Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

32

description

COMIC. SANS. MS.

Transcript of Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

Page 1: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015
Page 2: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

2 | marzo 2015edjt

oria

leEccoci qua, è già Marzo Aprile (ndr) di questo 2015 che sembra già uno

di quegli anni partiti a razzo e che è meglio non dire come finiranno. Co-munque siamo qui e Cassandra esce un’altra volta, forse a colori, forse bello, ancora non lo sappiamo, ma speriamo di continuare bene come abbiamo iniziato, migliorandoci sempre di più. Migliorare è quello che ci poniamo come obbiettivo primario, prima la forma e poi piano piano anche i conte-nuti si affinano. Quale modo migliore di far notare che con le parole miglio-riamo sempre più se non di scrivere di cose che non hanno un gran senso o che sono completamente scombinate? Nessuno. Per questo noi a Febbraio vi si parla del TRASH, del TRESH, del TRESC o di come volete chiamarlo voi. Noi vi si parla del trash che tanto si sottovaluta nel presente e che però in qualche modo ricompare sempre: un adesivo in un bagno, la copertina di un giornalino, un racconto brutto, un mito spiegato male. Come faremmo a riconoscere le cose belle senza quelle brutte, come faremmo a ragionare seriamente senza sapere che modelli evitare, come faremmo a fare rap sen-za sapere che Bello Gu non è l’esempio migliore? (per quello c’è Giango, il meglio rapper di BG -quello che non scrive canzoni coi titoli giapponesi, per intenderci-). Questo è quanto per Cassandra, adesso vi dico altre belle cosine fike fike:

1) Al Mascheroni hanno fatto rinascere il Profedex, una bella piattaforma web attraverso la quale potrete dare dei voti ai professori delle scuole della provincia. Questo è bello, anche solo per vendetta.

2) Cassandra esce bello grazie ai soldi di una magica cosina che si chiama ASS, a cui un po’ di studenti ed ex studenti del Sarpi danno dei soldi, di modo che lei paghi eventi fiki (lazzaretto) e cose fike (Cassandra)

3) Ho scoperto che esiste un film che si chiama Atlantic Rim, ha vinto almeno per me il premio tresciata dell’anno 2015, volevo solo mettervi al corrente.

P.S. Da quando ho scritto l’editoriale è passato un sacco di tempo e sono suc-

cesse delle cosine, molto molto belle, tipo che Cassandra ha torvato due sponsorz. Uno è quello che vedete qui sotto, l’altro invece è in fondo. Grazie mille per credere in noi.

P.P.SAdesso ci piacciono i vegani.

Andrea Sabetta, IIIC

Page 3: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 3

somm

ario

SARPI The Sarpine Trash | pagina 4Ed ecco come... CUCCORO | pagina 6Salvo, o Salvo! | pagina 8

ATTUALITÁRestiamo umani | pagina 10La grande vergogna | pagina 11Delta del Niger | pagina 12

CULTURATodo sobre mi Pedro | pagina 13Hello Kitty, Goodbye Carriera | pagina 14Fallaci con solo una c | pagina 15100% Medical Accurate | pagina 17

NARRATIVAAspirante morte 3 | pagina 18Un nuovo inizio 2 | pagina 19A senso | pagina 20

SPORTNo comment | pagina 21L’apparenza | pagina 22

TERZA PAGINAWesen | pagina 23Narcy | pagina 26Articolo Trash | pagina 26La madonna! | pagina 27Recensione | pagina 29+ Ipse Dixit + Cruciverba

UN, DUE, TRASH.

Page 4: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

4 | marzo 2015

sarp

i

T h e s a r p i n e t r a s h

ΤΡAΣΚ (indoeuropeo tr*i:a) è una parola atona indeclinabile polipiovra che si può trovare sfogliando qualsi-asi dizionario di Greco, di cui nessun grecista purtroppo è mai riuscito a interpretare un senso concreto. Ma non diamo tutto per perduto: dopo analisi approfondite, la redazione di Cassandra è in grado di fornire la traduzione più azzeccata di questo vocabolo, o meglio, sono i Sarpini a suggerire al mondo intero cosa l’idea del trash sia capace di evocare nel-le menti di ciascuno e in quali forme esso sia capace di incarnarsi.

Risvoltini, ovvero la tecnica di ac-corciamento intenzionale dei pan-taloni.

Su alcuni tipo di jeans stanno bene, ma non sono comunque una fan. –Chiara Brembilla

Vanno bene fino a quando hai 14 anni. –Giulia Cremaschi

La prima volta che ho visto uno di questi individui ho pensato “Questo è un alluvionato”, ma poi ho concluso “Ma quale alluvio-ne, ti vesti solo da gran coglione”. –M.B.

Pantaloni con fantasie militari,

CHE SIA TRASH, TRUSH, TRESC, LA PAROLA STA A VOI

Page 5: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 5

sarpiovvero la propaganda pacifista e l’espressione del dramma causato dalla guerra nel mondo per mezzo di travestimenti da soldato, o qua-si.

Io porto la gonna. –Alessandro Storto

Tenuti bene ci stanno, ma non a mo’ di Vittorio Emanuele II di Savoia. –Alessandro Comi

Giuseppe Sapio, conosciuto come o’ sole d Napule.

Costui è il degrado umano. –Carolina Suardi

Hunger Games, rivelazione lette-raria del ventunesimo secolo.

Mi piace molto, anche se devo ammettere che è un film un po’ “adolescenziale”. –Sara Bonomi

Duck face, fallito tentativo di imi-tazione del brutto anatroccolo, nella speranza di diventare candi-di cigni.

Penso che le ragazze che fanno certe smorfie dovrebbero cerca-re di essere un po’ più origina-li e trovare una posa che renda la loro faccia meno… deforme?! –Chiara Zoller

LOL, verso formulare pronunciato ad ogni defecatio d’uccello.

Pensiamo che siano irritan-ti e spesso fuori luogo. Si sa che “il troppo stroppia!”. –Caterina Chiari, Caterina Ferretti, So-fia Gatti e Giulia Longhi

Tina Cipollari, diva del mondo della televisione italiana.

E’ una donna “à la page” –A.G.

E’ una grande donna, al pari di Lady Diana. Soprattutto per la finezza. –Stefania Carminati

No Maria. Io esco. –Beatrice D.

Il Grande Fratello, l’esperimento sociale che mostra fino a che pun-to può spingersi un essere umano.

Immorale. Idiota. Insensato. –Giorgia Scotini

a cura di Tutta quanta la

sottocommissione Sarpi

Page 6: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

6 | marzo 2015

sarp

iRITORNO AL FUTURO… DIETRO L’ANGOLO Ed ecco come tra dizionari e risvoltini ex studenti torna-no al sarpi in veste di duces

I n t e r v i s t a a l l a P r o f e s s o r C o r r a d o C u c c o r o

Buongiorno professore, in quali anni ha frequentato il Sarpi e cosa l’ha spinta a fare il liceo classico?

Frequentai il liceo dal 1979 al 1984. Inizialmente non avevo alcuna pro-pensione per le materie umanistiche, ma dopo aver chiesto ai miei genitori quale fosse la scuola più impegnati-va in assoluto decisi di iscrivermi al Sarpi.

Qual è stato il suo primo approc-cio con il greco ed il latino?

All’inizio si trattava per me di mette-re alla prova il mio ingegno, ma pre-sto mi accorsi degli effetti profondi che questo studio stava producendo su di me.

Il ricordo del momento peggiore durante la sua permanenza al Sar-pi da studente? Quello migliore?

Il momento peggiore fu un tentativo di estorsione che subii sotto minac-ce di percosse da parte di studenti del liceo: era un comportamento delinquenziale ampiamente tollera-to anche dai professori. Il momento migliore fu quando capii che le mie risorse mentali erano adeguate al corso di studi.

C’è stato un professore che l’ha

appassionata nel suo percorso da sarpino? Se si, in che modo?

Sono grato particolarmente ai pro-fessori Beretta, Colombelli e Gabbia-dini perché non hanno mai lesinato la loro intelligenza per educarci.

Qual era la sua aula preferita?

Una valeva l’altra, il Sarpi è stato e sarà sempre casa mia.

Dopo tutti questi anni, crede che il Sarpi sia cambiato sotto alcuni aspetti?

C’è meno comunicabilità e dialetti-ca interna.

Quale facoltà universitaria ha scelto dopo il liceo? Cosa l’ha spin-ta a fare questa scelta?

Naturalmente lettere classiche, per approfondire le tematiche del-la scuola e per cercare di rendermi esperto nello studio del latino e del greco.

In veste di professore, trasforme-rebbe o reintegrerebbe qualcosa in questa scuola bicentenaria?

