Centro Studi C.N.I. 2 agosto 2016...Pochi sconti agli ordini su cxnticiorr uziune e trasparenza...

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Centro Studi C.N.I. 2 agosto 2016

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Centro Studi C.N.I. 2 agosto 2016

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 2 agosto 2016

Pagina I

ANTICORRUZIONE

Pochi sconti agli ordini su anticorruzione e trasparenzaItalia Oggi 02/08/16 P. 34 Luigi Oliveri 1

INARCASSA

Inarcassa si allontana da Atlante 2Corriere Della Sera 02/08/16 P. 7 2

DDL CONCORRENZA

Rca, scatola nera obbligatoria su tutti i veicoliCorriere Della Sera 02/08/16 P. 27 Fabio Savelli 3

CASSE PROFESSIONALI

Casse più lontane da Atlante 2: Enpam e avvocati dicono noSole 24 Ore 02/08/16 P. 5 4

DDL CONCORRENZA

Le «scatole nere» trovano gli scontiSole 24 Ore 02/08/16 P. 35 Marzio Bartoloni 5

INARCASSA

Per Inarcassa un patrimonio che arriva a quota 8,8 miliardiSole 24 Ore 02/08/16 P. 34 6

BANDA ULTRALARGA

Banda ultralarga nei distretti solo nella fase 2Sole 24 Ore 02/08/16 P. 6 7

DIA

Non basta la Dia se la ristrutturazione comporta una nuova costruzioneItalia Oggi 02/08/16 P. 32 8

INDUSTRIA 4.0

Quali strade per la cabina di regia di Industria 4.0Sole 24 Ore 02/08/16 P. 18 I Fabrizio Onida 9

PORTI

Operatori in allarme sulla riformaSole 24 Ore 02/08/16 P. 13 Raoul De Forcade 10

RICERCA

Giannini: via ai primi bandi del PnrSole 24 Ore 02/08/16 P. 18 I Marzio Bartoloni 11

SCUOLA SUPERIORE

Maturità, un esame he va rinvigoritoSole 24 Ore 02/08/16 P. 18 Giorgio Allulli 12

ARCHITETTI

Generazioni di architetti a confrontoCorriere Della Sera 02/08/16 P. 33 Vittorio Gregotti 13

Pochi sconti agli ordini su cxnticiorr•uziune e trasparenzaAnticorruzione e trasparenza sen-

za sconti per gli ordini professionali,chiamati ad adottare praticamentein pieno la normativa derivante dallalegge 19012012, con pochi adattamentilegati specialmente alla dimensioneed ai rischi specifici. Lo schema diPiano nazionale anticorruzione pre-disposto dall'Anac, e ancora in fase diconsultazione, dà atto che gli ordinisono soggetti giuridici particolari (per-sone giuridiche dalla doppia natura dienti pubblici non economici e di entipubblici associativi ad appartenenzaobbligatoria), ma gli «adattamenti»per rendere compatibile la disciplinaanticorruzione alla loro particolarestruttura di fatto li coinvolge piena-mente negli adempimenti.

Trasparenza. Per quanto attienegli adempimenti sulla trasparenza,l'Anac ribadisce che essa è la misuradi prevenzione della corruzione tipicae più rilevante, tale da non poter esse-re in alcun modo limitata. Pertanto, gliobblighi di pubblicazione previsti perlegge e le ulteriori misure connesseall'esercizio delle funzioni si applicanoanche agli ordini e collegi professio-nali. I quali, dunque, sono chiamatiad elaborare il Piano triennale per laprevenzione della corruzione, inseren-do la specifica sezione finalizzata a di-

sciplinare i flussi informativi utili perassicurare il rispetto della trasparen-za e, in particolare, del dlgs 3312013,come di recente novellato dal dlgs9712016. Stando così le cose è più sem-plice individuare gli adempimenti ditrasparenza che possono essere esclu-si dal raggio di interesse degli ordini.In particolare, gli ordini non sfuggonoalla nuova disciplina dell'accesso civi-co e alle regole di pubblicità di redditie patrimonio di organi di governo e di-rigenti. Mentre, difficilmente sarannotenuti alle pubblicazioni concernentisocietà ed enti partecipati, contributia terzi, appalti, pianificazione territo-riale, ordinanze contingibili e urgenti,rilevazioni statistiche ed economiche,salvo limitati casi nei quali si attivi-no specifici procedimenti concernentile materie elencate prima (appalti ocontributi in particolare). Dunque, pergli ordini si prospetta la necessità diconsiderare a 360» la disciplina dellatrasparenza, da regolare col Pianotriennale.

Anticorruzione . Secondo lo sche-ma di Piano nazionale anticorruzio-ne elaborato dall'Anac, «gli ordinisono tenuti all'adozione di un Ptpc,Ptti, di un codice di comportamento,alla nomina di un Rpc, al rispetto deidivieti in tema di inconferibilità eincompatibilità degli incarichi di cuial dlgs 3912013». Dunque, l'estensio-ne della normativa anticorruzione èconsiderata ancora più intensa ed am-pia di quanto non sia stabilito per latrasparenza. Possibili semplificazionipossono riguardare le sole ipotesi incui gli ordini o i consigli nazionali delleprofessioni siano privi di dirigenti odipiccola dimensione a livello territoria-le decentrato. In questi casi, il respon-sabile anticorruzione potrà anche nonessere un dirigente, fermo restandoche tale ruolo non può essere attribu-ito a soggetti appartenenti a catego-rie che svolgono funzioni meramenteoperative, mentre sarà l'extrema ratiol'assegnazione di tale competenza adun consigliere eletto dell'ente, essendocomunque da escludere che l'incaricopossa riguardare le figure di presiden-te, consigliere segretario o consiglie-re tesoriere. Per gli ordini di piccoledimensioni sarà possibile stipulareaccordi ai sensi dell'art. 15 della leg-ge 24111990, così da condividere lefunzioni di pianificazione e vigilanzaanticorruzione. L'Anac raccomanda,inoltre, che tali convenzioni riguardi-no enti appartenenti ad aree territo-rialmente limitrofe e siano applicatialla medesima categoria professionaleo a categorie professionali omogenee

