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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 26 ottobre 2014

Pagina I

OPEN DATA

Tutti i falsi miti dell'Open dataSole 24 Ore - Nova 26/10/14 P. 12 Maurizio Napolitano 1

OPEN DATA

II profitto dei beni collettiviSole 24 Ore - Nova 26/10/14 P. 12 Francesca De Chiara 5

Professione scienziato del datoSole 24 Ore - Nova 26/10/14 P. 12 Giuditta Mosca 6

NOVA AJ. Mappatura wiki per gli angeli del fangoSole 24 Ore - Nova 26/10/14 P. 13 7

RICERCA

Manovra, premio fiscale alla ricercaCorriere Della Sera 26/10/14 P. 8 Francesco DiFrischia

9

INFRASTRUTTURE

È caos Tirrenica. Poca autostrada e «variante Aurelia»Corriere Della Sera Roma 26/10/14 P. 7 Marco Gasperetti 11

SICUREZZA SULLE STRADE

Dall'Appia alla Jonica Le 12 statali meno sicureCorriere Della Sera 26/10/14 P. 19 12

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Tutti i fals i oh domitidell'Open data

Gli analisti stimanoun potenziale di 3 miliardidi dollari. Ma ad oggile previsioni economichenon si sono realizzate

di Maurizio Napolitano

Una delle continue promesse dell'opendata è legata al mondo imprenditoriale. Stu-di prodotti da diversi attori, fra cui vale lapena citare aziende di consulenza come De-loitte e McKinsey, hanno stimato una ric-chezza potenziale di 3 miliardi di dollari (opiù) in vari settori. Su questo la Commissio-ne europea sta investendo con tutti gli stru-menti in proprio possesso. Il motto «tra-sformiamo l'informazione del settore pub-blico in oro» ha dato vita ad alcune riforme(ad esempio. la direttiva Psi) e alla destina-zione di fondi per incentivare il riuso e ilrilascio di open data.

Al momento però queste previsioni nonsembrano realizzarsi, in quanto il percorsoè ancora molto lungo.

Open data vuol dire semplicemente ren-dere disponibili i dati a chiunque per qua-lunque scopo. Si tratta quindi di abilitarneil riuso dandone il permesso e usando tec-nologie abilitanti. Un concetto tanto sem-plice quanto complesso perché si tratta diun cambiamento culturale.

Nello scenario dell'open data il ruolo del-la pubblica amministrazione è fondamen-tale: ha il mandato di raccogliere i dati perfare il bene comune, e dato che i dati sonoun bene comune digitale, il fatto di renderlidisponibili a chiunque per qualunque sco-po viene visto come un dovere.

Dietro questo però c'è un lavoro non in-differente fatto di riorganizzazione deiprocessi, introduzione di nuove tecnolo-gie e necessità di incrementare competen-ze digitali.

Nello scenario specifico poi della Pa il te-ma dell'open data è maggiormente indiriz-zato verso il concetto di trasparenza restrin-gendo quindi gli scenari imprenditoriali.

In realtà l'open data è una opportunitàper tutti e le stesse aziende aprendo i dati

possono trarne vantaggio. Aprire dati per-mette diversi scenari quali: avere una otti-ma vetrina per mostrare cosa si è in gradodi offrire, creare nuove sinergie con terziche riescono a farne un uso diverso, au-mentare la fiducia dei propri clienti per-mettendo di tracciare la propria produzio-ne, coinvolgere comunità, individuarenuovi talenti da coinvolgere nelle proprieattività eccetera.

Esistono poi comunità che, per risolverealcune necessità, creano dei beni comunidigitali come il caso di OpenStreetMap ilcui fine è quello di avere una banca dati geo-grafica dell'intero pianeta.

Questo progetto che coinvolge oltre 2 mi-lioni di persone nel mondo si dimostra or-mai come un ottimo esempio di progettoopen data da dove nascono tantissimi pro-dotti di interesse per tantissimi settori.

E qui un altro mito da sfatare: l'open datanon è strumento esclusivo del mondo Ict o,peggio, destinato solo al mercato delle ap-plicazioni per smartphone.

