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1 Certificazione energetica degli edifici Efficienza energetica degli edifici: inquadramento legislativo Prima parte Arch. Valerio Marino

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Certificazione energetica degli edifici

Efficienza energetica degli edifici: inquadramento legislativo

Prima parte

Arch. Valerio Marino

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ENERGIA

CapitaleLavoro

Materie prime

BeniServizi

OccupazioneAmbiente

InvestimentiTecnologiaInnovazione

PRODUZIONE

CONSUMI

BILANCIO ECONOMICO

Pervasività dell’energia

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Consumi energetici in Italia

Impieghi finali di energia per settore (Mtep), anni 2000 – 2011

Fonte: ENEA - Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2011, dicembre 2012 (elaborazione su dati MiSE)

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Consumi energetici in Italia

Nel 2011, gli impieghi finali di energia sono stati pari a 134,9 Mtep con una riduzione del 2,65% rispetto al 2010. Tale diminuzione ha riguardato tutti i settori, per gli effetti della crisi economica e delle misure di promozione e incentivazione dell’efficienza energetica.

Gli usi civili passano dal 30,8% del 2004 al 34,4% del 2011. Seguono il settore dei trasporti (31,5%) e dell’industria (24,2%).Fonte: ENEA - Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2011, dicembre 2012

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Consumi energetici in Italia

Distribuzione dei consumi energetici (consumi finali di energia 2010, % su consumi totali, stime):

Fonte: Strategia Energetica Nazionale (Marzo 2013)

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Consumi energetici in Italia

Consumo di energia primaria imputabile al settore residenziale – anni 2000-2010Variazione consumo totale, elettrico e del riscaldamento, per abitazione

Fonte: ENEA - Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2011, dicembre 2012

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Consumi energetici in Italia

Confronto consumi per uso nel settore residenziale nel periodo 1990-2010 Variazione consumo totale, elettrico e del riscaldamento, per abitazione

Fonte: ENEA - Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2011, dicembre 2012

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Distribuzione cronologica del parco edifici in Italia

Numero totale di edifici residenziali: 11.714.262

Numero totale edifici:14.176.371

Gli edifici residenzialirappresentano il 83% del parco nazionale

Fonte: elaborazione su dati ISTAT (2002-2012)

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Distribuzione cronologica del parco edifici in Italia

Numero totale di edifici per uffici: 64.911

Gli edifici per ufficirappresentano il 0,5% del parco nazionale

Fonte: elaborazione su dati ENEA-CRESME (2009)

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

At the end of 2011, almost all European countries were on track towards their Kyoto targets for 2008–2012.The EU-15 also remained on track to achieve its Kyoto target.

Italy, however, was not on track. Spain plans to acquire a large quantity of Kyoto units through the KP's flexible mechanisms to achieve its target.The gaps currently observed in Italy and Spain may result in a potential shortfall of 14.2 Mt CO2 equivalent (0.3 % of the ‑EU 15's base year emissions). ‑ ‑These gaps, if not addressed by early 2015, could hinder the EU 15 from ‑achieving its target.

Fonte: EEA Report No 6/2012 Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012 - Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

L’Italia è tra gli otto stati membri che possono raggiungere il target previsto nei settori non interessati da ETS solo attraverso l’implementazione di misure aggiuntive.

Fonte: EEA Report No 6/2012 Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012 - Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

Percentuali di emissioni di GHG per settore – anno 2010

Fonte: EEA Report No 6/2012 Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012 - Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

Nel caso di mancato rispetto dell’impegno di riduzione delle emissioni, il Protocollo di Kyoto prevede l’applicazione delle seguenti sanzioni: • maggiorazione del 30% sulla quantità di emissioni che mancano al raggiungimento dell’obiettivo, addebitata in aggiunta agli obblighi che verranno stabiliti nel secondo periodo d’impegno; • obbligo di adozione di un piano d’azione per il rispetto dei propri obiettivi;• può essere disposta la sospensione dalla partecipazione all’emissions trading.

Nel caso di mancato rispetto degli impegni di riduzione negoziati con il Burden Sharing Agreement, i Paesi membri dell’Unione europea potranno inoltre essere soggetti ad una procedura di infrazione su iniziativa della Commissione.