tre macro aree di rischio specifiche.Infine, lo schema di Piano nazionaleanticorruzione, ferme restando le areeche per legge sono a specifico rischioper tutte le amministrazioni (provve-dimenti concessori, concorsi, appalti econtributi) individua tre rischi speci-fici per gli ordini: la formazione pro-fessionale continua; il rilascio di pa-reri di congruità, laddove chiamati adesprimersi in seguito all'abrogazionedelle tariffe professionali; l'indicazio-ne di professionisti per l'affidamentodi incarichi specifici. Quest'ultimaappare l'area di operatività maggior-mente esposta, soprattutto a seguitodel nuovo codice dei contratti che chia-risce la natura di appalti di serviziodegli incarichi a professionisti. Di con-seguenza per gli affidamenti gli ordinipotrebbero risultare più utilizzati diprima allo scopo di garantire un mini-mo di selezione concorrenziale. I Pia-ni anticorruzione degli ordini, quindi,dovranno assicurare la garanzia deiprincipi di terzietà, imparzialità econcorrenza nella formazione dellerose dei professionisti da inviare aglienti pubblici. L'Anac caldeggia, alloscopo, per esempio, strumenti comel'estrazione a sorte in un'ampia rosadi professionisti.

Luigi Oliveri

anticorruzione Pagina 1

LTi _ :1 °-n

Inarcassa si allontana da Atlante 2(f. sav.) Una bocciatura dietro l'altra.Prima la cassa dei geologi, che dice dinon voler partecipare al fondo Atlante 2,perla valorizzazione delle sofferenzedelle banche. Ieri il «no» anche da partedel board di lnarcassa, la cassaprevidenziale degli ingegneri perché

l'investimento «non è in linea con iparametri dell'ente». Ieri il presidentedi Adepp (l'associazione delle casse deiprofessionisti) Alberto Oliveti, ha dettoche «le casse di previdenza nonvedono possibilità di redditività».

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Inarcassa Pagina 2

Rea, scatola nera obbligatoria su tuffi i veicoliL'emendamento alla riforma della Concorrenza approvato in commissione al Senato

ROMA La scatola nera su tutte leautomobili. Entro un anno. Loprevede un emendamento aldisegno di legge Concorrenzaapprovato in commissione In-dustria al Senato. Emenda-mento che delega al governol'adozione entro 12 mesi diuno o più decreti legislativiper imporre l'installazione di«dispositivi elettronici» suimezzi di trasporto pubblici eprivati.

Il lungo iter di approvazio-ne, rileva Luigi Marino (Pd),uno dei due relatori a PalazzoMadama, si origina da una ri-chiesta del governo per un'at-tenta valutazione sulla privacyrelativa agli spostamenti degli

utenti. Emendamento che èinserito in un disegno di leggeche arriverà a settembre in Au-la al Senato per poi ritornarealla Camera per una secondaapprovazione. Il testo specificache dovranno essere indivi-duate «le modalità per garan-tire una efficace ed effettiva tu-tela della privacy, mantenendoin capo ai cittadini la scelta di

Reggio Calabria, Napoli,Catania, Casertae Salerno le provincecon più scatole nere

comunicare i dati sensibili».Gli schemi dei decreti legisla-tivi, saranno adottati su pro-posta del presidente del Con-siglio dei ministri, di concertocon il ministero delle Infra-strutture, sentiti l'Ivass e pre-vio parere del Garante per laprivacy.

E lavoro parlamentare sem-bra già essere anticipato dalladomanda del mercato. Secon-do un recente studio della Vi-gilanza assicurativa nel la sca-tola nera è già presente nel15,6% dei contratti stipulati nelprimo trimestre 2016 (era il13% nel primo trimestre 2015 eil 12,2% nel primo trimestre2014). Soprattutto colpisce co-

me la scatola nera sia mag-giormente diffusa nelle pro-vince in cui il prezzo della co-pertura della Re auto è più ele-vato. Le prime cinque perdiffusione sono Caserta, Na-poli, Catania , Reggio Calabriae Salerno con percentuali sultotale dei contratti compresiin una forbice tra i146 e il 31%.Una volontà da parte degli as-sicurativi di investire su un di-spositivo che ha abbassato inmedia di circa il il prezzodelle polizza . Non sfugga l'im-patto sulla riduzione delle fro-di e in termini di contenziosoamministrativo.

li profilo

Luigi Marino,senatore deiPd,commissioneIndustriaal Senato.Relatoredell'emenda-mentoscatola nera

per centola riduzionemediadei premiassicurativi RcAuto negliultimi cinqueanni per ehiha installatosulla propriaautomobilela scatola nera

