CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria...

352

Transcript of CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria...

Page 1: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 2: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 3: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

CHARLES DICKENS

TEATRO

Page 4: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

Charles DickensTeatroCollana: I Rinati 1

Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna Passino, Lia Turtas, Elena Bacoli, Maria Paola Canneddu, Chiara Carboni, Eleonora Cocciu, Marianna Lunesu, Mauro Scala, Sara Scaletta, Federica Sini, Elisabetta Uras, gli studenti della IV E 2011/2012 Liceo Scientifico “Giovanni Spano” di Sassari, Anna Argen-ziano, Nadia Imperio, Simone Saiu.

Supervisione di Giuseppe Serpillo.

Introduzione di Loredana Salis.Postfazione di Sante Maurizi.Nota alla traduzione di Vicolo cieco di Annamaria Canneddu.

© Angelica Editore, 2013tutti i diritti riservati

Art Director: Massimo CariaGrafica e impaginazione: Grafimedia Comunicazione - SassariStampa: GECA s.r.l. Via Monferrato 54, 20098 San Giuliano Milanese (MI)

Angelica Editore srlVia Municipale 43 – 07040 Tissi (SS)Telefono e fax: [email protected]

I edizione: novembre 2013 ISBN: 978-88-7896-025-1

Page 5: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

CHARLES DICKENS

TEATROSupervisione di Giuseppe Serpillo

Introduzione di Loredana SalisPostfazione di Sante Maurizi

Nota alla traduzione di Vicolo cieco di Annamaria Canneddu

Page 6: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 7: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

Sommario

Nota dell’editore 9

Charles Dickens e il teatro ritrovato 13

LO STRANO GENTILUOMO 25

LE CIVETTE DEL VILLAGGIO 67

SUA MOGLIE? ovvero UN CASO SINGOLARE 123

IL LAMPIONAIO 149

IL DIARIO DI MR. NIGHTINGALE 179

L’ABISSO DI GHIACCIO 215

VICOLO CIECO 265

Un regalo che viene da lontano 345

Regista, attore, direttore di scena, impresario e (anche) drammaturgo: Charles Dickens 349

Page 8: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 9: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

9

NOTA DELL’EDITORE

Questa pubblicazione nasce da un’idea di Sante Maurizi, e deve il fatto stesso di essere stata portata a conclusione soprattutto alla sua instancabile determinazione, per la quale io, come tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto, gli sarò eternamente grata. Ottimo conoscitore ed estimatore di Charles Dickens, Sante non solo ci ha fatto conoscere una parte della produzione del grande scrittore di cui io e molti di noi non sospettavamo neppure l’esistenza, ma ha creato occasioni di incontro e di collaborazione talmente produttive da vincere anche le mie remore più ostinate.

Il suo adattamento e la messa in scena di Vicolo Cieco, grazie anche a tutte le persone che vi hanno preso parte, hanno segnato un momento fondamentale nel nostro lavoro, con un impatto emotivo fortissimo, nato dalla consapevolezza che gli studenti delle scuole della nostra città hanno dato nuova vita a un’opera di Dickens mai rappresentata prima in Italia, e per lungo tempo dimenticata persino nella stessa Inghilterra. L’occasione della riscoperta di queste sette opere teatrali di Charles Dickens è senza dubbio legata al bicentenario della nascita dello scrittore, ricorso nel 2012 e diffusamente celebrato nel mondo.

L’elenco dei traduttori in questa pubblicazione è, ce ne rendiamo conto, insolitamente lungo: credo di non averne mai visto uno di simile estensione in nessun colophon. Tale lunghezza rispecchia la natura stessa del progetto, realizzato con forze molteplici e varie, che fanno tutte capo alla nostra città. Un docente universitario, un uomo di teatro, un ricercatore, tre insegnanti di inglese, due insegnanti di lettere classiche e, last but not least, un gran numero di studenti delle scuole superiori. Questa molteplicità ha come conseguenza stili e modi diversi di tradurre e di porgere il testo: nonostante alcune scelte comuni, specialmente riguardo alle esclamazioni, alla conservazione dei titoli e delle unità di misura, dei nomi delle monete, dei toponimi ecc. del testo inglese, si notano tra i vari drammi differenze di resa e di annotazione

Page 10: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

10

rispetto all’originale. Si è scelto di rispettare le opzioni individuali lasciando che trasparisse così la pluralità che caratterizza questo lavoro.

Per quanto riguarda la selezione dei testi è necessario evidenziare un dato fondamentale. Dei sette plays dickensiani, tre furono scritti in collaborazione con altri autori: i due drammi Vicolo Cieco e L’abisso di ghiaccio (tratti da due racconti di Wilkie Collins) nella loro versione teatrale sono stati composti da Dickens e Collins, mentre la farsa Il diario di Mr. Nightingale porta accanto alla firma di Dickens quella di Mark Lemon. Abbiamo ritenuto che in tutte e tre queste opere l’impronta di Dickens fosse piuttosto evidente, così da richiederne l’inclusione nel volume. Viceversa, sono state escluse dalla scelta le trascrizioni per la rappresentazione, realizzate dallo stesso Dickens, di opere molto note, come Oliver Twist e A Christmas Carol: queste sono già state tradotte e da tempo disponibili al lettore italiano, non rientrano quindi, per noi, nel novero delle opere da “riscoprire”.

La mia riconoscenza va a tutti coloro che hanno partecipato a quest’impresa e, non potendo nominarli tutti singolarmente, desidero men-zionare in modo speciale, con grande affetto, le quattro amiche e colleghe che mi hanno offerto il loro impegno e supportato anche con il loro enorme entusiasmo: Annamaria, Lia, Maria Grazia e Raffaella.

Un ringraziamento particolare a Loredana per la sua guida costante e per il suo saggio introduttivo.

Non potrò mai ringraziare abbastanza il prof. Giuseppe Serpillo, non solo per la collaborazione preziosissima alle varie fasi della revisione dei testi, ma anche per tutto quello che mi ha insegnato e continua a insegnarmi. Mi viene difficile immaginare di fare ciò che faccio con la stessa soddisfazione, sia come insegnante che come editore e traduttore, senza quello che lui mi trasmette da oltre trent’anni a questa parte.

Pubblicando Charles Dickens non potrei non pensare a Cristina Nadotti: è con lei che a suo tempo ho condiviso il primo studio e il godimento di questo scrittore. A Cristina va tutta la mia gratitudine per essere quotidianamente presente nel mio lavoro, non solo con il suo consiglio autorevole e impagabile, ma anche con il suo sostegno e incoraggiamento ad andare sempre avanti.

Grazie anche a Pier Paolo Conconi e al suo laboratorio Materia Grigia, che lo scorso anno ci hanno regalato il piacevolissimo spettacolo La Londra di Dickens.

La nostra riconoscenza va inoltre a due persone che con grande disponibilità e competenza ci hanno aiutato nella resa del linguaggio dialettale di alcuni personaggi: Carlo Fabrizi, che ha fatto sì che ne Il diario di Mr. Nightingale il nostro Gabblewig, quando si prende gioco di Slap, parli

Page 11: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

11

un romanesco classico alla Belli, alternato a forme del viterbese; ed Elena Casarotti, grazie alla quale la scozzese Tata Esther de L’abisso di ghiaccio parla come una veneta superstiziosa e disfattista, utilizzando forme che oscillano tra il padovano e il rodigino.

È con immenso piacere che io e tutte le persone che hanno dato il loro apporto alla realizzazione del volume offriamo ai potenziali lettori italiani l’opportunità di condividere con noi questi plays “ritrovati”.

Lucia Angelica SalarisDirettore editoriale di Angelica Editore

Page 12: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 13: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

13

Charles dickens e il teatro ritrovato

Quando scrisse e portò in scena il suo primo dramma, Dickens era un giovane di ventiquattro anni. Aveva già abbandonato il proposito di affi-nare le proprie doti istrioniche e perseguire la carriera di attore, e sebbe-ne continuasse a recitare in rappresentazioni amatoriali, fu attraverso la scrittura e la regia che ebbe modo di coltivare la propria passione per il teatro.1 Muoveva i primi passi in quel mondo, ma mostrava di possede-re sin dal principio l’arguzia e la sensibilità di chi lo aveva preceduto nel mestiere e di coloro, tra scrittori e attori, con i quali collaborava e cercava spesso di confrontarsi. Un talento individuale, quello di Dickens, che si manifesta molto presto, frutto del costante dialogo tra presente e passato, della capacità di rapportarsi alla tradizione letteraria del Seicento inglese, in particolar modo la drammaturgia shakespeariana, e al “qui e ora” degli Hungry Forties dell’età vittoriana. La produzione letteraria e teatrale di-ckensiana nasce e si sviluppa tra l’ansia e l’eterno ritorno di un passato glorioso e la fiducia in un futuro diverso, in cui la giustizia umana fa spazio a una Giustizia suprema e assoluta e a una società che non conosce di-scriminazioni. Uno scrittore impegnato, progressista, popolare, destinato a entrare nel canone per il proprio talento, certo, ma anche, e soprattutto, per la darwiniana capacità di adattamento e sopravvivenza che contraddi-

1 Fu Forster tra i primi a vantarne le doti istrioniche: “Though Dickens had the title to be called a born comedian, the turn for it being his very nature, his strength was rather in the vividness and variety of his assumptions [of character], than in the completeness, finish or ideality he could give to any part of them”. Cfr. Forster, The Life of Charles Dickens, 1: 376, citato in Leigh Woods, “As If I Had Been Another Man”: Dickens, Transformation, and an Alternative Theatre, Theatre Jour-nal , Vol. 40, No. 1 (Mar., 1988), (88-100), p. 90. Nel 1832, a causa di un raffreddore, Dickens non poté presentarsi a una audizione per aspiranti attori presso il teatro londinese di Covent Garden. Questo fu il motivo ufficiale che lo spinse a rinunciare alla recitazione per dedicarsi alla scrittura, riscrittura e regia teatrale. La teatralità dickensiana è stata oggetto di studi nell’ultimo anno, a tal proposito è interessante notare come la riscoperta di un aspetto a lungo sottovalutato coincida con la parallela scoperta della passione, se non addirittura della “ossessione” di Dickens per il tea-tro. Cfr. “Charles Dickens the dramatist: why it should’ve been an actor’s life for Boz”, http://www.guardian.co.uk/books/series/charles-dickens-at-200, 6 febbraio 2012.

Page 14: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

14

stingue tanto l’uomo quanto l’artista, le sue creature letterarie e le relative reincarnazioni teatrali.

Sul teatro e, in particolar modo, sulla teatralità in Dickens ci si sofferma in questa riflessione, introduzione a un volume che raccoglie, per la prima volta, le traduzioni in lingua italiana dei drammi dickensiani. L’idea si svi-luppa in occasione del bicentenario della nascita dello scrittore – evento, questo, che con il calendario di Dickens 2012 ha dominato la proposta e le attività culturali promosse dal British Council e dalla città di Londra, dove lo scrittore, nato il 7 febbraio del 1812, trascorse la maggior parte della propria vita.2 La riscoperta e la traduzione di testi sconosciuti al grande pubblico contemporaneo partecipano ai festeggiamenti, che, numerosi e notevoli, hanno avuto luogo anche oltre i confini della madre patria, e che continua-no a ispirare conferenze, incontri di lettura, festival cinematografici, mostre e pubblicazioni a vario titolo.3 Un omaggio a un grande della letteratura, un ulteriore “regalo di compleanno”.

Tra il 1836 e il 1867 Dickens curò o collaborò alla scrittura e alla regia di

2 Tra i link più importanti ricordiamo www.dickens2012.org e dal sito del British Council http://www.teachingenglish.org.uk/dickens.

3 A titolo esemplificativo ricordiamo il nutrito programma di Dickens 2012 promosso dal British Council in Italia presso le sedi di Milano, Roma e Napoli, la British School di Roma, diverse università italiane, la Libreria Feltrinelli di Milano; appuntamenti in collaborazione con l’Ambasciata britannica, il Keats Shelley Museum, il British Institute di Firenze (http://www.britishcouncil.org/italy-arts-dickens.htm). Sono notevoli i seminari dickensiani orga-nizzati dal C.U.S.V.E. (il Centro Universitario di Studi Vittoriani ed Edoardiani) dell’Universi-tà “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara dal titolo “Charles Dickens’s Genius: The Inimitable and the Imitable” (8 giugno, 6 luglio e 26 settembre 2012); la conferenza Dickens: Lives in Fiction... and Afterlives, presso l’Università degli Studi di Milano (15 e 16 marzo 2012); “Dickens200”, seminari, convegni, rappresentazioni e laboratori teatrali, proiezioni promossi dalle cattedre di Letteratura e Lingua Inglese delle Facoltà di Lettere e Filosofia e Lingue della Università di Sassari in collaborazione con la compagnia teatrale La Botte e il Cilindro, l’associazione cul-turale Materia Grigia e Angelica Editore (http://www.bottecilindro.it/bottecilindro/?p=2840). Inoltre si ricordano “aBOut Dickens/Bologna celebra il bicentenario della nascita di Charles Dickens”, http://www.archiginnasio.it/stampa/dickens_2012/; “Dickens 1812/2012 – Un palco e un libro, un omaggio itinerante a Dickens nel bicentenario della sua nascita”, appuntamenti promossi dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine (http://www.teatroudine.it/teatroudine/arti-colo.jsp?idArticolo=370); “Charles Dickens in Italia”, mostra fotografica curata da Laura Minici Zotti e la rassegna di film dickensiani inseriti ne “Le Giornate del Cinema Muto”, Pordenone (http://www.cinetecadelfriuli.org/gcm/allegati/GCM12_Dickens_in_Italy%202.pdf). Per la cit-tà di Roma si rimanda all’articolo di Pietro Lanzara, “Dickens a caccia di fantasmi”, Corriere della Sera, 30 gennaio 2012 (http://archiviostorico.corriere.it/2012/gennaio/30/Dickens_cac-cia_fantasmi_co_10_120130040.shtml). Tra le pubblicazioni in Italia ricordiamo il volume di traduzioni a cura di Marisa Sestito, Readings: Il Circolo Pickwick, Dombey e Figlio, Un canto di Natale, David Copperfield, Oliver Twist a teatro (Venezia: Marsilio, 2012) e a cura della stessa le introduzioni e la selezione di testi letti e interpretati da Rita Maffei e Paolo Fagiolo per “Nero Dickens”, otto appuntamenti radiofonici andati in onda su Rai Friuli Venezia Giulia.

Page 15: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

15

sette drammi.4 Nel 1836 lavorò contemporaneamente a The Strange Gentle-man, una burletta in due atti, e a The Village Coquettes, un’operetta comica anch’essa in due atti, terminata prima ma portata in scena dopo The Strange Gentleman, e che al contrario di questa non riscosse il successo sperato. In quello stesso anno Dickens era alle prese con la pubblicazione in volume di Sketches by Boz e poco più tardi di Pickwick Papers. È del 1838 il romanzo Oliver Twist.5 In quegli anni lo scrittore frequentava con regolarità l’ambien-te letterario e soprattutto i teatri londinesi, ricercando la collaborazione di produttori e artisti, con alcuni dei quali strinse rapporti di amicizia duraturi e profondi. Fondamentale, ad esempio, fu l’incontro con John Braham, noto tenore e produttore teatrale, con il musicista John Pike Hullah e con l’attore comico J.P. Harley, cui Dickens destinò ruoli importanti in diversi drammi e al quale dedicò The Village Coquettes.6 Altrettanto notevole fu l’amicizia del critico teatrale, e suo futuro biografo, John Forster, e di William Charles Macready, attore shakespeariano nonché produttore, per il quale Dickens compose la commedia The Lamplighter (1838).7 Sono anni decisivi per la formazione del Dickens teatrale: nel 1838 portò a compimento i Memoirs di Joseph Grimaldi, raccolta di scritti autobiografici di un maestro della panto-mima e figura per lui influente;8 fece la conoscenza del comico Robert Keely e successivamente degli attori Charles Mathews e Albert Smith, dai quali apprese la tecnica recitativa del monopolylogue. Ricorrendo essenzialmente all’uso della voce e alla gestualità, su palcoscenici disadorni e senza l’ausilio

4 Il volume raccoglie esclusivamente i drammi dickensiani, tralasciando le numerose col-laborazioni teatrali dickensiane a vario titolo, che comprendono, per esempio, prologhi e brani cantati come è il caso di To the Patrician’s Daughter, tragedia in cinque atti di J. Westland Mar-tragedia in cinque atti di J. Westland Mar-J. Westland Mar-ston (1841), per la quale Dickens scrisse il Prologo, e The Lighthouse, di Wilkie Collins (1855), alla quale contribuì con il Prologo e “The Song of the Wreck”.

5 Pickwick Papers, pubblicato a puntate, è dell’aprile 1836; Oliver Twist fu anch’esso pub-blicato inizialmente a puntate mensili sulla rivista Bentley’s Miscellany, dal febbraio del 1837 all’aprile del 1839.

6 The Village Coquettes nasce dalla collaborazione tra Dickens e Hullah, compagno di stu-di di Fanny, sorella maggiore dello scrittore, e successivamente anche con John Braham, noto tenore del tempo, e produttore teatrale. Quest’ultimo commissionò il libretto di The Village Co-quettes, e dimostrò grande entusiasmo e fiducia nel successo di questo romance “storico” per il quale interpretò la parte del protagonista. Su sua richiesta Dickens creò il personaggio di Mar-tin Stokes, interpretato poi da Hartley, cui Dickens darà anche i ruoli dello Strano Gentiluomo, nell’omonimo dramma, e di Felix Tapkins in Is She his Wife?

7 Dickens conobbe Macready grazie a Forster, col quale andò a seguire una messa in scena dell’Othello (16 giugno 1837). Macready divenne poi padrino di uno dei figli di Dickens, così come Dickens battezzò uno dei figli dell’amico.

8 Da bambino Dickens ebbe l’opportunità di assistere a uno spettacolo del clown Grimaldi. L’esperienza determinò la decisione, anni più avanti, di dedicarsi alle memorie dell’artista. Cfr. Leigh Woods, op. cit, p. 88, e Marisa Sestito, Introduzione a Charles Dickens. Readings.

Page 16: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

16

di supporti o abiti di scena, Dickens ne personalizzò e perfezionò lo stile, reinventandolo letteralmente in modo tale da poter dar vita sulla scena ai diversi personaggi delle sue opere di fiction. I public readings così come li si conosce oggi nacquero proprio in quel momento in risposta alle esigenze creative e divulgative di un autore/attore che di lì a poco avrebbe viaggiato in Inghilterra, Scozia e Irlanda, e che si sarebbe esibito anche nei campus universitari e nei teatri nordamericani.9 Un esercizio intellettuale e fisico molto impegnativo e addirittura logorante che avrebbe finito per causargli seri problemi di salute.

Figura onnipresente sulla scena culturale del suo tempo, infaticabile manager di se stesso, oltre che di altri vittoriani eminenti, come si è detto Dickens coltivava un vero e proprio culto per il teatro, e lo faceva sia attra-verso un lavoro meticoloso e costante di (ri)scrittura e messa in scena, sia con la pratica recitativa di brani riadattati dai suoi romanzi e racconti più popolari.10 A personaggi che “si comportano e parlano come le persone che incontriamo ogni giorno”11 Dickens affiancava figure caricaturali e stereoti-pi immediatamente riconoscibili al pubblico vittoriano – avvocati, politici, prelati – le cui caratteristiche fisiche e comportamentali riflettono lo spes-sore morale e l’indole del personaggio stesso.12 L’effetto è duplice: mentre

9 Tra il 1853 e il 1870, l’anno della sua morte, Dickens si esibisce in 472 readings. L’esordio risale al 1844, quando lo scrittore rientra in Inghilterra dall’Italia per presentare il racconto di Natale The Chimes durante una serata di beneficenza. Cfr. Claire Tomalin, Charles Dickens: A Life, London: Viking, 2011, p. 358; e Susan L. Ferguson, “Dickens’s Public Readings and the Victorian Author”, in Studies in English Literature, 1500-1900, vol. 41, no. 4 (Autumn 2001) (729-749), p. 730.

10 I drammi dickensiani sono tratti da racconti e altre opere dello scrittore: The Strange Gentleman si rifà a The Great Winglebury Duel, uno degli Sketches by Boz scritto nel 1835; The Village Coquettes nasce dalla fusione di una operetta di ispirazione italiana, The Gondolier, scritta da John Pike Hullah, e del romance, genere gradito a Dickens, che nel teatro ricercava “the increased ease and effect [of] an English Drama where the characters would act and talk like people we see and hear of every day” (Letters of Charles Dickens, Pilgrim edn., 1: 113, in Charles Dickens, Plays, p. 46.). Per Is She his Wife? Dickens recupera scritti giovanili e inediti, in particolare un racconto breve dal titolo Cross Purposes. The Lamplighter, scritta in pochi giorni contemporaneamente a Nicholas Nickleby, è creata ad hoc per Macready. I tre drammi successi-vi appartengono alla produzione del Dickens “maturo”: Mr. Nightingale’s Diary, del 1851, è una farsa di carattere autobiografico. Si ispira alle condizioni precarie di salute della moglie dello scrittore, Catherine, che nel 1851 trascorse un periodo di degenza in una clinica a Malvern, presso la quale veniva adottata l’idroterapia, la “cold water therapy” seguita dal personaggio eponimo. La collaborazione e amicizia con il maestro della scrittura poliziesca e sensazionale Wilkie Collins porta alla produzione di The Frozen Deep e No Thoroughfare, quest’ultimo ripre-so dall’omonimo racconto di Natale scritto e pubblicato quello stesso anno da Collins in All The Year Round.

11 Cfr. Letters of Charles Dickens, Pilgrim edition, 1: 113, in Charles Dickens, Plays, p. 46. 12 Da giovane Dickens aveva lavorato come giornalista parlamentare, e aveva così toccato

con mano la corruzione e i privilegi della classe politica. In seguito, nelle sue opere, non mancò

Page 17: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

17

infatti si assiste a una denuncia sociale dai toni decisi ma pacati, è altresì evidente l’intento di ridicolizzare modi e costumi della borghesia del tem-po (come per esempio con l’introduzione di francesismi che rappresentava l’affettazione della middle e della upper class inglese del tempo). Dickens si affida alla comicità e al grottesco inducendo il pubblico alla riflessione e all’autoironia attraverso la drammatizzazione di vite ordinarie. Il suo è un tipo di realismo imperniato sull’attualità, sulla rappresentazione della so-cietà vittoriana, con l’unica eccezione di The Village Coquettes, un romance “storico” ambientato in un villaggio inglese nell’autunno del 1729.13

Il dramma in questione si distingue da altri scritti teatrali dickensiani per diversi aspetti: il testo è corposo (due ore e mezza di rappresentazione) e le tematiche in esso affrontate riecheggiano quelle tipiche del teatro del Sette-cento. The Village Coquettes è incentrato sulle vicende dell’anziano Benson, sull’incertezza della sua condizione sociale e sulla fragilità di un uomo giun-to all’autunno della propria esistenza. Metafora di una transizione difficile e di un cambiamento inevitabile, con il sopraggiungere della fine – della gio-vinezza, di un’epoca e dei suoi valori – l’autunno è però anche la stagione “più gioiosa dell’anno”, quella in cui matura il grano, la terra è generosa e il raccolto abbondante. Con nostalgia si guarda al passato, all’Inghilterra pre-industriale e pre-capitalista, alla vita rurale e al legame con la terra, a quan-do bastava poco per sentirsi felici, e “i campi gialli come il sole lucente più della preziosa coppa che contiene il vino del Re”.14

Alla nostalgia di questo lavoro fa eco un sentimento analogo, che sca-turisce dallo scontro tra una visione del mondo quasi del tutto superata e quella moderna, positivista, di una nazione proiettata verso il futuro, sovra-na incontrastata della cultura, dell’economia e della politica internazionali. In Mr. Nightingale’s Diary (1851) il protagonista eponimo, eterno malato im-maginario, non riesce a guarire non tanto perché in realtà non soffre di alcun male serio, quanto perché si affida a cure tradizionali, inefficaci e obsolete, superate dalla medicina moderna, che ne ha dimostrato la natura supersti-

mai di rappresentare personaggi politici, caricature divenute poi ben note, cui non sono rispar-miate battute ironiche e pesanti critiche. Di idee socialiste e progressiste, Dickens imputava alla classe politica, ma non solo, la responsabilità dei mali della società inglese soprattutto nel corso degli anni Quaranta del secolo (the Hungry Forties); lo scrittore ravvisava la soluzione alla questione sociale del suo Paese principalmente in un radicale cambiamento dell’atteggiamen-to della classe politica.

13 È significativo che cinque dei sette drammi dickensiani facciano riferimento, esplicita-mente, al luogo e all’anno in cui si svolgono gli eventi rappresentati sulla scena. In The Lamp-lighter un personaggio di nome Stargazer afferma: “Five o’clock-five o’clock. Five o’clock P.M. on the thirtieth day of November, one thousand eight hundred and thirty-eight!” (vedi p. 152).

14 Cfr. il Coro nell’epilogo a The Village Coquettes (vedi p. 122).

Page 18: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

18

ziosa e addirittura fraudolenta. La presenza nel dramma di un venditore di pozioni miracolose sottolinea con toni marcati quest’ultimo aspetto, la per-cezione ampiamente condivisa che i “medici” di un tempo fossero furfanti, arricchitisi alle spalle di chi si fidava ciecamente di loro. Ipocondriaco e vit-tima della propria ignoranza, nella visione darwiniana del dramma e del suo autore, Nightingale è destinato a non sopravvivere. Come lui anche lo zio del protagonista di The Lamplighter (1838) soccombe al cambiamento in una re-altà in cui l’illuminazione a gas sostituisce quella a olio: “Gas was the death of him! When gas lamps was first talked of, my uncle draws himself up and says, ‘I’ll not believe it, there’s no sich (sic) a thing,’ he says”. Come la svolta epocale inaugurata dal sistema copernicano, l’avvento del gas sancisce il trionfo della conoscenza e della (luce della) ragione, comportando, allo stesso tempo, la fine delle professioni minori. Non vi è più spazio per il lamplighter del titolo; il lavoro artigianale cede il passo alla produzione industriale, più veloce, più efficiente, più vantaggiosa e a buon mercato. La nostalgia per quel che si era fa i conti con la consapevolezza che quel che si ha serve a render migliore l’esistenza dell’uomo, grazie al progresso e alla scienza.

Attento al dibattito culturale di quegli anni, Dickens era però influenzato dalle idee di Carlyle, Ruskin e Turner, schierati contro la tirannia del progres-so in una società sempre più votata al capitalismo e sempre meno in sintonia con la Natura e con se stessa. I suoi testi riflettono chiaramente un momento preciso della storia e della cultura inglesi e al contempo testimoniano il per-corso creativo di uno scrittore sensibile e aperto al cambiamento. Dopo The Village Coquettes, infatti, Dickens mise da parte per qualche tempo i dram-mi lunghi per dedicarsi alla realizzazione di commedie e farse brevi, per lo più atti unici, ambientate nel presente, e incentrate sulle tematiche attuali dell’avanzamento scientifico, delle differenze di classe e di costume, senza dimenticare aspetti comunque importanti, quali lo scontro generazionale, la dicotomia campagna/città e il non sempre facile dialogo tra passato e pre-sente. Conoscitore dei gusti e delle aspettative di un pubblico sempre più variegato ed esigente, Dickens non manca di offrire forme di intrattenimen-to che non sono mai fine a se stesse, ma che al contrario suscitano la risata divertita mentre invitano all’analisi attenta e alla consapevolezza del sé. È questo il risultato di una ricerca costante, talvolta estenuante, di linguaggi sempre nuovi, ed è in tal senso che la rivisitazione del canone risulta essere particolarmente efficace. Ritornano sulla scena personaggi e vicende noti al pubblico vittoriano, che ben sa cogliere i riferimenti shakespeariani (Fal-staff, Romeo, Calibano, Otello) e i loro rovesciamenti (Amleto), ma anche la rielaborazione dei miti classici (Edipo e Prometeo), delle letterature europee

Page 19: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

19

(si veda la “rustic Dulcinea” in The Village Coquettes) e delle convenzioni del-la tradizione letteraria inglese (il romance, il genere poliziesco e il sensation novel). Il lettore accorto riconoscerà nei testi teatrali, come già nei readings, l’eco dei racconti e dei romanzi dickensiani, e similmente riconoscerà lo stile di Mark Lemon in Mr. Nightingale’s Diary (1851) e di Wilkie Collins in The Frozen Deep (1857) e No Thouroughfare (1867). Al lettore meno accorto non mancheranno le sorprese e i colpi di scena: difficilmente rimarrà im-passibile di fronte agli intrighi del torbido Obenreizer (No Thouroughfare) e del malvagio Flormiville (Mr. Nightingale’s Diary), condividerà le perplessità dello Strano Gentiluomo e la frustrazione di Mrs. Lovetown (Is She his Wife?); osserverà divertito e con complicità le vicissitudini del geloso Lovetown, e con orrore e pathos la vicenda dell’eroico Wardour (The Frozen Deep).

Doveroso, in questa sede, è porre l’accento, seppur brevemente, sul nu-trito repertorio di patronimici e soprannomi, originali e quanto mai esem-plificativi, che Dickens sceglie per i diversi personaggi. Si tratta più pro-priamente di labels, etichette o marchiature, a seconda dei casi, che vanno a connotare un personaggio prima ancora che faccia il suo ingresso sulla scena. È interessante notare come il pregiudizio di rado trovi smentita; in tal senso, il ricorso a nomi parlanti diviene veicolo di denuncia della super-ficialità e facile adesione a stereotipi cui si presta la società vittoriana, e, si potrebbe aggiungere, quella presente. Al tempo stesso, il trionfo indiscusso e il perdurare di cliché culturali parrebbero riflettere l’assunto che, nel bene e nel male, i personaggi dickensiani sono pienamente degni del nome che portano – una contraddizione solo apparente e cifra di uno scrittore che non dà per scontato il proprio pubblico. Dickens auspicava per esso apertura di vedute, invitando i lettori e gli spettatori al dialogo, all’interazione con la realtà circostante, al coinvolgimento attivo. In particolar modo il teatro gli offriva l’opportunità di stimolare la risposta emotiva di chi assisteva alle sue rappresentazioni: teatro e vita, nella visione dello scrittore, non erano sepa-rati; l’uno non costituiva pretesto di evasione dall’altra. Dalla quotidianità non si doveva fuggire, al contrario era necessario che l’individuo si faces-se coinvolgere dal bisogno di cambiamento, in meglio e possibilmente col sorriso. A ciò aspira la ricerca del Dickens drammaturgo, e la sua visione ri-tualistica e totalizzante di un tipo di teatro che sicuramente deve molto al modello shakespeariano.15

15 Nel corso di un viaggio in Italia, compiuto con la famiglia tra il 1843 e il 1844, Dickens ha modo di visitare alcune tra le più importanti città del nostro Paese, riportando le sue impressio-ni di turista in un travelogue dal titolo Pictures from Italy. Documento interessante da un punto di vista narrativo, ma non solo, Pictures from Italy offre esempi eloquenti della visione teatrale del mondo dello scrittore. In particolar modo sono suggestive le descrizioni di “rituali” quali la

Page 20: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

20

Forma di intrattenimento popolare, la drammaturgia dickensiana si di-stingue anche per il modo in cui riesce ad accostare generi e codici diversi. Ne è un esempio la mescolanza di gotico, giallo e romance, elemento sa-liente in No Thoroughfare e The Frozen Deep della coppia Collins-Dickens.16 Quest’ultimo era affascinato da luoghi remoti e isolati di cui leggeva spesso nei resoconti di viaggio del tempo, e a proposito di ciò aveva più volte mani-festato la propria intenzione di concedersi un periodo di riflessione presso un monastero e tra i ghiacciai.17 A scatenare la fantasia e la curiosità di un simile e avido lettore era la tempra di monaci ed esploratori, e la magia che sprigiona lo spirito umano sottoposto a sfide estreme cui sopravvive e dalle quali trae energia e nutrimento. Come scrittore Dickens perseguiva un ide-ale di eroe dalle caratteristiche umane, un uomo dal cuore buono che fosse però dotato di forza e determinazione tali da renderlo un essere speciale. No Thoroughfare e The Frozen Deep furono concepiti sulla scorta di questi impulsi ed entrambi attingono da questi modelli e valori. Non è un caso, difatti, che il secondo dramma si rifaccia al genere delle sea narratives, storie dedicate alle imprese e alle conquiste spesso eroiche realizzate dai grandi navigatori britannici di cui Collins rimane uno tra i principali narratori del tempo.18 Più importante è forse ricordare che The Frozen Deep è legato tema-

lavanda dei piedi a San Pietro in Roma durante la Settimana Santa, la decapitazione in pubblico di un condannato a morte, l’estrazione dei numeri del lotto a Napoli e la visita alle stanze se-grete dell’Inquisizione. Charles Dickens, Pictures from Italy, [London, Bradbury & Evans, 1846], Harmondsworth: Penguin, 1998. Tra le traduzioni in lingua italiana ricordiamo quelle a cura di Luigi Caneschi (Carabba, 2004) e Claudio M. Messina (Robin, 2005).

16 No Thoroughfare si rifà all’omonimo racconto breve (si veda nota 10 sopra). The Frozen Deep venne scritto da Collins su richiesta di Dickens e rielaborato da quest’ultimo, il quale vi apportò modifiche numerose e significative prima della messa in scena a Tavistock House, re-sidenza di Dickens, nel 1857. Nel 1866, Collins riscrisse il dramma per una rappresentazione al Royal Olympic Theatre di Londra, eliminando molte delle sezioni aggiunte da Dickens nella versione realizzata dieci anni prima. Nel 1873 questa variante decisamente più scarna di The Frozen Deep diverrà la base per una novella, presentata dallo stesso Collins nel corso di una lettura in pubblico negli Stati Uniti e poi riedita in una versione più lunga, che fu pubblicata nella raccolta The Frozen Deep and Other Tales. Per un resoconto approfondito delle vicende editoriali dei due drammi qui citati si veda Mariaconcetta Costantini, op. cit., p. 51, note 10 e 11, e Robert Louis Brannan, Under the Management of Mr. Charles Dickens. His production of “The Frozen Deep” (New York: Cornell University Press, 1966).

17 Lettera indirizzata a Forster, datata 20 gennaio 1856, in Letters, II, pp. 734-735, citata in Brannan, op. cit., p. 23.

18 Su Collins e sulla nascita, il significato e la ricezione delle sea narratives ottocentesche è particolarmente interessante l’analisi proposta da Mariaconcetta Costantini in Venturing in Unknown Waters: Wilkie Collins and the Challenge of Modernity (Pescara: Tracce, 2009). Il viaggio per mare alla ricerca di terre lontane e impervie e la narrazione di imprese compiute da chi rischiava eroicamente la propria vita rappresentano, o sono il riflesso di una sfida, quella della modernità, cui l’uomo vittoriano non può sottrarsi: “This literary form became a crucial site of experiment … the kinetic energy of the sea voyage became a mirror for the inner

Page 21: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

21

ticamente alla vicenda di Sir John Franklin, esploratore inglese scomparso nel corso di una spedizione nelle regioni artiche il quale ebbe il merito di scoprire il Northwest Passage, e che fu accusato, senza reale fondamento, di cannibalismo. Tra il 1854 e il 1857 Dickens pubblicò sette articoli in difesa di quell’uomo, la cui reputazione era decisamente compromessa, ma che lui considerava un eroe, e si prodigò affinché le ricerche del Capitano non ve-nissero abbandonate. In quel frangente decise di coinvolgere l’amico Collins al quale chiese di comporre un dramma, e successivamente intervenne sulla bozza di un testo dedicato ai temi dell’onore e dell’onestà, della reputazione e dell’integrità morale, ennesima reiterazione dei valori portanti della socie-tà vittoriana del tempo. Nei tre atti del dickensiano The Frozen Deep si susse-guono con equilibrio sapiente elementi disparati – follia, gelosia, vendetta, pene d’amore, empatia femminile, lotta per la sopravvivenza, carità dell’ani-mo umano e superstizione – in un’atmosfera tra comico e tragico, grottesco e misterioso. La tensione del complotto alla Iago (anche qui ritroviamo un importante fazzoletto) e le visioni della domestica scozzese lasciano spazio a momenti di ilarità (le nausee di Ward nel Secondo Atto) e sentimentalismo, e di struggente pietà nel tragico epilogo.19

Altrettanto emblematico è il già citato romance The Village Coquettes in cui emerge eloquente l’atmosfera e l’ideologia dominante di quegli anni vi-ste dall’ottica del Dickens scrittore di teatro. In quel periodo la distinzione tra drammi propriamente detti (“straightforward plays”) e drammi ritenu-ti indegni (“illegitimate plays”) era netta quanto quella tra classi sociali, e il seppur datato Licensing Act del 1737 gravava ancora e pesantemente sul panorama letterario e teatrale inglese. Il teatro dell’opera, considerato una forma artistica superiore, andava in scena sui palcoscenici londinesi più prestigiosi del Drury Lane e del Covent Garden; il resto della produzione drammatica era destinato a teatri di second’ordine, oppure non otteneva licenza di rappresentazione. Tali limitazioni comportarono la nascita di un genere ibrido, il burlette, commistione di comico e operetta, caratterizzato

dynamic of a turbulent age, in which the stability of institutions, conceptual frameworks and patterns of conduct was threatened by the emergence of new ideas and economies of power” (p. 23).

19 Brannan offre un’interessante lettura incrociata della prima stesura del dramma e delle modifiche apportate da Dickens prima della messa in scena a Tavistock House nel 1857. Altret-tanto illuminante risulta il raffronto tra la versione dickensiana e quella riedita da Collins nel 1866, stampata da C. Whiting, Beaufort House, ma mai pubblicata. Un esempio della diversità di stile e visione tra i due scrittori lo si osserva nella figura della veggente scozzese, che Collins elimina del tutto dal suo testo mentre introduce il personaggio di Tempter, che come nelle al-legorie dei drammi medievali si manifesta all’eroe Wardour, e lo pone di fronte a un dilemma esistenziale di difficile soluzione (perseguire il disegno di vendetta o perdonare il torto subito).

Page 22: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

22

dall’aggiunta strategica di brani musicali creati ad hoc, grazie ai quali era possibile aggirare l’ostacolo della censura e delle leggi allora vigenti. The Vil-lage Coquettes porta una testimonianza preziosa dello stato dell’arte nella prima metà del secolo dimostrando al contempo la notevole intraprendenza di Dickens.20

Lo spauracchio della censura contribuì indubbiamente a influenzare an-che le scelte tematiche del drammaturgo, legate alle esigenze di mercato, e dunque alla incessante ricerca di approvazione da parte del pubblico e della critica, ma pur sempre nel rispetto della morale e del costume del tempo. Dickens evitava di far riferimento a questioni legate alla religione, per esem-pio, così come accennava solo en passant ai temi sociali che dominavano la narrativa lunga (No Thoroughfare). Nei drammi optò per argomenti più leg-geri o comunque non apertamente controversi, dissimulando la serietà delle riflessioni in essi suggerite attraverso le convenzioni del comico, del gioco di parole, dello scambio di identità, del capovolgimento del genere serio per ec-cellenza, la tragedia. Is She his Wife?, per esempio, parla di un ipotetico tradi-mento e della reazione scomposta di un marito geloso ai limiti della follia cui Dickens fa pronunciare battute che riecheggiano i seriosi dialoghi di Amleto, qui debitamente storpiati. La comicità delle azioni di Lovetown e Limbury distrae abilmente l’attenzione del pubblico, nonché quella del censore, dal tema della disparità tra i sessi, cui John Stuart Mill avrebbe dedicato un saggio importante qualche anno dopo. In misura più significativa, essa distoglie dal-la constatazione che in amore le donne sono di fatto troppo passionali (The Lamplighter). Osservatore della questione della donna al pari di Mooney in The Lamplighter, Dickens in quel dramma riconosce alle donne eguali diritti in materia di ars amatoria legittimandone un ruolo sessualmente meno pas-sivo.21 Eloquente, in tal senso, è la scena del presunto flirting tra Mrs. Limbury e il geloso Lovetown in cui la donna mostra in pubblico e senza esitazione la sua bella “caviglia affusolata”. Ritroviamo una donna sessualmente con-sapevole anche in The Strange Gentleman, in cui Julia, benché spinta da fini puramente utilitaristici, accetta, e senza indugio, la proposta di matrimonio postale da un gentiluomo a lei quasi completamente sconosciuto, cui la uni-scono il caso e l’immediatezza della circostanza:

20 Il manoscritto di The Village Coquettes con i fogli “separati” dei brani aggiunti, e i relativi spartiti, sono conservati presso il British Museum dal 1933, e ivi catalogati come Additional MSS.42865-43038. Cfr. P.D.A. Harvey, op. cit., p. 22.

21 Siamo comunque ben lontani dal modello delle “odd women” tardo vittoriane (eg. Sarah Grand, George Gissing, George Bernard Shaw); le donne dickensiane sono spesso sposate o prossime all’altare, e la loro affermazione sessuale è contemplata e legittimata sempre all’inter-no dell’unione matrimoniale.

Page 23: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

23

strano gentiluomo: …Dunque, a seguito di terribili vicissitudini, ho perso una moglie.

julia (si copre gli occhi con un fazzoletto): Ed io, a seguito della negligenza di Lord Peter, ho perso un marito!

L’unione tra i due è una pratica affine a una transazione finanziaria, un contratto che ipso facto viene stipulato sulla base dell’interesse piuttosto che del sentimento reciproco. Si tratta di una concezione comune presso la borghesia medio-alta del tempo e certamente condivisa dall’autore, che la propone in ognuno dei suoi drammi.22 Ancora una volta la comicità e il distacco del riso concorrono a dissimulare temi potenzialmente “scomodi”, nel rispetto della natura umana che sa essere saggia e razionale, ma che po-trebbe abbandonarsi ai propri istinti: “I am an old man” – ci ricorda il vec-chio Benson in The Village Coquettes – “but I do not know what passion may make me do” (enfasi aggiunta). Dickens contempla la possibilità che la pas-sione domini la ragione; è altresì pronto a riconoscere i limiti della propria conoscenza (“I do not know”) o della sua perfettibilità.

La teatralità dickensiana presenta molte sfaccettature e va oltre le espe-rienze dirette dell’attore-autore-regista, illumina la sensibilità estetica del-lo scrittore e quella visione del mondo inevitabilmente teatrale, che trova espressione nella rielaborazione e sperimentazione di diversi codici. La produzione drammatica qui presa in esame di fatto non ha avuto grande diffusione all’estero e non è stata tradotta, se non in rari casi, in altre lin-gue. L’autore stesso ha probabilmente contribuito, almeno in parte, al pro-gressivo calo di interesse da parte di critici e operatori culturali (traduttori, registi cinematografici e teatrali) che nel corso del ventesimo secolo hanno invece privilegiato romanzi e novelle. Dickens, infatti, rispose con imbaraz-zo e amarezza alla tiepida accoglienza riservata dal pubblico e dalla critica alla prima rappresentazione di The Village Coquettes: in una lettera all’amico R.H. Horne (13 novembre 1843) affermò che “both these things were done wi-thout the least consideration or regard for reputation. I wouldn’t repeat them for a thousand pounds apiece, and devoutly wish them to be forgotten”.23 È però doveroso notare che il suo atteggiamento fu anche contraddittorio: più

22 È evidente la derivazione autobiografica della rappresentazione dickensiana del matri-monio. Sposato con una donna spesso malata e forse ipocondriaca, Dickens fu sempre innamo-rato della giovane cognata ma non disdegnò le attenzioni di altre donne, intrattenendo diverse relazioni extramatrimoniali. Arrivò alla separazione da Catherine per stare insieme all’attrice Ellen Tiernan.

23 Citato in P.D.A. Harvey, “Charles Dickens as Playwright” The British Museum Quarterly, vol. 24, no. ½ (Aug 1961), (22-25), p. 25.

Page 24: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

24

avanti, difatti, Dickens reagì con grande soddisfazione all’apprezzamento tributatogli sia a Londra che oltremare. No Thoroughfare, per esempio, fu un enorme successo, e The Frozen Deep ottenne gli elogi speciali della Regina Vittoria. La storia del teatro dickensiano offre spunti per uno studio appro-fondito anche di aspetti legati alla sua ricezione e alle vicende editoriali di testi che per quanto datati hanno un potenziale rappresentativo comunque alto. Emergono in queste opere la complessità e i limiti della natura umana, in un’atmosfera di ricerca, di quest e di questions sempre aperte e attuali, che giustificano la traducibilità e l’adattabilità di un grande artista e della sua opera anche in chiave contemporanea.

Loredana Salis è ricercatrice di letteratura inglese presso il Diparti-mento di scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari. Si in-teressa della rivisitazione in chiave contemporanea dei miti classici e del canone letterario, con particolare attenzione al teatro e al tema dell’incontro/scontro tra culture diverse. Ha studiato la rappresenta-zione dell’alterità in opere di Christopher Marlowe, Marina Carr, Edna O’Brien, Seamus Heaney, e di recente si è occupata di turismo religio-so, di trasposizione cinematografica e delle grandi parodie dei classici della letteratura inglese e irlandese della Disney. Ha pubblicato le monografie Miti antichi, storie d’oggi (Pellegrini editore, 2009) e Stage Migrants: Representations of the Migrant Other in Modern Irish Drama (csp, 2010). È imminente la pubblicazione del volume da lei curato dal titolo Adapting Gaskell – Stage and Screen Adaptations of Elizabeth

Gaskell’s Fiction (csp, 2013).

Page 25: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

LO STRANO GENTILUOMO

BURLETTA

THE STRANGE GENTLEMAN(1836)

Traduzione di Annamaria Canneddu, Loredana Salis,

Anna Argenziano, Nadia Imperio e Simone Saiu

Page 26: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 27: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

27

LO STRANO GENTILUOMO

BURLETTA

PERSONAGGI:

MR. OWEN OVERTON (Sindaco di una piccola città sulla strada per Gretna, disponibile a dare una mano al St. James’s Arms)

JOHN JOHNSON (trattenuto al St. James’s Arms)

LO STRANO GENTILUOMO (appena arrivato al St. James’s Arms)

CHARLES TOMKINS (in incognito al St. James’s Arms)

TOM SPARKS (con un occhio solo, facchino e lustrascarpe al St. James’s Arms)

JOHN, TOM E WILL (camerieri al St. James’s Arms)

JULIA DOBBS (in cerca di marito al St. James’s Arms)

FANNY WILSON (che ha un appuntamento al St. James’s Arms)

MARY WILSON (sua sorella, in posizione imbarazzante al St. James’s Arms)

MRS. NOAKES (proprietaria del St. James’s Arms)

Cameriera ai piani (al St. James’s Arms)

fanny e mary wilson cantano il duetto “I know a Bank”.

Page 28: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

28

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE(ST. JAMES’S THEATRE, LONDRA, 29 SETTEMBRE 1836)

MR. OWEN OVERTON: Mr. Hollingsworth JOHN JOHNSON: Mr. Sidney LO STRANO GENTILUOMO: Mr. Harley CHARLES TOMKINS: Mr. Forester TOM SPARKS: Mr. Gardner JOHN: Mr. Williamson TOM: Mr. May WILL: Mr. Coulson JULIA DOBBS: Madame Sala FANNY WILSON: Miss Smith MARY WILSON: Miss Julia Smith MRS. NOAKES: Mrs. W. Penson CAMERIERA: Miss Stuart

Costumi di scena

mr. owen overton: brache nere aderenti al ginocchio e stivali neri alti. Una marsina blu, piuttosto lunga in vita, con bottoni gialli, abbottonata fino al mento. Cravattona bianca, come i guanti. Un cappello bianco a tesa larga e cupola bassa.

lo strano gentiluomo: pantaloni celesti a scacchi con taglio alla france-se e panciotto. Redingote marrone, con falde che coprono a malapena i fian-chi. Una sciarpa celeste e un eccentrico cappello bianco a cupola bassa e tesa larga. Stivali.

john johnson: pantaloni bianchi alla moda, stivali, panciotto leggero, redingote, cappello nero, guanti, ecc.

charles tomkins: pantaloni da campagna a scacchi e con taglio alla francese; stivali, redingote d’angora alla moda, completamente abbottonata; cappello nero, guanti, ecc.

tom sparks: brache di pelle; calze a righe e mezzi stivali stringati, panciot-to rosso e giacca da cavallerizzo di tessuto olandese; sciarpa colorata e parruc-ca rossa.

Page 29: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

29

camerieri: tutti con pantaloni neri, calze e scarpe nere, panciotto bianco, giacca a righe e sciarpa bianca.

mary wilson: vestito da passeggio alla moda, calze di seta bianche, scarpe e guanti.

fanny wilson: vestita esattamente come Mary.

julia dobbs: un bel vestito bianco da viaggio, scialle di cashmere, calze di seta bianche, scarpe e guanti. Una cuffia abbinata.

mrs. noakes: vestito di chintz con una fantasia piuttosto scura, grembiule alla francese e un bel cappello.

Durata della rappresentazione: un’ora e venti minuti.

SCENA: una piccola città sulla strada per Gretna.

PERIODO: parte di un giorno e un’intera notte.

Atto I

SCENA PRIMA – Una stanza al St. James’s Arms; al centro una porta col cate-naccio. Un tavolo con tovaglia e due sedie sul lato destro.

Entra mrs. noakes, chiude la porta.

mrs. noakes: Santo cielo, la corriera era gremita! Quattro dentro e dodici fuori! E davanti il controllore che dava fiato alla tromba, per paura che qualche spione si accorgesse che il numero dei passeggeri andava oltre il consentito. E tutte quelle carrozze e quei calessi – Riempiremo la locan-da fino alle soffitte! Bisogna sbrigarsi! – Che trambusto. (Entra il primo cameriere di corsa) Ah, eccoti, John.

primo cameriere (si avvicina): È appena arrivata una signora, è sola e vuole una stanza singola, padrona.

mrs. noakes: Ha molti bagagli?

primo cameriere: Quattro bauli, due cappelliere, sei involucri in carta da pacchi e un cesto.

Page 30: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

30

mrs. noakes: Dalle subito una stanza singola. La n.1, al primo piano.

primo cameriere: Sì, signora.

Esce il primo cameriere. Entra il secondo cameriere, anche lui di corsa.

secondo cameriere (si avvicina): Due giovani signore e un gentiluomo in calesse chiedono di avere immediatamente la disponibilità di un salotto riservato, signora.

mrs. noakes: Fratello e sorelle, Tom?

secondo cameriere: Le due giovani hanno una vaga somiglianza fra loro, signora. Il gentiluomo non sembra affatto loro fratello.

mrs. noakes: Forse marito, moglie e cognata, Tom?

secondo cameriere: Marito e moglie lo escludo, padrona: ho visto il genti-luomo baciare una delle dame.

mrs. noakes: Baciare una delle dame! Sistemali nel salottino dietro il ban-cone, Tom, in modo che io possa dare ogni tanto un’occhiata attraverso quella finestrella e accertarmi che non accada niente di sconveniente.

secondo cameriere: Sì, signora. (Fa per uscire).

mrs. noakes: Ah, Tom!

secondo cameriere: Dite, signora.

mrs. noakes: Dì al cuoco di mettere insieme tutti gli avanzi del cenone di ieri e di preparare una bella zuppa per i passeggeri della corriera.

secondo cameriere: Molto bene, signora.

Entra il terzo cameriere, di corsa.

terzo cameriere: Uno strano gentiluomo in calesse, signora, chiede di avere un salottino privato.

mrs. noakes: Ha molti bagagli, Will?

terzo cameriere: Un portmanteau e un cappotto.

mrs. noakes: Oh! Figuriamoci! Conducilo nella hall.

Page 31: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

31

terzo cameriere: L’ho fatto, signora, ma quel gentiluomo dice che vuole un appartamento privato, e che giammai siederà in una sala comune. Ne va della sua vita.

mrs. noakes: Della sua vita?

terzo cameriere: Sì, signora. Il signore dice che, sia pure piccola e buia, una stanza privata è quanto deve avere e avrà comunque.

mrs. noakes: Molto strano – L’hai mai visto prima, Will?

terzo cameriere: No, signora; non è uno di qui. È uno con cui è piacevolissi-mo chiacchierare, signora, parla a macchinetta, non si ferma mai. Eccolo che arriva.

strano gentiluomo (dall’esterno): Andate a raccontarlo a qualcun altro, son tutte fandonie, sciocchezze. Ed io non sono mai stato preso per il naso, né mai lo sarò, da nessun cameriere sulla faccia della terra, e per favore abbiate la bontà di lasciare stare il mio portmanteau, giacché sono in grado di portarlo da solo; mostratemi senza altro indugio un salotto privato: è ciò che mi spetta ed è ciò che avrò! Dannazione! Pensate forse che abbia intenzione di farmi ammazzare? (Entrano i tre camerieri uno dietro l’altro; lo straniero li segue trascinando il portmanteau e il cappot-to). Là – questa stanza va benissimo. Proprio quel che ci vuole. Come state, signora? Suppongo siate la padrona di questa locanda. Per favore, potete far uscire di qui questi giovani premurosi? Così potrò ordinare la cena.

mrs. noakes (ai camerieri): Potete andare.

strano gentiluomo: Sentito? Potete andare. Aria, volatilizzatevi, sparite. Su! Bene. Ed ora, signora, mentre parliamo di un argomento importante, cioè della mia cena, assicuratevi, vi prego, che nessun altro ci interrom-pa. (Mette il catenaccio alla porta).

mrs. noakes: Oh, Dio, signore! Che fate, sprangate la porta della stanza con me dentro!

strano gentiluomo: Non temete, non vi farò alcun male. Non ho niente contro di voi, mia cara signora: ma per me è vitale la più assoluta riserva-tezza. (Si siede sul portmanteau).

mrs. noakes: E sia, signore. Non ho obbiezioni ad infrangere le regole per una volta, ma sappiate che non è nostra abitudine, quando siamo al comple-to, dare stanze private a gentiluomini solitari, che arrivino su un calesse,

Page 32: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

32

portando con sé solo un portmanteau. Voi siete un perfetto sconosciuto qui. Se non erro, è la prima volta che vi fermate in questa locanda.

strano gentiluomo: Avete ragione, signora. È la prima, la primissima – ma non sarà l’ultima, ve l’assicuro.

mrs. noakes: No?

strano gentiluomo: No. (Si guarda intorno) Mi piace questo posto. Acco-gliente e comodo, pulito e allegro. Mi vedrete spesso al St. James, ve lo garantisco, signora.

mrs. noakes (a parte): Un gentiluomo educato. Siete forestiero, vero?

strano gentiluomo: Forestiero? Oh, Dio, no. Sono stato qui molte volte, in passato, per brevi vacanze.

mrs. noakes: Davvero?

strano gentiluomo: Oh, sì. Ho alloggiato per lungo tempo al Royal. Ma alla fine sono stato costretto ad andare via di lì.

mrs. noakes: In effetti ho sentito un bel po’ di lamentele su quel posto.

strano gentiluomo: Oh, è un luogo spaventoso! È talmente rumoroso!

mrs. noakes: Ah!

strano gentiluomo: Impressionante! Don, don, don-drum, drum, drum, tutta la notte. Nient’altro che rumore e confusione, una follia. Ho sop-portato a lungo per amore di pace, frequentavo quella locanda da molto tempo, ma sapete cosa hanno fatto alla fine, signora?

mrs. noakes: Proprio non saprei.

strano gentiluomo: Hanno trasformato la bella antica sala riunioni in una stalla, e hanno cominciato a tenerci i cavalli. Ho tentato di resistere, ma non ce l’ho fatta, così son venuto via di lì, signora, e – e ora eccomi qui. (Si alza).

mrs. noakes: E io vi prometto, signore, che non avrete motivo di pentirvi del cambio.

strano gentiluomo: Ne sono sicuro, lo so, già lo sento.

mrs. noakes: A proposito della cena, signore; cosa vorreste mangiare?

strano gentiluomo: Vediamo; sareste così gentile da suggerirmi voi qual-cosa, signora?

Page 33: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

33

mrs. noakes: Certo: pollo grigliato e funghi! È un piatto eccellente.

strano gentiluomo: Avete ragione: il pollo grigliato e i funghi sono una gioia per il palato, piacevole ed innocua anche se la porzione è doppia. Vada per pollo grigliato e funghi!

mrs. noakes: Fra un’ora va bene, signore?

strano gentiluomo: È la seconda volta, signora, che anticipate i miei desi-deri.

mrs. noakes: Vorrete anche un letto per la notte, suppongo, signore; forse vedere una stanza? Prego, da questa parte, signore e – (si sposta verso il lato sinistro).

strano gentiluomo: No, no, non importa. (A parte) Questa è una mossa per farmi uscire dalla camera. È pagata da qualcuno che vuole sapere chi sono. Devo stare attento; sono esposto a qualunque trappola. Non im-porta, signora, davvero!

mrs. noakes: Se volete darmi il vostro portmanteau, signore, uno degli inser-vienti lo porterà per voi nella stanza accanto.

strano gentiluomo (a parte): È di una ingenuità diabolica. Pensa che ci sia il mio nome sopra. (A lei) Sono molto obbligato per la disinteressata pre-mura dei vostri inservienti, signora, ma col vostro gentile permesso que-sto portmanteau rimarrà esattamente dove si trova; e quindi, signora, (con calore) se uno dei succitati facchini lo vorrà rimuovere, dovrà prima spostare me, signora; e in tal caso ci vorranno un paio di uomini robusti per farlo, ve lo garantisco.

mrs. noakes: Oh, povera me, signore, in questa locanda non dovete temere per il vostro portmanteau; direi che non interessa a nessuno.

strano gentiluomo: Spero di no, signora, perché in quel caso nessuno ri-marrà deluso. (A parte) Come mi fissa con quei suoi occhietti da vec-chia!

mrs. noakes (a parte): Non ho mai visto una persona così strana in vita mia. Chi sarà mai? (Lo osserva attentamente; poi esce e chiude la porta).

strano gentiluomo: Ah, se n’è andata, finalmente! Voglio stare solo con i miei terribili pensieri, e riflettere sul modo migliore per uscire dalla mia spaventosa situazione. (Toglie fuori una lettera dalla tasca). Ecco qui una legittimazione illegale dell’omicidio, un invito pressante a farmi mas-

Page 34: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

34

sacrare, la garbata richiesta di mettere semplicemente un piede fuori di qui per lasciarmi colpire a morte. Mi è stata consegnata nel preciso istante in cui sono sceso dal calessino davanti alla porta da uno sporco assassino mascherato che portava una sudicia giacca nera. Ma io rico-nosco questa grafia; c’è una feroce temerarietà nella croce di questa “T”, e una sinistra malignità nel puntino di quella “I”, che mi avvertono che lo scritto proviene dal mio disperato rivale. (La apre e legge) “Mr. Horatio Tinkles” – che sarebbe lui – “presenta i suoi omaggi al suo nemico” – che sarei io – “e chiede il piacere della sua compagnia domani mattina, nel-la radura presso Corpse Common” – il nome è tutto un programma!1 – “verso cui tutti in città lo potranno indirizzare, e dove spera di avere la soddisfazione di rendergli pan per focaccia”.2 – Pan per focaccia! Ironia da tagliagole! – “La vostra puntualità verrà accolta come favore persona-le, dato che risparmierà a Mr. Tinkles l’inconveniente di recarsi là con un frustino in tasca. Mr. Tinkles ha ordinato la colazione al Royal per una persona. È già pagata. Chi ne uscirà vivo la consumerà. Pistole. Cin-que e trenta in punto”. Canaglia assetata di sangue! “Chi ne uscirà vivo!” L’ho visto colpire il bersaglio al poligono di tiro regolarmente, ogni volta dritto al cuore, eccetto quando, come variante, ha assestato la pallottola centrando in pieno l’occhio sinistro dell’omino dipinto. “La colazione”! Non voglio niente di più della mia focaccia d’avena. Cosa posso fare? Scappare, non posso scappare. Nascondermi non serve a nulla: lui sa che sono qui. Mi ha inseguito da Londra fin qui, e continuerà a persegui-tarmi fino alla residenza di Miss Emily Brown, che i miei rispettabili, ma cocciuti genitori hanno scelto come mia futura moglie. Una bella figura farei davanti ai vecchi, che non ho visto più di una volta in vita mia, e a Miss Emily Brown, che non ho visto per niente, se arrivassi laggiù, segui-to a ruota da questa salamandra che, suppongo, è il suo amante ufficiale! Cosa devo fare? Non posso tornare indietro; Papà sarebbe furioso. Cosa posso fare? Niente! (Si butta su una sedia) Devo andare fino in fondo in questa terribile prova e rassegnarmi ad essere impacchettato e riporta-to come un povero cervo ai miei genitori in lacrime, con un bel pezzo di piombo conficcato in testa e un breve epitaffio sul petto, “Ucciso la mattina di mercoledì”. (Balza in piedi e va su e giù) No, non lo farò! Non

1 Con il nome di questa località l’autore gioca sul significato del termine “corpse”, che in lingua inglese significa “cadavere” [N.d.T.].

2 Gruel è il porridge, la farina d’avena che si consuma a colazione, ma “giving him his gruel” vuol dire “dargli quel che si merita”: “rendere pan per focaccia” mantiene la metafora del cibo ed è richiamato, più avanti, proprio dalla focaccia d’avena da consumare per colazione [N.d.T.].

Page 35: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

35

mi rassegnerò! Accetterò la sfida, ma prima scriverò una lettera anoni-ma alle autorità locali, informandole del duello che sta per aver luogo, e pregandole di mettermi immediatamente sotto protezione. Questo è fattibile; anzi, di più, è necessario. Sarò salvo, supererò l’ostacolo, anche lui lo supererà. Riprenderò il viaggio, raggiungerò quella casa, sposerò la ragazza, mi riapproprierò del mio destino e riderò di lui. Non c’è tempo per sentirsi perduti; lo farò immediatamente. (Si siede al tavolo e scri-ve). Ecco; la sfida è accettata, con audace sprezzo del pericolo, sembrerà molto coraggiosa quando sarà stampata. Ora l’altra lettera. (Scrive) “Al Signor Sindaco – Signore, uno strano gentiluomo alloggiato al St. James, il cui nome è ignoto al mittente di questa informativa, sta per commet-tere un atto avventato e sanguinario; agirà domani, nelle prime ore del mattino. Dal momento che Voi date valore alla vita umana, salvate la sua tenera giovinezza, senza indugi. Vi imploro, Signore, pensate a ciò che proverebbero i suoi cari se un evento sfortunato colpisse un giovane così promettente. Non sottovalutate questo grave avviso; la sua camera è la numero 17”. Ecco qua (piega la lettera). Se solo trovassi qualcuno dispo-sto a consegnarla in assoluta segretezza –

tom sparks con un paio di stivali in mano fa capolino al proscenio al centro.

tom: Questi sono di voi?

strano gentiluomo: No.

tom: Scusate (va via).

strano gentiluomo: Un momento! Siete il lustrascarpe?

tom (fermo sulla porta): Sono il direttore di quel ramo della ditta. Ho un sot-toposto, che lui rimuove lo sporco e mette il lucido. Il mio settore fa il lavoro creativo: la lucidatura finale.

strano gentiluomo: Voi siete il lustrascarpe capo, allora?

tom: Sì, sono propio il capo, l’altro è solo il vice; siamo, secondo a quello che dico sempre io, lo Stivale e lo Stivaletto.

strano gentiluomo: Siete un tipo tagliente.

tom: Ah! Meglio che tagli la corda, allora (fa per andar via).

Page 36: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

36

strano gentiluomo: Non abbiate fretta, caro il mio lustrascarpe, non abbia-te fretta; ho bisogno di voi (si alza e avanza a destra).

tom: Allora?

strano gentiluomo: Sapete – sapete tenere un segreto, Signor Stivale?

tom: Dipende da come si mette la cosa; ci siamo capiti?

strano gentiluomo: Penso di comprendere ciò che intendete. Intendete forse che potreste mantenere un segreto (mette la mano in tasca) se ave-ste, diciamo, cinque scellini come mancia, è così, Signor Stivale?

tom: Questo è l’aspetto della faccenda che prenderei in considerazione ma non è propio ciò che avevo in mente.

strano gentiluomo: No?

tom: No. Un segreto è una cosa che se ne vuole sempre salire alla bocca di chi lo sa. Ci vuole una forza enormissima se lo vuoi tenere giù.

strano gentiluomo: Ah!

tom: Eh, sì; non penso che posso tenerlo giù – sempre giù, vedete –

strano gentiluomo: Sì, giù per sempre, naturalmente –

tom: – se ha un tappo più leggero di dieci scellini.

strano gentiluomo: Non pensate che tre mezze corone farebbero al caso vostro?

tom: Può darsi, non dico che non farebbero, ma non potrei garantirlo.

strano gentiluomo: Ma potreste per dieci scellini!

tom: Già.

strano gentiluomo: Bene, eccoli dunque (gli dà quattro mezze corone). Ora, vedete queste lettere?

tom: Sì, ci riesco anche senza occhiali.

strano gentiluomo: Bene. Questa deve essere consegnata al Royal Hotel. Questa, questa, invece, guardatela bene, è una lettera anonima; e voglio che sia recapitata a casa del Sindaco, senza che egli sappia chi la manda, o che veda chi la consegna.

tom (prende le lettere): Ehi, siete proprio un tipo bizzarro!

Page 37: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

37

strano gentiluomo: Ha, ha! Pensatelo pure! Del resto, anche voi lo siete.

tom: Sì, ma voi siete più bizzarro di me.

strano gentiluomo: No, no, non siate modesto.

tom: Non lo sono per niente. Ih, come li avete fatti quei mucchi di fieno! Come avete fatto a riuscirci anche ora – qui? – boh, è un mistero! Avete usato una pipa, o dei fiammiferi?

strano gentiluomo: Pipa, fiammiferi, mucchi di fieno! Ma cosa state dicendo?

tom (con circospezione): Il vostro nome lo so, vecchio mio.

strano gentiluomo: Sapete il mio nome? (A parte) Mi chiedo come diavolo ha fatto a scoprirlo!

tom: La prima lettera è “S”.

strano gentiluomo: Cosa dite?

tom: E l’ultima “G”. Tutti abbiamo sentito il nome “Swing” qui –

strano gentiluomo: Swing? Che assurdità! Dannazione, pensate che io sia un contenitore ambulante di vetriolo, e che bruci tutto ciò che tocco? – Andate a fare la commissione per cui siete stato pagato.3

tom: Vado, vado. Non mi costa niente, sapete, non è un peso per me. Lascio giusto questi stivali al mio vice, a portarli a di chi sono, e poi darò questa lettera qui a chi c’è allo sportello dell’ufficio del Sindaco, subitissimo.

strano gentiluomo: Volete andarvene?

tom: Eh, sto andando, sto andando! È vicino, sapete, qui vicino!

tom esce dalla porta centrale.

strano gentiluomo: Fra cinque minuti la lettera sarà consegnata; un’altra mezz’ora e, se il Sindaco farà il suo dovere, io sarò sotto protezione, e al sicuro dalla vendetta di quel mostro infuriato. Mi chiedo se mi porteran-no via di qui – Perbacco! Forse mi daranno anche una camicia pulita e un berretto da notte. Dunque – vediamo – la padrona ha detto che la mia camera da letto è nella stanza attigua e, poiché ho accettato la sfida, ora

3 Richiamo a “Captain Swing”, pseudonimo di frequente usato dai contadini ribelli che protestavano contro l’introduzione delle macchine agricole nelle fattorie. Spesso incendiavano i covoni di fieno [N.d.T.].

Page 38: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

38

posso avventurarmi fin lì (si carica in spalla il portmanteau). Che magni-fica trovata è stata! La missiva, a lettere cubitali, sarà interamente pubbli-cata sul giornale locale, e il mio nome, tutto maiuscolo, sarà al centro di una lunga storia, si racconterà di come ero un drago disposto a tutto, e talmente risoluto a combattere, che ci vollero quattro poliziotti per por-tarmi dal Sindaco, e un ragazzo per portare il mio cappello. È un piano eccezionale, da realizzare assolutamente. È l’unico modo che ho di scap-pare da qui senza essere inseguito, a meno che – non imbuchi me stesso alle Poste Centrali e mi spedisca ad un amico in città, ma chissà se mi accetterebbero, visto che come pacco sono decisamente sovrappeso!

Lo strano gentiluomo esce a sinistra con il portmanteau. mrs. noakes spia dalla porta, poi entra.

mrs. noakes: È questa la stanza, care signore, ma il gentiluomo che la occupa deve essere qui fuori da qualche parte, però credo che non tarderà mol-to. Entrate, prego.

Entrano mary e fanny wilson dalla porta centrale.

mary: Dunque questo è l’appartamento dello Strano Gentiluomo, giusto?

mrs. noakes: Sì, Miss; volete che vada a cercarlo per dirgli che voi signore siete qui?

mary: No, preferiremmo aspettare finché non ritorna, se non vi dispiace.

mrs. noakes: Molto bene, signora. Tornerà subito, direi, perché è quasi l’ora della sua cena.

Esce mrs. noakes dalla porta centrale.

mary: Vieni, Fanny cara. Non sentirti così avvilita, prendi esempio da me. Sento fortemente l’assurdità della nostra situazione, ma, come vedi, no-nostante tutto, vado avanti.

fanny: Per te è facile: la tua situazione non è imbarazzante e dolorosa come la mia.

mary: Ebbene, mia cara, può darsi. Tuttavia devo ammettere che le circostanze

Page 39: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

39

che l’hanno determinata sono in qualche modo incomprensibili per me. Il mio stravagante, folle corteggiatore, John Johnson, mi ha implorato di la-sciare la casa del mio tutore e di accompagnarlo per una spedizione a Gret-na Green.4 Io, con immensa riluttanza e dopo considerevoli pressioni –

fanny: – ti sei arresa ad acconsentire spontaneamente.

mary: Beh, non discuteremo sui termini: io consento ad ogni evenienza. John mi ha trascinato via, e quando eravamo esattamente a metà stra-da, si è accorto che non aveva più neanche un soldo; così siamo stati costretti a fermarci in questa locanda, e ci staremo finché non riuscirà a farsi inviare del denaro da Londra per posta. Credo, mia cara, che dovrai ammettere che questa è una situazione piuttosto imbarazzante.

fanny: E la mia allora? Approfittando del tuo viaggio, ho spedito un espresso al mio ammiratore, Charles Tomkins, per dirgli che ti avrei accompagna-ta primo, perché mi sarei sentita infelice ad essere abbandonata da sola con un vecchio stizzoso; secondo, perché mi pareva opportuno che tu venissi accompagnata da tua sorella –

mary: E terzo, perché sapevi che avrebbe subito assecondato questo indiret-to consenso alle sue suppliche che vanno avanti da tre mesi, e ti avrebbe seguita senza indugi in questa tua missione. Giusto, mia cara?

fanny: Ciò non significa che questa fosse la mia intenzione o che sapessi in anticipo che avrebbe agito così, ma supponendo che l’abbia fatto – sup-ponendo che questo Strano Gentiluomo sia lui –

mary: Supponendo? Tu sai che è lui. Gli hai raccomandato di non rivelare il suo nome, in nessun caso, e immagino che lo Strano Gentiluomo non sia un appellativo molto comune per un viaggiatore – e in più c’è quel breve messaggio in cui scrive che ti avrebbe raggiunta qui.

fanny: Va bene, ammettiamo che sia lui: in che situazione mi sono cacciata! Mi hai rivelato ora per la prima volta che il mio impetuoso pretendente per nessuna ragione deve incontrare il tuo impetuoso fidanzato, a causa di qualche antica ruggine tra loro, una vecchia storia non ancora risolta. Che conseguenze avrà tutto ciò! Come potrò spiegare tutto questo o rac-contare la tua attuale situazione? Per la vergogna e la confusione vorrò sprofondare sottoterra.

4 Gretna Green, località scozzese presso il confine con l’Inghilterra, era già nel diciannovesimo secolo il luogo dove andavano a sposarsi un gran numero di giovani coppie inglesi, poiché in Scozia era possibile celebrare il matrimonio anche senza il consenso dei genitori [N.d.T.].

Page 40: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

40

mary: Lascia che me ne occupi io. È tutta colpa della mia sbadataggine. Me ne assumerò tutta la responsabilità, lo affronterò a viso aperto. Ma – mia cara, da che hai intrapreso questa relazione, con grande riservatezza e con una certa frettolosità, nei quattro mesi che hai trascorso dalla zia Martha, non ho ancora visto Mr. Tomkins, come sai. Dimmi, è davvero così bello?

fanny: Giudicherai da te quando lo vedrai.

mary: Lo farò. Tu dovrai nasconderti finché non avrò spianato il terreno per la tua comparsa in scena. Ma prima, cara, aiutami almeno a fare un po’ di baccano per attirare la sua attenzione, se è veramente nella stanza accanto, o mi toccherà aspettare qui tutto il giorno.

duetto: al termine del quale fanny va via dalla porta centrale e mary si nasconde, sulla destra.

Entra lo strano gentiluomo.

strano gentiluomo: Ecco; ora, con una camicia pulita da una parte e una cuffia per la notte dall’altra, sono pronto ad essere magnanimamente condotto nella mia cella in nome dell’amore.

mary (a parte): Dice di esser pronto ad essere magnanimamente condotto in una cella in nome dell’amore. Ma non è Mr. Tomkins? Ahem! (Viene avanti sulla sinistra).

strano gentiluomo (la vede): Oh! E questa chi è? Non sarà certo un giudice di pace in gonnella. Vi chiedo perdono, signora. (Avanza verso di lei) Che cosa – avete –

mary: Oh, signore, mi rendo conto di quanto sia delicata la mia posizione.

strano gentiluomo (a parte): Si rende conto di quanto sia delicata la sua posizione. Che Dio ci aiuti, qual è il problema? Dato che vi trovate in una posizione delicata, permettetemi, signora, di farvi accomodare (sistema le sedie, si accomodano).

mary: Siete molto gentile, signore. Siete sorpreso di vedermi qui?

strano gentiluomo: No, no, perlomeno non molto; un poco, forse – un po-chino – (a parte) Mai stato più stupito in tutta la mia vita!

mary (a parte): Le sue buone maniere, e la storia incredibile che ho da rac-contargli – Sono sopraffatta! Devo farmi coraggio. Ahem –

Page 41: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

41

strano gentiluomo: Ahem –

mary: Signore!

strano gentiluomo: Signora!

mary: Siete giunto qui alla ricerca di una giovane donna, o sbaglio?

strano gentiluomo: Dite bene, signora. (A parte) Che donna misteriosa!

mary: Se siete il gentiluomo che cerco, siete colui che ha scritto di recente un breve messaggio in cui affermava che sarebbe stato in questa locanda nel pomeriggio di oggi.

strano gentiluomo (spinge indietro la sedia): Io – Io ho scritto un biglietto, signora!

mary: Non avete bisogno di tenere alcun segreto con me, signore. Sono al corrente di tutto.

strano gentiluomo (a parte): Quella canaglia, il lustrascarpe, mi ha tradito! Dunque sapete tutto, signora.

mary: Ogni cosa.

strano gentiluomo (a parte): Ho capito: è la moglie di un poliziotto.

mary: Voi siete l’autore della lettera, signore. Penso di non essermi sbagliata.

strano gentiluomo: Infatti, signora. Confesso di averla scritta io. Cosa avrei dovuto fare, signora? Considerate la situazione in cui mi trovavo.

mary: Nella vostra situazione, per come la vedo io, c’era solo una direzione da seguire.

strano gentiluomo: Vi riferite a quella che ho preso?

mary: Senza alcun dubbio.

strano gentiluomo: Sono sollevato di sentirvi parlare così, anche se natu-ralmente gradirei che fosse mantenuto il segreto sulla faccenda.

mary: Oh, naturalmente.

strano gentiluomo (avvicina la sedia a lei e sussurra): Posso permettermi di chiedervi se i poliziotti sono di sotto?

mary (sorpresa): I poliziotti?

strano gentiluomo: Se devo essere arrestato, desidero che la cosa si conclu-da al più presto. Se deve accadere, sono pronto.

Page 42: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

42

mary: Non è stata intrapresa alcuna azione legale, non c’è niente che vi im-pedirà di continuare il vostro viaggio stanotte.

strano gentiluomo: Ma non sarò inseguito dal mio rivale?

mary (abbassa lo sguardo): Mi vedo costretta ad informarvi che il vostro riva-le è trattenuto qui, in stato di fermo, per mancanza di denaro.

strano gentiluomo (sobbalza): In stato di fermo per mancanza di denaro? Evviva, evviva! Alla fine l’ho messo all’angolo. Mi sono vendicato di tutte le sue sfuriate e angherie. Questo è un vero trionfo. Ha ha ha! L’ho inchio-dato – inchiodato sul posto!

mary (si alza indignata): Questo esultare per l’avversario caduto in disgra-zia, signore, è vile e meschino da parte vostra. In mia presenza, poi, è un ulteriore insulto.

strano gentiluomo: Un insulto? Non vi insulterei per niente al mondo, dopo la bella notizia che mi avete dato. Vi vorrei stringere tra le mie braccia! Un bacio, mia piccola vice-guardia! (La afferra).

mary (si divincola): Aiuto! Aiuto!

Entra john johnson dalla porta centrale.

john: Che cosa diavolo mi tocca vedere! (Afferra lo strano gentiluomo per il bavero).

mary (a sinistra): John e Mr. Tomkins insieme! Si uccideranno! – Aiuto, aiuto!

mary esce di corsa dalla porta.

john (lo scuote): Che cosa avete intenzione di fare, mascalzone?

strano gentiluomo: Certo nessuna delle stupidaggini che avete in mente – Non è successo niente di male.

john: Niente di male! Come avete osato presentarvi qui per incontrare la signora?

strano gentiluomo: Per quale motivo l’avete mandata da me?

john: Io mandarla da voi?

strano gentiluomo: Sì, voi! Suppongo che le abbiate dato istruzioni. (A par-te) È chiaro che costui è suo marito, il poliziotto.

Page 43: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

43

john: La signora è legata a me sentimentalmente.

strano gentiluomo: Lo so; e deve essere una personcina molto utile, a chiunque sia legata; è un peccato che non possa testimoniare sotto giu-ramento.

john: Testimoniare sotto giuramento? Signore, la vostra battuta a proposito del momentaneo ostacolo che ci impedisce di pronunciare i voti matri-moniali suona come un’insolenza. Come osate insinuare –

strano gentiluomo: Ma per favore! Non parlate di osare insinuare; non si addice ad un uomo nel vostro ruolo.

john: Il mio ruolo?

strano gentiluomo: Ma dato che avete gestito la cosa con molta discrezio-ne e avete affermato di trovarvi, al momento, in difficoltà – ecco – ecco qui cinque scellini per voi (glieli offre).

john: Cinque scellini! (Brandisce il suo bastone da passeggio).

strano gentiluomo (agita una sedia): State lontano, signore!

Entrano mary, tom sparks e due camerieri.

mary: Divideteli, o ci sarà un omicidio! (tom afferra il gentiluomo per la vita – il cameriere afferra john johnson).

tom: No, non si fanno queste cose, Mr. S.! Non qui! Non si danno nella locanda stanze private per divertirvi così – se volete continuare questo gioco costrui-remo tutti contenti un vero e propio ring per voi nel cortile, ma qui no!

john: Fatemelo acciuffare. Lasciatemi andare, camerieri – Mary – non tratte-netemi. Lasciatemi andare, vi dico!

strano gentiluomo: Tenetelo stretto! Pretendete di essere un giudice di pace, e vi comportate come un campione di boxe!

john (lottando): Vi ho detto di lasciarmi andare!

strano gentiluomo: Tenetelo stretto, mi raccomando!

tom porta via lo strano gentiluomo a destra. Il cameriere porta via john a sinistra, seguito da mary.

Page 44: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

44

SCENA SECONDA – Un’altra stanza dell’albergo.

Entrano julia dobbs e overton, a sinistra.

julia: Mi sembrate sorpreso, Overton.

overton: Sorpreso, Miss Dobbs! Beh – potrei esserlo. Non vi vedo da più di tre anni, e capitate qui, senza preavviso alcuno, con l’esplicito proposito di fuggire, nel vero senso della parola, con un giovane uomo. Sono ester-refatto, Miss Dobbs!

julia: Dovreste esserlo, Overton, se fossi venuta qui con lo scopo di fuggire, nel vero senso della parola, con un vecchio.

overton: Giovane o vecchio, non farebbe molta differenza, se non aveste concepito l’idea assurda di incastrare me, un avvocato, il Sindaco della città, in un progetto così ridicolo. Miss Dobbs, non posso farlo – davvero non posso permettervi di coinvolgermi in questa faccenda.

julia: Molto bene, Overton, molto bene. Rammentate che quando era in vita il povero, vecchio, caro Mr. Wolley, egli –

overton: – vi avrebbe sposata, se non fosse morto. Comunque, vi ha lasciato i suoi beni, liberi da qualunque onere, compreso lui stesso come marito, che non era quello meno pesante.

julia: Dunque, dovreste rammentare anche che quando era in vita il povero vecchio caro, dietro mio suggerimento, vi furono accreditate, in prestito, diverse somme di denaro, che ancora non sono state restituite. Se mi farete la cortesia di spedirle questa settimana stessa al mio agente, vi potrete considerare libero di non intervenire in questa faccenduola. (At-traversa la scena e fa per allontanarsi).

overton: Restate, Miss Dobbs, restate. Come avete detto, ci conosciamo da tanto tempo, e ci sono state certamente alcune piccole somme di denaro che – che –

julia: – che non avete ancora provveduto a restituire.

overton: Proprio così, proprio così; e che, forse, sareste disposta a dimenti-care se aveste un marito – eh, Miss Dobbs, eh?

julia: Ho pochi dubbi in proposito. Se avessi garanzia del vostro aiuto, potrei dire con assoluta certezza che non ci penserei proprio più.

Page 45: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

45

overton: Mia cara Miss Dobbs, noi ci comprendiamo perfettamente. Conti-nuate, vi prego.

julia: Dunque – il caro Lord Peter –

overton: Immagino che questo sia il nome del giovanotto con il quale inten-dete fuggire.

julia: È il nome del giovane nobiluomo che intende fuggire con me, Mr. Overton.

overton: Sì, certo – scusate. Andate avanti.

julia: Il caro Lord Peter è giovane e impulsivo. Fatto sta che i suoi amici lo considerano poco scaltro e non risoluto. Per evitare ingerenze da parte loro il nostro matrimonio deve essere tenuto segreto. In questo momento egli sta facendo una sosta presso la tenuta di caccia di un amico qui nei dintorni, poi mi raggiungerà alla locanda e andremo a sposarci a Gretna.

overton: Bene. Mi pare che la faccenda si possa concludere senza intromis-sioni.

julia: Seguitemi un attimo. Per evitare che ci siano sospetti o che qualcuno ci riconosca e ci segua, ho ideato con lui un piano: nella locanda dovrete spargere la voce che è pazzo e che io, sua zia, lo trasferirò in carrozza, stanotte stessa, a Berwick, in una clinica privata per malati di mente. Ho fissato la carrozza per la una e trenta del mattino. Nel frattempo vi incon-trerete con lui e prenderete gli ultimi accordi. Se non gli parlerò fino al momento della partenza non ci sarà alcun sospetto. Direte a tutti che il solo vedermi lo rende furioso.

overton: Dove potrò incontrarlo? Sarà già arrivato?

julia: Lo saprete prima di me.

overton: Io?

julia: L’ho pregato di scrivervi, non appena fosse arrivato. Qualche frase mi-steriosa, senza senso, per comunicarvi il numero della sua stanza.

overton: Perbacco, Miss Dobbs, allora è già arrivato!

julia: No!

overton: Sì, invece. Guardate, questo è uno scritto misteriosissimo, molto strano, senza capo né coda, che questa mattina è stato buttato, attraverso la finestra, dentro il mio ufficio. È la sua scrittura? (Le porge la lettera).

Page 46: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

46

julia (prende la lettera): Non ho visto la sua grafia che una sola volta, ma ricordo che scrive in modo disordinato e a grandi lettere. (Guarda la mis-siva che ha fra le mani) Ah, queste sono maiuscole!

overton: Fantastico! Ha ha! Davvero misteriosa!

julia: Ha ha ha! Perfetto! “Un atto avventato”.

overton: Proprio così! Ha ha!

julia: “Un giovane promettente”.

overton: Esatto. Bene.

julia: “La sua tenera giovinezza”.

overton: A lettere maiuscole!

julia: “Grave avviso”.

overton: Sì, questa è la frase più bella (entrambi ridono).

julia: Stanza n.17, scrive. Cercate di incontrarlo subito, è un’ottima persona. (Restituisce la lettera).

overton (riprende la missiva): Lo farò. (Attraversa il palco verso sinistra e suona un campanello).