I dati sono alla base della gerarchia dellaconoscenza, e spesso sono utilizzati perprendere decisioni. Si tratta di una lungafiliera che attraversa vari macropassaggiquali: l'acquisizione, la pulizia e trasforma-zione, l'analisi e la presentazione. Ciascu-no di questi passaggi può dare vita a nuovi

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Open Data Pagina 1

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scenari di mercato. L'accesso ai dati per-mette a molti liberi professionisti di elabo-rare strategie, produrre report, pianificareeccetera. L'informatica è lo strumento at-traverso cui si elabora tutto questo per ilsemplice fatto che sono archiviati in forma-to digitale. Allo stato attuale il concetto diopen data è pertanto ridotto a dati dellapubblica amministrazione il più delle volteutilizzati per tracciare la trasparenza di go-verno e distribuiti con formati obsoleti,ma, in realtà, il potenziale che può sprigio-nare è molto alto e necessita di uno sforzopiù ampio. Il salto di qualità avviene quan-do i dati sono resi disponibili in maniera au-tomatizzata, aggiornati tempestivamentee distribuiti non solo come file ma ancheattraverso servizi. Gli open data, anchequelli attualmente disponibili, rivestono co-munque un ruolo fondamentale per creareuna infrastruttura di base su cui elaborarenuovi scenari. Un esempio molto esaustivoviene dai dati territoriali. Questi, per loronatura, sono di interesse trasversale a mol-tissimi settori e richiedono anche un ag-giornamento costante per cui, più si è vici-ni al luogo che i dati descrivono, e maggio-re sarà la loro qualità. Questo è un compitoaffidato alla pubblica amministrazioneche, però, il dato lo gestisce all'interno delcompito che deve svolgere. Le aziende pos-sono inserirsi nella filiera andando a riela-borare il dato, rendendolo più facile nel riu-so, rappresentandolo in maniera diversa ecostruendo sopra nuovi scenari. Un altroruolo però, ancora più importante, degliopen data è quello di essere strumenti ne-cessari per migliorare le competenze digita-li. Le elaborazioni dei dati, l'integrazionefra di loro e tutte le "magie" dell'intelligen-za artificiale che vanno sotto i nomi di ma-chine learning, data mining, pattern ma-tching, linked data... necessitano di dati peressere apprese. Per fare un semplice esem-pio il corso "big data" del Coursera, il famo-so servizio di formazione online gratuito,si basa sull'elenco dei passeggerei del Tita-nio. Di certo un file non così "big" come sipensa, ma da cui è possibile apprendere ilnecessario per migliorare le proprie compe-tenze digitali e diventare dei data scientist.

L'open data ha il solo scopo di conviderela conoscenza, pertanto di stimolare il riu-so e quindi di permettere a chiunque di mi-gliorare le proprie competenze e, pertanto,conquistare nuovi mercati.

NEwYORKL 'Onu ha chiesto a un gruppo diesperti come i dati possono guidare unosviluppo sostenibile. Ecco cosa è emersodalla consultazione.

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QUANTO SONO OPEN LE CITTÀ ITALIANEI dati sono presi da Open Data Census, un censimento per individuare i livelli di apertura dei dati delle varie nazioni nel mondo.I dati sono forniti su base volontaria http://it-city.census.okfn.org

LEGENDA

Esistono i dataset ..............................................'Sono digitali ..........................................................

Sono accessibiliSono gratis .................................................................Sono onlineSono in formato leggibile dai computer .........................Sono disponibili in bulk .......................................................Sono sotto licenza open ...... ......... ........... ......... ........... ......... ......Sono aggiornati .............................................................................i

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► Ad alta risoluzione(adatto alla produzione di ortofoto)

► F taset tematico vettorialedella proprietà fondamentaleperla gestione del territorio

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► Rete, collegamenti, tioologia, orari,ezzi, ecc. (con aggi orn . continuo)

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► Dati relativi alle adozionidi ibri scolastici

► II dataset contiene i prezzi mediall'origine, all'ingrosso e al dettagliodi 84 prodotti tra frutta, ortaggi,latte e latticini, carne, pesce, etc.(servizio sms consumatori)