Fabio Savelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

DDL Concorrenza Pagina 3

Il coinvolgimento della previdenza dei professionisti

Casse più lontane da Atlante 2:Enparn e avvocati dicono no

Sempre più lontane le Cassedeiprofessionisti daAtlante2.Ie-riè giuntoil no diEnpam (medicie odontoiatri) e Cassa forense.Prima a deliberare l'Epap, l'entedi chimici, geologi, attuari, agro-nomieforestali, chehavotatove-nerdì per la non adesione nono-stante l'iniziale appoggio alla de-libera Adepp. Il giorno primal'Enpacl (consulenti del lavoro)aveva deciso di rinviare la deci-sione mentre Inarcassa (inge-gneri e architetti) ha deliberatodi non aderire, così come aveva-no fatto i dottori commercialistieiveterinari.Lapresadi distanza

con maggior peso è arrivata ieri

dall'Enpam, guidata da Alberto

Oliveti, attuale presidente

Adepp che ha confermato quan-

to anticipato al Sole 24 Ore del

Lunedì e cioè che non solo l'of-

ferta tecnica arrivata dopo la de-

libera Adepp non corrisponde a

quella prospettata, ma che man-

ca anche la «manleva» da parte

dei ministeri vigilanti per inve-

stimenti di questo tipo. Anche

Cassa forense si è sfilata: per il

presidente Nunzio Luciano

«l'investimento non soddisfa i

profili di rischio-rendimento».

Fe.Mi.

Casse professionali Pagina 4

Norme al setaccio in commissione Industria del Senato

Le «scatole nere» trovano gli scontiMarzio Bartoloni

il Ddi concorrenza muovequalche passo verso il primotraguardo al Senato, dove sta-mattina punta a incassare il sìdefinitivo della commissioneIndustria. Ma gli straordinariin aula e due possibili voti di fi-ducia in arrivo (uno sul decretoenti locali e l'altro sul processotelematico) potrebbero far slit-tare a giovedì il via libera incommissione. Che ieri comun-que ha licenziato le attese nor-me sulle «scatole nere» (o «al-tri dispositivi elettronici simi-lari») nei veicoli, prevedendoda una parte sconti per incenti-varne l'uso e, dall'altra, introdu-cendo l'obbligo alla suagradua-le installazione sia sui mezzipubblici, sia su quelli privati.

Oltre allo sconto obbligato-rio previsto sullapolizzaRc au-to di chi monta sulla propriavettura una scatola nera, si sta-bilisce infatti che, entro un annodall'entrata in vigore della leg-ge sulla concorrenza, il gover-

no è delegato ad adottare uno opiù decreti legislativi per stabi-lire «la progressiva estensionedell'utilizzo dei dispositivi elet-tronici, con priorità sui veicoliche svolgono un servizio pub-blico o che beneficiano di in-centivi pubblici e, successiva-

Governo delegatoad adottare uno o più decretilegislativi per estenderel'utilizzo dei dispositivisui veicoli pubblici e privati............................................................................

mente, sui veicoli privati adibitial trasporto di persone o cose».Secondo quanto si legge nel te-sto dell'emendamento dei rela-tori, Salvatore Tomaselli (Pd) eLuigi Marino (Ap), approvatodalla commissione Industria,con questi decreti il governodovrà definire le informazionirilevabili dai dispositivi e disci-

plinarelaloro portabilità, l'inte-roperabilità, il trattamento deidati, le caratteristiche tecniche,i servizi a cui si può accedere, lemodalità e i contenuti dei tra-sferimenti di informazioni edella raccolta e gestione dei da-ti, il coinvolgimento del cittadi-no attraverso l'introduzione diforme di dibattito pubblico.Inoltre, si fa anche attenzioneall'utilizzo dei dati personali,l'emendamento specifica infat-ti che dovranno essere indivi-duate «le modalità per garanti-re una efficace ed effettiva tute-la della privacy, mantenendo incapo ai cittadini la scelta di co-municare i dati sensibili per iservizi opzionali».

Oltre ai tempi stretti percompletare l'esame in com-missione a rallentare il Ddl -che non andrà in aula prima disettembre per poi tornare unaultima volta alla Camera- re-stano gli ultimi nodi ancoranon del tutto sciolti. Comequello sul patent linkage dei

farmaci (l'impossibilità diclassificare in fascia A un me-dicinale generico prima dellascadenza del brevetto dellamarca corrispondente) e quel-lo sulle norme che riguardanole rinnovabili. Sul tavolo dellacommissione Industria anchegli sconti Rc auto nelle zonecon le polizze più onerose co-me al Sud: un emendamentoprevede sconti per gli automo-bilisti "virtuosi" che non do-vranno aver fatto incidenti ne-gli ultimi quattro anni.

Ieri invece dai Cinque stelle èarrivato l'invito a cambiare leregole sulle piccole reti elettri-che «per ripristinare il dirittodei piccoli produttori all'auto-produzione da fonti rinnovabi-li».Modifiche che secondo ilre-latore Marino «sono anchecondivisibili, ma su questo te-ma il Governo ci ha chiesto disoprassedere perché c'è in pie-di un confronto e una procedu-ra di infrazione con l'Europa».

