Ceccato 1972 Mente-cibernetico

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    Silvio Ceccato

    la mentevista

    da uncibernetico

    ERI / EDIZIONI RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA

    1972 BY eri Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana

    via Arsenale 41 Torino Stampato in Italia Printedin Italy

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    PREFAZIONE

    Che cosa sia la mente pensate di saperlo gi, anche se forse non lo sapete ancora.Comunque sar loggetto di queste pagine; ed alla fine spero che in ogni caso

    qualcosa di pi ne sapremo.Qualcuno invece potrebbe non conoscere quasi niente della cibernetica, o peggio,averne idee avveniristiche dovute alla pubblicit che le fabbriche di calcolatori si fannood accettano da una stampa tenuta alla notizia sensazionale. Allora leggiamo deicervelli elettronici,delle macchine pensanti, intelligenti, te1eo1ogiche,chetraducono, decidono, percepiscono, anzi, chiamandosi percettroni,sembrano nate proprio per questo. Perch queste macchine non ci possono essere?Come si sa, dire che una cosa impossibile molto pi presuntuoso che ammettereche si possa essere, ma essere noi, ora e qui, non in grado di costruirla. Il vecchioFord diceva: Datemi persone colte, istruite, preparate, s;ma non troppo, altrimentisanno che certe cose non si possono fare,e sul frontone di una caserma

    dellaviazione americana figura un grande cervo volante con la scritta Secondo leleggi dellaerodinamica, il cervo volante non pu volare.Anche quanto costituir largomento di queste nostre pagine non avrebbe certo ancoraraggiunta la sua attuale forma di una ricerca con risultati serenamente comunicabili adun ingegnere se a proposito della mente si fosse continuato a ritenere che essarappresenti uno dei problemi che luomo nella profondit del suo pensiero pu sproporsi, ma non risolvere.In linea di principio, tutti i progetti si possono realizzare, a meno che non sianoprogetti contraddittori, come quello di tracciare il famoso cerchio quadrato. Ma questocerchio quadrato nessuno lha mai nemmeno visto. Mentre noi siamo uomini epossiamo benissimo considerarci come un progetto realizzato, angeli decaduti oscimmie che hanno fatto carriera, come dicono le due schiere di antropologi.Dunque, la mente si studi; e precisamente nei termini in cui la sua vita, il suo operare,sia ripetibile anche da un artefatto. Diceva Giambattista Vico: Dio lartefice dellaNatura e luomo il dio degli artefatti.Il dire che si stastudiando la mente non significa per che sia gi stata studiatasufficientemente da permetterci di affrontare senzaltro la sua riproduzione artificialeglobale. Il compito nostro appunto di mostrare: (a) che la mente studiabile intermini scientifico-tecnici, tali che se ne possa ragionevolmente progettare la copia;(b) perch questo nel corso della storia apparso o troppo difficile o troppo facile; (c)quali sono le difficolt che si incontrano, sul piano sia teoretico che pratico.A questo punto entra in campo la cibernetica, scienza di vecchia ispirazione ma che si precisata ed ampliata negli ultimi decenni, ricevendo, come vedremo, anche unnuovo nome.

    _____________________________________Silvio Ceccato nato a Montecchio Maggiore (Vicenza) nel 1914. Ha compiuto studi digiurisprudenza e di composizione musicale. libero docente di filosofia della scienza edirige dal 1957 il Centro di cibernetica e di attivit linguistiche dellUniversit diMilano.Altre opere dello stesso autore:II linguaggio con la Tabella di Ceccatieff, Parigi, 1951; Linguistic Analysis andProgramming forMechanical Translation, New York, 1961; Un tecnico fra i filosofi, 2voll., Padova, 1964 e 1966; Cibernetica per tutti, 2 voll., Milano, 1968 e 1970; Corsodi linguistica operativa, Milano, 1969; Il maestro inverosimile: sussidiario del 2000,

    Milano, 1972.

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    INTRODUZIONE

    Questo volume raccoglie un breve corso di lezioni da me tenute a un pubblico di

    studenti liceali per la trasmissione radiofonica Classe Unica. Spesso lesposizione oraleprese la forma del dialogo, ma una maggiore stringatezza e sistematicit suggerironodi rinunciarvi nella forma scritta.Il testo proviene dalle registrazioni e da appunti presi in quelloccasione, ed statoarricchito con spunti che la mancanza di tempo imped di introdurre in quegli incontrie con illustrazioni che il mezzo radiofonico escludeva. Il paziente lavoro ditrascrizione, elaborazione e stesura definitiva del testo dovuto alla Dr. Bruna Zonta,del Centro di cibernetica e di attivit linguistiche dellUniversit degli Studi di Milano.

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    CIBERNETICA E DIDATTICA

    Quando gli studenti ed anche qualche insegnante mi rivolgono domande sullacibernetica, gli interessi che manifestano a suo proposito si orientano principalmentein tre direzioni.1. In primo luogo viene la macchina per insegnare, la temuta e sperata macchina per

    insegnare. In fondo, almeno quando ci sono programmi di studio abbastanza precisatie corpi di conoscenze anche pi precisi, ci che uno deve apprendere pu essere benordinato, esposto e controllato da una macchina. Quando poi si discute su quale sia lastrategia e la tattica migliore da seguire nel dare un ordine ai programmi, c chipropende per una esposizione che tenga conto della crescente complessit dellenozioni; c chi favorevole ad una partenza che si avvalga semplicemente di ci chelallievo gi sa; c infine chi propone di seguire lordine storico in cui le conoscenzesono state acquisite. Difficilmente un insegnante in carne ed ossa opera in modo nettoqueste distinzioni; ma poich con una macchina si tratta di prendere decisioni, distabilire le vie e le precedenze ex novo, ecco che si apre un dominio relativamentenuovo di studio per la didattica. Per quanto riguarda le obiezioni rivolte alla macchinaper insegnare le riassumerei in due punti. Ci che viene scambiato fra docente ediscente di natura complessa, in quanto vi contenuta anche una parte emotiva, equesto scambio non facilmente controllabile e regolabile. Inoltre la macchina utilese ripete soltanto qualcuna delle operazioni umane, altrimenti perde le suecaratteristiche di rapidit, sicurezza ed economicit nei confronti delluomo. Tuttavia -e questa la controbiezione - noip. 7

    soffriamo di una forte carenza di insegnanti, in quantit e qualit, e non si pu speraredi sanarla in un futuro ragionevolmente prossimo. La stessa rapida evoluzione delsapere lascia gli insegnanti sorpassati con le loro nozioni invecchiate. E rifarsi unacultura dopo una certa et non facile come potrebbe sembrare.2. Ma non solo per la macchina che la scuola si rivolge alla cibernetica. Scorrendo lepagine classiche della cibernetica, vi si trovano infatti le nozioni di retro-azione, ofeed-back, di omeostasi, od equilibrio, e di informazione. In breve, quando luomo sipropone di raggiungere qualcosa, sia esso un prodotto od una prestazione, e non loraggiunge, allaccorgersi dello scarto pu correggersi. Lo stesso comportamento si puottenere da una macchina, quando le differenze fra il suo operato e quello desiderato,quello cio per il quale stata costruita, siano fatte agire sulloperare stesso, in mododa correggerne appunto le differenze. Per questo intervento della macchina su sestessa, che prende il posto di un precedente intervento umano, si parla diautomatismi, o di circuiti secondari, di servomeccanismi, ecc. (Vedremo meglio questoaspetto della cibernetica nel capitolo successivo).

    Si trovano dunque qui un intento, uno sbagliare ed un correggere: tre nozionifondamentali nellinsegnare, nel produrre il laureato od il diplomato, il perito, ilqualificato, ecc., o semplicemente il promosso alluna o allaltra delle tante prove.

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    Ecco allora che nella didattica si apre un capitolo, che non riguarda tanto le macchine,quanto certi studi e costruzioni propri delle macchine.Una prima obiezione che questi procedimenti daltra parte sono sempre statiadottati: altrimenti, perch si farebbero i compiti e le interrogazioni e si darebbero ivoti, pi bassi quanto pi lo scarto dal livello desiderato appare grande, sino al punto

    di far ripetere lannata scolastica?Una seconda obbiezione proviene dai tecnici dei sistemi di controllo. Appena si escedai comportamenti fissati nel modo pi rigoroso, ove il comportamento solo quello,ben individuato,p. 8

    analizzato, descritto in termini di grandezze, ecc., c il pericolo di illudersi, magari acausa di un certo formulismo, di aver raggiunto una precisione ed un rigore che nonsussistono. E se questa precisione non viene raggiunta, quanto si fatto rimaneorpelloso, sofisticato, deviante nei confronti dei compiti che attendono linsegnante, ilquale prima riusciva pi o meno nel suo intento, pur senza la consapevolezza delle

    sue singole azioni. A proposito del formulismo, magari dei fascinosi algoritmi, poi,personalmente ne ho sempre diffidato quando li ho visti trasferiti in domini maldominati. Bisogna ricordarsi che luomo soggetto di tre tipi di attivit: quelle cheesegue, sa di eseguire e sa come esegue; quelle che esegue, sa di eseguire, ma nonsa come esegue; ed infine di molte che esegue ma ignora persino di eseguire. Nelloscambio fra esseri umani, si d il caso che n luna n laltra parte sappia che cosa stafacendo. Bastino come esempio i genitori che insegnano a parlare ed a pensare ai lorofigli. Se per questo insegnamento dovessero individuare le operazioni costitutive delpensiero e del linguaggio, probabilmente luomo non sarebbe mai diventato sapiens.Per esprimerci con una certa correttezza anche la vecchia grammatica tradizionale,quella del soggetto che fa lazione, dell oggetto che la riceve, delle checongiunge e dello che disgiunge, va bene, in quanto tutti gi sanno discorrere conquelle parole; ma una grammatica che si ammanta di simboli strani minaccia distaccare il suo metadiscorso da ogni discorso.3. Una terza richiesta viene fatta alla cibernetica un po da tutte le parti; questa voltasi tratta per di una prestazione cibernetica indiretta, e che anche linsegnante avanzacome ricercatore egli stesso. Si tratta del calcolatore per i servizi che esso purendere appunto come strumento di ricerca. Se i parametri di cui tenere conto sonomolti, soprattutto se essi sono interdipendenti, se i dati da raccogliere e ricordaresono molti, se il tempo stringe, si fa operare il calcolatore al posto nostro. Senza queicalcoli sarebbe stato impossibile per esempio arrivarep. 9

    sulla luna, e senza quei calcoli sarebbe oggi ben difficile condurre una ricerca di tipoumanistico, per esempio nel campo della filologia, della collazione di testi, delleconcordanze, dei thesaurus, o della ricerca dei precedenti giurisprudenziali. Cirichiederebbe eserciti di schiavi che non esistono pi.Dove sta per in questo caso laspetto didattico, anzi pedagogico della macchina? Stanella precisione, nellordine, nella chiarezza che si deve imporre alla propria mente nelcompilare i programmi per la macchina. Ci che si faceva senza troppaconsapevolezza, ci che si poteva comandare ed eseguire comunicando fra colleghi,fra uomini, nella macchina deve venire esplicitato sino alla pi piccola operazione. Unodei meriti della macchina infatti di insegnare a non lasciare niente allintuizione od alcaso. Posso assicurare, con le tante esperienze condotte nel campo della traduzione

    meccanica (analisi di un dizionario di 30.000 parole russe per luscita in quattrolingue), che ci si inganna sempre non per eccesso di analisi ma per difetto. Si fa unacosa e non ci si accorge di farla; si tiene conto di una informazione, ma non ci si

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    accorge di tenerne conto; si tiene conto di un criterio classificatorio, ma senza avernealcuna consapevolezza.In questo senso, alla macchina come strumento di ricerca sono completamentefavorevole, non solo ai fini di una particolare ricerca, ma anche per il suo valoreeducativo, disciplinare.

