il IV anniversario diordinazione episcopale.

Siete pregati di portare il camice personale, mentre troveretela casula in sacrestia. È gradita conferma della presenza data a donAnselmo Morandi ([email protected]). n

COMUNICAZIONEI vicari sono invitati a concelebrarela Messa per il quarto anniversario

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CHIESA I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI I III

coglienza alle 9.15, la recita delleLodi alle 9.30, la meditazione gui-data da don Bassiano Uggè, vicariogenerale della nostra diocesi;quindi l’adorazione eucaristica, al-le 11.30 la celebrazione della SantaMessa, seguirà il pranzo, infine al-le 14.30 gli avvisi e le comunica-zioni.

Nell’occasione del ritiro dell’as-sociazione, giovedì, si potrà rinno-vare l’abbonamento per l’anno2019 e anche l’abbonamento, perchi lo desidera, alla rivista della“Pro Sacerdotio”. n R. B.

A piedi dalla Madonna della Fontana, di Camairago, alla Madon-na dei Cappuccini di Casalpuster-lengo: domani, domenica 7 ottobre2018, nella festa della Madonna delRosario, torna il tradizionale appun-tamento di pellegrinaggio che il mo-vimento di Comunione e Liberazio-ne propone a tutta la comunità. L’in-vito è esteso a tutti, non soltanto airesidenti e ai parrocchiani, né tan-tomeno a chi già conosce la frater-nità di Cl attiva anche nel Lodigiano.

Il programma si apre alle 14.15con il ritrovo al Santuario della Ma-donna della Fontana a Camairago

(che per la prima volta quest’annooccorre indicare come “comune diCastelgerundo”).

Dopo un breve saluto e l’introdu-zione alla giornata, si reciterà la pre-ghiera dell’Angelus. Quindi partiràil cammino, e farà da guida padre Alberto Grandi, guardiano del con-vento di Casalpusterlengo e parrocodella parrocchia stessa di Maria Ma-dre del Salvatore. Durante il percor-so ci si fermerà per una breve sostadi ristoro alla cascina Mulazzana.L’arrivo al Santuario della Madonnadei Cappuccini di Casalpusterlengoè previsto per le 17.15. Subito dopo,

I Familiari del clero si ritrova-no per il loro ritiro spirituale, gio-vedì 11 ottobre 2018 dalle 9.15 alSeminario vescovile di Lodi (viaVenti Settembre, via Volturno perchi entra in auto nel cortile).

In questo mese di ottobre, dedi-cato al Rosario, l’associazione dio-cesana collaboratori e familiari delclero ripropone l’appuntamentodel ritiro spirituale, sempre con ilcoordinamento dell’assistente donGiancarlo Marchesi e della presi-dente Alma Bianchi Boriani.

Il programma della giornatadell’11 ottobre prevede, dopo l’ac-

alle 17.30, il pellegrinaggio a piedi siconcluderà con la Santa Messa.

Gli organizzatori ricordano inol-tre che alle 13.45 di domani, dome-nica 7, un pullman partirà dal piaz-zale del Santuario dei Cappuccini,e che il pellegrinaggio si svolgerà anche in caso di maltempo. n Raf. Bia.

COMUNIONE E LIBERAZIONE L’appuntamento è per domenica 7 ottobre

Un processione marianada Camairago a Casale

La Madonna della Fontana

A LODI La meditazione sarà guidata da don Uggè

Giovedì il ritiro spiritualeper i Familiari del clero

stessi senza nulla trattenere» e «ilvanto dei cristiani è l’incontro diDio con l’umanità che si è realizza-to sul Calvario e il mattino di Pa-squa, dilatandosi con la Pentecostefino a noi». Da qui l’invito a recarsia Messa «più che possiamo» per-ché di questi misteri cristiani è ilmemoriale vitale.

Nella Solennità di San France-sco, è il modello del poverello cheil Vescovo Maurizio ha richiamatoi fedeli - famiglie, giovani, anziani-, convocati nel Santuario: «ConFrancesco rendiamo grazie a Dio,ma questo richiede subito di pro-fessare l’amore per il nostro Dio einscindibilmente per il prossimo».«In quale forma?» ha domandato.«Lasciandoci condurre sulle ormedi questo santo trafitto dalla Croce,

per imparare a morire ogni giornonell’autentico amore e ogni giornorisorgere» ha risposto, perché sidisveli la “semplicità” di Dio in noirendendoci umili e perciò dialo-ganti con tutti.

«Francescani e francescane vi-vono nel dono di questa benedizio-ne, proponendo lo stile del SantoEvangelo, che è pentimento peren-ne dei peccati e amore. La nostravita è sicura solo se nascosta conCristo in Dio. A ciò tende la regola.Francesco era povero, casto, obbe-diente perché voleva vivere in pie-nezza l’amore oblativo e Gesù fos-se per lui balsamo, veste, dimora»ha aggiunto il Pastore, concluden-do con l’appello tutto francescanoad «obbedire a Cristo nei poveri enei sofferenti». n

LA CELEBRAZIONE Il Vescovo: «Obbedire a Cristo nei poveri e nei sofferenti»

Voi Cappuccinivivete il Vangelofacendovi piccolicome Francesco

di Laura Gozzini

«Grazie cari frati Cappucciniperché vivete il Santo Evangelofacendovi piccoli come Francesco.Ci testimoniate la sapienza dellaCroce e della fede, così non potre-mo dimenticare quel cuore trafittonel quale si trova ristoro». Nel giu-bileo centenario dell’Ordine Fran-cescano Secolare unito alla festaliturgica del patrono d’Italia, giove-dì sera al Santuario della Madonnadei Cappuccini, il vescovo di Lodi,monsignor Maurizio Malvestiti haringraziato con queste parole lafamiglia francescana, parole desti-nate a restare iscritte nel cuoredella comunità parrocchiale accor-sa numerosa alla recita del rosario,con la supplica alla Madre di Dio ea san Michele, secondo l’invito dipapa Francesco, e alla Messa delle21.

«L’ordine francescano ha datomodo a molti lodigiani e casalinidi vivere la regola di San France-sco», ha detto il vescovo rivolgen-dosi ai fedeli «e non vi è grazie piùalto dell’eucaristia», aperta dal sa-luto del parroco, padre Alberto:«Siamo lieti che abbia accolto ilnostro invito a presiedere il cente-simo anniversario dell’OrdineFrancescano Secolare, che ci fa ri-pensare al 4 ottobre 1918». E dellaliturgia come luogo d’«incontro trai nostri inni di benedizione e il do-no di tutto sé stesso di Dio», ha par-lato il vescovo Malvestiti, per riba-dire che «la vita cristiana è dare sé

La celebrazione di giovedì sera nella chiesa dei Cappuccini a Casale

.La celebrazione nel giubileo centenario dell’Ordine Francescano Secolare unito alla festa liturgica del patrono d’Italia

La misericordia come criteriodi riforma per la teologia e peruna rinnovata prassi della Chiesa:riprendono anche quest’anno gliincontri del Movimento ecclesialedi impegno culturale (Meic), conuna serata sulla misericordia, te-ma caro a Papa Francesco. Ospiteil prof. Roberto Mancini, ordinariodi Filosofia teoretica all’universitàdi Macerata. L’incontro, dal titolo“Il Vangelo della Misericordia.Una possibilità per la Chiesa e laTeologia”, avrà luogo il 9 ottobrealle 21 nell’aula magna del Liceo“Verri”. Mancini era già statoospite del Meic nel 2013, per unaconferenza dal titolo “Le ideeeretiche”: questa volta invece of-frirà alcuni spunti di riflessionesul tema della misericordia, inte-sa come viva forza di cambiamen-to. Il docente universitario, oltrealle numerose pubblicazioni inambito teologico, sociale ed eco-nomico, ha anche scritto un librosul tema, dal titolo “Il senso dellamisericordia”. n

AL VERRIAl via martedìgli appuntamentidi approfondimentodel Meic di Lodi

Ultime comunità in festa peri nuovi parroci.