Entra un cameriere da sinistra.

overton: Cameriere, da chi è occupata la stanza n.17?

cameriere: La n. 17, signore? – Oh! Dallo Strano Gentiluomo, signore.

overton: Mostratemela.

Il cameriere esce verso sinistra. overton guarda julia e indica la lettera.

overton: “Lo Strano Gentiluomo” – Ha ha ha! Bene, bene. Definizione eccel-lente! (Entrambi ridono).

Escono separatamente.

Page 47: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

47

SCENA TERZA – Tutto è come nella prima. Vino, dolci e lampade su un tavo-lino. A destra della porta centrale, due sedie. Lo strano gentiluomo è seduto al tavolo.

strano gentiluomo: Ha ha ha! Il mio rivale bloccato in questa locanda per mancanza di denaro. Posso finire con tutta calma il mio vino, far venire il mio calesse quando ne avrò voglia e guidare fino alla tenuta di Brown in assoluta sicurezza. Brinderò alla salute del mio nemico. Che possa essere trattenuto qui a lungo! (Riempie il bicchiere) Ha ha ha! Il mio rivale – che possa a lungo – (si sente bussare alla porta). Chi è là? Spero che non sia lui – parli del diavolo e – (si sente nuovamente bussare alla porta). Beh, (pog-gia il bicchiere) questa è la stanza privata più strana del mondo: vengo disturbato da inspiegabili colpi alla porta in continuazione (un bussare leggero). Eccone un altro, ma questo era garbato, convincente, come il tocco della mano di un amico sulla manica del cappotto: non può essere Tinkles che mi porta la focaccia di avena! Entrate!

overton fa capolino.

overton: Siete solo, Milord?

strano gentiluomo (stupito): Prego?

overton: Vi chiedevo se siete solo, Milord.

strano gentiluomo: Milord?

overton (entra e chiude la porta): Avete ragione, Sir. La prudenza non è mai troppa. Chissà, qualcuno potrebbe sentirci – avete proprio ragione, si-gnore.

strano gentiluomo (si alza e gli va incontro): Sono assolutamente sicuro, signore, che voi stiate commettendo un grosso errore.

overton: Fate bene! Apprezzo la vostra cautela, mi dimostra che siete lucido e sveglio.

strano gentiluomo: Perbacco! Non solo non mi sento affatto lucido e sve-glio, ma comincio a pensare di aver avuto un colpo di sonno e di aver dormito profondamente in queste ultime due ore.

overton (sussurra): Io – sono – il Sindaco!

Page 48: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

48

strano gentiluomo (con lo stesso tono di voce): Oh!

overton: Avete scritto voi questa lettera? (Gliela mostra; lo strano gentiluomo fa solennemente cenno di sì). Dovrete lasciare questa locanda stanotte, alla una e trenta in punto. Viaggerete su una carrozza: più velocemente farete guidare i cocchieri con l’aiuto di una ricca mancia, meglio sarà per voi.

strano gentiluomo: Ho sentito bene?

overton: Assolutamente sì. Qui non siete al sicuro e qualcuno potrebbe in-seguirvi.

strano gentiluomo: Per l’amor di Dio, signor Sindaco, è possibile che in un Paese civile accadano cose così tremende?

overton: A prima vista sembrerebbe proprio di sì. In particolare, pare si pos-sa verificare che uno non riesca a sposare chi gli pare e piace senza esse-re perseguitato in questo modo.

strano gentiluomo: Infatti! Perseguitato, e magari ammazzato, come se uno fosse una preda.

overton: Appunto. E voi non siete una preda, giusto?

strano gentiluomo: No, naturalmente. Ma voi potete impedire che ciò av-venga? Potete salvarmi con la vostra autorità?

overton: La mia autorità non serve in queste circostanze.

strano gentiluomo: Nessuna eccezione?

overton: Assolutamente no.

strano gentiluomo: Non ho mai sentito parlare di una vendetta così feroce! Mai. Signor Sindaco, sono una vittima, l’infelice vittima di due ostinati genitori.

overton: No, non dite questo. Potete ancora salvarvi.

strano gentiluomo (afferra la sua mano): Pensate che sia possibile? Davve-ro, signor Sindaco?

overton: Ma certo! Se condurrete bene la faccenda, sono quasi certo che ci riuscirete.

strano gentiluomo: Pensavo di averla condotta bene finora! Mi pareva di aver capito che il mio rivale fosse trattenuto in questa locanda per man-canza di denaro.

Page 49: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

49

overton: Mancanza di denaro? Posso senz’altro affermare che qui il denaro non manca a nessuno.

strano gentiluomo: Nessuna eccezione?

overton: No, perbacco! Tremila sterline l’anno! Ma chi vi ha detto che qui a qualcuno manca il denaro?

strano gentiluomo: Beh, me lo ha rivelato lei!

overton: Lei! Allora l’avete incontrata! Mi aveva detto di no.

strano gentiluomo: Sciocchezze. Non credetele: era proprio in questa stan-za mezz’ora fa.

overton: Evidentemente sia voi che io abbiamo frainteso le parole della si-gnora. Ma torniamo alla questione principale. Cosa ne direste se, per evitare sospetti, vi tenessi quasi come se foste agli arresti?

strano gentiluomo: Penso che funzionerebbe. Vi sono davvero grato. (A parte) Una tale considerazione per la mia persona in un perfetto scono-sciuto, per giunta un Sindaco, è davvero commovente.

overton: Manderò su qualcuno a montarvi la guardia.

strano gentiluomo: Grazie, mio caro, grazie mille.

overton: Recitereste con maggior efficacia la vostra parte se faceste resisten-za, almeno un po’, quando vi porteremo su in camera vostra o quando vi caricheremo in carrozza.

strano gentiluomo: Certo, potrebbe servire. Lo farò.

overton: Allora siamo d’accordo. A tra poco, Milord. Per intanto, buona se-rata, Milord. (Fa per uscire).

strano gentiluomo: Milord! – Milord? – Ma, signor Sindaco!

overton: Eh? Oh! – Capisco (viene avanti). Vi state esercitando a fare il matto, Milord. Molto bene. L’espressione che avete è proprio da ebete. Davvero bravo! E che dire di questa, Milord (indica la lettera): “tenera giovinezza”, “giovane promettente”, “strano gentiluomo” – eh? Ha ha ha! Ve ne inten-dete di trucchi e inganni, Milord!

overton esce.

Page 50: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

50

strano gentiluomo: Quel Sindaco, o è all’ultimo punto dell’ubriachezza o è un pazzo incurabile senza speranza di guarigione – non ho dubbi in proposito. È come minimo un po’ toccato qui (si picchia la fronte con un dito). Non importa, è abbastanza in sé da capire la mia situazione, co-munque. (Si avvicina al tavolo e prende un bicchiere) Pover’uomo! Brin-derò alla sua salute e ad una pronta guarigione. (Bussano alla porta) Ora, la cosa più incredibile è che ogni volta che sto per sollevare il bicchiere qualche dannato scocciatore bussa alla porta, come se stessi dedicando a lui il brindisi e ne fosse entusiasta! E questa sarebbe una stanza priva-ta! Potrei benissimo essere seduto dietro lo sportello di un qualunque Ufficio Postale dove tutte le lettere, a mucchi, devono essere affrancate. (Bussano alla porta centrale) Forse è la guardia. Mi sentirei molto più sicuro. Entrate. (Ha messo una sedia più avanti. Si siede a sinistra).

Entra, molto lentamente, tom sparks con un enorme bastone. Chiude la porta e, dopo aver fissato intensamente lo strano gentiluomo, prende una sedia a sinistra e si accomoda di fronte a lui.

strano gentiluomo: Vi ha mandato il Sindaco perché mi montiate la guar-dia?

tom: Propiamente.

strano gentiluomo (a parte): Perfetto. Sono al sicuro. (A tom con indigna-zione marcata). Ora fate attenzione a ciò che vi dico: con questa sfida sono stato insultato e voglio battermi con l’uomo che me l’ha mossa contro. Protesto per la mia reclusione. Denuncio il modo in cui vengo trattato: è un oltraggio.

tom: Sì, sì – ragione avete – poveraccio; non arrabbiatevi, starete solo più male. (Fischietta).

strano gentiluomo: Il suo comportamento è del tutto assurdo. Non capi-sco. Perché agisce così? (Si alza in piedi).

tom (a parte): Sta diventando violento. Devo spaventarlo: ora lo guardo fisso. Oh, giovanotto, lo vedete quest’occhio? (Mentre lo fissa, gli indica il suo occhio).

strano gentiluomo (a parte): Lo vedo l’occhio! Cosa vuol fare fissandomi con il suo largo, tondo bulbo oculare? Aiuto, su di me lampi di una luce spaventosa! Stamattina quest’uomo pensava che fossi uno “Swing”. Era

Page 51: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

51

una fissazione da folle – il suo sguardo è da folle. È un pazzo!

tom: È un pazzo, porca miseria! Un pazzo che vuole fare una vendetta.

strano gentiluomo: Capisce tutto. È consapevole della sua disgrazia! An-date via! Lasciate immediatamente questa stanza, e dite che mandino qualcun altro. Via di qui!

tom: Oh, povero matto!

strano gentiluomo: Che situazione tremenda! Sarò assalito, strangolato, soffocato e fatto a pezzi da un folle! Dov’è il campanello?

tom (viene avanti brandendo il bastone): Mollate quel campanello. Giù, ho detto! E venite qui!

strano gentiluomo: Certo, sicuro, signor Stivale – ha intenzione di strangolar-mi. (Va verso il tavolo) Lasciate, vi prego, che vi versi un bicchiere di vino, signor Stivale. (A parte) Se dirà di sì, gli scaraventerò la caraffa in fronte.

tom: Eh, basta con queste fesserie! Seduto là! (Lo fa sedere su una delle sedie a sinistra). Mi metterò davanti a voi, mi metterò (davanti a lui, a destra). Se mi guardate propio in faccia, non vi faccio male, ma se muovete una mano, un piede, o anche l’occhio, vi faccio pensare che era più bene che non lo avevate fatto.

strano gentiluomo: Sono paralizzato dal terrore.

tom (solleva minacciosamente il bastone) Ah!

strano gentiluomo: Ammutolisco, signor Stivale, sto zitto zitto, signore.

Il sipario cala sui due, seduti uno di fronte all’altro, che si guardano fissa-mente negli occhi; tom ha il bastone sollevato.

Page 52: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

52

Atto II

SCENA PRIMA – Come prima. tom sparks osserva lo strano gentiluomo, che siede profondamente addormentato con la testa penzoloni dalla spalliera.

tom: Dorme, poveraccio! Con la bocca aperta e gli occhi chiusi sembra pro-pio matto! (Lo strano gentiluomo russa). Non è mica normale, non si capisce come russa. Io dico che non ha tutte le rotelle al posto giusto con questo rumore che fa (lo strano gentiluomo russa nuovamente). Russa propio come uno fuori di testa. Io dico che la sua è pazzia triste dal suono che si sente.

Dalla porta centrale entrano overton, mrs. noakes con una padella in mano, la domestica con un lume e due camerieri. Lo strano gentiluomo si solleva di soprassalto, è decisamente stanco.

tom (con un movimento repentino, al centro): Ehi! Ehi! Buono, signò, state buono buono.

strano gentiluomo (a sinistra): Levatevi di mezzo voi, siete un pazzo furio-so. Signor Sindaco (si dirige verso di lui, sulla destra), l’uomo che avete mandato a prendersi cura di me è un folle, signore. Cosa pensavate di fare rinchiudendomi con un tipo del genere – cosa vi è venuto in mente, dico io?

overton (a parte allo strano gentiluomo): Bravo! Bravo! Ben detto davvero! Eccellente!

strano gentiluomo: Eccellente, signore? Ma è orribile – al solo pensiero di quel che ho dovuto subire tremo dalla cima dei capelli alla punta dei piedi!

mrs. noakes: Poverino – i matti pensano sempre che siano matti gli altri!

strano gentiluomo: Poverino? Signora, che diavolo intendete dire con quel “poverino”? Come osate dare alloggio ad un folle che assale e terrorizza gli altri ospiti della locanda?

mrs. noakes: “Terrorizzare” è la parola esatta! Per il bene di tutti noi, non capiterà mai più! Di questo potete star certo, Mr. Overton. (Rivolta allo strano gentiluomo) Ecco, su – non agitatevi, per carità!

Page 53: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

53

strano gentiluomo: Non agitatevi, dite? Accidenti, è un miracolo che abbia ancora la forza di farlo. È un vero miracolo, signora, che poco fa la mia vita non sia stata offerta in sacrificio a quel mostro sanguinario vestito di cuoio!

overton (a parte allo strano gentiluomo): Mostrate un fervore tale che sembra vero. Mai visto niente di simile in vita mia. Continuate così! Il trucco è decisamente riuscito.

strano gentiluomo: Il trucco! Mettere in pericolo una vita preziosa voi lo chiamate “trucco” – voi che, con la testa pelata e il cappello a tesa larga, dovreste comprendere meglio di chiunque altro, osate chiamarlo “truc-co”! Siete forse impazzito anche voi, signore? – Siete diventato matto? (In atto di sfida verso overton).

tom (a voce molto alta): Fermo con quelle manacce. Volete morire il signor Sindaco in persona, miserabile?

strano gentiluomo: Mi appello a voi, signor Sindaco, perché facciate rin-chiudere quest’animale, questa specie di Ciclope, in un luogo sicuro.

overton (a parte, si avvicina lentamente): Ah, mi vuole ricordare che sarebbe opportuno trasferirlo nella sua stanza. Ha ragione – Camerieri, accom-pagnate il signore qui presente al piano superiore. Signor lustrascarpe, voi continuerete a sorvegliarlo nella sua stanza da letto.

strano gentiluomo: Continua nell’errore! Il mio destino è dunque di esser rinchiuso con questa bestia feroce e poi fatto fuori una volta che ha fini-to di sollazzarsi con me? – Ma io non vado – non vado – ehi! Aiuto! Aiuto! (I camerieri si avvicinano e si fermano alle sue spalle).

Dalla porta centrale entra, con passo spedito, john johnson.

john (avanza): Si può sapere che cos’è questo fracasso tremendo? State di-sturbando tutti qui dentro!

mrs. noakes: Per favore, non allarmatevi. Un signore, poverino!, è uscito di senno, e deve essere riaccompagnato in camera sua. Tutto qui.

strano gentiluomo (rivolto a john): Signor poliziotto – signor poliziotto – fate il vostro dovere: arrestate queste persone. Tutte! Avete udito, agente? Sen-tite ciò che dico? (I camerieri lo afferrano per le braccia). Ecco – ecco, vede-te. Avete visto come vengo assalito! Arrestateli – su, allontanateli di qui.

Page 54: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

54

mrs. noakes: Pover’uomo – È convinto che siate un agente di polizia, si-gnore.

john: Povero infelice! È già la seconda volta oggi che cade in questa strana allucinazione.

strano gentiluomo (riesce a liberarsi dalla presa dei camerieri e si dirige ver-so john a sinistra): Infelice? – Non penserete anche voi che io sia matto?

john: Poveraccio! La sua condizione disperata è proprio degna di compas-sione. (Si allontana verso il fondo).

strano gentiluomo (ritorna al centro della scena): Sono matti! Tutti, nessu-no escluso!

mrs. noakes: Su, ora andate a letto, caro giovanotto.

strano gentiluomo: E voi chi siete, vecchiaccia? Non vi vergognate lì in pie-di, di fronte ad altra gente, con quella padellona in mano? Sembrate un fantasma. Come osate dirmi di andare a letto? – Siete forse matta?

mrs. noakes: Oh! Comincia a farmi paura. Portatelo via! Via!

overton: Sì, è meglio condurlo immediatamente nella sua stanza da letto. (Gli inservienti lo sollevano afferrandolo per i piedi e per le spalle).

strano gentiluomo: Attenti a voi! Se ne verrò fuori, farò causa a tutti per detenzione illecita! Soprattutto a quella canaglia del vecchio Sindaco. Tenete a mente le mie parole. Lo farò, sicuro! (Viene portato via di peso, mentre parla e si dimena; il resto della comitiva si accalca per assistere alla scena).

overton (lo segue): Come recita bene!

Escono dalla prima porta a sinistra. Dalla porta centrale entra un ca-meriere; accompagna charles tomkins, che indossa un soprabito da viaggio.

cameriere (a sinistra): Questa stanza si è liberata ora. C’era un signore ma è appena andato via.

charles: Benissimo, è perfetta. Cameriere, forse mi tratterrò per la notte.

cameriere: Certo, signore. Volete che consegni io il vostro biglietto da visita al banco, signore?

Page 55: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

55

charles: Il mio biglietto da visitai– No, lasciate stare.

cameriere: Nessun nome, signore?

charles: No, non importa.

cameriere (a parte, mentre lascia la stanza): Un altro Strano Gentiluomo!

Il cameriere esce dalla porta centrale.

charles: Ah, che lungo viaggio! (Si toglie il soprabito) Sono morto di caldo e la polvere mi ha quasi soffocato. Chissà se Fanny è arrivata. Se così fosse, meglio rimettersi in viaggio verso Nord quanto prima. Vediamo un po’– nel suo biglietto scrive che sarebbe arrivata in compagnia di sua sorella, ed entrambe avrebbero cercato di me. Almeno per ora la cosa migliore che io possa fare è evitare di far domande, non si sa mai, e a mia volta mettermi a cercare loro. (Volge lo sguardo in direzione della porta centra-le) Eccola che arriva! – Ma perché procede lentamente lungo il corridoio e viene dritta proprio verso questa stanza? Non è possibile che mi abbia già visto! Povera fanciulla, sembra così triste! Mi nasconderò, e tra un minuto le farò una bella sorpresa (si nasconde, a destra).

Entra fanny dalla porta centrale.

fanny (sulla sinistra): Nessuna ragazza si è mai trovata in una situazione tri-ste come la mia! Che orrore! Sono senza amici, completamente sola, in un luogo sconosciuto, e il mio caro, amato Charles è vittima di un crollo nervoso, ed io non posso mostrare il mio interesse per lui o esprimere compassione e premura per le sue disgrazie! Non sopporto la tortura e lo strazio di questa attesa. Devo incontrarlo – lo farò, costi quel che costi (procede, a sinistra).

charles (avanza, a destra): Pss, Fanny!

fanny (di soprassalto, trattiene un urlo): Ch-Charles, voi qui, in questa stanza!

charles: In carne ed ossa, mia cara, proprio in questa stanza. Adorata Fanny, lasciate che vi stringa al mio petto (avanza verso di lei).

fanny (si ritrae): N-n-no, carissimo Charles, no, non adesso. (A parte) Come è su di giri!

Page 56: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

56

charles: No? Fanny, un’accoglienza così fredda non è certo quella che mi aspettavo da voi nel momento tanto atteso del nostro incontro.

fanny (si avvicina offrendogli la punta di un dito): N-n-no, non è fredda, Charles; non fredda. Non erano queste le mie intenzioni, davvero. Come va la testa, mio caro?

charles: La testa? Dopo giorni di attesa, settimane di apprensione, quando finalmente il nostro periglioso viaggio è già oltre la sua metà, vi incontro qui, in questa locanda, ansioso di scoprire se vi avrò per il resto della mia vita, e voi mi accogliete salutandomi con la punta del dito medio, e mi chiedete come va la mia testa! Fanny, cosa intendete dirmi con ciò?

fanny: Voi – ecco – mi avete colta di sorpresa, Charles. Pensavo foste già an-dato a dormire.

charles: A dormire? Sono appena arrivato, perbacco!

fanny (a parte): Povero, povero Charles!

charles: Miss Wilson, cosa dovrei –

fanny: No, no, non vi agitate – vi prego.

charles: Agitarmi? Posso forse evitarlo? Posso fingere di non notare il vostro improvviso e sorprendente cambiamento? Non dovrei agitarmi! Appe-na cinque minuti fa sono arrivato qui pieno di sogni e speranze, senza i quali non avrei sostenuto le fatiche di un viaggio così lungo. Vi ritro-vo fredda, distaccata, imbarazzata – il contrario di quanto mi sarei mai aspettato da voi – e mi dite di non agitarmi?

fanny (a parte): Di nuovo vaneggia. Deve avere la febbre molto alta.

charles: Questo strano atteggiamento e la vostra malcelata confusione non possono che convincermi che c’è sotto qualcosa che volete nascondere. Miss Wilson, voi volete tornare indietro sulle vostre decisioni. Siete inna-morata di un altro!

fanny: Povero caro!

charles: Povero caro! – Come, ora mi commiserate?

fanny: Oh, Charles, vi prego, non siate impulsivo. Pensate a quanto può di-pendere dalla vostra capacità di controllarvi.

charles: Ho ben chiaro quanto dipende dalla capacità di controllarmi, si-gnora! Molto, molto chiaro. Che voi abbiate o no un marito dipende da

Page 57: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

57

questo! Il vostro nuovo pretendente si trova in questa stessa locanda; se sentisse le mie lamentele comincerebbe a dubitare della donna che ha piantato in asso il suo corteggiatore dopo averlo illuso, e che potrebbe fare lo stesso con lui. Proprio così, cara signorina! Come avete rimarcato, molto dipende dalla mia capacità di controllarmi. Moltissimo.

fanny: Ahimè, è proprio il delirio di un pazzo.

charles: Signora, sopravvalutate il vostro potere, vi assicuro, se pensate di aver compromesso il mio equilibrio mentale. Ha ha ha, sono contento, sono contento di esservi sfuggito, signora. Sono felice, signora! Felicissi-mo, dannazione! (Dà un calcio alla sedia).

fanny (a parte): Devo chiamare aiuto. Ogni istante che passa è sempre più furioso e sconclusionato.

charles: Vi lascio, signora. Lungi da me il voler interrompere il dolce tête-à-tête con l’altro gentiluomo, cosa che, non ho dubbi, state aspettando con ansia. A voi non ho altro da dire. Quanto a lui, devo pregarvi di porgergli i miei auguri, certo inattesi, per le nozze imminenti.

charles esce in tutta fretta dalla porta centrale.

fanny: Ahimè, è tutto vero. Ha completamente perso la bussola.

Esce, a sinistra.

SCENA SECONDA E ULTIMA – La locanda, un corridoio che conduce alle stanze da letto. Quattro porte in fondo, e una in ciascuna delle due entrate, numerate da 20 a 25, a partire da destra. Un paio di stivali davanti alla porta numero 23.

Entrano una cameriera con due lumi e charles tomkins.

cameriera: Questa, signore, è la vostra stanza. La numero 21(apre la porta).

charles: Molto bene. Svegliatemi alle sette domattina.

cameriera: Sì, signore (gli porge un lume e poi esce dalla prima uscita a destra).

charles: Alle nove, se avrò infine ottenuto una qualche spiegazione da que-

Page 58: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

58

sto rivale sconosciuto, tornerò da dove son venuto, sulla stessa carrozza che mi ha condotto fin qui. Mi domando chi sia e in quale stanza allog-gi (si guarda intorno). Quegli stivali mi inducono a sospettare che sia lì (indica la stanza numero 23). Sono malconci, di pessima qualità; il mio sesto senso mi dice che a calzarli sono stati proprio i piedi del villano che vado cercando. A parte me, il proprietario di quegli orribili stivali è l’unico ad essere nella propria stanza. Terrò gli occhi bene aperti, per una mezzoretta circa. E anche le orecchie.

charles esce di scena ed entra nella stanza numero 21. Entra, a destra, mrs. noakes, con due lumi in mano, seguita da mary e fanny.

mrs. noakes: Fate attenzione all’ultimo gradino, signore. Da questa parte, si-gnora, prego. La vostra stanza è la numero 20: è bella, ampia, ha un letto matrimoniale; ci sono carbone e un lume.

fanny (a parte, rivolta a mary): Devo domandarle qual è la sua stanza. Non riuscirò a riposare se non avrò la certezza che sia finalmente sprofondato nel sonno di cui ha tanto bisogno (si avvicina a mrs. noakes, a sinistra). In quale stanza si trova lo Strano Gentiluomo?

mrs. noakes: Nella numero 23, signora. Vedete, i suoi stivali sono davanti alla porta. Non abbiate paura di lui, signore. Ora è molto tranquillo e il no-stro lustrascarpe lo sorveglia da vicino.

fanny: Oh no, mia sorella ed io non abbiamo paura di lui. (A parte) Povero Charles!

mrs. noakes (va verso la porta numero 20, che è la terza sulla destra). Da que-sta parte, prego. Starete comodissime; c’è un campanello accanto alla testata del letto, chiamate pure se avete bisogno di qualcosa domani mattina. Buonanotte, signore.

mary e fanny passano davanti a mrs. noakes, fanny prende uno dei lumi. fanny e mary escono di scena attraverso la porta numero 20.

mrs. noakes (bussa delicatamente alla stanza numero 23): Tom –Tom!

Entra in scena tom dalla porta numero 23.

Page 59: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

59

tom (avanza): Siete voi, signora?

mrs. noakes: Sì. Come sta lo Strano Gentiluomo, Tom?

tom: Mezz’ora fa era arrabbiato che non ne poteva più, ma gli ho dato un leggero pugno in testa. Ora è calmo: non sembra manco lui. Si è addor-mentato, ma il suo è il russare di un pazzo.

mrs. noakes: Prenditi cura di lui, Tom. Lo porteranno via tra mezz’ora: è qua-si l’una.

tom: Lo curerò più bene che potrò. Se prova ad uscire da qui, gli tiro un altro cazzotto!

Rientra nella stanza numero 23.

mrs. noakes (si guarda intorno): Da questa parte, prego. Salite pure.

Entra julia dobbs con un lume, sulla destra.

julia: In quale stanza avete detto che posso sistemare gli abiti da viaggio?

mrs. noakes: La numero 22, signora, è la stanza accanto a quella di vostro nipote. Poverino, si è addormentato, signora, e credo che tra un pochino riuscirete a portarlo via tranquillamente.

julia (a parte): Non tranquillamente come lei pensa, se reciterà bene la sua parte, come Overton riferisce che ha già fatto. (Si rivolge a mrs. noakes) Vi ringrazio. E per il momento vi auguro una buona notte.

julia esce attraverso la porta numero 22.

mrs. noakes: Buona notte anche a voi, signora. Ora credo che andrò nuo-vamente di sotto. Chissà se Mr. Overton gradisce ancora un bicchiere di negus.5 Perbacco, chi è là? (Cerca di vedere in fondo al corridoio) Ah, lo avevo dimenticato! Quello della numero 24 non è ancora in camera. Eccolo che arriva.

Entra john johnson con un lume, primo ingresso sulla destra.

5 Negus: vino liquoroso bevuto caldo con spezie e limone [N.d.T.].

Page 60: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

60

mrs. noakes: La numero 24, signore, prego.

john: Sì, sì, lo so. È la stessa stanza in cui ho dormito la notte scorsa. (Si dirige a sinistra).

mrs. noakes: Esattamente, signore. Vi auguro una buona notte.

Esce dal primo ingresso sulla destra.

john: Buona notte. – Proprio la stessa stanza in cui ho dormito la notte scor-sa, la stessa in cui potrei dormire domani notte, e dopodomani, e la notte successiva, e altrettante notti ancora, finché mi si farà credito in questa locanda. A meno che nel frattempo non mi venga inviato del denaro – se fossi sul posto potrei trovare i mezzi per proseguire il viaggio – con la mia maledetta, stupida generosità verso i vetturini sono rimasto completa-mente al verde. Beh, vedremo cosa mi riserva domani –

Entra nella camera numero 24, ma immediatamente dopo esce, mette fuori gli stivali e lascia la porta socchiusa. john esce attraverso la porta numero 24. charles fa capolino di nascosto dalla 21, poi mette fuori i suoi stivali.

charles: C’è un altro paio di stivali. Vorrei proprio sapere chi dei due è il mio uomo. Continuo a pensare che sia quello della 23. Ah! (Rientra e chiude la porta).

Si apre la porta della 20, esce fanny con una lampada accesa in mano. Si apre la 23. Lei rientra nella 20. Dalla 23 entra in scena tom sparks con una lanterna in mano.

tom (chiude la porta delicatamente): Dorme ancora come un sasso. Posso anche andarmene a fare il mio giro e a cercare il mio vice (si leva di tasca un gessetto e prende in mano gli stivali che si trovano davanti alla stanza numero 23). Ventitré. Uno che ha perso il cervello io non ci riesco a capi-re come è, ma il tizio della 23, secondo a me, è un vigliaccone e un puzzil-lanime. (Scruta gli stivali). Delle suole nuove hai bisogno tu, numero 23. (Si dirige alla 24, prende in mano gli stivali e li scruta) Cavolo, questa è proprio una bella aggiustatura, e – ohiohi, pure un’altra nel fianco. Devo

Page 61: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

61

avvisare subito la padrona. Meglio che sta attenta: il pagamento è sem-pre in dubbio quando c’è un rattoppo (si dirige verso la 21 e raccoglie gli scarponi). Stivali di vitello francese. Questi vitelli francesi qui esagerano sempre – vino leggero e roba del genere (si guarda intorno). Sono molto contento che non vedo qui giocatori d’azzardo – bevono sempre e solo gin allungato con acqua. Questi e quelli con gli scarponi di tela sono di sicuro i clienti più peggio che possono venire in una locanda. Gli scarpo-ni di tela spesso sono ostemi, bevono massimo massimo sherry mischia-to con acqua e non ordinano il mangiare (con il gessetto scrive il nume-ro della stanza su ogni paio di scarponi mentre li solleva da terra). Cari stivali francesi, siete stati fortunati a scamparvi questo lucido speciale propio splendente. Altrimenti vi avrebbe corroso come vitriolo.6 Non mi piace mettere l’olio di vitrolio sugli stivali buoni, ma devo farlo per forza se li strofino con il mio lucido: non posso mica perdere il posto!

Esce, a destra, con in mano gli stivali. Entra fanny dalla porta numero 20, come prima con un lume in mano.

fanny: Tremo al pensiero di entrare nella sua stanza. Ma di certo, in un mo-mento come questo, in cui è lasciato alle cure di estranei scortesi e in-sensibili, si può anche contravvenire alla rigidità del codice della decen-za che regola il nostro comportamento abituale. Voglio solo assicurarmi che dorma e che abbia quei conforti che la sua triste situazione richiede, poi rientrerò immediatamente nella mia stanza (raggiunge la stanza 23 e bussa alla porta).

charles tomkins osserva di nascosto dalla 21.

charles: Potrei giurare di aver udito qualcuno bussare – È una donna! – Fan-ny Wilson – a quest’ora della notte! – Sta bussando a quella porta (fanny viene avanti). Che stupido sono stato ad innamorarmi di quella donna! Dunque è proprio la numero 23. Lo strozzerò quanto prima. La porta della stanza accanto si sta aprendo – vado a controllare (si dirige verso la stanza numero 24 e vi entra).

6 L’olio di vitriolo, o acido solforico, veniva impiegato nella preparazione del lucido per scarpe, insieme a nero d’osso e acqua. Lasciata decantare, la “patina” veniva poi usata per diversi tipi di calzature in pelle [N.d.T.].

Page 62: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

62

fanny ritorna alla 23 e bussa: la porta si apre e compare lo strano genti-luomo; indossa un berretto da notte, in mano ha un lume. fanny lancia un urlo e corre verso la numero 20.

strano gentiluomo (avanza): Mai al mondo è esistita una locanda più in-credibile di questa. È un posto davvero strano. Finalmente sono riusci-to a liberarmi di quel pazzo ed è quasi giunta l’ora in cui quel vecchio Sindaco ignobile mi aiuterà ad allontanarmi da qui. Ma dove mi farà condurre? Sono smarrito, sgomento, confuso – per la verità, comincio a credere io stesso di essere diventato matto. La metà delle cose cui ho assistito oggi devono essere frutto della mia fantasia – non possono es-sere accadute realmente. No, no, sono di sicuro impazzito – non ho il minimo dubbio al riguardo. Devo esser stato contagiato da quell’orri-bile lustrascarpe. Ha infettato l’intero edificio. Siamo tutti matti (osser-va tutt’intorno). Qualcuno con una lampada sta salendo quassù! – Altri pazzi in arrivo.

Esce, rientrando alla 23. Entrano overton, a destra, con un mantello sul braccio, mrs. noakes, tom sparks con una lanterna e tre camerieri con dei lumi. I camerieri si allineano sulla destra, tom rimane in un angolo sem-pre sulla destra, mrs. noakes è al suo fianco.

overton: Rimanete qui finché vi chiamerò per avere il vostro aiuto. (Va da-vanti alla 23 e bussa alla porta).

Entra in scena lo strano gentiluomo dalla stanza numero 23.

overton: La carrozza è pronta – Imbacuccatevi in questo mantello.

Copre lo strano gentiluomo – i due avanzano.

strano gentiluomo: Ecco fatto.

overton: Cercate di far piano mentre vi portiamo via.

strano gentiluomo: Sì, certo – Però – la mia stanza era proprio strana. In quest’ultima mezz’ora qualcuno ha bussato in continuazione sul muro: pareva di stare in una foresta di picchi!

Page 63: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

63

overton: E non avete idea di chi potesse essere?

strano gentiluomo: Assolutamente no.

overton: Era quell’altra persona!

strano gentiluomo (allarmato): L’altra persona?

overton: Senza ombra di dubbio. Quella persona farà il viaggio con voi.

strano gentiluomo: Con me! Nella stessa carrozza?

overton: Naturalmente – Ssh, muoviamoci (si dirige alla 22 e bussa alla por-ta). (Dalla 22 entra in scena julia dobbs avvolta in un grande mantello). Ecco qui (fa avanzare julia dobbs, fino a che la donna non si trova accan-to a mrs. noakes).

strano gentiluomo (sobbalza in un angolo sulla destra): Non voglio andare. Non andrò. Questo è un complotto, una cospirazione. Vi avverto, non ho alcuna intenzione di andare. Verrò assassinato. Ucciso!

fanny e mary escono dalla porta numero 20, johnson e tomkins dalla 24.

john (sull’uscio): Vi avevo detto che è pazzo.

charles (sull’uscio): Eh, sì, così vedo. Poveretto!

julia (si avvicina allo strano gentiluomo e lo prende per un braccio): Venite, mio caro.

mrs. noakes: Su, andate, da bravo. Andate con la vostra affezionata zia.

strano gentiluomo (riesce a liberarsi dalla presa della donna): Quale zia?

julia ritorna accanto a mrs. noakes.

tom: Propio non merita affetto questo qui – uno che ai suoi parenti gli vuole così poco bene non l’ho mai visto.

strano gentiluomo (a sinistra): Trascinate lontano quel farabutto e soffo-catelo tra due materassi di piume. Portatelo via e fatelo a sandwich, su-bito.

julia (si rivolge a overton): Quella voce – Non è Lord Peter! (Si toglie il man-tello).

Page 64: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

64

overton: Che dite? Guardatelo! (Strappa il mantello che nasconde lo strano gentiluomo).

strano gentiluomo (si volta): Una donna!

julia: Uno straniero!

overton: Uno straniero? Ma come, non era il vostro futuro mari – cioè – vo-levo dire, il vostro nipote demente –

julia: No!

tutti: No!

strano gentiluomo: No! Che io sia dannato se lo sono. Non sono il nipote di nessuno – mia zia è morta e non ho mai avuto uno zio.

mrs. noakes: E dunque non è pazzo, signora?

julia: No.

strano gentiluomo: Ah, quindi non sono pazzo. Poco fa mi sono giudicato male.

overton (a julia): E non verrà via con voi?

julia: No.

mary (avanza e va vicino a mrs. noakes): E non si chiama Tomkins?

strano gentiluomo (a voce molto alta): No.

Questo scambio di battute dovrebbe essere molto veloce. johnson e tomkins vanno verso le signore e tutti si spostano sul fondo della scena.

mrs. noakes: Come si chiama, allora? (Tira fuori una lettera) È forse Mr. Wal-ker Trott? (Avanza di due passi verso di lui).

strano gentiluomo: La cosa è di tale importanza, signora, che, con il vostro permesso, leggerei questa lettera (prende in mano la missiva). (Tutti, ad eccezione di julia e dello strano gentiluomo, si spostano verso il fondo). (Lo strano gentiluomo apre la lettera) La grafia è quella di Tinkles (leg-ge): “La sfida era uno stratagemma. Quando leggerete questa lettera, il matrimonio tra me e la deliziosa Emily Brown sarà già stato celebrato a Gretna Green”. Dunque, a seguito di terribili vicissitudini, ho perso una moglie.

Page 65: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

65

julia (si copre gli occhi con un fazzoletto): Ed io, a seguito della negligenza di Lord Peter, ho perso un marito!

strano gentiluomo: Eh! (La osserva per un istante, poi fa un cenno a over-ton, il quale gli si avvicina). Correggetemi se sbaglio, questa mattina voi avete menzionato la cifra di tremila sterline circa all’anno?

overton: Esatto.

strano gentiluomo: E vi riferivate a quella persona? (Con un cenno del capo indica julia).

overton: Esatto.

strano gentiluomo: Ahem! (Allontana overton) Permettetemi, signora (si avvicina a lei), di condividere con immenso rispetto il vostro profondo dolore.

julia: Oh, signore, la vostra gentilezza arriva al mio cuore.

strano gentiluomo (a parte): Al cuore! – La direzione è giusta. Se ben inter-preto i vostri addolorati sospiri, signora, vi aspettavate di portar via con voi, sulla carrozza che aspetta là fuori, un potenziale marito.

julia: Oh, signore – risparmiate i miei sentimenti – è proprio così, signore. I cavalli erano stati ordinati e anche pagati; tutto era pronto! (Si mette a piangere).

strano gentiluomo (a parte): Piange. Il trasporto è piuttosto costoso, si-gnora.

julia: Decisamente costoso, signore.

strano gentiluomo: Diciotto pence a miglio, signora, senza contare i vet-turini.

julia: Sì, signore.

strano gentiluomo: Voi avete perso un marito, signora, e io ho perso una moglie – I matrimoni si decidono Lassù, e ho quasi la certezza che il no-stro sia stato prenotato: sarebbe un peccato non usufruire di un servizio già pagato! Propongo dunque di andar via insieme.

julia (si asciuga le lacrime): Una proposta così repentina, signore, –

strano gentiluomo: – richiede una risposta immediata, signora. Se non dite di no, significa che intendete dire di sì. Permettetemi di – (La bacia) Oh,

Page 66: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

66

bene! Vecchio mio (rivolto a overton, che viene avanti sulla scena). È fat-ta. Mrs. Noakes (la donna avanza) non mandate indietro la carrozza, ce ne andiamo tra un istante.

charles (avanza insieme a fanny): Anche noi.

john (avanza con mary): Noi pure, grazie ad un prestito negoziato, e dopo un chiarimento rapido come la discussione che lo ha originato.

strano gentiluomo: Presto, tre carrozze per Gretna Green. (I camerieri esco-no dal primo ingresso sulla destra). Che dite, ci fermiamo qui al ritorno?

john e charles: Sicuro!

strano gentiluomo: Prima di andare, però, giacché temo di aver procurato un bel po’ di fastidi questa notte, domando indulgenza per i miei errori e per i rischi a cui vi ho esposto. Spero che già da domani siate disposti ad ospitare ancora “Lo Strano Gentiluomo”!

Escono.

SIPARIO

Page 67: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

LE CIVETTE DEL VILLAGGIO

OPERETTA COMICA IN DUE ATTICon musiche di John Hullah

THE VILLAGE COQUETTES(1836)

Traduzione di Raffaella Sanna Passino

Page 68: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 69: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

69

LE CIVETTE DEL VILLAGGIO

OPERETTA COMICA IN DUE ATTICon musiche di John Hullah

PERSONAGGI:

Il Signor NORTON

MR. SPARKINS FLAM (un suo amico)

Il vecchio BENSON (il suo locatario)

MR. MARTIN STOKES (un piccolissimo proprietario con un’ampia cerchia di amici)

GEORGE EDMUNDS (promesso a Lucy)

Il giovane BENSON

JOHN MADDOX (devoto spasimante di Rose)

La giovane LUCY BENSON

ROSE (sua cugina)

Page 70: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

70

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE(ST. JAMES’S THEATRE, LONDRA, 6 Dicembre 1836)

IL SIGNOR NORTON: Mr. Braham MR. SPARKINS FLAM: Mr M. Barnett IL VECCHIO BENSON: Mr. Strickland MR. MARTIN STOKES: Mr. Harley GEORGE EDMUNDS: Mr. Bennett IL GIOVANE BENSON: Mr J. Parry JOHN MADDOX: Mr. Gardner LA GIOVANE LUCY BENSON: Miss Rainforth ROSE: Miss J. Smith

DEDICA

All’Egregio J.P. Harley

Mio caro Signore,

La mia prole letteraria non ha ancora visto la luce e voi, come un buon padre, l’avete già adottata. Avete reso vostro il mio “Strano Gentiluomo”, con uguale prontezza avete accolto “Martin Stokes”; e manifestate la vostra di-sponibilità a fare lo stesso per tutti i futuri rampolli della famiglia.

Io dedico a voi la mia prima operetta; e voi avete reso possibile metterla in scena. Il saldo è a vostro favore e temo che resterà tale.

Vi auguro di continuare a lungo a dare lustro a un mestiere al quale per tanti anni non avete fatto mancare il vostro prezioso sostegno con l’integrità e l’onorabilità della vostra vita pubblica.

È questo il più sincero desiderio, mio caro Signore, del Vostro

CHARLES DICKENS15 Dicembre 1836

Page 71: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

71

PREFAZIONE

“Che l’onorevole gentiluomo sia nel giusto o non lo sia” è una frase di uso comune tra le mura del Parlamento. Così questo lavoro può avere una trama o non averla, le sue canzoni possono essere poetiche oppure no; e l’intera questione, dall’inizio alla fine, può essere o no una grande sciocchezza. Tut-to dipende da come l’onorevole lettore o la gentile signora avranno modo di pensare. E dunque, pur mantenendo un’opinione personale sull’argomento (opinione che si è venuta formando oltre un anno fa, mentre scriveva que-sto lavoro), l’Autore lascia libere le signore e i signori gentiluomini di farsi la propria, così come la ritengano giusta, senza aggiungere una parola per influenzarli o blandirli in alcun modo.

Tutto ciò che desidera aggiungere è questo: egli spera che Mr. Braham e tutti gli artisti che hanno preso parte alla rappresentazione accettino i suoi più calorosi ringraziamenti per l’interesse dimostrato fin dalla prima prova, e per il solerte impegno messo in atto per la sua realizzazione – impegno che ha garantito un successo di molto superiore alle sue più ottimistiche aspet-tative; e per il quale nessuna parola potrà mai rappresentare un giusto segno di riconoscenza.

È inutile aggiungere che il libretto di un’opera dovrebbe essere, in un certo senso, un semplice supporto per la musica, e che sarebbe poco onesto o ragionevole giudicarlo secondo il criterio che viene normalmente applica-to a una commedia o a una tragedia in cinque atti.

Durata della rappresentazione: due ore e mezza

L’AZIONE SI SVOLGE NELL’AUTUNNO DEL 1729 IN UN VILLAGGIO INGLESE

Atto I

SCENA PRIMA – Un cortile con un carretto carico di fascine di fieno. john maddox e altri scaricano. Attrezzi per l’agricoltura ecc. sono sparsi ovunque. Un cancello di lato. john maddox è sul carretto e smonta alla fine del coro.

coroHail to the merry Autumn days, when yellow cornfields shine,Far brighter than the costly cup that holds the monarch’s wine!

Page 72: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

72

Hail to the merry harvest time, the gayest of the year,The time of rich and bounteous crops, rejoicing, and good cheer!

’Tis pleasant on a fine Spring morn to see the buds expand,’Tis pleasant in the Summer time to view the teeming land;’Tis pleasant on a Winter’s night to crouch around the blaze, –But what are joys like these, my boys, to Autumn’s merry days!

Then hail to merry Autumn days, when yellow corn-fields shine,Far brighter than the costly cup that holds the monarch’s wine!And hail to merry harvest time, the gayest of the year,The time of rich and bounteous crops, rejoicing, and good cheer!1

john: Bel lavoro, amici miei; una buona giornata, e calda anche. Ecco, Tom, (a un passante) corri a casa e chiedi a Miss Rose di mandare della birra per i ragazzi, e un boccale per Mastro Maddox; hai sentito, Tom? Dì a Miss Rose che è una bella serata e che se farà due passi fuori le farà bene e farà bene anche ai miei affari. (Esce il passante). Proprio così, amici miei, mettete via le fascine prima del tramonto. Ricominceremo al mat-tino senza aver lasciato niente indietro. A quest’ora domani l’ultimo ca-rico sarà stato fatto e finirà la stagione del nostro raccolto!

passanti: Urrà! Urrà!

Si ripete la prima strofa del coro. Entra martin stokes.

martin: Molto bene, benissimo! – Sempre cantare mentre si lavora – Regola capitale n°1! Lo faccio sempre quando lavoro e non lavoro mai se lo pos-so evitare; – altra Regola capitale. John, vecchio mio, come state? Qua la mano, – stretta cordiale, stretta calorosa, – Regola capitale n°3. Ottimo clima secco per il raccolto, John. A proposito, anche la mia gola è secca: qui c’è sempre birra in abbondanza; ecco la Regola n° 4. John, vi disturbo per via di quella botte.

1 Benvenuti i giorni d’autunno, e i campi gialli come il sole/ lucenti più della preziosa coppa del vino del Re!/ Benvenuto il tempo del raccolto, il più felice dell’anno,/ del raccolto ricco e abbondante, dell’allegria e del buon umore!

Amiamo nei giorni di primavera vedere i boccioli in fiore;/ e nei giorni d’estate ammirare la terra feconda;/ nelle sere d’inverno è bello accoccolarsi accanto al fuoco,/ ma cosa sono queste gioie, amici, di fronte all’allegria d’autunno?

E allora benvenuti i lieti giorni d’autunno, e i campi gialli di sole/ lucenti più della preziosa coppa del vino del Re!/ Benvenuto il tempo del raccolto, il più felice dell’anno,/ del raccolto ricco e abbondante, dell’allegria e del buon umore! [N.d.T.]

Page 73: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

73

john (la prende dal carretto): Ecco la botte, quanto ad esserci qualcosa di buono dentro, è secca come l’aria e vuota come voi. Ha! Ha! (Ride ru-morosamente ma è improvvisamente paralizzato da uno sguardo di mar-tin).

martin: Salve John! Salve! Come dico spesso, Maddox, non penso che voi siate nelle condizioni di scherzare con le parole, né tanto meno di ri-dere dei vostri giochetti. Se dovete fare una battuta, fatela seriamente e rispettosamente. Se mi farà ridere, ciò dovrebbe bastarvi e dovrà essere ben più gratificante per i vostri sentimenti di una qualunque delle vostre boccacce.

john: Ebbene, fosse come dite, io non dovrei raccontare barzellette fino a quando non arriverò, come voi, alla dignità di un piccolo pezzo di terra e di una casetta; ma ogni tanto dovrò pur ridere anche io.

martin: Dovrò, dovrete! (A parte) Piuttosto presuntuoso questo Maddox.

john: E ditemi allora perché mai io dovrei ridere alle vostre divertentissime battute, perdiana!

martin: Ha! Ha! Voi dovreste ridere, John! Sempre ridere delle mie battute – è la Regola capitale n°5. Non che voi possiate farne a meno. – (A parte) Ragazzo giudizioso, direi.

john: Ricordate quella barzelletta sulla vecchia mucca che ci avete racconta-to cinque anni fa, perdiana? Beh, quella sì era una barzelletta con i fioc-chi! Ha! Ha! Ha! – Non me la dimenticherò mai! Non riesco più a guardare una mucca senza ridere!

martin: Ha! Ha! Ha! Ottima risposta! (A parte) Un tipo diabolico questo! Al-lora, Jack, se vi comporterete bene per tutta la serata forse racconterò di nuovo quella barzelletta prima che il sole tramonti.

john: Grazie, molto gentile.

martin: Non c’è di che, non c’è di che; e comunque devo dirvi, John, che sono venuto a parlare con voi di questioni ben più importanti – C’è qual-cosa che non va qui, non è vero? (Con tono misterioso).

john: Qualcosa che non va? Continuate a immaginare strane cose.

martin: Immaginare – questa è bella. Perché allora non fate la festa del rac-colto a casa vostra domani sera? Perché dobbiamo andare tutti dal Si-gnor Norton, come se non potessimo festeggiare da Benson? E perché

Page 74: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

74

il Padrone, il Signor Norton, continua a venire da queste parti, e parla con alcuni e trascura altri? Non è un problema questo? Dove sono il caro George Edmunds e quella Lucy che un tempo ti piaceva tanto, eh? Nes-sun problema? Dove si trova la bella Rose? Non è forse vero che tutto il paese parla dei suoi sorrisini e delle sue passeggiate romantiche con l’amico del signor Padrone, Mr. Sparkins Flam? Ancora nessun proble-ma, no? (maddox si alza). Proprio così, lo sapevo che c’era qualcosa che non andava. Io non perderei di vista la situazione un solo attimo, non mi garbano questi costumi moderni. Era meglio prima, quando il padre del signor Padrone veniva a trovarci sul suo cavallo baio, ci salutava, ci strin-geva la mano e così via, ma da quando il vecchio gentiluomo ha ceduto il posto al damerino di città e il vecchio industrioso fattore è stato sostituito da Mr. Sparkins Flam, allora le cose sono cambiate. Vedremo, – ma se io potessi dire a Miss Benson quello che penso, le direi: “Tenetevi stretto un giovanotto come George Edmunds e vedrete che sarete più felice con uno come lui che non con tutti i lustrini della moglie del Padrone”. E a Rose invece direi in tutta solennità, “Rose –” (rose entra senza essere vi-sta, con la birra). “Rose –”.

rose (ha un sussulto): Che Dio ci benedica! Che voce cupa! – Suvvia, è Mr. Stokes! Cosa mai gli succede?

martin (non la vede): Rose, – se voi foste felice e contenta, se voleste sfuggire alla catastrofe, vi proteggereste dai pericoli e vi salvereste dalla rovina.

rose: Che parole terribili!

martin: Dovreste concedere senza indugio la mano a John Maddox; se in-vece aspirate a una posizione sociale più elevata, a un rango più nobile, dovreste coltivare l’affetto di Mr. Stokes, – Mr. Martin Stokes, – un giova-ne di grande intelligenza e di considerevole fascino personale, lasciando l’odioso Flam al suo infamante destino che –

rose: Suvvia, Mr. Stokes –

martin: All’infamante destino che –

rose: Santo Cielo, deve essere fuori di sé! Mr. Stokes!

martin: Eh? – Ah! Miss Rose, siete voi, non è vero?

rose: Certo che sono io, e sono stata qui tutto il tempo, mentre voi borbotta-vate sciocchezze. Ecco, vi ho portato della birra.

martin: Oh, cara Miss Rose, se continuerete così porterete noi dalla birra

Page 75: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

75

invece di portare la birra da noi. (Si guarda intorno). Potete anche ridere, se ne avete voglia, davvero John!

john: Ho! Ho! Ho!

rose: Tacete, zotico! Vi prego, signore, (a martin) a cosa vi riferite con le vo-stre divertentissime osservazioni?

martin: Ebbene, mia cara Miss Rose, voi mi conoscete bene – sempre in ami-cizia con tutti – sempre attento al benessere delle persone che mi stanno a cuore, e raramente ricompensato da altrettanta gratitudine.

rose: So che ve la meritate raramente.

martin: È proprio quello che intendevo, vedete. Nel momento in cui co-mincio a dare un consiglio ad uno dei miei cari amici, ecco che mi si risponde con qualche sgradevole affermazione. Ma io sopporto tutto per il loro bene. E non vi permetterò di provocarmi, non tirerete fuori il mio pessimo carattere. Mi stavo giusto chiedendo – ora non pensate – se voi – non prendete collera – non vi comportiate – non accaloratevi – in modo troppo libero con Mr. Sparkins Flam.

rose: Io mi prendo troppe libertà con Mr. Sparkins Flam? Odiosa creatura insolente che siete!

martin: Ah, naturalmente – proprio come vi dicevo – sapevo che avreste re-agito così.

rose: E voi, John? Insignificante spaventapasseri, starete fermo a vedermi insultare da un importuno insolente?

martin: Ma andiamo, su! (Esplode un colpo di fucile). Salve! (Guarda fuori) Eccoli che arrivano, il Signor Norton e Mr. Sparkins Flam.

rose (si sistema frettolosamente il vestito): Santo cielo! Mr. Spar – correte, John, correte, c’è una persona importante.

john (immobile): Molto importante, oserei dire.

rose: Correte e dite a mio zio e a Lucy che Mr. Spar – voglio dire che il Padro-ne, il Signor Norton, sta arrivando.

john: Io non ci sarei andato comunque; ma nessuno si deve muovere ora, perché loro sono qua. Quanto a me, non parlerò per il resto della gior-nata.

Page 76: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

76

Entrano dal cancello il signor norton e mr. sparkins flam, in abiti da caccia, con fucili ecc. e due aiutanti di caccia. Dall’altro lato il vecchio benson e lucy. martin durante l’intera scena cerca in tutti i modi di farsi notare dal signor norton.

norton (all’aiutante di caccia, mettendo giù il fucile): Portate la selvaggina in casa. Benson, abbiamo avuto una buona giornata anche se stancante. E poiché il carico è troppo pesante per i miei amici lasceremo qui il nostro carniere. Non potrei offrirlo ad un amico migliore.

benson: Mi fate onore ma –

norton: Voi pensate di non meritare neanche il più piccolo favore.

benson: Non merito di ricevere ma non mi permetterei di rifiutare, signor Padrone, ma un uomo di umile rango dovrebbe essere cauto nel ricevere favori da persone di posizione più elevata, non chiede perché sa che non potrebbe mai restituire il favore. Ho ricevuto recentemente da Vostra Si-gnoria tanti favori non richiesti e gradirei non aumentarne il numero.

norton: Ma per questa sciocchezza –

benson: Una sciocchezza da un mio pari diventa un gesto di condiscenden-za da parte di un superiore. Che i vostri uomini portino la selvaggina in casa, signore, e se sono stanchi i miei amici li aiuteranno. Benvenuto! (Si ritira).

flam (a parte): Porci e indipendenza! Bretelle di cuoio e libertà!

norton: Mi sia almeno concesso di lasciare degli omaggi per le signore. Lucy, spero che voi non avrete da obbiettare (attraversa la scena per av-vicinarsi).

lucy: Mi sento onorata dalla gentilezza di Vostra Signoria – e poi – e poi – e poi –

rose: Mia cugina intende dire, signore, che siamo molto grate a voi e a Mr. Flam per la vostra gentilezza e che siamo desiderose di accettare da voi qualsiasi cosa, Vostra Signoria.

flam (a parte): Piccola selvaggia presuntuosa!

norton: Avete usato ottime parole, per voi e per la vostra cugina. Flam, vi presento Rose – la piccola graziosa Rose, sapete.

Page 77: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

77

flam: Lo so! Potrei mai dimenticare l’affascinante Rose – la bella – la – (a parte) la Rosa del Cavolo!

norton (a parte): Tenete occupata la ragazza, mentre io parlo con l’altra.

rose: Oh, Mr. Flam!

flam: Oh, Miss Rose! (La saluta).

benson: Vostra Signoria gradirà un sorso della nostra birra dopo una gior-nata di caccia. Il pomeriggio è assai fresco e sarà un piacere stare all’aria aperta. Ben, Thomas, portate qui i boccali – presto – presto – e una sedia per Vostra Signoria.

Escono benson, maddox ecc.

norton: Sarà delizioso, non è vero Flam?

flam: Indicibilmente affascinante! (A parte) Un tè per palati fini (si ritira con rose – lei fa la civetta).

norton (a lucy): E in tale compagnia il piacere sarà tanto maggiore!

lucy: Vostra Signoria sa bene che io non dovrei ascoltarvi – cosa che invece dovrebbe fare George Edmunds –

norton: Edmunds! Un villico! Non potete amare quell’Edmunds, Lucy. Di-menticatelo – non scordatevi mai il vostro valore.

lucy: Vorrei, signore. Tuttavia il mio cuore mi dice, sciocca e fragile come sono, che l’unico modo per mostrare quello che sono è rimanere fedele al mio primo amore. Vostra Signoria incoraggia la mia stupida vanità, ma il vero amore non si dimentica facilmente.

canzone – lucy

Love is not a feeling to pass away,Like the balmy breath of a summer day;It is not – it cannot be – laid aside;It is not a thing to forget or hide.It clings to the heart, ah, woe is me!

As the ivy clings to the old oak tree.Love is not a passion of earthly mould,As a thirst for honour, or fame, or gold:

Page 78: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

78

For when all these wishes have died away,The deep strong love of a brighter day,Though nourish’d in secret, consumes the more,As the slow rust eats to the iron’s core.2

Rientrano il vecchio benson, john maddox, altri contadini con boccali, sedie ecc.; norton si siede accanto a lucy mentre rose cerca un modo per accomodarsi accanto a mr. sparkins flam, cosa che martin e maddox cer-cano invece invano di impedire.

norton: Flam, voi conoscete queste brave persone? Tutti affittuari delle mie terre.

flam: Certo che li conosco, brava gente – questo è – costui è – come si chiama?

benson: Martin, signore, – Martin Stokes.

martin (fa per parlare): A – a – al vostro servizio, signore, come va, signore? (Stringe la mano a flam, mentre parla). Spero che stiate bene, signore, sono lieto di vedervi di così bell’aspetto, signore. Spero che il vostro si-gnor padre e la vostra elegantissima madre godano anche loro di ottima salute, signore. Io avrei dovuto parlare con voi già da tempo, signore, solo che voi eravate così impegnato che mi è stato impossibile attirare la vo-stra attenzione – sono felice di vedervi, signore.

flam: Brav’uomo, questo Martin, di modi gentili, senza dubbio.

martin: Signore, sono molto onorato. Signor Norton, signore, ho l’onore di brindare alla vostra salute! – Vi ammiro, signore.

norton (ride): Signore, sono anche io alquanto soddisfatto, di sicuro.

martin (a parte): È soddisfatto! Non per vantarmi ma ho dato sempre una buona impressione di me da queste parti. (Beve).

flam (si guarda intorno e vede maddox): Ah, Ox!3

2 Il sentimento d’amor non vola via,/ come balsamico soffio di vento d’estate;/ non si mette da parte,/ non si dimentica, né si nasconde./ Come l’edera si attacca alla vecchia quercia,/ così si attacca al tuo cuore e lo fa sanguinare.

L’amore non è passione terrena/ come sete di ricchezza, di fama o di gloria:/ quando tutti i desideri sono svaniti/ l’antico amore del tempo andato/ nutrito in segreto ancor più ti consuma/ come la ruggine lenta mangia del ferro il cuore. [N.d.T.]

3 C’è qui un gioco di parole sul nome Maddox che contiene in sé l’aggettivo “mad” (pazzo) e il sostantivo “ox” (bue) [N.d.T.].

Page 79: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

79

john: Ox! Perché mi chiamate Ox? Il mio nome è Maddox.

flam: Oh, Mad-Ox, giusto. Avevo dimenticato la pazzia – alla vostra, Pazzo-Ox.

norton (si alza e viene avanti): Coraggio Flam, un altro bicchiere. Amici miei, brindiamo al successo del nostro raccolto!

martin: Senti questa! Un brindisi come si deve, proposto con la giusta enfa-si, buoni sentimenti e una deliziosa espressione. Signori (ai paesani) mi sia consentito di presentarvi il Signor Norton, se non vi dispiace. Pren-dete il tempo (dà il tempo e tutti applaudono). Signor Norton, vi prego, cantateci una canzone.

canzone – signor norton

That very wise head, old Æsop, said,The bow should be sometimes loose;Keep it tight for ever, the string you sever: –Let’s turn his old moral to use.The world forget, and let us yet,The glass our spirits buoying,Revel to-night in those moments brightWhich make life worth enjoying.The cares of the day, old moralists say,Are quite enough to perplex one;Then drive to-day’s sorrow away till to-morrow,And then put it off till the next one.

coro: The cares of the day, etc.

Some plodding old crones, the heartless drones!Appeal to my cool reflection,And ask me whether such nights can everCharm sober recollection.Yes, yes! I cry, I’ll grieve and die,When those I love forsake me;But while friends so dear surround me here,Let Care, if he can, o’ertake me.

coro: The cares of the day, etc.4

4 Il buon vecchio Esopo diceva/ che l’arco si deve a volte allentare;/ se teso resta a lungo la corda si può spezzare:/ la sua antica saggezza seguiamo./ Dimentichiamo il mondo e lasciamo/ che un buon bicchiere i nostri animi rallegri,/ godiamoci stasera quegli attimi allegri/ che degna rendon la vita./ Le cure del giorno dicono i vecchi saggi/ sono abbastanza

Page 80: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

80

Durante il coro norton e flam raccolgono i loro fucili e attraversano il palcoscenico seguiti da vari personaggi. Il coro conclude quando la scena finisce.

SCENA SECONDA – Uno spazio all’aria aperta vicino al villaggio, con uno steccato e un sentiero che conduce alla chiesa, che si vede in lontananza.

george edmunds entra, con un bastone in mano.

edmunds: Che bel manto di foglie ai piedi del vecchio filare di olmi! Quando ho incontrato Lucy per la prima volta, era una bella giornata di prima-vera e queste stesse foglie tremolavano al sole, verdi e lucenti come se la loro bellezza dovesse durare per sempre. Come è diverso ora il paesaggio e con quale fedeltà rappresenta la mia felicità perduta!

canzone - george edmunds

Autumn leaves, autumn leaves, lie strewn around me here;Autumn leaves, autumn leaves, how sad, how cold, how drear!How like the hopes of childhood’s day,Thick clustering on the bough!How like those hopes is their decay, –How faded are they now!Autumn leaves, autumn leaves, lie strewn around me here;Autumn leaves, autumn leaves, how sad, how cold, how drear!

Wither’d leaves, wither’d leaves, that fly before the gale;Wither’d leaves, wither’d leaves, ye tell a mournful tale,Of love once true, and friends once kind,And happy moments fled:Dispersed by every breath of wind,Forgotten, changed, or dead!

per renderci tristi;/ il dolore dell’oggi dunque a domani spostiamo/ e ancora un altro giorno ancora.

coro: Le cure del giorno ecc.Alcune vecchie streghe squallide e senza cuore/ mi si rivolgono per domandarmi se queste

notti/ da sobri valga la pena di ricordare./ Certo che sì! Piangerò, e soffrirò da morire/ quando quelli che amo mi abbandoneranno,/ ma fino a quando gli amici cari con me saranno/ lasciamo che mi vinca il loro amore.

coro: Le cure del giorno etc. [N.d.T.]

Page 81: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

81

Autumn leaves, autumn leaves, lie strewn around me here;Autumn leaves, autumn leaves, how sad, how cold, how drear!5

edmunds: È passata un’ora e Lucy non si vede ancora! È inutile aspettare qui: me ne andrò. Una donna che attraversa il campo! – è Rose che porta una lettera o forse un messaggio.

Entra rose e lo evita.

edmunds: No! Allora vedrò subito Lucy, senza perdere un attimo di tempo. (Se ne va).

rose: No, no, non potete. (A parte) Scorrerà del sangue! Sono certa che Mr. Flam lo ucciderà. Si è offerto con parole subdole di tagliare la gola a John, senza un minuto di preavviso, e quando Norton si è complimentato con lui per la sua buona mira ha detto che avrebbe voluto mettere nel suo carniere l’intera popolazione maschile del villaggio. (A edmunds) Non potete vederla.

edmunds: Non posso vederla, eppure lei è in casa! Chi vi ha detto di dirmi questo, Rose?

rose: Lo dico perché so che non potete vederla. Lei non sta bene; e – e –

edmunds: E il Signor Norton è qui, direi.

rose: Il Signor Norton!

edmunds: Sì, il Padrone. Non era qui ieri sera? E non era qui anche la sera prima? E non è forse qui ora?

Entra john maddox.

john: È qui in questo momento? – Ma certo che sì!

rose (a parte): John, qui!

5 Foglie d’autunno, foglie intorno a me;/ foglie d’autunno, tristi e desolate!/ Come infantili speranze/ vicino ai cespugli ammucchiate!/ Come speranze che svaniscono/ le foglie verdi cambiano colore!/ Foglie d’autunno, foglie intorno a me;/ foglie d’autunno, tristi e desolate!

Foglie secche e accartocciate che nel vento volate,/ foglie secche e accartocciate,/ triste è la storia che raccontate,/ di amore vero e di amici gentili,/ momenti felici e perduti/ dispersi dal soffio del vento/ dimenticati, passati, perduti!/ Foglie secche e accartocciate che nel vento volate/ foglie secche e accartocciate,/triste è la storia che raccontate. [N.d.T.]

Page 82: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

82

john: Certo che sì! Naturalmente era qui ieri sera e anche la sera prima. Lui è sempre qui con il suo buon amico e diavolo di un confidente, Mr. Spar-kins Flam. Oh! George, siamo stati feriti entrambi.

edmunds: Senza cuore quella ragazza! (Si ritira).

john (a rose): Che persona sleale!

rose: Non chiamatemi “persona”.

john: Voi siete una persona, spergiura, traditrice e infida. Oh, George! Se aveste visto quello che ho visto io oggi. Sorrisi amorevoli, sguardi gentili, sospiri incoraggianti e sussurri, – quegli sguardi e quei sospiri che un tempo erano riservati a noi, George! Se aveste visto il Signor Norton ingraziarsi Lucy, e Rose ingraziarsi Flam – ma sono lieto che voi non li abbiate visti, George, davvero. Vi avrebbe spezzato il cuore, così come ha spezzato il mio! Oh, Rose, come avete potuto spezzarmi il cuore?

rose: L’ho fatto con grande piacere, zoticone e metti-male; e se non vi affret-tate ad andare dove stavate andando, qualcuno che io conosco lo farà certamente e molto in fretta.

john: Davvero? – Il vostro amico Flam, suppongo! Lasciatelo fare, davvero, e questo è tutto! (Si ritira).

rose: Oh, lasciamolo fare: non deve aver paura delle mie interferenze. Mio caro, vorrei che Mr. Flam venisse perché, nonostante quello che i musi tristi potrebbero dire, mi piacerebbe divertirmi un po’ con lui.

canzone - rose

Some folks who have grown old and sour,Say love does nothing but annoy.The fact is, they have had their hour,So envy what they can’t enjoy.I like the glance – I like the sigh –That does of ardent passion tell!If some folks were as young as I,I’m sure they’d like it quite as well.Old maiden aunts so hate the men,So well know how wives are harried,It makes them sad – not jealous – whenThey see their poor dear nieces married.

Page 83: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

83

All men are fair and false, they know,And with deep sighs they assail ’em,It’s so long since they tried men, though,I rather think their memories fail ’em.6

rose: Ecco Mr. Flam. È meglio che andiate, John, o sono sicura che sarete ucciso.

john: Io resto qui; che provi a toccarmi e sentirà il peso della mia indigna-zione!

Entra flam.

flam: Ah, mia incantatrice! Come è puntuale la mia Rosa di Damasco!

john (si avvicina): Molto più di una semplice rosa, cresce, cresce e quando la metti al bavero si affloscia.

rose: Che impertinente!

flam: Chi è questo poeta del cavolfiore?

john: Non fate finta di non conoscermi. Sapete chi sono e anche abbastanza bene.

flam: Finché vivrò sarete Maddox, il bue pazzo! Ritiratevi nei vostri pascoli e non disturbate il tubare delle colombelle. Andate a brucare l’erba, bue!

john: E se decidessi di restare qui?

flam: In tal caso vi dovremo allontanare, pazzo Bue. (A rose) Chi è quell’al-tra cavalletta?

rose: Ssh! Per l’amor del cielo, non fatevi sentire! È il giovane Edmunds.

flam: Il giovane Edmunds? E chi diavolo è il giovane Edmunds? Potrei de-durre che è il figlio del vecchio Edmunds, ma che io sia dannato se la notizia della sua fama ha mai raggiunto le mie orecchie.

6 Invecchiati e acidi/ alcuni dicono ora che l’amore dà solo fastidi./ Avuto hanno il loro tempo, ecco il fatto/ e invidiano chi ancora divertire si può./ Amo gli sguardi – amo i sospiri –/ che ci raccontano passioni ardenti!/ Se fossero giovani come me,/ li amerebbero anche loro son sicura./ Le zie zitelle odiano tanto gli uomini,/ ma sanno bene che le donne sono tormentate,/ e le rende tristi – non gelose – / veder le povere nipotine maritate./ Tutti gli uomini sono belli e falsi, lo sanno,/ e con sguardi profondi le affrontano,/ è da tanto che tutto questo sanno/ eppure la loro memoria a volte le lascia per strada. [N.d.T.]

Page 84: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

84

rose (a voce bassa): È il vecchio amore di Lucy, quello che lei ha abbandona-to per il Signor Norton.

flam: Il villico rifiutato?

rose: In persona.

flam: Il suo aspetto terroso lo rivela. Ma mia cara Rose, devo parlare con voi – devo proprio – (le cinge la vita proprio mentre vede john) Addio, Bue!

john: Addio!

flam: Buona passeggiata, Bue!

john (immobile): Grazie, anche a voi!

flam: Anche quell’altro perticone non dovrebbe stare qui.

rose: Non ci vede e non ci sente. Vi prego, lasciate che resti qui.

flam (a john): Comprenderete, Ox, mio Bue, che è mio desiderio che voi vi ritiriate immediatamente a pascolare, o in altre parole, che voi, senza por tempo in mezzo, vi portiate alla fattoria, o dove diavolo volete, dove siate nel vostro elemento, e non qui tra i piedi.

john: Sì, capisco.

flam: Molto bene, allora prima farete diminuire il numero degli animali in questo mercato, meglio sarà. Mia cara Rose (la cinge ancora una volta) – Ve ne andate o no, Bue?

john: No.

flam: Andate via?

john: Neanche per sogno.

flam: Questa insolenza è insopportabile.

rose: Vi prego di non ferirlo. Non lo fate. Andate via, stupida creatura, se non volete finire presto in rovina.

john: È proprio lo stesso consiglio che vorrei dare a voi, Rose; andate via, non siate causa della vostra stessa rovina. Per quanto mi riguarda, questo è un luogo pubblico e io ci resterò fino a quando lo riterrò opportuno.

flam (si allontana da rose e si avvicina a lui): Siete sicuro?

john: Sì.

Page 85: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

85

rose: Santo Cielo, sapevo che prima o poi qualcuno lo avrebbe ucciso. Ne ero certa.

john: Via quello sguardo corrucciato, non servirà a nulla se non a farmi sor-ridere; quanto a rabbia e insolenza vi dico solo che non mi farò intimidi-re da un bullo prepotente.

flam: Un prepotente?

john: Sì, prepotente è la parola giusta, o codardo se preferite.

flam: Codardo! (Afferra il suo fucile alla rovescia e fa finta di sparargli pun-tandogli contro l’impugnatura; edmunds si avvicina con foga e lo colpisce con il suo bastone).

edmunds: A posto le mani, signore, o finirete per terra. Maddox, lasciate im-mediatamente questo posto: prendete la strada opposta e io vi segui-rò. (maddox esce) Quanto a voi, signore, che per vendicare l’accusa di codardia alzate il fucile contro un uomo disarmato, dite da parte mia al vostro protettore, il Signor Norton, che lui e i suoi amici potrebbero accontentarsi di far girare la testa alle ragazze della fattoria, cercando di corrompere i loro cuori, senza insultare gratuitamente gli uomini che loro stesse hanno ferito. Che questa sia una lezione per voi, signore; no-nostante foste armato avreste avuto la peggio in una rissa senza il bene-ficio dell’intervento di qualcuno nel momento critico. La prossima volta ricordate il mio consiglio e fatene buon uso. (Esce).

flam (a parte): Se Norton non vendicherà questo oltraggio avrò perso la mia influenza su di lui. Bullo! Codardo! Se ne pentiranno.

rose (con il grembiule sugli occhi): Oh, Mr. Flam! Non posso sopportare di pensare che voi abbiate sofferto per colpa mia.

flam (a parte): Per colpa sua! Una piccola vanità! Sofferto! Mia cara, è stata la più buffa esperienza che mi sia mai capitata. Ecco qui, l’onorevolissimo Sparkins Flam, il secondo giorno del mese di Settembre del 1729, dichia-ra molto solennemente che tutti i teatri, le sale da tè, i tavoli da gioco, il rullo dei tamburi e le assemblee di un’intera stagione non avrebbero potuto offrire un esempio più straordinario di squisita stramberia. L’idea è da ammirare. Mi sono impegnato a litigare perché l’intera questione potesse infine acquistare l’importanza di una leggiadra farfalla!

rose: Quindi non stavate litigando?

flam: Certo che no! Stavo solo recitando.

Page 86: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

86

rose: Mio Dio, come recitate bene!

flam: Ritiriamoci in casa o dopo questo scherzo saremo sotto gli occhi di tutti i patatoni di questo buco di villaggio! Perché esitate, Rosa di Dama-sco?

rose: Perché ho pensato che con tutti i teatri, le sale da tè, i tamburi e i tavoli da gioco che frequentate a Londra vi dimenticherete presto di me.

flam (a parte): Più che probabile. (A lei) Niente paura; voi sarete sempre Rose la bella e io sarò universalmente noto come il fedele Flam.

duetto – rose e sparkins flam

flam:’Tis true I’m caress’d by the witty,The envy of all the fine beaux,The pet of the court and the city,But still I’m the lover of Rose.

rose:Country sweethearts, oh, how I despise!And oh! how delighted I amTo think that I shine in the eyesOf the elegant – sweet –Mr. Flam.

flam:Allow me. (Si offre di baciarla)

rose:Pray don’t be so bold, sir. (La bacia)

flam:What sweets on that honey’d lip hang!

rose:Your presumption, I know, I should scold, sir,But I really can’t scold Mr. Flam.

entrambi:Then let us be happy together,Content with the world as it goes,An unchangeable couple for ever,Mr. Flam and his beautiful Rose.7

7 flam: Mi circondo di intelligentoni/ sono l’invidia di tutti i damerini/ vivo a corte ed in città/ ma sono anche l’amante di Rose.

Page 87: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

87

Escono.

SCENA TERZA – La cucina della fattoria. Un tavolo e delle sedie.

Entrano il vecchio benson e martin.

benson: Ebbene Stokes, ora avete l’opportunità che avete desiderato, siamo soli e io sono pronto ad ascoltare le informazioni che volevate comuni-carmi privatamente.

martin: Esatto; – avete detto informazioni, mi pare.

benson: Voi avete detto informazioni, se non mi sbaglio.

martin: Proprio così, esattamente; ho detto informazioni. Certo che ho det-to informazioni, perché dovrei negarlo?

benson: Non vedo alcuna necessità di farlo, certamente. Vi prego di proce-dere.

martin: Perché, vedete, mio caro Mr. Benson, il fatto è – non volete sedervi? Vi prego, sedetevi (porta due sedie; si siedono). Ecco, vediamo – dove ero rimasto?

benson: Stavate per cominciare, penso.

martin: Oh – ah! – dunque, sì; – non avevo cominciato, vero?

benson: No, no! Vi prego di cominciare di nuovo, se non lo avevate fatto.

martin: Allora, dunque, quello che devo darvi non è tanto un’informazione quanto piuttosto un consiglio, un suggerimento, un indizio o qualcosa del genere; e riguarda – eh? – (molto misteriosamente).

benson: Cosa?

rose: Cuoricini del villaggio, vi disprezzo/ come sono felice di pensare/ che mi specchio negli occhi/ dell’elegante, dolcissimo Mr. Flam!

flam: Permettetemi.rose: Non osate troppo, signore.flam: Le vostre labbra sono come il miele!rose: Dovrei rampognarvi per la vostra presunzione, signore,/ ma non posso sgridare Mr.

Flam.entrambi: Siamo dunque felici insieme/ felici per come vanno le cose,/ una coppia im-

mortale ed eterna,/ Sparkins Flam e la sua bella Rose. [N.d.T.]

Page 88: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

88

martin: Sì (annuisce). Non pensate che ci sia qualcosa che non va da queste parti?

benson: Dove?

martin: In zona.

benson: Quale zona? Parlate più chiaramente, signore.

martin: Voi sapete che sono amico della vostra famiglia. Sapete che vi consi-dero un amico particolare. Sapete anche quanto mi stia a cuore impedire che le cose non vadano a dovere.

benson: Molto bene (bruscamente)!

martin: Vedo che capite le mie parole, è chiaro: non c’è bisogno che voi siate sempre così attivo e spumeggiante, perché questo fa innervosire le per-sone. Non pensate, ditemi, non pensate che le malelingue potrebbero dire – non arrabbiatevi, sapete, perché se voi non foste un così caro ami-co di famiglia, io non ne farei menzione; – non pensate dunque che le malelingue potrebbero pensare che ci sia qualcosa di poco chiaro nella frequenza delle visite del signor Padrone da queste parti?

benson (furiosamente): Cosa?

martin (a parte): Eccolo che riparte!

benson: Chi osa gettare delle ombre sulla mia bambina?

martin: È proprio quello che dico! Chi osa? Vorrei proprio vederlo in faccia!

benson: Siete voi?

martin: Io? Ma benedetto uomo, no, per nessuna ragione al mondo! Suvvia, questa è buona, io riferisco solo quello che altri dicono, niente di più.

benson: E quali sarebbero le favole di cui questi ridicoli fannulloni discuto-no allegramente tra loro, senza curarsi di chi c’è intorno? Basta solo che non arrivino alle orecchie del vecchio, la cui cecità – la cecità di un padre affettuoso – è oggetto di grande e malevolo dileggio. Chi sono dunque questi ciarlatani?

martin: Povero me, Mr. Benson, mi tenete in uno stato di continua agitazione.

benson: Parlate chiaro, cosa dicono dunque?

martin: Quello che dicono non è del tutto sbagliato forse, non vi arrabbiate ora – tra le strane coincidenze che qualche volta accadono, sapete, tutte

Page 89: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

89

le volte che voi uscite di casa arrivano il signor Padrone e il suo amico; Miss Lucy e Miss Rose fanno delle lunghe passeggiate ogni giorno e sem-pre incontrano gli stessi gentiluomini e loro le accompagnano a casa; dopo che voi vi siete ritirato nelle vostre stanze la sera, il Padrone e Mr. Sparkins Flam sono stati visti gironzolare nelle strade e nei campi qui intorno, e una delle vetrate della casa è sempre aperta a quelle ore.

benson: È tutto?

martin: Sì, sì, è tutto.

benson: Null’altro?

martin: Come?

benson: Null’altro?

martin: C’è qualcos’altro, ma so bene che comincerete ad agitarvi se ne parlo.

benson: No, no, adesso voglio che mi diciate tutto.

martin: Ebbene, dicono di aver sentito il signor Padrone vantarsi di avere una grande influenza su Lucy – dice che se lui lo domandasse lei lasce-rebbe suo padre e la sua casa e lo seguirebbe in capo al mondo.

benson: Bugiardi! Lei è una creatura innocente! La sua anima non ha mac-chie e la sua mente è pura. Mentono! Non credo a una parola di quello che dicono. Sono pazzi? Pensano che io stia qui docile come un agnel-lino ad osservare le disgrazie di mia figlia? Santo Cielo! Ma lo sanno di cosa è fatto il cuore di un padre?

martin: Mio caro Mr. Benson, se voi –

benson: Questa rozza e brutale vanteria deve essere ritirata. (Se ne va. mar-tin lo ferma).

martin: Mio caro Mr. Benson, lo sapete che non può essere vero, signore –

benson (lottando): Lasciatemi andare, Martin. Vero o non vero la voce è or-mai di pubblico dominio, e la mia reputazione è rovinata. Sarà lui in per-sona a darmene conto. (Si libera ed esce).

martin (solo): C’è decisamente qualcosa che non va. Ecco un altro amico furibondo.

Entra il giovane benson, va di fretta.

Page 90: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

90

martin: Mio caro amico, come –

giovane benson: Dov’è Lucy?

martin: Non lo so, potrebbe essere uscita con il Padrone.

giovane benson: Il Padrone!

martin: Certo! Lei esce spesso con il Padrone. È gradevole andare a spasso con il Padrone; – Regola capitale, no?

giovane benson: Dov’è mio padre?

martin: Parola mia non sono in grado di soddisfare la vostra curiosità al riguardo. Quello che so è che è sgattaiolato dalla stanza in modo assai tempestoso e turbolento per un uomo della sua età, solo qualche secon-do prima che voi arrivaste. Ma che vi succede? Sembrate alterato. Niente di sospetto, no?

giovane benson (a parte): Questa storia di Edmunds e dello strano atteg-giamento di Lucy verso di lui conferma i miei peggiori timori. Dov’è il Signor Norton?

Entra il Padrone, il signor norton.

norton: Il Signor Norton è qui, qualcuno vuole vederlo?

martin: Certo che siete qui: chi vuole vederlo?

giovane benson: Io.

martin: Io no. Arrivederci amico! Buona serata, Signor Norton! (A parte) Suc-cederà qualcosa tra poco e non sarà piacevole. (Esce).

norton: Un campione di fierezza, certo! La famiglia ha dei sospetti e non c’è tempo da perdere: la ragazza deve essere allontanata questa sera se è possibile. Con l’assistenza di Flam potrà essere allontanata rapidamen-te da questi corteggiatori di campagna. Con distacco potrei dire che il pensiero dell’infelicità che potrei infliggere al vecchio fa apparire la mia condotta meschina e disonorevole ai miei stessi occhi. Pfui! Centinaia di persone hanno fatto le stesse cose prima di me e sono stati considerati come blasonati uomini d’onore. L’onore in questi casi non è altro che menzogna! Una parola vana. L’onore! C’è molto da imparare dall’antica saggezza; e la leggenda del vecchio e del bambino parla per tutte.

Page 91: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

91

canzone - norton

The child and the old man sat aloneIn the quiet peaceful shadeOf the old green boughs, that had richly grownIn the deep thick forest glade.It was a soft and pleasant sound,That rustling of the oak;And the gentle breeze play’d lightly round,As thus the fair boy spoke: –

“Dear father, what can honour be,Of which I hear men rave?Field, cell and cloister, land and sea,The tempest and the grave: –It lives in all, ’tis sought in each,’Tis never heard or seen:Now tell me, father, I beseech,What can this honour mean?”

“It is a name, – a name, my child, –It lived in other days,When men were rude, their passions wild,Their sport, thick battle-frays.When in armour bright, the warrior bold,Knelt to his lady’s eyes:Beneath the abbey-pavement oldThat warrior’s dust now lies.

“The iron hearts of that old dayHave moulder’d in the grave;And chivalry has pass’d away,With knights so true and brave;The honour, which to them was life,Throbs in no bosom now;It only gilds the gambler’s strife,Or decks the worthless vow”.8

8 Un vecchio e un bambino sedevano solitari/ nella pace dell’ombra/ tra fitti arbusti ri-gogliosi/ nel cuore della radura profonda./ Il suono dolce delle foglie di quercia/ accarezzava l’orecchio/ e la brezza gentile giocava d’intorno/ quando il bambino parlò:

“Caro padre, cosa sarà mai quell’onore/ di cui sento gli uomini vaneggiare?/ Campo, cella e chiostro, terra e mare,/ tempesta e morte:/ è dentro di noi, tutti lo inseguiamo,/ non si può sentire, né vedere./ Ora ditemi, padre, vi imploro/ cosa significa la parola onore?”

Page 92: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

92

Entra lucy.

norton: Lucy, mia cara Lucy.

lucy: Vi prego di non restare qui, signore! Sarete bersaglio di insulti e at-tacchi! Edmunds e mio fratello sono tornati infuriati per qualcosa che è accaduto a mia cugina Rose. Fatelo per me. Vi prego, Signor Norton, risparmiatemi la pena di vedere quello che accadrà se vi troveranno qui. Non avete idea di quello che ho già dovuto sopportare.

norton: Per voi questo ed altro, Lucy. Ma ditemi, perché dovrei lasciarvi sola ad affrontare ciò da cui mi volete proteggere?

lucy: Io lo posso sopportare, signore. Me lo merito proprio!

norton: Ve lo meritate? Non vi rendete giustizia, Lucy. Proprio no! Lasciate che vi porti via da una casa che non vi offre altro che pena. Lasciate che vi offra un titolo che faccia di voi la signora di queste terre. Sono ai vostri piedi. (Si inginocchia e prende la sua mano).

Entra flam.

norton (si solleva): Flam, voi qui?

flam (a parte): Parola mia! Pensavo che le cose andassero bene da queste parti, ma in realtà sotto sotto ci stanno dando del filo da torcere.

norton: Lucy, solo una parola da voi. Io comprenderò comunque la vostra decisione.

lucy: Io, io non posso non considerare il senso di disagio che mi causa la grande differenza sociale tra voi e me.

norton: Differenza? Ma è capitato centinaia di volte!

lucy: Davvero!

norton: Lo sanno tutti, non è vero Flam?