    Tuttavia, su questa strada io ritengo che la cibernetica. od almeno una sua brancaabbastanza recente, possa aprire davvero insperati orizzonti alla didattica.Inquadrer questa branca fra le altre.Possiamo costruire macchine che riproducono i risultati delle nostre attivit, ma senzaimitare i nostri procedimenti, le nostre catene di operazioni. Di solito in questi casi siparla di automazione. Un esempio di queste macchine la macchina per cucire, cheinfatti non cuce come cuciamo noi. Si pensi allago che porta la cruna sulla punta, pernon dover venire, come ci permettono facilmente le nostre due braccia e dieci dita,rovesciato. Sip. 10

    pensi al contatore, dove la categoria mentale del singolare, che fa da premessa alnostro contare, sostituita da una differenza di tipo fisico, con la conseguenza fralaltro che, mentre luomo, una volta appreso a contare, pu contare qualsiasi cosa, ilcontatore conta soltanto gli oggetti fisici per i quali stato costruito. Ecc. ecc. Si puasserire che le macchine che sinora sono riuscite utili alluomo, per la loro sicurezza,economicit, e velocit di lavoro, sono quelle in cui la strada umana stataabbandonata, come nei mezzi di trasporto le gambe sono state sostituite dalla ruota,dalle ali e dallelica, dal turbogetto, e cos via. Questa automazione ha cos il suo pigran peso nel mondo delleconomia, ma non potrebbe aiutarci molto nello studiodelluomo, soprattutto della sua mente. Nellintento di costruire macchine similialluomo si invece tralasciato laspetto pratico immediato, e si pensato di costruiremodelli non gi di qualche operato umano, ma dello stesso operare umano.Allautomazione si aggiunge cos una modellistica, destinata, come vedremo, adividersi in due.Nasce per prima una modellistica ispirata alle scienze naturalistiche, e precisamente aquelle biologiche, che si avvale, per intenderci, dei risultati dellanatomia e dellafisiologia. Il suo nome infatti bionica. A questo tipo di modellistica appartengono peresempio i modelli di reti neuroniche, di singole cellule, di retine di rana, e simili. Inquesto senso anche il radar pu essere considerato un modello del meccanismo concui i pipistrelli riescono ad evitare gli ostacoli. Ma se in un primo tempo si era credutoche i risultati delle scienze biologiche fossero sufficienti a meccanizzare ancheprestazioni di tipo mentale, i fallimenti inevitabili dei progetti orientati in questo modolo esclusero completamente. Qualcuno potrebbe per pensare ancora che basterebbeconoscere non la mente, ma il cervello, non il pensiero ed il linguaggio, ma la lorobase organica, ed ecco che lanatomia e la fisiologia risolverebbero tutto.Purtroppo non cos. Un organo si individua solo dopo aver individuato la funzioneche si intende assegnargli,p. 11

    e non prima, per una qualche sua caratteristica, per esempio di colore, di peso, diforma, ecc., cio per un qualsiasi risultato della chimica e fisica, per quanto promossea biochimica e biofisica. Quindi bisogna prima condurre unanalisi e descrizione delmondo mentale.Dato che il campo la mente, qualcuno potrebbe pensare di chiedere aiuto al filosofo;

    ma purtroppo questaiuto egli non in grado di darlo. Anzi, potrebbe soltanto servirea confondere le idee ed a rendere addirittura inconcepibile la costruzione dellamacchina. Come si vedr meglio in seguito, il filosofo infatti ha sempre considerato la

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    mente non come il soggetto di un particolare tipo di operazioni, ma come unacollezione di entit astratte, concetti, universali, idee, ecc., che in quantoentit non possono essere operazioni, ed in quanto astratte vengono definite intermini negativi. Questo dipende da un errore sistematico che accompagn la filosofiasin dal suo nascere. Quando il physiologos, che si interessava di situazioni fisiche,

    allarg i suoi interessi verso le singole percezioni e le categorie mentali, fin con iltrasferire gli schemi della fisica anche al nuovo campo. Ne consegu un intero corteo didifficolt. Per esempio, tutte le cose divennero allinizio osservative, anzi, a causa delraddoppio del percepito e della localizzazione delle due parti, una interna ed unaesterna, tutto divent fisico. Essendo questo a mio avviso il punto forse piimportante per una revisione della nostra concezione della mente, e pertanto di tuttolinsegnamento delle materie mentali, come la matematica, la linguistica, lametodologia delle scienze, ecc., vi dedicheremo un intero capitolo (v. capitolo III).Ed ecco, nata dallesigenza di riprendere su un presupposto diverso gli studi sullamente, la nuova, lultima branca della cibernetica, il cui nome, per analogia con labionica potrebbe essere logonica.

    Per quanto riguarda in particolare le sue applicazioni alla didattica, non si trattaproprio di una rivoluzione, in quanto ci che ne dovrebbe discendere, se nuovo percerti contenuti, se cio offre allo studente una dimensionep. 12

    mentale come non si era mai nemmeno immaginato, risponde daltra parte ai vecchiclassici principi di ogni didattica in quanto imposti dalla prassi.Riassumeremo brevemente questi principi.Chiunque insegni, o semplicemente informi, sa che se linterlocutore non attento,non partecipa, non si fa parte attiva, di ci che ascolta o legge rimane ben poco.Bisogna che questi si faccia subito attore di ci che gli viene porto. Guai ad affidaretutto alla memoria, o, peggio, alla carta. Dobbiamo far nostro ci che apprendiamonello stesso modo in cui abbiamo fatto nostro landare in bicicletta. Forse che abbiamoimparato a memoria ad andare in bicicletta?Sappiamo anche che non deve esistere una barriera fra ci che viene insegnato ascuola e ci che si impara a casa, nella vita. Le due sorgenti devono completarsi avicenda, anzi fecondarsi a vicenda.Sappiamo infine quanto sia pericoloso che nel sapere rimangano isole dove lallievo,ma qualche volta anche linsegnante, devono, o dovrebbero confessare che la materiaha trasceso le loro capacit di comprensione. Intorno a quellisola, la nostraesperienza ci insegna, si genereranno ansia e dogmatismi di difesa. La denuncia diquesta situazione pu essere nuova, ma la situazione non lo . Sappiamo anche inquanti casi essa sia presente: in tutti gli elementi della aritmetica e della geometria, inquelli della grammatica in genere e della sintassi in particolare. Baster ricordare ledefinizioni negative della matematica e quelle della grammatica contraddittorie con gliesempi, o le micidiali risposte a domande come Che cosa un punto?, Che cosa un nome?, Che cosa una retta?", Come si distinguono gli astratti ed i concreti?",e simili.Ebbene, se individuiamo, analizziamo, e descriviamo le operazioni mentali in terminipositivi - cio dicendo ci che una cosa e non quello che non - e propri - cio nonmetaforici - cos come si descrivono le operazioni manuali, anche nel campo delmentale linsegnamento potr venire scomposto in elementi piccoli finch si vuole,p. 13

    perfettamente concatenati in ordine di complessit crescente, e vedendone gliagganci, senza cio che certe nozioni debbano venire imposte come intuitive.

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    Vorrei ora mostrare un esempio di lezione in chiave logonica, riferendomi ad unaserie di incontri avuti con bambini di scuole elementari (Scuola di Via 5. Giacomo diMilano, 1969-71).Nellinsegnamento della matematica il maestro elementare parte dalle conoscenzepossedute dal bambino, il quale arriva alle elementari gi sapendo contare ed anche

    eseguire le operazioni aritmetiche con numeri molto bassi. Infatti, se un bambino diquattro anni ha in mano tre o quattro caramelle e gliene sottraggono una, se neaccorge benissimo; e cos protesta se al fratello ne danno una o due di pi. Non solodomina perfettamente bene l1, il 2, ed il 3, ma anche il primo, il secondo ed il terzo.Non la prima, voglio la seconda, sono frasi comuni gi a quellet.Laggiunta dellinsegnante consiste nelloffrire una terminologia, quella della serie, perpoter procedere (terminologia indispensabile soprattutto dopo il 7-8) e nellindicare inomi per designare le due serie, appunto i numeri cardinali ed i numeri ordinali,aggiungendo tuttal pi che i primi servono ad indicare la quantit degli oggetti ed isecondi il loro ordine.Questa aggiunta chiaramente accettata dal bambino non come qualcosa che gli sia

    utile al di fuori del dover ripetere per la scuola ci che ha appreso.Il ragazzo, tuttavia, subito impegnato se, prendendo le mosse dal suo sapercontare, con i cardinali, gli ordinali, si colloquia con lui cominciando con il chiedergliper esempio di camminare e, mentre cammina, di contare i suoi passi, una volta conl1, 2, 3, ed unaltra con il primo, secondo, terzo. Gli si domander: Che cosa fai didiverso con la tua testa? , Ti accorgi di far qualcosa di diverso? , Che differenzasenti fra il dire...? , ecc. Quando mi incontro con i bambini approfitto del fatto cheessi sono informati che io costruisco macchine che osservano e parlano, robot chedevono assomigliarci, ep. 14

    quindi la mia domanda si accompagna con lassicurazione che mi servir delle lororisposte affinch la macchina risulti proprio simile ad uno di loro. Ma in qualcuno lacuriosit viene destata anche senza il richiamo alla collaborazione, ed in ogni casosi pu contare su un certo diffuso narcisismo sollecitato dalle domande.Ormai, dopo tante prove, so che almeno un bambino su dieci trova abbastanza prestola risposta corretta. Quando dico 1, 2, 3, 4, mi tengo tutto quello che ho fatto.Quando dico primo, secondo, terzo, quarto, mi tengo soltanto lultimo passo fatto. Sichiede allora agli altri bambini di provare a turno, di controllare, di giudicare larisposta del compagno.Raggiunto un certo accordo, meglio se non assoluto, perch la discussione li vivifica erende pi personale limpegno, la domanda che segue viene formulata avvalendosidella risposta. Mi hai detto che tieni tutto quello che hai fatto o che lo lasci, quandotieni solo lultimo. Mi vuoi spiegare in che cosa consiste questo tenere e lasciare? Lofai con le mani? No? Con la testa? Con la testa come quando giochi a pallone erimandi la palla con la testa, o diversamente? Come? In genere, la prima risposta data in termini di memoria, cio Tengo perch miricordo. Allora si chiede se anche il lasciare sia frutto di memoria. Se le duememorie, quella con cui si tiene e quella con cui si lascia, siano le stesse. Anzi, se siala stessa memoria quella con cui egli mi ripete il suo numero di telefono, il suoindirizzo, e quella con cui tiene tutto quello che ha fatto, quando conta con l1, 2, 3.Ma il passo pi importante consiste allora nel far notare ai bambini che, se si possonoservire in due modi di quello che fanno, una volta tenendo, per dar luogo all1, 2, 3,ed unaltra lasciando ci che hanno fatto per tenere solo lultimo elemento, deve

    esserci prima qualcosa che essi eseguono e che comune ai due tipi di numeri.Si risale cos alla definizione operativa di numero; anche se possono rivelarsi necessarinon pochi passi intermedi, per esempio mostrando come sia possibile contare sia i

