Cetefil 2013 report

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CETEFIL Centro interdipartimentale per l’edizione di testi filosofici medievali e rinascimentali Anno 2013 Gennaio 2014

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Attività del Centro per l'edizione di testi medievali e rinascimentali (CETEFIL) dell'Università del Salento

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CETEFILCentro interdipartimentale per l’edizione

di testi filosofici medievali e rinascimentali

Anno 2013

Gennaio 2014

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Direttore del Centro

Loris SturleseUniversità del Salentoe-mail: [email protected]

Redazione

Coordinatrice: Alessandra BeccarisiEdificio Parlangeli - Via Stampacchia, 45 73100 LECCETel: 0039 0832 294694Fax: 0039 0832 [email protected]://sites.google.com/site/philosophiamediaevi/home

Elaborazione grafica: Marco Maniglio ([email protected])

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INDICE

Presentazione del centro e delle attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Attività di ricerca. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6Programmi di ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6Ricerche in corso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12Progetti editoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18Dottorati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

Pubblicazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

Membri del centro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

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PREsENTAzIoNE DEL CENTRo E DELLE ATTIvITà

Il Centro per l’edizione di testi filosofici medievali e rinascimentali nasce dalle attività della prima Unità di Ricerca leccese partecipante al PRIN 1997 “Filosofia e scienze della natura nel Medioevo” insieme alle Università di Firenze, Bari e Napoli (l’Orientale). Il Centro viene fondato nell’anno 2000 per iniziativa di Loris Sturlese, al fine di coordinare e promuovere l’attività editoriale di pubblicazione di testi medievali e rinascimentali inediti e rari, sia in latino che in volgare. Negli anni successivi, il Centro ha ospitato diversi programmi di ricerca:

- PRIN (1999, 2002, 2004, 2007, 2009, 2012 attualmente in corso);

- FIRB (uno nel 2009, due 2012 in corso);- Marie Curie ITN (2007).Il Centro, inoltre, è partner dal 2013 di un Dottorato internazionale

trilaterale in Forme e storia dei saperi filosofici con l’université-Paris Sorbonne e con il Thomas Institut di Colonia. Dal sviluppato progetti di dottorato in cotutela con il Thomas Institut di Colonia (INTERLINK 2006); l’Universidad de San Martìn di Buenos Aires (COOPERLINK 2009); la Ludwig-Maximilian Universität di Monaco di Baviera.

Dal 2002 al 2006 ha organizzato le attività della “Editorenschule” (Scuola di edizioni) in cooperazione con l’Albertus Magnus Institut di Bonn e il Mittellateinisches Institut dell’Università di Monaco di Baviera. Nel 2009 e 2010 ha organizzato due edizioni della “Summer School” dell’EGSAMP (European Graduate School for Ancient and Medieval Philosophy).

Sotto il patrocinio del Centro sono stati pubblicati sino ad oggi circa 56 volumi, 41 dei quali contenenti testi filosofici latini medievali quasi completamente inediti. Attualmente sono state avviate le edizioni critiche del Dux Neutrorum di Mosè Maimonide (versione latina), del Sapientiale di Tommaso di York, del De arte et scientia geomantiae di Guglielmo di Moerbeke e dell’anonimo trattato Estimaverunt Indi.

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Il Centro ha patrocinato anche una serie di studi specifici sulle fonti di Meister Eckhart e la ricezione del suo pensiero. Parte integrante dell’attività del centro è inoltre l’organizzazione di seminari (Intersezioni, giunto alla seconda edizione) e laboratori sulla filosofia medievale e le sue pratiche (Scuola di paleografia ed edizione di testi).

Loris Sturlese Alessandra Beccarisi

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ATTIvITà DI RICERCA

1. Programmi di ricerca

a) PRIN 2013L’universalità e i suoi limiti: meccanismi di inclusione ed esclusione nella storia della filosofia e nei dibattiti filosofici contemporanei

Il progetto intende studiare il ruolo che la filosofia e la sua storia possono svolgere in rapporto alla crisi dell’universalismo che sembra caratterizzare lo scenario contemporaneo. Fin dall’antichità, la tradizione filosofica ha sempre cercato di elaborare modelli ‘inclusivi’ fondati sull’universalità della ragione o su modelli antropologici di carattere generale, esponendosi d’altra parte al rischio di rinchiudersi, proprio in virtù di questa stessa tendenza, in una logica identitaria e totalitaria, e di rovesciarsi così in un discorso votato alla soppressione, all’inglobamento o alla dimenticanza di ciò che è differente o altro. Oggi - in un momento in cui la semplice appartenenza all’umanità e il possesso di una natura umana ‘astratta’ appaiono sempre più insufficienti a garantire in modo appropriato tanto la coesione di una società quanto la salvaguardia dei diritti individuali, e in cui la stessa universalità dei diritti umani è diventata oggetto di discussione - la filosofia è chiamata da una parte a riflettere sul carattere storicamente determinato dei modelli e delle strategie di inclusione ed esclusione che essa ha di volta in volta elaborato dalle origini greche fino al Novecento, e dall’altra a proporre alle scienze sociali e alla politica un approccio diverso - intensivo e non estensivo, rispettoso delle differenze e non omologante - alla questione dell’universalismo. In altri termini, proprio in quanto ha sempre fatto storicamente esperienza dell’ambiguità che inerisce a ogni processo di universalizzazione, la filosofia appare ancora

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pienamente legittimata a prendere la parola contro la violenza e i meccanismi di esclusione in atto nella nostra realtà. Il progetto nasce così espressamente dall’intento di raccogliere e concentrare le ricerche filosofiche in atto in diverse Università italiane - evitandone l’eccessiva frammentazione - intorno a uno degli obiettivi di fondo di Horizon 2020: la costruzione di società più inclusive, innovative e sicure. A tal fine, il progetto si articola in due livelli sinergici e complementari:1) la ricostruzione storico-filosofica dei modelli universalistici e delle strategie teoriche di inclusione ed esclusione all’interno della tradizione occidentale;2) la considerazione dei modi in cui tali modelli continuano ad agire nelle discussioni contemporanee e la possibile elaborazione di nuovi approcci all’universalismo. Il progetto può contare sulla partecipazione (in qualità di Responsabili di Unità locali) dei Presidenti delle tre società di settore di ambito storico-filosofico (relative rispettivamente al pensiero antico [SISFA], a quello medievale [SISPM], e alla storia della filosofia generale [SISF]), nonché del Presidente (in qualità di Coordinatore nazionale) e del Vicepresidente (in qualità di responsabile di Unità locale) della Société Internationale pour l’Étude de la Philosophie Médiévale (SIEPM).

Unità operative:1. Sturlese Loris (Università del Salento - Coordinatore nazionale)2. Porro Pasquale (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”)3. Piaia Gregorio (Università degli Studi di Padova)4. Cacciatore Giuseppe (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)5. D’Onofrio Giulio (Università degli Studi di Salerno)6. Rossi Pietro (Università degli Studi di Torino)7. Pozzo Riccardo (Direttore di Istituto di EPR C.N.R.)8. Bertolacci Amos (Scuola Normale Superiore di Pisa)9. Tabarroni Andrea (Università degli Studi di Udine)10. Longo Mario (Università degli Studi di Verona)11. Gembillo Giuseppe (Università degli Studi di Messina)12. Cattanei Elisabetta (Università degli Studi di Cagliari)13. Mauro Letterio (Università degli Studi di Genova)14. Natali Carlo (Università “Ca’ Foscari” Venezia)

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b) FIRB

AlessAndrA BeccArisi, AlessAndro PAlAzzo

Prevedere gli eventi e controllare la natura: modelli di razionalità operativa e circolazione dei saperi nel Medioevo arabo, ebraico e latino. Edizione di testi e studi dottrinali.