“È una parola, – una parola, figlio mio – / usata nel tempo che fu/ da uomini forti e con passioni vere,/ risse e battaglie i loro passatempi,/ il rude guerriero con la lucente armatura/ si inchinava allor davanti alla sua dama,/ sotto il pavimento dell’abbazia riposa ora/ la polvere di quel vecchio guerriero.

Cuori di ferro del tempo che fu,/ forgiati dalla morte./ Non più cavalieri coraggiosi e fede-li;/ finita è la stirpe così;/ l’onore che per loro era vita/ non fa più battere i cuori,/ gli sforzi vani dell’imbroglione fa belli/ e i suoi giuramenti senza valore”. [N.d.T.]

Page 93: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

93

flam: Senza alcun dubbio. (A parte) E comunque non ho ancora capito esat-tamente di cosa stanno parlando.

norton: Un mio parente, un uomo di alto lignaggio, corteggiava una ragazza molto inferiore di rango, ma solo di quello. Per tutto il resto lei era uguale a lui, se non superiore.

lucy: E si sono poi sposati?

flam (a parte): Dettaglio alquanto importante, nel caso in specie. Ricordo bene.

norton: Si sono sposati, ma dopo un po’, quando il risentimento dei loro amici per questo legame si era fatto più debole e lui è stato in grado di riconoscerla senza che ciò causasse la rovina di entrambi.

lucy: Si sono dunque sposati in privato?

flam (a parte): Dovrei aggiungere un particolare in questo caso. Ma certo che tutto fu organizzato alla perfezione, non è vero, Norton?

norton: Certo. Una coppia felice, vero, Flam?

flam: I più felici del mondo. Felici come (a parte) una coppia di separati.

norton: Centinaia di coppie hanno fatto lo stesso, non è vero, Flam?

flam: Senza dubbio! C’è stato il molto onorevole Augustus Frederick Charles Thomson Camharado, e il barone tedesco Hyfenstyfenlooberhausen, ed entrambi erano sposati (a parte) con un’altra. Per non parlare di me e della Rosa di Damasco, che siamo un modello di fedeltà. A proposito, l’ho persa di vista e vi sto interrompendo. (A parte a norton che si allon-tana) Sono venuto per dirvi che è pronta per la fuga, se le darete una bel-la spinta. Che io sappia Edmunds la sta rimproverando e lei lo accetterà, finché dura la passione. (Esce).

norton: Lucy, attendo la vostra risposta. Solo una parola e sarete a mille mi-glia da quelli che vogliono ostacolare le vostre scelte e mettere un freno alle vostre inclinazioni. Ma voi esitate. Forza, decidetevi. La moglie del Padrone o quella di Edmunds?

duetto – lucy e il signor norton

norton:In rich and lofty station shine,Before his jealous eyes:

Page 94: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

94

In golden splendor, lady mine,This peasant youth despise.

lucy:(a parte mentre il signor norton la guarda con attenzione)Oh! It would be revenge indeedWith scorn his glance to meet.I, I, his humble pleading heed!I’d spurn him from my feet.

norton:With love and rage her bosom’s torn,And rash the choice will be;

lucy:With love and rage my bosom’s torn,And rash the choice will be.

norton:From hence she quickly must be borne,Her home, her home, she’ll flee.

lucy:Oh! Long shall I have cause to mournMy home, my home, for thee!9

Entra il vecchio benson.

benson: Cosa vedo? Lucy con il Signor Norton!

norton: Ascoltate bene. Un calesse e quattro cavalli veloci, alla guida un amico fidato, aspetteranno sulla via principale, all’angolo di Elm Tree Avenue, stanotte alle dieci. Vi porteranno al sicuro prima che faccia gior-no.

9 norton: Nella sua nobile postura splende/ davanti agli occhi gelosi,/ nello splendore dorato è la mia signora/ e il giovane contadino lo disprezza.

lucy: Sarebbe davvero una vendetta/ con disprezzo incrociare il suo sguardo,/ lo scaccerei lontano da me, /io, proprio io, umile chiedendo attenzione.

norton: Con amore e con rabbia, che le strappano il cuore,/ sconsiderata sarà la sua scelta.

lucy: Con amore e con rabbia, che mi strappano il cuore,/ sconsiderata sarà la mia scelta.norton: Presto deve essere portata via da qui./ Via, via dalla sua casa!lucy: A lungo avrò motivo di piangere,/ di piangere la mia casa per te. [N.d.T.]

Page 95: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

95

lucy: Che durezza d’animo; – si vendicherà di certo. Ma chi pensa a mio padre, al mio povero padre?

norton: Vostro padre vede Edmunds con maggior favore; e fino a quando penserà che ci sia una speranza che voi siate sua non vi permetterà di comunicare con me. Nella vostra attuale posizione siete solo un osta-colo alla sua ricchezza e ai suoi progressi in società. Quando sarete mia moglie in quattro e quattro otto sarete il suo orgoglio, il suo vanto e il suo sostegno.

Viene avanti il vecchio benson.

benson: È una menzogna, una vile menzogna! – (lucy piange e si getta ai suoi piedi) Mio orgoglio! Mio vanto! Sarebbe la mia disgrazia, la mia ver-gogna, bandita dalla casa del padre e dal mondo intero. Aiutatemi! So-stenetemi con l’oro che certo si nasconde nella sua infame colpa! Che il cielo mi aiuti, è per questo oro che io l’ho amata.

lucy (si stringe a lui): Padre! – caro, caro padre!

norton: Ascoltatemi bene, Benson. State calmo.

benson: Calmo! – Sapete che la venero dall’infanzia, immaginando di vedere nella sua giovane mente le virtù di una madre per la quale il tormento di questo momento sarebbe stato peggiore della stessa morte! Calmo! Voi sapete che ho un cuore e un’anima o credete forse che perché non appartengo al vostro stesso rango io sia un essere umano diverso da voi e che Madre Natura mi abbia privato di pensiero e sentimento? Calmo! Voi capite che sono il padre di quella ragazza?

norton: Se anche non volete ascoltarmi, Benson, almeno non privatemi della possibilità di riparare ai miei errori con un racconto frettoloso dei fatti.

benson: Riparare! Dovreste essere grato, signore, per la presa che lei ha su di me. Denaro! Se lei fosse in punto di morte e la più vile delle vostre mone-te potesse ridarle la vita o la salute, prima di lasciarmela strappare dalla vostra mano la butterei in strada e la lascerei morire io stesso.

norton: Benson, una parola.

benson: Vi avviso, signore. Non una parola. Sono vecchio ma non so fin dove potrebbe condurmi la passione.

Page 96: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

96

norton: Queste sono parole nobili per un contadino, Benson!

benson: Sì, signore; un contadino, uno di quegli uomini dai quali voi e i vo-stri amici dipendete per il denaro che sperperate in ozio e dissolutezza. Un contadino, signore! Non mi interessa il nobile lignaggio dei vostri avi, esso è il frutto della fatica dei miei antenati. Venite qui, amici e vicini! (Entrano e si affollano sul palcoscenico rose, maddox, stokes e tutto il vicinato). Sentite questa! Il vostro padrone, un nobile gentiluomo, entra nella casa dei suoi umili contadini e attenta alla virtù delle loro figlie!

Entrano il giovane benson e george edmunds.

giovane benson: Cosa sento! (Corre verso norton, stokes si mette in mezzo).martin: Senti, senti! Occupati di quell’altro, John. (Lui e maddox li trattengo-

no ai lati opposti del palcoscenico) Tenetelo stretto, John, tenetelo stretto. Tutti fermi, c’è un bravo ragazzo qui. State indietro, signor Padrone. Lo sapevo che c’era qualcosa che non andava – pronti ad intervenire al mo-mento giusto, – Regola capitale n° 1.

Entra flam e si mette vicino a norton.

norton: Tormentato, esasperato! Benson, ma siete impazzito? Nelle ultime ore il mio amico è stato attaccato e insultato, proprio sulla vostra terra, da uno dei vostri uomini, e il giovane Edmunds era presente. Anche io sono stato minacciato e insultato alla presenza dei miei affittuari e dei lavoranti. State attento a non tirare troppo la corda. Ricordate che la con-cessione di questa fattoria della durata di settanta anni, che vostro padre ebbe dal mio, scade domani; e che io ho il potere di non rinnovarla. An-cora una volta vi domando: siete pazzo?

benson: Lasciate questa casa, villano!

norton: Villano! Lasciate voi la mia casa, allora. Questa fattoria mi appartie-ne e voi ve ne andrete prima che il sole sorga domani. (benson sprofonda in una sedia al centro e si copre il volto con le mani).

sestetto e corolucy, rose, edmunds, norton, flam, il giovane benson e il coro

giovane benson:Turn him from the farm! From his home will you cast

Page 97: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

97

The old man who has till’d it for years?Every tree, every flower, is link’d with the past,And a friend of his childhood appears.Turn him from the farm! O’er its grassy hillside.A gay boy he once loved to range;His boyhood has fled, and its dear friends are dead,But these meadows have never known change.

edmunds:Oppressor, hear me.

lucy: On my knees I implore.norton:

I command it, and you will obey.

rose:Rise, dear Lucy, rise; you shall not kneel beforeThe tyrant who drives us away.

norton:Your sorrows are useless, your prayers are in vain;I command it and you will begone.I’ll hear no more.

edmunds: No, they shall not beg again,

Of a man whom I view with deep scorn.

flam:Do not yeld.

giovane benson, norton, lucy, rose: Leave the farm!

edmunds: Your power I despise.

norton:And your threats, boy, I disregard too.

flam:Do not yeld.

Page 98: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

98

giovane benson, norton, lucy, rose: Leave the farm!

rose: If he leaves it, he dies.edmunds:

This base act, proud man, you shall rue.

giovane benson:Turn him from the farm! From his home will you castThe old man who has till’d it for years?Every tree, every flower, is linked with the past,And a friend of his childhood appears!

norton:Yes, yes, leave the farm! From his home I will cast,The old man who has till’d it for years;Though each tree and flower is link’d with the past,And a friend of his childhood appears.

coro:He has turn’d from his farm, from his home he has castThe old man who has till’d it for years;Though each tree and flower is link’d with the past,And a friend of his childhood appears.10

10 giovane benson: Allontanato dalla fattoria! Da questa casa avete scacciato/ l’uomo che vi ha lavorato per anni!/ Ogni albero, ogni fiore è legato al suo passato,/ come un amico d’infan-zia./ Allontanato dalla fattoria! Sull’erbosa collina/ allegro il ragazzo correva nel tempo che fu,/ la gioventù è passata, gli amici non ci sono più,/ ma quei prati non cambieranno mai.

edmunds: Ascoltate! Oppressore!lucy: In ginocchio io vi imploro!norton: Io do gli ordini, e voi obbedite.rose: In piedi, Lucy, in piedi. Non inginocchiarti/ davanti al tiranno che ci caccia.norton: Inutile è il vostro dolore, vane le vostre preghiere;/ io do gli ordini e voi andate

via./ Non più parole!edmunds: Non imploreranno più un uomo che io disprezzo. flam: Non cedete.giovane benson, norton, lucy, rose: Lasciate questa fattoria!edmunds: Disprezzo il vostro potere.norton: Ed io disprezzo le vostre minacce, ragazzo!flam: Non cedete!giovane benson, norton, lucy, rose: Lasciate la fattoria!rose: Morirà se la lascia.edmunds: Vi pentirete di questo gesto vile, un giorno!giovane benson: Allontanato dalla fattoria! Da questa casa avete scacciato/ l’uomo che vi ha

lavorato per anni?/ Ogni albero, ogni fiore è legato al suo passato,/ come un amico d’infanzia.norton: Che lasci la fattoria! Da questa casa caccerò via/ l’uomo che vi ha lavorato per

anni./ Anche se ogni albero, ogni fiore è legato al suo passato,/ come un amico d’infanzia.

Page 99: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

99

Atto II

SCENA PRIMA – Un appartamento nel palazzo. Un tavolo apparecchiato per il tè. Un domestico in livrea sistema la tavola. flam in veste da camera e pan-tofole è adagiato sul divano.

flam: Il vostro padrone, il Signor Norton, si è già levato?

domestico: Sì, signore. Scenderà tra poco.

flam: Lettere da Londra?

domestico: Una per Vostra Signoria. L’hanno portata per voi dal paese.

flam: Datemela subito, testa di legno. (Il domestico gliela porge ed esce). Non mi sono mai piaciute le lettere ufficiali con i timbri di ceralacca, sono sempre notizie sgradevoli. Si può capire il carattere di un uomo dalla sua scrittura! Contro ogni pronostico sono in grado di capire il contenuto di una lettera dal modo in cui è confezionata. E questa, a parer mio, è una lettera dall’aspetto decisamente ostile. Vediamo un po’ – “King’s Bench Walk – 1 Settembre 1729. Gentile Signore, il mio cliente, Mr. Edward Montague, mi ha dato mandato di richiedervi – (solita storia immagino, pagamento immediato – di che si tratta?) – la restituzione della somma di duecentocinquanta sterline perse al gioco dal proprio figlio; e di ren-dervi edotto che se il denaro non sarà immediatamente fatto pervenire al mio ufficio come specificato, le circostanze della transazione saranno immediatamente rese pubbliche, e il metodo disonesto e fraudolento con il quale avete sottratto denaro al giovane sarà reso noto a tutti.

Il Vostro obbedientissimo John Ellis”. Diavolo! Chi crederà ora che il gesto insignificante di truccare dei dadi

possa influenzare il destino di un uomo! Cosa devo fare? Se per un abile colpo del destino io riuscissi ad entrare nelle grazie di Norton e ottenere qualche ritorno in cambio dei servizi resi, – per il lavoro e la fatica, come direbbe il mio obbedientissimo John Ellis, – direi che potrei riuscire a non affogare. Ho trovato! Gli farò una bella sorpresa. Porterò via que-sta ragazza per lui e lui non saprà nulla dell’impresa fino a quando non l’avrò portata a termine, o almeno fino a quando la ragazza non sarà in fuga. Sono stato ben ricompensato in passato per simili servigi e posso

coro: Ha cacciato dalla sua fattoria, da questa casa ha cacciato/ l’uomo che vi ha lavorato per anni./ Anche se ogni albero, ogni fiore è legato al suo passato/ come un amico d’infanzia. [N.d.T.]

Page 100: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

100

dunque fare affidamento sulla sua gratitudine in questa occasione. Ec-colo. (Mette via la lettera).

Entra il signor norton.

norton (si siede a tavola): È giunta da parte di Benson qualche richiesta di permesso per restare?

flam: Nessuna.

norton: Mi dispiace molto, anche se ammiro l’animo indipendente del vec-chio. Mi dispiace. Anche se sono io che mi sono comportato male, prefe-rirei che fosse lui a fare la prima mossa.

flam: La prima mossa?

norton: Più rifletto sugli avvenimenti di ieri, Flam, più mi dolgo del fatto che in un momento di esasperazione ho usato una minaccia gratuita e fuori luogo contro il più vecchio affittuario di mio padre. È un gesto di vigliaccheria che mi ripugna.

flam (a parte): Che moralismo da banderuola è questo!

norton: È stata una violenza non necessaria.

flam: Non necessaria! Ma certo, senza dubbio avreste potuto ugualmente rag-giungere lo scopo e potete ancora. Non c’è ragione di punire il vecchio.

norton: E non lo farò. Non lascerà la fattoria, se io stesso gli chiederò di restare.

Entra un domestico.

domestico: Due giovani donne vogliono parlare con Vostra Signoria.

Entrano lucy e rose.

norton: Lucy!

flam (a parte): La ragazza deve fuggire stanotte, oppure mi risparmierà la fatica e io perderò il denaro.

lucy: Vostra Signoria sarà sorpreso di vedermi qui dopo gli eventi di ieri. Non

Page 101: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

101

è stato facile per me fare questo passo ma spero che i miei migliori sen-timenti alla fine abbiano prevalso sull’orgoglio e sulla debolezza. Vorrei parlare con Vostra Signoria in privato.

flam (a parte): In privato! Sospetto di non essere particolarmente benvoluto da queste parti. (A loro) Vi prego, permetteteci di ritirarci per qualche momento, Rose, mia cara.

rose: Bene!

flam: Venite.

lucy: Rose rimarrà qui, l’ho fatta venire con me apposta.

flam: Santi numi! Che stranezza! Come desiderate, naturalmente, ma penso che sarà di troppo. (A parte) Che decenza e che opportunità! Un po’ di ritrosia aumenterà il valore del premio.

Esce flam.

lucy: Sono qui per rivolgermi ai vostri più profondi sentimenti di uomo e di gentiluomo. Mio signore, ora che i miei occhi possono constatare l’infelici-tà alla quale io stessa mi sono condannata a causa della mia ingratitudine e slealtà, vi prego non aggiungete anche il fatto di aver cacciato il mio vec-chio padre dalla casa nella quale era nato e nella quale sperava di morire.

norton: State calma, Lucy; vostro padre continuerà a vivere alla fattoria; l’af-fitto sarà rinnovato.

lucy: Devo aggiungere ancora qualcosa che potrebbe indurre Vostra Signo-ria a ritirare la promessa appena fatta.

norton: Cosa volete dire, Lucy?

lucy: Oh signore, chiamatemi civetta, infida, sleale, imbrogliona, come pre-ferite; mi merito tutto; – ma credetemi, sono sincera nella mia amarissi-ma confessione. Debolezza e vanità mi hanno spinto a prestare orecchio ai complimenti di Vostra Signoria e ad allontanare da me il cuore più nobile che una donna abbia mai potuto conquistare.

norton: Solo ieri sera mi avete detto che il vostro amore per Edmunds era svanito, che lo odiavate e lo disprezzavate.

lucy: Lo so bene, mio signore. Egli ha messo a nudo la mia colpa e mi ha mo-strato la rovina che mi attendeva. Mi ha detto la verità e Vostra Signoria me ne ha dato conferma.

Page 102: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

102

norton (dopo una pausa): Anche l’ammissione che avete fatto, pur sorpren-dente e inattesa, non cambia la mia decisione. Vostro padre resterà alla fattoria.

quartetto – lucy, rose, norton e dopo il giovane benson

norton:Hear me, when I swear that the farm is your ownThrough all changes Fortune may make;The base charge of falsehood I never have known;This promise I never will break.

rose e lucy:Hear him, when he swears that the farm is our ownThrough all changes Fortune may make;The base charge of falsehood he never has known;This promise he never will break.

Entra il giovane benson.

giovane benson:My sister here! Lucy! Begone, I command.

norton:To your home I restore you again.

giovane benson:No boon I’ll accept from that treacherous handAs the price of my sister’s fair fame.

norton:To your home!

giovane benson (a lucy) Hence away!

lucy: Brother dear, I obey.norton:

I restore.

giovane benson: Hence away!

Page 103: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

103

giovane benson, rose e lucy: Let us leave.

lucy:He swears it, dear brother.

norton: I swear it.giovane benson: Away!

norton:I swear it.

giovane benson:You swear to deceive.

norton:Hear me, when I swear that the farm is your ownThrough all changes Fortune may make.

lucy e rose:Hear him when he swears that the farm is our own.Through all changes Fortune may make.

giovane benson:Hear him swear, hear him swear, that the farm is our ownThrough all changes Fortune may make.

norton:The base charge of falsehood I never have known,This promise I never will break.

lucy e rose:The base charge of falsehood he never has known,This promise he never will break.

giovane benson:The base charge of falsehood he often has knownThis promise he surely will break.11

11 norton: Ascoltate quando dico che la fattoria è vostra,/ anche se il destino cam-bierà il futuro;/ mai sono stato accusato di meschina falsità;/ mai infrangerò questa pro-messa.

rose e lucy: Ascoltate, giura che la fattoria è nostra,/ anche se il destino cambierà il futu-ro;/ l’accusa di falsità mai ha conosciuto;/ mai infrangerà la sua promessa.

giovane benson: Mia sorella qui! Lucy, ti ordino di andare via.

Page 104: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

104

Escono tutti. Rientra flam vestito da passeggio.

flam: L’orizzonte è sgombro finalmente. Quale che sia stata la conversazio-ne alla quale Rose era invitata a partecipare e io no, mi dichiaro incapace di comprendere; ma lasciamo perdere la filosofia, gli affari mi aspettano. (Suona per chiamare un domestico). (Entra un domestico) Penna e in-chiostro.

domestico: Sì, signore. (Esce).

flam (solo): Tutti gli affittuari saranno radunati qui per il ballo stasera e se il padre della nostra Dulcinea campestre sarà di nuovo in possesso del-la fattoria, saranno di certo dei nostri. Sarà abbastanza facile portare la ragazza in giardino attraverso la finestra che si affaccia sul prato. Un ca-lesse aspetterà nella stradina di lato e amici fidati faranno scivolare un bigliettino nelle mani di Norton, informandolo della fuga e comunican-dogli il luogo in cui potrà raggiungerci. (Rientra il domestico con penna, inchiostro, una candela e due fogli di carta; li posa sul tavolo ed esce). Dovrei anche restituire il favore al mio amico, Mr. John Ellis, prometten-dogli che il denaro gli verrà consegnato nel giro di tre giorni. (Prende la lettera dalla tasca e la posa sul tavolo). La lascio qui. Prima mi occuperò della lettera a Norton. – “Caro Norton, poiché conosco i vostri desideri vi

norton: Vi restituisco la vostra casa.giovane benson: Nessun beneficio accetterò dalla mano di un traditore,/ al prezzo dell’onore

della mia amata sorella.norton: A casa!giovane benson: Via, via di qui!lucy: Caro fratello, obbedisco.norton: Vi restituisco la fattoria.giovane benson: Via di qui!giovane benson, rose e lucy: Lasciateci andare!lucy: Lo giura, fratello.norton: Lo giuro.giovane benson: Via!norton: Lo giuro!giovane benson: Giura di imbrogliarci!norton: Ascoltate quando dico che la fattoria è vostra,/ anche se il destino cambierà le no-

stre vite.lucy e rose: Ascoltatelo quando dice che la fattoria è nostra,/ anche se il destino cambierà

le nostre vite.giovane benson: Ascoltatelo quando giura che la fattoria è nostra,/ anche se il destino

cambierà le nostre vite.norton: L’accusa meschina di falsità mai ho conosciuto,/ mai infrangerò la mia promessa.lucy e rose: L’accusa meschina di falsità mai ha conosciuto,/ mai infrangerà la sua promessa.giovane benson: L’accusa meschina di falsità spesso ha conosciuto,/ sono certo che infran-

gerà la sua promessa. [N.d.T.]

Page 105: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

105

informo che ho con me la ragazza. Non ho nulla contro di voi. Raggiun-geteci non appena gli ospiti si saranno allontanati per cercarla, seguite la giusta direzione e ci troverete a quindici miglia di distanza”. (Chiu-de la lettera e la ripone accanto all’altra). Ora occupiamoci di John Ellis. Perché mai quella canaglia ha portato due fogli di carta da lettere? Va bene così, teniamo le cose tranquille fino a domani. Quando ci saranno meno impicci da risolvere e più denaro nelle tasche, spero. (Appallottola la lettera che ha appena scritto e di fretta la mette in tasca, poi inserisce nella busta quella sbagliata. Mentre la sta sigillando entra martin con fare cauto e misterioso).

martin (guarda senza essere visto): Eccolo là che cova qualche misterioso e diabolico inganno. Se solo potessi venire a capo dei suoi intrighi guada-gnerei la mia fetta di gloria. Fortunato che sono ad essere testimone di tali notizie e così addentro negli eventi da poter essere il primo a sapere che lui aveva bisogno di una persona ben fidata. Tutto deriva dal fatto che par-lo con tutti quelli che incontro e raccolgo tutte le informazioni che sento. Regola capitale! Lui non può vedermi. Ahem! (Tossisce rumorosamente e quando flam si volta annuisce con familiarità). Allora, come state?

flam: Allora come sto? Ma chi diavolo siete e cosa fate qui?

martin: Ssh!

flam: Come?

martin: Ssh! Sono il vostro uomo!

flam: Il mio uomo!

martin: Sì, l’uomo che avete richiesto a George, lo stalliere della locanda; la persona fidata che conosce tutte le strade e sa tenere un segreto; l’uomo che doveva darvi una mano nella faccenda che –

flam: Ssh! Ssh!

martin: Siete voi ora a chiedere silenzio, o no?

flam: Ci siamo mai visti prima d’ora?

martin: Certo che sì. Avete ammirato le mie maniere da Benson ieri, non ricordate? Dovete ricordare Mr. Martin Stokes. Non potete averlo dimen-ticato. Impossibile!

flam (a parte): Un amico di Benson! Un incontro ad alto rischio. Ancora un po’ e la nostra conversazione avrebbe potuto prendere una strana piega.

Page 106: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

106

(A lui) Dunque voi siete Stokes, lo Stokes amico di Benson?

martin: Potete giurarci. Ha! Ha! Sapevo che non mi avreste dimenticato. Mi chiamano il fascinoso Stokes o anche Stokes il cervellone; ma questa è adulazione.

flam: No di certo.

martin: Sì! Per la mia vita, lo è!

flam: Allora, Mr. Stokes –

martin (a parte): Ecco il segreto.

flam: Mi spiace di avervi dato il disturbo di venire fin quassù, Mr. Stokes, perché ho cambiato i miei piani e non mi avvarrò più dei vostri preziosi servigi. (Va verso il tavolo).

martin (a parte): Qualcosa non va, io ci riprovo. Sicuro che non mi volete?

flam: Sicuro.

martin: Che sfortuna, proprio ora che avevo litigato con Benson –

flam: Litigato con Benson?

martin: Perché, non lo sapevate?

flam: Mai sentito. Ora che ci ripenso, Mr. Stokes, ho proprio bisogno della vostra assistenza. Vi prego, sedetevi, Mr. Stokes.

martin: Con piacere. (Si siedono) Pensavo che aveste bisogno di me.

flam: Voi sì che siete un tipo in gamba!

martin: Non credete?

flam: Certo che sì.

martin (a parte): Ci crederesti davvero, se sapessi tutto.

flam (a parte): Cane presuntuoso!

martin (a parte): Povero diavolo!

flam: Mr. Stokes, non è necessario per un gentiluomo della vostra intelligen-za che io sottolinei l’importanza della discrezione.

martin: Naturalmente no! Vedere tutto, raccontare nulla. Regola capitale – Non la mia, a dire il vero! Procediamo.

flam: Non vi dispiacerebbe fare un piccolo scherzo a Benson, uno scherzet-to innocuo?

Page 107: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

107

martin: Certo che no. Ditemi pure.

flam: Mi fido di voi.

martin: E fate bene. Procedete.

flam: Un calesse e quattro cavalli aspetteranno al cancello del giardino che dà sulla strada alle dieci in punto.

martin: Ma davvero? Andate avanti.

flam: Non mi interrompete, Stokes. Su quel calesse dovrete aiutarmi a siste-mare in fretta e in assoluto silenzio –

martin: Sì, ditemi.

flam: Indovinate chi?

martin: Non ne ho idea.

flam: Proprio nessuna idea?

martin: No.

flam: Provate a pensarci.

martin: Come? No! – Miss –

flam: Ssh! Ssh! Avete capito tutto, vedo. Ora tacete. Non una sillaba ancora.

martin: Ma davvero volete scappare con –

flam (gli tappa la bocca): Voi mi capite. È più che abbastanza.

martin (a parte): Ha intenzione di scappare con Rose. Se io non lo avessi scoperto, John Maddox, uno dei miei più cari amici, sarebbe diventato matto per il dolore. (A lui) Che ne sarà di Miss Lucy quando non ci sarà più Miss Rose?

flam: Non importa, non possiamo portarle via entrambe senza rischiare di essere immediatamente scoperti. Incontriamoci all’angolo del viale prima che il ballo cominci e se sarà il caso vi darò ulteriori istruzioni. Nel frattem-po prendete questo (gli dà del denaro) come anticipo di quel che ricevere-te quando la ragazza sarà al sicuro. Ricordate, segretezza e silenzio.

martin: Segretezza e silenzio. (Esce flam) – Confidenze e due ghinee. Sono assolutamente turbato da questo terribile segreto. Cosa posso fare? Dove posso andare? – Da un amico, il vecchio Benson, o il giovane Benson, op-pure George Edmunds? Oppure ancora – No, andrò da John Maddox e lo

Page 108: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

108

stupirò con le mie rivelazioni. Non c’è un attimo da perdere. Sono in uno stato di grande agitazione. Scappare con Rose! Suppongo che scapperà con Lucy la prossima volta. Non mi stupirebbe. Scappare con Rose! Io non l’ho mai fatto – (esce di fretta).

SCENA SECONDA – In paese, all’aperto.

norton: Ho preso la mia decisione. La ragazza mi ha aperto il suo cuore e sarebbe più che crudele perseguitarla ancora. Cercherò Benson ed Ed-munds e proverò a porre rimedio ai danni della mia follia. Ho cercato invano la felicità nella vita dissoluta delle grandi città. La vita di campa-gna offre salute e allegria e questa è la vita che ho scelto per me per le stagioni a venire.

canzone – nortonThere’s charm in Spring, when everythingIs bursting from the ground;When pleasant showers bring forth the flowers,And all is life around.

In summer day, the fragrant hayMost sweetly scents the breeze;And all is still, save murmuring rill,Or sound of humming bees.

Old Autumn come, with trusty gunIn quest of birds we roam:Unerring aim, we mark the game,And proudly bear it home.

A winter’s night has its delight,Well warm’d to bed we go;A winter’s day, we’re blithe and gay,Snipe-shooting in the snow.

A country life without the strifeAnd noisy din of town,Is all I need, I take no heedOf splendour or renown.

Page 109: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

109

And when I die, oh, let me lieWhere trees above me wave;Let wild plants bloom, around my tomb,My quiet country grave!12

Esce.

SCENA TERZA – Lo stesso cortile dell’Atto I, Scena Prima.

edmunds e maddox si incontrano.

john: Ah, George! È gentile da parte vostra venire alla fattoria oggi e darci un’occhiata prima che ce ne andiamo per sempre. Forse mi sbaglio ora, George, ma che io ricordi non ho mai visto le siepi così fresche, i campi così rigogliosi e la vecchia casa più bella e comoda di oggi. È una mia fantasia, vero?

edmunds: È un posto al quale val bene la pena di essere affezionati perché è il più bello del mondo.

john: Ah! Voi mi leggete nei pensieri; a proposito, volevo chiedervi un consi-glio che riguarda Rose. Era mia intenzione venire su apposta stamattina. Pensate che lei abbia interesse per me, George?

edmunds (sorride): Come mai questo pensiero? Ha forse recentemente mo-strato un disperato bisogno di affetto?

john: No – No – Certo che no. Ma un tempo sì, e la ragazza ha buon cuore dopo tutto; ed è venuta in lacrime da me stamattina al prato e, in un modo o nell’altro, il mio cuore si è commosso per lei; e – e – c’è qualcosa

12 La Primavera è una meraviglia,/ tutto rinasce dalla terra;/ la pioggia fa crescere i fiori/ e tutto intorno è vita.

Nei giorni d’Estate l’erba fragrante/ dolcemente profuma le brezze,/ e tutto è in pace, solo il ruscello mormora/ e le api ronzano intorno.

Ecco il vecchio Autunno, con il fidato fucile/ si aggira di prede a caccia:/ girando per i cam-pi punta alla selvaggina/ e orgoglioso porta a casa un ricco carniere.

Anche una notte d’Inverno ha le sue gioie,/ tra le coltri calde del letto;/ allegri e felici in un giorno d’inverno/ cacciamo i beccaccini nella neve.

La vita di campagna senza liti/ e senza il baccano della città./ È questo ciò che mi serve,/ lasciar perdere splendore e notorietà.

E quando morirò, oh!, lasciatemi riposare/ dove l’albero ondeggia al vento,/ che le piante crescano intorno alla mia tomba,/ la mia quieta tomba di campagna! [N.d.T.].

Page 110: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

110

di molto gradevole nei suoi modi, non è vero, George?

edmunds: Senza dubbio. Così sembra che la pensino molti altri, oltre a noi.

john: Intendete dire Mr. Flam? (edmunds annuisce) Ah! È un brutto affare. Ma ci sono ancora delle giustificazioni per una giovane ragazza di cam-pagna che non aveva mai visto prima un gentiluomo di città; non ci si può aspettare che conosca bene come me e te il suo vero valore. Comun-que sia, Rose è venuta al prato stamattina, mentre io ero là a guardare i puledrini e a meditare su tutte le nostre sfortune; per prima cosa mi si è avvicinata, poi si è fermata a poca distanza da me, poi si è allontanata e riavvicinata ancora; e l’ho sentita piangere come se le scoppiasse il cuo-re; poi si è avvicinata ancora un po’ e infine ha messo una mano sul mio braccio e mi ha guardato. Mi sono venute le lacrime agli occhi, George, e non lo posso sopportare, perché ho pensato ai tanti giorni in cui sia-mo stati felici insieme, e non riesco a pensare che possa essere successo qualcosa per cui lei abbia paura di me o io sia poco gentile con lei.

edmunds: Siete una brava persona, John, un uomo eccellente. Tornate da lei; penso che lei abbia un ottimo carattere, ancorché celato a volte da una infantile leggerezza; – potete tranquillamente tornare da lei – anche se lei fosse di sentimenti meno nobili, non potrebbe mai abusare della vostra natura gentile e del vostro affetto.

john: È questo il vostro consiglio? Qua la mano, George. (Si stringono la mano) La conquisterò. Danzerete al nostro matrimonio, così come io non dispero di danzare al vostro.

edmunds: Al mio! Dov’è il vecchio? Sono venuto per offrirgli la mia casa al paese. Non ci vive nessuno ora; ha un bel giardino che a lui piacerà e potrà essergli utile fino a quando la questione non sarà risolta.

john: È da qualche parte alla fattoria; venite con me oltre il cortile e forse riusciremo ad incontrarlo – da questa parte.

Escono. Entra il giovane benson.

giovane benson: La parte peggiore della dura prova è ormai passata per il vecchio. Con lui sono stato in ogni angolo di questi campi e in ogni stan-za della casa. Non posso biasimarlo, né consolarlo nel suo dolore, perché la fattoria è stato il luogo felice dei giorni della mia infanzia e della mia adolescenza, e guardandola per l’ultima volta mi sembra di lasciare per

Page 111: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

111

sempre un vecchio amico della giovinezza.

canzone – giovane benson

My fair home is no longer mine;From its roof-tree I’m driven away,Alas! Who will tend the old vine,Which I planted in infancy’s day!The garden, the beautiful flowers,The oak with its branches on high,Dear friends of my happiest hours,Among ye, I long hoped to die.The briar, the moss, and the bramble,Along the green paths will run wild:The paths where I once used to ramble,An innocent, light-hearted child.13

Alla fine della canzone entra nel coro il vecchio benson, con lucy e rose.

giovane benson (gli viene incontro): Venite, padre, venite!

vecchio benson: Sono pronto, ragazzo mio, non abbiamo da percorrere che alcuni passi e il dolore acuto della partenza sarà passato. Vieni, Rose, portate qui quell’infelice ragazza; venite!

Mentre si allontanano entra il signor norton, e i due si incontrano.

norton: Sono arrivato in tempo.

benson (al giovane benson che avanza): Harry, stai fermo. Signor Norton, se con la vostra visita intendete farvi beffe dell’infelicità che ci avete procu-rato, siete senza cuore e avreste potuto risparmiarci questa offesa.

norton: Benson, non mi fate giustizia. Io vengo qui, non per prendermi gio-co del vostro dolore ma per pregarvi, per supplicarvi di restare. L’affitto

13 La mia bella casetta non è più mia;/ dal suo tetto verdeggiante son cacciato via./ Ahimè! Chi si occuperà della vecchia vite,/ che quando ero bambino ho piantato!/ Il giardino, i fiori profumati,/ la quercia con i suoi alti rami,/ cari amici del tempo felice,/ tra di voi avevo sperato di morire./ L’erica, il muschio e il rovo,/ la quercia con i suoi alti rami/ selvaggi occuperanno i verdi sentieri,/ i sentieri dove un tempo correvo,/ innocente creatura senza pensieri [N.d.T.].

Page 112: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

112

sarà rinnovato; – vi supplico di restare.

benson: Non è lasciare la casa della mia infanzia, quella che tutti amiamo, che abbatte il mio spirito oggi. Qui, in questa vecchia casa, per oltre due-cento anni hanno vissuto e sono morti i miei antenati, e i loro nomi sono rimasti puri e senza macchia. Io sono il primo a varcare questa soglia con il marchio dell’infamia su di me. Dio avesse voluto farmi lasciare questo posto da morto, tanti anni fa, e che mi fosse risparmiata questa vergogna. Voi avete colpito un vecchio nella sua debolezza, ma non con la vostra vendetta, signore. Voi mi implorate di rimanere qui, ma io rifiu-to la vostra offerta. Qui! Un padre che si arrende a colui che ha calpestato l’onore e il buon nome della propria figlia! Non dite altro, signore. Fatemi passare.

Entrano da dietro stokes ed edmunds.

norton: Benson, commettete una grande ingiustizia, non verso di me, ma verso vostra figlia. Dopo la coraggiosa confessione del suo amore per Edmunds e del disgusto per la mia proposta, la stimo troppo per poter ferire lei o voi.

lucy: Caro padre, è tutto vero. Il nobile comportamento del Padrone verso di me stamattina non potrà essere dimenticato, e non gli sarò mai grata abbastanza.

benson: Grazie a Dio! Grazie a Dio! Posso rivolgere ancora a lei il mio sguar-do. La mia bambina! La mia cara bambina! (La abbraccia emozionato) Ho fatto torto a Vostra Signoria e spero che mi perdonerete. (Si stringono la mano).

martin (corre avanti): Anche io vi ho fatto torto, e spero che mi perdonerete. Non lasciate la fattoria, dunque? Urrà! (Un uomo che trasporta un secchio e degli arnesi attraversa la scena) Salve, giovanotto! Fermatevi, fermatevi! Non portate via niente altro e riportate indietro il resto. Si fermeranno alla fattoria. Salve, amici! (Chiama tutti). Lasciate la mangiatoia e rimet-tete tutto a posto. Resteranno tutti alla fattoria.

Esce schiamazzando.

benson (vede edmunds): Ma come! George qui, che si allontana dal suo vec-

Page 113: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

113

chio amico senza un saluto o una stretta di mano, proprio nel momento in cui se li doveva aspettare! Vergogna, George, vergogna!

edmunds: La mia presenza qui è inutile! Per caso e senza intenzione ho ap-pena sentito la dichiarazione resa da vostra figlia al Signor Norton questa mattina.

benson: Credeteci, George. Non si può dubitare della sua veridicità.

edmunds: Certo che ci credo. Ma sono stato ferito, ridicolizzato, messo da parte come un matto. L’onestà del mio amore è stata insultata; si è parla-to del mio affetto solo per metterlo alla prova oltre ogni limite. Lucy, per tutto questo io vi perdono. Tornate ad essere quella che eravate una vol-ta. Potete farlo. Tornate ad essere la donna dall’animo nobile invece che la ragazzina frivola e senza pensieri che disonora il suo nome. Fate que-sto e sarete di nuovo mia. Restate come siete e io non sarò mai vostro!

benson: Portatela dentro, Rose! Su, mia cara, su! (I benson e rose la condu-cono via lentamente).

edmunds: Signor Norton, se questo cambio di atteggiamento è sincero me-rita molto di più di un semplice grazie. Se invece avete finto per qualche motivo dei vostri, le conseguenze ricadranno sulla vostra testa.

norton: Ed io sarò pronto ad affrontarle.

duetto – signor norton e edmunds

norton:Listen, though I do not fear you,Listen to me, ere we part.

edmunds:List to you! Yes, I will hear you.

norton:Yours alone is Lucy’s heart,I swear it, by that Heaven above me.

edmunds:What! Can I believe my ears!Could I hope that she still loves me!

norton:Banish all these doubts and fears,If a love were e’er worth gaining,

Page 114: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

114

If love were ever fond and true,No disguise or passion feigning,Such is her young love for you.

Listen, though I do not fear you,Listen to me ere we part.edmunds:List to you! Yes, I will hear you,Mine alone is her young heart.14

Escono uno alla volta.

SCENA QUARTA – Il viale che conduce alla casa, rischiarato dalla luce della luna. La casa sullo sfondo è allegramente illuminata.

Entrano flam e martin.

flam: Avete la lettera che vi ho dato per il Signor Norton?

martin: Certo che sì. Eccola.

flam: Quando mi vedrete lasciare la stanza, fatela scivolare nelle mani del si-gnor Padrone; è facile farlo senza essere individuati nella confusione del-le danze. Poi mi seguirete. Avete compreso alla perfezione le istruzioni?

martin: Completamente!

flam: Non c’è niente altro che volete sapere?

martin: No, niente. Invece sì, vorrei sapere se – se –

flam: Sì, ditemi pure.

martin: Se per caso voi foste in grado di farmi avere un altro paio di ghinee

14 norton: Ascoltate, di voi paura non ho,/ ma qui noi ci separiamo.edmunds: Ascoltarvi! Certo che vi ascolto.norton: Il cuore di Lucy è solo vostro/ come è vero il cielo sopra di me.edmunds: Come? Non credo alle mie orecchie!/ Posso sperare che lei mi ami ancora?norton: Allontanate i dubbi e le paure,/ se un amore è degno di questo nome,/ se è amore

vero e sincero/ passione non finge e non si maschera./ E questo è il suo amore per voi!/ Ascol-tate, anche se di voi paura non ho,/ ascoltate, qui noi ci separiamo.

edmunds: Vi ascolto! Sì che vi ascolto./ Solo mio è il suo giovane cuore [N.d.T.].

Page 115: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

115

prima di andare via. Pagamento anticipato – Regola capitale. E se non potete forse non mi pagherete per nulla, sapete. (A parte) Dato che non intendo andare, è assai probabile.

flam: Siete un tipo eccezionale, Stokes, un gran conversatore davvero. Ma quando scendete nei dettagli diventate eccessivamente prosaico. Su al-cuni argomenti, i soldi per esempio, mostrate acute intuizioni e sembra-te disposto a dilungarvi su di esse. Dovreste liberarvi di questa abitudine, datemi retta. Arrivederci, Stokes; avrete il doppio delle due ghinee che chiedete quando il viaggio si sarà concluso. Ricordate. Ci vediamo alle dieci. (flam esce).

martin: Le dieci in punto! State certo che non dimentico. E adesso riveliamo la terribile scoperta al mio amico John Maddox. Passerà da questa parte sulla via del ballo. Eccoli che arrivano, – non lo vedo però. (Gruppi di uomini e donne del villaggio con mantelli attraversano la scena sulla via del ballo) Come va, Tom? E voi, Will?

abitanti: E voi, Mastro Stokes?

martin (stringe la mano a tutti): Come va, Susan? Cary, la mia prima ragazza, baciare sempre la prima ragazza, – Regola capitale. (La bacia). Arriveder-ci, ci vediamo al ballo.

abitanti: Ma certo, Mastro Stokes! (Escono).

martin: Non tra loro (altri attraversano la scena), e neanche tra loro. Eccolo che arriva: – e Rose è con lui – piccola vittima innocente, ignara dell’atro-ce disegno contro di lei!

Entrano maddox e rose a braccetto.

john: Ha! Ha! Ha! Questa sì che era buona, eh? Peccato non avervi incontrato un minuto fa. Ho raccontato una barzelletta con i fiocchi. Avreste riso a crepapelle!

martin (con fare misterioso allontana maddox da rose e bisbiglia): Vi devo parlare.

john (bisbiglia): Di che si tratta?

rose: Non state a bisbigliare in disparte, John. Se avete qualcosa da dire a Mr. Stokes, parlate davanti a me.

Page 116: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

116

john (la prende per un braccio): Ah, sì! Davanti a lei! Non vi preoccupate, Martin, lei diventerà mia moglie, sapete, e presto ci dovremo dire tutto, non è vero, Rose?

rose: Proprio così. Perché non parlate, Mr. Stokes? Suppongo sia la vecchia storia – c’è qualcosa che non va?

martin: Qualcosa che non va! Penso proprio di sì. E voi non sapete di cosa si tratta, altrimenti non sareste così allegri. Ciò che vi devo dire – non abbiate paura, Miss Rose – ha a che fare con – non vi allarmate, Mastro Maddox.

john: Io non mi allarmo; voi mi allarmate. Avanti, parlate.

rose: Suvvia, parlate, no?

martin: Si tratta di Mr. Flam.

john (lascia il braccio di rose): Mr. Flam!

martin: Ssh! E di Miss Rose.

rose: Di me! Di me e di Mr. Flam!

martin: Alle dieci di questa sera – non abbiate paura, Miss – Mr. Flam in-tenderebbe scappare in segreto su un tiro a quattro e portare via con sé, contro la sua volontà, Miss Rose.

rose: Me! Oh! (Con un grido cade tra le braccia di maddox).

john: Sfregatele le mani, Martin, sta per svenire.

martin: Poco male! Meglio uno svenimento che un tiro a quattro.

rose (riprende i sensi): Oh, John, non lasciatemi andare!

john: Lasciarvi andare! Neanche se vedessi l’intero palazzo in fiamme.

rose: Tenetemi stretta, John.

john: Vi terrò stretta, contateci!

rose: Venite dall’altra parte, Mr. Stokes: prendete il mio braccio e tenetemi stretta, Mr. Stokes.

martin: Non abbiate paura, mi occuperò io di voi. (La prende per un brac-cio).

rose: Oh! Mr. Stokes.

Page 117: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

117

martin: Proprio così! Non c’è niente che non va, no?

rose: Oh, Mr. Stokes, vi prego, perdonatemi per aver dubitato che ci fosse – Oh, che situazione terribile! Che ne sarà di me?

martin: Parola mia, non lo so. Penso che sarebbe stato meglio chiuderla in qualche posto sotto terra, non è vero, John? O lasciarla – supponiamo di avere le chiavi della cripta di famiglia – chiusa là dentro per un’ora o due.

john: Grande idea!

rose: Oh, Signore! Sicuramente potremmo trovare un luogo più gradevole, John.

martin: Ho trovato. La porterò via io.

entrambi: Tu?

martin: Io – non abbiate paura – me ne occuperò io. Voi danzerete con lei per tutta la serata e io mi terrò nei pressi. Se qualcuno proverà a portarla via, lo metterete a terra e io vi aiuterò.

john: Ecco il piano. Coraggio, allora.

rose: Ho paura! Tenetemi stretta, Mr. Stokes. Non lasciatemi andare, John!

Escono parlando. Entra lucy.

lucy: Crapuloni festaioli! Come li invidio! Come è triste la mia situazione – con il cuore triste, obbligata a partecipare ad una festa alla quale l’unica persona che vorrei incontrare davvero non verrà. Ma non mi lamento. Vedrà che sarò degna di lui una volta per tutte. Ho aspettato tanto guar-dando le ombre della sera intorno a me che non posso sopportare di scambiare la bellezza di quella scena con il chiasso e le luci di una sala affollata.

canzone – lucy

How beautiful at even-tideTo see the twilight shadows pale,Steal o’er the landscape, far and wide,O’er stream and meadow, mound and dale.How soft is Nature’s calm reposeWhen evening skies their cool dews weep:

Page 118: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

118

The gentlest wind more gently blows,As if to soothe her in her sleep!The gay morn breaks,Mists roll away,All Nature awakesTo glorious day.In my breast aloneDark shadows remain;The peace it has knownIt can never regain.15

ULTIMA SCENA – Una grande sala da ballo, tante luci. Una finestra sul-lo sfondo dalla quale si vede un paesaggio illuminato dalla luna. Una folla di persone della campagna. – Il signor norton, flam, i benson, lucy, rose, martin e maddox.

norton: Benvenuti, amici, siate tutti i benvenuti! Venite, si formino le coppie e si dia inizio alle danze.

flam (a lucy): Mi concedete questo ballo?

lucy: Vi prego di scusarmi, signore; sto poco bene. La mia testa duole per i tanti pensieri. Mi metterei volentieri a sedere vicino alla finestra sul giar-dino per godere della fresca brezza della sera. (Va verso il fondo della scena e lui la segue).

john (a parte): State con me, Martin. È andato a dar ordini per il calesse, forse.

rose: Oh! Vi prego, non lasciate che mi portino via, Mr. Stokes.

martin: Niente paura – niente paura. Flam se n’è andato. Tra un attimo darò il biglietto al Signor Norton.

norton: E ora – che le danze abbiano inizio.

15 Come è bello al tempo della sera/ veder le pallide ombre del crepuscolo/ sul paesaggio furtive calare,/ e ricoprire ruscelli e campi, colline e valli./ Come è dolce il quieto sonno della Natura/ quando la sera piange lacrime fredde di rugiada:/ i venti leggeri soffiano con più genti-lezza/ per accarezzarla nel sonno!/ Ecco l’allegro mattino,/ la nebbia si alza,/ la natura tutta si risveglia/ alla gloria del giorno./ Solo nel mio cuore/ restano ombre scure;/ la pace di un tempo/ non potrà più tornare [N.d.T.].

Page 119: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

119

una danza popolare

martin e maddox nel tentativo di tenersi vicini a rose creano una gran confusione. Mentre norton osserva una coppia che balla, martin gli si avvicina alle spalle, lascia scivolare una lettera tra le sue mani e riprende il suo posto. norton si guarda intorno come per cercare la persona che gliel’ha consegnata; poiché non ci riesce la ripone e si ritira tra la folla dei ballerini. Improvvisamente si sente un forte grido e le danze si fermano. Grande confusione. martin e maddox tengono fermamente rose.

norton: Che cosa è successo? Da dove proveniva quell’urlo?

diverse voci: Dal giardino, dal giardino!

edmunds (da fuori): Sollevatelo e portatelo qui. Lucy, cara Lucy!

benson: Lucy! Bambina mia! (Attraversa il palcoscenico ed esce nel giardi-no).

martin: La sua bambina! Dannazione! Non possono averne una e allora scappano con l’altra. Qui ci deve essere un errore! Lasciate che vada, Rose. Venite, John, andiamo, andiamo!

Mentre corrono verso la finestra, edmunds appare, senza cappello e con i vestiti in disordine, con lucy tra le braccia. La consegna a suo padre e a rose.

rose: Lucy, mia cara Lucy, guardatemi!

benson: È ferita, George? La povera ragazza è ferita?

edmuns: No, è solo terrorizzata, ma si riprenderà al più presto. Vedete! Sta già meglio. (lucy gradualmente si riprende mentre flam, con i vestiti strap-pati e il volto alterato, è condotto in scena da maddox e martin).

benson: Signor Norton, stavamo per assistere a un gesto meschino e a uno spergiuro.

norton (a flam): Furfante, questa è opera tua!

flam (a parte, a norton): Esatto, Norton, tenete la parte!

norton: Non rivolgetevi a me con quella odiosa confidenza, disgraziato!

Page 120: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

120

flam: Non avrete davvero intenzione di denunciarmi?

norton: Da questo istante!

flam: Davvero? E allora ve ne assumerete le conseguenze.

norton: Benson, Edmunds, amici. Dichiaro solennemente a tutti voi di non avere alcuna parte in questo disgraziatissimo oltraggio. È stato perpetra-to interamente da questo furfante e senza che io ne fossi a conoscenza.

flam: È falso; è stato fatto con il suo consenso. Ha nelle tasche in questo mo-mento una mia lettera che lo informa delle mie intenzioni.

tutti: Una lettera!

norton: Una lettera è stata fatta scivolare nelle mie mani cinque minuti fa, ma mi informava non delle intenzioni di costui, bensì del suo carattere disonesto e disgraziato, che mi era completamente sconosciuto. (A flam) Riconoscete questa scrittura, signore? (Gli mostra la lettera).

flam: La lettera per Ellis! (Cerca nelle sue tasche e ne mostra un’altra) Io devo – che asino sono stato! Gli ho dato la lettera sbagliata.

norton: Lascerete questa casa all’istante; questo tetto non vi ospiterà mai più. Prendete questo e andate! (Gli lancia un sacchetto di monete).

flam (lo afferra): Suppongo che voi pensiate di essere stato generoso, eh? Avrei potuto guadagnare il doppio a Londra, Norton, davvero. E che dire del tempo che ho sprecato con questi zoticoni. Il doppio del prezzo sa-rebbe comunque stata una paga miserabile. Vi saluto, Norton! Addio, zappatori. (Esce).

norton: Edmunds, avete salvato la vostra futura moglie da una brutale vio-lenza; la proteggerete da situazioni simili in futuro?

edmunds: Anche se volessi, sento, ora che l’ho protetta, che non potrei non continuare a farlo.

norton: E allora prendete lei e la vecchia fattoria, che da oggi vi appartiene. Non manderete via il vecchio Benson, voglio sperare?

edmunds (stringe la mano a benson): Non credo che ci siano delle possibi-lità di litigio sull’argomento, e con gratitudine rendiamo omaggio alla generosità di Vostra Signoria. Maddox!

john: Salve!

edmunds: Ora non desidero più la casa e il giardino di cui si parlava stamat-

Page 121: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

121

tina. Prenderò il buon esempio: lo concederò a vostra moglie come dote per il matrimonio.

rose: Che meraviglia! Accetterai, John, non è vero?

john: Grazie, George, grazie! Ora so, Martin, di essere degno di una casetta e di un pezzo di terra, finalmente!

martin: Sì, possiamo ora considerarci allo stesso livello.

norton: Che riprendano le danze!

martin: Vi chiedo scusa, solo una parola. (Sussurra a norton).

norton: Spero di no. Ricordate che oggi siete già stato frainteso. È meglio indagare.

martin: Lo farò. (Al pubblico) Il mio carissimo amico, se mi permette di chia-marlo tale –

norton: Ma certamente.

martin: Il mio carissimo amico il Signor Norton desidera che io domandi a tutti gli amici presenti se c’è – qualcosa che non va. Siamo lieti di avere la vostra approvazione, non avreste potuto fare di meglio. È questa è una Regola capitale.

danza e finale. coroJoin the dance, with step as lightAs every heart should be to-night;Music, shake the lofty dome,In honour of our Harvest Home.

Join the dance, and banish care,All are young, and gay, and fair;Even age has youthful grown,In honour of our Harvest Home.

Join the dance, bright faces beam,Sweet lips smile, and dark eyes gleam;All these charms have hither come,In honour of our Harvest Home.

Join the dance, with step as light,As every heart should be to-night;Music, shake the lofty dome,In honour of our Harvest Home.

Page 122: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

122

quintetto – lucy, rose, edmunds, norton e il giovane bensonNo light boundOf stag or timid hare,O’er the groundWhere startled herds repair,Do we prizeSo high, or hold so dear,As the eyesThat light our pleasures here.No cool breezeThat gently plays by night,O’er calm seas,Whose waters glisten bright;No soft moanThat sighs across the lea,Harvest Home,Is half so sweet as thee!

coroHail to the merry autumn days, when yellow cornfields shine,Far brighter than the costly cup that holds the monarch’s wine!Hail to the merry harvest time, the gayest of the year,The time of rich and bounteous crops, rejoicing, and good cheer.Hail! Hail! Hail!16

SIPARIO

16 Danza con noi con passo leggero/ leggero ogni cuore deve esser stasera/ la musica ralle-gri la ricca magione/ per fare onore al nostro raccolto.

Danza con noi e allontana le pene/ tutti siam giovani, allegri e belli/ anche i vecchi diven-tano giovani/ per fare onore al nostro raccolto.

Danza con noi, i volti si illuminano/ le labbra sorridono, gli occhi brillano/ la bellezza è tra noi/ e fa onore al nostro raccolto.

Danza con noi con passo leggero/ leggero ogni cuore deve essere stasera/ la musica ralle-grerà la ricca magione/ e farà onore al nostro raccolto.

quintetto – lucy, rose, edmunds, norton e il giovane benson:Non il salto leggero/ della timida lepre/ o del cervo sulla terra/ dove le pavide greggi ripa-

rano/ a noi sono così cari/ come gli occhi illuminati/ dalle nostre gioie./ Non la fresca brezza/ che soffia gentile nella notte/ sul mare calmo/ e sulle acque luccicanti,/ non il dolce rumore/ del vento che soffia tra i campi,/ niente è più dolce/ del raccolto della tua casa!

coro:Benvenuti i giorni d’autunno, e i campi gialli come il sole/ lucenti più della preziosa coppa

che contiene il vino del Re!/ Benvenuto il tempo del raccolto, il più felice dell’anno,/ del raccol-to ricco e abbondante, dell’allegria e del buon umore! Urrà! Urrà! Urrà! [N.d.T.]

Page 123: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

SUA MOGLIE?Ovvero

UN CASO SINGOLARE

BURLETTA IN UN ATTO

IS SHE HIS WIFE?OR

SOMETHING SINGULAR!(1837)

Traduzione di Loredana Salis

Page 124: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 125: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

125

SUA MOGLIE?

Ovvero

UN CASO SINGOLARE

BURLETTA IN UN ATTO

PERSONAGGI:

ALFRED LOVETOWN

MR. PETER LIMBURY

FELIX TAPKINS (già inquilino della India House in Leadenhall Street, e in Prospect Place, Poplar, attualmente residente presso la Rustic Lodge nei pressi di Reading)

JOHN (inserviente del Cavalier Lovetown)

MRS. LOVETOWN

MRS. PETER LIMBURY

Page 126: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

126

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE (ST. JAMES’S THEATRE, LONDRA, 6 Marzo 1837)

ALFRED LOVETOWN: Mr. Forester PETER LIMBURY: Mr. Gardner FELIX TAPKINS: Mr. Harley JOHN: [non indicato] MRS. LOVETOWN: Miss Allison MRS. LIMBURY: Madame Sala

SCENA PRIMA – Una stanza che si affaccia su un giardino. Si vede una tavo-la imbandita per la colazione; sedie ecc. I coniugi lovetown, sul lato destro, fanno colazione. Il cavalier lovetown, in vestaglia e pantofole, legge un quo-tidiano. Sul lato vi è un siparietto.

lovetown (alla sinistra del tavolo, sbadiglia): Cara, un’altra tazza di tè – Oh, Signore!

mrs. lovetown (alla destra del tavolo): Gradirei, Alfred, che ti sforzassi di as-sumere un atteggiamento più allegro in presenza di tua moglie. Siamo sposati da pochi mesi e già sbadigli in continuazione e ti lamenti ennui. Mi domando, come sarai fra qualche anno? Tutto ciò è piuttosto bizzarro da parte tua.

lovetown: Bizzarro dici? Tutt’altro, mia cara, tutt’altro. La situazione lo sa-rebbe se non mi comportassi così. Il punto è, tesoro, che ne ho abba-stanza della campagna, di campi verdi, di siepi rigogliose e pennuti che cantano, tutte cose di cui è sicuramente bello parlare, leggere e scrivere; ma per quanto mi riguarda, confesso candidamente di preferire le stra-de ben pavimentate, i cancelli di ferro e la campanella del netturbino, dopotutto.

mrs. lovetown: Quante volte mi hai detto che con me accanto avresti potuto vivere contento e felice anche nel deserto?

lovetown (legge): “Abile impostore!”

mrs. lovetown: Non mi hai per caso detto e ridetto che la fortuna e gli inte-ressi personali erano per te secondari? E che mi amavi per quelle virtù

Page 127: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

127

che aggiungono lustro alla vita pubblica e che, più di ogni altra cosa, rendono bella e dolce la terza età?

lovetown (legge): “Uno sciroppo lenitivo!”

mrs. lovetown: Ti lamenti che la vita di campagna è monotona e ripetitiva. Dimentichi forse che sei stato tu a proporre di trasferirci in campagna? E non avevi detto che così facendo avrei potuto esprimere la mia natura compassionevole e prender parte alle fiere di beneficenza?

lovetown (legge): “Trappole per esseri umani!”

mrs. lovetown: Neanche mi ascolta – Alfred, caro –

lovetown (pesta per terra con un piede): Sì, vita mia –

mrs. lovetown: Caro, hai sentito cosa ho appena finito di dirti?

lovetown: Sì, tesoro.

mrs. lovetown: E qual è la tua risposta?

lovetown: Mah, mi hai ripetuto queste cose talmente tante volte in queste sei settimane che non mi pare ci sia nient’altro da aggiungere. (Legge) “Il sapiente giudice fece un resoconto breve, ma completo del processo del pover’uomo”.

mrs. lovetown (a parte): Posso tollerare tutto, ma non questa sua indifferen-za! È fin troppo evidente che non gli importa di me.

lovetown (a parte): Posso sopportare tutto, ma non questi continui batti-becchi. Ribadisco, mia cara, che in questa casa fuori mano mi sento pro-fondamente e orribilmente annoiato.

mrs. lovetown: E io ribadisco che se tu avessi anche il minimo piacere di stare in compagnia di tua moglie, e se la amassi come dicevi un tempo, non avresti di che lamentarti!

lovetown: Se non sapessi che sei una creatura tra le più dolci al mondo, mia cara, penserei a te come all’imitazione riuscita di una femmina irritante.

mrs. lovetown: Davvero curioso, caro, perché se io non sapessi che tu sei un marito delizioso, premuroso e galante dovrei pensare di averti scambia-to per un gran bel cafone!

lovetown: Mia cara, così mi offendi.

Page 128: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

128

mrs. lovetown: Mio caro, sei assolutamente intollerabile (girano le sedie e si danno le spalle).

felix tapkins (dietro le quinte canta):

La moglie getta le braccia al collodi suo marito per farlo restare;oh caro, pioggia, grandine e vento– a caccia oggi non ci puoi andare.Ma a caccia ci andremo, ci andremo, ci andremnoi a caccia ci andrem.

mrs. lovetown: Ecco quella cara creatura generosa, Mr. Tapkins – ti capita mai di sentire lui che si lamenta perché la vita in campagna è monotona? Una creatura dal cuore semplice – la sua allegria e il suo buon umore sono meravigliosi, persino per una come me. (Si alza).

lovetown: Non dovrebbero sorprendere nessuno, mia cara, dopotutto lui non è sposato.

felix tapkins fa capolino dalla finestra, sulla sinistra.

tapkins: Ha, ha! Come state? – Che bella giornata! Perbacco, che giornata! Sto lavorando in giardino dalle cinque di questa mattina e ho visto le piante fiorire sotto i miei occhi! La sassifraga ombrosa1 cresce inarresta-bile, oggi è il doppio di ieri in altezza. Gli steli si accumulano come i de-biti dal sarto, e come al solito la rugiada – e che rugiada! – ha spezzato i boccioli delle rose col suo peso! – Suvvia, venite, non è poi così male prima di cena.

lovetown: Ah, Felix, voi sì che siete un cagnolino felice!

tapkins: Certo che sì, Felice di nome e felice di fatto – perché diavolo non dovrei esserlo? Perché non dovrebbero esserlo tutti? A che serve essere infelici, dico io!

mrs. lovetown: Avete ultimato i lavori di restauro, Mr. Tapkins?

tapkins: Vi riferite alla Rustic Lodge? (Lei annuisce) Che Dio vi benedica, un

1 Nel testo originale si parla di “London Pride”, qui tradotta semplicemente come “sassifra-ga ombrosa”. Il nome di questa pianta riflette l’orgoglio di una nazione, e di una città, Londra, che nel corso del Diciannovesimo Secolo dominano la scena politica e culturale internazionale [N.d.T.].

Page 129: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

129

posto così non si è mai visto – comignoli di cartone, balconi alla greca, parapetti in stile gotico, tetto di paglia.

mrs. lovetown: Esattamente!

tapkins: Sì, che il Signore vi benedica, una veranda con tante piante verdi e l’edera tutt’intorno alle colonne.

mrs. lovetown: Rurale, proprio!

tapkins: Assolutamente rurale, mia cara Mrs. Lovetown, e delizioso. Le fine-stre alla francese, poi, un tocco di classe.

mrs. lovetown: Non ne dubito!

tapkins: Sì, neanche io ne dubito. In una bella serata d’estate dal prato sono saltate direttamente in salotto le rane.

mrs. lovetown: O cielo!

tapkins: E sì, o cielo! Proprio come in campagna – un piccolo paradiso. E quando vado nella veranda a fumare, dopo un acquazzone, gli scarafaggi neri cadono nel mio brandy allungato.

mr. e mrs. lovetown: No! – Ha! Ha! Ha!

tapkins: Sì. E io li tiro fuori dal bicchiere con un cucchiaino e poi tra me e me faccio scommesse su chi se la dà a gambe in meno tempo! Ha! Ha! Ha! (Ridono tutti). E che dire della stalla? A Rustic Lodge la stalla si trova vicino alla finestra della sala da pranzo.

lovetown: No!

tapkins: E sì. Il cavallo non può tossire, che lo sento subito. C’è compattezza. Niente di più comodo dell’architettura di una casa di campagna, caro mio. A proposito, ho lasciato il nuovo cavallo al cancello d’ingresso pro-prio adesso.

mrs. lovetown: Il nuovo cavallo!

tapkins: Il nuovo cavallo! Un bell’esemplare, e che scatto! Riesce ad allunga-re i piedi come un cavallo a dondolo e la coda pare un grande fermaglio per cappelli! Suvvia, venite a vederlo.

mrs. lovetown (ride): Non vi si può dir di no.

tapkins: Proprio così, è quel che dicono tutti, soprattutto – eh! (Fa cenno col capo e strizza un occhio).

Page 130: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

130

lovetown: Ha! Ha! Ha!

mrs. lovetown: Ha! Ha! Ha! Temo che siate un tipo poco raccomandabile, Mr. Tapkins. Sì, oserei dire che siete un uomo dalle mille sorprese, Mr. Tapkins.

tapkins: Lo pensate sul serio? Mah, non saprei, non credo di esser peggio di altri uomini nella mia condizione. Scapoli, mia cara Mrs. Lovetown, scapoli eh, amico mio? (Fa l’occhiolino a lovetown).

lovetown: Certamente, certamente.

tapkins: Noi lo sappiamo, eh? (I tre ridono) A proposito di uomini non spo-sati, mi viene in mente Rustic Lodge, e Rustic Lodge mi ricorda la ragione della mia visita. Dovreste venire a trovarmi questo pomeriggio. Ci saran-no anche il nostro Peter Limbury e Signora.

mrs. lovetown: Detesto quell’uomo.

lovetown: Sua moglie è sopportabile, mia cara.

tapkins: Assolutamente d’accordo con voi. Dunque, è deciso, ci sarete. Ora, venite a vedere il cavallo.

lovetown: Concedetemi tre minuti, o anche meno. Indosso soprabito e sti-vali e vi raggiungo.

lovetown esce sulla destra.

tapkins: Datevi da fare, datevi da fare! – Mrs. Lovetown, chiedo scusa un istante. (Si dirige a sinistra, chiamando a voce alta) Jim, – questa gente non sa come trattare i cavalli – fallo passeggiare su e giù dolcemente – prepara le staffe sulla sella come se il suo padrone stesse per arrivare. E se qualcuno fa domande sul pedigree dell’animale, o su chi lo possiede, dite che è di proprietà di Mr. Felix Tapkins di Rustic Lodge, nei pressi di Reading, e che questo è il famoso cavallo che l’anno passato avrebbe do-vuto vincere la coppa a Newmarket, – anche se non l’ha vinta.

tapkins esce.

mrs. lovetown: Ho deciso – non posso più sopportare la freddezza e l’insen-sibilità di Alfred, cercherò ad ogni costo di porvi rimedio. Se lo conosco

Page 131: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

131

bene esiste un unico modo per riuscirvi – provocare la sua gelosia e fe-rirne la vanità. Questo sempliciotto servirà benissimo al mio progetto. Si pavoneggia nella sua galanteria, pecca di vanità e si fa influenzare fa-cilmente. Ma eccolo che attraversa il giardino. (A destra, la donna sposta prontamente una sedia sul davanti e ci si siede).

Entra felix tapkins, dalla portafinestra sulla destra.

tapkins (canta): “Mio caro, pioggia, grandine e vento” –

mrs. lovetown (in tono drammatico): Vorrei non averlo mai visto!

tapkins (a parte): Oh oh!, parla di suo marito. Stamattina, al mio arrivo, dal loro strano comportamento ho capito subito che avevano appena avuto una discussione.

mrs. lovetown: Così affascinante e tuttavia insensibile persino alla più tene-ra delle passioni, tanto da non accorgersi del mio devoto amore per lui.

tapkins (a parte): Lo sapevo.

mrs. lovetown: Che lui sia ancora scapolo va oltre ogni logica.

tapkins (a parte): Uhm!

mrs. lovetown: Avrebbe dovuto contrar nozze già da un pezzo.

tapkins (a parte): Eh? Ma come, non sono marito e moglie? – “Avrebbe dovu-to contrar nozze già da un pezzo” – lo credo bene anch’io!

mrs. lovetown: E sebbene io sia la moglie di un altro uomo –

tapkins (a parte): La moglie di un altro?

mrs. lovetown: – mi duole il cuore ad ammettere che le sue virtù straordina-rie non mi lasciano indifferente.

tapkins (a parte): Caspita! Lui deve essere fuggito con la moglie di qualcun altro! Villano – devo assolutamente farle notare che sono nella stanza o mi toccherà udire parole irripetibili (tossisce).

mrs. lovetown (balza in piedi e si finge confusa): Mr. Tapkins! (Si siedono). Prego, avvicinate la vostra sedia. Temo, Mr. Tapkins, di aver svelato i miei pensieri più intimi. Avete forse udito le confessioni del mio debole cuore?

Page 132: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

132

tapkins: No, no, soltanto una parola, o forse due.

mrs. lovetown: La vostra irrequietezza mi suggerisce il contrario, forse sape-te più di quanto confessate. Ebbene, perché – perché mai dovrei nascon-dervelo – che per quanto abbia stima di mio marito, in realtà io – sono innamorata di un altro uomo.

tapkins (a parte): Mi è parso di cogliere questo piccolo particolare.

mrs. lovetown: Oh! (Sospira).

tapkins (a parte): Che diavolo avrà da sospirare? Mi guarda come se io fossi Lovetown in persona.

mrs. lovetown (appoggia una mano sulla spalla dell’uomo con fare langui-do): La mia scelta è di vostro gradimento?

tapkins (lentamente): Beh, no.

mrs. lovetown: No!

tapkins: Decisamente no. (A parte) Lo faccio fuori, Lovetown, e mi offro in cambio. Ehm – Mrs. Lovetown.

mrs. lovetown: Sì, Mr. Tapkins?

tapkins (a parte): Conosco un tale –

mrs. lovetown: Un tale?

tapkins: Sì, un tale. Di lui potrei dire che è degno di stima, e che negli ulti-mi tre mesi ha trascorso diverso tempo in vostra compagnia. Egli non ha mai avuto il coraggio di rivelarvi la sua passione, ma brucia dal de-siderio di prostrarsi ai vostri piedi. Oh! (A parte) Tenterò un bel sospiro o forse due – Oh! – (sospira) questo sì che è un sospiro con la S maiu-scola!

mrs. lovetown (a parte): Deve aver frainteso le mie parole perché è evidente che parla di se stesso! Il gentiluomo di cui parlate, Mr. Tapkins, è di bella presenza?

tapkins: È opinione comune che non vi siano dubbi a tal proposito.

mrs. lovetown: È di buona statura?

tapkins: Più o meno come Apollo Belvidere.2

2 Definito da Winckelmann (Storia dell’arte nell’antichità, 1763) “il più alto ideale dell’arte fra tutte le opere antiche”, l’Apollo (del) Belvedere, o Apollo Pitico, rappresenta l’ideale di perfe-

Page 133: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

133

mrs. lovetown: E che mi dice della sua corporatura?

tapkins: All’incirca come quella del gentiluomo appena citato.

mrs. lovetown: E il suo aspetto è –

tapkins: Un figurino, direi.

mrs. lovetown: Ed egli è –

tapkins: Sono io! (Si butta ai piedi della donna e ne afferra la mano).

Entra lovetown, alla destra. Immediatamente tapkins finge di cercare con attenzione qualcosa sul pavimento.

mrs. lovetown: Vi prego, lasciate stare. Lo troverò da me. O cielo, ma come avrò fatto a smarrirlo?

lovetown: Che cosa hai smarrito, tesoro? Mi verrebbe quasi fatto di pensare che abbia smarrito te stessa, e che il nostro amico Tapkins sia appena riuscito a trovarti.

tapkins (a parte): Ah, sempre pronto a scherzare – spiritoso! Che spirito-so! Che il cielo ci benedica, guardate quel cavallo immortale là fuori, ci aspetta da un’eternità! Finirà col morire congelato. Venite, presto, venite a vederlo.

lovetown: Oggi non mi è possibile, mi dispiace. Dimenticavo che devo sbrigare la corrispondenza – questioni d’affari – sono un uomo impe-gnato, io.

tapkins (si rivolge a mrs. lovetown): Oh? Se è impegnato forse non dovrem-mo disturbarlo.

mrs. lovetown: Ma certo! E per nessun motivo.

tapkins (la prende sottobraccio): Addio, amico mio.

lovetown (si siede alla scrivania): Oh! – Addio.

tapkins (si allontana): Abbiate cura di voi. E io avrò cura di Mrs. L.

Escono tapkins e mrs. lovetown, al centro.

zione assoluta. Dickens fa riferimento al gusto neoclassico tipico del periodo vittoriano, che al pari dei numerosi francesismi nel testo (si veda la nota 4, di seguito), riflette l’affettazione della middle e della upper class inglese del tempo. [N.d.T.].

Page 134: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

134

lovetown: Che diavolo intenderà dire con quel suo “Mrs. L.”? Che cosa rap-presenta mia moglie per lui? E lui per lei?3 Decisamente strano! Mi vien difficile credere che qualora lui avesse il fegato di farle delle avance lei possa incoraggiare un simile atteggiamento (va avanti e indietro nella stanza). Ora che ci penso, però – stamattina lei ne ha tessuto le lodi, e ora sono andati via insieme per guardare quel dannato cavallo. Un mo-mento, questo pomeriggio li terrò sott’occhio senza che se ne accorgano. Non desterò il minimo sospetto. Certo, però, dissimulare in questo caso è difficile – molto difficile.

Entra un domestico, sulla sinistra.

domestico: Mr. e Mrs. Peter Limbury.

lovetown: Falli accomodare. (Il domestico esce sulla sinistra) Una circostan-za propizia! Questa visita mi fornisce un bel pretesto. Mrs. Limbury è una donna vanitosa e presuntuosa, desiderosa di ricevere le attenzioni di chiunque finga ammirazione nei suoi confronti, un po’ perché si sente lusingata, un po’ per irritare quel suo maritino geloso, che la tiene sem-pre sotto controllo. Se dedico particolare attenzione a lei, mia moglie e quel farabutto di Tapkins penseranno di essere al sicuro; in questo modo potrò osservarli senza troppe difficoltà. Ecco che arrivano gli ospiti!

Entrano mr. e mrs. limbury.

lovetown: Mia cara Mrs. Limbury (si sposta verso il centro).

limbury: Eh?

lovetown (ignora il marito di lei): Che splendore, che incanto – siete sempli-cemente divina, oggi.

limbury (a parte): Cara Mrs. Limbury, – oggi siete uno splendore – divina, un incanto! Sorridono entrambi – lui le stringe la mano. Capisco. Avevo il sospetto che le dedicasse troppa attenzione!

lovetown: Prego, accomodatevi, accomodatevi.

3 Riecheggiano nelle parole di Lovetown quelle di Amleto (Atto II, Sc. II, 553-55) – “What is Hecuba to him, or he to Hecuba, that he would weep for her?” Dickens le ripropone in una situazione tutt’altro che seria, scatenando l’ilarità del pubblico, che anche in questo caso avrà senza dubbio colto l’allusione [N.d.T.].

Page 135: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

135

lovetown dispone le sedie in modo tale da sedersi tra i coniugi limbury, mr. limbury fa di tutto per ostacolarlo.

mrs. limbury: Peter ed io passavamo da queste parti sul nostro pony-chaise4 e ci chiedevamo se questa sera avremo il piacere della vostra presenza da Mr. Tapkins.

lovetown: È forse una domanda la vostra? Potrei mai perdere una simile oc-casione?

mrs. limbury: Mio caro Mr. Lovetown! (A parte) Che uomo squisito. Direi che è piuttosto interessato a me.

limbury (a parte): Dannato furfante! Un vero e proprio appuntamento ga-lante, qui, e in mia presenza!

lovetown (a mrs. limbury): Non le nascondo che ero molto preoccupato, terrorizzato direi, al pensiero che voi poteste non esserci.

limbury: Terrorizzato al pensiero che noi potessimo non esserci? Ma certo che ci saremo.

mrs. limbury: Non interrompere, Peter.

lovetown: Temevo che poteste essere poco propensi –

mrs. limbury: Oh, Peter è sempre propenso purché io lo sia. Non è così, Pe-ter?

limbury: Certo, mia cara. (A parte) “Sempre propenso purché io lo sia”! O Signore!

mrs. limbury: A proposito, Mr. Lovetown, cosa ne pensate di questo cappel-lino?

lovetown: È meraviglioso!

limbury (a parte): Devo fargli cambiare argomento. Sapete, Mr. Lovetown, ho immaginato spesso, e mi è sorto il pensiero che quando –

mrs. limbury: Non interrompere, Peter. (Si rivolge a lovetown) Il suo colore è così – luminoso. Non trovate anche voi?

4 Il “pony-chaise” è una carrozza leggera trainata da uno o due cavalli, generalmente pony. Il testo cita altri termini in lingua francese (“ennui”), il cui uso conferisce eleganza al parlato dei protagonisti, sottolineando, con ironia caricaturale, l’affettazione di modi, linguaggio e stile della upper class vittoriana [N.d.T.].

Page 136: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

136

lovetown: Sì, forse, ma non qui. Qui la lucentezza dei vostri occhi lo rende quasi cupo.

mrs. limbury: So che siete un estimatore di abiti per signora; cosa ve ne pare delle mie scarpe?

limbury (a parte): Le scarpe! Su cos’altro gli chiederà di esprimere la sua opinione?

lovetown: Oh, come per il cappellino; negate loro ogni possibilità di esse-re ammirate. Quel vostro piedino elegante attira tutta l’attenzione, che altrimenti si concentrerebbe sulle scarpe. E che dire di quella caviglia affusolata?

limbury (a parte): La sua caviglia affusolata! Il petto mi si gonfia di rabbia come se fossi un orco. Mr. Lovetown, io –

mrs. limbury: Non interrompere, Limbury, te ne prego. Hai già importunato a sufficienza Mr. Lovetown.

limbury (a parte): Importunato! Vorrei io essergli importuno! Cara Mrs. Lim-bury, e lo sarò!

Entra un domestico, precipitosamente.

domestico: Chiedo scusa, signore, ma il baio ha una zampa posteriore inca-strata nelle pulegge e sta demolendo il calesse a scalciate!5

limbury: Sta demolendo il calesse nuovo?

lovetown: Sta demolendo il calesse nuovo, a scalciate! Il baio! Limbury, ami-co mio, precipitatevi sul posto di corsa (lo spinge ad uscire).

limbury: Ma – Mr. Lovetown, io –

mrs. limbury: Farà saltare le cervella di qualcuno se Peter non interviene, presto!

limbury: Ma potrebbe far saltare le mie di cervella se mi intrometto!

lovetown: Non preoccupatevi, presto, non c’è un minuto da perdere, non

5 Nell’originale si legge: “the bay pony has got his leg over the traces, and he’s kicking the chaise to pieces”. Il riferimento è all’espressione idiomatica “to kick over the traces”, ossia “com-piere un gesto di ribellione contro l’autorità”, e alla battuta pronunciata poco più avanti da Limbury: “That damned little bay pony is as bad as my wife. There’s no curling either of them; and as soon as I have got the traces of the one all right, I lose all traces of the other” [N.d.T.].

Page 137: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

137

un solo minuto! (Lo spinge verso l’esterno – i due continuano a parlare). (Esce limbury). (A parte) E questo è quanto; – ecco mia moglie. Carissi-ma Mrs. Limbury – (si inginocchia davanti alla sedia di mrs. limbury e afferra la sua mano).

Entra mrs. lovetown, al centro.

mrs. lovetown (a parte): Cosa vedono i miei occhi? (Si nasconde dietro un sipario).

mrs. limbury: Mr. Lovetown!

lovetown: No, consentitemi di dirvi, seppur con poche parole, qualcosa che ho in animo di confessare da settimane, mesi – Vi amo, devotamente e ardentemente, io vi amo. Lasciate che trattenga la vostra mano nella mia, concedetemi almeno un raggio di speranza.

mrs. limbury: Alzatevi, ve ne prego – prima che qualcuno ci scopra.

lovetown: No, non intendo alzarmi fino a quando non mi prometterete di cogliere la prima occasione per separarvi dal resto della compagnia e incontrarvi con me da sola, qui, nella tenuta di Tapkins, questa sera. Non avrò occhi né orecchie che per voi.

mrs. limbury: Non so – non saprei – io, forse – io – d’accordo –

lovetown: Che il cielo sia lodato!

mrs. limbury (a parte): Sono così agitata – se Peter o Mrs. Lovetown ci sor-prendono penseranno che sono una traditrice. Glielo insegno io cosa è la gelosia al mio caro marito! (Si sposta verso sinistra) Facciamo due passi in giardino.

lovetown: Con piacere, prendete il mio braccio. Creatura divina. (A parte) Sono sicuro che si nasconde dietro quel sipario, la vedo che sbircia. Ve-nite.

Escono lovetown e mrs. limbury.

mrs. lovetown (avanza): Traditore! Ora mi spiego la sua freddezza e indif-ferenza. O Alfred! Alfred! Quanto poco pensavo quando ti ho sposato, appena sei mesi fa, che sarei stata esposta a una simile umiliazione! Co-

Page 138: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

138

mincio a tremare al pensiero della mia stessa imprudenza e alla situazio-ne in cui mi può far cadere, ma è troppo tardi per tirarsi indietro ormai. Devo essere determinata. Questo giorno porterà con sé la spiegazione in cui confido, oppure rivelerà ciò che più temo – che mio marito non mi può sopportare. Mi domando se il consorte di questa donna non nutra dei sospetti sulla loro intimità – nel qual caso, potrebbe lui far saltare il loro appuntamento segreto. Andrò subito a cercarlo. Se riuscissi a parlar-ci subito potrebbe impedirle di andare.

Esce mrs. lovetown. tapkins compare alla finestra in fondo a sinistra.

tapkins: Una cosa davvero singolare. Non tanto il suo interesse nei miei con-fronti – il che è abbastanza comprensibile – quanto piuttosto ciò che ho appena avuto modo di udire, cioè che lei è sposata con un altro uomo! Dopo questa scoperta credo sia poco conveniente lasciare che Mr. e Mrs. Limbury la incontrino senza aver prima messo lui al corrente della vi-cenda. Sarà meglio informarlo della situazione, e poi lui deciderà se por-tare o meno sua moglie a casa mia stanotte. Eccolo che arriva. Gli farò questa terribile rivelazione senza mezzi termini; lui ne rimarrà di sasso.

limbury: Quel dannato baio è peggio di mia moglie! Non c’è modo di tenere a bada né l’uno né l’altra, non appena ho il controllo di uno l’altra mi sfugge di mano!6

tapkins (a destra): Peter!

limbury (a sinistra): Ah! Tapkins!

tapkins: Ssh, ssh! (Si guarda intorno con circospezione) Se avete un momen-to per me, vorrei dirvi qualcosa di molto importante.

limbury: Qualcosa di molto importante, Mr. Tapkins! (A parte) Cosa intende dire? Avrà forse a che fare con Mrs. Limbury? Il solo pensiero è tremendo. Mi fate inorridire!

tapkins: Tra breve sarete molto più che inorridito. Quanto sto per rivelare riguarda molto da vicino voi e il vostro onore, e vi prego di comprendere che vi dico ciò in assoluta confidenza!

limbury: Me e il mio onore! Queste anticipazioni finiranno col consumar-mi!