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    banchi, uno per uno, sia le file dei banchi, anchesse una per una. Si cerca poi di farloro avvertire la differenza fra il semplice singolare, banco o fila, e l1 come numero.Labilit dellinsegnante, la sua maieutica, consiste in questi casi nel non fornire mai la

    risposta ma nel sollecitare lattenzione del ragazzo verso il proprio operare mentale,adducendo un numero di esempi sufficiente affinch esso sia individuato, ed infine nelsuscitare il reciproco controllo delle risposte fra gli stessi bambini.Sempre con bambini della stessa scuola, abbiamo appena terminato un esperimentodi linguistica. Con il pretesto di fabbricare una nuova lingua, un linguaggio segreto, ibambini vengono invitati a rendersi conto dei meccanismi di pensiero che fanno dapremessa al fenomeno linguistico ed a prospettarsi nuove soluzioni designative,tenendo conto della variet delle soluzioni effettivamente adottate dalle lingueesistenti: variet nella costruzione delle cose da nominare e nel modo di porle inrapporto, variet dei suoni, variet delle grafie.La cronaca di questa esperienza ed i suoi risultati verranno pubblicati come parte del

    volume Il maestro inverosimile: sussidiario del 2000.p. 16

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    IICIBERNETICA E OPERAZIONISMI

    Come abbiamo visto nel capitolo precedente, vi sono vari modi di accostarsi allacibernetica. Essi dipendono dai personali interessi e preparazione, e questa variet fra laltro permessa sia dal modo in cui la cibernetica stata definita dal suo principalefondatore, Norbert Wiener, sia dal bisogno di trovare unetichetta che designiunitamente studi che prima di allora non si erano mai incontrati se nonmarginalmente: lo studio dellanimale e soprattutto delluomo da una parte, e quellodelle macchine dallaltra.La cibernetica stata definita da Wiener, come molti sanno, quale teoria del controllo

    e della comunicazione, sia nella macchina che nellanimale. Ci che per meno noto che questa definizione non delimita un campo di osservazione, ma fissa un punto divista, un modo di considerare le cose. Non infatti che si possa vedere un controllo euna comunicazione o un'informazione (nozioni per Wiener pi o meno sinonimiche)cos come si vede un cavallo, un tavolo, e nemmeno una ruota od una valvola.Per trovare un controllo bisogna prima assumere una situazione come termine diconfronto, come paradigma, come modello, (A), in rapporto alla quale unaltrasituazione, assunta invece come confrontato, (B), possa mostrare eguaglianze, (Be), odifferenze, (Bd). (Nessuna cosa, infatti, presa isolatamente potrebbe mai essereeguale o differente). Bisogna poi che sia introdotto un meccanismo, il quale vengamesso in azione dalla situazione trovata differente (Bd), e con la sua azione (m - n)modifichi la situazione riportandola alleguaglianza (Be=A).p. 17

    A questo nuovo meccanismo chiamato secondario, viene allora fatta assumere lacaratteristica di essere il meccanismo di controllo dellaltro meccanismo, chiamatoprimario, perch le due cose sono state distinte e perch sono state considerate inquel particolare rapporto. In questo modo viene per esempio considerato il complessobollitore-termostato (complesso perch i due termini sono stati tenuti distinti), oorganismo-ghiandole sudorifere, considerate nella funzione di mantenere una certatemperatura; in questo modo possono venire considerati i reni in rapporto al sangue,per esempio come osmoregolatori, o lintero apparato visivo a guida della mano, peresempio sulla tastiera del pianoforte.Si tratta dunque di un modo di considerare le cose, di prospettarsi una certasituazione, oggi certo fra i pi comuni in chi costruisce macchine intese a svolgere uncerto lavoro e che, per sopravvenute alterazioni allinterno od allesterno dellamacchina, modificherebbero anche la loro prestazione, se non si aggiungesse ad essequesto meccanismo di controllo. Anche nello studio degli animali la prospettiva utile, perch talvolta qualche cosa in noi funziona in modo da non farci vivere comevorremmo; bisogna allora sapere dove mettere gli occhi e le mani, e questaprospettiva ci aiuta a dirigerli sulla strada buona. Ma bisogna ricordare che, al di fuoridi questo quadro interpretativo, non si vedr pi alcun meccanismo di controllo, maper esempio, purch si tengano sempre distinte due o tre parti nella cosa consideratae purch fra queste si pongano certi rapporti, si parler di cause ed effetti, o di

    variabili e funzioni. Quando poi la cosa sia presa come un intero, rimane lalternativa:di fissare una situazione quale termine di confronto e di parlare di comportamentooscillante o di non fissare alcun paradigma e di limitarsi a parlare di una processualit.

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    Naturalmente, da un punto di vista fisico, non cambiando la prospettiva odoperazioni mentali cui corrisponde la diversa categorizzazione che lorganismo cambiamodo di funzionare.Sino a qui, comunque, il punto di vista di Wiener non stato descritto completamente.Egli ha anche

    p. 18aggiunto la parola informazione, di cui non abbiamo ancora parlato. Ecco come essaviene chiamata in gioco. Correntemente si parla, od almeno si parlava, diinformazione in rapporto con il linguaggio, anzi con le lingue, comprendendo in questodue connessioni semantiche, (1) di colui che si esprime, passando dalle operazionicostitutive delle cose nominate alle parole, cio allemissione di quei certi suoni o altracciare certe grafie, e (2) di colui che intende, passando dalle parole alle cosenominate. Queste connessioni hanno le seguenti caratteristiche: (a) non sonoconnaturate, nel senso che nel nascere il nostro fisico sia gi tale che le operazionieseguite per uno dei due termini della connessione siano senzaltro seguite da quelle

    per laltro, come potrebbe avvenire con il nostro lacrimare allodore di cipolla; essecio risultano da un apprendimento, dalleseguire, almeno una volta, i due ordini dioperazioni insieme, e per questo sono chiamate convenzionali; (b) tuttavia, laconnessione non ha la rigidit almeno relativa di un riflesso condizionato, cio possibile sia interromperla sia sostituirla con una certa facilit, come nella menzogna enellapprendimento di una lingua straniera; (c) inoltre il passaggio fra le operazionicostitutive delle cose nominate e quello delle parole accompagnato da un altroordine di operazioni che assicurano sia la separazione fra i due ordini sia unaasimmetria nel passaggio. Non infatti difficile accorgersi che nella situazionelinguistica, o semantica, il seguito delle operazioni nettamente diviso in due parti. Cese ne rende subito conto con un piccolo esperimento: consideriamo un tictactictacuna volta quale semplice composizione sonora, ed unaltra nella connessionelinguistica, quando cio il primo tictac venga assunto come cosa designata ed ilsecondo come sua onomatopeica designazione: tictac tictac. Non nemmenodifficile accorgersi che, quando si assume qualcosa come parola, questo avvienepassando ad altro, ed abbandonando mentalmente quel qualcosa; mentre quando lo siassume come cosa nominata, nel passare ad altro, esso viene mantenuto. Qualeesempio baster scrivere qui sulla carta un o, e vederlo come parola,p. 19

    quando cio gli viene fatta corrispondere una alternativa, una disgiunzione, od ancheil numero zero, e vederlo poi come cosa designata, quando lo si riconosce come uncerchio.Linformazione si attua mediante messaggi, che sono costituiti da un materiale, disolito sonoro o grafico, usato come parola e trasferito dal posto di chi lo produce a chilo riceve. Linformazione si attua cio mediante due distinte situazioni: quella fisica equella semantica. Quella fisica responsabile della produzione, trasferimento ericezione del materiale usato come parola. A questo scopo bisogna trovare unamodificazione che, prodotta in un certo posto, si produca eguale o diversa, in un altroposto: ci che si attua per esempio mediante due lamine, dato che, fatta vibrare laprima, le onde che se ne generano fanno vibrare la seconda, ecc. Le possibilit aquesto proposito sono innumerevoli, perch ci che importa soltanto che dalle dueparti si abbia la stessa ricchezza differenziativa, cio che, se da una parte si emettonoquali suoni differenti fra loro per esempio cane, lane mane, nane,

    pane,rane, sane, tane, vane, zane, dallaltra parte nessuna delledifferenze divenga una eguaglianza. Infatti, la situazione semantica si avvale di queste

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    differenze connettendo ogni modificazione con una modificazione di operare, nelcostituire le cose nominate, cos:

    Connessione semantica ------> Connessione semantica

    Operazionicostitutivedelle cosenominate

    Eventousato come

    parola

    Eventousato come

    parola

    Operazionicostitutivedelle cosenominate

    un posto ------> un altro posto

    Questa chiarificazione sui processi linguistici, naturalmente, invece di spiegare comemai linformazione sia finita nella definizione che Wiener d della cibernetica, farebbep. 20

    supporre che di informazione non si fosse parlato, almeno sino al giorno in cui lemacchine cui allude Wiener non fossero state pensanti e parlanti, previa la descrizionedel pensiero e del linguaggio e dei loro rapporti, o gli animali non fossero stati limitatialluomo, o, sempre previe descrizioni, non fosse stata accertata tale attivit anche inaltri animali; ci che invece assolutamente non avviene. Tuttavia una spiegazione non difficile da trovare.In un primo tempo alcune macchine venivano costruite in modo che fosse possibile siaseguirne le alterazioni di funzionamento, sia intervenire correggendole; ed a questoprovvedeva un uomo, il controllore, per lo pi leggendo degli indici. Questoconsiderare il funzionamento di un meccanismo come indicativo di qualcosaltro era

    gi un fatto linguistico, ed era un fatto linguistico il seguirne le indicazioni. Quando ilcollegamento poi avvenuto direttamente fra il meccanismo secondario ed ilmeccanismo primario sul puro piano fisico, cio saltando le operazioni mentalidelluomo (ottenendone fra laltro risultati eguali od anche migliori), la mancanza diconsapevolezza delle operazioni costitutive del linguaggio ha impedito che ci siaccorgesse della differenza. Ed ecco che la designazione del semplice fatto fisico rimasta quella di informazione" e di messaggio. Tanto pi che, chi in precedenza siera occupato delle caratteristiche delle varie situazioni fisiche usate a scopoinformativo o di comunicazione (telegrafo, telefono, ecc.), servendosi di una figuraretorica, e precisamente la sineddoche, non aveva esitato a designare i suoi studicome teoria dellinformazione.