Il Progetto intende ricostruire la trasmissione e circolazione tra le diverse culture mediterranee delle strategie scientifiche finalizzate a prevedere e a modificare gli effetti terrestri della causalità celeste, per poi considerare il dibattito che nell’Occidente latino si sviluppò, a partire da questi presupposti, intorno alle questioni di divinazione e mantica fra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. In particolare ci si propone di approfondire questo ambito di studi su due livelli complementari.

Il primo di essi consiste nell’elaborare articoli e monografie di carattere storico-dottrinale relativi ai seguenti ambiti tematici:

- la trasmissione di modelli teorici e operativi di previsione e controllo degli eventi (divinazione, mantica e soprattutto geomanzia) fra il mondo arabo, ebraico e latino;

- le grandi questioni che costituiscono lo sfondo problematico e la cornice teorica della divinazione naturale nel Medioevo (il rapporto tra fato e provvidenza, l’alternativa tra determinismo e libero arbitrio, la definizione di profezia naturale e profezia rivelata, ecc.), così come vengono discusse negli scritti di alcuni teologi e filosofi medievali (Alberto Magno e Tommaso d’Aquino in primo luogo, ma anche Ruggero Bacone, Sigieri di Brabante, Enrico Bate, Cecco d’Ascoli);

- il dibattito sulla causalità celeste in rapporto alla celebre condanna del 1277: molti degli articoli censurati dal vescovo Tempier (ad esempio, gli artt. 102-106 nella numerazione di Mandonnet e Hissette, corrispondenti agli artt. 21, 142, 143, 207 e 206 nella numerazione del Chartularium Universitatis Parisiensis) riguardano infatti direttamente le implicazioni del determinismo astrale, mentre nel Prologo della condanna si fa esplicita menzione di un trattato di geomanzia (l’Estimaverunt Indi).

Il secondo livello consiste nella realizzazione dell’edizione critica di tre testi fondamentali (ancora del tutto inediti o accessibili solo in edizioni provvisorie e parziali), relativi a una delle tecniche medievali

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più diffuse, ma meno indagate a livello storiografico, di divinazione naturale: la geomanzia. Sviluppata essenzialmente dagli Arabi (pur essendo attestata anche nell’Antichità), la geomanzia è una tecnica che insegna a trarre figure dai punti tracciati casualmente sulla terra o sabbia (ma anche sulla carta) e a prevedere, in base ad esse, gli eventi futuri: il geomante, che si riteneva venisse guidato nella sua operazione dall’influsso naturale degli astri, era così capace di rispondere alle domande che gli venivano poste su specifiche questioni. Nell’ambito di questo progetto saranno analizzati tre testi di geomanzia, la cui edizione critica rappresenta ormai da tempo un desideratum della comunità scientifica internazionale.

L’Ars geomantiae di Ugo di Santalla, che, oltre ad essere forse il primo esempio della letteratura geomantica nell’Occidente latino, mostra concretamente l’affermarsi di un nuovo paradigma di razionalità operativa, a seguito della traduzione della letteratura filosofico-scientifica araba (l’Ars geomantiae è infatti molto probabilmente la versione latina di un trattato arabo non ancora identificato);

- L’Estimaverunt Indi, che costituisce ugualmente la traduzione di un originale arabo perduto, e che come già si accennava fu censurato da Tempier nel Prologo della condanna del 1277;

- Il De arte et scientia geomantiae attribuito a Guglielmo di Moerbeke, penitenziario papale e celebre traduttore delle opere di Aristotele.

Coordinatore nazionale: Marienza Benedetto (Università “Aldo Moro”)Unità di Ricerca di Lecce: Alessandra BeccarisiUnità di Ricerca di Trento: Alessandro Palazzo

FiorellA retucci

IAELW - L’impatto dell’etica aristotelica sull’Occidente latino (1240-1290): le radici medievali di un nuovo approccio all’agire umano, ai diritti individuali e al bene comune. Edizioni critiche di testi e studi storico-dottrinali.

Il progetto consiste in una serie di edizioni critiche e di studi storico-dottrinali, il cui fine è contribuire ad un avanzamento della conoscenza di tematiche etiche collegate all’ingresso dell’Etica Nicomachea di Ari-

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stotele nell’Occidente latino. Alcuni aspetti della ricezione dell’etica aristotelica hanno già da tempo attirato l’attenzione della critica. I testi oggetto della presente ricerca sono stati tuttavia trascurati. E questo perché le opere coinvolte nel progetto sono inedite e quindi tuttora non accessibili in moderne edizioni critiche.

Una sezione rilevante del progetto consiste nella realizzazione di edizioni critiche di testi ancora inediti, quali:

- la traduzione latina dei commenti bizantini al V e VI libro dell’Etica Nicomachea;

- il primo libro del Sapientiale di Tommaso di York, testo che rappre-senta la prima forma di ricezione dell’etica aristotelica mediata dai commentatori bizantini;

- le questioni etiche tratte dai Quodlibeta di Servais Du Mont Saint-Michel. Quest’opera rappresenta uno stadio maturo della ricezione dell’etica aristotelica nella Facoltà di Teologia parigina.

Le edizioni critiche saranno accompagnate da studi specifici. Sono previsti:

- uno studio sui commentatori bizantini e sulle teorie etiche che hanno trasmesso al Medioevo;

- uno studio sul Sapientiale di Tommaso di York e suo inquadramento all‘interno della cultura inglese del XIII secolo;

- uno studio sulla ricezione dell‘etica aristotelica nella facoltà di Teologia di Parigi con particolare riferimento alla filosofia morale di Enrico di Gand.

Coordinatore nazionale: Fiorella RetucciUnità di Ricerca di Bari: Michele TrizioUnità di Ricerca di Roma (La Sapienza): Marialucrezia Leone

c) MEssAGGERI DELLA CoNosCENzA (Resp.: F. retucci)Il progetto “Messaggeri della conoscenza” è un programma mini-

steriale integralmente finanziato dal MIUR e dal Ministero per la Coesione territoriale. Fine del progetto è promuovere la realizzazione di iniziative sperimentali di didattica integrativa volte a mettere a disposizione degli studenti metodi di insegnamento e ricerca tipici

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di altri sistemi educativi e contenuti scientifici sviluppati da centri di eccellenza internazionale.Il programma CELTIF attivato presso il Dipartimento di Studi Umanistici intende offrire un corso sintetico e praticamente orientato all’acquisizione di profondità metodologica e sistematica nella lettura di inediti filosofici. Il CELTIF si propone inoltre di comunicare le abilità pratiche indispensabili per lavorare all’edizione di un inedito filosofico.Il Programma si articola in due parti ben distinte. La prima prevede un ciclo di lezioni e seminari finalizzato all’acquisizione delle competenze teoriche necessarie per la lettura, l’interpretazione e l’edizione di inediti filosofici. La seconda prevede un periodo di applicazione pratica delle conoscenze acquisite da svolgersi in un centro di ricerca di chiara fama internazionale, quale il Thomas-Institut dell’Università di Colonia.

d) MARIE CURIE (conclusione: aprile 2013)Mobility of Ideas and Transmission of Texts (MITT) è un programma

di dottorato internazionale rivolto a giovani studiosi che intendano approfondire uno dei fondamentali cambiamenti nella cultura religiosa e intellettuale dell’Europa dell’ovest del tardo medioevo: la trasmissione del sapere dalle sfere professionali delle élite ecclesiastica e accademica ad un più ampio pubblico raggiungibile attraverso i testi in volgare.