6 Si veda la nota 5 [N.d.T.].

Page 139: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

139

tapkins (sottovoce): Avete mai notato qualcosa di strano nell’atteggiamento di Mr. Lovetown?

limbury: Qualcosa di strano?

tapkins: Esatto, qualcosa di insolito, di piuttosto fastidioso?

limbury: Senza ombra di dubbio! Non più di mezz’ora fa, proprio in questa stanza, ho notato qualcosa di bizzarro e di eccessivamente irritante nel suo modo di fare.

tapkins: Riguardo ai vostri sentimenti di marito?

limbury: Esatto, amico mio, proprio così – vedo che siete già a conoscenza di tutto!

tapkins: Ma come? Lo sapete anche voi?

limbury: Temo di sì; ma proseguite – proseguite.

tapkins (a parte): Come diavolo fa a saperlo? Queste stranezze devono avere a che fare con il suo legame con – sembrate piuttosto pallido.

limbury: No, no, – proseguite – “il suo legame con” –

tapkins: Una certa signora – sapete a chi mi riferisco.

limbury: Eccome se lo so! (A parte) Disgrazia e confusione! La fulminerò con uno sguardo! La farò avvizzire con il mio sdegno furente! Mrs. Limbury – vipera!

tapkins (bisbiglia cautamente): Loro non sono sposati.

limbury: Loro non sono sposati! Ma chi?

tapkins: Quei due, e questo è certo!

limbury: Quei due? Quali due?

tapkins: Ma loro. E la cosa peggiore di tutte è che lei – lei è sposata con un altro.

limbury: Beh, certo, di questo ero al corrente.

tapkins: Come sarebbe a dire che siete al corrente?

limbury: Certo, ma come parlate? Non è forse mia moglie?

tapkins: Vostra moglie? Dannata bigama! Mrs. Lovetown è vostra moglie?

limbury: Mrs. Lovetown! Ma come? Stavate parlando di lei fino ad ora? Mio

Page 140: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

140

caro amico! (Lo abbraccia). Il sollievo che provo è quasi insopportabile. Pensavo vi riferiste a Mrs. Limbury!

tapkins: No!

limbury: Sì. Ha! Ha! Dico io, che persona orribile – la moglie di un altro! Si-gnore, scommetto che scapperebbe con la moglie di qualsiasi uomo che gli capita a tiro! E che dire poi di Mrs. Lovetown – sconcertante!

tapkins: Sconvolgente!

limbury: A parer mio non dovrei consentire a Mrs. Limbury di frequentarla. O sbaglio?

tapkins: Concordo con voi. Fareste meglio a tenere vostra moglie alla larga da casa mia stanotte.

limbury: Temo di non poterlo fare.

tapkins: Forse che la signora ha particolari obbiezioni al riguardo?

limbury: È stranamente determinata ad andare. Cercherò comunque di fare il possibile!

tapkins: Bene, siamo d’accordo. Naturalmente ci rivedremo voi ed io?

limbury: Ma certo.

tapkins: Mantenete il segreto – tenetelo ben stretto, come foste un Ministro del Gabinetto sotto interrogatorio.

limbury: Fidatevi di me.

Escono – limbury sulla sinistra, e tapkins sulla destra.

SCENA SECONDA – Una serra da una parte. Una residenza estiva dall’altra. Entra lovetown, da sinistra.

lovetown: Tutto è sotto controllo, per il momento. Mia moglie finge di non aver udito la conversazione tra me e Mrs. Limbury, ma fatica a nascon-dere i suoi sospetti o la gelosia che serba in cuor suo. Esattamente quel che speravo. Ho fatto in modo che l’aiutante di Peter Limbury, una per-sona davvero squisita, mi incontrasse in questo luogo. So che quel rifu-gio per derelitti (indica la residenza estiva) è il luogo d’incontro preferito

Page 141: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

141

da Tapkins, e se è vero che ha un appuntamento segreto con mia moglie sono certo che la condurrà proprio là. Ecco, una donna arriva da quel sentiero. Mrs. Limbury, immagino – no, è mia moglie! Di tutto quello che ci si poteva aspettare – Devo nascondermi in questo punto dovessero piovere scarafaggi neri dal cielo o passare un reggimento di rane! (Si reca nella serra sulla sinistra).

Entra mrs. lovetown dal fondo a sinistra.

mrs. lovetown: Non posso essermi sbagliata. Sono certa di aver visto Alfred in questo punto; deve essersi nascosto per evitarmi. Possibile che il suo appuntamento segreto con Mrs. Limbury sia stato scoperto? Mr. Limbury si è comportato in maniera piuttosto strana con me pocanzi, e dopo aver pronunciato una serie di espressioni sconnesse mi ha pregata perché ci incontrassimo qui, per discutere di qualcosa di estremamente delicato e importante per me. Ahimè, temo che i modi indifferenti e sgarbati di mio marito siano ben noti. L’ometto ferito si avvicina. Farò appello a tutte le mie risorse per affrontare le sue rivelazioni.

Entra mr. limbury, dal fondo a sinistra.

limbury (a parte): Dal momento che non sono riuscito a tener lontana Mrs. Limbury, non mi rimane che informare Mrs. Lovetown che sono a conoscenza della sua storia e sperare che il buonsenso la faccia de-sistere.

lovetown (osserva di nascosto): Limbury! Che diavolo ci fa qua quel piccolo farabutto?

limbury: Mi sono preso la libertà, Mrs. Lovetown, di pregarvi di incontrarmi in questo luogo appartato perché la stima che ancora nutro nei vostri confronti, e il rispetto che ho per i vostri sentimenti, mi inducono a pre-ferire una confidenza fatta in privato piuttosto che in pubblico.

lovetown (osserva di nascosto): “Confidenza in pubblico” – Ma che va dicen-do? Vorrei che parlasse a voce leggermente più alta.

mrs. lovetown: Apprezzo molto i vostri modi gentili, Mr. Limbury, e credete-mi, ve ne sono immensamente grata. Sono pronta ad ascoltare le vostre parole.

Page 142: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

142

limbury: Non è necessario che vi dica, Mrs. Lovetown, che sono venuto a conoscenza dell’intero segreto accidentalmente.

mrs. lovetown: L’intero segreto?

lovetown (osserva di nascosto): L’intero segreto? Quale segreto?

limbury: Il segreto, signora, questo vergognoso – lo definirei vergognoso – e assolutamente abominevole intrigo.

mrs. lovetown (a parte): I miei più grandi timori divengono realtà – l’indiffe-renza di mio marito è dovuta al suo amore per un’altra!

lovetown (osserva di nascosto): Intrigo abominevole! I miei primi sospetti sono più che fondati. Quest’uomo rimprovera mia moglie per la sua in-fedeltà, e lei non può negare – villano di un Tapkins!

mrs. lovetown (in lacrime): Crudele – crudele – Alfred!

limbury: Chiamatelo pure crudele, donna disgraziata. Il suo usarvi è ripro-vevole, disumano, scandaloso.

mrs. lovetown: Lo è, senza ombra di dubbio.

limbury: Mi duole dover ricorrere a termini tanto espliciti, Mrs. Lovetown, ma lasciate che vi dica, nel modo più delicato possibile, che sarebbe me-glio non farvi vedere in pubblico in circostanze così particolari e dolo-rose.

mrs. lovetown: Non farmi vedere in pubblico? E perché mai?

lovetown (osserva di nascosto): Scostumata!

limbury: Come potete fare una simile domanda?

mrs. lovetown: Cosa dovrei fare? Dove dovrei andare?

limbury: Fate in modo di poter tornare a casa di vostro marito.

mrs. lovetown: A casa di mio marito?

limbury: Esattamente, a casa di vostro marito, povero disgraziato!

mrs. lovetown: Mai!

limbury (a parte): È completamente corrotta, senza possibilità di redenzio-ne. Mrs. Lovetown, dal momento che rifiutate il mio consiglio, non mi rimane che esprimervi la mia volontà – spero non mi consideriate scor-tese – affinché non vi avviciniate mai più a Mrs. Limbury.

Page 143: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

143

mrs. lovetown: Prego? Pensate che io sia talmente priva di dignità da avvi-cinare una simile persona – colei che ha distrutto la mia pace e la mia felicità – la disgraziata che ha mandato in fumo le mie speranze e pro-spettive per il futuro? Chiedetelo al vostro cuore, caro signore, fate ap-pello ai vostri sentimenti. Voi siete comprensibilmente furente per la sua condotta. Siete voi che dovreste interrompere i rapporti con lei. Potete dunque pensare che io non sia determinata a farlo? Il solo fatto che pos-siate pensarlo è un insulto alla mia persona!

Esce mrs. lovetown, precipitosamente, verso sinistra.

limbury: Cosa mai potrà voler dire? Sono come smarrito in un labirinto di stupore, pietrificato di fronte a tanta sfacciataggine! Eh! Ora comincio a vederci chiaro – cosa ha detto? Distruttrice della mia pace e della mia felicità – persona – che ha mandato in fumo le mie speranze e prospetti-ve per il futuro – lei. Ora tutto ha un senso – Lovetown, maledetto, venti volte dongiovanni, libertino senza uguali, lui ha indotto Mrs. Limbury a tradire il vincolo col suo signore e padrone legittimo. Prima scappa con la moglie di un altro uomo, e poi, non appena se ne è stancato, scappa con la moglie di un altro ancora. Bramo la sua rovina. Io – (lovetown esce precipitosamente dal nascondiglio e corre ad abbracciare limbury, e questi si divincola a fatica). Assassino di felicità domestica! Guardate la vostra vittima, tenetela stretta!

lovetown: Dite bene, ahimè. (Si copre il viso con le mani) Sono io la vittima.

limbury: Dico bene sì – Riconosce la sua colpevolezza. Finirò con lo strango-larlo, ne sono sicuro. Me lo sento!

Entra mrs. limbury, dal retro, a sinistra.

mrs. limbury (a parte): Cosa ci fa qui mio marito? (Si nasconde nella serra).

Entra tapkins, dal retro, a sinistra.

tapkins (a parte): Non c’è, e suo marito è con Limbury. Je vais reconnoitre!7 (Entra nella residenza estiva).

7 Nell’originale si legge “I’ll reconnoitre” (enfasi aggiunta), altro esempio di francesismo adottato dal personaggio di Felix Tapkins [N.d.T.].

Page 144: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

144

limbury: Lovetown, avete il fegato di guardare un uomo onesto negli occhi?

lovetown: Ah, risparmiatemi tutto ciò. La mia condizione è fin troppo grave; vogliate comprendermi quando dico che dalla serra ho udito quanto è trascorso fra voi e Mrs. Lovetown.

limbury: Ah sì?

lovetown: Non serve che io sottolinei la mia profonda ammirazione per le parole che avete usato e il consiglio che avete dispensato.

limbury: Che cosa? Volete sbarazzarvi di lei? Dite sul serio?

lovetown: C’è forse da dubitarne?

tapkins (dal nascondiglio): Questa è bella, lui si vuole sbarazzare di lei! Stra-no però –

lovetown: Vedete, data la mia situazione, e considerato ciò che ho dovuto passare, non mi rimane che separarmi da lei.

mrs. limbury (dal nascondiglio): Cosa intende dire?

limbury (a parte): Dovrei strangolarlo di certo, se non fosse per l’indifferenza con cui parla del fattaccio che mi paralizza. Mr. Lovetown, guardatemi. Abbiate rispetto per i sentimenti di un marito furente, signore!

lovetown: Vi ringrazio per le vostre parole, espressione decisa di un sincero interesse per questa faccenda.

limbury: Sincero interesse? Sento che potrei impazzire di rabbia! Villano! Mostro! Approfittarsi della nostra presunta amicizia!

lovetown: Approfittare in maniera vile del fatto che è un uomo non spo-sato.

limbury: Interferire col sacro vincolo di una donna sposata!

lovetown: Esporre un uomo sposato a una simile onta e vergogna.

limbury: Farabutto! Osate prendervi gioco di me spudoratamente?

lovetown: Io prendermi gioco di voi? Che intendete dire? Si può sapere di chi state parlando?

limbury: Sto parlando di voi!

lovetown: Di me?

limbury: Astuta canaglia! E voi di chi state parlando?

Page 145: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

145

lovetown: E di chi altro dovrei parlare se non di quel furfante di Tapkins?

tapkins (si fa avanti, sulla destra): Io? Che diavolo intendete dire?

lovetown: Ah! (Fa per aggredire tapkins, limbury lo trattiene).

limbury (si rivolge a tapkins): Ignoratelo. Allontanatevi. La consapevolezza della propria colpa lo ha fatto uscire di senno.

tapkins: Per quale motivo giocate a fare le spie nei miei campi di fieno?

lovetown (si rivolge a tapkins): Come osate interferire con i sentimenti di Mrs. Lovetown?

tapkins: Oh! È di questo che si tratta? Ha! Ha! (Cammina verso il centro della scena).

lovetown: E di che altro sennò?

tapkins: Suvvia, venite, è tempo di finirla con queste sciocchezze.

lovetown: Sciocchezze! Osate definire sciocchezze i sentimenti più nobili?

tapkins: Suvvia, avvicinatevi, conosco l’intera faccenda.

lovetown (con rabbia): Anche io, mio caro, la conosco bene anche io!

tapkins: Non ho dubbi al riguardo. E siete persino riuscito a far finta di nien-te per tanto tempo! Che furbastro, per Giove, siete proprio un gran fur-bastro!

lovetown: Fate attenzione. Prima di atterrarvi con un pugno, vi domando per l’ultima volta con quale diritto osate interferire coi sentimenti di Mrs. Lovetown.

tapkins: Diritto? Se parliamo di diritto, nessuno, eccezion fatta per suo ma-rito, può dire di avere quel diritto.

lovetown: E suo marito chi è? Chi è suo marito?

tapkins: Questa sì che è una bella domanda! Nessuno di mia conoscenza, almeno spero – povero disgraziato!

lovetown: Non intendo subire altri insulti da parte vostra (si scaglia su tapkins, limbury lo ferma).

lovetown si dirige a destra del palcoscenico. Si sente un urlo provenire dalla serra – una pausa.

Page 146: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

146

tapkins: C’è qualcosa di insolito tra le piante. (Si reca nella serra e ritorna accompagnato da mrs. limbury) Ecco un fiore che non sarebbe spuntato di sua spontanea volontà. L’ho dovuto obbligare. Ad ogni buon conto, adesso è completamente sbocciato.

limbury: Mia moglie! Traditrice! (Si dirige verso sinistra) Allontanati! Lonta-no dai miei occhi! Ritorna nella serra con quel demonio in soprabito!

Entra mrs. lovetown, dal fondo a sinistra e si dirige verso il centro del palcoscenico.

tapkins: Ehilà! C’è qualcun altro –

lovetown (a parte): Cosa ci fa qui mia moglie?

mrs. lovetown (rivolta a limbury): Vi sono debitrice per la compassione che avete appena mostrato nei miei confronti. Guardatevi dal commettere atti impulsivi, e per quanto siate agitato, vi prego di tenere a freno i sen-timenti di un marito ferito.

tapkins: Marito ferito? Questo sì che è strano!

lovetown: L’allusione di quella signora, devo confessare, faccio fatica a comprenderla! Mr. Limbury, una spiegazione è doverosa, e sono ben lie-to di provvedere immediatamente, poiché l’astenermi dal farlo potrebbe in qualche modo nuocere al carattere di vostra moglie. Ferito dalle at-tenzioni che Mrs. Lovetown apparentemente aveva ricevuto da un certo farabutto qui presente –

tapkins (a parte): Ce l’ha con me.

lovetown: In parte per poterla osservare da vicino senza che lei se ne avve-desse, con falsa indifferenza e con finta leggerezza, e in parte nella spe-ranza di risvegliare in lei sentimenti di affetto da tempo sopiti, ho finto di amare vostra moglie, ma ella non ha mai corrisposto seriamente. La seconda parte del mio piano, ahimè, è fallita, ma la prima ha avuto un gran bel successo.

limbury: Cosa sentono le mie orecchie? Come ha potuto Mrs. Peter Limbury accettare certe attenzioni?

mrs. limbury: Non certo perché le facesse piacere, ma per aiutare Mr. Love-town nel suo intento, e darti una lezione sulle pene della gelosia! Vieni

Page 147: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

147

qui, sciocco gelosone, mio sospettoso amato (si allontanano, lei lo coc-cola).

tapkins (a parte): Ciò che più mi colpisce in questa vicenda è che io mi sia leggermente sbagliato. Una circostanza del tutto singolare per uno come me. (Si volge verso l’esterno).

mrs. lovetown: Alfred, stammi a sentire! Io sono innocente quanto te. La tua finta indifferenza e il tuo distacco hanno ferito la mia fragile vanità e il mio orgoglio. In un momento di rabbia mi sono difesa con le medesime armi cui accennavi. Che il Cielo mi sia testimone – le mie motivazioni sono assolutamente altrettanto prive di macchia quanto le tue. Mi pento dei miei errori, te lo assicuro.

lovetown: Ma è possibile?

tapkins: Possibilissimo. Credete a vostra moglie e alle mie parole. È tutto vero, sapete? Datemi la vostra mano e tenete quella di vostra moglie. Ecco, Mr. e Mrs. Lovetown. (Si rivolge a limbury) Doppia L, come li chia-mo io! (Si rivolge a lovetown) Corsivo minuscolo e maiuscola latina. (Si rivolge a mr. e mrs. limbury, che avanzano). Ecco, tutto è stato chiarito. La spiegazione dell’intera faccenda è che io mi sono sbagliato, il che è piuttosto insolito, devo dire. E se, nell’ultima mezz’ora, ho pensato di disporre della vostra gentile e paziente attenzione con la nostra intrica-ta vicenda (si rivolge al pubblico), allora ho fatto qualcosa di ancor più singolare – e anche questo sarebbe piuttosto insolito per uno come me. Volete impedirmi di sbagliare ancora, o mi concederete di realizzare an-cora qualcosa di insolito in futuro?

SIPARIO

Page 148: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 149: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

IL LAMPIONAIO

FARSA IN UN ATTO UNICO

THE LAMPLIGHTER(1838)

Traduzione di Lucia Angelica Salaris

Page 150: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 151: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

151

IL LAMPIONAIO

FARSA IN UN ATTO UNICO

PERSONAGGI:

MR. STARGAZER

GALILEO ISAAC NEWTON FLAMSTEAD STARGAZER (suo figlio)

TOM GRIG (il lampionaio)

MR. MOONEY (un astrologo)

Un servo

BETSY MARTIN

EMMA STARGAZER

FANNY BROWN

Page 152: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

152

SCENA PRIMA – Per strada, fuori dalla casa di mr. stargazer. Davanti, due lampioni.

tom grig (con una scala e una lanterna, entra cantando):Il giorno è calato sul Baltico e il suo fiero maro-so; La sera ha sussurrato, ahimè!, al salice sospiro-so; La notte si appresta, la notte si appresta la terra e il cielo a copri-re; Sorgi, dolce luna, sorgi, dolce luna, conducimi verso il mio –Non fa rima, non fa – coprire e amore! Non sono granché come poeta; ma se non mi dimostrassi capace di creare versi migliori di questi, sa-rei pronto a farmi dare fuoco, ed essere appeso al posto del lampione, di fronte al monumento ad Alderman in Fleet Street. Maroso, sospiroso, coprire – lambire, certo. Questa sì che è poesia per me – (Canta).Il giorno è calato sul Baltico e il suo fiero maro-so –

Nel pronunciare le battute precedenti è stato intento ad accendere uno dei lampioni. Quando sta per accendere l’altro, mr. stargazer appare alla finestra con un telescopio.

mr. stargazer (dopo aver osservato attentamente le stelle): Ehilà!

tom (sulla scala): A voi, signore! E ancora ehilà, se così vi piace.

mr. stargazer: Avete visto la cometa?

tom: Quale cometa – La cometa di Exeter?

mr. stargazer: Quale cometa? Ma La cometa – La cometa di Halley!

tom: Di Nelson, intendete dire. L’ho vista uscire dal giardino, neanche cin-que minuti fa.

mr. stargazer: Siete riuscito a distinguere qualcosa della coda?

tom: Distinguere una coda? Ma certo – quattro code!

mr. stargazer: Una cometa con quattro code; e completamente visibile a occhio nudo! Sciocchezze, non può essere.

tom: Non lo direste se foste quiggiù, vecchio peperino. (L’orologio batte le cinque). Ora mi direte, immagino, che non sono le cinque quelle che stanno suonando, eh?

mr. stargazer: Le cinque – le cinque! Le cinque del pomeriggio, il trentesimo

Page 153: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

153

giorno di novembre, milleottocentotrentotto! Fermatevi, aspettate che scenda – fermatevi! Non andate via per nessuna ragione – non spostatevi di un piede, neanche un passo. (Chiude la finestra).

tom (scende e si carica la scala sulle spalle): Fermatevi! Fermatevi, a un lam-pionaio, con trecentosettanta botteghe e centoventi case private che aspettano che gli si metta la luce! Fermatevi, a un lampionaio!

Mentre si affretta ad andarsene mr. stargazer entra in scena precipitosa-mente, proveniente dalla propria casa.

mr. stargazer (lo trattiene): Neanche per sogno! – neanche per sogno! Il trentesimo giorno di novembre, milleottocentotrentotto! Oh, quale cir-costanza miracolosa! Quale straordinario avverarsi di una profezia dei pianeti!

tom: Di che parlate?

mr. stargazer (si guarda intorno): C’è qualcun altro in vista, su o giù per la strada? No, non c’è anima viva! Questo, dunque, è l’uomo il cui arrivo mi è stato rivelato dalle stelle sei mesi fa!

tom: Che intendete dire?

mr. stargazer: Giovanotto, che ho consultato il Libro del Fato con raro e sorprendente successo – che gli eventi a venire sono stati anticipati dalla loro stessa ombra.

tom: Non ditemi sciocchezze – Io non sono un evento; sono un lampionaio!

mr. stargazer (a parte): Vero! – Strano destino che, annunciato dai pianeti come di nobili origini, debba essere dedito a un compito così umile. (Ad alta voce). Ma voi non siete sempre stato un lampionaio?

tom: Oh, no. Non sono nato con una scala sulla spalla sinistra e un lume nella mano destra. Ma ho incominciato molto presto però – l’ho preso da mio zio.

mr. stargazer (a parte): L’ha preso da suo zio! Com’è semplice, eppure così efficace, il suo linguaggio! Parla dell’essere un lampionaio come se fosse la pertosse o il morbillo! (A tom). Ma davvero!

tom: Sì, è stato lui il primo. Avreste dovuto conoscerlo! – perdiana! Era un genio, se mai ne è esistito uno. Il gas è stato la sua fine! Quando si in-

Page 154: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

154

cominciò a parlare di lampade a gas, mio zio venne su col dire, “non ci credo, una cosa così non ci è” fa lui. “Sarebbe come parlare di sdraiarsi su una serie infinita di lucciole!” Però quando fecero l’esperimento di illuminare un pezzo del Pall Mall –

mr. stargazer: Fu quando fu messo su per la prima volta?

tom: No, no, fu quando fu messo giù per la prima volta! Non fateci caso, non riesco a non fare una battuta ogni tanto. A mio zio a volte gli prendeva così. Quando fecero l’esperimento di illuminare un pezzo del Pall Mall, e lui ne fu proprio testimone, con i suoi occhi, allora avreste dovuto ve-derlo mio zio!

mr. stargazer: Proprio abbattuto?

tom: Abbattuto, signore! Per la debolezza cadde dalla scala per quattordi-ci volte quella notte; e l’ultima caduta la fece su una carriola che anda-va nella sua direzione, e fu caritatevolmente portato a casa. “In questo vedo”, fa lui, “la fine della nostra professione; non ci saranno più da luci-dare i riflettori di latta” dice. “Niente più lavori di ricamo, come tagliare gli stoppini alle due del mattino; niente più giri per sistemarli alla luce del giorno, e sgocciolare l’ollio sui cappelli e i cappellini dei signori e delle signore nei momenti di buon umore. Qualunque allocco è in grado di accendere un lampione a gas, ed ecco fatto!” Allora fece una petizione al governo per – come si chiama quella roba che danno quando si stabi-lisce che uno non è mai stato di alcuna utilità ed è stato pagato troppo per non fare niente?

mr. stargazer: Indennità?

tom: Sì, quello – indennità. Non gliela diedero però! E tutto d’un tratto di-venne tanto appassionato al suo Paese, e prese ad andare in giro a dire come l’avvento del gas fosse un colpo mortale alla sua terra natale, e di come il commercio dell’ollio e del cotone fosse finito per sempre, e le balene sarebbero andate ad ammazzarsi, in privato, tutte seccate e indi-spettite di non essere più cacciate! Poi uscì proprio di testa e chiamava pipa del gas la sua pipa, e credeva che le sue lacrime fossero ollio per lampioni, e sciocchezze di ogni tipo. Alla fine andò ad impiccarsi al palo di un lampione, a St. Martin’s Lane, che gli era sempre piaciuto molto; e siccome era davvero un buon marito, e non aveva mai avuto segreti per la moglie, mentre si incamminava imbucò un biglietto con affrancatura da due penny, dove diceva alla vedova dov’era il suo corpo.

Page 155: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

155

mr. stargazer (gli mette una mano sul braccio e gli parla con aria misterio-sa): Ricordate i vostri genitori?

tom: Mia madre sì, molto bene!

mr. stargazer: Era di nobili natali?

tom: Piuttosto. Era nel ramo del lavaggio di tessuti. Sua madre proveniva da una famiglia molto rispettabile – e una bella attività, in dolci e croc-canti!

mr. stargazer: Forse vostro padre era –

tom: Oh, di lui non so praticamente niente. Il fatto è che ci fu qualche picco-lo dubbio all’epoca su chi fosse mio padre. A due o tre giovani fu offerto questo onore; ma dato che il loro reddito era limitato, furono costretti a rifiutarlo cortesemente.

mr. stargazer: Allora la predizione non si avvera solo in parte, ma intera-mente e completamente. Ascoltate, giovanotto – io ho dimestichezza con tutti i corpi celesti –

tom: Dite davvero? – Spero che siano in buona salute – tutti.

mr. stargazer: Non interrompetemi. Io sono un esperto delle grandi scienze astronomiche e astrologiche; là a casa mia dispongo di ogni possibile apparato per osservare il corso e il movimento dei pianeti. Ci sto scri-vendo su un’opera che comprenderà ottantaquattro volumi, in formato quindici per undici; e un’appendice lunga circa il doppio. Io leggo ciò che accadrà nelle stelle.

tom: Leggete ciò che accadrà nelle stelle! Accadrà qualcosa di particolare nelle stelle la prossima settimana, per esempio?

mr. stargazer: Non mi avete capito. Io leggo nelle stelle ciò che accadrà qui. Sei mesi fa da questa fonte ho tratto conoscenza del fatto che, esatta-mente quando l’orologio avesse suonato le cinque, proprio nel pomerig-gio di questo giorno, uno sconosciuto sarebbe apparso davanti ai miei occhi estasiati, – quello sconosciuto sarebbe stato un uomo di illustre e alto lignaggio, – quello sconosciuto sarebbe stato lo sposo destinato alla mia giovane e incantevole nipote, che ora si trova sotto quel tetto (indica la sua casa); – quello sconosciuto siete voi: io vi accolgo a braccia aperte!

tom: Io! Io, l’uomo di illustre e alto – Io, lo sposo di una giovane e incante-

Page 156: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

156

vole – Oh! Non può essere, vedete! Le stelle si sono sbagliate – la cometa le ha disorientate!

mr. stargazer: Impossibile! I segni erano netti come le barre di un cancello. L’orologio ha suonato le cinque; voi eravate qui; non c’era in vista anima viva; la vostra nascita è avvolta nel mistero; siete un uomo di aspetto nobile. Non concorre forse tutto a provare la precisione delle mie osser-vazioni?

tom: Parola mia, sembrerebbe di sì! E ora che ci penso, io ho sempre avuto la sensazione di non essere quella mezza calzetta per cui vengo preso. Tuttavia non so – voi siete sicuro del mio aspetto nobile?

mr. stargazer: Assolutamente certo.

tom: Datemi la mano.

mr. stargazer: E anche il mio cuore! (Si stringono calorosamente la mano).

tom: La giovane è passabilmente carina, dunque?

mr. stargazer: Bellissima! Portamento aggraziato, forme squisite, una voce dolce; un viso raggiante di vivacità ed espressività; gli occhi di un cer-biatto spaventato.

tom: Capisco, una specie di occhi da preda. Non è che per caso – ma questo giusto tra voi e me, capite – e lo chiedo solo per curiosità – non perché me ne importi – si trova in possesso di liquidità?

mr. stargazer: Cinquemila sterline! Ma che importanza ha – che importan-za ha? Ve lo dico all’orecchio. Sono alla ricerca della pietra filosofale! L’ho quasi trovata – non proprio. Trasforma tutto in oro; è questa la sua pro-prietà.

tom: Che razza di proprietà che deve avere!

mr. stargazer: Quando la troverò, la terremo in famiglia. Nemmeno una parola con nessuno! Che sarà il denaro per noi? Non riusciremo mai a spenderlo abbastanza rapidamente.

tom: Beh, vedete, possiamo provarci – io farò del mio meglio.

mr. stargazer: Grazie – grazie! Ma lasciate che vi presenti subito alla vostra futura sposa: da questa parte, da questa parte!

tom: Come, senza che prima faccia il mio giro?

Page 157: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

157

mr. stargazer: Certo. Un uomo su cui i pianeti ripongono particolare inte-resse, e che sta per condividere la pietra filosofale, abbassarsi a fare il lampionaio!

tom: Ma nemmeno per sogno! Assolutamente! Mi porto dentro gli arnesi nel vostro portone, però, a scanso di qualche denuncia a mio carico. (Come prende la scala sulla spalla si sente il rumore di una pioggia violenta). Ehilà!

mr. stargazer (porta la mano alla testa come fosse sorpreso): Che cos’è?

tom: Ne sta venendo giù, direi –

mr. stargazer: Pioggia!

tom: Eh! E un bel rovescio!

mr. stargazer: Non può essere! – è impossibile! – (prende un libro dalla ta-sca, e scorre in fretta le pagine). Guardate – ecco – questo è l’almanacco del tempo – “Stabile al bello”, – lo sapevo che non poteva essere! (Con aria di grande trionfo).

tom (si tira su il colletto man mano che aumenta la pioggia): Non pensate che ci sia una certa umidità nell’atmosfera?

mr. stargazer (guarda in alto): È singolare – è come pioggia!

tom: Incredibilmente come pioggia.

mr. stargazer: C’è un errore negli elementi, in qualche modo. Ecco, “ Stabile al bello” – e stabile al bello dovrebbe essere. “Intorno nubi leggere”. Ah! Vedete, non ci sono nubi leggere – Il tempo è tutto sbagliato.

tom: Non credete che faremmo meglio a metterci al riparo?

mr. stargazer (si ritira lentamente verso la casa): Non riconosco questo di-ritto a piovere, badate! Protesto contro questa cosa. Se la Natura va avan-ti così, perderò ogni rispetto per lei – non va bene, vedete; ci sarebbero dovuti essere due gradi in meno ieri; e invece, era più caldo. Non è così che si trattano gli uomini di scienza. Io protesto contro questa cosa!

Spariscono dentro la casa, mentre entrambi parlano, tom che spinge stargazer per farlo camminare, e questo che si volta continuamente per inveire contro il tempo.

Page 158: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

158

SCENA SECONDA – Una stanza nella casa di stargazer. betsy martin, emma stargazer, fanny brown e galileo parlottano tutti insieme mentre fanno il loro ingresso.

betsy: Vi ripeto, signorine, che è una vergogna! Intollerabile!

tutti: Oh! Una vergogna! Una vergogna!

betsy: Dare in sposa Miss Emma a un gran brutto vecchio bavoso Astrono-Mago sognatore, come Mr. Mooney, sempre lì a strizzare e torcere gli oc-chi nel telescopio e altro, senza riuscire a vedere un bel visino nemmeno se ce l’ha proprio sotto il naso!

galileo (con aria malinconica): Non c’è mai stato un bel visino sotto il suo naso, Betsy, almeno da che io lo conosco. È così sgraziato.

betsy: Ah! E il povero padroncino, poi; non ha nemmeno l’umore per ri-dere alle sue stesse battute. Eccome se lo compiango, dal profondo del cuore.

fanny ed emma: Poverino!

galileo: E già, non sono forse un soggetto degno di compassione? Non è una cosa terribile che io, che compirò ventun anni il giorno dell’Annun-ciazione, debba essere trattato come un bambino? – E tutto perché mio padre è così preso dall’età della luna che non si interessa alla mia; così occupato a fare osservazioni sul sole intorno a cui gira la terra, che non fa il minimo caso al figlio che gli gira intorno! Non mi hanno nemmeno fatto togliere i pantaloncini fino a quando non sono diventato inguar-dabile.

tutti: Che vergogna!

galileo: Davvero. E guardatemi ora! Che brutta situazione. Questo è forse l’abbigliamento adatto a un maggiorenne – o perlomeno a un giovane che ora è minorenne, ma che diventerà maggiorenne proprio il prossimo giorno dell’Annunciazione? È forse questo l’abbigliamento –

tutti (lo interrompono): Certo che no!

galileo (con impeto): Non lo tollererò – non voglio più sottostare. Mi spo-serò.

tutti: No, no, no! Non siate precipitoso.

Page 159: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

159

galileo: Sì invece, vi dico. Sposerò mia cugina Fanny. Datemi un bacio, Fan-ny; ed Emma e Betsy nel frattempo guarderanno dall’altra parte. (La ba-cia). Ecco!

betsy: Signore – signore! Arriva vostro padre!

galileo: Bene, allora, me ne prendo un altro come antidoto contro mio pa-dre. Un altro, Fanny. (La bacia).

mr. stargazer (da fuori): Da questa parte! Da questa parte! La vedrete im-mediatamente.

Entra mr. stargazer,tom lo segue con ritrosia.

mr. stargazer: Dov’è la mia – ? Oh, eccola qui! Fanny, mia cara, venite. Vede-te quel signore? (A parte).

fanny: Quale signore, zio? Intendete quella persona flessibile che si inchina con così tanto zelo?

mr. stargazer: Zitta! Sì; è lo sconosciuto che ci interessa.

fanny: Oh, zio, si bacia la mano. Che cosa vuole esprimere la creatura?

mr. stargazer: Ah, furfante! Proprio come me prima che sposassi la vostra povera zia – tutto ardore e impazienza. Vuole esprimere amore, mia cara, amore. Ho una sorpresa così piacevole per voi. Non ve l’ho detto prima per paura che ci potesse essere qualche errore; ma è tutto giusto, tutto giusto. Le stelle hanno sistemato tutto tra loro. Lui diventerà vostro ma-rito!

fanny: Mio marito, zio? Santo cielo, Emma! (Parla con lei a parte).

mr. stargazer (a parte): Ha già fatto sensazione. Il suo aspetto nobile e l’aria distinta hanno prodotto immediatamente una buona impressione. Mr. Grig, mi permettete? (tom avanza con circospezione) – questa è mia ni-pote, Mr. Grig. Mia nipote, Miss Fanny Brown; mia figlia Emma – Mr. Thomas Grig, il favorito dei pianeti.

tom: Spero di rivedere Miss Hemmer in un’occasione conviviosa. (A parte a mr. stargazer). Sentite, io non so chi è l’una e chi è l’altra.

mr. stargazer (a parte): La giovane più vicina a noi è la vostra sposa promes-sa. Dite qualcosa di appropriato.

Page 160: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

160

tom: Naturalmente; sì, certo. Vediamo. Signorina (va verso di lei) – io – io vi ringrazio! (La bacia dietro il cappello. Lei urla).

galileo (si libera da betsy, che ha cercato di trattenerlo): Che insolenza ol-traggiosa! (betsy scappa via).

mr. stargazer: Ehi, signore, ehi!

tom: Chi è questa salamandra così gioviale, signore?

mr. stargazer: Il mio figliolo – è solo il mio figliolo, non fate caso a lui. (A galileo) Stringi la mano al signore, signorino, e subito!

tom: Davvero un bel ragazzo! E vi fa grande onore, signore. Piacere, giova-notto! (Si stringono la mano, galileo ha l’aria molto arrabbiata quando tom gli dà una pacca sulla testa). Ecco, corretto e appropriato. “Ai cani tanto piace di abbaiare e morsicare”; non ai giovanotti, vedete. Ecco, così!

mr. stargazer: Ora lasciate che vi mostri quel sanctum sanctorum – quel luogo sacro – quel ritiro filosofico – dove io, il genius loci –

tom: Eh?

mr. stargazer: Il genius loci –

tom (a parte): Qualcosa da bere, forse. Oh, ah! Sì, sì!

mr. stargazer: – ho realizzato tutte le mie scoperte più grandi e più profon-de! Dove all’occhio mi è quasi spuntato un telescopio per l’applicazione costante; e l’alambicco è stato mandato in frantumi dall’ardore con cui sono stati eseguiti i miei esperimenti. È lì che sta l’illustre Mooney, anche ora, a portare avanti quelle ricerche che ci renderanno ricchi di metallo prezioso, e padroni del mondo. Venite, Mr. Grig.

tom: Ma certamente, signore; e auguro fortuna all’illustre Mooney, e lo dico – non tanto per il bene di Mooney quanto per le nostre signorie.

mr. stargazer: Emma!

emma: Sì, Papà.

mr. stargazer: Lo stesso giorno che vedrà tua cugina diventare Mrs. Grig, renderà te e quell’uomo immortale, di cui abbiamo appena parlato, una cosa sola.

emma: Oh! Considerate, Papà caro –

Page 161: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

161

mr. stargazer: Non ne sei degna, lo so; ma lui – creatura gentile e generosa – acconsente a passare sopra ai tuoi difetti e a prenderti, per il mio bene – che uomo devoto! – Venite, Mr. Grig! – Galileo Isaac Newton Flamstead!

galileo: Ebbene? (Avanza accigliato).

mr. stargazer: Nel nome, ahimè! Ma non per natura, dal momento che non conosce, e neanche solo di vista, nessun altro pianeta se non il sole e la luna, – ecco la tua paghetta settimanale, sei pence! Prendili tutti!

tom: E non spenderli tutti in una volta, signorino! Dunque, signore!

mr. stargazer: Dunque, Mr. Grig – dopo di voi, signore, prego!

Escono tom e mr. stargazer.

galileo. “Prego, Mr. Grig!” – “Dopo di voi, Mr. Grig!” – “Il giorno che vedrà tua cugina diventare Mrs. Grig!” – Trapasserò segretamente Mr. Grig con un tagliacarte, se riesco a vivere per altre tre ore!

fanny (al suo lato): Oh! Non parlare in modo così disperato, – oh, povero caro!

emma (all’altro lato): No! Per favore, no; – mi si gela il sangue a sentirti.

galileo: Oh! Se avessi già l’età! – se solo avessi già l’età! – oppure potremmo andare a Gretna Green,1 per tre pence ciascuno, compreso il ricevimento e tutte le spese accessorie. Ma non sarebbe mai possibile! Oh! Se solo avessi l’età!

fanny: E se l’avessi? Cosa potresti fare, allora?

galileo: Sposarti, cugina Fanny; allora potrei sposarti legalmente, e senza il consenso di nessuno.

fanny: Dimentichi che, nella situazione in cui siamo, non potremmo sposar-ci nemmeno se tu avessi ventun anni; – non abbiamo denaro!

emma: Nemmeno per le tasse matrimoniali!

galileo: Oh! Sono certo che qualunque sacerdote cristiano, in circostanze così avvilenti, ci sposerebbe facendoci credito. Le tasse matrimoniali potreb-

1 Gretna Green, località scozzese presso il confine con l’Inghilterra, era già nel diciannove-simo secolo il luogo dove andavano a sposarsi un gran numero di giovani coppie inglesi, poiché in Scozia era possibile celebrare il matrimonio anche senza il consenso dei genitori [N.d.T.].

Page 162: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

162

bero attendere fino al primo battesimo, e poi potremmo saldare il contici-no tutto in una volta. Oh! Perché non ho l’età! – Perché non ho l’età?

Entra betsy in tutta fretta.

betsy: Beh! Non l’avrei mai creduto! Ecco, Miss Fanny! Non l’avrei creduto, nemmeno se l’avessi sognato con un pezzo di torta nuziale sotto il cusci-no! Solo osare pensare di sposare una giovane con cinquemila sterline a un semplice lampionaio!

tutti: Un lampionaio?

betsy: Sì, è Tom Grig il lampionaio, né più e né meno, e il vecchio Mr. Starga-zer va e lo raccoglie per strada, per poi portarlo in casa come marito per Miss Fanny, perché avrebbe letto qualcosa nelle stelle. Roba dell’altro mondo! Io non ci credo che possa decifrare le stelle, questa è la verità; o al massimo, se è arrivato a capire parole di una sillaba è già tanto.

fanny: Si è mai sentita un’atrocità del genere? Io, privata del potere di spo-sarmi senza il suo consenso, e lui quasi con il potere di forzare le mie stesse inclinazioni.

emma: Di fatto è peggio che essere sacrificata a quell’odioso e detestabile Mr. Mooney.

betsy: Via, Miss Emma, non è così male; almeno Thomas Grig è un giovane, e un giovane per bene, ma Mr. Mooney – oh, santo cielo! Nessun marito è abbastanza cattivo secondo me; ma lui è peggio di qualunque altra cosa – molto ma molto peggio.

fanny: Sembra che tu parli di questo Mr. Grig con sentimento.

betsy: Oh, cielo, no, Miss Fanny, non io. Non intendo dire nient’altro se non che Mr. Grig a suo modo può andare molto bene; ma Mr. Grig e io non abbiamo mai intrattenuto alcuna conversazione, neppure in termini di salve e come va. Oh, no davvero, sono stata molto attenta, Miss, come lo sono sempre con gli sconosciuti. Conoscevo il lampionaio precedente, Miss, ma si sta per sposare e ha smesso di esercitare, perché i genitori della giovane sposa, essendo molto rispettabili, desideravano che spo-sasse un uomo di lettere, allora si è messo ad affiggere manifesti. Mr. Grig ha incominciato questo giro solo oggi alle cinque, Miss.

fanny: Che è una ragione piuttosto sufficiente perché tu non sappia altro di lui.

Page 163: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

163

betsy: Beh, Miss, forse lo è; e spero non sia un reato fare amicizia a questo mondo, quando è possibile, Miss.

fanny: Certo che no. Tanto che ti auguro di cuore di fare di questo Mr. Grig più di un amico, e portarlo quindi a smentire la sua predizione.

galileo: Oh! Non pensate che potreste farlo, Betsy?

emma: Non potresti allo stesso tempo fare in modo che qualche tua giovane amica faccia di Mr. Mooney qualcosa di più che un amico, eh, Betsy?

galileo: Ma, davvero, non pensi di poter riuscire a dare una mano a tutti noi insieme, in un modo o nell’altro, eh, Betsy?

fanny: Sì, sì, sarebbe così bello. Le sarei grata per sempre. Tu no?

emma: Oh, per il resto della mia vita!

galileo: E anch’io, vedete, e, per dio!, potremmo renderla tanto ricca quan-do – quando noi diventeremo ricchi – non è vero?

entrambe: Oh, dovremmo farlo, sì, certo.

betsy: Vediamo. Non desidero prendere Mr. Grig per me, sapete. Io non vo-glio sposarmi.

tutti: No! No! No! Certo che non vuole.

betsy: Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di dissuadere Mr. Grig da questa storia, vedete, per il bene di nessun altro se non di voi giovani. Sto andando piuttosto contro i miei stessi sentimenti, badate.

tutti: Oh, sì, sì! Com’è gentile!

betsy: Bene, studierò la cosa insieme alle signorine nella stanza di Miss Emma, e se riusciremo a pensare a una qualunque cosa che paia poter-ci aiutare, tanto meglio così; altrimenti, non sarà peggio di così. Ma il padroncino Galileo non deve venire, perché è così brutalmente geloso di Miss Fanny che non potrei azzardarmi a dire niente in sua presenza. Ecco, vi dico (guarda fuori), che arriva il nostro uomo guardandosi intor-no come se avesse perso Mr. Stargazer, e ora si volta verso di noi. Eccolo – sparite. Sbrigatevi!

galileo: Le posso accompagnare fino all’inizio delle scale, vero, Betsy?

betsy: Sì, ma non un passo oltre per nessuna ragione. Ecco, uscite piano, in

Page 164: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

164

modo che se passa di qua mi trovi da sola. (Strisciano via piano, galileo ritorna e sbircia dentro).

galileo: Pss, Betsy!

betsy: Andate via, signore. Per cosa siete tornato?

galileo (le porge uno spillone): Vorrei che trovaste un’occasione per confic-cargli un pochino questo per avermi preso a pacche sulla testa.

betsy: Sciocchezze, ancora per un po’ non potete permettervi di abbando-narvi a svaghi così dispendiosi come la rappresaglia. Dovete aspettare di entrare in possesso della vostra proprietà, signore. Su, andatevene.

galileo esce. Entra tom grig.

tom (a parte): Non ho mai visto un tipo così scientifico in vita mia. Quell’in-traprendente che si affogò per vedere cosa si prova non è niente in con-fronto a lui. Eccolo lì appena sceso fino al fondo di un pozzo asciutto, con un secchio insolitamente piccolo, per dare un’altra sbirciata alle stelle, dato che, suppongo, si vedono meglio attraverso un raffreddore di testa. Ehi! Ecco una giovane femmina di forme attraenti. Ora mi do-mando se sia ammesso per un uomo di nobile aspetto farle il solletico. (Avanza furtivo e le fa il solletico sotto il braccio).

betsy (ha un sussulto): Ehi! Cosa – Buon dio, signore!

tom: Non spaventatevi. Le mie intenzioni sono assolutamente oneste. In al-tre parole, non ho intenzioni di alcun genere.

betsy: Allora dovreste stare più attento, Mr. Grig. Vi siete preso una libertà, signore.

tom: Lo so. Sempre la causa della libertà, ovunque nel mondo – questo è il mio parere! Come vi chiamate?

betsy (con un inchino): Betsy Martin, signore.

tom: Un nome ricorrente nelle canzoni come nella storia. Avreste la bontà, Miss Martin, di indicarmi quella stanza speciale dove l’illustre Mooney sta conducendo le sue ricerche?

betsy (a parte): Un po’ di sana paura non gli farà male. (A lui, simulando agi-tazione). Non vorrete andare in quella stanza, Mr. Grig?

Page 165: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

165

tom: Certo che ci sto andando, e dovrei essere già lì, poiché ho promesso di raggiungervi quel lume della scienza, il vostro padrone (un soldo di cacio, a proposito!), di fronte alla porta.

betsy: Quella camera così lugubre e misteriosa! Un’altra vittima!

tom: Vittima, Miss Martin!

betsy: Oh! Quel vincolo al segreto che mi costringe a non svelare i pericoli di quell’orribile stanza tenebrosa.

tom (sbigottito): Miss Martin!

betsy: Che un così bel giovane, di carnagione così rosea e fresca, debba ca-dere nelle grinfie di quel mostro crudele e insaziabile! Non posso conti-nuare ad assistere a scene tanto spaventose; lo devo mettere in allarme.

tom: Se avete qualcosa da svelare, signorina, abbiate la bontà di mettermi in allarme subito.

betsy (finge di ricomporsi): No, no, Mr. Grig, non è niente – è solo – Ha! Ha! Ha! – Non fate caso a me, non fateci caso, certo è molto impressionante; – no, – no, non intendevo questo, – volevo dire comico, sì. Ha! Ha! Ha!

tom (a parte, mentre la scruta con attenzione): Ho il sospetto che ci sia sotto un imbroglio, – qualche altro pretendente pronto a saltar fuori che vuo-le impossessarsi delle stelle; – ma non lo farà. Ve lo dico io, signorina (a lei), se questa è una maschera, farete bene a farla indossare a qualcun altro; – per dirla in parole povere se avete un obbiettivo da raggiungere e pensate di raggiungerlo spaventando me, avete preso un granchio, Miss Martin.2

betsy: Bene, dunque, se volete accelerare il corso del vostro destino, – ecco (indica) – la porta è quella, alla fine di quel lungo corridoio e oltre quel giardinetto col ghiaino. La stanza è stata costruita di proposito separata dalla casa.

tom: Ci vado immediatamente, e il mio primo oggetto di osservazione attra-verso quello stesso telescopio che ogni tanto cresce all’occhio del vostro padrone sarà la luna – la luna, che è l’emblema del vostro sesso incostan-te e ingannevole, Miss Martin.

2 Riferimento all’espressione popolare inglese It’s all my eye and Betty Martin, che significa “sono tutte sciocchezze”. Ma Betty Martin suona come il nome e cognome di Betsy: nel testo originale Tom gioca su questa analogia di suono dicendo “It’s all my eye and… you, Miss Mar-tin” [N.d.T.].

Page 166: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

166

duetto.

Aria – “The Young May-moon”

tom:

La luna nuova solo dodici volte l’anno è visibile

betsy:E quando non c’è tutto è scuro e terribile.

tom: E in questo io scorgo –

betsy: – e anch’io me ne accorgo

entrambi:Qualcosa che alla donna è conducibile.

entrambi:La luna nuova solo dodici volte l’anno è visibilee quando non c’è tutto è scuro e terribile.

tom:E in questo io scorgo –

betsy:

– e anch’io me ne accorgo

entrambi:Qualcosa che alla donna è conducibile.

Seconda strofa

tom:È mutevole, è incostante, gli uomini fa impazzire,

betsy:Viene per portar luce, e invece li fa intristire.

tom:Così da restare per sempre folli –

betsy:– ma così dolcemente folli

Page 167: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

167

entrambi:Che di miglior compagnia non puoi gioire.

entrambi:La luna nuova solo dodici volte l’anno è visibilee quando non c’è tutto è scuro e terribile.

tom:E in questo io scorgo –

betsy:– e anch’io me ne accorgo

entrambi:Qualcosa che alla donna è conducibile.

Escono.

SCENA TERZA – Un tetro stanzone; una finestra con un telescopio rivolto all’esterno verso il cielo, un tavolo ricoperto di libri, strumenti e apparati che sono anche sparsi in giro per la stanza, un lume fioco, un paio di mappamon-di ecc., uno scheletro in una cassa e vari oggetti strani appoggiati alle pareti. Due porte dipinte sul fondale. mr. mooney è visibile, col viso molto sporco, tutto concentrato nell’alimentare un fuoco su cui è posato un crogiolo.

Entra mr. stargazer con un lume e fa cenno a tom grig, il quale entra con una certa riluttanza.

mr. stargazer: Questo, Mr. Grig, è il sanctum sanctorum di cui vi ho già par-lato; è allo stesso tempo il laboratorio e l’osservatorio.

tom: Non è un luogo troppo vivace, vero?

mr. stargazer: Ha un’aria solenne che ben si concilia con le grandi e miste-riose attività che vi vengono svolte costantemente, Mr. Grig.

tom: Ah! Direi che sarebbe adatto a un impresario di pompe funebri per la vita; o forse dovrei dire piuttosto per la morte. Ora, cosa sarà mai quel simpatico oggetto là? (Indica una grossa fiala).

mr. stargazer: Quello contiene un infante di sesso maschile con tre teste – lo usiamo in astrologia; – si ritiene che sia un portafortuna.

Page 168: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

168

tom: Non l’avrei detto a giudicare dall’aspetto. Il signorino non è mica vivo, vero?

mr. stargazer: No, è conservato sotto spirito. (mr. mooney starnutisce).

tom (si ritira in un angolo): Ehilà! Che diamine – (mr. mooney si guarda in-torno con aria assente). Il signore, immagino, è un po’ fuori di spirito?

mr. stargazer (poggia la mano sul braccio di tom e guarda verso il filosofo): Ssh! Quello è il geniale Mooney. Fate caso all’espressione nobile – ogni lineamento risplende di pensieri intensi. È lui il grande astrologo.

tom: Ha tutta l’aria di essersi occupato di magia nera. Ma perché non dice qualcosa?

mr. stargazer: Si trova in uno stato di assenza; vedete come rivolge il manti-ce da questa parte e soffia sull’aria vuota.

tom: Forse vede una strana scintilla in questa direzione e si chiede come sia arrivata fin qui. Vorrei che mi facesse sparire con un soffio. (A parte) Non mi piace neanche un poco.

mr. stargazer: Ora vedrete come lo risveglio.

tom: Non mettetevi in pericolo per me; posso fare la sua conoscenza in qua-lunque altro momento.

mr. stargazer: Non c’è momento migliore di questo. Niente lo desta da que-sti attacchi di meditazione se non una scossa elettrica. Teniamo sem-pre una batteria ben carica per questo scopo. Gli do subito una scossa. (mr. stargazer si tira su e colloca con cautela l’estremità di un cavo nella mano di mr. mooney. Poi si inchina accanto al tavolo come per collegarlo alla batteria. mr. mooney fa immediatamente un salto emettendo un gri-do e getta via il mantice).

tom (squadra il filosofo): Non l’ho voluto io, sapete, piantiamola con queste sciocchezze.

mr. stargazer (viene avanti rapido): Mr. Grig – Mr. Grig – evitate un atteggia-mento così poco rispettoso verso uno dei più grandi uomini che siano mai esistiti. Questo, caro amico (a mooney) – è il nobile sconosciuto.

mr. mooney: A-ha!

mr. stargazer: Che è arrivato, esattamente all’ora in cui doveva, questo po-meriggio.

Page 169: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

169

mr. mooney: O-ho!

mr. stargazer: Accoglietelo, amico mio – dategli la mano. (mr. mooney ap-pare confuso e solleva la gamba). No – no, quello è il piede. È così assente, Mr. Grig, nelle sue smisurate meditazioni che molto spesso non distin-gue una cosa dall’altra. Sì, quella è la mano, molto bene amico, molto bene (dà una pacca sulla schiena a mooney mentre lui e tom si stringono la mano, tom con il braccio teso).

mr. stargazer: Avete fatto altre scoperte durante la mia assenza?

mr. mooney: Niente di particolare.

mr. stargazer: Pensate – pensate, caro amico, che arriveremo a un punto importante nelle nostre fatiche, qualcosa che si avvicini al compimento, nel corso di questa notte?

mr. mooney: Non posso sbilanciarmi fino a questo punto.

mr. stargazer: Che opinione avete in merito?

mr. mooney: Non ho alcuna opinione in merito a niente.

mr. stargazer: Che uomo meraviglioso! Una vera mente, Mr. Grig.

tom: Sì, il suo discorso è davvero edificante. Ma perché mi fissa in modo così severo?

mr. stargazer: Gli sta succedendo qualcosa. Non parlate – non disturbate per nessuna ragione il flusso delle sue riflessioni. (mr. mooney si avvici-na solennemente a tom, il quale si ritrae; gli prende il cappello, lo gira e lo rigira con espressione preoccupata, e infine se lo mette in testa).

mr. stargazer: Che uomo eccentrico!

tom: Spero, vi dico, che non abbia intenzione di tenerselo, perché altrimenti la sua eccentricità sarebbe poco piacevole. Dategli un’altra scossa e fa-telo fuori, no?

mr. stargazer: Ssh! Ssh! Non dite nemmeno una parola. (mr. mooney, te-nendo gli occhi fissi su tom, ritorna lentamente da mr. stargazer e gli sussurra qualcosa nell’orecchio). Certo; assolutamente. Ho appena preso nota della sua data di nascita e di tutte le altre informazioni necessarie allo scopo. (A tom) Mr. Mooney ritiene che dovremmo studiare il vostro oroscopo senza perder tempo, così da potervi comunicare il vostro de-stino futuro.

Page 170: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

170

mr. mooney: Ritiriamoci a questo scopo.

mr. stargazer: Certo, aspettate qui qualche momento, Mr. Grig: andiamo giu-sto nel laboratorio piccolo e torniamo subito. Dunque, mio illustre amico. (Prende un lume e fa strada verso una delle porte. Come mr. mooney gli va dietro, tom lo segue furtivamente e si riprende il cappello. mr. mooney si volta, guarda fisso ed esce dalla porta).

tom: Beh, questo è il genio più stravagante che abbia mai incontrato – un tipo piuttosto singolare per un gruppetto così fumoso. (Guarda dentro il crogiolo). Immagino che questo sia il piattino su cui stanno facendo bollire la pietra filosofale fino a farle raggiungere la consistenza giusta. Spero che ci siano vicini; quando sarà quasi fatto, manderò a prendere sei pence di aringhe e le trasformerò in pesciolini dorati come primo esperimento. Buon dio! Dev’essere comodo però non vedere la fine delle proprie sostanze. Avrò una casa di campagna e un parco, e una parte la disseminerò con una doppia fila di lampade a gas lunga un miglio, e me ne andrò in giro con una scala di mogano francese bello lucido, e dietro di me due servi in livrea per accenderle con le mie stesse mani ogni sera. Cosa si vede da qui? (Guarda dentro il telescopio). Niente di particola-re, dato che dall’altra parte è tappato. Il ragazzino con tre teste (guarda dentro il contenitore). Che consolazione deve essere stato per i genito-ri! – Ehilà! (Prende un grosso coltello) Questo strumento ha un aspetto poco rassicurante, – un po’ troppo grande per il pane e il formaggio o per le ostriche, e non male per ficcarlo tra le costole a qualcuno. Un posto molto lugubre, – vorrei che tornassero. Ah! – (Nota lo scheletro) Ecco un oggetto terrificante – cosa dice la scritta? – (Legge un’etichetta sulla cassa) “Scheletro di un gentiluomo preparato da Mr. Mooney”. Spero che Mr. Mooney non abbia l’abitudine di invitare qui dei gentiluomini e prepa-rarli così senza il loro consenso. Ah, qui c’è un libro. Di cosa parlerà mai? I caratteri sembrano come impressi a caso da una macchina a vapore. (Sfoglia le pagine, cercando di decifrare tra sé e sé).

galileo entra piano senza essere visto da tom, che gli volge le spalle.

galileo (a parte): Ah, siete qui dunque? Se potessi solo soffocarlo, non per sempre, ma solo fin quando compio ventun anni, e poi resuscitarlo, che sollievo e che vantaggio sarebbe! Ho sentito di straforo mia cugina Fanny e Betsy che parlavano di venire qui. E cosa può volere qui? E se facesse il doppio gioco, – il doppio gioco con me; – sembra impossibile, ma se

Page 171: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

171

fosse così? – Bene, bene, vedremo. Se riesco a raggiungere quello sgabuz-zino senza essere visto, Fanny Brown – salvati. (Si dirige furtivo verso la porta sulla sinistra – la apre, ed entra con cautela nella stanza. Nel frat-tempo, tom si volta dall’altra parte).

tom (chiude il libro): È proprio greco, mi sa. Ma quanto ci mettono!

mr. stargazer e mooney entrano provenienti dalla stanza.

mr. mooney: Informate il nobile signore del suo irrevocabile destino.

mr. stargazer (mostra emozione): No – no, prima preparatelo.

tom (a parte): Preparatelo! “Preparato da Mr. Mooney”. – Questo è un caso di sequestro e strage. (Rivolto a loro) Che mi prepari pure, a suo rischio e pericolo!

mr. stargazer: Mr. Grig, perché questa dimostrazione?

tom: Oh, non parlate a me di dimostrazioni; non mi dimostrate proprio niente, ve lo dico io.

mr. stargazer: Ahimè! (Va verso di lui). La verità che dobbiamo comunica-re richiede ben poca dimostrazione dalle nostre flebili labbra. Abbiamo calcolato il vostro oroscopo.

mr. mooney: Eh sì, lo abbiamo calcolato.

mr. stargazer: Uomo dal cuore tenero! (mooney piange). Guardate, Mr. Grig, non è commovente?

tom: Che cos’ha da piangere con quegli occhi da pesce lesso, signore? Che ne so se è commovente o no?

mr. stargazer: È per voi, per voi. Abbiamo scoperto che morirete due mesi a domani, e trenta minuti – non era trenta minuti, amico mio?

mooney: Trentacinque minuti, ventisette secondi e cinque sesti di secondo. Oh! (Emette un gemito).

mr. stargazer: Trentacinque minuti, ventisette secondi e cinque sesti di se-condo dopo le nove.

mr. mooney: Del mattino. (Entrambi si asciugano gli occhi).

tom (allarmato): Non ditemi così, dovete aver commesso un qualche errore – non ci credo.

Page 172: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

172

mr. mooney: No, è tutto giusto, lo abbiamo calcolato nel modo più adeguato. – Oh! (Emette un altro gemito).

tom: Adeguato, signore! Le vostre nozioni su cosa è adeguato non sono di livello eccezionale.

mr. stargazer (tira fuori un libercolo): È confermato dall’almanacco profeti-co. Ecco la predizione per due mesi a domani – “Il decesso di una grande persona si può verificare intorno a quest’ora”.

tom (si lascia cadere sulla sedia): Sono io! È finita! Seppellitemi dignitosa-mente, amici miei.

mr. stargazer (gli stringe la mano): Si terrà fede ai vostri desideri. Dobbiamo concludere il matrimonio con mia nipote immediatamente, così che la vostra eminente genia possa essere consegnata alla posterità. Fategli le vostre condoglianze, caro Mooney, mentre io rimetto ordine tra i miei sentimenti e predispongo in solitudine quanto occorre per il matrimo-nio.

Prende il lume e sparisce nella stanza a destra. mooney prende una se-dia e la colloca all’altezza di tom, molto distante da lui. Entrambi so-spirano forte. galileo apre la porta dello sgabuzzino. In quel momento la porta principale si apre e betsy sgattaiola piano sulla scena, facendo cenno a emma e fanny che la seguono. Lui sparisce di nuovo repentina-mente.

betsy (a parte): Dunque, signorine, se sarete coraggiose per un solo minuto riuscirete a far spaventare Mr. Mooney tanto da farlo rinunciare imme-diatamente al matrimonio.

emma: Ma se lui ha intenzioni serie?

betsy: Sciocchezze, Miss, lui non ha alcuna intenzione. Vostro padre gli dice, “Volete sposare mia figlia?” e lui dice, “Sì, lo voglio”; e lo farebbe, e lo farà, se non sarete coraggiosa, ma per l’amor di Dio, non ci ha mai pen-sato nemmeno per un attimo. Se voi, Miss (a emma), fingerete di odiarlo e di amare un rivale, e voi, Miss (a fanny), di amarlo alla follia, lo spa-venterete tra tutt’e due al punto che dichiarerà immediatamente la sua intenzione di rinunciare, ve lo garantisco. L’amore lo spaventerà altret-tanto quanto l’odio. Non ha mai visto una donna in preda alla passione, e quanto ad averne visto una innamorata, non credo che nessun’altra

Page 173: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

173

oltre sua madre abbia mai baciato la sua vecchia faccia scontrosa da quando è nato. Ora, mettetelo alla prova, signorine. Venite, stiamo per-dendo tempo.

Si nasconde dietro la cassa con lo scheletro. emma si precipita su tom grig e lo abbraccia, mentre fanny afferra mooney per il collo. galileo appare alla sua porta con aria di grande stupore, e mr. stargazer alla sua, dopo essere rientrato in scena di corsa con il lume, che teneva in mano prima di vedere ciò che stava accadendo. tom e mooney con aria di grande stu-pore.

fanny (a mooney):Ssh! Ssh!emma (a grig):

tom grig e mooney sporgono la testa ognuno dalla propria stretta tanto da riuscire a scambiarsi uno sguardo di sorpresa.

emma: Caro Mr. Grig, so che riterrete questo un comportamento strano, in-solito e incomprensibile.

tom: Bene, signora, senza una spiegazione in effetti appare proprio singolare.

emma: Sì, sì, lo so che lo è e che lo sarà, ma l’urgenza del caso deve supportare la mia motivazione. Mr. Grig, voi affascinante all’eccesso, vi ho visto una e una sola volta, ma l’impressione di quel dialogo da far uscire di senno non si può cancellare. Io vi amo alla follia. (Cade sulla spalla di lui).

tom: Siete incredibilmente gentile, signora, sono cose che lusingano – o do-vrebbero. (A parte) Se vivessi più a lungo, – ma non siete voi, signora; – è l’altra signora che le stelle mi hanno –

fanny (a mooney): No, creatura meravigliosa, ascoltatemi – non è il momen-to di falsi pudori convenzionali. Avvolto nelle vostre sublimi visioni, voi non avete percepito i segni silenziosi della prima coinvolgente devozio-ne di una donna, che è stata, temo, fin troppo percettibile agli occhi di altri; ora però devo dire tutto. Io odio quest’uomo detestabile. Siete voi il mio primo e unico amore. Oh! Parlatemi.

mr. mooney: Non ho niente di appropriato da dire, signorina. Credo che do-vrei andare (cerca di allontanarsi).

}

Page 174: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

174

fanny: Oh! No, no, no (lo trattiene). Incoraggiatemi. Nemmeno una parola gentile? Nemmeno uno sguardo d’amore?

mr. mooney: Non so come si guarda con uno sguardo d’amore. Sono – sono spaventato.

tom: Anch’io! Non capisco. Vi dico, signorina, che è l’altra signora la mia moglie destinata. Per l’amor del cielo non dovete abbracciarmi, la farete ingelosire.

fanny: Gelosa! Di voi! Ascoltatemi (a mooney). Rinuncio a ogni diritto e tito-lo alla mano di quello o qualsiasi altro uomo e prometto di essere eter-namente e interamente vostra.

mr. mooney: No, non fatelo, non potete essere mia, – nessuna può essere mia – Io non voglio nessuna – Io – Io –

emma: Se non ascoltate lei – ascoltate me, mostro detestabile. – Ascoltatemi mentre dichiaro che prima di essere la vostra sposa, con questa profon-da passione per un altro radicata nel mio cuore, io –

mr. mooney: Non c’è bisogno che facciate alcuna dichiarazione sull’argo-mento, signorina.

mr. stargazer (avanza): Non ne farà, – non ne farà. È tutto a posto, non ascoltatela. Sposerà voi che le piaccia o no, – vi sposerà domani mattina, – e voi, Miss (a fanny), sposerete Mr. Grig quand’anche dovessi trainarvi in chiesa su una carriola.

galileo (avanza): Lo farà! Può farlo! Lasciate che lo faccia! Lasciate pure! Io le do il mio consenso.

mr. stargazer: Le dai il tuo consenso, moccioso! A chi diavolo vuoi che im-porti se tu le dai o non le dai il tuo consenso? E perché ti stai dimenando in quel modo?

galileo: Sono inferocito, sono furioso – non parlatemi – farò del male a qual-cuno; – non sposerò mai nessuna dopo tutto questo, mai, mai, non è prudente. Vivrò e morirò celibe! – Ecco – Celibe! Celibe! (Avanza e si in-crocia con betsy. Lei gli parla da parte, e la rabbia di lui sembra cedere gradualmente).

mr. mooney: Il ragazzino, a dispetto della tenera età, ha parlato saggiamente. Sono stato indotto alla contemplazione del genere femminile. Trovo che il loro amore sia troppo violento per la mia consolidata posatezza. Prefe-rirei non avventurarmi nelle acque agitate del matrimonio.

Page 175: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

175

mr. stargazer: Non intendete sposare mia figlia? Nemmeno se io vi dico che vi prenderà? (mooney scuote solennemente la testa). Mr. Grig, e voi non avete cambiato idea a causa di un capriccetto da ragazzina?

tom: Due mesi a domani! Tanto vale che faccia tutto l’oro che posso nel frat-tempo. Dunque, signore, se la pentola è sul punto di bollire (indica il crogiolo), – se siete piuttosto vicini alla pietra filosofale –

mr. stargazer: Piuttosto vicini! Noi ne siamo sicuri – certi; è garantito come il denaro in banca.

galileo e betsy, che hanno ascoltato con attenzione, si muovono tutt’in-torno agitati, sventagliando sul fuoco e spargendo sul tavolo varie polveri dalle boccette, poi si ritirano più lontano con circospezione.

tom: Se è così, signore, sono pronto a tenere fede ai pianeti. La prendo, si-gnore, la prendo.

mr. stargazer: Allora ecco la sua mano, Mr. Grig – non opponete resisten-za, Miss (tira avanti fanny). È tutto inutile, quindi tanto vale che voi lo facciate con una certa grazia. Prendete la sua mano, Mr. Grig. (Il crogiolo scoppia producendo un forte fragore; tutti hanno un sussulto).

mr. stargazer: Come! – Le fatiche di quindici anni annientate in un istante!

mr. mooney (si china sui frammenti): È l’unica delusione che ho subito in questo processo dal primo momento in cui mi ci sono impegnato da bambino. Scoppia sempre quando è sul punto di riuscire.

tom: È la pietra filosofale quella che è andata?

mr. mooney: No.

tom: Non è andata, signore?

mr. mooney: No – non è mai arrivata!

mr. stargazer: Ma la troveremo, Mr. Grig. Non vi deprimete, la scopriremo in meno di dieci anni questa volta, mi permetto di dire.

tom (abbandona la mano di fanny): Ah! Le stelle si sono espresse positiva-mente su questa unione?

mr. stargazer: Non hanno espresso alcun dubbio su di essa. Hanno detto che sarebbe accaduto, e quindi deve accadere. Sono state perentorie.

Page 176: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

176

tom: Ne sono dolente, perché sono state cortesi con me dandomi ogni tanto un po’ di luce, e sono davvero spiacente di deluderle. Ma stanti le pre-senti circostanze del caso, non può avvenire.

mr. stargazer: Non può avvenire, Mr. Grig! Cos’è che non può avvenire?

tom: Il matrimonio, signore. Mi oppongo alle pubblicazioni. (Si ritira e si siede).

mr. stargazer: Impossibile! Una predizione come questa restare inadem-piuta! Ebbene, le conseguenze sarebbero altrettanto fatali quanto quelle di una collisione tra la cometa e questo pianeta. Non può avvenire! Deve avvenire, avverrà.

betsy (avanza, seguita da galileo): Se non vi dispiace, signore, posso dire una parola?

mr. stargazer: Cos’hai da dire? Parla, donna!

betsy: Ebbene, signore, io non penso che Mr. Grig sia l’uomo giusto.

mr. stargazer: Come!

betsy: Non rammentate, signore, che proprio quando l’orologio di casa scoc-cò il primo tocco delle cinque, voi deste a Mr. Galileo una botta in testa con l’estremità del vostro telescopio, e gli diceste di togliersi di mezzo?

mr. stargazer: Ebbene, se anche l’ho fatto, che c’entra dunque?

betsy: Allora, signore, vi dico, e lo direi anche se mi costasse la vita, che è lui il giovane che dovrebbe sposare Miss Fanny, e che le stelle non hanno mai voluto dire nient’altro che questo.

mr. stargazer: Lui! Ma come, è un ragazzino.

galileo: Non lo sono. Compirò ventun anni il giorno dell’Annunciazione.

mr. stargazer: Eh! Ottocento e – Ebbene, è così, lo dichiaro. È quasi un estra-neo per me, certo. Non ho più pensato alla sua età da quando ha com-piuto quattordici anni, e mi ricordo di quel compleanno, perché aveva un abito nuovo. Ma la famiglia nobile –

betsy: Buon dio, signore! Non significa essere di famiglia nobile essere il fi-glio di un uomo brillante come voi?

mr. stargazer: È vero. E il padre di mia madre sarebbe diventato Lord Mayor, solo che è morto l’anno prima per il morbo della tartaruga.1

1 Nel testo originale “He died of turtle”, con riferimento a una malattia inesistente [N.d.T.].

Page 177: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

177

betsy: Oh, è ben chiaro.

mr. stargazer: L’unica questione sorge a proposito dell’ora, perché la chie-sa ha battuto i rintocchi successivamente. Però direi che le stelle, dimo-strando così tanto interesse per la mia casa, è più probabile che si basino sull’orologio di casa, – Eh! Mooney?

mr. mooney: Decisamente, – sì.

mr. stargazer: Quindi puoi prenderla, figlio mio. Suo padre era un grande astronomo; spero quindi che, sebbene tu sia una testa di legno, i tuoi figli possano essere scientifici. Ecco! (Unisce le loro mani).

emma: Sono libera di sposare chi voglio, papà?

mr. stargazer: Voi non la sposerete, Mooney? No?

mr. mooney: Se qualcuno me lo chiederà di nuovo scapperò via, e non tor-nerò mai più.

mr. stargazer: Allora dobbiamo lasciar cadere la cosa. Sì, la tua scelta è or-mai libera da vincoli.

emma: Grazie, Papà caro. Allora cercherò qualcuno che sia adatto a me senza attendere un solo istante di più del necessario.

mr. stargazer: Che zelo!

fanny: E, dal momento che il mio trovarmi qui proprio ora con Emma è di-peso da un piccolo scherzo di Betsy, spero che la perdonerete, zio.

emma e galileo: Oh, sì, perdonatela.

fanny: E ricompensatela anche, zio, per essere stata lo strumento dell’avve-rarsi della predizione.

emma e galileo: Oh, sì, ricompensatela.

fanny: Forse potreste trovare un marito per lei, zio, vedete. Non capite?

betsy: Vi prego di non parlarne neppure, Miss. Vi ho detto fin dall’inizio, Miss, che non avevo il benché minimo desiderio di avere Mr. Grig per me. Non potrei sopportare che Mr. Grig pensasse che io volessi che lui mi sposasse; oh no, Miss, per nessuna ragione.

mr. stargazer: Oh, si capisce bene. Ecco, Mr. Grig. (Tutti si ritraggono dalla sua sedia). Avete qualche obbiezione a prendere questa donna nel bene e nel male?

Page 178: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

178

betsy: Buon dio, signore! Che ondelicatezza!

mr. stargazer: Aggiungo una cifra di dieci sterline per il tempo che avete perso qui stasera. Che cosa dite, Mr. Grig?

tom: Non ha tanta importanza. Non ne ho per molto a questo mondo. Otto settimane di matrimonio potrebbero riconciliarmi con il mio destino. Me ne andrei, credo, più rassegnato e sereno. Sì, la prendo, come risarci-mento. Venite tra le mie braccia! (La abbraccia con viso malinconico).

mr. stargazer (prende un foglio dalla tasca): Perbacco! Questo mi ricorda ciò che ero tornato indietro per dire, e che tutto questo tramestio mi ha fatto uscire di mente. C’era una costellazione sbagliata nell’oroscopo (porge il foglio a mooney). Vivrà fino a una florida vecchiaia.

tom (guarda verso l’alto): Eh! Come?

mr. mooney: Proprio così. Ottantadue anni e dodici giorni sarà il minimo.

tom (si libera dall’abbraccio): Ehi! Sentite! (Chiama fuori). Ehi, voi, signore! Portate dentro quella scala e quella lanterna.

Un servo entra in tutta fretta, e porge entrambe a tom.

servo. C’è una tale fila per strada, – nemmeno una lampada a gas accesa, e tutta la gente che cerca il lampionaio. Una tale fila!

tom (si sfrega le mani con grande allegria): Davvero, mio buon amico? Allora vado ad accenderle. E poiché, date le circostanze presenti, e con la pro-spettiva di una florida vecchiaia davanti, preferirei non sposarmi, Miss Martin, vi prego di assicurare ai contribuenti presenti che in futuro pre-sterò la più rigorosa attenzione ai miei doveri professionali, e farò del mio meglio per il contraente; e che mi si troverà al pezzo fin tanto che vorranno essere clienti del Lampionaio. (Corre via. betsy martin sviene tra le braccia di mooney).

SIPARIO

Page 179: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

IL DIARIO DI MR. NIGHTINGALE

FARSA IN UN ATTODI CHARLES DICKENS E MARK LEMON

MR. NIGHTINGALE’S DIARY(1851)

Traduzione di Lia Turtas

Page 180: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 181: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

181

IL DIARIO DI MR. NIGHTINGALE

FARSA IN UN ATTODI CHARLES DICKENS E MARK LEMON

PERSONAGGI:

MR. NIGHTINGALE

MR. GABBLEWIG (della Onorevole Società del Middle Temple)1

TIP (suo lacchè)

SLAP (in arte Mr. Flormiville)

LITHERS (padrone del “Water Lily”)

ROSINA

SUSAN

1 Una delle quattro Inns of Court, associazioni professionali degli avvocati inglesi, che face-va capo alla Corte di Giustizia di Londra [N.d.T.].

Page 182: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

182

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE(DEVONSHIRE HOUSE, LONDRA, 27 MAGGIO 1851)

Mr. NIGHTINGALE: Mr. Dudley Costello

Mr. GABBLEWIG: Mr. Charles Dickens

TIP: Mr. Augustus Egg

SLAP: Mr. Mark Lemon

LITHERS: Mr. Wilkie Collins

ROSINA: Miss Ellen Chaplin

SUSAN: Mrs. Coe

SCENA – Il soggiorno dell’Hotel Water Lily a Malvern: interno con porta e fine-stra. Arrivo di una carrozza. Il campanello suona imperiosamente.

tip (all’esterno): E allora, su! Ca-me-rie-re! Albergatore! Qualcuno di casa! (tip entra dalla porta con un gran numero di bagagli).

Entra lithers, da sinistra, imbattendocisi.

lithers: Oh, eccovi qui, ragazzo.

tip (visibilmente offeso): Ragazzo? A chi volete dare del ragazzo? Non vi per-mettete. Non lo tollererò. Il verme si rivolta quando è calpestato.

lithers: Mica vi ho calpestato.

tip: Non vorrete mica dare del verme a me?

lithers: Ve lo siete dato da solo. Dovreste sapere ciò che siete molto meglio di me.

gabblewig (dall’esterno): Qualcuno ha visto quel mio damerino impertinen-te – di nome fa Tip – con tanto di colletto in pizzi dorati? (Entra) Oh! Ec-covi! Disgraziato, si può sapere dove vi eravate cacciato?

lithers: Dio buono, ma questo non è Mr. Gabblewig Junior?

Page 183: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

183

gabblewig: Ecché, Lithers! Di tutti i possibili posti in terra, mi dovevate spuntare fuori alle Fonti di Malvern?

lithers: Dio vi benedica, signore, è già due anni che mando avanti questo posticino! Da quando mi avete fatto quella grazia, e mi avete evitato quel sequestro di beni al tempo in cui tentavo la carriera di verduraio, e ser-vivo sempre alle vostre feste alla Corte di Giustizia – fanno cinque anni a Natale – mi sono messo al passo, grazie a una piccola eredità capitata a mia moglie. È davvero un grande piacere vedervi, signore. Come ve la passate, signore? State bene, signore?

gabblewig (si siede imbronciato): Ebbene no, non posso dire di stare proprio bene.

tip: Non più neanch’io.

gabblewig: Siate così gentile da portar via quei vostri stivali in cucina, si-gnore.

tip (di mala voglia): Sì, signore.

gabblewig: E i bagagli nella mia stanza da letto.

tip: Sì, signore! (A parte) Così va il mondo!

Esce a sinistra.

lithers: Il nostro futuro consigliere di corte sembra molto giù – insolita-mente giù. Qualcosa non va. Mi chiedo cosa. Non può trattarsi di debiti. Non pare essere l’alcol. Oddio, non sarà il gioco? Ahem! Perdonatemi, Mr. Gabblewig, gradireste cenare, signore? Non mi sente. (Spolvera il ta-volo girandogli attorno, e infine curva la testa fino a guardarlo dritto in faccia) Che cosa vi posso portare per cena, Mr. Gabblewig?

gabblewig: Oh sì, certo! Datemi un po’ di vitella fredda.

lithers: Vitella fredda? – È fuor di senno.

gabblewig: Quanto son disgraziato! Ero lì lì per prender moglie. Non pren-derò moglie. Lo zio della fanciulla non dà l’assenso. È tutto finito – tutto perduto – tutto in malora!

lithers: Ma il mondo è pieno di altre damigelle –

gabblewig: Non dite assurdità.

Page 184: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

184

lithers (a parte): Tutte le altre sono vitella fredda, immagino. Ma – perdo-natemi se mi prendo la libertà, dal momento che vi sono così obbligato – ma non si può proprio far nulla per risolvere il problema?

gabblewig: Nulla di nulla. E come si potrebbe? Conoscete la natura dell’ob-biezione dello zio? Certo che no. Ve la dico io. Dice che a parole sono troppo veloce, e nei fatti sono troppo lento, che ci vuole concretezza nei propositi, e così via. Dice che sono un parolaio. Cos’altro diavolo pensa che io possa essere, sono un avvocato io! Dice che ora, certo, difendo gli interessi della figlia, ma che dopo il matrimonio potrei anche vendermi alla parte opposta. Dice che non faccio sul serio, che manco di intra-prendenza morale –

lithers: Mancate di cosa?

gabblewig: Proprio così. In conseguenza della qual cosa, ecco davanti a voi un fiore pesto. Chiudo bottega, sono rovinato – addio pace nella valle! – sono venuto qui per vedere se la cura dell’acqua fredda può apporta-re benefici ad un cuore spezzato. Avendo già provato il trattamento del pannicello caldo, non mi resta che sperimentare la cura del lenzuolo ba-gnato – ma temo che alla fine me ne resterò con una coltre di fiori.2

lithers (a parte): Sono tutti presi dall’acqua fredda. Sarà la nostra rovina.

gabblewig: Se le acque di Malvern fossero le acque del Lete, mi farei una doccia di quaranta piedi questo pomeriggio stesso, e berrei venticinque bicchieri prima della colazione domattina. Qualunque cosa pur di spaz-zar via il tormentoso ricordo di Rosina Nightingale.

lithers: Nightingale, Mr. Gabblewig?

gabblewig: Nightingale, sì, come l’usignolo. Diceva il duetto di Shakespeare, ai bei tempi delle nostre recite amatoriali: L’usignolo solitario.L’uccellin, d’amor sì monco,rendeva il petto a un tronco.3

2 Dickens accenna con ironia alla cold water cure intrapresa dalla moglie a Malvern, in una lettera inviata all’amico Thomas Mitton dalla stessa località (28 marzo 1851, The Pilgrim Edition of The Letters of Charles Dickens, Oxford 1988, VI, 338, p. 338), negli stessi giorni in cui iniziava a lavorare al play [N.d.T.].

3 In realtà sono versi tratti dall’ode As It Fell Upon a Day di Richard Barnfield (1574-1627), poeta elisabettiano che secondo alcuni recenti studi (cfr. ad es. L. Daugherty, William Shakespeare, Richard Barnfield and the Sixth Earl of Derby, Amherst, New York, 2010) sarebbe da identificare con uno dei private friends di W. Shakespeare. La ricezione di Barnfield si è sovrapposta in

Page 185: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

185

Sicuro che è quello che sta facendo in questo momento, o appoggia il capo alla finestra del salotto, e getta lo sguardo oltre la mezzaluna. È la stessa cosa.

lithers: La mezzaluna, Mr. Gabblewig?

gabblewig: La mezzaluna.

lithers: A Bath, per caso?

gabblewig: A Bath.4

lithers (si fruga nelle tasche): O Signore benedetto! (Porge una lettera) Leg-getela, signore.

gabblewig: L’illeggibile grafia del vecchio uccellaccio ostinato, che avrebbe potuto, avrebbe dovuto – e non volle – essere mio suocero! (Legge) “Chri-stopher Nightingale porge i suoi omaggi al padrone di casa del Water Lily, alle Sorgenti di Malvern”.

lithers: È questo stesso stabilimento!

gabblewig (seguita a leggere): “Ed essendo venuto a sapere che si tratta di un posto quieto, semplice, e ben amministrato, richiede che le seguenti stanze siano preparate per lui martedì pomeriggio”.

lithers: Questo pomeriggio!

gabblewig (legge): “Vale a dire, un salottino privato, con” – cosa! Un sigaret-to? Ma se non fuma!

lithers (da dietro le spalle): Un prospetto, signore.

gabblewig: Oh! Un prospetto, certo, certo, – “una camera da letto per Chri-stopher N., con un” – cosa? Uno scaccino?

lithers (da dietro le spalle): Uno scaldino.

gabblewig: Eh già; ma qui sembra la stessa cosa! “Con uno scaldino e due camere di livello adeguato per Miss Rosina Nightingale” – Sostenetemi!

questo caso a quella di Shakespeare, a causa della inclusione dell’ode in questione in The Passionate Pilgrim, raccolta di venti poesie attribuite a Shakespeare e pubblicata da William Jaggard nel 1599. La poesia entrò così nel canone shakespeariano e vi rimase almeno sino alla fine del XVIII sec. (cfr. K. Borris e G. Klawitter, The Affectionate Shepherd, Celebrating Richard Barnfield, Selinsgrove and London, 2001, p. 19) [N.d.T.].

4 Il riferimento è alla Royal Crescent (in italiano Mezzaluna), noto complesso architettoni-co di Bath a forma semicircolare di epoca neoclassica [N.d.T.].

Page 186: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

186

lithers: Fatevi forza, Mr. Gabblewig.

gabblewig: Mi potreste buttar giù con una piuma.

lithers: Io invece non ho bisogno di esser buttato giù da un avvocato. Fatevi forza, signore!

gabblewig (legge): “E la di lei cameriera. Christopher Nightingale intende provare la cura dell’acqua fredda”.

lithers: Perdonatemi, signore. Qual è il male che lo affligge?

gabblewig: Nessuno.

lithers (scuote la testa): Non si riprenderà mai, signore. Di tutti gli infermi che arrivano da queste parti, gli infermi che non hanno niente sono cer-to i casi peggiori.

gabblewig (legge): “– la cura dell’acqua fredda, avendo già bevuto (vedi dia-rio) 467 galloni, più tre pinte e mezzo, di varie e rinomate acque di In-ghilterra e Germania, e dimostrato che sono tutte Signore Fandonie. Allo stesso modo egli ha dimostrato (vedi diario) che le Signore Pillole sono tutte frottole. Miss Rosina Nightingale, trovandosi un poco giù d’umore, proverà ugualmente la cura dell’acqua fredda, che probabilmente le gio-verà”. Mai!