► II dataset contiene l'anagrafedelle strutture scolastichepresenti sul territorio nazionale

► II dataset contiene le informai onirelative agli esiti delle assunzionidel personale docente

► Il dataset contiene le informazionigeoreferenziate riguardantigli edifici pubblici con ;relativadestinazione e modalità d'uso,nonché informazionisugli edifici privatidestinati ad uso pubblico

► Mostra i piani di dispiegamentoe lo stato di coperturadella banda larga e ultraiarga

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Commons Case history Aziende

Il profitto dei beni collettiviEcco le societàche hanno imparatoa estrarre valore

di Francesca De Chiara

Immaginate di disporre gratuitamente diuna risorsa. Sarebbe un paradosso pensare acome generare profitto e come costruire unbusiness redditizio partendo da quella risor-sa? Elinor Ostrom, Nobel per l'economia, ave-va affrontato la questione ragionando sullagestione dei beni collettivi sorretta daproget-tazione istituzionale e norme sociali adegua-te. Il salto al caso specifico dei commons digi-tali e degli open data risulta automatico. Lafilosofia alla base della condivisione dei datinon esclude il riutilizzo degli stessi a fini com-merciali. È il caso di diverse imprese italianeche basano la propria attività di business suquesta filosofia. A Trento, Michele Barbera,pioniere in questo settore, classe 1979, ha fon-dato Spaziodati, una startup che ha puntatomolto su open data nella fase embrionale, ot-tenendo di recente un cospicuo investimen-to (1,5 milioni di euro) da parte di CervedGroup. In Italia, Barbera e co. rappresentauna solida realtà, sulla quale ancora timida-mente si scommette. In Uk, il governo ha fi-nanziato The Open Data Institute (The Odi).Ho incontrato il ceo Gavin Starks diverse vol-te. Starks dichiara spesso che oggi l'open da-ta rappresenta ciò che era il web nel 1994.

Non a caso nel board di The Odi, oltre aStarks, ci sono sir Tim Berners Lee, propriolui, l'inventore del web, e sir Nigel Shaboldt,pioniere della web science e personaggiochiave nella creazione delle policy open da-ta. Visionari a capo di una delle realtà piùinteressanti e vibranti del settore. Visitandola sede di The Odi a Shoreditch, si ha l'im-pressione di essere in una tech startup inpiena regola. Qui siete liberi di visitare lospazio, di conoscere mentori e creatori distartup visionarie che sperimentano nuovimodelli di business open data, testandone ilpotere trasformativo. Sono circa una venti-

na le startup che lavorano in The Odi. Da Ma-stodon C a OpenCorporates, da Placr con lasua TransportApi a Provenance. Dalla bigdata analytics al monitoraggio del consumoenergetico, qui si implementano nuovi mo-delli di business, che partono da open datadeclinandoli in modi diversi: come base perelaborare dataset più aggiornati, come au-tentica merce, come base su cui costruire re-putazione o proporre servizi extra a paga-mento. Tra gli obiettivi primari di The Odic'è quello di stimolare un cambiamento cul-turale e di promuovere lo sviluppo di un'eco-sistema che sfrutti a pieno questo potenzia-le, sia sociale che economico.

In Italia, l'adozione di questo approccio hacoinvolto istituzioni di ricerca nel mondodell'Ict all'avanguardia come la FondazioneBruno Kessler (Fbk) diventata ufficialmentenell'ottobre del 2013 nodo italiano dell'OpenData Institute. Non si tratta di una volontà direplicare il modello, The Odi è anche un incu-batore, ma di recepire istanze da applicareproficuamente anche sul nostro territorio.Anche la Commissione europea ci punta, sup-

BRUXELLES La Commissione europea e

alcuni grandi nonni dell'It europeo si sono

impegnati a investire 2,5 miliardi di euro

nei big data. Le opportunità per nostre le

imprese

portando acceleratori Future Internet, comead esempio, Finodex. Circa 4,5 milioni di eu-ro sono disponibili per progetti di imprese,valutati anche per il riuso di dati pubblici. Unsegnale interessante se pensiamo all'ultimasezione di data.gov negli Stati Uniti: impact,dove trovate in dettaglio tutte le aziende chehanno fatto uso di dataset rilasciati dal gover-no americano. Una svolta intrigante oppureuna semplice operazione per giustificare lasostenibilità delle iniziative open data?

