cavalieri paracadutisti - Ministry of Defence...delle “gens d’arme ”, il reggimento “Savoia...
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La realizzazione di un’unità di
“cavalleria paracadutisti” italia-
na, cioè di un’unità a vocazione
esplorante da mettere a disposizione delle
aviotruppe, ha suscitato in molti qualche
perplessità, senza contare il rischio con-
creto di snaturare uno tra i più blasonati
reggimenti: il “Savoia Cavalleria”. In realtà,
negli Eserciti di moltissimi paesi, occiden-
tali e non, le unità di cavalleria paracadu-
tisti sono realtà consolidate da decenni.
Vale allora la pena di dare un’occhiata fu-
gace a quegli esempi a noi più vicini.
L’Esercito tedesco, fino a marzo 2015, con-
tava ben due Brigate paracadutiste, collo-
cate alle dipendenze della Division Schnel-
le Kräfte. Il processo di riorganizzazione
in atto ha portato alla loro unificazione,
Le realtà straniere e l’esperienza del “Savoia Cavalleria”
Enrico BARDUANI
CAVALIERI PARACADUTISTI
IDEE ED
ESPERIENZE
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dando vita ad un’unica Brigata paracadu-
tisti, la Luftlandebrigade 1. Al suo inter-
no, tale Brigata annovera due squadroni
esploranti – il 260° e il 310° – che nasco-
no già negli anni 2000 per enucleazione
da battaglioni esploranti di cavalleria e
trasformazione in unità paracadutisti, al
fine di assicurare la capacità esplorante e
di raccolta informativa (gli squadroni di-
spongono anche di droni e di sensori ter-
restri).
Lo US Army dispone di una pluralità di
Grandi Unità e paracadutisti – la 1st, 2nd e
3rd Airborne Brigade Combat Team (ABCT)
della 82nd Airborne Division; la 4th ABCT
della 25th Infantry Division; la 173rd ABCT
– caratterizzate da analoga struttura: tre
battaglioni di fanteria, un battaglione lo-
gistico, un battaglione genio, un gruppo di
artiglieria e un cavalry squadron.
L’Esercito britannico ha una sola Brigata
in grado di condurre operazioni aviopor-
tate, la 16th air assault brigade, che tra le
varie unità – annovera, tra l’altro, oltre
al reggimento di fanteria paracadutisti,
anche il 7° reggimento artiglieria, il 23°
genio, il 216° battaglione trasmissioni e il
reggimento Gurkha – può disporre, come
assetto RSTA permanentemente “orien-
tato” in rinforzo, del D Squadron dell’Hou-
sehold Cavalry Regiment. Tale unità di “ca-
valieri paracadutisti” è, inoltre, il bacino
privilegiato da cui attingere personale per
il plotone pathfinder (il cui compito è, es-
senzialmente, di individuare e predispor-
re zone di lancio e di atterraggio, anche a
forte profondità nel dispositivo avversa-
rio) della Brigata stessa.
In Francia, l’Esercito annovera ben due
unità di cavalleria paracadutisti. La pri-
ma, in realtà, mantiene solo nella deno-
minazione la sua origine di cavalleria: si
tratta del 13e rég. de dragons, che nel 1952
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Cavalieri paracadutisti
viene trasformato in reggimento di caval-
leria paracadutisti e più tardi, nel 1963,
aperto al reclutamento anche di soldati
di altre armi e specialità per evolvere in
reggimento esplorante a lungo raggio e,
nel 2002, transitare nel bacino delle forze
speciali. Le aviotruppe francesi, tuttavia,
si concentrano nella Brigata paracaduti-
sti, la 11e Brigade Parachutiste, costituita
nel 1999 per riconfigurazione della pree-
sistente Divisione.
La struttura organica presenta i seguen-
ti reggimenti: quattro di fanteria para-
cadutisti (1er rég. de Chasseurs parachu-
tistes, 2e rég. étranger de parachutistes, 3e
rég. de parachutistes d’infanterie de ma-
rine, 8e rég. de parachutistes d’infanterie
de marine), uno logistico (1er rég du train
parachutiste), uno del genio (17e rég. du
génie parachutiste), uno d’artiglieria (35e
rég. d’artillerie parachutiste) ed uno di ca-
valleria, il 1er régiment de Hussards Para-
chutistes.