Anche lei forse convive (E su questo non ho dubbi, Lithers, è il cuore più tenero che io conosca) Con un senso di rimpianto (risvegliato dal qui presente individuo) Ma se ha amato, come io ho amato (e non ho dubbi che abbia amato e tuttora ami) Mai potrà dimenticar. (E lei non dimenticherà, ne sono convinto, foss’anche solo per ostina-

zione).

Restituisce la lettera.

lithers: Dunque, signore, cosa volete fare? Consideratemi vostro servo de-voto, a completa disposizione. Preferite la scala del muratore per portar via la signorina col favore delle tenebre; o vi andrebbe bene ugualmente la chiave della porta d’ingresso?

gabblewig: Né l’una né l’altra cosa! Non si può fare. È tardi ormai, l’avrei

Page 187: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

187

dovuto fare a Bath. Il dovere mi obbliga a non contemplare alcun tipo di unione a cui venga meno il consenso dello zio – lo zio non darà il con-senso – il bastone non picchierà il cane – il cane non morderà il maiale – il maiale non salterà lo steccato – e così gli amanti mai si sposeranno!5 (Si mette a sedere come prima) Datemi la vitella fredda, e il giornale di avantieri.

lithers esce, a sinistra, e torna subito con dei giornali.

slap (all’esterno): Ehilà! Sono Flormiville. È arrivato il bagaglio di Mr. Flor-miville? Sono stati spediti parecchi bauli in anticipo per Mr. Flormiville; vi sono arrivati? (Entra dalla porta, preceduto da lithers, che lo invita ad entrare con un inchino) Mi avete sentito, buon uomo? Il bagaglio di Mr. Flormiville – sono io Mr. Flormiville – è arrivato?

lithers: Arrivato ieri senza alcun problema, signore. Tre bauli, signore, e un paio di lame.

slap: E un paio di lame. C’è tutto. Molto bene. Prendete questo cappello. (lithers lo posa) Bene. Ora metteteci dentro questi guanti. (lithers esegue l’ordine) Bene. Ridatemi il cappello ora, che fa freddo. (lithers esegue) Molto bene. Siete voi il padrone?

lithers: Sono Thomas Lithers, il padrone, signore.

slap: Molto bene. Di sicuro scriverete nel frontespizio di tutti i vostri libri: Thomas Lithers è il mio nome, e il mio ruolo è di padrone; Malvern Wells l’abitazione, e il Calcar l’occupazione. Che cosa avete da mangiare, buon uomo?

lithers: Bene, signore, potremmo prepararvi una bella bistecchina, o farvi saltare in padella una fettina; o –

slap: Avete qualcosa di già pronto, buon uomo?

lithers: Abbiamo un prosciutto di York sopraffino, e un meraviglioso pollo, signore.

slap: Portateli allora! Diamo inizio al banchetto. Aspettate; avete per caso –

5 Citazione da The Old Woman and Her Pig, racconto popolare [N.d.T.].

Page 188: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

188

lithers (si sfrega le mani): Certo, signore, ce l’abbiamo; e ve lo raccomando anche vivamente.

slap: A cosa vi riferite, amico mio?

lithers: Pensavo voi aveste accennato al vino del Reno, signore.

slap: Oh sì, in verità. Sì, penso di averlo accennato. Sì, sono certo di averlo accennato! È particolarmente buono?

lithers: Insolitamente buono, signore. Liebfraumilch della miglior qualità.

slap: Potreste portarmene un fiasco. Il prezzo non è assolutamente un pro-blema – (a parte) dal momento che non lo pagherò mai.

lithers: Subito, signore.

Esce.

slap: E così ha abboccato. Me lo metterò in tasca come niente. Se me lo met-terò in tasca, deve per forza esser messo in tasca. Che ci si vuol fare? Così gli uomini vanno incontro al proprio destino. Un forestiero! Hum! Al suo servizio, signore. Il mio nome è Flormiville –

gabblewig (che lo ha tenuto d’occhio precedentemente): Mi pare proprio di avervi già incontrato in più di un teatro di provincia, e che in passato abbiate fatto da assistente per una compagnia amatoriale a Bath, sotto la direzione di –

slap (simula teatralmente di essere commosso): Cielo, Mr. Gabblewig! Questo riconoscimento giunge così improvviso – e inaspettato – che mi sconvol-ge. (A parte) Gli devo cinquanta sterline, quattro camicie e un panciotto. Spero si sia dimenticato di avermi prestato tutte quelle sciocchezzuole. O signore, se facessi cadere una lacrima su quella mano!6 –

gabblewig: Consideratelo fatto. La lacrima è sufficiente immaginarla, come si diceva sempre alle prove. Come ve la passate? Avete abbandonato la professione?

slap (a parte): O, per meglio dire, la professione ha abbandonato me; o l’ho abbandonata io, o mi ha abbandonato lei; fa lo stesso. (A voce alta) Eh sì, Mr. Gabblewig, ho una piccola rendita ora – vale a dire che nutro qualche aspirazione – (a parte) di spolpare un vecchio gentleman.

6 Autocitazione di Dickens dal romanzo Dombey and Son (1848). Si tratta in realtà di una maledizione [N.d.T.].

Page 189: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

189

gabblewig: Io invece nutro qualche preoccupazione, Mr. Flormiville, o come credo, Mr. Slap –

slap: Slap, signore, era il nome di mio padre. Vi prego di non angustiarmi con la storia dei miei antenati.

gabblewig: Stavo per dire, Slap, altrimenti detto Flormiville, che credo fer-mamente che voi abbiate per qualche tempo esercitato l’attività dello scrittore di lettere di mendicità. E quando un gentiluomo di tal fatta la-scia cadere una lacrima sulla mia mano, la mia mano ha la naturale ten-denza a lasciarsi cadere sul di lui naso!

slap: Temo di non intendervi, signore.

gabblewig: Lo vedo. Ora il rischio è che il sottoscritto, Gabblewig, decida di concentrare tutto il suo sapere legale nelle sue mani, e buttar fuori Slap, altrimenti detto Flormiville, giù dalla prima finestra o balcone a portata di mano, diciamo da un’altezza o distanza da terra non superiore ai ven-ticinque piedi.

slap (stizzito): Signore, posso spiegarvi tutto. Un vecchio vendicativo, di nome Nightingale, che mi ha denunciato alla Società di Mendicità, e che mi ha perseguitato nei modi più vari, ha probabilmente influenzato il vostro giu-dizio, in pubblico o in privato, ai danni di una vittima offesa e calunniata. Ma che stia in guardia, quel Nightingale; perché, se anche è un uccello solo di nome, è pur sempre un povero vecchio che posso adescare ancora con un po’ di becchime e a cui posso tarpare le ali, se proprio voglio – (a parte) al diavolo la mia collera, sto esagerando! (Finge di piangere in silenzio).

gabblewig (a parte): A-ha! Ecco che cosa lo ha portato qui. Una trappola per i Nightingale! Potrebbe essere l’occasione per dimostrare al vecchio che non sono uno scavezzacollo completo, dopotutto! – Quei travestimenti nei miei bauli! – Una mano da Lithers – ecco fatto! Mr. Flormiville –

slap (offeso nel contegno): Signore!

gabblewig (prende cappello e bastone): Dal momento che non ambisco par-ticolarmente all’onore della vostra compagnia, vi lascerò in possesso di questo alloggio. Mi sembrate piuttosto stordito, o sbaglio?

slap: Sì, signore, lo sono abbastanza.

gabblewig: Precisamente. Allora mi userete la cortesia di notare che i cuc-chiai e le forchette di questo stabilimento sono proprietà privata del pa-drone di casa.

Page 190: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

190

Esce a sinistra.

slap: E lui invece naviga a ottocento sterline l’anno, quando metà di quella somma mi basterebbe per far felici moglie e figli (sempre che ne avessi)! (Entra lithers da sinistra, con vassoio di pollame, prosciutto, pane e bic-chieri). Ma sarà vendetta, tremenda vendetta! Nightingale dovrà patire il doppio. Nightingale mi ha scoperto ormai. Quando qualcuno mi scopre mentre cerco di approfittare di lui, io non gli perdono – e quando non mi scopre, non lascio nulla di intentato per approfittarne. Questi sono i miei principi. Oh, ma insomma! Vogliamo vino qui!

lithers (mette a posto tavolo e sedie): Il vino arriva, signore, subito! Il mio garzone è andato di sotto a prenderlo. (All’esterno suona una campa-nella) Arriva altra gente? Sarà Mr. Nightingale di sicuro! (Lo accoglie alla porta) Da questa parte, signore, prego! Lettera ricevuta, signore, e le stanze sono pronte.

slap (distoglie lo sguardo melodrammaticamente, prima di prender posto a tavola): È quel maligno su cui ancora non si è abbattuto il mio sguardo vendicatore? TRRRREMA, miserabile!

Prende posto, mentre nightingale entra con rosina e susan. nightinga-le è imbacuccato in uno scialle e porta con sé un pastrano.

nightingale (si rivolge a lithers): Bene così, molto bene. Non vi preoccu-pate, signore. Sono un tipo nervoso, e l’ultima cosa che voglio è essere infastidito. La pace è la mia medicina. Ma al posto della medicina, ho quella (guarda verso rosina) che fa rima con essa, e vi assicuro che non è per niente la stessa cosa. (Si siede, coprendosi le gambe col pastrano).

rosina: O zio! Non basta già che non potrò mai mantenere fede a quegli im-pegni che –

nightingale: Non venire a parlarmi di impegni da mantenere, neanche la-vorassi al monte dei pegni! Oh! (Sussulta).

rosina: State bene, signore?

nightingale: Come se lo sia mai stato, signora! Qui! Fate riferimento al dia-rio. (Le porge il libro) Rosina, risparmiami gli occhiali per cortesia. Vai allo scorso martedì.

Page 191: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

191

rosina (volta le pagine): Ci sono, signore.

nightingale: Cosa dice per il pomeriggio?

rosina (legge): “Nuovo sintomo. Spasmo alla schiena. Sensazione come di essere un rigido cavastivali piegato in due da persona robusta”.

nightingale (sussulta ancora): Ohi!

rosina: Sintomo che si ripresenta, signore?

nightingale: Sintomo che si ripresenta. Devo annotarlo. (susan porta una sedia, ed estrae dalla tasca portacalamaio a vite e penna. nightingale si appoggia il libro sulle ginocchia e scrive) “Sintomo che si ripresenta”. – Ohi! (Sussulta ancora) “Sintomo che si ri-ripresenta”. (Scrive ancora) Voi dovete essere Mr. Lithers, non è vero?

lithers: Al vostro servizio, signore.

nightingale: Mr. Lithers, sono un uomo nervoso, e ho bisogno di pace. È bene che ci capiamo. Farò la cura dell’acqua, ma pagherò per il vino. Voi mi servirete sherry spillato a pranzo, porto a cena, e brandy con acqua di notte. Ora, fatemi la cortesia di mandare la cameriera a mostrare a questa triste fanciulla la sua stanza.

lithers: Certamente, signore. Da questa parte, prego, signorina. (Le sussurra qualcosa. Lei manda un urlo).

nightingale (allarmato): Che succede ora?

rosina: O zio! Mi è sembrato che – non vi spaventate, zio – che qualcosa mi avesse toccato qui (con la mano sul cuore) così inaspettatamente, che io – non vi spaventate, zio – che io a momenti stavo per cadere, zio.

nightingale: Oh, povero me! Cavastivali e persona robusta sono contagiosi! Presto Susan, una puntina di inchiostro. (Immerge la penna nel portaca-lamaio, e scrive) “Stesso sintomo riscontrato subito dopo in nipote!” E voi, Susan, non è che anche voi vi sentite qualcosa?

susan: Assolutamente nulla, signore.

nightingale: Voi non vi sentite mai niente. Siete la donna più irritante sulla faccia della terra.

susan: Mio dio, signore, sono sicura che voi non augurereste di star male a nessuno!

Page 192: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

192

nightingale: Male? Voi state male, semplicemente non ne siete al corrente. Se voi foste in intimo contatto col vostro sé come io lo sono con il mio, vi si rizzerebbero i capelli in testa.

susan: Allora mi rallegro della mia ignoranza, signore, dal momento che i capelli li porto ricci, io. Ora, Miss Rosina! (rosina esce, facendo un cenno di silenzio a lithers che la precede) A-ha! C’è qualcosa nell’aria e non è certo il cavastivali!

susan esce, a sinistra.

nightingale (seduto): C’è un uomo, laggiù, che consuma la sua cena, di gran gusto a quanto pare. Direi, dalla sua figura, che sia uno che la sua cena l’abbia sempre gustata. Avessi potuto farlo anch’io. Mi chiedo se non ci sia qualcosa che possa farmi star bene. Ho provato l’acqua calda, e il fan-go caldo, e il vapore caldo, ho ingollato l’acqua di ogni sorta di sorgente, da quelle ghiacciate alle bollenti, e ho passato in rassegna l’intera far-macopea; eppure non mi sento per niente meglio. Il mio diario è il mio unico motivo di conforto. (Infilandolo nella tasca del pastrano, inavver-titamente lo fa cadere per terra) Quando ho cominciato ad annotare i miei sintomi, e a rileggerli nelle mie serate, allora ho iniziato a rendermi conto della mia reale condizione. Ohi! (Sussulta) E cos’è questo? È certo un nuovo sintomo. Dio mi assista! Sensazione come di scia di polvere da sparo sparsa dall’anca sinistra alla caviglia, ed esplosa da un vittorioso Guy Fawkes.7 Devo prenderne nota all’istante, o mi verrà qualche altro accidente prima ancora di averlo inserito. Susan, un’altra puntina di in-chiostro! Veramente incredibile!

Esce, a sinistra. slap si avvicina cautamente al diario; nel mentre, gabblewig fa capolino e si mette ad ascoltare.

slap: E questo cos’è – mmm! Un diario – notevole passione per le pillole ed entusiasmo feroce per i dottori – allusioni a Mrs. Nightingale non pro-prio consone allo stato coniugale. – Povera Maria, la più preziosa delle sorelle, per me una rendita annuale garantita – per vostro marito un tor-mento. Mmm, lo dissanguerò, metaforicamente si intende. Perché no?

7 Capo di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di far saltare in aria la Camera dei Lord in seduta con il re Giacomo I d’Inghilterra il 5 novembre 1605 [N.d.T.].

Page 193: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

193

Non ha mai avuto alcun riguardo per i parenti; perché dovrei averne io? Sta tornando. (Posa il libro).

Rientra nightingale, guardandosi attorno.

nightingale: O Signore! Ho dimenticato il diario da qualche parte. Oh, ecco-lo il prezioso volumetto, di sicuro dove mi era caduto. (Raccoglie il volu-me) Se il forestiero lo avesse aperto, quali e quante informazioni avrebbe potuto apprendere! Avrebbe scoperto, per analogia, cose di sé che non può neanche lontanamente immaginare. Lui ignora quanto sia malato, o di quanto dovrebbe dimagrire.

Esce, a sinistra.

slap: Allora, (si rimbocca i polsini della camicia) diamoci da fare con questo pollo! E il vino? Ehi! Il vino dov’è?

Entra da sinistra gabblewig, nei panni di lustrascarpe.

gabblewig: Bentrovato, signò! (Attacca bottone) Ma che vvedo mai! Er Mr. Flormiville, ’a nova promessa d’a traggedia?

slap: E voi, chi diavolo siete? Levatevi dai piedi!

gabblewig: Come! Nun v’aricordate di me, signore?

slap: No, proprio per nulla.

gabblewig: Neanche quanno portavo ’a bandiera cor dragone d’argento in campo, o quanno lei faceva er Principe Tartaro, ar Come-se-chiama-quello? E quanno invece faceva venì giù er teatro con quer mezzo litro lì de ’a revincita, se ricorda?

slap: Ah! Volete dire quando ho assunto la posa, e ho detto, “Coc-codardo! La Per-incipessa e la ven-nn-detta sono entrambe mie! Lei è nelle mie mmmani – Ttrrrrrema!”

gabblewig: Mai! Questo è tutto da decidere. (Inscenano un combattimento con gli spadoni. slap, infilzato, si siede e comincia a mangiare voracemen-te. gabblewig, che ha tenuto in mano la bottiglia per tutto il tempo, siede al tavolo davanti a lui). Ah! Oddio, ch’attore eravate, signò! (Beve) Questo è

Page 194: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

194

quello ch’io chiamo er vero foco trággigo – quanno elimini er tu avversario a’o spadone. Dateme pioggia de scintille, e allora saprò de che siete capa-ce! Oddio, come v’ho vvisto traspirà! Non vedrò mai ppiù n’attore simile.

slap (compiaciuto): Inizio a pensare che voi vi ricordiate di me.

gabblewig: Pensare? Ma come, nun ricordate, quanno sete partito da Taun-ton, senza sardà er conto co quella lavannara llà; e quanno lei –

slap: Non c’è bisogno che continuiate. È abbastanza chiaro che vi ricordate di me.

gabblewig (beve ancora): Oddio sì, ch’attore eravate, signò! Ma ve rennete conto de che Rromeo eravate? (Beve ancora).

slap: Credo che ci fosse qualcosa, in me, di Romeo.

gabblewig: Ah! E anche quarcosa de voi, sà? I Montecchi erano ’na famijia d’arto rango, mentre voi tra lloro eravate l’ultima rota der carro. Oddio signò, che Principe Henry eravate! Ve c’ho davanti all’occhi quanno be-vevate er vino bianco secco, eeh sì! (Beve ancora).

slap: Perdonatemi, amico mio, quello è il mio vino?

gabblewig (fa finta di pensarci su, e beve ancora): Ddio, ch’attore! Quasi qua-si vado in trance, ar solo pensiero! (Si riempie ancora il bicchiere, quando slap torna sui propri passi e prende la bottiglia) Te faccio vedé io, Flormi-ville e er Sognatore. Urrà! (Beve, e prende una zampa di pollo tra le dita. slap allontana il piatto).

slap (a parte): Almeno non sa che sono caduto in disgrazia presso la com-pagnia. È già qualcosa. Servite ai tavoli qui, mio spavaldo ma acuto amico?

gabblewig: Beh, sò ’na specie de cameriere, e de mezzo inserviente, ero in d’un Circo ambulante, dopo che v’ho llasciato. “I cavajeri, i cavajeri! Pun-tuali, puntuali! Ora, Mr. Merryman, tutti qua, si va in scena!” Ma ’ste cose voi e sapete ggià. Nun vedrò ppiù nisuno recità. Doppo de voi er diluvio, signò! (Nel corso di tutto questo dialogo, ogni volta che slap, quando ab-bassa la guardia, rimette a posto il pollo o il vino, gabblewig se ne serve).

slap (a parte): Lo spremerò – regola di vita. Ogni volta che non hai di meglio per le mani, spremi! (Rivolto all’altro) Non ricordo il vostro nome.

gabblewig: Bitt, Sciarly Bitt. Questo è ’r mi vero nome. Quann’ho carca-to le scene p’a prima vorta, me facevo chiamà Blitheringtonfordbury,

Page 195: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

195

ma m’hanno detto che costava troppo pe stampallo, e così ho llasciato perde.

slap: E gli affari qui come vanno?

gabblewig: Caaarma biaaatta.

slap: Il vecchio gentiluomo in pantaloni di tela di cotone è arrivato da mol-to?

gabblewig: Appena arrivato. Sapete ch’ho sentito? Tutti credono che sia sca-polo, invece pare ch’abbi ’na moje.

slap: No!

gabblewig: Sì.

slap: Una moglie, eh? Ha ha ha, siete tagliente quanto un bisturi. Ha ha ha! Sì, sì, senza dubbio. Ha una moglie. Sì, sì.

gabblewig (a parte): Ehi, ho un’illuminazione! Il particolare divertimen-to del mio amico fa pensare che il vecchio Nightingale non abbia una moglie – che invece sia libero, ma senza saperlo. Qui c’è puzza di frode! Acqua in bocca! (Rivolto all’altro). Dico, voi siete un – ma che ’l Signore m’assista, ch’attore che foste!

slap (a parte): Commovente, come ci ritorna sempre! Ma non posso asse-condarlo, povero diavolo! Il mio tempo è denaro. (A lui) Stavate dicendo qualcosa?

gabblewig: Stavo dicenno che voi ne combinate una o ddua, e così – ma, Ddio me conservi, che accidente de Riccardo Terzo voi fossivo! Quan-no facevio ’a sscena d’o scivolamento, sà (entrambi mimano l’azione all’unisono).

slap: Questo sempliciotto ci vede bene! Era uno dei miei effetti drammatici preferiti. Datevi una calmata, figliolo. E così – stavate dicendo –

gabblewig (vicino a lui, improvvisamente bisbiglia): Allora v’o dirò. Lui non è rrealmente sposato. ’A moje è mmorta. (slap sussulta – gabblewig a parte) Avevo ragione! Lo sa! Mrs. Nightingale è morta stecchita!

Pausa. In piedi vicini, si guardano negli occhi.

slap: Davvero? (gabblewig annuisce) Qui c’è di mezzo qualche furbastro,

Page 196: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

196

eh? (gabblewig strizza l’occhio) Sepolta da qualche parte, naturalmen-te? (gabblewig porta le dita al naso) Dove? (gabblewig appare un poco sconcertato). (A parte) Va tutto bene. Non ha prove. (A voce alta) Portate pure via.

gabblewig (mentre si avvicina al tavolo): Sono stato troppo brusco. Flormi-ville stende Gabblewig al primo round. Nessun problema. Gabblewig si rialza, e gli si fa di nuovo contro. (Sparecchia il tavolo, e porta via il vas-soio).

slap: Come fa a saperlo? È alla ricerca di qualcosa. Dovrei abboccare? Non ancora. Ancora non c’è bisogno. Con Nightingale qui, e i miei bauli di travestimenti di sopra, posso fare un bel colpo anche da solo, prima di trovarmi un comprimario per la beffa.

Esce, a sinistra. Mentre gabblewig torna dalla cucina, entra susan.

gabblewig: Susan! Susan!

susan: Susan, certo! Beh, sicuramente la timidezza non è una delle cose di cui ci si può lamentare, qui a Malvern!

gabblewig: Non mi riconoscete? Il Signor Gabble –

susan: – wig! Ma come, signore, allora voi siete il cavastivali, neh! Ora capi-sco, certo.

gabblewig: Molto più di me. Io il cavastivali? Susan, ascoltate! Sapevate che Mr. Nightingale era stato sposato?

susan: Beh, non l’ho mai sentito esattamente.

gabblewig: Ma forse vi è capitato di leggerlo, per caso? Magari con una sbir-ciatina nell’interminabile diario – eh?

susan: Bene, signore, se vogliamo dire la sacra verità, ebbene sì, una volta ho letto qualcosina su una – una moglie. Si legge che ha sposato una donna quando era molto giovane.

gabblewig: Sì.

susan: E che lei è stata la piaga della sua vita da quel momento in poi.

gabblewig: Oh, Rosina, speriamo proprio che sia la verità! Sì. Susan, penso che voi siate originaria di Malvern, è così?

Page 197: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

197

susan: Sì, signore, o almeno lo sono stata, prima di andare a vivere a Lon-dra.

gabblewig: Siete stata voi a convincere Mr. Nightingale a venire qua, perché potesse provare la cura dell’acqua fredda?

susan: Signorsì, neh.

gabblewig: E in modo tale da poter vedere i vostri parenti?

susan: Proprio così, signore, come avete fatto a saperlo?

gabblewig: Semplice conoscenza della natura umana, Susan. Ora rinfrescate la vostra memoria, e ditemi – avete mai conosciuto una Mrs. Nightingale che viveva qui? Pensateci. I vostri occhi si illuminano, state sorridendo – insomma, conoscevate una Mrs. Nightingale che viveva da queste parti.

susan: Per dirla tutta, signore, è così. Ma quella non sarebbe mai potuta es-sere –

gabblewig: La moglie del vostro padrone. Io invece penso che lo fosse. È poi morta?

susan: Sì, signore.

gabblewig: Ed è stata seppellita?

susan: Ma voi sapete tutto.

gabblewig: Nel –

susan: Ma certo, nel cimitero della chiesa di Pershore; mio zio era sagre-stano là.

gabblewig: E lo zio è ancora vivo?

susan: Novant’anni. Con una tromba.

gabblewig: Una tromba che suona?

susan: Che suona? No, la usa per sentirci.

gabblewig: Bene. Susan, impegnatevi a procurarmi un certificato di morte dell’anziana signora, e nel giro di un’ora.

susan: Ma come, signore?

gabblewig: Susan, io sospetto che l’anziana signora cammini, e intendo seppellirne il fantasma. Volete sapere come?

Page 198: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

198

susan: No, signore, non l’ho chiesto.

gabblewig: Ma lo avete pensato. Lo saprete fra poco. Ecco che arriva il vec-chio uccellaccio. Vola! (susan esce) Io nel mentre andrò in ricognizione dal nemico.

Esce dalla porta. Entrano nightingale e rosina.

rosina: Caro zio, vi prego, non siate avventato; siete in perfetta salute al mo-mento, non sappiamo cosa potrebbero farvi i dottori.

nightingale: Perfetta salute? Non sono stato sano un solo giorno in questi ultimi vent’anni. (Consulta il diario) “6 gennaio 1834. Dolore al polli-ce destro, sospetto di gotta. Mandate a prendere pillole da Blair. Prese sei. Insonne per tutta la notte. Pennichella alle sette circa”. (Gira pagina) “12 marzo 1839: tosse violenta; dubbio sull’ombrello umido lasciato dai fedeli all’ingresso della chiesa. Provato pasticche. A letto alle sei – mi-nestrina – naso smunto – sogno di illuminazione generale. 13 marzo: in stato pietoso”. (Il freddo mi fa sempre quest’effetto) “Ricevuta lettera da Mrs. Nightin –” Ehm!

rosina: Cosa avete detto, signore?

nightingale: Che ho avuto una nottataccia, mia cara. (A parte) Stavo quasi per tradirmi! (A voce alta) Mi sentite dire come sto e venite a parlare di perfetta salute a me, povero sofferente! (Entra slap, dal fondo, nei pan-ni di un medico autocompiaciuto. Si guarda attorno). Oh, i miei bollenti spiriti! Mi chiedo cosa potrà fargli l’acqua fredda.

rosina: Beh, raffreddarli, è ovvio. Ah, caro zio, spesso penso di essere io la causa della vostra inquietudine. Spesso penso che mi dovrei maritare.

nightingale: Mi usi davvero una gran gentilezza, mia cara. (Entra gabblewig, con un enorme bicchiere d’acqua) Oh! D’accordo, giovanotto. Meglio ini-ziare. Così, tu pensi che dovresti veramente, mia cara – semplicemente a causa mia – sposare una Gazzaladra qualunque, è così? (gabblewig sussulta, e fa cadere dell’acqua su nightingale) Si può sapere cosa state facendo?

gabblewig: Vi chiedo perdono, signore. (A parte, rivolto a rosina) Dio vi be-nedica!

rosina: Ah, Gab – ! – Oh, zio, non vi spaventate, ma –

Page 199: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

199

nightingale (sul punto di bere, fa cadere dell’acqua): Recrudescenza di ca-vastivali e persona robusta! Faccio notare che assumo tutta quest’acqua per via esterna, mentre dovrei –

slap (gli afferra la mano): Uomo avventato, fermatevi! Vuotate quel calice, e la vostra vita varrà meno di un punteruolo.

nightingale: Povero me, signore! È solamente dell’acqua. Sono un misero paziente del rubinetto.

gabblewig e rosina parlano a parte, concitatamente.

slap: Continuate così, e dodici uomini di Malvern vi saranno addosso in meno di una settimana, e senza paura esibiranno un certificato di an-negamento.

gabblewig (a parte rivolto a rosina): Seguitemi, so quel che faccio. Vi porte-rò un altro bicchiere, signore, nel giro di un quarto d’ora.

Esce dalla porta, rosina sgattaiola dietro di lui.

slap: Polso debolissimo – (porta via l’acqua) carenza di coagulo – linfatico a livelli di guardia. Resistenza (lo colpisce leggermente) debole, decisamen-te debole.

nightingale: Esatto! Sempre stato così, signore. Nel ’48 – penso fosse il ’48 – (consulta il diario) – Sì, eccolo. (Legge) “Dispeptico. Come se un gattino saltasse dentro di me. Provato gesso con farina di piselli”.

slap: E peggiorato.

nightingale: Stupefacente! Fu così, sì – (Legge) “Febbre – testa rasata”.

slap: E peggiorato.

nightingale: Incredibile! Signore, voi mi leggete come un libro. Dal momen-to che pare non ci siano rimedi secchi per il mio sfortunato caso, ho pen-sato di provarne uno umido; ed eccomi qui, per l’acqua fredda.

slap: A meno di combinarla con l’alcol, l’acqua per voi è veleno. Voi avete necessità di sangue. Nell’essere umano ci sono due tipi di sangue, uno contenuto in un vaso sanguigno che si chiama vena, da cui il sangue ve-noso; l’altro nel vaso chiamato arteria; da cui il sangue arterioso – l’uno

Page 200: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

200

di color scuro, l’altro brillante. Ora, signore, il crassamentum del vostro sangue è pregiudicato dalla eccessiva presenza di acqua. Come lo potre-mo far addensare, signore? (Mostra una bottiglia) Con latte e mostarda.

nightingale: Latte e mostarda?

slap: Latte e mostarda, signore. Insieme ad un balsamo di cui solo io de-tengo la conoscenza. (A parte) Rum! (A voce alta) Bottiglia singola, una ghinea; cassa da dodici, dieci sterline.

nightingale: Latte e mostarda! Non penso di averli mai provati – Ah! Sì. (Apre il diario) 1836; mi ricordo che una volta ho preso, ho preso, oh – ah! “Due quarti di semi di mostarda a digiuno”.

slap: Bleah!

nightingale: E davvero voi mi consigliereste di non assumere acqua?

Entrano dalla porta gabblewig e rosina, entrambi in abbigliamento da camminata, scarpe grosse, ecc. Continuano a camminare durante la sce-na seguente.

gabblewig: Chi dice di non assumere acqua? Chi lo dice?

nightingale: Beh, lo dice questo gentiluomo, il quale è con tutta evidenza uomo di scienza.

gabblewig: Puah! Eh, mio caro. Non assumere acqua! Guardateci – guarda-teci – siamo Mr. e Mrs. Poulter. Sei mesi fa, non assumevo più acqua, non è vero, cara?

rosina: Più!

gabblewig: L’ho odiata. Mi lavavo sempre con gin e acqua, e mi radevo con distillati di vino. Non è vero, cara?

rosina: Sempre!

gabblewig: E cosa ero alla fine? Cosa eravamo noi, se lo posso dire, mia cara?

rosina: Puoi eccome.

gabblewig: Una coppia fiacca, flaccida, come un paio di guanti di pelle umi-da: nessuna energia, nessun muscolo, nessuna intraprendenza. Ora po-tete apprezzare la trasformazione; eh, cara? Dieci miglia prima di cola-zione, casa, un gallone d’acqua, altre dieci miglia, un gallone d’acqua e

Page 201: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

201

cosciotto di montone, altre dieci miglia, un gallone d’acqua – difatti non stiamo mai fermi, non è vero, cara?

rosina: Mai.

gabblewig: A volte camminiamo anche durante il sonno; non ci basta mai, è un fatto assodato, vero, cara?

rosina: Sì, caro!

slap: Al diavolo questo tizio, rovinerà tutto.

nightingale: Bene, signore, se poteste trattenervi per qualche minuto, ve ne sarei oltremodo grato.

gabblewig: Eccoci qui allora, ma non ci trattenete troppo. (Guarda l’orolo-gio. rosina fa lo stesso) Diciamo un minuto, tempo di cronometro.

nightingale: Dovete sapere che io sono un invalido.

gabblewig: Cinque secondi.

nightingale: Qui a provare la cura dell’acqua fredda.

gabblewig: Dieci secondi.

nightingale: Povero me, signore, mi augurerei che voi non seguitaste a te-nere il conto del tempo in quel modo, ciò accresce il mio nervosismo.

gabblewig: Non ci posso far nulla, signore – venti secondi – continuate, si-gnore.

nightingale: Bene, signore, questo gentiluomo mi dice che il mio cran – crani –

slap: Crass-Crassa-mentum non deve esser trascurato.

nightingale: E perciò lui consiglia, signore.

gabblewig: Quaranta secondi! Eh, cara! (Si mostrano gli orologi a vicenda).

rosina: Eh, caro!

nightingale: Mi augurerei che voi non – lui mi consiglia di provare latte e mostarda, signore.

slap: In combinazione con un raro balsamo noto solo a me, una ghinea a bottiglia; cassa da dodici, dieci sterline.

gabblewig: Tempo scaduto! (Riprende a camminare) Mia cara, latte e mo-

Page 202: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

202

starda? Eh, mia cara! Ricordi quel caso di latte e mostarda – il Capitano Blower, un tempo almeno cento chili, ora meno di settanta, tutto latte e mostarda.

slap (a parte): Può qualcuno averlo provato davvero?

gabblewig (rivolto a nightingale): Non vi fate ingannare! Se vedo Blower, ve lo mando subito – noi non possiamo fermarci oltre, non è vero, cara? Ancora da fare dieci miglia e un gallone prima di cena. Cosciotto di mon-tone e altro gallone per cena. Cinque miglia e lenzuolo bagnato dopo cena. Su, venite cara! (Se ne vanno verso la porta).

nightingale: Una coppia davvero notevole, cosa ne pensate ora, signore?

slap: Pensare, signore? Penso, signore, che chiunque affermi di percorrere dieci miglia a piedi al giorno è un imbroglione, signore; io stesso non ce la potrei fare.

nightingale: Ma allora la signora –

slap: Mi addolora dire che penso si tratti di un’imbrogliona. Quelle persone, mio caro signore, sono state mandate come esempi felici dei benefici effetti dell’acqua fredda. Regolarmente pagati, signore, per abbordare i nuovi arrivati.

nightingale: Oh, davvero la pensate così; davvero pensate che ci siano per-sone talmente spregevoli da approfittare dei malanni dei propri simili?

slap: Non solo lo penso – lo so per certo. Ci sono uomini talmente sprege-voli da frapporsi tra voi (mostra la bottiglia) e la salute perfetta (scuote la bottiglia), che vorrebbero cercare di convincervi che una sterlina e un penny a bottiglia sia troppo per un’eterna giovinezza, e che arrivare a centoventi anni non valga dieci sterline la cassa. Quella cisterna ambu-lante è della stessa identica specie!

nightingale: Miserabile! Me la sono scampata bella. Mio caro dottore. Voi siete un dottore?

slap: Dottore di Teologia e Dottore di Medicina, nonché membro corrispon-dente della Società di Mendicità.

nightingale: Mendicità?

slap: Medicina (che scivolone).

nightingale: Allora sarò lieto di provare una bottiglia per cominciare. (Gli dà del denaro).

Page 203: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

203

slap: Ah! Una bottiglia. (Porge la bottiglia) Ho fiducia nel vostro caso, voi non ne avete alcuna in me. Ah, beh!

nightingale: Vada per una cassa, allora, e pagherò tutto insieme. Permet-tetemi di provare un poco dell’intruglio. (Beve) Non è molto piacevole. Penso che prenderò nota nel mio diario delle mie prime sensazioni.

Entrano dalla porta gabblewig e rosina, il primo nei panni di grande invalido, la seconda di vecchia infermiera.

gabblewig (la chiama a parte). Rosina, presto, il braccio. (A voce alta) Crede-temi, Mrs. Trusty, non ce la faccio a camminare ancora.

rosina: Ora, provateci, signore; rimane meno di un quarto di miglio fino a casa.

gabblewig: Un quarto di miglio? Ma è il viaggio di un giorno per un uomo nelle mie condizioni!

rosina: Oddio! Che cosa posso fare?

nightingale: Sembrate molto malato, signore.

gabblewig: Molto, signore. Sono ridotto al lumicino, signore; una fiammella che trema prima di scomparire.

rosina: Oh, signore! Vi prego, non morite qui; provate almeno ad arrivare a casa, e a scomparire con maggiore tranquillità.

gabblewig: Avete mai udito una tale mancanza di umanità? Eppure questa donna ha campato con vitto e paga a mie spese, per ben trent’anni.

nightingale: Mio caro signore, eccovi qui un mio amico molto brillante, che può prestarvi i suoi servigi.

gabblewig: Temo di no, temo di no. Ho provato di tutto.

slap: Forse non proprio tutto. Polso debolissimo; carenza di coagulo; linfati-co a livelli di guardia; resistenza debole, decisamente debole.

gabblewig: Non è necessario che mi diciate queste cose, signore.

slap: Crassamentum strano; molto strano. Nessuna speranza, se non in latte e mostarda.

gabblewig (sobbalza): Latte e mostarda!

Page 204: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

204

rosina: Latte e mostarda!

slap (a parte): Sarà mica il Capitano Blower?

gabblewig (rivolto a nightingale): Siete anche voi una vittima! Avete già in-goiato qualcosa di quel velenosissimo composto?

nightingale (allarmato): Solo un poco, giusto un pochettino.

gabblewig: Come vi sentite? Vista debole? Membra fiacche?

nightingale (allarmato): Non al momento.

gabblewig: Ma presto vi sentirete così – proprio così. Voi non immaginereste mai che una volta rivaleggiavo con quella persona, in quanto a corpulenza.

nightingale: Mai!

rosina: Ma non sarà più così; mai più.

gabblewig: Non vi immaginereste mai che Madame Tussaud volesse pren-dere un calco della mia gamba, per annunciarlo come una Acquisizione straordinaria!

nightingale: Certamente mai ci avrei pensato.

gabblewig: Ora potrebbe metterla nella Camera degli orrori. Guardatela!

rosina: Non è tanto per dire, signore.

gabblewig: Tutto latte e mostarda, signore. Non sono altro che latte e mo-starda!

nightingale (afferra slap): Mascalzone! E voi mi avreste ridotto fino a que-sto stato?

slap: Oh, questo è sicuramente un brutto tiro, signore, uno scherzo dei dot-tori dell’acqua.

nightingale: Non mi verrà a dire che costui è da intendere come un felice esempio dei benefici effetti dell’acqua fredda?

slap: Non ho mai detto che lo fosse; è un esempio di quelli a cui la cura non è andata bene; ma dal momento che c’è già un gallo in questo pollaio, andrò da qualche altra parte a spendere la vostra ghinea. (Esce).

gabblewig (con la sua vera voce): Che canaglia spudorata! Secondo knock-down per Gabblewig. Siamo in pari ora. Sotto chi può. Gabblewig ne esce col sorriso sulle labbra, di nuovo pronto a sferrare l’attacco.

Page 205: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

205

nightingale (va verso gabblewig): Mio caro signore, cosa non vi devo! (Gli stringe la mano).

gabblewig: Oh, non fate così, signore. Crollerò a pezzi come un burattino se lo farete. Sono tenuto su solo dai fili.

nightingale: Ma lasciate almeno che sappia il nome del mio salvatore, così da poterlo registrare nel mio diario.

gabblewig: Capitano Blower, della Royal Navy. (nightingale scrive) Sono lieto di avervi soccorso da quel ciarlatano. Posso affermare che l’eccita-zione mi ha fatto bene – Rosi – Mrs. Trusty, penso di essere in grado di camminare, ora.

rosina: Proprio così, signore. Appoggiatevi a me.

gabblewig: Ohi! Ohi!

nightingale: Che vi succede, Capitano Blower?

gabblewig: È colpa del latte, signore, ohi!

nightingale: Povero me, Capitano Blower!

gabblewig: E questa è la mostarda, signore.

gabblewig e rosina escono dalla porta.

nightingale: Questo sarà certamente il giorno più ricco di eventi nel mio diario, eccetto uno – il giorno che mi ha consegnato a Mrs. Nightingale e a vent’anni di infelicità. Non la vedo ormai da diciannove anni; tuttavia ricevo periodicamente dei solleciti che mi ricordano la sua perduran-te presenza nel mondo dei vivi, sotto forma di pagamenti trimestrali da venticinque sterline ciascuno, al netto dell’imposta sul reddito. Che dire! Mi ci sono abituato; e fintanto che non vedo più la sua faccia, sono sod-disfatto. Devo trovare Rosina, e raccontarle quanto accaduto. Me la sono scampata bella, non c’è che dire.

Esce, a sinistra. Entra dalla porta susan, con un cappellino in testa, ecc.

susan: Che mondo terribile è questo, per certo! Ciascuno sembra impegnato a fare il meglio per sé, e ciò che peggiora le cose è che il lamento pare contagioso; sono sicura che non ce la farò a trattenermi dal dire a Mr.

Page 206: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

206

Gabblewig che razza di traditore sia quel Tip. Spero che Mr. Gabblewig non mi metta alla prova fornendomi un’occasione. Ahi! Eccolo qui, sono sicura che cadrò.

Entra dalla porta gabblewig.

gabblewig: Bene, Susan, avete procurato il certificato?

susan: No, signore, ma ce l’ha lo zio, e sarà qui subito. Oh, signore, se sapeste cosa ho sentito.

gabblewig: Cosa?

susan: Sono certa che dareste una mezza sovrana per sentirlo. Ne sono certa.

gabblewig: Ne sono certo anch’io, ed eccoti qui il denaro.

susan: Bene, signore, il suo servitore Tip è un traditore, signore, un cospira-tore, signore. L’ho udito per caso mentre con un altro metteva in piedi qualche inganno. Non sono riuscita a capire tanto bene, ma so che si tratta di qualcosa per ingannare Mr. Nightingale.

gabblewig: Scopri a tutta velocità cosa c’è sotto, e fammi sapere. Cos’è quel-la montagna in sottovesti? È Slap, o non mi chiamo Gabblewig!

susan: E con lui c’è Tip, o non mi chiamo Susan!

gabblewig: Un’altra illuminazione! Ho capito tutto! Susan, la tua padronci-na ti dirà il da farsi. Ora svanisci, tenero spirito!8

Escono gabblewig, rosina e susan, a sinistra. Entra dalla porta slap in abiti femminili. Si guarda attorno con circospezione.

slap: Spero che non si sia sbilanciato. Ho un brutto presentimento, la mia buona fortuna mi sta abbandonando; ma prima che mi lasci del tutto, farò un figurone, e mi assicurerò qualcosa per tirare avanti. Ora, Calome-lano9 – o per meglio dire, Mercurio – assistimi. (Suona al campanello).

8 Parodia di Shakespeare, quello del Midsummer Night’s Dream [N.d.T.].9 Il calomelano, cloruro di mercurio, è un minerale usato un tempo in medicina come pur-

gante o come vermifugo [N.d.T.].

Page 207: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

207

Entra lithers a sinistra.

lithers: Avete suonato, signora?

slap: Sì, giovanotto, vorrei parlare con un tal Mr. Nightingale, un anziano gentiluomo che è arrivato stamattina.

lithers: A che nome rispondete, signora?

slap: Il nome non ha nessuna importanza; ditegli che vengo da parte di M’ria.

lithers: M’ria?

slap: M’ria, un’amica comune mia e di Mr. Nightingale, una di cui non c’è da vergognarsi.

lithers: Sì, signora. (A parte) Mr. Gabblewig ci ha visto giusto.

Esce.

slap: M’ria è morta già da dodici anni, durante i quali la mia vittima ha paga-to il suo mantenimento con lodevole regolarità a me, il suo unico fratello in vita! Ha ha, immaginavo che quel nome fosse irresistibile, ed eccolo qua. (Entra nightingale a sinistra, chiudendosi dietro la porta). La sua trepidazione è confortante. Si lascerà salassare abbondantemente, è proprio un agnellino. (Fa una riverenza all’arrivo di nightingale) Al suo servizio, signore.

nightingale: Non perdiamo tempo; mi dite che venite da parte di Maria. Quale Maria?

slap: La vostra M’ria.

nightingale: Purtroppo non posso fare a meno di riconoscere la mia re-sponsabilità in tutto questo.

slap: Ah, signore; quella povera creatura è cambiata parecchio, signore.

nightingale: In peggio, naturalmente.

slap: Temo di sì. Non è più gin, ora.

nightingale: Allora sarà brandy.

slap: Vive di quello, signore, e manda in frantumi ancora più finestre di pri-ma. È venuta a sapere che siete giunto da queste parti.

Page 208: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

208

nightingale: A quanto pare è così, vista la vostra visita.

slap: Vive a circa un miglio di distanza da Malvern.

nightingale (sobbalza): Cosa? Pensavo fosse giù nello Yorkshire.

slap: Fosse ed è, sono due cose diverse. Aveva bisogno di venire a vedervi.

nightingale: Se lo fa, bloccherò il suo mantenimento.

slap: Per averla in mezzo ai piedi ogni giorno? M’ria è una mia amica, ma so che non sarebbe piacevole. Avrebbe da farvi una proposta, così M’ria, dico io – vedrò io il vostro legittimo marito – che del resto è quello che siete, signore, e farò io la proposta per voi.

nightingale: Non voglio sentire nulla.

slap: Neanche se mettesse le tristi onde dell’oceano tra voi e M’ria per sem-pre?

nightingale (interessato): Uhm!

slap: Voi sapete che lei aveva un fratello, un eccellente giovanotto, che partì per l’America dieci anni fa.

nightingale (tira fuori il diario): Lo so. (Legge a parte) “16 maggio 1841, spe-dite cinquanta sterline al fratello vagabondo di Mrs. N., in partenza per l’America – ossia al diavolo”.

slap: Ha scritto a M’ria per dire che se voi le darete duecento sterline, e lei se ne uscirà, lui si prenderà cura di lei per sempre.

nightingale: Ci sto! – Affare fatto.

slap: Ha abboccato! – E di suo figlio per cento sterline in più.

nightingale: Quale figlio?

slap: Ah, signore! Voi non conoscete le vostre fortune. Subito dopo che voi e M’ria vi separaste, nacque un figlio; ma M’ria, per vendicarsi – la qual cosa fu sbagliata, intendiamoci; oh, lì lei commise un grave sbaglio, non c’è dubbio! – non ve lo fece mai sapere; ma lo mandò all’orfranotrofrio come un troverello ricevuto in una cesta.

nightingale: Non credo a una sola parola di tutto questo.

slap: Anche lei ha detto che non ci avreste creduto. Ma bisogna vedere per credere; e così vi ho portato l’innocente qui con me. Ho il tesorino, pro-prio qui.

Page 209: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

209

nightingale: Qui! In tasca, per caso?

slap: No – alla porta. (Si alzano).

nightingale: Alla porta!

slap: Su, entra, Christopher! Ha preso il vostro nome, signore! Perché a di-spetto dei sentimenti di M’ria, voi dividevate il suo cuore con il vecchio Tom.10

Entra dalla porta tip, nei panni di un orfanello di un istituto di carità.

nightingale: Ma questo è assurdo!

slap: Christopher, ecco il tuo Papà! (Gli dà uno schiaffetto) Cosa stai là im-bambolato a fare, come un orologio del nonno o una statua; come se un Papà lo trovassi ogni giorno.

tip (a parte): Non mi far innervosire. (A voce alta) E quello è il mio Papà!

slap: Sì, figliolo. Io, che ti ho tenuto tra le braccia sin dalla culla, posso ga-rantirtelo!

tip: Oh, Papà!

nightingale: Alla larga, grembiulino giallo,11 o ti stendo giù per terra. Senti-te, signora! Se potete assicurarmi che la vostra amica e questo ragazzino se ne partiranno, darò il denaro! Sono già stato perseguitato per vent’an-ni da –

Entra gabblewig dalla porta, nelle vesti di una vecchia.

gabblewig: Quello che l’innocente è stato riggirato e trappolato o anzi fre-gato – e mai non più mai lascerò questa casa, fino a che non trovo la spiranza di un genitore – l’orgoglio di una madre – e la gioia (come io ben so) di nessuno!

nightingale e susan piazzano una sedia.

10 Nel testo “Old Tom”, un tipo di gin molto forte, diffuso in Inghilterra a partire dal diciot-tesimo secolo [N.d.T.].

11 Indumento tipico degli orfani degli istituti di carità [N.d.T.].

Page 210: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

210

slap (a parte): Chi diavolo è questa? Chi è un orgoglio di madre e la gioia di nessuno? (Rivolto a tip) Non volete dire chi siete?

tip (solennemente): Sono un horfano. (Si avvicina a gabblewig) Di cosa an-date cianciando, vecchia megera?

gabblewig: Oh! (Strilla e gli getta le braccia al collo) – la mia speranza! – il mio orgoglio di mamma! – mio figlio!

tip (si divincola): Vostro figlio!

gabblewig (a parte, rivolto a lui): Se non mi riconoscete come vostra ma-dre, villano che non siete altro, vi spezzo tutte le ossa all’istante, e subito dopo faccio trattare la vostra pellaccia dai conciatori di Bermondsey!

tip (a parte): Il mio padrone! – (A voce alta) Mia madre! (Si abbracciano).

slap: Ma siete impazzito? O sono impazzito io? O siamo impazziti tutti? (Ri-volto a tip) Non mi avevate detto che qualunque cosa io dicessi –

tip: Qualunque cosa diceste? Cosa è la vostra voce rispetto alla voce della Natura? (Abbraccia ancora il suo padrone).

slap: Natura! Natura! Aaaaah! (Grida. Sedia portata in scena) Oh, mostro snaturato che non siete altro! Chi c’era allo spuntare del vostro primo dente in un mondo crudele? Chi vi ha sorvegliato quando correvate da solo sul go-cart, e mentre vi rovesciavate sulla vostra preziosa testolina sulle pietre del selciato con la spericolatezza dell’infanzia? Chi vi dava la medicina per abbassare la febbre quando stavate male, e ve la faceva venire quando stavate bene?

gabblewig (si alza): Chi? Io!

slap: Voi, signora?

gabblewig: Io, signora, come a voglia che lo sanno tutti quanti qui intorno, che il nome di questo bambino dolce che zucchero che dato hanno a questo tesoruccio quando fu benedetto nella migliore Whitechapel, che ne stava su un puntaspilli, e la madre lo stesso benedetta, era As-salonne. Dopo il suo stesso padre parentale dal momento che mai (se non quando gli faceva vino cattivo) ha mai perso un giorno di lavoro nel settore carraio merci, che era tutto tranne che ristretto, Mr. Nigh-tingale, essendo che a guidare il calesse ci aveva messo asino e capre, e uno era persino trascinato da oche per scommessa, e andò fino alla na-vata centrale della parrocchia una domenica mattina, da quanto erano

Page 211: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

211

testardi quegli animali, come può essere testimoniato da Mr. Wigs il diacono prima che morisse annegato con i suoi stivali Wellington, che non ci era abituato, dopo un robusto pranzo di manzo e noci, che ci era abituato poco, e nella fontana di marmo di quella chiesa questo pupo bello fu fatto Assalonne, il che non può essere mai disfatto, sono orgogliosa di dirlo, per fare piacere o dispiacere non so a chi e non so come.

slap: Rinneghereste la vostra madre benedetta, M’ria Nightingale, leale spo-sa e moglie di questo eccellente anziano gentiluomo? Come mai la voce della Natura non reclama il suo stesso sangue?

nightingale: Oh, non prendete me in considerazione sotto nessun aspetto!

gabblewig: M’ria Nightingale, che il dolore ce l’aveva avuto tutto il tempo che lo portava in pancia –

nightingale: E io pure.

gabblewig: I medici non ci potettero niente – che lei non ne ebbe nessuno in particolare per quanto ne so io, eccetto uno a cui strappò i capelli a manate in conseguenza di divergenze di opinioni relative ai suoi sinto-mi, ma è stato scritto sulla sua lapide dieci anni fa e anche più, e morta è, quanto i fantasmi delle fate d’Egitto.

nightingale: Morta! Provatelo, e vi darò cinquanta sterline!

slap: Provatelo! Io vi sfido. (A parte) Sono fritto!

gabblewig: Provarlo! – cosa che io posso fare e farò, direttamente all’im-pronta, tramite mio fratello sagrestano, che ve ne porterò qui davanti a voi nel tempo del luccichio di una stella o di un occhio umano. (A parte) In quest’ultima parte della competizione, Gabblewig ha attuato i suoi piani, è andato all’attacco, e ha vinto. Nessuna scommessa, di nessun tipo, pervenuta su Flormiville. Cinquanta a uno per Gabblewig offerti senza sforzo, e nessun acquirente.

Esce dalla porta.

slap (a parte): Non mi piace l’aria che tira – fuggi, Slap!

nightingale (lo afferra): Eh no, signora, voi non lascerete questo posto fin-ché il mistero non sarà ben chiarito.

Page 212: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

212

slap: Toglietemi le mani di dosso, mostro! Reclamo il mio Habeas corpus. (Gli sfugge, nightingale va alla porta, e si prepara a difendere il passag-gio con una sedia.) (A tip) Quanto a voi, traditore, anche se non sono bellicoso, vi darò una lezione nell’arte dell’autodifesa che ricorderete per quanto campate.

tip: Voi! Il folletto della bottiglia è stato la mia rovina! Riducetevi al mio stes-so peso, e combatterò con voi per una sterlina. (Si mette in posa da com-battimento).

gabblewig (da fuori): Darò presto soddisfazione al gentiluomo.

slap: Dunque sono spacciato! Davvero molto spacciato! Non vedo altro da-vanti a me se non una incarcerazione prematura, e una vecchiaia a base di pappette.

Entra gabblewig dalla porta, nei panni del sagrestano.

nightingale: È molto anziano! Mio impagabile centenario, mi permettete di chiedervi –

gabblewig: Non vi sento.

nightingale: È proprio sordo! (A voce alta) Mi permettete di chiedervi –

gabblewig: Non serve a nulla bisbigliare con me, signore, sono duro d’orec-chio.

nightingale: È veramente irritante! (A voce ancora più alta) Se avete mai interrato –

gabblewig: Fermentato? Sì, sì, ho fermentato – ossia, io e mia moglie, che ora è morta e se ne è andata, fanno quarant’anni, dopo la raccolta del luppolo (mia moglie era del Kent) – abbiamo fermentato, specialmente un anno, la birra più forte che mai abbiate bevuto. Dalle nostre parti era chiamata Sansone-con-tutti-i-capelli-a-posto – alludendo alla sua gran-de forza, mi capite – e mia moglie, lei diceva –

nightingale (a voce altissima): Interrata – non fermentata!

gabblewig: Interrata? Oh! Ah! Sì, sì. Interrati, ne ho interrati molti. Erano forti, pure – una volta.

nightingale: Avete mai interrato una certa Mrs. Nightingale, Nightingale come l’usignolo?

Page 213: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

213

gabblewig: Se ho mai seppellito un usignolo? No, no. Solo cristiani.

nightingale (gli urla nell’orecchio): Missis, Mis-sis Nightingale?

gabblewig: Oh! Sì, sì. Interrata – una donna piuttosto raffinata – sposata (a quanto mi hanno detto i parenti) a un tipo incredibilmente brutto. Sì, sì. Viveva qui. Qui (toglie fuori un taccuino) c’è il certificato della sua se-poltura. (Glielo consegna). L’ho preso per mia sorella. Oh sì! Ho interrato proprio lei. Pensavo voi intendeste dire un usignolo. Ha ha ha!

nightingale: Mio caro amico, eccovi una ghinea, ed è poco rispetto a quan-to vi devo. (Gliela dà).

gabblewig: Vi ringrazio, signore, vi ringrazio. (A parte) Flormiville abbon-dantemente affossato e cento a uno per Gabblewig!

Esce dalla porta.

nightingale (dopo aver letto il certificato): Voi – voi – indicibile truffatrice. Se non foste una donna vi avrei già affogato nell’abbeveratoio dei cavalli.

tip (inginocchiato): Oh, signore, fatelo. Lui se lo merita.

nightingale: Lui?

tip: Sì, signore. Lei è un lui. Mi ha ingannato con un bicchiere di rum e ac-qua, e la promessa di una banconota da cinque sterline.

nightingale: Miserabile!

slap: Signore, è giusto che voi abbiate la vostra opinione. Non sono il pri-mo uomo ad avere fallito in una grande impresa. Napoleone ebbe la sua Waterloo – Slap ha la sua Malvern. D’ora in avanti, non sono nessuno. L’aquila si ritira sulla sua roccia.

Entra gabblewig dalla porta, nei panni di se stesso.

gabblewig: Fareste meglio a smetterla qui. Accontentatevi del semplice Slap – smettete i panni del contraffatto Flormiville – e faremo qualcosa per voi.

slap: Mr. Gabblewig!

Page 214: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

214

Esce dalla porta.

gabblewig: Charley Bit, Mr. Poulter, Capitan Blower, donna rispettabile e sa-grestano sordo, tutti ugualmente al servizio di chiunque lo richieda.

nightingale: Che sento mai?

gabblewig: Me.

nightingale: E cosa vedo mai?

rosina (entra dalla porta): Me! Caro zio, voi sareste stato turlupinato e svali-giato, e ridotto anche peggio di quanto abbiate mai fatto da solo, se non fosse stato per –

gabblewig: Me. Mio caro Mr. Nightingale, voi pensavate che io non sapessi fare nient’altro che cianciare. Se ora pensate che io possa recitare – al-meno un poco – permettetemi di produrmi in un nuovo personaggio. (Abbraccia rosina) Lo farete?

nightingale: Se lo farò? Prendetela, Mr. Gabblewig. Fermi tutti, però. Dovrei forse rendere pubblico ciò che mi ha reso così infelice? Promemoria – Mrs. Nightingale. Vedi diario. (Toglie fuori il volume).

gabblewig: Fermatevi, signore! Non guardate! Bruciate quel libro, e siate fe-lice! – (Fa entrare slap, alla porta) Chiedete al vostro medico. Che cosa ne dite voi, Latte-e-Mostarda?

slap: Io vi dico, signore, di mettermi alla prova; e quando scoprirete che non son degno di una prova, non mettetemi mai più alla prova. Sul fatto poi che quel gentiluomo distrugga il suo diario, signore, la mia opinione è che egli potrebbe forse ricorrere ad esso ancora una volta.

gabblewig (rivolto al pubblico): Vi ricorrerà ancora una volta? (Rivolto a nightingale) Ebbene, penso proprio che possiate.

SIPARIO

Page 215: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

L’ABISSO DI GHIACCIO

DRAMMA IN TRE ATTI

THE FROZEN DEEP(1857)

Traduzione di Lucia Angelica Salaris

Page 216: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 217: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

217

L’ABISSO DI GHIACCIO

DRAMMA IN TRE ATTI

PERSONAGGI:

CAPITANO EBSWORTH, della nave Sea-MewCAPITANO HELDING, della nave Wanderer TENENTE CRAYFORD, della nave Sea-Mew FRANK ALDERSLEY RICHARD WARDOUR TENENTE STEVENTON JOHN WANT, cuoco di bordo BATESON, dell’equipaggio della nave Sea-MewDARKER, dell’equipaggio della nave Sea-MewUfficiali e marinaiMRS. STEVENTONMISS ROSE EBSWORTHMISS LUCY CRAYFORDMISS CLARA BURNHAMTATA ESTHER

Page 218: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

218

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE (TAVISTOCK HOUSE, LONDRA, 5 GENNAIO 1857)

CAPITANO EBSWORTH: Mr. F. Pigott CAPITANO HELDING: Mr. Alfred Dickens TENENTE CRAYFORD: Mr. Mark Lemon FRANK ALDERSLEY: Mr. Wilkie Collins RICHARD WARDOUR: Mr. Charles Dickens TENENTE STEVENTON: Mr. Charley Dickens Jr JOHN WANT: Mr. Augustus Egg BATESON: Mr. Edward Hogarth DARKER: Mr. Frederick Evans MRS. STEVENTON: Miss Ellen Hogarth MISS ROSE EBSWORTH: Miss Katie Dickens MISS LUCY CRAYFORD: Miss Georgina Hogarth MISS CLARA BURNHAM: Miss Mary Dickens TATA ESTHER: Mrs. Wills

Durata della rappresentazione: due ore e mezza

Scena del primo atto – Una casa di campagna nel Devonshire Scena del secondo atto – Una capanna nella zona artica Scena del terzo atto – Una grotta sulla costaEpoca: quella attuale

Page 219: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

219

Atto I

SCENA – Una stanza gradevole in una casa di campagna, sul fondo un bo-vindo, da cui si scorgono un campo di grano in autunno e la chiesetta del vil-laggio, circondata da alberi. La vista si suppone che sia un attimo prima del tramonto. L’arredamento della stanza è grazioso e confortevole. Fiori tutt’in-torno. Alcuni vasi su una fioriera. Un tavolino con sopra l’occorrente per il tè. Due tavolini con sopra due cestini di lavori. Un uccellino dentro una gabbia. Sulla scena mrs. steventon e rose. Entra una domestica con un giornale ar-rivato per posta. Sta per darlo a rose. mrs. steventon fa cenno e il giornale viene consegnato a lei.

rose: C’è qualche notizia, Caroline?

mrs. steventon (legge): “Arrivate, la Fortune da Valparaiso; la Ariel dalla Gia-maica, (senza leggere) la Sisters, salpata da Liverpool per la California, è via da otto giorni. Risulta in mare, a galleggiare tra i ghiacci, piena d’ac-qua e in abbandono, la Hope”. (Reprime un brivido) No, Rose – niente che interessi noi.

rose: Vi verso dell’altro tè? (mrs. steventon rifiuta). Dove sono Clara e Lucy?

mrs. steventon: Di sopra. Credo che Clara si sia addormentata. (Entra la cameriera con innaffiatoio, cesoie e un cestino. Lei e mrs. steventon in-naffiano e sistemano i fiori mentre il dialogo procede) Rose, ultimamente mi sono chiesta se sia davvero un bene che noi quattro ce ne stiamo qui rinchiuse in questa casa isolata, mentre quelli che sarebbero i nostri pro-tettori naturali sono lontani da noi per la spedizione nei mari artici.

rose: Cosa potremmo fare di meglio che aspettare qui insieme il loro ritor-no? Abbiamo forse degli amici da cui vorremmo andare a stare in tutta onestà? Sarebbe stato piacevole per voi tornare a casa dopo che vostro marito si era imbarcato per la spedizione?

mrs. steventon: A casa! Dove mi hanno voltato le spalle per aver sposato un uomo povero! Andare a casa a sentir disprezzare mio marito?

rose: E io, con mia madre non più in vita; con mio padre, al pari di vostro marito, lontano nei mari artici – dove sarei potuta essere più felice che qui con la mia amica più vecchia e cara, Lucy Crayford?

Page 220: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

220

mrs. steventon: E Lucy non aveva di certo una casa in cui andare. L’unico parente stretto che ha al mondo è suo fratello, che presta servizio nella spedizione.

rose: Bene, vedete che tre di noi, perlomeno, non avrebbero potuto fare di meglio che venire a stare qui tutte sotto lo stesso tetto. E la quarta, Clara –

mrs. steventon: La situazione di Clara è diversa su un punto. Non è suo padre, o suo fratello, o suo marito a trovarsi lontano, ma quello che di-venterà suo marito. Poi, certo, Clara ha una madre ancora in vita –

rose: Una madre che se n’è andata all’estero, e si è risposata! Una madre che non ha mai perdonato Clara per aver posto delle obbiezioni su un patrigno straniero!

Esce la cameriera con l’annaffiatoio ecc.

mrs. steventon: Potrei dire che forse avete ragione, cara. (Si sposta, prende il suo lavoro dall’altro tavolino e torna con esso al tavolo da tè). Tutta-via non posso fare a meno di chiedermi se tutte noi non ci carichiamo eccessivamente di ansia l’una con l’altra a starcene costantemente qui insieme, vivendo in completa solitudine. Finché avevamo notizie anda-va benissimo non avere altra compagnia che la nostra – ma ora che è passato più di un anno, senza che ci sia pervenuta nessuna nuova da quelle regioni fatali, credo che dovremmo vedere qualcos’altro, giorno dopo giorno, oltre alle nostre stesse facce tristi.

rose (copre la gabbia con l’uccellino): Non posso dire che vedere qualcuno sarebbe di qualche conforto per la mia mente. Non ho la disposizione d’animo per andare a far visita e a fare nuove conoscenze, mentre mio padre sta rischiando la vita al comando della spedizione nei mari del Polo. (Rientra la cameriera ed esce di nuovo con la gabbietta). Evito di andarmene in giro e vedere ragazze della mia età, con sempre accanto i loro genitori, nella sicurezza e nella tranquillità domestica. Invidierei il loro destino, mi lamenterei del mio – io che non sento l’abbraccio di mio padre da tre lunghi anni! Mi piace l’allegria, Caroline. Mi piace essere ben vestita, mi piace essere ammirata, mi piacciono la musica e il ballo; ma devo avere vicino mio padre, altrimenti non posso mai divertirmi come dovrei. Lasciate che l’abbia di nuovo con me e – oh, che vestiti avrò, a che balli andrò, che vita meravigliosa di gioia sarà la mia, da mattina a sera!

Page 221: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

221

mrs. steventon: Che indole invidiabile avete, Rose. Se avessi il vostro corag-gio e la vostra fiducia –

rose: Siate determinata, come lo sono io, e come lo è Lucy, a non disperare. Chiamo per far portare via queste cose? (Si alza e suona il campanello; poi porta il suo lavoro al tavolo). Vorrei tanto poter comunicare a Clara un po’ della fiducia che voi invidiate così tanto.

mrs. steventon: Credo che nessuno abbia alcuna influenza effettiva su Cla-ra, a parte quella sua strana tata scozzese, a cui è così ingiustificatamen-te attaccata.

rose: Sì, Lucy ha influenza su di lei; ma devo dire che vorrei tanto che la sua fedele tata delle Highland –

mrs. steventon: Non delle Highland, Rose.

Musica scozzese, il motivo di “Wandering Willie” una volta.

rose: Delle Higland per nascita e discendenza, credo, sebbene delle Low-land per modi ed educazione – non ha importanza – scozzese in ogni caso. Dicevo, vorrei che la sua fedele tata scozzese fosse di nuovo al si-curo tra la sua gente. Clara è eccitabile e nervosa per natura; e quella vecchia sciagurata con le sue continue profezie e il suo rozzo sproloquio sulla Seconda Vista reca alla sua protetta tutto il male possibile. È quello che pensa Lucy, e Lucy ha sempre ragione.

mrs. steventon: Temo che la sua presenza sia verosimilmente nociva anche per il personale di servizio. Soltanto la scorsa settimana li ha spaventati tutti durante la cena cadendo in preda a quella che sembrava una specie di crisi. Mi hanno mandato a chiamare, e lei mi guardava come fossi sta-ta una sconosciuta, e tremava tutta, e diceva che il Potere della Visione era sceso su di lei – suppongo si riferisse alla Seconda Vista di cui si legge nei libri sulle Highland.

rose: Spero che ora non sia in preda a un’altra crisi. Pare che nessuno voglia rispondere al suono del campanello.

Musica scozzese, il motivo di “Wandering Willie”. Entra tata esther.

tata esther: Chi g’ha suonato?

Page 222: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

222

mrs. steventon: No, no, tata, non volevamo lei, mandate la cameriera per portare via il vassoio.

tata esther: Non me volí? Podaria venire el giorno, siore, che me pregarí in ginocchio de parlare. Dove xeo vostro marí? Dove xeo vostro pare? Dove xeo el fradeo de Lucy? Siora del sud, quando ca vorí savere de vostro marí, me vegnarí a sercare.

rose (blandendola): Sì, sì. Ma, sapete, essendo signore del sud, non credia-mo nella Seconda Vista.

tata esther: Non credí a la Seconda Vista? Vardéme. Non ghe credí, carine, quando ca ve sto davanti col potere de la Seconda Vista che se fa forte in mi de giorno. Che crese forte fin dal nasere del sole ma che no xé ancora al so culmine. Potete guardarmi in facia con quei vostri oci neri lustri e non sentire un brivido alla radice dei capelli, non sentire strisciare sul-le vostre carni delicate? No, no, no; me conosí fin massa ben, siora! (Si affretta a spostare due coltelli che mrs. steventon ha incrociato) Xe par voia de sangue che incrocé e lame! (Prende un’aria sognante) Ecco che el riva, el riva! Ve gó avvisá che parlerò degli uomini dispersi che vagano tra i ghiacci del Nord.

mrs. steventon (a rose): Non potete convincerla a star zitta? (Si avvicina al tavolino da lavoro).

rose: Non voglio correre il rischio di offenderla.

tata esther: Ve avviso tute do che parlarò prima che sia note. Quando la luna sorge, e sona i boti de la campana vecia, venite in questa stanza e mi sentirete. Vedi de non desmentegarvelo, carine. Quando i boti i sona. Ricordevene ben! (Esce).

Ancora musica scozzese – il motivo di “Wandering Willie”. Entra la came-riera, ritira le stoviglie da tè, toglie il tavolino da tè e due sedie. Poi la ca-meriera esce, e la musica svanisce. mrs. steventon e rose dipanano una matassa di seta per tutto il resto del loro dialogo mentre sono sedute al tavolo da lavoro di rose.

mrs. steventon: Chissà come mai Clara in tutti questi anni non è riuscita a civilizzare un po’ tata Esther – Ah, la nostra cara Lucy! È come un arco-baleno dopo le nuvole!

Page 223: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

223

Entra lucy.

rose (si rivolge a lei): Cara, avete visto Clara dopo pranzo?

lucy: Mi sono seduta a leggere per lei finché si è addormentata. Lasciate che vi dica, mie care, che sono così preoccupata per lei che a volte penso di mandare a chiamare il miglior medico da Londra.

rose: Ma il medico di qui –

lucy: Mia cara, il medico di qui è un uomo molto diligente e degno di stima; ma non si intende di malattie mentali. Col passare dei mesi ho visto Cla-ra sempre più sciupata, sempre più pallida, che di notte ha dei sogni e di giorno parla in un modo che mi sconvolge e mi allarma.

mrs. steventon: Non dovete dimenticare che è sempre stata inquieta e in-cline alla fantasia fin da bambina. E dovreste tenere in considerazione l’influenza che ha su di lei quella vecchia tata superstiziosa.

lucy (pensierosa): Sì.

mrs. steventon: Considerate anche la mancanza di qualunque notizia della spedizione in cui lei ha un interesse altrettanto caro quanto chiunque di noi.

lucy: Più caro.

mrs. steventon (con foga): Più caro del mio? Può una ragazza come Clara voler più bene al suo innamorato di quanto io ne voglio a mio marito?

lucy: Non discuteremo sull’argomento. (Si siede al tavolo da lavoro di mrs. steventon). Tengo in totale considerazione l’eccessiva sensibilità di Cla-ra, l’influenza della sua tata e l’effetto che ha su di lei una tensione che pure stiamo subendo noi tutte; ma non riesco comunque a spiegarmi lo stato di depressione ansiosa e di irritabilità in cui è caduta. Quando è ar-rivata qui ho sospettato che avesse un dispiacere o una preoccupazione segreta, e ora sono certa che avevo ragione.

mrs. steventon: Vi ha forse detto qualcosa?

lucy: Neanche una parola.

rose: Eppure siete la sua preferita. Per voi farebbe cose che non farebbe per nessuna di noi due. Se avesse avuto davvero un dolore segreto, a voi lo avrebbe confidato da tempo.

Page 224: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

224

lucy: Non tutti i caratteri, mia cara, sono aperti come il vostro. Ma è meglio se cambiamo argomento.

mrs. steventon: Perché?

lucy: Perché Clara sta scendendo da basso. (Si avvicina alla porta). Sento i suoi passi.

Entra clara burnham, precipitosa e agitata.

clara: Dove siete tutte? (Si siede). Perché ve ne siete andata, Lucy? Rimanere da sola non mi piace e mi fa paura – e mi abbandonate tutte. Non vi im-porta di nessuno – vi dimenticate di tutto.

mrs. steventon: Pensavamo che foste addormentata nella vostra stanza.

clara: E sarei dovuta restare lì a dormire per sempre?

rose: Bastava che suonaste quando vi siete svegliata –

clara: Sarebbe accorsa tata Esther, immagino. E cosa avrei ottenuto?

lucy (a parte a mrs. steventon e a rose): Si è svegliata con una delle sue crisi di nervi. Lasciatela con me, credo di poterle dare conforto.

mrs. steventon: Avevate ragione quando parlavate di chiamare un medico da Londra. Andiamo nel salotto della musica, Rose. Quando è così sta meglio se sente della musica. Clara, mia cara, non chiamate più tata Esther per stasera. Chiamate me (escono mrs. steventon e rose).

lucy, dopo aver guardato clara per un attimo, prende una sedia e si mette a sedere di fianco a lei.

clara: Non preoccupatevi per me. Sono abituata a essere lasciata da sola. Credo che verrà tata Esther. Andate pure al pianoforte con le altre due.

lucy: Ssh! Ssh! Non parlate più finché non vi sentirete meglio e più calma. (Si vede il sole che tramonta, e dalla stanza accanto si sentono provenire le note smorzate del pianoforte). Oh, guardate, mia cara, guardate con me! O mio Dio, con che tenerezza il rosso dell’ultima luce indugia sui campi di grano, e con che lievità le ombre scendono sui boschi lontani! Quanta gentilezza nel saluto del giorno glorioso che si congeda da noi! E quale armonia di suoni terreni risponde a quella grande armonia silenziosa di colori nella Dimora delle nuvole a occidente! Pensate a quanti cuori af-

Page 225: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

225

franti la vista di quella calma imponente, di quella gloria Divina, daran-no conforto e riposo stasera! Pensate e guardate! Guardate con reverenza e gratitudine, mentre la grande tranquillità che soffia così pietosa sulla Terra, soffia anche su di voi!

clara: Devo essere più felice di così per apprezzare tutto questo, Lucy. I vo-stri occhi cercano solo luminosità e bellezza. I miei vedono la luce del giorno che svanisce, e le tenebre che si ammassano.

lucy: La luce del giorno si rinnova, e le tenebre svaniscono al mattino. (Pren-de la sedia). Potessi, mia cara, trovare il modo di portare un po’ più di allegria al vostro aspetto e alle vostre parole!

clara: Non abbiamo alcun motivo per rallegrarci.

lucy: Non abbiamo alcun motivo per disperarci.

clara: Continuate a dire “non ancora”?

lucy: Continuo a dire “non ancora”. La stessa incertezza che pende sul de-stino del vostro promesso sposo, pende anche sul destino del mio unico fratello. E tuttavia dico “eppure, non ancora”.

clara: Sono trascorsi tre anni, Lucy, da quando ci hanno lasciate. Se ne pas-sa un altro senza che abbiamo loro notizie, parlerete ancora come avete parlato adesso?

lucy: No, tesoro. Forse vi sorprenderò consigliandovi in modo ancora più ardito. Se passerà un altro anno senza alcuna notizia della spedizione, si appronteranno altre navi, e si manderà una squadra di soccorso alla ricerca dei dispersi. Dovesse arrivare il giorno di una necessità così triste, Clara, sarò la prima a riconoscere che abbiamo aspettato qui nella soli-tudine e nella rassegnazione per un tempo sufficiente. Allora dirò a voi, a Caroline e a Rose – il tempo della pazienza è finito. Seguiamo la squadra di soccorso lungo le coste dell’America fin dove possono spingersi delle donne, e andiamo incontro per prime ai soccorritori quando tornano dai Mari Artici. Nel frattempo, lo ripeto, continuiamo a portare pazienza, continuiamo a sperare!

clara (all’improvviso): Lucy, avete mai provato un grande dolore?

lucy: Esaminate il vostro cuore, mia cara, e difficilmente avrete bisogno di chiedermelo.

clara: Come?

Page 226: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

226

lucy: Non mi conoscete da più tempo di quanto conosciate Caroline e Rose, eppure dite, e io vi credo, di volermi bene come a una sorella, mentre a loro volete bene come se ne vuole a delle amiche. Non sono più gentile di loro verso di voi. Perché dunque mi avete preferito sin dal primo mo-mento?

clara: Perché –

lucy: Lasciate che risponda io per voi. Perché sentite che sono stata segnata da un grande dolore. Siete stata attratta verso di me da un istinto auten-tico, e il segreto di questo istinto è il fatto che anche voi –

clara: No! No!

lucy: Che anche voi avete un grande dolore. (clara si copre il viso). Un do-lore che non avete confessato a nessuno – un dolore che vi ha guidato verso di me, verso una donna che anche lei ha sofferto. Tra noi due c’è stata affinità per via di un cruccio segreto per entrambe. Non vi chiedo di confidarvi, mia cara. Vi chiedo solo: è la verità? (La musica si arresta).

clara: Oh, Lucy, lo sapete che è la verità.

lucy (la musica riprende): Forse un giorno proprio la mia esperienza potreb-be aiutarmi a guidarvi. Posso dirvi di che si tratta in pochissime parole. Un paio di volte avete espresso sorpresa per il fatto che sono nubile. Mia cara, io resterò per sempre ciò che sono ora, perché l’uomo che amavo con tutto il mio cuore e la mia anima, l’uomo con cui sono stata fidan-zata è –

clara: Morto?

lucy: Lo è per me. È sposato. Non siate arrabbiata con lui, Clara – lui non è da biasimare. Non l’aveva ancora incontrata quando si fidanzò con me. Non credo sapesse quel che faceva allora. Non credo abbia mai sospettato con che affetto lo amassi. Fui io a rompere il legame – lui era un uomo d’onore e avrebbe tenuto fede alla promessa – fu colpa mia – forse fui precipitosa e possessiva – ma ora è passato. Il mio modo di pensare e di vivere è cam-biato da allora. Credo di aver imparato a essere più paziente e rispettosa degli altri di quanto non lo fossi. Non dovete pensare che la mia sia una storia romantica che debba avere un bel finale romantico. È un luogo co-mune pensare che questo (si tocca il cuore) sia il finale.

clara: Oh, Lucy, il mio povero dispiacere egoista appare così basso e me-schino davanti al vostro, che è più serio. (La musica cessa).

Page 227: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

227

lucy. Basso e meschino, piccola? (Allontana clara da sé e la guarda fissa in volto) Non ci vedo nessuna bassezza o meschinità! Clara! Non avete for-se dato tutto il vostro cuore a Frank Aldersley? Non lo amate come ogni donna ama il suo promesso sposo?

clara: Amarlo! (Prende una lettera dal seno). Guardate dove tengo l’ultima lettera che mi ha scritto (apre la busta). Guardate qui dentro!

lucy: Fiori secchi!

clara: È ciò che resta del bouquet che mi ha regalato l’ultima volta che ci siamo visti. Amarlo! (Prende la mano di lucy e la posa sul proprio cuore). Che sia lui a rispondere per sé.

lucy: Allora perché parlare di bassezza e meschinità?

clara: Lasciate che la mia testa riposi sulla vostra spalla. Così posso parlarvi meglio.

lucy: Ah! Posate pure la testa, tesoro. Pensate che la mia spalla sia sempli-cemente la spalliera di una sedia. (La melodia che proviene dall’altra stanza, che finora arrivava indistinta di sottofondo alle voci, si ferma per un attimo, poi cambia in “Those Evening Bells”. Pausa nel dialogo finché viene cantata la seconda strofa). Clara, piangete? Non parlate ora, se vi fa stare così male (la musica cessa).

clara: No. Ve lo dirò. Vi dirò del tempo in cui mio padre era vivo, e io ero una ragazzina. Vivevamo in una bella casa di campagna nel Kent, presso un grande parco. Il nostro vicino era un signore di nome Wardour, proprie-tario del parco. Era un vecchio amico di mio padre, e il suo unico figlio, Richard, era maggiore di me di qualche anno.

lucy. Eravate compagni di giochi immagino, e vi piaceva?

clara. Come compagno di giochi, sì. Era così – oh, terribilmente testardo e passionale! Ma un ragazzo generoso e affettuoso nonostante i difetti del suo carattere. Avrei dovuto capirlo meglio di chiunque altro – mi voleva così bene.

lucy: Vi voleva così bene quando eravate una ragazzina?

clara: Mi voleva bene quando ero più che una ragazzina. Lui non ne parlava mai, ma non potevo non vederlo. Feci tutto ciò che potevo per far capi-re che volevo essere come una sorella per lui, e che non potevo essere nient’altro che questo. (La musica si arresta). Non lo capì, o non volle

Page 228: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

228

capirlo – non so quale delle due. Aveva una strana, rude ritrosia. Cosa potevo fare? Non si dichiarò mai – sembrava trattarmi come se le nostre vite future fossero state disposte quando eravamo bambini. La mia era una situazione molto ardua, non è vero, Lucy?

lucy: Chiedeste mai a vostro padre di porre fine a questa difficoltà per voi?

clara: All’epoca soffriva già della malattia che poi portò alla sua morte, e non era nelle condizioni di prendersi l’affanno di rompere la relazione tra sua figlia e il figlio unico del suo vecchio amico. Sapendo questo esi-tai, finché sfortunatamente fu troppo tardi.

lucy: In che modo troppo tardi?

clara: Richard, avrei dovuto dirtelo, era anche lui, come Frank, nella Marina. In un giorno di primavera venne da noi per salutare prima di imbarcarsi. Pensai che se ne fosse andato, e mi recai nella serra – quando all’improv-viso ritornò e disse con quel suo modo brusco e sbrigativo – “Clara, sto andando sulle coste dell’Africa. Se sopravvivo, tornerò con una promo-zione, e sappiamo entrambi cosa accadrà allora!” Mi baciò. Ero in parte spaventata, in parte arrabbiata – e, prima che potessi ricompormi per dire qualcosa, se n’era andato. Avrei dovuto parlare – non avrei dovuto lasciarlo andare come feci. Non fu corretto né gentile nei suoi confron-ti. Allora mi rimproverai aspramente per la mia mancanza di coraggio e di franchezza – mi rimprovero tuttora – mi rimprovererò fino al giorno della mia morte!

lucy: Non potevate scrivergli?

clara: Gli scrissi – ma il suo comportamento successivo mostrò che non aveva mai ricevuto la lettera. Restò via per più di due anni. In quel lasso di tempo Frank Aldersley e io ci conoscemmo – e – e – sapete cosa accad-de, sapete che ci fidanzammo. Ero così felice! Passarono mesi e mesi e il pensiero di Richard Wardour non mi sfiorò nemmeno, finché, un matti-no d’inverno, sentii dire che era tornato. (Di nuovo musica,“River, River”). E, Lucy, due giorni dopo le sue stesse labbra mi dissero che era tornato per fare di me sua moglie! Pensate al mio terrore e alla mia confusione, e al rimorso. Mi ritrassi da lui, e farfugliai qualche parola – molto poche, ma abbastanza da dirgli cosa era accaduto. Lucy (di nuovo musica,“River, River”). Tremo ancora quando penso al suo viso. Ricorre nei miei sogni e nel buio ne resto spaventata come una bambina. Com’è buio adesso!

lucy: Non più buio del solito, piccola.

Page 229: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

229

clara: Il suo sguardo tremendo di furia e disperazione – i respiri pesanti e profondi che emetteva in silenzio, mentre reprimeva la passione dentro di sé – le parole di commiato che pronunciò, le ultime che ho udito dalle sue labbra. (La musica cessa). “Potrà venire un giorno in cui perdonerò te” disse “ma l’uomo che ti ha rubato a me maledirà il giorno in cui tu e lui vi siete conosciuti”. (La musica ricomincia). Stette a guardarmi per un mi-nuto – poi improvvisamente si voltò e uscì. Da allora non l’ho più visto.

lucy: E non hai nemmeno più sentito niente su di lui?

clara: Il peggio, il peggio deve ancora arrivare. Ho sentito parlare di lui una sola volta, e fu nella notte in cui mi separai da Frank. Gli chiesi delle due navi della spedizione, e chi ci sarebbe stato a bordo. Mi disse degli uffi-ciali della sua nave, la Sea-Mew – e poi disse di aver visitato l’altra nave, la Wanderer, e di aver fatto conoscenza con alcuni degli ufficiali a bordo. Disse che erano tutti simpatici, ad eccezione di un uomo ombroso e sco-nosciuto, che si era unito agli altri come volontario proprio quel giorno. “Hai saputo chi è?”, gli chiesi con indifferenza. “Ho saputo soltanto il suo nome”, rispose Frank. “Richard Wardour”.

lucy: Tesoro, come tremate, faccio portare i lumi?

clara: No, no, mettete solo le braccia intorno a me – fatemi sentire vicina a voi. Oh, Lucy! Sono salpati insieme – partiti per i ghiacci e le nevi perenni – l’uomo che dovrebbe sposarmi e l’uomo a cui ho spezzato il cuore.

lucy: Su navi diverse – lo avete detto voi stessa che erano su due navi diverse.

clara: Ma nella stessa spedizione – a condividere gli stessi perigli – destina-ti a essere uniti sulla stessa nave, se all’altra dovesse accadere qualche incidente – e all’inimicizia mortale nel caso in cui il mio nome dovesse essere pronunciato tra di loro.

lucy: No, no – speriamo, preghiamo di no. Faceste il nome di Frank durante il vostro ultimo colloquio con Richard Wardour?

clara: Non me ne diede nemmeno il tempo, quando anche avessi avuto il coraggio di farlo.

lucy: Il vostro fidanzamento con Frank era noto pubblicamente?

clara: Fu tenuto segreto perché non sapevamo quando lui avrebbe raggiun-to un grado della sua carriera che ci consentisse di sposarci. A parte mio padre e mio zio, nessuno sapeva del nostro fidanzamento al momento della partenza della spedizione.

