CHEVALIER DE LA BARRE Il movimento della verità 2010

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    cHEVALIER DE LA bARRE

    l m o v i m e n t o d e l l a v e r i t Maldoror

    Press

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    Quod e desrui, e nuri01

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    Il movimento della verit

    Ebook Maldoror Press: aprile 2010Tiolo originale: Le Mouvemen de la veri(2005)Prima edizione assoluaTraduzione e layou (ipo)grafico: Carmine Mangone

    CvvvbvvvnvvvdzQuesopera rilasciaa soto licenza Creaive CommonsAtribuzioneNon commercialeNon opere derivae 3.0 Ialia:htp://creaivecommons.org/licenses/byncnd/3.0/deed.i

    In prima di coperina: Sofia Thompson, Dardoll, detaglio.

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    IL MOVIMENTO DELLA VERIT

    Chevalier de la Barre

    M a l d o r o r P r e s s

    con opere grafiche di

    DO N ATELLA V I T I E L L O

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    Oggid non si rovano uomini di quella profondi ne lescienze, che noi roviamo esser sai gli anichi; e pur vediamo ne la esperienza de le cose che universalmene glingegni sono oggi pi sotili e pi elevai. Ma se noi vorremoben considerare, le asue e sotili cose che oggi avanzano leaniche son ute inorno al modo di arricchire, signoreggiare e alri simili, e il uto depende perch le ricchezzehan poso i piedi sopra le vir, e se uno le avesse ute e siapovero di sosanze, egli scoro e vilipeso come un mato.

    ARSICCIO INTRONATO, 1525

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    C molo da pensare a queso mondo, perch c ancora molo da fare.La ragione non unanicaglia. Il movimeno del pensiero,che nasce e si riconosce atraverso il mondo, il movimenosesso dellumano. Appuno per queso, il diradarsi dellumani, allinerno di gruppi umani deerminai, provasolo il venir meno del pensiero e della sua perinenza nei

    confroni del vivene.Abbiamo smarrio lidea fore. Abbiamo diserao le asperidel pensiero per accomodarci nellabiudine. Ci siamo concessi la banali del bene. Ma cos facendo, la ragione divenaa una caserma e i rari lampi di gioia che scongelanoil pensiero si rivelano dei erribili specchi usori.

    Non c salvezza nello spaccio al detaglio del nichilismo.Il commercio impera, e la lota conro lorganico la veraanima del commercio. Ogni rapporo umano, ridoto a valore di scambio, merce o capiale vivo, come un poenziale embolo nelle arerie del mondo.Lidea delluomo viene soppianaa sempre pi dalla

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    IL

    M

    OVIM

    ENTO

    DELLA

    VER

    IT

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    merce, ma ci vorr ancora un po perch luomo scompaiadel uto nellindisino della merce generalizzaa. Per farscomparire veramene la cosa, bisogna che scompaia lideadella cosa e che uto il suo spazio venga occupao da unalra idea o da una oale mancanza di idee; non essendocilidea della cosa, la cosa non pensaa, non esise nel pensiero, per cui non presene o possibile al mondo.La merce iberna lumani e ne fa srame per la democrazia

    dei padroni. Ormai solo il valore di scambio ha uti i diriti e lassoggetameno dellesisene da pare della merce ale da farla passare per un elemeno naurale delle comuni umane. In real, colonizzao il pianea, la merce siavvia a mosrarsi aperamene per ci che : la soluzione finale della quesione umana.

    Luomo deve quindi ripensare il bisogno e lurgenza delmondo; deve sapersi rirovare nellidea. Ma la negazione inato dellidea chiama gli uomini a insorgere perch lidea la veri praica di un mondo che non vuole morire.