Questo fine settimana don Lu-ca Maisano viene accolto comeparroco nelle parrocchie di Ca-stelnuovo bocca d’Adda e di Mac-castorna. Don Maisano farà il suoingresso a Castelnuovo domenica7 ottobre alle 17.30. Una nota or-ganizzativa: i sacerdoti che desi-derassero concelebrare portinocamice e stola.

Non è nuovo nella parrocchia,perchè l’ha già guidata come am-ministrazione parrocchiale, maanche don Giancarlo Malcontenti(nominato parroco) viene festeg-giato a Cerro al Lambro in occa-sione della sagra. Sarà il vescovoin questa occasione a presiederela Santa Messa e la Processionein onore della Madonna del Rosa-rio. n

OGGI E DOMANI Castelnuovoe Cerroabbraccianoi loro parroci

Don Luca Maisano

Don Giancarlo Malcontenti

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IV I CHIESA I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI

Il confronto tra i consiglieri hafatto emergere, insieme all’apprez-zamento per l’opportunità di condi-visione sia sul metodo che sul meri-to dei temi di principale interessepastorale, l’invito a perfezionare ul-teriormente la programmazione dellavoro degli organismi diocesani, inrapporto a quelli parrocchiali e vi-cariali. Gli spunti offerti hanno toc-cato, tra gli altri, questi aspetti: l’ac-quisizione del metodo sinodale, an-che con la modalità dei “tavoli” spe-rimentata al Convegno nazionaledi Firenze e già riproposta a livellodiocesano; la funzione consultiva

Nella serata di lunedì 1 ottobreMons. Vescovo ha convocato in riu-nione congiunta il consiglio presbi-terale e il consiglio pastorale dioce-sano, secondo la possibilità previstadallo statuto di entrambi gli organi-smi. Nella casa vescovile, è stato dato il benvenuto a tutti i consiglie-ri, a partire dai due nuovi membridel pastorale: Suor Carla Zoni, delleFiglie di San Paolo, designata dal-l’USMI in sostituzione di Suor VilmaColombo, non più operante in dioce-si di Lodi dopo la destinazione ad una nuova comunità; e Carlo Bosa-tra, Presidente dell’Unitalsi della sottosezione di Lodi, aggregato aimembri di nomina vescovile.

Introducendo i lavori, dopo l’ap-provazione dei verbali delle prece-denti sedute dei rispettivi consigli,Mons. Malvestiti ha evidenziato lapreziosa opportunità della convo-cazione congiunta al fine di rilan-ciare la collaborazione a metà delmandato dei due organismi. Il Ve-scovo Maurizio, dopo aver annun-ciato la conferma dei vicari locali sulla base della consultazione deipresbiteri nei singoli vicariati (comesi riferisce nell’articolo qui sotto),ha aggiornato i consiglieri sullo sta-to di avanzamento della visita pa-storale, attualmente in corso nei vicariati di Paullo e Spino d’Adda: rimarrà quello foraneo di Sant’An-gelo Lodigiano, a partire da febbraio2019, per concludere – a gennaio

Il primo ottobre monsignor Malvestiti ha presieduto la seduta congiunta del consiglio pastorale e di quello presbiterale

giano associate ad altrettanti am-biti da scandagliare: famiglia,scuola, lavoro, tempo libero, fragili-tà e solidarietà. Il contributo dellariflessione potrà confluire nei “col-loqui di San Bassiano” a febbraioprossimo. Il mese mariano e mis-sionario di ottobre è segnato puredall’appello del Papa alla preghieradel rosario, con la supplica alla Ma-dre di Dio e all’arcangelo Michele,perché la chiesa sia protetta daldiavolo che divide gli uomini daDio e tra di loro.

Il Vescovo Maurizio si è quindifelicitato con i vicari locali, confer-mati sulla base della maggioranza,in alcuni casi molto qualificata,espressa nella consultazione deipresbiteri in ogni vicariato. La con-tinuità nell’incarico favorisca ilmassimo stimolo ai confratelli e ailaici nei vari settori della pastorale,con attenzione particolare alle re-

lazioni, da rivitalizzare nelle occa-sioni ordinarie. Ai vicari – i cuicompiti sono stati richiamati conriferimento alla normativa univer-sale e diocesana – Mons. Malvestitiha raccomandato soprattutto lacura del prossimo rinnovo dei con-sigli parrocchiali e ha invitato afavorire la scelta dei rappresentan-ti parrocchiali, adulti e giovani,avendo a cuore la formazione cul-turale, spirituale e pastorale dellaicato: vincente è l’indole sinodalenella vita ecclesiale, grazie ad unafeconda interazione tra gli organi-smi di partecipazione, diocesani,vicariali e parrocchiali. L’anno del“ripensamento” potrà valorizzarei frutti del triennio pastorale conla triade misericordia, comunione,missione, individuando i tratti tipi-ci della missionarietà diocesana.

Mons. Vescovo è quindi tornatosulla scelta della alternanza dei

Si è radunato mercoledì 3 otto-bre in vescovado il consiglio deivicari, confermati nei giorni scorsiper il prossimo quinquennio.

Mons. Vescovo, che ha convo-cato e presieduto la riunione, nellecomunicazioni iniziali ha invitatole comunità ad accompagnare conla preghiera il Sinodo dei Vescovisui giovani, prospettando fin d’orala ricaduta a livello diocesano diquesto importante evento eccle-siale, non solo negli appuntamentigià in calendario dell’aggiorna-mento del clero ma anche in inizia-tive adeguate: tra queste il proget-to delle sei città del territorio lodi-

Tra i temi affrontati il progetto delle sei città del territorio lodigiano associate ad altrettanti ambiti da scandagliare

titolari e dei collaboratori di incari-chi di curia e diocesani: sarà perfe-zionato nel prossimo periodo ilcompletamento dell’organigram-ma, che ha già riguardato settoriimportanti tra i quali il seminario,la scuola con gli insegnanti di reli-gione e la pastorale universitaria,la catechesi, i pellegrinaggi, losport e interesserà quelli della fra-gilità familiare.

Le comunicazioni del VescovoMaurizio si sono concluse con in-formazioni sull’ultimo incontro deiVescovi lombardi e sulla prossimaassemblea generale della confe-renza episcopale lombarda che sa-rà seguita dal convegno ecumeni-co nazionale sulla cura del creatoche si svolgerà a Milano.

Il confronto tra i vicari ha con-diviso e puntualizzato le indicazio-ni fornite dal Vescovo. Ricorrenteil riferimento alle situazioni deipresbiteri e alla loro vita fraternae in comune, stimolati dalla recen-te lettera del papa al popolo di Dioche invita la chiesa intera ad unaprofonda riflessione, senza cederetuttavia ad indebite generalizza-

zioni e strumentalizzazioni. La te-stimonianza più persuasiva rima-ne quella della dedizione generosaal proprio ministero vissuta nellafedeltà al celibato, che è un valoreaggiunto per il bene degli stessifedeli. I vicari – affiancati dai ri-spettivi segretari, scelti con il con-senso dell’Ordinario – saranno im-pegnati tra l’altro nella verifica del-la attuazione dei decreti della visi-ta pastorale, dove essa è già stataconclusa, e nella preparazione del-la stessa nei vicariati di Sant’Ange-lo Lodigiano e Lodi Città, mentreè in corso la visita a Paullo e Spinod’Adda. In vista della prossima riu-nione potranno rivedere la moduli-stica per la visita alle parrocchiedel vicariato e mettere a punto leindicazioni per il rinnovo dei con-sigli pastorali vicariali. Ma già abreve i vicari si ritroveranno, invi-tati alla concelebrazione che il Ve-scovo Maurizio, presiederà giovedì11 ottobre, nel quarto anniversariodella propria ordinazione episco-pale, per la dedicazione della Chie-sa parrocchiale di Maria Madredella Chiesa a Sant’Angelo. n

IN EPISCOPIO Il consiglio si è radunato mercoledì, tutti i componenti rimangono invariati per il prossimo quinquennio

Le felicitazioni del Vescovo ai vicaridopo la riconferma nei loro incarichi

2020 – con quello di Lodi città. Cosìsarà stato percorso l’intero territo-rio lodigiano, che nelle sue sei cittàpotrà ospitare momenti di confron-to e riflessione su altrettanti temi:famiglia, scuola, lavoro, tempo libe-ro, fragilità e solidarietà.