Page 230: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

230

Entra esther da dietro il divano. Musica “Wandering Willie”, che al verso “D’ye hear! D’ye hear!” cambia in “Those Evening Bells”.

lucy: Ringraziamo Dio per questo! Quando Frank vi parlò della sua parteci-pazione, voi gli diceste qualcosa?

clara: Non ebbi il coraggio di dire una parola. Ma Lucy, una sola sillaba pro-nunciata casualmente tra di loro potrebbe svelare tutto! Oh, potessimo avere qualunque notizia, qualunque notizia!

tata esther (dal retro del palco): Notizie! Ve digo che in questa casa non avrete più notizie.

lucy: Chi è!

tata esther: Gli uomini sono spersi, spersi; nella terra dei ghiacci e delle nevi. Nella terra dei ghiacci e delle nevi non saranno mai più ritrovati!

clara: Tata, tata! Cosa avete visto? Come lo sapete? Lasciatemi andare, Lucy – voglio chiederle qualcosa.

lucy: No! Fermatevi qui con me. Tata! Se avete un po’ di riguardo per la vostra bambina, state zitta. La agitate, la distruggete parlando in quel modo. I lumi. I lumi! Abbassate gli scurini. Tenete lontana quella fredda luce spettrale.

tata esther (sale sul divano, come per tirare giù gli scurini): Se faccio ciò che chiedete, è per il suo bene, non per il vostro. Siorette del sud, la Seconda Vista è verità. Il suo potere era con me al mattino, ed è con me al mezzogiorno. Non vi g’ho dito ch’avrei parlato all’imbrunire, quando la luna sorge e le campane suonano in quella vecchia chiesa? Sentite! Sentite!

La luce della luna va a colpire il suo viso. Le campane suonano da lonta-no il motivo di “Those Evening Bells”. Il pianoforte nella stanza accanto riprende la stessa melodia, e si sentono le voci sommesse di rose e mrs. steventon che cantano le parole della melodia. Questo effetto musicale dura fino al calare del sipario.

clara: Tata Esther! Parlatemi, tata! La Vista vi mostra Frank?

lucy: Clara! Clara!

Page 231: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

231

tata esther: Se la Vista me fa vedere Frank? Orco! E un altro accanto a Frank. Vedo l’agnello nelle grinfie del lupo. Vedo il vostro uccellino da solo con il falco. Vedo voi e tutti quelli attorno a voi che piangono san-gue! Su di voi c’è la macchia! Oh, me putina, me putina, la macchia di quel sangue è su di te!

clara cade sul petto di lucy con un grido prima di svenire. Cala il si-pario.

Atto II

SCENA – una baracca nella regione artica. Sullo sfondo una porta, che si apre su un tetro paesaggio polare, in cui si vede la neve cadere incessante ogni volta che si apre la porta. Per tutta la durata dell’Atto la neve cade tristemente sul pavimento da una fenditura nel tetto, a intervalli. A un lato della baracca due brande e un fuoco che arde per terra. Sull’altro lato un’apertura, con un pez-zo di una vecchia vela che pende, mette in comunicazione con una baracca interna. Un’amaca pende dal tetto. Negli interstizi del muro si sono formati dei ghiaccioli. Sulla scena una vecchia botte che serve da tavolo, con sopra un pestello e un mortaio, e una o due casse. Appare bateson che sonnecchia da-vanti al fuoco. Quando si alza il sipario attacca la melodia di “Berger”. Dalla baracca interna entra il tenente crayford.

crayford: Su, in piedi, Bateson! È ora di darvi il cambio. Darker! (Entra un marinaio dalla baracca interna) Tocca a voi montare di guardia. Prende-te un aspetto più vivace, figliolo – un aspetto vivace. Niente da segnalare, Bateson? (Cammina lì intorno).

bateson: Niente, signore, a parte il freddo pungente. (Esce di scena entrando nella baracca interna).

crayford: Beh, non è una novità nelle regioni artiche, con il termometro sot-to lo zero qui dentro. La mia povera sorellina Lucy! Cosa direbbe, con l’orrore che ha per il freddo, se sapesse che temperatura abbiamo qui? Controllate fuori, Darker, e fate un rapporto sul tempo di stamattina.

darker apre la porta. La neve cade fitta.

Page 232: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

232

darker: Il solito tempo, signore.

Chiude la porta, sospira ed esce.

crayford (sospira anche lui): Ah! Il solito tempo! Non ci sono cambiamen-ti in queste regioni desolate! Bene, bene – il dovere, il dovere! Vediamo. Cosa devo fare? (Si guarda intorno e vede il pestello e il mortaio) Ah, ecco qui questi poveri ossi: bisogna frantumarli per fare la minestra. Devo svegliare il cuoco (chiama), John Want! Quell’uomo non si rende conto di quanto mi è utile per sollevarmi il morale. Per quanto il freddo mi tormenti, lui mi fa sempre divertire. John Want! – il più incorreggibile e gracchiante brontolone del mondo, eppure, come lui stesso afferma, l’unico allegrone della nave. John Want! John Want!

john want (parla dall’amaca): Lasciatemi dormire ancora un po’!

crayford: Ma nemmeno un secondo, ammutinato impenitente! Sveglia!

john want (fa capolino): Signore! Signore! Tutto il mio respiro è qui sulla mia coperta. Pensate un po’, sono pieno di ghiaccioli intorno alla bocca e sul-la coperta. Ad ogni russata ho congelato qualcosa. (Scende dall’amaca e si avvicina al fuoco) Quando un uomo è invaso dal freddo al punto di ghiacciare persino il letto, è arrivato alla frutta. Ma io non mi lamento!

crayford: Venite, signore, e datevi da fare con questo mortaio. Che fate di là?

john want (col mento sul fuoco): Mi scongelo la barba, signore.

crayford: Venite, vi dico! Che diamine fate ora?

john want (vicino al fuoco con un orologio): Scongelo il mio orologio, signo-re. È rimasto tutta la notte sotto il cuscino, e il freddo lo ha fermato. Che razza di clima ridente, sano e tonificante, vero, signore? Ma io non mi lamento!

crayford: No, lo sappiamo tutti. Siete l’unico allegrone della nave. Guardate un po’. Questi ossi sono triturati abbastanza finemente?

john want (prende il pestello e il mortaio): Perdonate, signore, se vi faccio notare quanto risuona vuota la vostra voce stamane.

crayford: Le vostre osservazioni sulla mia voce tenetevele per voi, e rispon-dete alla mia domanda sugli ossi.

Page 233: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

233

john want: Ebbene, signore, devono essere un tantino più triturati. Ne rica-verò il meglio che posso oggi, per il vostro bene.

crayford: Che volete dire?

john want: Non credo che avrò mai più l’onore di prepararvi una minestra di ossi, signore. O pensate per caso di poter durare ancora a lungo, si-gnore? Io non credo proprio, considerando il vostro aspetto. Credo che in una settimana o dieci giorni al massimo saremo tutti andati. (bateson viene fuori dalla baracca interna). Anche quest’uomo qui ha un brutto aspetto, non credete, signore? Ieri ci ha messo una mezz’ora per tagliare un solo ceppo. Ha le gambe gonfie – e si irrita per un nonnulla. A lui gli do ancora uno o due giorni. (Cade neve dal tetto) A quelli di noi che sono messi meglio gli do una settimana. (Guarda in alto).

crayford (a bateson): E allora, figliolo, che c’è?

bateson: Un messaggio del capitano Ebsworth, signore.

crayford: Ebbene?

bateson: Il capitano Ebsworth stamane sta peggio del solito con i suoi dolori da congelamento, signore. Vuole vedervi immediatamente per darvi del-le istruzioni importanti.

crayford: Ci vado subito. Svegliate il medico. Avremo bisogno di tutto l’aiu-to che può darci.

Esce seguito da bateson.

john want (frantuma gli ossi): Svegliare il medico? E se anche il medico fosse congelato? Non c’era rimasto un centesimo di calore in lui ieri notte, e aveva una voce che sembrava un sospiro in un megafono. (Versa gli ossi su un piattino). Su, cercate di insaporire l’acqua calda, se ci riuscite! Se penso che una volta sono stato a bottega da un pasticciere – se penso a tutti i galloni di brodo di tartaruga che questa mano ha rigirato in una cucina bella calda, e ora che mi ritrovo a mescolare ossi e acqua calda per fare una minestra, e a tramutarmi in ghiaccio il più velocemente pos-sibile, beh, se non avessi una tendenza al buonumore mi sentirei portato a brontolare. John Want! John Want! Che ne era stato della tua ragione quando ti sei messo in testa di andare per mare?

aldersley (parla dalla sua branda): Chi è che gracchia lì intorno al fuoco?

john want: Gracchiare? E la vostra voce, trovate che non sia per niente cam-

Page 234: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

234

biata in peggio, no, Mr. Frank? (A parte) A lui non gli do più di sei ore. Ecco uno dei nostri brontoloni.

aldersley : Che fate là?

john want: Preparo la minestra di ossi, signore, e mi domando perché mai sono andato per mare.

aldersley: Oh! È John Want. Ebbene, e perché ci siete andato per mare?

john want: Non ne sono sicuro, signore. A volte penso sia stata una perver-sione naturale; a volte penso sia stato il falso orgoglio di vincere il mal di mare; a volte penso sia stata la lettura di Robinson Crusoe e altri libri che mi avvisavano di non andare per mare.

aldersley (si mette di nuovo a dormire): Tutti vincono il mal di mare.

john want (rigira la minestra): Non come me, signore. Io ho vinto il mal di mare a forza di duro mangiare.1 Ero imbarcato come passeggero, signo-re, quando vidi per la prima volta il blu del mare. Uno spiacevole don-dolio arrivò proprio all’ora di cena, e incominciai a sentirmi strano nel momento in cui portarono a tavola la minestra. “Nausea?” mi chiede il capitano. “Abbastanza, signore”, faccio io. “Volete provare la mia cura?” dice il capitano. “Certo, signore”, gli dico. “Vi sentite già il cuore in boc-ca?” dice lui. “Non proprio, signore”, gli dico. “Finto brodo di tartaruga” dice il capitano, e mi serve. Ne mando giù due cucchiaiate e divento bianco come un lenzuolo. Il capitano mi strizza l’occhio. “Andate sul ponte, signore”, mi fa, “liberatevi della minestra e poi tornate in cabina”. Mi liberai della minestra e ritornai in cabina. “Muso e testa di merluzzo”, dice il capitano, e mi serve. “Non ce la faccio, signore”, gli dico. “Dove-te”, dice il capitano, “perché la cura è questa”. Ne ingollai un boccone e diventai più pallido che mai. “Andate sul ponte”, dice il capitano, “libe-ratevi della testa di merluzzo e ritornate in cabina”. Quindi esco, e poi rientro. “Cosciotto di montone lesso con contorno”, dice il capitano, e mi serve. “Niente grasso, signore”, gli dico. “Ma il grasso è la cura”, dice il capitano, e me lo fa mangiare. “La polpa è la cura”, e me la fa mangiare. “Come va?” dice il capitano. “Ho la nausea”, gli dico. “Andate sul ponte”, dice il capitano, “liberatevi del cosciotto di montone lesso e del contorno e rientrate in cabina”. Ci vado, barcollando – rientro più morto che vivo. “Rognone in salsa piccante”, dice il capitano. Chiusi gli occhi e mandai

1 Gioco di parole tra l’espressione by dint of hard work, “a forza di duro lavoro”, e by dint of hard eating [N.d.T.].

Page 235: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

235

giù. “La cura incomincia a far effetto”, dice il capitano. “Braciole di mon-tone con sottaceti”. Chiusi gli occhi e mandai giù. “Prosciutto cotto al pepe di cayenna”, dice il capitano. “Bicchiere di birra scura e crostata di mirtilli. Volete andare di nuovo sul ponte?” – “No, signore”, dico. “La cura ha fatto effetto”, dice il capitano. “Non arrenderti mai al tuo stomaco, e il tuo stomaco finirà per arrendersi a te”. (Musica, la melodia di “Begone Dull Care” – solo una volta).

Va nella baracca interna con la minestra. Entra crayford.

crayford: Steventon!

steventon (si alza dalla branda): Presente! Comandate?

crayford: Il capitano sta troppo male per alzarsi. Mi ha dato delle istruzioni molto importanti e molto inattese. Sta per esserci un cambiamento, fi-nalmente, in questa nostra vita infelice.

steventon: Un cambiamento! Che cambiamento?

crayford: Questo equipaggio della Sea-Mew, e l’equipaggio della Wanderer dall’altra parte di quella collina (neve), si devono riunire oggi in questa baracca. Mandate un uomo con questo messaggio dal nostro capitano al capitano Helding della Wanderer. (Consegna un foglio a steventon, il quale si ritira sul retro della baracca, sveglia un marinaio e lo attrezza per uscire). Frank! Frank Aldersley!

aldersley (si alza dalla branda): Sì!

crayford: La cassa di uno degli ufficiali conteneva una scacchiera da backgammon con i dadi, immediatamente prima che abbandonassimo la Sea-Mew?

aldersley: Era la mia cassa. Li ho ancora qui nella mia branda. Li prendo?

crayford: Mi servono solo i dadi e il bussolotto.

frank prende i dadi e steventon, dopo aver mandato il messaggero, ritor-na al centro della scena.

steventon (osserva il bussolotto mentre frank lo consegna a crayford): Dadi! Ci mettiamo a giocare d’azzardo al Polo Nord?

Page 236: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

236

crayford: No, no! (A frank) Temo, Frank, che tu, dopo la tua malattia, sia poco in grado di far parte di un gruppo di esplorazione.

aldersley: Sono pronto ad avventurarmi. Qualunque rischio sarà meglio che languire e perire qui. (Avvicina uno sgabello al fuoco e si siede. A poco a poco si addormenta. crayford si siede sul lato opposto della scena ri-spetto a frank).

steventon (indica frank e si siede vicino a crayford): Non pensa al pericolo. Non pensa ad altro che a tornare dalla sua innamorata. A proposito, chi ha preso il posto del povero Dennam ora nella baracca della Wanderer?

crayford: Uno dei migliori ufficiali e uno degli uomini più duri di tutta la Marina della Regina – Richard Wardour.

steventon: La vostra simpatia per quell’uomo mi sbalordisce, Crayford.

crayford: Ricordatevi che ho avuto occasioni speciali per conoscerlo. Ho preso il largo dall’Inghilterra insieme a lui sulla Wanderer, e sono stato trasferito sulla Sea-Mew solo molto dopo che siamo rimasti intrappolati qui nel ghiaccio. Sono stato compagno di bordo di Richard Wardour, ed è lì che ho imparato a rendergli giustizia.

steventon: Non volete negare la violenza del suo temperamento?

crayford: Non la nego.

steventon: O l’ostilità della sua indole?

crayford: Sì, quella la nego. Non è un uomo ostile per natura. Sotto tutti i suoi difetti esteriori batte un cuore grande e generoso. Avete dei pregiu-dizi su Richard Wardour, perché non lo conoscete abbastanza.

steventon: Allora anche Frank ha dei pregiudizi, visto che è d’accordo con me.

crayford: E quali occasioni ha avuto Frank per giudicarlo? Non l’ho mai vi-sto in compagnia di Wardour nemmeno per cinque minuti complessivi (abbassa la voce).

steventon (guarda frank). Non c’è bisogno che abbassiate la voce. È nel mondo dei sogni, direi.

crayford: Sogna parecchio, vero?

steventon: Sì, e sempre della poveretta con cui è fidanzato. Potrei dire che sta sognando di lei ora. (L’immagine di clara burnham appare nel fuo-

Page 237: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

237

co, e guarda frank mentre dorme). Devono volersi molto bene. Ieri notte l’ho sentito pronunciare il suo nome nel sonno. Mi ha fatto pensare alla mia povera moglie. Cosa staranno facendo ora, Crayford, nella vecchia casa del Devonshire?

crayford (neve): Non saranno ancora alla disperazione, se mia sorella Lucy è con loro. Lei ha il dono di sperare e di far sperare gli altri, che Dio la benedica!

Fuori un grido di saluto – “Sea-Mew, ehilà!” Rientra frank. crayford e steventon si alzano in piedi. Si apre la porta ed entrano gli uomini e gli ufficiali della Wanderer, con in testa il capitano helding e richard wardour. richard wardour ha con sé un fucile. I due avanzano in mez-zo alla scena e salutano gli ufficiali della Sea-Mew, il capitano helding stringe cordialmente loro la mano, wardour fa scontrosamente un cenno della testa a steventon e a frank, e stringe la mano solo a crayford. Gli altri uomini della Wanderer si raggruppano in fondo.

crayford (mentre stringe la mano al capitano helding): Capitano Helding, sono sinceramente lieto di vedervi! Dunque, ciurma, la botte qui al cen-tro (si sposta insieme al capitano).

wardour (in piedi tra steventon e frank): Perché siamo stati convocati qui?

steventon: Per consultarci, temo, sui modi migliori per uscire vivi da questo luogo orribile.

wardour: Voi potete ritenerlo orribile – a me piace.

aldersley: Piacervi! Santo iddio! E perché?

wardour (si mette a sedere in un angolo): Perché qui non ci sono donne. (La neve cessa a poco a poco).

aldersley (si siede su una panca con steventon): Il solito orso!

crayford (si accosta alla botte, con il capitano helding a fianco e il busso-lotto appoggiato di fronte a sé): Fratelli ufficiali, e marinai della Wande-rer e della Sea-Mew – il comandante di questa spedizione, il capitano Ebsworth, è, mi duole dirlo, troppo ammalato per alzarsi dal letto e rivol-gersi direttamente a voi. Pertanto ha dato a me le sue istruzioni, essendo io il suo secondo in grado, e ora ho l’onore di parlarvi in sua vece. Senza

Page 238: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

238

ricordare tutti gli stenti patiti in questi ultimi tre anni – la perdita prima di una delle nostre navi, poi dell’altra, la morte di alcuni tra i migliori e più coraggiosi dei nostri compagni, le inutili lotte che abbiamo combat-tuto contro il ghiaccio e la neve, e contro l’immensa desolazione di que-ste lande inospitali – senza soffermarci su questi aspetti, è mio dovere ri-cordarvi che questo luogo, l’ultimo in cui abbiamo cercato rifugio, è ben oltre il cammino tracciato da qualunque spedizione precedente, e che di conseguenza l’eventualità di essere rintracciati da qualche squadra di soccorso che potrebbe essere mandata a cercarci è, a dir poco, un’even-tualità delle più incerte. Fin qui, signori, concordate tutti con me?

gli ufficiali (a eccezione di wardour, che resta in silenzio per tutta la scena): Sì! Sì!

crayford: Si rende per tanto urgentemente necessario che facciamo un nuo-vo, e probabilmente un ultimo, tentativo di liberarci. L’inverno procede, la cacciagione è sempre più scarsa, le scorte stanno venendo meno, e gli ammalati – specialmente, sono spiacente di apprenderlo, gli ammalati che si trovano nella baracca della Wanderer – aumentano di giorno in giorno. Dobbiamo pensare alle nostre vite, e alle vite di quelli che dipen-dono da noi – e non abbiamo tempo da perdere.

gli ufficiali: Giusto! Giusto! Non c’è tempo da perdere.

crayford: Il piano proposto è che un gruppo di quelli tra i nostri marinai e i nostri ufficiali che siano nelle condizioni si metta in marcia questo stes-so giorno e faccia un altro tentativo di raggiungere il più vicino insedia-mento per la caccia di animali da pelliccia, da cui si potrebbero inviare aiuti e vettovaglie per quelli che resteranno qui. La nuova direzione da prendere così come le varie precauzioni da adottare sono già state ab-bozzate, l’unica domanda che ci troviamo dinanzi è: chi deve fermarsi qui, e chi deve intraprendere il viaggio?

gli ufficiali: Volontari!

i marinai: Sì! Sì! Volontari!

capitano helding: Non volontari. No, no –

crayford: Wardour, non dite niente?

wardour: Niente. Andare o restare – sono lo stesso per me.

crayford: Sono dolente di sentirlo. (Agli altri) Bene, supponiamo che si dica volontari – chi si offre – di restare?

Page 239: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

239

Silenzio totale. Gli ufficiali e i marinai si guardano gli uni con gli altri con aria di sconcerto.

crayford: Vedete dunque che non possiamo decidere su base volontaria. Volete andare tutti. Ogni uomo tra di noi che abbia l’uso dei propri arti naturalmente vuole andare. Ma che ne sarà di quelli che non hanno l’uso degli arti. Alcuni di noi devono rimanere e prendersi cura degli amma-lati.

gli ufficiali: È vero! È vero!

crayford: Ecco dunque che ritorniamo alla prima domanda: chi, fra quel-li abili, deve andare, e chi restare? Il capitano Ebsworth dice, e lo dico anch’io, facciamo decidere al caso!

gli ufficiali e i marinai: Bene! Bravo! Evviva!

crayford: Ecco i dadi. I numeri arrivano fino a dodici – due volte sei. Tutti quelli che tirano più basso di sei restano, tutti quelli che tirano più alto di sei, vanno. Siamo d’accordo?

gli ufficiali: D’accordo! D’accordo!

crayford: I marinai, se preferiscono, possono decidere di estrarre a sorte da un cappello. Ecco (prende un involto dalla tasca), qui ci sono alcuni pezzetti di carta ripiegati. Su metà di essi c’è scritto “Restare”, sull’altra metà “Andare”. Marinai della Wanderer e della Sea-Mew, cosa scegliete, il cappello o i dadi?

i marinai: Il cappello!

crayford: Molto bene. Portate un cappello!

john want (viene avanti tra gli altri portando un piattino): Che ne dite di questo, signore?

crayford: Tra noi non c’è nemmeno un cappello che non sia bucato, imma-gino. Bene! Dobbiamo arrangiarci con il piattino, e il cuoco lo passerà in giro. (Rovescia i foglietti sul piattino). Mescolateli bene!

john want: Posso estrarre per primo, signore?

crayford: Il cuoco dovrebbe rimanere in cucina.

john want: No se non ha nient’altro che carta da mettere sul suo piattino, signore (risate generali).

Page 240: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

240

crayford: Va bene! Va bene! Pretesto accettato. Estraete, marinai. Gli ufficia-li, in ordine di anzianità, tirino contemporaneamente. Il capitano della Wanderer sarà il primo a tirare. Sotto il sei, “Restare”. Sopra il sei, “Anda-re”. Ecco il bussolotto, capitano Helding. (Porge il bussolotto al capitano – parla a un ufficiale) Prendete la lavagnetta, e segnate i nomi di quelli che vanno e di quelli che restano.

I marinai estraggono e gli ufficiali tirano i dadi. A intervalli si esclama “Andare” e “Restare”.

capitano helding (tira i dadi): Sette!

crayford: Mi congratulo con voi, signore. Ora tocca a me. (Lancia). Tre! Re-stare! Ah, bene! Bene, se posso fare il mio dovere, ed essere utile agli al-tri, che importa se vado o resto? Wardour, siete il prossimo, in assenza del vostro primo tenente. (wardour si prepara a lanciare senza agitare i dadi). Agitate il bussolotto, amico – prendetevi un’opportunità di for-tuna!

wardour (fa cadere i dadi con noncuranza): Non io! Io ho già chiuso con la fortuna. (Torna al suo posto senza guardare i dadi).

crayford: Sei! Ecco! Avete una seconda opportunità, anche se non volete. Non siete né sopra né sotto – dovete lanciare di nuovo.

wardour: Bah! Non vale la pena prendersi la fatica. Che qualcun altro lanci per me. (Guarda frank) Voi! – avete quella che le donne chiamano faccia fortunata.

aldersley (a crayford): Procedo?

crayford: Sì, se lui desidera così.

aldersley (lancia): Due! Resta! Wardour, mi dispiace di aver lanciato a vo-stro svantaggio.

wardour: Ve lo ripeto – andare o restare, è lo stesso per me. Avrete più fortu-na quando lancerete per voi stesso.

crayford: È ora il vostro turno per lanciare.

aldersley (lancia): Otto! Evviva! Vado!

wardour: Che vi avevo detto? L’opportunità era per voi – avete beneficiato della mia sfortuna.

Page 241: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

241

crayford: Steventon! Tocca a voi.

steventon (lancia): Cinque!

crayford: Restare! Dobbiamo incoraggiarci a vicenda. I marinai che riman-gono si schierino nella baracca interna. (I marinai eseguono l’ordine. La neve cade fitta. Musica, “Spoilt Child” finché il capitano helding esce dopo i suoi marinai).

capitano helding: Per i marinai che vanno, il punto di incontro è in questa baracca non appena si può essere pronti a partire. Un paio restino qui, tenente Crayford, a spalare ciò che è caduto – blocca l’uscita.

steventon (chiama): Un paio di uomini qui con le pale per togliere la neve dalla porta.

crayford: Ecco le consegne per il viaggio (porge il foglio).

Il capitano helding esce accompagnato dai suoi ufficiali. bateson e dar-ker chiudono la porta.

aldersley (va verso la sua branda): Faccio subito i bagagli. Mi ci vorranno meno di due minuti. (Arrotola le coperte, ecc.).

crayford (a wardour, che sta per andare): Wardour, siete tra quelli che reste-ranno. La vostra presenza non è ancora richiesta alla baracca. Aspettate un attimo. Vorrei parlarvi.

wardour: Volete darmi degli altri buoni consigli?

crayford: Non guardatemi in quel modo scontroso. Voglio solo farvi una do-manda.

aldersley (arrotola il suo fagotto). Ecco! Tutto pronto per la marcia. Ferma! Ho dimenticato le scarpe da neve. (Fa per uscire).

crayford: Frank, avete preso dalla branda tutto ciò che vi appartiene?

aldersley: Sì.

crayford: Siamo a corto di combustibile quanto lo siamo di scorte. La vostra branda, dato che ormai non deve più accogliere nessuno, alimenterà un bel fuoco. Se vedete Bateson nei magazzini, mandatelo qui con l’accetta.

aldersley: Molto bene. (Esce dalla porta in fondo).

Page 242: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

242

crayford: Wardour, finalmente soli.

wardour: Ebbene?

crayford: Oggi mi avete deluso e anche sorpreso. Perché avete detto che per voi era lo stesso se foste rimasto o partito? Perché siete l’unico uomo tra di noi per il quale sembra essere indifferente che siamo tratti in salvo oppure no?

wardour: Può un uomo fornire sempre una ragione per ciò che sembra stra-no nel suo comportamento o nelle sue parole?

crayford: Ci può provare – quando a chiederglielo è il suo amico.

wardour: Questo è vero. Ricordate la prima notte in mare, quando salpam-mo dall’Inghilterra sulla Wanderer?

crayford: Come fosse stato ieri.

wardour: Una notte tranquilla, silenziosa. Né nuvole, né stelle. Nient’altro in cielo che una grande luna, e quasi nemmeno un’increspatura a inter-romperne il sentiero tracciato sull’acqua cheta. Il mio turno di veglia era quello intermedio quella notte. Veniste sul ponte, e mi trovaste da solo.

crayford: E in lacrime.

wardour: Le ultime che mai verserò.

crayford: Non dite così. Ci sono volte in cui un uomo è da compatire, se non riesce a versare lacrime.

wardour: Avrei bisticciato con qualunque altro uomo che mi avesse sor-preso così in quel momento. Ma c’era qualcosa, credo nella vostra voce, quando vi scusaste per avermi disturbato, che mi ammorbidì il cuore. Vi dissi di aver affrontato una delusione che mi aveva distrutto per tutta la vita. Non ci fu bisogno di altre spiegazioni. L’unica sciagura senza rime-dio a questo mondo è la sciagura causata dalle donne.

crayford: E l’unica felicità pura, la felicità che loro generano.

wardour: Può darsi che questa sia l’esperienza che ne avete avuto voi. La mia è diversa. Tutta la devozione, la pazienza, l’umiltà, l’adorazione che ci possono essere in un uomo io le misi ai piedi di una donna. Lei accettò l’offerta, come fanno le donne – la accettò con leggerezza, con garbo e con indifferenza – la accettò come un fatto naturale. Lasciai l’Inghilterra per conquistare una buona posizione nella mia carriera, prima di osare

Page 243: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

243

conquistare lei. Sfidai il pericolo, affrontai la morte. Misi a repentaglio la mia vita nelle paludi malariche dell’Africa, per ottenere la promozio-ne che desideravo solo per amor suo – e la ottenni. Ritornai per offrirle tutto, senza chiederle niente in cambio, se non di riposare il mio cuore stanco nello splendore del suo sorriso. Ritornai, per conquistare la don-na per la quale avevo lottato per tutta la vita – lottato più a lungo di Gia-cobbe per Rachele. E le sue stesse labbra – le labbra che avevo baciato al momento del congedo – mi dissero che un altro uomo l’aveva rubata a me. Pronunciai solo poche parole l’ultima volta che ci separammo, e ci separammo per sempre. “Potrà venire un giorno in cui perdonerò te”, le dissi, “ma l’uomo che ti ha rubato a me maledirà il giorno in cui tu e lui vi siete conosciuti”.

crayford: Wardour! Wardour! Preferirei vedervi di nuovo in lacrime piutto-sto che sentirvi parlare così.

wardour: Il tradimento è stato tenuto segreto. Nessuno è stato in grado di dirmi dove poterlo trovare; nessuno è stato in grado di dirmi chi fosse. Ma che importanza aveva? Una volta sopravvissuto al primo tormento, avrei potuto contare su me stesso – avrei potuto essere paziente, e atten-dere il mio momento.

crayford: Il vostro momento! Quale momento?

wardour: Il momento in cui io e quell’uomo ci incontreremo, faccia a fac-cia. Lo sapevo allora, lo so ora – era scritto sul mio cuore allora, è scrit-to sul mio cuore ora – che noi due ci incontreremo e ci conosceremo. Con questa convinzione forte dentro di me, ho accettato questo servizio, come avrei accettato qualsiasi cosa che comportasse lavoro, patimento e pericolo, come una fortezza tra me e la mia infelicità. Con questa con-vinzione ancora forte dentro di me, vi dico che non importa se resto qui con gli ammalati o se vado di là con i forti – vivrò finché avrò incontrato quell’uomo. Tra noi è già fissato il giorno della resa dei conti. Qui, nel freddo gelido, o lontano, nel caldo infernale – in battaglia o in un nau-fragio, nella morte per fame o all’ombra della peste – anche se intorno a me moriranno a centinaia, io vivrò! – Vivrò per vedere un unico giorno – vivrò per l’incontro con un unico uomo!

crayford: Wardour!

wardour (lo interrompe): Guardatemi! Guardate come ho vissuto e prospe-rato, a casa con l’angoscia che mi torturava, qui con i venti ghiacciati del

Page 244: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

244

nord che mi soffiavano intorno! Sono l’uomo più forte tra di voi. Perché? Ho superato patimenti che hanno steso a terra gli uomini più temprati di tutto il nostro gruppo. Perché? Che cosa ho fatto io perché la vita pulsi così coraggiosamente in ogni vena del mio corpo, in questo momento e in questo luogo infernale esattamente come accadeva tra le brezze tran-quille di casa? Per che cosa mi sono mantenuto in vita? Ve lo ripeto, per vedere un unico giorno – per l’incontro con un unico uomo.

crayford: Wardour, da quando ci siamo conosciuti, ho sempre creduto nella vostra indole migliore, nonostante ogni apparenza esteriore. Ho creduto in voi fermamente, sinceramente, come avrebbe potuto farlo un fratello. Ora state mettendo a durissima prova questa opinione. Se il vostro ne-mico mi avesse detto che avevate parlato come state parlando ora – che avevate l’aspetto che avete ora – gli avrei voltato le spalle per aver pro-nunciato una vile calunnia contro un uomo giusto, coraggioso e retto. Oh! Amico mio, amico mio, se mai ho meritato la vostra stima, mettete via dal vostro cuore questi pensieri! Guardatemi ancora in faccia, con lo sguardo senza macchia di un uomo che ha calpestato sotto i piedi le superstizioni sanguinose della vendetta, e che non le riconosce più! Che mai, mai, arrivi il giorno in cui non potrò porgervi la mano come la offro ora all’uomo che posso ancora ammirare – al fratello a cui posso ancora voler bene!

wardour (a parte): Perché ho parlato? Perché l’ho afflitto? (A crayford) Siete più gentile con me di quanto non meriti. Siate ancora più gentile, e di-menticate ciò che ho detto. No, no, non parliamo più di me; non ne sono degno. Cambiamo argomento, e non ritorniamoci più. Facciamo qual-cosa. Non c’è del lavoro disponibile? Delle prede a cui sparare, qualcosa da tagliare, qualcosa da trasportare? Duro lavoro, Crayford, ecco l’elisir della nostra vita! Duro lavoro che tende i muscoli, e infiamma il sangue, che stanca il corpo e riposa la mente. (Entra bateson con un’accetta) Ecco, un uomo con un’accetta. Farò io il suo lavoro, qualunque esso sia (strappa l’accetta a bateson e gli dà il fucile).

bateson (a crayford): Il capitano Ebsworth desidera vedervi, signore.

crayford (guarda wardour): Wardour, non lascerete la baracca fino al mio ritorno?

wardour: No, no!

bateson (allunga la mano per prendere l’accetta, e offre il fucile): Perdonate-mi, signore –

Page 245: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

245

wardour: Che sciocchezza! E per cosa dovrei perdonarvi? Datemi da fare il vostro lavoro. Ho il braccio rigido e le mani fredde. Andate a cercare l’or-so che mi sono lasciato scappare. C’è sempre un altro uomo che trova ciò che perdo. Per che cos’era questa accetta?

bateson (indica). Per fare a pezzi la branda del tenente Aldersley e farne le-gna da ardere, signore.

wardour: Lo faccio io. La smantello in un attimo.

bateson (a parte): Ha l’aria di chi potrebbe smantellare l’intera baracca in un attimo, se avesse modo di farla a pezzi. (Esce).

wardour: Se solo potessi tagliare fuori di me i pensieri come taglierò le assi da questo legno! (Colpisce la branda). Ecco, cade a pezzi! Una buona ac-cetta! Povero me, fossi nato falegname anziché signore! Ecco, vai in pez-zi! Che buona presa ha questo manico! Povero Crayford! Le sue parole mi restano in gola. Ancora a pezzi! Una brava persona, un’anima nobile! Inutile pensare, inutile pentirsi; ciò che è detto è detto. È uscita un’altra asse! Non ci vuol molto, giovane Aldersley, per demolire il tuo nido. Ora la testiera. Uno, due, viene giù a pezzi (taglia una lunga striscia di legno). Questa bisogna tagliarla a metà. Ferma! Cos’è questo? Un nome inciso nel legno! C. L. A. – Clara. (Getta a terra il legno). Al diavolo il ragazzo e la sua innamorata; perché deve chiamarsi proprio così, con tutti i nomi che ci sono al mondo! L’accetta – dove diamine è l’accetta? Lavoro, lavoro, lavoro; non c’è che il lavoro! (Ricava un’altra asse). Ancora un’incisio-ne! Ecco come impiegano il tempo questi giovani fannulloni! F. A: queste sono le sue iniziali. Frank Aldersley. E sotto? C. B.! Le iniziali della sua innamorata. La sua sigla è C. B. – C. B.! Clara Burnham! Che sciocchezza! Perché Burnham, solo perché la lettera è B.? Ci sono centinaia di nomi – migliaia – che incominciano con la B. Dov’è l’accetta? Crayford, venite, andiamo a caccia. Non mi piacciono i miei pensieri. Ho freddo, freddo dappertutto (si avvicina al fuoco e ci mette sopra le mani). Come trema-no! Ferme, ferme, ferme! (Una pausa. La sua voce diventa un bisbiglio, si guarda intorno sospettoso). È forse arrivato il giorno, e l’uomo? Qui, alla fine del mondo? Qui, alla nostra ultima lotta contro la morte e la fame?

Entra crayford.

crayford: Mi avete chiamato? Sant’iddio, Wardour, come siete pallido! È successo qualcosa?

Page 246: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

246

wardour (avvolge velocemente un fazzoletto alla mano sinistra): Mi sono tagliato con l’accetta – non è niente – non preoccupatevi. Il dolore ha sempre un curioso effetto su di me. Vi dico che non è niente – non fateci caso. Dov’è Aldersley? È un bravo ragazzo, vero? Voi lo conoscete bene – il tipo di ragazzo che le donne prendono per – probabilmente per un legame duraturo? Che Dio vi aiuti amico, come mi state fissando! Dov’è Aldersley?

aldersley (entra): Qui! Chi lo vuole? Magari fossi meglio equipaggiato per la marcia.

wardour (lo prende bruscamente per un braccio). Non siete forte, eh? Non lo sembrate. Non sono stato molto educato nel parlarvi quando stavate lanciando i dadi. Me ne scuso. Stringiamoci la mano. Su! Non siete forte, eh? I dadi avrebbero fatto meglio a mandare via me e tenere voi qui. Non sono mai stato in condizioni migliori in vita mia. Noi uomini del Kent siamo fatti di roba dura.

aldersley: Venite dal Kent?

wardour: Dal Kent orientale. Conoscete quella parte del Paese?

aldersley (a parte): Dovrei saperne qualcosa del Kent orientale. Ci vivevano dei miei carissimi amici.

wardour: Ah! Una delle famiglie originarie della contea, immagino? (Im-provvisamente si rivolge a crayford). Perché continuate a fissarmi in quel modo?

crayford: Perché continuate a non sembrare voi stesso?

wardour (a frank): Una delle famiglie originarie della contea, ovvio. Gli Witherby del Yew Grange, forse?

aldersley: No; ma amici degli Witherby, molto probabilmente. I Burnham.

wardour (si volta d’improvviso, lascia cadere dalla mano il fazzoletto e se lo preme sul cuore in modo convulso): Devo mantenere la calma!

crayford (raccoglie il fazzoletto e lo offre con un gesto marcato a wardour): Vi è caduta la fasciatura. Strano –

wardour (con veemenza): Che c’è di strano?

crayford: Che non ci sia del sangue.

wardour (glielo strappa via): La prossima volta che lo vedrete, potrebbero

Page 247: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

247

esserci una o due macchie. (A frank). Dunque conoscete i Burnham? Che ne è stato di Clara dopo che sua madre si è risposata?

aldersley (sprezzante): Clara! Cosa vi autorizza a parlare della signorina in termini così familiari?

wardour: Che diritto avete voi di chiedermelo?

aldersley (a parte): Perché dovrei farmi scrupolo di parlarne? (A wardour) Diritto?

wardour: Sì. Che diritto?

aldersley: Il diritto che mi viene dall’essere fidanzato con lei.

wardour si volta nuovamente, la sua mano sinistra scivola su un coltello che porta legato in vita.

crayford (che si trova da quel lato lo osserva): Dimenticate (gli afferra la mano) che avete la mano ferita.

wardour (a frank, con tono enfaticamente gentile): Impossibile discutere un diritto come il vostro. Forse mi scuserete, quando saprete che sono uno dei più vecchi amici di Miss Burnham. Mio padre e suo padre erano vicini. Ci siamo sempre considerati come fratello e sorella.

aldersley (calorosamente): Non aggiungete altro. Ho sbagliato io. Vi prego di perdonarmi!

wardour: Lei vi vuole molto bene?

aldersley: Ma che domande! Consideratevi invitato al matrimonio quando torniamo in Inghilterra, e giudicate da solo.

wardour (a parte): Invitato al matrimonio? (Bussano alla porta. Si apre ed entra il capitano helding) Sì! – se riesci a uscire dalla tomba per an-darci.

Fuori si vedono alcuni degli uomini della squadra di esplorazione. Musi-ca: “River, River” fino a che cala il sipario.

capitano helding: Siamo pronti.

aldersley: Anch’io sono pronto. Vengo!

Page 248: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

248

Si getta sulle spalle le scarpe da neve.

wardour (a parte): E io dovrei restare? Restare, quando è arrivato il giorno della resa dei conti? Restare, quando finalmente l’ho incontrato?

capitano helding (a crayford): Devo riferire una defezione, che diminuisce di uno il nostro numero (wardour trasale e ascolta con ansia). Il mio secondo tenente, che avrebbe dovuto far parte della squadra di esplora-zione, è caduto sul ghiaccio, e temo si sia rotto una gamba.

wardour: Lo sostituisco io.

crayford (guarda alternativamente wardour e frank): No! Voi no.

wardour: Perché no?

capitano helding: Davvero, perché no? Wardour è proprio l’uomo più adat-to per una lunga marcia. Io stesso stavo pensando a lui. È il più sano del gruppo.

crayford: Non ha il diritto di offrirsi volontario. Abbiamo stabilito che fosse il caso a decidere chi sarebbe andato e chi restato.

wardour: Ed è stato il caso a deciderlo. Pensate che dovremmo lanciare i dadi un’altra volta, e dare a un ufficiale della Sea-Mew l’opportunità di sostituire un ufficiale della Wanderer? Manca un uomo nel nostro grup-po, non nel vostro. E ci appelliamo al nostro diritto di sostituirlo come meglio crediamo. Io mi offro volontario, e ho l’appoggio del mio capita-no. Quale autorità può costringermi a rimanere qui, davanti a questo? (Chiama). Datemi il mio fucile! Dov’è quell’uomo? Datemi il mio fucile!

capitano helding: Ha ragione lui, Crayford. L’uomo che manca appartiene alla mia baracca e, per giustizia, uno dei miei uomini dovrebbe sostituirlo.

Il capitano helding si congeda dagli ufficiali. john want consegna alla squadra in partenza bottiglie ecc. che toglie dalla scatola. Gli uomini dei due gruppi si congedano gli uni dagli altri. Il gruppo che resta grida “Cheers” per tre volte. Il gruppo in partenza risponde. Due uomini alla slitta.

crayford: Non c’è niente da fare. (Si volge verso frank). Frank! Frank!

aldersley: Sì. Che c’è?

Page 249: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

249

crayford: Seguite il consiglio di un vecchio amico che vuole il vostro bene.

wardour: Lasciatelo in pace! Lasciatelo in pace!

crayford: Frank, non azzardate patimenti che non siete in grado di soppor-tare.

wardour: Lasciatelo in pace!

crayford (con grande sincerità): Frank, vi rendete conto da voi di quanto la malattia vi abbia lasciato debole, e di quanto non siate pronto ad arri-schiare l’esposizione al freddo e alle lunghe marce sulla neve.

wardour (improvvisamente afferra crayford per la gola): Cosa intendete dire? Lasciate a lui la scelta.

crayford prende in silenzio la mano di wardour tra le sue. frank si met-te tra di loro. crayford molla la presa, con una mano spinge via frank; per tutto il tempo guarda fisso wardour in faccia.

crayford: Vi ho detto, Wardour, proprio poco fa, che ci sono volte in cui un uomo deve essere compatito. Io ora compatisco voi. Riprendetevi la vo-stra mano.

wardour (liberandolo): Vi chiedo di perdonarmi.

aldersley: Avete parlato da uomo coraggioso! Su, venite!

wardour: Portatemi il mio fucile voi! (bateson glielo porta) Venite dunque! Venite sulla neve e sul ghiaccio! Venite sulla strada che non è mai stata calpestata dal piede di un uomo, e dove non è mai stata lasciata traccia umana!

Carica il suo fucile, e toglie il colpo dalla canna.

aldersley (sulla porta): Che Dio vi benedica, Crayford.

Gli uomini fuori incominciano a muoversi, lasciando frank da solo sulla neve.

crayford (si avvicina a lui e gli afferra una mano): Che il cielo vi preservi, Frank! (Si stringono la mano, e frank incomincia a scalare la collinetta di

Page 250: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

250

neve). Darei tutto ciò che ho al mondo per essere con voi. Finché riusci-rete a stare in piedi, rimanete con il resto del gruppo, Frank!

wardour: Finché riuscirà a stare in piedi, rimarrà con me!

wardour e frank escono di scena. crayford viene lasciato da solo nella baracca, e li guarda mentre scompaiono sulla neve.

Atto tERZo

Si alza il sipario. Musica, “Farewell to Lochabar”, una volta. Scena: una grotta sulla costa di Terranova, che si apre, sulla sinistra, su un’altra grot-ta. In fondo, una veduta ridente di una spiaggia e del mare. Su un lato appare john want che lega una scatola. Sull’altro lato tata esther, seduta su un pezzo di roccia, le mani che nascondono il volto.

john want (guarda verso la tata): Ah, che razza di co-inserviente per com-pagnia per un allegrone come me! Se lo avessi saputo prima di essere tratto in salvo che avrei passato molto tempo con questa, credo che avrei preferito restare al Polo Nord. Stavo così bene al Polo Nord, a tenere su il morale di tutti. Al Polo Nord dormivo un sacco. Tutto sommato, credo che ci sarei stato comodo al Polo Nord – se solo l’avessi saputo. Un altro al mio posto sarebbe portato ad affermare che questa caverna in Terra-nova è una dimora un po’ fangosa, melmosa, algosa, esposta alle corren-ti per abitarci. Un altro potrebbe avere da ridire sulle nebbie perpetue di Terranova, sui merluzzi perpetui di Terranova, sui cani perpetui di Ter-ranova. Al Polo Nord avevamo dei begli orsi. Ma non preoccupatevi; per me fa lo stesso; io non mi lamento!

tata esther (alza lo sguardo, irritata): Proprio ti, non saví fare altro!

john want: Nient’altro che lamentarmi? Questa vecchia infelice sta forse scher-zando? Lamentarmi, io! Chi mai ha sentito una parola di lamento uscire dalle mie labbra? Chi mai mi ha visto in faccia un’espressione accigliata?

tata esther. Faccia? Quella roba malriuscía che g’aví in sima ae spale ciama-risi faccia? (A parte) Ma perché devo sprecare parole appresso a questo? È solo un povero deficiente!

john want (a parte). È solo una vecchia scema. Sempre lì con questa sto-ria della Seconda Vista. Non credo che nemmeno la sua Prima Vista sia

Page 251: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

251

niente di cui andar fieri, figuriamoci la Seconda. Seconda Vista (con grande disprezzo)! Nessuna donna, se non una scozzese, potrebbe attri-buire alcun valore a un occhio di seconda mano. E, come tutti gli articoli di seconda mano, è fatto perlopiù con pezzetti che ha raccolto di qua, e pezzetti che ha raccolto di là, e poi si è messa ad assemblarli tutti insie-me, qualche volta bene ma il più delle volte male, e poi se ne dimentica, dato che è una zuccona, e si spaccia per un profeta. E poi se ne sta an-dando. Non ci arriva a farsi il viaggio di ritorno in Inghilterra. E quanti di noi ci arriveranno? (La tata si alza e va in fondo alla scena). C’è molto umido qui. Ho sentito tossire un sacco qui intorno, e molti degli uomini hanno un’aria terribilmente fragile. Ne sarò piacevolmente sorpreso se arriveremo in Inghilterra tutti vivi, davvero.

Musica,“Spoilt Child”, una volta. Entra bateson dall’ingresso sulla spiag-gia. tata esther va in fondo alla scena e guarda fuori verso il mare.

bateson: Sbrigatevi con quel lavoro, John Want. Le signore staranno per ar-rivare.

john want: Se ci tengono alla loro salute in generale, e ai polmoni in partico-lare, si terranno alla larga da qui.

bateson: Credete? Io ritengo che non faranno niente del genere. Mrs. Ste-venton e Miss Ebsworth sono a due minuti di strada dalla grotta, e Miss Crayford e Miss Burnham non sono molto più indietro.

john want: Bateson, vi considero acuto quanto me – anche se non altrettan-to allegro. Voglio sapere qualcosa delle signore. Ancora non riesco, paro-la mia, a capacitarmi di come abbiano fatto ad arrivare qui sulla costa di Terranova. E voi?

bateson: Si dà il caso che abbia l’uso degli occhi e delle orecchie, quindi potrei dire di sì. Che cos’è che volete capire? Sapete, come lo so io, che siamo stati salvati dalla morte per fame e per freddo da una spedizione venuta dall’Inghilterra, che ci ha trovato in quella baracca nell’Artide. Bene, le signore sono qui – come ho sentito raccontare da loro ormai una dozzina di volte – perché si sono messe in viaggio anche loro per andare incontro alla spedizione di ritorno da quelle terre desolate.

john want: Non lagnatevi. Non mi va di sentire lagne. Ah, il Polo Nord deso-lato, ma guarda un po’! E di questo posto cosa dite? Ma va bene così –

Page 252: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

252

bateson: Ebbene, la nave su cui hanno trovato posto le signore ha incrociato la nave su cui siamo salpati dai mari dell’Artide alla volta di questa costa di Terranova. E, per quanto ne ho capito, siamo tutti approdati qui da uno o due giorni, per il bene e la salvezza delle suddette signore, dopo che erano state relegate a bordo di quel vascello. Questo è tutto ciò che so, e tutto ciò che intendo dire; perché (guarda in altra direzione) ecco che arrivano due delle signore, e con loro il capitano Ebsworth.

Entrano il tenente steventon, mrs. steventon, il capitano ebsworth e rose. bateson si tocca il cappello ed esce. tata esther si sposta al centro. john want continua a legare la scatola.

steventon (al capitano ebsworth): C’è ancora del bagaglio da stivare a bor-do, capitano Ebsworth. Vado a dare ordini agli uomini?

capitano ebsworth: Non c’è bisogno. Devo ricevere un rapporto da uno dei cadetti, mi aspetta sulla spiaggia; e posso dare a lui gli ordini necessari. (Alla figlia) Rose, tesoro, aspettami qui. Torno a prenderti.

rose: Non metteteci molto, Papà. Non vi ho ancora visto nemmeno la metà di quanto avrei voluto.

Il capitano ebsworth si congeda da lei ed esce.

mrs. steventon (indica la tata): Ecco la povera vecchia tata, malinconica come sempre. Vediamo, Rose, se riusciamo a rallegrarla un po’ (si avvici-na insieme a rose a parlare con esther).

steventon (a john want): Avete finito di legare quella scatola?

john want: Ho fatto quello che potevo, signore, ma l’umidità di questo posto incomincia a farsi sentire anche sul nostro cordame – per non parlare dei nostri polmoni – diciamo solo sul nostro cordame.

steventon: Bah! A giudicare dalla vostra faccia schifata e dalla voce grac-chiante, si potrebbe credere che il nostro salvataggio dalle regioni arti-che sia stato una vera sciagura. Meritereste di essere rispedito di là.

john want: Io potrei essere allegro come sempre, signore, se lo fossi. Spero di non sembrare ingrato, ma non mi piace sentir parlare male del Polo Nord in un posto fangoso come questo. Al Polo Nord era tutto pulito

Page 253: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

253

e bianco di neve, qui è umido e sabbioso. Non vi manca mai la mine-stra di ossi, signore? A me sì. Magari non era sostanziosa, ma era ben calda e il freddo sembrava darle una specie di gusto di carne quando scendeva giù. (steventon tossisce). Siete voi che avete tossito a lun-go stanotte, signore? Non intendo dire niente contro l’aria di questo posto, ma sarei lieto di sapere che non era la vostra quella tosse così profonda. Sareste così cortese da controllare lo stato di queste corde con le punte delle dita, signore? Poi potrete asciugarvele sulle spalle della mia giacca.

steventon: Sulle spalle della vostra giacca ci si dovrebbe appoggiare un ba-stone. Portate immediatamente quella scatola alla barca. Vagabondo gracchiante! Si sarebbe lagnato anche nel giardino dell’Eden.

john want: Potrei essere allegro ovunque, signore – ma ci doveva essere un bel da fare con le aiuole, nel giardino dell’Eden! (Esce con la scatola).

tata esther (a mrs. steventon e rose): A cossa serve dirme che me devo consolare se dopo me tegnì distante da Clara, da la me putina!

rose: Separata no di certo, dato che voi e Clara siete entrambe qui con tutti noi, sulla costa di Terranova.

tata esther: Ho navigato dall’Inghilterra sulla stessa nave con Clara, ma iero forse ne la stessa cabina di Clara? Sono qui sulla stessa terra aspra con Clara, ma dormo forse ai só pié? Esco forse con Clara per andare alle sab-bie gialle? Le sono vicino quando guarda quel mare là, spetando sta nave che non vegnará? Sta nave che mai le riporterà il suo promesso amore, che è perso oltre l’abisso di ghiaccio?

steventon: Perché le separate?

mrs. steventon: Perché Esther è superstiziosa, e porta anche la sua giova-ne padrona a essere superstiziosa. Ora, da quando sappiamo la terribile verità che Frank Aldersley è tra i dispersi, dalle labbra di tata Esther non esce quasi parola che per Clara non sia un flagello.

tata esther: Ve g’ho forse mentio che g’ho detto che iera persi? Non è venuto il tempo che abbiamo lasciato la vecchia casa – che non potevate più aspettare – quando avete preso la nave voi stesse, e avete navigato fin qui, fino all’isola sconosciuta, per incontrare i soccorritori su la via del ritorno? Sercando da voialtre notizie che non podevi spettare che altri ve portese? A vedarí che g’ho rason! La nave era a fianco di questa terra sterile quando sentiste l’urlo di “nave in vista!”. Vi assiepaste sul ponte, e

Page 254: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

254

io tra voi. La foschia si diradava dinnanzi al sole e alla brezza mattutina; e lungo il sentiero luminoso, e sulle onde che balzavano, la nave dei soc-corritori giunse rimbombando su di noi. Il ponte risuonò di un vociare allegro. La bandiera splendente si alzò in volo come un’allodola nel cielo del mattino. E tutte voi cadeste in ginocchio e alzaste lo sguardo al cielo soleggiato, e piangeste.

Escono mr. e mrs. steventon.

rose: O tata, tata, pensate a Clara! Pensate a Frank Aldersley e non dite altro!

tata esther: Ve lo digo da sempre, fin da in Inghilterra, che iera spersi. Ho forse detto il falso? I soccorritori vi hanno ridato vostro padre, hanno ridato a Lucy Crayford suo fratello, hanno ridato il marito alla giovane sposa che era con voi, – ma hanno forse ridato Frank Aldersley a la mi putina? Non c’erano altri dispersi che i soccorritori riuscirono a trovare e Frank ghe iere, no?

mrs. steventon guarda dentro dall’ingresso della grotta.

mrs. steventon (sussurra): Rose, Rose!

rose (corre da lei): Sì.

mrs. steventon: Fate andare tata Esther via di qui. (Musica “Farewell to Lo-chabar”, una volta, poi cambia in “Has sorrow your days shaded”; due vol-te). Sta arrivando Clara.

rose: Venite! Tata, tata! Venite qui (indica la grotta a lato). Voglio parlarvi.

tata esther: Perché là dentro? Clara è là dentro?

rose: Sì, sì. Venite, venite, tata, venite con me.

Esce, facendo entrare con sé esther nella grotta a lato. clara entra in scena dall’ingresso in fondo, insieme al tenente crayford e a lucy, che le stanno ai lati e la guidano.

lucy: Ti senti meglio, più forte, tesoro, dopo questa passeggiata all’aria fre-sca?

Page 255: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

255

clara: Sono più forte di quanto crediate, Lucy. Il sole mi dà forza. Mi riscalda il cuore. Non avete visto lacrime nei miei occhi da questa mattina – non è vero? Credo che mi sarei controllata per tutto il giorno, non fosse stato per l’arrivo, così presto, della nave che ci riporterà in Inghilterra. L’avvici-narsi della nostra partenza pesa sempre di più sul mio animo. L’andarce-ne da questo luogo sembra una rinuncia all’ultima speranza di Frank.

lucy (si volta dall’altra): Che strazio per il mio cuore.

clara (a crayford): Io devo continuare a sperare. Voi non lo credete disperso senza speranza, ne sono certa, non è vero?

crayford (con imbarazzo): Cara signorina, la mia stessa situazione è stata un tempo così disperata che dovrei essere l’ultimo uomo al mondo ad ammettere un pensiero di disperazione.

clara (pensierosa): Vedo così tanto la Pietà e la Bontà del Grande Crea-tore tutt’intorno a me – un tale splendore e una tale bellezza che ci deliziano in Terra e in Cielo – una fine così benedetta a tutta l’ansia e al dolore sopportati da Lucy, e da Caroline, e da Rose, che non posso perdere la speranza. Persino le onde sembravano gioiose ora al nostro passaggio sulla riva. Quei poveri cespugli che crescono rachitici sulla scogliera frusciavano altrettanto gai come lo sono gli olmi a casa no-stra in Inghilterra. Quando li ho sentiti, ho pensato agli alberi sotto i quali io e Frank passeggiavamo. È possibile che riveda quegli alberi al nostro ritorno in Inghilterra, e che non riveda più Frank! Non potrò mai mostrargli, mai, le foglie ormai secche del suo bouquet, che ho conser-vato qui così a lungo, per lui! Oh! Devo sperare, e voi dovete aiutarmi sperando anche voi!

crayford (volta la testa da un’altra parte): Cosa posso dirle!

lucy: Lo sapete, tesoro, che ormai non ho che una speranza. La speranza di vedervi comunque felice.

clara (a crayford): Non siate addolorato. (Gli prende la mano). Mi sembra di conoscervi da sempre. Non posso non trattarvi con la stessa familia-rità con cui vi tratta Lucy. Mi ha detto che avete sempre voluto bene a Frank. Dovete avergli preso spesso la mano con un gesto gentile. Mi è così di conforto ora prendere la vostra (gli bacia la mano).

crayford: Piccola cara. Non parlate così (si copre gli occhi con la mano). Che mi succede? Sto per dare a due donne un esempio di pianto?

Page 256: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

256

clara: Sì, sì. Parliamo di Frank. Mi piace sentire di come è stato coraggioso nel lasciare la baracca, andando insieme ai migliori a conquistarsi un passaggio tra la neve. Lucy, era il più giovane di tutti, ma era fermo e co-raggioso quanto i migliori marinai dell’equipaggio. Si gettò le scarpe da neve in spalla con un sorriso. Non ci fu un tremito nel tono della sua voce quando salutò per l’ultima volta. (A crayford) Avete detto che nemme-no Nelson affrontò mai il pericolo con più coraggio del mio Frank?

crayford: Mai.

clara: E com’era sempre gentile con me! (Posa la testa sulla spalla di lucy).

lucy: Tesoro, diventate di nuovo pallida. Avete bisogno di riposo. Entrate. Qui dentro potete riposare comodamente.

crayford (si rivolge a lucy dietro alle spalle di clara, e sussurra): C’è qualcu-no dei nostri ufficiali qui dentro?

lucy: Come può esserci qualcuno dei nostri ufficiali? Non li abbiamo visti tutti occupati sulla spiaggia? Venite, Clara; entrate e riposate!

clara: Lasciatemi andare da sola, Lucy. Vi ho già tenuto troppo a lungo lon-tano da vostro fratello. Per favore, fate come vi chiedo. Vi prego, lasciate-mi andare da sola!

lucy: Allora dovete promettere di chiamarmi non appena avrete bisogno di me.

clara (la bacia): Pensate sempre agli altri; mai a voi stessa! (A crayford) Spe-riamo bene per Frank. Ricordate, tutti e tre speriamo ancora per Frank! (Entra nella grotta interna).

crayford: Ogni sguardo, ogni parola che le sfugge, mi entrano nell’anima. Sperare! Se sapesse tutta la verità, non spererebbe mai più.

lucy: William, sembri stranamente ansioso di tenere Clara e i tuoi co-ufficia-li separati il più possibile. Che male ci sarebbe, se dovesse incontrarne qualcuno mentre siamo qui?

crayford: Potrebbe parlare con loro –

lucy: Ebbene?

crayford: E potrebbe sentire –

lucy: Ebbene?

crayford: Qualcosa che potrebbe ucciderla all’istante.

Page 257: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

257

lucy: In nome del cielo, perché dici così?

crayford: È abbastanza distante da non poterci sentire?

lucy: Lontana, lontana! L’hai ingannata – hai ingannato me? Qual è la verità, Frank è uno dei dispersi che formavano la squadra di esplorazione. E Wardour è uno degli uomini rimasti nella baracca. Dev’essere morto là, prima che voi foste ritrovati e tratti in salvo, altrimenti lo avreste riporta-to. Lo deduco da ciò che mi hai detto.

crayford: Lucy, il peggio devo ancora dirtelo. In presenza di Clara, ricordan-do come stamani in privato mi avevi ammonito perché stessi attento a ciò che le dicevo, ho detto che c’era stata una suddivisione tra coloro che formavano il gruppo di esplorazione dopo tre giorni dalla partenza. Ti ho detto che una parte degli uomini era tornata alla baracca, e che l’altra parte si era spinta più avanti con Frank.

lucy: Hai citato i nomi di quelli che erano andati con Frank.

crayford: Sono stato costretto a citare dei nomi, altrimenti Clara avrebbe potuto sospettare qualcosa.

lucy: Ma quali nomi?

crayford: Che Dio perdoni la mia menzogna! Ho usato i nomi dei morti. E non ti ho detto – come potevo, in presenza di Clara! – che Richard War-dour aveva macchinato per far parte del gruppo di esplorazione. Di tutti gli uomini in servizio sulle nostre navi, Frank Aldersley e Richard War-dour sono gli unici dispersi (lucy si contorce le mani per la disperazione). È arduo, è vergognoso, dichiarare qualcosa che è falso, ma chi poteva uccidere quella creatura dolce e gentile con quella verità terribile? Tre-mai come un bambino nelle tenebre quando il gruppo di esplorazione rientrò esausto alla baracca, e sentii chi erano i due uomini che erano andati avanti senza di loro. Di tutto il gruppo della Vana Speranza, solo Frank aveva appoggiato la risoluzione di Wardour di procedere oltre. Quell’uomo così nobile credeva che ogni passo ulteriore lo avvicinasse alla sua sposa promessa. La neve cadeva fitta, la visuale di quella landa di ghiaccio incolta si ridusse, Frank Aldersley e Richard Wardour sparirono alla vista.

clara appare nella grotta interna.

clara (chiama): Lucy!

Page 258: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

258

Sia crayford che lucy hanno un sussulto.

lucy: Non ti ha sentito, William – non ha sentito. (A clara) Arrivo, tesoro (esce).

crayford (guarda avanti e indietro agitato): Se solo ci trovassimo in Inghil-terra, se solo fossimo di nuovo a casa, potremmo sperare di tenerle na-scosto il segreto per il resto della sua vita. Ma qui, circondati da coloro che sanno la verità, ad ogni ora del giorno c’è il rischio che scopra il peg-gio. (Entrano bateson e darker, portano un tavolino e ci sistemano sopra carne, pane ecc.) Che c’è? Cosa volete qui?

bateson: Ora di cena, signore. Gli ufficiali e le signore stanno arrivando dalla spiaggia proprio ora (aiuta darker ad apparecchiare).

Il tenente steventon, mrs. steventon, il capitano ebsworth, rose e gli ufficiali tratti in salvo entrano dall’ingresso in fondo alla scena.

steventon (a crayford): Abbiamo finito di caricare le botti dell’acqua e il pesce. Manca meno di mezz’ora all’alta marea e quando la nave sarà pronta a salpare sparerà un colpo, inalbererà una bandiera e manderà una scialuppa fino a riva.

crayford (a voce bassa): Ora posso smettere di aver paura di tradirmi di fronte a Clara.

steventon: Bene, signore e signori (darker esce), questa è la nostra ultima cena sulla costa di Terranova. Concedetemi di suggerire un brindisi al primo bicchiere. Alla nostra prima cena sulle rive della vecchia Inghilter-ra! (mrs. steventon e rose guardano verso l’ingresso in fondo alla scena, e mettono giù i bicchieri con un grido di allarme). Cosa c’è?

Musica “River, River” una volta. Si alzano tutti in piedi. wardour appare all’ingresso in fondo, e guarda il gruppo. È ricoperto di stracci; ha i capelli grigi e arruffati; gli sguardi e i gesti sono quelli di un uomo la cui ragione è scossa, e il cui vigore fisico è allo stremo per la fatica.

crayford: Che strana figura. Chi siete?

wardour: Un uomo che muore di fame.

rose: Per carità, dategli del cibo.

Page 259: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

259

wardour: Gettatemi degli ossi dalla tavola. Datemi la mia parte da dividere con i cani (avanza di qualche passo).

steventon: Bateson, dategli pane e carne (bateson obbedisce). Da dove venite?

wardour (indica in lontananza): Dal mare.

steventon: Naufragato, immagino? Ho sentito di una barca sconosciuta get-tata sulla spiaggia trenta o quaranta miglia più in là sulla costa. Quando siete naufragato, amico?

wardour: Quando? (Tace e i suoi gesti indicano uno sforzo per raccogliere le idee). Quando? (Scuote la testa) Non riesco a togliermi dalle orecchie lo sciacquio del mare. Non riesco a togliermi dal cervello lo splendore delle stelle di notte e il bruciare del sole per tutto il giorno. Quando ho fatto naufragio? Quando ho incominciato ad andare alla deriva sulla barca? Quando ho preso in mano la barra del timone e quando ho incomincia-to a lottare contro la fame e il sonno? Quando sono incominciati quel rodere qui (si tocca il petto) e quel bruciare qui (si tocca la testa)? Non saprei dirvelo. Ne ho perso il conto. Non riesco a mangiare, non riesco a bere, non posso togliermi lo sciacquio del mare dalle orecchie. Perché mi tormentate con queste domande? Lasciatemi mangiare.

steventon (al capitano ebsworth). Il poveretto è fuori di senno. Bateson, preparategli un po’ di grog leggero in una di quelle bottiglie vuote e da-teglielo.

mrs. steventon: Guardate! Non mangia più. Cosa ne fa della carne e del pane?

wardour guarda fisso il cibo che ha in mano – si guarda intorno, sorride, e mette la carne e il pane in una vecchia borsa che ha appesa in spalla. bateson gli dà il rum con l’acqua.

wardour (beve dalla bottiglia, poi la alza per guardarla alla luce): Posso te-nere quello che resta?

steventon: Certo che potete.

wardour (si guarda di nuovo intorno – poi mette la bottiglia nella borsa): Ci sono delle donne tra di voi? Sono inglesi? Sono giovani? Lasciate che le guardi più da vicino (mrs. steventon e rose si ritraggono). No! Non è il suo viso! Non l’ho ancora trovata!

Page 260: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

260

mrs. steventon: Vi prego, chiedetegli qualcosa della donna che sta cercando.

steventon: Chi è che volete trovare? Vostra moglie? (wardour scuote la te-sta). Chi dunque? Com’è?

wardour (con tenerezza e dolore): Giovane, con un viso bello e triste, uno sguardo tenero e gentile, una voce lieve e chiara. Giovane e amorevole e compassionevole. Tengo il suo viso nel cuore, anche se non posso tenere nient’altro. Devo vagare, vagare, vagare – senza sosta, senza sonno, sen-za una casa – finché non l’avrò trovata. Sul ghiaccio e sulla neve – sbal-lottato dal mare, calcando la terra – sveglio tutta la notte, sveglio tutto il giorno – vagare, vagare, vagare, finché non l’avrò trovata!

Entra crayford dalla grotta interna.

crayford: Chi è quello?

steventon: Un povero pazzo –

crayford: Pazzo? (Guarda wardour fissamente). Pazzo? (Indietreggia). Ste-venton! Ebsworth! Sono in me? Mio Dio! È – (lo afferra) Richard Wardour! (Musica, “River, River” finché wardour consegna frank a clara). Vivo! Vivo per render conto di Frank!

Tutti hanno un sussulto. Dalla grotta interna si sente un grido debole di clara.

wardour: Lasciatemi!

crayford: Perché siete da solo? Dov’è Frank, mascalzone! Dov’è Frank?

wardour: Mascalzone? E dov’è Frank? Ah! Credo di capire cosa intendete. Credo di capire vagamente.

crayford (a tutti): Guardate questo disgraziato in preda al rimorso! Confes-sate, infelice sciagurato! Diteci com’è andata.

clara (appare sull’ingresso laterale, trattenuta da lucy): Voglio essere io stes-sa a vedere! Ho sentito il nome di Richard – ho sentito il nome di Frank (si divincola. lucy nasconde il viso tra le mani. crayford cerca di trattenere clara). Lasciatemi avvicinare! Lasciatemi avvicinare! (Va da sola verso wardour, e si ferma impietrita alla vista).

Page 261: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

261

wardour (con un lieve grido di riconoscimento): Trovata! (Si volta all’istante, e si fa strada per uscire dalla grotta. lucy si precipita al fianco di clara).

crayford: Seguitelo! A qualunque costo, seguitelo! (Molti escono).

clara: Frank! Frank! Frank!

Fuori un mormorio. wardour si precipita in scena, senza fiato e vacillan-te, portando frank tra le braccia. Giubilo tra gli uomini che sono fuori. Grande scalpore.

wardour (a clara): In salvo, in salvo per te! (Lascia andare frank. clara crolla sul petto di frank. wardour li guarda, e riprende a parlare dopo un attimo con voce debole e alterata). Ha i piedi doloranti, ed è sfinito, Clara. Ma l’ho salvato – l’ho salvato per te! Ora posso riposare – posso dormire finalmente – il compito è portato a termine, la lotta è finita.

clara (riferendosi a frank): I suoi poveri piedi. Da questa parte! Qui, qui! (Guida frank, con l’aiuto degli altri, a eccezione di crayford, fino a una cassa in fondo alla grotta, dove tutti si affollano intorno a loro).

aldersley (si fa largo): Dov’è Wardour? Aiutate lui! Non preoccupatevi per me! Aiutate Wardour.

crayford (lo sostiene): Wardour! Caro Wardour! Vecchio amico che ho giudi-cato male, riconoscimi e perdonami!

wardour (lo ignora): L’ho resa felice! Ora posso posare il mio capo stanco sulla madre terra che calma tutti i suoi figli e dà loro finalmente riposo! Affonda, cuore, affonda, affonda e riposa! Guardali, mi hanno già dimenticato.

crayford: Wardour, guardatemi! Guardate il vostro vecchio amico!

wardour (con aria assente): Amico mio? Sì, sì, sì, mi guarda con gentilezza – sembra un amico. I mei occhi sono offuscati, amico – la mia mente è intorpidita – ho perso tutti i ricordi tranne il ricordo di lei. Pensieri morti – tutti i pensieri sono morti tranne quello! Eppure mi guarda con genti-lezza? Perché il suo viso se n’è andato con il naufragio di tutto il resto? – Mi ascolti, amico? Che Frank non lo sappia mai! Ci fu un tempo in cui dentro di me il demonio bramava la sua vita.

crayford: Ssh! Ssh!

wardour: Lo portai via da solo – via con me sul deserto di neve – lui da un

Page 262: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

262

lato, e il tentatore dall’altra, e io tra loro due, a marciare, marciare, finché scendeva la notte e il fuoco del bivacco si accendeva. Se non riesci ad ucciderlo, abbandonalo mentre dorme – mi sussurrava il tentatore – ab-bandonalo mentre dorme! Lo misi a dormire lontano; ma lui strisciò fino a mettersi tra me e il Diavolo, e appoggiò la testa sul mio petto, e dormì qui. Abbandonalo! Abbandonalo! – sussurrava la voce – Mettilo a giacere sulla neve e abbandonalo! Amalo – rispose la voce del ragazzo, gemendo e bisbigliando qui, nel sonno. Amalo, Clara, per avermi aiutato! Amalo per me! – Udii il vento notturno sollevarsi in silenzio dal grande Abisso. Mi portava lo scricchiolio degli iceberg sul mare, che galleggiavano, gal-leggiavano via! E la voce perversa galleggiava via insieme – via, via, via per sempre! Amalo, amalo, Clara, per avermi aiutato! E questo non pote-va spazzarlo via nessun vento! Amalo, Clara, – (la sua voce viene meno e la sua testa affonda).

aldersley: Aiutatemi ad alzarmi! Devo andare da lui! Clara, vieni con me (avanza tra clara e steventon). Wardour! Oh, aiutate Wardour! Clara, parlagli!

clara: Richard! (Nessuna risposta).

aldersley: Richard!

wardour: Ah, povero Frank! Non ti ho dimenticato, Frank, quando sono ve-nuto qui a mendicare. Mi sono ricordato di te, che giacevi là fuori all’om-bra delle rocce. Ti ho messo in serbo la tua parte di cibo e di bevanda. Ora sono troppo debole per andare a prenderla! Un po’ di riposo, Frank! Presto sarò abbastanza forte per portarti fin sulla nave!

aldersley: Prendete qualcosa che gli dia forza, per l’amor di Dio! Oh, marinai, marinai! Non sarei mai stato qui non fosse stato per lui! Ha regalato tutta la sua forza alla mia debolezza; e ora, vedete come sono forte io, e com’è debole lui! Clara! Mi sono tenuto al suo braccio per attraversare tutto il ghiaccio e la neve. La sua mano mi ha trascinato via dagli uomini che an-negavano durante il naufragio. Ha vegliato su di me quando ero privo dei sensi sulla barca a cielo aperto. Parlagli, Clara, – parlagli ancora!

clara: Richard, caro Richard, guarda la tua vecchia amica di giochi! Mi hai forse dimenticato?

Musica, “River, River” si fonde con “Kiss me before I die!” e poi con “Those Evening Bells”, che dura fino a che cala il sipario.

Page 263: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

263

wardour: Dimenticato? (Posa la mano sul capo di frank). – Sarei potu-to essere tanto forte da salvarlo, se ti avessi dimenticato? Resta! C’era qualcuno che mi parlava proprio un attimo fa. Ah! Crayford! Ora ricordo (lo abbraccia). Caro Crayford! Avvicinatevi! La mia mente si schiarisce, ma gli occhi si offuscano. Sarai così gentile da ricordarmi per amore di Frank? Povero Frank! Perché nasconde il viso? Piange? Avvicinati, Clara. L’ultimo sguardo lo voglio dare a te. Sorella mia, Clara! – Baciami, sorella, baciami prima che io muoia!

Dalla nave viene sparato un colpo e la scialuppa viene portata fino a riva.

SIPARIO

Page 264: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 265: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

VICOLO CIECO

DRAMMA

NO THOROUGHFARE(1867)

Traduzione di Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Elena Bacoli, Maria Paola Canneddu, Chiara Carboni,

Eleonora Cocciu, Marianna Lunesu, Mauro Scala, Sara Scaletta, Federica Sini, Elisabetta Uras

e gli studenti della IV E 2011/2012 Liceo Scientifico “Giovanni Spano” di Sassari

Page 266: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 267: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

267

VICOLO CIECO

DRAMMA

PERSONAGGI:

WALTER WILDING

GEORGE VENDALE

L’AVVOCATO BINTREY

JULES OBENREIZER

JOEY LADLE

MARGUERITE

LA SIGNORA

SALLY GOLDSTRAW

MADAME DOR

I visitatori dell’orfanotrofio (prima e seconda coppia)

Le guide alpine (JEAN PAUL, JEAN BAPTISTE, JEAN MARIE, BAPTISTE SENIOR)

Un cameriere

Un monaco

Altri monaci, servi ecc

Page 268: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

268

INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE(ADELPHI THEATRE, LONDRA, 26 DICEMBRE 1867)

WALTER WILDING: Mr. John Billington GEORGE VENDALE: Mr. Henry G. Neville L’AVVOCATO BINTREY: Mr. George G. Belmore JULES OBENREIZER: Mr. Charles Albert Fechter JOEY LADLE: Mr. Benjamin Webster MARGUERITE: Miss Carlotta Leclerq SALLY GOLDSTRAW: Mrs. Alfred Mellon

Atto I

SCENA PRIMA – L’esterno dell’orfanotrofio. Una notte buia. Il vento fischia. la signora, vestita in modo semplice, aspetta davanti alla porta posteriore dalla quale le bambinaie dell’Orfanotrofio entrano ed escono. la signora ascolta alla porta, fa un passo avanti sul palcoscenico e ritorna indietro alla porta. Proprio in quel momento altre due bambinaie escono dall’edificio. la signo-ra, dopo averle osservate attentamente una dopo l’altra, alla luce del lampio-ne che è sopra l’uscio, le lascia passare senza rivolgere loro la parola. Qualche minuto dopo che l’ultima giovane si è allontanata sally goldstraw appare alla porta. la signora la riconosce e la ferma. Inizia il dialogo tra loro.

la signora: Fermatevi!

sally: Cosa desiderate, signora?

la signora: Vorrei scambiare una parola con voi in privato.

sally: Forse mi avete preso per qualcun’altra – Io non vi ho mai visto prima.

la signora: Ma io ho visto voi stamattina. Vi ha indicata a me un amico che era disposto ad aiutarmi. Siete conosciuta qui come Sally Goldstraw e so che avete iniziato a lavorare in questo Orfanotrofio esattamente dodici anni fa in questo stesso giorno. È stato impossibile per me parlarvi stamattina, perché mi è stato impossibile vedervi in privato. Devo parlarvi ora.

Page 269: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

269

sally: Sembra che sappiate tutto di me, signora. Posso permettermi di chie-dervi chi siete voi?

la signora: Venite e guardatemi alla luce del lampione.

sally (la osserva alla luce del lampione): Non vi conosco. Non vi ho mai visto prima di questa notte.

la signora: Vi sembra che io sia felice?

sally: No, signora. Sembra che abbiate avuto un tormento nel cuore.

la signora: Ho un tormento nel cuore. Io sono una delle tante madri infelici che non hanno mai saputo cosa sia la felicità di una madre. Se il mio bambino è ancora vivo, è in questo Orfanotrofio. Ormai sarà un ragazzo, e io non l’ho mai visto.

sally: Sono davvero spiacente per voi, signora, ma cosa posso farci?

la signora: Voi potete tornare indietro con la memoria, a dodici anni fa, pro-prio al giorno in cui iniziaste a lavorare in questo posto.

sally: Dodici anni sono tanti, signora.

la signora: Sono tanti per voi? Pensate quanto sono stati lunghi per me! Per tutti questi anni io ho pagato la colpa di aver disonorato la mia famiglia. Per tutti questi anni ho vissuto in terre straniere, ho vissuto unicamen-te alla condizione che non sarei mai più apparsa in Inghilterra. Da una settimana soltanto sono libera da quella condizione – in possesso di una fortuna – libera di tornare al mio paese. Sally Goldstraw, sono qua con una sola speranza! Dipende unicamente da voi fare di me una donna felice.

sally: Come potrei, signora?

la signora: Eccovi due ghinee, sono in questo involto. Prendete questo po-vero piccolo dono e ve lo dirò.

sally: Voi potete conoscere il mio volto, signora, ma non conoscete me. Non c’è nessuno in tutto l’Orfanotrofio che non abbia una parola buona per Sally. Si potrebbe pensare così bene di me se fossi una che si può com-prare?

la signora: Non intendo comprarvi, intendo solo darvi una piccola ricom-pensa.

sally: Se aiutarvi è giusto, signora, io non desidero ricompensa alcuna per questo. Che cosa volete?

Page 270: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

270

la signora: Voglio che voi torniate indietro nel tempo con la memoria. Il giorno in cui siete entrata per la prima volta nell’Orfanotrofio deve esse-re ben impresso nella vostra mente.

sally: Lo è.

la signora: Potete aver dimenticato molte cose che sono accadute da allora, ma dovete ricordare tutto ciò che accadde quel giorno.

sally: Tutto!

la signora: Ricordate un bambino che venne accolto qui proprio quel pri-mo giorno?

sally: Lo ricordo molto bene.

la signora: Quel bambino è ancora vivo?

sally: Vivo e vegeto, grazie a Dio!

la signora: Forse vi siete presa cura di lui quando era in fasce?

sally: No, signora. Il bambino fu portato all’istituto che abbiamo in campa-gna. Io invece rimasi qui a fare il mio apprendistato.

la signora: Anche io ho fatto il mio apprendistato: il bambino fu battezzato in questa cappella prima di essere trasferito in campagna?

sally: Sì, signora. Ero presente alla cerimonia.

la signora: Gli hanno dato certamente un nome. Un nome e un cognome. Quali?

sally: Non chiedetemi questo! Non ci è permesso rivelarli!

la signora: Quello era il mio bambino! Dovete dirmeli! (sally fa per allonta-narsi) Tornate indietro! Tornate indietro! Un giorno vi sposerete. Come è vero che vi augurate di essere una moglie rispettabile – come è vero che vi augurate di essere una madre orgogliosa – come è vero che siete una donna che vive e ama, ditemi quel nome! (Cade in ginocchio).

sally: No, no, signora! State cercando di farmi fare qualcosa di sbagliato!

la signora: Solo il suo nome, Sally! Solo il suo nome!

sally: O Signore! Dovrei dire “No” – e sento che invece sto per dire “Sì”. La-sciatemi andare!

la signora: Il suo nome, Sally! Il suo nome!

Page 271: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

271

sally (comincia a cedere): Promettete?

la signora (si rialza): Qualunque cosa!

sally: Mettete le vostre mani tra le mie. Promettete che non mi chiederete mai altro oltre al nome e al cognome che sono stati dati al bambino?

la signora: Lo prometto!

sally: Walter Wilding.

la signora la abbraccia in silenzio. Le due donne escono di scena una a sinistra e l’altra a destra del palcoscenico. Cambio di scena.

SCENA SECONDA – Il refettorio dell’Orfanotrofio. I bambini sono a tavola per la cena. Scena allegra e gioiosa. Ci sono visitatori, signore con i loro mariti che li osservano. Tra i visitatori c’è anche la signora. Si aggira ad un capo della tavo-lata – che taglia in diagonale il palcoscenico, e scompare alla vista del pubblico – guardando ansiosamente i bambini, uno per uno. sally goldstraw è tra le bambinaie in servizio. la signora è lontana da lei e sally è troppo occupata per notarla. Una coppia di visitatori, marito e moglie, avanza fino al proscenio.

moglie: Mr. Jones, che cosa intendevate fare portandomi qui?

marito: Siete stata voi a voler venire, mia cara.

moglie: Io considero questo luogo un ricettacolo di iniquità. Come osate sostenere che desiderassi visitare un luogo che è un ricettacolo di ini-quità?

marito: Per essere un ricettacolo di iniquità, cara, sembra un ambiente piut-tosto piacevole.

moglie: Quando penso alle storie di questi bambini sventurati, mi sento ar-rossire per quella che è la natura umana.

marito: La natura umana dovrebbe sentirsi molto in obbligo nei vostri con-fronti, cara.

moglie: Un Orfanotrofio è un incoraggiamento al vizio. Un uomo che porti sua moglie in un luogo che incoraggia il vizio ha perso il più comune senso della decenza. Datemi subito il braccio.

Page 272: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

272

marito: Certo, cara.

moglie: Mr. Jones, voi siete pazzo!

marito: Considerando che vi ho sposato, cara, forse fareste meglio a tenere per voi questa personale opinione.

Escono. Viene avanti una seconda coppia.

seconda moglie: Mr. Brown, questo è lo spettacolo più interessante che ab-bia mai visto. Mi piacerebbe tanto baciare ognuno di questi bambini.

secondo marito: Pensate ai nostri figli, mia cara. Loro non sarebbero con-tenti se li sbaciucchiaste mentre cenano.

seconda moglie: Spero proprio che questi poveri piccoli siano felici! È triste pensare che non hanno mai conosciuto l’amore di una madre, né mai si sono arrampicati sulle ginocchia di un padre!

secondo marito: Guardateli, mia cara! I nostri figli non potrebbero gustare una cena migliore di questa.

seconda moglie: Questo sì che è un Istituto di Carità! Questo significa aiuta-re chi ha bisogno di aiuto come dovrebbero fare i cristiani.

secondo marito: Proprio un Istituto di Carità, come dite voi. Ho contato quaranta bambini in questa stanza, mia cara, e ognuno di loro è in carne come il nostro Tom!

Raggiungono gli altri visitatori. Nello spazio lasciato libero sul palcosce-nico si incontrano inaspettatamente sally goldstraw e la signora.

sally: Voi di nuovo qui! Avete già dimenticato che cosa mi avete promesso la scorsa notte?

la signora: Vi ho promesso che non vi avrei mai chiesto di dirmi più di quan-to mi avevate detto. Non vi chiedo di dire un’altra sola parola. Voi potete far sì che il mio debito di gratitudine nei vostri confronti diventi ancora più grande senza parlare. Cara Sally, voi siete così buona e gentile! Mo-stratemi mio figlio!

sally (a parte): O Signore, Signore! Sto per sbagliare ancora!

Page 273: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

273

la signora: Mi si spezza il cuore a vedere tutti questi bambini. Oh, pensare che il mio bambino è qua e che io non lo conosco!

sally: Ssh! Abbassate la voce! Passerò lungo la tavolata: seguitemi con lo sguardo. Il bambino col quale mi fermerò a parlare non sarà il vostro, il bambino che toccherò sarà Walter Wilding.