Oggi, a seguito di una scellerata ideologia, arrivano da noi studenti che non hanno i requisiti necessa-

Page 7: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 7

sarpiri per affrontare questo percorso di studi. Anche se non tutti approve-rebbero la mia posizione, reintegre-rei un principio di selezione perché non ho mai creduto in un liceo classi-co di massa.

Tutti gli studenti la ritengono un professore qualificato. Lei ha mai imparato qualcosa da loro?

Io imparo sia quando studio che quando interagisco con gli alunni in quanto so che da loro posso sempre misurare la mia ignoranza e questo mi previene dall’assumere compor-tamenti paternalistici.

Il fatto che lei abbia lasciato la cattedra al Sarpi ha rattristato l’ani-mo di molti studenti. Dove e cosa insegna attualmente?

In realtà ho ottenuto un distacco temporaneo di tre anni. Attualmente proseguo il mio lavoro come cultore di materia presso l’Università Cat-tolica di Brescia, dove gestisco un laboratorio di drammaturgia antica e assisto una docente per esami di cultura greca; inoltre a Milano sono dottorato di ricerca.

Si narra di un bizzarro aneddoto sul suo conto. Da quanto abbiamo sentito dire, lei ha cibato un gorilla di mentine per non essere aggre-dito dal suddetto animale. E’ vero?

Mi trovavo in Brasile vicino ad una riserva faunistica e stavo consuman-do caramelle alla menta, quando no-tai che una scimmietta leone mi stava fissando in modo eloquente; allora

le diedi una caramella e senza ren-dermene conto mi ritrovai attorniato da sette, otto esemplari della stessa specie e diedi ad ognuna una menti-na; di fatto tutto il mio pacchetto.

Cosa ne pensa delle mode e dei modi di fare dei giovani d’oggi?

I giovani d’oggi sono più socievoli e si adattano meglio rispetto ai giovani della mia generazione, tuttavia sono meno formali e non si vergognano ad assumere atteggiamenti indeco-rosi in pubblico. I giovani d’una volta erano violenti ma meno indifferenti all’altro.

Legge Cassandra? Trova che sia un buon modo affinché tutti gli studenti possano esprimere il loro pensiero?

Certamente, trovo che sia pregevo-le in alcune parti, tuttavia vorrei che fosse più sensibile alla necessità di offrire un servizio.

Un augurio a tutti coloro che sono alle prese con le lingue classiche e a Cassandra che, nonostante tutto, resiste ancora?

Ai ragazzi auguro di essere consa-pevoli delle responsabilità che si as-sumono essendo utenti delle lingue classiche. A Cassandra auguro di mostrarsi capace di rinnovarsi critica-mente.

Chiara Ruggeri e

Michela Sacconi, IV C

Page 8: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

8 | marzo 2015

sarp

iNel mondo esistono tante cose Trash, ma nulla potrà mai superare il per-

sonale ATA del nostro liceo. Abbiamo deciso di scambiare qualche "parola" con Salvo, ormai famoso in tutta la scuola per l'inconfondibile accento bas-so-padano e l'appeal da bravo cacciatore (non di animali).

Il folklore ha preso il sopravvento sulle domande prettamente esistenziali, quindi ci scusiamo in anticipo per la precaria trasposizione del dialetto sici-liano, non avendo in redazione nessun purista siculo, ma solo dei derivati di generazioni.

Paolo Bontempo, IIID

1. In questo ultimo periodo si è parlato molto dell’ EXPO e del tema del cibo… narraci dunque dei pranzi siciliani.

E che mangiamo? Pe primo ce man-giamo ‘a pasta, co pomodoro fresco e melenzene fritt , c‘a ricotta ‘rattata oppure co parmiggggiano ratta-to pure quello. A ppoi ce mettemo tanticchia de peperoncino, nu’ bellu bicchiere de vino. Dopo vene u se-cunnu: sasizza rostuta, canne rostuta, con ‘nu poco de cipudda, a pancetta rostuta, bbella piccanti! Noi quannu mangiamo, mangiamo! Mica schez-zamo! Facemo cose serie noi! Dopo ce pigliamo ù caffè, prima me fumo ‘na bbella sigarett, e poi vado a fam-me ù cucco. Appoi de pomeriggio mi suso. Me faccio ‘na bella doccia, me vesto e mme ne vado ‘a bar. Chisto è ù siciliano! Dopo è un altro ciorno. Intanto oggi penzamo pe’ oggi e do-mani pe’ domani.

E cosa mangiamo? Per primo man-giamo la pasta, col pomodoro fresco e le melanzane fritte , col primo sale grattugiato oppure col parmigggia-no grattugiato, pure quello. Poi ci mettiamo un po' di peperoncino e un bel bicchiere di vino. Dopo viene il secondo: salsiccia arrostita, carne arrostita con un po' di cipolla, la pan-cetta arrostita, bella piccante! Noi quando mangiamo, MANGIAMO, mica scherziamo! Noi facciamo cose serie! Poi ci prendiamo un caffè, anzi no, prima mi fumo una bella sigaretta e poi vado a fare una pennichella. Poi il pomeriggio mi alzo, mi faccio una bella doccia, mi vesto e me ne vado al bar. QUESTO SÌ CHE È UN SICILIA-NO! Dopo è un altro giorno, intanto oggi pensiamo per oggi e domani per domani.

2. Spiegaci cosa è per te il cannolo siciliano.

Ù cannolo sopraffino, ca ‘a ricotta, ce mettemo ‘a crema bianc oppure ‘a crema de cioccolato e poi ce mette-mo ‘o zucchero a vèlo de sopra. A poi che facciamo? e ppoi ce bagnammo nelle mandorle. Eppoi ci sono ddon-

Il cannolo è sopraffino, ci mettiamo la ricotta, la crema pasticciera oppu-re il cioccolato e poi mettiamo sopra lo zucchero a velo. E poi cosa faccia-mo? Ci bagniamo nelle mandorle (solo se sapete nuotare. Ndr). E poi

S a l v o , o S a l v o !

Page 9: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 9

sarpi

3. Adesso una domanda complicata… Preferisci le donne siciliane o quelle bergamasche?

Ma questa è una domanda da un miliòne di euro! Io me faccio una e una e poi me piglio tutt’e due, pec-chè se no se me ne piglio solo una poi l’altra sta male!

Ma questa è una domanda da un milione di euro! Io mi faccio prima una e poi l'altra e poi le tengo per me tutte e due, perché se ne tengo per me solo una, l'altra si offende!

4. Ultima domanda: preferisci la cassata, piatto tipico siciliano, oppu-re la polenta, piatto tipico bergama-sco?

A me nun me piace ne‘a cassata e manco ‘a polenta. Meio ù becchie-

re di vino naturale che ‘a cassata o ‘a polenta!

A me non piace né la cassata né la polenta. Meglio un bel bicchiere di vino naturale della cassata o della polenta!

ne che ce piace ca’ crema u pistac-chio. (a idda per esempio ce piace ù cannolu e pure ‘a Sicilia). De là ce sta nù panettone, lù rrapemo e ce lo mangiamo (*ci offre una fetta di pa-nettone*) dopo ce pigliamo ù bec-chiere de vino. Ah eppoi giustamen-de ci pigliamo ù caffè o un amaro… dipende zocc ‘ ulite!

ci sono donne a cui piace con la cre-ma al pistacchio (a lei per esempio piace sia il cannolo che la Sicilia). Di là c’è un panettone, lo tagliamo e lo mangiamo poi beviamo un bicchiere di vino. Ahhh..... e poi giustamente ci beviamo un caffè o un amaro... di-pende da cosa volete!

Intervista a cura di Laura Cornelli, Leyla Gatti e Adriana Lirathni, VD.

Traduzione di Michela Saccone, Chiara Ruggeri, IVC

e Paolo Bontempo, IIID.