Anche se il Protocollo di Kyoto non prevede sanzioni economiche dirette, il mancato raggiungimento degli obiettivi risulta particolarmente oneroso in termini di credibilità internazionale, appesantimento degli obblighi nel secondo periodo di impegno e il rischio di non partecipare all’emissions trading.

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

Fonte: EEA Report No 6/2012 Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012 - Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets

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L’Italia e gli obiettivi del Protocollo di Kyoto

Fonte: EEA Report No 6/2012 Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012 - Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 Marzo 2013)

Potenziale di risparmio in miliardi di euro/anno (stime in ipotesi di prezzi costanti per importazioni):

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 Marzo 2013)

Strumenti per il raggiungimento degli obiettivi:

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

Strumenti per il raggiungimento degli obiettivi:

Il recepimento della direttiva 2010/31/UE – che dovrà costituire una priorità di intervento del Governo, non appena si sarà ottenuta la delega da parte del Parlamento – permetterà di elevare i requisiti sulle nuove costruzioni (classe B) e di introdurre forme più efficaci per la qualificazione del patrimonio edilizio esistente, entro il 2020, facendo leva sullo strumento delle detrazioni fiscali o anche in futuro di altri strumenti che premino il “salto” di classe energetica dell’intero edificio o di condomini. Al contempo, sarà essenziale […], rafforzare la qualificazione degli operatori, e introdurre misure dedicate agli immobili in affitto. La Commissione ha stimato una riduzione dei consumi di energia del 5-6% a livello europeo derivante dall’applicazione della direttiva.

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

Strumenti per il raggiungimento degli obiettivi:

Sarà essenziale rinforzare i sistemi di controllo e sanzione, rendendoli coerenti in tutte le Regioni, migliorare il processo di Certificazione (con l’eventuale creazione di un Ente Unico e/o l’inserimento delle informazioni nei dati catastali)

Procedura regionale sulla Certificazione energetica

Schemi provinciali di Certificazione energetica

Rif. L.G. nazionali sulla Certificazione energetica

Legge regionale sulla Valutazione di Sostenibilità

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

La Strategia Energetica Nazionale individua, tra gli altri, questi strumenti:

- per quanto riguarda le detrazioni fiscali (“55%”), sarà importante estendere nel tempo questo provvedimento, prevedendo una serie di correzioni e miglioramenti per renderlo più efficace ed efficiente in termini di costo-beneficio.

Tra i possibili miglioramenti, i principali riguardano: 1. differenziazione della percentuale di spesa detraibile e/o della durata per il

rimborso commisurata all’effettivo risparmio generato dall’intervento; 2. introduzione di parametri di costo specifico massimo ammissibile per tipo

di intervento, per evitare fenomeni di traslazione di una parte dell’incentivo nei prezzi dei prodotti;

3. specializzazione dello strumento per efficientare il patrimonio edilizio, rivedendo il perimetro attuale degli interventi ammessi in modo da evitare la sovrapposizione con altri incentivi, di nuova introduzione, con la stessa finalità (“Conto Termico”).

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

La Strategia Energetica Nazionale individua, tra gli altri, questi strumenti:

- l’introduzione di strumenti per l’incentivazione diretta degli interventi di efficienza energetica nella Pubblica Amministrazione che, per i noti vincoli di bilancio e per l’impossibilità di accedere alle detrazioni fiscali, non è riuscita a sfruttare a pieno le potenzialità di risparmio energetico.

Attraverso questi nuovi strumenti, a partire dal “Conto termico”, e l’introduzione di specifici modelli contrattuali vincolanti per la PA, sarà possibile soddisfare l‟obbligo di riqualificazione energetica degli edifici di proprietà dell’Amministrazione centrale (3% l‟anno della superficie complessiva) previsto dalla nuova direttiva sull’efficienza energetica.

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Strategia Energetica Nazionale (D.M. 8 marzo 2013)

La Strategia Energetica Nazionale individua, tra gli altri, questi strumenti:

- Il rafforzamento degli obiettivi e del meccanismo dei Certificati Bianchi (i Titoli di Efficienza Energetica – TEE), prevalentemente dedicato ai settori industriale e dei servizi, alla promozione di interventi di efficientamento di valenza infrastrutturale in settori finora poco interessati (ITC, distribuzione idrica, trasporti), pur mantenendo un ruolo anche per interventi residenziali non coperti da detrazioni e Conto Termico.