Proprio quest’ultimo, a differenza degli
esempi visti negli altri eserciti, ha molti
punti in comune con la scelta intrapresa
dall’Esercito Italiano per quanto attiene
a “Savoia Cavalleria”.
Le similitudini risiedono nella capaci-
tà del reggimento francese di assolvere
tutte le missioni tipiche della cavalle-
ria – esplorazione nascosta e mediante
azioni di combattimento, sicurezza dei
dispositivi e protezione delle forze – a
favore della Brigata paracadutisti, sia a
seguito di operazioni avioportate sia in
un impiego terrestre con veicoli blin-
do-corazzati. Pertanto, vale la pena ana-
lizzare con maggiore dettaglio il reggi-
mento transalpino.
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Costituito nel 1720 per volontà di Ladislas de Bercheny, Uf-
ficiale ungherese esiliato in Francia all’indomani dell’annes-
sione del suo Paese da parte dell’Austria, il 1° reggimento
Ussari vanta la partecipazione a tutte le principali vicende
belliche della storia di Francia. Nel 1946, fu il Generale de
Lattre de Tassigny a deciderne l’inserimento nella 25a Divi-
sione aerotrasportata, decretandone la sua trasformazione
in unità esplorante paracadutisti.
Oggi il 1er RHP è l’unità di cavalleria dell’11a Brigata pa-
racadutisti dell’Esercito francese, alla quale assicura, grazie
alle sue caratteristiche di mobilità, potenza di fuoco e pro-
tezione delle forze, la disponibilità di capacità di esplora-
zione (nascosta e mediante combattimento), di acquisizione
obiettivi, di sorveglianza e di mirate azioni controcarri. La
configurazione ordinativa, forte di circa 650 ussari paraca-
dutisti, è la stessa prevista per tutti i reggimenti di cavalleria leggera blindata: oltre allo squadrone
comando e supporto logistico, vi sono tre squadroni “da esplorazione e combattimento” (su AMX-
10 RCR, ERC 90 Sagaie e VAB) ed uno di “esplorazione e intervento” (su VBL Panhard). Inoltre, il
reggimento dispone, al pari di tutti gli altri reggimenti della Brigata paracadutisti (compreso quello
logistico, che include al suo interno l’unità di avioriforimenti per l’intera Brigata), di un plotone di 20
ussari paracadutisti “commando”, il cui compito, nelle operazioni avioportate, è di individuare e pre-
disporre zone di lancio e zone atterraggio (in altri termini, la stessa missione attribuita, nell’esempio
anglosassone, all’unità pathfinder).
La particolarità di questo reggimento è data dagli equipaggiamenti di cui dispone: infatti, la VBL
Panhard è un mezzo blindato leggero di elevatissima mobilità, anfibio, a bassa emissione termica
e acustica, ma, soprattutto, aviolanciabile a seguito di una procedura di condizionamento di circa 5
ore, ma che non contempla alcuno smontaggio di parti; l’ERC 90 Sagaie è un veicolo blindato a tre
assi con cannone da 90mm. a corto rinculo che è trasportabile, senza preventive predisposizioni, sia
su C130 Hercules sia su C160 Transall. Ciò fa capire come il reggimento sia in grado di intervenire in
tempi rapidi dalla terza dimensione avendo già al seguito veicoli blindati che assicurano una buona
mobilità, potenza di fuoco e protezione delle forze. La particolare valenza e capacità operativa di
quest’unità è stata testata anche recentemente, quando suoi assetti sono stati inseriti nelle fasi iniziali
sia dell’Operazione “Serval” in Mali che dell’Operazione “Sangaris” nella Repubblica Centrafricana.
Infatti, in tutti i documenti promozionali dell’Esercito francese, il 1er RHP viene presentato come la
sola forza polivalente e modulare in grado di fornire, partendo dalla terza dimensione, uno “scaglio-
ne blindato d’urgenza” per tutte le esigenze della Brigata paracadutisti.
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L’esperienza italiana
20 settembre 2013: una data per certi ver-
si fondamentale nella pur plurisecolare
storia del reggimento “Savoia Cavalleria”
(3°), che ne segna indelebilmente il futu-
ro con il transito dipendenze della Brigata
paracadutisti “Folgore” e l’avvio del pro-
cesso evolutivo che lo porterà ad essere –
unico nel panorama dell’Esercito Italiano
– un reggimento di “cavalleria paracadu-
tisti”.