Joel Gurin co-fondatore di The GovLabpresso la New York University insieme aBeth Noveck, ex consulente di Obama duran-te il lancio di data.gov, nel suo libro «OpenData Now», è convinto fortemente delle op-portunità economiche legate a open data. In-vestigandone l'impatto, con Open data 500,studio promosso e diretto da lui stesso, miraa offrire a economisti e ricercatori una baseinformativa accurata per una stima sul realevalore economico di open data. #ODSoo è ilprimo studio sulle imprese americane cheusano dati aperti. Nella survey condotta su5oo aziende figurano società di consulenza,compagnie assicurative, perfino Linkedin,che riusa i dati del dipartimento del Lavoro.Open data 50o utilizza un'open data userba-se sviluppata da Deloitte e parte da5 archeti-pidibusiness: suppliers, aggregators, deve-lopers, enrichers e enablers. Gurin identifi-ca due categorie: Better business throughopen data, dove ribadisce una visione in cuigrazie agli open data, migliorano i serviziper i consumatori. Un esempio: la gestioneefficiente dei consumi energetici.

In contrasto, ci sono altre opportunitàche Gurin definisce Open Data Pure Plays:aziende che semplicemente non esistereb-bero senza open data. Queste includonostartup che hanno rivoluzionato l'agricoltu-ra attraverso l'uso dei dati meteo (ClimateCorporation, recentemente acquisita daMonsanto), aziende che sfruttano il mecca-nismo del dual licensing come OpenCorpo-rates, il più grande database di dati delle im-prese. Gurin, a dispetto di tutto si esprimeanche su una questione delicata, le rivelazio-ni di Edward Snowden e l'affaire Nsa: nonpossono definirsi open data, per essere dav-vero open dovrebbero essere rilasciati daqualcuno che ha la titolarità per farlo.

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Lavoro Competenze Saperi

Professione scienziato del datoEcco perché secondol'economista Hal Variansarà il mestiere più sexy

di Giuditta Mosca

Quella del data scientist è stata defini-ta dall'economista Hai Ronald Varian «laprofessione più sexy del futuro», laddovel'aggettivo assume l'accezione di «inte-ressante».

Cosa fa un data scientistCome suggerisce il nome, analizza dati

per fornire al management le informazioniutili ad assumere decisioni e disegnare stra-tegie. Per lunghi anni si è parlato dell'im-portanza dei dati, ora nasce l'esigenza di sa-perne fare buon uso. Benché si possa crede-re che la figura del data scientist sia appro-priata solo alle grandi aziende, un simileprofilo si rivolge a qualsiasi realtà, dallePini alle multinazionali. Di norma viene in-quadrato tra i manager, anche dal punto divista della retribuzione, proprio perché ècon gli altri manager che deve dialogare. Èuna figura professionale nuova e, in qual-che modo, ancora da definire. Lo scienzia-to dei dati non è solo un'analista, non è solouno stratega del business, non è solo unmarketer così come non è solo un informa-tion manager. Il frutto delle sue analisi co-pre trasversalmente tutti i reparti diun'azienda, trasformando i dati in informa-zioni comprensibili affinché per i vertici lestrategie da assumere siano chiare e inqualche modo obbligate. Ciò si adatta an-che alle Pa. Dino Pedreschi, professore ordi-nario di informatica all'Università di Pisa,descrive lo scienziato dei dati come: «Unafigura che deve avere più competenze. Laprima è sapere gestire, acquisire, organiz-zare ed elaborare dati. La seconda compe-tenza è di tipo statistico, ovvero il saperecome e quali dati estrarre, la terza capacitàè una forma di storytelling, il sapere comu-nicare a tutti, con diverse forme di rappre-sentazione, cosa suggeriscono i dati». Nonbasta quindi una formazione in statistica,in economia o in informatica, tutte doti uti-li alla figura del data scientist ma che neces-sitano di essere mixate sapientemente.