Passa lungo la tavola. Parla con un bambino, e tocca quello che gli sta vicino poggiandogli la mano sulla spalla e dandogli piccole pacche af-fettuose. Entrambi i piccoli son seduti spalle al pubblico. sally, dopo aver scostato la mano dal bambino, guarda per l’ultima volta intensamente la signora ed esce, seguendo la direzione del tavolo il cui capo è nascosto alla vista del pubblico, dietro la scena. la signora si avvicina al bambino e gli parla.

la signora (si china su di lui): Quanti anni hai?

bambino: Dodici, signora.

la signora: Stai bene? Sei felice?

bambino: Sì, signora.

la signora: Ti piacerebbe poter avere del denaro tuo, una tua vita quando sarai grande?

bambino: Sì, signora.

la signora: Ti piacerebbe avere una casa? Ti piacerebbe trovare tua madre e avere il suo amore?

bambino: Oh sì, signora! Lo vorrei tanto!

la signora lo bacia e si volta per nascondere le lacrime. Proprio in quel momento si sentono tre colpi al capo del tavolo che è nascosto dietro la scena. Una voce dice: “Silenzio, per favore!” Tutti i bambini si alzano in piedi. I signori in visita si tolgono il cappello. Un coro di bambini dietro le quinte canta un inno di ringraziamento dalla melodia semplice. Sulle ultime note il sipario si chiude lentamente. Su di esso compare una scritta a caratteri cubitali, visibile da tutto il pubblico: “DODICI ANNI DOPO”. Dopo un breve intermezzo musicale il sipario si apre nuovamente su una nuova scena. Si suppone che siano trascorsi dodici anni dagli eventi nar-rati.

Page 274: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

274

SCENA TERZA – Il cortile interno nello stabilimento di Cripple Corner della Wilding & Co., mercanti di vino. Su un lato un grande ufficio contabile con una porta aperta. Un ingresso alle cantine attraverso alcuni gradini. In fon-do una grande porta con accanto una porta più piccola. Vari oggetti utili al commercio del vino sparsi all’aperto. Seduti a un tavolino con una bottiglia di vino walter wilding, vestito a lutto, e l’avvocato bintrey.

wilding: Scusate se vi ricevo qui all’aperto, Mr. Bintrey; forse è a causa delle ansie che ho avuto recentemente, forse è questo tempo così caldo, sto soffrendo moltissimo di vertigini e di un fastidioso ronzio alle orecchie.

bintrey: L’aria fresca vi libera la testa e dà pace alle vostre orecchie, non è vero? Proprio così, Mr. Wilding, proprio così!

wilding: Vi piace questo porto invecchiato di quarantacinque anni?

bintrey (schiocca le labbra): Se mi piace? Sono un avvocato. Si è mai sentito di un avvocato a cui non piace il porto? Ottimo vino, signore! Fossi in voi non sarei così generoso nell’offrire un vino così eccellente. Neppure al mio avvocato.

wilding: E ora, Mr. Bintrey, parliamo dei miei affari. Penso che abbiamo si-stemato ogni cosa. Il socio l’ho trovato.

bintrey: Trovato il socio.

wilding: L’inserzione per la governante è stata pubblicata.

bintrey: Pubblicata l’inserzione per la governante: “Presentarsi di persona a Cripple Corner, Great Tower Street, dalle 10 alle 12” oggi.

wilding: Gli affari della mia povera mamma sono tutti sistemati e le pen-denze saldate.

bintrey: Le pendenze saldate. Oltretutto, che cosa curiosa!, senza tasse sul-la parcella. La circostanza professionale più comica con cui abbia mai avuto a che fare. (Si accorge che wilding guarda verso la porta aperta sul cortile e anche lui allora volge lo sguardo in quella direzione) Vedo che avete appeso il ritratto di vostra madre nell’ufficio.

wilding: La mia adorata madre, come ben sapete, mi ha iniziato a questo commercio, Mr. Bintrey. Di lei ho due ritratti, uno lo tengo in camera da letto, l’altro l’ho fatto appendere nel mio ufficio in memoria di tutto ciò che ha fatto per me. Mi sembra ieri che venne all’Orfanotrofio, e mi chie-

Page 275: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

275

se se mi sarebbe piaciuto vivere in una casa tutta mia, con una madre che mi amasse. Da quel momento mi riconobbe, segretamente, come suo figlio. Da quel momento, e non ci separammo più finché la morte me la portò via, sei mesi fa. Tutto ciò che ho – tutto ciò che potrò pos-sedere in futuro – lo devo al suo amore. Spero che il mio amore l’abbia consolata di tutte le sofferenze patite nella prima parte della sua vita. Era stata crudelmente ingannata, Mr. Bintrey, ma non ne parlò mai – non tradì mai il suo traditore!

bintrey: Aveva preso la sua decisione al riguardo, e riuscì a tenerle fede. Cer-to maledettamente meglio di quanto farete voi!

wilding: Non posso più dimostrare quanto la ami e la onori; ma posso di-mostrare che non mi vergogno di lei. Cioè, che non mi vergogno di esse-re stato un trovatello. Io, che non ho mai conosciuto un padre, ora posso essere un padre per tutti coloro che lavorano per me. Aspetterò il mio socio, aspetterò la mia nuova governante perché mi aiutino a mettere in pratica questa decisione. Torneremo ai bei vecchi tempi, quando il pro-prietario di una ditta e gli impiegati e i servi vivevano tutti insieme come una famiglia. Ho detto ai miei che abiteranno qui sotto il mio stesso tet-to, e mangeranno qui alla mia stessa tavola.

Entra in scena joey ladle. Arriva dalla cantina.

joey: Riguardo a questa faccenda del vitto e alloggio uguale per tutti, padron Wilding?

bintrey (rivolto a wilding): Ecco, questo sarebbe uno dei componenti della vostra nuova famiglia. (Indica il grembiule di pelle con pettorina di joey) Certo che il grembiule del ragazzo non ha bisogno di essere lavato e non sta per mettere i buchi!

wilding (rivolto a joey): E allora, Joey?

joey: Io parlo per me, padron Wilding: se mi volete dare vitto e alloggio, fate pure. Posso “beccare” come la maggior parte degli uomini. Dove becco non è una preoccupazione importante per me quanto cosa becco. E il cosa non è una preoccupazione importante come quanto becco.

bintrey: Avreste dovuto fare l’avvocato, Mr. Joey. Dove becchiamo non è una preoccupazione importante per noi come cosa becchiamo, e quanto becchiamo. Vitto e alloggio nel vostro caso e parcelle nel nostro. La natu-

Page 276: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

276

ra umana è la stessa in tutte le professioni, Mr. Wilding. Prendo un altro bicchiere del vostro porto invecchiato.

joey: Vivremo tutti in casa vostra, padron Wilding? Gli altri due cantinieri, i tre facchini, i due garzoni e i tuttofare?

wilding: Sì, Joey, spero che formeremo una famiglia unita.

joey: Ah! Spero che loro possano esserlo.

wilding: Loro? Dite piuttosto noi, Joey.

joey: Non contate su di me perché faccia parte di questo “noi”, padron Wilding. Non contate mai su di me per fare la faccia contenta. È facile, signori, per voi, che il vino siete stati abituati ad assorbirlo attraverso il canale conviviale della gola, fare la faccia contenta. Ma io il vino mi sono abituato ad assorbirlo dai pori – e, in questo modo, ha un effetto deprimente. Una cosa è riempire i bicchieri durante un allegro banchet-to con amici e brindare gridando Hip-Hip Urrà! Un’altra è riempirsi di vino attraverso i pori, come capita a me, in una buia e umida cantina. Sono stato cantiniere per tutta la vita e qual è il risultato? Sono l’uomo più confuso e molinconico del mondo. Fuori dalla cantina, signore, non riesco a dimostrare di essere nient’altro che una macchina per beccare. Ma se volete tenervi un macchinario del genere alle vostre dipendenze siete libero di farlo.

bintrey: Mi dispiace interrompere le elucubrazioni filosofiche di Mastro Joey, ma sono le dieci passate e le governanti staranno per arrivare per accaparrarsi il posto vacante.

wilding: E allora prepariamoci a riceverle. Il mio caro amico George Venda-le, che è anche il nuovo socio, ha avuto da me l’incarico di esaminarle e di scegliere la donna che pensa sia più adatta a me. (bintrey annuisce e fa per uscire) Non restate con noi?

bintrey: Ho un appuntamento in tribunale. Prima di tornare a casa verrò a vedere se ci sono novità. (Esce).

joey: Dunque, avete deciso di prendere come vostro socio il padroncino George Vendale?

wilding: Sì, Joey, il mio vecchio, caro amico George Vendale entra in ditta proprio oggi.

joey: Per carità, padron Wilding, non cambiate nuovamente il nome della

Page 277: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

277

ditta! Ha già portato iella a sufficienza averla chiamata “Wilding & Co.”, e non aver tenuto l’antico “Pebbleson Nephew”. Il vecchio marchio ha sempre avuto tanta fortuna. Non si dovrebbe mai cambiare un nome che ha portato fortuna.

Dalla casa entra george vendale.

vendale: Ho visto le aspiranti al posto di governante, Walter. C’è solo una donna in tutto il gruppo che non è una Gorgone: mi sono piaciuti il suo viso, i suoi modi – Sta venendo qui per presentarsi a te. Si chiama Sally Goldstraw.

wilding: Goldstraw! Sbaglio o ho già sentito questo nome prima d’ora?

vendale: Se è una vecchia conoscenza, tanto meglio (guarda in direzione della casa). Da questa parte, Miss Goldstraw, Mr. Wilding vi sta aspet-tando.

Entra sally goldstraw.

sally (a parte): Wilding!

joey (a parte): Sono d’accordo con il padroncino George. Questa sì che è una donna dentro e fuori!

vendale (a wilding): Vado via, amico mio, perché ho da fare: devo passare al porto e poi tornare a casa perché ho un appuntamento con chi mi deve sistemare luci e gas. A più tardi. Ti saluto. (Il giovane esce attraversando l’ufficio).

wilding (a sally): Buongiorno, signora. Prego, entrate. (A parte) Il suo viso mi è familiare – Dove l’ho già vista?

sally (avanza di qualche passo e si ferma a pensare): Wilding! No, no, non può essere. Che stupida sono, Wilding è un cognome comune.

joey (a wilding): Assumetela, padrone, è difficile trovarne un’altra così su due piedi. (A parte, tornando in cantina). È come se nei miei pori fosse entrato qualcosa di completamente nuovo. (Si volta a guardare ancora sally). Che questa donna abbia portato un raggio di sole ad illuminare questo luogo molinconico? Mi sembra quasi di esserne riscaldato – (Esce di scena e si dirige verso le cantine).

Page 278: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

278

wilding: Prego, vi faccio strada, l’ufficio è da questa parte.

sally (si riscuote): Scusate, signore.

Va verso l’ufficio, ma quando sta per varcarne la soglia, improvvisamente lancia un urlo, fa un passo indietro e si lascia cadere su una panchina nel cortile.

wilding: Cosa c’è? Che cosa vi ha spaventato?

sally: No, no – Niente!

wilding: Niente?

sally: Posso chiedervi – ? Nel vostro ufficio c’è un ritratto, signore –

wilding: È della mia defunta madre. Perché vi ha spaventato in questo modo?

sally (a parte): Sua madre! La donna con la quale parlai dodici anni fa! (Si alza e si rivolge a Wilding) Spero che mi scuserete, signore. Non vorrei farvi perdere tempo. Io – non – credo che questo posto sia adatto a me. (Fa per allontanarsi).

wilding (la ferma): Un momento, c’è qualcosa che non va, che mi sfugge – Il vostro viso mi confonde – e anche il vostro nome mi confonde – Cielo! Ci sono: lavoravate all’Orfanotrofio quando io vivevo lì dodici anni fa!

sally (a parte): Che cosa gli devo dire ora?

wilding: Dunque siete voi la donna che mostrò tanta pietà verso la mia po-vera mamma. Lei spesso mi raccontava come si erano svolti i fatti: una bambinaia le aveva rivelato il mio nome e nel refettorio le aveva indicato chi fossi. Eravate voi!

sally (si lascia cadere di nuovo sulla panchina): Che Dio mi perdoni, signore. Ero io!

wilding: Che Dio vi perdoni? Che significa? Parlate!

sally: Oh, signore, non chiedetemi di parlare! Potreste arrivare a maledire il giorno in cui mi avete fatto entrare a casa vostra.

wilding: Niente può essere peggio della paura che mi fate provare ora.

sally: Ora calmatevi! Se devo parlare, lo farò. Un minuto fa avete detto che la Signora –

Page 279: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

279

wilding (a parte): Chiama mia madre “la Signora”! (A sally) Perché quando parlate di mia madre non vi riferite a lei come mia madre?

sally: Avete detto poc’anzi che vi parlava spesso di come erano andate le cose tra me e lei. Siete calmo abbastanza per ricordare esattamente cosa vi diceva?

wilding: Calmo o no, è impossibile che io possa dimenticare le sue parole. Diceste a mia madre che eravate presente quando arrivai all’Orfanotro-fio e al mio battesimo; sentiste che mi fu dato il nome di Walter Wilding; affermaste poi che ero stato trasferito in un altro istituto in campagna, mentre voi eravate rimasta a Londra.

sally: Proprio così, signore. Era tutto vero allora, signore, e potrei dire che è tutto vero anche adesso. Ma voi non sapete, e a quel tempo neanche io lo sapevo, che cosa era accaduto nel nostro istituto in campagna. Una sconosciuta, una certa Mrs. Miller, si presentò a quell’Orfanotrofio sei mesi dopo che il bambino vi era stato trasferito da Londra. Desiderava adottare uno dei nostri trovatelli e aveva tutti i documenti in regola per farlo. Il bambino che scelse era il piccolo che avevo visto battezzare, il figlio della dama del ritratto.

wilding: Spiegatevi meglio. Vi riferite a me?

sally: Mi riferisco al figlio di quella dama. Voi non siete suo figlio. (wil-ding sobbalza) Foste accolto all’Orfanotrofio solo tre settimane dopo il giorno di cui sto parlando. In quel momento non ero in servizio, o altrimenti non sarebbe mai accaduto. Anche voi foste battezzato a Londra. Non sapevano che nome darvi. Poiché era disponibile il nome del bambino appena adottato, proprio quel nome fu dato anche a voi. Poco dopo anche voi foste trasferito in campagna. All’età di tre anni foste riportato all’Orfanotrofio di Londra. Io ignoravo tutte queste cir-costanze. Quando tornaste da noi con il nome di Walter Wilding, cosa potevo pensare se non che foste il bambino che avevo visto battezzare con quel nome? Come potevo sapere che c’erano stati un primo Walter Wilding, adottato e portato lontano di lì, ed un secondo Walter Wilding al suo posto?

wilding (strabuzza gli occhi): È tutto buio? – Non vedo niente – Datemi la mano. Non so dove sono.

sally (lo sostiene e lo fa sedere sulla panchina dalla quale si è appena alzata): Volete dell’acqua, signore? Chiamo qualcuno che vi aiuti?

Page 280: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

280

wilding: Aspettate, datemi un minuto. (Riprende improvvisamente coraggio) Chi mi dice che la vostra storia sia vera?

sally: Vi avrei raccontato questo, nella mia attuale situazione, se non fosse stato tutto vero?

wilding: Oh, povero me! L’amavo così tanto! Ero così sicuro di essere suo figlio! (Piega la testa. sally si inginocchia accanto a lui e la appoggia sul suo seno).

sally: Ora appoggiatevi a me, signore. Non è la prima volta. Vi ho cullato sul mio seno per farvi addormentare così tante volte quando eravate bam-bino.

wilding: Sally, quella donna è morta fra le mie braccia – è morta benedicen-domi come solo una madre avrebbe potuto benedirmi. Oh, se voi aveste parlato prima – ! Perché non lo avete fatto?

sally: Io stessa ho saputo tutto questo non più di due anni fa. Il lavoro all’Or-fanotrofio era troppo pesante per me, e lo avevo lasciato da tempo per diventare una governante. Soltanto quando andai a salutare un’amica nel nostro istituto in campagna venni a conoscenza di tutta la storia. Come avrei potuto trovare la povera Signora? Come avrei potuto ritro-vare voi? Non è colpa mia, signore. Se non mi aveste costretto, non avrei parlato neppure ora.

wilding (si alza): Che dite? Avreste lasciato che ignorassi la verità? Avreste permesso che usurpassi il posto e godessi della fortuna che appartiene ad un altro uomo? Bisogna trovare quest’uomo! Chi era la sconosciuta che adottò il bambino?

sally: Il suo nome era Mrs. Miller, signore.

wilding: Dove si trova?

sally: Stiamo parlando di ventiquattro anni fa, signore. Tutto ciò che so è che portò il bambino in Svizzera.

wilding: In Svizzera – Quale parte della Svizzera?

sally: Nessuno ne seppe niente all’epoca, signore, e certo nessuno ne è a conoscenza ora.

Entra bintrey.

Page 281: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

281

bintrey: Dunque? Avete assunto la governante? (Nota l’agitazione di wil-ding) Cosa c’è?

wilding (a Sally): Diteglielo voi, io non potrei! (sally e bintrey parlano tra loro. wilding continua tra sé). Mi ha lasciato una fortuna, tutto ciò che io ora possiedo, nella ferma convinzione che fossi suo figlio. Ma io non sono suo figlio. Senza saperlo ho preso il posto di un altro uomo e ne ho usurpato l’eredità. (Rivolto all’avvocato) Quest’uomo deve essere asso-lutamente trovato, Mr. Bintrey!

bintrey (accompagna sally verso la casa): Aspettate un attimo in casa e la-sciate che io gli parli. (sally entra nella casa. bintrey torna indietro e si rivolge a wilding) È una faccenda molto delicata, Mr. Wilding. Mi sem-bra però che Sally Goldstraw non abbia alcuna colpa.

wilding: Colpa? È una donna buona e gentile e potrà rimanere qui, al mio servizio. Non è questo il problema. Piuttosto, avvocato, il vero Walter Wilding deve essere assolutamente trovato!

bintrey: Dopo ventiquattro lunghi anni? Non è facile, non è facile per niente.

wilding: Vi dico che suo figlio deve essere trovato. Potrebbe volerci del tem-po, potrei anche morire prima di riuscirci – Un momento! Devo fare te-stamento. Stanotte, prima di andare a dormire. Un testamento che lasci tutto a lui!

bintrey: Piano! Piano!

Compare george vendale proveniente dalla casa.

wilding: Oh, George, arrivi in un momento terribile! Sapessi che cosa è suc-cesso!

vendale: Mio caro Walter, me lo ha già detto quella donna, me lo ha detto mentre tornavo dal porto, e mi ha pregato, vista la nostra profonda ami-cizia, di venirti a confortare.

wilding: Aiutami, George! Stammi vicino. Sono determinato a trovare quell’uomo, a restituirgli tutto ciò che gli appartiene – per il bene di quel-la donna e per l’amore che porto alla sua memoria.

bintrey: Come lo troviamo quest’uomo, Mr. Vendale? Se mettessimo un an-

Page 282: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

282

nuncio, ogni mascalzone del Regno si sentirebbe autorizzato a presen-tarsi per reclamare l’eredità. Assumendo il punto di vista del nostro ami-co, che io oltretutto non condivido – questa restituzione è impossibile. Mettetela come volete, Mr. Wilding, questo è un vicolo cieco!

wilding (con foga): L’eredità deve essere restituita! E lo sarà! Ho preso quello che apparteneva ad un altro uomo. Io sono un impostore!

vendale: Mio caro amico, ciò che dici è semplicemente assurdo. Nessun uomo può essere un impostore senza che abbia consentito all’impostu-ra. Certamente tu non vi avevi consentito. Quanto al bene e ai vantaggi che hai ricevuto dalla donna che credevi tua madre, sono derivati dal profondo affetto che vi legava, dal vero amore che lei aveva per te e tu per lei. Un errore per il quale nessuno dei due è stato responsabile non può cambiare tutto questo.

bintrey: Del resto, quell’uomo potrebbe essere morto.

wilding: Deve essere vivo! Sappiamo che il bambino fu portato in Svizzera: questo è l’indizio da seguire. Se nessuno mi vuole aiutare, andrò in Sviz-zera da solo!

vendale: Su – via! Sai bene che ti aiuteremo per qualunque cosa tu abbia a cuore. Ora calmati, Walter, torneremo su questo triste argomento più tardi.

Entra joey.

joey (a wilding): Un signore arrivato in carrozza è davanti alla porta. Desi-dera parlare con voi.

wilding: Chi è?

joey: Uno sconosciuto, signore. Questi sono il suo biglietto da visita ed una lettera di accompagnamento. (joey si allontana e aspetta in disparte).

wilding (a vendale): Occupatene tu! Io non sono in grado di ricevere nes-suno.

Porge il biglietto e la lettera a vendale.

vendale (sobbalza nel leggere il biglietto da visita): Mr. Obenreizer!

Page 283: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

283

bintrey (sbircia il biglietto da visita sopra la spalla di vendale): Dalla Sviz-zera.

wilding: Svizzera? Chiunque sia ci voglio parlare.

bintrey: Avete cambiato idea molto in fretta.

wilding: L’unica traccia dell’uomo che stiamo cercando è in Svizzera. Anche questo sconosciuto ci potrebbe aiutare.

vendale (dopo aver letto la lettera): Mr. Obenreizer non è uno sconosciuto. È una mia vecchia conoscenza che risale a quando viaggiavo all’estero. Questa lettera di presentazione viene dai nostri soci in affari, i mercanti di vino di Neuchâtel, Defresnier & Company: è un rappresentante della loro ditta. Poiché egli ha intenzione di stabilirsi in Inghilterra, lo racco-mandano caldamente all’amichevole considerazione della Wilding & Co.

wilding: Che genere di uomo è? Come mai non me ne hai mai parlato?

bintrey (a parte): Mr. Vendale sembra confuso. Inizia male –

vendale (a wilding): Ho avuto le mie buone ragioni, Walter. La prima volta che io e Mr. Obenreizer ci incontrammo all’estero c’era un’altra persona con lui. Per dirla tutta c’era una giovane donna –

wilding: Sua figlia?

vendale: No, lui non è più vecchio di me e di te.

wilding: Non è più vecchio di me?

vendale: No. La giovane donna era la sua pupilla, e –

bintrey: E voi vi siete innamorato di lei. Scusate la mia deformazione profes-sionale che mi spinge ad aiutare i testimoni reticenti.

vendale: Non sono affatto un testimone reticente su questa faccenda. Ero innamorato di lei allora, sono innamorato di lei ora, sarò innamorato di lei fino alla fine dei miei giorni. Sono stato abbastanza chiaro, Mr. Bin-trey?

bintrey: Non saprei, Mr. Vendale. Non sono professionalmente addentro alla materia.

wilding: Non capisco perché hai tenuto la bocca chiusa per tutto questo tempo su un fatto così importante, George.

Page 284: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

284

vendale: Il fatto è che all’epoca ero molto giovane e molto ansioso di fare una buona impressione sulla ragazza. Mi lasciai andare ad ingigantire la posizione della mia famiglia e di conseguenza la mia. Fui molto stupido. Ebbi abbastanza buon senso da vergognarmene fin da allora e l’arrivo di Mr. Obenreizer mi fa doppiamente vergognare.

wilding: Avresti difficoltà ad incontrarlo?

vendale: Certo che no! Dovremo avere rapporti di lavoro con lui, è bene che stabiliamo un contatto. Anzi, prima sarà meglio sarà.

wilding (a joey): Fate entrare Mr. Obenreizer.

joey apre la porta d’ingresso e su essa compare obenreizer. joey esce.

obenreizer (avanza): Mr. Walter Wilding?

wilding: Questo è il mio nome. Piacere di conoscervi, signore. Arrivate con un’eccellente presentazione, sono contento di incontrarvi. (Gli presenta bintrey) Il mio amico e mio avvocato, Mr. Bintrey.

obenreizer: Molto, molto lieto di fare la conoscenza di Mr. Bintrey.

bintrey (a parte): Troppo cerimonioso per i miei gusti! Non mi piace.

obenreizer (nota vendale) Ah! C’è anche il mio compagno di viaggio, Mr. Vendale! Come state? Sono così felice di vedervi! (Afferra vendale per i gomiti, come per abbracciarlo).

vendale: Non vi aspettavate proprio di trovarmi qui come socio di questa ditta, non è vero?

obenreizer: Al contrario! Ho saputo che eravate in società con Mr. Wilding mentre ero ancora a Neuchâtel. D’altra parte, cosa vi dicevo sempre quando viaggiavamo insieme sulle montagne della Svizzera? Le consi-deriamo enormi, ma il mondo è così piccolo! Così piccolo che non si riesce a liberarsi delle persone – non che qualcuno possa desiderare di liberarsi di voi! Per l’amor di Dio, no! Ma ditemi come state – Bene? Sono così felice di vedervi! (Afferra ancora vendale per i gomiti).

bintrey (a parte): Ha un modo piuttosto selvaggio di dimostrare la sua feli-cità!

wilding (sente di sfuggita le parole di bintrey): Cosa dite?

Page 285: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

285

bintrey: Dicevo che sono incantato dalle manifestazioni di gioia di Mr. Obenreizer. Tutto qui.

obenreizer (sempre rivolto a vendale): Non avete disdegnato di mettervi nel commercio, voi, che discendete da una famiglia così distinta, diventare un mercante di vino! Un momento – quello del vino è un commercio o una professione in Inghilterra? O rientra fra le belle arti?

vendale: Mr. Obenreizer, l’ultima volta che ci siamo visti ero appena diven-tato maggiorenne, ero giovane e sciocco. E avevo appena ereditato la for-tuna lasciatami dai miei genitori prima ancora della loro morte. Ora ho qualche anno di più e ho superato la vanità giovanile di allora.

obenreizer: La vostra vanità? Bah! Vi giudicate troppo severamente – vi giu-dicate come se foste il giudice di voi stesso in un tribunale! Mi piace la vostra condiscendenza, signore, nobilita il commercio. Il lato negativo del commercio è la sua volgarità. Qualunque persona di rango basso, io per esempio, che sono solo un povero contadino, può intraprendere un’attività commerciale e fare strada. Sì, caro Mr. Wilding! Proprio così, caro Mr. Bintrey! Come voi Inglesi possiedo la virtù della franchezza. Ri-conosco di essere un uomo di umili origini – in realtà, per quel che ne so, di origini del tutto oscure!

wilding (a bintrey): Avete sentito?

bintrey (a wilding): Sono sordo, per principio, a tutte le stupidaggini!

vendale: Posso chiedervi notizie della vostra pupilla? Mademoiselle Mar-guerite sta bene?

obenreizer (cambia improvvisamente atteggiamento e incomincia a parla-re con intensità e serietà): Sono felice di rispondervi che Mademoiselle Marguerite sta molto bene, signore.

bintrey: Mr. Obenreizer, siete piuttosto giovane per essere il tutore di una signorina.

obenreizer (con lo stesso tono di prima): Giovane d’età, Mr. Bintrey, vecchio per discrezione ed esperienza. Occuparmi della fanciulla, proteggerla, è l’onore e la gioia della mia vita. Suo padre era un contadino come me. Mi è stato vicino negli anni dell’infanzia, mi ha visto migliorare la mia posi-zione onestamente, un po’ per volta, sempre di più, esattamente come lui. È morto sopravvivendo lui solo a tutti i suoi amici di un tempo. È morto sapendo di poter riporre in me tutta la sua fiducia. Ho ricevuto da

Page 286: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

286

lui un compito che non ha prezzo, quello di badare a sua figlia. Su mia precisa richiesta la ragazza erediterà al compimento della maggiore età la piccola fortuna del padre, sulla quale io non ho alcun diritto. Ho solo accettato di disporre di una piccola rendita annuale con questo intendi-mento: vivrò e morirò fedele alla promessa fatta, che per me è sacra! (Ri-prende l’atteggiamento che aveva mostrato in precedenza) Mr. Wilding, vi si chiede di avere piena fiducia in me come commerciante. Voglio che sappiate che non sono certo delle mie origini, non sono neppure sicuro che quelli che dicevano di essere i miei genitori lo fossero per davvero. Una cosa però so con assoluta certezza: ho il dovere di essere chiaro e trasparente, e di essere del tutto leale. Se così non fossi, il mio caro amico non avrebbe mai messo nelle mie mani di contadino la vita di sua figlia!

wilding (a parte, rivolto a bintrey): Ha pressappoco la mia età, non è sicuro delle sue origini, non sa per certo chi fossero i suoi genitori. Avete senti-to? Lo ha detto ancora.

bintrey (a wilding): E io non ho sentito neppure ora!

vendale (a obenreizer): Mademoiselle Marguerite si trova in Svizzera?

obenreizer (in tono grave): No, Mademoiselle Marguerite è qui con una sua affezionata parente, Madame Dor.

wilding: Volete forse dire che sono qui fuori in carrozza che aspettano? (obenreizer annuisce) Pregatele di unirsi subito a noi! Mi sconvolge il pensiero che delle signore stiano ad aspettare alla mia porta. Andrò a prenderle io stesso e le accompagnerò in casa!

obenreizer: Ma assolutamente no! (Esce).

vendale (a parte): La rivedrò! Oh, se solo potesse ricordarsi di me come io mi ricordo di lei!

wilding (parla con fervore a bintrey): Devo chiedergli di parlarmi di quando era bambino. Sembra un segno del destino che quest’uomo sia arrivato qui oggi!

bintrey: Mr. Wilding, quando Mr. Obenreizer tornerà, fareste, per cortesia, qualcosa per me?

wilding: Certamente! Che cosa volete che faccia?

bintrey: Se siete disposto ad impegnarvi in qualcosa di molto difficile, tene-te la bocca chiusa!

Page 287: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

287

Entra obenreizer, il quale fa entrare marguerite, seguita da madame dor. Questa ha in mano un guanto sporco, che cerca di pulire strofinan-dolo con un pezzo di caucciù. Sia che stia in piedi o seduta la donna volge sempre la schiena alle persone che le stanno intorno.

obenreizer (a wilding e bintrey, presentando marguerite): La mia pupilla, Mademoiselle Marguerite! (wilding e bintrey fanno un inchino. mar-guerite nota vendale, tradisce il suo piacere nel rivederlo, quindi lan-cia un’occhiata ad obenreizer e immediatamente cerca di contenere la sua emozione. Parla a parte con vendale, mentre obenreizer presenta in tono faceto madame dor) Questa è Madame Dor, signori, l’angelo custo-de dei miei guanti e dei miei calzini! (madame dor accenna un inchino prima verso wilding, poi verso bintrey, quindi si lascia pesantemente ca-dere su una poltrona, e continua a pulire il guanto volgendo la schiena a tutti i presenti. obenreizer va avanti a parlare). Voi Inglesi adorate la vita domestica perfino nei suoi dettagli, Mr. Wilding! Vi insistete continua-mente nei vostri libri; non comprereste quadri che riproducessero altro. Osservate (indica madame dor) la donna più casalinga che ci sia! Oggi pulisce i miei guanti, domani rammenderà i miei calzini, il giorno dopo ancora lavorerà grasso e farina con la forza delle sue braccia per fare il mio pudding, il mio buon, pesante, indigeribile pudding inglese! Siete pieni di ammirazione, lo vedo, per la sua schiena bella larga. Ebbene, la sua schiena non è niente in confronto al suo cuore!

vendale (a marguerite): Avete mai più ripensato ai giorni felici trascorsi in Svizzera?

marguerite: Infinite volte, Mr. Vendale. Ricordate i nostri laghi e le monta-gne?

vendale (con un sospiro): Io ricordo solo voi! (marguerite volge il viso, con-fusa).

obenreizer (teneramente, a marguerite): Temo che il viaggio vi abbia affa-ticato e che tutti questi volti sconosciuti vi confondano. (marguerite fa segno di no) No? Ah, siete troppo dolce per permettere che mi preoccupi per voi! Non ammettereste mai qualcosa che potesse darmi la benché minima pena! (La giovane va verso wilding e bintrey. L’avvocato parla con lei da una parte. obenreizer si rivolge di colpo a vendale) Ah, Mr. Vendale, ho intenzione di mettere su casa in Inghilterra per questa me-ravigliosa creatura, una casa che sia degna di lei! Non so ancora come

Page 288: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

288

farò ad ottenere il denaro necessario, ma comunque me lo procurerò! La mia pupilla deve avere raso, seta, merletti, fiori – ogni cosa! Il vostro sano buon senso inglese apprezza un uomo che sacrifica tutto perché ha un’unica idea nella testa? Oserei dire di no! Qui in Inghilterra venite allevati così bene; siete così prosperi e ricchi! Io invece sono cresciuto in una stalla in mezzo alle mucche! Non avevo scarpe ed ero costretto a chiedere l’elemosina per la strada! Mentre i vostri genitori vi dicevano con dolcezza: “Tesoro, dammi un bacio!”, i miei genitori, sempre che lo fossero davvero, mi urlavano: “Piccolo farabutto, assaggia il mio basto-ne!” (wilding fa per rivolgersi ad obenreizer. bintrey lo trattiene) Bah! L’ambiente in cui ho vissuto la mia infanzia era davvero sordido. Vorrei poter dimenticare la Svizzera!

marguerite: Io invece amo la Svizzera.

obenreizer (si rivolge ansiosamente a marguerite): Allora la amo anch’io! Spero di non aver detto niente che vi sia dispiaciuto – solo una frase un po’ infelice, mia cara. Ricordatevi che siamo nella fiera e nobile Inghil-terra!

marguerite: Io sono fiera di parlare con onestà. Non mi vergogno del mio Paese, né di essere la figlia di un contadino.

vendale: Comprendo i vostri sentimenti e vi ammiro.

obenreizer (a marguerite, dopo aver guardato l’orologio): Sono sicuro che siete affaticata! Sono sicuro che avete bisogno di calma e riposo! En rou-te, mia cara Marguerite! En route, Madame Dor! Mr. Wilding, mi ha fatto tanto piacere presentarmi a voi.

wilding: Mr. Obenreizer –

bintrey (dietro wilding): State zitto!

obenreizer (in tono gioioso a wilding): Tra di noi ci deve essere una solida amicizia – dobbiamo fare affari insieme, e dobbiamo scambiarci delle visite quando avrò una casa mia. Sono impaziente di assaggiare il vostro pudding inglese! Adoro il vostro glorioso grog! (Si volta e aiuta madame dor ad alzarsi. bintrey continua a zittire wilding).

vendale (a marguerite): Quando ci rivedremo?

marguerite: Dipende da Mr. Obenreizer – (raggiunge obenreizer).

obenreizer: Per ora, signori, adieu! Mr. Wilding, avrete mie notizie domani.

Page 289: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

289

(Dà il braccio a marguerite) Ora, mia cara, partiamo alla ricerca della nostra casa in questa grande città! Troverò per voi la casa più bella che ci sia in tutta Londra! (Esce con marguerite, di fianco li segue madame dor, mentre continua a pulire il guanto. Contemporaneamente, vendale e bintrey ai due lati del palco e wilding al centro parlano a turno, ognu-no tra sé).

vendale: È il tutore più premuroso che esista!

bintrey: È il mascalzone più grande che ci sia!

wilding: Potrebbe essere colui che sto cercando!

Atto II

SCENA PRIMA – Il salotto di casa obenreizer. La stanza è sontuosamente arredata. Su un lato del palcoscenico, marguerite, vestita con eleganza, è in piedi alla finestra e guarda fuori. Sull’altro lato, obenreizer è impegnato a impilare monete e a contare banconote su una scrivania. Nel centro, sul fondo del palcoscenico, con la schiena rivolta verso il pubblico, è seduta madame dor, che pulisce un guanto. Si suppone che dal Primo Atto sia trascorso un intervallo di tre mesi.

marguerite (tra sé): Mr. Vendale sa che oggi è il mio compleanno, ma non è ancora venuto da me! (Continua a guardare fuori dalla finestra).

obenreizer (conta il denaro): Cento, duecento, quattrocento, quattrocento-cinquanta. Ci vogliono ancora cinquanta sterline per raggiungere quota cinquecento, la somma che devo restituire, o sono un uomo perso! O lus-so, fonte di rovina! O falsa ostentazione di prosperità e ricchezza! Mar-guerite non saprà mai quanto mi è costato lo splendore in cui vive. Da tre mesi siamo in Inghilterra. L’avrò impressionata con tutto ciò che ho fatto in questo periodo? Devo necessariamente aver suscitato in lei un minimo di ammirazione! Abbiamo maggiore confidenza ora, e ultima-mente ha avuto nei miei confronti un atteggiamento quasi affettuoso. È evidente che pensa di meno a quel – Vendale!

marguerite (alla finestra): Nessuna traccia di Mr. Vendale! Eppure ero così sicura che sarebbe venuto da me il giorno del mio compleanno!

Page 290: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

290

obenreizer (continua a contare il denaro): Vendale sa che è il suo comple-anno. Se le porterà un regalo, sarà certamente il più prezioso che la sua ricchezza gli permetterà! E io cosa le regalerò? Solo i suoi amati fiori, niente di più! – Non dubito che l’eloquenza dei fiori parlerà per me. Se solo osassi utilizzare questo denaro, lo so io chi farebbe il regalo di com-pleanno più ricco! Ho ancora un mese – non dovrò restituire queste cin-quecento sterline prima di un mese. Azzardarsi a correre il rischio? È una follia pensarlo! Ogni centesimo che posso risparmiare deve contribuire a raggiungere la somma mancante. Se si scoprisse l’ammanco divente-rei un criminale, sarei rovinato per tutta la vita. Metterò il denaro sotto chiave – sotto gli occhi è una tentazione. Vendale? Bah! È sommerso dagli affari – si dimenticherà del suo compleanno. (Mette il denaro in un cas-setto).

marguerite (gioiosamente): Ah! Non ho sperato invano nel suo arrivo. È lì per strada. (Si gira verso obenreizer) Sta arrivando Mr. Vendale!

obenreizer (si ferma, prima di chiudere il cassetto): Si è ricordato del com-pleanno! Accada quel che accada, Vendale non dovrà aver la meglio su di me! (Si sente bussare alla porta) Avanti!

Entra vendale, ha in mano l’astuccio di un gioielliere. Si inchina a oben-reizer e va subito verso marguerite.

vendale (a marguerite): Posso farvi i miei migliori auguri e le mie felicita-zioni? Mi onorerete accettando un modesto omaggio in ricordo di que-sto giorno felice? (marguerite, esitando, accoglie il regalo).

obenreizer: Un modesto omaggio! Oh, Mr. Vendale! Con quanta umiltà par-la la ricchezza, quando parla in Inghilterra!

marguerite (a vendale): Siete stato molto gentile, vi sono molto grata, Mr. Vendale. (A parte) Un dono senza pretese è l’unico che posso accettare da lui, mi auguro che ci abbia pensato.

vendale (a marguerite): Non aprite l’astuccio? Mi farete il privilegio di guar-dare che cosa contiene?

obenreizer (a parte): Non posso sopportare tutto questo più a lungo! (Tira fuori i soldi dal cassetto) Il dado è tratto. (A marguerite) Scusatemi un momento, mia cara. Mr. Vendale mi ha ricordato che non ho ancora ac-quistato il vostro regalo! (Esce, si ferma un momento a parlare con ma-

Page 291: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

291

dame dor e con un gesto le comunica che non desidera che i due giovani vengano lasciati soli durante la sua assenza).

marguerite (apre l’astuccio e ne trae una semplice catena d’oro con un me-daglione): Oh, Mr. Vendale! Avete proprio indovinato i miei gusti! È un regalo che avrei potuto ricevere anche da una persona del mio stesso rango sociale!

vendale: La mia piccola offerta è perdonata oltre che accettata?

marguerite: Più che perdonata! Confesso che mi avete compiaciuta e lu-singata. (Mette il medaglione nella scollatura del suo vestito, e si siede sul divano).

vendale (guarda verso madame dor): Madame Dor! Non c’è modo di far uscire dalla stanza questa specie di armadio? – Ma che rimanga pure! La sua testa ciondola – il lavoro le cade sulle ginocchia. Che gran donna! Per fortuna è nata stanca – grazie a Dio si è addormentata!

marguerite (vede madame dor e si alza per svegliarla): Madame Dor!

vendale (prende la mano di marguerite e la fa sedere sul divano): No, non disturbatela! Ho aspettato fino ad ora per confessarvi un segreto, che nessun altro all’infuori di noi deve sentire. Permettete che parli adesso!

Si siede sul divano vicino alla ragazza. Lei prende il ricamo, e tenta di nascondere l’imbarazzo fingendo di continuare il lavoro.

marguerite (con tono civettuolo): Che diritto ho, Mr. Vendale, di conoscere i vostri segreti?

vendale: Non potrò mai dirvelo, se continuate a guardare il vostro ricamo. (marguerite timidamente alza lo sguardo verso di lui) Abbiamo spes-so parlato di quei giorni stupendi trascorsi in Svizzera, quando eravamo compagni di viaggio. Vi ho più volte raccontato le sensazioni che ho por-tato con me in Inghilterra. Ma vi è una sensazione, che non vi ho ancora svelato. Siete in grado di indovinare di che cosa si tratti?

marguerite: Non sono brava ad indovinare, Mr. Vendale. Era forse una sen-sazione suscitata dalle montagne?

vendale: No, una sensazione molto più preziosa.

marguerite: Una sensazione lasciata dai laghi?

Page 292: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

292

vendale: No. Non sono i laghi che in questo momento mi rendono felice e mi riempiono di speranza nel futuro. Marguerite! Tutto ciò che rende la mia vita degna di essere vissuta, dipende da una parola pronunciata dalle vostre labbra. Marguerite, io vi amo!

marguerite (in tono triste): Oh, Mr. Vendale, sarebbe stato più gentile se ave-ste mantenuto nascosto il vostro segreto! Avete dimenticato la distanza che c’è tra noi? Non potrà mai, mai accadere!

vendale: Tra noi ci può essere una sola distanza, quella voluta da voi. Amore mio! Nessuna vi è superiore per dolcezza e bellezza! Suvvia! Sussurrate quella parolina! Ditemi che sarete mia moglie!

marguerite: Pensate alla vostra famiglia e pensate alla mia!

vendale (la fa avvicinare a sé): Se vi fermate davanti a quell’ostacolo, non mi lasciate che un pensiero, quello di avervi offesa.

marguerite (si volta verso di lui con aria innocente): Oh, no! (Si ferma, con-fusa, e tenta di svincolarsi) Non volevo dire questo! – Non so neanche io cosa volevo dire! Lasciatemi andare, Mr. Vendale!

vendale (la bacia): Chiamami George!

marguerite (dolcemente): George!

vendale: Dimmi che mi ami!

marguerite (gli dà un timido bacio sulla guancia): Ti amo!

Una pausa. Si sentono dei passi all’esterno.

marguerite (balza in piedi): Lasciami! Sta rientrando!

madame dor si sveglia di soprassalto. Lascia cadere moltissimi vecchi guanti, che le scivolano dal grembo. vendale si affretta verso il fondo del palcoscenico per raccoglierli. marguerite sta in piedi e guarda verso la porta, incerta se andar via o rimanere. Appare obenreizer, con aria gio-iosa e trionfante. Regge in mano un astuccio di gioielleria ed è seguito da due uomini che, su suo ordine, sistemano vasi colmi di fiori rari in diversi punti della stanza.

obenreizer (a marguerite): Ammirate, mia cara, i fiori e ditemi se ho di-menticato solo uno dei vostri preferiti!

Page 293: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

293

marguerite (confusa): Siete troppo gentile! Come posso ringraziarvi? (Ner-vosamente toglie dal vestito il medaglione di vendale).

obenreizer: Ma il mio regalo di compleanno non è tutto qui! I fiori vi hanno resa felice, ma appassiranno col tempo. Ho un altro dono, migliore, che vi farà sempre ricordare di me. Marguerite! Non ho ereditato alcun bene dai miei genitori. Tutto quello che possiedo è frutto del mio lavoro, e le poche cose che ho le offro tutte a voi. (Le consegna l’astuccio) Indossate questo, mia cara, e rendetelo più bello di quello che è!

marguerite (apre l’astuccio e tira fuori una collana di diamanti): Oh! Come avete potuto comprarla? Come può una ragazza come me indossare gio-ielli così preziosi? Non vorrei che vi offendeste, ma avrei preferito che mi aveste regalato solo i fiori! (Ha pronunciato tali parole timidamente e con imbarazzo, sentendo lo sguardo di obenreizer fisso e ansioso su di lei. Lascia la collana sul tavolo, si sistema meccanicamente attorno al collo il medaglione di vendale; improvvisamente comprende l’effetto che il suo comportamento ha determinato nell’animo di obenreizer, sussulta, gira bruscamente lo sguardo verso madame dor) Si sta facendo tardi! Venite, Madame Dor, e aiutatemi a vestirmi per la cena.

Abbandona rapidamente la scena portando con sé madame dor. vendale rimane in fondo alla scena e la segue con lo sguardo.

obenreizer: Il medaglione che lui le ha dato attorno al collo, e la mia collana abbandonata sul tavolo! Ho rischiato di andare incontro all’orrore di es-sere scoperto – ho sacrificato il mio onore – ho messo il mio intero futuro in pericolo per guadagnarmi il suo amore e questa è la mia ricompensa! (Afferra i diamanti, e li getta lontano colto da un accesso d’ira) Siano ma-ledetti il vostro luccichio e la vostra bellezza! Mi avete rovinato per la vita! (Subito dopo vendale si avvicina cordiale con entrambe le mani tese).

vendale: Mio caro amico, vi devo parlare! (A obenreizer scappano un grido soffocato di rabbia e un gesto minaccioso. Riprende subito il controllo di se stesso, e senza prendere le mani tese del giovane, va verso una sedia. vendale continua) Che c’è? È successo qualcosa che vi ha dato fastidio?

obenreizer: Ho i nervi a pezzi. Non sono del tutto in me oggi. Non fateci caso! Volete parlarmi? Prendete una sedia. Suppongo che si tratti di af-fari.

Page 294: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

294

vendale (si siede, con aria sorpresa): Affari? No, qualcosa di molto più inte-ressante degli affari. Sono preoccupato che non stiate sufficientemente bene per – ?

obenreizer (si siede): Sto abbastanza bene. Di cosa si tratta?

vendale: Mr. Obenreizer, dovete sicuramente aver notato che ormai da tem-po non provo solo ammirazione per la vostra affascinante pupilla.

obenreizer: No, non l’ho notato.

vendale: Quella che era solo ammirazione è cresciuta e si è trasformata in un sentimento più tenero e profondo –

obenreizer: Amicizia, Mr. Vendale.

vendale: Amore, Mr. Obenreizer! (L’uomo si alza in piedi. vendale continua) Mi sembra di avervi colto di sorpresa –

obenreizer (sbotta): Voi – ! (Si trattiene con un grande sforzo, e si rimette a sedere) Voi mi lasciate di stucco!

vendale: Devo aspettare finché non vi sarete ripreso?

obenreizer: No!

vendale: Volete che vada avanti?

obenreizer: Sì!

vendale: Voi siete il tutore di Mademoiselle Marguerite. Vi chiedo di accordarmi il più grande di tutti i privilegi. Vi domando di concedermi la sua mano.

obenreizer (sbotta): Voi mi chiedete – ! (Si controlla).

vendale: Perdonatemi – Non ho sentito –.

obenreizer: Una parola, signore. Non avrete rivelato questo vostro senti-mento alla signorina?

vendale: Le ho aperto tutto il mio cuore.

obenreizer (furioso): Mr. Vendale – ! (Si controlla ancora) Mr. Vendale, che tipo di comportamento è questo? Parlando da uomo d’onore a uomo d’onore, come lo potete giustificare?

vendale: I costumi del mio e del vostro Paese sono differenti. Perché avete reagito in questo strano modo alla mia proposta? Quale impedimento vedete alla mia richiesta?

Page 295: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

295

obenreizer: Vedo un gravissimo impedimento. La mia pupilla è figlia di un contadino, voi il figlio di un gentiluomo. In questo Paese un tale matri-monio, quello che voi proponete, è un oltraggio per la società.

vendale: Mr. Obenreizer, pretendo di conoscere il mio Paese meglio di voi. Nella stima di quelle persone la cui opinione è degna di considerazione, mia moglie stessa rappresenterebbe la sola giustificazione al matrimo-nio. Col mio amore so che si guadagnerà anche il rispetto di tutti i miei amici. Non sono così ricco come credete, ma sono in grado di offrire alla mia sposa una casa e una posizione che siano degne di lei. Il mio reddito attuale è di millecinquecento sterline, e ci sono buone probabilità che aumenti. Vi opponete per motivi economici?

obenreizer: Sì!

vendale (con stupore): Perché?

obenreizer: Perché voi non siete abbastanza ricco.

vendale: Vi ho appena detto che ho un reddito di millecinquecento sterline l’anno!

obenreizer: Abbastanza, direi, per una moglie inglese del vostro stesso ran-go, ma è solo la metà di ciò che serve per una moglie straniera, che deve vincere tutti i vostri pregiudizi sociali. Rispondete a questa domanda. Con le vostre millecinquecento sterline l’anno, potreste assicurare a vo-stra moglie una casa in un quartiere elegante, un maggiordomo che le apra la porta, un cameriere per servire a tavola, una carrozza e dei cavalli per spostarsi? Sì o no?

vendale: No!

obenreizer: Un’ultima domanda, e ho finito. Considerate tutte le vostre bel-lissime e raffinate concittadine. È vero o non è vero che colei che pos-sedesse una casa in un quartiere elegante, un maggiordomo che le apra la porta, un cameriere per servire a tavola, una carrozza e dei cavalli per spostarsi guadagnerebbe ai loro occhi almeno quattro punti?

vendale (a parte): Si è tradito alla fine. La questione economica sta alla base di tutto. (Si rivolge a obenreizer) Queste sono le vostre condizioni?

obenreizer: Sì. Condizioni fuori dalla vostra portata.

vendale: A quanto dite, non potreste offrire una valida obbiezione alla mia proposta se riuscissi a raggiungere tremila sterline all’anno. Continuere-

Page 296: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

296

mo la nostra discussione su questa faccenda, ma prima vorrei che cono-sceste i desideri di Mademoiselle Marguerite.

obenreizer: Cosa ha a che fare lei con questa discussione?

vendale: Nutre lo stesso mio interesse in questa faccenda.

obenreizer: Che cosa intendete dire?

vendale: Le sue stesse labbra mi hanno assicurato il suo amore.

obenreizer (agita furiosamente la campanella sul tavolo): Lo vedremo! (En-tra una domestica) Mademoiselle Marguerite! (La domestica esce. Entra marguerite. Il tutore la guarda mentre avanza lentamente verso di lui) Sta riprendendo colorito. Come è bella!

marguerite (a obenreizer): Desiderate dirmi qualcosa?

obenreizer: Sì, mia cara. Vi devo parlare, su richiesta di questo gentiluomo. Mr. Vendale sostiene – (la sua voce trema; si volta bruscamente).

marguerite: Sembrate esausto e preoccupato. Non state bene? Mi dispiace tanto!

obenreizer (con voce rotta dall’emozione): Ha pietà di me! Quest’angelo ab-bassa su di me il suo sguardo e ha pietà di me!

marguerite (con aria innocente): Ho forse detto qualcosa che vi ha afflitto?

obenreizer (amareggiato): Avete girato il coltello nella piaga, tutto qui! – No! No! No! Non volevo dire questo – Non volevo dire niente! Stiamo dimenti-cando Mr. Vendale. Marguerite! Lui ha detto – (lotta con se stesso) – ha af-fermato che voi lo amate. (marguerite abbassa il capo) Non è così, vero?

marguerite (a voce bassa, ma molto decisa): Sì, lo è!

obenreizer (a parte, in un sussurro): Dannazione!

marguerite (lo guarda preoccupata): Come sembra strano!

vendale (a obenreizer): Siete soddisfatto ora?

obenreizer: Aspettate un attimo!

marguerite (guarda il tutore): Mi fa paura!

obenreizer (a marguerite): Un’ultima parola, un’ultima piccola parola tra me e voi, mia cara. Voi sapete che io solo, in qualità di vostro tutore, ho autorità su di voi?

Page 297: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

297

marguerite (teme uno scontro tra i due uomini): Sì.

obenreizer: Se Mr. Vendale dovesse mai sposarvi, sarebbe necessario il mio consenso?

marguerite: Sì.

obenreizer: Avete promesso che in questa questione vi sareste lasciata gui-dare dalla mia considerazione del vostro benessere e dalla mia maggiore esperienza.

marguerite: Sì.

obenreizer: Se vi dico di aspettare, a prescindere da ciò che possa dire Mr. Vendale, aspetterete fin quando ve lo dirò? (vendale tenta di intromet-tersi. marguerite, terrorizzata da quanto potrebbe accadere, con un gesto gli impone il silenzio. obenreizer rafforza la domanda) Aspetterete fin quando ve lo dirò io?

marguerite: Sì.

obenreizer: Mr. Vendale, siete soddisfatto?

vendale: Non posso essere soddisfatto. Lei stessa ha confessato davanti a voi che mi ama. In sua presenza vi ripeto che anch’io la amo. Ora, in sua presenza, ribadite la vostra obbiezione. Io confermo la mia pro-posta.

obenreizer: Ed io ancora una volta mi pregio di declinarla.

vendale: Perché mai?

obenreizer: Perché le vostre entrate non sono sufficienti.

vendale: Millecinquecento sterline all’anno non sono abbastanza secondo voi?

obenreizer: Non sono che la metà di quanto è necessario!

vendale: È questa la vostra obbiezione?

obenreizer: Questa è la mia obbiezione.

vendale: Vi prendo in parola, Mr. Obenreizer! Raddoppierò le mie entrate.

obenreizer: Facile a dirsi, ma non a farsi!

vendale: Seguite pure il corso dei miei affari per un altro anno, e vedrete che ci riuscirò. – Marguerite! Mi attenderete?

Page 298: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

298

marguerite: Certo, Geor – ! (Vede obenreizer che la guarda e si corregge) Sì, Mr. Vendale!

vendale: Fra un anno sarete mia moglie! (Si avvicina alla porta).

marguerite (lo segue impulsivamente): George!

obenreizer (la richiama furioso): Marguerite!

marguerite (si volta con un grido di terrore): Oh!

vendale: L’avete spaventata!

obenreizer (a marguerite): Vi ho forse spaventata?

marguerite: Solo un po’ allarmata – ecco! (Guarda vendale. Egli prova ad avvicinarsi a lei. obenreizer si pone fra loro).

obenreizer: No, Mr. Vendale, non siete ancora suo marito! (La scena si chiude).

SCENA SECONDA – Una stanza nella casa di wilding. Entrate laterali a de-stra e a sinistra. Una porta nel fondale. bintrey entra da un lato e bussa alla porta della camera. sally goldstraw la apre e se la chiude alle spalle prima di parlare con l’avvocato.

sally: Desideravate vedere Mr. Wilding, signore?

bintrey: Sì. Sono stato assente tutta la settimana, per affari, e desidero chie-dergli come sta.

sally: Non potete vederlo ora, signore. Mi ha promesso che si sarebbe messo a letto e che avrebbe provato a riposare. Il nuovo dottore mi ha ordinato di fare in modo che non venga disturbato.

bintrey: Come, hanno chiamato un altro dottore? L’ultima volta che sono stato qui Mr. Wilding era in grado di camminare e parlare. Si lamentava solo di un senso di oppressione alla testa. Non vorrete dirmi che è grave-mente ammalato?

sally: È ancora in grado di camminare e parlare, signore, ma temo che sia davvero gravemente ammalato. Solo tre giorni fa ci ha spaventati terribil-mente: ha avuto una crisi. I dottori sostengono che un secondo attacco lo ucciderebbe. Mi è stato ordinato di non permettere che sia infastidito

Page 299: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

299

o disturbato, e, a dir la verità, temo che se vi vedesse, signore, sarebbe infastidito e disturbato.

bintrey: Questo è parlar chiaro, perlomeno! Che cosa ho fatto per turbarlo, di grazia?

sally: Il padrone pensa giorno e notte al vero Walter Wilding, signore, e non si dà pace. Dà a voi la colpa di aver fermato le sue ricerche quando voleva e aveva la salute e la forza necessarie per compierle.

bintrey: Buona donna! Voi avete i vostri doveri nei confronti di Mr. Wilding, ed io ho i miei. È certo mio dovere impedire che il mio vecchio amico e cliente venga truffato dal primo furfante che voglia approfittare di lui. (A parte) Obenreizer, per esempio!

sally: Eppure potreste provare ad assecondarlo, signore, non ne convenite? Ha preso questa faccenda così a cuore, Mr. Bintrey!

bintrey: L’ho già assecondato. Io stesso ho redatto il suo testamento. E, quel ch’è peggio, ho lasciato che venisse registrato. Il documento più assurdo che sia stato messo su carta! Io e Mr. Vendale siamo incaricati, in quanto esecutori, di trovare un uomo scomparso, senza sapere dove cercarlo, e di donare a quell’uomo una fortuna, a prescindere da chi egli sia, se soltanto si presenta! Quando ho redatto quel testamento, ho commesso un suicidio professionale; ed ecco ora una donna rispettabile che mi rin-faccia di non aver assecondato il mio cliente!

sally: Confido nella bontà delle vostre intenzioni, signore! Ma il padrone è così ansioso, così malato – e io sono così desolata per lui! Ai vecchi tempi dell’Orfanotrofio lo chiamavo “il mio ragazzo”. E, in qualche modo – non so spiegarlo – sembra che per me torni ad essere in questo momento difficile quello di allora!

bintrey: Forse siete abbastanza vecchia per essere sua madre, Miss Gold-straw, ma senza dubbio non dimostrate la vostra età!

sally (si inchina): Vi ringrazio, signore!

bintrey: Figuratevi! Su, su, vedo che ritenete che potrei essere in qualche modo d’aiuto per acquietare il povero Mr. Wilding. Cosa posso fare?

sally: Aiutatelo a trovare l’uomo che cerca, signore!

bintrey: Aiutarlo a trovare qualcuno che lo alleggerirà del peso di ogni quar-to di penny che abbia mai avuto? Se lo faccio, sarò –

Page 300: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

300

sally: Calma, signore! Non credo che abbiate compreso la situazione del po-vero Mr. Wilding. Non si può ragionare con lui su questo argomento. Se la sua angoscia non sarà alleviata, ne morirà di certo.

bintrey: È mai esistita una tale perversione? Un uomo muore per l’ansia di trovare un altro uomo che lo farà diventare indigente! Ecco, vi dirò quel che ho intenzione di fare: lo aiuterò, ma alle mie condizioni. Se davvero è necessario trovare quel tale (il diavolo se lo porti!), sarò io ad occuparmi della cosa e non Wilding. Se otterrà da me metà di questo patrimonio dovrà considerarsi fortunato! Odio quell’uomo già prima di conoscerlo! Riferite a Mr. Wilding che farò io le ricerche; e ditegli che lo chiamerò domani stesso per riferirgli. Questo potrà dargli pace?

sally: Sono sicura di sì, signore. Ah, sembrate rude, Mr. Bintrey, ma avete un cuore d’oro!

bintrey: Non sottovalutatemi, Miss Goldstraw! (Esce).

sally (lo guarda allontanarsi): Non c’è niente su cui scherzare, Mr. Bintrey. Tremo al pensiero di ciò che potrebbe presto accadere, se non facciamo qualcosa per dar pace a Mr. Wilding!

wilding entra dalla porta sul fondale. Ha addosso la sua veste da camera. I suoi modi denunciano una debolezza mentale più che fisica.

wilding: Era Mr. Bintrey quello che ho sentito?

sally (trasale e si volta): Oh, signore! Temo che vi abbiamo disturbato!

wilding: Non siete stati voi a disturbarmi. Sono io che non riesco a dormire; io che non riesco a calmarmi. Ogni giorno che trascorre, perpetro una nuova ingiustizia ai danni dell’uomo di cui ho preso il posto, della cui fortuna mi sono appropriato. E nessuno mi aiuta, nessuno prova a cer-carlo!

sally: Mr. Bintrey ci proverà, signore. Mi ha chiesto di riferirvelo giusto un attimo fa.

wilding: Mr. Bintrey metterà a tacere tutta la faccenda. Non vede la cosa come la vedo io. Mr. Bintrey è sospettoso del prossimo, e senza alcun motivo. (Si sposta di lato e parla tra sé) Deve trattarsi di Obenreizer! Ci penso di giorno, lo sogno di notte, tutti i miei pensieri e i miei sogni con-ducono alla stessa conclusione: Obenreizer è suo figlio! (Torna da sally)

Page 301: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

301

Sally! – Posso chiamarvi Sally, in ricordo dei tempi andati, quand’ero solo un ragazzo?

sally: Oh sì, signore! Sforzatevi di essere ancora come in passato. Eravate così paziente da ragazzo. Cercate di esserlo anche ora!

wilding: Sì! Sì! Mi è accaduto qualcosa uno o due giorni fa, Sally? Ho perso i sensi? Oppure – ho avuto una crisi? Ditemelo, lo voglio sapere!

sally: Avete avuto una crisi, signore.

wilding: Ah! Avevo una strana sensazione alla testa, prima che accadesse. Mi pare stia accadendo di nuovo – Sally! C’è qualcuno che voglio vedere, qualcuno che devo vedere, prima che questa giornata finisca.

sally: Non ora, signore! Aspettate di riprendere le forze!

wilding (a parte): Il tempo che mi rimane potrebbe non essere abbastanza. Devo parlare con Obenreizer, e lo farò! (A sally) Dov’è Mr. Vendale?

sally: Ha lasciato detto, mi pare, signore, che si sarebbe recato da Mr. Oben-reizer.

wilding: Naturalmente! Il suo cuore è tutto per quella bella giovane – dev’es-sere andato a farle la proposta di matrimonio. Il mio caro, buon George! Sono ancora abbastanza in me da ricordare quanto mi interessi, e da sempre, la sua felicità! Mandate qualcuno da Mr. Obenreizer, Sally, che dica che voglio vederli entrambi: lui e Mr. Vendale. (A parte) George non diffida di lui come Bintrey. George mi aiuterà.

sally: Non siete nelle condizioni di riceverli, signore.

wilding: Insisto, voglio vederli!

sally: Se mando a chiamarli, mi promettete che tornerete nella vostra stanza e cercherete di calmarvi?

wilding: Sì! Sì! Ma fatelo.

sally (apre la porta per farlo entrare nella sua stanza): Sarà fatto, signore.

wilding: Grazie! Avete dato sollievo al mio animo. (Si ferma sulla porta e si volta) Siete cambiata davvero poco rispetto ai vecchi tempi, Sally. Mr. Obenreizer sostiene che il mondo è così piccolo che le persone si rin-contrano sempre. Ed ecco me e voi insieme un’altra volta. Come se fossi tornato all’Orfanotrofio per morire.

Page 302: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

302

sally: Ma voi non morirete, caro Mr. Wilding!

wilding: Mandate a chiamare chi vi ho detto. (Entra nella stanza).

sally (sola): Temo che sia un rischio, nelle sue condizioni. Ma ho promesso di farlo, e devo farlo! (Esce dal lato del palco).

SCENA TERZA – Le cantine di Cripple Corner. Una sinistra escrescenza fila-mentosa di fungosità nerastre penzola dal soffitto a volta. Botti di ogni di-mensione occupano la stanza. Al di sopra e fra le botti nicchie scure e profon-de, usate come scaffali per riporvi il vino imbottigliato. Un raggio di sole filtra dall’entrata che, attraverso alcuni gradini, comunica con il cortile sovrastan-te. Pesanti pilastri di pietra sorreggono il soffitto. L’oscurità è debolmente illu-minata, qua e là, da un lume, eccetto che nella zona in cui arriva la luce del sole. In alcuni punti il buio è completo. joey ladle entra in scena. È occupato con il suo metro di legno e il registro della cantina; misura gli spazi e registra le entrate. Si sposta da un punto all’altro con l’aiuto del suo lume. Il lume emette un bagliore incerto e tremolante. Mentre joey è affaccendato, vendale appare all’ingresso superiore, scende lentamente nella cantina e avanza verso la platea.

vendale: Non trovo il coraggio di entrare in casa. Di certo tormenterei il po-vero Wilding se gli dicessi cos’è accaduto tra me e Obenreizer. Io stes-so sono abbattuto per il nostro acceso confronto ora che l’eccitazione è passata. Riuscirò a fare quanto ho promesso nel fervore del momento? Riuscirò a raddoppiare le entrate di questa impresa in un solo anno? Non lo so. Oggi non riesco a concentrarmi su nulla. Ho girovagato per le stra-de senza meta, senza scopo, ed eccomi qui che, inquieto come sempre, vago per le cantine, e non so il perché. (Si accorge di joey) Ah! Siete qui, Joey?

joey: Dovrei essere io a dire: “Ah! Siete qui, padroncino George?” Perché è il mio mestiere stare qui, mica il vostro.

vendale: Non brontolate, Joey!

joey: Ah, certo che no. Se c’è qualcosa che brantola, è la roba che mi è entrata dai pori, mica io. Badate che non si metta a brantolare qualcosa dentro di voi, padroncino George. Fermatevi qui abbastanza perché i vapori co-

Page 303: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

303

mincino a dare effetto ed è bell’e fatta. Sì, bell’e fatta – lasciate fare a loro. (Si volta per tornare alle sue occupazioni) Sicché siete entrato come socio nella ditta, padroncino George?

vendale: Spero che voi non abbiate da ridire, Joey.

joey: Io no, benedetto voi! Ma i vapori hanno da ridire che voi e il vostro socio siete tutti e due troppo giovani! Voi e il giovane padron Wilding siete arri-vati e avete cambiato il nome della ditta. Se foste stati vecchi abbastanza per conoscere meglio il mondo, non l’avreste fatto. Badate alle mie paro-le! Avete cambiato la sorte dell’azienda, e ve ne accorgerete!

vendale: Bah! Sciocchezze!

joey: Facile dire “Bah”! – “Sciocchezze” viene di conseguenza. Ma io non sono stato tutta la vita quaggiù per nulla! Io lo so da quello che sento qui sotto quando pioverà o farà bello, quando tirerà vento e quando no. Io lo so da quello che sento qui sotto quando la sorte è cambiata: lo so bene, come il tempo che farà.

vendale (solleva il lume verso il fungo sul soffitto): Questa ripugnante escre-scenza sul soffitto ha qualcosa a che fare con la vostra divinazione? Sia-mo famosi per questa roba che cresce sulla volta, non è vero?

Prende in mano il metro di legno, e muove lentamente il fungo avanti e indietro.

joey (indietreggia): Sì, padroncino George. Date retta a me, lasciatela per-dere.

vendale: Ah, davvero? E perché?

joey: Per tre buone ragioni, padroncino George.

vendale: Sentiamole! La prima ragione, per lasciare in pace il fungo – ?

joey: Perché nasce dalle botti di vino, e sarebbe meglio che non sapeste che roba un cantiniere si prende dentro a camminare qui tutti i giorni della sua vita.

vendale (continua a muovere il fungo): La seconda ragione?

joey: Perché a un certo punto della crescita fa le larve, e così ve le tirate ad-dosso.

Page 304: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

304

vendale: Ci sono larve, lassù?

joey: Non in questa escrescenza. Ormai è troppo vecchia. (vendale continua a muovere il fungo) Io non continuerei a toccarla, se fossi in voi, signo-re!

vendale: Perché no?

joey: Per la terza ragione, che ancora non vi ho detto, padroncino George.

vendale: D’accordo! Qual è la terza ragione?

joey: Prima date un’occhiata al suo colore!

vendale: Lo sto guardando.

joey: Non è come sangue rappreso?

vendale: Beh, sì, ci somiglia abbastanza.

joey: Più che abbastanza, direi.

vendale: Va bene, diciamo che è uguale. E allora?

joey: Padroncino George, dicono –

vendale: Chi?

joey: Come faccio a sapere chi? Loro! Quelli che dicono più o meno ogni cosa. Come faccio a sapere chi, se non lo sapete neppure voi?

vendale: Giusto. Continuate.

Un momento di pausa. obenreizer compare nel fascio di luce in cima ai gradini. Avanza verso la cantina, ora nascosto nel buio, ora nuovamente visibile nella debole luce. Né vendale né joey lo notano.

joey (assai lentamente e gravemente): Dicono che l’uomo che si prende per caso un pezzo di quella roba scura proprio in mezzo al petto –

vendale: Proprio in mezzo al petto –

joey (con lo stesso tono di prima): – è certo e sicuro –

vendale: – certo e sicuro –

joey (con tono grave di allarme): – che morirà vittima di omicidio. (Improv-visamente colpisce vendale sul petto, con un grido d’orrore) Buon Dio! Ne avete un pezzo addosso!

Page 305: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

305

vendale: Io? – un pezzo addosso? Ah, sì, eccolo per terra.

joey (solleva il lume e illumina una grande macchia rossa sulla camicia di vendale) Ed ecco la macchia sulla vostra camicia – rossa come il sangue!

obenreizer appare improvvisamente davanti a loro.

vendale (trasale): Cosa volete voi qui?

obenreizer (parla con profonda serietà e calma): Vi devo le mie scuse, Mr. Vendale, e sono qui per porgervele. Non intendo modificare le condi-zioni a cui vi concederò in matrimonio la mia pupilla, tuttavia mi pento della durezza dei toni e dei modi con cui ve le ho imposte. Vi prego di perdonarmi. (Gli porge la mano) Mi stringerete la mano?

vendale: Mr. Obenreizer, accetto le vostre scuse! (Prende la mano che gli vie-ne porta, ma subito la lascia andare, rabbrividendo) Perdonatemi se ve lo faccio notare, ma la vostra mano è molto fredda.

obenreizer (con tono grave): Un peso sul cuore rende fredda la mano, Mr. Vendale. Un’altra esigenza, oltre quella di porgervi le mie scuse, mi ha portato qui. Una triste ragione mi ha indotto a pronunciare le parole che ci hanno riappacificati.

vendale: Quale ragione?

obenreizer: Mi sono guadagnato il diritto di offrirvi la mia solidarietà, ed intendo offrirvela. Un messaggio è giunto al mio appartamento poco dopo che ve ne siete andato: ci convocava entrambi alla presenza di Mr. Wilding. Presumendo che vi foste recato da lui prima di me, ho pensato di seguirvi qui in questa casa. Nessuno aveva vostre notizie, così sono sceso in cantina a cercarvi io stesso. Mr. Vendale, fatevi coraggio! Sono latore di tristi notizie.

vendale: Wilding! Permettetemi di andare subito da lui!

obenreizer: Aspettate! Ha avuto una seconda crisi.

vendale: Morto?

obenreizer: Morto!

vendale: Oh, mio povero Walter! Mio caro, carissimo amico! (Una pausa. vendale si rivolge a joey, ed indica la macchia sulla propria camicia) Avete detto che questo era un segno di morte. Ed io mai avrei creduto che la vostra superstizione corrispondesse a verità!

Page 306: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

306

joey: Ho detto qualcosa di più, padroncino George. “Morte” non è la parola che ho usato.

vendale: E quale, allora?

joey: Omicidio!

Atto III

SCENA PRIMA – L’ufficio amministrativo a Cripple Corner. Una porta su un lato; un’altra, sul fondale, si apre sul cortile già visto nel Primo Atto. Entrano in scena george vendale e sally goldstraw. Sono entrambi vestiti a lutto.

sally: Avete qualche altro ordine da darmi, signore?

vendale: No – aspettate, ho una domanda da farvi. Ora che il povero Wilding è stato sepolto, mi vengono in mente molte cose, alle quali non potevo certo pensare nei primi momenti di tristezza dopo la sua morte. Come mai Mr. Obenreizer era presente durante i suoi ultimi istanti?

sally: Fu Mr. Wilding ad insistere, signore, che si mandasse a chiamarlo. Non so il perché.

vendale: Sembra strano, certo. Che cosa potevano avere in comune – ? Ri-cordo che il primo giorno in cui Mr. Obenreizer arrivò in Inghilterra il po-vero Wilding lo guardò con un’aria di straordinario interesse, e con gran serietà si mise a confabulare con Mr. Bintrey. Al tempo ero preso da altro e non prestai attenzione a ciò che accadde fra loro. Ditemi esattamente, Sally, che cosa accadde il giorno della morte di Mr. Wilding.

sally: Mandai a chiamare Mr. Obenreizer, signore, e mandai a chiamare voi: lo feci per tranquillizzare il mio povero padrone. Il messaggero trovò Mr. Obenreizer a casa, ma nessuno sapeva dove voi foste.

vendale: Avevo brutte notizie per il mio povero amico ed evitai di proposito di parlargliene. Andate avanti.

sally: Quando il messaggero se ne fu andato, signore, Mr. Wilding si agitò ancor più. Mandai a chiamare il dottore, che lo convinse a tornare a letto. Ma non ci fu verso di calmarlo. Insistette per essere informato quando Mr. Obenreizer fosse arrivato da solo alla casa. Disse che allora avrebbe

Page 307: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

307

lasciato il letto e sarebbe andato al piano di sotto – a meno che non si fa-cesse salire da lui Mr. Obenreizer. Il dottore mi disse: “Farlo irritare, nelle sue attuali condizioni, è il rischio peggiore di tutti. Lasciate che incontri questa persona”.

vendale: Ebbene?

sally: Nel momento in cui Mr. Obenreizer entrò nella stanza, signore, il mio povero padrone si drizzò sul letto, e guardò il suo visitatore con terribile impazienza, e si dibatté e si sforzò di prendere fiato per parlare. Allora il dottore diede ordine che Mr. Obenreizer uscisse immediatamente dalla stanza. Ma era troppo tardi. L’unico suono prodotto dalle labbra di Mr. Wilding fu il suono del vostro nome, signore. Una crisi lo prese un mo-mento dopo, e fu la fine. Parlò con voce roca, impastata, ma sono sicura che abbia pronunciato il vostro nome.

vendale: Non ne dubito, Sally. Sono stato incaricato nel suo testamento di compiere l’unica cosa che sappiamo avesse a cuore, la ricerca del suo omonimo perduto, il cui posto aveva innocentemente usurpato. L’uni-co pensiero nella sua mente, quando sentì la morte arrivare, fu di fare affidamento su di me. Mio povero amico, non tradirò la tua fiducia ora che non ci sei più! Se quel bambino è diventato un uomo e vive ancora, non avrai contato sul mio aiuto invano! (Si sente bussare alla porta che conduce al cortile) Chi è?

joey (apre la porta. Tiene una lettera in mano): Sono io, signore.

vendale: Aspettate un momento. (joey attende alla porta. vendale si gira verso sally) Un’ultima domanda. Mr. Obenreizer fece qualche commen-to non appena gli venne comunicato che Mr. Wilding era morto?

sally: Disse solo, signore, che ne era sconvolto, e che vi avrebbe portato la notizia di persona.

vendale: Il mistero di cosa Wilding volesse da lui rimane impenetrabile. For-se il tempo lo chiarirà, Sally! (Si gira verso joey) Ebbene, che c’è?

joey (avanza): Una lettera, signore, da un Paese straniero.

vendale (prende la lettera): Dai nostri corrispondenti in Svizzera. Da De-fresnier & Company, i mercanti di vino di Neuchâtel. (Apre e legge la lettera).

joey (a sally): State un po’ meglio, signorina, ora che il povero padron Wil-ding è stato messo sottoterra? Non vi è consolazione migliore della con-

Page 308: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

308

solazione di un funerale, ammesso che il becchino faccia il proprio do-vere.

sally: Tutti noi dobbiamo imparare a rassegnarci alle nostre perdite in que-sto mondo, Mr. Joey. Sto imparando, spero, a rassegnarmi alle mie. (Esce dalla porta laterale).

joey (la segue con lo sguardo): Belle parole! Il pastore stesso non avrebbe po-tuto parlare meglio! (Prova a ripetere la parole di sally) Le dirò anco-ra, dopo di lei, come il catechismo. “Tutti noi dobbiamo rassegnarci ad imparare, Mr. Joey – che è una delle nostre perdite in questo mondo”. Signore, com’è vero!

vendale (accartoccia la lettera nella mano): Un’altra disgrazia, subito dopo la morte di Wilding! Una perdita di cinquecento sterline, in un momento in cui il denaro è la cosa più importante per me!

joey: Qualcosa che non va, padron Vendale?

vendale: Non potrebbe andare peggio.

joey: Ah! L’avevo detto che sarebbe successo. “Siete arrivato e avete cambiato il nome della società; state attento a non aver cambiato la fortuna della società!” Sono state le mie esatte parole quando padron Wilding arrivò. Non è nella mia natura, padron George, gettare il malocchio sulla casa che servo. Vi prego di capirmi, non voglio atteggiarmi a profeta! (vendale fa un gesto d’impazienza) Così non la supererete, signore! Dovreste aprirmi il cuore. So cosa c’è sotto – sei casse di vino rosso.

vendale: Il diavolo si porti le sei casse di vino rosso!

joey: È il diavolo che le ha portate, signore! (vendale si siede alla scrivania, appiana la lettera, prende altre missive e confronta le une con l’altra. joey continua). Ora analizziamo bene la cosa. Una consistente quantità di champagne svizzero viene inviata a questo indirizzo dai nostri corri-spondenti stranieri della città, che chiamano Nooshattle. Trovo sei cas-se di vino rosso che non ci dovrebbero essere e mi dico: “Ai tempi della Pebbleson Nephew non sono mai stati commessi errori in una consegna fatta a questa porta; la fortuna se n’è andata – il Signore aiuti noi di Crip-ple Corner! La fortuna se n’è andata!” E cosa ne consegue? Voi scrivete per comunicare l’errore a quelli di Nooshattle. E loro rispondono. Non soddisfatto, scrivete ancora. Non soddisfatti neanche loro, rispondono di nuovo. C’è la loro lettera sulla scrivania, piena di cattive notizie come un uovo è pieno di sostanza! E qui ci sono io che avevo predetto tutto,

Page 309: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

309

ispirato, potreste dire, fino ai pori. Ho messo il malocchio alla casa che servo? No! Mi sono atteggiato a profeta? No! Ritorno con passi strascicati ai vapori di sotto, ricordandovi rispettosamente, signore, ciò che quella donna preziosa, Miss Goldstraw, ha detto proprio ora. “Dobbiamo tutti rassegnarci alle perdite, Mr. Joey – che sono uno dei nostri insegnamenti in questo mondo”. Parole d’oro, padron George. Mandatele a memoria, signore! Mandatele a memoria! (Esce nel cortile).

vendale (ancora assorto nell’esame delle lettere): Lettera numero uno: – Scri-vo per dire a Defresnier & Company del vino rosso spedito con il bianco. E incidentalmente riferisco di un pagamento di cinquecento sterline da noi effettuato qualche tempo prima a loro favore. Lettera numero due: – Defresnier risponde per scusarsi dell’errore, e aggiunge che le cinque-cento sterline a cui si allude non sono mai state ricevute dalla loro ditta. Lettera numero tre: – Rispondo includendo una copia della loro stessa ricevuta dell’importo. Lettera numero quattro – è la risposta di Defre-snier, proprio quella che mi è stata appena consegnata. (Lascia la scriva-nia, e va avanti e indietro con la lettera in mano) La leggerò ancora una volta. (Legge) “Egregio signore, vi scrivo in assenza del mio socio, che si è recato a Milano per affari. Il documento di cui avete incluso una copia non è altro che un falso. La somma di cinquecento sterline deve esse-re stata intercettata e rubata mentre veniva trasferita dalla vostra ditta alla nostra. Il sospetto cade su una persona che non lavora per noi da molto tempo. Evitiamo di menzionare il suo nome, finché non saremo certi della sua colpevolezza”. – Chi può essere quest’uomo? Nella mia posizione, è inutile indagare! – “Permetteteci di vedere al più presto la ricevuta originale, per poter confrontare la grafia che in essa compare con campioni di scrittura in nostro possesso. Non fidatevi della posta. Mandate un messaggero privato, che sia un uomo da lungo tempo al vo-stro servizio, che sia abituato a viaggiare, che sappia parlare francese e di cui ci si possa fidare, e di cui si possa essere certi che non permetta a nessuno straniero di riuscire ad ottenere la sua fiducia lungo la stra-da”. – Dove lo trovo l’uomo giusto in questo ufficio? Nessuno degli im-piegati è avvezzo a viaggiare all’estero, o sa parlare francese. E qual è la ragione di questa straordinaria prudenza? Ah, eccola: “Se la persona che sospettiamo è davvero colpevole, potrebbero essersi verificate delle circostanze che l’abbiano messa in guardia; in quel caso è un uomo che non si fermerebbe di fronte a niente, pur di impossessarsi della ricevuta, che è l’unica prova contro di lui. Non dite ad anima viva della piega che hanno preso le cose. Tutto dipende dal vostro interpretare alla lettera gli

Page 310: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

310

avvertimenti che vi ho appena dato”. – Conosco l’uomo che ha scritto queste parole. Sono certo che non avrebbe raccomandato tanta pruden-za senza un serio motivo. Che fare? Non ho nessuno di cui posso fidarmi per l’incarico.

obenreizer (entra dal cortile, accompagnato da joey, il quale per un momen-to se ne sta in piedi ad osservare a una certa distanza. Il nuovo arrivato si rivolge a vendale): Scusate tanto! Temo di disturbarvi!

joey (a parte, guarda obenreizer): Ha stato lui a entrare furtivamente quando quel po’ di roba è caduta sul petto di padron George! Ha stato sempre lui a giungere furtivamente quando cattive notizie sono arriva-te a padron George. Porta sfortuna! Non mi piace Mr. Openrazzo! (Ri-torna nel cortile, guardando indietro con sospetto, prima di chiudere la porta).

obenreizer: C’è qualcosa che possa fare io stamattina?

vendale: Arrivate in un brutto momento, Mr. Obenreizer. Trovate i miei affa-ri compromessi da una perdita di cinquecento sterline.

obenreizer (trasale): Cinquecento sterline!

vendale: Un nostro pagamento di questo importo è stato rubato e non è mai arrivato ai corrispondenti a cui l’abbiamo inviato.

obenreizer: Rubato!

vendale: – e una falsa ricevuta ci è stata inviata a loro nome – mi riferisco a Defresnier & Company, i vostri vecchi datori di lavoro (guarda di nuovo la lettera che ha in mano).

obenreizer: Come – come è successo?

vendale (indica la scrivania): C’è la corrispondenza. Potete vedere voi stes-so. (obenreizer si avvicina alla scrivania e legge le lettere. vendale con-tinua, a parte). Obenreizer lavorava da Defresnier. Potrebbe essere in grado di far luce sulla faccenda! E se io gli mostrassi la ricevuta falsa? (Prende la chiave e apre la porta della cassaforte di ferro in cui sono i do-cumenti della ditta).

obenreizer (guarda vendale dalla scrivania): Ha la ricevuta? Oh, se solo la tirasse fuori dalla cassaforte!

vendale (tira fuori la ricevuta e la mostra): Eccola! (Fa cadere la lettera che finora ha tenuto meccanicamente in mano, la raccoglie e la guarda. Nello

Page 311: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

311

stesso momento obenreizer avanza furtivamente verso di lui, poi guarda indietro per vedere che la porta che conduce al cortile sia chiusa. vendale continua). La lettera! Ho dimenticato la cautela! Sono stato avvertito di non fidarmi di nessuno. (Torna alla cassaforte, e sta in piedi davanti ad essa, esitando, con la schiena rivolta a obenreizer).

obenreizer (avanza furtivamente): Non può vederci anima viva! E io sono il più forte dei due! (Nel momento in cui sta per raggiungere vendale, la porta del cortile si apre fragorosamente e appare joey. obenreizer torna indietro).

joey: Avete chiamato, padron George?

vendale: No! Non ci interrompere!

joey (a parte, dopo un’occhiata sospettosa a obenreizer): Non chiuderò la porta questa volta! (Esce, lasciando la porta del cortile aperta).

vendale (a obenreizer mettendo a posto la ricevuta): Allora? Avete visto le lettere?

obenreizer: Non posso dirvi quanto sono sorpreso e dispiaciuto! Speriamo che sia tutto un malinteso.

vendale: Ho un’altra lettera, ricevuta stamattina, che conferma la notizia.

obenreizer: Posso vederla?

vendale: Mi proibisce di agire a mia discrezione, altrimenti l’avreste già vi-sta. (Si gira per chiudere la cassaforte. Nello stesso momento obenreizer si volta, e guarda verso il cortile. La porta è spalancata, e joey e i suoi uo-mini ci passano continuamente davanti).

obenreizer (a parte): La forza è inutile. Proverò con l’inganno. (A vendale) E se mi mostraste la ricevuta?

vendale: Proprio quello a cui stavo pensando! Ma c’è un ostacolo. Questa lettera insiste che si tenga un assoluto segreto con tutti sull’intera fac-cenda.

obenreizer: Me compreso? Sicuramente si devono essere dimenticati –

vendale: Non c’è dubbio che si siano dimenticati! Avevo pensato di chiedere la vostra opinione. E anche di più – la ricevuta deve essere portata in Svizzera in segreto. Non so di chi fidarmi –

obenreizer: Portatela voi stesso, e io vi accompagnerò. Non si potrebbe or-

Page 312: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

312

ganizzare meglio. Ero proprio venuto a dirvi che ho affari urgenti che mi costringono ad andare in Svizzera.

vendale (a parte): Lasciando sola Marguerite!

obenreizer: Se il socio di Defresnier si fosse ricordato ciò che avrebbe do-vuto, vi avrebbe risparmiato un mare di problemi. Per come stanno le cose, cosa potete fare? Dovete affrontare una faccenda molto seria, e completamente al buio. Come uomo d’affari, non avete scelta. Dovete farvi guidare non dallo spirito, ma dalle istruzioni impartitevi dalla lette-ra. Dovete partire subito! Esattamente come me.

vendale: Devo parlare con Marguerite prima.

obenreizer: Naturalmente! Venite a cena a casa mia, portate con voi il baga-glio, e prenderemo insieme il treno postale. D’accordo?

vendale: D’accordo!

obenreizer: Stanotte alle sette?

vendale: Alle sette stanotte.

obenreizer: Prenderete la ricevuta, naturalmente –

vendale: Prenderò la ricevuta, certo –

obenreizer (a parte): E io te la prenderò lungo strada! (Esce).

joey: Porterò il vostro bagaglio, signore, a casa di Mr. Openrazzo.

vendale: Stavate ascoltando!

joey: Non esattamente, signore, ciononostante ho sentito tutto! (La scena si chiude).