Il tema della trasmissione di testi in volgare è da tempo al centro dell’interesse degli studiosi di cultura europea del tardo medioevo, in quanto componente fondamentale dei più grandi processi nella storia del pensiero, come la deprofessionalizzazione della filosofia, il sorgere di nuove classi di intellettuali laici, il coinvolgimento e l’importanza crescente delle donne nella vita spirituale, il successo dei nuovi movi-menti religiosi o la costruzione di nuove forme di teologia e pedagogia.

Questi sviluppi, che si verificano in tutta Europa, possono essere rintracciati chiaramente nei Paesi Bassi e in Renania. Nel XIII secolo scrittrici come Matilde di Magdeburgo e Hadewijch produssero nuove spettacolari forme di poesia religiosa e prosa in lingua tedesca e olandese. Nuovi standard di letteratura volgare sono stati creati nei sermoni e negli scritti dei domenicani tedeschi del XIV secolo (Eckhart, Tauler e Suso) e l’olandese sacerdote secolare Jan van Ruusbroec, da Bruxelles.

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Questo interesse per il misticismo medievale costituisce il cuore del programma del MITT, il cui obiettivo è di sviluppare un programma di formazione di dottorato che non sia più condizionato dall’idea delle letterature nazionali e da altri concetti che derivano dalla tradizione moderna delle discipline accademiche. MITT unisce l’esperienza inter-nazionale nei campi della filosofia medievale, degli studi religiosi, della filologia, della letteratura olandese e tedesca, degli studi di genere, degli studi di manoscritti e della storia del Libro.

CETEFIL ospita due giovani ricercatori, che stanno lavorando su un progetto finanziato dal NWO e dall’Università del Salento.

Coordinatore locale: Loris SturleseSupervisors: Dagmar Gottschall, Alessandra BeccarisiBorsiste: Myrtha Elehrt, Susanne Klouth

2. Ricerche in corso

a) Tommaso di York, Edizione critica del Sapientiale (F. retucci)Tommaso di York è stato un prominente teologo e filosofo attivo

all’Università di Oxford tra il 1253 e il 1256. Tra le sue opere più importanti va ricordato il Sapientiale, opera considerata da M. Grabmann come il più importante esempio di una metafisica autonoma nell’era dell’alta scolastica.

L’edizione critica dell’opera viene condotta nell’ambito di un progetto FIRB (IAELW - L’impatto dell’etica aristotelica sull’Occidente latino (1240-1290): le radici medievali di un nuovo approccio all’agire umano, ai diritti individuali e al bene comune. Edizioni critiche di testi e studi storico-dottrinali. Coordinatrice nazionale: Fiorella Retucci; Unità locali: Michele Trizio; Marialucrezia Leone).

Volumi in preparazione: Sapientiale, I, 1-18, ed. Fiorella Retucci Sapientiale, I, 19-45, edd. Sabina Tuzzo e Fiorella Retucci

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b) Gugliemo di Moorbeke, De arte et scientia geomantie, edizione critica e studio critico (Responsabile unità: A. BeccArisi; edizione critica a cura di e. ruBino)

Il De arte et scientia geomantiae è un trattato di arte geomantica composto da Gugliemo di Moerbeke a partire da un insieme di testi tradotti probabilmente già nel XII secolo dall’arabo e dal greco in latino. Conobbe una notevole fortuna, come dimostra la tradizione manoscritta che comprende 14 manoscritti latini e tre in volgare. Il testo è ancora oggi completamente inedito. Benché non coinvolto esplicitamente nella condanna del 1277, il trattato di geomanzia composto da Guglielmo di Moerbeke è stato spesso accostato all’ Estimaverunt Indi, che ne rappresenta una probabile fonte. E’ stata già ultimata una prima trascrizione di uno dei più antichi manoscritti del De arte et scientia geomantiae, il Clm. 988, conservato nella Staatsbibliothek di Monaco, che ha permesso di mettere in luce interessanti spunti teorici relativi al rapporto tra determinismo e libertà e al ruolo dell’inconscio nella divinazione, elemento già messi in evidenza da Eugenio Garin (1986). Sono emersi inoltre interessanti paralleli con alcuni testi significativi di Tommaso d’Aquino (De sortibus, De operationibus occultis naturae, De iudiciis astrorum), Cecco d’Ascoli (L’Acerba) e Enrico Bate (Magistralis compositio astrolabii).

L’edizione critica dell’opera viene condotta nell’ambito di un progetto FIRB (Prevedere gli eventi e controllare la natura: modelli di razionalità operativa e circolazione dei saperi nel Medioevo arabo, ebraico e latino. Edizione di testi e studi dottrinali).

c) storia dello stoicismo (n. BrAy)Il progetto riguarda la ricezione dello Stoicismo nel Medioevo

in autori compresi tra il V e il XIV secolo, attraverso il rilevamento sistematico di tutte le menzioni esplicite dell’epiteto ‘Stoic’, variamente declinato, e di tutte le occorrenze di Cicero/Tullius, Seneca, Aulus Gellius e Macrobio, intesi quali documenti e veicoli certi della trasmissione delle dottrine stoiche. Un primo significativo risultato di questo studio è la radicale messa in discussione di due tesi comunente accettate dalla critica: la prima fu sostenuta da G. Verbecke (The Presence of Stoicism

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in Medieval Thought, 1893), secondo cui la recezione medievale dello stoicismo fu per gli intellettuali del tutto inconsapevole. La seconda, generalmente diffusa, secondo cui la lettura medievale degli autori classici avvenne solo per il tramite di florilegi. Come i lavori preliminari dimostrano, esistono invece, dal V al XIV secolo autori, testi e discussioni, fortemente informati sul significato della filosofia stoica, nutriti della lettura diretta delle corrispondenti fonti in latino. In non pochi e oltretutto importantissimi casi, le dottrine stoiche escertate dai testi di Cicerone, di Seneca, di Aulo Gellio e di Macrobio, non furono impiegate in modo meramente esornativo, ma come argomenti centrali per la definizione di nozioni teologicamente rilevanti –il monoteismo, il provvidenzialismo, la fiducia nella ragione umana, il dominio delle passioni, la fratellanza universale, la teoria della connessione delle virtù e dell’equivalenza dei peccati– e, soprattutto, per la discussione intorno al tema più arduo e ambizioso della teologia e della filosofia, quello della divinizzazione della ragione umana.

d) Traduzione italiana delle prediche in volgare di Meister Eckhart (l. sturlese)Il progetto, nato nell’ambito di una serie di seminari tenuti con i

dottorandi di ricerca afferenti a Cetefil, consiste in una nuova traduzio-ne italiana delle prediche in volgare di Meister Eckhart, disponibili completamente in edizione critica (Meister Eckhart Gesamtausgabe, Deutsche Werke = DW).

La novità di questa progetto consiste nel presentare le prediche secondo l’ordine liturgico (De tempore e De sanctis) secondo cui furo-no pensate e redatte.