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PERCORSO NORMATIVO

• Legge 10/1991 Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle FER

• D.P.R. 412/1993 Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione art. 4, comma 4, della L. 10/91

• D.M. 13/12/1993 Approvazione modelli tipo per la compilazione della relazione Tecnica di cui all'art. 28 della L. 10/91

• D.P.R. 551/1999 Regolamento recante modifiche al D.P.R. 412/93

• Direttiva 2002/91/CE Sul rendimento energetico nell'edilizia• D.M. 27/07/2005 (G.U. 2/8/2005) Norma concernente il regolamento d'attuazione

della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (articolo 4, commi 1 e 2)• D.Lgs. 192/2005 (G.U. 15/10/2005) mod. dal D.Lgs. 311/2006 (G.U. 1/2/2007)

Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia

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PERCORSO NORMATIVO

• Direttiva 2006/32/CE Concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio

• Norma UNI/TS 11300-1:2008 (24/4/2008) Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale

• D.Lgs. 115/2008 (G.U. 3/7/2008) Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE

• Norma UNI/TS 11300-2:2008 Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria

• D.P.R. 59/2009 (G.U. 10/06/2009) Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia

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PERCORSO NORMATIVO

• D.M.S.E e M.A.T.T.M. 26/6/2009 (G.U. 10/7/2009) Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

• Norma UNI/TS 11300-3:2010 (25/3/2010): Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva

• Direttiva 2010/31/CE: Sul rendimento energetico nell'edilizia (rifusione)• D.Lgs. 28/2011 (G.U. 28/3/2011) Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla

promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE

• Norma UNI/TS 11300-4:2012 Prestazioni energetiche degli edifici: utilizzo di energie rinnovabili e altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda sanitaria

• D.M.S.E. 22/11/2012 (G.U. 13/12/2012) Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: «Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici»

• D.M.S.E. 22/11/2012 (G.U. 25/01/2013) Modifica dell'Allegato A del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia

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PERCORSO NORMATIVO

• D.L. 63/2013 (G.U. 04/06/2013) Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 convertito con modificazioni da L. 90/2013 (G.U. 03/08/2013)

• D.P.R. 74/2013 (G.U. 27/06/2013) Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari

• D.P.R. 75/2013 (G.U. 27/06/2013) Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici

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L. 10/1991

Finalità1. migliorare i processi di trasformazione dell'energia 2. ridurre i consumi di energia 3. migliorare le condizioni di compatibilità ambientale dell'utilizzo dell'energia a parità di servizio reso e di qualità della vita

Attraverso meccanismi di facilitazione e incentivazione di - uso razionale dell'energia- contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti,- utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia- riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi- rapida sostituzione degli impianti in particolare nei settori a più elevata intensità energetica.

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L. 10/1991

Finalità (art. 1)Definizione di una politica di uso razionale dell'energia e di uso razionale delle materie prime energetiche attraverso un complesso di azioni organiche dirette a: - promozione del risparmio energetico- uso appropriato delle fonti di energia, anche convenzionali- miglioramento dei processi tecnologici che utilizzano o trasformano energia- sviluppo delle fonti rinnovabili di energia- sostituzione delle materie prime energetiche di importazione

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L. 10/1991

Modalità di attuazione – I decreti attuativi (art. 4)Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Presidente della Repubblica, adottato previa deliberazione del Consiglio dei ministri, - sentito il parere del Consiglio di Stato,- su proposta del Ministro dei lavori pubblici,- di concerto con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato,- sentiti il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR),- l'ENEA,- le regioni- le province autonome di Trento e di Bolzano,sono emanate norme che […] definiscono i criteri generali tecnico-costruttivi e le tipologie per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata nonché per l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla ristrutturazione degli edifici esistenti […].(il comma 1 dell’art. 4, qui menzionato, è stato abrogato dall’art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)

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L. 10/1991

Modalità di attuazione – I decreti attuativi (art. 4)2. Il Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, […] emana con decreto la normativa tecnica al cui rispetto è condizionato il rilascio delle autorizzazioni e la concessione e l'erogazione di finanziamenti e contributi per la realizzazione di opere pubbliche. (abrogato dall’art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)

