Chi avesse oltrepassato, proprio cinquantacinque anni fa ...

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Zuffenhausen, Aprile 1956 - Il Cenacolo di Giuliano Scritto da Giuliano Tolentino Giovedì 14 Aprile 2011 19:15 Chi avesse oltrepassato, proprio cinquantacinque anni fa, i cancelli del Werk 1, cioè del capannoncino dello stabilimento Porsche, nel quale venivano allestite le vetture più particolari, passando tra una 550 pronta per il collaudo ed una Speedster Carrera ancora in attesa di ricevere il suo eccezionale motore,  sarebbe rimasto non poco meravigliato nello scorgere, proprio li accanto, alcune vetture molto squadrate e spartane, dipinte di color verde oliva. Quelle auto certo poco avevano a che spartire con le altre, sportivissime, che venivano allestite e messe a punto al loro fianco, eppure si trattava proprio di modelli Porsche, ed anche molto particolari. 1 / 4

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Zuffenhausen, Aprile 1956 - Il Cenacolo di Giuliano

Scritto da Giuliano TolentinoGiovedì 14 Aprile 2011 19:15

Chi avesse oltrepassato, proprio cinquantacinque anni fa, i cancelli del Werk 1, cioè delcapannoncino dello stabilimento Porsche, nel quale venivano allestite le vetture più particolari,passando tra una 550 pronta per il collaudo ed una Speedster Carrera ancora in attesa diricevere il suo eccezionale motore,  sarebbe rimasto non poco meravigliato nello scorgere,proprio li accanto, alcune vetture molto squadrate e spartane, dipinte di color verde oliva.

Quelle auto certo poco avevano a che spartire con le altre, sportivissime, che venivano allestitee messe a punto al loro fianco, eppure si trattava proprio di modelli Porsche, ed anche moltoparticolari.

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Per lanciare uno sguardo storico su questa arcana vicenda dobbiamo arretrare fino al 1953. La Casa era nei suoi primi anni e la principale preoccupazione del buon Ferry, uomo concreto epragmatico, era quella di consolidarne l’assetto, il che comportava necessariamente laproduzione di buoni utili, anno dopo anno. La produzione, chiamiamola “di serie”, delle 356 eradestinata ad una clientela raffinata ed abbastanza facoltosa, merce rara nella Germania deglianni cinquanta, quando il pesante dopoguerra di una nazione sconfitta non aveva ancora finitodi produrre le sue conseguenze economiche. La Germania però era appena entrata a far partedella NATO, segno questo di fiducia da parte degli ex vincitori, nelle sue rinnovate possibilità dirientrare nel consesso dei paesi detti “civili” ed il rinascente esercito tedesco appena riarmatosotto il nome di Bundeswehr, aveva bandito un concorso per l’acquisizione della sua vetturamilitare leggera a quattro ruote motrici. Ferry probabilmente sapeva che le chances di ottenere l’appalto erano ben scarse per Porsche.Queste cose, si sa, vengono spesso pilotate politicamente ed il nome della sua aziendarischiava di risentire ancora dell’onta di un preteso passato collaborazionismo…

Tuttavia l’esperienza in materia certo non difettava. In tema di mezzi militari suo padre aveva ineffetti progettato e contribuito a produrre molto e lui aveva, pur assai giovane, contribuito a suavolta o almeno in qualche modo condiviso. E poi c’erano la Kubelwagen e la Schwimmwagen,vetture militari costruite, su progetto Porsche, sulla base del Käfer (VW maggiolino) dalle qualisi poteva ancora trarre molto, ma molto davvero, per sviluppare un moderno progetto per unaGeländewagen (vettura militare da campo). Ferry quindi  si lanciò ed affidò a Franz XaverReimspiess, che vantava un’esperienza passata di rapporti con i committenti militari dellaWehrmacht durante la guerra, la gestione del progetto 597, anche noto come “Jagdwagen”(vettura da caccia). Il nome sottintende molto: in caso di ottenimento del lucroso appaltogovernativo, la Casa non avrebbe certo perso l’occasione di produrre della vettura unaversione, forse semplificata, per gli usi civili, in particolare quale veicolo leggero per cacciatori epescatori, che avrebbero potuto raggiungere comodamente le zone impervie dove esercitare leproprie passioni. Qualcosa di molto simile a quanto poi realizzato, parecchi anni dopo dallaVolkswagen con la propria fuoristrada leggera, denominata per il mercato italiano proprio“pescaccia” .

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Il prototipo fu presentato in marzo 1955 al salone si Ginevra: la ciclistica, di derivazioneVolkswagen, utilizzava i rinvii di innalzo della scocca rispetto alle ruote già visti sia sullaKubelwagen che sul furgone (il famoso “Bully” se in versione passeggeri) e lo schema disospensione a barra di torsione tipico della 356. Un cambio del tutto nuovo permetteval’accoppiamento fisso al treno posteriore e quello selezionabile tramite differenzialedisaccoppiabile, al treno anteriore. Alle quattro marce classiche più retromarcia, si aggiungevaun “primino” destinato al fuoristrada più duro e capace di tirare la vettura su per una pendenzadel 60%.

Il motore non era che una versione depotenziata di quello della 356, in un primo tempo con1.488 e poi con 1.582 cc. Uno solo il carburatore, Zenith, basso il rapporto di compressioneonde permettere l’uso delle benzine scadenti spesso disponibili unicamente nelle zone diguerra, 50 i cavalli disponibili a 4.000 giri nella prima versione ed a 4.300 nella seconda, chemigliorava anche in termini di coppia disponibile.  100 km/h circa la velocità massima, circa 3km/h quella minima permessa dal primino. A 12 o 24 Volt il sistema elettrico, circa 1100 kg ilpeso complessivo. L’appalto non fu vinto. I competitors erano la Goliath del gruppo Borgward e la DKW e fuquest’ultima ad accaparrarsi la fornitura, con una vettura davvero particolare e innovativa:motore a due tempi, tre cilindri, ognuno con la sua bobina d’accensione, struttura estremamentecompatta, leggera e semplice. Si tratta della famosissima MUNGA. Così il progetto, che con la sola produzione civile non sarebbe stato in piedi, fu mestamenteaccantonato dopo aver prodotto soltanto 71 vetture, fino al 1958 ed aver speso, comunque, unsacco di soldi in progettazione inutile. Inutile ? Forse non proprio. Le quattro ruote motrici divennero comunque, anche se dopo moltianni, un cavallo di battaglia di Porsche e chissà che i nuovi progettisti non abbiano in qualchemodo tratto ispirazione dal vecchio progetto rimasto senza gran esito...

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