Responsabile: Loris Sturlese

e) Estimaverunt Indi. Edizione critica e studio critico (Responsabile unità: A. PAlAzzo; edizione critica a cura di i. zAvAttero)

L’Estimaverunt Indi è un trattato anonimo probabilmente composto in arabo nel XII e divenuto presto una fonte importante della tecnica

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geomantica. Nel 1277 viene nominato, insieme al De amore di Andrea Cappellano, nel Sillabo di Stefano Tempier, che condanna anche testi negromantici e geomantici non meglio precisati. Nonostante l’importanza di questo testo per la storia della cultura, manca sino ad ora un’affidabile edizione critica. Il presente progetto si prefigge dunque i seguenti obiettivi:

1) Ricostruzione accurata della tradizione manoscritta dell’Esti-maverunt Indi, tenendo conto di eventuali volgarizzamenti del testo e considerando la Mitüberlieferung del trattato;

2) Edizione critica integrale del trattato;3) Studio delle grandi questioni teoriche che fanno da sfondo alla

divinazione naturale sulla base degli scritti di autorevoli testimoni del dibattito tardo-medievale sul fato (Alberto Magno, Ulrico di Strasburgo, Sigieri di Brabante, ecc.);

4) Studio del ruolo giocato dall’Estimaverunt Indi nel dibattito sulla causalità celeste e sulla divinazione naturale, dei contesti di circolazione del trattato e della sua influenza, della relazione con la condanna del 1277.

Il progetto si svolge nell’ambito del FIRB 2012 (Coordinatrice nazionale: Marienza Benedetto, Università di Bari).

f ) scritti albertisti e tomisti tra XIII e XIv secolo. Il De summo bono di Ulricus de Argentina e la Lectura Thomasina di Guilelmus Petri de Godino: edizione critica e studio dottrinale (A. PAlAzzo)

Il progetto si articola in due parti relative alle due opere oggetto di interesse: il De summo bono di Ulricus de Argentina († 1277) e la Lectura Thomasina di Guilelmus Petri de Godino (ca. 1260 – † 1336). Pur nelle reciproche differenze, il De summo bono e la Lectura Thoma-sina presentano alcuni caratteri comuni che giustificano una loro considerazione parallela e danno unità al progetto. Cronologicamente abbastanza vicini – la composizione del De summo bono è collocata dagli studiosi tra il 1262 ed il 1272, mentre la Lectura Thomasina andrebbe collocata intorno al 1300 –, i due scritti sono opera di due domenicani (Ulrico di Strasburgo e Guglielmo di Pietro di Godino) solitamente considerati figure minori della storia della teologia medievale.

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Il progetto si prefigge di evidenziare la rilevanza dei due scritti presi in esame come composizioni di scuola e strumenti della diffusione delle dottrine di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, ma anche di verificare se e quanto essi rielaborarono le dottrine dei due domenicani maggiori, ad esempio combinandole con altre fonti. L’ipotesi di partenza è che le due opere non fossero semplici compendi senza pretese di originalità, ma avessero tratti originali e avessero sviluppato sottili strategie di difesa e divulgazione del pensiero dei due grandi maestri, rispondendo a precisi scopi dottrinali, didattici e di politica culturale.

g) Ulrico di strasburgo, edizione critica del trattato De iustitia (De summo bono vI, tr. 4, 1-18) - (i. zAvAttero)

Il progetto di ricerca prevede l’edizione critica dei capitoli 1-18 del IV trattato del De summo bono e uno studio storico-dottrinale della dottrina della giustizia di Ulrico di Strasburgo in rapporto alle sue fonti. Il volume si inserisce nel progetto editoriale del Corpus Philosophorum Teutonicorum Medii Aevi (CPTMA, Meiner Verlag, Hamburg finanziato dal MIUR come Progetto di Interesse Nazionale).

Il trattato sulla giustizia di Ulrico di Strasburgo (1220-1277) si colloca nel sesto e ultimo libro del De summo bono rimasto incompiuto. La struttura di questo libro – ad esclusione del primo trattato dedicato alla grazia dell’innocenza, donata al primo uomo dallo Spirito Santo, e al peccato originale – rispecchia in modo chiaro l’impianto dell’Ethica Nicomachea (EN) di Aristotele. Dopo aver esaminato nel secondo e terzo trattato la suddivisione aristotelica delle virtù in morali e intellettuali, le loro possibili degenerazioni in vizi, l’atto morale, volontario o involontario, e le singole virtù morali, Ulrico illustra nei primi cinque capitoli del quarto trattato la dottrina aristotelica della giustizia distributiva e commutativa contenuta nel libro V dell’EN. Per farlo, si serve, citandolo a piene mani, del secondo commento all’EN del maestro Alberto Magno. A partire dal sesto capitolo, invece, Ulrico trascura l’EN per aprire una lunga parentesi su temi di teologia morale. In particolare tratta della latria e della dulia, vale a dire di quei due tipi di servitus che, secondo la definizione di sant’Agostino (De Civ. Dei, X, ii, 1), indicano rispettivamente il culto riservato a Dio e l’onore reso ad

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un santo. In seguito analizza la pietas, l’obedientia, la gratia, l’eukaristia, la vindicatio, la liberalitas, l’eugnomosine (pietà) e la santitas. Tutte queste sono caratteristiche della giustizia che non vengono trattate da Aristotele, bensì dalla tradizione etica precedente l’ingresso dell’etica aristotelica, in particolare da Cicerone e da Macrobio, che il domenicano tedesco cita arricchendo la trattazione di numerose citazioni bibliche. Ulrico chiude il trattato con la discussione sull’epicheia, l’equità, ritornando sui passi di Aristotele, il quale termina il quinto libro dell’EN affrontando questo stesso tema.

h) Ms. germ. qu. 1084: edizione e studi (s. zwierlein, Bonn) Questo progetto MITT è basato su una collazione di sermoni di

Meister Eckhart e di altri autori contenuti nel manoscritto di Berlino, Staatsbibliothek, Ms. germ. qu. 1084. La ricerca consiste in una trascrizione e analisi della collezione allo scopo di determinare le sue origini, natura e funzionalità in relazione alla sua provenienza (un convento di una canonichessa Agostiniana a Geldem) che rivela l’uso in un contesto letterario femminile. Il lavoro comprende una trascrizione dei testi, un inventario dei singoli sermoni (e della loro trasmissione), un’analisi dei testi separati e la collazione. L’obiettivo è una descrizione dell’uso dei testi filosofici del XIV sec. nel contesto della spiritualità femminile del XV secolo. www.mitt-itn.eu/susanneklouth.htm

i) Pseudo-Dionigi in volgare (M. ehlert, Monaco di Baviera)

Il progetto è basato su testi attribuiti a Dionigi l’Aeropagita e trasmessi in volgare olandese e tedesco. La ricerca consiste nell’analisi delle citazioni di Dionigi allo scopo di proporre un’antologia in volgare di questi testi trasmessi in Renania. Inoltre il progetto si propone di ricostruire i legami tra la ricezione in volgare e il suo modello latino contenuto nel Corpus Dionysiacum.www.mitt-itn.eu/myrthaehlert.htm

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3. Progetti editoriali

a) CPTMA (Corpus Philosophorum Teutomicorum Medii Aevi)Nel 1980 nell’officina di lavoro degli Opera omnia di Teodorico

di Freiberg, nasce il C.P.T.M.A. a cui ben presto si unirono anche Ruedi Imbach (Università di Friburgo - Svizzera) e Burkhard Mojsisch (Unversità di Bochum), editore del primo volume dell’Opera omnia di Teodorico. Si trattò da subito di un progetto di grande respiro. Nato in Germania, ebbe sin dall’inizio una vocazione internazionale: all’edizio-ne dei testi hanno infatti partecipato numerosi studiosi, come Alain de Libera, Tiziana Suarez Nani, Maria Pagnoni-Sturlese.