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L. 10/1991

Modalità di attuazione – I decreti attuativi (art. 4)4. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Presidente della Repubblica, […], sentite anche le associazioni di categoria interessate e le associazioni di istituti nazionali operanti per l'uso razionale dell'energia, sono emanate le norme per il contenimento dei consumi di energia, riguardanti in particolare progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici, e i seguenti aspetti: determinazione delle zone climatiche; durata giornaliera di attivazione nonché periodi di accensione degli impianti termici; temperatura massima dell'aria negli ambienti degli edifici durante il funzionamento degli impianti termici; rete di distribuzione e adeguamento delle infrastrutture di trasporto, di ricezione e di stoccaggio delle fonti di energia al fine di favorirne l'utilizzazione da parte degli operatori pubblici e privati per le finalità di cui all'art. 1. (abrogato dall’art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)

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L. 10/1991

Modalità di attuazione – I Piani Energetici Regionali/Provinciali (art. 5)1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, d'intesa con l'ENEA, individuano i bacini che in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni, alle esigenze di utenza, alle disponibilità di fonti rinnovabili di energia, al risparmio energetico realizzabile e alla preesistenza di altri vettori energetici, costituiscono le aree più idonee ai fini della fattibilità degli interventi di uso razionale dell'energia e di utilizzo delle fonti rinnovabili di energia.

2. D'intesa con gli enti locali e le loro aziende inseriti nei bacini di cui al comma 1 ed in coordinamento con l'ENEA, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, predispongono rispettivamente un piano regionale o provinciale relativo all'uso delle fonti rinnovabili di energia.

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L. 10/1991Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia (art. 19) 1. Entro il 30 aprile di ogni anno i soggetti operanti nei settori industriale, civile, terziario e dei trasporti che nell'anno precedente hanno avuto un consumo di energia rispettivamente superiore a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio per il settore Industriale ovvero a 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio per tutti gli altri settori, debbono comunicare al Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato il nominativo del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia.2. La mancanza della comunicazione di cui al comma 1 esclude i soggetti dagli incentivi di cui alla presente legge. Su richiesta del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato i soggetti beneficiari del contributi della presente legge sono tenuti a comunicare i dati energetici relativi alle proprie strutture e imprese.3. I responsabili per la conservazione e l'uso razionale dell'energia individuano le azioni, gli interventi, le procedure e quanto altro necessario per promuovere l'uso razionale dell'energia, assicurano la predisposizione di bilanci energetici In funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali, predispongono i dati energetici di cui al comma 2.

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L. 10/1991Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia (art. 19) 4. Entro novanta giorni dalla data dell'entrata in vigore della presente legge l'ENEA provvede a definire apposite schede informative di diagnosi energetica e di uso delle risorse, diversamente articolate in relazione ai tipi d'impresa e di soggetti e ai settori di appartenenza.5. Nell'ambito delle proprie competenze l'ENEA provvede sulla base di apposite convenzioni con le regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano a realizzare idonee campagne promozionali sulle finalità della presente legge, all'aggiornamento del tecnici di cui al comma 1 e realizzare direttamente ed indirettamente programmi di diagnosi energetica.

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L. 10/1991

Sanzioni (art. 34) 8. L'inosservanza della disposizione che impone la nomina, ai sensi dell'articolo 19, del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia, è punita con la sanzione amministrativa non inferiore a lire dieci milioni e non superiore a lire cento milioni.

Circolare M.I.C.A. 226/F/1993Le comunicazioni dovranno essere spedite mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, alla F.I.R.E. (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia)

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L. 10/1991

Criteri per limitare i consumi energetici degli edifici (art. 27)I consumi di energia termica ed elettrica ammessi per gli edifici sono limitati secondo quanto previsto dai decreti di cui all'art. 4, in particolare in relazione alla destinazione d'uso degli edifici stessi, agli impianti di cui sono dotati e alla zona climatica di appartenenza.

La Relazione sul contenimento dei consumi energetici (art. 28)Il proprietario dell'edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia, insieme alla denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli articoli 25 e 26, il progetto delle opere stesse corredate da una relazione tecnica, sottoscritta dal progettista o dai progettisti, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni della presente legge.