    Naturalmente, a Wiener non poteva sfuggire la difficolt, non gi di servirsi dellanozione di messaggio, di informazione, cos come la filosofia gliela fornivaattraverso un suo uso scientifico-popolare, bens di darne una definizione e diprecisarne la natura.Sono questi i punti in cui Wiener rivela la sua sanit e sensibilit. Il problema senzaltro avvertito. E gli scritti mostrano come egli, insoddisfatto della soluzioneproposta, vi ritorni sopra, anche a costo di finire fra qualche stranezza.p. 21

    Ecco infatti la sua definizione di messaggio: Una discreta o continua sequenza dieventi misurabili distribuiti nel tempo (N. Wiener, La Cibernetica, Il Saggiatore,Milano,1968, pp31-2). Egli ha avuto qui in mente la situazione fisica adoperabilelinguisticamente, e cio la pluralit degli eventi, almeno due, perch senza unadifferenza, senza un evento nuovo, non si potrebbe far riferimento ad alcunch dinuovo, cio che prima non cera ed ora c. Ma se a questa situazione non

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    aggiungessimo le operazioni che la promuovono a situazione semantica, essa nonavrebbe proprio niente a che fare con il linguaggio, linformazione, la comunicazione, esimili, ed andrebbe egualmente bene, aggiungendo altre operazioni, per diventare unaqualsiasi storia, di un viaggio, di una vita, e simili. Wiener per si accorge chequalcosa non va. Certo, sinch si rimane con lorganismo animale basta aggiungere i

    sensi ed il completamento fatto, ma con le macchine, che cosa manca trasparesubito: ed il pezzo trascurato, cio il mentale, viene presto reintrodotto, anche se inun modo abbastanza curioso. Dice Wiener in un suo famoso passo:Il cervello meccanico non secerne il pensiero come il fegato la bile, comepretendevano i vecchi materialisti, n lo produce sotto forma di energia, come fanno imuscoli per la loro attivit. Linformazione informazione, non materia od energia. Algiorno doggi nessun materialismo che non ammetta questo pu sopravvivere (N.Wiener, La Cibernetica, Il Saggiatore, Milano,1968, p. 177). La curiosit,naturalmente, sta nella tautologia.Comunque, questo uno dei punti di maggior consapevolezza nel pensiero di Wiener,anche se egli rimane sul piano della semplice espressione di una insoddisfazione,

    senza che vi sia un avvio critico ad uscirne e tanto meno qualche spunto costruttivo.Per costruire, Wiener avrebbe dovuto abbandonare fra laltro tutto il pianocomportamentistico su cui era convinto di poter fondare la psicologia del futuro,dinamica e scientifica. Anche a questo proposito egli avverte molto bene che, se nonvede la mente dinamicamente, la deve vedere come una raccolta di entitinimmaginabili, perchp. 22

    concepite sul modo delle cose fisiche ma private della loro fisicit. E Wiener sceglie ildinamismo. La scienza di oggi - afferma pi volte - operativa, nel senso che ha ache fare con esperimenti e processi osservabili; nella psicologia, in particolare, lanozione di contenuto mentale stata sostituita con quella di processo mentale.Tuttavia, le sue asserzioni fanno supporre che egli concepisca il mentale alla stessastregua del fisico, come un certo dinamismo che si osserverebbe dentro la testa, ocomunque sul sistema nervoso. Egli, cio, subisce la tradizione del tutto osservativo (a questo proposito si ricordi l'accenno a pagina 12; ma si vedasoprattutto il capitolo III). Quanto alloperativa con cui caratterizza la scienzaattuale, laggettivo suggerito indubbiamente dalloperazionismo di P. W. Bridgman, ilquale, come vedremo fra breve, restringe le operazioni a quelle di misura, e quindicon interazione proprio fra due osservati, od almeno a quelle osservabili nelcomportamento del ricercatore. In tal modo la psicologia viene confusa con lafisiologia ed annullata, come avviene con Pavlov (citato fra laltro da Wiener comeesempio del passaggio dalle idee statiche ad un pi dinamico punto di vista),anche se, lavorando con gli animali e non con luomo, il suo procedimento si basavapi su quanto gli era dato di osservare attraverso il comportamento visibile chesullintrospezione del mentale. Val la pena di notare qui come anche questaintrospezione conservi il segno della tradizione filosofica del tutto osservativo,dove vi sarebbero un osservare fuori ed un osservare dentro (con un dentro ed unfuori irriducibilmente metaforici).La nostra obbiezione a Wiener che si tratta s di operazioni, ma non individuate suosservati, come invece sarebbero quelle del camminare individuato sulle gambe e delsecernere la bile visto sul fegato. Ed il fisiologo potr s trovare gli organi del mentalee giungere a porre un parallelismo fra il funzionamento osservato su questi e leoperazioni mentali, ma soltanto dopo aver individuato la funzione.

    p. 23Un secondo punto in cui Wiener starebbe per aprirsi uno spiraglio nella tradizioneriguarda il dinamismo costitutivo delle figure. Della tradizione conoscitiva Wiener

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    pagina 49), il variare delle dimensioni della pera entro certi limiti non avr alcunaimportanza, perch non visto nel costituire la pera (nonp. 25

    gi che sia stato visto e scartato!). Se poi la dimensione fosse stata vista, eseguendo

    altre operazioni, per esempio il confronto con una pera considerata pera standard,queste altre operazioni avrebbero portato a parlare, oltre che di pera, anche di piccolao di grande, come aggettivi, inserendoli dunque in un particolare pensiero. Similmente certo possibile parlare una volta di melo ed una volta di albero; ma le operazionicostitutive dellalbero e del melo non sono le stesse, e nemmeno da credere chequelle di melo ripetano tutte quelle di albero aggiungendovi qualcosa. Basta poco peraccorgersi che per albero pu essere elemento costitutivo un movimento diretto versolalto, la cima, e verso il basso, le radici, movimento che non affatto costitutivo dimelo, per il quale sar invece elemento costitutivo una certa ramificazione-chioma-foglie-frutti. Sotto questo aspetto, se si pu parlare quantitativamente delle operazionicostitutive delle cose nominate, questa quantit deve risultare pressoch eguale per

    tutte, e non per esempio poche operazioni per vegetale e molte per cotogno.Altrimenti avremmo contenuti di pensiero di durata cos diversa da impedirne ilregolare flusso e comunque lassurda massima povert in una direzione, con il famosogenus maximum, e lassurda massima ricchezza in unaltra, con il concretissimoindividuo, particolare, esemplare, ecc. Nel caso di Wiener, lindividualecorrisponderebbe allinesauribile ed indefinitamente vario inputche una macchinadovrebbe mettere a confronto con le sue idee immagazzinate di numero limitato e coni suoi outputaltrettanto unici, fissi e limitati.Tuttavia, come abbiamo pi volte avuto occasione di osservare, non certo Wiener ilresponsabile di questi presupposti. Egli li riceve da una lunga ininterrotta tradizionefilosofica, che sino ad oggi fra laltro ha trovato ben poche alternative; o meglio,anche se qualche alternativa c stata, questa non stata davvero radicale. Accennera due autori che tuttavia possono venire considerati i precursori di una ciberneticadella mente: P. W. Bridgman, di cui abbiamo gi parlato a proposito delle operazionidi misura (pagina 23),e H. Dingler, noti come rappresentantip. 26

    delloperazionismo. Elementi operativi tuttavia sono contenuti in indirizzi precedenti,persino in certe posizioni vichiane, e loro interpretazioni, come quella idealistica delverum et factum convertuntur. In effetti, si tratta sempre di riconoscere nelsignificato del discorso nostre operazioni, cio qualcosa che noi si faccia.Da una premessa operativa comune si staccano comunque diverse tendenze, fra loroanche in antitesi.Una prima distinzione gi si pone fra (a) coloro che fondano loperazionismo su unaontologia, in quanto il significato, o semantica, di un termine (o parola, o simbolo, oconcetto, o nozione, o idea) da altro non potrebbe essere costituito se non daoperazioni, e (b) coloro che vedono invece nelle operazioni i risultati dellapplicazionedi una particolare tecnica analitica fra le altre. Unaltra distinzione proviene dalprogramma operativo principalmente secondo quattro alternative: (I) prendere inesame qualsiasi tipo di operazioni; (II) prendere in esame soltanto un tipo dioperazioni, riconoscendone altri, ma escludendoli dallesame; (III) riconoscere pi tipidi operazioni, ma distinguere fra valore teoretico e pratico; (IV) non riconoscere senon un solo tipo di operazioni in quanto, se questo corrisponde ad un certo tipo diparole o di frasi, ad altre non potrebbe corrispondere alcuna operazione, essendo esse

    prive di significato semantico.Per la prima alternativa non si parla per tanto di operazionismo quanto di ricercaoperativa, nella quale si cerca di mettere in luce quali operazioni luomo compia nel

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    raggiungimento dei suoi scopi, ma soprattutto di suggerire le operazioni migliori fraquelle compiute od ancora da compiere in vista di un certo scopo. A parte le recentiraffinatezze algoritmiche, in questo senso un operazionismo presente in tutta laprecettistica scientifico-tecnica, in quanto discende dallimpiego strumentale dellascienza, e pu spaziare cos dalla retorica al manuale dellartigianato. Di

    operazionismo si parla preferibilmente per la quarta alternativa, rappresentata dallaposizione di Bridgman. Egli si inquadra nel movimento filosofico prevalentementeamericano noto come behaviorismo, che riconosce valorep. 27

    conoscitivo positivo, cio di realt, di oggettivit e di verit, soltanto ai risultati dellapercezione localizzati spazialmente, cio alle cose fisiche, che vengono assunte comedati; mentre il valore negativo attribuito sia ai risultati della percezione localizzatitemporalmente, cio alle cose psichiche, sia alle categorie mentali. Le parole, oconcetti, secondo questo operazionismo, vanno riferite quindi, direttamente odindirettamente, ai processi fisici, chiamati anche concreti; e, quando questo non sia

    possibile, mancherebbero appunto di un vero e proprio riferimento, o sarebberoviziate di soggettivismo.Il successo delloperazionismo bridgmaniano dovuto principalmente allo spunto chevi ha dato origine, cio alle considerazioni di Einstein sui procedimenti di misura. Non corretto asserire che una cosa ha una certa grandezza se non si precisa attraversoquale procedimento sia avvenuta la misurazione; e non detto che due procedimentidifferenti si concludano con risultati eguali, per esempio due misure spaziali, se unavolta si opera per confronto ed unaltra con la triangolazione, o due misure temporali,se una volta ci si avvale della luce ed unaltra del suono. Solo sapendo quali sono statii procedimenti, fra laltro, possibile alla fine stabilire delle equivalenze fra i differentirisultati.Senonch si ritenne che in tal modo venissero chiariti, precisati e resi consapevoli, nonsolo i procedimenti di misura, ma anche le categorie mentali in cui essi si inquadrano,per esempio proprio quelle di spazio e tempo. Le considerazioni di Einstein-Bridgmanvennero estese ingiustificatamente a tutte le parole-concetti, al fine di apportare adessi la stessa chiarificazione-precisione e consapevolezza. Di qui loperazionismo comefilosofia ed anche la serie dei suoi insuccessi e delle critiche alle quali si espose, peresempio quando Bridgman, interrogato sul tipo di operazioni della matematica,rispose che si trattava di operazioni di carta e penna. Proprio per il programmafisicalistico, il mondo della psiche e della mente dovevano restare inaccessibili. Inquesta direzione speculativa non venne nemmeno sollevato il dubbio che le difficoltincontratep. 28

    dalle scienze psichiche e mentali provengano da una fisica presente e non da unafisica assente.Un operazionismo pi ricco dovuto al tedesco H. Dingler, anchegli deciso a sostituiregli enti con operazioni. Queste sono per quelle della mente, sulle quali soprattuttosi dirige lindagine dingleriana, pur venendo ammessi altri tipi di operazioni, daconsiderare tuttavia di empirica imprecisione in rapporto alle prime, sicch sarannoquelle mentali, ideali, a guidare quelle manuali, fisiche, in una scienza-tecnicaunivoco-metodica.Dingler appartiene pertanto alla prima alternativa per ambito operativo, ma allaquarta per i valori attribuiti ai tipi di operazioni.