L’anno pastorale da poco avvia-to andrà a incrociarsi con il 17° cen-tenario della nascita di San Bassia-no, avvenuta presumibilmente nel319. Il “ripensamento” prospettatonella lettera pastorale “… per il mon-do” sarà occasione di individuazio-ne della peculiarità lodigiana dellamissionarietà, declinata nella pros-simità e solidarietà, con attenzionepreferenziale ai più bisognosi.

Ai due organismi il Vescovo hachiesto soprattutto di favorire l’ela-borazione di linee pastorali condivi-se, stimolando l’interazione tra i consigli pastorali, vicariali e dioce-sani.

La celebrazione del Sinodo deiVescovi sui giovani – tema semprein cima alle priorità, con la famigliae il lavoro – e il prossimo rinnovo intutta la diocesi dei consigli parroc-chiali, pastorali e per gli affari eco-nomici, mentre si completa l’organi-gramma degli incarichi di Curia e diocesani secondo un criterio di al-ternanza, esalta la sinodalità dellaChiesa, chiamata a porsi in stato permanente di evangelizzazione,come indicato da papa Francesco.Soprattutto il consiglio pastorale diocesano potrà farsi carico di que-sta riflessione, mentre per il consi-glio presbiterale è stata suggeritala possibilità di mettere a tema la recente lettera del Papa al popolodi Dio.

RIUNIONE Dal pastore la richiesta di favorire l’elaborazione di linee pastorali condivise

Organismi diocesani di comunione,un forte invito alla collaborazione

e la natura rappresentativa degli organismi di partecipazione; il coor-dinamento tra i differenti livelli, parrocchiale, vicariale e diocesano,secondo la specificità di ciascuno.

In conclusione il Vescovo ha af-fidato alle presidenze dei due consi-gli l’incarico di ordinare e rielabora-re le proposte emerse, auspicandola più ampia collaborazione per lapreparazione, prima, e la ricaduta,poi, dei lavori dei vari organismi, che dovranno sempre realizzare una feconda osmosi tra di loro e conle comunità di cui sono espressio-ne. n

La Pro Sacerdotio dà il via agliincontri mensili di quest’anno,con la preghiera e l’adorazione eu-caristica di domani, domenica 7ottobre, alle 16 alla Chiesa dellaPace, il piccolo santuario che sor-ge in corso Umberto, nel centro diLodi. L’incontro proporrà la pre-ghiera del Rosario, nella domenicain cui si venera la Madonna delRosario, i Vespri e l’adorazione eu-caristica, guidati dal diacono per-manente Fabio Ripamonti.

«Ci troviamo per questa voltaalla Chiesa della Pace, da novem-bre in avanti gli incontri sarannoin Seminario – annuncia Ripa-monti -. Sono tra le venticinque ele trenta persone, quelle che fre-quentano assiduamente la Pro Sa-cerdotio a Lodi, ma gli iscritti sonomolti di più». Occorre infatti tene-re conto di chi è malato e non puòuscire, ma anche del fatto che«abbiamo iscritti in quasi tutte leparrocchie, ma essendo questi in-contri a Lodi città, spesso parteci-pano le persone che abitano nelcentro della diocesi. Noi giriamocomunque molto nelle parrocchie– aggiunge -, cercando di incon-trare gli iscritti anche nei singolipaesi».

Ripamonti è il coordinatoredella Pro Sacerdotio nella diocesidi Lodi, don Anselmo Morandil’assistente spirituale. Nelle par-rocchie e in Seminario si può tro-vare anche la rivista della Pro Sa-cerdotio. Per chi volesse contatta-re il gruppo o i responsabili, puòfare riferimento al Seminario ve-scovile di via XX Settembre. n Raffaella Bianchi

PREGHIERA Pro Sacerdotio,al via domanigli incontridel nuovo anno

PELLEGRINAGGIO L’Unitalsi nel santuario mariano

In partenza verso LourdesIn partenza il pellegrinaggio a Lourdes dell’Unitalsi, che i 285 parteci-

panti condivideranno con il Vescovo Maurizio. L’esperienza è fissata dal 6 all’11 ottobre (per chi viaggia in pullman)

e dal 7 al 12 ottobre (per chi viaggia in aereo), nell’ambito di un viaggiodi fede che quest’anno assume un significato particolare, dal momentoche ricorrono il 90esimo anniversario della costituzione della sottose-zione Unitalsi di Lodi ed il 160esimo anniversario delle apparizioni diLourdes. n

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CHIESA I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI I V

slogan del pellegrinaggio di que-st’anno. La comune appartenenzaad un cammino di fede, la vitasacramentale, l’ascolto della Pa-rola di Dio, i cammini di catechesie di testimonianza della caritàdevono vederci tutti protagonistisenza relegare i nostri fratelli chesono arrivati da terre lontane asemplici fruitori del Vangelo, maal ruolo che di fatto compete adogni cristiano, quello di essereevangelizzatori e testimoni dellaBuona Notizia.

Viviamo in un momento stori-co difficile, ma per questo provo-cante e stimolante, per ricordarealla gente dei nostri paesi, dellenostre città e delle nostre diocesiche il Dio creatore, il Dio di Abra-mo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio

A Lodi la comunità peruvianasi prepara a vivere la festa del Si-gnore dei miracoli (conosciuto an-che come Cristo moreno). L’asso-ciazione del Signore dei Miracolicomunica il programma delle cele-brazioni.

TRIDUO DI PREPARAZIONEMercoledì 10 Ottobre: Ore 19.15, inVia Gorini 38 (Casa di AccoglienzaRosa Gattorno, luogo di origine del-la Festa del Signore dei Miracoli aLodi) riflessione sulla Croce nelVangelo di Marco.

Giovedì 11 Ottobre: Ore 19.15,nella Chiesa San Giacomo, (luogodove attualmente risiede il dipintodel Signore dei Miracoli) riflessionesull’incenso e le donne che lo offro-no al Signore) “las sahumadoras”.Sarà presente Felix Juárez, diaconopermanente dell’Archidiocesi diMilano.

Venerdì 12 ottobre: ore 19.15,nella Chiesa San Giacomo, le parte-cipanti al V incontro nazionale del-le confraternita in Italia condivide-ranno le riflessioni e le novità tra-smesse nell’incontro di Bologna (30

giugno e 1 luglio 2018) dal respon-sabile delegato dalla ConferenzaEpiscopale Peruviana, don Emer-son Campos Aguilar e l’equipe na-zionale in Italia.

MESSA E PROCESSIONE Domenica 14 ottobre, la Messa diFesta insieme alla comunità italia-na nel Duomo di Lodi alle ore 11.00.Dopo il saluto consueto sul sagratodella cattedrale avrà inizio la so-lenne processione, con la parteci-pazione dei devoti peruviani e lati-noamericani vari, di Lodi e di cittàcircostanti come Milano.

INCONTRO FRATERNO La processione si concluderà nelsalone dell’incontro fraterno, in ViaMosè Bianchi. Continuerà la festacon danze tipiche e un programmaspeciale offerto al Cristo moreno.

La direttiva dell’associazionerende noto che la festa inizia conla preparazione al triduo, trova il

suo vertice nell’Eucaristia e la pro-cessione e finisce nell’incontro fra-terno, per cui raccomanda la parte-cipazione a tutti questi tre momen-ti.