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    un pensiero non abdica quando si metono in discussione le sue rispose alle quesioni del mondo, bens

    quando sono considerae irrilevani le sue domande.Si pu essere in via senza essere al mondo. il dramma dichi non rova alcun senso nel proprio rapporo con lesisene, o di chi non ha pi alcuna idea del senso. Non ponendosi pi domande, luomo conemporaneo siacconena delle rispose che gli vengono da un alrove sul

    quale non sa pi inerrogarsi.Ma infine, qual il senso del mondo? E cos mondo?Il senso del mondo la congruenza degli elemeni delmondo (compresi luomo e le sue varie manifesazioni) inuna logica che si pone come srutura di mediazione versola pienezza dellesperienza viale. Il senso del mondo sempre un divenire senso del mondo, ossia un movimeno, una dinamica una dialetica senza sinesi apparene cheprende avvio dallidea del mondo che erediiamo dalle generazioni passae e che rova poi uno sbocco e un suo sviluppo nel momeno in cui rasformiamo consapevolmene

    ci che dao.10

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    Il pensiero del mondo, sruturao come eoria per lo sviluppodel senso, divena una forza maeriale una forza agene non appena circola e viene esperio volonariamene allinerno di gruppi umani deerminai. La eoria che sviluppail senso si afferma (ed evolve) quando si manifesa in modoradicale atraverso lopera delluomo. La radicali della eoria daa dal saper cogliere la radice ulima del senso inmodo da poervi edificare il divenire sesso delluomo, e

    nuo cono che la radice del senso inesa non come limieideale, ma come fondameno del pensiero e dellagireumani la pienezza sempre possibile nel rapporo rauomo e mondo.Deto queso, il problema che si pone impellene aglingegni sotili cosiuio dal vuoo essenziale fatore del nichi

    lismo e dellangoscia generao dallevenuale mancanzadi conato ra il proprio senso del mondo e quello deglialri; vale a dire, facendo un esempio banale: dalla difficol,e alora dallimpossibili, di manifesare il nosro senso delmondo quando siamo in luoghi pubblici (ad es. per srada,al caff, in fila allufficio posale) senza che per queso lino

    pinaa comparsa del senso atraverso le nosre chiacchiere appaia agli alri necessariamene come una seccaura,uninsidia o una pura perdia di empo.(Considerao il ono del precedene capoverso, non possonon dare per sconaa la sagacia dei miei letori, i qualisanno benissimo che il mondo non ha parole, e che se noi

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    non presassimo le parole al mondo, quesulimo non ci direbbe nulla. Perano, se non abbiamo parole per il mondo,non possiamo esigere che qualcuno o qualcosa venga adarci comunque delle rispose. E queso vale anche nellasciaguraa ipoesi in cui resassimo disani di parecchi aggetivi dalla veri del mondo.).Bisogna per inendersi: il problema che qui rateggio sommariamene un problema di sensibili, non di comuni

    cazione. La manifesazione concrea del senso, ra esseridiversamene senzieni, ha a che fare meno con la gesionee gli indirizzi auoriari dellinformazione (della chiacchiera) e molo di pi con le facol dello spirio che ci consenono di vagliare gli simoli eserni e di servircene performare nuovi rappori, nuove comuni di senso.

    Uninesa ra due esseri umani sempre possibile. Basa infati condividere anche solo un brandello di senso per far sche le cose del mondo non ci dividano del uto; perch quelbrandello di senso pu richiamare ogni vola magari inmodo progressivo la compiuezza del vivere e la oalidel mondo che sono lorizzone del pensiero. Cos, quando

    cimbatiamo in un alro essere umano, dovremmo sempreaccogliere lidea che il nosro pensiero e con esso uto ilpossibile delluomo sia sul puno di verificarsi.La ragione non por mai asrarsi veramene dagli elemeni,dai corpi che la segnano. Il pensiero sesso si rinvia, si sospende ogni vola alla presenza atraene e praicabile del