    Il punto debole della costruzione dingleriana si trova alla sua partenza, quando eglicrede di additare come rapporto semantico sicuro quello di qualcosa, in tedescoEtwas, in quanto, indicando la pi povera delle categorie mentali, il termine si pu

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    adoperare per ogni altro costrutto di qualsiasi tipo; ma appunto perch altro essa nonsignifica che il rivolgere lattenzione, lapplicare lattenzione (come vedremo nelcapitolo V), non precisa alcuna cosa fisica o psichica su cui fare assegnamento per lacostruzione di questi domini. Non gli poteva servire nemmeno per il dominio mentale,non essendo analizzata in termini mentali. Questa debolezza iniziale affiora

    soprattutto nel dare un fondamento alla aritmetica ed alla geometria.Alla terza alternativa appartiene lindirizzo sostenuto nella Scuola operativa italiana,alla quale appartengo, presentato sin dal 1947 ai Secondi Entretiens di Zurigo qualemetodologia o tecnica operativa. Essa distingue due tipi di operare, luno costitutivodei propri oggetti, che il mentale, e laltro che consecutivo, cio dovuto a questioggetti una volta costituiti, e che potr pertanto essere fisico o psichico, e limitaprogrammaticamente lindagine alloperare mentale, o costitutivo. Esclude ogniriferimento ontologico, in quanto le operazioni costitutive come risultato dellanalisidipendono dal tipo di analisi condotta, appunto diretta ad individuare,p. 29

    analizzare e descrivere questo tipo di operazioni, sia in corrispondenza delle singoleparole che delle frasi. La sua provenienza senzaltro attribuibile agli spunti operativicontenuti sia nellidealismo che nel criticismo. Basterebbe ricordare qui i nomi diBerkeley e di Kant. Tuttavia, la distinzione delloperare in costitutivo e consecutivo originale della Scuola, e cos laver considerato le operazioni costitutive come funzionidei meccanismi dellattenzione, della memoria e del pensiero.Di queste analisi parleremo con maggior ricchezza di particolari nei capitoli V e VI.p. 30

    III

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    BREVE STORIA DELLERRORE FILOSOFICO

    Nei primi due capitoli ho avuto modo pi volte di accennare ad un errore sistematicoche ha accompagnato la filosofia fin dal suo nascere e che ha costituito lostacoloprincipale ad ogni studio della mente, facendo sentire le sue conseguenze anche nellediscipline naturalistiche. Vorrei tracciare ora una breve storia di questo erroreoriginario della filosofia, che non sar una storia completa sino ai nostri giorni, perragioni di spazio, ma che gi dai suoi primi passi mostra di quale sfortunata feconditsia stato quellerrore.Per i comuni bisogni della vita, per sopravvivere, ci che pi importante per luomo,come del resto per ogni animale, un certo sapere sullambiente fisico in cui vive,

    vale a dire in quali rapporti si trovino fra loro le cose che egli percepisce, di qualipropriet siano dotate, e simili. Serve sapere per esempio che un certo animale mite, innocuo, ed un altro feroce, pericoloso, da fuggire; che lacqua disseta espegne il fuoco e che il fuoco brucia e scalda; che il sasso, se abbandonato, cade, e,se lanciato, colpisce, ferisce; e cos via.In questi casi la percezione lavora, i suoi risultati sono messi in rapporto, anchequando si tratta di osservare un singolo sasso, che cade o sta fermo. Infatti, per poterconcludere che il sasso cade o sta bisogna averlo visto almeno due volte ed averlotrovato, rispettivamente, in due posti diversi o nello stesso posto. Anche per un sassolistato, avremmo dovuto percepire il sasso e poi le strisce prima di metterli inrapporto.Luomo non mut questo modo di operare neppure quando ingigant rispetto agli altrianimali ed aument le suep. 31

    capacit di presa e di trasformazione delle cose, assoggettando forze fisiche nuove erisparmiando le proprie. Egli ha continuato, cio, a tener conto delle cose chepercepisce, dove si trovino, che cosa facciano, quali propriet abbiano, per incurvare illegno, tendere la corda, per usare il salnitro, lo zolfo, il carbone, nella polvere dasparo, per specchiarsi nella superficie dellacqua o di un metallo. Attraverso il lavorodella sua mente, luomo vede cos sorgergli intorno un ambiente fisico sempre piarticolato, al quale appartiene anche il suo corpo. Il numero delle cose percepite edelle cose rappresentate e quello dei loro rapporti aumentano. Quando poi non trovagi fatto quello che vuole, guida le proprie mani per ottenerlo mediantetrasformazioni. Da un certo giorno accompagna, comunica, trasmette e conserva conil linguaggio ogni conquista.Tuttavia, la mente, cui pure tutto questo si deve, non ancora loggetto diunattenzione e neppure di una curiosit, ma ne soltanto lo strumento. Sembraproprio che chi lavora per gli altri, non abbia tempo di occuparsi di s.Anche quando luomo si rivolge ai suoi stati danimo, affetti, sentimenti, emozioni, persapere in quale rapporto si trovino fra di loro, che cosa ne avvenga e di quali proprietsiano dotati, dandosi cos unintimit psichica, la situazione non cambia. Non cambiaperch questi risultati sono ottenuti egualmente da una percezione che viene ripetutae dal rapporto posto fra questi percepiti: lamore o lodio, che dura, cresce o si

    smorza, e quindi deve essere percepito almeno due volte e cio in due momenti; lecause e gli effetti della tolleranza o dellintolleranza; e cos via.

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    Fuori restano in ogni caso la percezione isolata e quei rapporti isolati. Il lavoro partesempre da una situazione pi ricca, pi complessa, costituita appunto da due percepitie dal rapporto posto fra loro, siano esse situazioni fisiche, quando i percepiti sonolocalizzati spazialmente, siano esse psichiche, quando i percepiti sono localizzatitemporalmente.

    Questo successo anche perch le operazioni della mentep. 32

    si instaurano da se, come si instaura il camminare, se non proprio come il respirare edil digerire di cui nasciamo gi capaci. Cos, per centinaia di migliaia di anni, gli uominihanno potuto servirsene, anzi affinarle, senza che mai una domanda cadesse a loroproposito, pago ognuno di sapersi regolare sugli eventi fisici e psichici, spiegandoli,predicendoli, ecc. Persino quando luomo si fa scienziato, physiologos, disponibileper compiti pi disinteressati che il procurarsi gli alimenti e la protezione dalleintemperie, e si rivolge allora alle corde non pi soltanto in vista dellarco e dellacaccia, ma anche per i suoni, egli non ha motivo di chiedersi come faccia ad udire un

    suono, o a vedere una corda, perch gi li sta udendo, gi le sta vedendo: lavorercio ancora mettendo in rapporto i risultati di pi percezioni.Tuttavia, un certo giorno, questi interessi si sono destati e la curiosit si estesa acomprendere la percezione stessa, la singola percezione. In qual modo si sarebbecercato di soddisfarli? Non difficile immaginarlo, anche se non avessimo una storiaad attestarcelo.Si continu per la via gi battuta, che gli uomini presumibilmente tornerebbero aripercorrere se la nostra storia ricominciasse e che ancora oggi riscuote i maggioriconsensi e gode della pi grande fiducia. In breve, labitudine e la capacit acquisitenella millenaria ricerca diretta a mettere in rapporto i costrutti percettivi portarono aritenere, senza alternative, che anche la singola percezione sia dovuta al rapporto fradue percepiti. Forse che per quella via non si erano ottenuti e non si continuavano adottenere successi e successi? Conveniva abbandonare questa via che costituisce laragione stessa di ogni sapere naturalistico?Le alternative sarebbero fiorite soltanto intorno al tipo di rapporto da porre fra i duepercepiti in cui analizzare la percezione, cercando di superare con sempre nuoveacrobazie gli inevitabili ostacoli che lo scambio di metodo e di oggetto sollevava. Sefosse stato soltanto uno scambio di metodo, loggetto sarebbe forse stato sufficiente asollevare dubbi sul metodo; ma cos, sostenendosi,p. 33

    rimandandosi luno allaltro, avvenne che il naturalismo proprio del fisico e dellopsichico dovesse, allincontro con le difficolt, non gi affievolirsi, ma rafforzarsi,esasperarsi, secondo uninterpretazione che vedeva nella difficolt la conseguenza,non di una violenza da esso perpetrata sul mentale, bens di una sua debolezza, diuna sua insufficiente radicalit.Lintera storia della filosofia pu essere vista come la serie dei tentativi fatti persfuggire alle conseguenze di quel primo errore, di cercare cio nella singola percezionequello che si trova soltanto come rapporto fra pi percepiti. N hanno radice diversa letante speculazioni sui fondamenti delle singole scienze o proprio della scienza stessa,quando si cerca di dare alle indagini fisiche o psichiche, od anche logiche, appunto unfondamento che pu essere loro fornito soltanto da una individuazione ed analisidelloperare mentale che ne costituisce gli elementi, il materiale, e che si pretendeinvece di trovare, a seconda delle discipline, o fisico, o psichico, o logico, come sono i

    loro composti.Assorbito da questi tentativi, il filosofare si restringe e diventa, da generico amore peril sapere, unindagine inconfondibile, in quanto originata da un unico ceppo, cio

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    quella prima svista della percezione identificata con il rapporto fra percepiti.Inconfondibile, sia quando si impegna nel problema prioritario ed insolubile di come sipercepiscano le cose (teoria della conoscenza, epistemologia, metodologia, ecc.) siaquando affronta con orientamento naturalistico ci che non n fisico n psichico, peresempio luna o laltra delle categorie mentali.