La storia del Signore dei Mira-coli inizia nel 1650 quando unoschiavo di Angola che faceva partedella confraternita del quartiere diPachacamilla, dipinse in un murol’immagine di Cristo in croce. Il 13novembre 1955 un forte terremotoscosse Lima e attorno al dipintocrollarono pareti, tetti e quasi tuttala struttura. Il dipinto di Cristo ri-mase però intatto e senza nessundanno, dando così origine alla ve-nerazione dell’immagine. Oggi ilSeñor de los Milagros rimane nelMonastero de las Nazarenas. n

Il quadro del Cristo moreno

COMUNITÀ PERUVIANA Il triduo di preparazione condurrà al culmine della festa: domenica 14 ottobre la Messa in duomo e la processione

Al via a Lodi le celebrazioniper il Signore dei miracoli

la diretta testimonianza di chi, adiverso titolo, ne è coinvolto. Da unlato, coloro che per ruolo istituzio-nale e tradizione culturale – comei genitori e i leader religiosi – han-no in carico la comunicazione del-la fede alle nuove generazioni; dal-l’altro, i giovani stessi, che di que-sto annuncio e di questa testimo-nianza sono anzitutto i destinata-ri. Realizzata mediante 150 intervi-ste ad appartenenti alla religionecattolica, alle altre confessioni cri-stiane e alle religioni non cristianedelle dieci diocesi lombarde, l’in-dagine restituisce anzitutto i per-corsi, i vissuti, i significati e le cri-ticità della fede entro ciascunatradizione e nelle comunità che lamantengono viva “ in terra stra-niera”. Allo stesso tempo offre uninteressante spaccato della “socie-tà plurale”, mettendo in luce comei processi sociali complessi della

secolarizzazione, della migrazionee della convivenza interetnica tra-sformino e siano a loro volta tra-sformati dal rapporto con il tra-scendente.

Come hanno scritto i direttoridegli Uffici Migrantes delle diocesilombarde «l’auspicio è che questaricerca sulla trasmissione della fe-de alle giovani generazioni di stra-nieri che vivono in Lombardia siasolo un piccolo contributo di quelgrande impegno a vivere il Vange-lo dell’accoglienza che è la grandesfida e la grande opportunità dellaChiesa nel mondo di oggi».

“Di generazione in generazione – La trasmissione della fede nelle fami-glie con background migratorio” a cura di Rita Bichi, Fabio Introini e Cristian Pasqualini Ed. Vita e Pensiero

IL CORSOMinistri straordinari della Comunione

Ricordiamo che il corso per i nuoviMinistri straordinari della Comunioneprende avvio oggi dalle 10.00 alle 11.30presso il Seminario vescovile. I candidatidevono essere presentati con lettera delparroco indirizzata al vescovo.

LODIGiorni di sagraa San Gualtero

Sono giorni di sagra a San Gualtero:la parrocchia lodigiana, infatti, affronteràtre giorni di eventi speciali a partire daquesta sera, con la processione della Be-ata Vergine del Rosario, che partirà dallapiazza Sommariva alle 20.45, durante laquale saranno nominati i nuovi “Amici diSan Gualtero”. Al termine della proces-sione, si aprirà la pesca di beneficenzain oratorio. Domani, la Santa Messa saràcome sempre alle 10.30, e sarà celebratada don Bassiano Uggè, mentre alle ore18 ci sarà un’asta di beneficenza, chevedrà protagonista la storica biciclettadel compianto don Mario Raggi, che fucollaboratore parrocchiale per lunghi an-ni a San Gualtero. Lunedì 8 ottobre, inve-ce, alle 20.45, la sagra si chiuderà con lacelebrazione dell’Ufficio dei Defunti.

FORMAZIONESeconda serataper i catechistiContinuano martedì le “Tre sere” dedica-te alla formazione dei catechisti e dellealtre figure educative della fede. La se-conda serata è fissata per il 9 ottobre sultema “Esercizi spirituali quotidiani”. Re-latori saranno don Enrico Bastia e monsi-gnor Bassano Padovani. Verrà propostala costruzione di una mappa di esercizispirituali adatti ai ragazzi per frequentarequotidianamente la “palestra dello Spiri-to”, il tutto attraverso la presentazionedel sussidio “Mamma che sei nei cieli”.

IN SEMINARIOCaritas parrocchialioggi a convegnoLe Caritas parrocchiali si ritrovano a con-vegno, sabato 6 ottobre 2018 dalle 8.30alle 14 al Seminario vescovile di Lodi, invia XX Settembre 42. Il tema è “ La Chie-sa in un welfare in trasformazione”.

La fede è una tensione checoinvolge l’essere umano in tuttele sue dimensioni: da quella spiri-tuale a quella culturale e sociale.Cosa accade quando la sua tra-smissione “di generazione in gene-razione” si interseca con l’espe-rienza della migrazioni, che a suavolta comporta profonde e pluri-me trasformazione nella vita dichi ne è protagonista e mette incontatto con un contesto in cuianche le strutture dell’apparte-nenza religiosa devono essere ri-pensate?

La ricerca presentata nel volu-me “Di generazione in generazio-ne”, promossa dagli Uffici Migran-tes delle dieci diocesi lombarde,con la collaborazione e il sostegnodella Fondazione Migrantes e rea-lizzata dall’Osservatorio Giovanidell’Istituto Toniolo, affronta que-sto complesso tema partendo dal-

DOMENICA Torna il pellegrinaggio che unisce i fratelli stranieri di tutta la regione

Chiamati ad annunciare il Vangelo:i migranti di Lombardia a Caravaggio

di Gesù Cristo vuole che l’umani-tà sia unita nella pace, nella fra-ternità, nell’accoglienza delle di-versità, nell’impegno comune acostruire percorsi di accoglienza,di integrazione, di superamentodelle divisioni, di comunione incui ciascuno si seta protagonista..

Chiediamo alla Madonna di in-tercedere per noi perché sappia-mo accogliere la Parola del suoFiglio certi che il Vangelo ci rendeumili, forti e coscienti che il mon-do si convertirà se per primi ciconvertiremo noi e che tocca anoi, con la testimonianza dellanostra vita, distruggere i muridell’odio, dell’egoismo e dell’indif-ferenza, per costruire ponti di pa-ce, amore, tolleranza e amiciziatra di noi e con tutti. n

di don Antonello Martinenghi

Il pellegrinaggio regionale deimigranti giunge quest’anno allasua sedicesima edizione. Infattinel 2003 i direttori diocesani del-le dieci diocesi lombarde ebberola felice intuizione di proporrequesta iniziativa che si celebraun anno nel santuario della Ma-donna del Fonte in Caravaggio eun anno in una diocesi lombardache accoglie i pellegrini. Que-st’anno l’appuntamento è a Cara-vaggio dopo che l’anno scorso fuproprio la nostra diocesi di Lodiad ospitare i migranti della Lom-bardia in occasione del centena-rio della morte di santa FrancescaCabrini, patrona universale deimigranti.

Il pellegrinaggio regionale, èdiventato un appuntamento cheè entrato nella tradizione dellenostre Chiese di Lombardia e necostituisce un momento impor-tante nel cammino comune del-l’evangelizzazione e della testi-monianza cristiana. La scelta dicelebrarlo la prima domenica diottobre vuole evidenziare l’inten-zione di offrire al Cuore Immaco-lato della Vergine Maria il cammi-no delle nostre Chiese di Lombar-dia, in questo mese così significa-tivo per la devozione mariana, inparticolare per la preghiera delRosario.

Quest’anno il messaggio chevogliamo trasmettere a tutti, inparticolare ai migranti che vivo-no da anni nelle nostre terre econdividono il cammino di fededelle nostre comunità vuole esse-re quello di una rinnovata presadi coscienza che tutti siamo chia-mati ad annunciare il Vangelo.Dobbiamo uscire dalla logica diun annuncio evangelico in cui ifratelli stranieri che vivono insie-me a noi sono solo fruitori di taleannuncio, oggetto di un’azionepastorale, seppur lodevole, di unacomunità cristiana.