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L. 10/1991

Il format per la Relazione ex art. 28 è contenuto nel D.M. 13 dicembre 1993 (Approvazione dei modelli tipo per la compilazione della relazione tecnica di cui all'art. 28 della L. 9 gennaio 1991, n. 10, attestante la rispondenza alle prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico degli edifici) (abrogato dall’art. 16, comma 1, lett. a), del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)

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L. 10/1991

Certificazione energetica degli edifici (art. 30) (abrogato dall'art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge con decreto del Presidente della Repubblica, adottato previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentito il Ministro dei lavori pubblici e l'ENEA, sono emanate norme per la certificazione energetica degli edifici. Tale decreto individua tra l'altro i soggetti abilitati alla certificazione. 2. Nei casi di compravendita o di locazione il certificato di collaudo e la certificazione energetica devono essere portati a conoscenza dell'acquirente o del locatario dell'intero immobile o della singola unità immobiliare. 3. Il proprietario o il locatario possono richiedere al comune ove è ubicato l'edificio la certificazione energetica dell'intero immobile o della singola unità immobiliare […].4. L'attestato relativo alla certificazione energetica ha una validità temporale di cinque anni a partire dal momento del suo rilascio.

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L. 10/1991

RIASSUMENDO I PROVVEDIMENTI ATTESI:

• criteri generali tecnico-costruttivi e normativa per l'edilizia• la normativa tecnica al cui rispetto è condizionato il rilascio delle autorizzazioni e

concessioni di finanziamenti• criteri generali per la costruzione o la ristrutturazione degli impianti di interesse

agricolo, zootecnico e forestale che facilitino il raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1

• norme per il contenimento dei consumi di energia, riguardanti in particolare progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici, zone climatiche, ecc.

• norme idonee a rendere apprezzabile il conseguimento dell'obiettivo dell'uso razionale dell'energia e dell'utilizzo di fonti rinnovabili di energia nei criteri di aggiudicazione delle gare

• istituzione della figura del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia (Energy Manager)

• CERTIFICAZIONE ENERGETICA

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 1. DEFINIZIONIz) per "gradi giorno" di una località, la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dell'ambiente, convenzionalmente fissata a 20°C, e la temperatura media esterna giornaliera; l'unità di misura utilizzata è il grado giorno (GG).

Allegato A > Tabella dei gradi/giorno (e dell’altitudine) dei comuni italiani raggruppati per regione e provincia

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 2. INDIVIDUAZIONE DELLA ZONA CLIMATICA E DEI GRADI GIORNOIl territorio nazionale è suddiviso nelle seguenti sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno, indipendentemente dalla ubicazione geografica:Zona A: comuni che presentano un numero di gg non superiore a 600; Zona B: comuni che presentano un numero di gg maggiore di 600 e non superiore a 900; Zona C: comuni che presentano un numero di gg maggiore di 900 e non superiore a 1.400; Zona D: comuni che presentano un numero di gg maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100; Zona E: comuni che presentano un numero di gg maggiore di 2.100 e non superiore a 3.000; Zona F: comuni che presentano un numero di gg maggiore di 3.000.

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D.G.R. VIII-8745/2007

Ai fini della sola classificazione energetica il territorio regionale è stato suddiviso in tre zone climatiche con due sottozone F:

Zona E da 2.101 a 3.000 GGZona F.1 da 3.001 a 3.900 GGZona F.2 da 3.901 a 4.800 GG

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 3. CLASSIFICAZIONE GENERALE DEGLI EDIFICI PER CATEGORIE1. Gli edifici sono classificati in base alla loro destinazione d'uso nelle seguenti categorie:E.1 Edifici adibiti a residenza e assimilabili:E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell'isolamento termico;E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonché le strutture protette per l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative, associative o di culto e assimilabili;E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all'ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;E.6 Edifici adibiti ad attività sportive;E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 3. CLASSIFICAZIONE GENERALE DEGLI EDIFICI PER CATEGORIE2. Qualora un edificio sia costituito da parti individuabili come appartenenti a categorie diverse, le stesse devono essere considerate separatamente e cioè ciascuna nella categoria che le compete.