Page 10: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

10 | marzo 2015attu

alit

à

2101. 2101 vite spezzate dai militari, dai missili, dai droni, dagli aerei e dai car-ri israeliani nel corso dell’operazione “Margine Protettivo”, avviata l’8 lu-glio scorso dal governo Netanyahu. Ora, immaginatevi di stare comoda-mente spaparanzati sul vostro divano guardando il notiziario delle 20 e di scoprire che il popolo turco ha inten-zione di reclamare il territorio italiano in quanto terra promessa ad Enea. Questo è esattamente ciò che è suc-cesso nell’estate 1947 in Palestina, quando gli ebrei hanno comincia-to a tornare nella “Terra Promessa”. Il 14 maggio 1948 lo Stato di Israe-le proclama ufficialmente la sua in-dipendenza, dichiarando guerra a coloro che lo avevano accolto nem-meno un anno prima. Da allora molte guerre sono state combattute, molto sangue è stato versato in una terra che continua a trasudare odio e a gri-dare vendetta, tanto che un imponen-te muro è stato innalzato per dividere fisicamente i due popoli. 967. E’ il 22 luglio 2014 quando un mis-sile israeliano colpisce “casualmen-te“ un ospedale uccidendo 570 dei 967 civili vittime di questo conflit-to. 493. E’ il 28 luglio 2014 quando un missi-le israeliano colpisce “casualmente”

un parco giochi uccidendo 9 dei 493 bambini vittime di questo conflitto. Si tratta di attacchi spregevoli che spesso passano sotto silenzio e a causa dei quali ad oggi sono più di 500.000 i palestinesi senza una casa, più di 8.600 i feriti, di cui molti non possono essere curati poiché anche gli ospedali sono stati colpiti. Inoltre, dato che persino le fonti sono state confiscate, circa il 96% dell’acqua nella Striscia di Gaza non è potabile. “Restiamo umani!” diceva Vittorio Arrigoni, un attivista pro-palestinese morto nella Striscia di Gaza nel 2011. Sarebbe bello che questo messag-gio giungesse anche al Governo isra-eliano in modo che cessi il genocidio che porta avanti da quasi 70 anni per consolidare la propria identità nazio-nale.

“Un ragazzo con la bandiera grida-va con in mano un bastone, gridava in faccia ai soldati, gridava a tutto il mondo ma nessuno era in ascolto, gri-dava come me : PALESTINA LIBERA!” (Viky Twisterman)

Federico Costa V F Camilla Ciboldi V F

R e s t i a m o U m a n i !

Page 11: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 11

attualità

Ha colpito il cuore e la mente di tan-ti italiani il titolo scelto per l’inchiesta di Fabrizio Gatti sul degrado urbano di Roma, “La Grande Tristezza”. Sot-to gli occhi di turisti disincantati non meno dei suoi stessi abitanti, la città della Grande Bellezza ospita ormai monumenti assediati dagli abusivi, sporcizia dilagante, topi in agguato e periferie dagli enormi disagi. Tutto questo non solo perchè Roma è male amministrata, ma perchè è ormai senza guida: politicamente, cultural-mente, moralmente. Sì l’arte, la cultu-ra, la storia, la bellezza…ma ormai la sua immagine sta da tutt’altra parte. A chi affidarsi? Forse è meglio tacere, come molti, oppure fare come il pre-sidente del Coni Giovanni Malagò, che propose di dimenticarci definiti-vamente di monumenti e infrastruttu-re perché tanto non esistono più. Fu così persuasivo che anche il premier Renzi e il sindaco Marino gli diede-ro ragione:si noti il grandissimo im-pegno che Marino sta mettendo af-finchè la capitale possa finalmente avere un gran bel nuovo stadio da 60.000 posti. Vedete com’è sempre festa per loro? E come dimenticarsi dei party dei ricchi ambasciatori che ricoprono metà Piazza Farnese. Op-pure delle continue “ristrutturazioni”, dalla Fontana della Barbaccia e la

Chiesa della Trinità dei Monti in Piaz-za di Spagna alla celebre Fontana di Trevi, che imbrattano le nostre mera-viglie con trashissime gigantografie. E ancora, i Fori Imperiali ridotti a vere e proprie vasche di acqua piovana. Prendi tutto questo, aggiungici come contorno un po’ di spazzatura abban-donata sui marciapiedi, un pizzico di ratti che si fanno il bagno nelle fon-tane di notte et voilà: eccoti servito un bel piatto di Roma all’amatriciana. L’antica città capitale di un Impero da cui molti hanno preso spunto ora è solo immagine di un’Italia sconfitta che si sta lentamente girando il col-tello nella piaga, da sola. Troppi erro-ri, troppa falsità. Quelle persone che dovrebbero evitare tutto ciò sono invece come i topi che vedi dopo una cert’ora correre per le strade di Roma, ovunque ci sia da mangiare: instancabili, insaziabili, impuniti. Fino all’ultima briciola. Forse l’immagine migliore di Roma si è ridotta a quelle centinaia di migliaia di selfie scattati dai turisti ogni giorno.

Alessandro Comi, I C

La Grande Vergogna

Page 12: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

12 | marzo 2015attu

alit

à

Ci sono questioni a cui non diamo importanza, ma che te-stimoniano quanto sia ancora difficile il rapporto fra i Paesi avan-zati e le aree povere: un esempio è la situazione nel Delta del Niger. Questa vasta area è tra le più ricche di petrolio e gas naturali al mondo, tanto che numerose multinazionali straniere (tra le quali spiccano Shell, Agip ed ENI) hanno stipulato accordi con i governanti del Paese per potervi posizionare gli impianti di estrazione. Tutto questo, però, a scapito della popolazione: l’attività estrattiva ha inquinato le falde acquifere e i ter-reni, distruggendo l’economia di sussistenza che si basava sulla pesca e sulla piccola agricoltura; inoltre il gas che si genera dall’estrazione del greggio ha portato piogge acide e causato malattie tumorali. Il Del-ta oggi è terreno di guerriglia, con scontri fra la polizia e i gruppi di rivol-ta come il MEND. Sebbene la zona abbia tante risorse da poter mante-nere tutti i suoi abitanti, a causa della guerra civile la popolazione è affa-mata. Nell’epoca in cui serve solo un click per informarsi, noi occidentali, che otteniamo il petrolio senza pro-blemi, facciamo finta di non vedere. In Nigeria ci sono interi villaggi senza corrente, senza scuole, senza acqua potabile, e noi rimaniamo indifferen-ti.

Eppure basterebbe che gli accordi commerciali fossero più giusti e che i guadagni ottenuti dalla vendita del petrolio fossero distribuiti almeno in parte ai cittadini della Nigeria. In Italia si è parlato di questa situazio-ne, visto il coinvolgimento delle no-stre compagnie, ma, dopo qualche giorno, la notizia è stata dimentica-ta e insabbiata dalle false dichiara-zioni delle multinazionali. Nessuno va a controllare se i patti e i principi universali dettati dall’Onu vengono rispettati, così gli interessi economi-ci dei popoli più forti continuano a schiacciare quelli dei deboli. Gli Stati meno sviluppati devono essere aiu-tati a imparare a sfruttare le risorse naturali che il territorio offre loro sen-za sottomettersi al dominio straniero. Forse tutti noi dovremmo fare qual-cosa per aiutare quei territori, alme-no manifestare per mettere i bastoni tra le ruote alle multinazionali che non fanno altro che rubare.

Maria Porta, V D

I l d e l t a d e l N i g e r e i l a d r i o c c i d e n t a l i

Page 13: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 13

cultu

ra

Gettando sulla tela della sua mac-china da presa violente pennellate di colori accesi, Pedro Almodòvar ci ha regalato affreschi della vita ma-drilena, suggestioni della cultura e dell’atmosfera spagnola, ma anche immagini delle realtà marginali della società, rappresentazioni di ogni tipo di passioni e sentimenti e figure indi-menticabili, soprattutto femminili ma non solo; il tutto con una dolcezza ed un senso di umanità in apparente contrasto con l’aperta provocazione, l’ironia caustica, il trash ed il grotte-sco spinti. Ma che senso ha parlare di matador assassini, di amori fra suore o fra psicopatici e pornostar, di can-tanti ninfomani e così via? E’ soltan-to per il gusto del morboso- tratto innegabile del regista peraltro – o per “scandalizzare i borghesi” (che dopo più di centocinquant’anni che vengono scandalizzati da chiunque potrebbero pure farsene una ragio-ne, secondo me)? La questione è un po’ più complessa. “Tutte le ec-cezioni sono un modo dell’esistenza e della vita; rifiutarle e condannarle vuol dire non mostrare che un lato solo del vero”, dice Giuseppe Rova-ni secondo il mio libro di italiano, e Almodòvar non potrebbe essere più d’accordo. Andando ad analizzare i casi limite, le situazioni più estreme o assurde (e siamo poi certi che esista davvero l’assurdo, l’inconcepibile?

Persino il fu Mattia Pascal è tratto da una storia vera), e tutta l’eccentricità, il torbido e cio che di più basso c’è negli esseri umani, facendo diventa-re il trash ed il grottesco la normali-tà, Almodòvar ci porta a confrontarci con tutto quello che può farci paura o ribrezzo, o sembrarci quanto mai lontano da quello che siamo e che il giusto, il normale, il sano, per farci ca-pire che il “vero” è qualunque parte dell’essere umano, per quanto bassa, strana, spregevole o rara possa es-sere, e che finchè non abbracciamo l’umanità nella sua interezza e non impariamo ad accettarne, rispettarne ogni lato e ad amarla e comprender-la per quello che è non riusciremo mai a capirla né a migliorarla. Proprio questo è l’aspetto che mi rende Pe-dro Almodòvar più caro rispetto agli altri registi, proprio la sua assoluta assenza di giudizio sulle storie che racconta: mai si tira indietro, mai si scandalizza, ed il suo punto di vista è quasi assente, comunque mai espli-citato, non tanto con l’impassibilità di uno scienziato di fronte ad uno studio, ma piuttosto con la consape-volezza di chi sa di non essere nella posizione di condannare o emettere sentenze, di chi si mette sullo stesso piano di tutti i propri simili; sul piano più alto c’è la sua macchina da presa, ma solo per avere l’inquadratura più vasta possibile.