Costituito il 23 luglio 1692 dal Duca Vit-
torio Amedeo II attraverso l’unificazione
e la “professionalizzazione” delle pree-
sistenti compagini di cavalleria pesante
delle “gens d’arme”, il reggimento “Savoia
Cavalleria” venne da impiegato, fin dal
1693, in tutte le campagne di guerra con-
dotte dal Ducato sabaudo in seno alle più
ampie vicende belliche europee, al fine di
dare concretezza ai propri ambiziosi pro-
grammi di espansione territoriale nella
penisola italica. Protagonisti nelle guer-
re europee del ‘700 e, poi, nelle Guerre
d’Indipendenza, partecipi alla presa di
Roma, impiegati nella campagna contro il
brigantaggio e nelle operazioni in Africa
Orientale, i Cavalieri dalla “cravatta ros-
sa” seppero altresì distinguersi tanto nella
Grande Guerra (si ricorda in particolare,
il 3 novembre 1918, l’ingresso a Udine di
una pattuglia di “Savoia”, che riuscì a pe-
netrare fino in centro città ancora presi-
diato da truppe austro-ungariche) quanto
nella Seconda Guerra Mondiale, quando,
con la celeberrima carica di Isbuschenskij,
venne scritta una delle pagine più epiche
della storia militare moderna.
Non ancora completamente spente le
candeline del 321° compleanno, “Savoia”
era atteso da un’altra sfida epocale: l’avvio
del processo di evoluzione in reggimento
di “cavalleria paracadutisti”.
Origine del processo evolutivo
Il quadro internazionale di sicurezza in
rapido deterioramento, con il sorgere di
un’era di “globalizzazione dell’insicurez-
za”, ha imposto la disponibilità di stru-
menti militari in grado di operare con
piena efficacia in tutti i possibili scenari.
Cavalieri paracadutisti
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Con tali premesse, anche per il nostro Pa-
ese è divenuta sempre più stringente la
necessità di varare uno Strumento Mili-
tare pienamente joint, efficiente, effica-
ce e, soprattutto, in grado di intervenire
in tutto lo spettro delle operazioni e con
ridotti tempi di preavviso. Per l’Esercito
Italiano tutto ciò ha determinato l’avvio di
un profondo processo di riorganizzazio-
ne, guidato da due presupposti ben pre-
cisi: la Brigata pluriarma come elemento
fondamentale delle Forze Operative e il
sostanziale incremento della capacità di
“ingresso dalla terza dimensione”. Da que-
sti due elementi è scaturito un percorso di
potenziamento delle capacità della Briga-
ta paracadutisti “Folgore”, al fine di dotarla
di una maggiore autonomia operativa e
logistica, configurandola, al pari delle al-
tre Grandi Unità elementari dell’Esercito,
secondo una struttura pienamente plu-
riarma tale da conferirle capacità d’impie-
go full spectrum per l’efficace condotta di
tutte le attività militari tattiche (offensive,
difensive, di stabilizzazione e abilitanti).
Contestualmente alla fuoriuscita degli as-
setti di forze speciali e di forze per opera-
zioni speciali – 9° rgt. “Col Moschin” e 185°
rgt. RAO – transitati alle dipendenze del
neocostituito Comando delle Forze Spe-
ciali dell’Esercito, si poneva pertanto l’e-
sigenza di attribuire alla “Folgore” tre ca-
pacità specifiche di cui risultava carente:
il supporto di fuoco terrestre, la logistica
e l’esplorazione a medio raggio. Per soddi-
sfare le prime due si è provveduto a inseri-
re nella Brigata il 6° reggimento di mano-
vra di Pisa (ridenominato poi reggimento
logistico “Folgore”) e a ricreare, sulla sede
di Bracciano, il 185° reggimento artiglieria
paracadutisti; invece, per la capacità esplo-
rante, di sorveglianza e di acquisizione
obiettivi (Reconnaissance, Sureveillance and
Target Acquisition - RSTA) la scelta è cadu-
ta sul reggimento “Savoia Cavalleria” (3°),
pensando ad un ampliamento delle sue
capacità attraverso l’acquisizione di quelle
tipiche delle aviotruppe (Figura 1). Infatti,
la missione assegnata al reggimento è sta-
ta così formulata: “approntare, addestrare
e mantenere l’efficienza operativa degli
assetti del reggimento, al fine di garantire
l’efficace assolvimento dei compiti tipici
delle unità di cavalleria di linea e, nel con-
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tempo, perseguire l’obiettivo di acquisire
le capacità d’impiego delle aviotruppe, per
l’efficace impiego di assetti del reggimento
nell’ambito di task force avioportate”. E il
20 settembre 2013 il reggimento ha ab-
bandonato la Brigata aeromobile “Friuli”
per passare alle dipendenze della Brigata
paracadutisti “Folgore”, avviando così il
proprio processo evolutivo.