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D.D.G. 5796/2009 Corrispondenza tra categoria catastale e destinazione d’uso A/1 – A/9 E.1 (1) o E.1 (2)A/10 E.2A/11 E.1 (1) o E.1 (2)B/1 E.1 (1)B/2 E.3B/3 E.1 (1)B/4 E.2B/5 E.7B/6 che non hanno sede in A/9, B/7 E.4 (2)B/8 E.8C/1 E.5 o E.4 (3)C/2 – C/6 E.8D/1 E.8D/2 E.1 (3)D/3 E.4 (1)D/4 E.3D/5 E.2D/6 E.6 (1) - E.6 (2) - E.6 (3)D/7 E.8D/8 E.5D/10 E.1 (3)D/11 E.7

N.B.: la cat. D/9 è assente in quanto trattasi di edifici galleggianti-sospesi/ponti privati

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 4. VALORI MASSIMI DELLA TEMPERATURA AMBIENTE(abrogato dall’art. 12 del D.P.R. 74/2013)1. Durante il periodo in cui è in funzione l'impianto di climatizzazione invernale, la media aritmetica delle temperature dell'aria nei diversi ambienti di ogni singola unità immobiliare non deve superare i seguenti valori con le tolleranze a fianco indicate:a) 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici rientranti nella categoria E.8;b) 20°C + 2°C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8.sostituito da:

D.P.R. 74/2013

Art. 3 Valori massimi della temperatura ambiente1. Durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale, la mediaponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve superare:a) 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;b) 20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici.

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Per il calcolo della potenza si utilizzano invece le temperature stabilite dalla UNI EN 12831:

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D.P.R. 412/1993 (mod. dal D.P.R. 551/1999)

Art. 5. REQUISITI E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI TERMICI(abrogato dall'art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.)

Sostituito dall’art. 4 del D.P.R. 59/2009

Art. 8. VALORI LIMITE DEL FABBISOGNO ENERGETICO NORMALIZZATO PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE

(abrogato dall'art. 16 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.) Definisce il FEN, Fabbisogno Energetico Normalizzato espresso in kJ/m3 GG

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D.P.R. 74/2013

Art. 4 Limiti di esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale(sostituisce l’art. 9, comma 1, del D.P.R. 412/1993)2. L'esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale è consentito con i seguenti limiti relativi al periodo annuale e alla durata giornaliera di attivazione, articolata anche in due o più sezioni:a) Zona A: ore 6 giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo;b) Zona B: ore 8 giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo;c) Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;d) Zona D: ore 12 giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile;e) Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;f) Zona F: nessuna limitazione.3. Al di fuori di tali periodi, gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e, comunque, con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita in via ordinaria. > Ordinanza del Sindaco

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D.P.R. 74/2013

Art. 4 Limiti di esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale(sostituisce l’art. 9, comma 1, del D.P.R. 412/1993) La limitazione del periodo annuale di esercizio e della durata giornaliera di attivazione non si applica a:- ospedali, cliniche, case di riposo, strutture protette;- sedi diplomatiche e di organizzazioni internazionali che non siano ubicate in stabili condominiali;- scuole materne e asili nido; - alberghi, pensioni ed attività assimilabili;- piscine, saune e assimilabili; - edifici industriali o artigianali, nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.

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D.P.R. 74/2013

Art. 4 Limiti di esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale(sostituisce l’art. 9, comma 1, del D.P.R. 412/1993) La limitazione della sola durata giornaliera di attivazione non si applica a:- edifici adibiti a uffici, attività commerciali e assimilabili, per le parti in servizio continuo;- impianti termici che utilizzano calore proveniente da centrali di cogenerazione;- impianti termici che utilizzano pannelli radianti incassati nell'opera muraria;- impianti termici al servizio di uno o più edifici per cui è già prevista la deroga e dotati di circuito primario;- impianti termici di più unità immobiliari residenziali con sonda climatica, regolazione ambiente su 2 livelli/24 h e attenuazione pari a 16°C + 2°C; - impianti termici di più unità immobiliari residenziali con contabilizzazione in ogni singola unità immobiliare e regolazione ambiente su 2 livelli/24 h;- impianti termici di singole unità immobiliari residenziali con regolazione ambiente su 2 livelli/24 h e spegnimento del generatore da parte dell’utente;- impianti termici condotti mediante "contratti di servizio energia“ con corrispettivi correlati al raggiungimento del comfort nei limiti consentiti e attenuazione della potenza.