“Tocca anche a noi” recita lo

IL VOLUME Il libro vuole essere un contributo a vivere il Vangelo dell’accoglienza

La fede trasmessa “in terra straniera”,la ricerca voluta dagli uffici Migrantes

Per i migranti lodigiani che parte-cipano al pellegrinaggio il program-ma è il seguente.

Ore 11 ritrovo e partenza in pull-man davanti alla chiesa di san Giaco-mo a Lodi. Ore 12 arrivo a Caravaggio(pranzo al sacco). Ore 13.30 iniziopellegrinaggio. Momento di rifles-sione e di preghiera del rosario.

Ore 15 Messa conclusivaOre 17.30 ritorno previsto a Lo-

di. n

IL PROGRAMMADa Lodi si partein autobus:appuntamentoin via San Giacomo

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VI I CENTROMISSIONARIO I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI

dall’interno, tutti noi consacratici rimettiamo davanti al Vangelo,ritrovando coraggio e slancio».

Dove troviamo questa forza, oggi?«Penso nei giovani. Nella primametà dello scorso agosto, ho par-tecipato alla camminata france-scana organizzata per i giovaninell’incontro con il Papa; ragazziprovenienti dalle più diverseesperienze, quindi non necessa-riamente legati alla vita d’orato-rio. Li ho trovati motivati a cerca-re gli stimoli per una vita vera,piena di gioia, vanno assoluta-mente incoraggiati».

È tempo per una nuova evangelizza-zione?«Si evangelizza ogni giorno cre-dendo nel Signore. Se siamo tiepi-di, deboli, faremo fatica. Essereuomini e donne di fede non signi-fica solo andare a messa, ma met-tere in pratica, nella quotidianità,la Parola di Dio».

Più facile, nella missione, evangeliz-zare con gesti concreti di solidarietà?«Credo che la solidarietà sia unbuon strumento: aiuta a spingersiverso l’altro, colui che s’incontranel quotidiano. Ma credo che ciònon basti. Noi in missione e nellanostra vita, in quanto cristiani,dobbiamo essere mossi dal desi-derio di vivere secondo gli inse-gnamenti del nostro grande Mae-stro: il Signore Gesù. Tutto di noideve essere intriso di Lui attra-verso il nostro credo, la nostrafede. In missione è il nostro mododi vivere che attira, il nostro mo-do di relazionarci con la gente etra di noi, la nostra gioia, la no-stra accoglienza: tutte cose chepossono rientrare in una solida-rietà, ma da missionari, quindiportatori del Vangelo».

Quindi?«Quindi dobbiamo fare passareCristo e non solo le nostre operebuone. Altrimenti sarebbe un an-nuncio sterile. Nel cuore solidaleci deve essere Cristo e ci può es-sere solo se io metto in gioco lamia fede, il mio credere in Lui,concretamente».

Il ruolo della donna consacrata nellaChiesa non è ancora del tutto valoriz-zato…«Verissimo; penso che uomo edonna, insieme, e non solo nellacoppia, possano fare grandi cose.Si è madri non solo nel generare.Si è madri, soprattutto, nell’amo-re. Non m’interessa celebrare, maessere utile al Signore». n

partecipazione notevole di giova-ni, ragazzi, bambini, persone, cheper altro non si professano cri-stiane».

No?«No. Si dicono mussulmani pertradizione, ma vengono a messaperché da chissà quale Qualcosao Qualcuno sono attirati. Ci sonogli anziani che hanno lottato du-rante la dittatura per il loro Si-gnore, perdendo anche famiglia-ri…. Tutto questo mi ha portato ariscoprire la mia fede e l’impor-tanza del mio credo, e quanto iosia disposta a difenderlo e viverloanche dentro alle fatiche dell’esi-stenza. La storia di ogni Chiesa,la cultura in cui nasce e cresceuna parte della Chiesa, può risve-gliare quelle parti di noi che sonosopite».

Suor Lucia Chiara, cosa è rimasto del-l’esperienza missionaria da lei matu-rata, appunto, in Albania?«Vi ho vissuto quattro anni, equella terra, aspra, povera, maforte, mi ha messo davanti a mestessa, come fossi di fronte aduno specchio. La missione donail senso della verità profonda,dell’essenziale».

È da qui che si riparte?«Anche. Soprattutto occorre che,

Voi Francescane Alcantarine siete nelmondo: cosa possiamo imparare dallealtre Chiese cattoliche?«Abbiamo diverse aperture mis-sionarie all’estero, e questo ci do-na di avere suore del Brasile, delNicaragua, africane e spagnole.Confrontarsi con le altre Chiesecattoliche è importante per nonrischiare di entrare in un automa-tismo religioso. Siamo uno stimo-lo l’una per l’altra perché, seppurenella stessa Chiesa, siamo mem-bra diverse che nella loro diversi-tà si possono aiutare molto».

Quando succede?«Ad esempio, in Albania dove c’èuna Chiesa che porta ancora laferita delle dittature e che quindiha un numero basso di cristiani;dove le chiese sono poche; dovela messa quotidiana e anchequella domenicale a volte non sicelebrano per mancanza di sacer-doti; eppure dove ci si ritrova con

Ci ho sempre rimesso nei rappor-ti. Non mi sentivo coperta».

Poi cosa è accaduto?«Con il mio ragazzo avevamocomperato in comune una moto-cicletta. Per pagarne il costo arro-tondavo le entrate lavorando inun pub. Mi credevo felice ma nonlo ero. Se ne accorse mia madre:anche se fai di tutto per sembraregioiosa, i tuoi occhi tradiscono iltuo vero stato d’animo».

Ciò la mise in crisi?«Cominciai a riflettere. Poi vi fuil terremoto in Umbria, una miaamica mi convinse ad andare lìcon la Caritas di Milano. Pensaiche quella era un’occasione perpareggiare i conti, e farmi perdo-nare dal Signore la mia prolunga-ta latitanza. Rimasi anche colpitada un gesto inconscio».

Cioè?«Tagliai i capelli cortissimi, a sug-gellare una nuova vita. Con la miaamica andammo ad Annifo. Miriavvicinai alla preghiera, chenon ricordavo più. E alla messa.La serenità e l’entusiasmo deifrancescani, tra le macerie, micolpirono: esprimevano un sensopieno della vita. Ero frastornatae frequentai, presso le suoreFrancescane Alcantarine, un cor-so di approccio alla fede».

Che impressione ne trasse?«Ricordo un messaggio netto: Dioci ama per quello che siamo. Tuttigli sforzi immani che avevo fattoerano inutili, perché Lui mi ama-va proprio com’ero».

Da questa certezza cosa scaturì?«Imparai a guardare tutto con oc-chi diversi: la natura, le persone,il mio stesso ragazzo. Ero spiazza-ta e provavo un sentimento estra-niante: ogni volta che stavo conlui avevo la sensazione di tradirequalcun altro, proprio la sgrade-vole sensazione del tradimento.Ma chi tradivo?».

Come risolse questa situazione?«Avevo bisogno di riflettere: qualierano i miei orizzonti? Fui affian-cata da un frate minore: le cosemi volavano via di dosso senzache neppure ne avessi piena con-sapevolezza. Alla fine, decisi disposarmi».

Ma questo è un colpo di scena, suora!«Maturata questa scelta, mi ven-ne in mente la parabola del giova-ne ricco: dovevo fare come lui? Inpochi minuti compresi che nonpotevo voltare le spalle al Signo-re, perché mi ero sentita corteg-giata da Lui. Il 12 febbraio sonoentrata in convento».

Dalle suore Francescane Alcantarine…«Avevo pensato di farmi clarissa.Diciamo che sorella Chiara è den-tro di me, ma fratello Francescomi cammina a fianco, nella liber-tà e nella povertà».

di Eugenio Lombardo

Eppure, qui a Dovera, il sambuconon è ancora in fiore, ed io non hocome giustificare queste mie la-crime: è allergia, provo comun-que, sottraendomi all’evidenzadella commozione. Suor LuciaChiara Pagliarini, di Dovera, Fran-cescana Alcantarina, sorride econtinua la sua storia.