La road-map dell’evoluzione di “Savoia
Cavalleria”
Partendo dalle premesse sopraccitate
e assumendo come inderogabili le ca-
pacità previste dalla NATO per un reg-
gimento di cavalleria leggera, è stato
stilato un elenco di capacità operative
primarie che il reggimento “Savoia Ca-
valleria” dovrà saper esprimere, al fine
di poter garantire efficacemente l’inse-
rimento di propri assetti all’interno di
task force avioportate:
− schierarsi tramite aviolancio e/o avio-
assalto per la condotta dell’Esplorazione
Tattica Terrestre, contribuendo al con-
trollo dei joint fires disponibili e alla valu-
tazione degli effetti;
− identificare, occupare e organizzare
zone di aviolancio speditive e aviosuperifi-
ci a premessa di aviolanci e/o aviosbarchi,
assicurando contestualmente una rete di
sorveglianza delle aree individuate;
− condurre attività di sorveglianza ed
esplorazione oltre la linea avanzata delle
forze amiche, ma entro l’arco di tiro utile
del supporto d’artiglieria;
− fornire informazioni, tempestive ed ac-
curate, sulle forze avversarie, sull’area di
operazioni e sull’ambiente operativo;
− individuare, identificare e determinare
obiettivi in profondità (a medio raggio),
ricorrendo a sensori montati su piattafor-
ma terrestre, ovvero portatili, mediante
osservazione diretta;
− ingaggiare, per un tempo limitato, le for-
ze avversarie, sia in caso di attacco siste-
matico che di combattimento d’incontro;
− condurre colpi di mano d’opportunità;
− essere integrato nel sistema ISTAR-EW
in area d’operazioni;
− condurre ricognizioni d’area e d’itine-
rario al fine di raccogliere informazioni
sulla dislocazione, entità, natura ed atteg-
Cavalieri paracadutisti
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giamento dell’avversario e sulle caratteri-
stiche del terreno;
− registrare e disseminare immagini (in
ogni condizione di luce e di visibilità) ad
un centro dedicato per la raccolta, elabo-
razione, fusione e sfruttamento di dati
per l’intelligence;
− supportare il ciclo del targeting.
In altre parole, al reggimento viene chie-
sto di svolgere tutte le attività tattiche già
contemplate nei compiti assegnati ad un
reggimento di cavalleria di linea, con pri-
orità per l’attività di Esplorazione Tattica
Terrestre (ETT), ma a favore della Brigata
paracadutisti, in qualsiasi scenario d’im-
piego e, in particolare, nel contesto di
operazioni avioportate. L’ETT dovrà poter
essere condotta nelle due forme, nascosta
(by stealth) e mediante azioni di combatti-
mento (by fire). Partendo da tali presup-
posti è stato possibile fissare le carenze
capacitive del reggimento e, pertanto, di-
segnare una road-map di attività, azioni e
obiettivi intermedi per poter pervenire,
entro la fine del 2017, alla completa evo-
luzione in chiave paracadutista di “Savoia
Cavalleria”. Cinque anni non sono, come
potrebbe apparentemente sembrare, un
ampio lasso temporale per portare a com-
pimento un tale processo evolutivo, che
comporta, innanzitutto, un cambio di
“mentalità operativa” e l’interiorizzazione
dell’ethos tipico delle aviotruppe. Già nella
primavera del 2014, a poco più di sei mesi
dall’avvio del processo evolutivo, sono
stati conseguiti i primi due fondamentali
obiettivi intermedi: l’esercitazione di Inital
Operational Capability (IOC) con uno squa-
drone costituito intermente da cavalieri
paracadutisti – il 3° squadrone esplorante
“De Leone” – e il completamento dei tre
“corsi basici per aviotruppe” – articolati
nel “corso di specialità - KS” e nel “corso
di paracadutismo militare - KSP” – riser-
vati dalla Brigata “Folgore” al personale
di “Savoia”. Relativamente al corso basico
per aviotruppe, in tre aliquote si è riusciti
ad assegnare la specialità “paracadutisti” a
buona parte dei cavalieri del reggimento.