Negli ultimi dieci anni il Corpus è infine diventato un progetto italiano di rilevanza nazionale (Fondi PRIN). Una vera e propria translatio studiorum, che ha spostato la sede del progetto da Bochum a Lecce, presso l’Università del Salento. Non è mutato però il programma editoriale del Corpus. Questo ambizioso progetto editoriale ha l’obiet-tivo di presentare in edizione critica gli scritti dei filosofi che operarono nella Germania medievale, e di rendere accessibili agli studiosi, attraverso una scelta di testi, i principali documenti filosofici prodotti in Germania dal 1245, anno di fondazione dello Studium dei domenicani a Colonia, al 1355, anno dell’ultimo albertista, Bertoldo di Moosburg.

L’edizione di Teodorico di Freiberg fu ben presto affiancata dalle opere di cinque filosofi tedeschi del XIII-XIV secolo: Ulrico di Strasburgo, Giovanni Picardi di Lichtenberg, Enrico di Lubecca, Nicola di Strasburgo, Bertoldo di Moosburg.

Sino ad ora sono stati pubblicati presso la casa editrice Meiner di Amburgo 41 volumi.

Direzione del Progetto: Loris Sturlese, Kurt Flasch, Ruedi Imbach

b) Meister Eckhart opera omnia. Edizione critica delle opere latine.Dopo circa 16 anni dalla sua fondazione, la prestigiosa e importante

Gesamtausgabe di Meister Eckhart, fondata ad Amburgo presso la casa editrice Meiner nel 1936, ha trovato la sua collocazione editoriale presso

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la Kohlhammer di Stoccarda e il suo centro di studi presso l’Università del Salento.

Sono stati pubblicati tutti i documenti relativi alla vita e al processo di Meister Eckhart (Acta Echardiana, LW V,6 a cura di Loris Sturlese) e la Bibliotheca Echardiana Manuscripta I. È in corso di pubblicazione la conclusione dell’edizione dell’opera latina di Meister Eckhart, LW I,2 con una introduzione sulla tradizione manoscritta dell’Opus tripartitum.

Il progetto si svolge nel corso del PRIN 2013.

c) Lectura EckhardiIl progetto, giunto alla sua terza edizione e pubblicato presso la casa

editrice Kohlhammer di Stoccarda, si prefigge di rendere accessibili ad un pubblico di non addetti ai lavori i risultati più recenti acquisiti dalla Eckhart-Philologie. In particolare intende offrire un commento rigoroso, ma di agevole accesso di alcune delle circa 120 prediche tedesche e delle 100 prediche latine di Meister Eckhart, ormai disponibili in edizione critica.

Fino ad ora sono stati pubblicati tre volumi, per un totale di ventidue prediche tedesche e cinque sermoni latini interpretati e commentati da specialisti della filosofia eckhartiana: n. 1, n. 12, n. 16b, n. 17, n. 18, n. 19, n. 48, n. 52, n. 63, n. 71, n. 101 e il sermone latino n. IV (LE I); n. 1, n. 6, n. 10, n. 37, n. 72, n. 86 e i sermoni latini n. XXV e n. XXIV (LW II); n. n. 14, n. 39, n. 51, n. 77, n. 112 e i sermoni latini n. XVII e XLIX (LW III). È in corso di stampa la Lectura Eckhardi IV.

Il progetto editoriale si svolge nell’ambito del PRIN (Progetto di rilevanza nazionale) con la collaborazione della Katholische Universität di Eichstätt.

Responsabili: Loris Sturlese, Georg Steer, Dagmar GottschallCollaboratrici: Nadia Bray, Elisa Rubino

d) studi sulle fonti di Meister EckhartIl progetto affronta la questione delle fonti del pensiero ekhartiano

sulla base di una documentazione sistematica ed esaustiva, che si basa

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su un indice complessivo ancora inedito, ma già disponibile delle opere latine e tedesche pubblicate nell’edizione storico-critica di Stoccarda.

La ricerca intende presentare questi materiali in forma commentata, illustrando autore per autore ed opera per opera il tipo di testo utilizzato da Eckhart, la traduzione eventualmente usata, la corrispondente diffusione manoscritta e la loro disponibilità nei luoghi ove lavorò, il modo, la frequenza e la precisione della loro utilizzazione, la presenza di eventuali intermediari, e infine i risultati dell’esame comparativo delle citazioni nelle opere latine e in quelle tedesche. Fino ad ora sono stati pubblicati due volumi, che analizzano le fonti seguenti: Aristotele (De anima), Agostino (De Trinitate), Avicenna, Ps. Dionigi, Libro delle Cause, Proclo, Seneca (I volume, 2008); Aristotele (Metaphysica), Libro dei ventiquattro filosofi, Origene, Platone, Cicerone, Mosè Maimonide, Tommaso d’Aquino (II volume, 2013).

Il progetto è stato portato a termine nel quadro dei lavori PRIN 2007 e 2009 Filosofia della scienza nel Medioevo.

Curatore: Loris SturlesePartecipanti: Alessandra Beccarisi, Nadia Bray, Fiorella Retucci, Gian-

franco Pellegrino, Elisa Rubino, Alessandro Palazzo, Diana Di Segni, Chiara Paladini.

e) Durando di san Porciano, Edizione critica del Commento alle Sentenze.Il Commento alle Sentenze di Durando di San Porciano occupa una

posizione di primo piano all’interno del dibattito filosofico e teologico dell’inizio del XIV secolo. L’opera è tramandata in tre redazioni distinte. La terza e ultima redazione è stata riprodotta più volte in edizioni cinquecentesche; le prime due redazioni sono sinora rimaste inedite.

L’edizione critica della prima e seconda redazione del Commento alle Sentenze (articolata in 16 volumi) viene condotta nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale tra il CETEFIL (Università del Salento) e il Thomas-Institut (Universität zu Köln), finanziato dalla DFG.

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Direttore del Progetto: Andreas SpeerCollaboratori: Guy Guldentops, Thomas Jeschke, Thomas Meyer,

Massimo Perrone, Fiorella Retucci

Sito Internet: http://durandus.phil-fak.uni-koeln.de

4. Dottorati

Dottorato internazionale trilaterale

Il dottorato internazionale trilaterale in Filosofia: Forme e storia dei saperi filosofici si innesta sul ragguardevole dottorato internazionale in Forme e storia dei saperi filosofici nell’Europa moderna e contemporanea, che nasce negli anni ’90 nell’ambito della collaborazione scientifica tra l’Università del Salento (allora Università di Lecce) e l’Università Paris-Sorbonne. Fino al 2012 è stato coordinato dalla Prof.ssa Giulia Belgioioso, direttrice del Centro di Studi su Descartes e il Seicento dell’Università del Salento (www.cartesius.net).

Nel 2012 si è aggiunta una convenzione anche con l’Universität zu Köln. Coordinatore attuale del dottorato internazionale è il Prof. Loris Sturlese.

Il dottorato internazionale trilaterale, unico in Italia nell’ambito degli studi filosofici, prevede:

- ammissione su concorso presieduto da una commissione inter-nazionale (Italia-Francia-Germania);

- percorso di formazione congiunto con le Università di Paris-Sorbonne e Colonia;

- un soggiorno di studio all’estero obbligatorio di almeno 6 mesi;- collegio docenti internazionale;- titolo valido in Italia, Francia e Germania.

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Progetti finanziati nell’ambito del dottorato:

MArco MAniglio (tutors: Alessandra Beccarisi, Andreas Speer)Tommaso di York, Sapientiale II 1-18

Il Sapientiale di Tommaso di York è stato considerato fino agli inizi del secolo scorso come un commento alla Metafisica di Aristotele. Gli studi di M. Grabmann (1913) e Longpré (1926) hanno invece evidenziato che si tratti non solo di uno scritto metafisico autonomo rispetto all’opera di Aristotele, ma anche della “prima Summa metafisica del XIII secolo” (Longpré).