SCENA SECONDA – Una stanza in casa di mr. wilding, quella già mostra-ta nella seconda scena del Secondo Atto. Entra sally goldstraw, seguita da joey.

sally: Mr. Joey!

joey: Miss Goldstraw!

sally: Il vostro posto è in cantina, e il mio è in casa.

Page 313: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

313

joey: Se preferite la cantina, signorina, vi perseguirò lì con il massimo pia-cere.

sally: Perché mai volete seguirmi?

joey: Perché, signorina, il primo uomo seguì la prima donna – perché la pre-se in simpatia!

sally: E la prima donna, Mr. Joey, lo precipitò nel peccato. Non voglio che vi conduciate voi stesso al peccato! Vi auguro una buona giornata.

joey: Per favore, fermatevi dove siete, signorina. C’è un altro motivo se vi ho perseguita. Sono inquieto nell’animo.

sally: Come posso aiutarvi?

joey: Come potete? Ve lo dirò. Che cosa fate, quando vi tagliate un dito, e vi fa male? Prendete un pezzo di benda, e ci spalmate un po’ di balsamo, mettete in ordine il tutto, e state di nuovo bene. Io sono il dito tagliato, e voi il balsamo e la benda!

sally: Vi sono molto obbligata, Mr. Joey, per avermi paragonato al balsamo e alla benda!

joey: Figuratevi, signorina! Nel frattempo, con il vostro permesso, non perde-remo di vista lo stato del mio animo. Forse sono i vapori che ho respirato dai pori, o forse è il dono della profezia che mi ha posseduto ultimamente – Che sia l’uno, o che sia l’altro, sono inquieto nell’animo per gli insoliti avvenimenti che si stanno verificando in questa casa. Ora dunque esami-niamo la questione, per piacere! (Tenta di cingerle la vita con il braccio).

sally: Io non esamino le cose con il mio girovita, Mr. Joey – e voi non le esa-minate con il braccio! (A parte, dopo un’occhiata al grembiule di pelle di joey) Come può mai innamorarsi un uomo che indossa un grembiule del genere?

joey (a parte): Le piace il mio grembiule. Che cosa persegue dal fatto che le piace il mio grembiule? Le piaccio io! (A sally) Guardatemi, signorina, con ogni parte di voi, guardatemi quanto volete! Dunque, è iniziato tutto con il cambio di nome dell’azienda da parte del povero padron Wilding. Ha cambiato la fortuna della ditta quando l’ha fatto. Che cosa è successo dopo? È morto, tanto per cominciare. Poi una parte di quella maledetta roba nelle cantine crolla su padron George. Poi arriva una lettera da un Paese straniero, e porta cattive notizie. E ora ecco che padron George si allontana da noi in tutta fretta, in compagnia di quel Mr. Openrazzo, che

Page 314: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

314

mi rivolta lo stomaco ogni volta che lo guardo. Se non sarà fatto niente per far girare la fortuna, ricordatevi le mie parole: finirà male!

sally: Fate in modo che la fortuna giri allora! Chi potrebbe farlo? – Perché state guardando me?

joey: Voi!

sally: Io! Che cosa ve lo fa pensare? Mr. Joey, io sono la causa, l’innocente causa, di tutto ciò di cui vi lamentate! Se io non avessi fatto domanda per il posto di lavoro, il povero Mr. Wilding non avrebbe mai scoperto la verità – e tutto il resto non sarebbe mai successo. Se credete in ciò che dite dovreste odiarmi! Io sono la miserabile creatura che ha portato la cattiva sorte nella casa!

joey: Tutte ragioni in più, signorina, perché vi riportiate la buona sorte. (A parte) Questa è stata detta bene, credo!

sally (a parte): Si è chiaramente innamorato di me, a dispetto del suo grem-biule!

joey: Potete cambiare la situazione, signorina, è facile come uno più uno fa due.

sally: Come, Mr. Joey?

joey: Cambiando il vostro nome da Goldstraw (che va bene) in Ladle (che va meglio). (A parte) Questa è stata detta bene, credo!

sally: Mr. Joey! Voi, tra tutte le persone al mondo, mi consigliate di cambiare il nome dell’azienda? E che altro dopo, mi domando?

joey: Una donna non è un’azienda, signorina. E il Signore impedisca che mai lo sia!

sally: Le donne vi sono molto obbligate, Mr. Joey, per quest’altro compli-mento!

joey: I ringraziamenti delle donne sono accolti di cuore, Miss Goldstraw.

sally: Avete un modo insolito di corteggiare. È la prima volta per voi?

joey: Ho tentato in passato, signorina, ma non mi sono mai spinto così avanti. Sarei più cauto, vi assicuro, se solo ne avessi il tempo. I vapori mi stanno aspettando. E, dopo i vapori, ci sono i bagagli di padron George da portare fino alla dimora di Mr. Openrazzo. E non so che cosa potrebbe accadere in seguito nello stato del mio animo. Penso che potrei persuadervi, signori-

Page 315: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

315

na, se potessi essere così sfacciato da parlare con il mio braccio, e se foste così gentile da ascoltare con il vostro girovita. (La cinge con il braccio).

sally: I vapori non stanno aspettando me, Mr. Joey; ed io voglio del tempo per decidere. (Si divincola) L’istituzione del matrimonio è una cosa mol-to seria. E prima un uomo e una donna imparano a vederla in quest’ot-tica, meglio sarà in seguito per entrambe le parti. Vi auguro una buona giornata! (Esce a destra).

joey (la segue con lo sguardo): Belle parole! Le fisserò nella mia mente prima di dimenticarle. (Cerca di ripetere le parole). “L’istituzione di un uomo e di una donna è una faccenda molto seria. E dopotutto prima si sposano, meglio sarà per tutte le parti”. Dio, quanto è vero! (Esce a sinistra).

SCENA TERZA – Il salotto della casa di obenreizer, già mostrato nella prima scena del Secondo Atto, con questa differenza: che ora si suppone sia notte, e le lampade sono accese. La cena, intatta, è sul tavolo. In scena marguerite, obenreizer e vendale. Gli uomini indossano l’abito da viaggio. obenreizer è in ginocchio, sul fondo della scena, e prepara il suo baule. vendale, in pri-mo piano, è seduto di fronte al tavolo, con un sigaro in bocca, che si è con-cesso per l’occasione. Il suo bagaglio, già pronto, è in un angolo della stanza. marguerite, irrequieta e turbata, cammina avanti e indietro, consegnando a obenreizer ciò che vuole mettere nel baule. Oggetti e vestiti sono dispo-sti su un tavolino e marguerite, nel suo andirivieni, deve necessariamente passare e ripassare davanti a vendale: le parole che gli dice all’inizio della scena sono tutte pronunciate in tono di avvertimento. madame dor è seduta spalle al pubblico e agli attori, come d’abitudine, e pulisce i guanti con i quali viaggerà obenreizer.

obenreizer (mentre riceve un cappotto piegato da marguerite): Davvero non vi posso permettere, mia cara, di servirmi in questo modo! Non do-vreste affaticarvi andando avanti e indietro con l’occorrente per il mio viaggio!

marguerite: Non sono affatto stanca. Permettetemi di aiutarvi, vi prego. (Ri-torna al tavolino, prende un oggetto richiesto dal tutore e, fermandosi un attimo, parla con vendale, mentre si riavvicina a obenreizer) Ritorna sulla tua decisione, George! Non viaggiare con lui! (Va da obenreizer).

vendale (fra sé): È strano che insista in questo modo perché non parta! Que-

Page 316: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

316

sto viaggio così improvviso le ha scosso i nervi. (A marguerite, quando passa) Non c’è davvero niente di cui allarmarti, amore!

marguerite (ripassa davanti a vendale): Sai quella piccola fotografia che mi hai donato? Ebbene, questo pomeriggio l’ha presa, e l’ha guardata. (Va da obenreizer – ritorna – e continua a parlare con vendale) Ho visto la sua faccia riflessa mentre guardava il tuo ritratto. George, devi averlo offeso!

vendale: Io!

marguerite (dopo aver preso un altro oggetto): È spietato come una tigre! È segreto come una tomba! Non andare con lui, George! (Continua verso obenreizer con il successivo articolo da viaggio).

vendale (quando marguerite gli passa di nuovo davanti): Tesoro, ti stai sba-gliando completamente! (marguerite prende ancora un oggetto dal ta-volo, senza rispondere. vendale le si rivolge nuovamente quando ritorna indietro). Lui ed io non siamo mai stati così amici come in questo mo-mento! (marguerite scuote il capo, e si dirige verso obenreizer).

marguerite (torna indietro): Non andare, George!

vendale (la ferma): Lo so, amore, che è davvero difficile separarsi! (margue-rite si divincola e va a prendere l’ultimo oggetto dal tavolo).

marguerite (torna indietro): Potrò rassegnarmi alla nostra lontananza, sol-tanto se andrai da solo! (Supera obenreizer, e ritorna rapidamente da vendale, prima che obenreizer possa chiudere il suo baule) Un altro mi-nuto e sarà troppo tardi! Ripensaci, George! Ti supplico!

obenreizer (viene avanti sulla scena): Mille e ancora mille grazie per il tuo aiuto, Marguerite! Vendale! Il tempo galoppa per noi viaggiatori – cinque minuti e dobbiamo andare! (vendale si alza, e tenta di calmare margue-rite, mentre obenreizer cerca la sua borsa da viaggio) La mia sacca da viaggio? – Ah! Eccola qui! (Prende la borsa da una sedia, la apre, e si ri-volge a vendale) Posso aiutarvi per il bagaglio? Non avete una sacca da viaggio – nella mia, la tasca per i documenti è a vostra completa dispo-sizione!

vendale: Vi ringrazio, ma ho solo un documento importante con me, ed è lo stesso che devo custodire di persona. Non me ne separerò finché non arriveremo a Neuchâtel.

obenreizer (a parte con un sorriso): Come no!

Page 317: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

317

marguerite (a vendale): Guardalo adesso!

obenreizer (si gira proprio in quel momento): Madame Dor! I miei guanti! (La donna glieli porge sopra la propria spalla) Angelo custode del mio bagaglio – tutto perfettamente pulito!

vendale (calma marguerite): L’hai sentito? È di ottimo umore! Ciò che ti spaventa, tesoro mio, sono solo fantasie!

joey (entra): Padron George!

vendale (con impazienza): Il bagaglio è sistemato, Joey! Non ho bisogno di voi.

joey (porge una lettera): Vi ho portato un’altra lettera, signore, da un Paese straniero. È stata inoltrata da Dover al nostro ufficio con una riservata espresso. (vendale apre la missiva).

marguerite (a vendale): Il tuo viaggio è rimandato?

obenreizer (a vendale): Notizie dalla ditta svizzera?

vendale: Lasciatemi leggere la lettera! (marguerite, obenreizer e joey si traggono tutti in disparte e guardano ansiosi vendale, il quale legge) “Si-gnore, neppure mezz’ora dopo che il nostro secondo socio, Monsieur Rolland, vi aveva scritto, un tremendo lutto ha colpito la sua famiglia. Un incidente fatale lo ha privato del suo unico figlio. Egli, sopraffatto da questa disgrazia, è incapace di occuparsi di qualsiasi affare, e il suo me-dico gli ha prescritto riposo assoluto. D’altro canto, come sapete, Mon-sieur Defresnier è trattenuto a Milano per lavoro. In questa situazione, sono costretto a chiedervi di inoltrare la ricevuta falsificata proprio a lui, il quale, nella presente afflizione dell’altro titolare della nostra azienda, è il solo competente a trattare della questione. Ho inviato i documenti d’ufficio necessari a Milano. E vi prego, nel vostro interesse, così come nel nostro, di non perder tempo. Resto ai vostri ordini per qualunque evenienza. Hartmann (capufficio, Defresnier & Company)”.

marguerite (si fa avanti): Allora?

obenreizer (si fa avanti): Allora?

vendale (a marguerite): Temo che rimarrai delusa. Il viaggio si allunga – dobbiamo andare a Milano.

marguerite (a parte): La mia ultima speranza è perduta!

Page 318: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

318

obenreizer (a parte): Respiro di nuovo!

vendale (a obenreizer): Non c’è nessuna obbiezione perché vediate questa lettera. C’è anzi una ragione perché la vediate: vi siete offerto di accom-pagnarmi fino in Svizzera, ma in pieno inverno non posso certo aspet-tarmi che continuiate il viaggio con me, e attraversiate le Alpi. (Porge la lettera a obenreizer).

obenreizer: Amico mio! Io non faccio niente a metà. Se attraverserete le Alpi, che sia inverno o estate, io le attraverserò con voi!

vendale: Ben detto, fratello di viaggio! Joey! Prendete una penna, e modifi-cate la destinazione finale sul mio baule da “Neuchâtel” a “Milano”. Sa-pete come si scrive lettera per lettera? M I L A N O. (Parla da parte con marguerite, cercando di tranquillizzarla. obenreizer legge la lettera in silenzio).

joey (a se stesso, mentre modifica l’indirizzo): So più di questo, padron George! So che a Miss Margaret non piace questo vostro viaggio più di quanto non piaccia a me. Darei qualsiasi cosa pur di sentire ciò che ha da dirne lei.

obenreizer (tra sé, ripiegando la lettera): Sul treno si possono intromettere testimoni, nelle locande si possono trovare dei camerieri. Sulla monta-gna non ci saranno né testimoni né camerieri! Sulla montagna lo avrò in pugno! (Restituisce la lettera a vendale) En route, amico mio! Non abbia-mo un altro minuto da sprecare.

joey: Prenderò il vostro bagaglio, padron George. La carrozza è qui di fronte. (Porta fuori il bagaglio di vendale. madame dor segue trionfante con il baule di obenreizer).

obenreizer (a marguerite): Adieu, mia incantevole pupilla! In mia assenza, Marguerite, serbate di me il ricordo più gentile che potete. So quanto lui è prezioso per voi. Fidatevi di me – mi prenderò cura io di lui! (Esce).

marguerite (si stringe a vendale): Oh, George, no! Non andare!

obenreizer (fuori): Vendale!

vendale: Calmati, angelo mio! Tra meno di un mese sarò di ritorno!

obenreizer (come prima): Vendale!

vendale: Un ultimo bacio! (joey rientra).

joey: Vi sta aspettando, padron George. (vendale esce di fretta).

Page 319: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

319

marguerite: È andato! È andato a dispetto di tutto ciò che potevo dirgli! Che si deve fare?

joey: Datemi la vostra mano, signorina – e ve lo dirò!

marguerite: Eccovele tutte e due!

joey: Guardatemi!

marguerite: Ecco, vi guardo!

joey: Avete abbastanza coraggio da fare una cosa disperata?

marguerite: Mettetemi alla prova! Non sono una donna raffinata, sono una del popolo, Joey, come voi!

joey: Nella vostra mente è nato il pensiero che lui sia in pericolo, lo stesso che è nato anche nella mia.

marguerite: Sì!

joey: Ma lui è partito, anche se tutti hanno cercato di fermarlo.

marguerite: Sì! Sì!

joey: Seguitelo, signorina, e io vi accompagnerò!

marguerite giunge le proprie mani con un grido di gioia. Cala il sipario.

Atto IV

SCENA PRIMA – Notte. Camera di una locanda svizzera. Il letto è in fondo al palcoscenico. Su un lato una porta, vicino alla porta un tavolino; all’interno della porta un pesante catenaccio. Sul lato opposto un camino. Sul tavolino le candele si consumano lentamente nei loro portalampade. La stanza è princi-palmente illuminata dalla luce rossa del fuoco. vendale giace su un divano. obenreizer cammina avanti e indietro per la stanza.

vendale: Che notte quieta! Si sente soltanto, lontano da qualche parte, un rumore d’acqua. È una cascata?

obenreizer: Sì, c’è una cascata sui bassi pendii della montagna.

Page 320: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

320

vendale: La montagna che ci separa dall’Italia! Quella che attraverseremo domani!

obenreizer (si ferma e segue il corso dei suoi pensieri): Sembra il rumore del-la cascata che sentivo a casa da bambino. Quella cascata che mia madre mostrava ai viaggiatori – se quella era mia madre.

vendale: Se era vostra madre?

obenreizer (segue sempre i suoi pensieri): Come quello di tutti i corsi d’ac-qua e di tutte le cascate, il rumore di quella cascata cambiava con la sta-gione. Mi ricordo che quando ero ragazzo mi sibilava per giorni interi: “Chi sei, mia piccola canaglia?” Altre volte, con voce immota, quando la bufera avvolgeva passi e sentieri, diceva: “Bum, bum, bum – Colpiscilo! Picchialo! Fagli male!”, proprio come faceva mia madre quando era ar-rabbiata – se quella era mia madre.

vendale: Perché dite “se”?

obenreizer: Che cosa ne so io? La mia nascita è avvolta nell’oscurità, come posso saperlo? Ero ancora un ragazzo: gli altri della famiglia erano già uomini e donne. I miei presunti genitori erano vecchi. In un caso come il mio tutto è possibile.

vendale: Avete mai dubitato –

obenreizer: Bah! Sono qui al mondo. Cosa importa come ci sono arrivato?

vendale: Ma almeno siete svizzero?

obenreizer: Come faccio a saperlo? Se vi chiedessi: “Ma almeno siete ingle-se?”, come lo sapreste?

vendale: Da ciò che mi è stato detto fin dall’infanzia.

obenreizer: Voi credete a ciò che vi è stato detto fin dall’infanzia? – Bene! Per farla breve – anche io mi fiderò di quel che mi è stato detto dall’infanzia. (Ricomincia ad andare avanti e indietro per la stanza).

vendale: Non avete ricordi della vostra infanzia?

obenreizer (continua ad andare avanti e indietro): Ho il ricordo della fame; ho il ricordo del freddo; ho il ricordo del bastone! Ecco la biografia dei miei primi giorni. Potete provare compassione o ridere di me: fate ciò che volete e poi dimenticate tutto ciò che mi riguarda il più presto pos-sibile. Vent’anni fa vi avrei pregato di farmi l’elemosina, ora vi prego solo di cambiare discorso! (Va alla finestra, apre la persiana e guarda fuori).

Page 321: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

321

vendale (parla tra sé): C’è un segreto nel suo passato. Che sia il motivo per cui Walter lo voleva vedere prima di morire?

obenreizer (chiude la persiana e si rivolge a vendale): Buio e freddo, caro il mio compagno di viaggio! Non c’è anima viva là fuori, non una stella in cielo! Il vostro fuoco langue, dobbiamo ravvivarlo. (Dalla porta chiama rivolto all’esterno) Ehi, portate legna! (Entra un inserviente e aggiunge legna al fuoco. obenreizer sta in piedi vicino alla porta e continua a par-lare tra sé e sé) Dove conserverà la ricevuta durante la notte? Se si addor-menta lo scoprirò. E se dovesse restare sveglio? Non posso correre rischi. (Prende una fiala dalla tasca interna della giacca) Gli farò bere il laudano stanotte.

un cameriere (a vendale): Avete bisogno d’altro?

vendale: No, grazie.

obenreizer: Sì, grazie! Portate una bottiglia del vostro brandy migliore (il ca-meriere esce). Il freddo è proprio pungente, nonostante questo bel fuoco – Un goccio di brandy non può certo farci male.

vendale: Temo che in un posto come questo non ne abbiano di buono.

obenreizer: Le nostre fiaschette sono vuote – meglio un cattivo brandy che niente. (Entra il cameriere con una bottiglia e due bicchieri su un vasso-io) Mettetelo qui. (Il cameriere poggia il vassoio sul tavolino vicino alla porta).

vendale (al cameriere): Avete già avuto le disposizioni per domani? (L’uomo si volta verso vendale. obenreizer, dando loro le spalle, versa del lauda-no in uno dei bicchieri che sono sul tavolo. vendale continua a parlare con il cameriere) Le guide lo sanno che domani avremo bisogno di loro per passare la montagna?

cameriere: Sì, signore.

vendale: Non dimenticate di darci la sveglia molto presto.

cameriere: Alle quattro, signore?

vendale: Alle quattro. (Il cameriere esce. obenreizer porge a vendale il bran-dy drogato).

obenreizer: Voi che ve ne intendete, bevetelo e ditemi com’è. (vendale beve) Non molto buono, vero?

Page 322: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

322

vendale: Ha un retrogusto amaro – non mi piace!

obenreizer (gli toglie di mano il bicchiere): Ce n’è ancora un goccio sul fon-do – ora lo assaggio. (Avvicina il bicchiere alle labbra) Puah! Brucia! Avete ragione, è davvero cattivo! (Butta ciò che avanza nel fuoco).

vendale: Il tempo trascorre veloce, non è vero? Che ora fate? Il mio orologio si è fermato.

obenreizer: È molto tardi. Dobbiamo riposarci almeno un po’ prima di par-tire. Vi voglio chiedere un’ultima cosa prima di ritirarmi in camera mia: quando viaggiate chiudete la porta a chiave durante la notte?

vendale: No! Dormo molto profondamente.

obenreizer: Dormite così profondamente? Che fortuna!

vendale: Non certo una fortuna per tutti gli altri della locanda, se mi si do-vesse dare la sveglia bussando ad una porta chiusa! Se il cameriere potrà entrare a svegliarmi, non disturberò gli altri ospiti della locanda.

obenreizer: Capisco. Anch’io lascerò la porta aperta, ma permettetemi che vi dia un consiglio, da svizzero quale sono: quando viaggiate in questo Paese tenete sempre i documenti – e ovviamente il denaro – sotto il cu-scino. Sempre sotto il cuscino!

vendale: Non siete gentile con i vostri conterranei!

obenreizer: I miei conterranei sono come la maggior parte degli uomini: la maggior parte degli uomini si prende ciò che può! Adieu. Ci vediamo alle quattro. (Esce).

vendale (si alza dal divano e ravviva il fuoco): Il mio compagno di viaggio è un tipo strano. La sua parte più strana è – ciò che ha appena detto della sua infanzia. Ora credo di intuire, per la prima volta, che cosa volesse da lui il povero Wilding, e mi sembra incredibile di non esserci arrivato prima. Sappiamo che il bambino che fu adottato fu portato in Svizzera; Obenreizer ha l’età di Wilding. Obenreizer non è sicuro che i suoi genito-ri fossero i suoi genitori. Obenreizer parla inglese con così poco accento straniero, che l’inglese potrebbe essere stata la prima lingua che ha im-parato. L’uomo che stiamo cercando è dunque quello che dorme nella stanza accanto? (Fa un giro sul palcoscenico) Mi sento la testa pesante – l’effetto del freddo, suppongo – (mette ancora legna sul fuoco e si ac-covaccia vicino per scaldarsi) le ultime volontà del povero Wilding sono sacre per me. Tutta la sua fortuna è destinata all’uomo di cui si sono per-

Page 323: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

323

se le tracce – e quell’uomo non è stato ancora trovato. Interrogherò più a fondo Obenreizer! (Ancora una volta percorre il palcoscenico a grandi passi) Sento la testa sempre più pesante. Deve essere l’effetto del brandy cattivo, non c’è dubbio – sono stato proprio sciocco a bere anche quel poco che ho bevuto. (Si ferma e riprende il corso dei suoi pensieri) Sup-poniamo che si scopra che Obenreizer è l’uomo che cerchiamo? Mi pia-cerebbe che fosse lui il vero Walter Wilding? Ci vado molto d’accordo, ma non sarei contento. Mi piacerebbe che diventasse ricco? No. Ha già ab-bastanza autorità su Marguerite così come stanno le cose e con il denaro ne acquisirebbe ancora. (Si ferma, la testa gli cade sul petto. Si risolleva con uno sforzo) Cosa vado a pensare? I miei desideri possono interferire con quelli che sono i miei doveri nei confronti del mio amico defunto? No! Accada quel che accada, farò ciò che devo. Ci ripenserò domani, a mente libera. (Si avvicina alla finestra e guarda fuori; chiude la persiana e torna a sdraiarsi sul divano) Non sono abbastanza in forma per valicare la montagna. Mi sento le gambe stanche solo a camminare per la stanza. (Si stende sul divano) Un’oretta di riposo mi rimetterà in sesto, il divano è vicino al fuoco; sento che sto per addormentarmi, resterò qui.

Chiude gli occhi. Per un po’ non accade niente sul palco, poi improvvi-samente le candele si spengono. Il fuoco rimane acceso. Ad un tratto il pesante chiavistello della porta viene sollevato con cautela. La porta si apre pian piano e obenreizer entra di soppiatto. Indossa solo i pantaloni e una camicia di flanella con il colletto sbottonato e le maniche arrotolate fino ai gomiti. Mentre avanza verso il letto il suo piede sbatte contro il tavolino. vendale si riscuote e si lancia contro di lui.

vendale: Che succede? Chi siete?

obenreizer (sorpreso, lo afferra per le spalle): Non siete ancora a letto! Allora c’è qualcosa che non va!

vendale (si libera): Cosa intendete dire?

obenreizer: Prima di tutto ditemi – siete malato?

vendale: Malato? No.

obenreizer: Ho fatto un brutto sogno che vi riguardava! Poi ho cercato di continuare a riposare ma è stato impossibile. Ero ansioso di accertarmi che foste al sicuro – e tuttavia avevo paura che avreste riso di me! Ho

Page 324: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

324

esitato un po’ davanti alla porta, e alla fine sono entrato. Son contento di vedere che il mio sogno era un sogno – Meglio che vada? Il mio fuoco si è spento come le vostre candele. Avete sonno?

vendale: Ne avevo prima che voi entraste. Ora la sorpresa sembra avermi completamente svegliato. State qui con me e fatemi compagnia, siete il benvenuto!

obenreizer: Ah! È stato un brutto sogno! Voi eravate malato – e io lottavo contro un ladro. Vedete infatti che mi ero liberato degli abiti?

vendale (indica un pugnale legato alla cintura intorno alla vita di obenrei-zer): E armato anche, vedo!

obenreizer: È un pugnale che porto sempre con me quando viaggio. Voi non avete un’arma da difesa simile a questa?

vendale: No, non ho niente del genere.

obenreizer (si avvicina al letto e getta un’occhiata al cuscino): Neanche una pistola?

vendale (si riaccascia sul divano con aria assonnata): Nessun’arma! Di nes-sun genere.

obenreizer: Voi Inglesi siete così fiduciosi! (Tasta sotto il cuscino. A parte) La ricevuta non c’è. Che l’abbia addosso?

vendale: Dove siete?

obenreizer (si avvicina al divano): Sono qui.

vendale (con aria sempre più assonnata): Ho qualcosa che volevo sempre chiedervi. Volevo chiedervela domani, ma perché non chiedervela ora?

obenreizer: Certo, perché no, se ve ne ricordate?

vendale (mentre sprofonda nel sonno): È una questione molto importante – che vi riguarda – voi sapete a cosa mi riferisco –

obenreizer: Ha a che fare con domani?

vendale: Sì – domani – (si addormenta).

obenreizer: Il laudano alla fine ha funzionato! Ora bisogna trovare la rice-vuta! Non è sotto il cuscino! Forse se n’è dimenticato e l’ha lasciata nel bagaglio? (Rovista nel baule di vendale) No! Non è qui. Forse l’ha riletta e poi l’ha lasciata in giro per la stanza? (Accende un fiammifero e si guarda

Page 325: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

325

intorno) No! Non l’ha lasciata in giro per la stanza. Deve averla addosso – a Londra aveva detto che l’avrebbe tenuta addosso. Il laudano ha avuto il tempo di fare effetto? (Guarda vendale) Sì! – Giace qui indifeso alla mia mercé, l’uomo che si è frapposto tra me e Marguerite, l’uomo che porta la mia rovina nella tasca della giacca, l’uomo la cui morte desidero ardentemente due volte! Piano – ci vuole pazienza! La locanda è isolata, ma la montagna lo è ancora di più. (Tasta la tasca del cappotto di ven-dale) L’avrà messa qui? Piano, piano – fammi sbottonare il cappotto. (Fa per sbottonare il cappotto di vendale, ma qualcuno bussa forte alla porta della camera).

cameriere (da fuori): Signori, sono le quattro!

vendale (balza in piedi): Chi è? Entrate! (Il cameriere entra. obenreizer va verso la porta, il cameriere si avvicina a vendale).

obenreizer (a parte): Deve valicare la montagna con me oggi. Sulla monta-gna lo ucciderò! (Il sipario si chiude).

SCENA SECONDA – Esterno della locanda svizzera all’alba. Gli oggetti e le persone sulla scena sono visibili solo come ombre nella nebbia. I due alti pic-chi delle montagne, bianchi di neve, sono a malapena distinguibili nell’oscu-rità. Davanti alla porta della locanda appaiono, come tante ombre, il came-riere e tre guide, jean paul, jean baptiste e jean marie.

cameriere: Dunque, amici, finalmente è giunta l’alba. Come vi sembra il tempo?

jean paul: A me sembra stabile.

jean baptiste: Secondo me è molto instabile.

jean marie: A me pare decisamente brutto.

cameriere: Decidetevi! I due signori non possono aspettare oltre.

jean paul: Io sono pronto ad attraversare la montagna con loro – se gli altri verranno con me.

jean baptiste: Io vorrei consultare mio padre, che conosce la montagna come le sue tasche.

jean marie: Io mi rendo conto da solo che sta arrivando la tempesta. Annuso

Page 326: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

326

la neve, sento l’uragano nell’aria. Non c’è somma che i due gentiluomini mi possano offrire che mi convincerà ad attraversare la montagna con loro oggi.

Entrano obenreizer e vendale, equipaggiati per scalare i monti. Li ac-compagna baptiste senior.

obenreizer (alle guide): Allora? Siete pronti finalmente?

vendale (alle guide): La mia pazienza è agli sgoccioli, sono stanco e stufo di tutti questi dubbi e ritardi.

obenreizer: Avete sentito cosa ha detto il mio amico? Ci guiderete al di là della montagna o no?

jean paul: Io sì – se anche gli altri sono d’accordo.

jean marie: Io no! Qualunque cifra mi offriate è no!

jean baptiste: Rimettiamo la decisione a mio padre che è qui. Mio padre, signori, è la guida che ha maggiore esperienza da queste parti. Conosce la montagna; conosce il tempo; ciò che dice è oro colato.

cameriere: Date retta al vecchio, signori. Garantisco per lui.

obenreizer (a vendale): Siete mai stato in Svizzera prima d’ora? Sapete cosa significa questo? Vogliono semplicemente raddoppiare il loro ingaggio – tutto qui!

vendale: Ci prendono per bambini? Stanno forse tentando di spaventarci?

obenreizer: Giudicate voi stesso! (Dà una pacca sulla spalla di baptiste se-nior) Dunque, saggio uomo delle montagne, che tempo farà oggi?

baptiste senior: Oggi ci sarà tempesta.

obenreizer (a vendale): Cosa vi avevo detto?

baptiste senior: Fioccherà tanta neve da seppellirvi in piedi, soffierà un vento tale da succhiare tutta l’aria che avete in corpo e strapparvi tutti i capelli che avete in testa. Ci saranno tuoni e fulmini. Sentirete freddo come mai in vita vostra e intorno a voi sarà buio pesto. Se siete stanchi di vivere attraversate la montagna oggi.

vendale: Parola mia, davvero ottimista!

obenreizer: Bah! – Qualche moneta in più potrebbe cambiare il suo punto di vista.

Page 327: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

327

baptiste senior: Neanche duemila monete in più cambierebbero la mia opinione! (A vendale) Avvicinatevi, per favore – però – non credevo che avreste tentato di corrompermi – ve lo dirò ancora una volta. (Indica la cima della montagna) Guardate lassù: quante cime bianche di neve con-tate attraverso la nebbia?

vendale: Due.

baptiste senior: Ce n’è una terza.

vendale: Perché io non la vedo?

baptiste senior: Perché i nuvoloni la coprono già. Quando quella cima è nascosta e le altre due si vedono ancora, bisogna stare attenti alla mon-tagna perché sta arrivando qualcosa di brutto! Avete sentito il rumore della cascata la scorsa notte? Tempesta! Vi siete accorto che le mucche erano agitate e le capre impazzite? Tempesta! Avete fatto fatica ad aprire la porta stamattina? Tempesta! Ora decidete voi il da farsi. Io vi ho avver-tito e me ne lavo le mani.

jean baptiste: Sono perfettamente d’accordo con mio padre.

jean marie: Lo avevo detto io! E prima che parlasse vostro padre!

jean paul: Neanche io posso venire con voi senza di loro.

cameriere: Cercheremo di rendervi il soggiorno il più confortevole possibile alla locanda, signori.

obenreizer: Davvero un coro meraviglioso! Prendete una decisione, Venda-le. Il vostro immortale Shakespeare dice da qualche parte: “Discretion is the better part of valour”.1 Ciò che conta di più è saper decidere!

vendale: Non mi importa che il tempo sia brutto o bello! Io non ho tempo da perdere e voglio andare avanti!

obenreizer: Non voglio che vi facciate influenzare da me, io sono un mon-tanaro e conosco questi passi alpini a menadito. Ho sentito questi poveri diavoli trattare i loro affari in questo modo centinaia di volte. Per voi è diverso, potreste essere tentato di credere a ciò che dicono. Volete che aspettiamo?

vendale: Ho già aspettato anche troppo. Ho premura di varcare la monta-gna.

1 Citazione dal dramma Enrico IV, Parte prima, Atto V, Scena IV [N.d.T.].

Page 328: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

328

obenreizer (alle guide): Avete sentito? Ha premura!

vendale (a obenreizer): Voi conoscete la montagna. Se vi assumete il rischio di passarla, lo farò anch’io.

obenreizer (alle guide): Corro il rischio come richiede il mio amico. (A ven-dale) Sono l’uomo che fa per voi! Vi guiderò io fino alla fine del vostro viaggio! Dite solo quando volete partire: sono pronto!

vendale (indica il sentiero): Ora!

baptiste senior (blocca vendale): Un ultimo avvertimento, signori. Voi non mi avete detto che volevate corrompermi. Ci sono cinque rifugi lungo il vostro percorso, superati i quali vedrete una croce di legno, e lì c’è un convento. Quando la tempesta infurierà non tentate di affrontarla. Se c’è un rifugio vicino cercate immediatamente ricovero –

obenreizer (a vendale): Cercano di tirare l’acqua al loro mulino fino all’ul-timo. Questo vecchio amico è inimitabile. Non ha ancora perso la spe-ranza di imbrogliarvi.

vendale: Siete pronto?

obenreizer: Seguitemi!

Partono. C’è grande agitazione tra le guide, che seguono per qualche pas-so i due viaggiatori e poi si fermano ai due lati del palco a guardarli con preoccupazione.

jean paul (grida nella loro direzione): Non troppo veloci, signori! Risparmia-te le energie all’inizio!

jean baptiste (grida): Non dimenticate che ci sono i rifugi!

jean marie (grida): Non correte verso la vostra rovina! Tornate indietro!

cameriere (grida) Quando cadrà la neve sondate il terreno con il bastone. Non perdete il sentiero!

baptiste senior: Risparmiate il fiato! La possibilità che quei due hanno di tenere il sentiero è la stessa che avete voi di diventare padrone della lo-canda.

cameriere: Non saprei. Comunque sono entrambi buoni camminatori.

baptiste senior: Comunque sono entrambi uomini morti! (Entra per primo nella locanda e gli altri lo seguono. La scena cambia).

Page 329: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

329

SCENA TERZA – Sul passo della montagna. Alla destra del palcoscenico, sul fondo, un ripido sentiero in discesa serpeggia attraverso le rocce innevate. Il sentiero viene verosimilmente dal convento, che non è sulla scena, e lo collega alla pista che porta oltre la montagna. La pista attraversa tutto il palcosce-nico longitudinalmente dal limite del sentiero e continua, scendendo con un forte pendio, finché si perde oltre il palcoscenico sulla sinistra. Lungo il suo lato più distante dal pubblico la pista si solleva fino all’orlo di un precipizio che si immagina molto alto, ma non si vede. Dalla parte opposta al sentiero la montagna si erge sull’altro lato dell’abisso con ripide pareti di roccia, neve e ghiaccio, che si perdono oltre lo sfondo della scena. C’è un momento di quiete nella tempesta. La neve continua a cadere. Il vento fischia con minore inten-sità. I fulmini saettano a intervalli più lunghi e il rimbombare dei tuoni si prolunga in echi che arrivano deboli da enorme distanza. Vento e tuoni con-tinuano a echeggiare in sottofondo alle voci degli attori sulla scena. Quando si apre il sipario obenreizer e vendale stanno percorrendo il sentiero che si snoda dal convento. Si fermano quando raggiungono l’inizio della pista. ven-dale con cautela guarda oltre l’orlo del precipizio.

vendale (indica il precipizio): Un altro precipizio, un baratro spaventoso! Ditemi che abbiamo ritrovato la pista!

obenreizer (con durezza): Sì, l’abbiamo trovata!

vendale: La tempesta sembra essere passata.

obenreizer: La tempesta tornerà.

vendale: Mi sento intontito e assonnato, esattamente come la scorsa notte alla locanda. Che cosa significa?

obenreizer: Significa che il viaggio è finito!

vendale: Finito? In questo passo desolato? Come può essere finito – prima che abbiamo raggiunto Milano?

obenreizer: Finito – prima che voi raggiungiate Milano. Ho promesso di gui-darvi fino al termine del vostro viaggio, e ho mantenuto la promessa. Il viaggio della vostra vita termina qui.

vendale: Cosa dite!

obenreizer: Stupido! Vi ho drogato al convento, vi ho drogato la scorsa notte alla locanda! Che stupido – io sono il ladro e il falsario. Fra un minuto sottrarrò la prova dei miei crimini dal vostro cadavere!

Page 330: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

330

vendale (confuso per effetto del laudano): Canaglia! Che cosa vi ho fatto di male?

obenreizer: Che cosa mi avete fatto? Ora vi dirò cosa mi avete fatto, George Vendale! Amo Marguerite. Ho sacrificato il mio onore, ho preso denaro che non era mio per farla vivere nel lusso! Amo Marguerite, e voi siete l’uomo che si è messo tra noi! Voi siete l’uomo che mi ha spinto a com-prare i diamanti! Voi mi avete fatto perdere il senno al punto che ho spe-so il denaro che avrebbe dovuto coprire il debito con la ditta! Voi avete causato la scoperta del buco nel bilancio! Voi in questo momento porta-te la mia rovina nella tasca del cappotto! Voi mi screditerete agli occhi di lei, se vivrete fino a rivederla! Dovete morire! Se anche aveste mille vite, dovete morire!

vendale: Statemi lontano! Vigliacco! Assassino! Andate via! Statemi lontano!

obenreizer: Assassino? Io non vi torcerò un capello! Prenderò i documenti – vi abbandonerò qui – e morirete. Posso aspettare! Tra due minuti cadrete addormentato! Dormire in mezzo a questa neve equivale a morire, e voi state già dormendo in piedi. (Si avvicina a vendale).

vendale (cerca di scuotersi dal sopore): Fermo! Allontanatevi! Dio benedica la mia Marguerite. Che non sappia mai come sono morto – state indietro e lasciate che io guardi il vostro viso d’assassino! Fatemi ricordare qual-cosa che devo ancora dirvi!

obenreizer (si ferma un attimo mentre si avvicina a vendale): Maledetto! Come mi guarda!

vendale (con ferocia – sta per ricadere nel torpore): No! No! No! Nonostante siate un farabutto devo dirvi questa cosa. Obenreizer! Il dovere di fedeltà verso chi è morto – Obenreizer! –

obenreizer: Presto, la ricevuta!

vendale: No!

obenreizer: Mi manca il coraggio – basta, non posso più aspettare. Arrende-tevi al vostro destino!

vendale: No!

obenreizer: Ora o mai più!

vendale: Mai più! (Con un ultimo sforzo spinge via obenreizer, che è davanti a lui, si lancia fino al limite della pista e si butta nel precipizio).

Page 331: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

331

obenreizer (guarda giù con un urlo d’orrore, poi si ritrae dal baratro. Il cie-lo diventa scuro, i fulmini saettano, i tuoni e il vento rimbombano con più forza. In lontananza si sentono risuonare debolmente i rintocchi delle campane del convento): È perduto! Perduto! E io con lui! (Cade sulla neve privo di sensi. Proprio in quel momento un monaco con dei cani arriva dal convento in cima al sentiero, sulla destra. Lo seguono marguerite, joey ladle e altri monaci che portano delle funi. Il monaco e margueri-te guardano nel precipizio. marguerite corre giù sulla pista e si sporge sull’orlo del baratro).

marguerite: George! – Eccolo, lo vedo! Le funi! Le funi! (I monaci corrono verso di lei con le funi. Cala il sipario).

Atto V

Sera. Una stanza in un convento di montagna. Vari ingressi sul fondale e a sinistra. Sul fondale anche una porta apparentemente di solida quercia coperta di borchie. Non ha maniglia, né serratura. Un meccanismo in-visibile la apre dall’interno. Ci sono due sedie e un tavolo con sopra una lampada e l’occorrente per scrivere. Più in là un secondo tavolo e un’altra sedia. Entra un monaco che introduce l’avvocato bintrey, seguito da joey ladle. Dopo il loro ingresso il monaco esce.

bintrey: Allora, Mastro Joey, ditemi cosa sta succedendo! La mia vita profes-sionale è stata rivoluzionata. Vengo scaraventato dal treno in una regione selvaggia, portato sulla montagna da un mulo, e condotto in convento da un monaco. Tutto perché Miss Marguerite ha deciso di seguire George Vendale in Svizzera e di farsi guidare da voi in questa avventura!

joey: Come avete capito che è proprio questo ciò che è accaduto, Mr. Bin-trey?

bintrey: Semplice! Mi ha portato fin qui una lettera di Miss Marguerite, con la quale mi informava che Mr. Vendale era stato vittima di un terribile in-cidente, e mi implorava di raggiungerla. Avrebbe potuto scriverla se non lo avesse seguito? – E avrebbe potuto seguirlo senza di voi?

joey: Se queste sono le vostre conclusioni, Mr. Bintrey, il padron George non

Page 332: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

332

sarebbe vivo se non fosse per me. Venni quaggiù per accompagnare Miss Margaret, ed è lei che lo salvò. Le corde dei soccorritori erano troppo deboli per reggere gli uomini, così lei si calò nell’abisso e lo strappò alla morte.

bintrey: Pensate che Mr. Obenreizer sia coinvolto nella vicenda?

joey: Lo trovammo disteso sulla neve vicino al precipizio, se questo significa essere coinvolto.

bintrey: morto?

joey: Svenuto, signore.

bintrey: Curioso, come minimo. Quando Mr. Vendale fu portato su, dicesti –

joey: Mi espressi male, signore. Pensai che il padron George fosse morto, perché non sentii nulla quando lo toccai. Le mie dita erano paralizzate dal freddo e i miei sensi paralizzati dalla paura; quando tentai di sentire il suo cuore, probabilmente lo cercai dalla parte sbagliata.

bintrey: Sì, certo – ma non cogli il senso di ciò che voglio dire. Torniamo a Mr. Vendale. Sta già abbastanza bene per viaggiare?

joey: Mi hanno detto di sì, signore: domattina potrà uscire dal convento.

bintrey: E Miss Marguerite?

joey: Miss Margaret sarà pronta per viaggiare, signore, quando il padron George sarà pronto per viaggiare, non prima.

bintrey: Sicuro! La meta del loro viaggio sarà la chiesa più vicina. È tutto abbastanza chiaro, ma ho le idee un po’ confuse su alcuni aspetti della storia. Dove si trova ora Mr. Obenreizer?

joey: Mr. Openrazzo è stato per tutto questo tempo nel convento, signore.

bintrey: Stai scherzando! In compagnia degli altri due?

joey: No, signore, gli altri due erano lontani da lui e tra loro. Donne e uomini non possono vivere insieme qui; per salvaguardare la salute del padron George hanno fatto in modo che Mr. Openrazzo non lo incontrasse.

bintrey: Per la sua salute, eh?, non perché Obenreizer fosse stato il suo com-pagno di viaggio –

joey: Io capisco perfettamente ciò che intendete dire, signore. La mia opi-nione su Mr. Openrazzo non è migliore della vostra, ma è tutta basata su

Page 333: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

333

congetture – non c’è niente che possiamo provare contro di lui. È stato riportato qui senza forze come il suo amico, e per il suo amico si è fer-mato al convento.

bintrey: Joey, da quando è qui Mr. Vendale ha detto qualcosa di strano?

joey: No, signore.

bintrey: Ha scritto qualche messaggio, o vi ha affidato qualche missiva per Marguerite?

joey: No, signore, ma pare avere qualcosa in mente.

bintrey (a parte): George Vendale ha da dire qualcosa che si può comuni-care solo al proprio avvocato. Il motivo per cui sono stato convocato è un segreto. (A voce alta) Se Mr. Vendale non ha difficoltà, sono pronto a vederlo anche subito.

joey: Vado e indago, signore. Prima però posso permettermi di farvi una do-manda? Quando lasciaste Londra, Mr. Bintrey, come stava quel tesoro di donna di Miss Goldstraw?

bintrey: Come stava? Come sta. Ho una sorpresa in serbo per voi! Miss Gold-straw era davvero in ansia per Miss Marguerite, che sapeva in questo strano luogo. Ha deciso di seguirmi, dunque, per offrire i suoi servigi alla giovane; secondo la mia personale opinione, però, siete voi il vero moti-vo di questo viaggio, Mastro Joey.

joey: Non c’è alcun dubbio, Mr. Bintrey!

bintrey: Perbacco, non è una sorpresa allora! Sembra che abbiate aspettato quella donna per tutto questo tempo!

joey: Naturalmente! Se io non fossi ritornato da lei, lei avrebbe venuto da me.

bintrey: Ah, ve lo fa dire la vostra esperienza con le donne?

joey: No, solo la mia esperienza con Miss Goldstraw. Non potete aver viag-giato sin qui, signore, in compagnia di quella donna meravigliosa senza notare che usa bellissime frasi. Ebbene! Io ho fatto un ulteriore passo in avanti, ho impresso le sue frasi nella mia mente. Quali erano le parole precise – quelle che mi disse l’ultima volta che la vidi a Cripple Corner? Ah, sì – “La separazione di un uomo e di una donna è una cosa molto seria. Prima tornano insieme, meglio sarà per entrambi”. Questa sì che è una bella frase! E quali conseguenze pratiche può avere? Io non posso

Page 334: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

334

andare da Miss Goldstraw, d’accordo, Miss Goldstraw verrà da me. (En-tra sally).

bintrey: Di nuovo la vostra capacità profetica, Mastro Joey!

sally: Il mio arrivo è stato preannunciato, signore? Perché se così fosse me ne andrei via di nuovo! Immediatamente!

bintrey: Permettetemi di darvi il braccio.

joey: Ancora una parola, Mr. Bintrey, prima di portarmela via.

bintrey: Cosa ci volete dire?

joey: Quando arriveremo al primo centro abitato assisteremo a due matri-moni. Padron George sposerà Miss Margaret. Ma chi sposerà Miss Gold-straw?

sally: Non siate indiscreto, Mr. Joey!

joey: Torno a dire: chi sposerà Miss Goldstraw?

bintrey: Ho paura che sarete voi a farlo!

joey: Perché dunque Miss Goldstraw esce di qui con voi e non con me?

sally: Abbiate un po’ di pazienza, Mr. Joey, e uscirete con me per il resto della vostra vita.

bintrey: Non dovete monopolizzare vostra moglie prima che lo diventi. È già abbastanza deplorevole monopolizzare dopo una donna così adorabile.

sally: E per di più, Mr. Joey, dovreste ricordarvi che “un uomo non dovrebbe lasciare troppo spazio ad una donna, o rischia di ritrovarsi da solo all’al-tare”.

joey: Grazie, signorina, ciò che dite mi soddisfa a sufficienza. Avete sentito, Mr. Bintrey? Questa sì che è una frase! Imprimetela nella vostra mente e comportatevi di conseguenza per il resto della vostra vita (cerca di ri-petere) “Una donna non dovrebbe lasciare troppo spazio ad un uomo o rischia di ritrovarsi da sola all’altare”. Dio, com’è vero!

obenreizer (dall’esterno): In questa stanza, padre? Va bene!

joey: Ecco Mr. Openrazzo, mellifluo come sempre. (Entra il primo monaco con obenreizer. Il monaco porta con sé un grande libro, obenreizer una pesante borsa piena di denaro, che poggia sul tavolo. joey conduce sally verso l’uscita dal palco). Laggiù! Laggiù c’è Miss Margaret. Andate

Page 335: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

335

da lei (sally esce di scena. joey rimane, bintrey si rivolge ad obenrei-zer).

bintrey: Cosa? Mr. Obenreizer è diventato tesoriere!

obenreizer: Felice di rivedervi. Ho saputo del vostro arrivo, Mr. Bintrey. Che pia-cere! Siete venuto per vedere Mr. Vendale? Tranquillizzatevi per il vostro ami-co. Presto starà bene esattamente come prima. Siete qui per affari, vero?

bintrey (seccamente): Impossibile da dire fino a che non abbia parlato con Mr. Vendale.

obenreizer: Ah! La faccenda non è così semplice come sembra! Io, il suo compagno di viaggio, quello che ha condiviso con lui gli stessi pericoli, non ho avuto ancora il permesso di vederlo.

monaco (rivolto a obenreizer): Proprio perché hai condiviso gli stessi peri-coli con lui, figliolo, la tua presenza glieli ricorda. Questo è il motivo per cui abbiamo esitato a fartelo incontrare per primo. (Rivolto a bintrey) Voi, signore, che invece gli ricordate la sua casa, potete vederlo subito. Sarà compito vostro preparare Mr. Vendale ad incontrare quest’altro amico (indica obenreizer). Accompagnatelo qui quando sarà pronto. (bintrey si inchina).

joey: Vi mostro la strada, se volete, signore.

bintrey: Va bene, Mastro Joey, vi seguo.

joey e bintrey escono.

obenreizer (guarda bintrey uscire): Che cosa può volere qui? Chi l’ha man-dato a chiamare?

monaco: Figliuolo, hai dovuto aspettare tanto tempo per prendere la mano del tuo amico.

obenreizer (a parte): Ho aspettato tanto tempo per prendermi la ricevuta.

monaco: La tua pazienza sarà presto premiata. Lo vedrai stanotte. Nel frat-tempo ti dovrai accontentare della mia compagnia, come hai fatto con gentilezza finora.

obenreizer: Non potrei desiderare miglior compagnia. Nessuna può essere edificante come la vostra. (Guarda verso la porta nel muro) Perdonatemi, sapete dove conduce quella porta?

Page 336: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

336

monaco: Perché me lo chiedi?

obenreizer: Quella porta mi confonde ogni volta che la osservo. Non c’è ma-niglia, né serratura, non c’è chiave, né chiavistello. E quando mi avvici-no, e mi metto in ascolto, sento il ticchettio di un orologio che proviene dall’interno.

monaco: Hai sentito bene. C’è un orologio in quella stanza.

obenreizer: Lì c’è una stanza?

monaco: Sì, la camera blindata del convento. La porta si apre con un mec-canismo ad orologeria. Uno dei nostri fratelli ha concepito l’idea e l’ha realizzata con le sue mani. Finché l’orologio all’interno non scandisce l’ora che io stesso ho impostato nessuno può aprire la porta. Solo allora si spalanca. Questa è la camera blindata più sicura del mondo.

obenreizer: Ma che cosa ve ne fate? Se voi foste gioiellieri o banchieri –

monaco: Non siamo forse i banchieri dei poveri? E quel denaro non dev’es-sere messo al sicuro? Del resto conserviamo nella nostra camera blinda-ta molte cose preziose ed insostituibili.

obenreizer: State parlando forse delle reliquie dei santi, ad esempio?

monaco: Ssh, ssh, figliuolo, io sto parlando seriamente. Quando un viaggia-tore muore su questa montagna, i documenti che gli si trovano addosso vengono conservati qui finché qualcuno li reclama.

obenreizer: Dovete avere una bella collezione di carte da mandare al ma-cero!

monaco: Prima o poi quei documenti vengono richiesti.

obenreizer: Sia da stranieri che da Svizzeri?

monaco: Sì. In questo momento non abbiamo niente che appartenga a degli stranieri, eccetto i documenti “Vendale”.

obenreizer (a parte): I documenti “Vendale”!

monaco: Non si può prevedere quando potranno essere reclamati.

obenreizer (a parte): La ricevuta contraffatta deve essere lì! (Entra un con-verso del monastero).

converso: Padre, la signorina inglese desidera parlare con voi.

monaco: Ora no! Potrò parlare con lei solo dopo le sei in punto. (Il converso del monastero esce).

Page 337: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

337

obenreizer: Dopo le sei – (guarda l’orologio) perché non ora? Manca solo un minuto –

monaco: Fra un minuto la porta si aprirà e metterò al sicuro il registro e il denaro. (Indica la borsa sul tavolo) L’orologio è predisposto per le sei. Raramente modifichiamo l’orario in cui la porta si apre. Le nostre abitu-dini sono regolari. Azioniamo e modifichiamo il meccanismo in poche, straordinarie occasioni.

obenreizer (con l’orologio in mano): Le sei in punto!

La campana del convento batte le sei. All’ultimo rintocco il monaco indi-ca la camera blindata, che si apre silenziosamente. All’interno della stan-za c’è una cassa di legno, al centro della quale c’è un grande quadrante bianco con una sola grande lancetta senza l’usuale protezione di vetro. La luce della lampada appesa al soffitto cade proprio sul quadrante e mostra l’interno della camera blindata che contiene molti libri antichi e pochi documenti sparsi qui e là sulle mensole.

obenreizer: Meraviglioso!

monaco (spiega il meccanismo dell’orologio): – e così semplice nel suo fun-zionamento! Quell’unica lancetta ruota attorno al quadrante. Noi la po-sizioniamo in modo che regoli l’orologio e di conseguenza apra la por-ta all’ora esatta e nell’esatto minuto in cui noi desideriamo che si apra. Una volta che si richiude, nessuno potrà riaprirla fino a che arriverà il momento stabilito. Solo allora la porta si spalancherà da sola. Mettiamo queste cose al loro posto.

Non appena il monaco si volge verso il tavolo per prendere la borsa con il denaro, obenreizer sposta la lancetta dell’orologio di cinque minuti, poi si affretta verso il monaco, e gli prende la borsa dalle mani.

obenreizer: Non affaticatevi, ci penso io. (Ripone la borsa nella camera blin-data).

monaco (prende il libro): Sarebbe meglio che muovessi la lancetta dell’oro-logio. Potrebbe essere necessario aprire domani prima della partenza di – (obenreizer chiude la porta improvvisamente) Cosa hai fatto?

obenreizer: Perdonatemi! La mia goffaggine non ha scuse. Mi stavo appog-giando alla porta e –

Page 338: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

338

monaco: – e il mio libro è stato lasciato fuori. La lancetta dell’orologio dove-va essere spostata, ma ora la porta non si aprirà sino alle sei di domani sera!

obenreizer (a parte): Si aprirà fra cinque minuti.

monaco: Ora non si può rimediare. (Batte con la mano sulla fronte di oben-reizer) Ah, sei proprio uno scriteriato! Vado dalla signorina. Abbi cura del libro. Quello è al sicuro, ma i documenti – i documenti! (Esce).

obenreizer: I documenti! Non c’è dubbio su cosa siano! (Guarda l’orologio) Manca solo un minuto. La ricevuta contraffatta e la corrispondenza con Defresnier sono lì. (Guarda verso la camera blindata) Ecco! Ora! (La por-ta si apre nuovamente, l’uomo entra ed esce con i documenti) Li ho presi! Cosa è questo? – Non è la ricevuta! (Guarda meglio) “Documenti Venda-le” – Nessuna corrispondenza dalla ditta svizzera! Conosco bene quelle carte. Nessuna traccia di quelle dannate lettere – nessuna traccia della ricevuta! (Cerca in mezzo ai fogli che ha per le mani) “Dieci anni fa – tre anni fa” – niente che riguardi l’oggi. (Sta per buttare i documenti, furioso per la delusione, quando uno di questi attira la sua attenzione) La con-ferma di una data – Mille Ottocento e – Cosa! – venticinque anni fa? Cosa diavolo è? “Marito e moglie! Certificato di morte!” Ho capito! (Guarda più da vicino, esamina le altre carte. Si sentono voci provenienti dall’ester-no. Nasconde i documenti nella sua tasca e chiude immediatamente la porta) Vendale! Ora sono pronto ad incontrarti!

A sinistra entrano vendale e bintrey. marguerite entra dalla porta sul lato opposto.

vendale: Marguerite!

marguerite: George! Finalmente sei salvo. (Si butta fra le sue braccia).

obenreizer: Marguerite! Non mi rivolgi neppure la parola?

vendale (marguerite fa un passo verso obenreizer, vendale si mette fra loro) Un momento, Marguerite! Mr. Obenreizer, so che avete chiesto ri-petutamente di vedermi, e domani mattina il nostro soggiorno nel luogo che ci ha ospitato finirà. Vi ho voluto incontrare insieme alla vostra pu-pilla perché ho una faccenda di cui parlare con voi.

obenreizer: Di cosa si tratta?

Page 339: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

339

vendale: Abbiamo già discusso a Londra del mio matrimonio con Made-moiselle Marguerite. Ritornando ora su quell’argomento, vi devo chie-dere di considerare quanto è avvenuto nel frattempo. Il mio obbiettivo è concludere un accordo definitivo con voi. Mr. Bintrey mi rappresenta e vi dirà qual è la mia proposta.

obenreizer: Marguerite, dal tono di Mr. Vendale non riesco a capire se ho davanti a me un amico o un nemico. Quel che mi importa è sapere se il vostro sentimento di rispetto nei miei confronti sia in qualche modo cambiato.

marguerite: Il mio rispetto per voi –

vendale (la ferma): Un momento, Marguerite.

obenreizer: Signore!

bintrey: Mr. Obenreizer, quando sarete pronto lo sarò anche io –

obenreizer (a parte, osserva vendale e marguerite): No, non ha avuto modo di vederla e di raccontarle tutto.

bintrey (esibisce un foglio e lo sventola sul viso di obenreizer): Tutto ciò che vi chiediamo è una firma su questo documento. Se vi degnerete di leg-gerlo, vedrete che riguarda l’autorità che avete sulla vostra pupilla e che si spiega da solo.

obenreizer (prende il foglio, ma dopo un attimo lo restituisce senza averlo let-to): Mr. Bintrey, l’entusiasmo che mettete nella vostra professione vi por-ta fuori strada. Per la questione su cui stiamo discutendo non c’è bisogno di alcun documento ufficiale. Mr. Vendale e io ci capiamo benissimo. Nel-la passata occasione alla quale Mr. Vendale si riferiva (rivolto a vendale) abbiamo già raggiunto un accordo: avrebbe potuto sposare la mia pupilla quando avesse raddoppiato i suoi guadagni. Li avete raddoppiati?

vendale: No.

obenreizer: Allora non si può discutere fra noi di matrimonio. Mr. Bintrey, rimettete pure in tasca quel foglio.

bintrey (a parte): Questo foglio vi distruggerà!

vendale: Mr. Obenreizer, mi costringete ad insistere sulla questione del ma-trimonio.

obenreizer: Insistere è una brutta parola, Mr. Vendale. Vi consiglio di ritirar-

Page 340: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

340

la. (A marguerite) Lascerò il convento domani e voi, Marguerite, verrete con me, sotto la mia tutela.

vendale: No!

obenreizer: No? (Cerca di controllarsi) Marguerite, sono certo che non avete dimenticato ciò che vi dissi l’ultima volta che parlammo del vostro ma-trimonio.

marguerite: Non l’ho dimenticato.

obenreizer: Le mie esatte parole furono: “Se vi dico di aspettare, a prescinde-re da ciò che possa dire Mr. Vendale, aspetterete fin quando ve lo dirò”.

marguerite: Allora George non aveva rischiato di morire e io non avevo di-viso il pericolo con lui. Ora –

obenreizer: Ora? –

vendale: Si rifiuta di ubbidirvi.

obenreizer: Rompe la sua promessa?

vendale: Una promessa che le era stata estorta.

obenreizer: Sfida l’autorità che mi dà la legge –

bintrey (si frappone): Mr. Obenreizer –

obenreizer: Non ci può essere che un motivo per un comportamento del genere!

marguerite: Non c’è che un motivo: lo amo!

obenreizer: Lo amate? Ah, Marguerite, avete già pronunciato un’altra volta queste parole. Non era necessario ripeterle e colpirmi ancora. La mia pa-zienza è agli sgoccioli. Conoscete davvero l’uomo che amate? Quell’uo-mo è un impostore. (Prende dalla tasca i documenti “vendale”).

vendale (si riscuote): Cosa volete dire?

obenreizer: Sì, Marguerite! Un impostore in abiti da gentiluomo.

vendale: Che cosa?

obenreizer: Non permetterò alla mia pupilla di buttarsi via con un uomo come voi! Fino alla maggiore età sarà sotto la mia tutela e dovrà ubbidir-mi. Mr. Bintrey, voi che avete la passione per i documenti, ecco quelli che provano ciò che dico: esaminateli. (Gli porge le carte).

Page 341: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

341

bintrey (leggendo balza in piedi): Cosa – ? È impossibile!

obenreizer: Tre anni fa un gentiluomo inglese morì su queste montagne, i documenti che aveva con sé furono conservati qui dai monaci.

vendale: Come ne siete venuto in possesso?

bintrey (solleva lo sguardo dai documenti): Questo non ci interessa – Andate avanti.

obenreizer: Il più antico di questi documenti è di venticinque anni fa. Fu scrit-to da una donna inglese che viveva in Svizzera, vedova, senza figli. Adottò un bambino da un orfanotrofio londinese e lo portò in questo Paese.

marguerite: Che cosa ha a che fare George con tutto questo?

obenreizer: Qualche tempo dopo la vedova si risposò. Suo marito, per l’amore che provava per il bambino, gli volle dare il suo cognome e lo adottò a sua volta come figlio. Il ragazzo non conobbe mai l’umiliazione di sapere quali fossero le sue origini, visse convinto di essere il figlio della coppia che lo aveva adottato. (A bintrey) Giusto, Mr. Bintrey?

bintrey: Assolutamente.

marguerite (a Bintrey): George ha qualcosa da temere da tutto questo?

obenreizer (a Bintrey): Siete abbastanza calmo, Mr. Bintrey, per rispondere in maniera professionale ad un’altra domanda? Che cosa è legalmente necessario per chiudere la pratica?

bintrey: Bisogna produrre un documento che provi se i genitori adottivi sono vivi o morti.

obenreizer (produce un altro documento): Qui c’è la prova che sono entram-bi morti. Cos’altro è necessario?

bintrey: I nomi e gli indirizzi di testimoni, che possano confermare l’identità.

obenreizer: Eccoli!

bintrey: Ora non manca nulla. (A vendale) George, preparatevi a un forte shock.

vendale: Il nome! Il nome della vedova, che portò il bambino in Svizzera.

obenreizer: Mrs. Miller!

vendale (a bintrey): È il nome che voi ed io abbiamo trovato nel registro dell’Orfanotrofio!

Page 342: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

342

bintrey: Esatto! Abbiamo trovato l’uomo che cercavamo!

marguerite: Oh, George! George, che sta succedendo?

vendale: Niente, amore mio, che io non sospettassi già. (A obenreizer) Voi siete il vero Walter Wilding, voi siete l’uomo che cercavamo.

obenreizer (si inchina davanti a lui e parla in tono ironico): Chiedo scusa, Mr. Vendale, non ho questo onore. Voi siete quell’uomo! (Tutti si alzano in piedi).

vendale: È pazzo?

bintrey: È tutto vero.

obenreizer: L’uomo che voi amate, Marguerite, non ha né una posizione né un nome.

vendale: Marguerite! –

obenreizer: È un bastardo tirato su dagli istituti di carità.

marguerite (si butta tra le braccia di Vendale): George, non ti ho mai amato come ti amo in questo momento!

bintrey: George Vendale è anche qualcos’altro, Mr. Obenreizer. È un uomo il cui reddito voi avete appena raddoppiato. Grazie alle vostre accurate ricerche egli eredita infatti l’intera fortuna del defunto Mr. Wilding.

obenreizer: Che dite?

bintrey: Rispettate i vostri impegni. Ricordate la vostra promessa! I beni di Mr. Vendale sono raddoppiati ed egli reclama sua moglie. Firmate!

obenreizer: Mai! Marguerite è sotto la mia giurisdizione. Sono ancora il suo tutore e – (avanza verso di lei con l’intenzione di portarla via).

marguerite: George!

vendale (si mette tra lei e obenreizer): Non aver paura, amore mio! Dovrà accettare prima o poi questa amara sconfitta.

bintrey: Mr. Obenreizer se ne farà subito una ragione.

obenreizer: Non credo proprio!

vendale: Non costringetemi ad obbligarvi a firmare.

obenreizer: Obbligarmi? (vendale estrae dalla tasca la ricevuta falsificata e gliela mostra in silenzio. obenreizer bisbiglia) La ricevuta contraffatta!

Page 343: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

343

vendale (bisbiglia): Che cosa ne è ora della vostra autorità su di lei?

bintrey (gli porge il documento): Firmate?

obenreizer (a vendale) Lei sa?

vendale: Lei non sa.

obenreizer: Lo saprà mai se firmo?

vendale: Mai! (vendale brucia la ricevuta alla fiamma di una candela, men-tre obenreizer firma il documento).

bintrey (a parte, prende il documento firmato): Il mio foglio alla fine ha avu-to la meglio su di voi!

obenreizer (lontano dagli altri): Così finisce il sogno della mia vita! (Prende la fiala di laudano dalla tasca interna della giacca e di nascosto beve il veleno. joey e sally arrivano dal fondo del palcoscenico).

marguerite (a vendale): Che cosa significa tutto questo?

obenreizer: Significa, Marguerite, che siete libera.

marguerite (a vendale): Libera?

vendale: Sì.

marguerite: Guardatelo, George. È forse sbagliato il sentimento che sento e che mi spinge a voler dimenticare il passato? (vendale fa un passo indietro e le fa cenno di andare a parlare con obenreizer. La ragazza si avvicina per un attimo; i due si guardano in silenzio. marguerite gli si rivolge con dolcezza) Sto per iniziare una nuova vita, una vita felice. Desidero dirvi qualcosa di più che addio. Se mai vi ho fatto torto, anche solo nel pensiero, perdonatemi. Se mai voi avete fatto torto a me – per amore del mio Geor-ge, vi perdono. (obenreizer la guarda in silenzio) Perché tacete?

obenreizer: Una volta vi ho fatto paura. Avete paura di me ora?

marguerite (gli prende la mano): Mi guardate in un modo davvero strano –

obenreizer: Vi guardo per l’ultima volta. (Le forze lo abbandonano, barcolla. vendale e bintrey si fanno avanti per sorreggerlo). (A vendale) Voi non toc-catemi! (Fa appello alle sue ultime energie). (A bintrey) A voi grazie! Addio!

Esce di scena.

SIPARIO

Page 344: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 345: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

345

un regalo che viene da lontano

Il termine che mi viene in mente per definire il cammino fatto con Vicolo cieco è “avventura”. Come per ogni percorso avventuroso, infatti, c’è all’inizio un gruppo di persone che, spinte dalla curiosità, si mettono alla prova ed esplorano ciò che non conoscono.

In queste occasioni c’è sempre qualcuno che propone una meta da rag-giungere. In questo caso sono stati Sante Maurizi, Lucia Angelica Salaris e Loredana Salis a proporre di festeggiare Charles Dickens a duecento anni dalla sua nascita, traducendo per la prima volta in italiano tutte le opere tea-trali di uno dei più famosi scrittori del Regno Unito. L’impresa richiedeva un impegno collettivo: la casa editrice Angelica, l’Università di Sassari, la Com-pagnia teatrale “La Botte e il Cilindro”, il Liceo classico “Canopoleno”, alcune studiose e insegnanti della lingua inglese, un docente universitario di chiara fama come il prof. Giuseppe Serpillo hanno unito le loro energie. In parti-colare, per noi del “Canopoleno”, che da molti anni organizza un laborato-rio teatrale, finanziato dall’Assessorato alle politiche giovanili del Comune e aperto anche a studenti di altre scuole cittadine, e per i registi Sante Maurizi e Daniela Cossiga, geni e anima del laboratorio, la scommessa, ardita, è stata mettere in scena No Thoroughfare, trascrizione teatrale di Dickens e Collins di un precedente racconto di quest’ultimo, mai pubblicata in italiano.

Prima di lavorare sul palco, però, sarebbe stato necessario tradurre il testo inglese. L’idea ci è piaciuta subito: era una sfida e poteva essere affrontata con gli alunni di diversi istituti superiori, esattamente come il laboratorio teatrale.

I ragazzi hanno accettato subito la proposta, d’istinto, anche loro per spi-rito di avventura. Erano incuriositi dalla novità di dover affrontare, per una volta, un testo che avrebbe potuto vivere sulla scena, e che per primi avreb-bero reso in italiano; al tempo stesso erano rassicurati dalla loro quotidiana abitudine a tradurre. Dickens poi non era uno sconosciuto, era l’autore di Oliver Twist e di uno dei racconti più noti e amati dai bambini, quel Canto di Natale che tutti loro avevano letto o visto nelle sue numerose riduzioni. I traduttori sono alunni del Liceo scientifico “G. Spano” e dei Licei classici “D.A. Azuni” e “Canopoleno” di Sassari.

Page 346: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

346

La prima lettura del testo è stata molto divertente. I personaggi e le loro battute sono spesso ironici, Dickens cattura con il suo humour e con le at-mosfere della Londra vittoriana. La storia inizia in un Orfanotrofio dove una madre è costretta dalle convenzioni ad abbandonare il suo figlioletto; tra i protagonisti ci sono donne e uomini buonissimi, onesti fino al midollo, e anche chi è pronto ad uccidere per ottenere ricchezza e amore.

Tradurre non è stato facile. Il dilemma è sempre lo stesso, fin dai tempi dell’Iliade e dell’Odissea: quanto discostarsi dal testo? La nostra risposta è stata semplice, banale: quel poco necessario a non tradire l’autore e render-ne lo spirito in buon italiano. Mettere insieme tutto il materiale, amalgamar-lo, è stato coinvolgente, ci ha spinto a cercare, a trovare soluzioni, a confron-tarci: è stata appunto un’avventura tra le parole. I traduttori hanno dovuto decidere se i protagonisti dovessero rivolgersi gli uni agli altri con il Lei o con il Voi, se il personaggio femminile che apre il primo atto dovesse chia-marsi “la Dama velata” o “la Signora”, se l’Avvocato Bintrey dovesse essere semplicemente Mr. Bintrey; perfino per il titolo le opzioni erano due, Senza uscita e la preferita Vicolo cieco. Ci si è trovati a dover risolvere modi di dire o giochi di parole. “Too civil by half”, commenta Bintrey al primo apparire sulla scena di Jules Obenreizer: d’istinto non gli piace, anche se ancora non sa che è un uomo dall’animo oscuro, che aspira a salire ad ogni costo tutti i gradini della scala sociale. “Troppo cerimonioso per i miei gusti” è stata la nostra soluzione.

È stato difficile, invece, rendere il modo in cui proprio il nome di Obenreizer viene distorto dal cantiniere Joey in “Openrazor”: in inglese infatti l’assonanza è piena di significato perché davvero il personaggio è un rasoio aperto, pronto a tagliare e ferire. I giovani attori che nei diversi atti hanno impersonato Joey hanno semplicemente modificato il suo nome, pronunciandolo con disgusto. Nella traduzione di Vicolo cieco proposta in questa pubblicazione si è alla fine scelto il nome Openrazzo, che conserva l’effetto comico della distorsione fatta da Joey e la connotazione negativa del personaggio.

In difficoltà di questo tipo siamo però in buona compagnia: solo la po-stura dell’attore e il tono della battuta hanno reso per millenni la densità del nome del soldato fanfarone di Plauto, l’intraducibile Pirgopolinice, colui che abbatte torri e città.

Il lavoro sul palco è stato anch’esso avventuroso, nella distribuzione del-le parti, nella memorizzazione, nell’organizzazione delle scene corali, nella soluzione degli ambienti.

Il plot di Vicolo cieco è avvincente, dinamico, come è tipico dell’autore. È prevedibile, ma allo stesso tempo sorprendente. I personaggi, ben carat-terizzati, immutabili nel corso della storia, hanno reso più facile l’identifica-

Page 347: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

347

zione, anche se la prevalenza nel testo di protagonisti maschili in un gruppo a maggioranza femminile ha posto qualche problema.

Charles Dickens diceva che la storia di un ragazzo è la migliore che si possa raccontare. A duecento anni dalla sua nascita un gruppo di ragazzi ha letto con entusiasmo, tradotto e poi raccontato a sua volta una delle sue storie dal palcoscenico di una città italiana.

Dickens in pieno ’800 ha scritto qualcosa che piace anche a chi è più giovane di lui di duecento anni: per questo è un classico e, per citare Calvi-no, “non ha mai smesso di dire ciò che deve dire”. I nostri studenti si sono divertiti e lo hanno amato.

Abbiamo quindi fatto bene ad avventurarci, a tradurre questo testo e a lavorare per metterlo in scena. L’avventura, come a volte accade, è terminata con il ritrovamento di un bellissimo tesoro.

Il video dello spettacolo è disponibile su Youtube (digitare “No thorou-ghfare-Liceo Canopoleno/Botte e cilindro).

I 30 ragazzi che hanno partecipato alla messa in scena, veri artefici del successo del viaggio, insieme ai compagni che hanno tradotto, sono alunni dei Licei classici “D.A. Azuni” e “Canopoleno”, dell’I.T. Geometri “Devilla”, del Liceo Magistrale “M. di Castelvì”, dell’I.P.I.A, dei Licei Scientifici “G. Mar-coni” e “G. Spano” e dell’Università di Sassari. Non avrebbero avuto questa incredibile opportunità se le istituzioni cittadine non avessero creduto nel progetto. Grazie quindi ad Alessio Marras, assessore all’Istruzione e alle po-litiche giovanili e al Sindaco Gianfranco Ganau, che hanno scommesso sulla vitalità e la voglia di imparare dei nostri giovani. Grazie alla professoressa Maria Grazia Penco Sechi che ha condiviso con noi l’amore per Dickens e per le traduzioni. Grazie ai Dirigenti Scolastici delle loro scuole e ai loro in-segnanti che li hanno sostenuti.

C’è stato chi ci ha aiutato in tutto il percorso con le conoscenze tecniche e i consigli preziosi. Grazie alle professoresse Milena Tanca, M. Cristina Des-santi, Marcella Cabras e Jaquie Gunn.

La messa in scena di Vicolo cieco non sarebbe stata possibile senza la straordinaria regia di Sante Maurizi e Daniela Cossiga.

Al Charles Dickens Museum di Londra è esposta la documentazione dei lavori che sono stati organizzati per il bicentenario dello scrittore, e verrà conservata “a futura memoria”. Tra quei documenti c’ è anche la scheda di Vicolo cieco.

Annamaria Canneddu

Page 348: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …
Page 349: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

349

Regista, attore, direttore di scena, impresario e (anche) drammaturgo: Charles Dickens

Nel 1845 Charles Dickens mette su una compagnia di amici che recite-ranno per diletto e beneficenza Every man in his humour di Ben Jonson. L’amico e biografo John Forster, suo collega in scena, racconta che Dickens “faceva tutto senza sforzo: era direttore, falegname, macchinista, costumi-sta, suggeritore; sapeva tener tutto e tutti in buon ordine, senza offendere nessuno”.1 Di tale completa dedizione verso tutti gli aspetti della messin-scena c’è una straordinaria testimonianza tra i manoscritti conservati alla Widener Library dell’Harvard College: la lista dell’attrezzeria per la rappre-sentazione del testo di Johnson, scritta proprio da Dickens (vedi pagina a fronte).2

Vecchie sedie, un randello, spiccioli, un tavolino, poltrone con braccioli, una lettera: un umile elenco articolato per atti e scene che rivela il necessario puntiglio del direttore di scena, di chi deve assicurare ordine e funzionalità per quanto accade davanti e dietro le quinte. Più che nel proverbiale istrio-nismo – che l’avrebbe condotto a inventare quella forma (oggi inflazionata, perlopiù deprimente) costituita dai readings e a diventare il più irresistibile performer della sua epoca – la vocazione teatrale di Charles Dickens sta tutta in quelle note, sottolineature e cancellature, così vicine alla materialità del lavoro dello scrittore. Il direttore (a metà Ottocento si è ancora lontani dal ruolo e dal concetto di regia quali li intendiamo oggi) dispone il palcosceni-co così come lo scrittore organizza la visione che il lettore assemblerà pagina dopo pagina. Sapienza nell’uso degli spazi, dei fondali, degli ingressi e delle uscite, dell’agire e parlare in favore del pubblico che Dickens iniziò a speri-mentare a dieci anni, quando ricevette in dono un toy theatre che divenne il suo giocattolo preferito, e che poteva essere prodotto in serie solo da una ci-viltà la cui lingua ha Shakespeare come padre: il teatro è un giocattolo, qual-

1 J. Forster, The life of Charles Dickens, Vol. I-III, Boston, Osgood & Co., 1875, p. 212 (la tra-duzione è mia).

2 In A. Woollcott, Mr. Dickens goes to the play, New York and London, Putnam’s Sons, 1922, p. 23.

Page 350: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

350

cosa che prima di usare bisogna manipolare, ritagliare, dipingere, incollare e montare. Qualcosa che ti fa capire immediatamente che cos’è a teatro il punto di vista, il quale rischia in breve di diventare quello sul mondo. Quei teatrini di carta rappresentarono uno dei capisaldi dell’immaginario infanti-le vittoriano e furono fonte di ispirazione per gli artisti a venire, costituendo tuttora un formidabile repertorio del gusto, del décor e delle gestualità atto-riali dell’epoca.

Londra era già allora la capitale mondiale del teatro, con una richiesta continua di novità: di qui anche il saccheggio di opere letterarie, al riparo da un diritto d’autore di là da venire e il cui primo apostolo fu proprio Dickens, il quale mostrava di non avere grande opinione di sé come drammaturgo. La citata lettera del 1843 a Richard H. Horne (contemporanea all’ultimazione di A Christmas Carol), l’affermazione che The Strange Gentleman e The Village Coquettes fossero opere scritte “senza la minima considerazione o riguardo per la reputazione”, il desiderio che venissero presto dimenticate, tradiscono più che il giudizio autocritico la delusione per l’esito negativo della secon-da.3 Rivelando probabilmente, più di tutto, la volontà di depurare da scorie il percorso del romanziere che fra il ’36 e il ’43 aveva già definito (Sketches by Boz, Pickwick, Oliver Twist, Nicholas Nickleby, Old Curiosity Shop, Barnaby Rudge) una fisionomia letteraria inconfondibile e di successo.

Nel leggere o pensare per la scena il teatro di Dickens va considerato un particolare elemento. A Londra, presso il Dickens Museum di Doughty Street, è conservato il fondale dipinto di uno degli spettacoli che lo scrittore mise in scena con Wilkie Collins, The Lighthouse, Domestic Melo-Drama in Two Acts scritto dallo stesso Collins e interpretato nel giugno 1855 dai due scrittori con amici e familiari della Company of Strolling Players nel piccolo teatro da 25 posti allestito da Dickens nel retro di Tavistock House, la propria abita-zione. Autore del fondale fu Clarkson Frederick Stanfield, importante pittore e scenografo che illustrò alcuni racconti di Dickens (lo scrittore gli dedicò Little Dorrit), collaborando con Dickens e Collins come attore, e realizzando anche le scene di The Frozen Deep. Quel fondale, la sua resa pittorica e ma-terica, racconta molto delle convenzioni teatrali di allora. Quel bellissimo

3 È interessante, a proposito di amarezze e plagiatori, leggere la lettera inviata da Dickens a John Hullah all’indomani del fiasco delle Coquettes: “Have you seen The Examiner? It is rather depreciatory of the opera; but, like all inveterate critiques against Braham, so well done that I cannot help laughing at it, for the life and soul of me. I have seen The Sunday Times, The Di-spatch, and The Satirist, all of which blow their critic trumpets against unhappy me most lustily. Either I must have grievously awakened the ire of all the ‘adaptors’ and their friends, or the drama must be decidedly bad. I haven’t made up my mind yet which of the two is the fact”. The letters of Charles Dickens edited by his sister-in-law and his eldest daughter, Vol.III, 1836 to 1870, London, Chapman & Hall, 1882, p.2.

Page 351: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

351

esempio di pittura scenica poteva rivelare le proprie qualità solo alla tenue luce precedente l’innovazione della lampada a gas. Esattamente come lo zio del protagonista di The Lamplighter vedeva profilarsi con essa la fine della sua professione, vi furono tutta una serie di consuetudini teatrali che scom-parvero progressivamente con l’avvento del nuovo mezzo. Una per tutte, l’a parte, quella battuta che rivela i pensieri del personaggio, e che malgrado sia recitata perché sia sentita dal pubblico, non lo è dai colleghi in scena. Il largo uso di aside da parte di Dickens, conforme a quello dei drammaturghi della sua epoca, testimonia un modo di recitare ancora tutto di ribalta, il più vicino possibile al pubblico, per non rischiare di sparire in quella penombra che invadeva l’intero palco immediatamente dietro il proscenio.

È comunemente accettato che l’Ottocento, grazie all’illuminazione a gas e ad altre innovazioni scenotecniche, produsse in Gran Bretagna grandi spettacoli ma pochi grandi testi. È vero, e lo è anche per Dickens. Insomma, se da una parte il nostro si mostra ingeneroso circa il proprio impegno come commediografo – decisamente secondario rispetto agli altri mestieri del te-atro da lui esercitati – è vero che i suoi copioni non hanno resistito al tempo. Ma di quale testo teatrale o di quale drammaturgo inglese a lui contempora-neo conserviamo la memoria?

È quella che definiamo la teatralità del Dickens romanziere a emergere in questi testi, per così dire, di prima mano: soprattutto circa la definizione dei personaggi attraverso la brillantezza dei dialoghi. Questa prima tradu-zione italiana del teatro di Dickens (e dei suoi sodali) ci consente di aggiun-gere tasselli sconosciuti a un puzzle che credevamo ormai completo, ma ciò non esaurisce la possibilità di sperimentarne la resa scenica.

Sante Maurizi

Sante Maurizi, regista, attore, scrittore per il teatro (bottecilindro.it), animatore di rassegne e festival cinematografici (leisoledelcinema.com), collabora ai quotidiani Il manifesto e La nuova Sardegna. Ha pubblicato Teatrario: lessico per il teatro e per la scuola (con Annalena Manca, Sassari, 2001), I film del cuore (Cuec, 2009), L’ecomostro (con Antonello Grimaldi per il volume Paesaggi perduti a cura di Sandro Roggio, Cuec, 2009), Occhi miei occhi tuoi (per il volume Lezioni di Pia-

no a cura di Edoardo Salzano, Corte del Fontego, 2013).

Page 352: CHARLES DICKENSCharles Dickens Teatro Collana: I Rinati 1 Traduzione di: Annamaria Canneddu, Maria Grazia Penco Sechi, Lucia Ange-lica Salaris, Loredana Salis, Raffaella Sanna …

Finito di stamparenel mese di Novembre 2013

presso GECA s.r.l. Via Monferrato 54, 20098 San Giuliano Milanese (MI)