Peraltro, già alla fine del 2013 è comincia-
ta la nuova modalità di alimentazione di
personale di truppa per il reggimento: in
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“Savoia”, al pari delle alte unità della “Fol-
gore”, si viene assegnati solo dopo aver
già acquisito la specialità paracadutisti,
cioè dopo aver frequentato con successo
il previsto iter, di circa 12 settimane com-
plessive, presso il Centro Addestramento
Paracadutismo di Pisa (CAPAR). All’arrivo
al reggimento, coloro che hanno l’incari-
co di “esploratore per blindo pesante” e di
“esploratore per blindo leggera” vengono
avviati alla frequenza del precipuo corso
di qualificazione, condotto presso la Scuo-
la di Cavalleria di Lecce, per ulteriori 8/12
settimane. Terminato con successo anche
questo corso, il “cavaliere paracadutista”
è quindi in possesso di quelle conoscenze
e quelle capacità di base che gli consenti-
ranno di essere inserito in uno squadrone
esplorante, ovvero nello squadrone blindo
pesanti, e di poter assolvere ogni tipologia
di compito tipico della cavalleria, tanto in
modalità “tradizionale” quanto a seguito
di aviolancio/avioassalto. C’è la possibilità,
poi, per il personale che presenta i requi-
siti necessari, di conseguire, attraverso la
frequenza di specifici corsi presso il Cen-
tro Addestramento Paracadutismo, quelle
professionalità e qualifiche necessarie alla
piena autonomia del reggimento anche
in ambito paracadutistico: comandante
di pattuglia guida, qualifica alla Tecnica di
Caduta Libera, direttore di lancio, istrut-
tore di paracadutismo, addetto al carica-
mento aereo, addetto ai malfunziona-
menti, solo per citarne le principali.
Al cavaliere paracadutista vengono dun-
que chieste caratteristiche e capacità
uniche: sapersi confrontare con “la va-
stità dei cieli” – come recita la preghiera
del Paracadutista – e, nel contempo, con
gli angusti spazi delle blindo. Una duali-
tà che presuppone una duttilità operativa
del personale, frutto di una mentalità e di
una continuità addestrativa che sono, in
parte, ancora da costruire appieno.
La dottrina d’impiego
Il dominio d’azione della cavalleria para-
cadutisti continua ad essere quello delle
attività tattiche dell’esplorazione (recce by
fire o fighting for information e recce by ste-
alth o inquisitive information) e della sicu-
rezza (nelle sue tre forme di cover, guard e
screen), che vengono condotte allo scopo di
facilitare la manovra delle forze amiche.
Tralasciando l’impiego durante la condot-
ta di operazioni classiche, che non preve-
dono l’inserzione tramite aviolancio/avio-
assalto, focalizziamo invece l’attenzione
sull’utilizzo della cavalleria paracadutisti
nell’ambito di task force avioportate. Essa
è destinata ad essere la componente prin-
cipale della capacità esplorante (e compo-
nente esclusiva, per quanto attiene all’e-
splorazione a medio raggio) della Brigata
paracadutisti, pur continuando a mante-
nere una significativa capacità di strike
che gli consente di essere spendibile in
tutte le opportunità tattico-operative.
In linea di massima, la cavalleria paraca-
dutisti è destinata ad essere inserita – con
unità fino al livello massimo di squadrone
– a premessa delle componenti esploranti
dei reggimenti di fanteria paracadutisti,
non limitandosi alla raccolta informativa,
Cavalieri paracadutisti
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ma anche, se necessario, combattendo per
disturbare l’attività esplorante avversaria
e prendere tempo permettendo alle unità
amiche di affluire e riorganizzarsi. Dopo
aver effettuato il passaggio di respon-
sabilità con gli esploratori delle unità di
fanteria paracadutisti, la cavalleria para-
cadutisti – opportunamente integrata da
assetti del genio guastatori paracadutisti
– procede nella prosecuzione dello sforzo
in profondità, contribuendo, in tal modo,
all’allargamento della testa di aviosbarco
e alla sicurezza delle follow-on forces, ma
restando sempre focalizzata sulla raccolta
informativa, sull’individuazione dei pun-
ti deboli dell’organizzazione avversaria e
sempre pronta a gestire i joint fires dispo-
nibili. In sintesi, le unità di cavalleria pa-
racadutisti sono impiegate nelle task force
avioportate:
- nello “scaglione avanzato”, con l’enuclea-
zione di pattuglie esploranti con il compito
di ricognire l’entry point e/o individuarne
ed organizzarne ulteriori, di effettuare il
ricongiungimento con, lo “scaglione As-
salto” e proseguire l’ETT in profondità nel-
la named area of interest assegnate;
- nello “scaglione Assalto”, enuclean-
do pattuglie esploranti mounted e/o di-
smounted con il compito di sicurezza
dell’entry point e ampliamento della testa
di aviosbarco;
- negli scaglioni successivi, enucleando
pattuglie mounted, su veicoli blindati leg-
geri e su blindo pesanti, con il compito di
cover e guard e, all’occorrenza, strike.