Todo sobre mi Pedro

Page 14: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

14 | marzo 2015cult

ura

Vi ricordate di Avril Lavigne? Quel-la che nel 2002 cantava il suo primo singolo, Complicated, e che nel 2007 ha sbarcato il lunario con Girlfriend? Nel caso vi stiate chiedendo che fine abbia fatto, vi garantisco che ho ve-rificato personalmente ed è anco-ra viva; solo che adesso sembra un vampiro con la rasatura alla Skrillex e la passione per qualsiasi cosa sia rosa e provenga dal Giappone. Hello Kitty inclusa, purtroppo. La bionda cana-dese ha infatti dichiarato di nutrire una vera e propria ossessione nei confronti della famosa gattina: basti pensare che quando i conduttori di una trasmissione nipponica le hanno fatto trovare in studio un poveretto travestito da Hello Kitty, ha comincia-to a gridare in preda alla felicità, a tal punto che quasi era in lacrime (video disponibile su youtube, se volete far-vi due risate). Siccome la vita della Lavigne pullula di saponette, ciabat-te, tappetini per la doccia, carta igie-nica, palloncini, auricolari e chi più ne ha più ne metta, il tutto rigorosamen-te a tema Hello Kitty, come poteva mancare una canzone composta per-sonalmente e dedicata ai fan asiatici? La cantante ha dichiarato che “ini-zialmente doveva essere un pezzo rock”, ma poi, siccome “voleva speri-mentare”, l’ha lasciata nelle mani del produttore Martin Johnson. Di con-seguenza, per trasformazioni ancora del tutto sconosciute (o forse per as-sunzione di droga prima dell’ultimo

mixaggio), ci siamo ritrovati tra capo e collo un pezzo dubstep/elektropop con doppi sensi confermati dall’autri-ce stessa, parole in giapponese am-massate a caso e un continuo inneg-giare alla tenerezza del gattino rosa. Un pietoso e vano tentativo di torna-re sulla cresta dell’onda, la cui ciliegi-na sulla torta è senza dubbio il vide-oclip. Diretto da un giapponese che non è nemmeno citato su Wikipedia, mostra Avril intenta a saltellare senza meta in un negozio di dolci, vestita con una canottiera nera, una mini-gonna rosa decorata con muffins di stoffa, e scarpe da ginnastica verde acqua. Dopo aver distrutto una po-vera e innocente torta finta alla frase “someone chuck a cupcake at me”, e aver mangiato sushi mentre era evi-dentemente in preda a una frenesia da troppa caffeina, si dirige per le vie di Tokyo con uno stuolo di ballerine locali totalmente prive di espressione (da qui le accuse di razzismo). Scatta un paio di fotografie, per le quali si esalta decisamente troppo, con una polaroid schifosamente rosa, saluta la folla (o forse la sua carriera) e fa un ultimo disperato tentativo di bal-lare e artigliare l’aria come un gatti-no, ma il risultato pare piuttosto uno scoiattolo iperattivo. Quando risuona l’ultimo ‘Hello Kitty’, la star si prodiga in un inchino e le ballerine manten-gono stoicamente la loro serietà nel background.

Hel lo Kitty, Goodbye Carr iera

Page 15: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 15

cultu

raChiamatela crisi di mezza età, an-

che se forse sarebbe più corretto definirla sindrome di Peter Pan dato che stiamo parlando di una tren-tenne, ma Hello Kitty è certamente un capolavoro indiscusso del trash, il cui successo planetario l’ha con-dotto fino all’ambitissimo ottante-simo posto della Top 100 coreana. Per concludere, cito Nonci-clopedia, che descrive il pez-

 

zo sicuramente molto meglio di quanto io abbia appena fatto: “Attenzione: Questa roba è ina-scoltabile! L’ascolto prolungato può portare alla paralisi cerebrale. Si con-siglia di accucciarsi a terra o di scap-pare a gambe levate”.

Sofia Brizio, II E

FALLACI con una C, grazieOriana Fallaci. Classe ’29, Firenze.

Ricca ereditiera non di denaro ma di valori: le piace dormire nella Stanza dei Libri - perlopiù comprati a rate - e cresce con Le Mille e una Notte. Il pa-dre è un perseguitato politico antifa-scista e Oriana, a 14 anni, si schiera in prima linea con lui. Liceo Classico

e via, sale sulla sua bicicletta e peda-la alla famelica ricerca di notizie su cui scrivere. Il Mattino dell’Italia Cen-trale, quotidiano che ha iniziato una collaborazione con lei fin dai tempi del suo primo articolo, la costringe a scrivere un pezzo satirico su Togliatti e lei, rifiutandosi, va incontro al licen-

Page 16: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

16 | marzo 2015cult

ura

ziamento. Poco dopo quell’episodio comincia a viaggiare: a Roma impara a conoscere la frivolezza di Cinecit-tà, dal soggiorno in Medio Oriente realizza la prima vera inchiesta sulla condizione femminile a livello mon-diale. Nel 1967 pretende addirittura di partire per il Vietnam; non vuole solo scrivere di guerra, vuole viverla. Convive con soldati di cui fotografa la perduta umanità e il flebile attac-camento alla vita. Aereo dopo aereo, la sua macchina da scrivere racconta della rivolta dei neri dopo l’uccisione di Martin Luther King, indaga sulla morte di Kennedy, svela cosa accade nelle basi della NASA ai tempi dello sbarco sulla Luna. Il suo nome tocca Paesi in cui lei ancora non è stata: una giornalista irriverente, indoma-bile, cazzuta. Una giornalista donna, c’è anche da dire. Intervista gli intoc-cabili. Tra questi, Alekos, l’uomo che ha capeggiato la Resistenza greca alla Dittatura dei Colonnelli, l’uomo che ha trascorso cinque anni in car-cere con la certezza di un’esecuzio-ne, l’uomo che la fa innamorare il giorno in cui ritrova la libertà, l’uomo grazie al quale il bisogno ossessivo di essere madre per un attimo trova sollievo: un Uomo. A recidere il filo di questa vita è un attentato, meschi-namente mascherato da incidente automobilistico. L’assenza di un com-pagno di vita lascia spazio a un’attivi-tà irrefrenabile e a un cancro violen-to: Oriana non rinuncia al lavoro e quindi nemmeno all’incessare della malattia. Il suo tempo è scandito da voli sull’Atlantico, da Firenze a New York e viceversa. L’11 Settembre si traduce in rabbia, poi in un articolo, dopo ancora in un libro. Le sua posi-zione, esplicita e dissacrante, non è

mai stata così at-t a c c a t a . Tuttav ia , compren-sibile e c o n d i v i -sibile o m e n o , Oriana si rivela una scrittrice impavida, che scova la verità e risponde al dovere m o r a l e di dire la sua.

Mi trovo su poltro-ne in fin-to velluto verde-ac-qua. La Pu c c i n i , e t e r n a Elisa di Ri-vombro-sa, fa la protagonista nel film intito-lato L’Oriana. L’unica cosa che posso dire è: trash.