    Del resto, tutti i campi di studio delluomo, in una forma o nellaltra, restano segnatida quellerrore iniziale, non fosse che perch chi parla di uomo, chi nomina le persone,io, tu, egli, ecc., anche se intende parlare di corpo e di materia, ha gi fatto appelloalla mente ed allo spirito (bench quella mente e quello spirito, interpretati comenegazione del corpo, della materia, non riuscirebbero mai pi a comporre lunitdelluomo in termini positivi, mentre tutti sentiamo benissimo quanto questap. 34

    unitsia necessaria per ottenere proprio quello che in questo momento siamo). Leoscurit apparvero cos ineluttabili, degne di una philosophia perennis e di questo oquell ignorabimus.

    Tuttavia, non compito di questo volume tracciare un quadro esauriente delleconseguenze di quella svista iniziale, n dalle tante proposte avanzate nellillusione dibandirla conservandola, proposte che con la loro variet distinguono le scuole ed isistemi filosofici. Un quadro che ne raggruppi le principali, per, a mio avviso non pumancare, almeno quelle che nel nostro caso devono venire individuate affinch ci siprospetti ragionevolmente la costruzione di un modello della mente.Correremmo altrimenti due pericoli opposti: di ritenere impossibile questa costruzione,lasciando luomo avvolto in un alone non meno magico di quello che accompagnava lesperanze dellalchimista che si attendeva 1 homunculus dallalambicco; o diritenerla la continuazione pi semplice ed ovvia di una anatomia e fisiologia delsistema nervoso, od addirittura di una tecnica ingegneresca, quale sviluppo magaridellelettronica.Cerchiamo dunque di tracciare questo quadro.Quando Alcmeone di Crotone (VI-V sec. a.C.) si chiede, forse per primo, come si senteun suono, cio come facciamo a sentire un suono, egli fa appello a due suoni, lunoesterno al corpo di chi ascolta e laltro interno, un eco che risuonerebbe nella cavitdellorecchio. Tuttavia, alcune ovvie considerazioni di ingombro ed anche le pi rozzenozioni di anatomia impediscono che si pensi che i percepiti esterni al corpo possanovenire raddoppiati senzaltro al suo interno. Questo gi pieno di cose sue, ed innessun caso riuscirebbe poi a contenere un monte, una casa, un cavallo.Ha cos inizio la ridda delle proposte per superare la difficolt; e varr la pena diindicarne le principali, anche perch alcune sono ancora ben presenti, sia pure informa evoluta e mascherata, nella sopravvissuta interpretazione naturalistica dellapercezione.Il problema della non capienza dei percepiti esternip. 35

    nel nostro corpo viene risolto scomponendo le cose in elementi, trovati nel fuoco,terra, aria e acqua; in modo da poter poi supporre che essi siano presenti egualmentefuori e dentro di esso. La percezione avverrebbe per somiglianza.Sembra una incredibile stramberia; e come analisi della percezione certo lo .Tuttavia, sul piano naturalistico, si pu comprendere che cosa labbia suggerita.Presumibilmente non si era mancato di notare come il fuoco infuochi, cio che peresempio un carbone infuocato ne infuoca un altro vicino, o come un suono susciti un

    suono, cio che una corda vibrante ne fa vibrare certe altre, e simili, ove fra laltro ledue cose possono anche non essere a contatto. A generare linganno ancor pi deveavere influito il notare come le cose percepite si riflettano sulla pupilla e iride. A

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    questo proposito va ricordato come in parecchie lingue, anche molto lontane fra loro,come il cinese o il giapponese e le nostre indoeuropee, la pupilla sia designata connomi che derivano da quello di ragazzo o ragazza o bambino, insomma di uomopiccolo, che vi sarebbe riflesso.La tesi della percezione per somiglianza riferita ad Empedocle, a Parmenide, a

    Platone; ed almeno il nome di Parmenide potrebbe stupire, se la stessa posizione nonsi ritrovasse poi anche nei nostri idealisti, sino agli attualisti, quando si impegnano adescrivere la percezione; n potrebbe essere altrimenti finch lo schema interpretativorimane quello originario, naturalistico.Ma ecco anche la tesi della percezione per dissimiglianza, cio del dissimile che agiscesul dissimile. Qui lo spunto quasi certamente fornito da una errata interpretazionedel nostro meccanismo attenzionale (si veda il capitolo V). Il cambiamento richiamainfatti la nostra attenzione, per esempio un colore, una temperatura, una durezza, unsapore, ecc., che mutino improvvisamente, e tanto pi quanto pi fortemente eimprovvisamente mutino. Una situazione che rimanga eguale, che fluisca omogenea,finisce invece con il non venire pi avvertita, e quindi cessa di essere mentale, almeno

    finch non vi si rivolgap. 36

    deliberatamente lattenzione. Si pensi per esempio alla luce durante il giorno, od albuio di notte, al sapore della saliva, od allodore dellaria, e simili. Naturalmente, tuttoriposa appunto sulla confusione fra ci che pu provocare, e di solito provoca, il giocoattenzionale cui dobbiamo il costituirsi di quei certi percepiti in rapporto ad altri, ed ilpercepire stesso, quello cui dobbiamo il singolo percepito, il suo contenuto dipercepito. Ma ci che soddisfa il naturalista e permette di mantenere lapplicazione delsuo schema appunto lavere in scena la pluralit dei percepiti. La tesi dellapercezione per contrari sostenuta da Anassagora, Eraclito, ecc.Ecco intanto una conseguenza delle due tesi. Il prius della percezione in ogni casouna datit pluralistica: percepiremmo cio le cose in quanto esse sarebbero gisiffatte. Questa datit si viene anzi precisando, nella tesi della percezione persomiglianza, anche in una pluralit di elementi-composti, secondo una elementarited una compostit che sussisterebbero quindi gi di per s, senza linterventocategorizzante della mente. Nella tesi poi della percezione per dissimiglianza, essendoassunta la datit come processuale, questa processualit sussisterebbe di per s, ascapito di una staticit e di una conservazione. Fra laltro luomo si vedr cosobbligato a costruirsi per artificio una unit ed una fissit da contrapporre alla varieted alla mutevolezza di ci che ritiene di incontrare gi fatto.Ho ricordato queste prime conseguenze del raddoppio del percepito per far notarecome esse vengano a fare da sostegno alla tesi, cio a confermare lerrore, rendendopoi, insieme alle moltissime altre conseguenze, sempre pi difficile trovare un terrenointoccato dal quale muovere la critica.Senonch lingenuit delle proposte ancora troppo scoperta; ed da ritenere chenon siano mancate gi allora le obbiezioni. Per quanto riguarda i simili, sono propriodue cose eguali che non si possono influenzare. Un fuoco non agisce su un fuoco eunacqua non agisce su unacqua. Anzi si constata lopposto. Ma anche quei dissimili,perp. 37

    laspetto temporale del loro succedersi, del lasciare il posto luno allaltro, nonspiegano affatto lo sdoppiamento effettuato dal percepito, fuori e dentro il corpo del

    percepiente, anzi nemmeno la sua localizzazione spaziale.Cos il meccanismo che ha preso il posto della percezione deve cominciare adarricchirsi. I due percepiti non bastano pi e ne viene introdotto un terzo. Si immagina

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    cio qualcosa che assicuri il dinamismo della percezione in quanto mobile fra ilpercepito esterno al corpo ed il suo raddoppio allinterno.Secondo alcuni sar qualcosa che si muove dallinterno allesterno, per esempiouscendo dagli occhi, come fuoco, raggi, strali, che a guisa di manine vadano atoccare, afferrino, avviluppino il percepito esterno. Fra i sostenitori della tesi troviamo

    per esempio Parmenide. La percezione avverrebbe pressappoco come lilluminazioneda parte di una lanterna: non vediamo forse quando la lanterna proietta i suoi raggi enon cessiamo di vedere quando essa viene spenta? Leonardo da Vinci credeva ancorain questa tesi. Si confonde qui ci che strumentale, o di condizione, di mezzo, dipremessa, di conseguenza alloggetto della percezione, con questo stesso oggetto,cio si confonde una attivit consecutiva, ed in questo caso anzi trasformativa, checome tale appartiene al piano naturalistico, con lattivit costitutiva del suo oggetto,che appunto la percezione. Naturalmente, se gli organi in azione fossero distinticonsapevolmente, questo scambio sarebbe difficile; e non si capisce per esempiocome potrebbe venire confuso un rumore con dei ferri picchiati luno sullaltro, dandofra laltro al primo la stessa localizzazione dei secondi. Ma quando lorgano sia sempre

    lo stesso, e soprattutto quando sia lo stesso il nome che diamo al percepito ed allostrumento, condizione, mezzo, ecc., come nel caso di luce, occorre un pi sottilefarsi attenti per non cadere nellinganno. Le conseguenze di questo scambio si fannosentire ancora nella moderna fisica delle particelle e delle onde.Secondo altri la percezione sar invece permessa da qualcosa che si muovedallesterno allinterno, per esempiop. 38

    uscendo, staccandosi, venendo emesso dallinterno per giungere a contatto con ilcorpo del percepiente ed eventualmente penetrandolo attraverso i pori. Questaseconda tesi prevale nel mondo antico e rimane la grande ispiratrice di quelle attuali.Senonch, la situazione percettiva scambiata fa sentire i suoi diritti e la tesi richiedealtri sforzi di immaginazione. I percepiti sono fra loro diversi e questa diversit deveessere conservata anche in ci che raggiunge il percepiente, affinch si spieghi ladiversit dei raddoppi allinterno del suo corpo. Poich si sono introdotti i corpuscoli, sitrova che va bene il ricorso ad una loro diversa forma, posto, disposizione(Empedocle), cui si pu aggiungere la grandezza (Democrito), il peso (Epicuro), lavelocit, ecc. Cos, del resto, quando pi avanti la percezione verr legatanaturalisticamente anche alle onde, si far riferimento alla loro frequenza, ampiezza,ecc.Con larricchimento del meccanismo attribuito alla percezione, sia nelluna chenellaltra tesi, diventa sempre pi difficile accorgersi dellerrore, perch il terzo pezzo,il terzo percepito, viene introdotto proprio a scopo esplicativo, per esempio nasce inmoto e non si saprebbe che cosa sia e che cosa farne una volta che lo si supponessefermo.Non comunque da attendersi in queste soluzioni veri e propri sistemi, sia perch ladifficolt tacitata deve pur sempre saltar fuori da qualche parte sia perch quei priminaturalisti sono pi che altro intenti a rendere concepibile luna o laltra delleincongruenze cui d luogo il raddoppio. In quelle descrizioni, poi, ogni specie dipercezione trovava un meccanismo diverso. Per esempio, il raddoppio del percepitouditivo si immagin, come abbiamo visto, con un richiamo alleco (Alcmeone) ed allacampana (Empedocle); il raddoppio del percepito olfattivo venne spiegato con lariache penetra nel cervello (Diogene di Apollonia); ecc.Per arrivare ad una proposta unificante dovevano venire introdotti, quale terzo

    percepito, i sensi (presumibilmente come sviluppo di unidea di Alcmeone). Questa fuunap. 39

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    delle conseguenze pi disgraziate della svista iniziale, in quanto mescol, prima diaverle distinte, una situazione mentale ed una situazione fisica, dando vita a disciplineanchesse contaminate e continuamente oscillanti fra le due parti, come la filosofia, lapsicologia, e la fisiologia del sistema nervoso.