(D RIP RODOZIONE RISERVATA

DDL Concorrenza Pagina 5

Per Inarcassa un patrimonioche arriva a quota 8 ,8 miliardiIl patrimonio di Inarcassa,l'ente di previdenza diingegneri e architetti è pari a8,8 miliardi di euro e non a 8,8milioni di euro comeriportato ieri sul Sole 24 Oredel lunedì. Per errore i datipatrimoniali dell'ente sonostati pubblicati privi dellemigliaia. Ricapitoliamoquindi i dati corretti: nel 2015il risultato di esercizio diInarcassa è stato di 602milioni, il patrimono netto 8,8

miliardi e se diviso per i196.017 iscritti all'ente -inclusi i pensionati - fa untesoretto di 44.904 euro adiscritto ; un dato in sensibilemiglioramento rispetto al2010 quando il patrimonionetto era di 5,41 miliardi, pari a31.500 euro per iscritto (171.577in totale tra attivi epensionati ). L'andamentonegli ultimi anni è stato di untendenziale miglioramentodei conti in crescita costante

Inarcassa Pagina 6

L'Italia ha ottenuto l'autorizzazione di Bruxelles agli aiuti perle aree a fallimento di mercato ma non per quelle concorrenziali

Banda ultralarga nei distretti solo nella fase 2C'è un'insidia, da non sotto-

valutare, che minaccia le ambi-zioni italiane su Industria 4.0.Tutte le analisi su questo argo-mento esaltano all'unisono ilbroadband, e in particolare con-nessioni a banda ultralarga ad al-meno noo megabit/secondo, co-me una delle tecnologie indi-spensabiliper abilitare latrasfor-mazione digitale delle nostreindustrie. Si può allora compren-dere perché nelle ultime settima-ne il ministro dello Sviluppo eco-nomico abbia mostrato un po' dipreoccupazione scoprendo che

una buona parte dei nostri di-stretti industriali saranno con-nessi solo nella fase 2 del Pianoper labanda ultralarga, varato dalgoverno a marzo di un anno fa.

L'Italiaper oraha ottenuto l'au-torizzazione europea per la fase i,

Con la Commissione Uesi profila una negoziazioneperilvia libera ai voucherper le imprese che passanoall'ultrabroadband

relativa alle aree a fallimento dimercato (aree "bianche" o clusterC e D), e ilprimo bando destinatoa sei Regioni è già partito. In que-ste aree, dove è previsto l'inter-vento diretto dello Stato per fi-nanziare la costruzione della re-te, amano amano che il ministerofirmale convenzioni conte singo-le Regioni si formalizza l'impe-gno di coprire le aree industrialicon almeno noo megabit.

Mai motivi di preoccupazione,paradossalmente, riguardano so-prattutto le aree "grigie" e margi-nalmente quelle "nere", ovvero learee concorrenziali dove non cisarà l'intervento dello Stato masiprevedono forme di incentiva-zione (per gli operatori il creditod'imposta e per i clienti finali ivoucher diretti). t proprio inque-ste aree che si concentrerebbeuna quota maggioritaria di di-stretti industriali, oggi non rag-giunti daconnessioniultrabroad-band.llproblema è che bisogneràattendere una nuova autorizza-zione europea, quindi per "copri-re" diverse aree industriali i tem-pi potrebbero non essere brevi enemmeno compatibili con la ne-

cessità di far partire rapidamentelatransizione verso Industria4.o.

Non sembra del resto percor-ribile l'idea, sulla quale si sareb-bero confrontati il ministro Ca-lenda e il sottosegretario alle Co-municazioni Antonello Giaco-melli, di rivedere la mappaturadel Paese "trasferendo" alcunidistretti industriali dalle aree gri-gie a quelle bianche. La Commis-sione europea opporrebbe pre-vedibili obiezioni. Il precedentecon Bruxelles tra l'altro non èproprio incoraggiante. Per otte-nere l'autorizzazione alla primaparte del piano, relativa alle areebianche, l'Italia ha dovuto atten-dere oltre un anno. La stessaCommissione ha chiesto che siprocedesse in due tappe, in se-quenza in altre parole. Sta al no-stro governo a questo punto ac-celerare la procedura di notificadelregime di aiuto previsto perlearee concorrenziali, cercando dinegoziare un non semplice via li-bera ai voucher con i quali le im-prese potrebbero essere invo-gliate a passare dalla banda largaa quella ultralarga. Sarebbe dav-vero uno smacco lanciare un pia-no per Industria4.o e lasciare i di-stretti in perenne attesa.

C.Fo.

Banda Ultralarga Pagina 7

r

:Non basta Día se ristrutturazionecomporta una nuova costruzíone

N

on basta la Dia (denuncia diinizio attività) se la ristruttu-

razione edilizia comporta unanuova costruzione.

La ristrutturazione attuata attra-verso la demolizione e la ricostruzionedell'edificio preesistente impone il man-tenimento della medesime volumetria esagoma (articolo 3, comma primo, lett.d), Dpr. n. 380 del 2001), diversamentesi dà luogo a «nuova costruzione», chenecessità di un permesso a costruire.

È con l'ordinanza del 24 giugno 2016n. 32086 che la corte di cassazione (se-zione settima penale) si è pronunciatain merito al titolo da utilizzare per laristrutturazione edilizia attuata attra-verso la demolizione e lasuccessiva ricostruzionedi un manufatto preesi-stente.

La «semplice ristrut-turazione» si verifica ove

gli interventi comporta-

now

no una modifica esclusivamente inter-na e abbiano interessato un edificio delquale sussistano e rimangano inaltera-te le componenti essenziali, quali muriperimetrali e le strutture orizzontali.Mentre è ravvisabile la «ricostruzio-ne» allorché dell'edificio esistente sia-no venute meno, per evento naturale oper volontaria demolizione dette com-ponenti (muri perimetrali e struttureorizzontali) e l'intervento si traducanell'esatto ripristino delle stesse ope-rato senza alcuna variazione rispettoall'originarie dimensioni dell'edificioe in particolare senza aumenti dellavolumetria.