Martina Di Noto, IIE

Page 17: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 17

cultu

ra

Sto per parlarvi di qualcosa di ter-ribile: the Human Centipede (first sequence) e The Human Centipede 2 (full sequence). Come suggerisce il titolo, il filo conduttore delle due pel-licole è la costituzione in sequenza di esseri umani congiunti per formare un centopiedi umano; tuttavia, nella realizzazione dei due film sono pre-senti alcune fondamentali differenze. A partire dai protagonisti, il primo è il medico tedesco specializzato in separazione di gemelli siamesi Dr. Heiter, il quale, andato in pensione e stufo della sua vita monotona, deci-de di ideare un metodo clinicamen-te corretto per congiungere esseri viventi tramite la realizzazione di un unico apparato digerente, e a questo punto come non citare il tricane(in originale trihund) primo parto delle operazioni del dottore. Quest’uomo astuto e geniale riesce, pur rapendo e internando le sue vittime in una piccola sala operatoria nel piano in-terrato della sua abitazione, a elude-re piú volte i controlli delle autorità locali alla ricerca degli scomparsi. Nel secondo film sappiamo solo che a compiere gli insani procedimenti è Martin, uomo di mezza età, obeso, psicopatico al punto di uccidere la madre e, quasi dimenticavo, talmen-te ammaliato dal primo film(che nel secondo è realmente un film) da re-plicarlo creando un centopiedi di do-dici elementi, a differenza del primo in cui erano solo tre. Se il primo film è

caratterizzato dal contrasto stridente tra l’ambiente impeccabilmente lin-do della casa di Heiter e le disturban-ti scene in cui il dottore congiunge le sue tre cavie e in cui poi esse muo-vono i loro primi passi come un uni-co essere, nel secondo l’atmosfera è completamente cupa, tutto è filtrato da un bianco e nero che non fa che accentuare il senso di sporcizia che permea le immagini. Ogni elemen-to è orrendo e ripugnante, dall’a-spetto del protagonista, al modo in cui dimostra morbosamente la sua attrazione per il proprio millepiedi domestico(stavolta un animale vero), passando per i versi grotteschi che emette senza pronunciare una paro-la per l’intero lungometraggio, fino ad arrivare al seviziamento della sua stessa creatura verso la fine del film. Ma la cosa straordinaria è che a di-spetto di quel che ci si aspetterebbe questi film sono di un realismo visivo incredibile e nell’utilizzo di inqua-drature fisse che si ingrandiscono o si muovono vorticosamente da un soggetto ad un altro riescono a co-municare un senso di oppressione e ripudio fisico ed emotivo senza pari. Dunque che queste opere siano uno scherzo di cattivo gusto o l’insana progenie della mente di un folle, for-se è meglio non scoprirlo mai.

Riccardo Pizzighini, IIIB

100% Medical Accurate

Page 18: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

18 | marzo 2015cult

ura

“Ti ricordi che da piccola ti leggevo la Divina Commedia?” chiede papà.

“Come potrei dimenticare i traumi della mia infanzia?”

“Ti ricordi come Dante descrive l’In-ferno?”

“No, ma sono sicura che non fosse così.”

“Esatto! Però aveva ragione sulla legge del contrappasso. Be’, ha de-scritto alcune pene, ma non tutte. Per esempio questa.” Indica una sala ret-tangolare che ospita una settantina di persone intente a leggere riviste.

“Cosa sarebbe?” inarco un soprac-ciglio.

“La pena per i dottori che fanno aspettare i pazienti per ore e ore.”

“Un’ottima punizione.” Dice una voce suadente alle mie spalle.

“Lucifero!” esclama papà.

L’altro sorride. Okay, mi devo ri-prendere. Il diavolo non è rosso, non ha le corna e non ha le gambe come una capra: è un uomo dalla faccia anonima, ma allo stesso tempo affa-scinante.

“Hazel, giusto?” mi chiede Lucifero.

“Sì.” Stringo la mano che mi tende: “Non è da considerarsi un patto con

il diavolo, vero?”

Scoppia a ridere: “Tranquilla. Per ora voglio parlare solo del tuo futuro incarico. Seguitemi nel mio ufficio.”

Ci scorta lungo il corridoio sui cui lati posso ammirare i vari supplizi eterni fino al grande portone che cela lo studio di Lucifero. Il diavolo apre la porta e ci conduce dentro.

“Servitevi pure.” Ci dice, mostran-doci con un gesto della mano una serie di vassoi pieni di tutto.

Afferro una brioche e mi accomo-do su un’ampia poltrona posta vicino alla scrivania.

“Dunque, Hazel, diventerai il prossi-mo tristo mietitore. Che cosa ne pen-si?” chiede Lucifero.

“Sono assolutamente contraria.” Scosso un’occhiataccia a papà. “Io voglio fare altro nella vita. Non mi va di uccidere e trascinare anime.”

“Ma è una cosa fantastica.” Si intro-mette papà.

“Fantastica per te, forse.” Ribatto piccata. “E comunque tu sei un bu-rocratico, perché sono i tuoi cloni a fare il lavoro sporco. Non voglio fare nessuno di questi due incarichi.”

“Hazel, posso parlarti in privato? Vedo che con tuo padre sei in disac-cordo.” Lucifero congeda papà, che

A S P I R A N T E M O R T E t e r z a p u n t a t a

Page 19: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 19

cultu

rasi affretta ad uscire dalla stanza.

“Hazel, tu sei la primogenita di Ca-ronte, giusto?” dice, appena papà chiude la porta dietro di sé.

Annuisco.

“Il primogenito della Morte in carica è destinato a diventare a sua volta la Morte quando la madre o il padre va in pensione. È una legge. È stata sta-bilita nella “Convenzione delle Ossa” del 170766 a.C. che dice che solo e ripeto solo il primo figlio o la prima figlia dell’ultimo Tristo Mietitore può svolgere l’incarico. Se ti rifiutassi di assumerti il compito sarebbe un di-sastro, perché non ci sarebbe un tri-sto mietitore.”

“Papà potrebbe lavorare per sem-pre. Dopo tutto è immortale e magi-co. Che cosa vuole di più dalla vita? E in ogni caso ci sarebbero altri che potrebbero avere questo ruolo.” Pro-testo.

“No, puoi solo tu. E poi, se ci pensi, è un ottimo lavoro. Essere tristo mie-titore è un lavoro fisso, non rischi il li-cenziamento e ottieni lo 0,5% di ogni eredità di ogni anima. Non puoi fare

altrimenti, comunque. È il tuo desti-no, Hazel.”

La visita all’inferno si conclude con una crisi isterica di papà che lo porta sull’orlo delle lacrime. L’idea che uno scheletro pianga è contro ogni sen-so, ma papà è umano. È di carne e ossa (soprattutto ossa) quando non lavora. Lucifero ci caccia dopo poco accusando un’emicrania di dimen-sioni infernali (ride di questa battuta, tanto per la cronaca).

Quindi appena sono a casa vado in camera di Olive a piagnucolare sul suo letto accanto a mia sorella che legge.

“Perché non vuoi diventare come papà?” Chiede.

“Non voglio.” Urlo.

“Calma! Chiedevo. Mi sembra un lavoro estremamente interessante.”

“Olive! Ho un’idea!”

Fine terza puntata

Matilde Ravaschio, IE

U N N U O V O I N I Z I O s e c o n d a p u n t a t a

La mandria spaventata correva compatta a capofitto verso la voragi-ne. Vento che Soffia osservò per un paio di secondi la scena e capì che gli animali non si sarebbero arrestati da soli : bisognava fermarli.

Egli correva, correva e correva a più non posso, finché non si ricordò della piccola ma profonda palude al centro della distesa erbosa : i piccoli, non ancora abbastanza alti, sareb-bero affogati. Durante la corsa ebbe solo qualche istante per decidere :

Page 20: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

20 | marzo 2015nar

rati

vadoveva scegliere chi lasciar morire! Come poteva? Non aveva tempo da perdere, quindi virò : direzione dirupo. Pensava che, se avesse fatto abbastanza in fretta, avrebbe potu-to salvare anche qualche cucciolo. I gemiti dei puledri risuonavano acuti in lontananza; un groppo gli saliva lungo la gola e il panico lo stava di-vorando, i suoi occhi si riempirono di lacrime e suoni, voci e immagini risuonavano nella sua testa. Di colpo c’era una bambina piccola, saltava nel torrente, rideva, “L’acqua mi fa i massaggini! L’acqua mi fa i massag-gini!”. Poi c’era un donna, gridava, correva, gridava. C’erano dei fuochi, del fumo, dei fiori, dei canti, dei la-menti, dei pianti e c’era un’ombra che gli appoggiava una mano sulla spalla “Non è colpa tua ragazzo”.

Vento che Soffia strizzò gli occhi e cercò di concentrarsi sulle bestie. “Non è colpa tua ragazzo”.

Scacciò tutto quanto, con uno sfor-zo sovraumano e si concentrò su se stesso: le gambe muscolose cercava-no di dare più velocità possibile alla corsa, i muscoli si contraevano rapidi e schematici, le braccia si sussegui-vano in fretta, il cuore batteva ten-tando di dare più sangue e ossigeno possibile al corpo, il respiro era quasi impercettibile e la mente completa-mente lucida di cui aveva ripreso il controllo, concentrata sul da farsi.

Vento che Soffia arrivò al dirupo. Si voltò, prese fiato, iniziò a urlare a squarciagola e a saltare dimenando convulsamente le braccia. A meno di un paio di metri da lui la mandria, per sua fortuna, virò, anche se lui non po-teva dirsi per niente sollevato.