L’ordinamento
Al fine di mettere il reggimento nelle
condizioni di assolvere efficacemente
i propri compiti, si è intervenuti anche
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dandogli una nuova configurazione or-
ganica che prevede:
- una componente RECCE, bacino di forze
prioritariamente impiegabili nello “sca-
glione avanzato” per la condotta dell’e-
splorazione nascosta ed orientate anche a
garantire le funzioni di pathfinder. Potrà
disporre di veicoli aviolanciabili, con ca-
ratteristiche di elevata mobilità off road,
elevata potenza e velocità, ridotta segna-
tura termica, acustica e sismica (veicoli
all-terrain, tipo Quad; moto enduro; Vei-
coli d’Assalto Veloce, come quelli già in
uso presso il 9° rgt. d’assalto paracadutisti
“Col Moschin”; Long Range Special Recon-
naissance Vehicles, ancora da individuare).
Questa componente avrà personale quali-
ficato TACP-FAC, Laser Operator e un nu-
cleo di tiratori scelti, oltre che un congruo
numero di cavalieri paracadutisti abilitati
all’ala vincolata/TCL HALO-HAHO;
- una componente esplorante leggera,
principalmente – ma non esclusivamen-
te – orientata ad operare nell’ambito dello
“scaglione Assalto” per essere impiegata
nelle attività di esplorazione e di sorve-
glianza areale, ovvero in attività in aree
urbanizzate. Disporrà di veicoli VTLM
RSTA e moto enduro, ma avrà anche sen-
sori terrestri ed aerei (unmanned ground
vehicle – UGV e micro unmanned aerial
vehicle – UAV), al fine di poter essere in-
serita con efficacia nel sistema ISTAR-EW
in area d’operazioni. Anche qui, come nel-
la precedente componente, è contemplata
la presenza di personale qualificato TACP-
FAC, Laser Operator e di nuclei di tiratori
scelti, così come di personale con peculiari
specializzazioni di natura aviolancistica
necessarie per l’esecuzione della missione
(ala vincolata/TCL);
- una componente blindo pesanti, per di-
sporre, in riserva o meno, di sorgenti di
fuoco aggiuntive tanto per le esigenze di
esplorazione mediante azioni di combat-
timento, quanto per consentire al Coman-
dante della Brigata di rinforzare adegua-
tamente dispositivi schierati sul terreno,
ovvero di disporre di un’idonea pedina
per la presa di contatto/frenaggio dell’av-
versario, per il controllo di zone estese e
per i compiti di sicurezza.
Per quanto attiene, infine, a futuri ma-
teriali ed equipaggiamenti di aviolancio
del reggimento, tanto individuali quanto
di reparto, la loro acquisizione rientra in
una più ampia esigenza operativa della
Brigata “Folgore”, contemplata proprio nel
piano di potenziamento della stessa Gran-
de Unità elementare.
Conclusioni
Non si può nascondere che ci sono stati
momenti di difficoltà, peraltro fisiologici
in un processo evolutivo di questa por-
tata, ma il reggimento e i suoi cavalieri
hanno dato dimostrazione che il retaggio
di audacia e valore di “Savoia” è riposto in
buone mani. Grazie anche all’assiduo sup-
porto del Comando Brigata “Folgore”, ogni
attività, ogni prova, ogni avversità è sta-
ta affrontata con slancio ed entusiasmo,
dando dimostrazione che si può cambiare,
anche in misura significativa, ma sempre
nel rispetto della tradizione.
Cavalieri paracadutisti
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