In presenza di tali aumenti, si ver-te, in ipotesi di «nuovacostruzione», come talesottoposta alla disciplinadelle distanze e alla pre-sentazione del permessodi costruire.-0 Riproduzione riservata-

DIA Pagina 8

Quali stradeper la cabinadi regiadi Industria 4.0di Fabrizio Onida

ndustria4ononè solo sinonimo didigitalizzazione del sistemaproduttivo,dallafabbrica-uffio allaP.A., perché

,.intende coprire l'intero arco delleattività che caratterizzano la "quartarivoluzione industriale", asuavoltasucceduta allaterzarivoluzione dell'ultimomezzo secolobasatasu elettronica-computer-informatica. Nella quartarivoluzionelaparolachiave è diventata"interconnessione" tra persone, aziende,macchine, oggetti, organizzazioni collettive.Per l'Italiaèun'occasione,forse irripetibile,per recuperare almeno inparte il ritardo disviluppo tecnologico e organizzativo che daalcuni decenni caratterizza il Paese.

Iterai caratterizzantiilndustria4.oricorrono in numerosi progetti di altri Paesi,tral'altrorichiamatinellarecenteindagineconoscitiva dellaX CommissionepernamentedellaCamera: in Francia"Industrie du futur", in Germania "Smartmanufacturingforthefuture",nelRegnoUnito "I-IighValuemanufacturingcatapulf',in Olanda"Smart Industry" e diversi altriancoradentro e fuori Europa Questitennitoccano competenze che l'Italialia coltivatocori successo/non da oggi), siapure in scalarido tta rispetto ai giganti tedeschi ameri cani egiapponesi. Competenze evantaggicompetitivi che fanno intravvedere sviluppidi produzione e domandadi manodoperaqualificata, di ciri oggi abbiamo particolarebisogno per rilanciare la crescita e ridare aigiovani emenogiovanifiduciainunfuturomigliore. Soloperfare degliesempi,parliamodi automazione flessibile, robotica,sensoristica, optoelettronica, sistemi dicomunicazione satellitare,nuovimaterialiecosensibili.Parliamo di imprese comeC omau, Primalndustrie, STMicroelettronics,AleniaSpazio, Saes Getters, Datalogic e altre, alorovoltaricche di collaborazionitecnologiche concentri diricercadieccellenzacomealcuniPolitecnici(Milano,Torino), Facoltàdi Ingegneri a (come Genova,Bologna, Trento, Nap olie Bari), Dip artimenti

diFisica Chimica Scienzeevarilstitutidiricercapubblici(Cnr,Iit,lnfn,Enea,S.AnmdiPisa,SissadiTriesteealtri).

Maquali stradeintendebatterelanuovaCabina di regia, che ilprossimo5 agosto ilministro Calendahaannunciato di avviare,attingendo all e risorse finanziarie giàstanziate nel Fondo rotativo (Fri) e dastanziare per l'orizzonte temporale 2016-2o12inappositi plafonds,coni concorso deifondi regionali europei (Fesr,Fcs) e dellaCassaDepositi e Prestiti?

11 goveno dovrebbe scegli ere fra duealternative (sp ero la second a):

a) mantenere inlaterato il modello didistrbuzine delle risorse apioa (conbandioincentiviautomatici),limitandosiadareindicazioni di larga mas Sima su grandiobiettivi orizzontali (spese diR&S,digitalizzazione, aggiornamento tecnologicodegli impianti, assunzione di laureati-diplomati, formazione scuola lavoro ecc.);

b) dedicare unaquota significativadegliincentivi abendelineatiprogrammi comunidiricercapre-competitiva: programmi cheprevedano dunque l'aggregarsi di piùimprese ed enti intorno aprogettipluri ennali difiliera (non di specifici settorimerceologici), precedentementeistituitieguidati da managers ed esperti esterni (siap ure s otto la sorveglianza di resp onsabiliministeriali), con procedure dellamassamasempli cità, senzarequisitifidejussorio altro.

Laprima strada accontentai politici e icommentatori da sempre diffidenti versoforme di interferenza del governo risp ettoalle "libere scelte delmercato" quanto asettoricomparti-nicchietecnologi che in cuiinvestire. Salvo poi riscontrare (consemplici esercizi econometrici come quellicondotti daricercatori di Ban ca d'Itali a eIstat)laassai dubbia efficaciadiquestapolitica nel generare investimenti privatieffettivamente aggiuntivirispetto a quantocomunque le imprese nonbeneficiare disussidi pubblici decidono di investire.

La seconda stradaparte dall'osservazione

di quanto avviene intorno a noi e dall'analisi

teoricapiùpenetrante dei comportamenti

imprenditoriali di fronte alle maggiori sfide

poste dall'avanzamento delel frontiere

tecnologiche e dall'evolversi dei fabbisogni

di società avanzate. Senza unattivoruolo

"catalizzatore" o "fertilizzatore" dello Stato,

gli imprenditori individuali, tanto più se di

piccolaemediadimensione,nonaffrontanoi

costi e irischi di investimeti inrcerca

esplorativa che solo in orizzonte incerto e

spesso prolungato nel tempo possono

produrre risultati economici e prospettive di

profotti. Unruolo attivo che, tral'altro, alla

lunga concorre correggere il cronico

"nanismo" delle impreseitaliane aconfronto

conimaggioriconcorrenti.