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Direttiva 2002/91/CE

La “vita” della Direttiva

La Direttiva 2002/91/CE è ABROGATA dal 1 gennaio 2012

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Direttiva 2010/31/UE

del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione) – Nearly Zero Energy Building Directive (NZEB)

PremesseGli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nell’Unione. Il settore è in espansione, e ciò è destinato ad aumentarne il consumo energetico.

Obiettivi della Direttiva:• rispettare l’impegno a lungo termine di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 °C; • aumentare l’efficienza energetica nell’Unione per conseguire l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo energetico dell’Unione entro il 2020;• ridurre entro il 2020 le emissioni globali di gas a effetto serra di almeno il 20% al di sotto dei livelli del 1990.

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Direttiva 2010/31/CE

Fissazione di requisiti minimi di prestazione energetica (art. 4)Gli stati membri fissano requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici o le unità immobiliari (di nuova costruzione ed esistenti) al fine di raggiungere livelli ottimali in funzione dei costi.

Si definisce “ristrutturazione importante” la ristrutturazione di un edificio quando: a) il costo complessivo della ristrutturazione per quanto riguarda l’involucro dell’edificio o i sistemi tecnici per l’edilizia supera il 25% del valore dell’edificio,

escluso il valore del terreno sul quale questo è situato;

oppure b) la ristrutturazione riguarda più del 25% della superficie dell’involucro dell’edificio;

Gli Stati membri possono scegliere di applicare l’opzione a) o quella b).

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Direttiva 2010/31/CE

Gli Stati membri possono decidere di non fissare o di non applicare i requisiti di prestazione energetica per le seguenti categorie edilizie:

a) edifici ufficialmente protetti come patrimonio designato o in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, nella misura in cui il rispetto di determinati requisiti minimi di prestazione energetica implichi un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto;

b) edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose;c) fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo non superiore a due anni,

siti industriali, officine ed edifici agricoli non residenziali a basso fabbisogno energetico, nonché edifici agricoli non residenziali utilizzati in un settore disciplinato da un accordo nazionale settoriale sulla prestazione energetica;

d) edifici residenziali che sono utilizzati o sono destinati ad essere utilizzati meno di quattro mesi all’anno o, in alternativa, per un periodo limitato dell’anno e con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe dall’utilizzazione durante l’intero anno;

e) fabbricati indipendenti con una metratura utile totale inferiore a 50 m2.

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Direttiva 2010/31/CE

A partire dal 31/12/2018 tutti gli edifici pubblici dovranno essere a energia quasi zero.

Entro il 31/12/2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere a energia quasi zero.

edificio a energia quasi zero: edificio ad altissima prestazione energetica. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto inmisura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.

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Direttiva 2010/31/CE

Gli Stati membri elaborano piani nazionali destinati ad aumentare il numero di edifici a energia quasi zero, che possono includere obiettivi differenziati per tipologia edilizia. I piani nazionali comprendono, tra l’altro, i seguenti elementi: a) definizione di edifici a energia quasi zero, tenuto conto delle rispettive condizioni nazionali, regionali o locali e con un indicatore numerico del consumo di energia primaria espresso in kWh/m2 anno; b) obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici

di nuova costruzione entro il 2015; c) informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per

promuovere gli edifici a energia quasi zero, compresi dettagli relativi ai requisiti e alle misure nazionali concernenti l’uso di energia da fonti rinnovabili negli

edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti ad una ristrutturazione importante.

Gli Stati membri procedono alla definizione di politiche e all’adozione di misure finalizzate a incentivare la trasformazione degli edifici ristrutturati in edifici a energia quasi zero.

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Direttiva 2010/31/CE

9 luglio 2012 – adozione e pubblicazione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative9 gennaio 2013 – applicazione delle disposizioni riguardanti la metodologia di calcolo, la certificazione della prestazione energetica, il sistema di controllo indipendente e gli esperti indipendenti9 gennaio 2013 – applicazione delle disposizioni riguardanti i requisiti di prestazione energetica e le ispezioni di caldaie e impianti di condizionamento d’aria agli edifici occupati da enti pubblici9 luglio 2013 – applicazione delle disposizioni riguardanti i requisiti di prestazione energetica e le ispezioni di caldaie e impianti di condizionamento d’aria degli altri edifici

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Direttiva 2012/27/UE

del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE

L’efficienza energetica:

• migliora la sicurezza di approvvigionamento dell'Unione, riducendo il consumo di energia primaria e diminuendo le importazioni di energia; • contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra in modo efficiente in termini di

costi e quindi a ridurre i cambiamenti climatici;• consente di accelerare la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative e migliorare la competitività dell'industria dell'Unione, rilanciando la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.