    Intanto, i nuovi pezzi introdotti e le nuove distinzioni, se da un latomomentaneamente sostengono la traballante costruzione e tacitano questa o quelladifficolt, dallaltro sollevano nuovi problemi a proposito sia delle caratteristiche deipezzi introdotti, sia dei loro rapporti. Da qualche parte deve emergere almeno unadisomogeneit che renda le indicazioni fornite irriducibilmente negative (dicendo ciche le cose di cui si parla non hanno, ma non ci che hanno) o irriducibilmentemetaforiche (in quanto al di fuori della situazione filosofica, quelle parole sono usateper indicare rapporti fra cose tutte fisiche).La critica pi diretta alla percezione interpretata con il raddoppio del percepito fu forsequella di Socrate. Egli fa notare, nel Teeteto, come non sia possibile effettuare unconfronto fra due cose - il percepito esterno al corpo del percepiente ed il percepito

    interno in cui stato sdoppiato lunico percepito - se una sola delle due cose destinata ad esserci presente. Come si giungerebbe mai a sapere, infatti, che essesono fra loro eguali o differenti? Ed avrebbe potuto aggiungere che in quelle condizioninon si riuscirebbe mai a sapere nemmeno se ci che presente lo per se stesso, atitolo proprio, o in rappresentanza di altro (considerazioni presenti soprattutto in certirami della filosofia indiana e cinese). Naturalmente a quella critica manca laconsapevolezza di quale sia lerrore originario; mentre continua piuttostolintroduzione di pezzi nuovi, che conservano e ribadiscono la svista iniziale. Oppure sicomincia ad adottare un atteggiamento scettico e rassegnato, che fa di quelledifficolt una condizione umana priva di uscita.Intanto, ad intorpidire sempre pi la situazione percettiva sono giunte alcunemetafore, di grande insidiosit, perch attaccate a parole che nella vita quotidianasono moltop. 40

    adoperate e di piena fiducia: in primo luogo la parola conoscereQuando noi facciamo qualcosa, pu essere che sia la prima e lultima volta che lafacciamo, ma per lo pi si tratta di un fare che, attraverso la memoria, ripete un gifatto, o, sempre attraverso la memoria, viene ricordato per essere ripetuto.Cos ci pu accadere di visitare Parigi, di studiare il francese, di essere presentati aSartre. In seguito, il nostro rapporto con Parigi, la lingua francese e Sartre sardiverso, in nome appunto di ci che avvenuto, che si gi fatto; ed da attendersiche, se non in tutte, in molte lingue, sia stata convenuta una parola per designarequesto nuovo rapporto, questo fare reso possibile da un aver gi fatto e ricordato.Questa parola appunto conoscere: conoscere Parigi, conoscere il francese,conoscere Sartre; o sapere, quando si allude specificamente allattivit ripetuta:saper girare per Parigi, saper parlare il francese, sapere chi Sartre. Gi il primo fareper pu essere visto in rapporto al secondo, cio ad una sua eventuale ripetizione,come fare da cui trarre un insegnamento, un fare da mettere da parte per il futuro. Siparla allora di esperienza, onde i frutti dellesperienza, 1 uomo di esperienza,ci che appunto, visto dallaltra parte, diventer il complesso delle conoscenze.Al conoscere ho aggiunto questo sperimentare, o esperire, affinch sia ben chiarocome nelluso corrente queste situazioni risultino sempre (a) da un rapporto fraattivit, (b) distribuite nel tempo e svolte dallo stesso soggetto, (c) attivit

    egualmente presenti e pertanto confrontabili fra loro. Nel linguaggio filosofico invece sitratterebbe sempre (a) di un rapporto fra cose date come gi fatte, (b) distribuitenello spazio, e (c) di cui soltanto luna presente alla cognizione del soggetto entro la

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    sua testa, e laltra assente alla cognizione del soggetto, fuori dalla sua testa ecomunque in quel certo posto. Il confronto dovrebbe avvenire assurdamente fra unacognita ed una incognita.Tuttavia, questo lo scambio linguistico che i physiologoip. 41

    operarono allora, mettendo in circolazione i due conoscere, per designare duesituazioni strutturate in modo vagamente simile, in quanto costituite con i termini diun rapporto di ripetizione; ma sotto un certo aspetto opposte, irriconducibili lunaallaltra, in quanto nella seconda, quella filosofica, non solo il rapporto temporale vienesostituito con un rapporto spaziale, ma il rapporto di ripetizione ha quale primotermine qualcosa che destinato a rimanere assente.In conseguenza di ci, la nuova accezione del termine conoscere rimaneirriducibilmente metaforica e d vita ad un nuovo tipo di figure rettoriche. Nellusocorrente, ed anche in quello letterario, la figura rettorica pu sempre venire eliminataindicando le cose con i termini loro propri, perdendo naturalmente ci che della

    designazione dovuto alluso traslato della parola. Cos, per esempio chi dicesciacallo, non gi per nominare un mammifero dei canidi, bens quella certapersona, alloccorrenza sostituir la parola con lespressione chi sfrutta a suovantaggio le sventure altrui, ove tutte le parole si possono considerare adoperate insenso proprio. Nella metafora conoscitiva nessuna sostituzione invece possibile, senon ricorrendo ad altre metafore, oppure andando incontro a vere e propriecontraddizioni. Si visto per esempio come il rapporto fra i due termini del raddoppiodel percepito sia immaginato come un eco, nelludito, o come rispecchiamento,riflessione, copia, nella vista: parole anchesse irriducibilmente metaforiche,richiedendo per essere usate in senso proprio due cose entrambe presenti, duerumori, due figure, ecc., ma non mai luna presente e laltra assente. Risulterannoirriducibilmente metaforiche anche le parole adoperate per i pezzi introdotti di volta involta al fine di tacitare le aporie provocate dalla svista iniziale, ed anche questemetafore, al tentativo di risolverle, si tradurranno in espressioni contraddittorie. Inqueste condizioni, chi avverte leccezionalit di tali metafore, cerca scamponellimmaginare e designare la situazione conseguente al raddoppio del percepitomediante espressioni negative, dicendo cio quello che le cose nonp. 42

    sono e non quello che sono. Si potrebbe pensare che, almeno per la parte negata, nonci si dovrebbe ingannare, ma non cos. In queste circostanze, lindividuazionenegativa non solo rimane inservibile quale criterio di riconoscimento ed ancor pi dicostruzione, ma trae egualmente in inganno in quanto suggerisce come mancantequalcosa dello stesso genere di ci che viene nominato (chi dice non viaggio didomenica asserisce tuttavia di viaggiare in altri giorni; chi dice non mangio carne,afferma di mangiare qualche altro cibo; ecc.).Intanto, mentre le due metafore del conoscere e dei sensi, facendo riferimentoentrambe al raddoppio del percepito, si sostenevano a vicenda, parecchie altre parolevenivano trascinate nel giro delle metafore a loro sostegno e complemento:immagine, rappresentazione, idea, concetto, esterno, interno,realt,natura, verit, ecc.La conseguenza di questa situazione che pi ci interessa quella che port adidentificare la scienza con la fisica, onde il fisicalismo e certe forme di materialismo,positivismo, sensismo, e simili. Mi limiter ad accennare allantitesi che si venne a

    creare fra due tipi di oggetti, di linguaggio e di concludenza. Gli oggetti fisici, trattatiadeguatamente con lo schema della fisica, studiati per i loro rapporti fisici, analizzatiin altri oggetti fisici e sintetizzati in altri oggetti fisici, ove la descrizione pu sempre

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    avvenire in termini positivi e propri, e gli oggetti mentali, forzati ad assumerecaratteristiche fisiche impossibili ed a svolgere azioni fisiche impossibili, sicch essidevono comparire o attraverso la negazione di qualcosa di fisico o che appartiene alfisico, oppure attraverso attribuzioni metaforiche in quanto mutuate da situazionifisiche (basti pensare agli enti geometrici, che mancano sempre di qualcosa, la linea

    senza spessore, il punto senza parti e senza dimensioni, od agli astratti che non sitoccano, non cadono sotto il dominio dei sensi, e simili). Qualche volta la difficoltviene nascosta da pietose tautologie o da qualche categoria-parola di applicazionequasi universale, per esempio attivit, cosicch indifferentemente larte,p. 43

    leconomia e la scienza diventano unattivit dello spirito, o una struttura, unaGestalt, e simili; ma che cosa mai non lo sarebbe?Abbiamo gi visto, a proposito di Socrate, come sin dallinizio le conseguenzedellerrore fisicalistico siano state avvertite. Per tacitare la difficolt denunciata daSocrate, dellimpossibilit del confronto fra una cognita ed una incognita, Platone

    ricorre agli dei, alla vita preterrena, all anamnesis, all horasis, tutto coniato adhoc; cos come molto tempo dopo gli Occasionalisti ricorreranno al buon Dio che faandare daccordo, mette in sintonia 1 ordo rerum e 1 ordo idearum. Aristoteleinizia un altro apparente sanamento della difficolt con lastrazione, con cui sipasserebbe dai particolari di per s esistenti agli universali, concetti, leggi, ecc., in talmodo ottenuti ed assicurati; e nonostante il circolo vizioso, una lunghissima schiera disuoi seguaci domina sino ad oggi. Non mancato nemmeno chi ha affidato lapercezione al rapporto di causa ed effetto, dimenticando fra laltro che per porlobisogna sempre che entrambi i termini siano noti, e magari, pi avanti, lo ha vivificatocon quello di stimolo e risposta.Anche senza essere stata individuata, la svista di partenza determin comunque i dueindirizzi di speculazione antitetici che vedremo nel capitolo successivo.p. 44