C RIPRL' ZION E RIS E RVATA

Industria 4.0 Pagina 9

Secondo Assiterminal ci sono troppi livelli decisionali, per Federagenti si rischiano ricorsi

Operatori in all e sulla riformaLe imprese perdono la rappresentanza diretta nella gestione degli scali

Raoul de Forcade

La riforma della governance11dei porti appena varata dal consi-glio dei ministri piace in linea ge-nerale agli operatori. Ma già ini-zian o alcuni distinguo sulla suaef-frcacia. A dare qualche preoccu-pazione è, in particolare, ilmoltiplicarsidegliorganismicon-sultivi. Poi vi è la consapevolezzache il percorso di riforma debbacompletarsi con il riordino delleregole del lavoro in porto e c'è chichiede di assicurare autonomia fi-nanziaria alle t1 Autorità di siste-ma portuale (Adsp) che sostitui-ranno le attuali 24portAuthority.

Intanto il ministero delle Infra-strutture sta per pubblicare un in-terpello per vagliare candidaturealle presidenze delleAdsp. «Itemiprincipali di questa riforma - af-ferma Marco Conforti, presiden-te diAssiterminal- sono accorpa-menti, sburocratizzazione e rap-presentanza Eva bene. Sul primotema, però, vediamo dietro l'an-gololadifficoltàamettere insiemedue o più scali che per anni sonostati in competizione e che spesso

hanno livelli di tassazione e cano-ni diversi. Come si può fare ancoranonlo sanessuno».Intemadisbu-rocratizzazione, «mipare-prose-gue - che il testo metta sul tavolouna moltiplicazione dei livelli.Conlaprecedenteleggeperiportice n'erano due: comitato portualee commissione consultiva. Ora si

Monti (Assoporti): «Benele novità ma ora bisognaconcentrarsi sultemadel lavoro sulle banchinee sull'autonomia finanziaria»

passa a tre: comitato gestionale,organismo di partenariato dellarisorsa mare e commissione con-sultiva. E uno strano modo di sbu-rocratizzare. A livello nazionale,poi, per la programmazione, alladirezione generale del ministerosiaffiancalaconferenzanazionaledi coordinamento delleAdsp.An-che qui aumentano i livelli». Infi-

ne, conclude, «i privati sono fuoridal comitato di gestione. E perquanto riguarda gli organismi dipartenariato ci sono interrogativisulla procedure per definire larappresentanza delle categorie.La conferenza nazionale, poi, in séva bene. Ma non ci piace che alleassociazioni datoriali si dia il con-tentino d'invitarle a seconda del-l'ordine del giorno».

Anche il presidente di Federa-genti, Gian Enzo Duci, esprime al-cune perplessità: «La riforma èbuonamase questo è l'unico inter-vento sul settore non è sufficiente.Si estromettono i privati dal pro-cesso decisionale ma si aggiungeche qualora l'Adsp voglia disco-starsi dai pareri resi dall'organi-smo di partenariato della risorsamare "è tenuta a darne adeguatamotivazione". E sull'interpreta-zione di queste parole si profilal'apertura di contenziosi davantial Tar. Insomma c'è un rischiod'ingessatura. Poi il percorso diri-forma deve avere altri due pil astri.Un intervento di riordino del la-voro portuale e unalegge speciale

Le AutoritàCon la riforma dellagovernance dei porti, leAutorità portuali, che primaerano 24, si trasformano in 15Autorità di sistema portuale(Adsp) alle quali faranno capocpmlessivamente 57 scali.

Gli organiGrazie alla riforma appenavarata, dominuiscono gliorgani chefacevano partedelle portAuthority.Passeranno dagli attuali 97a 60.

IFLa rappresentanzaSi passa da 336 membri deicomitati portuali a circa 70.Escono le imprese.

per l'internazionalizzazione dellalogistica italiana. Cioè una normacheindividui2-3 porti, potrebberoessere Genova, Trieste e GioiaTauro, 2-3 interporti eunaeropor-to hub nel Nord, e dare loro stru-menti giuridici ad hoc per attiraretraffico internazionale e agire, aquello scopo, anche fuori dal pro-prio territorio». Pasqualino Mon-ti, presidente di Assoporti, sposain toto la riforma ma, dice, «è solouna prima fase. Ora bisogna af-frontare con coraggio il tema dellavoro sulle banchine, che non èstato trattato, e quello dell'auto-nomia finanziaria». Roberto Al-berti, alla guida di Fedespedi, af-ferma: «gli operatori sono passatidalla rappresentanza diretta neicomitati a un organismo consulti-vo. Vedremo, nell'arco die-2 anni,se questo servirà a rendere com-petitivi i porti. E un discorso ana-logo si può fare su efficienza e co-ordinamento. É da vedere se 2 opiù porti messi insieme sarannopiù efficienti e avranno miglioreorganizzazione».

C9RIPRODD7JOPdERLERVATA

Porti Pagina 10

. Pronti 450 milioni peri dottorati nelle imprese, l'attrazione dei ricercatori «Erc» e peri cluster con le aziende

Gianninï: via ai primi bandi del Pnrdi Marzio Bartoloni

iovani ricercatori nelle impreseper fare ricerca nei settori emer-genti dellamanifattura «4.0» e dei

big data, quattro nuovi cluster (Made inItaly, Beni Culturali, Energia e BlueGrowth) dove far lavorare insiemeaziende e ricerca pubblica e infine incen-tivi su misura per convincere i miglioricervelli che vincono i prestigiosi«grani» dell'Erc (il Consiglio europeodella ricerca) a sceglierei laboratori ita-liani. A tre mesi dall'approvazione delpiano nazionale dellaricerca che stanzia2,5 miliardi da qui al 2020 il ministroGiannini accelera sulla sua attuazionedando il via libera ai primi bandi che daqui a dopo l'estate mobilitano i primi 450

milioni. «Con queste prime misure -spiega il ministro- prende il via atutti glieffetti e nei tempi previsti il Programmanazionale per la Ricerca lanciato a mag-gio conunagrande attenzione al capitaleumano e ai giovani. Puntiamo a sostene-re mostri ricercatori nella competizioneper i fondi dell'Ere e ad attrarre in Italiachivince questo tipo di finanziamento».«Coni dottorati innovativi vogliamo in-vece rafforzare -prosegue laGiannini-lacollaborazione fra università e impresemettendo in contatto il nostro sistemaproduttivo coni migliori talenti».