Suor Lucia Chiara ha bellissi-mi occhi azzurri; ricordano il ma-re, oppure il cielo. Le chiedo co-m’era da ragazza, quando tenevai capelli sciolti, e la gioventù pen-so la rendesse una ragazza dav-vero bella.

È così suora?«Io mi sentivo brutta, e non ac-cettata. Avevo avuto una buonainfanzia, poi l’adolescenza mel’ero complicata da sola».

Perché?«Da bambina ero cresciuta nellafede. Ricordo che in inverno, pri-ma di essere accompagnata al-l’asilo, si andava in chiesa per lanovena. Da bambina frequentavol’oratorio. Poi, finite le medie, hoavuto una sorta di rifiuto. Pursenza mai mettere in dubbio l’esi-stenza di Dio, a me non importavapiù niente della religione».

E cosa invece era divenuto importan-te?«Il bisogno di essere accettata.Cercavo di rassomigliare, nel looke nei modi, a Madonna, la cantan-te. Addirittura non volli più nean-che andare a scuola, mollai a me-tà del primo anno delle superiorie mi cercai un lavoro».

Quale?«Ne ho fatti alcuni, così da com-prendere che il Signore non cimette mai contro il nostro passa-to: tante esperienze mi sono tor-nate utili. Ho lavorato in un ca-pannone di galline, poi in un au-tolavaggio, per un periodo ho fat-to la parrucchiera a Milano, poisono andata al Libraccio di Mila-no, dove mi trovavo bene».

Finalmente la serenità…«In realtà avevo l’impressione diessere in credito perenne. Diamare tanto e di non essere inuguale misura contraccambiata.

Un’adolescenza complessa,una giovinezza trascorsain ricerca, poi la scoperta:«Non potevo voltarele spalle al Signore»

Suor Lucia Chiara Pagliarini è una Francescana Alcantarina

TESTIMONIANZE Suor Lucia Chiara Pagliarini, di Dovera, Francescana Alcantarina, racconta la sua storia

«Nel cuore solidale ci sia Cristo»

«La svolta in Umbria,dopo il terremoto:capii che Dio ci amaper quello che siamo,mi amava com’ero

«Ho vissuto quattro anni di missionein Albania, terraaspra che mi ha messodi fronte a me stessa

«Non solo opere buone,nella vita dobbiamoessere mossi dal desiderio di vivere secondo Gesù

Page 7: CHIESA - diocesi.lodi.it · III CHIESA I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI tetti dall’oblio. È comprensibilissima l’at-tenzione a questi ambiti del problema, ma è

CENTROMISSIONARIO I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI I VII

dall’interno, tutti noi consacratici rimettiamo davanti al Vangelo,ritrovando coraggio e slancio».

Dove troviamo questa forza, oggi?«Penso nei giovani. Nella primametà dello scorso agosto, ho par-tecipato alla camminata france-scana organizzata per i giovaninell’incontro con il Papa; ragazziprovenienti dalle più diverseesperienze, quindi non necessa-riamente legati alla vita d’orato-rio. Li ho trovati motivati a cerca-re gli stimoli per una vita vera,piena di gioia, vanno assoluta-mente incoraggiati».

È tempo per una nuova evangelizza-zione?«Si evangelizza ogni giorno cre-dendo nel Signore. Se siamo tiepi-di, deboli, faremo fatica. Essereuomini e donne di fede non signi-fica solo andare a messa, ma met-tere in pratica, nella quotidianità,la Parola di Dio».

Più facile, nella missione, evangeliz-zare con gesti concreti di solidarietà?«Credo che la solidarietà sia unbuon strumento: aiuta a spingersiverso l’altro, colui che s’incontranel quotidiano. Ma credo che ciònon basti. Noi in missione e nellanostra vita, in quanto cristiani,dobbiamo essere mossi dal desi-derio di vivere secondo gli inse-gnamenti del nostro grande Mae-stro: il Signore Gesù. Tutto di noideve essere intriso di Lui attra-verso il nostro credo, la nostrafede. In missione è il nostro mododi vivere che attira, il nostro mo-do di relazionarci con la gente etra di noi, la nostra gioia, la no-stra accoglienza: tutte cose chepossono rientrare in una solida-rietà, ma da missionari, quindiportatori del Vangelo».

Quindi?«Quindi dobbiamo fare passareCristo e non solo le nostre operebuone. Altrimenti sarebbe un an-nuncio sterile. Nel cuore solidaleci deve essere Cristo e ci può es-sere solo se io metto in gioco lamia fede, il mio credere in Lui,concretamente».

Il ruolo della donna consacrata nellaChiesa non è ancora del tutto valoriz-zato…«Verissimo; penso che uomo edonna, insieme, e non solo nellacoppia, possano fare grandi cose.Si è madri non solo nel generare.Si è madri, soprattutto, nell’amo-re. Non m’interessa celebrare, maessere utile al Signore». n

partecipazione notevole di giova-ni, ragazzi, bambini, persone, cheper altro non si professano cri-stiane».

No?«No. Si dicono mussulmani pertradizione, ma vengono a messaperché da chissà quale Qualcosao Qualcuno sono attirati. Ci sonogli anziani che hanno lottato du-rante la dittatura per il loro Si-gnore, perdendo anche famiglia-ri…. Tutto questo mi ha portato ariscoprire la mia fede e l’impor-tanza del mio credo, e quanto iosia disposta a difenderlo e viverloanche dentro alle fatiche dell’esi-stenza. La storia di ogni Chiesa,la cultura in cui nasce e cresceuna parte della Chiesa, può risve-gliare quelle parti di noi che sonosopite».

Suor Lucia Chiara, cosa è rimasto del-l’esperienza missionaria da lei matu-rata, appunto, in Albania?«Vi ho vissuto quattro anni, equella terra, aspra, povera, maforte, mi ha messo davanti a mestessa, come fossi di fronte aduno specchio. La missione donail senso della verità profonda,dell’essenziale».

È da qui che si riparte?«Anche. Soprattutto occorre che,

Voi Francescane Alcantarine siete nelmondo: cosa possiamo imparare dallealtre Chiese cattoliche?«Abbiamo diverse aperture mis-sionarie all’estero, e questo ci do-na di avere suore del Brasile, delNicaragua, africane e spagnole.Confrontarsi con le altre Chiesecattoliche è importante per nonrischiare di entrare in un automa-tismo religioso. Siamo uno stimo-lo l’una per l’altra perché, seppurenella stessa Chiesa, siamo mem-bra diverse che nella loro diversi-tà si possono aiutare molto».

Quando succede?«Ad esempio, in Albania dove c’èuna Chiesa che porta ancora laferita delle dittature e che quindiha un numero basso di cristiani;dove le chiese sono poche; dovela messa quotidiana e anchequella domenicale a volte non sicelebrano per mancanza di sacer-doti; eppure dove ci si ritrova con

Ci ho sempre rimesso nei rappor-ti. Non mi sentivo coperta».

Poi cosa è accaduto?«Con il mio ragazzo avevamocomperato in comune una moto-cicletta. Per pagarne il costo arro-tondavo le entrate lavorando inun pub. Mi credevo felice ma nonlo ero. Se ne accorse mia madre:anche se fai di tutto per sembraregioiosa, i tuoi occhi tradiscono iltuo vero stato d’animo».

Ciò la mise in crisi?«Cominciai a riflettere. Poi vi fuil terremoto in Umbria, una miaamica mi convinse ad andare lìcon la Caritas di Milano. Pensaiche quella era un’occasione perpareggiare i conti, e farmi perdo-nare dal Signore la mia prolunga-ta latitanza. Rimasi anche colpitada un gesto inconscio».

Cioè?«Tagliai i capelli cortissimi, a sug-gellare una nuova vita. Con la miaamica andammo ad Annifo. Miriavvicinai alla preghiera, chenon ricordavo più. E alla messa.La serenità e l’entusiasmo deifrancescani, tra le macerie, micolpirono: esprimevano un sensopieno della vita. Ero frastornatae frequentai, presso le suoreFrancescane Alcantarine, un cor-so di approccio alla fede».