Perché c'è bisogno di data scientistLa risposta in due sostantivi: produttivi-

tà e cambiamenti. Da una parte cambiano imodelli di business delle aziende, così co-me cambiano le loro politiche economichee i mercati e, dall'altra parte, vige la necessi-

tà di aumentare produttività e profitti. Unesempio reale arriva da Mario Alemi, datascientist italiano (laureato in fisica): «Leemail personalizzate in base ai gusti lette-rari dei clienti hanno generato, nei negozi,il 27% delle vendite in più di quelle conse-guite con le email generiche». Un'indagi-ne McKinsey rileva che, negli Usa, manca-no tra i 14o e i a9omila data scientist, ciòtestimonia quali prospettive possa averela professione. «Quella del data scientistsarà nei prossimi anni tra le figure più ri-cercate nel mondo del lavoro - continuaPedreschi - e sono sempre di più le univer-sità che preparano percorsi post-universi-tari aperti a tutti i curriculum».

Quale formazione è necessariaCi sono decine tra atenei e centri studio

che offrono formazione specifica. Giusep-pe Ragusa, direttore del master in Big DataAnalytics della Luiss, in collaborazionecon Oracle, riassume così le qualifiche ne-cessarie per abbracciare la professione: «Ildata scientist è un animale a tante teste, de-ve avere tre set di skill: una preparazioneinformatica molto solida, una buona com-prensione degli aspetti tecnologici e allostesso tempo è un conoscitore degli aspettiaziendali. Una figura professionale dotatadi competenze trasversali e capace di rela-zionarsi con il management dell'azienda».Anche Dino Pedreschi apporta la sua espe-rienza di docente universitario e parlandodel master in Big Data Analytics e SocialMi-ning, dell'Università di Pisa, che partirà afebbraio 2®15 spiega: «Stiamo organizzan-do un master apposito che si rivolge a laure-ati di qualsiasi provenienza, perché non cisono requisiti stretti in ingresso, se non lavoglia di mettersi alla prova con tutte lecompetenze necessarie, in collaborazionecon il mondo industriale».

La situazione in ItaliaI poli mondiali sono Usa e Uk, laddove

nei primi anni del Duemila si erano già cre-ate metodologie e procedure. Alle nostrelatitudini le aziende cominciano a concepi-re la necessità di una simile figura e cerca-no di formarla al proprio interno. Nel frat-tempo, dice Ragusa, le imprese chiedonoalle università i dati di chi frequenta i corsi.Perché l'Italia stenta a carburare lo spiega

Alemi: «La nostra cultura è prettamenteumanistica, siamo sempre un passo indie-tro quando si parla di discipline scientifi-che, ma sono ottimista, questo gap verràcolmato nei prossimi 5-io anni». Il datascientist lavora con i big data ed è in questadirezione che bisogna muoversi; le anagra-fiche sono il primo patrimonio di un'azien-da, concetto ancora non del tutto consoli-dato in Italia e questo, da solo, spiega giàgran parte dell'handicap che abbiamo inmateria di scienza dei dati.

Cosa aspettarsi dal futuroUna rilevazione voluta da Emc Data

Science segnala che l'assenza di risorse uo-mo sufficientemente preparate e aziendenon strutturate per il data science si equi-valgono, entrambe con il 32%, nell'elencodei principali freni allo sviluppo sia dellaprofessione, sia della crescita dell'interosettore che, ancora lontano da misurazio-ni di tipo economico, è comunque una co-stola del comparto dei big data il quale, se-condo Gartner, varrà 26miliardi di dollarientro la fine del 2015.

IFRODUZIONE RIIERVATA

MILANO.Avere l'accesso a un buon dato nonnecessariamente vuole dire prendere unabuona decisione. tra un buon dato e una buonadecisione, esiste un elemento non neutro che èil decisore stesso.