Laprimamisura (20 milioni) riguardaidottorati innovativi industriali nelle Re-gioni del Sud con il finanziamento di bor-se di studio già dalprossimo anno accade-mico 2016-2017 che prevedono periodi di

ricerca e studio nelle imprese (da un mi-nimo di 6 a un massimo di 18 mesi) e al-l'estero (sempre da 6 a i8 mesi). Per gliatenei ci sarà tempo fino al 14 ottobre perfare domanda.11 secondointervento pun-ta ad attrarre i migliori cervelli in circola-zione. Quelli che hanno vinto o puntano avincere le borse dell'Erc che valgono finoa 2,5 milioni l'una L'Italia vanta buoni ri-sultati: i nostri ricercatori sono tra i prunia vincere i grant, ma poi solo la metà sce-glie direstare inliali aepraticainentequa-sinessuno dall'estero indicai nostri labo-ratori per spenderei fondivintiper fare ri-cerca. Da qui tre misure (per 30 milioni intutto): attivazione di sportelli Ere per ac-compagnare i ricercatori che, potenzia-lemnte potrebbero vincerei «grant»; raf-forzamento dei progetti giàpresentati ma

che nonostante un buon punteggio rice-vuto dall'Erc non hanno -vin io in modo dapoterli ricandidare con maggiori possibi-lità di vincere; infine fondi inpiù per tuttiquei ricercatori che hanno vinto una pre-stigiosaborsaEre e che decidono diveni-re in Italia afare laricerca conil loro team.

Sulfronte delle partnership traimpre-se e ricerca pubblica agli 8 cluster già at-tivi (Aerospazio, Agrifood, Chimicaverde, Fabbrica intelligente. Mezzi e si-stemi per la mobilità di superficie terre-stre e marina, Scienze della Vita, Tecno-logie pergli ambienti divita, Tecnologieper le Smart Communities) se ne ag-gitmgono altri 4 già inideati nel Pnr: Ma-de in ltaly, Beni Culturali, Energia e BlueGrowth.Il bando, pubblicato nei prossi-mi giorni, staznia3milioni per la1oro de-finizione. Un passo necessario, questo,per poi lanciare dopo l'estate il maxi-bando per finanziare la ricerca in tutticluster che cuba400 milioni.

IP I NE RLSERV,UI,

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Maturità, esche va rinvigorito

di Giorgio Alluni

ome tutti gli anni si è riacceso il dibattito sullaconfigurazione degli esami di maturità , dibat-tito quest 'anno reso più significativo dal fatto

che la legge 107/15 ("Buona scuola ") ha previsto, fralevarie deleghe assegnate al Governo , una delega perriordinare gli esami di Stato al termine del primo edel secondo ciclo di istruzione.

Come tutti gli anni riemergono valutazioni e posi-zioni poco fondate, come quella , ricorrente, di chisostiene che, dato che gli esami oggi sono poco selet-tivi (viene promosso il 98% dei candidati), tanto va-le abolirli del tutto . Il che è come sostenere che sic-come una larga parte delle infrazioni alle norme delcodice della strada resta impunita, tanto vale abolirele norme, invece di farle rispettare attraverso con-trolli più rigorosi . Senza considerare oltretutto chedietro la media del 98% di promossi a livello nazio-nale esistono percentuali ben più basse di promossitra i candidati che provengono dai cosiddetti " diplo-mifici" e che dunque unafunzione di filtro l'esame losvolge ancora , almeno laddove le commissioni svol-gono seriamente il loro lavoro.

L'esame di maturità svolge una funzione importan-tissima, ovvero verificare se il percorso compiuto da-gli studenti corrisponde agli obiettivi prefissati daglistandard nazionali: il rigore, l'imparzialità e la serietàdell 'esame danno valore ai titoli conseguiti e creanofiducia nel sistema scolastico, a livello nazionale edinternazionale . Il decreto da emanare offre dunque alGoverno la grande opportunità di ridare vigore e con-sistenza ad un esame chemostratuttalasuaetà . Inote-voli dislivelli di prestazioni tra gli alunni delle diversearee del Paese e le ancora più clamorose difformità divalutazione degli alunni da parte delle Commissionidi esame ( con un Sud che ottiene voti migliori, nono-

stante irisultati nei test Invalsi siano peggiori) sono ladimostrazione più evidente che occorre rafforzare glielementi di oggettività ed imparzialità della valuta-zione: affidare questo compito, come propone qual-cuno, solamente agli stessi insegnanti degli alunniesaminati, eliminando o indebolendo laverifica ester-na, significherebbe solo rendere l'esame del tuttoinattendibile ed approfondire il divario territorialeche già oggi caratterizza le prestazioni degli studentiitaliani. I migliori sistemi scolastici europei già datempo si sono incamminati su strade opposte:• introducendo una correzione centralizzata delleprove scritte, come in Francia, Germania e RegnoUnito, c/o definendo a livello centrale criteri omoge-nei di correzione;• utilizzando le nuove tecnologie per rendere più effi-ciente la distribuzione e la correzione delle prove;• utilizzando prove standardizzate (sull'esempio in-glese degli A level);• certificando le competenze acquisite;• valorizzando ipercorsi in alternanza scuola-lavoro.