Riprese a correre verso la palude, ma la radura era grande, lui era stan-co e il prato sembrava non finire mai. Una volta arrivato nei pressi dello sta-gno vide davanti a sé una scena rac-capricciante : i corpi inermi di alcuni puledri, quelli nati da meno tempo, galleggiavano spettrali sulla super-ficie dell’acqua sporca, ricoperti di melma e fango. Si avvertiva qualche lieve mugolio o qualche sporadico movimento dalle profondità della coltre mostruosa. Vento che Soffia si gettò nella palude, la pesante fanghi-glia gli arrivava poco sotto le spalle. Si fece strada tra i corpi senza vita a bracciate e si mise alla ricerca di qua-lunque cosa avesse una consistenza più solida del fango che lo avvolgeva ed opprimeva; trascinò sulla terra-ferma i corpi di tutti i puledri finché gli unici elementi che rimasero nel laghetto di morte furono fango e ac-qua.

Fine seconda puntata

Adriana Lirathni, VD

Page 21: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 21

narrativa

Di questi tempi è difficile stare at-tenti. Seguire i tuoi occhi in aula ma-gna mi è impossibile. Qualcuno ha spento la luce e siamo rimasti soli, io, la mia noia, il mio scazzo, il mio egocentrismo e Donato. Siamo rima-sti soli perché ci piace così, arrivare prima alla mattina per poter vedere tutto. Ma tutto non si può vedere. E poi nascondersi è un’arte. Essere in grado di scomparire, ci vuole fidec, fegato, e tanta fides, fede. Non ri-cordo bene come si chiamasse quel libro che mi dicevi sempre di legge-re, ma io neanche ti ascoltavo, che scemo, forse l’audio dell’aula di fisica ce lo impediva, forse la neve comin-ciava a rumoreggiare nel mio siste-ma centrale nervoso, forse tu non esisti ma io ho bisogno di te. Risalgo all’indietro il ginnasio, ma è solo una discesa, una scalinata che porta nei sotterranei, che chiude ogni certezza nelle scritte di un bagno che, da sem-pre, riempie i momenti morti con la

sua inutilità. Chiudi a chiave tutte le porte che ti separano da casa, entra nel più piccolo spazio che conosci, vindica te tibi, non perdere di vista il presente, è sempre fermo lì, ma poi non c’è più. Non c’è più niente, davvero, ho aspettato inutilmente di arrivare chissà dove per ritrovar-mi qua. Ho sognato. E non cambio mai. E neanche tu cambi mai, anzi, sei sempre la stessa, da quando esi-ste il mondo, non basta guardare il cielo, non basta nulla, mai nulla. Eppure sfondo con un calcio i pochi minuti che mi separano dall’ultima campanella, mi divincolo dagli au-toinganni, esco, salgo, volo, final-mente, santiddio, e anche se la neb-bia oscura ogni cazzo di cosa io per un momento vedo tutto, e forse non ho visto niente, ma spero, io sempre spero, fino all’ultimo. Davvero.

Paolo Bontempo, IIID

A S E N S O

Page 22: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

22 | marzo 2015

spor

t

N o c o m m e n tQuando si parla di trash, ovvero di

qualcosa di sciatto, pacchiano e con contenuti bassi, ogni sportivo pensa a qualcuno in particolare. Chi pensa a Hamilton, neo-scaricato due vol-te campione del mondo con la sua mania ossessivo - compulsiva verso il suo cane, e chi invece come me, che seguo la Formula 1 direttamente dalla Rai, ai commentatori che tutti amano: Gianfranco Mazzoni e Stella Bruno. Stella è una pseudo giornalista con non si sa bene quale diploma, un in-glese talmente maccheronico che gli altri le lasciano intervistare solo chi sa parlare italiano e Paul Hembery (tecnico Pirelli) a cui pone sempre la stessa domanda: “Qual è l’assetto gomme per questo Gran Premio?” Questa donna è uno stress per tutti. Incapace di fare altro domanda a tut-ti i piloti appena ritirati per incidenti (causati da altri) come si sentano, ac-cusa problemi in cuffia per passare la linea e fa domande retoriche stupide. La sua abbronzatura parla da sé, ogni GP è più scura e non ho ancora ca-pito se sia fondotinta o il sole splen-dente di Silverstone in Inghilterra. Gianfranco Mazzoni è l’emblema della stupidità umana. Non è in grado di distinguere i due piloti della stessa scuderia, ad esempio Rosberg e Hamilton sono la stessa persona, tanto che una volta “Ha-milton ha superato Hamilton” . È ir-

rilevante anche la scuderia, le Toro Rosso (motore Ferrari) e le Red Bull (motore Renault) sono la stessa cosa. Il motivo per cui è conosciuto però è la sua dote di iettatore. Vi consiglio un giretto su Nonciclopedia, la lista delle sue iatture sui piloti è proverbiale: “Ecco che Sutil porta i primi pun-ti alla Force India!” e qualche secondo dopo Raikkonen di-strusse la suddetta Force India. Ormai noi ci abbiamo fatto il callo, abbiamo ferro e peperoncini ovun-que quando lui commenta. Com-menti che peraltro sono sempre in differita, giustamente si rende conto dieci giri dopo che qualcuno è sta-to sorpassato. Senza contare tutte quelle lunghe e inutili digressioni tecniche che sono per la maggior parte delle volte degli ingarbugli lo-gici perfettamente incomprensibili. Ma la gaffe più bassa che potesse commettere è stata quando ignorò un incidente piuttosto grave che coinvolse tre piloti per esultare per Alonso in pole position.

Noi ci lamentiamo tanto degli atle-ti, ma anche chi commenta non è da

meno.

Selene Cavalleri, IIE

Page 23: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

gennaio 2015 | 23

sport

Non pensiate che io sia razzista, però dai, è evidente che Joseph Mi-nala non ha ancora imparato a con-tare (probabilmente non ha fatto il Sarpi) in quanto dichiara di avere 18 anni appena compiuti. Quando lo vidi dal vivo seduto nella panchina della Lazio mi chiesi perchè la so-cietà della capitale avesse cambiato allenatore senza dir nulla a nessuno. Ma poi lo vidi fare esercizi aerobici per entrare in campo e pensai fosse un semplice addetto alla manuten-zione della struttura. In realtà scoprì che questo “addetto” era la nuo-va promessa della Lazio e che ,da quanto si diceva, aveva poco meno di 18 anni. Sul momento risi, ma di brutto, poi però mi appassionai alla figura misteriosa di questo calciatore e provai in ogni modo a scoprire la sua storia ma soprattutto, quale fosse il suo segreto per l’eterna giovinez-za. Joseph nasce nel 1996 (in prati-ca l’anno scorso è diventato Maturo) a Yaounde in Camerun. A 15 anni però vola a Roma con la sua famiglia in cerca di opportunità. Qui inizia a giocare nel Vigor Perconti, squadra amatoriale, per poi essere ingaggia-to dal Napoli che gli offre un contrat-to di due mesi, al termine di questo periodo (persone affermano di aver visto Minala scendere in campo, ma poi si sono svegliate) viene notato dalla Lazio che nel 2013 gli offre un

contratto tripla A. Purtroppo però il talento di Joseph non verrà mai capi-to a pieno e la società della Capitale dopo un anno, in cui Minala collezio-na la bellezza di 3 presenze e 0 goal, si vede costretta a cedere in prestito (tra le lacrime dei tifosi) il fenomeno camerunese al Bari dove colleziona ben 9 presenze e 3 goal. In sostan-za questo calciatore è la sottovalu-tazione fatta a persona, ma chissà, magari nel 2017 scriverò del Pallo-ne d’Oro appena 21enne Joseph “Il Wanax” Minala, oppure vi racconterò di come si svolge la sua giornata in compagnia di vecchie glorie del cal-cio “Underground” come Francesco “Ciccio” Tavano e Massimo “Big Mac” Maccarone (probabile oggetto del prossimo articolo) alla casa di riposo per Bomber mai nati.

Guido Sacerdote, IV C

L’ a p p a re n z a i n g a n n a

Page 24: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

24 | marzo 20153°pa

gina

è l’unico posto in cui farei la cacca al Sarpi. Caldo accogliente, privacy assicurata. Il Bagno della torretta è sicuramente il migliore per fughe pomeridiane quando lo stomaco non funziona al meglio. Anche il ru-more incessante della ventola risulta armonico a pensarci bene.

X ci insegna come risolvere deter-minati disagi

Dimenticatevi canale 5, Menta-na, Cesara Bonamici. Il futuro del giornalismo sta nel web, nei mini video ben approfonditi su un solo argomento. Dove trovare quindi fa-cilmente notizie affidabili e dettate da un giornalista preparato? Sulla pagina di Don Capucino, che quoti-dianamente (o quasi) ci delizia con le sue NUSS.