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GENOVA. Tutti i danni dell'alluvione di Genova sono stati aggregati sfruttandoOpen Street Map, Twitter, Instagram e i dati provenienti da Regione e associazioni.Nella mappa di Open Genova Map, geolocalizzata e con tutto il procedimento adisposizione. Con l'aggiunta di un esperimento basato sullefoto dei cittadini

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RoMA. Il go% della superficie terrestre ROMA. Sistemi di trasportoè priva di copertura radar. il progetto intelligenti e di controllo del traffico.Aireon, cui partecipa Enav, utilizza i Ma anche il navigatore auto . Sono lesatelliti íridíum perla copertura app previste per il sistema Galileo. Cheintegrale del traffico aereo contribuirà al Fil europeo

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LONDRA. Settimana di grande attivitàper il Sole, con effetti anche sullaTerra. Per questo è cruciale avere unservizio accurato di meteo spaziale. IlMet Office inglese si attrezza

MILANO .Android e iOs escono consistemi crittografici automatici esicuri. E si apre lo scontro. Chilidifende come strumenti a difesa deidiritti. Ma l'Fbi lancia l'allarme

PANTELLERIA. L'isola presenta unprogetto energetico basato sulle fontirinnovabili. Unito a una smart grifielettrica e idrica. Per diventare uncampione di sostenibilità

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«Quella stella sembra più luminosa,più grande». Nina guarda dalfinestrino della navicella. Il viaggio èlungo per trasportare i rifiuti tossicidalla Terra al pianeta Mors

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Manovra, premio fiscale alla ricercaCosì il calo delle imposte su investimenti e brevetti. Squinzi: meno Imu sui capannoni

ROMA Cambiano con la legge diStabilità le norme per stimola-re la ricerca attraverso bonusper investimenti su personale eattrezzature di laboratorio. Earrivano misure di defiscalizza-zione per l'uso di brevetti emarchi. Non si tratta di grossecifre, infatti ieri il presidente diConfindustria Giorgio Squinziha chiesto di «sostenere mag-giormente la ricerca e l'innova-zione», ma è comunque un se-gnale di attenzione. Che Squin-zi reclama anche sul lato dellatassazione, perché è vero che lamanovra «dà speranza» ma bi-sogna ancora «tagliare l'Imu suimpianti e capannoni».

Nuove normeL'esecutivo ha stabilito nuo-

ve regole, rispetto al decretoDestinazione Italia del 2013,per il credito d'imposta cheverrà applicato dal 2015 al 2019a tutte le categorie di impreseche effettuano investimenti inattività di ricerca e sviluppo,anche in termini di personale:riguarderà il 25% delle spesesostenute in eccedenza rispettoalla media dei medesimi inve-stimenti realizzati nei tre peri-odi precedenti al 2015. La mi-

(comprese privative industrialirelative a un'invenzione), maha accontentato pure chi erainteressato a assumere perso-nale altamente qualificato (inuna quarantina di discipline:dalle biotecnologie alla sicu-rezza informatica). Insommasono stati fusi il bonus investi-menti e quello per le assunzio-ni, previsti nella precedentenormativa, ma solo sugli incre-menti. Secondo i calcoli del-l'esecutivo, e in attesa dei datiufficiali che saranno pubblicatiin Gazzetta Ufficiale dopo l'ap-provazione in Parlamento dellalegge di Stabilità, le risorse di-sponibili per il credito d'impo-sta dovrebbero raggiungerecomplessivamente i 256 milio-ni il prossimo anno, per salire a429 nel 2016, fino a 52o nel2017 e 547 nel 2o18, per toccarei 58o milioni nel 2019 per un to-tale di 2,3 miliardi.

europei e in coerenza con stan-dard internazionali condivisi.Si mira così a spingere soprat-tutto le multinazionali più in-novative a investire in Italia.

Scelta irrevocabileLe imprese, a prescindere

dalla forma giuridica, dalle di-mensioni e dal regime contabi-le, possono scegliere questaopzione che dura per cinqueesercizi contabili ed è irrevoca-bile. Il regime di tassazioneagevolata vale per i redditi chederivano dall'uso di brevetti in-dustriali, marchi d'impresa cheequivalgono a brevetti, proces-si, formule e informazioni ac-quisite in campo industriale,scientifico e commerciale giu-ridicamente tutelabili. Sono inogni caso esclusi dall'agevola-zione i marchi esclusivamentecommerciali. L'uso del regimeopzionale è possibile, oltre cheper i redditi derivanti dallaconcessione in uso a terzi deibeni immateriali, anche nel-l'ipotesi di utilizzo diretto dibrevetti e marchi: in questo ca-so, però, la defiscalizzazionescatta dopo un apposito accor-do di ruling internazionale tral'azienda interessata e l'ammi-nistrazione fiscale per garanti-re trasparenza ed evitare con-tenziosi infiniti.