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    lalro; presenza che rischio, inerrogazione, azzardo delnoi, e ci invariabilmene, perch lirruzione dellalromete sempre in discussione lunici del nosro essere inunaperura che ci pora driti verso la comunanza, che anzi, gi di per s fondameno sia della comunanza, sia dellapropensione dellumano a riconoscersi nel mondo.Il dominio della merce produce una sovrabbondanza dimezzi e, nello sesso empo, la sovrabbondanza di errore

    necessaria a far s che nessuno si serva di quei mezzi persviluppare radicalmene il senso del mondo.Sviluppare il senso del mondo vuol dire affinarne la quali, la condivisione.La quali del senso daa ogni vola dal raggiungimenoe dallaffinameno delle aspetaive che la sua sessa irru

    zione, la sua sessa ricerca pone in essere.La quali implica sempre una deerminaezza del senso,vale a dire una consisenza, uno spessore, unincidenzareale del senso nelle dinamiche inerumane. Ma la quali sopratuto condivisione. Anzi, pi precisamene, la condivisione sessa del senso la vera quali di quesulimo,

    atraverso cui si maerializza in concreo, per le srade delmondo, lesperienza dellinesa.Ai primordi dellumani, la ricerca del senso il sensosesso dellesisene era in rapporo direto con il soddisfacimeno dei bisogni primari: mangiare, bere, dormire,ecc., il che maneneva luomo in una presuna naurali

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    [badae bene, la naura non mai saa una cosa in s!], lomaneneva cio in un rapporo col mondo che alluomo civilizzao sembra pi vero, forse perch un empo i mezzia disposizione delluomo venivano impiegai innanziutoper il sosenameno dei gruppi umani e non cero, comeoggi, sopratuto per la conservazione del sisema socialefondao sulla merce e sullo Sao.Lo sviluppo del pensiero umano segue di pari passo lo svi

    luppo della produzione dei mezzi di sosenameno, divenaa ad un cero puno produzione di merci ereificazione del vivene.IL PENSIERO MUOVE IL MONDO, ma solo se ha un conenuoche possa condizionare lessenza e lagire delluomo meendoli in discussione o facendone risalare le conraddi

    zioni.Qualcuno crede di aver viso un fanasma. Il fanasma divena un pensiero. Ogni pensiero esise. Quindi il fanasmaesise nel pensiero, ma non ha una sosanza, un conenuo,non cero perch invisibile, bens perch non ale da caraerizzare o sconvolgere alla radice il senso del mondo. Ben

    alro discorso, evidenemene, con il pensiero di Dio o delcomunismo, bench ugualmene invisibili o quasi.Nessuna rasformazione di ci che atiene lumano pu realizzarsi senza prima essere pensaa e resa fatibile atraversounidea, una eoria. Diero ogni modificazione degli assetiumani, c sempre un pensiero che sao affinao nellin

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    erazione con lambiene. fin roppo ovvio. E non pu essere alrimeni. Ed proprio quellinerazione con lambiene che il oaliarismo della merce cerca di impedire,deviare o ridurre a qualcosa di meramene viruale.Riepilogando Noi siamo al mondo e il mondo bello, ancorch ci appaia pi o meno giuso. Per cui mangiamo, beviamo, dormiamo, ci adoperiamo per le necessi ecerchiamo di manenerci in salue. In uto queso e nono

    sane queso roviamo un senso alla nosra esisenza e cipremuriamo di svilupparlo; il che pu avvenire diretamene insieme ad alri esseri umani, oppure avendo comesimolo e orizzone ideali una specifica, poenziale comuni (fossanche una sirneriana unione ra egoisi), quandonon addiritura luniversali cosiuia da uto ci che ri

    conducibile allumano. Insomma, in alre parole, il senso delmondo di ogni uomo degno di queso nome ha origine conla nascia del suo pensiero e con linizio della sua inesa congli alri, si sviluppa nellambiene in cui vive che gli poneun numero finio di scele e muore quando muore il suopensiero, la sua umani. Quindi non pu esserci un senso

    del mondo che vada bene per uti o che abbia una necessiinrinseca: il senso abia il mondo e riempie il pensiero degliuomini, ma non univoco, n ano meno eerno, e la suasoria composa da una moleplici di biografie del senso,una per ogni uomo che abbia a cuore il movimeno della veri(sia nel pensiero, sia nel logico sviluppo del proprio agire).

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    La ecnologia da sola non basa a vincere la guerra.N ano meno a imporre durevolmene una qualche pace.