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Nel IV Rapporto IPCC Climate Change 2007 – Mitigazione dei Cambiamenti Climatici si legge: “Spesso è più conveniente investire nel miglioramento dell’efficienza energetica negli usi finali piuttosto che nell’aumento della produzione di energia per soddisfare la domanda di servizi energetici. Il miglioramento dell’efficienza ha un effetto positivo sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, sull’abbattimento dell’inquinamento dell’aria a livello regionale e locale, e sull’occupazione.”

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Direttiva 2012/27/UE

Obiettivi della Direttiva:

• raggiungere l'obiettivo di efficienza energetica del 20% all'orizzonte 2020, convenuto dal Consiglio europeo del giugno 2010, che attualmente non è in via di realizzazione;• avere un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, in particolare riducendo le emissioni di gas serra del settore energetico;• avere entro il 2050 una produzione di elettricità a zero emissioni.

La Direttiva deve essere recepita dagli stati membri entro il 5 giugno 2014

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Direttiva 2012/27/UE

Strumenti:

• mobilizzare gli investimenti nella ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali al fine di migliorare la prestazione energetica del parco immobiliare;• fissare un tasso annuo di ristrutturazione per gli edifici di proprietà del governo centrale nel territorio di uno Stato membro e da esso occupati in modo da migliorarne la prestazione energetica (fatti salvi gli obblighi previsti dalla Direttiva 2010/31/UE);• comuni e altri enti pubblici dovrebbero adottare piani di efficienza energetica integrati e sostenibili che abbiano obiettivi chiari, attuati mediante sistemi di gestione dell'energia;• fatte salve le disposizioni delle direttive dell'Unione in materia di appalti pubblici, gli enti pubblici dovrebbero adottare decisioni di acquisto efficienti sotto il profilo energetico;

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Direttiva 2012/27/UE

Strumenti:…• regimi nazionali obbligatori di efficienza energetica per le imprese di pubblica utilità del settore energetico (NO ai Certificati Bianchi “Europei”);• fatturazione intelligente e trasparente + offerta di servizi energetici a tutti i clienti finali (formazione di un numero sufficiente di professionisti affidabili e competenti nel settore dell'efficienza energetica) (ALLEGATO VII);• audit energetici incoraggiati per le PMI e obbligatori per le per le grandi imprese, effettuati con cadenza periodica e secondo le norme EN ISO 50001, EN 16247-1 e EN ISO 14000 (ALLEGATO VI); • ampia diffusione del contratto di rendimento energetico (ALLEGATO XIII);• incoraggiare l’adozione di sistemi CAR + teleriscaldamento/teleraffreddamento.

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Direttiva 2012/27/UE

Misure:

Dal 1 gennaio 2014 – Ristrutturazione annuale di almeno il 3% della superficie degli edifici di proprietà del governo centrale e degli enti pubblici rispettando i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti in applicazione della direttiva 2010/31/UE.Contestuale:• adozione di un piano di efficienza energetica• adozione di un sistema di gestione dell’energia• ricorso a società di servizi energetici e contratti di rendimento energetici

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Direttiva 2012/27/UE

Misure:…Acquisto esclusivo di prodotti, servizi ed edifici ad alta efficienza energetica da parte di governo centrale ed enti pubblici, fatta salva la coerenza con il rapporto costi-efficacia, la fattibilità economica, una più ampia sostenibilità, l'idoneità tecnica, nonché un livello sufficiente di concorrenza (ALLEGATO III).

Entro il 5 dicembre 2015 e ogni 4 anni – Audit energetici obbligatori per le imprese non-PMI.

Entro il 31 dicembre 2016 – obbligo di installazione nei condomini di contatori individuali per misurare il consumo di calore o raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità.

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Grazie

Arch. Valerio [email protected]

valeriomarino