Il presente progetto di ricerca ha come obiettivo l’edizione critica e lo studio critico del Sapientiale II 1-18, che ha come tema centrale la creazione e gli enti creati.

Questo progetto possiede almeno tre motivi di interesse:1) Tommaso di York aveva accesso a testi classici e di tradizioni

antiche, che nell’Europa continentale gli altri intellettuali non potevano reperire con facilità, in quanto lì non erano ancora diffuse le traduzioni latine di tali testi. In Inghilterra, invece, Roberto Grossatesta (primo punto di riferimento culturale della scuola francescana di Oxford) aveva tradotto in latino alcuni fondamentali testi filosofici (si pensi al Commento all’Etica Nicomachea di Eustrazio di Nicea). Attraverso delle attente analisi delle tradizioni filosofiche che emergono dallo studio del Sapientiale si può dimostrare l’importanza rivestita da quest’opera nella riscoperta delle tradizioni antiche, in particolar modo nell’area inglese.

2) Il Sapientiale ha un impianto neoplatonico in opposizione al dominante aristotelismo dell’epoca e in continuità con la tradizione neoplatonica medievale.

3) Nonostante la sua importanza per la storia della filosofia me-dievale il Sapientiale è del tutto inedito (al momento la Dott.ssa Fiorella Retucci sta lavorando all’edizione del Libro I).

L’edizione critica è l’oggetto della tesi di dottorato, in cotutela tra l’Università del Salento e l’a.r.t.e.s. Forschungsschule dell’Universität zu Köln.

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Antonino ruBino (tutors: Fabrizio Lelli, David Wirmer)I sitrey Torah in Mosè Maimonide alla luce dei commentari cab-balistici alla Guida dei perplessi di Abraham Abulafia

Il progetto intende analizzare l’opera e il pensiero di Mosè Maimonide avendo come punto di riferimento i commentari alla Guida dei perplessi di Abraham Abulafia (1240-1291 ca.). A partire dalla prima metà del XIII secolo, contemporaneamente alla traduzione della Guida in ebraico e in latino, emergono diverse e a volte contrastanti letture del pensiero maimonideo. La Guida, in particolare, fu oggetto di numerosi commenti entro i quali i seguaci della filosofia maimonidea tentarono di delineare il pensiero del maestro.

Abraham Abulafia, il fondatore della corrente estatico-profetica della Qabbalah, dedica alla Guida dei perplessi ben tre commenti, redatti tra il 1270 e il 1280: il Sefer ha-ge’ulah, il Sefer h. ayye ha-nefesh e il Sefer sitrey Torah. Ponendo in relazione elementi propri della tradizione mistica ebraica ad elementi della filosofia aristotelica - con non pochi tratti di influenza averroista - Abulafia ravvisa all’interno della Guida dei per-plessi un insieme di ‘segreti’ che il filosofo ebreo avrebbe volutamente celato, contribuendo così fortemente alla formazione dell’immagine di un Maimonides mysticus.

Dottorati in cotutela

A) Thomas-Institut der Universität zu Köln

diAnA di segni (tutors: Loris Sturlese, Andreas Speer)“Mosè Maimonide e il Medioevo latino”

Il Dalālat al-hā’irīn, la Guida dei perplessi, la più nota delle opere filosofiche di Mosè Maimonide, conobbe diverse traduzioni; origina-riamente redatta in arabo tra il 1180 e il 1190, fu certamente completata nel 1191, per poi esser tradotta in ebraico, nel 1204, da Shmuel ibn Tibbon, con il titolo Moreh nevukhim, mentre una seconda versione

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ebraica - meno fedele all’originale - fu composta dal poeta provenzale Jehuda al-Harizi.

L’interesse per la Guida si diffuse presto anche in ambito latino e, nel corso del XIII secolo, una versione latina, dal titolo Dux neutrorum, iniziò a circolare; l’influenza del pensiero maimonideo fu assai ampia nel Medioevo cristiano, e vari autori, tra i quali Tommaso d’Aquino e Alberto Magno, lessero e citarono questa traduzione.

In particolare, il filosofo ebreo segnò fortemente il pensiero di Eckhart.

La critica discorda sulla data e il luogo di composizione dell’anonima traduzione, la cui origine è stata ricondotta talvolta alla corte dell’imperatore Federico II, talvolta al sud della Francia. L’edizione critica di tale testo, oggi conservato in tredici manoscritti, è l’oggetto della tesi di dottorato, in cotutela tra l’Università del Salento e la A.r.t.e.s. Forschungsschule dell’Universität zu Köln.

sArA ciAncioso (tutors: Alessandra Beccarisi, Andreas Speer)Ulrico di strasburgo, De summo bono vI 3 7-29

Il presente lavoro di ricerca riguarda l’edizione critica del VI libro, trattato III, capitoli 7-29 del De summo bono di Ulrico di Strasburgo e si inserisce nel progetto editoriale del Corpus Philosophorum Teutonicorum Medii Aevi (CPTMA, Meiner Verlag, Hamburg finanziato dal MIUR come Progetto di Interesse Nazionale).L’edizione critica della summa, ormai quasi completamente conclusa, consente di tracciare un profilo sempre più preciso di Ulrico. Diversamente dalle prime interpretazioni del pensiero ulriciano, che enfatizzavano una dipendenza di Ulrico dal suo maestro Alberto, recenti studi (in particolare: Beccarisi, La scientia divina dei filosofi nel De summo bono di Ulrico di Strasburgo, in: Rivista di Storia della filosofia, 61 (2006); Zavattero, I principi costitutivi delle virtù nel De Summo Bono di Ulrico di Strasburgo, in: Per perscrutationem philosophicam, Meiner, Hamburg 2008; Palazzo, Ulricus de Argentina … theologus, philosophus, ymmo et iurista, in: Freiburger Zeitschrift für Philosophie und Theologie, v. 55, 2 (2008)) hanno dimostrato alcuni tratti originali

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del suo pensiero, che hanno influenzato anche Teodorico di Freiberg (Beccarisi, edizione De summo bono II, 5-6, Introduzione).In particolare l’edizione del terzo trattato (capp. 7-29) del VI libro, l’analisi dettagliata delle fonti e gli studi critici relativi permetteranno di ricostruire la riflessione morale di Ulrico, con particolare riguardo all’esame di alcune delle virtù etiche e dei vizi ad esse opposti.

chiArA PAlAdini (conclusione: giugno 2013)(tutors: Loris Sturlese, Andreas Speer)La categoria della relazione nel pensiero di Meister Eckhart

Il progetto si proponeva un duplice obiettivo: 1) presentare, attraverso l’analisi puntuale di tutti i luoghi dell’opera

in cui compare il termine relatio, la dottrina della relazione di Meister Eckhart, ripercorrendone in questo modo tutte le fasi: a partire dagli anni delle prime Quaestiones parisienses e dei Sermones et Lectiones super Ecclesiastici; attraverso l’analisi del predicamentum relationis offerta in Expositio libri Exodi; e la ricostruzione della discussione con i contemporanei (Bonaventura, Enrico di Gand, Durando di San Porciano, Tommaso d’Aquino), testimoniata dalle Quaestiones del secondo magistero parigino di recente edizione; sino a giungere alle ultime formulazioni dell’Expositio s. evangelii sec. Iohannem.

2) Dimostrare, sulla base dei dati raccolti, la centralità del posto occupato dalla categoria della relazione tanto nell’ontologia quanto nella gnoseologia di Meister Eckhart.