Che impressione ne trasse?«Ricordo un messaggio netto: Dioci ama per quello che siamo. Tuttigli sforzi immani che avevo fattoerano inutili, perché Lui mi ama-va proprio com’ero».

Da questa certezza cosa scaturì?«Imparai a guardare tutto con oc-chi diversi: la natura, le persone,il mio stesso ragazzo. Ero spiazza-ta e provavo un sentimento estra-niante: ogni volta che stavo conlui avevo la sensazione di tradirequalcun altro, proprio la sgrade-vole sensazione del tradimento.Ma chi tradivo?».

Come risolse questa situazione?«Avevo bisogno di riflettere: qualierano i miei orizzonti? Fui affian-cata da un frate minore: le cosemi volavano via di dosso senzache neppure ne avessi piena con-sapevolezza. Alla fine, decisi disposarmi».

Ma questo è un colpo di scena, suora!«Maturata questa scelta, mi ven-ne in mente la parabola del giova-ne ricco: dovevo fare come lui? Inpochi minuti compresi che nonpotevo voltare le spalle al Signo-re, perché mi ero sentita corteg-giata da Lui. Il 12 febbraio sonoentrata in convento».

Dalle suore Francescane Alcantarine…«Avevo pensato di farmi clarissa.Diciamo che sorella Chiara è den-tro di me, ma fratello Francescomi cammina a fianco, nella liber-tà e nella povertà».

di Eugenio Lombardo

Eppure, qui a Dovera, il sambuconon è ancora in fiore, ed io non hocome giustificare queste mie la-crime: è allergia, provo comun-que, sottraendomi all’evidenzadella commozione. Suor LuciaChiara Pagliarini, di Dovera, Fran-cescana Alcantarina, sorride econtinua la sua storia.

Suor Lucia Chiara ha bellissi-mi occhi azzurri; ricordano il ma-re, oppure il cielo. Le chiedo co-m’era da ragazza, quando tenevai capelli sciolti, e la gioventù pen-so la rendesse una ragazza dav-vero bella.

È così suora?«Io mi sentivo brutta, e non ac-cettata. Avevo avuto una buonainfanzia, poi l’adolescenza mel’ero complicata da sola».

Perché?«Da bambina ero cresciuta nellafede. Ricordo che in inverno, pri-ma di essere accompagnata al-l’asilo, si andava in chiesa per lanovena. Da bambina frequentavol’oratorio. Poi, finite le medie, hoavuto una sorta di rifiuto. Pursenza mai mettere in dubbio l’esi-stenza di Dio, a me non importavapiù niente della religione».

E cosa invece era divenuto importan-te?«Il bisogno di essere accettata.Cercavo di rassomigliare, nel looke nei modi, a Madonna, la cantan-te. Addirittura non volli più nean-che andare a scuola, mollai a me-tà del primo anno delle superiorie mi cercai un lavoro».

Quale?«Ne ho fatti alcuni, così da com-prendere che il Signore non cimette mai contro il nostro passa-to: tante esperienze mi sono tor-nate utili. Ho lavorato in un ca-pannone di galline, poi in un au-tolavaggio, per un periodo ho fat-to la parrucchiera a Milano, poisono andata al Libraccio di Mila-no, dove mi trovavo bene».

Finalmente la serenità…«In realtà avevo l’impressione diessere in credito perenne. Diamare tanto e di non essere inuguale misura contraccambiata.

Un’adolescenza complessa,una giovinezza trascorsain ricerca, poi la scoperta:«Non potevo voltarele spalle al Signore»

Suor Lucia Chiara Pagliarini è una Francescana Alcantarina

TESTIMONIANZE Suor Lucia Chiara Pagliarini, di Dovera, Francescana Alcantarina, racconta la sua storia

«Nel cuore solidale ci sia Cristo»

«La svolta in Umbria,dopo il terremoto:capii che Dio ci amaper quello che siamo,mi amava com’ero

«Ho vissuto quattro anni di missionein Albania, terraaspra che mi ha messodi fronte a me stessa

«Non solo opere buone,nella vita dobbiamoessere mossi dal desiderio di vivere secondo Gesù

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VIII I DIOCESI DIMILANO I SABATO 6 OTTOBRE 2018 I IL CITTADINO DI LODI

verità grande, allora si vive attivinella Chiesa dove c’è spazio pertutti, dove i carismi (i talenti spe-ciali di ciascuno) e i ministeri (icompiti e i ruoli di ciascuno) sonovariegati e tutti preziosi, dove oc-cuparsi giorno e notte del neonatodi casa o del nonno che ha bisognodi assistenza ha tanto valore agli

non è il piccolo gruppo degli opera-tori pastorali o degli organizzatoridi un evento, ma è la comunità deiBattezzati che vive nel mondo: fa-miglia, scuola, lavoro, tempo libe-ro, istituzioni, politica, cultura, fra-gilità umana, i temi delicati e diffi-cili del vivere…

Se si ha bene in testa questa

Il desiderio di aggregarsi in una associazione che sta dentro la Chiesa

GIORNATA PARROCCHIALE Una riflessione del presidente diocesano Silvia Landra

Con l’Azione Cattolica attivi nella Chiesa: «Qui c’è spazio per tutti»

Come afferma la tradizionesant’Ambrogio si era in effetti pro-curato una brutta frattura allaspalla destra in seguito ad un inci-dente e il suo volto doveva esseremolto simile a quello raffiguratonel ritratto che compare nel mo-saico della cappella di San Vittorein Ciel d’oro, all’interno della basili-ca fatta costruire dal santo duran-te il suo episcopato milanese. Ger-vaso e Protaso, invocati da Ambro-gio “tales ambio defensores”, ave-vano una ragguardevole statura,furono martirizzati in giovane etàed erano certamente fratelli.

Questi sono i primi esiti dellaricognizione eseguita sui resti deicorpi dei tre santi maggiori dellaChiesa ambrosiana, illustrati oggidalla professoressa Cristina Catta-neo, Ordinario di Medicina Legale

e direttrice del Centro LabAnOf,dell’Università Statale di Milano,nel corso della conferenza stampaconvocata nella sala capitolaredella basilica di Sant’Ambrogio perpresentare lo studio multidiscipli-nare sulle reliquie, promosso dallaparrocchia, sotto l’alto patrociniodella Diocesi di Milano.

La professoressa che ha coordi-nato le ricerche ha spiegato chedall’esame radiologico e anatomi-co eseguito risulta che i resti diAmbrogio sono quelli di un uomosano di circa sessant’anni, alto cir-ca 170 cm, con una brutta fratturaalla clavicola destra che gli dovevaprocurare dolori e difficoltà neimovimenti, come lo stesso Ambro-gio lamenta nei suoi scritti alla so-rella Marcellina. Inoltre lo studiodella fisionomia del cranio mostra

sotto le orbite una marcata asim-metria, dovuta ad un evento trau-matico sulla cui natura si sta anco-ra indagando. Tale conformazioneconferma, per la prima volta subasi scientifiche, la verosimiglian-za attribuita dagli studiosi dellastoria dell’arte al ritratto del Santopresente nel mosaico della cappel-la di San Vittore in Ciel d’oro.

L’esame degli scheletri dei duemartiri Gervaso e Protaso, invece,ha rilevato difetti congeniti allevertebre tali da far supporre unforte legame di consanguineità trai due. Inoltre entrambi risultanogiovanissimi, (tra i 23 e i 27 anni),alti oltre cm 180. Uno presenta se-gni di decapitazione e peculiari le-sioni alle caviglie, forse da costri-zione forzata, l’altro lesioni da di-fesa e fratture costali, oltre a segni

sospetti di tubercolosi (ancora incorso di studio). Dati che provereb-bero il martirio e che potrebberodare anche indicazioni riguardoalla loro origine geografica.