Se dal decreto di riforma dovesse uscirne una for-mulazione ambigua, che di fatto eliminerebbe o ren-derebbe puramente formale qualunque forma di ve-rifica esterna, allora sarebbe veramente più onesto ri-nunciare ad un rituale che perderebbe ogni significa-to: la formulazione contenuta in alcune bozze didecreto circolate neimesi scorsi, nelle quali sipropo-neva un numero di commissari esterni ed interni ap-parentemente uguale (3 e 3), ma con il "trascurabile"dettaglio che i commissari esterni avrebbero dovutosuddividersi su tre commissioni d'esame, aprirebbela strada ad uno svuotamento di fatto del loro ruolo:infatti o i tre esterni "pretenderanno" di assistere atutte le fasi dell'esame in ciascuna delle tre commis-sioni (triplicando i tempi, perché le tre commissioninon potrebbero funzionare contemporaneamente),oppure, come forse si spera, essi convalideranno pro-cedure di esame svolte anche in loro assenza (e addiocontrollo esterno). Questo sarebbe sicuramente unpessimo insegnamento per i giovani, che potrannotoccare con mano come lo Stato italiano costruisceuna grande finzione, svuotando nei fatti il significatodi una prova di cui proclama per altri versi l'impor-tanza: con buona pace per quei valori di cittadinanzache si chiede ai giovani di rispettare.

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Elzeviro / Un [esto di Ii erle ga

GENERAZIONIDI ARCHITETTIA CF Ndi Vittorio Gregotti

1 libro Città e memoria di Alberto Ferlen-ga (Christian Marinotti, pagine 254, €16)si può definire un documento di riferi-mento ideologico delle convinzioni della

generazione nata negli anni Cinquanta, equesto, al di là degli altri meriti, lo rende undocumento importante.

Anche se sovente la categoria della «gene-razione» muove molti schematismi, vorreifare un confronto fra la mia «generazionedell'incertezza», come l'ha definita Manfre-do Tafuri, e quella di Ferlenga, che a sua vol-ta si confronta ormai anche con la successiva(quella degli anni Ottanta) per descriveredifferenze e osmosi significative, e qualchereciproca influenza.

La nostra generazione aveva come riferi-mento non solo quella dei grandi e moltimaestri del Moderno, con cui alcuni di noiavevano diretti rapporti, ma anche la prece-dente generazione di nomi illustri, soventemessi in ombra dalla storiografia del Moder-no, da Behrens a Berlage, sino a Wagner ed aimaestri di F. L. Wright, dagli espressionisti aPerret. La generazione di Ferlenga invecerivendica l'importanza di personalità comeDoxiadis, Hassan Fathy, Pikionis, Barragan,Plecnik, sino a Mendez de R.ocha ed alcunialtri, sovente considerati da noi interessantima di minora importanza, come quelli cui sidevono gli sviluppi nel Sudamerica.

La nostra generazione era composta da uncentinaio di persone, europei, giapponesi,americani, che discutevano fra loro a partiredalle differenze culturali, e poteva rivendica-re tutt'al più la grandezza di Louis Kahn,mentre la generazione di Ferlenga, molto piùnumerosa e divisa, ha una conoscenza dipersonalità più sottili e sovente di questioni,come quelle ambientali, poco consideratadella nostra.

Tutto questo anche se la questione delleperiferie e quella dell'omologazione planeta-ria del grattacielismo e dell'espansione senzamisure restano importanti per tutti noi ar-chitetti anche oggi.

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La sua generazione rivendica quattro librifondamentali (anche se Ferlenga ne cita al-cuni altri): quello di Venturi, quello di AldoRossi, ïl Collage City di Colin Rowe e ancheDelirious New York, che, per noi, tra i libri diKoolhaas è l'unico interessante e poco dan-noso.

La relazione tra architettura, storia e città èormai scontata, tanto che nel libro di Ferlen-ga troviamo un interessante paragone diconvergenza ideale tra San Pietroburgo ePalmira. Per la mia generazione, a partire dalCiam di Hoddesdon del 1951, il tema dellastoria e del contesto e la relazione tra storia,città e territorio divengono fondamenti diinterpretazioni tra loro assai diverse; daquella di relazione con l'illuminismo, allaquestione della compatibilità metodologicaconi principi del Movimento Moderno, dallaquestione dell'antropogeografia del territo-rio come materiale dell'architettura, a quelladella città come mito ipertecnologico, oppu-re quella della partecipazione collettiva ediretta. Per il libro di Ferlenga l'unica Trien-nale interessante è la XV, perla nostra gene-razione l'interesse muove da quella del QF8 eattraversa altre avventure, compresa la XIIIdel 1964.

Vi sono nel libro però anche elementi dicontinuità che riguardano direttamente ilfare dell'architettura ed anzitutto sarebbeinteressante sapere se proprio le relazionidialettiche con storia, contesto e idea di mo-dernità e quella di città, al di là della loroodierna riconciliazione con i poteri e quindidei valori della novità visibile e temporanea edel formalismo mercantile, possano accede-re, nella generazione successiva, ad idealidescrivibili quali fondamenti di una praticaartistica di nuove architetture.

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