B) Seminar für Renaissance und Geistesgeschichte (München)

MyrthA ehlert (tutors: Thomas Ricklin, Loris Sturlese)La ricezione della Vita Nuova di Dante a Firenze fino alla prima edizione

L’utilizzo del metodo della Rezeptionsgeschichte nell’ambito della storia della filosofia è in questo caso di particolare interesse, in quanto si

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applica a un testo letterario in volgare che attraverso la relazione tra autore e lettore si inserisce in un contesto filosofico. Lo studio sulla ricezione della Vita Nuova prende inizio da un’analisi del testo dantesco e approfondisce i concetti di testualità, scrittura e lettura, di commento e trasmissione, temi che Dante discute soprattutto nel prologo e nei capitoli V, VII e XVI.

In una seconda parte il progetto prende in considerazione, sulla base di un esame dettagliato dei 40 manoscritti conservati nelle biblioteche fiorentine, la ricezione della Vita Nuova a Firenze, tenendo conto anche della tradizione di trasmissione più antica nei quattro manoscritti trecenteschi che non si trovano a Firenze (Vaticano Chigi L, VIII, 305; Vaticano Chigi, L, V, 176; Biblioteca Capitolare di Toledo ms 104,5, Biblioteca Capitolare di Verona ms 445).

Questa ricerca permette di correggere la tesi secondo cui vi fu uno scarso interesse per la Vita Nuova nel Quattro- e Cinquecento e offre un importante contributo allo studio della ricezione delle cosiddette opere minori di Dante.

C) Universidad Nacional de San Martìn, Escuela de Humanidades (Buenos Aires)

gustAvo Fernández wAlker (tutors: Alessandra Beccarisi, Silvia Ma-gnavacca)I ‘nuovi linguaggi di analisi’ tra oxford e Parigi: il caso della Quaestio di Nicola di Autrecourt

La caratteristica più notevole della Quaestio di Nicola di Autrecourt è l’utilizzazione dei ‹nuovi linguaggi di analisi› tipici dell›Università di Oxford. Questi ‹nuovi linguaggi› (riprendendo la nomenclatura di J. Murdoch) sono i nuovi strumenti logici applicati dai maestri di Oxford all›analisi della filosofia naturale e la teologia. Strumenti che, sebbene abbiano avuto la loro origine a Oxford, sono stati ripresi poco dopo dalle università continentali, e particolarmente all’interno dell’Università di Parigi. Proprio l’utilizzazione dei nuovi metodi di analisi permette di parlare, a partire dal 1340, di una “Scuola di Parigi”, grazie ai lavori di

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Giovanni Buridano, Marsilio de Inghen, Alberto di Sassonia e Nicola Oresme. Il 1340 è, infatti, il terminus ante quem per il testo ultricuriano, in quanto è l›anno in cui Nicola si appella al Papa ad Avignone, per un processo che si concluderà con la sua condanna. Questo significa che i nuovi linguaggi di analisi erano già utilizzati a Parigi prima della Scuola di Buridano, e che la Quaestio di Nicola di Autrecourt costituisce un documento importante della trasmissione dei linguaggi da Oxford a Parigi. In questo senso, la Quaestio è di grande interesse per uno studio di questa trasmissione.

Il lavoro si propone due obiettivi: 1) analizzare come i nuovi linguaggi di analisi vengono utilizzati nella  Quaestio  ultricuriana, 2) valutare quanto la loro utilizzazione sia debitrice dei trattati oxoniensi sui limiti:  de primo et ultimo instanti,  de maximo et minimo,  de latitudinis formarum, etc. L’interesse di questo lavoro è, così, duplice: in primo luogo, per arrivare a una più complessa valutazione della figura di Nicola di Autrecourt. L’analisi della Quaestio permette, inoltre, di aggiungere nuovi elementi allo studio dei rapporti tra Oxford e Parigi, particolarmente riguardo ai nuovi linguaggi sui limiti.

MArcelA Borelli (tutors: Silvia Magnavacca, Alessandra Beccarisi)Esegesi delle glosse petrarchesche ai manoscritti d’Agostino

L’obiettivo del presente progetto consiste nello studiare l’influenza del pensiero agostiniano nelle opere di Petrarca.

Dalla metà del secolo scorso questa relazione é stata studiata dalla prospettiva delle opere di Petrarca e quasi sempre sotto una problematica particolare. Negli ultimi anni, però, si é cominciato a fare più attenzione ad un altro aspetto: quello del Petrarca lettore e postillatore dei manoscritti agostiniani. La nostra proposta é quella di esplorare questa relazione partendo dal punto di vista del Petrarca lettore delle opere agostiniane attraverso lo studio delle glosse, graffe, e segni posati nei margini dei codici.

Il progetto, dunque, consiste in primo luogo, nell’edizione delle glosse autografe ai manoscritti Bibliothéque Nationale de Paris, Latin 2103; Par. Lat. 2201; Par. Lat. 19891 e 1989 2; Par. Lat. 1994 e

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Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat., 458, tutti contenenti ope-re di Agostino. Alcune delle glosse di questi manoscritti sono stati editate (il Lat., 2201) e altre soltanto in parte.

Queste glosse verrano esaminate in profondità al fine di poter valutare la sua importanza entro il contesto dell’opera petrarchesca in prosa, e determinare, dal punto di vista del Petrarca lettore degli scritti agostiniani, la sua influenza e i temi che furono d’interesse per il poeta. Attraverso questo studio, vedremo come questioni teologiche riguardo la grazia di Dio, il libero arbitrio e la prescienza divina, ecc., anche se non appaiono nelle sue opere, sono state di interesse per il poeta, oppure come certi passi sono fonti di citazioni velate o indirette, e la cui influenza è indiscutibile.

Mercedes ruvituso (tutors: Leiser Madanes, Alessandra Beccarisi)La teoria dell’immagine nell’opera di Giorgio Agamben. Fra estetica e politica

Il concetto d’immagine, in diversi modi, percorre tutta la produzione filosofica di Giorgio Agamben, in rapporto a quattro temi fondamentali del suo pensiero: l’opera d’arte e la critica dell’estetica, la sua concezione del linguaggio, l’analisi delle forme della politica contemporanea e, infine, la sua ontologia politica. Seguendo ognuna di queste linee, l’ipotesi centrale di questo progetto è che il concetto d’immagine d’Agamben –che si definisce, a volte, come una “tensione dialettica”, una “dualità irriducibile” e anche come una “polarità antinomica”– deve essere inteso nei termini di un “dispositivo” politico (riprendendo qui il concetto metodologico di dispositivo che lo stesso Agamben utilizza nei suoi scritti, reinterpretando certamente il concetto foucaultiano).

Tenendo conto, dunque, che il concetto d’immagine nell’opera di Agamben non è stato oggetto di nessuno studio sistematico, a partire di questa ipotesi il progetto si propone: 1) identificare la bipolarità del concetto in tutti i suoi aspetti e spiegare la sua diversità di usi e contesti d’uso in maniera sistematica, ovvero come un vero concetto tecnico, 2) precisare il rapporto fra questo concetto e i suoi autori e tendenze di riferimento, tanto nella filosofia medievale (l’averroismo latino)

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come nei pensatori contemporanei (Aby Warburg, Walter Benjamin e Furio Jesi), 3) mostrare l’esistenza di una propria e singolare “teoria dell’immagine” nel pensiero dell’autore e infine, mettere in luce il rapporto fra la dimensioni estetica e quella politica nel suo pensiero.

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PUBBLICAzIoNI PATRoCINATE DAL CENTRo

A. Beccarisi, ‚Famosus est et satis publicum‘: Factonalism and the limits of doctrine in the Case Against Meister, in: A. P. Roach/ J. R. Simpson (ed.), Heresy and the making of european culture. Medieval and modern perspectives, Ashgate 2013, pp. 289-299.