    Anzi, liperrofia delle ecnologie pu produrre la disfatasraegica e definiiva persino del vinciore di mole bataglie.La ecnologia pu avere dalla sua la scienza, ma non necessariamene linelligenza.Solo la dimesichezza con le ecniche, il loro uso passionale,

    concreo, a favore dellunici dei viveni in alre parole:la padronanza dellidea allo sbocciare della veri praica pu condurre gli esseri umani alla concreezza dellinelligenza e alla maeria sessa del loro divenire.La ecnica la maniera che ha luomo di farsi maeria vivene in accordo col mondo.

    Luomo agisce perch sene e viceversa.Non saremo mai concordi sul senso da dare allessere, mapossiamo sempre concordare le nosre idee sul senso.I poeni non hanno alcun credio presso di noi. Chi vinceute le bataglie, pu anche perdere la guerra, se non riescea capire in che ipo di guerra si rova.

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    Non bisogna mai affronare in campo apero un nemicopreponderane. Pi saggiamene bisogna ataccare le suearee dinconsisenza. E in ogni caso mai occuparle. Almenonon per molo. Perch gli evenuali spazi di liber, se circondai dal nemico, divenano spesso, con landare delempo, la scena spetacolare di una coazione alla liber.(Ammazzae il nemico, ma consideraelo sacro. Consideraelo una pare di voi, una pare dellignoo che vi appar

    iene).Il nulla mancanza di senso, mancanza di una ecnica chefaccia senso.La ecnologia il dominio della cosa che ci unisce al nulla,menre noi non cerchiamo luni, ma la condivisione, la comuni dei frammeni di senso che siamo e vogliamo es

    sere.Teneevi lonani dalla folla e dalle asrazioni. Sgominae iconceti. Abbandonae il buonsenso allinelligenza dellacarne.Sar felice solo chi sovverir il giudizio senza giudicare asua vola.

    Cosruie unidea incognia conro le idee fisse.

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    imezzi (divenui merci)giusiziano il fine. Ma le ideenon muoiono in seguio alla disfata dellhomo oeconomicus.

    Perch sopravvivano, sufficiene che anche un solo uomosi armi per difenderle e rinnovarne la rama. Tifiamo per lapocalisse? Cala la note sul pensiero delluomo, ma le idee non crollano, ancorch luomo muoia, abbia paura, sena i morsi diuninelligenza radia.

    Nessuno, a lungo andare, pu sosenere il peso della banali. Il nuovo nasce gi moro, la radizione un bluff disperane. Sorge quindi imperiosa la necessi di cercarealrove. Alrove per le munizioni, alrove per le mappe, alrove per i sillogismi fulminani.Inano, io me ne so qui e rido, resando in atesa che qualcuno venga a rapirmi. Ma posso davvero senirmi al riparoallinerno delle mie idee?[Io non credo nellauonomia delle macchine, cos come noncredo nellauonomia delluomo che usa le macchine. Uomoe macchina non sono assimilabili, non possono esserlo, senon nella sfera di una separazione ra esperienza del

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    mondo e senimeno della via. Un connubio ra uomo eproesi macchinica si pu pensare solo come epilogo di enrambi gli elemeni. Quindi, unemancipazione pi o menocosciene della macchina ipoizzabile unicamene in unaprospetiva paradossalmene meafisica, exraumana esenza riorno].Il naufragio della parola, in uto queso, la mancanza dicoraggio delluomo conemporaneo che non sa ricomin

    ciare da zero, che non sa riassaporare la semplici (e il rigore) di frasi agliae nella carne, di frasi che dicono nero,ancora nero, e non cero bianco o grigio. Inolre, aben vedere, il naufragio della parola (o del eso, dellaore, del barbiere, dei ioli al poraore) non implica necessariamene lassenza di una zatera, di una dimensione

    dellopera che da inima (nel crearsi del pensiero, nello scrivere) riesce a farsi mirabilmene comuniaria. Ma lappiglio la zatera pu concreizzarsi solano al di fuori diogni schema relazionale che implichi la predominanza delvalore di scambio.Si vive per s e per i pochi che sanno. La poesia non si com

    pra.

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    Finio di realizzare nel mese di aprile 2010dalla MALDOROR [email protected]

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