    IV

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    CONSEGUENZE DELLERRORE ETENTATIVI DI SUPERARLO - IL QUADRO

    OPERATIVO DELLA MENTE

    Se da un lato, di fronte ai continui scacchi dellindagine sulla mente, non pochipuntarono le loro speranze sempre pi sulla fisica, radicalizzando lerrore nelfisicalismo, dallaltro tutta una serie di filosofi cerca di inserire nella passivitdellindebito raddoppio degli oggetti incogniti una attivit, come chiaramente mostra lalinea idealistica della speculazione. Senonch anche allora questa attivit non vistacome costitutiva di essi, bens come una manifestazione di un soggetto gi di per sesistente, alla maniera fisica, cio quando lattivit si pone, con la sua percepibilit,

    indipendente dal soggetto e dalloggetto: pressappoco come la mucca che produce illatte e genera i vitelli, o il pittore che crea il quadro e simili. E questo residuofisicalistico imped alle correnti idealistiche anche pi radicali di rendersi consapevoli diquale sia loperare mentale; anzi suscit, per le stranezze cui la posizione va incontro,soprattutto conla pretesa di creare anche le situazioni fisiche o psichiche, loscetticismo dei naturalisti e delluomo della strada, colpiti nel pi normale buon senso.Senza questo residuo, forse Berkeley, avendo notato che, scomponendo in elementipercettivi singoli una cosa fisica, questi perdono la fisicit, avrebbe compiuto un passodecisivo, superiore a quello di Kant che, pur dando ad alcune categorie mentali unaprovenienza diversa dalla ripetizione parziale o totale di unoggetto supposto dato edesterno, lasci la percezione sul piano del fisicalismo. Tuttavia, lindirizzo attivisticonon poteva non intaccarep. 45

    e scuotere il semplicismo del raddoppio, per quanto ancorato ai presuppostifisicalistici.Fra laltro, la tesi di una realt gi tutta fatta, in cui trovassero posto egualmente ilparticolare ed il generale, veniva, se non sostituita nelle sue premesse, almenolasciata riposare dalle tendenze che, sia pure per avere interpretato in modo sbagliatoil criterio di verit ed errore, realt od apparenza, lo identificavano con quello oeconomico (per esempio Mach), o di convenienza e convenzione (per esempioPoincar), o di mezzo-scopo (per esempio James o Dewey). Sempre sullaspettoattivistico, infine, si inseriscono, come abbiamo visto nei capitolo II, P. W. Bridgman,di deciso orientamento fisicalistico, avendo cercato di ridurre tutte le operazioni adoperazioni di misura, ed il matematico e filosofo H. Dingler, di ispirazione kantiana,con il suo tentativo di ridurre ad operazioni, questa volta di tipo mentale, gli schemiche renderebbero la scienza univoca e metodica, esatta (si vedano le pagine 28 e 29).Per quanto questi rapporti siano manchevoli e per quanto queste manchevolezzeriaffermino la tesi del raddoppio delloggetto di percezione, tuttavia i tempi maturanoin una direzione che deve portare sia a restringere sempre pi lambito dellerroreoriginale, sia ad interpretare in modo pi corretto e fecondo le comuni esperienzequotidiane che, senza quel plausibile errore, sarebbero state per ognuno rivelatricidelloperare mentale: il trovare cio che, di fronte ad una situazione che dal punto divista fisico od anche psichico rimane la stessa, noi possiamo parlare in parecchi modi,

    e, di fronte a situazioni che dal punto di vista fisico o psichico sono tra loro diverse,noi possiamo parlare nello stesso modo.Ecco qualcuna di queste situazioni.

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    Cominciamo con la nota figura alternante di ogni testo di psicologia. Nero e biancosono gli stessi, e come tali impressionerebbero sempre nello stesso modo una lastrafotografica; ma noi vi vediamo per esempio una volta una coppa ed una volta dueprofili che si guardano.p. 46

    Ecco ancora del nero e del bianco, che rimangono disposti esattamente nello stessomodo, e che tuttavia possono essere visti una volta come un punto, unaltra come uncerchio, unaltra come un dischetto, ecc.:

    E cos il seguente tracciato:

    nel quale riconosciamo un quadrato, un caso di rombo, un parallelogramma, osemplicemente una figura, un tracciato, e simili.Rivolgendoci ai suoni, le tre note,p. 47

    che certo impressionerebbero sempre nello stesso modo un registratore, si possonosentire una volta come tre note separate, un do, un fa, ed un mi, ed unaltra come untema.Per laltro caso, della situazione che dal punto di vista fisico muta ma che vienericonosciuta come la stessa, ecco per esempio due figure, il cui tracciato variasensibilmente; eppure vi riconosciamo sempre la pera:

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    Ebbene, da che cosa dipende tutto questo? Soprattutto nel caso della primaesemplificazione non difficile rendersene conto: dipende dallattenzione, cio tantoper cominciare, da dove sia stata rivolta lattenzione: sul bianco, quando compare lacoppa, o sul nero, quando compaiono i profili. Non che questo basti, si intende, ma ne un passo ineliminabile, costitutivo, non meno del funzionamento dellorgano dellavista, che ha funzionato sia per il nero che per il bianco, ma il cui funzionamento,dopo essere stato reso presente globalmente dallattenzione, ha ricevuto da questa untrattamento diverso, vale a dire uno dei due colori stato tenuto e laltro lasciato. Mail lavoro dellattenzione per lo pi anche interno a ci che si tiene, cio lo articolavariamente. lo mostra il caso del quadrato-rombo-parallelogramma, che risultanop. 48

    da unadiversa analisi e ricomposizione attenzionale del tracciato:

    La successione dei quattro angoli nel quadrato; a due a due i lati opposti nelparallelogramma; gli angoli opposti nel rombo.

    Quanto alla pera, lattenzione la divide in due met per assumerle separatamente econfrontarle, e baster che la parte attaccata al picciolorisulti minore della metinferiore.Cos appare subito che non c da astrarre proprio da niente, in queste costruzioni,bens da aggiungere. Quando per esempio si tiene conto del tipo di linea o regioneformata dalle due met, allora il nuovo costrutto pu venire aggiunto mediante unacorrelazione di pensiero: la pera Kaiser, la pera butirro, ecc.Che gli oggetti della percezione, della rappresentazione, del pensiero, ecc., sianosempre il risultato di operazioni costitutive, e non qualcosa di gi fatto, o di creatodun colpo, ripeto, sarebbe certamente apparso subito, rivelato datanto comuniaccadimenti, se lo schema della fisica non avesse distorto le indagini.

    Purtroppo, intorno a quellerrore si ebbe anche una serie di usi di parole in contrastocon quelli quotidiani, che svilupparono lerrore e valsero a renderlo difficilmenteattaccabile. Fra i pi interessanti, oltre al conoscere, luso metaforico della parola

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    astrazione, che indicava,alla lettera, lopera dello scultore, il quale, avendo bene inmente il risultato finale dei suo lavoro, operava ed opera di scalpello sulla pietra sinoad ottenerlo; ma viene ad indicare, allopposto, il procedimento con cuip. 49

    scartando, eliminando, lasciando cadere, si otterrebbe, non gi ci che benpresente, bens ci che sino alla fine doveva restate incognito.Come ho accennato, le difficolt suscitate da questa posizione hanno pertanto datoluogo a critiche da ogni parte, anche se ad una soluzione erede di quellerrore se nesostituiva unaltra erede di quello stesso errore, per esempio mettendo al posto dellaconoscenza-ragione-verit la esperienza-sensi-verit, variando e variando lecombinazioni degli elementi richiesti per sostenere lindebito raddoppio del percepito.Fra laltro, come sempre, il trovare simili alternative nella trattazione di uno stessooggetto cos critiche luna verso laltra - per esempio uno spiritualismo ed unmaterialismo, un idealismo ed un realismo - rende impensabile che lerrore stiaegualmente da entrambe le parti. E in questo caso, credo poi che la maggior difficolt

    sia consistita nella deformazione, nella malpresa proprio delloggetto stesso dellaricerca: cio un oggetto assunto come fisico quando invece non lo ed in presenza dialtri oggetti che invece lo sono, e per di pi risultato di operazioni che, secondo undeterminato sviluppo, lo possono far diventar fisico.Si comprende cos anche come la strada pi probabile per uscire dalla posizionetradizionale non sia quella di affrontare direttamente il problema della percezione o diquella metaforica conoscenza od esperienza, bens di affisarsi, magari con una certaingenuit, sulle considerazioni suggerite da un esempio sul tipo di quelli addotti, chemostrano in modo tanto evidente come una cosa che dal punto di vista fisico rimanela stessa, pu venire vista e descritta in vari modi; perch questo vuol dire chealmeno alcune parole designano non qualcosa di fisico, bens operazioni che noieseguiamo nel confronti di quella cosa. E questa in effetti stata anche la stradaseguita da alcuni studiosi e da me durante una lunga serie di incontri avvenuti dal1945 al 1949 a Milano, con un abbastanza preciso punto di rottura con la tradizione,quando si not come una certa cosa, precisamente locchio, non sia di per s n untutto n una parte, ma pur restando fisicamente,p. 50

    per esempio, sempre lo stesso occhio, figuri come tutto in rapporto alla retina, albulbo, ecc., e come parte in rapporto al resto del corpo umano. Tutto e parte,dunque, sono parole che indicano un nostro operare, indipendente dalloggetto dellapercezione. Il passo ulteriore non era difficile: quante altre parole indicano non cosefisiche ma operazioni che facciamo nei loro confronti? Si trova subito che allo stessotipo appartengono per esempio causa ed effetto, legge e fenomeno,determinato e probabile, ecc., finch ci si fa una sensibilit a queste operazioniche rende possibile il gran passo, chiedendoci quali siano le operazioni costitutiveanche degli oggetti di percezione e delle cose fisiche e psichiche, sino a distinguere,come ulteriore consapevolezza, le operazioni con cui queste cose vengono costituitedalle operazioni che alle cose gi costituite attribuiamo come consecutive. Perintenderci, costitutivo loperare di chi percepisce il sole, consecutivo quello del solenel suo riscaldare ed illuminare la terra. Della distinzione fra i due tipi di operareabbiamo, del resto, gi avuto occasione di parlare proprio a proposito delloriginalitdella Scuola operativa italiana (si vedano le pagine 29-30).Vi tuttavia unaltra strada, o meglio un programma, un progetto, destinato a

    rompere la tradizione fisicalistica nello studio della mente: quella della costruzionedelle macchine che eseguano un lavoro di tipo mentale, per esempio le prestazionilinguistiche proprie delluomo, come losservazione seguita dalla descrizione,

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    lesprimersi ed il comprendere, cio il comunicare, il tradurre da una lingua in unaltra,il riassumere un testo, lo svolgere un tema, ecc.Infatti, affinch questa impresa sia ragionevole, bisogna prima sapere mediante qualioperazioni luomo vi riesce, in quanto non possibile battere altre vie che nel campodellautomazione hanno avuto successo, anzi sono state il motivo di questo successo,

    vale a dire isolare un ben preciso ambito di prestazioni umane, legate ad una benprecisa situazione fisica di arrivo e di uscita. Questo il caso dei pezzi di ferro cui sidebbano dare certe forme,p. 51

    mediante un tornio ed un programma di lavoro, od il caso ancora pi semplice in cui sitratti di separare per diverse dimensioni i granuli di una sostanza, mediante uno o picrivelli, o quello in cui la partenza una situazione grafica, od altra equivalente,composta di un ben preciso numero di segnie di cui sia noto il modulo dicomposizione e di trasformazione, come avviene per le collezioni numeriche, medianteil pallottoliere od il calcolatore.

    Questultimo esempio potrebbe far credere che, anche nel caso di una descrizione o diuna traduzione, le cose stiano nello stesso modo, ma si incontrano almeno duedifferenze importanti, e chi si proposto di ignorarle fallito negli intenti.La prima che, data una certa situazione fisica di partenza, generica o anche grafico-linguistica, la sua sostituzione ben raramente avviene soltanto con unaltra, bens conmolte altre, ognuna delle quali perfettamente accettabile, e viceversa (si ricordi il casodel quadrato o