Sabbo ci spiega il futuro dell’infor-mazione italiana

W E S E N LA ESSENZA DELLE COSERecensione di cose, auto, libri, film, aria, acqua, vento, licei scientifici, chiese Trash. Cosa vuol dire? Cosa significa? Niente forse. Tutto è bello. Tutto è giusto. Tutto è sbagliato. Il Trash è l’esaltazione del basso, la fine di ogni valore, è il momento che rende arte anche ciò che è brutto, ciò che sta ai margini delle strade, ciò che tutti deridono. Dove sono finiti i valori? Forse è meglio così. Non dobbiamo neanche più scegliere. La cosa giusta è ciò che facciamo?

MookiePomeriggio svacco+computer+You-Tube=Yotobi. Yotobi=recensione. Recensione=it's so bad it's so good!!! It's so bad it's so good=Sharknado. S h a r k n a d o = a s y l u m Asylum=il trash (da intender-si proprio come "spazzatura") cielo TV (che ritenevo un ca-nale serio)+Sharknado= il tra-sh che più trash si muore. Cielo TV+ campagna pubblicitaria mega SERIA (macheccazz?!?!), che manco fosse un nuovo titolo di As-sassin's Creed, per Sharknado in pri-ma serata= La quintessenza del TRA-SH. (cvd)

Il Pietro Michele smatta sui palinse-sti televisivi

Page 25: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 25

3°pagina

Dialogo nel buio. Vi buttano in una serie di stanze completamente al buio pensando di fregarvi e invece: sorpresa! Vi muovete meglio nell’o-scurità che la mattina alle sei quando realizzate di dover andare in bagno. Vi basti pensare che sono finita per lasciare un commento trashissimo sull’apposito libro a fine percorso.

Caniglia -sulla mostra "Dialogo al buio" al centro dei ciechi di Milano (testuali parole)

Tra paesaggi post-apocalittici, pre-sagi di morte, atmosfere macabre e grottesche, delirio e immagini oni-riche, il “Satyricon” di Fellini si pone come perfetta trasposizione cine-matografica del omonimo romanzo, in linea con l’estrema crudezza ed eccentricità con la quale Petronio ci racconta di vicende avventurose della Roma di età imperiale…e poi diciamocelo, esiste qualcosa che sia più trash del pulirsi i denti con lo stuzzicadenti d’argento come il buon vecchio Trimalchione?

Argenziano e il cinema, ma niente stream of consciousneesss sta vol-ta(per fortuna?)

Un gabbiano passa da un turbinio di piume a un'armonia di penne e scopre la perfezione nell'essere come un numero non scritto.

E anche se, vitrei gli occhi ed affilati i rostri, s'avanzavano pronti ad ucci-dere, lui gli voleva bene lo stesso.

Perchè ognuno è un'assoluta idea senza limiti e limitazioni, ma la cosa più difficile del mondo è convincere un uccello che egli è libero.

Pizzo wesena in modo misterioso “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach

Page 26: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

26 | marzo 20153°pa

gina

Và un po’ che bello l’alfa mito del Narcy che si credeva un figo-paura (tipo Bred Pittbull o Giòrg Clùnei) e che si guardava sempre allo spec-chio. Che però gli specchi di vetro non c’erano al suo tempo e la gente usava gli specchi fatti con il bronzo, che a lui non ci piaceva mica tanto specchiarsi nel bronzo perché lo fa-ceva sembrare un Simson. E quindi invece di specchiarsi nel bronzo, che è una Lega Nord di rame e stagno, si specchia solo nello stagno!

Ahahah! L’hai capita? Nello stagno! Acqua… stagno… lo stagno che c’ha dentro l’acqua… no?

Evvabbé.

Poi muore, tanto.

Eh sì, perché ci piaceva così tanto il suo riflesso che vuole farci il sesso e

si sporge troppo e cade nello stagno, quello con l’acqua dentro, e soffoca perché non sapeva nuotare (che poi, capisco che uno non sa fare il nuo-to del delfino, il torso o il girino... Ma almeno nuotare a cagnetta! Dai! Lo sanno fare anche i bambinetti scemi! Pure il Gianpinotti che pesa seiciento chili è capace!)

Eh poi bon, basta.

Il morale della storia, insomma è che il Narcy avrebbe dovuto essere stato buono di nuotare… e che è me-glio usare gli specchi di vetro.

Palu’15 (altrimenti noto come Michele il Paludetti)

Te lo ripasso io il mito! Il Narcy al parco

Lo

Marco Balestra (schiavo)

U n A r t i c o l o T r a s h

Page 27: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 27

3°pagina

Ci si scusa coi ciellini in anticipo. E anche con Don Pasini. A m e n . Manuale inutile senza un intento preciso su come gestire le impre-cazioni all’altissimo in casi critici. 1. Scambiare la parola Dio con parole che iniziano più o meno come le stesse lettere dell’altis-simo(ma con una percentuale di spirito santo nettamente inferiore) P O R C O Classiche: Diesel, di un cane, dinci(mai capitata vi giuro), due, duecento, duecentodue Antiquate: dimanche(?), Di-derot(se odiate i dizionari), di-stopico(molto cuccoriana) Hipster: Dj Set, Di Martino, Disco Pax, di risvoltini, dei Cani, the Pills Movimento 5 stelle: Di Maio? Ecologiste: differenziato, di qua la carta di là la plastica Animalisti: del cazzo, distruggiamo le ricerche dei ricercatori che ricercano Vegani: dimenticatevi la car-ne, dite addio all’obesità Sposati: divorzi Sarpi: Dionisio, Dioniso, Diodoro Si-culo, Diodoro Bergamasco, Diodoro Dalmata, Diodoro d’argento, Dioscu-ri, Diomede, Diocleziano, Damiano, Donato, Diorama, Di Noto, Di Atene, Di Sparta, di Tebe, dissipazione im-materiale di stronzate, di un quartino stupido, di uno stupido quartino, di

un quartino inutile, di un quartino in quarta, di un quartino schiavo, di un quartino ladro, di un quartino che con-tinuatela voi in base al vostro sadismo Mascheroni e scuole professio-nali: figa (lo dicono davvero, forse non hanno capito la diffe-renza fra dentali e gutturali, si neanche io però me la volevo tirare) 2. Dire la bestemmia ma decidere di fare i conti unicamente con l’altissimo tentando di dissimulare il proprio ge-sto con la gente normale. Ecco come: a. Starnutire veementemente ripe-tendo la parola veementemente ad alta voce per confondere l’avversa-rio\arbitro\professore di matematica b. aggiungere la locuzione “Nigi di Siracusa” aggiungendo che quest’ultimo nelle versioni di Gre-co fa sempre tantissime cagate c. fingere di essere depressi mo-strando una frisk e sostenendo sia in realtà una pillola per la depressio-ne e ripetere la parola depressione tante e tante volte. Nel caso non vi credessero deprimersi veramen-te per dimostrare quanto foste di-sperati nel momento del sacrilegio. 3. Bestemmiare in Arabo speran-do che Dio non usi Google Tra-duttore (che poi quale lingua par-la Dio non te lo hanno mai detto) 4. Scegliersi amici del professio-nale che bestemmiano talmen-

LA MADONNA! Se la blasfemia abbonda, colpa di Don Abbondio

Page 28: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

28 | marzo 20153°pa

gina

te tanto da far passare in secon-do piano i tuoi moniti al Signore 5. Nel caso vi scappasse la fatidica parola “Dio” procedere con cau-tela per non fare errori tremendi a. Sfruttare i suggerimenti del-la sezione “Sarpi” al punto 1 b. In caso vi scappasse pure una sillaba della serie “po” pro-cedere immediatamente a ri-mediare l’errore in tal modo -tentissimo e bellissimo io ti amo tan-to davvero volevo dire proprio quel-lo che ho detto mica dire parola brut-ta che non mangiano i Musulmani -rtami in Cielo (Classic ma pare funzioni sempre) -rtami in Paradiso -rtami in un Paradiso Fisca-le (di questi tempi molto usata) -rtami a pisciare in bagno che mi vergogno a farla per strada -sso farti una domanda? ( E poi tipo inginocchiatevi sparando un apologo sull’inutilità della terza via di Tommaso) -co ci mancava che non bestemmiavo -rgo l’altra guancia c. Se oltre alla sillaba –po vi scappa l’aggiunta della lettera -r non ci sono suggerimenti a riguardo, senonché a questo punto potete almeno render-vi originali e magari far ridere il San-to Padre che potrebbe perdonarvi. Usare quindi queste parole P O R C O S P I N O P O R C E L L O N E P O R C E L L A N A PORCOROSSO (fate addi-rittura la figura dei cinefili) P O R C I N O 6. Non andare in Oratorio (che so-stanzialmente è il centro da cui pro-

vengono le migliori invenzioni piro-tecniche a riguardo) ed evitare i posti frequentati da credenti.