Francesco Di Frischia

Beni immaterialiAltre agevolazioni e incenti-

vi, su base opzionale, riguarda-no marchi, brevetti e know howche assumono alla luce dellaglobalizzazione dell'economiaun ruolo fondamentale nellacreazione di valore aggiunto: ilPatent Box defiscalizza del 50

Il tetto d i 5 milioniLa misura si puòapplicare fino a unimporto massimoannuale di 5 milioni

sura si può applicare fino a unimporto massimo annuale di 5milioni di euro per ciascun be-neficiario, a patto che siano so-stenute spese per ricerca e svi-luppo almeno pari a 30 milaeuro in ciascuno dei periodid'imposta. Il credito arriva al50% per le spese relative al per-sonale altamente qualificato inpossesso di un titolo di dottorein ricerca (iscritto a un ciclo didottorato in un ateneo italianoo estero, oppure in possesso dilaurea magistrale).

Laboratori e contratti11 governo ha così accolto le

istanze di chi chiedeva aiuti perinvestire in nuove attrezzaturedi laboratorio o contratti conuniversità ed enti di ricerca

i redditi che derivano dall'uti-lizzo di alcune tipologie di beniimmateriali, sull'esempio diquanto già avviene in altri Paesi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le misure

Ristrutturazioni l Sconto sull`Irap i Tfr in busta paga Assunzioni agevolate i Fisco e partite Iva

Aumentata ritenuta d'accontosu ristrutturazioni dal 4 all 8 %.Viene però confermato il bonusprevisto in passato

La componente lavoro diventadeducibile dall ' imponibile Irap.Viene però annullato il taglio del 10%introdotto nel 2014

Dal marzo 2015 si potrà optare l'I Sale il tetto per l'azzeramentoper il Tfr in busta paga, assoggettato triennale dei contributi sui neoassunti:a tassazione ordinaria. dai 6.200 euro ipotizzati inizialmenteEsclusi i lavoratori pubblici e agricoli a 8.060 euro

La vicenda

La legge diStabilità 2015 èstatadepositatagiovedì scorsoalla Camera, incommissioneBilancio, dovecomincerà ilsuo camminoparlamentare.

II calendariodi massimaprevedel'approdo inAula, e il primovia libera, entrola terzasettimana dinovembre, egià la prossimasettimana(probabilmenteda giovedì) sipartirà con leaudizioni.

IIParlamento hatempo diesaminarla,emendarla eapprovarlaentro il 31dicembre diquest'anno.

2Il ministrodell'Economia edelle Finanze,Pier CarloPadoan. Il Tesoroinvierà la letteradi risposta all'Uesulleosservazioni allalegge di Stabilitàdomani

Si introduce un regime forfettariounico pari al 15% del redditoche racchiude Irpef, addizionaliregionali, comunali e Irap

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uova tratta fra Tarquimia e Grosseto

È caos TirrefficaPoca autostradae «variante Aurelia»GROSSETO Niente soldi (270 mi-lioni promessi e poi cancellatidal governo), niente autostrada(garantita dai privati). O me-glio la Tirrenica si farà ma solonel tratto tra Tarquinia e Gros-seto, mentre dal capoluogomaremmano a Rosignano saràriammodernata la variante Au-relia.

Il nuovo colpo di scena, anti-cipato da mille indiscrezioni eaccuse, ridisegna per l'ennesi-ma volta il progetto della Livor-no-Civitavecchia «l'ultimo bu-co nero della viabilità Euro-pea», come è stato definito, an-nunciato da oltre 4o anni erealizzato solo per tre chilome-tri che, beffa nella beffa, costa-no carissimi con un pedaggioda 6o centesimi.