Infine le indagini microbiologi-che hanno permesso di fugare ognidubbio sull’ammaloramento delleossa: le analisi hanno stabilito chegli scheletri si sono conservati per-fettamente e non sono al momentoattivi micro-organismi che posso-no intaccare la sopravvivenza.

«Questa cura per le reliquie divalore unico per la devozione dellaChiesa ambrosiana e della Chiesauniversale è un esercizio significa-tivo di alleanza tra scienze e comu-nità cristiana. Aiuta i cristiani anon dimenticare mai che il Cristia-nesimo è una fede costruita sul-l’incarnazione del Verbo di Dio in

Gesù di Nazaret: la dimensionestorica per il Cristianesimo è irri-nunciabile», ha messo in evidenzadon Walter Magni, portavoce del-l’Arcivescovo di Milano, leggendoun messaggio firmato dallo stessomons. Delpini e inviato all’abatedella basilica di Sant’Ambrogio.

Promossa dalla Basilica di san-t’Ambrogio sotto l’alto patrociniodella Diocesi di Milano, in occasio-ne dei 150 anni dal rinvenimentodei tre scheletri (gennaio 1864) eda 50 anni dall’ultima aperturadella teca in occasione della trasla-zione del corpo di sant’Ambrogioin Duomo (1974), lo studio è statocondotto dall’Università degli Stu-di di Milano e dall’Istituto Ortope-dico Galeazzi, con l’alta sorveglian-za della Soprintendenza Archeolo-gia Belle Arti e Paesaggio. n

UNO STUDIO Gervaso e Protaso, i due giovani militari morti martiri erano sicuramente fratelli e avevano tra i 23 e i 27 anni

Il volto di Sant’Ambrogio è quello della cappella di S. Vittore

L'agendadell’arcivescovo

Sabato 6 ottobreAlle ore 10 a Milano presso la Curia Arcivescovile (Piazza Fontana, 2) annuncia le destinazioni dei Diaco-ni transeunti.Alle ore 11 presso Curia Arcivescovi-le (Piazza Fontana, 2) partecipa alla conferenza stampa sulla canoniz-zazione del Beato Paolo VI.Alle ore 20.45 nel Duomo di Milano presiede la Veglia della Redditio.

Dal 13 al 15 ottobrePartecipa al pellegrinaggio diocesa-no in occasione della canonizzazio-ne del Beato Paolo VI.

Questa sera, sabato 6 ottobre, alle ore 20.45, nel Duomo di Milanosi terrà la veglia della Redditio Symboli, nella quale l’Arcivescovoincontra i giovani della Diocesi e riceve dai 19enni la Regola di vita.Attraverso di essa il loro rapporto con il Signore Gesù si esprimeràin scelte concrete che riguardano il cammino come discepoli di Gesù,il servizio nella comunità cristiana e la testimonianza nei propri ambitidi vita quotidiana. Inoltre, i 19enni insieme a tutti gli altri giovani siporranno in ascolto di monsignor Mario Delpini, lasciandosi introdurrenel nuovo anno pastorale. Il tema della veglia di quest’anno – “Eranocirca le quattro del pomeriggio (Gv 1,39)” – sarà il tempo: il “nostrotempo”, quello della vita di tutti i giorni, ma anche il “tempo di Dio”.

La Redditio Symboli sarà trasmessa in diretta da Chiesa Tv (canale195 del digitale terrestre), Radio Mater e www.chiesadimilano.it

di Silvia Landra

Quest’anno il tema della Gior-nata parrocchiale di Azione catto-lica ambrosiana è «Vivi attivo nellaChiesa». Vivere attivi nella Chiesasignifica potersi godere il voltobello dell’istituzione, della comuni-tà, dell’amicizia e dell’aiuto chepuò arrivare dagli altri. La passivi-tà svela invece gli aspetti più fati-cosi e, alla fine, inaccettabili di unaChiesa che noi cristiani finiamoper abitare male, con poca convin-zione, come fosse faccenda di cuiè meglio si occupino altri. Vivi atti-vo nella Chiesa e non farne l’agen-zia di alcuni servizi per te e per ituoi figli che si può cambiare quan-do qualche prodotto non ti soddi-sfa. Vivi attivo e non subire laChiesa come il mastodontico appa-rato nel quale tu non conti nulla e«chissà cosa dicono e cosa pensa-no davvero». Vivi attivo e non sta-re sulla soglia a vedere come sicomportano tutti gli altri pronto atrovarne difetti e lacune gravi.

Buttati dentro e prova a dirtiche questo tempo chiede cristiani«normali» che innanzitutto rac-contino una bella testimonianzanei luoghi della vita, ovvero gioio-sa in modo profondo e forte nell’at-traversare le difficoltà. Gioia e for-za sono due aspetti che parlano atanti uomini e donne di oggi più dimille discorsi, fanno sobbalzare ilcuore, fanno venire voglia di esse-re amici di persone così ed anchedi fare altrettanto. Buttati nel tuocontesto pienamente convinto chela Chiesa di cui stiamo parlando

Tra le tante iniziative raccontiamo un’esperienza locale organizzata in questa occasione coinvolgendo altre realtà del territorio

occhi di Dio quanto essere respon-sabile di un’organizzazione inter-nazionale o svolgere con grandededizione un ruolo di servizio perla vita della parrocchia. L’attivitàdel credente dentro la Chiesa simisura da quanto ci tiene e daquanto gli dispiace che essa nonriesca ad essere luce, dono e mes-saggio bello per questo tempo. Nonsi misura dal prestigio del ruolosociale ed ecclesiale o dal numerodi ore nel quale si resiste dentro uncerto impegno comunitario.

L’Azione cattolica nasce peraiutare più gente possibile a espri-mere la sua vocazione dentro il po-polo di Dio e lo fa perseguendoquattro strade più di altre: lascian-dosi abbracciare dalla creativitàdello Spirito che ci regala stuporee ci toglie i lamenti fiacchi; dandovalore alla robustezza di una for-mazione e di una capacità di verifi-ca personale sulla fede alla lucedella Parola; valorizzando il riferi-mento al vescovo e quindi al respi-ro diocesano della Chiesa perchéin essa ci si possa sentire respon-sabili e insieme (anche nella comu-nità del proprio territorio); e infinedando un valore speciale alla co-struzione della società civile av-vertita come un impegno normaleper tutti nella forma che a ciascu-no è propria (come incarico speci-fico, pensiero, azione, piccolo con-tributo al bene comune).

Ogni anno in occasione dellaGiornata parrocchiale dell’Azionecattolica i soci e i simpatizzantiprovano a sprigionare verso altriil loro desiderio di aggregarsi inuna associazione che sta dentro laChiesa così tanto da poter generarel’entusiasmo necessario per direa tutti: vivi attivo nella Chiesa… evedrai che bello! n

*presidente diocesano AzioneCattolica ambrosiana

LA VEGLIA DELLA REDDITIO SYMBOLIDelpini incontra i giovani della diocesi e riceve dai 19enni la “Regola di vita”

Un incontro con l’arcivescovoDelpini sull’eredità pastorale di Pa-olo VI e sul pellegrinaggio dellaChiesa ambrosiana a Roma in occa-sione della canonizzazione di PapaMontini, domenica 14 ottobre. Èprevista la presenza di 2500 pelle-grini. Se ne parlerà questa mattina,sabato 6 ottobre, alle ore 11.30,nella Cappella arcivescovile, in Ar-civescovado a Milano. Interverran-no l’arcivescovo Delpini, EnnioApeciti vicepostulatore diocesano,Giorgio Vecchio ordinario di Storiacontemporanea e direttore del Di-partimento di Storia all’Universitàdi Parma, don Pavanello dell’ufficiopellegrinaggi. La conferenza èaperta al pubblico e l’ingresso èlibero fino ad esaurimento dei po-sti. n

QUESTA MATTINAIncontro dedicatoall’eredità pastoraledi Paolo VI Montinicon l’arcivescovo