7. Confessarsi e farsi perdonare 8. Il punto sette è sta-to aggiunto dalla censura 9. Il punto otto è stato aggiunto dall’autore per fingere che il punto set-te fosse stato aggiunto dalla censura.

10. “Riconosco di averlo dimentica-to tante volte.

Ho agito male.

Ho pensato a me stesso e troppo poco a te e agli altri.

Ho peccato.

In questo momento ne sono consa-pevole.

Mi dispiace sinceramente. Vorrei non averlo mai fatto.

Ti prego, perdona le mie mancanze i miei peccati.

Voglio rinnovare il mio proposito di essere buono.

In particolare mi propongo di....”

Paolo Bontempo, IIID

Page 29: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 29

3°pagina

Di recente non mi è capitato di an-dare al cinema.

Drago Bianco Occhi Blu

Recensione di un f i lm che non ho visto

IIIBPusi: allora facciamo il pro-

blema della stufetta elettri-ca… Vieni Argenziano! Che vuoi fare Giurisprudenza giusto? Argi: ma va’! Scenografia! Pusi: eh va beh, ma la stufetta serve sempre… Prima di dare fuoco al te-atro!

Divvi: Io vorrei fare una te-sina sulla massoneria… Gentilini: mh, bello, ma rischioso.. e se poi ti capita un commissario ester-no massone? (RISATE GENERALI) Gentilini: beh, potrebbe ca-pitare! Voi sapete che an-che Leonardo era massone… Argi: Donato?!

Zappoli: Ae program-mate sono il suicidio! Cola: ma è un suicidio organizzato!

Frattini spiega il mito dell’androgi-no: Avete capito?! Questi uomini a

forma di sfera venivano spaccati… Il gabibbo donna viene spaccato a metà!

(Ravi suggerisce a Bailo) Mile-si: oggi dovevi proprio fare la tua buona azione da boy scout Ravi: No… Parola di lupetto!

Pusi: che esercizio carino. Benny: i cani sono carini! I neonati sono carini. I film di Jennifer Aniston sono carini. Non gli esercizi sugli asintoti.

Pusi: Dov’è Merla? Cola: si è attaccata al filo della cor-rente

Frattini: Avete presen-te Talete e la lumaca? Studente: La tartaruga! Frattini: Ah sì! Talete e la tartaruga! Benny: Non era Zenone? Frattini: ah sì stendiamo un velo pie-toso!

IPSE DIXIT

Page 30: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

30 | marzo 20153°pa

gina

Pusi (dopo una serie di aneddoti allucinanti su Ampère): Poi lo so che non avete stima della mia materia… Con questa gente che fa cose strane

Pusi: Vieni a farlo alla lavagna, Michele Michele: io? Nicola: no, Michele io

IIIB – LA SORDITA’

Argi: non addormentarti che sennò finisci come quelli in mon-tagna che muoiono assiderati! Mari: …come quelli che guardavano Sidney e gli idrati?!

Mari: Gli Alt-j! Argi:… Nietzsche?!

X: ho una sete che muoio Y:… una donna assente è come un bue?!

Benny: com’è che si chiama di nome Manet? Caro:… ERRI DE LUCA?!

Mari: sono dei fighi assurdi Argi:… Mari: cos’hai capito? Argi: “Sul libro di Aston” oppure “i figli di Gaston”

IV CDE LUCA : “ Lara, quando la finisci

di parlare?!”

LARA: “Ma profe, non sto parlan-do!”

DE LUCA: “ No guarda, ho solo del-le visioni...”

SPREAFICO: “Prof, è Adam Kad-

mon!”

CANDELORO: “Ragazzi sapete dir-mi come si dice in inglese le cinque in punto?”

SPREAFICO: “It’s the time of tea!”

DE LUCA: “ Si dice che Ipparco si fosse innamorato di un uomo, Aristo-gitone...”

SPREAFICO: “Prof, tipo il Justin Bie-ber della Grecia!”

SVEVA: “Federico,non hai di meglio da fare che stressare l’anima a me?! Ma fatti una vita!”

CANDELORO: “Get a life!”

*Entrano i tecnici per misurare la lunghezza delle finestre*

PROFE MATEMATICA: “Ma entrano ogni venerdì?!”

AGLIARDI: “Come se le finestre si dilatassero...”

*Interrogazione di storia*

DE LUCA: “Clara, allora vieni tu?”

MICHELA: “Profe, posso andare a bere un goccio d’acqua che mi è ca-lata la pressione per l’ansia?! Ho per-

Page 31: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

marzo 2015 | 31

3°pagina

so dieci anni di vita!”

MAZZACCHERA: “Cosa ne pensate del’intervento di Tersite contro Achil-le e Agamennone?”

SPREAFICO: “Secondo me Aga-mennone puo’ essere paragonato ai politici italiani, si prendono tutto e non fanno niente!”

CANDELORO: “Ragazzi, come si dice in inglese francese?”

AGLIARDI: “Franciiiss!”

IVA-Spiegando lo scandalo delle Erme

Alunno: ”Pisistrato, che era giovane, in un momento di sballo…”

-Spiegando l’energia cinetica

Signorelli: “Se vedo George Cluny(Clooney? Ndr) aumento la velocità e la mia energia cinetica au-menta”

-Sempre spiegan-do l’energia cinetica Signorelli: ”Prendiamo la Littizzetto e Maurizio Costanzo che stanno cam-minando a braccetto sul Sentierone, se li incontro e mi vengono addosso l’impatto sarà maggiore con Maurizio Costanzo”

MAFFIOLETTI: ”Allora stavano lì delle mezz’ore per fare delle foto-grafie. Sempre meglio di quelle con le macchinette che si fanno adesso che sembriamo tutto dei carcerati” (Interrogazione di storia) Strocchia: Ti vedo come la dife-sa dell’Atalanta, in difficoltà...-

FIDATEVI, GARANTISCONO PALU E SABBO!

(DAVVERO, E’ BUONO)

Page 32: Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

DIRETTORE: Pietro Raimondi, IIID VICEDIRETTORE: Andrea Sabetta, IIIC SEGRETARIE: Margherita Briozzo Niang IVE, Beatrice Caniglia VA CAPOREDATTORI; ATTUALITÁ: Sara Latorre IID CULTURA: Giulia Argenziano IIIB NARRATIVA: Matilde Ravaschio IE SARPI: Giovanni Testa VC SPORT Selene Cavalleri, IIE TERZA PAGINA: Paolo Bontempo, IIID COMMISSIONE TOGNI; IMPAGINAZIONE: Piero, IIID e Sbab ha scaricarto Indd COPER-TINA: Palu IIIC, Laura e Clara IE ILLUSTRAZIONI: Adele Carraro IC, Federico Lionetti IIIC, Michele Paludetti IIIC, Claudia Pezzini IC, Clara Rigoletti IE REDATTORI Marco Balestra IE, Mariavittoria Brevi IVC, Sofia Brizio IIE, Alessandra Brucchieri IVG, Giulia Burini VA, Alice Castelli IVB, Chiara Cattaneo VA, Elisa Cecchini IVB, Rafael Chioda IVD, Francesca Cima IVH, Alessandro Comi IC, Laura Cornelli VD, Martina Di Noto IIE, Beatrice Duina IVC, Va-lentina Fastolini VC, Alberto Fenice IVA, Matteo Fenili IIE, Sofia Filippi IVD, Leyla Gatti VD, Clara Gerelli IVC, Biancamaria Gotti IVC, Eleonora Grieco IVH, Gaia Gualandris IF, Sveva Guizzetti IVC, Clara Invernizzi IVH, Luca Latorre IVE, Eleonora Limongelli IVB, Adriana Li-rathni VD, Alice Maccarini IVD, Marta Maffeis IIC, Lucia Manzoni VD, Lucia Marchionne IE, Samia Marzaki IVD, Roberto Mauri VD, Pietro Micheletti IB, Carmen Musitelli IVE, Ester Negrola IC, Davide Pedroni IIID, Riccardo Pizzighini IIIB, Maria Porta VD, Maria Roncelli IVG, Chiara Ruggeri IVC, Guido Sacerdote IVC, Michela Saccone IVC, Alice Scanavaca IVB, Giorgia Scotini IC, Elena Seccia IE, Jacopo Signorelli VC, Marianna Tentori IIIB, Sara Testa IF, Manuela Ticali IVH, Alice Tomasini VC, Annarina Tomasoni IVA, Eleonora Valietti IE, Giu-lia Vitale IID, Marcello Zanetti IIIB, Federico Costa VF, Nicolò Signorelli VF

ci riuniamo ogni sabato in sesta ora | piacici la pagina facebook | visita cassandra.liceosarpi.bg.it