- Id., Hic imaginatio deficit. Die Metaphysik des Intellekts bei Meister Eckhart. In: Art, Intellect and Politics. A Diachronic Perspective, hrsg. von Giusy M. A. Margagliotta/Andrea A. Robiglio, Brill, Leiden/Boston 2013, p. 411-434.

- Id., Eckhart’s Latin Works, in: A Companion to Meister Eckhart, ed. by J. Hackett, Leuven, Brill 2013.

- Id., Wie der grunt der werke sî. Die metaphysische Begründung der Ethik in den ›Reden‹ Meister Eckhart, in: Meister-Eckhart-Jahrbuch, hrsg von D. Gottschall/D. Mieth, Kohlhammer, Stuttgart 2013, pp. 291-304.

D. Gottchall, Albert‘s Contributions to or Influence on Vernacular Literatures, in: Irven M. Resnick (ed.), A Companion to Albert the Great. Theology, Philosophy, and the Sciences (Brill‘s Companions to the Christian Tradition. A series of handbooks and reference works on the intellectual and religious life of Europe, 500-1800, vol. 38), Brill: Leiden, Boston 2013, pp. 725-757.

- Id., Eckhart‘s German Works, in: Jeremiah M. Hackett (e.), A Companion to Meister Eckhart (Brill‘s Companions to the Christian Tradition. A series of handbooks and reference works on the intellectual and religious life of Europe, 500-1800, vol. 36), Brill: Leiden, Boston 2013, pp. 137-183.

- Id., Eckhart and the Vernacular Tradition: Pseudo-Eckhart and Eckhart Legends, in: Jeremiah M. Hackett (e.), A Companion to Meister Eckhart (Brill‘s Companions to the Christian Tradition. A series of handbooks and reference works on the intellectual and

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religious life of Europe, 500-1800, vol. 36), Brill: Leiden, Boston 2013, pp. 509-551.

D. Gottschall und D. Mieth (Hgg.), Meister Eckharts Erfurter ›Reden‹ in ihrem Kontext (Meister-Eckhart-Jahrbuch, Bd. 6), Stuttgart 2013.

A. Palazzo, “Die tugent hat vierley grad. Meister Eckhart on Macrobius’ four degrees of the cardinal virtues”, in Documenti e Studi sulla tradizione filosofica medievale, 24 (2013), 555-587.

- Id., Philosophical Meanings of ‘lux’ (JO 1,4-5, 1,9) in Eckhart’s Commentary on the Gospel of John, in: F. Amerini, “In principio erat Verbum” Philosophy and Theology in the Commentaries on the Gospel of John (II-XIV Century), Münster, Aschendorff Verlag, 2013 (Archa Verbi. Subsidia, 10) 247-270.

- Id., “Ulrico di Strasburgo, un maestro nel citare: nuove evidenze del ricorso alle opere di Alberto il Grande in De summo bono IV 2 8-14” in F. Meroi, Le parole del pensiero: studi offerti a Nestore Pirillo, Pisa, ETS, 2013, 49-75.

- Id., “Eckhart’s Islamic and Jewish sources: Avicenna, Avicebron, and Averroes”, in ed. J. Hackett, A Companion to Meister Eckhart, Leiden-Boston, Brill, 2013, 253-298 (Brill’s Companions to the Christian Tradition, 36).

F. Retucci, Durandi de Sancto Porciano Scriptum super IV Libros Sententiarum, Dist. 22-38 libri Secundi, edd. F. Retucci, M. Perrone, mit einer Einleitung von F. Retucci, Leuven 2013, 119*+308.

- Id.,„Nuovi percorsi del platonismo medievale: i commentari bizantini all’Etica Nicomachea nel Sapientiale di Tommaso di York“, in: Documenti e Studi sulla tradizione filosofica medievale 24 (2013), 85-120.

- Id., „Durandus“, in: K. Flasch, Das philosophische Denken im Mittelalter. Von Augustin zu Machiavelli, Stuttgart 2013, 500-512.

- Id., „On a dangerous trail: Suso and Eckhart‘s Condemnation“, in: A Companion to Meister Eckhart, ed. by J. Hackett, Leiden-Boston 2013 (Brill‘s Companion to the Christian Tradition, Vol. 36), 587-605.

E. Rubino, Pseudo-Dionysius the Areopagite and Eckhart, in: A Companion to Meister Eckhart (36). Edited by Jeremiah M. Hackett. Leiden-Boston, Brill 2013, pp. 299-309.

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L. Sturlese, Die Philosophie im Mittelalter. Von Boethius bis Cusanus, München, C. H. Beck (C. H. Beck Wissen, 2821) 2013, 128 p. (ISBN 978 3 406 64634 8)

- Id., Eckhart as Preacher, Administrator, and Master of the Sentences, in “A Companion to Meister Eckhart”, ed. by J. M. Hackett, Leiden, Brill (Brill’s Companions to the Christian Tradition 36) 2013, 125-135 (ISBN 978 90 0418 347 6)

L. Sturlese, M. J. F. M. Hoenen, Manuscripts - Ideas - Culture. Volkssprachliche Dokumente mittelalterlicher Frömmigkeit in einer philosophie- und theologiehistorischen Perspektive, in “Zwei mittelniederländische Texte des «Geistbuchs»”, hrsg. von W. Scheepsma. Mit einer Einleitung von M. J. F. M. Hoenen und L. Sturlese, Roma, Edizioni di storia e letteratura (Temi e testi 120 - Manuscripts Ideas Culture) 2013, I-XIX (ISBN 978 88 6372 564 3).

I. Zavattero, “Anonymus Magister Artium. Le portrait intellectuel d’un maître ès arts anonyme de la première moitié du XIIIe siècle”, in C. Angotti, M. Brinzei, M. Teeuwen (eds), Portraits de maîtres offert à Olga Weijers, Porto, FIDEM 2013 (TEMA 65), pp. 63-77.

- Id., “Éthique et politique à la Faculté des arts de Paris dans la première moitié du XIIIe siècle”, in O. Weijers, J. Verger (eds), Les débuts de l’enseignement universitaire à Paris (1200-1245 environ), Turnout, Brepols 2013 (Studia Artistarum 38), pp. 199-239

- Id., “L’enseignement à la Faculté des arts au moyen âge. À propos d’un ouvrage d’Olga Weijers”, in Freiburger Zeitschrift für Philosophie und Theologie 60,2 (2013 - in corso di stampa).

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MEMBRI DEL CENTRo

DirettoreLoris Sturlese

Coordinatrice Alessandra Beccarisi

Ricercatori Nadia Bray, Alessandro Palazzo, Fiorella Retucci, Irene Zavattero, Elisa Rubino

Dottorandi di ricerca- in cotutela con l’Universität zu Köln: Diana Di Segni, Sara Ciancioso- in cotutela con la Ludwig-Maximilian Universität:Myrtha Ehlert- in cotutela con l’Univerisidad Nacional de General San Martìn: Gustavo Fernández Walker, Marcela Borelli, Marìa Mercedes Ruvituso- dottorato internazionale trilaterale (Lecce-Paris IV- Köln):Marco Maniglio (cotutela Uni-Köln), Antonino Rubino (cotutela Uni-Köln)

Borsiste Marie Curie (MITT) Myrtha Ehlert, Susanne Klouth

Affiliati Sabina Tuzzo, Antonella Sannino, Massimo Perrone, Ubaldo Villani-Lubelli, Chiara Paladini