Così, mentre stamani a Gros-seto si ritrovano i No-Sat, i co-mitati contro l'autostrada peruna mega manifestazione perseppellire definitivamente ilprogetto, a Palazzo Chigi è statofirmato un accordo tra governoe Autostrade che prevede ap-punto un taglio drastico al vec-chio progetto. Con strascichipolemici.

Il vice ministro dei TrasportiRiccardo Nencini, in un'intervi-sta ha dichiarato di non saperniente di quest'ultimo proget-to. L'accordo tenuto riservato

L'accordoè statoraggiuntocon LucaLotti e ilministroLupi

ProtesteInfuriato ilpresidentedellaRegioneToscanaEnricoRossi

per alcuni giorni e che sarebbestato sancito dal sottosegreta-rio alla presidenza del Consi-glio Luca Lotti e dal ministroMaurizio Lupi, prevede un ad-dio definitivo dell'autostrada anord di Grosseto, e lavori auto-stradali nel tratto più difficile,quello compreso tra Tarquiniae Grosseto. Ma con molte inco-gnite. Non si capisce come sa-ranno risolti i problemi degliincroci a raso (pericolosissimi)e della viabilità alternativachiesti dai sindaci maremma-ni.

C'è poi il nodo dei pedaggi.Una Livorno-Civitavecchia«spezzatino» di fatto privilege-rebbe alcuni abitanti del trac-ciato (quelli che utilizzerannola superstrada gratuita) e pena-lizzerebbero altri (quelli co-stretti a pagare il pedaggio) einfine anche sul concetto diriammodernamento della va-riante Aurelia ci sono notevolidistinguo.

«Voglio sperare che la va-riante non sia solo asfaltata marealmente ammodernata emessa in sicurezza», dice il go-vernatore della Toscana EnricoRossi arrabbiatissimo per l'en-nesimo cambio di strategia.

Marco Gasperettimgasperetti© corriere.it

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Infrastrutture Pagina 11

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all'Appiaalla JonicaLe 12 statalimeno sicure

L Adriatica che da Padova arriva sino aOtranto. L'Aurelia che da Roma attraversala Toscana e arriva sino in Liguria al

confine della Francia. La via Emilia checongiunge Milano a Rimini attraversando ilcuore pulsante dell'Emilia Romagna. Non sonosolo alcune delle arterie più antiche, famose etrafficate del nostro Paese ma rappresentanoanche il triste podio delle strade statali piùpericolose secondo uno studio realizzatodall'Automobile club d'Italia (su dati Istat) per ilCorriere della Sera. Una mappa del rischio inItalia per chi si mette in viaggio. I criteri dicalcolo hanno tenuto conto della lunghezza

delle strade (almeno Zoo chilometri per quellenazionali) e della pericolosità avendo come farol'indice di mortalità che esprime il numero deimorti ogni Zoo incidenti. Da questa analisi èemerso che nel 2012 nel nostro Paese ci sonostati 186.726 incidenti che hanno provocato3.653 morti, con un tasso di mortalità medio di1,96. Nelle strade statali questo indice è più chedoppio (3,99) perché i morti sono stati 1.158 inseguito a 29.007 scontri.«Malgrado il calo dei morti di questi anni grazieal miglioramento della sicurezza nelle auto eall'adeguamento di alcune infrastrutture, c'èmolto ancora da fare - spiega Angelo SticchiDamiani, presidente dell'Aci - perché abbiamoun parco circolante fra i più vecchi d'Europa e fariflettere che la pericolosità delle strade vari dimolto nelle regioni». Infatti in Calabria l'indicedi mortalità è del 7,29, in Basilicata è del 10,09mentre in Liguria scende a 1,48. «Sarebbeimportante che nelle statali ci fossero doppiecorsie separate per senso di marcia - concludeSticchi Damiani - ma spesso pur volendo nonsi può e allora ci vorrebbero più controllielettronici per la velocità come in autostrada,più rotatorie dove ci sono incroci, piùilluminazione e più manutenzione dell'asfalto».

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Sicurezza sulle strade Pagina 12

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Sicurezza sulle strade Pagina 13